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PRIVILEGIA NE IRROGANTO     di  Mauro Novelli         

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DOSSIER “ALITALIA”

 

 

 

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Report "Alitalia 2"  28 maggio 9 giugno 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Alitalia 2

Alitalia, il governo pronto a risarcire anche gli azionisti ( da "Stampa, La" del 28-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: DELLO SVILUPPO Alitalia, il governo pronto a risarcire anche gli azionisti [FIRMA]ALESSANDRO BARBERA ROMA In principio il rimborso doveva essere solo per gli obbligazionisti della vecchia Alitalia. Ora è arrivato il turno degli azionisti, finora esclusi da qualunque ristoro: in due risposte scritte al deputato Pd Emanuele Fiano e depositate ieri in Commissione Trasporti alla Camera,

Il decreto salva-Alitalia alla Consulta ( da "Giornale.it, Il" del 28-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: in seguito alle modifiche legislative volute per sostenere Alitalia, Meridiana si è vista praticamente costretta ad abbandonare (dal 29 marzo) il collegamento Linate-Fiumicino perché i due voli al mattino e alla sera, schiacciati tra le decine di Alitalia-Air One, erano insufficienti a sostenere la concorrenza del nuovo vettore nazionale;

Da Genovaa Romain aereocon 35 euro ( da "Secolo XIX, Il" del 28-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Da Genovaa Romain aereocon 35 euro voli Stop al monopolio Alitalia. Dall'8 giugno due voli al giorno di Blue Panorama a 24,99. Da luglio 34,99. «Molte le resistenze» 28/05/2009

blue panorama: "il volo a roma è solo l'inizio" - costantino malatto ( da "Repubblica, La" del 28-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: «Si tratta di un volo che farà concorrenza non solo ad Alitalia, ma anche al treno - dice George Michalopoulos, direttore commerciali di Blu-Express, la compagnia low cost del gruppo - Se la nuova linea è importante per Genova, lo è anche per la nostra compagnia, visto che consolida il suo network domestico.

Stop al monopolio Alitaliasi vola a Roma con 35 euro ( da "Secolo XIX, Il" del 28-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Stop al monopolio Alitalia sulla tratta Genova-Roma. Da lunedì 8 giugno la capitale e l'aeroporto ligure verranno collegati da due voli giornalieri di Blue-express.com, il ramo low cost di Blue Panorama Airlines. Fino a fine giugno la tariffa sarà di 24,99 euro a tratta tasse incluse.

Lufthansa intitola un aereo a Genova ( da "Secolo XIX, Il" del 28-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Intanto, Lufthansa è in attesa che Alitalia liberi gli slot su Milano. In particolare, i tedeschi si fregano le mani pensando al business della tratta Linate-Roma, e intanto rafforzano la loro presenza su Malpensa, con circa 170 voli Lufthansa Italia, per 340 voli complessivi, compresi quelli del gruppo.

Merlo: ( da "Secolo XIX, Il" del 28-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: di Alitalia sulla tratta capitolina - ma evidentemente non si è dimenticato della querelle verbale che lo ha contrapposto martedì a Mauro Moretti, amministratore delegato di Fs. Il manager delle Ferrovie di Stato aveva accusato Genova di lungaggini nei lavori, ritardi sulla realizzazione dei binari in porto e una vocazione portuale regionale che poco avrebbe a che spartire con l'

Una vendita che è pure un affaire politico destinato a (non) chiudersi in tempi brevi ( da "Riformista, Il" del 28-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: affare Alitalia. Una lunga sequela di errori politici e troppe intromissioni hanno impedito a GM di ottenere da Opel la liquidità necessaria per evitare un fallimento che negli Usa attendono entro il prossimo lunedì. Con un monte debiti superiore a 35 miliardi di dollari, GM ha ufficialmente confermato intorno alla metà di aprile di voler scorporare le proprie divisioni europee (

In esclusiva il commento di una Lei e di un Lui che assomigliano a tanti telespettatori davanti alla tv: Lei ha visto il film Irma la dolce di Billy Wilder con Shirley MacLaine e J ( da "Riformista, Il" del 28-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Lui: E quindi abbiamo ascoltato seguiti riguardanti l'Alitalia, il digitale terrestre, una inchiesta giudiziaria su San Marino. Share e spettatore: Il film Irma la dolce ha ottenuto il 2,49% di share con 556 mila spettatori Report ha conquistato il 14.33% di share con poco meno di 3 milioni di spettatori.

L'equipaggio deve riposare, slitta la partenza per Roma ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 28-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: L'AIR ONE I vertici dell'Air One, che con l'Alitalia fa parte della neonata compagnia, «si scusano per i disagi causati ai passeggeri». E si giustificano. «Ogni giorno dobbiamo gestire 150 aerei per 700 voli. Può capitare, per problemi non riconducibili a noi, che qualcosa nell'organizzazione si inceppi.

ROMA Dovrà essere la Corte Costituzionale a valutare la legittimità del decreto con il qu... ( da "Messaggero, Il" del 28-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia-AirOne) fossero escluse dalla necessità dell'autorizzazione dell'Antitrust. Per questo il Tar del Lazio ha sospeso il giudizio sui ricorsi proposti da Meridiana, Eurofly e Federconsumatori, rimettendo gli atti alla Consulta. Per il Tar la norma ha discriminato i vettori prevedendo un trattamento più favorevole per le compagnie che,

Antitrust, decreto Alitalia davanti alla Consulta ( da "Corriere della Sera" del 28-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia davanti alla Consulta Il Tar rinvia alla Corte, round ai concorrenti ROMA La sospensione dei poteri dell'Antitrust sulla fusione tra Alitalia e AirOne finisce davanti alla Corte Costituzionale. Il Tar del Lazio ieri ha infatti sospeso il giudizio sui ricorsi presentati da Meridiana, Eurofly e Federconsumatori contro il decreto che escluse la necessità di una preventiva autorizzazione

Sindacati nell'azionariato? da 9 manager su 10 ( da "Corriere della Sera" del 28-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: anni fa dai dipendenti Alitalia. Fatti questi distinguo, il 65% vede necessario un management diverso da quello di oggi, più trasparente (l'83,7%), impegnato a trovare nuove idee valendosi della compartecipazione dei lavoratori (82,5%). Circa il 70% accetterebbe una situazione simile a quella americana dove sia previsto convertire eventuali crediti personali in azioni a loro nome.

I figli di Berlusconi contro Franceschini ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 28-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: dagli aiuti ai più deboli alla positiva conclusione della vicenda Alitalia. Il tutto, è convinto, per contrapporre i fatti alle chiacchiere della sinistra, che non ha idee, o quando le ha non riesce a sostenerle con adeguata copertura finanziaria. Il premier vuole dimostrare agli italiani che la sinistra, non avendo nulla da dire e temendo il responso delle europee,

decreto alitalia, la parola alla consulta - lucio cillis ( da "Repubblica, La" del 28-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia, il provvedimento che nell´agosto del 2008 ha ampliato l´applicazione della legge Marzano alla ex compagnia di bandiera, limitando i poteri di intervento dell´Antitrust e consentendo di fatto le nozze tra Alitalia e Air One. Secondo il tribunale amministrativo «è verosimile ritenere che la norma abbia discriminato i vettori aerei prevedendo un trattamento più favorevole

Da Genova a Roma in aereo con 35 euro ( da "Secolo XIX, Il" del 28-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Da Genova a Roma in aereo con 35 euro Voli Stop al monopolio Alitalia. Dall'8 giugno due voli al giorno di Blue Panorama a 24,99. Da luglio 34,99. «Molte le resistenze» SCARCELLA >> 12 28/05/2009

IL CASO OPEL IN GERMANIA è STATO PARAGONATO AL CASO ALITALIA. CHE NON è AFFATTO CHIUSO, PE... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 28-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Il caso Opel in Germania è stato paragonato al caso Alitalia. Che non è affatto chiuso, perché ieri il Tar del Lazio ha rimesso gli atti alla Corte Costituzionale, sospendendo il giudizio sui ricorsi con cui Meridiana, Eurofly e Federconsumatori chiedevano l'annullamento del provvedimento con cui il 3 dicembre 2008 l'Antitrust, in applicazione del decreto salva-compagnia,

GIUSY FRANZESE ROMA. FUMATA NERA PER LA OPEL. IL GOVERNO DI BERLINO HA DECISO DI PRENDERSI UN PO&... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 28-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia in attesa di decidere per la cordata Cai. Per stamane è già stata convocata una riunione straordinaria della Commissione Bilancio del Parlamento tedesco sulla vicenda Opel. Nel frattempo il governo non esclude né di arrivare ad una dichiarazione di insolvenza controllata, né di esaminare altre eventuali offerte interessanti.

Il premier: "Grumi eversivi nella magistratura" ( da "Giornale.it, Il" del 28-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: in particolare nei passaggi in cui il premier parlava di Alitalia e di giustizia. Nei due passaggi una parte della platea ha fischiato sonoramente, mentre un?altra fetta di partecipanti alle assise ha applaudito. "Domani i giornali daranno - ha detto il premier - che Berlusconi è stato fischiato alla Confesercenti, ma voi che mi fischiate siete percentualmente irrilevanti".

Pdl Arriva Berlusconi Conto alla rovescia per l'arrivo di Silvio Berlusconi: mercoled... ( da "Stampa, La" del 29-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Buona parte dell'incontro è stata però dedicata all'Alitalia, visto il ritardo con cui sono arrivati da Roma sindaco e Tabacci. «Voi leghisti - ha detto Tabacci - avete tenuto il sacco a chi s'è impadronito della compagnia penalizzando il Nord». La Fiat è stato l'altro grande tema, con Cota a chiedere tutele per i lavoratori italiani.

dalla platea di commercianti fischi al cavaliere ( da "Repubblica, La" del 29-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia dall´acquisto da parte di Air France. Il clima si scalda e il premier è a suo agio: «Contestatemi che c´ho voglia», replica mimando il gesto del pugile in guardia. Ma è stato quando è partito con l´attacco alla «toghe rosse» che dalla platea e dalla galleria dell´Auditorium Berlusconi si è preso una sonora razione di fischi e buuh (

piazza di siena, appuntamento clou nel pomeriggio la coppa delle nazioni ( da "Repubblica, La" del 29-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: L´ordine di ingresso: Svezia, Irlanda, Usa, Francia, Italia, Germania, Belgio, Gran Bretagna, Svizzera e Olanda. Questo l´ordine di ingresso dei nostri 4 cavalieri: Chiaudani, Lucchetti, Martinengo e Garcia. Questa mattina, dalle 8.45, il Premio Alitalia e il Premio Regione Lazio. (m. r.)

Caso Noemi, il premier giura sui figli: ( da "Giornale.it, Il" del 29-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: E infatti prosegue imperterrito a parlare della vicenda Alitalia. Poi, quando affronta il tema della giustizia, dalla sala parte ancora qualche fischio. «Siete quattro o al massimo cinque», ribatte scatenando nuove proteste. Ma Berlusconi non molla: «Al massimo siete dieci o quindici». In ogni caso, aggiunge strappando risate e applausi, «siete percentualmente irrilevanti».

ROMA - Oggi Raniero Busco ha 44 anni. Lavora ancora a Fiumicino, come nel '90. Ma ha... ( da "Messaggero, Il" del 29-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Dato che lavoro all'Alitalia, con qualifica di operaio, incontravo Simonetta soprattutto il sabato e la domenica, mentre i nostri incontri infrasettimanali erano sporadici. L'ultima volta che l'ho vista è stato lunedì 6. Siamo stati assieme dalle 20 alle 20,20 circa».

ROMA - Sergio Marchionne è volato ieri di buon mattino da Berlino alla volta di Detr... ( da "Messaggero, Il" del 29-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: iniezione fatta dal governo italiano in Alitalia. Con Gm quindi Marchionne potrebbe discutere i termini di un possibile rilancio ma l'a.d. del Lingotto probabilmente vorrà negoziare con Washington ben altro. L'appoggio dell'amministrazione di Barack Obama presso la Cancelleria tedesca per favorire l'offerta italiana perchè dà maggiori garanzie industriali rispetto a quella di Magna.

ROMA - Con la negazione di aver avuto rapporti piccanti o più che piccanti con una mino... ( da "Messaggero, Il" del 29-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Berlusconi parla di Alitalia, e di «grumi eversivi» dentro la magistratura. Poi lancia una sfida. «Contestate pure, che ho voglia. Ho le spalle larghe», le contestazioni «non fanno altro che rafforzare la mia volontà di agire nel bene del Paese». E poi: «La platea sta seguendo con interesse e con applausi il mio intervento,

Penati: il ticket? Utile per far cassa Podestà: solo un esperimento, vedremo ( da "Corriere della Sera" del 29-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Ma il monopolio di Alitalia sul Milano- Roma dal Forlanini? «A breve non sarà più interessante perché la concorrenza dell'alta velocità eliminerà il vantaggio ». Diversa la linea di Penati: «Il monopolio non cadrà certo spontaneamente, per questo abbiamo avviato e vinto un'azione legale davanti al Tar del Lazio.

Alitalia, la protesta diventa un film ( da "Corriere della Sera" del 29-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia, la protesta diventa un film La verità degli irriducibili dell'Alitalia, un film sul fronte del No, quelli che hanno perso il posto di lavoro e non sono stati assorbiti dalla Cai. Le cifre sono impressionanti: 6000 cassaintegrati (gli ammortizzatori sociali durano sette anni) e 2500 precari per i quali si aprono le porte della disoccupazione.

( da "Secolo XIX, Il" del 29-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: avvertite fin da quando il premier ha cominciato a parlare di Alitalia: «C'è qualche contestatore che ho voglia..» li ha zittiti una prima volta il premier, accennando a qualche mossa di boxe. Ma è stato quando ha attaccato la magistratura che i fischi si sono sentiti più numerosi. «Se dovessi dire che ci sono dei grumi eversivi nella magistratura, provocherei una grande discussione»

Caso Noemi, il premier giura sui figli: "Mai avuto rapporti piccanti con lei" ( da "Giornale.it, Il" del 29-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: E infatti prosegue imperterrito a parlare della vicenda Alitalia. Poi, quando affronta il tema della giustizia, dalla sala parte ancora qualche fischio. «Siete quattro o al massimo cinque», ribatte scatenando nuove proteste. Ma Berlusconi non molla: «Al massimo siete dieci o quindici». In ogni caso, aggiunge strappando risate e applausi, «siete percentualmente irrilevanti».

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 29-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: accoglie un passaggio su Alitalia. Fischi che diventano più insistenti quando il Cavaliere torna a parlare di giustizia: «Siete irrilevanti», è però la sua pronta replica. Io, aggiunge, «ho le spalle larghe» e le contestazioni «non fanno altro che rafforzare la mia volontà di agire nel bene del Paese».

MARIA PAOLA MILANESIO ROMA. GIURA SUI FIGLI CHE NON HA MAI AVUTO RAPPORTI PICCANTI CON UNA ... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 29-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: »), di Alitalia ma soprattutto di giustizia. Il tutto inframmezzato da accenni alle veline («Mussolini aveva nuclei di camicie nere, io di veline. È meglio»), attacchi alla stampa ? «per fare male si hanno tre possibilità: fare il delinquente, il pm, il giornalista, anzi certi giornalisti»).

Gli organizzatori prevedono una presenza di un milione di spettatori. E per questo i vigili ... ( da "Messaggero, Il" del 30-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Al volo radente non ha voluto rinunciare neanche l'Alitalia che si presenterà con un passaggio spettacolare del Boeing 767. L'antipasto acrobatico sarà garantito dal team "Blue Circe", dai "Breitling Devils" e dalla pattuglia acrobatica d'oltralpe "Patrouille de France". E alle 15,30 sarà la volta dei dieci MB339 delle "Frecce Tricolori".

Sull'aeroporto di Ciampino si addensano nuove nubi. Sono quelle delle battaglie in trib... ( da "Messaggero, Il" del 30-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: il trasferimento dei voli a Fiumicino rischierebbe di mandare in tilt il Leonardo Da Vinci e comunque sarebbe a dir poco inopportuno vista la scelta della Nuova Alitalia di indicare Roma come hub. «Però i dati sul rumore parlano chiaro - aggiunge il sindaco Perandini - a Ciampino così non si può continuare».

I LOW COST DI RYAN AIR Meglio della "continuità" ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 30-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Mi domando: perché non abolire le prese in giro (vedi Alitalia) e non dare la possibilità a chi, come Ryan Air, ha investito in Sardegna (con equipaggi e aeromobili di stanza a Cagliari) di offrire tutte le rotte a prezzi super competitivi? Grazie, Ryanair . Giancarlo Piludu - Cagliari

Vale di più l'autografo di Totti o quello della Arcuri? Bel dilemma quello che han... ( da "Messaggero, Il" del 30-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: si vedono volti noti in ogni angolo: tra questi anche la pasionaria dell'Alitalia Daniela Martini. Si vedono pure Vincent Candela con l'amico Alex Nuccetelli, in missione esplorativa per valutare una possibile festa qui dell'ex calciatore della Roma con tutti gli amici, dopo la partita d'addio al calcio.

Salza: ( da "Giornale.it, Il" del 30-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Quelle che il presidente di Piaggio e Alitalia, Roberto Colaninno, ha definito «scelte coraggiose» e che il presidente del Consiglio Berlusconi si è impegnato a realizzare «nel più breve tempo possibile». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Stesso incendio del 2004 I guai dell' ( da "Corriere della Sera" del 30-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Stesso incendio del 2004 I guai dell'«Alitalia del mare» DAL NOSTRO INVIATO PALERMO Troppe analogie con un'altra mancata tragedia sullo stesso traghetto per attribuire solo al caso il quinto incidente in pochi anni, il secondo devastante incendio a bordo della «Florio», gioiello contraffatto della Tirrenia, la malandata società in cerca d'acquirenti,

Alitalia Maggio vola Maggio sta andando molto meglio degli altri mesi . Lo ha detto... ( da "Unita, L'" del 30-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia Maggio vola «Maggio sta andando molto meglio degli altri mesi». Lo ha detto il presidente di Alitalia, Roberto Colaninno, commentando l'andamento del coefficiente di riempimento degli aerei.

Fiat, ecco il piano B di Torino ( da "Riformista, Il" del 30-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia. Dice Volpato: «Ora la strategia di Marchionne sarà quella guardarsi intorno: il progetto dell'ad Fiat è quello di ottenere un ruolo industriale di rilevanza mondiale. Non credo - contina - che sarà abbandonato questo progetto». Secondo Volpato i piani allo studio di Marchionne sono diversi, tra cui l'ipotesi di un accordo con la Bmw «

Cossiga: "Silvio pesta i piedi agli Usa, ecco perché lo vogliono far fuori" ( da "Quotidiano.net" del 30-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: affare Alitalia, dalla ricostruzione dell?Aquila e pare non intenda infilarlo neanche nella holding di Telecom in via di costituzione». De Benedetti, dunque... «S?è incazzato e, secondo me, grazie a una gola profonda nell?entourage del premier ha messo su lo ?

MYRTA MERLINO ROMA. BANCHIERI CHE ENTRANO TIRATI, SORRIDENDO A DENTI STRETTI, VISIBILMENTE PREOCC... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 30-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: romano e dalle fatiche Alitalia. E poi Francesco Gaetano Caltagirone, Luca di Montezemolo, Paolo Scaroni, Mauro Moretti, tutti d'accordo nel promuovere la relazione «lucida, condivisibile e costruttiva». I politici, come di consueto, non partecipano eppure molti dei presenti evocano il convitato di pietra, l'antagonista Tremonti con cui Draghi evita accuratamente qualsiasi polemica.

GIANLUCA AGATA MA DI LUCA VUOLE REGALARE IL GIRO A MENCHOV? SONO TRE GIORNI CHE INVECE DI L... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 30-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: per riconoscenza, lo assunse all'Alitalia e nei viaggi tra Ginevra e Napoli mise su una piccola attività di import-export oggi su scala mondiale. Le corse vinte? «La più bella sull'Etna: 14' di distacco su Martini, l'ex ct della Nazionale». La beffa in una Milano-Sanremo. «A 300 metri l'avevo in pugno.

( da "Giornale.it, Il" del 31-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: la hostess poi licenziata dall'Alitalia. E questo suo exploit è stato oggetto di molte mormorazioni e chiacchiericci: chi l'ha spinta fin sotto le telecamere bramate da legioni di aspiranti veline? Insomma, ha tutte le curve e le zone d'ombra per attirare la curiosità della stampa come il miele le api.

Dario Castriota Giorgio Gaber Io non mi sento italiano , cantava il grande Gaber in... ( da "Unita, L'" del 31-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Domenico Malpeli Le azioni dell'Alitalia Il premier e i suoi dipendenti, volevo dire gli esponenti di primo piano del PdL, travolti dai casi Mills e Noemi, invitano a non fare gossip, ma a guardare ai risultati raggiunti dall'esecutivo. Uno di questi, che viene sempre citato, è l'avere risolto la questione Alitalia.

questioni di taglia / 1 No ai poliziotti panzoni. E i ministri sottomisura? Vektor questio... ( da "Unita, L'" del 31-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Una Tv locale ha chiesto ai suoi telespettatori: «Fareste educare i vostri figli da Berlusconi?» Il 78 per cento ha detto SÌ! Nessun commento. F.S. che salvata! Il premier va dicendo in tv che ha salvato alitalia, io credo invece siano stati i contribuenti. le mie 4000 azioni chi me le deve restituire? franco matteuzzi

Una domenica con il naso all'insù con il rischio di ingorghi a terra e nei cieli. ... ( da "Messaggero, Il" del 31-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia che si presenterà con un passaggio spettacolare del Boeing 767. Ieri le prove che si sono svolte nei cieli della cittadina balneare hanno sollevato un vespaio di polemiche. Decine di telefonate sono arrivate ai centralini delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco da parte delle case per anziani dell'Infernetto mentre vibrate proteste sono state fatte da pazienti e parenti

Frecce tricolori ( da "Corriere della Sera" del 31-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: il nuovo Boeing 767 dell'Alitalia. Volo sociale, come gli elicotteri per il soccorso e il trasporto di feriti e i Canadair per lo spegnimento degli incendi boschivi, e volo sportivo. Tutto insieme in quattro ore di spettacolo nel «Roma International Airshow» che scatta oggi alle 13, davanti allo stabilimento «Belsito».

treni, aerei, navi è "low cost" la parola d'ordine - ettore livini ( da "Repubblica, La" del 31-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: alta velocità - più economico della navetta Alitalia - che in pochi mesi ha sottratto all´aereo quasi il 50 per cento del mercato. Le rotaie hanno portato via tanti viaggiatori anche alle auto: molte tratte di servizi pendolari - rigorosamente in seconda - hanno registrato negli ultimi mesi aumenti di traffico del 50 per cento.

L'aeroporto riabbraccia i turisti ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 31-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: loro interessamento società del calibro di Meridiana e Alitalia. «Nelle ultime settimane - spiega il consigliere ogliastrino Angelo Stochino - si sono create le condizioni più favorevoli per l'affidamento di un collegamento aereo giornaliero, fondamentale per lo sviluppo del nostro territorio, alla compagnia che offrirà maggiori garanzie e maggiori sconti sul prezzo del biglietto .

"Pronti a pagarmi per incastrare Berlusconi" ( da "Giornale.it, Il" del 31-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia. E questo suo exploit è stato oggetto di molte mormorazioni e chiacchiericci: chi l?ha spinta fin sotto le telecamere bramate da legioni di aspiranti veline? Insomma, ha tutte le curve e le zone d?ombra per attirare la curiosità della stampa come il miele le api.

DI FRONTE A UN SIFFATTO SCHIERAMENTO, SI PUò STORCERE IL NASO IN NOME DELLA LOGICA IMPRENDITORI... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 31-05-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: resta emblematica la vicenda Alitalia), l'Italia si conferma impreparata a muoversi in sinergia, a presentarsi come «sistema paese». Sia per le divisioni profonde che ancora dividono aspramente centrodestra e centrosinistra, sia per una inveterata abitudine a muoversi ciascuno a difesa del proprio particulare senza curarsi della prospettiva comune,

"su fiat l'ultimo esempio di dilettantismo" - marco trabucco ( da "Repubblica, La" del 01-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: e l´Alitalia che penalizzano la Lombardia dove gran parte delle amministrazioni sono di centrodestra. La questione dei fondi Fas per la Sicilia e più in generale i soldi per le infrastrutture, promessi, ma che non ci sono. Berlusconi dice che la crisi non c´è, Tremonti che c´è, ma che bisogna lasciar passare la nottata.

firenze, doppio ostacolo per il bimbo l'anima rossa e i signori del mattone - alberto statera ( da "Repubblica, La" del 01-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia, che detiene oltre 600 mila metri quadri, tra cui quelli di Sesto Fiorentino, che potrebbero essere l´alternativa a Castello per lo stadio e la Cittadella viola. Ne è presidente Jacopo Mazzei, cugino di Lorenzo Bini Smaghi della Banca centrale europea, ma soprattutto figlio di Lapo Mazzei, straordinario produttore di Chianti e grande capo dell´

Sei giorni al voto e per Franceschini il nemico da battere è sempre lo stesso: l'astension... ( da "Unita, L'" del 01-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: è stata assente o dannosa per vicende cruciali come Malpensa-Alitalia o il caso Fiat-Opel». Ma arriverà il messaggio? «Viviamo in un paese di plastica per come lo rappresenta la televisione, ma girando per negozi, treni, mercati e metropolitane ho un'impressione ben diversa». La crisi c'è i poveri pure.

nel cielo di Ostia ( da "Corriere della Sera" del 01-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Ci sono stati anche gli spettacolari passaggi a volo radente di un imponente Boeing 767 dell'Alitalia, - «Papà, sembra quasi che si possa toccare», ha detto sbalordita una bimbetta al genitore - e le picchiate «tattiche» a pelo d'acqua, le stesse che nei duelli aerei consentono di avvicinarsi di sorpresa al nemico, di un F16 dell'aeronautica olandese.

Ottocentomila spettatori per solo tredici minuti di volo. Uno spettacolo mancato per colpa del pessi... ( da "Messaggero, Il" del 01-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: pattuglia acrobatica nazionale si erano presentati in volo diversi aeromobili e persino un Boeing 767 dell'Alitalia ma l'attesa generale eta tutta per i dieci MB339 tricolori.Traditi da nuvole troppo basse per permettere le ardite acrobazie aeree. Hanno faticato non poco i duecento vigili urbani di Ostia più quelli del Git schierati sulle strade per cercare di evitare la paralisi.

Ottocentomila spettatori per solo tredici minuti di volo. Uno spettacolo mancato per colpa d... ( da "Messaggero, Il" del 01-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: pattuglia acrobatica nazionale si erano presentati in volo diversi aeromobili e persino un Boeing 767 dell'Alitalia ma l'attesa generale eta tutta per i dieci MB339 tricolori. Traditi da nuvole troppo basse per permettere le ardite acrobazie aeree. Hanno faticato non poco i duecento vigili urbani di Ostia più quelli del Git schierati sulle strade per cercare di evitare la paralisi.

NON SOLO PRIVACY: NELLA CONFERENZA STAMPA TENUTA A BARI SILVIO BERLUSCONI FA IL PUNTO SUI MOLTEPLICI... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 01-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Ici sulla prima casa alla vicenda Alitalia, dal dissesto finanziario di Catania alle multe per le quote latte degli allevatori padani, dagli ammortizzatori sociali al decreto-terremoto. Affondi che vengono reiterati in serata da Massimo D'Alema: «È una menzogna assoluta che il governo non abbia tolto fondi al Mezzogiorno.

Ottanta voglia di ieri ( da "EUROPA ON-LINE" del 01-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia (ma non è Catherine Spaak, quella?) o con le bavette al pesto alla genovese di Mina, col suo inconfondibile birignao ("la giuoia")? E quindi, testa all'indietro come l'angelus novus, si cerca di ricomporre l'infranto, magari mandando un poke su Facebook al compagno di classe che non vedevamo dai tempi delle notti prima degli esami.

Cinque italiani a bordo: tre di origine trentina ( da "Giornale.it, Il" del 01-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Air France non era in code sharing con Alitalia, secondo quanto si è appreso da fonti aeronautiche italiane. Ma a bordo erano presenti cinque nostri connazionali secondo prime informazioni ufficiose raccolte in ambienti aeronautici, la notizia è in attesa di conferme ufficiali. Ma l?

Gli A-330 dell'Alitalia ideali per tratte lunghe ( da "Stampa, La" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia ideali per tratte lunghe ROMA Come tutte le compagnie del mondo, anche la flotta Alitalia conta due aerei della famiglia Airbus A330, il velivolo disperso ieri nell'Atlantico sulla tratta Rio de Janeiro-Parigi. Fino all'anno scorso gli aerei a lungo raggio della vecchia compagnia di bandiera erano solo sei 767 e dieci 777 della concorrente americana Boeing.

Aerei sicuri Non si può escludere l'esplosione ( da "Stampa, La" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Anpac e pilota di 777 Alitalia, non se la sente di fare ipotesi. «Non ci sono ancora abbastanza elementi per giudicare, anche se non sono convinto che l'errore umano possa essere stata la causa scatenante. Può capitare che l'aereo sia colpito contemporaneamente da più avarie al punto da rendere ingestibile la situazione anche per il pilota più esperto»

Voli di Stato triplicati Inchiesta della procura ( da "Stampa, La" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Ma non era inconsueto vedere Padoa-Schioppa sull'Alitalia. Un anno dopo essere arrivato a palazzo Chigi, nel luglio 2008, il governo Berlusconi ha cambiato tutto. I politici hanno ricominciato a volare sulla flotta dei servizi segreti: quattro piccoli jet Falcon 900 di cui nulla si può sapere.

L'aeroporto di Nizza sul "Panero" ( da "Secolo XIX, Il" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: il legame con Alitalia. Ma la corsa non sembra ridotta a questi due soli concorrenti, visto che a richiedere la documentazione per la gara sono state ben quindici società. Per la maggior parte si tratta di società che gestiscono aeroporti italiani e stranieri, ma nel gruppo si sono inserite anche alcune compagnie aeree.

"attacchi al governo, gioco elettorale" - marco trabucco ( da "Repubblica, La" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: cosa successe in Italia quando Berlusconi varò lo stesso prestito ponte per Alitalia? Le opposizioni fecero ferro e fuoco contro il governo. Che su Alitalia, in quanto soggetto venditore, fu attivissimo come si conviene a chi vende. Sa dirmi Vietti o chi per lui se sa che il governo canadese o austriaco, visto che Magna è una finanziaria austro-canadese, si siano mossi per l´Opel?

amia, lo scandalo delle missioni d'oro viaggi pagati anche alle ditte esterne - antonio fraschilla ( da "Repubblica, La" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: A salire sul volo Alitalia che li avrebbe portati da Palermo a Dubai sono il direttore generale Colimberti, l´avvocato Paola Barbasso Gattuso, allora componente del cda, e Giuseppe La Rosa, funzionario aziendale che viaggerà spesso verso l´Oriente. Nel fascicolo con allegate le note spese, spuntano però anche i nomi e i biglietti aerei di Daniele Saviotti e Arrigo Bellinazzo,

pd, lista penati, verdi, idv sinistra per la provincia ( da "Repubblica, La" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Nord abbandonato dal governo e tradito dagli imprenditori lombardi che hanno dato vita alla nuova Alitalia e scelto Fiumicino anziché Malpensa. L´operazione si è conclusa in modo scandaloso: circa 4 miliardi pagati dai contribuenti, 7 anni di cassa integrazione ai lavoratori Alitalia. 7 Milano compete con città come Barcellona, Londra, Berlino e ha bisogno di libertà e autonomia.

prc, comunisti italiani lista per un'altra provincia ( da "Repubblica, La" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: 6 Nuova Alitalia e Malpensa rappresentano in modo clamoroso il fallimento delle politiche del centrodestra e della Lega, accompagnati dalla Confindustria di Marcegaglia e Colaninno, capaci solo di spremere le casse pubbliche senza rischiare nulla delle loro risorse.

regione, scontro sulle misure anticrisi "così la giunta vendola dà soldi veri" - raffaele lorusso ( da "Repubblica, La" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia». Punta il dito contro il governo anche Gianni Pittella, eurodeputato del Pd. «Con la solita faccia di bronzo - osserva - il presidente del consiglio è arrivato a Bari per raccontare la storiella che questo governo non ha tolto un euro al Mezzogiorno: spero che gli elettori del Meridione gli chiedano conto dell´

( da "Giornale.it, Il" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Quando c'è uno sciopero di Alitalia restano a terra i passeggeri, quando scioperano i dipendenti di un'azienda di raccolta rifiuti a restare a terra è l'immondizia. Ora i lavoratori hanno ricevuto le rassicurazioni che attendevano e già domattina riprenderanno il lavoro».

In calo a maggio il fabbisogno ( da "Giornale.it, Il" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: in cui lo Stato aveva dovuto mettere mano al portafogli con un prestito-ponte da 300 milioni di euro per sostenere Alitalia sull'orlo della bancarotta. Un mix di fattori che porta il fabbisogno di maggio 2009 a 7,6 miliardi di euro, con un miglioramento di oltre 300 milioni rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, in cui si era attestato a 7.937 milioni di euro.

fabbisogno statale in calo a maggio 105 mila lettere a contribuenti anomali ( da "Repubblica, La" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: conti dormienti» e del venir meno di erogazioni di carattere straordinario effettuate nel 2008 a favore di Alitalia. Dal fronte fiscale, invece, l´Agenzia delle Entrate, fa sapere di aver inviato circa105 mila lettere ai contribuenti che, prima della crisi, hanno compilato studi di settore dai quali emergono «rilevanti anomalie».

Abbattuto da un fulmine? Mistero ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: uno dei veterani piloti dell'Alitalia sulle rotte sudamericane, ora in pensione: «L'ipotesi del fulmine è molto improbabile. Valgono di più le ipotesi di un cedimento strutturale o di una bomba». Per il cedimento strutturale si può fare riferimento alla comunicazione di turbolenze, trasmessa dai piloti poco prima che l'aereo scomparisse dai radar?

Un incidente anomalo fra tante ipotesi fragili ( da "Manifesto, Il" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: British Airways e la «vecchia» Alitalia pubblica - gode fama di avere una manutenzione tra le più efficienti. Vero è che ci troviamo in tempi di deregulation tariffaria, e che anche AF ha fatto registrare il primo bilancio in rosso della sua storia, ma certe procedure industriali non si smantellano da un giorno all'altro.

Fabbisogno, i conti migliorano ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: cui lo Stato aveva dovuto mettere mano al portafogli con un prestito-ponte da 300 milioni di euro per sostenere la compagnia Alitalia sull'orlo della bancarotta. Un mix di fattori che porta il fabbisogno di maggio 2009 a 7,6 miliardi di euro, con un miglioramento di oltre 300 milioni rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, in cui si era attestato a 7.937 milioni di euro.

ROMA A maggio il fabbisogno dello Stato è stato leggermente inferiore a quello registr... ( da "Messaggero, Il" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: un anno fa c'erano state le spese straordinarie per sostenere l'Alitalia in crisi, e per estinguere i debiti della sanità. Il Tesoro è riuscito così a compensare il calo delle entrate fiscali. In particolare a maggio si è fatto sentire il minor gettito dell'Iva, e al tempo stesso sono aumentati i rimborsi per credito d'imposta.

Choc per la compagnia: l'airbus era nuovo ( da "Corriere della Sera" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: l'accordo con KLM e Alitalia e i profitti degli ultimi anni, ha dovuto registrare, nel bilancio 2008, forti perdite (814 milioni di euro) e annunciare una riduzione del 3 per cento del personale, circa tremila esuberi. Ma è un colpo anche per Eads, il consorzio aeronautico europeo che costruisce Airbus.

Tassi giù, migliora il deficit ( da "Corriere della Sera" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia (un atto necessario per garantirne la sopravvivenza) e una parte delle somme concesse alle regioni per l'estinzione dei vecchi debiti della sanità. In negativo, sul fabbisogno di maggio, hanno inciso invece i maggiori rimborsi per i crediti di imposta da parte dei concessionari della riscossione e i minori incassi fiscali connessi alla caduta del gettito Iva,

Tutti giù per aria In un film la disfatta dei lavoratori dell'Alitalia di Stato Presentato ieri a Roma il docufilm scritto da uno steward oggi cassintegrato e da un giornalista fr ( da "Unita, L'" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: «Tutti giù per aria» In un film la disfatta dei lavoratori dell'Alitalia di Stato Presentato ieri a Roma il docufilm scritto da uno steward oggi cassintegrato e da un giornalista freelance Con la partecipazione di Dario Fo e di Ascanio Celestini BIANCA DI GIOVANNI È la storia di una disfatta raccontata dagli sconfitti.

Doveva essere l'arma dei consumatori, ma con Silvio Berlusconi è diventato un inutile orpe... ( da "Unita, L'" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: che hanno lasciato con un mucchio di carte in mano i piccolia zionisti Alitalia. ma la beffa non finisce qui. Il testo prevede anche pesanti sanzioni per i cittadini che avessero presentato una domanda giudicata poi inammissibile. Insomma, se manca il «luogo a procedere i cittadini pagano. Una vera minaccia contro chi intende ribellarsi per comportamenti fraudeolenti e vessatori.

ELENA ROMANAZZI ROMA. UN FULMINE NON è IN GRADO DI FAR PRECIPITARE UN AEREOMOBILE»... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Fabio Berti comandante dell'Alitalia di questo è convinto. «Abbiamo solo due elementi: c'è stata una forte turbolenza e il sistema automatico dell'aeromobile ha comunicato a Parigi un'avaria. Ma non si possono azzardare ipotesi perché mancano totalmente gli elementi». Un fulmine non può causare una tragedia del genere?

ROMA. MIGLIORANO I CONTI PUBBLICI A MAGGIO. IL FABBISOGNO DEL SETTORE STATALE, INFATTI, NEL MESE SCO... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 02-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: suo tempo per il salvataggio di Alitalia e l'estinzione dei debiti contratti dalle regioni nel capitolo della sanità. Ma la crisi economica continua a farsi sentire fortemente sul versante dei conti pubblici. Traducendosi, in particolare, in un calo delle entrate fiscale. A maggio, infatti, si è registrato un calo del gettito Iva, la prima imposta a subire un calo della domanda.

Strasburgo è lontana ( da "Manifesto, Il" del 03-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: poi Cai-Alitalia) che nell'emergenza-sisma è diventata un imbuto. I pendolari del terremoto non pagano il pedaggio, ma la loro esenzione va verificata a ogni passaggio di casello, con i tempi e le code che si possono immaginare. Facile prevedere che molti resteranno lontani da un seggio così complicato.

Una privatizzazione disinvolta che manda Tutti giù per aria ( da "Manifesto, Il" del 03-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ALITALIA Il docu-film prodotto e girato dagli (ex) dipendenti Una privatizzazione disinvolta che manda «Tutti giù per aria» Francesco Piccioni Un documentario che è un piccolo manuale di lotta di classe. Il 2000 è iniziato da un decennio, ma sembra regolato da «leggi» piuttosto secolari.

L'aereo di carta , con Celestini e Dario Fo ( da "Manifesto, Il" del 03-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ex Alitalia, soprattutto per chi è stato licenziato dal Cai perché mamma o con figlio handicappato, o padre in identiche situazioni. Hanno dissepolto l'ascia le 11 mila personalità d'eccellenza cancellate da questa Alitalia «di carta». Spiega il perché, alla fine del docufilm di 75' «Tutti giù per aria - L'aereo di carta»,

Avvistati i resti dell'Airbus ( da "Riformista, Il" del 03-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: comandante Alitalia sulla rotta Brasile-Europa. «Entrare in una cellula attiva di turbolenze su quel tratto dell'oceano è devastante». Sulla lista passeggeri dieci italiani, dal Trentino, dal Veneto e dall'Emilia Romagna. di Anna Mazzone Un giubbotto salvagente, un seggiolino, alcuni rottami metallici e macchie di combustibile.

Una privatizzazione disinvolta che manda ( da "Manifesto, Il" del 03-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ALITALIA - Il docu-film prodotto e girato dagli (ex) dipendenti Una privatizzazione disinvolta che manda «Tutti giù per aria» Francesco Piccioni Un documentario che è un piccolo manuale di lotta di classe. Il 2000 è iniziato da un decennio, ma sembra regolato da «leggi» piuttosto secolari.

Prodi: l'Italia ha perso dignità ( da "Stampa, La" del 04-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Da Alitalia a Malpensa, dalle infrastrutture ai cantieri dell'Expo, il governo di Roma non è mai stato così presente a Milano, dove Guido Podestà e Filippo Penati che non vorrebbe mollare via Vivaio, si giocano tutto all'ultimo voto. Silvio Berlusconi che fino ad ora ha fatto una sola telefonata pubblica a sostegno del suo candidato,

voli "low cost" sulla base a caselle è braccio di ferro - diego longhin ( da "Repubblica, La" del 04-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: rafforzare la base della Alitalia e portare almeno quattro rotte in più verso l´estero con un incremento di circa 108 mila passeggeri. I consiglieri sono più interessati a Ryanair: «Il Comune dovrebbe impegnarsi per il superamento dei limiti di Caselle, uno dei punti di debolezza del sistema Torino - dice Monica Cerutti, capogruppo di Sd - si segua il modello di altri aeroporti,

"contributi pubblici? niente di scandaloso" ( da "Repubblica, La" del 04-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Lo stesso trattamento di Ryanair dovrà essere riservato ad Alitalia? «Se ci servono quattro-sei rotte a livello europeo per sostenere la nostra economia e le imprese piemontesi sì. C´è una competizione di territori molto forte in questo momento, le partite non si giocano solo a livello nazionale e Torino non può restare fuori».

"non si può rimanere a casa evitiamo una provincia vassalla" - alessia gallione ( da "Repubblica, La" del 04-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: gestire il Paese come un monarca La loro sicurezza era di facciata e oggi sono preoccupati: qui temono il forte malumore per il caso Alitalia e per la crisi economica è vero, c´è disaffezione verso la politica Ma i nostri elettori risponderanno e sulle Amministrative l´attenzione è alta ALESSIA GALLIONE Lancia un appello: «Non è il tempo di rimanere a casa, soprattutto a Milano».

Perché per il montismo si riducono le sponde ( da "Riformista, Il" del 04-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: come fecero peraltro i governi europei quando Prodi varò l'ultimo prestito-ponte per Alitalia). Quella di Monti è una utile provocazione, ma se è difficile rispondergli non è solo perché il paese sembra ipnotizzato dal Noemi-gate, ma anche per motivi che hanno a che fare con il pensiero tremontiano, ormai egemonico a destra ma poco coerente al suo interno.

ROMA - L'obiettivo è ambizioso: raddoppiare dal 10 al 20% la quota di Pil, cio... ( da "Messaggero, Il" del 04-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: sono immediatamente disponibili e che con l'Alitalia è stato avviato, ed è un fatto nuovo, un tavolo per promuovere il Paese all'estero. «Alitalia - ha concluso Berlusconi - sta andando bene, ha ridotto i ritardi che sono diventati inferiori al 10% dei voli e sarà sempre di più una calamita per attrarre visitatori in Italia.

L'anti-berlusconismo per diventare leader di tutta l'opposizione ( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Le malefatte di alcuni suoi uomini al sud hanno scosso il partito e l'elettorato. La scelta di candidati-allodola, come la hostess Maruska, la pasionaria Alitalia, hanno fatto discutere. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Alitalia-bond, esposto alla Consob sui rimborsi ( da "Corriere della Sera" del 04-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: 41 Il ricorso di Anima Alitalia-bond, esposto alla Consob sui rimborsi ROMA ( a. bac.) Un esposto alla Consob (organismo di vigilanza sulla Borsa) per tutelare gli obbligazionisti di Alitalia. Lo ha presentato ieri la società di gestione Anima Sgr, detentrice di numerose obbligazioni della compagnia, per segnalare l'aggravarsi della situazione di «

EMANUELE IMPERIALI LA CORTE DEI CONTI PARTE ALL'ATTACCO: I FONDI DESTINATI ALLE AREE SOTTO UTILIZ... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 04-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia. «La Corte - spiega ancora la relazione - ha più volte formulato osservazioni critiche sul sistema di copertura degli oneri contabili attraverso forme di riduzione di precedenti autorizzazioni di spesa, riconducibili in particolare a tre categorie: il Fas e, in misura minore, il Fondo per interventi strutturali di politica economica e la riduzione di stanziamenti correnti»

CORTE DEI CONTI: USO IMPROPRIO DEI FONDI FAS ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 04-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: «DESTINATI AL MEZZOGIORNO, SONO FINITI AD ALITALIA E AGLI ALLEVATORI PADANI» Corte dei Conti: uso improprio dei fondi Fas

Caselle, boom dei voli low cost ( da "Stampa, La" del 05-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Express ha combattuto una battaglia con Alitalia per gli slot, l'ha vinta e ora servirà Fiumicino anche per tutto agosto. Air Italy, che ha operato bene su Napoli (trovando molti passeggeri) in estate debutterà su Olbia, con la prima rotta low-cost da Torino alla Sardegna (la seconda potrebbe essere Ryanair su Cagliari da ottobre).

Bus no stop per Malpensa ( da "Stampa, La" del 05-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: a dispetto della decisione di Alitalia che ha abbandoanto lo scalo. La Regione Piemonte stanzia 380 mila euro per potenziare i collegamenti tra il Novarese, il Verbano Cusio Ossola e lo scalo lombardo. Avrà pure dismesso l'abito di «hub», ma è pur sempre il principale aeroporto del Nord Italia e si avvia a diventare un riferimento per i «low cost»,

Navette no stop con Malpensa ( da "Stampa, La" del 05-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: a dispetto della decisione di Alitalia che ha abbandoanto lo scalo. La Regione Piemonte stanzia 380 mila euro per potenziare i collegamenti tra il Novarese, il Verbano Cusio Ossola e lo scalo lombardo. Avrà pure dismesso l'abito di «hub», ma è pur sempre il principale aeroporto del Nord Italia e si avvia a diventare un riferimento per i «low cost»,

Per tutti i passeggeri di Alitalia in partenza da Linate per Fiumicino sono stati attivati quattro v... ( da "Messaggero, Il" del 05-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Venerdì 05 Giugno 2009 Chiudi Per tutti i passeggeri di Alitalia in partenza da Linate per Fiumicino sono stati attivati quattro varchi fast-track, per i controlli di sicurezza. Lo rende noto la compagnia ricordando che anche a Roma Fiumicino sono attivi quattro varchi fast-track dedicati al Milano-Linate.

Sindacati assenti, lavoratori 48 ore in assemblea ( da "Manifesto, Il" del 05-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: una delle storiche officine di manutenzione Alitalia. Stupefacente il motivo: chiedono che i sindacati si presentino a spiegare - in assemblea - come staino andando le cose per questo ramo d'azienda che Cai non vuole, che Fintecna ha mollato e Finmeccanica disdegna. Iniziata alle 15 di mercoledì, con l'ingresso del turno pomeridiano, l'assemblea - indetta dall'SdL,

ROMA Certo la qualità del servizio, ma soprattutto la sicurezza anche in vista dell... ( da "Messaggero, Il" del 05-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: La questione si può risolvere con l'immissione di piloti Alitalia che sono in cassa integrazione o con piloti dell'Aeronautica militare». Tra le iniziative adottate c'è il rispetto dei programmi di manutenzione, l'accuratezza delle ispezioni pre volo, l'incremento dell'addestramento degli equipaggi, che dovrebbero migliorare gli standard di sicurezza.

Il trimestre e i quadri di Fantozzi ( da "Corriere della Sera" del 05-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Economia data: 05/06/2009 - pag: 41 Alitalia Il trimestre e i quadri di Fantozzi ROMA Si riunirà giovedì prossimo il comitato di sorveglianza dell'Amministrazione straordinaria di Alitalia che dovrà approvare la relazione trimestrale sulla gestione. In 130 pagine il commissario Augusto Fantozzi sintetizzerà lo stato dell'arte.

Nato a Cagliari, lavora a Milano Per volare verso casa, tariffa intera ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Il 28 maggio raggiungo l'aeroporto di Linate con un regolare biglietto Air One-Alitalia. Mi reco al check-in con la mia carta d'identità e la mia tariffa Economy. Per scoprire che, come nativo non residente, non ho più diritto agli sconti della continuità territoriale, scaduti dal primo novembre 2008 sulla tratta Milano-Cagliari.

Veleni e bugie: così insultano l'Italia ( da "Giornale.it, Il" del 05-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: la crisi Alitalia e lo scandalo dei rifiuti, sono spariti dal programma» (Index Censorship - Gran Bretagna). Questa è particolarmente ironica... i rifiuti infatti sono spariti davvero e Santoro è sempre lì. E ancora: «La ministra per le Pari Opportunità Mara Carfagna è nel governo solo perché ha avuto relazioni sessuali con il Cavaliere»

Toh, il Pd dei ragazzi candida un solo under 35 ( da "Giornale.it, Il" del 05-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: gesta durante la trattativa di Alitalia, nelle foto era quella che esultava per la rottura. La Sinistra sceglie la provocazione, e mette in lista la rom Dijana Pavlovic. Alla fine, proprio quel Pdl finito nel mirino per il «ciarpame» denunciato da Veronica Lario si ritrova con il solo volto televisivo di Barbara Matera, visto che poi schiera un politico impegnato come Carlo Fidanza,

CONTINUA LA PROTESTA DEI LAVORATORI ATITECH, CHE HANNO SCELTO DI PROSEGUIRE A OLTRANZA UN'ASSEM... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 05-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ex Alitalia con sede a Capodichino hanno interrotto le attività di manutenzione e chiedono che venga indetta un'assemblea con le altre organizzazioni sindacali presenti in azienda (Filt Cgil, Fit Cisl, Uil e Ugl). La società, con una nota, informa che l'astensione dal lavoro si è estesa alla quasi totalità dei dipendenti e spiega che la manifestazione «

sulla flotta alitalia la livrea skyteam ( da "Repubblica, La" del 06-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Pagina 23 - Economia Sulla flotta Alitalia la livrea Skyteam è entrato in servizio il Boeing 767 Alitalia con la nuova livrea Skyteam che opera sulle rotte verso il Nord America. Sono 4 le compagnie che hanno già personalizzato almeno un aereo: Alitalia, Delta, Aeromexico, Czech.

Malpensa vuole la terza pista anche se è rimasta senza voli ( da "Unita, L'" del 06-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: voli MARCO TEDESCHI Anche se la fuga di Alitalia ha provocato una drammatica caduta dei voli, lo scalo di Malpensa si prepara a realizzare la terza pista provocando, molto probabilmente, nuove polemiche politiche e le reazioni delle associazioni ambientaliste. Ieri la Sea (società che gestisce Malpensa e Linate) e il ministero della Difesa hanno siglato una intesa per aumentare l'

Giulio Pica Dovremmo svegliarci Come si fa a non condividere le parole di Franceschini, quand... ( da "Unita, L'" del 06-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: come nel caso di Alitalia e indirettamente quando sottrae alle casse dello Stato entrate ragguardevoli. Si pensi, ad esempio, ai decreti sull'esenzione delle imposte di successione e sull'abolizione dell'ICI. Sono centinaia di milioni di euro per lui proprietario di ville e di capitali immensi, e niente per la quasi totalità degli italiani.

una nuova area e la terza pista malpensa reagisce alla crisi ( da "Repubblica, La" del 06-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: annuncio del de-hubbing di Malpensa da parte di Alitalia. Un´intesa che assicura a Malpensa un vantaggio competitivo rispetto agli altri aeroporti europei che nel breve e medio periodo sconteranno problemi di capacità». Soddisfatto dell´intesa annunciata con ottimo tempismo elettorale anche il ministro Ignazio La Russa.

E' entrato in servizio il Boeing 767 Alitalia con la nuova livrea SkyTeam, denominato Duca degl... ( da "Messaggero, Il" del 06-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Sabato 06 Giugno 2009 Chiudi E' entrato in servizio il Boeing 767 Alitalia con la nuova livrea SkyTeam, denominato Duca degli Abruzzi. Ha cominciato a operare sulle rotte verso il Nord America. Il Boeing 767 è uno dei 18 aerei della flotta Alitalia a lungo raggio.

Abruzzo, fondi per le case in rovina ( da "Corriere della Sera" del 06-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: tra i quali il Corriere della Sera, per finalizzare le donazioni raccolte, pari a 45 milioni di euro. Ai quali si aggiungeranno anche i contributi (50 centesimi su ogni biglietto) di Airone e Alitalia, che sarà il vettore ufficiale del G8 de L'Aquila. Mario Porqueddu Mario Sensini Corteo Con i sindaci

Terza pista e cargo city Il rilancio di Malpensa dopo l'addio di Alitalia ( da "Corriere della Sera" del 06-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: addio di Alitalia Terza pista e cittadella per i voli cargo. Così Malpensa, dopo l'«abbandono» di Alitalia, si prepara al rilancio in vista dell'Expo 2015. L'accordo è stato firmato da ministeri della Difesa e delle Infrastrutture, Sea, Enac e Demanio: lo scalo varesino allargherà la sua superficie di un terzo in zona sud e nord ovest.

( da "Corriere della Sera" del 06-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: rilancio anche senza Alitalia Costruiremo la terza pista e cargo city» Accordo governo-Sea. «Traffico in crescita». «Ampliamento inutile, meglio liberalizzare gli slot» Una nuova pista, la terza, per far decollare Malpensa nell'anno dell'Expo, il 2015. E ancora: una cittadella per i voli cargo e un polo logistico per il traffico merci.

MARIA PAOLA MILANESIO ROMA. PIERLUIGI BERSANI RACCHIUDE LA RABBIA E LO SDEGNO IN POCHE BATTUTE: &... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 06-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Non è così che si affronta la situazione economica, non è così che si risolve la vertenza Alitalia, non è così che si garantisce la sicurezza dei cittadini, elenca Franceschini ripercorrendo le iniziative dell'esecutivo. «Il bilancio del governo è assolutamente negativo. Non se ne può più di una politica fatta di promesse miracolose».

tanti rappresentanti di lista il pd lancia l'allarme brogli - ottavio lucarelli ( da "Repubblica, La" del 07-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Gabriella aveva inviato una e-mail al Capo dello Stato: «Messa in cassa integrazione dall´Alitalia nonostante sia incinta». Appello a cui Giorgio Napolitano ha risposto: «La tua lettera è illuminata dal ricordo di anni in cui frequentavo Ponticelli e tuo nonno ancor prima di tuo padre. Auguri a te e al tuo sposo associandovi il caro amico Aldo.

un solo padrone in tutti i palazzi - ivan berni ( da "Repubblica, La" del 07-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: quello con più ministri del Nord e della Lombardia della storia repubblicana ha accettato che la nuova Alitalia nascesse scegliendo di abbandonare Malpensa al suo destino. Insomma, un governo targato ovunque centrodestra non ha, obiettivamente, l´aria di poter mantenere quel che spericolatamente promette. Né di essere "conveniente" per i cittadini milanesi e della provincia.

aeroporti, passeggeri in crescita grazie al boom dei voli charter ( da "Repubblica, La" del 07-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: passeggeri in crescita grazie al boom dei voli charter Dopo la crisi Alitalia, gli aeroporti pugliesi ricominciano a volare. A maggio il traffico passeggeri di Bari Palese è cresciuto del 9,5 per cento rispetto allo stesso mese dello scorso anno. A Brindisi, i passeggeri in transito, sono aumentati del 3,8 per cento.

L'abbandono delle Biblioteche nazionali ( da "Corriere della Sera" del 07-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Come funzionario posso solo dire che a differenza dell'Alitalia noi rappresentiamo la vera identità nazionale, la memoria storica, le radici, il presente e il futuro». Si ricade sulle colpe della politica. Con un'avvertenza: «La tradizione di insensibilità per le biblioteche è una costante di tutti i governi, senza eccezioni».

UN NUOVO PARTNER ITALIANO SI AGGIUNGE A QUELLI CHE ACCOMPAGNANO LA NAZIONALE. SARà, INFATTI, UN... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 07-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Un nuovo partner italiano si aggiunge a quelli che accompagnano la Nazionale. Sarà, infatti, un aereo dell'Alitalia ad accompagnare gli azzurri nel viaggio da Pisa a Johannesburg, in Sudafrica, per la Confederation Cup.

"ora l'area del disastro è circoscritta sarà più facile captare la scatola nera" ( da "Repubblica, La" del 08-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: pilota Alitalia e direttore del dipartimento di studi di intelligence della Link University "Ora l´area del disastro è circoscritta sarà più facile captare la scatola nera" Io volo con questi aerei e non sono un kamikaze. Questa sembra un´avaria da errore umano, di sottovalutazione dati" MILANO - I tempi per chiarire i misteri del volo Af447 saranno ancora lunghi.

avaria sul volo bologna-catania a bordo anche lucio dalla ( da "Repubblica, La" del 08-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: atterrato all´aeroporto di Trieste, dove si recava per presentare Tosca amore disperato, l´aereo Alitalia su cui Lucio Dalla viaggiava assieme al produttore David Zard ebbe un´ala spezzata nell´urto contro un autocarro durante le manovre nello spazio di raccordo tra la pista e il piazzale di parcheggio. (brunella torresin)

Il centrodestra frena ma la Lega accelera E il Pd fa retromarcia ( da "Giornale.it, Il" del 08-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: per aver messo mano al disastro di Alitalia; per aver preso di petto il cancro della criminalità; per aver cominciato a ricostruire l'endemico strazio della Pubblica amministrazione; per essersi lanciati immediatamente tra le rovine del terremoto in Abruzzo; per aver affrontato subito e meglio di altri la crisi economica più straordinaria del secolo.

Pozzi fantasma e debiti Maxitruffa al petroliere ( da "Stampa, La" del 09-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Kane Kida Modibo è stato nominato vicepresidente dell'Alitalia e io il responsabile energetico del gruppo». Mah. L'unica verità, in questo castello di bugie, è che Kane Kida Modibo nel 2002 si era candidato all presidenza del Mali ottenendo un risicato 0,6% delle preferenze. Ma anche questo era sembrata una garanzia al malcapitato Marco C.

La Iata: nel trasporto aereo l'anno peggiore della storia ( da "Stampa, La" del 09-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: il corollario è che Alitalia, che sta ancora adattandosi ai nuovi assetti, potrebbe trovare necessario prendere nuove e più drastiche decisioni. Ieri l'Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata) nel suo convegno mondiale a Kuala Lumpur è stata costretta a raddoppiare a 9 miliardi di dollari le perdite complessive previste per il 2009,

Blue panorama, debutta il genova-romae tramonta il monopolio alitalia-airone ( da "Secolo XIX, Il" del 09-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: romae tramonta il monopolio alitalia-airone l'inaugurazione Genova. Ha debuttato ieri a Genova il nuovo collegamento aereo con Roma operato dal vettore Blue Express, il marchio low cost di Blue Panorama. Il Blue Express Genova - Roma sarà operato con due voli giornalieri, dal lunedì al venerdì, con tariffe di lancio a partire da 24,

carburante a prezzi stracciati truffa milionaria al petroliere - meo ponte ( da "Repubblica, La" del 09-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: acquistato con due società degli Emirati Arabi il 45 per cento dell´Alitalia». L´imprenditore di Mazzè però infine fiuta la truffa, si rivolge ai carabinieri e poi allo studio legale Perga. Il caso è affidato al pm Antonio Malagnino che in pochi giorni ricostruisce la storia del bidone petrolifero. Ieri i due Kida e il loro complice Antonio Di Stefano sono stati arrestati a Roma.

L'anno peggiore di tutti i tempi: le compagnie perdono 9 miliardi ( da "Corriere della Sera" del 09-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: come quello che è avvenuto in Italia dove Air France-Klm ha acquistato il 25% di Alitalia. Per ora la situazione resta drammatica: proprio ieri Air France, che già vive un dramma tutto suo per la perdita dell'A330 sulla rotta tra Rio e Parigi, ha comunicato i dati di maggio. Il traffico è sceso dell'8,1% a fronte di una riduzione dell'offerta del 5,7%.

Airbus, trovata la coda: ( da "Corriere della Sera" del 09-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia quel bollettino di Airbus l'ha ricevuto nel 2006 e ha sostituito i sensori su tutti i suoi 42 A320. «I due A330, entrati in flotta lo scorso anno a Air One e passati poi ad Alitalia, erano già equipaggiati con i nuovi rilevatori», ha fatto sapere la compagnia.

ROMA - Che dovessero accelerare le tappe lo avevano già intuito e si stavano attrezzand... ( da "Messaggero, Il" del 09-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: magistrato Luigi De Magistris allo storico Nicola Tranfaglia reduce da una lunga militanza comunista, dall'ex hostess ribelle di Alitalia Maruska Piredda, al filoso Gianni Vattimo, al sociologo esperto di lotta alla droga Pino Arlacchi e poi uomini di cultura come Giorgio Pressburger, imprenditori, uomini e donne come Sonia Alfano che la lotta alla mafia l'hanno vissuta in prima persona.

DONATELLA LONGOBARDI ALL'INIZIO PENSAVO FOSSE UNO SCHERZO, IO, IN TEATRO PER INTERPRET... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 09-06-2009)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Daniela Martani, la pasionaria dell'Alitalia licenziata dalla compagnia perché entrata nella casa del «Grande fratello», finalmente corona il suo sogno. Il 26 giugno al Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere diventa attrice e cantante in «Crazy airplane», ovvero «Scusate, c'è un pilota sull'aereo?


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Alitalia, il governo pronto a risarcire anche gli azionisti (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 28-05-2009)

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IMPEGNO SCRITTO DEI MINISTRI DELL'ECONOMIA E DELLO SVILUPPO Alitalia, il governo pronto a risarcire anche gli azionisti [FIRMA]ALESSANDRO BARBERA ROMA In principio il rimborso doveva essere solo per gli obbligazionisti della vecchia Alitalia. Ora è arrivato il turno degli azionisti, finora esclusi da qualunque ristoro: in due risposte scritte al deputato Pd Emanuele Fiano e depositate ieri in Commissione Trasporti alla Camera, i ministeri dell'Economia e dello Sviluppo, temendo azioni legali, annunciano l'intenzione di mettere mano al portafogli anche per loro. Nella lettera dell'ufficio legislativo del Tesoro datata 26 maggio in possesso de La Stampa si legge: «Al fine di assicurare un più ampio indennizzo ai risparmiatori che hanno investito in titoli della società, soprattutto piccoli risparmiatori, sono allo studio ipotesi per elevare le misure di intervento statale già disposte a favore degli obbligazionisti». E' la conferma all'impegno «a fare di più» preso qualche settimana fa da Silvio Berlusconi dopo le proteste degli obbligazionisti contro la decisione del governo, inserita nel decreto salva-auto, di concedere complessivamente cento milioni di euro di rimborsi, circa il 35% dell'intero ammontare dei Mengozzi-Bond in mano ai privati. Ma da quella promessa gli azionisti sembravano comunque esclusi. L'impegno invece ora è scritto, per entrambi, e confermato da una seconda lettera del Gabinetto di Claudio Scajola: «Continueremo a vigilare affinché i piccoli azionisti e gli obbligazionisti abbiano il maggior ristoro possibile nei limiti delle risorse finanziarie disponibili». Anima Sgr - la società di gestione del risparmio che sta conducendo la battaglia - «accoglie con favore» le lettere, ma non è ancora soddisfatta poiché nella risposta del Tesoro ai singoli obbligazionisti viene confermato un rimborso massimo di centomila euro. E in questo caso «verrebbero penalizzati i fondi comuni di investimento». «Il punto - attacca Fiano - è che il governo non ci ha ancora detto quante risorse intende investire per chiudere questa vicenda». Insomma, in qualche modo la questione del risparmio tradito dalla nascita della nuova Alitalia sembra comunque vicina ad una soluzione. Nel frattempo sulla nuova compagnia si addensano però altre nubi legali. Ieri la prima sezione del Tar del Lazio ha infatti sospeso il ricorso con il quale Meridiana, Eurofly e Federconsumatori chiedevano l'annullamento del provvedimento dell'Antitrust che autorizzava la fusione fra Air One ed Alitalia. E contestualmente il Tar ha chiesto alla Corte Costituzionale di pronunciarsi sulla costituzionalità del «decreto Alitalia» che ha modificato la legge Marzano sulle grandi imprese in crisi. Plaudono il Pd e i ricorrenti: «Il Tar ci dà ragione su un provvedimento che lede la concorrenza sulla tratta Milano-Roma». Ora la parola passa ai quindici giudici della Consulta. Se il giudizio dovesse essere negativo, per la nuova Alitalia si apriranno complicati scenari legali.

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Il decreto salva-Alitalia alla Consulta (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 28-05-2009)

Argomenti: Alitalia

n. 128 del 2009-05-28 pagina 23 Il decreto salva-Alitalia alla Consulta di Paolo Stefanato Il Tar del Lazio, su ricorso di Meridiana, solleva l'eccezione di incostituzionalità per il provvedimento che estese l'ambito della legge Marzano. Il ruolo dell'Antitrust e il «nodo» di Linate all'origine del contenzioso Nella vicenda (politica) che ha pilotato l'Alitalia prima verso il commissario straordinario e poi verso la cordata di imprenditori privati riunita nella Cai, farà il suo ingresso la Corte costituzionale, che dovrà pronunciarsi sulla legittimità del decreto del 28 agosto dello scorso anno; quello che, estendendo l'ambito di applicazione della legge Marzano, creò i presupposti per i successivi passi della compagnia verso la sopravvivenza. Ieri il Tar del Lazio ha sospeso il proprio giudizio e rinviato gli atti alla Consulta, che dovrà rileggere il decreto alla luce degli articoli 3 (principio di uguaglianza) e 41 (libertà d'iniziativa economica). Soddisfatto il ricorrente, il gruppo Meridiana Eurofly. In base al decreto, all'Autorità Antitrust furono sottratte alcune competenze sostanziali in tema di concorrenza, legittimando di fatto una posizione dominante dell'asse Alitalia-Air One sull'aeroporto di Linate, e il suo monopolio sulla tratta Linate-Fiumicino. Proprio sulle armi spuntate dell'Antitrust si basava il ricorso di Meridiana, che si è sentita particolarmente penalizzata. Rimettere in gioco a quell'epoca degli slot all'aeroporto di Linate significava aprire spazio a un operatore interessato a svilupparsi nello scalo milanese e già pronto per farlo; oggi, a quasi un anno di distanza, la lista dei pretendenti è lunga (Wind Jet, Easy Jet, Lufthansa, Air Italy), e se ci fossero nuove aperture (richieste recentemente dall'Antitrust) il vantaggio di allora di Meridiana sarebbe spuntato. Anzi: in seguito alle modifiche legislative volute per sostenere Alitalia, Meridiana si è vista praticamente costretta ad abbandonare (dal 29 marzo) il collegamento Linate-Fiumicino perché i due voli al mattino e alla sera, schiacciati tra le decine di Alitalia-Air One, erano insufficienti a sostenere la concorrenza del nuovo vettore nazionale; in un mercato a forte vocazione business come quello della tratta Milano-Roma, non basta una politica tariffaria aggressiva, occorre la forza del servizio, che significa possedere frequenze e poter avere un'offerta flessibile. Oggi Meridiana, presente a Linate dal 1970 (con la Linate-Olbia in concessione) possiede 20 slot al giorno, esclusi quelli della continuità territoriale con la Sardegna; collega Milano con Parigi, Catania, Palermo, Napoli, Olbia e Cagliari. Non sono prevedibili i tempi della pronuncia della Corte costituzionale; in attesa del giudizio, il procedimento in corso al Tar del Lazio resta sospeso. Ieri frattanto la nuova Alitalia ha annunciato la sua adesione alla Iata, sia come Alitalia che come Air One, in attesa che l'integrazione delle due compagnie - oggetto di un lavoro piuttosto complesso - porti al codice unico. La stessa Iata ieri ha diffuso i dati di aprile, che hanno segnato un rallentamento del calo, con un meno 3,1% dei passeggeri rispetto all'aprile 2008, un crollo del traffico merci del 21,7% e dei «load factor» al 74,4%. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Da Genovaa Romain aereocon 35 euro (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 28-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Da Genovaa Romain aereocon 35 euro voli Stop al monopolio Alitalia. Dall'8 giugno due voli al giorno di Blue Panorama a 24,99. Da luglio 34,99. «Molte le resistenze» 28/05/2009

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blue panorama: "il volo a roma è solo l'inizio" - costantino malatto (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 28-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina XV - Genova Blue Panorama: "Il volo a Roma è solo l´inizio" Presentato il nuovo collegamento dal Colombo: qui la base per uno dei nostri aerei Il presidente Pecci: "Questa è una scommessa che facciamo in due, noi e lo scalo" COSTANTINO MALATTO «Questa è una scommessa che facciamo in due: la nostra compagnia e l´aeroporto di Genova. Ma siamo tanto convinti di vincerla che già stiamo ragionando di fare di Genova la base per uno dei nostri aerei, come già facciamo a Torino per altri due velivoli» annuncia Franco Pecci, presidente di Blue Panorama Airlines. L´occasione è la presentazione ufficiale della nuova linea low cost Genova-Roma, che partirà il prossimo 8 giugno con quattro voli giornalieri, due in andata e altrettanti in ritorno. A regime, da luglio, il prezzo del biglietto di andata sarà di 34,99 euro. Per il periodo iniziale il costo sarà promozionale, ridotto a 24,99 euro. «Si tratta di un volo che farà concorrenza non solo ad Alitalia, ma anche al treno - dice George Michalopoulos, direttore commerciali di Blu-Express, la compagnia low cost del gruppo - Se la nuova linea è importante per Genova, lo è anche per la nostra compagnia, visto che consolida il suo network domestico. Blu-Express infatti opera già con successo da Roma su Torino, Catania, Palermo e Lamezia Terme, oltre che con voli stagionali su Ibizia, Pantelleria e Lampedusa». Ma per i vertici dell´aeroporto di Genova l´accordo con Blu-Express è un fatto storico, che va aldilà del suo significato pratico: «Questo volo ha rotto una cappa storica - afferma Paolo Odone, presidente della Camera di Commercio e consigliere d´amministrazione dell´aeroporto - e può essere considerato una rivoluzione per la nostra aerostazione. Non solo farà concorrenza all´auto e al treno, ma sarà in grado di aprire le porte a un turismo giovanile che finora è rimasto lontano da Genova per ragioni di costi». Gli orari. In una prima fase, fino al 10 luglio, la mattina partenza da Roma alle 7,20 e da Genova alle 8,45, la sera da Fiumicino alle 19,10 e dal Colombo alle 20,15 dal lunedì al venerdì. Dal 13 luglio fino al 23 ottobre, fine della stagione estiva, il volo da Roma sarà anticipato alle 18,50 mentre gli altri rimarranno invariati. «Si tratta di orari che abbiamo scelto - spiega Michalopoulos - perché rispondono alle esigenze dei passeggeri che non erano coperte dai voli esistenti». «Le privatizzazioni sono a volte processi sofferti - dice Luigi Merlo, presidente dell´Autorità portuale - ma aprono strade nuove. E questo accordo con Blue Panorama dimostra quanto sia importante il gioco di squadra attuato ora nella società di gestione dell´aeroporto. E a proposito di privatizzazione, il prossimo mese avvierò la procedura per distribuire le quote dell´aeroporto in mano all´Autorità portuale, come d´altra parte prescrive la legge». La nuova linea diventa un fatto ancora più importante se si considera il delicato momento economico. «Neppure la crisi ha fermato l´impegno nostro e della compagnia - racconta Marco Arato, presidente dell´aeroporto - Ma questo fatto importante non deve nascondere i problemi di collegamento che ancora esistono per il Colombo». «Per Blue Panorama c´è un ulteriore legame con Genova - dice il presidente Franco Pecci - ed è il fatto che abbiamo un settore executive che impiega due Piaggio P180, che presto aumenteremo di numero».

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Stop al monopolio Alitaliasi vola a Roma con 35 euro (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 28-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Stop al monopolio Alitaliasi vola a Roma con 35 euro dal "cristoforo colombo" Arrivano gli aerei Blue Panorama. «Ma partire è stato difficilissimo» Genova. Stop al monopolio Alitalia sulla tratta Genova-Roma. Da lunedì 8 giugno la capitale e l'aeroporto ligure verranno collegati da due voli giornalieri di Blue-express.com, il ramo low cost di Blue Panorama Airlines. Fino a fine giugno la tariffa sarà di 24,99 euro a tratta tasse incluse. Vale a dire meno di un biglietto andata e ritorno su un treno Intercity. Da luglio il prezzo minimo salirà di 34,99 euro a tratta, «un prezzo comunque vantaggioso - ha spiegato ieri il direttore commerciale di Blue-express, George Michalopoulos - più basso della tariffe Eurostar di Fs». Franco Pecci, presidente di Blue Panorama, definisce l'alternativa al Genova-Roma di Alitalia, «una scommessa che ha avuto una lunga gestazione». «Per molto tempo ci sono state intromissioni da parte dei sindacati e/o della compagnia di bandiera. Ma ora ce l'abbiamo fatta». I contatti tra Blue Panorama e l'aeroporto di Genova erano stati avviati tempo fa, ma le due accelerate che hanno portato gli aerei di Pecci sotto la Lanterna sono arrivate a novembre 2008 e a gennaio di quest'anno. «La prima era dovuta al caos interno ad Alitalia - ha ricordato Michalopoulos -. La seconda c'è stata a gennaio, dopo che la stampa ha rivelato che un volo andata e ritorno da Genova alla capitale poteva costare anche 580 euro». Per problemi all'aeroporto di Ciampino, la delegazione di Blue Panorama partita ieri alla volta di Genova ha dovuto, ironia della sorte, prendere proprio un volo Alitalia. «Abbiamo pagato 250 euro - ha ricordato, sornione, Michalopoulos - che non sono più 580, ma è comunque cinque volte tanto l'attuale tariffa di Blue-express». Marco Arato, presidente di Aeroporto di Genova, ha sottolineato che «con l'introduzione di questi voli la tratta con Roma si apre nuovamente alla concorrenza e si diversifica l'offerta tariffaria, cogliendo, in tempi rapidissimi, uno degli obiettivi che l'aeroporto si era prefisso». Sarà anche più facile scegliere slot compatibili con gli orari di lavoro («prima del nostro arrivo mancava un aereo in grado di partire in mattinata da Roma per portarti in ufficio entro le 9», hanno detto i dirigenti di Blue Panorama). Paolo Odone, presidente della Camera di Commercio di Genova e membro del cda dell'aeroporto, è convinto della possibilità di attrarre turisti, «specialmente i giovani, grazie al low-cost che è ormai una specie di filosofia di viaggio per le ultime generazioni». Odone, poi, si dice stanco dei continui paragoni tra il Colombo e gli aeroporti di Pisa e Orio al Serio. «Bisogna mettersi in testa che Pisa è l'aeroporto di Firenze, una delle mete turistiche più famose del mondo. Orio è lo scalo del centro produttivo più importante del Paese. Pensare di competere con loro è un errore, ma anche mettere i tre aeroporti in competizione lo è. Genova è una meta turistica più giovane, che ha dato i primi segnali importanti nel 1992 e nel 2004». Altro membro del cda è Luigi Merlo, presidente della Port Authority genovese: «Dare finalmente un'alternativa ai voli su Roma è un risultato importante, cercato e voluto. d'altronde noi ci abbiamo messo la faccia in questa operazione e non avevamo nessuna intenzione di perderla». «È una soluzione, quella di Blue Panorama, da cui si può trarre anche qualche morale - ha insistito Merlo -. A volte le liberalizzazioni sono dei processi sofferti, ma quando si realizzano, danno opportunità a tutti. Agli imprenditori come a chi riceve i servizi. Sta accadendo nei cieli italiani, meno sui binari». «Rimaniamo comunque insoddisfatti dello stato attuale dei servizi per il turismo per chi arriva in aeroporto. Stiamo però facendo molti sforzi e credo che saranno ripagati». Merlo ha poi ribadito che l'Autorità portuale procederà alla dismissione delle proprie quote, dicendo che il processo inizierà«a partire dal prossimo mese». Roberto Scarcella scarcella@ilsecoloxix.it 28/05/2009

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Lufthansa intitola un aereo a Genova (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 28-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Lufthansa intitola un aereo a Genova malpensa dal nostro inviato alberto quarati MILANO. Battesimo per il quarto aereo della flotta Lufthansa Italia. Dopo gli aerei intitolati alle città di Milano, Varese e Bologna, ieri è toccato a Genova. Grande cerimonia a Malpensa, e tra le bandiere di Germania, Italia ed Europa sventolava pure la croce di San Giorgio. I dirigenti tedeschi sottolineano che si tratta di un grande onore, perché fino a questo momento gli aerei della flotta teutonica erano dedicati a città della Germania. Va bene, ma perchéè stata scelta proprio la città della Lanterna? Forse Lufthansa ha deciso di buttarsi nel rilancio dell'Aeroporto Cristoforo Colombo, con voli nazionali e internazionali, dopo essersi lanciata nell'impresa di risollevare le sorti Malpensa? Non pare. O almeno, fino a questo momento, i tedeschi si limitano a un semplice omaggio «a una città di grande importanza storica e uno dei maggiori porti italiani» come dice Heike Birlenbach, vice presidente della divisione Milano, Lufthansa Italia. Anche Marta Vincenzi, sindaco di Genova e madrina dell'evento, prova a introdurre il discorso, ma per il momento la risposta è«non escludiamo nulla». Così, l'Airbus porterà orgogliosamente i colori di Genova per cieli Roma, Napoli, Bari e delle maggiori capitali europee, ma difficilmente lo vedremo passare dietro la Lanterna, per planare sulla pista del "Colombo". Magari, come propone Vincenzi, siccome Lufthansa a breve sarà pronta a partire con le connessioni Internet sugli aerei, si potrebbe fare un link sui siti che illustrano le meraviglie della città ligure. «Proposta interessante» risponde Birlenbach. Staremo a vedere. Intanto, Lufthansa è in attesa che Alitalia liberi gli slot su Milano. In particolare, i tedeschi si fregano le mani pensando al business della tratta Linate-Roma, e intanto rafforzano la loro presenza su Malpensa, con circa 170 voli Lufthansa Italia, per 340 voli complessivi, compresi quelli del gruppo. Certo, non grande cosa di fronte agli oltre 1.300 voli che solo lo scorso anno garantiva Alitalia su Malpensa, ma per Serafino Perego, direttore commerciale di Sea - la società che gestisce gli aeroporti milanesi - con cui Lufthansa ha da tempo uno stretto rapporto di partnership «la volontàè quella di ritornare quello che eravamo una volta».Lufthansa Italia gestisce su Malpensa otto Airbus da 138 posti. La società punta ad assumere 200 nuove persone. quarati@ilsecoloxix.it 28/05/2009 Ma per ora nessuno sbarco in grande stile al "Colombo". Intanto la compagnia assume duecento persone 28/05/2009

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Merlo: (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 28-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Merlo: «Non prendiamo lezioni da Fs» palazzo san giorgio risponde agli ATTACCHI DI moretti «Genova non diventi il parafulmine di responsabilità altrui». Servizi in porto, Ferrovie accusate di "strabismo" genova. «Il porto di Genova non può e non deve diventare l'alibi di nessuno. Specialmente sulla gestione dei servizi, chi crede che l'Autorità portuale possa diventare il parafulmine di responsabilità altrui ha sbagliato i propri calcoli». Luigi Merlo, presidente dell'Authority genovese, è all'aeroporto Cristoforo Colombo per la presentazione del nuovo volo Genova-Roma di Blue Panorama - che di fatto spezza il monopolio di Alitalia sulla tratta capitolina - ma evidentemente non si è dimenticato della querelle verbale che lo ha contrapposto martedì a Mauro Moretti, amministratore delegato di Fs. Il manager delle Ferrovie di Stato aveva accusato Genova di lungaggini nei lavori, ritardi sulla realizzazione dei binari in porto e una vocazione portuale regionale che poco avrebbe a che spartire con l'ambizioso progetto transnazionale del Corridoio 24 Genova-Rotterdam. Merlo, che già nella serata di martedì aveva ricordato che «nonostante i ritardi, i binari in porto saranno comunque pronti prima del nodo ferroviario genovese», ieri ha rincarato la dose: «Moretti si è messo a dare lezioni a tutti, ma per impartire lezioni agli altri bisogna anche averne gli strumenti». La tanto sbandierata liberalizzazione del trasporto ferroviario, ad esempio, «non è mai avvenuta». «C'è un monopolio sia nel comparto passeggeri che nelle merci che di fatto non viene mai intaccato» ha continuato Merlo, che ha insistito sulle mancanze nell'area ligure da parte delle Ferrovie a fronte degli sforzi dell'Authority: «A marzo 2010 partiranno i lavori della galleria del Campasso, con i riempimenti a Calata Bettolo e Ronco Canepa e l'aumento dei crocieristi da 600.000 a un milione nel giro di quattro anni, il porto avrà tutt'altri traffici e tutt'altro respiro. Senza una ferrovia più efficiente di quella attuale le condizioni di viabilità della città sfioreranno la paralisi». Ma la lista delle lamentele è lunga, a partire dalla gestione dei servizi ferroviari nell'area portuale: «Dove da un lato abbiamo una società partecipata direttamente dalle ferrovie attraverso Ferport che è stata messa in liquidazione, dall'altro Trenitalia che chiede di fare autoproduzione sui medesimi servizi in concorrenza alla propria società partecipata. Questo è un evidente esempio di strabismo che deve essere superato. Ci dicano chiaramente cosa intendono fare, devono avere un'assunzione di responsabilità nei confronti dei lavoratori». «Un modello più efficiente è ciò che vorremmo ma questo può avvenire solo attraverso una capacità decisionale seria - prosegue Merlo -. Spesso, invece, assistiamo a un'intermittenza dei livelli decisionali. Le decisioni sono prese a Roma ma la capacità di reazione del vertice capitolino è assolutamente inadeguata rispetto alle esigenze quotidiane del servizio ferroviario genovese». Ma c'è anche dell'altro: «Ci sono molti passaggi a livello che devono essere superati. Sono in territorio piemontese ma riguardano la linea che collega Genova all'alessandrino. Ci sono poi molti investimenti che ad oggi non risultano finanziati da parte delle ferrovie» Quindi, insiste Merlo «se si vuole affrontare seriamente la questione la si può affrontare in maniera strutturale, con un percorso condiviso che del resto a livello locale stiamo già facendo anche in termini collaborativi con i tecnici di Rfi e mi auguro relazionino puntualmente a Moretti del lavoro che si sta facendo». Proprio per evitare nuovi problemi di "comunicazione", il presidente dell'Authority ha proposto una «regia nazionale, coordinata dal ministero dei Trasporti», sul Corridoio 24, per monitorare ciò che viene fatto e non viene fatto dai vari attori della vicenda Terzo valico e dintorni. Roberto Scarcella scarcella@ilsecoloxix.it 28/05/2009 ' 28/05/2009 raggiungereobiettivi comuniServe un lavorodi coordinamento sul Corridoio 24. La regia spettaal ministerodei Trasporti luigi merloAutorità portuale di Genova 28/05/2009

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Una vendita che è pure un affaire politico destinato a (non) chiudersi in tempi brevi (sezione: Alitalia 2)

( da "Riformista, Il" del 28-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Una vendita che è pure un affaire politico destinato a (non) chiudersi in tempi brevi Cronistoria. Il dossier per la cessione della casa automobilistica tedesca si è aperto lo scorso aprile, quando il Ft pubblicò le prime indiscrezioni. Dopo tre mesi - e dopo l'interesse di Fiat, Magna e Ripplewood - la conclusione sembra ancora lontana. Il Cancelliere tedesco Angela Merkel La prima mossa è stata compiuta da General Motors, ma a Detroit in pochi si sarebbero immaginato un finale paradossale come quello che si sta delineando. Lo scorso 7 aprile il Financial Times pubblica le indiscrezioni di un dossier della banca tedesca Commerzbank, nominata advisor da GM per la vendita di Opel. Quella che doveva essere un'operazione veloce e razionale, si è invece rivelata più simile all'affare Alitalia. Una lunga sequela di errori politici e troppe intromissioni hanno impedito a GM di ottenere da Opel la liquidità necessaria per evitare un fallimento che negli Usa attendono entro il prossimo lunedì. Con un monte debiti superiore a 35 miliardi di dollari, GM ha ufficialmente confermato intorno alla metà di aprile di voler scorporare le proprie divisioni europee (Opel, Saab, Vauxhall). Per la casa svedese si è prospettato fin dal principio un intervento statale, a oggi ancora da quantificare, mentre per il costruttore di Rüsselsheim sono giunte le prime voci di un interessamento di Fiat intorno il 20 aprile. Il gruppo guidato da Sergio Marchionne era però nel pieno delle trattative per l'acquisizione con Chrysler e - per evitare speculazioni - si è preferito il silenzio. Solo il 23 aprile il settimanale tedesco Der Spiegel pubblica le dichiarazioni di Marchionne, in cui si dice «interessato a ogni possibilità presente sul mercato», aggiungendo che proprio «Opel è una possibilità». Immediatamente arriva la reazione del commissario Ue all'Industria, Günter Verheugen, che da una radio tedesca si chiede «dove prenderà mai i soldi per queste operazioni un'impresa così indebitata». In quel momento inizia la vera corsa per Opel, mentre si chiude il blitz di Fiat per Chrysler, anche grazie all'intervento del presidente Usa, Barack Obama, in supporto di Marchionne. Verheugen viene sconfessato dall'Ue, ma alimenta l'ostracismo tedesco nei confronti della soluzione italiana. A inizio maggio, il presidente del consiglio di fabbrica dello stabilimento di Rüsselsheim, Klaus Franz, parla apertamente di «speranza che Opel non finisca in mano a società indebitate, che sarebbero costrette a licenziare per contenere i costi». Intanto, si fa avanti Marchionne e spuntano le opzioni del fondo di private equità Ripplewood e del costruttore austro-canadese Magna International, supportato dai russi di GAZ e Sberbank, la prima banca di Mosca. Dagli Stati Uniti il 12 maggio arriva il monito del presidente di GM, Fritz Henderson, subentrato al dimissionario Rick Wagoner: «General Motors sceglierà il prossimo proprietario della sua filiale europea entro i prossimi 20 giorni». In realtà, come è successo per Alitalia, le ultime due settimane sono state oggetto di un costante gioco al rialzo fra offerenti, governo e parti sociali. Dopo l'iniziale apertura del principale coordinatore delle trattative, il ministro dell'Economia Karl-Theodor zu Guttenberg, si è giunti a una posizione di stallo il 20 maggio, giorno in cui Fiat presenta ufficialmente la sua proposta. Zu Guttenberg, infatti, sulle colonne della Bild afferma che «tutte le offerte vanno migliorate, non sembrano sufficienti per il futuro di Opel, anche se la soluzione di Fiat sembra più concreta». Dopo queste dichiarazioni, arrivano quelle di Roland Koch, governatore dell'Assia (regione tedesca dove ha sede Opel), che rincara la dose: «Opel va salvata, ma con soldi veri, non con tecnologie o joint venture, ecco perché preferiamo Magna». Discorsi simili sono fatti anche dal principale sindacato tedesco, IG Metall, che appoggia gli austro-canadesi per via della minor incidenza degli esuberi e del mantenimento dello status quo contrattualistico. Il vero problema, sollevato dal Wall Street Journal il 22 maggio, è che però i tempi si stanno dilatando troppo. GM aveva immaginato di concludere in fretta la questione europea, ma si è ritrovata spettatrice di una questione politica di proporzioni nazionali. In Germania, infatti, nell'ultima settimana è dovuto intervenire anche il Cancelliere Angela Merkel, appoggiando indirettamente il piano Marchionne, per placare i dissidi fra zu Guttenberg ed il ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier, quest'ultimo contrario al fallimento chirurgico di Opel paventato dal primo. Marchionne, nel frattempo, durante un'intervista a Der Spiegel della scorsa settimana ha spiegato che «non voglio fare l'elemosina», sulla falsariga di quanto affermato due settimane prima: «Noi abbiamo fatto un'offerta ad Opel, se hanno di meglio lo scelgano». Il tutto mentre arriva la quarta offerta, quella dei cinesi di Beijing Automotive Industry Corp, e la vicenda assume i contorni della vendita di Alitalia, fatta di ritardi e interventi politici. Dopo tanta diffidenza nei confronti del nostro paese, i tedeschi, con la querelle politica in atto e con i ritardi su Opel, dimostrano di essere più italiani di quanto pensassero. F.G. 28/05/2009

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In esclusiva il commento di una Lei e di un Lui che assomigliano a tanti telespettatori davanti alla tv: Lei ha visto il film Irma la dolce di Billy Wilder con Shirley MacLaine e J (sezione: Alitalia 2)

( da "Riformista, Il" del 28-05-2009)

Argomenti: Alitalia

In esclusiva il commento di una Lei e di un Lui che assomigliano a tanti telespettatori davanti alla tv: Lei ha visto il film Irma la dolce di Billy Wilder con Shirley MacLaine e Jack Lemmon in onda martedì 26 maggio in prima serata su La 7 In esclusiva il commento di una Lei e di un Lui che assomigliano a tanti telespettatori davanti alla tv: Lei ha visto il film Irma la dolce di Billy Wilder con Shirley MacLaine e Jack Lemmon in onda martedì 26 maggio in prima serata su La 7. Lui ha visto Report di Milena Gabanelli in onda domenica 24 maggio alle 21,20 su Rai Tre. Lei: Commedia del 1963 con due grandi attori diretti dal padre della commedia americana Billy Wilder: Irma prostituta parigina si innamora di un ex poliziotto che la spinge a frequentare un solo cliente, se stesso sotto mentite spoglie. Lui: Milena Gabanelli è certamente una bravissima autrice di inchieste televisive. Ma se Riccardo Iacona è bravo anche a condurre in prima persona l'inchiesta, Milena Gabanelli è un'eccellente autrice/coordinatrice. Lei: Chi meglio di Jack Lemmon poteva cimentarsi in un altro riuscito travestimento dopo quello di "A qualcuno piace caldo" nei panni Dapnhe, sempre diretto da Wilder in compagnia di Marilyn Monroe e Tony Curtis. Lui: Grazie alle sue capacità, ho conosciuto giornalisti in grado di portare a casa interviste senza "se" e senza "ma" di qualità. Lei: La storia a tratti si avvicina al dramma: quando Nestore, l'ex poliziotto, viene accusato di omicidio ma, come ogni commedia esige, il lieto fine c'è con il matrimonio tra i due protagonisti e un bimbo in arrivo. Lui: In questa puntata ci sono state una serie di "come sono andate a finire" ovvero storie che dopo l'andata in onda hanno avuto un seguito. Lei: Film premiato per l'interpretazione della deliziosa Shirley MacLaine con il David di Donatello nel 1964. Parigi sempre bella anche nella ricostruzione in studio.. Lui: E quindi abbiamo ascoltato seguiti riguardanti l'Alitalia, il digitale terrestre, una inchiesta giudiziaria su San Marino. Share e spettatore: Il film Irma la dolce ha ottenuto il 2,49% di share con 556 mila spettatori Report ha conquistato il 14.33% di share con poco meno di 3 milioni di spettatori. 28/05/2009

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L'equipaggio deve riposare, slitta la partenza per Roma (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 28-05-2009)

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Cronaca di Cagliari Pagina 1021 Aeroporto. Proteste ieri a Elmas su un volo Air One L'equipaggio deve riposare, slitta la partenza per Roma Aeroporto.. Proteste ieri a Elmas su un volo Air One --> L'equipaggio ha raggiunto il tempo massimo di lavoro e il volo Air One è partito in ritardo. Proteste del segretario dell'Adiconsum. Manca l'equipaggio e l'aereo parte in ritardo. Passeggeri imbufaliti ieri mattina all'aeroporto di Elmas. Questa volta a slittare è il volo Air One per Roma: piloti e assistenti di volo avevano raggiunto i tempi massimi di lavoro stabiliti dalle norme aeronautiche. L'associazione dei consumatori Adiconsum chiede l'istituzione di un garante per i passeggeri. La compagnia aerea parla di imprevisti. LA PROTESTA Nell'area partenze decine di passeggeri aspettano con ansia la chiamata del volo Ap 05493 Air One. Alle 10,55, orario previsto di decollo, però, nessuna notizia del volo. Il ricordo dei disservizi dei giorni scorsi mette in allarme gli aspiranti viaggiatori, che cercano in tutti i modi di capire il motivo del ritardo. Banco informazioni, check in, dirigenza aeroportuale non danno risposte. Circolano le prime indiscrezioni su problemi organizzativi . In attesa di imbarco c'è anche il segretario regionale dell'Associazione difesa consumatori e ambiente Giorgio Vargiu. «Nessuno ci ha saputo fornire indicazioni sui motivi del ritardo. Solo dopo tante insistenze e proteste ci hanno confermato che l'aereo non poteva partire perché non c'era l'equipaggio. O meglio, aveva esaurito l'orario giornaliero di lavoro. Abbiamo chiesto come mai non ci fossero a disposizioni altri piloti e assistenti di volo, ma non ci hanno saputo dare chiarimenti. Questo dei ritardi e delle cancellazioni è un grande problema per i sardi, penalizzati oltre ogni limite. Se la compagnia di bandiera ha poco personale perché non assume?», si chiede Vargiu. «Se poi il problema è organizzativo perché non sostituiscono chi, evidentemente, non riesce a compiere con efficienza il suo compito?». Il segretario dell'Adiconsum annuncia battaglia. «Segnalerò l'inconveniente all'Ente aviazione civile, chiederò un incontro con l'assessore regionale ai Trasporti al quale proporrò l'istituzione di un garante per i passeggeri in ogni scalo isolano, in grado di dare informazioni e spiegazioni precise a chi viaggia». Il volo per Fiumicino è partito alle 12,20. L'AIR ONE I vertici dell'Air One, che con l'Alitalia fa parte della neonata compagnia, «si scusano per i disagi causati ai passeggeri». E si giustificano. «Ogni giorno dobbiamo gestire 150 aerei per 700 voli. Può capitare, per problemi non riconducibili a noi, che qualcosa nell'organizzazione si inceppi. Prendiamo atto delle lamentele, ma replichiamo alle accuse con i dati dell'Enac che danno in aumento le percentuali di puntualità». DOMENICA D'INFERNO Domenica scorsa è stata una giornata di passione per i viaggiatori in partenza da Cagliari. Una hostess di Air One ha avuto un malore e l'aereo è decollato per Milano con 18 passeggeri in meno. Lo stesso giorno disagi anche per il volo Meridiana per Napoli, rimasto a terra per un guasto tecnico. ANDREA ARTIZZU

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ROMA Dovrà essere la Corte Costituzionale a valutare la legittimità del decreto con il qu... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 28-05-2009)

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Giovedì 28 Maggio 2009 Chiudi ROMA Dovrà essere la Corte Costituzionale a valutare la legittimità del decreto con il quale l'estate scorsa, modificando le norme sull'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi, fu consentito che le operazione di concentrazione tra imprese operanti nei servizi pubblici essenziali (Alitalia-AirOne) fossero escluse dalla necessità dell'autorizzazione dell'Antitrust. Per questo il Tar del Lazio ha sospeso il giudizio sui ricorsi proposti da Meridiana, Eurofly e Federconsumatori, rimettendo gli atti alla Consulta. Per il Tar la norma ha discriminato i vettori prevedendo un trattamento più favorevole per le compagnie che, realizzando l'operazione di concentrazione senza il preventivo esame dell'Antitrust, hanno incrementato la propria posizione in termini concorrenziali, con discriminazione per le altre compagnie aeree. Meridiana-Eurofly ha accolto «positivamente» il giudizio del Tar: «Dà ragione alla nostra battaglia». Secondo il capogruppo del PD in Commissione Trasporti della Camera, Michele Meta i dubbi del Tar confermano che il premier non ha esitato a passar sopra tutto ed anche alla legge.

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Antitrust, decreto Alitalia davanti alla Consulta (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 28-05-2009)

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Corriere della Sera sezione: Economia data: 28/05/2009 - pag: 27 Il nodo dei collegamenti Milano-Roma dopo la fusione con AirOne Antitrust, decreto Alitalia davanti alla Consulta Il Tar rinvia alla Corte, round ai concorrenti ROMA La sospensione dei poteri dell'Antitrust sulla fusione tra Alitalia e AirOne finisce davanti alla Corte Costituzionale. Il Tar del Lazio ieri ha infatti sospeso il giudizio sui ricorsi presentati da Meridiana, Eurofly e Federconsumatori contro il decreto che escluse la necessità di una preventiva autorizzazione dell'Autorità, rimettendo gli atti alla Consulta perché ne valuti la legittimità. «È verosimile ritenere si legge nell'ordinanza che la norma abbia discriminato i vettori aerei, prevedendo un trattamento più favorevole per le compagnie aeree che, realizzando l'operazione di concentrazione senza il preventivo esame dell'Antitrust sull'eventuale costituzione o rafforzamento di una posizione dominante, hanno incrementato la propria posizione in termini concorrenziali, con contestuale discriminazione per le altre compagnie aeree». Intanto in un'audizione presso la commissione Trasporti della Camera, i ministeri dell'Economia e dello Sviluppo economico sono tornati sul tema della tutela degli azionisti e degli obbligazionisti Alitalia. In particolare il Tesoro, rispondendo a un'interrogazione di Emanuele Fiano (Pd), ha precisato che per gli azionisti «sono in corso di valutazione» i provvedimenti conseguenti al decreto-legge che, nell'agosto scorso, stabilì il possibile ricorso ai fondi dormienti. Mentre «al fine di assicurare un più ampio indennizzo ai risparmiatori che hanno investito in titoli della società, soprattutto piccoli risparmiatori, sono allo studio ipotesi per elevare le misure » a favore degli obbligazionisti. Sul punto il fondo Anima, titolare di un buon numero di obbligazioni, fa rilevare che «rimane incerta la questione del limite di rimborso di 100 mila euro, che penalizzerebbe gravemente i piccoli risparmiatori sottoscrittori di fondi comuni». Tornando al Tar e all'Antitrust, il collegio ha ritenuto che la discriminazione messa in atto dal decreto che congelò l'Antitrust «non sia ragionevole e, pertanto, risolvendosi in una disparità di trattamento, possa violare l'articolo 3 della Costituzione (principio di eguaglianza, ndr) perché, mentre si rivela lesiva del principio della libertà di concorrenza, la norma di legge non dà conto di quali siano i valori costituzionali perseguiti e quindi le ragioni che possano giustificare la deroga operata al principio della par condicio e alla libertà di concorrenza». Antonella Baccaro Mengozzi bond Il ministero del Tesoro: allo studio misure per aumentare i rimborsi

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Sindacati nell'azionariato? da 9 manager su 10 (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 28-05-2009)

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Corriere della Sera sezione: Economia data: 28/05/2009 - pag: 28 Il sondaggio in Italia Sindacati nell'azionariato? «Sì» da 9 manager su 10 ROMA - La maggioranza dei manager italiani (89,6%) condivide l'ingresso del sindacato nell'azionariato Chrysler come condizione per salvare l'azienda. E il 76,8% è «molto, abbastanza d'accordo» di importare questa esperienza anche in Italia non solo nelle aziende da salvare ma anche «come modo nuovo per dare slancio e futuro allo sviluppo delle imprese». Questi sorprendenti dati arrivano da un sondaggio effettuato da Manageritalia (che rappresenta quasi 35 mila dirigenti privati dei servizi e del terziario avanzato) in collaborazione con AstraRicerche su un campione di 984 manager. L'83,7% riconosce che la situazione Chrysler è profondamente diversa da quella tedesca e il 54% ha definito «non incoraggiante» l'esperienza fatta anni fa dai dipendenti Alitalia. Fatti questi distinguo, il 65% vede necessario un management diverso da quello di oggi, più trasparente (l'83,7%), impegnato a trovare nuove idee valendosi della compartecipazione dei lavoratori (82,5%). Circa il 70% accetterebbe una situazione simile a quella americana dove sia previsto convertire eventuali crediti personali in azioni a loro nome. In subordine il 32,5% preferisce avere rappresentanti nel consiglio di amministrazione e il 28,5% nel consiglio dei revisori dei conti. Pochissimi (9,8%) i contrari. La grande maggioranza dei dirigenti intervistati dal sondaggio Manageritalia (79,7%) accetterebbe senza remora di gestire un'azienda col sindacato nel consiglio di amministrazione. La loro opinione è che il modello partecipativo potrebbe far emergere «manager davvero di valore» in grado di migliorare e di rendere più creativo il clima aziendale. «Dal sondaggio emerge chiaramente la voglia di passare a schemi di comando diversi per uscire dalla crisi - commenta il presidente di Manageritalia Claudio Pasini - con una classe dirigente pronta a fare un gioco di squadra pur mantenendo ognuno il proprio ruolo e le proprie responsabilità». Roberto Bagnoli 'Effetto Chrysler' nell' indagine condotta da Manageritalia su un campione di 984 manager

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I figli di Berlusconi contro Franceschini (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 28-05-2009)

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Politica Italiana Pagina 109 I figli di Berlusconi contro Franceschini «Si vergogni, siamo orgogliosi dell'educazione di nostro padre» --> «Si vergogni, siamo orgogliosi dell'educazione di nostro padre» Campagna elettorale rovente: Franceschini attacca Berlusconi come padre e i suoi figli si indignano. ROMA In una campagna elettorale che sarà ricordata perché pubblico e privato si mescolano nello scontro politico, entrano ora anche i figli del presidente del Consiglio, sia Pier Silvio e Marina, avuti dal primo matrimonio, sia l'ultimogenito Luigi, nato dalla relazione con Veronica Lario. «Fareste educare i vostri figli da Berlusconi?», è la provocazione lanciata ad Albenga dal segretario del Pd Dario Franceschini che scatena la reazione indignata di tre dei figli del capo del governo che, con orgoglio, difendono il padre e l'educazione ricevuta. Rabbia che porta il leader Pd alle scuse e alla precisazione di non aver espresso giudizi sulla «famiglia» ma sull'«uomo pubblico». ATTACCO ALLA FAMIGLIA A dieci giorni dal voto, Franceschini non commenta le critiche al premier dei giornali stranieri, dopo aver deciso di tener fuori dal Parlamento il caso Noemi. Ma nelle piazze il leader Pd picchia duro: «Fareste educare i vostri figli a un uomo come Silvio Berlusconi? È un uomo di successo, ricco e potente, ma un uomo che guida un Paese deve saper trasmettere valori forti e chiari», è l'uscita del segretario democratico che, spiegheranno prima della bufera nel suo entourage, non è dal sen fuggita. Troppo per i figli di Berlusconi, in genere poco inclini a prendere posizioni pubbliche sull'attività politica del premier. Ma pronti a difendere Berlusconi come padre e l'educazione ricevuta. «Ma come si permette?», si inalbera il primogenito Piersilvio Berlusconi, vicepresidente di Mediaset, per il quale «i valori di Berlusconi sono i miei: amore per il lavoro, generosità, tenacia e quel rispetto per gli altri che Franceschini dimostra di non conoscere». Una reazione che porta subito il leader del Pd a precisare: «Non ho mai espresso, nè mai lo farò, alcun giudizio su Piersilvio e la sua famiglia. Ho parlato di valori che un uomo pubblico deve trasmettere al paese». Una rettifica con tanto di scuse personali che non frena la rabbia della secondogenita Marina e, contemporaneamente, del figlio più piccolo Luigi. La presidente di Fininvest dice a Franceschini di «vergognarsi»: «Chi gli dà il diritto di giudicare Berlusconi come padre? Con le sue parole offende anche me come figlia. Una figlia profondamente orgogliosa del padre». ORGOGLIO E EDUCAZIONE Orgoglioso «dell'educazione e dei valori trasmessi dalla famiglia» anche Luigi Berlusconi che si chiede «come la politica si permetta di giudicare Berlusconi come padre» aggiungendo che «i due piani non dovrebbero mai essere sovrapposti». All'indignazione dei figli del presidente del Consiglio si associa la levata di scudi del centrodestra, accompagnata dalla richiesta di «scuse» al premier. Attacchi che Massimo D'Alema si incarica di respingere, esprimendo «solidarietà e apprezzamento» al leader del Pd: «La destra reagisce così per rispondere ad una campagna elettorale nella quale, in modo assai efficace, Franceschini ha ridato slancio all'azione del Pd». I nuovi affondi dell'opposizione spostano ancora più in alto l'asticella che Berlusconi sente di dover saltare, a pochi giorni dalle elezioni europee ed amministrative. Ma lui si sente pronto allo sprint. «Più mi attaccano e più divento forte perchè la gente è con me e non riusciranno a delegittimarmi», è il ragionamento che il Cavaliere fa ai suoi interlocutori pronto allo slancio per una campagna elettorale dal nord al sud d'Italia. IL TOUR DEL PREMIER L'agenda è ancora tutta da confermare, con tappe scritte a matita dall'Aquila a Bari, da La Maddalena a Torino, Padova, Milano, Napoli, Rieti, Viterbo. Con passaggi nella Capitale per il ricevimento al Quirinale e la parata per la Festa della Repubblica del 2 giugno. Nulla di definito, ma la ferma intenzione di immergersi tra la gente, cercando di riportare l'attenzione degli italiani (anche attraverso molti spot elettorali) sulle cose concrete fatte dal governo: dalle misure anticrisi alla soluzione di emergenze, come quelle del terremoto in Abruzzo e dei rifiuti a Napoli, dagli aiuti ai più deboli alla positiva conclusione della vicenda Alitalia. Il tutto, è convinto, per contrapporre i fatti alle chiacchiere della sinistra, che non ha idee, o quando le ha non riesce a sostenerle con adeguata copertura finanziaria. Il premier vuole dimostrare agli italiani che la sinistra, non avendo nulla da dire e temendo il responso delle europee, ha concentrato la sua offensiva sul gossip e su una «sconcia ed indegna» campagna contro di lui. Una offensiva mediatica e giudiziaria che è solo all'inizio e dalla quale Berlusconi non teme di essere scalfito, tanto più basso a suo giudizio si fa il livello dello scontro, come con l'attacco ai suoi figli di ieri da parte del segretario del Pd Dario Franceschini.

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decreto alitalia, la parola alla consulta - lucio cillis (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 28-05-2009)

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Pagina 27 - Economia Decreto Alitalia, la parola alla Consulta Il Tar: discriminati i concorrenti. Il Tesoro: più indennizzi per chi ha i bond Le norme hanno sottratto la nuova compagnia all´autorizzazione dell´Antitrust LUCIO CILLIS ROMA - Sarà la Corte Costituzionale a pronunciarsi sulla legittimità del decreto Alitalia, il provvedimento che nell´agosto del 2008 ha ampliato l´applicazione della legge Marzano alla ex compagnia di bandiera, limitando i poteri di intervento dell´Antitrust e consentendo di fatto le nozze tra Alitalia e Air One. Secondo il tribunale amministrativo «è verosimile ritenere che la norma abbia discriminato i vettori aerei prevedendo un trattamento più favorevole per Alitalia e Air One». In sostanza, per il Tar, i due vettori «nel realizzare l´operazione di concentrazione senza il preventivo esame dell´Antitrust sull´eventuale costituzione o rafforzamento di una posizione dominante» hanno incrementato la propria posizione in termini concorrenziali «con contestuale discriminazione per le altre compagnie aeree». Il collegio sottolinea, quindi, il rischio che «la disparità di trattamento, possa violare l´articolo 3 della Costituzione». La prima sezione del Tar del Lazio, per questi motivi ha rimesso gli atti alla Corte, sospendendo il giudizio sui ricorsi del gruppo Meridiana-Eurofly (che accoglie la decisione "positivamente") e Federconsumatori. Novità in arrivo, invece, sul caso dei Mengozzi bond. Il ministero dell´Economia e quello dello Sviluppo economico hanno risposto ieri ad una interrogazione parlamentare sulla vicenda Alitalia, ribadendo «l´impegno a migliorare la percentuale di rimborso degli obbligazionisti Alitalia». I ministeri - sottolinea una nota ufficiale - continueranno a vigilare affinché i piccoli azionisti e gli obbligazionisti abbiano il maggior ristoro possibile, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili». I due dicasteri confermano quindi la volontà di «assicurare un più ampio indennizzo ai risparmiatori che hanno investito in titoli della società Alitalia, soprattutto piccoli risparmiatori». Allo studio «l´ipotesi di elevare - oltre la soglia del 30% attuale - le misure di intervento statale già disposte a favore degli obbligazionisti Alitalia». Anima, il combattivo fondo rimasto impigliato nella rete dei bond, «accoglie con favore l´impegno del governo» ma rileva che «il continuo riferimento ai piccoli risparmiatori sembra configurare il permanere del limite di rimborso di 100mila euro per ogni singolo obbligazionista: un fatto che penalizzerebbe i fondi comuni di investimento, il cui patrimonio è di pertinenza di piccoli risparmiatori». Resta, invece, caldo il fronte dei concorrenti di Alitalia. La aggressiva politica di Lufthansa Italia prosegue e punta ad un consolidamento sul mercato nazionale: ieri la compagnia tedesca con base a Malpensa, ha annunciato l´assunzione di nuovo personale, circa 200 dipendenti, per garantire la propria efficienza operativa. La compagnia spiega di essere «pronta ad assumere piloti e personale di bordo italiani per sottolineare ulteriormente l´italianità di Lufthansa Italia».

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Da Genova a Roma in aereo con 35 euro (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 28-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Da Genova a Roma in aereo con 35 euro Voli Stop al monopolio Alitalia. Dall'8 giugno due voli al giorno di Blue Panorama a 24,99. Da luglio 34,99. «Molte le resistenze» SCARCELLA >> 12 28/05/2009

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IL CASO OPEL IN GERMANIA è STATO PARAGONATO AL CASO ALITALIA. CHE NON è AFFATTO CHIUSO, PE... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 28-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Il caso Opel in Germania è stato paragonato al caso Alitalia. Che non è affatto chiuso, perché ieri il Tar del Lazio ha rimesso gli atti alla Corte Costituzionale, sospendendo il giudizio sui ricorsi con cui Meridiana, Eurofly e Federconsumatori chiedevano l'annullamento del provvedimento con cui il 3 dicembre 2008 l'Antitrust, in applicazione del decreto salva-compagnia, aveva autorizzato l'operazione Cai-Alitalia.

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GIUSY FRANZESE ROMA. FUMATA NERA PER LA OPEL. IL GOVERNO DI BERLINO HA DECISO DI PRENDERSI UN PO&... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 28-05-2009)

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GIUSY FRANZESE Roma. Fumata nera per la Opel. Il governo di Berlino ha deciso di prendersi un po' più di tempo per analizzare le varie opzioni sul tavolo. In pole position restano soprattutto Fiat e il gruppo austro-canadese Magna. Che ieri non ci sarebbe stato un annuncio definitivo lo si era già capito nel primo pomeriggio, quando il ministro dell'Economia, Karl Theodor zu Guttemberg, aveva parlato di necessità di migliorare «tutti i piani» e di «tante questioni ancora aperte». A dire chiaramente che «una decisione definitiva oggi (ieri, ndr) sicuramente non ci sarà» è stato poi in serata, entrando in cancelleria per il super-vertice, Juergen Ruettgers (Cdu), governatore del Nord Reno-Westfalia, la regione che ospita una delle fabbriche Opel che più sarebbero colpite dagli esuberi, quella di Bochum. Ma la giornata, con il suo tourbillon di incontri e vertici ai massimi livelli, non è stata inutile. Le delegazioni dei tre candidati - Fiat, Magna e Fondo Ripplewood - hanno potuto illustrare dettagliamente i loro piani in cancelleria ad una commissione composta da funzionari e rappresentanti del governo, e dei laender dove sono localizzati gli impianti Opel. In questa occasione hanno potuto anche accedere ai libri contabili della Opel. Agli incontri era presente anche un rappresentante di Gm Europe e delegati del Tesoro Usa. Tra l'altro proprio ieri Gm ha deciso di scorporare le sue attività europee trasferendole alla controllata tedesca Adam Opel Gmbh. Una mossa tesa a facilitare un accordo con il futuro investitore nella società: le attività trasferite, infatti, includono stabilimenti, rete vendite e tecnologie (brevetti), ma non il debito. Poi in serata è iniziata una riunione con la cancelliera Angela Merkel, alcuni esponenti del governo e i quattro governatori delle regioni interessate. Al centro dell'incontro, il via da parte del governo a una sorta di «amministrazione fiduciaria temporanea» con i relativi finanziamenti ponte messi a disposizione in parte dal governo federale e in parte dai quattro Laender interessati (200 milioni li ha offerti anche Magna). Si parla di una cifra intorno al miliardo e mezzo di euro, cosa che permetterebbe alla Opel di rimanere in vita in attesa di una soluzione definitiva. I fondi dovranno poi essere ripagati da chi si aggiudicherà lo storico marchio tedesco. Tanto per capirci, è un po' come fece il governo italiano con l'Alitalia in attesa di decidere per la cordata Cai. Per stamane è già stata convocata una riunione straordinaria della Commissione Bilancio del Parlamento tedesco sulla vicenda Opel. Nel frattempo il governo non esclude né di arrivare ad una dichiarazione di insolvenza controllata, né di esaminare altre eventuali offerte interessanti. Come quella arrivata solo l'altro ieri dai cinesi di Baic. Un po' forse per tattica, un po' perché probabilmente ci crede, ieri il ministro dell'Economia, zu Guttenberg, lo ha sottolineato: «La porta è ancora aperta per altri investitori che si facessero avanti». Ce la farà Sergio Marchionne? Secondo il Financial Times non ci sono dubbi: «Quella di Fiat è l'opzione migliore, ha una visione industriale superiore». Il presidente, Luca Cordero di Montezemolo si limita a dire che «è stato fatto tutto ciò che si poteva e si doveva fare». Il ministro delle finanze tedesco, Steinbrueck, ieri in tarda serata continuava a ribadire che la scelta sarà presa con criteri di assoluta imparzialità: «Il governo non ha concorrenti favoriti». Ma è un fatto che molti in Germania non vedono di buon occhio "gli italiani". Un'ostilità per niente nascosta, a sentire le dichiarazioni di Roland Koch (Cdu), governatore dell'Assia, ovvero la regione dove l'Opel ha la sede centrale e un impianto: «Neanche un centesimo dei fondi tedeschi deve andare all'Italia». La Fiat è accusata di aver presentato una «black box», una scatola nera. Più cauto il governatore del Nord Reno-Westfalia, preoccupato più che dalla nazionalità dell'alleato, dei posti di lavoro da salvare nello stabilimento della sua regione: «È importante che il peso di questa operazione venga distribuito tra i vari impianti». È già qualche giorno, comunque, che si sussurra che se l'operazione Opel dovesse fallire, Marchionne ha in testa un piano B. E ieri se ne è avuta una prima conferma. Secondo un portavoce del governo svedese la Fiat avrebbe avviato le trattative per l'acquisto della Saab (altra controllata Gm): «È uno dei partner con cui siamo in contatto». A questo punto è chiaro che il futuro del settore dell'auto in Europa travalica i confini dei singoli Stati e sempre più diventa una "questione europea". Il Belgio, ad esempio, che ospita uno stabilimento Opel ad Anversa, ieri ha inoltrato le sue proteste ufficiali al presidente della Commissione europea, Barroso, per essere stato escluso dal processo decisionale sul futuro Opel. E già domani a Bruxelles si svolgerà una riunione dei ministri dell'Industria dei Paesi interessati alla vicenda.

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Il premier: "Grumi eversivi nella magistratura" (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 28-05-2009)

Argomenti: Alitalia

n. 128 del 2009-05-28 pagina 0 Il premier: "Grumi eversivi nella magistratura" di Redazione All'assemblea di Confesercenti Berlusconi torna a parlare di giudici: "Dicono che dovrei farmi processare, ma se sono il campione degli imputati... E ne sono sempre uscito assolto". Qualche fischio in platea, ma il Cavaliere li zittisce: "Percentualmente irrilevanti" Roma - Berlusconi contro i giudici: "è meglio che io non parli dei grumi eversivi altrimenti ne verrebbe fuori una gran discussione". Anche di fronte alla platea di Confesercenti il presidente del Consiglio torna ad attaccare la magistratura. "Qualcuno dice che dovrei farmi processare. Ma io sono il campione degli imputati". Il premier ha inoltre sottolineato che in questi 15 anni la magistratura è sempre intervenuta a ridosso di elezioni o momenti politicamente importanti e quindi ha difeso la necessità del lodo Alfano. "Questa legge - ha sottolineato - firmata dal capo dello Stato permette alle quattro più alte cariche dello Stato di occuparsi del Paese senza dover subire l’aggressione delle toghe rosse". Poi attacca la Gandus: "Non è accettabile che chi giudica un cittadino di centrodestra vada in piazza a manifestare con i cartelli contro il governo". E ribadisce: "Non lascio la politica fino a quando non saremo riusciti a fare la separazione degli ordini, perché solo così un cittadino può avere un giusto processo". La contestazione Qualche fischio si è levato dall’assemblea di Confesercenti durante il discorso del premier, in particolare nei passaggi in cui il premier parlava di Alitalia e di giustizia. Nei due passaggi una parte della platea ha fischiato sonoramente, mentre un’altra fetta di partecipanti alle assise ha applaudito. "Domani i giornali daranno - ha detto il premier - che Berlusconi è stato fischiato alla Confesercenti, ma voi che mi fischiate siete percentualmente irrilevanti". Berlusconi ha difeso la scelta del governo di lanciare una cordata italiana per la compagnia di bandiera e dalla sala si sono levati alcuni "buh" e diversi fischi. Altrettanti fischi si sono levati quando Berlusconi ha pesantamente attaccato la magistratura. Ma il premier prima ha scherzato: "Contestarmi pure che tanto c’ho voglia...". Quindi ha zittito i fischi: "Voi che mi fischiate siete percentualmente irrilevanti, siete quattro o cinque. Domani i titoli saranno che io sono stato contestato, ma io ho le spalle larghe e così, anzi, si rafforza la mia volontà di operare nel bene di tutti e nell’interesse del Paese". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Pdl Arriva Berlusconi Conto alla rovescia per l'arrivo di Silvio Berlusconi: mercoled... (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 29-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Pdl Arriva Berlusconi Conto alla rovescia per l'arrivo di Silvio Berlusconi: mercoledì 3 giugno, nel pomeriggio, il premier sarà in città per sostenere la candidatura di Claudia Porchietto alla Provincia. Udc L'Europa e la crisi Gli Udc Tabacci e Vietti, il sindaco Chiamparino e il leghista Cota si sono confrontati sul tema della crisi al Circolo della Stampa. Buona parte dell'incontro è stata però dedicata all'Alitalia, visto il ritardo con cui sono arrivati da Roma sindaco e Tabacci. «Voi leghisti - ha detto Tabacci - avete tenuto il sacco a chi s'è impadronito della compagnia penalizzando il Nord». La Fiat è stato l'altro grande tema, con Cota a chiedere tutele per i lavoratori italiani. «Dalla crisi - ha detto Vietti - non si esce con il protezionismo ma aprendoci ancora di più all'Europa». In platea c'erano, tra gli altri, il presidente dell'Unione industriale Carbonato, e il direttore dell'organizzazione degli industriali, Gherzi, il presidente di Fondazione Crt, Comba, e gli onorevoli Pd, Vernetti e Calgaro. Pdl La Russa a Torino Alle 10,30 il ministro La Russa incontra gli Alpini in piazza della Repubblica. Alle 11 gazebo e comizio (lato corso Giulio cesare). Alle 11,30 conferenza stampa presso The Club, piazza Cesare Augusto 15. Simbolo pensionati Lupi la spunta Il Consiglio di Stato ha bocciato il ricorso presentato dai Verdi del Sole che ride contro il simbolo dei Verdi Verdi con l'Orso che ride di Maurizio Lupi. Lista Bonino/Pannella Viale in Comune Alle ore 11, Silvio Viale sarà in Comune (Sala capigruppo) per la presentazione della delibera di iniziativa popolare per l'istituzione dell'Anagrafe degli eletti. Pd Placido e Esposito Alle 7,30 Placido, Esposito, Boccuzzi e Perna incontrano i lavoratori della Microtecnica in piazza Arturo Graf 147. Alle 10 Cofferati, Placido e Romeo incontrano i cittadini al mercato di via Nitti.

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dalla platea di commercianti fischi al cavaliere (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 29-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina 2 - Interni La contestazione è scattata per le parole sui giudici. La replica: "Siete in 4 o 5, percentualmente irrilevanti" Dalla platea di commercianti fischi al Cavaliere ROMA - «Ecco, domani i giornali titoleranno: Berlusconi contestato alla Confesercenti... «. E all´Auditorium i fischi coprono gli applausi. Con i commercianti "di sinistra" Berlusconi non ha mai avuto rapporti facilissimi. Negli anni scorsi i suoi interventi all´assemblea nazionale si sono spesso trasformati in autentici match. Una volta se ne andò con un polemico «vado a lavorare anche per voi... «. E così, anche quest´anno qualche fischio il Cavaliere lo ha dovuto incassare, nonostante il clima gli fosse così favorevole che, per un delegato polemico, «sembrava di essere a un congresso di Forza Italia». Il primo segnale di qualche nota stonata c´è stato quando il premier ha detto di aver salvato l´Alitalia dall´acquisto da parte di Air France. Il clima si scalda e il premier è a suo agio: «Contestatemi che c´ho voglia», replica mimando il gesto del pugile in guardia. Ma è stato quando è partito con l´attacco alla «toghe rosse» che dalla platea e dalla galleria dell´Auditorium Berlusconi si è preso una sonora razione di fischi e buuh (oltre a una certa quantità di applausi) mentre diversi invitati e delegati lasciavano per protesta la sala con commenti irritati come questo: «Se viene qui per dire cose serie lo ascolto, ma se viene a dire queste cose...». Berlusconi non si è scomposto: «Siete in 4 o 5 a fischiare, al massimo dieci, quindici: siete percentualmente irrilevanti. Io ho le spalle larghe. Più mi contesta più si rafforza la mia volontà di operare nell´interesse del paese. Perché amiamo la libertà e non siamo malati di odio politico». (g. l.)

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piazza di siena, appuntamento clou nel pomeriggio la coppa delle nazioni (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 29-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina XX - Roma Equitazione Piazza di Siena, appuntamento clou nel pomeriggio la Coppa delle Nazioni Appuntamento da non mancare al Concorso ippico di piazza di Siena: alle 15.45 prima manche della gara a squadre "Coppa delle Nazioni". L´ordine di ingresso: Svezia, Irlanda, Usa, Francia, Italia, Germania, Belgio, Gran Bretagna, Svizzera e Olanda. Questo l´ordine di ingresso dei nostri 4 cavalieri: Chiaudani, Lucchetti, Martinengo e Garcia. Questa mattina, dalle 8.45, il Premio Alitalia e il Premio Regione Lazio. (m. r.)

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Caso Noemi, il premier giura sui figli: (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 29-05-2009)

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n. 129 del 2009-05-29 pagina 3 Caso Noemi, il premier giura sui figli: «Mai avuto rapporti piccanti con lei» di Redazione Berlusconi risponde colpo su colpo al nuovo «assalto mediatico-giudiziario»: «Grumi eversivi tra i magistrati. Più mi attaccano e più sento le spalle larghe» Roma Delle dieci domande su cui Repubblica insiste ormai da giorni, ce n'è solo una che Silvio Berlusconi ritiene lecita. E cioè se tra lui e Noemi Letizia vi sia stato qualcosa di non trasparente. Tutto il resto, ha ripetuto più volte nei giorni scorsi, rientra nella sfera della privacy, «non solo la mia, ma anche quella della famiglia Letizia». Così, proprio a quella domanda il Cavaliere decide di rispondere davanti alle telecamere che stanno riprendendo a Palazzo Chigi la firma di un protocollo per l'Abruzzo. «C'è qualcuno che ha domande da fare sulle minorenni?», la butta lì Berlusconi con un sorriso. E poi affonda: «Ho già risposto all'unica domanda che riconosco si abbia il diritto di farmi: "Presidente, lei ha avuto rapporti diciamo piccanti, o più che piccanti, con una minorenne?". E la risposta è: "Assolutamente no"». «Ci ho messo anche il carico del giuramento sui miei figli - aggiunge - e invece guardate cosa tocca leggere su certi giornali». Con un corollario, perché «sono consapevole che in caso di spergiuro mi dovrei dimettere un minuto dopo». Il giorno dopo l'autogol di Dario Franceschini, dunque, il Cavaliere decide di giocare in contropiede e rimettere la palla nella metà campo avversaria. Non solo sul fronte Noemi, ma pure nella più ampia partita della campagna elettorale visto che il 6 e il 7 giugno sono sempre più vicini. E, lo sa bene il premier, il risultato della doppia tornata amministrative-europee sarà decisivo per mettere la parola fine su quello che in privato Berlusconi non esita a definire un «assalto mediatico-giudiziario». È per questo che la sua risposta è a 360 gradi: sulla vicenda di Casoria, quando smentisce «rapporti piccanti», ma anche sul fronte giudiziario. Se di prima mattina durante il Consiglio dei ministri torna a ripetere la sua totale estraneità alla vicenda Mills, è davanti alla platea della Confesercenti che sfodera gli affondi più poderosi. Con una convinzione, anticipata ai ministri e ripetuta davanti ai commercianti: «Più mi attaccano e più sento di avere le spalle larghe». Così, quando dalla sala della Confesercenti dopo gli applausi parte qualche fischio, la sua reazione è immediata. «Contestate pure, perché ho voglia...», chiosa con un gesto eloquente della mano come a dire di essere pronto al confronto. E infatti prosegue imperterrito a parlare della vicenda Alitalia. Poi, quando affronta il tema della giustizia, dalla sala parte ancora qualche fischio. «Siete quattro o al massimo cinque», ribatte scatenando nuove proteste. Ma Berlusconi non molla: «Al massimo siete dieci o quindici». In ogni caso, aggiunge strappando risate e applausi, «siete percentualmente irrilevanti». Certo, «domani i giornali titoleranno che sono stato contestato, ma ho le spalle larghe, non mi interessa...». Insomma, un Cavaliere decisamente all'attacco, come probabilmente continuerà ad essere in tutta la girandola di appuntamenti pre-elettorali di qui al 6 giugno. Tra gli obiettivi i giornali esteri. Alcuni «sono i sottotappeti della nostra sinistra all'estero». Ma sui media prevale l'ironia, a partire dall'accostamento del Financial Times. Veline al posto delle camicie nere? «Grazie a Dio, mi sembra un po' meglio...». Toni più pesanti sulla giustizia. L'analisi è quella di sempre: «Ci sono grumi eversivi nella magistratura italiana». La soluzione è la riforma. «Io non lascerò la politica fino a che non ci sarà la separazione delle carriera tra pm e giudici». Berlusconi raccoglie la sfida di chi gli dice di farsi processare: «Io sono il campione degli imputati. La Guardia di finanza ha compiuto 587 visite alle mie aziende». Impunità? «Certa magistratura prima delle scadenze elettorali è sempre intervenuta nei miei confronti. Quando mi hanno chiesto di governare il Paese, ho posto la condizione che questa magistratura, che prima delle scadenze elettorali è intervenuta sempre non potesse perseguirmi. Non devo subire le aggressioni delle toghe rosse». Parole che hanno provocato la protesta dell'Anm, alla quale ha replicato il sottosegretario alla presidenza Paolo Bonaiuti (nel tondo): «Il presidente non ha lanciato insulti ai magistrati ma ha soltanto ricordato una patologia per cui alcuni magistrati di sinistra tendono ad usare la giustizia a fini di lotta politica». Al congresso di Confesercenti tiene banco l'economia. I ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione sono «uno scandalo». Per fare fronte al fabbisogno energetico, Berlusconi conferma la scelta per il nucleare, da realizzare a ogni costo. Così come fatto per gestire l'emergenza rifiuti - annuncia - l'esercito potrebbe tornare in campo per consentire la costruzione di nuove centrali nucleari. Ma c'è anche il terremoto. E per chi è ancora in tenda c'è l'emergenza caldo: «Organizzeremo vacanze estive a luglio e agosto per chi è ancora nelle tendopoli». Temi che al presidente del Consiglio premono. Ma la politica ha le sue priorità. E certe categorie sembrano fatte apposta per mettersi di traverso. «Una volta mio padre mi raccontò una cosa sacrosanta, ovvero se uno nasce e vuole far del male ha tre possibilità: fare il delinquente, il Pm o il dentista. Ma oggi i dentisti fanno quella punturina. A me il tre è un numero che piace e non mi va di lasciarlo vuoto e allora ci metto i giornalisti. Diciamo certi giornalisti». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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ROMA - Oggi Raniero Busco ha 44 anni. Lavora ancora a Fiumicino, come nel '90. Ma ha... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 29-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Venerdì 29 Maggio 2009 Chiudi ROMA - Oggi Raniero Busco ha 44 anni. Lavora ancora a Fiumicino, come nel '90. Ma ha una famiglia e due figli. L'accusa di essere il sospettato numero uno per la morte di Simonetta lo tormenta. Da due anni cerca di difendersi. Ha paura. «Da quando c'è stata la chiusura delle indagini - racconta l'avvocato Loria - trascorre tutto il tempo davanti al computer. Raniero voleva bene a Simonetta. Forse non pensava di sposarla, ma sui giornali è stato dipinto come un assassino. Un'accusa infamante. E' preoccupato». Raniero, ex fidanzato di Simonetta, oggi, come nel '90, vive ad Anagnina, nella stessa palazzina dove abitano la madre e i fratelli. A lui un secondo caffè i carabinieri l'hanno offerto il 16 febbraio 2005. Il suo Dna compariva su sei dei campioni esaminati: due volte sul reggiseno e quattro sul corpetto di Simonetta. Era l'unico delle 31 persone sottoposte all'esame "segreto" altamente compatibile con le tracce ripescate dalla scena del delitto. E' stato allora che il pm Roberto Cavallone ha recuperato i vecchi interrogatori di Busco. Quello della notte dell'8 agosto '90 e quello di un mese dopo, 10 settembre. Ma rovistando tra i fogli non ha trovato tracce dell'alibi di Busco. Così lo ha convocato in procura. Poi ha controllato la versione dell'ex fidanzato di Simonetta, senza trovare riscontri. «Ero il ragazzo di Simonetta e, nonostante non fossimo fidanzati ufficialmente, ci frequentavamo abbastanza frequentemente...». Così parlava Busco prelevato al lavoro dai carabinieri alle 6,30 dell'8 agosto '90. Il corpo di Simonetta era stato ritrovato poco prima e Raniero spiegava agli uomini della Mobile che relazione avesse con quella ragazza. «Conobbi Simonetta nell'agosto dell'88 e da quel momento ci mettemmo assieme. Voglio precisare che il nostro rapporto sentimentale non era equilibrato, io nutrivo un semplice affetto nei suoi confronti, mentre lei mi amava strenuamente e a volte mi faceva capire che da me pretendeva un maggior coinvolgimento. Dato che lavoro all'Alitalia, con qualifica di operaio, incontravo Simonetta soprattutto il sabato e la domenica, mentre i nostri incontri infrasettimanali erano sporadici. L'ultima volta che l'ho vista è stato lunedì 6. Siamo stati assieme dalle 20 alle 20,20 circa». «Quella saliva è mia? E quindi? Per due fidanzati è normale: Simonetta l'avevo incontrata il giorno prima della sua morte. Ho trascorso il pomeriggio del 7 agosto 1990 con il mio amico Simone». Simone, convocato l'8 agosto del '90, aveva raccontato che il giorno prima era a Frosinone: una zia stava male. Quando il pm lo ha richiamato, ha fornito la stessa versione. «Verso le 19 ho fatto rientro a casa. Sono uscito alle 19,45 e ho incontrato il mio amico Busco Raniero». V.Err.

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ROMA - Sergio Marchionne è volato ieri di buon mattino da Berlino alla volta di Detr... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 29-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Venerdì 29 Maggio 2009 Chiudi ROMA - Sergio Marchionne è volato ieri di buon mattino da Berlino alla volta di Detroit dopo la maratona finita nella notte in Cancelleria. Ma non si esclude che possa trasferirsi a Washington per convincere l'amministrazione Usa schierata al fianco di Fiat - come ha dimostrato a fine aprile favorendo l'operazione Chrysler - di intervenire sul governo tedesco. Marchionne avrebbe lasciato nella capitale tedesca John Elkann, presidente di Exor e vicepresidente di Fiat per seguire la vicino gli sviluppi della complessa trattativa su Opel presso il governo che ha rinviato la decisione definitiva. I banchieri di Unicredit, Intesa Sanpaolo e Goldman Sachs, ingaggiati come global coordinator, invece, starebbero lavorando sul ventaglio di ipotesi per migliorare l'offerta, come sarebbe stato richiesto dal ministro dell'economia Karl-Theodor zu Guttenberg al Lingotto e al gruppo Magna: il punto forte di un possibile rilancio potrebbe essere il miglioramento della parte "sociale" della proposta, cioè un ritocco dei tagli rispetto ai circa 2 mila prospettati in Germania compensata da un ulteriore ridimensionamento del fabbisogno di cassa in termini di magazzini e necessità commerciali. E una soluzione che intervenga sulla parte meramente economica, legata alle garanzie chieste agli stati sui prestiti. Fiat ha già ridotto queste garanzie da 7 a 6 miliardi, incluse la salvaguardie pensionistiche. Marchionne può contare comunque sul sostegno finanziario delle tre banche: dopo l'apertura di Corrado Passera, ieri Sergio Ermotti, deputy ceo di Unicredit ha dichiarato: «Siamo pronti a sostenere Fiat, anche finanziariamente». E infatti, anche se ancora non ci sarebbe stata una riunione congiunta fra gli istituti, nell'aria ci sarebbe la predisposizione di un prestito per alcuni miliardi. Il viaggio oltreoceano di Marchionne - ufficialmente per occuparsi a livello operativo dell'integrazione di Chrysler - in realtà avrebbe altri scopi. Innanzitutto per discutere coi vertici di Gm, prossima alla bancarotta, proprietaria di Gm Europe che controlla Opel, Vauxhall e gli altri marchi immessi in una newco, le modalità per il passaggio delle case automobilistiche europee. Passaggio frenato dal governo tedesco più per la contingenza politica delle prossime elezioni in ottobre che per valutazioni industriali e economiche. E il rinvio deciso l'altra notte dal governo di Angela Merkel viene interpretato come un calcio alla palla per mandarla in tribuna, anzi «addirittura fuori il terreno di gioco» come dice un banchiere. Per prendere tempo e non decidere. Del resto il prestito-ponte da 1,5 miliardi a favore della newco- Opel rassomiglia all'iniezione fatta dal governo italiano in Alitalia. Con Gm quindi Marchionne potrebbe discutere i termini di un possibile rilancio ma l'a.d. del Lingotto probabilmente vorrà negoziare con Washington ben altro. L'appoggio dell'amministrazione di Barack Obama presso la Cancelleria tedesca per favorire l'offerta italiana perchè dà maggiori garanzie industriali rispetto a quella di Magna. Ma la "lotteria" cui faceva riferimento Marchionne potrebbe riservare altre sorprese. Il manager italiano ha dimostrato di saper giocare con astuzia, anticipando anche mosse "azzardate". r. dim.

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ROMA - Con la negazione di aver avuto rapporti piccanti o più che piccanti con una mino... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 29-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Venerdì 29 Maggio 2009 Chiudi di FABRIZIO RIZZI ROMA - Con la negazione di aver avuto rapporti piccanti o più che piccanti con una minorenne, Silvio Berlusconi cerca di chiudere il caso Noemi, non in Parlamento, ma di fronte alle telecamere, rilevando che questa è l'«unica domanda che riconosco si abbia il diritto di farmi». Aggiunge di averlo «giurato sulla testa dei miei figli» e comunque, «se tutto questo fosse vero, mi dovrei dimettere subito. Guardate cosa si legge sui giornali..». Ma se a Palazzo Chigi, durante una firma di un protocollo per l'Abruzzo, va dritto all'argomento del giorno, davanti all'assemblea di Confesercenti fa un affondo contro «i grumi eversivi» della magistratura, ma anche contro la stampa. «Se uno nasce, mi diceva mio padre, con la voglia e il piacere di fare del male, ha tre possibilità. La prima, fare il delinquente, la seconda, fare il Pm e la terza, fare il dentista». Ma adesso, al posto dei dentisti inserisce i giornalisti. «Anzi, certi giornalisti, a dire la verità, sono molti, come vedete». Si alzano proteste dall'Anm e dalla Fnsi con il presidente Natale. Ma di fronte ai commercianti, riuniti all'Auditorium, che fanno piovere fischi e qualche «buh» (con metà della platea plaudente), Berlusconi parla di Alitalia, e di «grumi eversivi» dentro la magistratura. Poi lancia una sfida. «Contestate pure, che ho voglia. Ho le spalle larghe», le contestazioni «non fanno altro che rafforzare la mia volontà di agire nel bene del Paese». E poi: «La platea sta seguendo con interesse e con applausi il mio intervento, ci sono 4-5 che fischiano. Al massimo 10 o 15. Siete percentualmente irrilevanti». E giù una risata in sala. Va al cuore del discorso, un'arringa contro le «toghe rosse» e la stampa. Sono il «campione degli imputati», denuncia, ed elenca le centinaia di processi, da cui «sono sempre uscito assolto». Ma alla richiesta di farsi processare, risponde che il Lodo Alfano «firmato subito dal presidente della Repubblica», consente alle alte cariche dello Stato di non «subìre le aggressioni delle toghe rosse» mentre si occupano del Paese, «perchè o uno prepara le udienze e fa le riunioni con gli avvocati oppure governa». Rassicura che non intende «lasciare la politica» fino a quando non avrà riformato e separato l'ordine tra giudici e Pm. Annuncia di pensare «a nuovi provvedimenti per la giustizia penale». Ai Pm vuole far fare «esami di attitudine psicologica continuativi». Perchè, «un cittadino che ha un processo, ha la vita rovinata, così come la sua famiglia». Attacca il giudice Gandus che è andata in piazza con i cartelli. Per puntare contro i giornalisti, racconta l'aneddoto del padre «che diceva una cosa santa», se uno «nasce con la voglia e il piacere di fare del male ha tre possibilità». Al posto dei dentisti, indica i giornalisti. Risponde al «Financial Times»: «Mussolini aveva il nucleo delle camicie nere. Io, secondo i giornali sotto tappeto della nostra sinistra all'estero, avrei il nucleo delle "veline". Grazie a Dio è meglio». Dopo gli attacchi, dice anche «non sono malato di odio politico». Per il termovalorizzatore di Acerra «lo Stato è tornato a fare lo Stato» e lo farà anche per la Tav al «Frejus». Prevede di fare un bottino di voti alle Europee, «se arriviamo al 45% saremo il partito più forte nel Ppe», ed esprimerà il presidente del Parlamento. Ma attacca l'Europa senza leadership, non ha una «presenza autorevole», costretta a subire, con le presidenze a rotazione, un primo ministro ceco, Jan Fischer, che «è un tecnico di rivelazioni statistiche». Replica il commissario Spidla: «Fischer è un primo ministro, esattamente come lo è Berlusconi». Il premier aggiunge: «A chi telefona Obama per sapere qual è la situazione in Europa? Non ha un numero. Al presidente della Commissione che è un funzionario nominato?». Conclusione: «Metterò il veto se non verrà introdotta la regola che a parlare sia solo il presidente della Commissione o il suo portavoce».

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Penati: il ticket? Utile per far cassa Podestà: solo un esperimento, vedremo (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 29-05-2009)

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Corriere della Sera sezione: Cronaca di Milano data: 29/05/2009 - pag: 3 Il confronto I candidati di centrosinistra e centrodestra d'accordo su Expo: occasione di rilancio Penati: il ticket? Utile per far cassa Podestà: solo un esperimento, vedremo Cosa pensano i candidati alla guida della Provincia di tre questioni chiave per il territorio come ecopass/lotta all'inquinamento, Expo, aeroporti? Ecco i punti di vista di due dei 14 contendenti, Filippo Penati (Pd) e Guido Podestà (Pdl). Ecopass Per Penati la sperimentazione Ecopass ha il merito di aver finalmente affrontato la questione «inquinamento». Ma le lodi finiscono qui. «L'ecopass è servito soltanto al Comune per fare cassa, l'inquinamento è rimasto tale e quale e il traffico anche. Non lo dico io, ma autorevoli riviste scientifiche», taglia corto Penati. E allora? «Rilancio la mia proposta: introdurre un pedaggio per chi arriva ai caselli autostradali di Milano. Per esempio, dai 5 centesimi per chi viene da Lodi ai 50 per chi è partito da Reggio Calabria. In media si incasserebbero 40 milioni l'anno da investire nel trasporto pubblico visto che la situazione è disastrosa». Per quanto riguarda il centro, secondo Penati, andrebbe valutato «se allargare l'area ecopass o cambiare strategia, magari introducendo zone pedonali». Guido Podestà preferisce prendere tempo per valutare meglio. «L'ecopass è una sperimentazione. Quando avremo in mano tutti i dati faremo una valutazione e decideremo il da farsi». Molto si sa già dell'effetto ecopass. O no? «Ragionare su dati completi è più serio risponde Podestà . E se qualcuno boccia l'ecopass c'è anche chi fa valutazioni diverse». Expo Su un punto i due candidati sono d'accordo: Expo è una buona opportunità per ottenere infrastrutture in tempi certi. «L'Expo può essere sfruttata anche come volano per lo sviluppo turistico di Milano e della Lombardia suggerisce Podestà . Potremmo creare percorsi enogastronomici, culturali, artistici». «La verità è che sull'Expo il centrodestra ha tradito Milano attacca Penati . Adesso Bossi dice che si tratta di un evento superato. Non sarà che il governo non vuole più mettere i soldi? ». Malpensa «Non esiste rinunciare a Malpensa hub. E Linate deve restare il city airport di Milano », fa il punto Podestà. Ma il monopolio di Alitalia sul Milano- Roma dal Forlanini? «A breve non sarà più interessante perché la concorrenza dell'alta velocità eliminerà il vantaggio ». Diversa la linea di Penati: «Il monopolio non cadrà certo spontaneamente, per questo abbiamo avviato e vinto un'azione legale davanti al Tar del Lazio. Per quanto riguarda Malpensa, bisogna rivedere gli accordi bilaterali tra Stati in modo da permettere l'ingresso di nuove compagnie. E in proposito finora il governo ha fatto poco». Centrosinistra Filippo Penati Centrodestra Guido Podestà Rita Querzé

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Alitalia, la protesta diventa un film (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 29-05-2009)

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Corriere della Sera sezione: Tempo Libero data: 29/05/2009 - pag: 17 Il caso «Tutti giù per aria» Alitalia, la protesta diventa un film La verità degli irriducibili dell'Alitalia, un film sul fronte del No, quelli che hanno perso il posto di lavoro e non sono stati assorbiti dalla Cai. Le cifre sono impressionanti: 6000 cassaintegrati (gli ammortizzatori sociali durano sette anni) e 2500 precari per i quali si aprono le porte della disoccupazione. Tutti giù per aria è il docu-film di Francesco Cordio sulla vertenza degli ex lavoratori Alitalia che sarà proiettato il primo giugno alle 20.30 al Teatro Ghione in via delle Fornaci (in futuro sarà disponibile nelle edicole). Nato da un'idea di Alessandro Tartaglia Polcini, assistente di volo cassaintegrato Alitalia, e del giornalista freelance Matteo Messina, il filmato è frutto di mesi di riprese realizzate durante le contestazioni dei lavoratori dell'ex Alitalia. L'attore Fernando Cormick interpreta il ruolo di un assistente di volo che ci ha rimesso il posto, sarà lui a riannodare le vicende che ripercorrono le diverse tappe: si tratta soprattutto di un montaggio delle «vere» proteste dei mesi scorsi, gli appelli, i passi falsi, le dichiarazioni di Berlusconi, Epifani e Veltroni nei tg, gli accordi firmati da alcune sigle sindacali, i sit-in, i diritti calpestati delle hostess con bambini piccoli, i presidi, le assemblee infuocate con i megafoni e le visite pastorali dei politici. Riecco Fabio Berti, presidente dell'Anpac. Non sembra esserci nelle immagini Daniela col suo famoso cappio, l'hostess che uscì male dalla Casa del Grande fratello (licenziata dalla Cai e guardata storta da molti colleghi). «Media, sindacati, politici, tutti pronti a salvarci», dice ironicamente la voce fuori campo. Il rancore è ancora vivo nei confronti delle prime delegazioni aziendali della Cai, che usando parole irricevibili parlarono di voler utilizzare «il miglior materiale umano al minor costo». «I francesi nel 1991 bloccarono tutto il traffico aereo sfidando il governo». La trattativa ha il sapore di «una resa dei conti». Danno le cifre: Air France su 100 euro di entrate ne spende 29 per il personale e 63 per i servizi, Alitalia appena 18 per il personale. Ci sono due contributi: la solidarietà, piuttosto generica e svogliato a dire il vero, espressa da Dario Fo («bisogna avere fiducia nella ripresa di una posizione dura... ») e un bell'intervento, energico, duro, metaforico di Ascanio Celestini che fa l'«elogio» degli aeroplanini di carta. Un lavoro a tesi pieno di rabbia e di frustrazione su una vertenza che si è trasformata in un'emergenza sociale, la parte della fiction è esile, ci sarebbero anche i diritti dei passeggeri lasciati a piedi in modo incivile dalle proteste selvagge. Ma questo sarebbe un altro film. ( v. ca.) Una scena del film

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(sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 29-05-2009)

Argomenti: Alitalia

«In magistraturaci sono grumi eversivi» Berlusconi: «Mai niente di piccante con le minorenni» Roma. Prima si è difeso: «Mai avuto rapporti piccanti con minorenni. Se fosse accaduta una cosa del genere mi sarei dimesso immediatamente». Poi ha attaccato: «Nella magistratura ci sono grumi eversivi. Non accetterò mai di farmi processare da chi va in piazza per manifestare contro il mio governo». Silvio Berlusconi, ieri, ha rotto il silenzio osservato rigorosamente per più di una settimana. Ha dovuto, però, incassare qualche fischio (durante un intervento all'assemblea della Confesercenti), le nuove critiche del Financial Times (dopo la reprimenda per la vicenda "Vallette", sul sito del quotidiano finanziario londinese, ieri, sono apparse stoccate sul premier italiano definito "peggior gestore dell'economia italiana, dal 1945 ad oggi"), ed infine la rabbiosa reazione dell'Associazione Magistrati: «Ci ha rivolto insulti inaccettabili che nuocciono alle istituzioni democratiche. Noi non siamo in campagna elettorale e non vogliamo entrarci», ha commentato il presidente dell'Anm, Luca Palamara. Senza contare che le indiscrezioni sulle frequentazioni del premier, oramai, sono diventate un vero e proprio diluvio. Ieri mattina, il quotidiano Repubblica ha intervistato la zia di Noemi, che ha confermato, punto per punto, quanto sostenuto dall'ex fidanzato: la conoscenza tra la ragazza ed il premier non sarebbe affatto datata, ma risalirebbe a pochi mesi fa, ed il contatto fu un book fotografico che l' aspirante valletta aveva inviato a Mediaset. Molto più insidiosa la testimonianza raccolta dal settimanale L'Espresso che sarà in edicola oggi: una delle ospiti alla famosa festa di fine anno, il 31 dicembre del 2008, a Villa Certosa, ha raccontato che molte delle "hostess" ospitate avevano ricevuto un compenso di 1.500 euro al giorno più un benefit di 2.000 euro per lo shopping. Erano previsti, inoltre, gioielli in regalo: braccialetti di onice, anelli d'oro, ciondoli a forma di farfalla. «Una ricostruzione assolutamente falsa - ha subito reagito Niccolò Ghedini, avvocato del premier e parlamentare del Pdl - Partiranno querele». La lunga giornata del premier è iniziata presto, a Palazzo Chigi. Era in programma un vertice per la ricostruzione dell'Abruzzo. Alla riunione è stata ammessa una telecamera di Sky: «Qualcuno vuole pormi delle domande sulle minorenni? - ha detto Berlusconi rivolgendosi ai suoi ospiti, non certo ai giornalisti, che non erano presenti - Io ho risposto alla sola domanda: se avessi mai avuto rapporti con minorenni. Ed ho risposto: "Assolutamente no". Ci ho messo anche il carico del giuramento sulla testa dei miei figli. Se avessi fatto una cosa del genere mi sarei dovuto dimettere subito. Ed invece? guardate cosa mi tocca leggere sui giornali». Un'ora dopo Berlusconi ha partecipato all'assemblea della Confesercenti, e sulla questione "veline" ha speso solo qualche battuta. «I giornali stranieri, che sono i veri sottotappeti della sinistra italiana, mi accusano di circondarmi di belle ragazze invece che di camicie nere. Meglio, no?»: «Ora chiamo sul palco il ministro Brunetta, che è sicuramente meno bello di una delle famose vallette». Ma i suoi scherzi non hanno rotto il ghiaccio. Dalla platea le contestazioni si sono avvertite fin da quando il premier ha cominciato a parlare di Alitalia: «C'è qualche contestatore che ho voglia..» li ha zittiti una prima volta il premier, accennando a qualche mossa di boxe. Ma è stato quando ha attaccato la magistratura che i fischi si sono sentiti più numerosi. «Se dovessi dire che ci sono dei grumi eversivi nella magistratura, provocherei una grande discussione», aveva cominciato a dire Berlusconi, che si è dovuto subito interrompere. Allora si è rivolto direttamente ai contestatori: «Domani i giornali diranno che sono stato contestato. Ma siete quattro o cinque, forse dieci. Percentualmente irrilevanti». Poi ha proseguito, tra qualche altro fischio e molti applausi: «Io sono il "campione" degli imputati: ho subito più di 100 indagini, 587 visite della Guardia di Finanza, ho dovuto partecipare a 2.500 udienze. Ma sono stato sempre assolto. Per questo c'è il Lodo Alfano, che il Presidente della Repubblica ha firmato senza esitazioni: chi ha compiti istituzionali non deve subire le continue aggressioni che le "toghe rosse" sono abituate a fare. Non mi farò processare da chi va in piazza per manifestare contro il governo. Non lascerò la politica fin quando non saremo riusciti a dividere le carriere dei magistrati ed imposto, a chi giudica, un esame specifico, attitudinale e psicologico continuativo. Le sentenze possono rovinare la vita di un cittadino». Inevitabili le polemiche innescate dalle parole del premier. «Di eversivo, in questo Paese c'è solo il comportamento di Berlusconi che, invece di sottoporsi ad un giudizio della magistratura, attacca chi ha scoperto la sua azione di corruttore», ha sostenuto Antonio Di Pietro. «Nessun attacco alla magistratura: il premier ha solo ricordato una patologia, per cui alcuni magistrati di sinistra tendono ad usare la giustizia a fini di lotta politica», gli ha replicato Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Angelo Bocconetti bocconetti@ilsecoloxix.it 29/05/2009

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Caso Noemi, il premier giura sui figli: "Mai avuto rapporti piccanti con lei" (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 29-05-2009)

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n. 129 del 2009-05-29 pagina 3 Caso Noemi, il premier giura sui figli: "Mai avuto rapporti piccanti con lei" di Adalberto Signore Berlusconi risponde colpo su colpo al nuovo assalto mediatico-giudiziario: "Grumi eversivi tra i magistrati. Più mi attaccano e più sento le spalle larghe" Roma - Delle dieci domande su cui Repubblica insiste ormai da giorni, ce n’è solo una che Silvio Berlusconi ritiene lecita. E cioè se tra lui e Noemi Letizia vi sia stato qualcosa di non trasparente. Tutto il resto, ha ripetuto più volte nei giorni scorsi, rientra nella sfera della privacy, «non solo la mia, ma anche quella della famiglia Letizia». Così, proprio a quella domanda il Cavaliere decide di rispondere davanti alle telecamere che stanno riprendendo a Palazzo Chigi la firma di un protocollo per l’Abruzzo. «C’è qualcuno che ha domande da fare sulle minorenni?», la butta lì Berlusconi con un sorriso. E poi affonda: «Ho già risposto all’unica domanda che riconosco si abbia il diritto di farmi: “Presidente, lei ha avuto rapporti diciamo piccanti, o più che piccanti, con una minorenne?”. E la risposta è: “Assolutamente no”». «Ci ho messo anche il carico del giuramento sui miei figli – aggiunge – e invece guardate cosa tocca leggere su certi giornali». Con un corollario, perché «sono consapevole che in caso di spergiuro mi dovrei dimettere un minuto dopo». Il giorno dopo l’autogol di Dario Franceschini, dunque, il Cavaliere decide di giocare in contropiede e rimettere la palla nella metà campo avversaria. Non solo sul fronte Noemi, ma pure nella più ampia partita della campagna elettorale visto che il 6 e il 7 giugno sono sempre più vicini. E, lo sa bene il premier, il risultato della doppia tornata amministrative-europee sarà decisivo per mettere la parola fine su quello che in privato Berlusconi non esita a definire un «assalto mediatico-giudiziario». è per questo che la sua risposta è a 360 gradi: sulla vicenda di Casoria, quando smentisce «rapporti piccanti», ma anche sul fronte giudiziario. Se di prima mattina durante il Consiglio dei ministri torna a ripetere la sua totale estraneità alla vicenda Mills, è davanti alla platea della Confesercenti che sfodera gli affondi più poderosi. Con una convinzione, anticipata ai ministri e ripetuta davanti ai commercianti: «Più mi attaccano e più sento di avere le spalle larghe». Così, quando dalla sala della Confesercenti dopo gli applausi parte qualche fischio, la sua reazione è immediata. «Contestate pure, perché ho voglia...», chiosa con un gesto eloquente della mano come a dire di essere pronto al confronto. E infatti prosegue imperterrito a parlare della vicenda Alitalia. Poi, quando affronta il tema della giustizia, dalla sala parte ancora qualche fischio. «Siete quattro o al massimo cinque», ribatte scatenando nuove proteste. Ma Berlusconi non molla: «Al massimo siete dieci o quindici». In ogni caso, aggiunge strappando risate e applausi, «siete percentualmente irrilevanti». Certo, «domani i giornali titoleranno che sono stato contestato, ma ho le spalle larghe, non mi interessa...». Insomma, un Cavaliere decisamente all’attacco, come probabilmente continuerà ad essere in tutta la girandola di appuntamenti pre-elettorali di qui al 6 giugno. Tra gli obiettivi i giornali esteri. Alcuni «sono i sottotappeti della nostra sinistra all’estero». Ma sui media prevale l’ironia, a partire dall’accostamento del Financial Times. Veline al posto delle camicie nere? «Grazie a Dio, mi sembra un po’ meglio...». Toni più pesanti sulla giustizia. L’analisi è quella di sempre: «Ci sono grumi eversivi nella magistratura italiana». La soluzione è la riforma. «Io non lascerò la politica fino a che non ci sarà la separazione delle carriera tra pm e giudici». Berlusconi raccoglie la sfida di chi gli dice di farsi processare: «Io sono il campione degli imputati. La Guardia di finanza ha compiuto 587 visite alle mie aziende». Impunità? «Certa magistratura prima delle scadenze elettorali è sempre intervenuta nei miei confronti. Quando mi hanno chiesto di governare il Paese, ho posto la condizione che questa magistratura, che prima delle scadenze elettorali è intervenuta sempre non potesse perseguirmi. Non devo subire le aggressioni delle toghe rosse». Parole che hanno provocato la protesta dell’Anm, alla quale ha replicato il sottosegretario alla presidenza Paolo Bonaiuti (nel tondo): «Il presidente non ha lanciato insulti ai magistrati ma ha soltanto ricordato una patologia per cui alcuni magistrati di sinistra tendono ad usare la giustizia a fini di lotta politica». Al congresso di Confesercenti tiene banco l’economia. I ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione sono «uno scandalo». Per fare fronte al fabbisogno energetico, Berlusconi conferma la scelta per il nucleare, da realizzare a ogni costo. Così come fatto per gestire l’emergenza rifiuti - annuncia – l’esercito potrebbe tornare in campo per consentire la costruzione di nuove centrali nucleari. Ma c’è anche il terremoto. E per chi è ancora in tenda c’è l’emergenza caldo: «Organizzeremo vacanze estive a luglio e agosto per chi è ancora nelle tendopoli». Temi che al presidente del Consiglio premono. Ma la politica ha le sue priorità. E certe categorie sembrano fatte apposta per mettersi di traverso. «Una volta mio padre mi raccontò una cosa sacrosanta, ovvero se uno nasce e vuole far del male ha tre possibilità: fare il delinquente, il Pm o il dentista. Ma oggi i dentisti fanno quella punturina. A me il tre è un numero che piace e non mi va di lasciarlo vuoto e allora ci metto i giornalisti. Diciamo certi giornalisti». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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(sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 29-05-2009)

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Politica Italiana Pagina 108 «Mai avuto rapporti con minorenni» Berlusconi all'attacco: nella magistratura ci sono grumi eversivi --> Berlusconi all'attacco: nella magistratura ci sono grumi eversivi Silvio Berlusconi parla del caso Noemi: «Mai avuto rapporti con minorenni». Affondo contro le «toghe rosse»: ci sono «gruppi eversivi». ROMA Nessun rapporto «piccante, o più che piccante» con una minorenne: Silvio Berlusconi torna, a un mese dalle prime accuse di Veronica Lario, a rispondere «all'unica domanda - dice - che riconosco si abbia il diritto di farmi». Anche perchè, assicura, «l'ho giurato sui miei figli» e, comunque, in caso contrario «mi sarei dimesso «immediatamente». Niente requisitoria in Parlamento, niente mega intervista: le parole del presidente del Consiglio vengono registrate dalle telecamere all'inizio di un incontro a Palazzo Chigi. L'occasione per un intervento a tutto campo, che sfiora l' affaire veline, tocca la giustizia con un nuovo affondo contro le toghe («ci sono grumi eversivi») e i rapporti con la stampa, arriva solo dopo, all'Assemblea di Confesercenti. ALLA CONFESERCENTI Poco importa se la platea che lo attende non è fra quelle più amichevoli, il premier approfitta del palco e per cinquantasette minuti arringa la sala. E ai primi segni di insofferenza non si fa intimidire, al contrario lancia la sfida: «Contestate pure, che c'ho voglia...», dice quando qualche “buh” accoglie un passaggio su Alitalia. Fischi che diventano più insistenti quando il Cavaliere torna a parlare di giustizia: «Siete irrilevanti», è però la sua pronta replica. Io, aggiunge, «ho le spalle larghe» e le contestazioni «non fanno altro che rafforzare la mia volontà di agire nel bene del Paese». LE EMERGENZE Crisi, terremoto, rifiuti, immigrazione: il premier elenca le emergenze con il quale il governo si è dovuto confrontare nel primo anno di legislatura e rivendica le strategie messe in campo, promettendo di mantenere la stessa linea. Lo «Stato è tornato» e non verrà più meno, dice. Respingere i clandestini? «Nulla di non umanitario»; il terremoto? «Le scosse continuano, ma io sono ottimista». E a partire da settembre saranno consegnate le prime case: «Tremila subito», il resto entro novembre, prima che il freddo arrivi.Le elezioni europee sono alle porte e il presidente del Consiglio non perde l'occasione per disegnare l'Europa che vorrebbe: «più protagonista, più autorevole» e capace di parlare con una voce sola. «Porrò un veto che a parlare siano solo il presidente della commissione europea e i suoi portavoce». Elezioni, quelle prossime, nelle quali il Pdl punta a fare il pieno: «Se venissero confermati i sondaggi che ci danno al 45 per cenmto, saremo il gruppo più importante del Ppe». SCONTRO COI PM Ma a metà discorso, l'agenda di governo cede il passo all'attualità dibattito politico. «Toghe rosse» e cattiva stampa finiscono al centro dell'intervento del premier: nella giustizia ci sono «grumi eversivi», attacca Berlusconi. Ed è proprio per non subire più i loro attacchi, spiega, che ha deciso di procedere con il lodo Alfano. «Sono il campione degli imputati», ma il premier deve poter governare e non può passare il tempo - chiosa - a difendersi. L'Anm reagisce subito: «Berlusconi parla di insulti quotidiani inaccettabili» che «minano la credibilità delle istituzioni e del Paese». D'altronde, «in uno Stato di diritto fondato sulla divisione dei poteri non è accettabile che il primo ministro rivolga insulti e invettive nei confronti dell'ordine giudiziario» STAMPA NEL MIRINO I pm, insieme ai delinquenti e ai giornalisti, dice poi Berlusconi «sono tre categorie che fanno male». La stampa entra a pieno titolo fra le categorie che al Cavaliere non piacciono: basta guardare certi giornali «in questi giorni», afferma, che sono «sottotappeti della nostra sinistra all'estero». E che dicono, aggiunge, che «avrei nuclei di veline...». Sempre meglio di «Mussolini - conclude - che aveva i nuclei delle camicie nere».

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MARIA PAOLA MILANESIO ROMA. GIURA SUI FIGLI CHE NON HA MAI AVUTO RAPPORTI PICCANTI CON UNA ... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 29-05-2009)

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MARIA PAOLA MILANESIO Roma. Giura sui figli che «non ha mai avuto rapporti piccanti con una minorenne», e che se fosse successo si sarebbe dimesso un minuto dopo. Telecamere accese per Silvio Berlusconi, che riceve a Palazzo Chigi il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi: prima di aprire il fascicolo terremoto - oggi il premier sarà all'Aquila - tocca però a Noemi. «C'è qualcuno che ha domande da fare sulle minorenni?», dice. Tacciono tutti i pochi presenti, lasciando che sia il Cavaliere a completare l'opera suggellandola con un giuramento sulla testa dei figli: «Mai avuto rapporti piccanti». È un presidente del Consiglio loquace, capace - sempre ieri mattina - di mantenere il buonumore anche davanti alla platea della Confesercenti. Incontro non facile perché, nonostante gli ammiccamenti, sulla giustizia i commercianti presieduti da Marco Venturi non seguono il premier. Lui, però, non demorde, anzi rintuzza: «Siete in quattro o cinque a fischiare, siete percentualmente irrilevanti». Ne nasce un botta e risposta, con lui che corregge - «al massimo siete dieci o quindici», e gli altri ad applaudire e ridere delle battute. Parla di tutto il presidente del Consiglio: di terremoto, di immigrazione - difende i respingimenti - di Europa («È senza leadership. A chi telefona Obama per sapere quale è la situazione?»), di Alitalia ma soprattutto di giustizia. Il tutto inframmezzato da accenni alle veline («Mussolini aveva nuclei di camicie nere, io di veline. È meglio»), attacchi alla stampa — «per fare male si hanno tre possibilità: fare il delinquente, il pm, il giornalista, anzi certi giornalisti»). All'assemblea della Confesercenti, però, seguono quasi con disattenzione, poco inclini alle divagazioni del premier. Lui, però, non si arrende neppure quando, parlando di giustizia, i fischi si fanno sentire. «È meglio che io non parli dei grumi eversivi nella magistratura, altrimenti ne verrebbe fuori una gran discussione», dice, ripetendo che lascerà la politica solo dopo aver attuato la separazione delle carriere tra giudici e pm. Citando il processo Mills spiega perché sia ricorso al lodo Alfano, lo scudo processuale che sospende i processi per le alte cariche dello Stato. «Ho deciso di non subire le aggressioni delle toghe rosse come è accaduto negli ultimi 15 anni. Il presidente del Consiglio deve poter governare e non può passare il tempo a difendersi. Ecco perché c'è stato il provvedimento per la sospensione dei processi, una legge che il capo dello Stato ha firmato immediatamente». E per convincere l'ascoltatore elenca il numero delle indagini avute, delle udienze, delle visite della polizia giudiziaria, per concludere che «il cittadino sottoposto a un processo ha la vita rovinata». «E io sono il campione degli imputati», sottolinea. A chi rumoreggia replica di avere le spalle larghe e alzando il tono di voce aggiunge: «Anzi mi rafforzo nell'idea e nel convincimento che sto lavorando per il bene del Paese e voglio continuare a farlo». I magistrati manifestano amarezza e guardano con attenzione al Quirinale, al quale già si sono rivolti nei mesi scorsi quando lo scontro tra maggioranza e giudici aveva vissuto uno dei suoi momenti più critici. Il capo dello Stato, che il 9 giugno presiederà il plenum al Csm dedicato all'organizzazione delle procure, già in altre occasioni - l'ultima a Palermo per la cerimonia in ricordo di Giovanni Falcone - ha sottolineato come politica e giustizia abbiano «una comune responsabilità istituzionale» e non possano guardarsi «come mondi ostili, guidati dal sospetto reciproco». L'Anm torna ancora una volta a dire basta agli insulti e alle invettive, «inaccettabili» tanto più perché rivolte dal premier. «A differenza della politica la magistratura non è in campagna elettorale e non può farsi trascinare su un terreno di contrapposizione che non le appartiene. Il capo di governo mina la credibilità delle istituzioni e del Paese».

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Gli organizzatori prevedono una presenza di un milione di spettatori. E per questo i vigili ... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 30-05-2009)

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Sabato 30 Maggio 2009 Chiudi di GIULIO MANCINI Gli organizzatori prevedono una presenza di un milione di spettatori. E per questo i vigili urbani oltre che chiudere il lungomare, per favorire il deflusso di questo fiume di auto, hanno previsto il senso unico sulla via del Mare da Ostia sino a Ostia Antica, in direzione Roma. Va in scena domani sulla spiaggia il "Roma international air show", rassegna aviatoria che culminerà nell'esibizione della pattuglia acrobatica nazionale, le "Frecce Tricolori". Dopo la sospensione delle Giornate Azzurre di Pratica di Mare, che negli anni passati sono incappate in condizioni meteo sfavorevoli, quella di domani sarà l'unica esibizione dei top gun acrobatici tricolori sui cieli di Roma. A distanza di sei anni dall'ultimo air show di Ostia, c'è da credere che clima permettendo saranno rispettate se non addirittura superate le previsioni degli organizzatori di un milione di presenze. Il programma della manifestazione, sostenuta con convinzione dal sindaco Gianni Alemanno, presenta dalle ore 13,00 una vasta rassegna di aeromobili, sia di uso militare che civile. Tra i 47 "oggetti volanti" che si alterneranno sulla verticale di Ostia, figurano anche due Harrier della Marina Militare, il Tornado e l'Eurofighter del Reparto Sperimentale Volo dell'Aeronautica ed un F-16 olandese. Numerosi i velivoli delle varie forze dell'ordine e di soccorso. Al volo radente non ha voluto rinunciare neanche l'Alitalia che si presenterà con un passaggio spettacolare del Boeing 767. L'antipasto acrobatico sarà garantito dal team "Blue Circe", dai "Breitling Devils" e dalla pattuglia acrobatica d'oltralpe "Patrouille de France". E alle 15,30 sarà la volta dei dieci MB339 delle "Frecce Tricolori". La squadriglia eseguirà evoluzioni per mezz'ora di seguito e mostrerà per la prima volta una nuova figura, denominata "cuore tricolore". La preoccupazione che il litorale resti imprigionato in un enorme groviglio di lamiera ha spinto gli organizzatori a fare un appello agli spettatori perché raggiungano Ostia attraverso la ferrovia Roma-Lido. Dall'azienda di trasporti "Met.Ro." si garantisce il potenziamento delle corse con 74 corse (di cui cinque dirette) nella fascia compresa tra le ore 11,00 e le 18,00. Dalle 8,00 saranno chiuse al traffico piazza Sirio, via della Tolda, via della Stella Polare, via delle Bocche di Bonifacio, un tratto del lungomare Duilio tra via del Bucintoro e viale della Vittoria. La via del Mare, tra via Cardinal Ginnasi e via Guido Calza, sarà a senso unico. Sono un centinaio i vigili urbani impegnati nella disciplina del traffico. Un'incognita potrebbe rivelarsi una parata di protesta organizzata dal Cantiere Sociale XIII a sostegno del progetto Casa della Cultura. Gli artisti si sono dati appuntamento alle ore 17,00 nei pressi del Pontile.

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Sull'aeroporto di Ciampino si addensano nuove nubi. Sono quelle delle battaglie in trib... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 30-05-2009)

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Sabato 30 Maggio 2009 Chiudi di MAURO EVANGELISTI Sull'aeroporto di Ciampino si addensano nuove nubi. Sono quelle delle battaglie in tribunale, delle denunce, dei ricorsi al Tar. L'oggetto è sempre lo stesso: il rumore che, secondo i comitati cittadini e il sindaco, è ben al di sopra del consentito. Portano come prova il monitoraggio effettuato dall'Arpa (l'agenzia regionale per l'ambiente). E' una ricerca che la compagnia aerea Ryanair (la più presente a Ciampino) contesta (Michael O'Leary, amministratore delegato, sostiene che i dati veri sarebbero tenuti nascosti). Ma c'è un altro motivo, più contingente, che ha portato il caso Ciampino per l'ennesima volta fino alle porte della procura della Repubblica: i 400 voli in più consentiti dall'Enac in coincidenza con la finale di Champions League. Per questo, spiegano al "Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale dell'aeroporto di Ciampino", «abbiamo chiesto con un esposto l'intervento della procura della Repubblica di Velletri e del prefetto di Roma». A Ciampino sono in attesa delle risposte del ministro dei Trasporti, Altero Matteoli. Nei giorni scorsi il sindaco di Ciampino, Walter Perandini (insieme al vicesindaco e al collega di Marino) è stato ricevuto da un collaboratore del ministro al quale ha chiesto ufficialmente, alla luce della ricerca dell'Arpa, un immediato azzeramento dei voli commerciali del Pastine per tutelare la salute dei cittadini. «Il ministro ci ha fatto sapere - ricorda Perandini - che nelle prossime ore ci darà una risposta. E' un passaggio molto importante e per rispetto istituzionale per ora noi ci fermiamo qui». Cosa succederà ora? E' plausibile che prima di conoscere una decisione ufficiale si debba esaurire la tornata elettorale (le elezioni europee sono fissate per il 6-7 giugno). Poi, il ministro dovrebbe rispondere. Nel caso questa risposta non arrivasse o non accogliesse le richieste degli amministratori locali, c'è già nel cassetto una contromossa. Non è un segreto che, con tutto il materiale fornito dall'Arpa, nei giorni scorsi il sindaco di Ciampino ha esaminato la strategia insieme a un importante studio legale. In caso di risposta negativa del ministero, sarà chiesta la sospensione o la revoca dell'ordinanza con cui l'Enac fissa a 100 i movimenti giornalieri per i voli commerciali al Pastine di fronte al Tar e con una denuncia penale. Chiederanno l'azzeramento perché, secondo la ricerca dell'Arpa, il livello del rumore prodotto dai voli dell'aeroporto mette a repentaglio la salute di almeno 14 mila cittadini. Mentre il Comune prepara la nuova battaglia e dando per scontato che, come ha già fatto in passato ad esempio sul tema degli atterraggi notturni, anche Ryanair stia già facendo scaldare gli avvocati, c'è poi da mettere nel conto altro: la denuncia presentata dal "Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale dell'aeroporto di Ciampino". «I cittadini di Ciampino, Marino e del X Municipio di Roma - spiegano in un comunicato - hanno chiesto l'intervento della procura della Repubblica di Velletri e del prefetto di Roma. Nell'esposto hanno fatto presente i rischi per la salute degli abitanti, già da tempo ufficialmente denunciati dall'Arpa, nonchéricolosità di una simile concentrazione di voli». Il Comitato definisce la scelta per la Champions dell'Enac «una provocazione». Ma al di là del caso contingente dei 400 voli dei tifosi di Barcellona e United ormai esaurito, la battaglia legale per Ciampino rischia di finire in un vicolo cieco senza precedenti: lo scalo alternativo di Viterbo sarà pronto solo nel 2013, il trasferimento dei voli a Fiumicino rischierebbe di mandare in tilt il Leonardo Da Vinci e comunque sarebbe a dir poco inopportuno vista la scelta della Nuova Alitalia di indicare Roma come hub. «Però i dati sul rumore parlano chiaro - aggiunge il sindaco Perandini - a Ciampino così non si può continuare».

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I LOW COST DI RYAN AIR Meglio della "continuità" (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 30-05-2009)

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Lettere & Opinioni Pagina 341 I LOW COST DI RYAN AIR Meglio della "continuità" --> Vi sottopongo due esperienze contrastanti. Viaggio di piacere a Madrid (15 maggio, partenza alle 14.30) con Ryan Air: volo diretto per circa 200 passeggeri, puntualità, ottimo servizio, assistenza impeccabile a bordo e in aeroporto. Costo di andata e ritorno per due persone, tasse comprese: 140 euro. Invece il 21 maggio parto per lavoro sul Cagliari - Bologna: grande caos agli imbarchi, mezz'ora di ritardo. Costo in continuità territoriale, tasse incluse: 184 euro. Mi domando: perché non abolire le prese in giro (vedi Alitalia) e non dare la possibilità a chi, come Ryan Air, ha investito in Sardegna (con equipaggi e aeromobili di stanza a Cagliari) di offrire tutte le rotte a prezzi super competitivi? Grazie, Ryanair . Giancarlo Piludu - Cagliari

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Vale di più l'autografo di Totti o quello della Arcuri? Bel dilemma quello che han... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 30-05-2009)

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Sabato 30 Maggio 2009 Chiudi di MASSIMILIANO LAZZARI Vale di più l'autografo di Totti o quello della Arcuri? Bel dilemma quello che hanno dovuto affrontare l'altra sera i fans che nella discoteca all'ombra dell'Olimpico si sono ritrovati nel bel mezzo di una super glamour festa di compleanno. A spegnere le candeline Francesca Lana, amica di Manuela Arcuri che è corsa a festeggiarla insieme con la conduttrice Veronica Maya. Tutte e tre "blindate" nel privé hanno resistito a lungo agli assalti dei fans mentre, dall'altra parte del locale all'aperto creato dallo staff di architetti cinematografici di Daniele Taddei s'intravedono altri volti noti, come quello di Carlo Conti alle prese con un fumante piatto di spaghetti. Qualche metro più in là ecco Manuele Malenotti e Lola Ponce, lei con un sexyssimo pantalone che ne esalta le forme perfette. Sul palco Jerry Calà inscena uno spettacolo al pianoforte dal "sapore di mare" applauditissimo da Leopoldo Mastelloni. Arriva anche la stilista Valentina De Laurentiis. Demetra Hampton balla, scatenata, nel privé. È forse la prima vera serata estiva della movida capitolina, dove ci si incontra per stare insieme, ognuno a divertirsi o rilassarsi come preferisce. Ma il derby degli autografi si scatena quanto, all'improvviso, tra il pubblico arrivano, come un torrente in piena, quasi tutti i big di Roma e Lazi che terminata la regoular season si concedono una serata di relax nel nuovo locale alla Farnesina. Ci sono Francesco Totti, Daniele De Rossi, Philippe Mexes, Mirko Vucinic, Marco Cassetti, Jeremy Menez, ma anche Stefano Mauri, Simone Inzaghi, Christian Brocchi, Aleksandar Kolarov e Mauro Zarate, insomma mezzo derby in pista: roba da distrarre metà del locale e si scatena la caccia all'autografo. Il più bravo a districarsi nell'assalto di fan è Francesco Totti, che per evitare di firmare per tutta la sera promette: «Dopo, dopo...» e così riesce elegantemente dribblare gran parte dei fans. Nel locale all'ombra dello stadio Olimpico, creato dell'imprenditore Roberto Fantauzzi in collaborazione con Giancarlo Bornigia, si vedono volti noti in ogni angolo: tra questi anche la pasionaria dell'Alitalia Daniela Martini. Si vedono pure Vincent Candela con l'amico Alex Nuccetelli, in missione esplorativa per valutare una possibile festa qui dell'ex calciatore della Roma con tutti gli amici, dopo la partita d'addio al calcio.

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Salza: (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 30-05-2009)

Argomenti: Alitalia

n. 130 del 2009-05-30 pagina 9 Salza: «Via da Bankitalia per diventare più forti» di Redazione Roma. Ovvia ma non scontata la condivisione delle parole del governatore di Bankitalia, Mario Draghi, da parte del parterre finanziario e imprenditoriale che ha assistito all'assemblea annuale. A partire dal maggiore azionista dell'istituto di Via Nazionale, il presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo Enrico Salza, che ha preso la parola, come consuetudine, al termine delle Considerazioni finali. «Le banche - ha detto - hanno svolto la loro funzione in modo corretto» e il fatto che abbiano conservato «fondamentali patrimoniali sani ed equilibrati è il risultato di scelte precise». Analogamente, Salza ha manifestato il proprio accordo sulla proposta di rafforzare ulteriormente i poteri di vigilanza in mano agli istituti centrali in modo da riportare anche la stabilità finanziaria sotto la loro supervisione. In ultima istanza, ha avanzato una proposta finalizzata alla stabilizzazione dei fondamentali: la cessione delle quote detenute in Bankitalia a Via Nazionale stessa per destinare «parte dei proventi alla sottoscrizione di strumenti di patrimonializzazione». Una proposta pratica per accelerare l'uscita dalla crisi che è comunemente ritenuta ancora lontana, anche se lo stesso governatore ha indicato il 2010 come possibile inizio della svolta. «Una visione realistica», ha commentato laconicamente l'ad di Unicredit Alessandro Profumo. «Il contesto dell'economia è tale per cui anche un miracolo non potrebbe far crescere l'erogazione di credito», ha aggiunto il presidente dell'Associazione bancaria italiana Corrado Faissola ribadendo che che gli istituti «hanno sempre fatto bene il loro mestiere e continueranno a farlo». Non si tratta di un'autoassoluzione, ma di una presa d'atto di un impegno comune «per uscire dalla crisi il più presto possibile», come ha chiosato l'ad di Intesa Corrado Passera. E per un giorno banchieri e imprenditori non si trovano su due parti opposte del fronte, ma concordano sul fatto «senza riforme non si può uscire dalla crisi», ha sintetizzato il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Anzi, il presidente di Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, ha detto di più ricordando «impietosamente le scelte che non sono state fatte e che devono essere fatte per il bene del Paese». Quelle che il presidente di Piaggio e Alitalia, Roberto Colaninno, ha definito «scelte coraggiose» e che il presidente del Consiglio Berlusconi si è impegnato a realizzare «nel più breve tempo possibile». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Stesso incendio del 2004 I guai dell' (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 30-05-2009)

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Corriere della Sera sezione: Cronache data: 30/05/2009 - pag: 22 Il caso L'esperto di Palazzo Chigi: dov'erano i sensori? Stesso incendio del 2004 I guai dell'«Alitalia del mare» DAL NOSTRO INVIATO PALERMO Troppe analogie con un'altra mancata tragedia sullo stesso traghetto per attribuire solo al caso il quinto incidente in pochi anni, il secondo devastante incendio a bordo della «Florio», gioiello contraffatto della Tirrenia, la malandata società in cerca d'acquirenti, una sorta di carrozzone pubblico, spesso indicato come «l'Alitalia del mare ». Bisognerà ancora una volta attendere l'esito delle commissioni d'inchiesta per capire come hanno fatto rischiare la vita a cinquecento persone. Ma è proprio chi vive sul mare o si occupa di trasporti e protezione civile a restare di sasso davanti a immagini che sembrano prese da vecchi repertori di cronaca. È il caso di Francesco Venerando, il coordinatore della task force istituita da Palazzo Chigi per gli incendi spontanei di Caronia e poi chiamata a monitorizzare eventi e disastri: «A bordo sulla carta ci sono avvisatori, sensori e tante apparecchiature antincendio che chiamano passive e attive, ma poi le fiamme divampano e sempre all'inter-

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Alitalia Maggio vola Maggio sta andando molto meglio degli altri mesi . Lo ha detto... (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 30-05-2009)

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Alitalia Maggio vola «Maggio sta andando molto meglio degli altri mesi». Lo ha detto il presidente di Alitalia, Roberto Colaninno, commentando l'andamento del coefficiente di riempimento degli aerei.

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Fiat, ecco il piano B di Torino (sezione: Alitalia 2)

( da "Riformista, Il" del 30-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Fiat, ecco il piano B di Torino di Gianmaria Pica Si va verso un'intesa tra Magna e Gm. Se anche fosse questa la strada scelta da Gm per Opel, nonostante il pieno sostegno del mondo politico e sindacale tedesaco, la partita non sarebbe ancora chiusa. Non del tutto. È la posizione di Giuseppe Berta, professore di Storia dell'economia alla Bocconi, editorialista della Stampa, è stato tra i fondatori dell'Assi (Associazione di storia e studi sull'Impresa) e responsabile dell'archivio storico della Fiat dal 1996 al 2002. Dice Berta al Riformista: «Fiat, rispetto a Magna ha presentato un progetto industriale vero e molto più forte. Il piano degli austro-canadesi non mi sembra un gran disegno industriale». Secondo Berta, l'ha - o potrebbe (il condizionale è d'obbligo) - spuntarla Magna perché ha potuto godere di un forte appoggio politico e sindacale molto radicato nell'establishment tedesca. «In Germania - continua Berta - regna una cultura industriale socialdemocratica molto forte e in conflitto con la politica e cultura industriale del gruppo atomobilistico torinese». La formazione anglosassone che caratterizza l'operato di Sergio Marchionne, ha impedito si trovare una quadra in Germania. «Ma proprio la cultura industriale dell'amministratore delegato Fiat, ha permesso al gruppo italiano di ottenere un'inaspettato successo negli Stati Uniti, in piena sintonia con il mondo diplomatico e politico Usa e con il presidente Barack Obama. Il caso Chrysler lo dimostra». Per Berta, i socialdemocratici hanno avuto il rischio che la Fiat sradicasse alcune componenti fondamentali che hanno permesso la costituzione del sistema produttivo automobilistico tedesco: «Componenti, soprattutto, sindacali». Berta è cauto: «Dire che ha vinto Magna è un azzardo, non so come andrà a finire. Sicuramente Marchionne non rimarrà immobile». L'ad Fiat avrebbe già pronte altre strategie: come la proposta di accorpare gli asset di General Motors in america latina e Fiat Brasil. Il marchio italiano diventerebbe così il primo produttore in Sudamerica. La chiave di lettura sulla partita a tre giocartori Opel-Fiat-Magna di Giuseppe Volpato, professore di Economia e gestione delle imprese presso l'università Ca' Foscari di Venezia è questa: Marchionne ha dichiarato che non ha intenzione di alzare la posta, non ha avuto modo di esaminare i conti dell'Opel e non è sceso a patti estremi con i sindacati tedeschi. Per comprendere meglio la questione, Volpato spiega al Riformista che «bisogna esaminare le tattiche di gioco del governo tedesco. Per il momento hanno vinto gli esponenti politici e sindacali alla vigilia delle elezioni di settembre in Germania». Insomma, un affaire Opel che ha molte analogie con la storia - (quasi) tutta italiana - Alitalia. Dice Volpato: «Ora la strategia di Marchionne sarà quella guardarsi intorno: il progetto dell'ad Fiat è quello di ottenere un ruolo industriale di rilevanza mondiale. Non credo - contina - che sarà abbandonato questo progetto». Secondo Volpato i piani allo studio di Marchionne sono diversi, tra cui l'ipotesi di un accordo con la Bmw «molto interessante» o con il gruppo francese PSA Peugeot Citroën. Anche per Volpato l'America Latina sarebbe un continente su cui puntare, ma «dobbiamo capire - dice - se il progetto Magna è quello di rilevare tuttà l'attività di Gm Europe oppure soltanto Opel con l'esclusione delle divisioni Vauxhall e Saab», capendo se Magna è interessata o meno alle altre attività di Gm nel mondo, «potremo capire se la partita sulla divisione Gm in America Latina è ancora aperta». 30/05/2009

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Cossiga: "Silvio pesta i piedi agli Usa, ecco perché lo vogliono far fuori" (sezione: Alitalia 2)

( da "Quotidiano.net" del 30-05-2009)

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Il presidente emerito parla a tutto campo: "Berlusconi è un istintivo, un ingenuo. Non dovrebbe replicare alle accuse e invece s'è inventato piccole balle. All'America non piacciono la sua sintonia con Putin e con la Libia"

                       &nbs" /> Politica TV FOTO E VIDEO BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI CASA Cronaca Politica Esteri Ecquo New York Libri Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Motori Meteo Scommesse Dieta IL CASO NOEMI E LA GUERRA AI GIUDICI Cossiga: "Silvio pesta i piedi agli Usa, ecco perché lo vogliono far fuori" Il presidente emerito parla a tutto campo: "Berlusconi è un istintivo, un ingenuo. Non dovrebbe replicare alle accuse e invece s'è inventato piccole balle. All'America non piacciono la sua sintonia con Putin e con la Libia" di Andrea Cangini ROMA, 30 maggio 2009 - PRESIDENTE Cossiga, solo lei può svelare l’arcano: c’è un complotto per disarcionare Berlusconi o no? «Un po’ sì, un po’ no». Risposta ambigua. «Caro mio, a essere ambigua è la realtà! E gli arcana imperii non vanno mai svelati del tutto. L’ho anche detto a Berlusconi...». Cos’ha detto a Berlusconi? «Diverse cose. La prima, fondamentale, è di tacere». In che senso? «Tacere, non replicare alle accuse per non aizzare nuovi attacchi». Berlusconi, invece... «Berlusconi è un istintivo, non s’è tenuto. Bastava dicesse ‘io mi occupo di politica e non di gossip’, invece è andato a Porta a Porta, ha gridato al complotto, s’è inventato una serie di piccole balle...». E i media ne hanno approfittato. «Ovviamente, più elementi dai più elementi troveranno». E’ la regola del giornalismo d’inchiesta. «Ma quale giornalismo? Ma quale inchiesta?». Quella di Repubblica, no? «Sarebbe meglio parlare dell’editore di Repubblica, De Benedetti». Perché? «Come perché? De Benedetti, come tutti gli imprenditori, punta a far quattrini, e con Berlusconi è rimasto fuori dalle fusioni bancarie, dall’affare Alitalia, dalla ricostruzione dell’Aquila e pare non intenda infilarlo neanche nella holding di Telecom in via di costituzione». De Benedetti, dunque... «S’è incazzato e, secondo me, grazie a una gola profonda nell’entourage del premier ha messo su lo ‘scoop’ sulla festa di Casoria». Era prevedibile? «Largamente. Ma Berlusconi non ha capito che un presidente del Consiglio deve aspettarsi che ogni dettaglio della sua vita privata venga passato al microscopio». C’è chi parla di «delirio di onnipotenza». «Posto che quando uno comincia come cantante sulle navi da crociera e poi entra nella lista degli uomini più ricchi del mondo un certo senso di onnipotenza ci può anche stare...». Posto ciò? «La verità è che Berlusconi è un giocherellone; se lo invitano a una festa a Casoria, lui ci va». E ora, che dovrebbe fare? «Tre cose: far avere la cittadinanza italiana allo ‘svizzero’ De Benedetti, farlo entrare nell’affare Telecom, affidare a una società presieduta dal direttore di Repubblica, Ezio Mauro, una parte della ricostruzione dell’Aquila». Potrebbe non bastare, c’è chi sospetta che l’intrigo abbia ormai dimensioni internazionali. «La questione è seria, ma di un’operazione del genere sarebbero capaci solo pochi Stati. Vediamo: la Francia non può essere stata perché ha bisogno dell’Italia per contrapporsi agli Stati Uniti; la Federazione russa neanche, perché Putin ha un eccellente rapporto con Berlusconi; Israele non ne avrebbe interesse, e comunque non fa operazioni di disinformazione ma solo omicidi mirati...». Dunque, non resta che... «Non resta che l’America. E’ infatti noto che Obama non ama l’Italia e non mi meraviglierei che disertasse pure il G8». Non amare l’Italia le pare un motivo sufficiente? «Se ha ragioni concrete, sì. La principale riguarda l’evidente asse politico che lega Berlusconi a Putin e l’accordo miliardario appena sottoscritto dall’Eni con Gazprom per la costruzione di un colossale gasdotto che approvvigionerà l’Italia e l’Europa». Iniziativa che intacca gli interessi americani? «Sì, perché rafforza Putin e penalizza fortemente il gasdotto che passa per l’Ucraina, sul quale gli Stati Uniti hanno una sorta di egemonia di fatto». Altre ragioni di inimicizia? «Ci sono, e sono sempre legate alla politica estera ed energetica. Ne dico due: Berlusconi è amico di Gheddafi ed ha firmato un trattato in base al quale l’Italia non concederà le proprie basi militari in caso di attacco alla Libia; l’Italia, a differenza degli Stati Uniti, è interessata a mantenere buoni rapporti con l’Iran». Insomma, abbiamo individuato il burattinaio. «Ma nooo, affatto. L’avremmo individuato se non fosse che Obama è un noto pacifista e se non avesse ordinato agli agenti della Cia di sospendere l’attività di intelligence per dedicarsi unicamente al gioco del golf e del baseball». Capito. Secondo lei, ora, cosa dovrebbe fare Berlusconi? «Stare calmo, dare per scontato che l’affare Noemi non gli toglierà voti e semmai gliene procurerà di nuovi e dimettersi subito dopo le europee per stravincere le elezioni anticipate. Capisco, teme che le Camere non verrebbero sciolte e l’incarico sia dato a Fini, ma sbaglia: Fini ha ormai dalla sua solo il ministro Ronchi». di ANDREA CANGINI Scatti rubati a Villa Certosa, la procura sequestra cento foto - L'esposto integrale del premier: il fotografo le ha messe in vendita a un milione di euroSilvio alla festa di Noemi - FOTO SEGRETE Sexy Noemi su Novella Commenti Invia commento Segnala ad un amico 30/05/2009 12:47 aion Cossiga amava stupire, fin dagli ultimi anni del suo mandato presidenziale, sfornando picconate, alzate d'ingegno e simili amenità..... Evidentemente il giochino gli piace ancora, anche a costo di sfiorare il ridicolo/patetico perchè ora elabora scenari di fantapolitica e soprattutto "difende" un "indifendibile" premier. Che dire? Vista la sua età, gli acciacchi e le evidente penurie di adeguata ossigenazione al cervello che mostra proprio con simili interviste, farebbe bene a ritirarsi in qualche anfratto montagnoso della sua bella Sardegna, smetterla di fare il senatore a vita ( a nulla giova, nè a sè nè al Paese)e dedicarsi alla lettura di testi utili all'animo e soprattutto smetterla di tediarci con i deludenti frutti delle scassatissime sinapsi del suo cervello. 30/05/2009 12:54 ivan cos'è che ha detto cossiga qualche mese fa sui ragazzi dell'"onda"? bisogna farli scatenare un po' e poi una bella repressione, che ci sia del bel sangue e stuppidaggini simili... questo spiega la statura del suo intervento di oggi in favore del premier. Sono presenti 2 commenti, invia il tuo commento! Pagine: 1 Nome: Email: Commento: Caratteri rimasti Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro consenso al trattamento dei dati consenso allargato I commenti inviati vengono pubblicati solo dopo esser stati approvati dalla redazione Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi Marina: "Franceschini, vergognati Ma chi ti credi di essere?" (60 commenti) Lo sfogo: "Noemi? 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A mio parere non con[...] "Gasquet non ha preso la cocaina"12:54:51 - cos'è che ha detto cossiga qualche mese fa sui ragazzi dell'"onda"? bisogna farli scatenare un po' e[...] Cossiga: "Silvio pesta i piedi agli Usa, ecco perché lo vogliono far fuori"12:47:37 - Cossiga amava stupire, fin dagli ultimi anni del suo mandato presidenziale, sfornando picconate, alz[...] Cossiga: "Silvio pesta i piedi agli Usa, ecco perché lo vogliono far fuori"12:45:45 - @ ricky Sinceramente, lo ripeto, nè Djokovic nè Federer incontrano le mie simpatie; ma questo non ha[...] Rafa distrugge Hewitt. Debacle Venus12:04:07 - credo che nadal non capisca che fare controlli a sorpresa giovi a tutti, lui per primo. è d'altronde[...] "Gasquet non ha preso la cocaina" Leonardo sulla panchina rossonera: è una buona scelta?Il caso PetraliBerlusconi contro i giudici: da che parte stai?Polemica Maldini-ultras: ha ragione il giocatore a protestare per il silenzio del Milan?Preferisci Sophia Loren o Monica Bellucci?Crisi economica, cosa fai per le vacanze estive?Qual è il tuo libro preferito di Andrea Camilleri della serie dedicata al commissario Montalbano?Faresti educare i tuoi figli da Berlusconi?Tifosi: siete pronti a seguire la Premiata ad Ancona?Giusto chiedere il codice fiscale ai ragazzi per l'esame di maturità?Danilo Di Luca può ancora vincere il Giro d'Italia?Tua figlia vuole diventare velina: come ti comporti?Serie A, chi vincerà il titolo di capocannoniere?Il nucleare coreano è una minaccia per il mondo?Tifoso morto allo stadio: giusto rinviare la partita? La foto del giorno Salto in auto Ecco una bella istantanea del campione di rally Loeb Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec ->

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MYRTA MERLINO ROMA. BANCHIERI CHE ENTRANO TIRATI, SORRIDENDO A DENTI STRETTI, VISIBILMENTE PREOCC... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 30-05-2009)

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MYRTA MERLINO Roma. Banchieri che entrano tirati, sorridendo a denti stretti, visibilmente preoccupati di finire per l'ennesima volta sulla graticola. Entra Alessandro Profumo con un solo collaboratore. In stile americano. Entra Corrado Passera, dritto fino all'ascensore vip che lo «salva» dai giornalisti. Entra Giuseppe Mussari con il suo look da ragazzino scapigliato e il viso scuro. E molti altri: da Geronzi ad Abete. Da Palenzona a Doris. Draghi ha usato la parola banca 26 volte, e a partire da pagina 16 della relazione gli istituti di credito sono stati anche bacchettati a dovere. Draghi li ha incalzati dicendo che bisogna sanare la ferita aperta dalla crisi nella fiducia collettiva. E ha concluso: «Prendete esempio dai banchieri che finanziarono la ricostruzione degli anni '50 e '60. La fiducia non si ricostruisce con la falsa speranza, ma neanche senza speranza». Corrado Passera risponde a stretto giro: «Lo stiamo già facendo». Draghi non sceglie certo i toni accorati usati da Emma Marcegaglia né quelli ironici di Tremonti, ma le sue parole suonano come un invito, gentile eppure fermo. Ad ascoltarlo il gotha degli imprenditori, guidati da Emma Marcegaglia che, in un beneaugurante tailleur fucsia: «Si rischia l'asfissia finanziaria» ricorda ancora una volta lady Confindustria. Intanto il giovane Yaki Elkann, pallido e aristocratico, entra con la sua aria da debuttante, accompagnato dal fido Gabetti. Arriva Carlo De Benedetti, abbronzatissimo con l'aria di chi ha appena attraccato, arriva Roberto Colaninno visibilmente provato dal caldo romano e dalle fatiche Alitalia. E poi Francesco Gaetano Caltagirone, Luca di Montezemolo, Paolo Scaroni, Mauro Moretti, tutti d'accordo nel promuovere la relazione «lucida, condivisibile e costruttiva». I politici, come di consueto, non partecipano eppure molti dei presenti evocano il convitato di pietra, l'antagonista Tremonti con cui Draghi evita accuratamente qualsiasi polemica. In compenso, attento e interessato, compare nel parterre Tommaso Padoa-Schioppa. Un po' più in là, immerso nella lettura della relazione, schivo e sorridente, c'è Carlo Azeglio Ciampi. La mattinata si conclude con una colazione a porte chiuse tra alcuni selezionati giornalisti e il direttorio di Bankitalia. Grande assente lui, il governatore.

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GIANLUCA AGATA MA DI LUCA VUOLE REGALARE IL GIRO A MENCHOV? SONO TRE GIORNI CHE INVECE DI L... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 30-05-2009)

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GIANLUCA AGATA «Ma Di Luca vuole regalare il Giro a Menchov? Sono tre giorni che invece di lavorare per se stesso fa il gregario della maglia rosa». Carlos Sastre ha appena vinto la tappa del Vesuvio, Di Luca è terzo e Giuseppe Mauso, 78 anni, protagonista del ciclismo dei Gaul, Bobet, Magni, Coppi e Bartali e del Giro del '57, lo bacchetta severamente. Oggi il regno del passista di Frattamaggiore è il Tarì di Marcianise, polo del lusso e del gioiello, dove coltiva la passione degli orologi. La tappa del Vesuvio non poteva perderla: «Che spettacolo vedere tanta gente e tutte quelle scritte per Pantani. Il ciclismo è fatica e lui faceva entusiasmare». Nel '57 fu escluso dalla Nazionale e Frattamaggiore scese in piazza per lui. «Ho corso con tanti campioni - continua - Il più grande è Coppi, poche parole, tanti fatti. Bartali? Troppo chiacchierone». In bicicletta trasportava le botti di vino. Poi si accorse di andare forte e a 16 anni cominciò a scalare le montagne. «Mia sorella Rosalia era la mia grande tifosa. Voleva che mi allenassi ogni giorno». Poi Rosalia si trasferì a Milano e Mauso smise a soli 28 anni. Re degli orologi è diventato grazie ad un nobile gesto. In Spagna si fermò ad aiutare un corridore che morì per le conseguenze di una caduta. Il padre di quel ragazzo, per riconoscenza, lo assunse all'Alitalia e nei viaggi tra Ginevra e Napoli mise su una piccola attività di import-export oggi su scala mondiale. Le corse vinte? «La più bella sull'Etna: 14' di distacco su Martini, l'ex ct della Nazionale». La beffa in una Milano-Sanremo. «A 300 metri l'avevo in pugno. Poi mi fregò Bobet in volata». Scalatore, non velocista. «Magari avessi avuto la volata di Angelo Damiano, olimpionico in tandem a Tokyo '64. Ma sulla montagna mi trovavo a mio agio».

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(sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 31-05-2009)

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n. 131 del 2009-05-31 pagina 4 «Erano pronti a pagarmi per incastrare Berlusconi» di Stefano Zurlo La proposta di due giornalisti dell'«Espresso» a Laura, concorrente del Grande Fratello Lei chiede 50mila euro, loro disposti a trattare: «Basta un sms che provi la relazione» Una lunga trattativa. E alla fine i giornalisti dell'Espresso buttano sul tavolo la loro proposta: «Io te la pago - dice uno di loro - se tu hai l'altra cosa. Se hai le foto, se hai i gioielli». Insomma, le prove della relazione con il Cavalier Silvio Berlusconi. Laura, Laura Drezwicka, la biondissima del Grande Fratello, non sa nulla. Ma decide di giocare, fa intendere, provoca, spara di aver avuto una relazione col Cavaliere. E freme per concedere un'intervista. A pagamento, va da sé. La richiesta è secca: cinquantamila euro. Cinquantamila euro per raccontare tutti i dettagli piccanti, piccantissimi, privati, privatissimi, che riguardano Berlusconi e la sua privacy. «I giornalisti dell'Espresso - racconta ora lei al Giornale - erano scatenati. Volevano sapere tutto, ma proprio tutto sulle abitudini erotiche del presidente del Consiglio». Del resto, il settimanale del gruppo De Benedetti attualmente in edicola spara un servizio dal titolo più che promettente: «L'harem di Silvio». E ormai c'è una lunga tradizione di pseudo scoop sulle avventure sentimentali del premier: le feste a Villa Certosa, le ragazze invitate in Sardegna, il caso Noemi, i gossip sulle ministre. La task force del periodico prova da mesi a guardare attraverso il buco della serratura dentro la camera da letto di Silvio. «Credo - prosegue Laura - che abbiano incontrato molte, moltissime ragazze, chiedendo degli sms di Silvio, delle foto in posa con lui, dei regali che avrebbero ricevuto». Il giornalismo sotto le lenzuola mobilita energie e risorse. E l'Espresso è disposto a pagare queste rivelazioni esplosive. Al tavolo di un ristorante di Napoli sono sedute quattro persone: Laura, la sua amica Roberta, fotografa, i due emissari del settimanale. Un redattore e un collaboratore. Laura, una sorta di Paris Hilton all'amatriciana, vanta un curriculum stuzzicante: esordio folgorante come «sexy car washer», in quasi topless mentre puliva grandi auto fra goccioloni luccicanti, si è esibita senza veli nel circuito di alcune tv private, infine è entrata nella stanza del Grande fratello al posto di Daniela Martani, la hostess poi licenziata dall'Alitalia. E questo suo exploit è stato oggetto di molte mormorazioni e chiacchiericci: chi l'ha spinta fin sotto le telecamere bramate da legioni di aspiranti veline? Insomma, ha tutte le curve e le zone d'ombra per attirare la curiosità della stampa come il miele le api. Bastano poche frasi di circostanza e subito arriva la richiesta: «Lei - spiega Roberta - pensava a una cifra di 50mila euro per questa... 50mila euro che è il prezzo che lei ha valutato con me, questa è la cifra per rilasciare questa intervista». Cinquantamila euro. Sono tanti ma all'Espresso la storia fa gola. Con quel corteo di dettagli torbidi, particolari scabrosi, relazioni peccaminose. «Se tu vai da Oggi o vai da Gente - riflette l'inviato - a fare un'intervista del genere... Se lo fai con l'Espresso invece... Vogliamo parlarne seriamente... Se no la chiudiamo tu sei libera di... chiudere con il nostro giornale. Però volevo dire che non è una cosa che si fa proprio così. Io vado dal direttore e dico "c'ho una ragazza che ha fatto il Grande fratello e potrebbe raccontare cose di Berlusconi e gli diamo 50mila euro", non ti dirà mai di sì». Ci vogliono le prove per dire sì e staccare l'assegno: «Se io riporto di lei cose gravi del presidente del Consiglio devo essere sicuro». Sicuri o dubbiosi, i cronisti hanno drizzato le antenne e affondano le domande: «Si è comportato bene fino a quando?» «Fino a poco tempo fa». «Ma perché si è stufato?». «No, non è che si è stufato... Forse è per i casini che stanno succedendo adesso, mica per altri motivi». Gira e rigira, la discussione si avvita sempre intorno allo steso punto: «Hai qualche elemento per documentare la tua relazione sessuale o no?» «Ho le mie prove». E non ti senti un po' Monica Lewinsky?» «Io ho le mie prove». Come la stagista americana aveva le sue. Laura tiene sulla corda i giornalisti, si sbilancia, allude, poi ingrana la retromarcia. E le domande a pagamento scendono come chicchi di grandine: «Ti ha pagato l'affitto?». «Ha pagato l'affitto». «Molte stanno lì». «Eh, sì», risponde Laura. Pronta per un altro quiz: «Hai visto cose che faceva che so con la Carfagna, con la Matera, con quelle che ha candidato?» È l'unico passaggio «istituzionale» della conversazione. Laura mena il can per l'aia, precisa, per chi ancora non lo sapesse, che le donne hanno una psicologia particolare, parla di sensazioni. I cronisti incalzano. Le domande sono sempre più «politiche»: «Ti chiamava?». «Mi chiamava spesso la sera». «Stava al telefono a lungo?». «Abbastanza». Sembra di essere dentro uno spot. «Ho delle prove telefoniche, ma solo sms». «Sono vincolanti questi sms» esultano i giornalisti. «Sono belli, sono belli», ripete lei, più stereotipata di un'oca giuliva «Amichevoli?», insistono prudenti gli inviati. «Amichevoli no, perché non è solo mio amico». Ci siamo, o forse non ancora. Laura è la reginetta del dico-non dico, come del vedo-non vedo. Il safari nella vita privata del premier riprende: «Non c'hai una foto un po' più... una foto che prova». Così, con qualche scatto hard, il tormentone sul Cavaliere potrebbe chiudersi una volta per tutte. Laura fa balenare quel che non ha, l'immagine potrebbe pure esserci. La starletta rilancia: «Sì una foto che non ho visto da nessuna, con nessuna ragazza, ce l'ho questo documento, ce l'ho sul telefono. È ovvio che non te l'ho fatto vedere perché non posso farti vedere». La caccia al tesoro è a un passo dalla meta. L'affare sembra possibile. «Questo - replica uno dei giornalisti - per me sarebbe... Cioè se avessi questa cosa io potrei dire al direttore: c'è questa cosa... che siete molto amici... che siete stati dentro casa sua da sola con lui dentro la sua stanza». Questo sì che sarebbe bingo. Serve altro? C'è bisogno di qualcosa ancora dopo aver frugato dentro Vila Certosa con gli obiettivi dei paparazzi? Laura non molla: «Io prima volevo fare un'intervista per un compenso, poi mostrerò le foto». Laura vuole i soldi, Laura vuole i riflettori, l'Espresso vuole le prove. Poi la vita privata, personale, intima del Cavaliere potrà pure essere fatta a pezzi. Dunque, si va avanti a comporre un fantomatico manuale erotico del Cavaliere. Le domande si fanno ancora più esplicite, quasi surreali, grottesche: «Faceva delle cose anche insensate oppure no? Cioè ha controllo come uomo oppure no?». «Con te non ha mai avuto dei comportamenti folli?». Altro che Palazzo Grazioli. Qui siamo in una galleria di personaggi lombrosiani. Insomma, lo scoop potrebbe pure essere più grande del previsto: un Cavaliere mostro, o bruto o chissà che altro. Una pellicola dell'orrore. Che botto. Meglio consolidare il terreno con altre domande a ventaglio: «Ti ha mai raccontato di essere stato con due donne insieme?». Certo, nel Kamasutra dell'Espresso il capitolo orge era rimasto incredibilmente nell'ombra. Laura si supera: «Guarda, io non coinvolgo nessuna altra persona in questo racconto». Laura indica ma non chiarisce e allora, persa ogni misura, dal taccuino saltano fuori temi che gli stessi cronisti maneggiano come saponette, «come leggende metropolitane che girano». Finiscono tutte insieme nel mulinello: «C'è questa storia della puntura alla base del pube che ti permette di avere rapporti sessuali continuamente per ore». Ma la leggenda, come tutte le leggende, non finisce qua: «Ha avuto anche problemi dal punto di vista di un eccesso di afflusso di sangue». Sono informati, all'Espresso. O forse è una domanda. Laura si ricorda di essere stata una «sexy car washer»: «Mi stai chiedendo se ce l'ha grosso?». Ridono tutti, adesso. Ma è un istante. Laura torna a pattinare sulla zona grigia: «Io questa cosa non me la sento di dirla in questo momento se fa le punture o no... Non te la dirò mai». Il Paese resterà appeso al rebus. Meglio divagare, sì, ma non troppo: «Lui si diverte e gioca e gli piace vedere magari due donne che si baciano fra di loro e magari fanno lo spogliarello, cose di questo genere... Si renderebbe ridicolo. Era per capire questa cosa qua appunto anche in questo». Laura è una barriera: «Quello fa parte dell'intervista, non mi va di rispondere». Non subito. E allora si torna a parlare delle garanzie e del compenso, il carburante della conversazione: «A me quel che interessa è se tu hai una foto che documenta un rapporto particolare con lui... che fa capire lui come personaggio anche in relazione alla politica cioè come...». «Io comunque adesso ci penso». Sì, basta, almeno per questa volta: «Io te la pago se tu hai quest'altra cosa. Se tu hai le foto, se tui hai i gioielli. Il fatto che ti ha iscritto al Grande Fratello perché veramente... non la possiamo fare» l'intervista. «Tu non puoi dire che uno è l'amante tuo soltanto sulla base della tua parola». «Be', già il Grande Fratello penso che sia una bella prova». «Si dice che sono state segnalate...». Siamo al capitolo raccomandazioni, ma Laura se ne va. Ci sarà tempo per un altro appuntamento. E per altri mercanteggiamenti. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Dario Castriota Giorgio Gaber Io non mi sento italiano , cantava il grande Gaber in... (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 31-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Dario Castriota Giorgio Gaber «Io non mi sento italiano», cantava il grande Gaber in quello che sarebbe stato il suo ultimo album. Credo che la frase rappresenti bene, al momento, lo stato d'animo di buona parte della popolazione di questo strano Paese. Per chi, come il sottoscritto, si è formato nei tanto vituperati anni 70 (raramente riconosciuti per quello che sono stati: un periodo nel quale, semplicemente, in molti credevamo che un «mondo migliore», come dicono i no-global di oggi, fosse possibile), non è infatti facile sentirsi parte di una comunità (oppure ormai è più corretto parlare di «pubblico»?) che sembra non avere remore nell'applaudire l'ipotesi grottesca dell'anziano satiro che rincorre le ragazze. Non è facile pensare che esista una legge che pone il personaggio in questione al di sopra di ogni legge, garantendogli l'immunità. Non è facile credere che simile legge sia stata firmata da un Presidente della Repubblica al di sopra di ogni sospetto. Non è facile credere che un paese nato dalla Resistenza contro la dittatura fascista sia oggi ridotto così. Non è facile riuscire a credere ai propri occhi, guardando l'Italia del 2009. Viviana Vicarelli Dell'Utri e il suo capo Noi abbiamo come presidente uno che si è venduto alla mafia per averne aiuto e raccattare un tot di elettori garantito e che come consiglieri tiene accanto a sé il mafioso Dell'Utri: condannato a 11 anni di reclusione e 5.000.000 euro di multa e che è ancora un esponente di spicco del Pdl. Le motivazioni della condanna sono: aver concorso ad associazione con Cosa Nostra e aver perseguiti i suoi scopi, mettendo a sua disposizione l'influenza e il potere che gli venivano dalla sua posizione di esponente del mondo finanziario e imprenditoriale e delle sue relazioni. Aver intrattenuto rapporti continuativi con suoi membri tra cui Bontate, Mangano, Cinà e Riina, aiutando a nascondere i latitanti. La sentenza del 2001 di Caltanissetta che condannò 37 persone per la strage di Capaci e l'assassinio di Falcone dice chiaramente «sono provati rapporti fruttuosi, quanto meno sotto il profilo economico, fra Berlusconi e Dell'Utri da una parte e Cosa Nostra dall'altra». E con un Berlusconi che è legato a filo doppio con la mafia e intende condurre il nostro Paese verso una dittatura, Franceschini ha il coraggio di chiederci di votare SÌ a un referendum che farebbe sparire le coalizioni e gli darebbe pieni poteri. G. Domenico Malpeli Le azioni dell'Alitalia Il premier e i suoi dipendenti, volevo dire gli esponenti di primo piano del PdL, travolti dai casi Mills e Noemi, invitano a non fare gossip, ma a guardare ai risultati raggiunti dall'esecutivo. Uno di questi, che viene sempre citato, è l'avere risolto la questione Alitalia. Io non sono un economista, non ne capisco nulla di slot, hub, piani industriali e roba varia, ma una cosa la so: fino a qualche mese fa possedevo 1.400 euro in obbligazioni e azioni della ex compagnia di bandiera, ora non ho più nulla, i miei risparmi si sono volatilizzati insieme a quelli di qualche decina di migliaia di connazionali. Non c'è che dire, un risultato di cui vantarsi. Giorgio Corona Carriere da separare L'on. Berlusconi dice che non intende lasciare finché non avrà realizzato la «separazione delle carriere» (di pm e giudici) e riapre lo così lo scontro nei confronti di un'altra Istituzione. Un'iniziativa non proprio da "statista". Il "premier", anziché della Magistratura dovrebbe preoccuparsi di separare la "sua" personale carriera di imprenditore e monopolista, da quella di politicante sforzandosi di essere un normale cittadino, con gli stessi diritti di coloro che dovrebbe governare, e porre fine al conflitto di interessi che preoccupa il mondo e sfascia l'Italia. errata corrige Camilleri voleva dire... Nella rubrica «Lo chef consiglia» di Andrea Camilleri e Saverio Lodato, pubblicata ieri a pagina 12, il taglio di una riga e un refuso hanno reso poco chiaro l'inizio della risposta di Camilleri. Il testo esatto è il seguente: «Lei mi presenta un Berlusconi che zampetta da un tribunale al Parlamento, da un confessionale a Porta a Porta, che mi ricorda il famoso "Figaro qua, Figaro là", ma anche il Gastone di Petrolini, ricercato nel parlare, ricercato nel vestire. E ricercato dalla Questura».

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questioni di taglia / 1 No ai poliziotti panzoni. E i ministri sottomisura? Vektor questio... (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 31-05-2009)

Argomenti: Alitalia

questioni di taglia / 1 No ai poliziotti panzoni. E i ministri sottomisura? Vektor questioni di taglia / 2 Se brunetta è un ministro... gli altri che sono... maxistri? Cristina ex dixit Sappiamo dunque che Berlusconi tradiva la moglie, x di+ frequentando una minorenne. Lui dice che è un complotto della sinistra ma dimentica che queste cose le ha dette la moglie o ex. I. O. spalle Dinanzi ai fischi, alla Confesercenti, il "SULTANO" ha detto di avere «le spalle larghe». Io direi meglio: coperte! GUERRINO M. SERRAPETRONA cercasi educatore Io non farei mai educare i miei figli dal capo della B. B. (banda berlusconi o banda bassotti, tanto è uguale). Sallj frequentazioni Bisognerebbe spiegare al Sign. Feltri che nn c'è relazione - negativa - tra Franceschini e i cani, mentre c'è tra Al Tappone, le minorenni ed il suo evidente ridicolo penoso travaso di bile. nonna Iole richiesta Per favore non fate passare le parole piene di ipocrisia dei figli di berlusconi... ricordate a tutti e in particolare a loro che non hanno avuto la stessa sensibilità a difesa della mamma immortalata a seno nudo da un giornale vicino se non servo del papà... tranne che la difesa scatta in relazione del conto in banca... difendete franceschini che questa volta li ha messi sulla difensiva... Sempre così, brava concita. rocco (catania) class action Propongo una class action di cittadini contro le offese del premier, piera ts c'è chi dice sì... Una Tv locale ha chiesto ai suoi telespettatori: «Fareste educare i vostri figli da Berlusconi?» Il 78 per cento ha detto SÌ! Nessun commento. F.S. che salvata! Il premier va dicendo in tv che ha salvato alitalia, io credo invece siano stati i contribuenti. le mie 4000 azioni chi me le deve restituire? franco matteuzzi

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Una domenica con il naso all'insù con il rischio di ingorghi a terra e nei cieli. ... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 31-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Domenica 31 Maggio 2009 Chiudi di GIULIO MANCINI Una domenica con il naso all'insù con il rischio di ingorghi a terra e nei cieli. Va in scena oggi sul lungomare di Ostia il Roma International Air Show. Tutto è pronto per l'evento fortemente voluto dal sindaco, Gianni Alemanno. Quarantasette velivoli più una squadriglia di paracadutisti a partire dalle ore 13,00 e per non meno di tre ore daranno vita a una rassegna mista tra acrobazia, sfida tecnologica, dimostrazione di abilità nel soccorso e arte del volo. Se il meteo non tradirà le speranze, potrebbe raggiungere quota un milione il numero di spettatori che si rovesceranno sul lungomare di Ostia per assistere alle evoluzioni. Benché gli organizzatori si appellino alla praticità dei romani perche raggiungano comodamente in treno la location prescelta, a due passi dalla fermata "Stella Polare", sarà un esercito di vigili urbani a cercare di mettere ordine al prevedibile assalto automobilistico. Pure in una pesantissima carenza di personale, il comandante della polizia municipale Roma 13, Angelo Moretti, ha disposto un ordine di servizio per cento agenti nel turno di mattina e altrettanti in quello pomeridiano. Essendo di 260 il numero dei vigili di Ostia in organico, significa che molti di loro lavoreranno anche per tredici ore di filato. Il Git, gruppo intervento traffico, ha garantito collaborazione nel presidio di tutti i semafori della via Cristoforo Colombo. Dall'azienda di trasporti "Met.Ro." si garantisce il potenziamento delle corse con 74 passaggi (di cui cinque diretti) nella fascia di tempo compresa tra le 11,00 e le 18,00. Potenziato anche lo 062, linea bus che collega Ostia Ponente al centro della cittadina. Chiusure e restrizioni alla sosta e al transito sono state disposte dalla polizia municipale intorno all'area oggetto dello spettacolo aereo. Dalle 8,00 di questa mattina sono chiuse al traffico piazza Sirio, via della Tolda, via della Stella Polare, via delle Bocche di Bonifacio, un tratto del lungomare Duilio tra via del Bucintoro e viale della Vittoria. La via del Mare, tra via Cardinal Ginnasi e via Guido Calza, sarà a senso unico. Divieto di immissione da via Ostiense alla via del Mare all'altezza di Acilia. Tra i quasi cinquanta velivoli militari, civili e di soccorso che si alterneranno sulla verticale di Ostia, figurano due Harrier della Marina Militare, il Tornado e l'Eurofighter del Reparto Sperimentale Volo dell'Aeronautica ed un F-16 olandese. Numerosi anche gli elicotteri. Sarà presente il Canadair antincendio e al volo radente non ha voluto rinunciare neanche l'Alitalia che si presenterà con un passaggio spettacolare del Boeing 767. Ieri le prove che si sono svolte nei cieli della cittadina balneare hanno sollevato un vespaio di polemiche. Decine di telefonate sono arrivate ai centralini delle forze dell'ordine e dei vigili del fuoco da parte delle case per anziani dell'Infernetto mentre vibrate proteste sono state fatte da pazienti e parenti di ricoverati del "Grassi". Per due ore, dalle 14 in poi, gli antifurto di appartamenti e auto sono scattati in continuazione per il rumore assordante degli aerei di passaggio nei cieli di Ostia. C'è stato persino chi ha temuto il passaggio di uno sciame sismico. «Già nei giorni scorsi polemizza un neurologo del "Grassi" avevamo segnalato voli a bassa quota degli aerei di stanza al vicino scalo militare di Pratica di Mare. In certi momenti era addirittura impossibile parlare con i pazienti». Una serie di ritardi e decolli si sono registrati nel vicino aeroporto di Fiumicino per la limitazione delle operazioni di volo disposte dall'Enac. E gli stessi disagi sono previsti anche per oggi. Nella fascia oraria della manifestazione partenze e arrivi si svolgeranno su una sola pista, quella perpendicolare al mare.

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Frecce tricolori (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 31-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera sezione: Tempo Libero data: 31/05/2009 - pag: 15 Frecce tricolori Oggi il grande ritorno a Ostia dell'«Airshow» In volo anche la prima donna della pattuglia francese Due chilometri di spiaggia, un milione e mezzo di spettatori. A qualche centinaio di metri dal litorale di Ostia le Frecce Tricolori, la pattuglia acrobatica francese, quella olandese, il nuovo Boeing 767 dell'Alitalia. Volo sociale, come gli elicotteri per il soccorso e il trasporto di feriti e i Canadair per lo spegnimento degli incendi boschivi, e volo sportivo. Tutto insieme in quattro ore di spettacolo nel «Roma International Airshow» che scatta oggi alle 13, davanti allo stabilimento «Belsito». Già ieri, durante le prove, decine di migliaia di persone hanno assistito alle evoluzioni di jet militari e aerei a elica, deltaplani a motore e paracadutisti anche dagli altri stabilimenti balneari della costa e dalla spiaggia libera. «Un evento scenico e spettacolare eccezionale», ha definito qualche giorno fa l'appuntamento aeronautico il sindaco Gianni Alemanno. Tutti con il naso all'insù, quindi, oggi pomeriggio, con un'attrazione in più: la prima donna nella pattuglia acrobatica transalpina, la «Patrouille de France». Al centro della squadriglia ci sarà il comandante Virginie Guyot, secondo alcune indiscrezioni il prossimo capo della pattuglia. Erano sei anni che l'Airshow non tornava a Ostia: per l'occasione sono stati invitati 47 «assetti» che si alterneranno sul mare. Circolazione bloccata sulla costa, con chiusura del traffico per almeno un chilometro. Si temono ingoghi e per questo «Met.Ro.» ha potenziato le corse sulla tratta Roma-Lido dalle 11 alle 18. Impegnati decine di vigili urbani per regolare l'afflusso di auto e moto che si aspetta molto pesante. L'organizzazione dell'evento, coordinato dal Team Italia e dall'aeroclub «Volere Volare», ha compreso nella manifestazione i passaggi a bassissima quota di uno dei sei «767» Alitalia in servizio per voli di lungo raggio, pilotato dai comandanti Marco Ghisi e Gabriele Pediconi. Ma lo spettacolo si aprirà con le evoluzioni del team acrobatico «Blue Circe» e dai «Breitling Devils ». In volo di seguito anche il Reparto sperimentale dell'Aeronautica militare con l'Eurofighter e gli F16 dell'aeronautica olandese. Ancora da confermare invece le attese esibizioni di due Sea Harrier della Marina italiana. Sarà quindi la volta di altre pattuglie, come il «Pioneer team», il «Crazy Fly» di Nettuno, con i voli del Piaggio Aero 180, di due Fournier del «Blue Voltige», e del Citation del 118. L'aeronautica mostrerà in azione, oltre all'Eurofighter, i Tornado, il velivolo da trasporto C-27 e gli elicotteri per il soccorso in mare HH-3F, protagonisti anche negli ultimi mesi di recuperi di persone in difficoltà. Per l'occasione i velivoli faranno base, per decolli e atterraggi, all'aeroporto di Pratica di Mare, in quello di Ciampino, a Latina e all'aviosuperficie di Nettuno. Per le Frecce Tricolori l'appuntamento di oggi sarà soltanto il primo di una «tre giorni» piena di impegni sui cieli di Roma. Nel pomeriggio la pattuglia acrobatica, comandata dal maggiore Massimo Tammaro, eseguirà uno spettacolo di circa mezz'ora con il repertorio di acrobazie che l'ha resa famosa in tutto il mondo. E alle manovre sarà aggiunta anche la novità di quest'anno del 313ÚGruppo Addestramento Acrobatico, il «Cuore tricolore», già mostrata in occasione della festa delle Frecce il Primo maggio scorso presso la base di Rivolto, in provincia di Udine. Conclusa l'esibizione, la Pan tornerà negli hangar a Pratica di Mare in attesa del sorvolo di prova di domani mattina su alcuni quartieri romani, in vista del passaggio per la Festa della Repubblica di martedì su via dei Fori Imperiali al termine della parata militare. Domani, però, le Frecce, impegnate in alcune riprese video per l'Aeronautica, si potranno ammirare in volo sui principale monumenti, dal Colosseo al Palazzo del Quirinale, e anche su gran parte dell'Eur, fra le 11.30 e le 13. Rinaldo Frignani Grandi emozioni Il volo acrobatico delle Frecce Tricolori durante una delle ultime esibizioni. Quest'anno si prevede una partecipazione di circa un milione e mezzo di persone che assisteranno allo spettacolo assiepati lungo due chilometri di spiaggia, davanti allo stabilimento «Belsito»

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treni, aerei, navi è "low cost" la parola d'ordine - ettore livini (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 31-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina 30 - Cultura Treni, aerei, navi è "low cost" la parola d´ordine Crisi a bordo l´attualità La recessione economica colpisce sia le famiglie che le imprese e sta trasformando radicalmente il modo di viaggiare. Nei cieli, le compagnie low cost hanno più passeggeri di quelle storiche di bandiera. Nelle ferrovie è in arrivo una "classe Ikea", il pullman conosce un nuovo boom e persino le crociere diventano spartane ETTORE LIVINI R isorgono i treni e i pullman. Ryanair, regina delle low cost, supera per numero di passeggeri persino la gloriosa Lufthansa. British Airways elimina (causa crisi) la sua esclusiva First Class. Nell´era dei subprime e dei Pil che si muovono come i gamberi, all´indietro, il mondo ha riscoperto il viaggio in seconda classe. L´austerity non risparmia nessuno: Barak Obama ha tolto i jet privati ai supermanager delle case automobilistiche Usa sull´orlo del crac. Le banche d´affari americane - dove fino a un annetto fa chi prendeva bonus inferiori al milione l´anno era considerato poco più di un pezzente - hanno tagliato tutte le spese di trasferta dei dipendenti. E anche i turisti fai-da-te tirano i cordoni della borsa, abbassando le pretese. Come testimonia il drastico taglio (-14 per cento secondo Federalberghi) alla spesa per il ponte del 2 giugno. I cieli mondiali sono lo specchio più fedele di questo ribaltone nell´universo della mobilità e delle vacanze. A inizio 2008 il modello vincente era quello a cinque stelle: aerei sempre più grandi e lussuosi, doccia a bordo (copyright Emirates), champagne a fiumi, poltroncine che si trasformavano in pochi secondi in comode e riservatissime suite d´alta quota. A disposizione di un mondo in cui i nuovi ricchi dei Paesi emergenti e i superbanchieri (o per meglio dire le loro aziende) erano disposti a pagare senza batter ciglio prezzi quindici volte superiori a quelli dell´economica per togliersi questi sfizi. Poi, in pochi mesi, tutto è cambiato. Le Borse sono andate ko. Le prenotazioni di biglietti di prima e business sono crollate del 40 per cento. E le compagnie aeree hanno riportato indietro di un decennio il loro orologio evolutivo. Oggi quasi tutti i big hanno aumentato i posti in classe economica "rubandoli" alla parte più nobile dei loro voli. E persino politici e autorità - in Italia il buon esempio arriva dal governatore di Banca d´Italia Mario Draghi - viaggiano, quando possono, a bordo di compagnie low-cost. I maggiori beneficiari di questa rinascita del «viaggio in seconda» sono però le cenerentole del mondo dei trasporti: il treno e il pullman. Il declassamento dei viaggiatori d´affari, ad esempio, è uno dei motivi del grande successo della Frecciarossa. Diverse aziende italiane in questi mesi hanno obbligato i loro dipendenti in viaggio sulla Milano-Roma ad utilizzare il servizio dell´alta velocità - più economico della navetta Alitalia - che in pochi mesi ha sottratto all´aereo quasi il 50 per cento del mercato. Le rotaie hanno portato via tanti viaggiatori anche alle auto: molte tratte di servizi pendolari - rigorosamente in seconda - hanno registrato negli ultimi mesi aumenti di traffico del 50 per cento. Fiutato il momento d´oro per loro (e quello nero per le tasche degli italiani), le Fs hanno deciso di entrare a piedi uniti anche nel low-cost, lanciando sconti del 30-60 per cento sui convogli nelle ore meno frequentate della giornata. Nell´era dei viaggi dell´essenzialità, insomma, il servizio cinque stelle paga poco. Se ne sono accorti persino due profeti del lusso made in Italy come Luca Cordero di Montezemolo e Diego Della Valle: tra un paio d´anni lanceranno la sfida alle Fs sull´alta velocità. E il loro cavallo di battaglia, assieme a qualche convoglio più esclusivo, sarà il cosiddetto «treno Ikea»: vagoni essenziali, spartani, ma con tutte le comodità di base. E a prezzo molto più abbordabile. Dalle rotaie alla strada, il risultato non cambia: la crisi ha riportato d´attualità un mezzo che sembrava in via d´estinzione: il pullman. Certo i tempi sono cambiati, su quasi tutti i mezzi sono previsti aria condizionata e servizi a bordo. Mentre i prezzi sulle linee low-cost - se ne trovano a decine su Internet - sono crollati: Milano-Roma 10 euro, Roma-Siena 5 euro. Costi competitivi con qualsiasi altro mezzo di trasporto. Basta cliccare e prenotare con un po´ d´anticipo. L´utilizzo sapiente del web è il segreto di Pulcinella per chi vuol ridurre al minimo le spese di viaggio in questo clima d´austerity. In un mondo in cui l´offerta (di posti in aereo ma anche di pacchetti-vacanza) supera di gran lunga la domanda, arriva inevitabilmente il momento delle offerte a prezzo di saldo. Così tante compagnie aeree (per esempio Meridiana) e diversi tour operator hanno deciso di mettere in vendita all´asta con un po´ d´anticipo i loro prodotti. Si paga un minimo di iscrizione -pochissimi euro - e poi ci si lancia nel complicato gioco dei rilanci. Che sono tutti al ribasso. C´è persino chi è riuscito a volare a New York, andata e ritorno, pagando solo 1,4 euro. Nemmeno il mondo dorato delle crociere sfugge al vento gelido della crisi. Come è successo in cielo, anche sul mare sono arrivate le navi low-cost. A lanciarle (si chiamano Easycruises) sono gli inventori della Easyjet. Cabine più essenziali. Spazi ridotti. Ma servizio di bordo quasi all´altezza delle cinque stelle. Una seconda classe galleggiante a prezzi molto più bassi dei concorrenti. Attenzione invece a non cadere nello specchietto per le allodole delle navi cargo. In apparenza si tratta di una soluzione pratica ed economica: ci si imbarca su una portacontainer, sistemati nelle poche cabine per passeggeri, e si naviga con l´equipaggio. Niente fronzoli, il viaggio è più lungo, come sui piroscafi del secolo scorso. L´atmosfera un po´ bohémienne e il tuffo nel passato sono però lussi che costano: un passaggio transatlantico su uno di questi giganti dei mari costa il triplo dello stesso viaggio in aereo.

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L'aeroporto riabbraccia i turisti (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 31-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Ogliastra Pagina 6044 Tortolì. Venerdì prossimo vertice decisivo in Regione, in ballo il collegamento quotidiano con Roma L'aeroporto riabbraccia i turisti Tortolì.. Venerdì prossimo vertice decisivo in Regione, in ballo il collegamento quotidiano con Roma Lo scalo riapre con tre voli charter dall'Austria --> Lo scalo riapre con tre voli charter dall'Austria Con l'allungamento della pista a 1500 metri, lo scalo di Tortolì è in grado di ospitare aerei capaci di trasportare fino a 130 passeggeri. Velivoli che raggiungono senza scalo l'Inghilterra e la Scandinavia, bacini ancora inesplorati per il turismo ogliastrino. L'atterraggio dei primi tre aerei con un centinaio di turisti provenienti da Innsbruk e Berna, accolti festosamente al loro arrivo, è servito a riaccendere le speranze sulla stagione turistica e sulla continuità di esercizio dello scalo ogliastrino, ora affidato per tre mesi (in proroga), alla società Gearto del gruppo Mazzella. A settembre il secondo aeroporto della costa Orientale potrà invece puntare su scenari più ambiziosi: la nascita annunciata di una società di gestione a maggioranza pubblica e l'istituzione di un collegamento aereo giornaliero con Roma. All'iniziativa, che la Regione si è impegnata a sostenere finanziariamente nella fase di avviamento, hanno già espresso il loro interessamento società del calibro di Meridiana e Alitalia. «Nelle ultime settimane - spiega il consigliere ogliastrino Angelo Stochino - si sono create le condizioni più favorevoli per l'affidamento di un collegamento aereo giornaliero, fondamentale per lo sviluppo del nostro territorio, alla compagnia che offrirà maggiori garanzie e maggiori sconti sul prezzo del biglietto .Gli incontri tenuti con il governatore Cappellacci alla presenza del presidente della Provincia Ogliastra e del sindaco di Tortolì hanno delineato la possibilità di un intervento finanziario da parte della Regione nell'ordine di un milione all'anno per tre anni, rimodulabile con il possibile inserimento dello scalo di Tortolì nel sistema della continuità territoriale aerea». Il prossimo incontro sull'argomento, aggiornato dal presidente Cappellacci a venerdì prossimo, potrebbe definire in modo conclusivo sia le modalità dell'intervento regionale sia il ruolo che la Sfirs andrà a ricoprire nella società a maggioranza pubblica per la gestione dello scalo ogliastrino. Gruppi imprenditoriali di spicco come Azimut, Mazzella e Rusconi hanno già manifestato il loro interesse ad acquistare le quote di minoranza per il nuovo aeroporto. Grazie all'allungamento della pista a 1500 metri, lo scalo di Tortolì è in grado di far atterrare aerei capaci di trasportare fino a 130 passeggeri. Velivoli che raggiungono senza scalo l'Inghilterra e la Scandinavia, bacini ancora inesplorati per il turismo ogliastrino. La fase pionieristica dei collegamenti aerei in funzione turistica, inaugurata con successo nel 1993 dal gruppo imprenditoriale che fa capo a Giorgio Mazzella, si era progressivamente logorata con la crisi del mercato turistico e la concorrenza spietata da parte delle località turistiche che sono riuscite ad abbattere i costi del biglietto grazie all'utilizzo di aerei molto capienti ed a basso consumo. Pur essendo stata posta in liquidazione, sarà la società Gearto ad assicurare la continuità di esercizio verso le nuove frontiere dell'aeroporto ogliastrino. Ieri i passeggeri che hanno viaggiato a bordo del Dash 8 (capace di 50 passeggeri) e dei due Dornier (30 posti ciascuno) hanno trovato ad accoglierli i gestori dell'aeroporto, con Giorgio Mazzella visibilmente soddisfatto, e il gruppo folk che ha improvvisato un ballo sardo e offerto a ciascuno un cestino con dolci sardi tradizionali. NINO MELIS

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"Pronti a pagarmi per incastrare Berlusconi" (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 31-05-2009)

Argomenti: Alitalia

n. 131 del 2009-05-31 pagina 4 "Pronti a pagarmi per incastrare Berlusconi" di Stefano Zurlo La proposta di due giornalisti dell’Espresso a Laura, concorrente del Grande Fratello Lei chiede 50mila euro, loro disposti a trattare: "Basta un sms che provi la relazione" Una lunga trattativa. E alla fine i giornalisti dell’Espresso buttano sul tavolo la loro proposta: «Io te la pago - dice uno di loro - se tu hai l’altra cosa. Se hai le foto, se hai i gioielli». Insomma, le prove della relazione con il Cavalier Silvio Berlusconi. Laura, Laura Drezwicka, la biondissima del Grande Fratello, non sa nulla. Ma decide di giocare, fa intendere, provoca, spara di aver avuto una relazione col Cavaliere. E freme per concedere un’intervista. A pagamento, va da sé. La richiesta è secca: cinquantamila euro. Cinquantamila euro per raccontare tutti i dettagli piccanti, piccantissimi, privati, privatissimi, che riguardano Berlusconi e la sua privacy. «I giornalisti dell’Espresso - racconta ora lei al Giornale - erano scatenati. Volevano sapere tutto, ma proprio tutto sulle abitudini erotiche del presidente del Consiglio». Del resto, il settimanale del gruppo De Benedetti attualmente in edicola spara un servizio dal titolo più che promettente: «L’harem di Silvio». E ormai c’è una lunga tradizione di pseudo scoop sulle avventure sentimentali del premier: le feste a Villa Certosa, le ragazze invitate in Sardegna, il caso Noemi, i gossip sulle ministre. La task force del periodico prova da mesi a guardare attraverso il buco della serratura dentro la camera da letto di Silvio. «Credo - prosegue Laura - che abbiano incontrato molte, moltissime ragazze, chiedendo degli sms di Silvio, delle foto in posa con lui, dei regali che avrebbero ricevuto». Il giornalismo sotto le lenzuola mobilita energie e risorse. E l’Espresso è disposto a pagare queste rivelazioni esplosive. Al tavolo di un ristorante di Napoli sono sedute quattro persone: Laura, la sua amica Roberta, fotografa, i due emissari del settimanale. Un redattore e un collaboratore. Laura, una sorta di Paris Hilton all’amatriciana, vanta un curriculum stuzzicante: esordio folgorante come «sexy car washer», in quasi topless mentre puliva grandi auto fra goccioloni luccicanti, si è esibita senza veli nel circuito di alcune tv private, infine è entrata nella stanza del Grande fratello al posto di Daniela Martani, la hostess poi licenziata dallAlitalia. E questo suo exploit è stato oggetto di molte mormorazioni e chiacchiericci: chi l’ha spinta fin sotto le telecamere bramate da legioni di aspiranti veline? Insomma, ha tutte le curve e le zone d’ombra per attirare la curiosità della stampa come il miele le api. Bastano poche frasi di circostanza e subito arriva la richiesta: «Lei - spiega Roberta - pensava a una cifra di 50mila euro per questa... 50mila euro che è il prezzo che lei ha valutato con me, questa è la cifra per rilasciare questa intervista». Cinquantamila euro. Sono tanti ma all’Espresso la storia fa gola. Con quel corteo di dettagli torbidi, particolari scabrosi, relazioni peccaminose. «Se tu vai da Oggi o vai da Gente - riflette l’inviato - a fare un’intervista del genere... Se lo fai con l’Espresso invece... Vogliamo parlarne seriamente... Se no la chiudiamo tu sei libera di... chiudere con il nostro giornale. Però volevo dire che non è una cosa che si fa proprio così. Io vado dal direttore e dico “c’ho una ragazza che ha fatto il Grande fratello e potrebbe raccontare cose di Berlusconi e gli diamo 50mila euro”, non ti dirà mai di sì». Ci vogliono le prove per dire sì e staccare l’assegno: «Se io riporto di lei cose gravi del presidente del Consiglio devo essere sicuro». Sicuri o dubbiosi, i cronisti hanno drizzato le antenne e affondano le domande: «Si è comportato bene fino a quando?» «Fino a poco tempo fa». «Ma perché si è stufato?». «No, non è che si è stufato... Forse è per i casini che stanno succedendo adesso, mica per altri motivi». Gira e rigira, la discussione si avvita sempre intorno allo steso punto: «Hai qualche elemento per documentare la tua relazione sessuale o no?» «Ho le mie prove». E non ti senti un po’ Monica Lewinsky?» «Io ho le mie prove». Come la stagista americana aveva le sue. Laura tiene sulla corda i giornalisti, si sbilancia, allude, poi ingrana la retromarcia. E le domande a pagamento scendono come chicchi di grandine: «Ti ha pagato l’affitto?». «Ha pagato l’affitto». «Molte stanno lì». «Eh, sì», risponde Laura. Pronta per un altro quiz: «Hai visto cose che faceva che so con la Carfagna, con la Matera, con quelle che ha candidato?» è l’unico passaggio «istituzionale» della conversazione. Laura mena il can per l’aia, precisa, per chi ancora non lo sapesse, che le donne hanno una psicologia particolare, parla di sensazioni. I cronisti incalzano. Le domande sono sempre più «politiche»: «Ti chiamava?». «Mi chiamava spesso la sera». «Stava al telefono a lungo?». «Abbastanza». Sembra di essere dentro uno spot. «Ho delle prove telefoniche, ma solo sms». «Sono vincolanti questi sms» esultano i giornalisti. «Sono belli, sono belli», ripete lei, più stereotipata di un’oca giuliva «Amichevoli?», insistono prudenti gli inviati. «Amichevoli no, perché non è solo mio amico». Ci siamo, o forse non ancora. Laura è la reginetta del dico-non dico, come del vedo-non vedo. Il safari nella vita privata del premier riprende: «Non c’hai una foto un po’ più... una foto che prova». Così, con qualche scatto hard, il tormentone sul Cavaliere potrebbe chiudersi una volta per tutte. Laura fa balenare quel che non ha, l’immagine potrebbe pure esserci. La starletta rilancia: «Sì una foto che non ho visto da nessuna, con nessuna ragazza, ce l’ho questo documento, ce l’ho sul telefono. è ovvio che non te l’ho fatto vedere perché non posso farti vedere». La caccia al tesoro è a un passo dalla meta. L’affare sembra possibile. «Questo - replica uno dei giornalisti - per me sarebbe... Cioè se avessi questa cosa io potrei dire al direttore: c’è questa cosa... che siete molto amici... che siete stati dentro casa sua da sola con lui dentro la sua stanza». Questo sì che sarebbe bingo. Serve altro? C’è bisogno di qualcosa ancora dopo aver frugato dentro Vila Certosa con gli obiettivi dei paparazzi? Laura non molla: «Io prima volevo fare un’intervista per un compenso, poi mostrerò le foto». Laura vuole i soldi, Laura vuole i riflettori, l’Espresso vuole le prove. Poi la vita privata, personale, intima del Cavaliere potrà pure essere fatta a pezzi. Dunque, si va avanti a comporre un fantomatico manuale erotico del Cavaliere. Le domande si fanno ancora più esplicite, quasi surreali, grottesche: «Faceva delle cose anche insensate oppure no? Cioè ha controllo come uomo oppure no?». «Con te non ha mai avuto dei comportamenti folli?». Altro che Palazzo Grazioli. Qui siamo in una galleria di personaggi lombrosiani. Insomma, lo scoop potrebbe pure essere più grande del previsto: un Cavaliere mostro, o bruto o chissà che altro. Una pellicola dell’orrore. Che botto. Meglio consolidare il terreno con altre domande a ventaglio: «Ti ha mai raccontato di essere stato con due donne insieme?». Certo, nel Kamasutra dell’Espresso il capitolo orge era rimasto incredibilmente nell’ombra. Laura si supera: «Guarda, io non coinvolgo nessuna altra persona in questo racconto». Laura indica ma non chiarisce e allora, persa ogni misura, dal taccuino saltano fuori temi che gli stessi cronisti maneggiano come saponette, «come leggende metropolitane che girano». Finiscono tutte insieme nel mulinello: «C’è questa storia della puntura alla base del pube che ti permette di avere rapporti sessuali continuamente per ore». Ma la leggenda, come tutte le leggende, non finisce qua: «Ha avuto anche problemi dal punto di vista di un eccesso di afflusso di sangue». Sono informati, all’Espresso. O forse è una domanda. Laura si ricorda di essere stata una «sexy car washer»: «Mi stai chiedendo se ce l’ha grosso?». Ridono tutti, adesso. Ma è un istante. Laura torna a pattinare sulla zona grigia: «Io questa cosa non me la sento di dirla in questo momento se fa le punture o no... Non te la dirò mai». Il Paese resterà appeso al rebus. Meglio divagare, sì, ma non troppo: «Lui si diverte e gioca e gli piace vedere magari due donne che si baciano fra di loro e magari fanno lo spogliarello, cose di questo genere... Si renderebbe ridicolo. Era per capire questa cosa qua appunto anche in questo». Laura è una barriera: «Quello fa parte dell’intervista, non mi va di rispondere». Non subito. E allora si torna a parlare delle garanzie e del compenso, il carburante della conversazione: «A me quel che interessa è se tu hai una foto che documenta un rapporto particolare con lui... che fa capire lui come personaggio anche in relazione alla politica cioè come...». «Io comunque adesso ci penso». Sì, basta, almeno per questa volta: «Io te la pago se tu hai quest’altra cosa. Se tu hai le foto, se tui hai i gioielli. Il fatto che ti ha iscritto al Grande Fratello perché veramente... non la possiamo fare» l’intervista. «Tu non puoi dire che uno è l’amante tuo soltanto sulla base della tua parola». «Be’, già il Grande Fratello penso che sia una bella prova». «Si dice che sono state segnalate...». Siamo al capitolo raccomandazioni, ma Laura se ne va. Ci sarà tempo per un altro appuntamento. E per altri mercanteggiamenti. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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DI FRONTE A UN SIFFATTO SCHIERAMENTO, SI PUò STORCERE IL NASO IN NOME DELLA LOGICA IMPRENDITORI... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 31-05-2009)

Argomenti: Alitalia

Di fronte a un siffatto schieramento, si può storcere il naso in nome della logica imprenditoriale piegata agli interessi della politica. Senza, però, dimenticare che quello stesso intervento politico è stato invocato a più riprese in molte analoghe situazioni di crisi. Come nell'accordo con la Chyrsler andato felicemente in porto soltanto grazie alla mediazione determinante di Obama. In questa luce, l'avventura di Marchionne è apparsa un po' troppo solitaria, un capitano coraggioso - e orgoglioso - che non ha saputo o voluto misurarsi con le pedine più influenti, e indigeste. In questa debolezza di Fiat, c'è chi ha puntato il dito sulla latitanza di Palazzo Chigi e, più in generale, del nostro sistema bancario. Per non parlare dei sindacati nostrani che hanno apertamente tifato perchè la trattativa fallisse. Prendersela con il governo è legittimo, anche perchè mai come in queste settimane è apparso soprattutto impegnato su altri, meno strategici fronti. Ma la lezione da trarre non riguarda solo la maggioranza di centrodestra. In questa come in altre circostanze (resta emblematica la vicenda Alitalia), l'Italia si conferma impreparata a muoversi in sinergia, a presentarsi come «sistema paese». Sia per le divisioni profonde che ancora dividono aspramente centrodestra e centrosinistra, sia per una inveterata abitudine a muoversi ciascuno a difesa del proprio particulare senza curarsi della prospettiva comune, l'Italia non riesce a fare squadra. Non è una novità di questi anni, è un nostro handicap che ha radici storiche e culturali profonde. Però, in questa difficile congiuntura dell'economia mondiale, questo limite diventa più visibile, e molto più pericoloso. Marchionne e la sua Fiat hanno perso una battaglia importante, anche se, sul medio periodo, l'azienda uscirà probabilmente rafforzata dalla scelta di non infilarsi in una fusione dai contorni finanziari poco trasparenti. Ma chi esce più duramente sconfitto, da questa sfida, è l'Italia. C'eravamo giustamente inorgogliti per il recente successo Fiat in America, quando a vincere era stato soprattutto l'individualismo geniale che, in tante situazioni, ci ha premiato. Ma, nel momento in cui occorreva coordinamento istituzionale e spirito di cooperazione, il paese non ce l'ha fatta. Indipendentemente da chi vincerà queste e le prossime elezioni, è un fallimento che non promette niente di buono per il futuro. Mauro Calise

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"su fiat l'ultimo esempio di dilettantismo" - marco trabucco (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 01-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina V - Torino "Su Fiat l´ultimo esempio di dilettantismo" Vietti (Udc) e il caso Piemonte: questo governo non ha cultura industriale "Scajola ha battuto un colpo su Opel a babbo morto e non so se sia stato più inutile o più ridicolo" MARCO TRABUCCO Onorevole Vietti questo governo è amico o nemico della Fiat e del Piemonte? Ha ragione il Pd a considerare la nostra regione "figlia di un dio minore"? «Oggi ho sentito che il ministro Scajola ha battuto un colpo sull´esito della trattativa Fiat-Opel: lo ha fatto a babbo morto e non so se sia stato più inutile o più ridicolo. Dice che il piano Fiat era il migliore: allora forse conveniva darsi una mossa prima. Abbiamo visto Marchionne con il suo maglioncino da Obama, dalla Merkel e dai sindacati tedeschi. Ma non abbiamo mai visto un esponente del governo italiano interloquire in questa vicenda». Gli incentivi alla rottamazione li hanno dati. Non sono già qualcosa? «Scajola ha detto di averli condizionati al fatto che non venisse licenziato nemmeno un lavoratore in Italia: come se fosse quella l´unica questione di una ristrutturazione davvero globale del mondo dell´auto. Per non parlare della Lega che si è vantata di aver proposto un emendamento perché poi Fiat non delocalizzasse produzioni. Se lo avesse fatto poi, come pensava di multarli? Puri spot». Lei, che ha anche lavorato in un governo con Berlusconi e Tremonti è d´accordo con il fatto che penalizzano Torino e il Piemonte? «In parte, ma non esagererei con il vittimismo. Che Berlusconi non abbia mai mostrato un grande interesse per questa regione lo si è visto anche nella scelta della compagine dell´ultimo governo. O dall´attenzione a grandi opere come Tav e Terzo Valico, dove non ho ancora capito se il governo abbia messo un euro. Così come per il retroporto di Genova ad Alessandria o al polo della logistica a Novara. Mi sembra però che sul disinteresse per questo territorio prevalga un altro problema». Quale? «La mancanza di una cultura politica che riguarda tutto il Paese: vedi Malpensa, e l´Alitalia che penalizzano la Lombardia dove gran parte delle amministrazioni sono di centrodestra. La questione dei fondi Fas per la Sicilia e più in generale i soldi per le infrastrutture, promessi, ma che non ci sono. Berlusconi dice che la crisi non c´è, Tremonti che c´è, ma che bisogna lasciar passare la nottata. Così il governo italiano non ha messo che qualche miliardo dove gli altri ne hanno investiti centinaia. è il difetto di cultura di governo che rende difficile concepire una politica industriale, del credito e delle infrastrutture di lungo periodo. Gli spot costano meno e rendono di più, in termini immediati». E la Lega, il partito che dovrebbe difendere gli interessi del Piemonte e del Nord dov´è? «Alla Lega basta fare l´elenco della spesa: Malpensa e Alitalia appunto, ma anche i 500 milioni a Roma (esentata dal patto di stabilità), i 150 a Catania, Reggio Calabria che diventa città metropolitana: tutti provvedimenti che loro hanno votato. Come i tagli alle scuole di montagna: hanno approvato il decreto Gelmini senza battere ciglio. Poi in questi giorni vanno in giro per le valli di Lanzo a dire che saranno loro a ridargliele. Fanno il partito di lotta e di governo, votano le leggi e poi dicono che sono colpa di Roma».

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firenze, doppio ostacolo per il bimbo l'anima rossa e i signori del mattone - alberto statera (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 01-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina 9 - Interni Firenze, doppio ostacolo per il Bimbo l´anima rossa e i signori del mattone Renzi favorito contro Galli. Spini incognita a sinistra Il reportage L´ex vicesegretario del Psi: primarie decise dai voti venuti dalla destra. Il candidato del Pd: balle, a me non mi ha scelto ‘papi´ ALBERTO STATERA FIRENZE - «Ah, ecco l´ultima spina!» esclamava alzando gli occhi al cielo Giorgio La Pira, il sindaco santo di Firenze, quando incontrava Valdo Spini giovanetto insieme al padre Giorgio, grande storico protestante. Passato mezzo secolo, la piccola spina valdese è tornata fastidiosamente a infilarsi sotto il tallone di Matteo Renzi, poco più che trentenne cattolico rampante, ex boy scout di Rignano sull´Arno e adoratore del mito lapiriano. Tra pochi giorni il giovane presidente uscente della Provincia dovrebbe essere eletto sindaco della non più proprio rossa Firenze al primo turno contro l´ex calciatore della Fiorentina e del Milan, il pidiellino Giovanni Galli, esangue e tarda scelta berlusconiana. Se non ci fosse l´intralcio pungente di Valdo. Parlamentare da una vita, antico vicesegretario socialista, ministro col governo Ciampi, a sessant´anni più che suonati, Spini, attorniato da una nobile corte che espone un Rosselli e una Frescobaldi, ha deciso di dimostrare che ci può essere «un Partito democratico all´americana e non alla vaticana, come quello incarnato da un democristiano di ultima generazione». Così, dopo lo psicodramma delle primarie fiorentine, quell´orrendo «mischiume» nel quale non lo vollero, che vide tutti contro tutti in una faida maledetta dall´affare speculativo di Salvatore Ligresti sull´area di Castello, si è candidato con l´appoggio di sette liste, compresi i verdi, i repubblicani della Sbarbati e Rifondazione. Accreditato almeno al 10% minaccia così di rovinare la festa dell´elezione al primo turno al candidato nomato "bimbo". Da cui il calembour che va alla grande tra i vecchi del Pci fiorentino: «Prima i comunisti mangiavano i bambini, ora sono i bambini che mangiano i comunisti». «A me non mi ha scelto Papi, ma le primarie!», grida Renzi, belloccio sì, pur se lievemente pingue a differenza di Noemi, al Circolo Vie Nuove, cuore rosso e accaldato di Firenze, dopo essersi paragonato nientemeno che a Farinata degli Uberti. E Massimo D´Alema, trattenendo il celebre sorrisino di scherno sotto il baffo, è venuto a dargli il suo assist: «Matteo è come un ciclista che pedala un´ora davanti al gruppo, l´unico interrogativo non è se vince, ma se batte o no tutti i record». E pensare che soltanto qualche settimana fa il boy scout lapiriano diceva che Massimo sì l´aveva chiamato dopo le primarie, ma che lui aveva il telefonino distante e non era proprio riuscito a rispondergli. Lo stesso trattamento riservato a Walter Veltroni e, poi, a Dario Franceschini, che il candidato democrat di lingua sciolta ha bollato come "il vicedisastro". Onore comunque di D´Alema a Valdo Spini: «E´ un vecchio compagno, troveremo il modo di lavorare insieme. La ricchezza del partito sono le diverse radici, per cui al vecchio compagno dico: serriamo le fila». Per carità, non sia mai detto: «Vietato strumentalizzare le parole di Massimo su Valdo», minaccia il segretario del Pd Giacomo Billi. E anche quelle dalemiane sul sindaco uscente Leonardo Domenici che «merita sostegno alle europee», in vista di «un partito ritrovato che dopo le elezioni sarà più solido». Chimera dalemiana preelettorale il partito più solido e unito, mentre la guerriglia intestina divampa qui quasi in bocca alle urne. Lapo Pistelli, candidato cattolico sconfitto alle primarie fiorentine, ma responsabile Esteri del Pd, non firma armistizi rispetto al guanto lanciato: «Per concorrere a una posizione di responsabilità occorrono sia amore per la funzione per la quale ci si candida, sia empatia con gli elettori ai quali si chiede una delega a rappresentarli: entrambe precondizioni che non vedo realizzate in Leonardo Domenici». E Sergio Staino, candidato alle europee di Sinistra e libertà: «Pistelli ha ragione». Smaliziati i commenti a D´Alema nella platea rossa nel forno del Circolo Vie Nuove: «L´è sempre il migliore Max. Il capo l´è lui. Tu vuoi vedè che il 7 giugno fa il su´ partito?!». Domenici non c´è in questi giorni a Firenze, colpito un po´ dalla sindrome Cofferati, la disaffezione della città che lo esaltò. Si vede poco, impegnato com´è nella campagna elettorale per Strasburgo. Ha un po´ metabolizzato le amarezze di uno che si sente vilipeso, nonostante sia quello che «più a lungo ha governato Firenze dalla fine del Settecento», come garantisce. E con buoni risultati. Primi fra tutti il nuovo palazzo di giustizia e la linea 1 del tram. Sfiorato ma non toccato dallo scandalo Castello - l´area su cui al posto di una «cacata» di giardino, come egli stesso la chiamò, si voleva realizzare lo stadio della Fiorentina all´insaputa dei fiorentini - che ha coinvolto il suo vice Graziano Cioni, l´anima cittadina naif, si è sentito incompreso da un «partito romanizzato che ha dato l´idea di voler tagliare i rami fronzuti su cui era seduto». Lo confessa: «Ho sofferto con Walter. Io ho ancora la visione ottocentesca di un partito pesante, strutturato, con gli iscritti, con le sezioni, che non rinunci al suo ruolo di direzione politica, non un partito liquido, ectoplasmatico». Quanto a Renzi gli aveva «consigliato» di non candidarsi in una città nella quale per essere eletti servono 105 mila voti. Su 37 mila votanti alle primarie, il bimbo ne ha presi 16 mila. Ce la farà a diventare sindaco, ma a che prezzo? «Posto che la piazza di Firenze è piazza della Signoria, cioè una piazza laica e non religiosa, Matteo è bravo e disinvolto. E sono certo che per le primarie non ha fatto accordi con poteri e poterini». Ma poi? Che cosa non dice Domenici? Il fatto è che di quei 16 mila voti alle primarie la leggenda metropolitana vuole che più di 3 mila siano venuti da destra, dalle truppe cammellate di Denis Verdini, cui pare che Renzi sindaco stia benissimo e che proprio per questo ha scelto un avversario debole come Galli, nonostante potesse disporre di un nome migliore come quello di Gabriele Toccafondi. Il leader della destra locale, per di più coordinatore nazionale del Pdl, king maker del sindaco del Pd. Possibile? «Certo», conferma pro domo sua Valdo Spini, che avverte: «Non mettete il Pd nelle mani di Matteo Renzi, sarebbe un grave indebolimento delle prospettive future di tutto il partito». Ma come? Non era il piccolo Obama di Firenze? L´alito di Denis, magnifico clone di Adolfo Celi in "Amici miei", soffia nella Firenze massonica e non. Non c´è solo la maledizione di Castello, che già vent´anni fa ad opera di Achille Occhetto costò la testa a un´intera classe dirigente comunista, su cui Ligresti vuole fare un´operazione da un miliardo e Della Valle la Cittadella Viola con lo stadio della Fiorentina. Ci sono le cooperative e soprattutto la BTP, acronimo che designa Baldassini, Tognotti e Pontello, i regnanti immobiliari della città. La loro banca è il Credito cooperativo, di cui è presidente e signore Verdini. Accusato anni fa di aver violentato una sua avvenente correntista, fu assolto dall´accusa di violenza sessuale, ma rinviato a giudizio per rivelazione di segreto bancario, violazione della privacy e diffamazione, perché rivelò notizie sull´esposizione della signora, di suo marito e dei loro amici. Poi c´è la Fingen ("fashion, retail e real estate") dei fratelli Corrado e Marcello Fratini, soci della cordata berlusconiana dell´Alitalia, che detiene oltre 600 mila metri quadri, tra cui quelli di Sesto Fiorentino, che potrebbero essere l´alternativa a Castello per lo stadio e la Cittadella viola. Ne è presidente Jacopo Mazzei, cugino di Lorenzo Bini Smaghi della Banca centrale europea, ma soprattutto figlio di Lapo Mazzei, straordinario produttore di Chianti e grande capo dell´Opus Dei. Ex democristiani ed ex comunisti, massoni e legionari di Cristo. In fondo che differenza fa? La città è scossa dalla prospettiva delle linee 2 e 3 della tramvia, che liscia i monumenti, e dall´esercito di quasi mille vigili urbani, vecchio feudo di Graziano Cioni, lo sceriffo che tanti guai ha procurato a Domenici e al Pd fiorentino, i quali impazzano con cascate di multe. Ma la partita vera, forse meno evidente ai fiorentini, è quella urbanistica: «Firenze ha toccato il fondo - garantisce l´urbanista Vezio De Lucia - si è omologata al peggio nazionale: la rendita fondiaria comanda sul futuro della città». E comanderà sempre di più se il bimbo che non è stato scelto da Papi non glielo impedirà.

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Sei giorni al voto e per Franceschini il nemico da battere è sempre lo stesso: l'astension... (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 01-06-2009)

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Sei giorni al voto e per Franceschini il nemico da battere è sempre lo stesso: l'astensionismo. Lui si sgola, girando l'Italia, rivendicando di «aver alzato la voce quando è servito, perchè essere moderati e riformisti non vuol dire tacere»: «Non è il momento di disertare le urne, contro questo governo che ha nascosto la crisi, che vuole stravolgere la Costituzione, il Pd resta l'unica speranza per difendere la qualità della vita democratica». L'astensionismo resta in agguato, ma anche l'aumento degli elettori incerti, indicato dagli esperti, è un segnale d'allarme per Berlusconi. E infatti nella domenica dei duelli a distanza, il premier attacca con tutto il volume di fuoco di cui dispone. Organizza «un bagno di folla» a Bari e inventa la conferenza stampa con la claque. Lui risponde alle domande e i presenti applaudono: «Gli elettori - è il leit motiv del premier - sapranno distinguere la realtà dalla spazzatura». Attacca il Pd, il premier, dice che si «spaccherà in tre» dopo le europee. Ma soprattutto evoca il complotto, in compagnia di Maroni, secondo cui «da anni vogliono far fuori Berlusconi», a suon di montature e inchieste fasulle. Messaggio al premier Caso veline a parte, il problema di Franceschini è far arrivare il messaggio che Berlusconi e Tremonti sono riusciti ad oscurare: in questa crisi «il governo ha fatto pochissimo per aiutare i deboli, non ha fatto riforme, come chiede pure Bankitalia, è stata assente o dannosa per vicende cruciali come Malpensa-Alitalia o il caso Fiat-Opel». Ma arriverà il messaggio? «Viviamo in un paese di plastica per come lo rappresenta la televisione, ma girando per negozi, treni, mercati e metropolitane ho un'impressione ben diversa». La crisi c'è i poveri pure. «Bisogna aiutare subito i ceti deboli e le piccole imprese», ripete il segretario. Ieri era in Toscana e dopo aver visitato un impianto fotovoltaico all'avanguardia, ha rilanciato il tema della «Green Economy», su cui Obama ha investito e che potrebbe essere una svolta anche per il nostro paese. Invece il governo pensa molto al nucleare e poco all'ambiente. Il segretario del Pd attacca sui rifiuti di Palermo, e su due casi emblematici di latitanza del governo: «Ricordate che Berlusconi voleva fare il primo Consiglio dei ministri a Malpensa? Così non è stato visto che si tratta di un aeroporto oggi fantasma». Anche su Fiat-Opel Franceschini, come Fassino, accusa l'esecutivo: «In questi giorni i governi degli altri paesi si sono impegnati per trovare una soluzione vantaggiosa per le proprie nazioni, il nostro governo non c'era». Speranze? Franceschini non ci sta al gioco dell'asticella, «che piace ai giornalisti». L'obiettivo è dimostrare che il Pd c'è e che è l'unico argine a Berlusconi. Il premier ieri ha stuzzicato il leader democratico: «Non sanno neanche dove sedersi a Strasburgo», ha detto. E a Bari ha negato di aver tolto soldi al Sud. «Nemmeno un euro». «È come negare i numeri della tabellina», accusa Pittella del Pd, «una menzogna assoluta», incalza D'Alema. Ma si sa che soprattutto in campagna elettorale Berlusconi non va per il sottile.

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nel cielo di Ostia (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 01-06-2009)

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Corriere della Sera sezione: Tempo Libero data: 01/06/2009 - pag: 12 La manifestazione Presenti i team di vari paesi europei. I «giri della morte» dello «Spartan» «Top gun» nel cielo di Ostia In 200 mila con il fiato sospeso per le acrobazie dell'«Airshow» Neanche il maltempo che ha oscurato il cielo di Ostia ha tenuto lontani i romani che ieri hanno voluto assistere ai «looping » e ai «tonneaux» delle Frecce tricolori. Lungomare affollatissimo e interdetto al passaggio delle auto, trasformato in una specie di lunga tribuna da piazzale Colombo sino al «pontile» di piazzale dei Ravennati. Secondo una stima della polizia stradale e dei vigili urbani, erano almeno 200 mila le persone con il naso all'insù. Uno spettacolo nello spettacolo. Con tantissime famiglie che si sono attrezzate per assistere al «Roma International Airshow » arrivando in bicicletta, su pattini a rotelle. O semplicemente scendendo dalla Roma-Lido per dribblare il traffico. Le esibizioni mozzafiato sono cominciate verso mezzogiorno, con le evoluzioni dei team acrobatici «Blue Circe», «Breitling Devils», «Pioneer team» e «Crazy fly», molti composti da «top gun» in pensione. Poi è stata la volta dei voli militari. Come quello del bimotore da trasporto C 27 «Spartan», una specie di «mulo del cielo» venduto in mezzo mondo dall'italiana Alenia, capace di trasportare pesantissimi autoblindo restando agile e maneggevole come un caccia. Un velivolo capace di permettersi, come ieri sul mare di Ostia, «giri della morte» e avvitamenti al cardiopalma che hanno strappato lunghissimi applausi dalla spiaggia gremita di spettatori. Ci sono stati anche gli spettacolari passaggi a volo radente di un imponente Boeing 767 dell'Alitalia, - «Papà, sembra quasi che si possa toccare», ha detto sbalordita una bimbetta al genitore - e le picchiate «tattiche» a pelo d'acqua, le stesse che nei duelli aerei consentono di avvicinarsi di sorpresa al nemico, di un F16 dell'aeronautica olandese. L'Air show si è concluso con le attesissime «Patrouille de France» e «Frecce tricolori ». Le nuvole scure e basse - erano a neanche 600 metri d'altezza - hanno costretto i «top gun» a ridurre il programma delle acrobazie, «questo per evitare i rischi», ha spiegato uno degli speaker della rassegna, il comandante Alitalia e portavoce Anpac Nelson Ferrera. Ma quel po' che si è visto sul lungomare dev'essere piaciuto lo stesso ai 200 mila con il naso all'insù. Applausi d'ammirazione per le acrobazie dei piloti transalpini (tra cui una donna, Virginie Guyot) e persino lacrime di commozione quando i Macchi 339 sono rientrati a Pratica di Mare lasciando a bassa quota una lunghissima striscia di fumogeni bianchi, rossi e verdi. Alessandro Fulloni Frecce tricolori Le acrobazie del team italiano nel cielo di Ostia

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Ottocentomila spettatori per solo tredici minuti di volo. Uno spettacolo mancato per colpa del pessi... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 01-06-2009)

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Lunedì 01 Giugno 2009 Chiudi Ottocentomila spettatori per solo tredici minuti di volo. Uno spettacolo mancato per colpa del pessimo meteo ma che, comunque, ha tenuto una città intera con il naso all'insù. E' durata solo tredici minuti l'esibizione delle Frecce Tricolori, il momento più atteso del Roma International Air Show tenutosi ieri a Ostia. Prima della pattuglia acrobatica nazionale si erano presentati in volo diversi aeromobili e persino un Boeing 767 dell'Alitalia ma l'attesa generale eta tutta per i dieci MB339 tricolori.Traditi da nuvole troppo basse per permettere le ardite acrobazie aeree. Hanno faticato non poco i duecento vigili urbani di Ostia più quelli del Git schierati sulle strade per cercare di evitare la paralisi. Mancini all'interno

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Ottocentomila spettatori per solo tredici minuti di volo. Uno spettacolo mancato per colpa d... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 01-06-2009)

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Lunedì 01 Giugno 2009 Chiudi di GIULIO MANCINI Ottocentomila spettatori per solo tredici minuti di volo. Uno spettacolo mancato per colpa del pessimo meteo ma che, comunque, ha tenuto una città intera con il naso all'insù. E' durata solo tredici minuti l'esibizione delle Frecce Tricolori, il momento più atteso del Roma International Air Show tenutosi ieri a Ostia. Prima della pattuglia acrobatica nazionale si erano presentati in volo diversi aeromobili e persino un Boeing 767 dell'Alitalia ma l'attesa generale eta tutta per i dieci MB339 tricolori. Traditi da nuvole troppo basse per permettere le ardite acrobazie aeree. Hanno faticato non poco i duecento vigili urbani di Ostia più quelli del Git schierati sulle strade per cercare di evitare la paralisi. E momenti di tensione non sono mancati, non solo nell'ora del rientro. Intorno alle 14,30, infatti, le forze dell'ordine sono entrate in fibrillazione per un imprevisto: circa quattrocento ciclisti del movimento "Critical mass" si stavano dirigendo verso il Lido ingombrando la via Cristoforo Colombo a passo d'uomo. I pacifisti che propugnano l'uso della bicicletta in sostituzione dell'auto, erano ormai sulla soglia del lungomare quando sono stati invitati dalla Questura a deviare la loro "passeggiata verso la spiaggia". Carabinieri e poliziotti in assetto antisommossa sono stati fatti schierare alla Rotonda ma il contatto non è avvenuto: i manifestanti, giunti all'altezza di via del Lido di Castelporziano, hanno svoltato in direzione della spiaggia libera di Castelporziano. Meno traumatica del previsto anche la protesta dei giovani del Cantiere Sociale. Intorno alle ore 17,00 una cinquantina di loro si sono dati appuntamento a piazza Anco Marzio e avrebbero voluto ingombrare il lungomare sino all'ex colonia Vittorio Emanuele III ma il dirigente del commissariato, Vincenzo Vuono, è stato così abile da ridimensionare la pretesa e attardare l'invasione. Alle 19 sono stati fatti attraversare per raggiungere il vicino Pontile. In questa rassegna aerea sotto tono si è anche corso il rischio della sciagura. Uno dei tre piloti dei Breitling Devil, pattuglia acrobatica privata composta da ex delle Frecce Tricolori, subito dopo l'esibizione mentre era in vista dell'atterraggio a Pratica di Mare ha dovuto far fronte ad un improvviso guasto tecnico. Il velivolo è stato fatto atterrare in un campo senza conseguenze per l'aviatore. A conclusione della giornata si sono esibite le Frecce Tricolori. La pattuglia ha decollato con dieci minuti di ritardo rispetto al programma per il passaggio di un'imponente perturbazione. Giunta sulla verticale di Ostia ha dato vita ad un programma ridotto a causa delle nubi basse. Per tredici minuti sono stati effettuati passaggi corali e assolo di Simone Cavelli, per ribadire la perfezione dell'intesa e per dimostrare l'abilità nell'esecuzioni di tonneau, di volo "ubriaco", di formazione a diamante. Il pubblico ha apprezzato tributando alla pattuglia applausi continui. Il clou dell'emozione si è raggiunto nel finale, con il tricolore più lungo mai realizzato fino a oggi - cinque chilometri di estensione con i fumogeni sulle note di "Vincerò" della Turandot di Giacomo Puccini per l'esecuzione registrata di Luciano Pavarotti. Strascichi nella fluidificazione del traffico di rientro si sono manifestati per un paio d'ore, sino a quasi le 19,00. Il temuto sovraccarico da pendolarismo balneare, grazie al maltempo, è stato scongiurato.

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NON SOLO PRIVACY: NELLA CONFERENZA STAMPA TENUTA A BARI SILVIO BERLUSCONI FA IL PUNTO SUI MOLTEPLICI... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 01-06-2009)

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Non solo privacy: nella conferenza stampa tenuta a Bari Silvio Berlusconi fa il punto sui molteplici versanti dell'impegno del governo. Mezzogiorno. Il presidente del Consiglio ribadisce quanto aveva affermato in un'intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno: «È falso, non è stato tolto un solo euro al Mezzogiorno». Il premier così replica agli affondi dell'opposizione, secondo cui i soldi del Fas destinati al Sud sarebbero stati dirottati per interventi al Nord: dalla copertura dell'eliminazione generalizzata dell'Ici sulla prima casa alla vicenda Alitalia, dal dissesto finanziario di Catania alle multe per le quote latte degli allevatori padani, dagli ammortizzatori sociali al decreto-terremoto. Affondi che vengono reiterati in serata da Massimo D'Alema: «È una menzogna assoluta che il governo non abbia tolto fondi al Mezzogiorno. Il Mezzogiorno è il grande escluso dalla politica del governo perché come ognuno sa, purtroppo, negli ultimi mesi sono stati sottratti 20 miliardi di euro ai fondi per il Sud». Terremoto. Sull'Abruzzo il premier spiega che prosegue l'azione finalizzata a dare al più presto case alle famiglie senzatetto: «Stamattina (ieri, ndr) abbiamo dato il via ai lavori di ricostruzione dell'Abruzzo, per dire un addio definitivo alle baracche. Non avremo cantieri di tendopoli o baraccopoli, avremo case vere, le prime a partire dal 15 settembre e le ultime che saranno consegnate a fine novembre, per 15 mila persone». Piano casa. Su questo versante Berlusconi fa un annuncio: «Nelle regioni governate dal centrodestra, la legge sul piano casa è pronta. I proprietari che hanno case mono e bifamiliari senza pratiche burocratiche potranno incrementarle del 20% e del 35% della cubatura, se applicano nuove tecnologie». E aggiunge: «Spero che anche le regioni della sinistra - osserva Berlusconi - possano produrre entro luglio le loro leggi per andare incontro alle esigenze delle famiglie italiane». Crisi. Sul fronte dell'emergenza economica, il premier ribadisce l'invito alla fiducia: «Interpreto lo stato d'animo anche di Treu, Scajola, Draghi, dei sindacati, della Marcegaglia e della giunta industriale: ci sono segnali di una crisi minore, cioè non c'è un aggravamento della crisi e si vede qualche segnale di ripresa». E aggiunge: «Serve fiducia, coraggio e ottimismo, io insisto: sono fattori psicologici fondamentali. Noi non dobbiamo avere paura e sbaglia chi dice che noi non vediamo la crisi. Immaginiamoci se noi giriamo la testa dall'altra parte. La verità è che siamo stati i primi a fare tutto ciò che era possibile e meglio di altri Paesi». Ancora: «Non c'è nessuno che oggi, avendo un lavoro e avendolo perso, può dire di essere lasciato solo», facendo riferimento all'aumento delle dotazioni per gli ammortizzatori sociali e per la copertura parziale data ai lavoratori atipici dal governo. Turismo. «Dobbiamo riprendere in mano la regia della promozione del nostro Paese - dice Berlusconi - e al nuovo ministro del Turismo, Michela Brambilla, spetta il compito di aumentare quel 10-11% di Pil che attualmente viene dal turismo. E oggi vi annuncio che il sistema delle banche ha messo a disposizione un miliardo e 400 milioni di euro per mutui per gli operatori del settore che ne vogliano approfittare». G8. «Abbiamo quasi fatto un miracolo - spiega il premier - posso annunciarvi che oggi in Sardegna sono stati ultimati i lavori per il più grande centro congressi del Mediterraneo. Qualcuno aveva detto che avevamo spostato il G8 dalla Sardegna perché eravamo in ritardo. Non è vero. Io qui assumo l'impegno di portare otto grandi manifestazioni internazionali, tra le quali molti bilaterali, in questo centro congressi». Nucleare. «Il governo guarda al nucleare come a qualcosa di necessario, certamente una volta che abbiamo deciso di fare investimenti nel nucleare, auspico che si possa cominciare a farli in qualche Paese estero, magari nei Balcani con cui abbiamo aperto un discorso». Riguardo alle ipotesi di localizzazioni che sono circolate nei giorni scorsi, tra cui quella di una centrale da realizzare in ad Ostuni Berlusconi precisa: «Sono tutte fantasie. Non c'è stata ancora alcuna localizzazione. Se dovesse aprirsi la possibilità di un collocamento in Italia di una centrale questo avverrà nell'ambito della conferenza Stato-Regioni».

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Ottanta voglia di ieri (sezione: Alitalia 2)

( da "EUROPA ON-LINE" del 01-06-2009)

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Articolo Sei in Interni 30 maggio 2009 Ottanta voglia di ieri Dagli spot alla musica, il passato vince sul futuro Sarà, ma è quando si è fatta una certa, al crepuscolo degli idoli, che si riscoprono le età dell'oro. Ce l'ha detto pure il governatore Draghi: la ricetta è tornare agli anni '60 (o giù di lì). Tornare, insomma. Into qualche wild, per recuperare il palpito e la voglia, per liberarci dal male, contrapponendo la vaghezza rassicurante del già all'angosciante incertezza del non ancora. Inutile sforzarsi a datare il punto di svolta, quando è successo, fatto sta che ci siamo dentro fino al collo. Alla deglobalizzazione, dico; questo rewind planetario avviato, chissà, da qualche 9 novembre o 11 settembre, vai a sapere. Ragion per cui torna la tata italiana, ci avverte il Corrierone. E con lei i cervelli, che se ne erano andati in giro per il mondo, dove venivano apprezzati e lautamente remunerati, finché non venne giù Lehman Brothers con tutto il resto dietro. Perfino il "cloud computing" ci rinvia ai bei tempi in cui i cervelloni erano voluminosi, e non stavano nel palmo di una mano, come "l'Internet delle cose" lo si capisce meglio, quando rimbalziamo sul gozzaniano Boing Boing, colle sue "buone cose di pessimo gusto" 2.0. Puntuale lo spot della cedrata Tassoni ci avverte che è arrivata l'estate. Si dirà, ma è così ogni anno. Già, ma come la metti, allora, coi Platters e le cartoline in bianco e nero dell'Alitalia (ma non è Catherine Spaak, quella?) o con le bavette al pesto alla genovese di Mina, col suo inconfondibile birignao ("la giuoia")? E quindi, testa all'indietro come l'angelus novus, si cerca di ricomporre l'infranto, magari mandando un poke su Facebook al compagno di classe che non vedevamo dai tempi delle notti prima degli esami. O coccolandosi con un prequel. Ma no, che non riguarda solo l'Italia, figurarsi. Non è che solo dalle nostre parti ci si rifugia nel tepore degli anni ruggenti, nella zona di conforto di infanzie e adolescenze non troppo inquiete, meglio i favolosi '60 di Mad Men o addirittura gli '80 del riflusso colla cresta, hai voglia se ne è restato. L'altra sera allo stadio di Wembley, ad esempio, una folla oceanica ha salutato le canzoni di Here and Now, la straniante tournée di una dozzina di micro-celebs di una ventina e passa d'anni fa: le Bananarama, Paul Young, i Curiosity Killed the Cat, gli ABC, Howard Jones col suo sintetizzatore, Nik Kershaw, Kim Wilde (che si è presentata con una nipotina), i Kajagoogoo (ma Limahl cantava per conto suo), i Visage (« we fade to grey»), Jimi Somerville dei Bronski Beat, Kid Creole e le Coconuts. Fino a qualche tempo fa simili compilation erano roba da malati, ma chi se le comprerà mai, ci chiedevamo scanalando tra le televendite. Oggi fanno il pienone negli stadi, padri, madri e figli, saldati insieme dal sospetto per il futuro e il rammendo di come era prima, zompettando al ritmo di Mamma Mia! Ora, del welfare scandinavo ci sono rimasti gli Abba, di Jackie Michelle, di Blair Cameron; Clinton ha l'apparecchio acustico e gli trema un po' la mano, come racconta impietoso il New York Times, ma comunque avercene. Anche i ragazzi, i tweens, paiono freezati in una comoda intercapedine progettata dalla Disney, col ciuffolone emo per lui e tutto rosa Hello Kitty per lei, se ne lamentava ieri l'Independent, di questo pinking in cui cerchiamo di far scolorare i guai del presente. Disoccupazione e principesse boccolose, età pensionabile e talent-show, Papi e Noemi, siamo orgogliosamente un paese per vecchi. Costretti a cantare con Cher If I could turn back time, se potessimo tornare indietro. Qui e ora. Filippo Sensi

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Cinque italiani a bordo: tre di origine trentina (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 01-06-2009)

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n. 22 del 2009-06-01 pagina 0 Cinque italiani a bordo: tre di origine trentina di Redazione Sul volo erano presenti 5 passeggeri italiani, ma la Farnesina ancora non conferma. Di certoe c'erano tre trentini di una delegazione: il presidente di una Onlus, un consigliere regionale e il sindaco di Casal San Bov. Guarda le immagini Roma - Il volo Rio de Janeiro-Parigi dell’Air France non era in code sharing con Alitalia, secondo quanto si è appreso da fonti aeronautiche italiane. Ma a bordo erano presenti cinque nostri connazionali secondo prime informazioni ufficiose raccolte in ambienti aeronautici, la notizia è in attesa di conferme ufficiali. Ma l’unità di crisi della Farnesina, in contatto con le autorità francesi, l’agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv), l’ambasciata italiana a Parigi e il consolato generale d’Italia a Rio de Janeiro, sta lavorando per ottenere la lista dei passeggeri dell’Airbus. Sono quindi ancora in corso, come riferiscono fonti del ministero, le verifiche sull’eventuale presenza a bordo di cittadini italiani. Tre trentini A bordo dell’aereo dell’Air France c'erano tre trentini. Si tratta di una delegazione che si era recata in Sud America in visita a strutture dell’emigrazione trentina. La conferma è stata data dal presidente della Trentini del Mondo, Alberto Tafner. In volo da Rio a Parigi c'erano Rino Zandonai, direttore dell’associazione trentini nel mondo Onlus, il consigliere regionale Giambattista Lenzi (Upt) e Gianni Zortea, sindaco di Canal San Bovo. In Brasile operano 62 circoli dell'associazione trentini nel mondo. Stamani i tre esponenti erano stati accompagnati all’aeroporto - ha chiarito Tafner - da Ivanor Minatti, presidente del circolo trentino di Curitiba. Nella località brasiliana dello stato di Paranà avevano assistito all’inaugurazione di una piscina per bambini handicappati. Avevano anche visitato un percorso, definito "del Trentino", finalizzato al recupero di terre incolte con la creazione anche di agriturismi. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Gli A-330 dell'Alitalia ideali per tratte lunghe (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 02-06-2009)

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Gli A-330 dell'Alitalia ideali per tratte lunghe ROMA Come tutte le compagnie del mondo, anche la flotta Alitalia conta due aerei della famiglia Airbus A330, il velivolo disperso ieri nell'Atlantico sulla tratta Rio de Janeiro-Parigi. Fino all'anno scorso gli aerei a lungo raggio della vecchia compagnia di bandiera erano solo sei 767 e dieci 777 della concorrente americana Boeing. Ma quasi tutte le compagnie dell'Europa continentale, compresi gli alleati di Air France-Klm, ormai comprano solo gli aerei del consorzio franco-tedesco. È stata la scelta anche del patron di AirOne Carlo Toto, che negli ultimi anni ha fatto incetta di opzioni per A320 dedicati al breve-medio raggio (da gennaio la nuova compagnia ne ha ricevuti in consegna cinque per la tratta Roma-Milano) e per i più grandi A330. Toto, socio della nuova Alitalia e tecnicamente affittuario dei velivoli, ha così portato in dote ad Alitalia due A330 e l'opzione per l'acquisto di altri dodici entro il 2013. I due A330, acquistati a fine 2007, fanno servizio sulla tratta Fiumicino-Boston e Fiumicino-Chicago. Volano però ancora con la livrea di AirOne: non avendo ancora deciso che fare con il logo della vecchia compagnia, il caso ha voluto che il 31 maggio, in occasione del «Roma Air Show», Alitalia abbia fatto sfilare con la livrea aggiornata di Alitalia uno dei sei 767 della flotta. «Non abbiamo elementi per dire cosa sia accaduto, ma non c'è nessun dubbio sulla qualità e affidabilità dell'A330. È uno degli aerei di lungo raggio più moderni e tecnicamente avanzati al mondo», spiega il direttore operativo di Alitalia Giancarlo Schisano. Ai piani alti della compagnia non si formulano ancora ipotesi, salvo constatare che è dai tempi del disastro del volo Swissair New York-Ginevra del 1998 che non capitava un incidente in volo di queste proporzioni ad una compagnia di linea occidentale. L'aereo disperso ieri nell'Atlantico non aveva nessun legame operativo con Alitalia: non si trattava infatti di un volo che in gergo si definisce «code sharing». Ciò significa che i passeggeri a bordo del volo Air France-Klm non avevano acquistato il biglietto tramite la compagnia italiana. Ma vista la presenza di almeno dieci connazionali a bordo, Alitalia ha diffuso un comunicato per segnalare i numeri di telefono a disposizione per eventuali richieste di informazioni da parte di familiari e parenti di persone presenti sull'aereo: lo 0800-800-812, per chi chiama dalla Francia, lo 0800-881-2020 per chi chiede informazioni dal Brasile, lo 0033-1-5702-1055 per chi chiama invece da un Paese terzo. \

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Aerei sicuri Non si può escludere l'esplosione (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 02-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Domande & risposte Due piloti a confronto SI' NO Aerei sicuri Non si può escludere l'esplosione Il mistero delle comunicazioni Dalla cabina non è partito l'Sos Un errore umano? L'Airbus A330-200 è un aereo sicuro? Secondo le statistiche del sito airdisaster.com la risposta è sì. È un aereo di «terza generazione», dunque fra i più tecnologicamente avanzati. Da quando ha cominciato ad effettuare voli civili, nel 1997, non ha mai subito incidenti con vittime. L'unico caso accertato è lo schianto nel 1994 a Tolosa di un A330-300. Era però un prototipo più lungo di quello che verrà messo in produzione, stava effettuando un volo di prova e per di più simulando una situazione di emergenza. Morirono sette membri dell'equipaggio due dei quali italiani. Quanti A 330 ci sono in giro per il mondo? Airbus ne ha consegnati 343, le compagnie mondiali ne hanno ordinati altri 557. Il velivolo precipitato era piuttosto nuovo: entrato in servizio il 18 aprile del 2005, aveva all'attivo 18.870 ore di volo. Un fulmine può essere la causa diretta di un disastro aereo ? Non da solo, perché un aereo, se colpito, funziona come una «gabbia di Faraday» ovvero un contenitore in grado di isolare l'ambiente interno da qualunque campo elettrostatico. Un fulmine può però provocare piccoli danni alla struttura, avarie elettriche, o far saltare qualche strumento di bordo. Può essere dunque solo la concausa di un incidente di quel tipo. E una tempesta tropicale può essere all'origine di un tale disastro? In linea teorica è possibile, ma non accade quasi mai. Nell'aviazione civile esistono tre tipi di tempesta: lieve, moderata e severa. Quest'ultima può produrre formazioni di ghiaccio di dimensioni simili ad una palla da baseball capaci di danneggiare la carlinga o i vetri della cabina di comando. I piloti possono evitare una tempesta? Tutti i velivoli moderni, e in particolare l'A330, sono dotati di un radar meteorologico che permette di segnalarle in anticipo. Di solito i piloti, una volta individuata la tempesta, deviano la rotta. Il sistema radar individua anche le turbolenze? No, le turbolenze in cosiddetta «area chiara» non sono visibili. Sono segnalate dalle cartine meteorologiche, ma l'intensità spesso è imprevedibile, difficile da calcolare. Le turbolenze possono rendere ingovernabile il velivolo? Sì è possibile, al punto da rendere inutile il sistema elettronico di riduzione delle turbolenze presente sull'A330. Come mai l'aereo caduto è uscito dai segnali radar a terra? Quando un aereo supera i 300 chilometri dalla costa, i radar non lo rilevano più. I comandanti possono però comunicare su frequenze HF oppure tramite un telefono satellitare; sono inoltre tenuti ad inviare ogni trenta minuti un «rapporto di posizione» che indica dove si trova il velivolo. Infine, in caso di avaria, l'A330 invia alla propria compagnia un messaggio automatico attraverso un sistema di trasmissione denominato «acars». Come mai i piloti non hanno inviato nessun messaggio di «mayday»? Una volta fuori dai controlli radar le comunicazioni non possono essere immediate. Secondo alcuni piloti interpellati «un evento traumatico» deve aver impedito il contatto. È più probabile un cedimento strutturale o una esplosione a bordo? Non si può escludere nulla, anche se il cedimento strutturale, a meno di un macroscopico errore di manutenzione, è improbabile. L'avaria elettrica segnalata dall'«acars» potrebbe invece essere stata il sintomo di una esplosione. Quanti piloti ci sono su un volo transatlantico? Un comandante più due copiloti. I piloti del volo Air France avevano una buona esperienza di volo? Il comandante di bordo aveva al suo attivo 11.000 ore, 1.700 su Airbus A330: per gli standard dell'aviazione civile, una persona di grande esperienza. Il pilota in seconda aveva all'attivo 6.600 ore, più o meno l'esperienza di un primo ufficiale. Il terzo pilota aveva invece solo 3.000 ore di servizio: si trattava probabilmente di una persona molto giovane o neoassunta. Un A330 può volare senza motori? Sì. Il 23 agosto 2001 un A330-200 della Air Transat in volo da Montreal a Lisbona rimase senza carburante a 11.900 metri di altezza a causa di una avaria ai tubi di alimentazione del motore. Atterrò nelle Azzorre dopo aver percorso 85 miglia nautiche come un aliante. Ciò fu possibile grazie all'apparato di emergenza, presente sugli A330, formato da un'elica bipala, una pompa idraulica e un generatore elettrico.«In base alla mia esperienza è molto difficile immaginare che una singola avaria possa aver causato un disastro del genere», spiega Luciano di Renzo (nella foto), responsabile della sicurezza Eurofly e pilota di A330. «In tutti gli incidenti passati la componente umana ha sempre giocato, nel bene o nel male, un ruolo fondamentale. La mia sensazione è che l'incidente di ieri possa essere stato causato dalla sottovalutazione delle condizioni atmosferiche». «Non abbiamo elementi per dirlo, ma la storia degli incidenti aerei ci insegna che su un velivolo può accadere di tutto». Fabio Berti (nella foto), presidente dell'Anpac e pilota di 777 Alitalia, non se la sente di fare ipotesi. «Non ci sono ancora abbastanza elementi per giudicare, anche se non sono convinto che l'errore umano possa essere stata la causa scatenante. Può capitare che l'aereo sia colpito contemporaneamente da più avarie al punto da rendere ingestibile la situazione anche per il pilota più esperto».

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Voli di Stato triplicati Inchiesta della procura (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 02-06-2009)

Argomenti: Alitalia

DOPO UN ESPOSTO Voli di Stato triplicati Inchiesta della procura [FIRMA]FRANCESCO GRIGNETTI ROMA Voli di Stato? Il Codacons non ci sta e passa all'attacco. Così ha inviato un esposto alla Procura di Roma che ha aperto un fascicolo sulla vicenda. Ma al di là delle eventuale inchiesta, negli ultimi tempi c'è un vero boom per i voli di Stato. Come spiega Roberta Pinotti, responsabile Pd del settore Difesa, nel primo quadrimestre 2009 ci sono state 1600 ore di volo per Vip. Erano state 600 nello stesso periodo del 2008, quando al governo c'era Romano Prodi. A quel tempo, erano state diramate disposizioni draconiane: niente Vip sui velivoli dei servizi segreti, solo aerei di linea per i sottosegretari, idem per gli ospiti, e se c'era un giornalista doveva pagare il biglietto. Una stretta particolarmente severa: avevano diritto al passaggio aereo soltanto il Presidente in carica e tutti gli ex Presidenti della Repubblica, il premier, il presidente della Corte costituzionale, i presidenti di Camera e Senato. I ministri venivano in seconda battuta e la precedenza, per motivi di sicurezza, era concessa ai titolari di Interno, Difesa, Giustizia, Esteri e Economia. Ma non era inconsueto vedere Padoa-Schioppa sull'Alitalia. Un anno dopo essere arrivato a palazzo Chigi, nel luglio 2008, il governo Berlusconi ha cambiato tutto. I politici hanno ricominciato a volare sulla flotta dei servizi segreti: quattro piccoli jet Falcon 900 di cui nulla si può sapere. Sono ripresi a pieno ritmo anche i voli dell'Aeronautica militare. E si sono allargate le maglie per chi s'imbarca: adesso possono salire a bordo anche eventuali ospiti. Purché «di rango». E qui nasce la polemica. E' normale che il cantautore Apicella possa salire sul volo di Stato? Sul punto è uscita una nota ufficiale: «Il Presidente del Consiglio ha agito in piena legittimità, anche con riferimento alla facoltà che a persone estranee alla delegazione possa essere offerta la possibilità di un passaggio sull'aereo di Stato assegnato al suo servizio. Ovvio, tra l'altro, che l'imbarco aggiuntivo di uno o più passeggeri su un volo già programmato non comporta aggravio di spesa».

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L'aeroporto di Nizza sul "Panero" (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 02-06-2009)

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L'aeroporto di Nizza sul "Panero" villanova, sta per scadere il termine per la presentazione della domanda d'invito Testa a testa con il gruppo Orsero per l'acquisto di Ava. Ma ci sono anche altre 13 cordate Villanova. L'aeroporto di Nizza sfida Orsero nella scalata al Panero. La società di gestione dell'aeroporto della Costa Azzurra ha ufficialmente richiesto il testo completo del bando di privatizzazione dell'aeroporto di Villanova e la relativa modulistica. Un passo che dovrebbe preludere alla partecipazione alla gara per la vendita del pacchetto di maggioranza dell'Ava. Una partecipazione che dovrà essere ufficializzata entro martedì prossimo, ma che pare praticamente scontata. L'aeroporto di Nizza, infatti, lascia da tempo trasparire un certo interesse per lo scalo ingauno, che vorrebbe utilizzare come una sorta di pista supplementare su cui far atterrare e decollare parte di quei voli che attualmente faticano a trovare spazio in un aeroporto oggi congestionato. Qualcosa di simile a quanto talvolta già accade, e come è accaduto durante lo scorso week end quando al Panero è atterrata una moltitudine di velivoli anche di grandi dimensioni provenienti da ogni parte del mondo in occasione del Gran Premio di Montecarlo di Formula Uno. Ma è chiaro che se Nizza entrasse in forze nel capitale sociale del Panero questa attività di succursale sarebbe notevolmente incrementata, soprattutto per quanto riguarda i voli businness. È però altrettanto vero che la stessa cosa potrebbe succedere in forza di un semplice accordo con il Panero e non necessariamente con il suo acquisto. Non è da escludere quindi che Nizza abbia interesse a sedersi al tavolo per giocarsi al meglio le sue carte, decidendo poi se è il caso di uscire di scena una volta ottenuti i risultati desiderati, magari la garanzia di un successivo accordo operativo con il futuro proprietario. Orsero, invece, si è detto apertamente interessato all'aeroporto per farne il quartier generale della sua compagnia aerea. E può mettere sul piatto della bilancia, non tanto sul piano economico quanto su quello operativo, il legame con Alitalia. Ma la corsa non sembra ridotta a questi due soli concorrenti, visto che a richiedere la documentazione per la gara sono state ben quindici società. Per la maggior parte si tratta di società che gestiscono aeroporti italiani e stranieri, ma nel gruppo si sono inserite anche alcune compagnie aeree. Due per la precisione, che si sono fatte vive attraverso alcuni intermediari. Si tratterebbe di una compagnia tedesca ed una svizzera, che sarebbero interessate ad acquistare il Panero per farne la loro porta di ingresso in Italia (o almeno una delle porte d'ingresso), da cui raggiungere facilmente (magari anche attraverso i voli di linea finanziati con la continuità territoriale o con collegamenti turistici di vario genere) un po' tutte le principali località italiane. Insomma, a mostrarsi interessati sono stati in tanti, e tutti avrebbero ottimi motivi per acquistare lo scalo rivierasco. Adesso i quindici gruppi (o eventuali altri, ovviamente) dovranno presentare la domanda di invito entro martedì 9. Domande che saranno vagliate da una commissione che entro fine mese dovrebbe far partire le lettere di invito. A quel punto la tabella di marcia della privatizzazione prevede due mesi per presentare le offerte vincolanti, comprese di piano economico e piano industriale. Ai primi di settembre si comincerà quindi ad esaminare le offerte, tenendo conto sia dei criteri finanziari che degli investimenti sullo sviluppo e dei programmi operativi, e alla fine di quel mese il Panero avrà probabilmente un nuovo proprietario, o meglio, un nuovo socio di maggioranza, visto che gli enti pubblici manterranno una quota azionaria consistente e una rappresentanza ai vertici dirigenziali della nuova azienda aeroportuale. Luca Rebagliati 02/06/2009 ' 02/06/2009 niente scelteobbligateBene, non potevamo permetterci una scelta obbligata per mancanza di alternative pietro balestrapresidente Ava 02/06/2009

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"attacchi al governo, gioco elettorale" - marco trabucco (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 02-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina V - Torino Opere in ritardo I soldi La trattativa Vietti, Udc Morgando, Pd "Attacchi al governo, gioco elettorale" Napoli: su Fiat-Opel non doveva intervenire. Al Piemonte un mare di soldi Il Pd dovrebbe sapere meglio di chiunque altro le ragioni di tanta lentezza: la lunga nebbia ideologica dei vertici La Regione ha ricevuto tutte le attenzioni del caso. La metro non è piovuta dal cielo e per la Tav si farà anche di più A Vietti deve essere sfuggito che i governi che si sono mossi attivamente sono quelli di parte venditrice MARCO TRABUCCO Onorevole Napoli, Morgando del Pd e Vietti dell´Udc accusano il governo di essere stato assente nella vicenda Fiat. E di trascurare il Piemonte. Cosa replica, lei che è vicepogruppo Pdl alla Camera? «Comprendo e rispetto le esigenze dell´opposizione di far sentire la propria voce. Ma aprire bocca solo per dargli aria, come fa Vietti, non mi sembra una gran trovata. Parliamo della vicenda Opel: a Vietti deve essere sfuggito che i governi che si sono mossi attivamente sono quelli di parte venditrice. Obama, che assiste con i soldi dei contribuenti il fallimento di General Motors, la Merkel, che per Opel deve mettere sul piatto 11 mila lavoratori in mobilità. Provate a trasferire questo scenario in Italia e chiedete a Epifani con che cannone avrebbe sparato sul governo. E non basta». Cosa c´è da aggiungere? «Il bello è che il governo tedesco ha poi deciso di varare un prestito-ponte di 300 milioni. Qualcuno ricorda che cosa successe in Italia quando Berlusconi varò lo stesso prestito ponte per Alitalia? Le opposizioni fecero ferro e fuoco contro il governo. Che su Alitalia, in quanto soggetto venditore, fu attivissimo come si conviene a chi vende. Sa dirmi Vietti o chi per lui se sa che il governo canadese o austriaco, visto che Magna è una finanziaria austro-canadese, si siano mossi per l´Opel? Forse lo ha fatto il governo russo visto che Magna è partecipata per il 30 per cento dalla banca russa Srebank. Ma Putin ha un vantaggio sugli altri: ha un consigliere d´affari che si chiama Gerard Schroeder». Morgando e Vietti però accusano il governo e la Lega di privilegiare il Sud Italia rispetto al Nord, vedi i casi di Roma e Catania. Non è così? «Vietti deve mettersi d´accordo con sé stesso: critica il governo perché avrebbe stornato i fondi Fas dal Mezzogiorno, e critica la Lega perché avrebbe votato fondi aggiuntivi per evitare il fallimento dei Comuni di Catania e Roma. Ecco, si decida: o il governo ha tolto troppo oppure ha concesso troppo. Tutte e due le cose insieme non reggono». Nega anche che il Piemonte sia penalizzato da questo governo? «Il Piemonte ha ricevuto tutte le attenzioni del caso. La metro non è piovuta dal cielo, lo sanno il sindaco Chiamparino e la presidente Bresso: essa è stata possibile perché il governo Berlusconi ha messo oltre 5 miliardi di euro per le Olimpiadi. E la timida ripresa del Piemonte ha avuto un volano proprio dalle grandi opere dei giochi invernali. Ancora più incisivo sarà il contributo che verrà dalla Torino-Lione». Però i soldi del governo per la Tav non ci sono ancora. Come mai? «è vero, l´Italia è arrivata tardi e tardi sono state iscritte in bilancio le risorse necessarie per realizzare l´opera. Ma Mercedes Bresso e Vietti sanno dire perché ci sono tanti ritardi sulla Tav? In particolare la presidente della Regione e il suo partito, il Pd, dovrebbero sapere meglio di chiunque altro le ragioni di tanto ritardo che è dovuto solo ed esclusivamente alla nebbia ideologica che fino all´altro ieri ha ottenebrato una parte della classe dirigente di questa Regione. Il governo, faccio notare, ha trasferito al sistema delle Regioni 17 miliardi di euro aggiuntivi per le infrastrutture. Soldi contanti».

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amia, lo scandalo delle missioni d'oro viaggi pagati anche alle ditte esterne - antonio fraschilla (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 02-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina IV - Palermo La bottiglia da 37 euro Amia, lo scandalo delle missioni d´oro viaggi pagati anche alle ditte esterne Negli Emirati Arabi 24 soggiorni per concludere zero contratti Nelle note anche le spese di trasferta di alcuni partner commerciali di Ferrara e del Cairo In quel periodo la società non poteva svolgere servizi per conto di soggetti diversi dal Comune ANTONIO FRASCHILLA (segue dalla prima di cronaca) Il primo viaggio a carico delle casse dell´Amia è stato organizzato nell´agosto del 2005. A salire sul volo Alitalia che li avrebbe portati da Palermo a Dubai sono il direttore generale Colimberti, l´avvocato Paola Barbasso Gattuso, allora componente del cda, e Giuseppe La Rosa, funzionario aziendale che viaggerà spesso verso l´Oriente. Nel fascicolo con allegate le note spese, spuntano però anche i nomi e i biglietti aerei di Daniele Saviotti e Arrigo Bellinazzo, manager della Area, società ferrarese nel campo dei rifiuti, e quello di Mohamed Gamal Mostafa Fawzi, originario del Cairo e responsabile del Ciesas (Consorzio italo-egiziano per lo sviluppo delle attività sanitarie). I sette partono l´8 agosto del 2005 e fanno ritorno in Italia l´11. Spendono almeno 2 mila euro di biglietti a testa e oltre mille euro per dormire al Millennium Hotel di Abu Dhabi. Nelle note rimborso compare una cena da 213 euro al ristorante Al Dhafra e qualche scontrino per panini e bibite acquistati al bar dell´aeroporto di Malpensa. Di questo primo viaggio in terra araba sanno in pochi. Solo alla fine dell´anno trapela la notizia di attività dell´Amia anche all´estero per allargare il business. Poi cala il silenzio, anche perché di questi affari l´Amia non ne concluderà neppure uno. Il secondo viaggio a Dubai lo fa il direttore Colimberti tra l´11 e il 13 febbraio del 2006. Dal dettaglio degli scontrini allegati come rimborso è impossibile ricostruire i movimenti e tutte le spese fatte dal direttore: di certo all´Amia arriva una richiesta di rimborso per il volo costato 2 mila euro, altri 1.500 euro per due notti al Millennium. Molto più costoso e singolare per gli spostamenti è la terza missione fatta appena una settimana dopo: tra il 19 e il 24 febbraio. A partire sono certamente Orazio Colimberti, l´ex consulente legale Tommaso Scanio e poi Oriano Fabbri e Bruna Moretti. Il gruppo alloggia per due notti ad Abu Dhabi, sempre nel solito Millennium, poi però si spostano nel Bahrein, all´hotel The Diplomat Radisson, dove pernottano il 22 e il 23 febbraio, per poi fare ritorno ad Abu Dhabi il 24. All´Amia arrivano richieste rimborsi per acquisto di cartine geografiche del Bahrein, croissant al bar dell´aeroporto del Dubai e di Malpensa. La quarta missione, nel marzo del 2006, dura appena due giorni e i rimborsi allegati nel dossier arrivato sul tavolo del capogruppo del Pd Davide Faraone, dopo una sua interrogazione, riguardano sempre il direttore Colimberti, che chiede oltre quattro mila euro per pernottamenti al Millennium anche di Moretti e Scanio. Tra le ricevute spunta perfino una spesa di 96 euro fatta dal direttore che ha chiesto il 7 marzo l´intervento di un´ambulanza del Nmc hospital di Abu Dhabi. «Il vero scandalo però riguarda un´altra missione, fatta dal 18 al 21 marzo, dove sono stati spesi almeno venti mila euro in tre giorni», attacca Faraone. Il 18 marzo partono per Dubai il presidente Vincenzo Galioto, il consulente Tommaso Scanio, il funzionario Giuseppe La Rosa, e poi al seguito Oriano Fabbri, Angello Dellacqua, Michele Mongelli, che non risulterebbero tra i dipendenti dell´Amia. Soltanto i biglietti costano oltre 7 mila euro, il soggiorno all´hotel Grand Hyatt di Dubai altri 8 mila euro, e poi non mancano le cene nel noto ristorante Peppercrab (oltre 500 euro per quattro coperti), locale alla moda famoso per la grande vasca con pesci tropicali al suo interno. Ad aprile invece arriva all´Amia una lettera di rimborso intestata a spese fatte da «miss e mister Di Maria», residenti a Montelepre, con allegati biglietti aerei, pernottamento all´Ain Palace hotel di Abu Dhabi, cena al ristorante Chili´s e acquisti vari al Central market. A maggio invece sono due le missioni fatte dai dirigenti e funzionari Amia, con richieste di rimborso anche di schede e batterie telefoniche per 120 euro. Ben tre le missioni invece fatte a giugno, anche dal presidente Galioto, con soggiorni all´Hyatt. I viaggi si susseguono al ritmo di due al mese per tutto il 2006. Nel frattempo il consiglio comunale approva la delibera che prevede l´affidamento in house all´Amia, che quindi non potrebbe più avere rapporti di lavoro con terzi. Eppure nel gennaio del 2008 ecco una delle missioni più costose: con La Rosa che spende in ristorazione in un giorno 800 euro al Peppercrab ad altri 200 euro a Wox, altri locale di lusso. Mentre alloggia al Grand si concede anche una ricca colazione al Nakheel Lounge, salone esclusivo della struttura. Il giorno successivo spende invece 400 euro per cenare al Manhattan Grill. I viaggi a Dubai, che sono andati ad arricchire il fascicolo aperto sull´Amia dalla procura di Palermo, finiscono il 5 settembre del 2007. «Vorremmo capire adesso perché è stata tenuta nascosta un´operazione che riguardava un´azienda che vive soltanto di finanziamenti pubblici», attacca Faraone. «Saranno fatte le necessarie verifiche per accertare se effettivamente a Dubai sia stato mai aperto un ufficio dell´Amia», dice il presidente Marcello Caruso.

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pd, lista penati, verdi, idv sinistra per la provincia (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 02-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina III - Milano Pd, Lista Penati, Verdi, Idv Sinistra per la Provincia 1 Per la sicurezza abbiamo impegnato il 2,5 per cento del bilancio, versato al Prefetto un milione per pagare gli straordinari e la benzina alle forze dell´ordine. Tra poco avremo 250 poliziotti in più sulle strade, grazie ai 500mila euro stanziati per assumere 250 cassintegrati da impiegare nei lavori d´ufficio. 2 Investiti 25 milioni in un piano di welfare straordinario, grazie a cui oggi 20mila famiglie stanno ricevendo un aiuto concreto. 3 Molte infrastrutture sono state previste a prescindere da Expo: Pedemontana e Tem verranno realizzate da due società controllate dalla Provincia, attraverso la Serravalle. Ci aspettiamo che il Governo faccia la sua parte, perché finora si sono trovati i soldi solo per Roma e per Catania. 4 L´Ecopass si è rivelato un fallimento, un balzello per i milanesi buono solo per riempire le casse del Comune. Milano ha interrotto il dialogo per iniziative di area vasta. Propongo di introdurre, senza gravare sui pendolari, un mini pedaggio: 5 centesimi per chi viene da Lodi, 50 per chi da Reggio Calabria, ai caselli autostradali in ingresso a Milano. Avremo 40 milioni di all´anno da investire nel trasporto pubblico. 5 C´è bisogno di case a basso prezzo, soprattutto in affitto, e alla metà degli attuali costi di mercato. 6 Malpensa è il simbolo del Nord abbandonato dal governo e tradito dagli imprenditori lombardi che hanno dato vita alla nuova Alitalia e scelto Fiumicino anziché Malpensa. L´operazione si è conclusa in modo scandaloso: circa 4 miliardi pagati dai contribuenti, 7 anni di cassa integrazione ai lavoratori Alitalia. 7 Milano compete con città come Barcellona, Londra, Berlino e ha bisogno di libertà e autonomia. Alla Città metropolitana bisogna assegnare i benefici del federalismo fiscale e la compartecipazione alle tasse versate allo Stato dai milanesi. Si può fare in due anni. 8 Creati 4mila nuovi posti per i bambini negli asili nido (105 in più), con un investimento di 18 milioni. 9 Ho proposto che dal 1 gennaio 2010 il costo degli abbonamenti interurbani per studenti e pendolari sia uguale agli abbonamenti urbani. La Provincia verserà all´Atm 15 milioni per compensare la differenza. 10 Sì, ma sono certo che non succederà.

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prc, comunisti italiani lista per un'altra provincia (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 02-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina III - Milano Prc, Comunisti italiani Lista Per un´altra Provincia 1 Innanzitutto bisogna garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro, la sicurezza del reddito e la sicurezza di una buona scuola e una buona sanità pubblica. Per la sicurezza e la serenità di vita dei cittadini nei centri e nelle periferie, la via non è certo quella delle ronde: il governo garantisca le risorse che tutti i sindacati di polizia rivendicano legittimamente da mesi. 2 Estensione degli ammortizzatori sociali a tutti, compresi precari e piccole aziende, gestione delle crisi aziendali, sostegno alla produzione e contrasto dei licenziamenti. Pianificazione territoriale insieme ai Comuni per mantenere le destinazioni d´uso per attività produttive. 3 L´Expo va comunque ridimensionata e deve effettuarsi dentro gli spazi già esistenti, senza spreco di denaro e suolo pubblico a vantaggio degli immobiliaristi. 4 Va abolito perché rappresenta un balzello iniquo imposto dal Comune di Milano ai pendolari per rimpinguare le sue casse esauste. Chiusura del centro, targhe alterne, corsie preferenziali per i mezzi pubblici e piste ciclabili sono soluzioni immediate e praticabili. 5 L´assalto dei cementificatori è già in corso. Il nostro territorio necessiterebbe invece una politica di recupero e bonifica delle aree dismesse per offrire nuove opportunità lavorative e abitative. 6 Nuova Alitalia e Malpensa rappresentano in modo clamoroso il fallimento delle politiche del centrodestra e della Lega, accompagnati dalla Confindustria di Marcegaglia e Colaninno, capaci solo di spremere le casse pubbliche senza rischiare nulla delle loro risorse. 7 Le Province sono utili se svolgono al meglio il loro compito costituzionale sulle materie sovracomunali. L´area metropolitana è rimasta sulla carta per il dominio inconcludente del centrodestra. Può uscire dalle astrazioni solo con una reale partecipazione dal basso e non con la moltiplicazione delle poltrone. 8 Le delibere del consiglio provinciale per realizzare un´unica azienda totalmente pubblica per il servizio idrico integrato. Peccato che Penati non abbia fatto nulla per attuarle. 9 Azzeramento delle consulenze esterne e valorizzazione delle competenze e delle professionalità interne. 10 Sì, certamente.

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regione, scontro sulle misure anticrisi "così la giunta vendola dà soldi veri" - raffaele lorusso (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 02-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina V - Bari Il vice presidente Frisullo replica alle critiche di Confindustria. E l´assessore Pelillo attacca Fitto sulle risorse tagliate al Sud Regione, scontro sulle misure anticrisi "Così la giunta Vendola dà soldi veri" RAFFAELE LORUSSO La politica delle promesse e degli annunci non appartiene alla Regione Puglia. Il vicepresidente Sandro Frisullo è contrariato. Le critiche che Alessandro Laterza, presidente di Assindustria e responsabile del dipartimento Mezzogiorno di Confindustria, ha rivolto al governo regionale non gli sono affatto piaciute. «Si tratta - dice Frisullo - di giudizi ingenerosi e sbagliati: lo dico con tutta la stima per Alessandro Laterza, con il quale ho sempre lavorato benissimo». Il vicepresidente e assessore regionale alla Programmazione prova a ribaltare il ragionamento di Laterza citando dati e cifre. «Nelle ultime due riunioni della giunta regionale - spiega - abbiamo dato il via libera a nove istanze di aziende del pacchetto dei Pia per la media impresa e a tre contratti di programma da 20 milioni di euro in su. Abbiamo anche deliberato 75 milioni di cofinanziamento di parte pubblica a fronte di 250 milioni di investimenti complessivi». Frisullo cita il caso degli avvisi e dei bandi per gli incentivi alle imprese. Pubblicati il 19 gennaio, hanno già superato la fase istruttoria e sono già stati erogati i primi finanziamenti. In particolare, in Regione sono arrivate 25 domande per i contratti di programma, 35 per i Pia e ben 287 per il bando su ricerca e innovazione, riservato alle piccole e medie imprese. «La scommessa - insiste - è di riuscire ad impegnare prima della pausa estiva la parte più consistente delle disponibilità finanziarie riservate alle imprese. Le imprese vogliono investire in Puglia perché noi non facciamo promesse». Su un punto Frisullo concorda con Alessandro Laterza. «Ha ragione da vendere - dice - quando afferma che il governo ci sottrae i fondi destinati alle aree sottosviluppate per destinarli a finalità diverse». Nella polemica sulla destinazione dei fondi Fas interviene anche l´assessore regionale al Bilancio, Michele Pelillo, scagliandosi contro il ministro Raffaele Fitto. «è davvero curioso - dice - che Fitto parli delle responsabilità dei presidenti delle Regioni quando il suo governo ha sottratto al Mezzogiorno 20 miliardi di euro dei fondi Fas per pagare operazioni come il taglio dell´Ici, le quote latte e la Cai-Alitalia». Punta il dito contro il governo anche Gianni Pittella, eurodeputato del Pd. «Con la solita faccia di bronzo - osserva - il presidente del consiglio è arrivato a Bari per raccontare la storiella che questo governo non ha tolto un euro al Mezzogiorno: spero che gli elettori del Meridione gli chiedano conto dell´ennesima, colossale menzogna».

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(sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 02-06-2009)

Argomenti: Alitalia

n. 132 del 2009-06-02 pagina 9 «Le spese pazze? Fermate da noi» di Laura Cesaretti RomaSindaco Diego Cammarata, dopo il vertice di stasera con il capo della Protezione civile Bertolaso avete annunciato che l'emergenza rifiuti a Palermo rientrerà in poche settimane. Come? «Chiariamo intanto una cosa: qui l'emergenza non è dettata da cause strutturali, per questo sarà possibile risolverla in un tempo assai breve. La spazzatura era in strada perché i lavoratori dell'azienda comunale erano in sciopero e non la raccoglievano. Quando c'è uno sciopero di Alitalia restano a terra i passeggeri, quando scioperano i dipendenti di un'azienda di raccolta rifiuti a restare a terra è l'immondizia. Ora i lavoratori hanno ricevuto le rassicurazioni che attendevano e già domattina riprenderanno il lavoro». Da cosa nasce la crisi dell'Amia, l'azienda che raccoglie i rifiuti di Palermo? «Dal fatto che nessuna azienda al mondo può reggere con entrate costanti per dieci anni a fronte di costi che aumentano. Il contratto di servizio dell'Amia è fermo dal 1998, e il Comune non è stato in grado di aumentarlo perché non ha le risorse necessarie. Abbiamo dovuto impegnarne in altre emergenze sociali, a cominciare dalla regolarizzazione dell'immenso bacino di precari della Pubblica amministrazione che mi sono ritrovato all'inizio del mio mandato, ed è stata un'impresa molto onerosa. Ora ho informato Silvio Berlusconi che c'era la necessità di fornire un supporto economico a questa amministrazione e lo ho avuto ampie garanzie che ci sarà. E ho potuto rassicurare i lavoratori. Il gap tra entrate e costi dell'Amia era ormai insostenibile: pensi soltanto che quando è stato firmato il contratto c'era ancora la lira, era un'altra epoca. Neppure il miglior management del mondo poteva reggere». Ma a leggere le cronache sulla gestione allegra dell'Amia, non si trattava esattamente del miglior management del mondo: spese per viaggi di rappresentanza, missioni a Dubai con soggiorno in alberghi extralusso, un buco di 150 milioni... «Ci sono molte strumentalizzazioni. Da cinque mesi c'è un nuovo Consiglio d'amministrazione e io ho revocato le deleghe al direttore generale: abbiamo voltato pagina e già ci sono prodotti dei risparmi e una notevole razionalizzazione delle spese. Quelle vicende del passato riguardano spese inopportune e comportamenti certo censurabili. Ma non sono la causa del gap tra costi e entrate. E c'è un di più: l'azienda è costretta a pagare i fornitori, giustamente, e se non lo fa subisce i pignoramenti. Ma nel frattempo vanta crediti verso altri comuni e non riesce a riscuoterli. Ho chiesto alla Regione Sicilia, che ha la responsabilità complessiva, di darci una mano su questo». Il Pd rivendica di aver bloccato l'aumento della tassa sui rifiuti, con cui si voleva far pagare l'emergenza ai cittadini. «Preciso che lo scontro in Consiglio comunale era sul nuovo regolamento Tarsu che prevede un adeguamento delle categorie e quindi delle aliquote, e che era il presupposto di una variazione delle tariffe ma non la sanciva. E poi l'opposizione sa benissimo che il vero costo che il Comune ha sopportato in questi otto anni è l'assorbimento dell'enorme bacino di precariato che Leoluca Orlando ci ha lasciato in eredità. Abbiamo dovuto stabilizzare ben 7500 precari e lavoratori socialmente utili che erano stati reclutati dalla precedente amministrazione e che da 15 gravitavano tra uffici e aziende partecipate. Grazie al centrosinistra». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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In calo a maggio il fabbisogno (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 02-06-2009)

Argomenti: Alitalia

n. 132 del 2009-06-02 pagina 23 In calo a maggio il fabbisogno di Redazione Gli interessi sul debito in discesa, l'afflusso del cash dei conti dormienti (i conti bancari sui quali non si è registrato da anni nessun movimento), e il confronto con un mese, quello di maggio 2008, in cui lo Stato aveva dovuto mettere mano al portafogli con un prestito-ponte da 300 milioni di euro per sostenere Alitalia sull'orlo della bancarotta. Un mix di fattori che porta il fabbisogno di maggio 2009 a 7,6 miliardi di euro, con un miglioramento di oltre 300 milioni rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, in cui si era attestato a 7.937 milioni di euro. Tirano dunque il fiato i conti pubblici italiani e il fabbisogno segna così il primo dato in miglioramento da dieci mesi a questa parte. I fattori positivi riescono infatti a strappare alla crisi economica, e ai minori incassi Iva del periodo, 300 milioni di euro. A evidenziare la composizione dei pesi sulla bilancia, che comunque nei primi cinque mesi dell'anno risulta pendere dal lato positivo, è lo stesso ministero dell'Economia. Il dato di maggio ha tuttavia «risentito in negativo - fa presente sempre il ministero dell'Economia - dei maggiori rimborsi per crediti d'imposta da parte dei concessionari della riscossione e di minori incassi fiscali connessi sostanzialmente alla dinamica del gettito Iva». Le entrate dall'imposta sul valore aggiunto sono quelle maggiormente legate al ciclo economico e dunque i minori incassi possono essere in gran parte addebitati alla crisi. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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fabbisogno statale in calo a maggio 105 mila lettere a contribuenti anomali (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 02-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina 21 - Economia Il caso Fabbisogno statale in calo a maggio 105 mila lettere a contribuenti anomali ROMA - Conti pubblici in miglioramento nello scorso mese di maggio: il ministero dell´Economia precisa che il fabbisogno del settore statale del mese è risultato pari, in via provvisoria, a 7.600 milioni, inferiore di circa 300 milioni rispetto a quello registrato nel maggio del 2008. Il fabbisogno di maggio, commenta il Tesoro, ha beneficiato di un minor onere per interessi, del versamento delle disponibilità giacenti sui «conti dormienti» e del venir meno di erogazioni di carattere straordinario effettuate nel 2008 a favore di Alitalia. Dal fronte fiscale, invece, l´Agenzia delle Entrate, fa sapere di aver inviato circa105 mila lettere ai contribuenti che, prima della crisi, hanno compilato studi di settore dai quali emergono «rilevanti anomalie».

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Abbattuto da un fulmine? Mistero (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 02-06-2009)

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Primo Piano Pagina 103 Le cause. Nessuna ipotesi per ora spiega la sciagura, neppure una terribile tempesta Abbattuto da un fulmine? Mistero Le cause.. Nessuna ipotesi per ora spiega la sciagura, neppure una terribile tempesta --> PARIGI Un fulmine o una perturbazione? Un guasto tecnico e o un cedimento strutturale? C'è chi non esclude un'esplosione. Per ora è un mistero assoluto. Ogni ipotesi sulle cause della scomparsa dell'Airbus sarebbe «falsa e sbagliata», perché «per adesso non si sa proprio nulla»: così dice il sottosegretario ai Trasporti Dominique Bussereau parlando ai giornalisti all'aereoporto parigino Roissy-Charles de Gaulle: «Ho esperienza sufficiente per sapere che circolano molte informazioni. Prendiamo il tempo necessario, lo dobbiamo alle famiglie». Secondo un esperto pilota italiano «nella storia dell'aviazione non c'è mai stato un fulmine tanto forte da distruggere un aereo come l'Airbus dell'Air France sparito tra Rio de Janeiro e Parigi: Al massimo possono saltare gli strumenti di bordo». Questo il giudizio di Sandro Raccanelli, uno dei veterani piloti dell'Alitalia sulle rotte sudamericane, ora in pensione: «L'ipotesi del fulmine è molto improbabile. Valgono di più le ipotesi di un cedimento strutturale o di una bomba». Per il cedimento strutturale si può fare riferimento alla comunicazione di turbolenze, trasmessa dai piloti poco prima che l'aereo scomparisse dai radar? «C'è sempre stato in quella zona un forte fronte intertropicale - ha precisato l'ex pilota Alitalia -. Avvisare per radio sulle turbolenze è una comunicazione normale, che facciamo più che altro per informare gli aerei che seguono nella stessa zona». CEDIMENTO A cavallo dell'equatore ci possono essere turbolenze anche forti, «ma mi pare difficile che possano portare ad un cedimento strutturale improvviso. Mi sembra molto improbabile con un aereo collaudato come l'Airbus 330. La cosa strana - conclude Raccanelli - è che i piloti non hanno neppure avuto il tempo di trasmettere il 'mayday'. È strano anche se in mezzo all'Atlantico c'è un'area dalle comunicazioni difficoltose. Io non scarterei affatto l'ipotesi della bomba». GUASTO L'ipotesi che l'Airbus 330 disperso sull'Atlantico sia stato colpito da un fulmine non è sufficiente, da sola, a spiegare l'incidente. Alla luce degli elementi finora disponibili, esperti di sicurezza del volo e incidenti aerei ritengono che l'incidente sia probabilmente dovuto ad «una situazione non gestita correttamente». L'unico elemento certo, testimoniato dall'ultimo messaggio inviato dall'aereo e riferito dall'Air France, è che ci sia stato un guasto al circuito elettrico dell'aereo. «Quando si guasta il circuito elettrico il pilota si trova in una condizione molto difficile, ma è anche una delle situazioni che più spesso ci si addestra ad affrontare nel simulatore», osservano gli esperti. In passato, per esempio, è accaduto che i piloti di un Airbus in Oriente fossero così concentrati nel gestire un problema al sistema elettrico che, cercando di risolverlo, hanno perso quota fino al punto in cui la situazione non è più stata recuperabile. TEMPESTA Difficile anche immaginare che l'aereo possa essersi ritrovato improvvisamente al centro di una tempesta tropicale. «Tempeste di questo tipo sono ben visibili anche a distanza, non ci si finisce dentro», osservano. Il radar è in grado di segnalarle con un anticipo che va da dieci e venti minuti, «ma in aereo anche due minuti sono un tempo sufficiente».

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Un incidente anomalo fra tante ipotesi fragili (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 02-06-2009)

Argomenti: Alitalia

AIRBUS A330 Aereo nuovo, revisione pure Un incidente anomalo fra tante ipotesi fragili Francesco Piccioni Un incidente anomalo. Una una lunga lista di ipotesi tutto sommato improbabili. Dal punto di vista tecnico, infatti, non c'è ancora una spiegazione considerata valida per l'improvvisa scomparsa dai radar dell'Airbus A330-200 diretto a Parigi. Un modello abbastanza giovane (il primo volo di servizio risale al 1994), ma soprattutto un esemplare uscito di fabbrica nel 2005; e con revisione effettuata appena nell'aprile scorso. per di più, Air France - insieme a Lufthansa, British Airways e la «vecchia» Alitalia pubblica - gode fama di avere una manutenzione tra le più efficienti. Vero è che ci troviamo in tempi di deregulation tariffaria, e che anche AF ha fatto registrare il primo bilancio in rosso della sua storia, ma certe procedure industriali non si smantellano da un giorno all'altro. Neppure volendo. Gli esperti, che ricordano continuamente come «le ipotesi vengano sempre fatte per esorcizzare un evento», invitano tutti ad avere «la pazienza di attendere» il ritrovamento dell'aereo - o quantomeno della «scatola nera» - prima di delineare una qualsiasi ricostruzione. Nemmeno l'inabissamento in mare può esser dato per certo, perché in linea teorica anche un'avaria elettrica totale (il pilota, nell'ultima comunicazione, aveva parlato di problemi al sistema elettrico) avrebbe comunque lasciato ampi margini di manovra. Viene ricordato il caso di un altro A330 che, il 23 agosto del 2001, diretto a Lisbona e proveniente dal Canada, atterrò sulla pista di Lajes Field - alle Azzorre - dopo aver percorso ben 85 miglia nautiche (157 km) con i motori spenti. Una banale rottura del tubo di alimentazione aveva fatto perdere carburante durante il volo. Ma era entrato in funzione il Rat (Ram Air Turbine) - un'elica bipala azionata dalla sola energia cinetica dell'aereo - che aveva permesso al pilota di governare a lungo il mezzo come un aliante. Una speranza altamente improbabile, naturalmente. Ma altrettanto aleatoria dell'ipotesi che l'aereo sia stato colpito da un fulmine, avanzata in un primo momento dallo stesso amministratore delegato di Air France, Pierre-Henry Gourgeon. «L'ultimo aereo abbattuto da un fulmine risale a 30 anni fa, un vecchio 747 militare», rispondono i tecnici. La ragione è semplice: un aereo è una autentica «gabbia di Faraday». Molti aerei vengono colpiti dai fulmini senza che i passeggeri neppure se ne accorgano (on line si possono vedere diversi video in proposito). Uno steward con 27 anni di carriera ci racconta che solo una volta gli è capitato di avere un problema simile: un «fulmine globulare» (una piccola sfera di energia) era entrato in cabina di pilotaggio e aveva attraversato tutta la carlinga, esplodendo senza toccare nessuno. L'aereo andò avanti fino a destinazione, anche se tutti avevano i capelli alla Caparezza. Altra ipotesi di giornata sono le «turbolenze». L'Airbus, al momento dell'ultimo contatto radar - le 3.33 ora italiana - viaggiava a 840 chilometri l'ora, ad una quota di 11.000 metri, 565 chilometri a nordest della costa brasiliana dello stato del Natal. Uscito dall'area di copertura del radar posto nelle isole Fernando de Noronha non è mai arrivato ad entrare in quello del Senegal, sul lato opposto dell'Atlantico. Ma anche in questo caso - e nonostante sia certo che l'AF447 era entrato in una zona di nubi compatte - gli storici degli incidenti aerei fanno notare che «non si conosce nessun caso di velivolo che si sia rotto in volo al di sopra dei 10.000 metri» (attacchi armati a parte). «Quello che sappiamo è troppo poco per avanzare ipotesi forti», ci viene ripetuto più volte. Così l'unica certezza arriva da Philippe Hazane, vicedirettore dell'agenzia spaziale francese (Cnes) di Tolosa, l'organizzazione che avrebbe dovuto ricevere da una rete di cinque satelliti in orbita l'eventuale avviso di anomalia dall'A-330 200. Tutto è avvenuto così rapidamente che «non si è attivato nessuno dei tre radiosegnalatori che a bordo segnalano (automaticamente) ai satelliti» qualsiasi problema a bordo dell'aereo. «Se nessun segnale è stato intercettato questo significa che (l'aereo) è stato distrutto prima di poter emetterne uno e perciò la catastrofe è stara molto rapida».

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Fabbisogno, i conti migliorano (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 02-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Economia Pagina 216 Fabbisogno, i conti migliorano --> Gli interessi sul debito in discesa, l'afflusso del cash dei conti dormienti (i conti bancari sui quali non si è registrato da anni nessun movimento), e il confronto con un mese, quello di maggio 2008, in cui lo Stato aveva dovuto mettere mano al portafogli con un prestito-ponte da 300 milioni di euro per sostenere la compagnia Alitalia sull'orlo della bancarotta. Un mix di fattori che porta il fabbisogno di maggio 2009 a 7,6 miliardi di euro, con un miglioramento di oltre 300 milioni rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, in cui si era attestato a 7.937 milioni di euro. Tirano dunque il fiato i conti pubblici italiani e il fabbisogno segna così il primo dato in miglioramento da dieci mesi a questa parte. I fattori positivi riescono infatti a strappare alla crisi economica, e ai minori incassi Iva del periodo, 300 milioni di euro. A evidenziare la composizione dei pesi sulla bilancia, che comunque nei primi cinque mesi dell'anno in corso risulta pendere dal lato positivo, è lo stesso ministero dell'Economia.

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ROMA A maggio il fabbisogno dello Stato è stato leggermente inferiore a quello registr... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 02-06-2009)

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Martedì 02 Giugno 2009 Chiudi di PIETRO PIOVANI ROMA A maggio il fabbisogno dello Stato è stato leggermente inferiore a quello registrato un anno fa: 300 milioni di "rosso" in meno. Il calo del mese appena concluso annunciato ieri dal ministero dell'Economia ovviamente non basta a riequilibrare il pesante deficit che i conti pubblici hanno accumulato nei precedenti quattro mesi del 2009. Fra gennaio e aprile, il fabbisogno del settore statale era arrivato a 48 miliardi e mezzo di euro, cioè 17 miliardi in più rispetto al 2008. Del resto per la fine di quest'anno il governo prevede un disavanzo molto superiore agli anni passati, pari al 4,6% del pil. A influire sui conti pubblici è soprattutto il cattivo andamento delle entrate fiscali, conseguenza della crisi economica. Nel frattempo il fisco cerca di recuperare risorse andando a caccia di evasori fiscali: l'Agenzia delle Entrate ha avviato una sorta di azione dissuasiva su quei contribuenti che si sono discostati molto dai loro studi di settore. Il fabbisogno di maggio. Nonostante tutto, maggio è stato un mese positivo per i conti pubblici. Il fabbisogno (cioè il dato che misura il deficit di cassa del solo settore statale, senza amministrazioni locali) è arrivato a 7 miliardi e 600 milioni di euro. A maggio del 2008 era stato di quasi 8 miliardi. Il piccolo miglioramento si spiega soprattutto con due ragioni. La prima: si è ridotta un po' la spesa per interessi sul debito pubblico, grazie alla discesa dei tassi. La seconda: un anno fa c'erano state le spese straordinarie per sostenere l'Alitalia in crisi, e per estinguere i debiti della sanità. Il Tesoro è riuscito così a compensare il calo delle entrate fiscali. In particolare a maggio si è fatto sentire il minor gettito dell'Iva, e al tempo stesso sono aumentati i rimborsi per credito d'imposta. Lotta all'evasione. L'Agenzia delle Entrate ha inviato circa 105 mila lettere ad altrettanti contribuenti italiani che si sono segnalati per le «rilevanti anomalie» delle loro dichiarazioni. I dati dichiarati risultano lontani da quanto indicherebbero gli studi di settore. I destinatari delle lettere sono lavoratori autonomi e piccoli imprenditori. Dovranno spiegare al fisco le loro ragioni. La risposta potrà essere inviata anche attraverso internet, con un software che assicura l'Agenzia sarà presto disponibile. Ma se le «anomalie» saranno confermate anche nella prossima dichiarazione, i contribuenti entreranno nelle cosiddette "liste selettive, cioè nell'elenco di coloro che con ogni probabilità riceveranno presto un controllo fiscale. Dopo il 730, UnicoWeb. Ieri è scaduto l'ultimo giorno per presentare la dichiarazione dei redditi con il modello 730. Da quest'anno però la procedura può essere sostituita con una nuova dichiarazione via internet: si chiama UnicowebMini, e si può spedire direttamente al fisco senza passare per il Caaf. C'è tempo fino al 30 settembre. Per saperne di più, si può consultare il sito www.agenziaentrate.it.

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Choc per la compagnia: l'airbus era nuovo (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 02-06-2009)

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Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 02/06/2009 - pag: 2 In Francia È la più grave tragedia nella storia della società Choc per la compagnia: l'airbus era nuovo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI È la più grave tragedia nella storia di Air France. Un duro colpo, anche in termini d'immagine, per una compagnia considerata fra le più affidabili del mondo, per esperienza del personale e qualità tecnica della flotta. Una compagnia che dopo una crescita spettacolare, l'accordo con KLM e Alitalia e i profitti degli ultimi anni, ha dovuto registrare, nel bilancio 2008, forti perdite (814 milioni di euro) e annunciare una riduzione del 3 per cento del personale, circa tremila esuberi. Ma è un colpo anche per Eads, il consorzio aeronautico europeo che costruisce Airbus. Con la progettazione di nuovi modelli e le prime consegne del gigantesco A380, il transatlantico del cielo, capace di trasportare oltre 500 passeggeri, il consorzio contende all'americana Boeing il primato del mercato. Anche se ogni spiegazione della tragedia è prematura e le concause ipotizzate vanno dall'errore umano alle pesanti condizioni meteorologiche, l'eventualità di un guasto ai circuiti elettrici o di un corto circuito provocato da un fulmine suscita anche interrogativi di natura tecnica, essendo i circuiti predisposti per affrontare situazioni estreme non infrequenti sull'Atlantico. Va ricordato che la progettazione del cablaggio fu all'origine tempo addietro di un grave ritardo nella produzione dell'A380 e della crisi al vertice del consorzio franco-tedesco Eads. Destino vuole che proprio oggi si poserà a Parigi il primo volo commerciale del gigante del cielo, in servizio per Singapore Airlines. Bisogna andare con la memoria alla caduta del Concorde, nel luglio del Duemila, nei pressi dell'aeroporto di Parigi, per rivivere lo stesso sgomento e lo stesso cordoglio fra il management e il personale della compagnia. Nel caso del Concorde, l'inchiesta portò alla luce falle nel dispositivo di manutenzione e responsabilità umane. Per la tragedia del volo AF447 il responsabile della comunicazione Air France, François Brousse, propende per l'ipotesi del fulmine. Ma il neopresidente della compagnia, Pierre-Henry Gourgeon il qua- Presidente Nicolas Sarkozy (Ap)

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Tassi giù, migliora il deficit (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 02-06-2009)

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Corriere della Sera sezione: Economia data: 02/06/2009 - pag: 28 Conti pubblici L'effetto della minor spesa per interessi sul debito. L'incasso dei conti dormienti Tassi giù, migliora il deficit Cala a 7,6 miliardi il fabbisogno del settore statale ROMA Dopo dieci mesi di raffronti negativi, il fabbisogno di cassa del settore statale torna a migliorare nel confronto su base annua. A maggio, secondo i dati che sono stati diffusi ieri dal ministero dell'Economia, si è fermato a 7,6 miliardi di euro, contro i quasi 8 miliardi del maggio 2008, portando il fabbisogno accumulato nei primi cinque mesi dell'anno a quota 56 miliardi, contro i 39,3 miliardi dello stesso periodo di un anno prima. E' presto, però, per capire se nel mese scorso il miglioramento sia stato reale perché i fattori che hanno influenzato il fabbisogno, come si sottolinea anche dal Tesoro, sono stati davvero tanti, e qualcuno di segno opposto. Sicuramente ha pesato a favore il calo dei tassi, e dunque della spesa per gli interessi sui titoli che compongono il debito pubblico, che secondo la Relazione Unificata appena diffusa dal governo dovrebbe scendere, nel 2009, del 5,5 per cento rispetto all'anno scorso. Sempre in positivo ha giocato l'incasso all'erario dei conti bancari cosiddetti «dormienti » da oltre dieci anni. Si tratta, in particolare dei conti caduti in sonno tra l'agosto del 2007 e la fine del 2008, per un importo che dovrebbe essere pari a poco meno di 50 milioni di euro. Ancora a favore ha giocato il confronto con il mese di maggio del 2008, quando uscirono dalle casse dello Stato i 300 milioni di euro del prestito ponte concesso all'Alitalia (un atto necessario per garantirne la sopravvivenza) e una parte delle somme concesse alle regioni per l'estinzione dei vecchi debiti della sanità. In negativo, sul fabbisogno di maggio, hanno inciso invece i maggiori rimborsi per i crediti di imposta da parte dei concessionari della riscossione e i minori incassi fiscali connessi alla caduta del gettito Iva, l'imposta che risente della crisi più di tutte le altre, e che nel primo trimestre ha denotato una flessione di circa il 10% rispetto all'anno scorso. Per l'intero 2009 il fabbisogno di cassa del settore statale, secondo la Relazione Unificata dello scorso aprile, dovrebbe ammontare a 84,6 miliardi di euro, con un aumento di circa 33 miliardi rispetto all'anno scorso. Mario Sensini A maggio Il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli. Il fabbisogno di cassa si è fermato a 7,6 miliardi di euro

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Tutti giù per aria In un film la disfatta dei lavoratori dell'Alitalia di Stato Presentato ieri a Roma il docufilm scritto da uno steward oggi cassintegrato e da un giornalista fr (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 02-06-2009)

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«Tutti giù per aria» In un film la disfatta dei lavoratori dell'Alitalia di Stato Presentato ieri a Roma il docufilm scritto da uno steward oggi cassintegrato e da un giornalista freelance Con la partecipazione di Dario Fo e di Ascanio Celestini BIANCA DI GIOVANNI È la storia di una disfatta raccontata dagli sconfitti. Quelli che hanno urlato, ma non hanno avuto voce in capitolo. Una storia dal sapore amaro e dai toni rassegnati. Sono gli ultimi mesi di Alitalia, quella pubblica, documentati attraverso il racconto di un cassintegrato: assitente di volo beffato dalla cronaca di un fallimento. È tutto raccontato in 70 minuti, nel docufilm girato da Francesco Cordio e basato su un'idea di Alessandro Tartaglia Polcini, assistente di volo cassintegrato della compagnia, e Matteo Messina, giornalista freelance. Visto oraoggi, il filmato (dal titolo «Tutti giù per aria - L'aereo di carta») ha il valore della memoria da preservare da una cronaca troppo frettolosa, che ha già spazzato via i lavoratori espulsi, quelli sfruttati dai nuovi padroni, le mamme costrette a turni notturni. Tutto già dimenticato, coperto dai detriti della della crisi e di nuove povertà. Eppure la guerra Alitalia ha infuocato le piazze e le vie dei cieli fino a pochi mesi fa. Il film (presentato ieri sera al Teatro Ghione di Roma) inizia a fine agosto, con i proclami di Silvio Berlusconi sulla cordata tricolore. In una sorta di prologo-monologo Ascanio Celestini parla di origami, di aerei di carta, proprio come carta straccia sono rimasti anche i titoli di chi aveva investito nella vecchia compagnia. Un ritornello ripete che «volano asini e volano bugie». Si capisce subito che fin dall'inizio è già tutto orientato verso la discesa. Si è già sull'orlo del precipizio in cui tutti scivoleranno. Il tempo è scandito dai gesti quotidiani dello steward-cassintegrato. Suona la sveglia, si alza, si fa la barba: e ricorda. Ricorda quando finì il suo corso di formazione e l'istruttore gli disse che aveva svoltato. Si infila la divisa, imbraccia il trolley, di dirige verso l'aeroporto. Piccoli gesti di un lavoro che non c'è più. Comincia la giornata e comincia la vertenza più lunga: quella della fine. Il filmato documenta la trattativa ora per ora: i tavoli separati, così come «separati» sono i sindacati. Confederali in una sede del ministero del lavoro, autonomi per le strade. Sotto le finestre del ministero ci si accampa, si urlano slogan, si tengono piccoli comizi. C'è chi parla di resa dei conti, chi chiede dignità per i lavoratori. Si arriva a una mezza firma (la Cgil firma ma non per chi non rappresenta, dice Epifani). La cronaca assume toni deliranti: ultimatum a ripetizione, azienda che ritira l'offerta, azienda che torna al tavolo. È un bailamme disperato e sconnesso. Intanto lo steward cassintegrato arriva a Fiumicino, dopo essersi ben pettinato, aggiustato il nodo della cravatta. Entra nella grande Hall, va al bar, acquista un panino. Ormai la partita è quasi chiusa: una dopo l'altra le sigle sindacali cadono sotto i colpi dei diktat aziendali e del governo. Migliaia di lavoratori in una notte si ritrovano esuberi. Lo steward si siede su una panchina: solo con il suo panino tra le mani. Parlano gli osservatori. Dario Fo parla di dignità del lavoro, Giorgio Cremaschi dei «furbetti» che comprano gli attivi e lasciano i debiti sulle spalle dei cittadini. Anche dopo l'ultimo sì, la vertenza continua. Stavolta sono le condizioni di lavoro: giovani mamme costrette a lavorare di notte, piloti costretti a lavorare 330 giorni all'anno. Non c'è molto da aggiungere. un aereo vola in cielo, ma lo steward è a terra: senza camicia corre sulla spiaggia. Da solo. È finita. La storia La nostra azienda, operante nel settore della progettazione e fornitura dimateriali d'interni, e` lieta di accogliervi nel proprio showroom di Roma in via Aurelia. I nostri esperti saranno in grado di guidarvi nella progettazio-ne del vostro ambiente sino al post-vendita, cosi` da garantirvi un servizio a 360o senza dover perdere tempo prezioso nel cercare soluzioni altrove. Vi invitiamo quindi a visitare le sezioni del nostro sito, scoprendo i prodotti presenti nel nostro punto vendita in via Aurelia. La Progetti & Ceramiche Srl vi affidera`un esperto per aiutarvi a progettare il vostro ambiente partendo da zero,consigliandovi ogni tipo di materiale. Progetti & Ceramiche S.r.l. Via Aurelia, 1051 00166 RomaTel. 06 66 18 0022 info@progettieceramiche.comwww.progettieceramiche.com SCONTO RISERVATO A CHI PRESENTA QUESTO COUPON Affidateci il vostro spazio &CeramicheProgetti

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Doveva essere l'arma dei consumatori, ma con Silvio Berlusconi è diventato un inutile orpe... (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 02-06-2009)

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Doveva essere l'arma dei consumatori, ma con Silvio Berlusconi è diventato un inutile orpello. È la class action, l'azione collettiva, quell'istituto giuridico che negli Stati Uniti consente battaglie leggendarie di semplici cittadini contro le grandi Corporation fin dagli anni '60. Il testo voluto dal governo ha così depotenziato la misura che è assai probabile che le cause intentate dai consumatori si affastelleranno sulle scrivanie dei giudici e resteranno lì. Le associazioni dei consumatori hanno bollato la proposta come «inapplicabile, dannosa per i consumatori, avulsa dal Codice del Consumo e contraria alle indicazioni provenienti dall'Ue». Bocciatura totale. Ma cosa ha fatto esattamente il governo? Prima manovra: no alla retroattività. Si consente di utilizzare il nuovo strumento solo per gli illeciti commesi dopo l'entrata in vigore della legge, e non per tutti quelli ancora non prescritti. In un solo colpo si salvano i responsabili dei crack Cirio e Parmalat e anche quelli che hanno lasciato con un mucchio di carte in mano i piccolia zionisti Alitalia. ma la beffa non finisce qui. Il testo prevede anche pesanti sanzioni per i cittadini che avessero presentato una domanda giudicata poi inammissibile. Insomma, se manca il «luogo a procedere i cittadini pagano. Una vera minaccia contro chi intende ribellarsi per comportamenti fraudeolenti e vessatori. Ancora. la possibilità di ricorrere è limitata a solo una decina di tribunali in tutto il territorio. Napoli dovrà coprire gran parte del mezzogiorno, Roma il Lazio, l'Abruzzo, l'Umbria e le Marche, Venezia anche il Trentino e il Friuli Venezia Giulia. Insomma, solo provare a far causa è un'impresa ardua. D'altronde si capì fin da quando fu approvata la prima stesura, con il governo Prodi, l'aria che tirava. Confindustria parlò di «atto ostile». Non fu così una trentina d'anni fa in California. La class action più famosa è rimasta quella contro la Pacific Gas and Electric Company, che portò nelle tasche di 360 cittadini 333 milioni di dollari. L'accusa (provata) era pesantissima: inquinamento delle falde acquifere e rischio tumore per gli abitanti. Ci volle una donna coraggiosa, Erin Brockovich, per ottenere giustizia. In Italia non basterà né il coraggio né la voglia di lottare.

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ELENA ROMANAZZI ROMA. UN FULMINE NON è IN GRADO DI FAR PRECIPITARE UN AEREOMOBILE»... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 02-06-2009)

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ELENA ROMANAZZI Roma. «Un fulmine non è in grado di far precipitare un aereomobile». Fabio Berti comandante dell'Alitalia di questo è convinto. «Abbiamo solo due elementi: c'è stata una forte turbolenza e il sistema automatico dell'aeromobile ha comunicato a Parigi un'avaria. Ma non si possono azzardare ipotesi perché mancano totalmente gli elementi». Un fulmine non può causare una tragedia del genere? «Può provocare una avaria. I velivoli sono costruiti in modo tale da poter affrontare questo tipo di emergenze. L'Air France-Klm ha dei sistemi di controllo e di revisione rigidissimi. Un fulmine da solo non è in grado di far precipitare un aeroplano». La tratta è ad alto rischio? «È una zona molto particolare. È presente il fronte intertropicale e quindi è soggetta a forti turbolenze». È una rotta che lei ha fatto recentemente? «Negli ultimi due mesi l'ho fatta quattro volte, da San Paolo e da Buenos Aires. È una zona caratterizzata da grosse formazioni temporalesche». È un volo sempre così difficile? «Non sempre, ma in quel tratto bisogna fare i conti con fenomeni metereologici diversi da quelli che abbiamo qui in Europa, molto più forti e robusti. Tutto si può affrontare. La turbolenza si prevede. Ma può passare da moderata a severa, e in questo ultimo caso si cerca di operare a quote più basse per evitare l'instabilità dell'aeromobile». L'Airbus è sparito dai radar? È una anomalia? «I velivoli quando si è in volo sull'Oceano o nel Nord-Atlantico e dunque si è lontani dalla terra ferma spariscono dai radar. È normale. Per sopperire a questo buco di localizzazione entrano in funzione altri sistemi e i piloti comunicano attraverso canali particolari che si chiamano Hf che consentono di trasmettere». Le ricerche saranno difficili? «Allo stato attuale credo che il raggio di ricerche, anche se ampio, sia stato circoscritto. L'intervento di recupero fa riferimento alle indicazioni di avaria giunte a Parigi. Le scatole nere hanno un sistema, Argos, che consente l'individuazione dell'Airbus anche in situazioni drammatiche». Lei esclude alla luce delle informazioni che ci possa essere stato un tentativo di ammaraggio? «Se ci fosse stato i piloti avrebbero fatto delle dichiarazioni di emergenza utilizzando le frequenze che in questi casi si usano tra piloti. Non si dialoga con le torri di controllo ma con i colleghi che sono in volo sulla stessa rotta. In questo caso non è neanche partito l'Sos. Non ne hanno avuto il tempo, ci deve essere un motivo».

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ROMA. MIGLIORANO I CONTI PUBBLICI A MAGGIO. IL FABBISOGNO DEL SETTORE STATALE, INFATTI, NEL MESE SCO... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 02-06-2009)

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Roma. Migliorano i conti pubblici a maggio. Il fabbisogno del settore statale, infatti, nel mese scorso è risultato pari, in via provvisoria, a 7,6 miliardi, inferiore di circa 300 milioni rispetto a quello registrato nel mese di maggio del 2008, (pari a 7.937 miliardi). Un dato che, tuttavia, non dovrebbe modificare più di tanto il trend del deficit pubblico, influenzato soprattutto dal cattivo andamento del Prodotto interno lordo. A maggio, fanno notare al ministero dell'Economia, i dati del fabbisogno hanno beneficiato di un minor onere per il pagamento degli interessi sul debito, del versamento delle disponibilità liquide giacenti sui cosiddetti «conti dormienti» e dal venir meno di erogazioni di carattere straordinario effettuate le mese di maggio dello scorso anno. Il riferimento è ai fondi stanziati a suo tempo per il salvataggio di Alitalia e l'estinzione dei debiti contratti dalle regioni nel capitolo della sanità. Ma la crisi economica continua a farsi sentire fortemente sul versante dei conti pubblici. Traducendosi, in particolare, in un calo delle entrate fiscale. A maggio, infatti, si è registrato un calo del gettito Iva, la prima imposta a subire un calo della domanda. Inoltre, i concessionari della riscossione, hanno fatto lievitare la quota dei rimborsi per i crediti di imposta. E, anche questo, ha avuto un effetto negativo sulle casse dello Stato. La crisi, comunque, non ferma l'attività di controllo sulle dichiarazione dei redditi. Soprattutto di quelli presentati dai piccoli imprenditori, da commercianti e artigiani. L'Agenzia delle Entrate ha infatti inviato in questi giorni 105.000 lettere a contribuenti che nel triennio 2005-2007, e dunque prima dell'esplosione della crisi economica, hanno indicato dati negli studi di settore non proprio nella norma. Non si tratta di cartelle esattoriali perché i contribuenti in questione potranno spiegare le ragioni di quelle «anomalie». L'obiettivo è quello di prevenire, prima che combattere, l'evasione fiscale. Se anche con la successiva dichiarazione i contribuenti «avvisati» dovessero riproporre anomalie, rispetto agli standard dei dati chiesti negli studi di settore, gli stessi saranno inseriti - avverte l'amministrazione fiscale - nelle cosiddette «liste selettive» per i controlli fiscali. Le comunicazioni che non convincono il fisco rientrano nella maggior parte dei casi nella gestione del magazzino; oppure riguardano incoerenze tra rimanenze finali ed esistenze iniziali. Scandagliati anche tutti i dati relativi all'utilizzo di beni strumentali perché in alcuni casi si dichiara il bene per usufruire dell'ammortamento ma poi non se ne indica il valore ai fini fiscali. Secondo la casistica relativa agli anni precedenti, considerato che tra il 2007 e il 2008 erano state inviate complessivamente 200.000 lettere di questo tipo, i dubbi delle Entrate nascono quando i dati non sono coerenti con la natura dell'attività economica. Difficile dunque passare inosservati se si vende pesce fresco e poi si dichiarano scorte enormi in magazzino oppure se si acquista un certo quantitativo di pezzi da rivendere e poi si dichiarano rimanenze superiori a quella cifra. Così come la non indicazione di beni strumentali è inverosimile a meno che non si siano venduti tutti i macchinari. La comunicazione inviata al contribuente non è ancora una cartella esattoriale: «Resta un invito - spiega l'Agenzia delle Entrate - a valutare attentamente la situazione evidenziata, in vista della presentazione del prossimo modello di dichiarazione relativo al periodo di imposta 2008, allo scopo di scoraggiare la reiterazione di eventuali comportamenti non corretti». Le lettere stanno infatti arrivando proprio alla vigilia del primo appuntamento per il pagamento delle imposte collegate alla dichiarazione dei redditi. an.tr.

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Strasburgo è lontana (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 03-06-2009)

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TERREMOTO Strasburgo è lontana Gabriele Polo Una scena lunga due mesi, il terremoto sullo sfondo: interprete principale il presidente del consiglio, Bertolaso a far da spalla, i terremotati le comparse. Non fosse stato per Veronica Lario, questo sarebbe stato l'unico palcoscenico elettorale di Silvio Berlusconi. Riempito con una dozzina di visite, tante immagini, un fiume di banalità da gettare in platea, al paese spettatore-elettore. Per raggiungere e superare la soglia del 40%, quella che prepara la nuova era, il berlusconismo come impresa di Stato. CONTINUA | PAGINA 2 INVIATO A L'AQUILA Due mesi di flash sull'attivismo pietoso. Due mesi di buio sull'emergenza che non ha fine, sulla ricostruzione che non vede inizio. Non è particolarmente originale osservare come una sciagura possa servire a raccogliere consenso promettendo aiuto, con tutti i rischi del caso, se l'aiuto funziona poco o male. Né sono un inedito storico queste elezioni nel post-terremoto, questa verifica «naturale» della tenuta di un governo. Trent'anni fa toccò a Zamberletti, che però era «solo» un sottosegretario promosso in Friuli a commissario straordinario. Un Bertolaso ante litteram, quando la Protezione civile appena nasceva e non era una sorta di stato nello stato come ora. Fu il democristiano di Varese, alle prese con l'emergenza friulana del 1976, a gestire ricostruzione ed elezioni, raccogliendo i soldi a Roma e distribuendoli al confine orientale, visitando tenda per tenda in maniche di camicia, a parlare con tutti e a convincere tutti. Senza nemmeno aver bisogno di dire che cosa votare nelle elezioni del 20 giugno di quell'anno, quelle del pericolo rosso, con il Pci che sembrava pronto a sorpassare la Dc. Cosa che non fu. Anche grazie alla tenuta dell'elettorato terremotato, grazie al gran lavoro del Zamberletti, che non poteva contare su uno stuolo di televisioni al seguito, ma sui finanziamenti statali sì. Di soldi ne arrivarono tanti, non vennero gettati al vento - a differenza dell'Irpinia qualche anno dopo - e finirono per contribuire al miracolo del nord-est. Strade e capannoni industriali costruiti assieme alle case, il post-terremoto come straordinaria arma di sviluppo economico. E di consenso politico, basato sul fare, senza nemmeno usare troppo la grancassa mediatica. Scenari spettrali La scena a L'Aquila e dintorni sembra un po' diversa. A due mesi, 302 morti e 65.000 sfollati dal giorno del terremoto, l'unica cosa davvero visibile - oltre alle visite-spot del Presidente del consiglio - è l'emergenza. A partire dal centro storico spettralmente deserto e chiuso, una «zona rossa» che attende di capire quale sarà il suo futuro. Vi entrano solo i vigili del fuoco, per puntellare qualche edificio o accompagnare gli abitanti a raccogliere ancor oggi - da sessanta giorni - qualche oggetto domestico. E attorno alla sorte del centro di L'Aquila si gioca la grande partita del post-terremoto. Dopo una certa fiducia iniziale gonfiata dalle esibizioni berlusconiane, ora i dubbi della popolazione si stanno trasformando in protesta. Sono nati decine di comitati - diversi tra loro per censo, collocazione geografica, orientamento politico - che prendono la parola, seppur in ordine ancora sparso. «Ricostruzione 100%», «puntellare tutto», sono le parole più pronunciate. Perché il timore è che lo smembramento della comunità - le costruzioni temporanee sparse su terreni in via d'esproprio - apra la strada a una ridefinizione della città e del suo territorio basata su interessi estranei a quelli degli aquilani e impermeabile alle loro volontà. «Togliere il centro storico a L'Aquila è come toglierle il Gran Sasso» sentenzia la presidente della Provincia Stefania Pezzopane, dando voce a quella che è la paura più evidente per il prossimo futuro: una ricostruzione fatta di grandi affari che toglierebbe agli aquilani il controllo e il possesso della propria città, magari attraverso il non finanziamento della sistemazione delle «seconde case», quell'integrazione di reddito portata a molte famiglie dall'affitto a studenti fuorisede. E un imputato c'è già: «Non subiremo passivamente i giochi di Fintecna» annuncia il sindaco Massimo Cialente. Ciò che si teme è che la finanziaria del governo assuma il controllo del centro storico, affidando appalti a qualche impresa del nord leghista, per poi fare dell'Aquila un grande affare per nuovi ricchi. Perché la verità è che i soldi non ci sono, che Tremonti ha già detto di non sapere dove prenderli, che solo «una tassa di scopo» potrà farglieli trovare. Ma di tasse il Capo supremo non ne vuol sentir parlare, almeno fino alle elezioni europee; e, semmai, vorrebbe che a chiederle siano proprio gli abruzzesi, Pezzopane e Cialente in testa. Giusto per fargliene assumere la responsabilità. L'emergenza senza fine Così piccole proteste crescono. Dopo il corteo di sabato scorso, indetto dal comitato per la rinascita del centro storico, oggi tocca a un presidio organizzato dai sindaci, per il 10 giugno il comitato «3e32» lancia l'idea di un sit-in a Roma e il 15 appuntamento nella capitale davanti al Parlamento. Perché quel giorno alla Camera inizia la discussione del decreto sulla ricostruzione. Dovrebbe essere la data della fine dell'emergenza, già troppo prorogata, ma da che parte vada ancora non si sa. Paradossalmente in Abruzzo hanno considerato un passo in avanti il rinvio del decreto, «perché la sua prima versione era un disastro - dicono in coro - ma ancora non ci siamo». Problemi di quantità e di qualità: i 5 miliardi e mezzo per ora previsti non sono sufficienti e al comitato «3e32» fanno un semplice paragone: «Per il terremoto dell'Umbria, con 30.000 sfollati, vennero stanziati 7 miliardi. Qui gli sfollati sono più del doppio e i soldi molti meno». E, poi, chi e come li gestirà? In un territorio che abbonda di divise e controlli - nelle tendopoli principali non si può entrare senza apposito tesserino - la popolazione non si fida dei controllori. «Perché una cosa è l'emergenza, un'altra il futuro, che non si può affidare allo specialista delle emergenze»: il «cittadino-accusatore» ce l'ha con Bertolaso e la Protezione civile, molto invasivi entrambi, vissuti come estranei. Utili, persino indispensabili, ma «stranieri». A differenza dei vigili del fuoco che, pur venendo da tutt'Italia, sono considerati dei fratelli. Cui aggrapparsi per ogni esigenza, cui chiedere qualunque cosa e a cui dare tutto l'appoggio quando protestano - anche loro - senza smettere di lavorare, per i tagli ai finanziamenti. E le elezioni? «Perché? Si vota?». Molti se ne sono persino dimenticati delle Europee. Un po' per il rinvio delle amministrative che ha fatto pensare a uno slittamento del voto tout court. Un po' perché qui i partiti - di comune accordo - non hanno fatto campagna elettorale. Molto perché l'unico voto che davvero interessa è quello del Parlamento italiano sul «Decreto Abruzzo». Prevedibile che l'astensionismo sarà altissimo, che i seggi - un po' piazzati negli edifici pubblici rimasti in piedi, un po' nelle tendopoli - non saranno molto frequentati. Nemmeno Berlusconi se ne lamenterà, per quanto importantissimo ai suoi scopi sia l'esito del 6-7 giugno; e, del resto, il suo palcoscenico elettorale l'ha costruito in Abruzzo ma solo per parlare al resto d'Italia, come fu per Napoli alle prese con l'immondizia. Semmai se ne lamenteranno gli oltre 35.000 «pendolari del terremoto» che sfollati sulla costa, tra Giulianova e Pescara, ogni giorno attraversano la regione per raggiungere il capoluogo dove hanno lavoro e residenza. Anche per votare dovranno fare i pendolari, l'esercizio del «diritto-dovere» è legato all'appartenenza territoriale e il seggio non li ha seguiti nell'esodo verso gli alberghi dove ancora non sanno se e quanto potranno rimanere (salvo eventuali crociere annunciate dal Presidente). I pendolari del voto Così i più affezionati all'esercizio democratico dovrebbero mettersi in macchina e farsi - anche per votare - le consuete file agli ingressi dell'autostrada targata padron Toto (quello di AirOne, poi Cai-Alitalia) che nell'emergenza-sisma è diventata un imbuto. I pendolari del terremoto non pagano il pedaggio, ma la loro esenzione va verificata a ogni passaggio di casello, con i tempi e le code che si possono immaginare. Facile prevedere che molti resteranno lontani da un seggio così complicato. Vista da L'Aquila, Strasburgo è una località remota. Più interessante Roma, ma solo perché tiene i cordoni della borsa. Però il cuore e la mente sono tutti per quelle case vicine e proibite, quelle fabbriche chiuse e quegli uffici vuoti o sparpagliati in luoghi a molti cittadini ancora ignoti. Il pensiero è fisso sulla «riconquista» dell'Aquila. In fretta: prima del freddo autunno, prima che Fintecna si prenda tutto, prima del G8-vetrina. Un altro mese come palcoscenico nazionale, una trentina di giorni in cui tutti - non più solo Berlusconi - si giocheranno il futuro. Foto: TRE IMMAGINI DELLA MANIFESTAZIONE ALL'AQUILA IL 30 MAGGIO SCORSO: IN ALTO /FOTO FABIO ULIANO SOPRA E A FIANCO IL SINDACO CIALENTE AL CORTEO /FOTO MARCO D'ANTONIO

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Una privatizzazione disinvolta che manda Tutti giù per aria (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 03-06-2009)

Argomenti: Alitalia

ALITALIA Il docu-film prodotto e girato dagli (ex) dipendenti Una privatizzazione disinvolta che manda «Tutti giù per aria» Francesco Piccioni Un documentario che è un piccolo manuale di lotta di classe. Il 2000 è iniziato da un decennio, ma sembra regolato da «leggi» piuttosto secolari. In Tutti giù per aria, film autoprodotto da un gruppo di (ex) dipendenti Alitalia, queste leggi diventano volti, nomi, corpi, argomentazioni, trucchi retorici, strategie e tattiche. Presentato al teatro Ghione di Roma, lunedì sera, era atteso da così tanto pubblico che è stata necessaria una seconda proiezione. Dopo un minuto di silenzio in onore dei 228 morti del volo Air France (il vero «azionista di riferimento» della nuova Alitalia-Cai), l'umore degli spettatori è andato salendo fino allo scatto d'ira quando sullo schermo è apparso il ministro Matteoli che ripeteva (su contratti e licenziamenti fuorilegge) «la Cai mi dice che le cose stanno in un altro modo». Una fiducia assoluta nell'azienda che aveva appena confermato a suo figlio - pilota tra gli ultimi assunti nella «vecchia» Alitalia - il posto di lavoro. Riepilogata in poco più di un'ora, la complicata vicenda della «privatizzazione» assume i contorni esatti di una operazione industriale decisa a tavolino, una decina di anni fa, da quell'autentico «comitato d'affari della borghesia» che è la Commissione europea (qui da noi, è noto, abbiamo un governo ridotto a «comitato degli affari personali»). Protagonisti e complici sono anche chiaramente leggibili: i partiti succedutisi al governo, i sindacati confederali e non (l'Anpac, ovvero i piloti, ha una lunga tradizione «aziendalista» e corporativa, anche se alla fine viene maltrattata quanto un sindacato di base). Il giudizio può sembrare duro o ideologico, ma per saggiarne la concretezza basta guardare il segretario della Filt (ramo «a-conflittuale» della foresta Cgil) che sorride sornione davanti alla contestazione di alcuni lavoratori, per poi girare le spalle e andare a «trattare» con governo e Colaninno. Un piccolo manuale anche dal lato mediatico. Nella vicenda Alitalia si è avuto un saggio della capacità di blindare l'informazione ufficiale (tv e grandi giornali) intorno a una tesi falsa: la crisi della compagnia come frutto di «privilegi» dei dipendenti. Un breve esame comparato dei bilanci dimostrava invece che l'indebitamento mostruoso era dovuto al peso dei «servizi» (94% dei costi), mentre il personale era già assai più che competitivo (18%, a fronte del 29% rappresentato nel bilancio Air France). Insomma: il sistema dei favori politici come zavorra principale, che altre compagne non hanno mai avuto, nonostante fossero (o siano ancora) anche loro «statali». Una crisi industrial-politica precipitata quando la Lega, con Giuseppe Bonomi presidente (ora è alla Sea), puntò tutte le sue carte su Malpensa come secondo hub, aprendo una voragine di perdite nei conti Alitalia (allora in attivi di 400 miliardi) non più rimarginabile. Fu allora che, a profetizzar la crisi, le maestranze indossarono a forza orrori verdastri al posto dei beige Armani. Divise che alcuni cassintegrati, nel film e nella realtà, hanno infine gettato sulla scalinata d'ingresso alla palazzina dei dirigenti, alla Magliana. Da manuale anche l'illusione di «visibilità» che questa vertenza ha generato. Nel documentario possiamo vedere - uno dopo l'altro, spesso senza possibilità di capire, per i non addetti ai lavori, chi stia dicendo cose serie e chi sciocchezze - tutta una fauna che accompagna le scene di lotta di classe in un settore assai diviso per motivi industriali (piloti e assistenti sono, nella loro diversità, «personale di volo», tutti gli altri «di terra»), ma con un contorno consolidato di gelosie e leggende metropolitane. Sindacalisti seri in difficile equilibrio tra la ricerca della soluzione meno dannosa possibile e la tentazione di far saltare tutti i tavoli, ma privi di una solida sponda politica (anche per questo, forse, uno di loro ha accettato la candidatura alle europee). Qualche arruffapopoliole taglienti e poche idee, tra cui solo i dipendenti sanno distinguere l'ingenuo che alla fine ha perso il posto da quello che l'ha misteriosamente conservato, oppure che ne aveva già un altro. E ci sono i politici, ovviamente. Da quelli che è logico trovare al fianco dei lavoratori fino al micro-partitino ansioso di farsi vedere. Spicca l'ipocrisia dell'Idv dipietrista, che in parlamento e in tv usava l'argomento «troppi costi per il contribuente» (che, a rigore, significava dichiarare il fallimento e mandare 20.000 persone a casa) e, a Fiumicino, esorta i lavoratori a «resistere». Pd e berlusconiani fanno la loro figura, dividendosi solo sul se era meglio vendere ad Air France prima (Veltroni) oppure dopo (il premier e i suoi cloni) aver fatto guadagnare qualcosa a una cordata di imprenditori amici. Restano però impressi soprattutto i volti dei tanti, donne e uomini, che in quella lotta hanno difeso anzitutto la propria dignità di persone. E che in troppi vogliono far tornare, non solo in Alitalia, semplici schiavi.

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L'aereo di carta , con Celestini e Dario Fo (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 03-06-2009)

Argomenti: Alitalia

DVD «L'aereo di carta», con Celestini e Dario Fo r.s. La guerra continua per i 21 mila dell'ex Alitalia, soprattutto per chi è stato licenziato dal Cai perché mamma o con figlio handicappato, o padre in identiche situazioni. Hanno dissepolto l'ascia le 11 mila personalità d'eccellenza cancellate da questa Alitalia «di carta». Spiega il perché, alla fine del docufilm di 75' «Tutti giù per aria - L'aereo di carta», Ascanio Celestini in un dolce e feroce monologo. Un'arma di lotta sarà dunque questo doc anomalo (è infatti un attore, Fernando Cormick, qui assistente di volo cassaintegrato, che fa da Virgilio) diretto con ritmo, humor e a budget zero da Francesco Cordio, romano, attore, operatore, montatore, anche regista di teatro documentarista e clippettaro (Daniele Silvestri, Slowmotion). Con musiche di Luca Bussoletti, perturbazioni di Marco Travaglio e Dario Fo e alta «sostanza conoscitiva» grazie a Alessandro Tartaglia Polcini, Matteo Messina, Guido Gazzoli e Francesco Staccioli (è un doc bocciato Rai: «non ha controparte!»). Dopo la prima a Frascati, e Roma (ne scriviamo a fianco), il doc aprirà dibattiti e clamori a Venezia il 4 e 5 giugno e a Ugento il 20. Dal 10 giugno il dvd è in vendita, 6 euro. E a proposito dei «privilegi» si legga la scritta finale. Grazie, ancora, Brasile.

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Avvistati i resti dell'Airbus (sezione: Alitalia 2)

( da "Riformista, Il" del 03-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Avvistati i resti dell'Airbus «Una tempesta tropicale è una roulette russa» Intervista. Parla Giampaolo Guerra, comandante Alitalia sulla rotta Brasile-Europa. «Entrare in una cellula attiva di turbolenze su quel tratto dell'oceano è devastante». Sulla lista passeggeri dieci italiani, dal Trentino, dal Veneto e dall'Emilia Romagna. di Anna Mazzone Un giubbotto salvagente, un seggiolino, alcuni rottami metallici e macchie di combustibile. Sono questi i primi resti dell'Airbus 330 dell'Air France, scomparso lunedì sulla rotta Rio de Janeiro - Parigi, a tre ore dall'atterraggio previsto all'aeroporto Charles de Gaulle alle ore 11.10. Sono stati avvistati dalla Marina brasiliana, a largo delle coste del Senegal. Un mistero che si va via via dipanando. E dopo lo sgomento delle prime ore e la speranza di riuscire a trovare dei sopravvissuti, ora è il momento del dolore profondo. In Brasile, in Francia e in Italia, si piangono quei morti che non si avrà nemmeno la possibilità di rivedere per l'ultima volta. Erano in 228 su quel volo, decollato in tarda serata dall'aeroporto di Rio. Dodici i membri dell'equipaggio. Comandante e piloti di massima esperienza e rodati su quella tratta che è pericolosa in alcuni tratti, laddove le turbolenze metereologiche possono provocare disagi (nel migliore dei casi) o una vera e propria tragedia, come è accaduto all'alba di lunedì. Dieci gli italiani nella lista dei passeggeri. Dieci famiglie distrutte, dieci storie da raccontare. Tornavano a casa, tre in Trentino, Rino Zandonai, di 60 anni, direttore dell'associazione "Trentini nel mondo onlus", Giambattista Lenzi, 58 anni, consigliere regionale dell'Unione per il trentino (Upt) e Gianni Zortea, 66 anni, sindaco di Canal San Bovo. Erano partiti il 20 maggio per consegnare oltre 22 mila euro ai trentini colpiti dall'alluvione in Brasile nel 2008, per un gemellaggio e per inaugurare una piscina per bimbi disabili. A Trento, la spessa coltre di dolore è calata anche sulle cerimonie per la Festa della Repubblica, che si sono svolte in tono minore in segno di lutto. Alexander Paulitsch, di 35 anni, era un consulente aziendale di San Candido, in provincia di Bolzano, così come Georg Lercher, di 34 anni, imprenditore nel settore del legno. Erano due amici che tornavano dal Brasile dopo una vacanza. E poi Georg Martiner, 24 anni, di origine brasiliana ma adottato insieme a due fratelli da una famiglia di Ortisei. Il padre, morto alcuni anni fa, era uno scultore. E la tragedia ha toccato anche il Veneto. Angela Cristina de Oliveira Silva, responsabile del Centro internazionale di orientamento e difesa della donna straniera (Ciods), e suo marito, Enzo Canaletti, un militare dell'esercito in pensione. Vivevano a Lido di Venezia e viaggiavano spesso in Brasile per seguire progetti umanitari. Agostino Cordioli, di 73 anni, era un imprenditore edile di Villafranca, partito un paio di settimane fa per lavoro, aveva deciso di anticipare il suo rientro per tornare prima in famiglia. Infine, Claudia Degli Esposti, di 55 anni, responsabile marketing territoriale dell'Ervet, una società per la valorizzazione economica del territorio che fa capo alla Regione Emilia-Romagna. E tra le vittime anche un direttore d'orchestra italo-brasiliano, Silvio Barbato, 50 anni, che negli ultimi anni aveva diretto l'orchestra sinfonica di Sanremo. La profondità del mare, che lì può raggiungere anche i 4000 metri, li ha inghiottiti tutti. Difficile l'ammaraggio, anche se non impossibile. Il mistero dell'Airbus 330 dell'Air France è condensato nel suo interminabile silenzio. Poco dopo le 3 del mattino, infatti, l'aereo non risponde più alle sollecitazioni delle torri di controllo. Pochi minuti prima, il comandante aveva comunicato un'avaria elettrica. Ci si chiede cosa sia accaduto. Un fulmine? Una bomba? Possibile che un aereo di tale portata cada così, senza fare rumore? Il Riformista lo ha chiesto al comandante dell'Alitalia, Giampaolo Guerra, che per dieci anni ha pilotato Airbus 330 sulla rotta Brasile-Europa e che conosce bene le insidie di quel tratto di cielo. «Escluderei l'ipotesi di un fulmine - ci dice Guerra - dal momento che gli aerei sono delle autentiche gabbie di Faraday e quindi scaricano immediatamente». E allora di cosa si è trattato secondo lei? «L'ipotesi bomba è verosimile, anche se per me non è plausibile. Quello che invece credo, conoscendo molto bene quella rotta, è che i piloti si siano concentrati sull'avaria elettrica che avevano comunicato e non si sono resi conto di entrare in una cellula attiva del fronte tropicale». Che cosa significa? «Vede, si tratta di un temporale all'ennesima potenza, che scatena un'energia incalcolabile. Una pioggia di ghiaccio che può compromettere la corazza dell'aereo. Meglio non entrare in una cellula attiva. È una roulette russa, solo che si ha a favore solo un colpo su cinque». Ma per un comandante così esperto, come è possibile non realizzare che si sta entrando in una tempesta di tale genere? «È possibile, se un'avaria ha messo fuori gioco i sistemi di controllo, tipo il radar. In quel caso, ci si ritrova nell'occhio del ciclone senza rendersene nemmeno conto». E il silenzio della cabina di pilotaggio, come si spiega? Non ci sono dei modi per comunicare comunque una situazione di emergenza? «Certo che ci sono. I piloti sono in costante contatto con i colleghi degli altri voli, tramite una particolare frequenza. Ma se la turbolenza nel quale si è andato a infilare l'aereo era di proporzioni così drammatiche, è possibile che il velivolo si sia letteralmente disintegrato. Questo spiegherebbe il silenzio». 03/06/2009

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Una privatizzazione disinvolta che manda (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 03-06-2009)

Argomenti: Alitalia

ALITALIA - Il docu-film prodotto e girato dagli (ex) dipendenti Una privatizzazione disinvolta che manda «Tutti giù per aria» Francesco Piccioni Un documentario che è un piccolo manuale di lotta di classe. Il 2000 è iniziato da un decennio, ma sembra regolato da «leggi» piuttosto secolari. In Tutti giù per aria, film autoprodotto da un gruppo di (ex) dipendenti Alitalia, queste leggi diventano volti, nomi, corpi, argomentazioni, trucchi retorici, strategie e tattiche. Presentato al teatro Ghione di Roma, lunedì sera, era atteso da così tanto pubblico che è stata necessaria una seconda proiezione. Dopo un minuto di silenzio in onore dei 228 morti del volo Air France (il vero «azionista di riferimento» della nuova Alitalia-Cai), l'umore degli spettatori è andato salendo fino allo scatto d'ira quando sullo schermo è apparso il ministro Matteoli che ripeteva (su contratti e licenziamenti fuorilegge) «la Cai mi dice che le cose stanno in un altro modo». Una fiducia assoluta nell'azienda che aveva appena confermato a suo figlio - pilota tra gli ultimi assunti nella «vecchia» Alitalia - il posto di lavoro. Riepilogata in poco più di un'ora, la complicata vicenda della «privatizzazione» assume i contorni esatti di una operazione industriale decisa a tavolino, una decina di anni fa, da quell'autentico «comitato d'affari della borghesia» che è la Commissione europea (qui da noi, è noto, abbiamo un governo ridotto a «comitato degli affari personali»). Protagonisti e complici sono anche chiaramente leggibili: i partiti succedutisi al governo, i sindacati confederali e non (l'Anpac, ovvero i piloti, ha una lunga tradizione «aziendalista» e corporativa, anche se alla fine viene maltrattata quanto un sindacato di base). Il giudizio può sembrare duro o ideologico, ma per saggiarne la concretezza basta guardare il segretario della Filt (ramo «a-conflittuale» della foresta Cgil) che sorride sornione davanti alla contestazione di alcuni lavoratori, per poi girare le spalle e andare a «trattare» con governo e Colaninno. Un piccolo manuale anche dal lato mediatico. Nella vicenda Alitalia si è avuto un saggio della capacità di blindare l'informazione ufficiale (tv e grandi giornali) intorno a una tesi falsa: la crisi della compagnia come frutto di «privilegi» dei dipendenti. Un breve esame comparato dei bilanci dimostrava invece che l'indebitamento mostruoso era dovuto al peso dei «servizi» (94% dei costi), mentre il personale era già assai più che competitivo (18%, a fronte del 29% rappresentato nel bilancio Air France). Insomma: il sistema dei favori politici come zavorra principale, che altre compagne non hanno mai avuto, nonostante fossero (o siano ancora) anche loro «statali». Una crisi industrial-politica precipitata quando la Lega, con Giuseppe Bonomi presidente (ora è alla Sea), puntò tutte le sue carte su Malpensa come secondo hub, aprendo una voragine di perdite nei conti Alitalia (allora in attivi di 400 miliardi) non più rimarginabile. Fu allora che, a profetizzar la crisi, le maestranze indossarono a forza orrori verdastri al posto dei beige Armani. Divise che alcuni cassintegrati, nel film e nella realtà, hanno infine gettato sulla scalinata d'ingresso alla palazzina dei dirigenti, alla Magliana. Da manuale anche l'illusione di «visibilità» che questa vertenza ha generato. Nel documentario possiamo vedere - uno dopo l'altro, spesso senza possibilità di capire, per i non addetti ai lavori, chi stia dicendo cose serie e chi sciocchezze - tutta una fauna che accompagna le scene di lotta di classe in un settore assai diviso per motivi industriali (piloti e assistenti sono, nella loro diversità, «personale di volo», tutti gli altri «di terra»), ma con un contorno consolidato di gelosie e leggende metropolitane. Sindacalisti seri in difficile equilibrio tra la ricerca della soluzione meno dannosa possibile e la tentazione di far saltare tutti i tavoli, ma privi di una solida sponda politica (anche per questo, forse, uno di loro ha accettato la candidatura alle europee). Qualche arruffapopoliole taglienti e poche idee, tra cui solo i dipendenti sanno distinguere l'ingenuo che alla fine ha perso il posto da quello che l'ha misteriosamente conservato, oppure che ne aveva già un altro. E ci sono i politici, ovviamente. Da quelli che è logico trovare al fianco dei lavoratori fino al micro-partitino ansioso di farsi vedere. Spicca l'ipocrisia dell'Idv dipietrista, che in parlamento e in tv usava l'argomento «troppi costi per il contribuente» (che, a rigore, significava dichiarare il fallimento e mandare 20.000 persone a casa) e, a Fiumicino, esorta i lavoratori a «resistere». Pd e berlusconiani fanno la loro figura, dividendosi solo sul se era meglio vendere ad Air France prima (Veltroni) oppure dopo (il premier e i suoi cloni) aver fatto guadagnare qualcosa a una cordata di imprenditori amici. Restano però impressi soprattutto i volti dei tanti, donne e uomini, che in quella lotta hanno difeso anzitutto la propria dignità di persone. E che in troppi vogliono far tornare, non solo in Alitalia, semplici schiavi.

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Prodi: l'Italia ha perso dignità (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 04-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Torino Diario elettorale Milano Bologna Firenze E Domenici "abbandona" la sua città Casini (Udc) Hanno detto Per Vietti c'è il principe ballerino Tutti i ministri in campo Meno il Senatur Silvio, Cazzola e lo spot telephonato Provinciali Provinciali Comunali Comunali Prodi: l'Italia ha perso dignità Dialogo col Pd senza Di Pietro Attacco frontale al governo dello stato maggiore dei democratici All'estero preoccupa la nostra qualità democratica Il Professore torna in campo per sostenere il Pd Romano Prodi [FIRMA]ALESSANDRO MONDO Nasce come evento squisitamente elettorale, ma promette di trasformarsi in un appuntamento mondano assaltato da torme di ragazzine e di mamme palpitanti. A fare la differenza, domani sera, nella centralissima piazza Bodoni, non saranno Pier Ferdinando Casini o Michele Vietti, candidato alla Provincia per l'Udc e terzo incomodo tra Pd e Pdl. E nemmeno Deodato Scanderebech, alias «Mister Preferenza», Loredana Annaloro o Antonio Mussa. Tutto lascia pensare che la serata graviterà intorno alla figura di Emanuele Filiberto, il principe candidato per le Europee nel collegio del Nord-Ovest sull'onda del successo conquistato a «Ballando sotto le stelle». Il giovane Filiberto avrà un ruolo non secondario nella seconda parte della serata, caratterizzata da «grande festa con musiche dal vivo e balli in piazza». Pare che, tramite il suo agente, abbia curato personalmente gli allestimenti musicali e si prepari a portare sul palco Paolo Belli e alcuni ballerini di «Ballando sotto le stelle». La coda è garantita. [FIRMA]FABIO POLETTI Sette ministri sette in un colpo solo per Guido Podestà, al rush finale per piantare la bandiera azzurra in Provincia. «Siamo qui perchè a Milano ci sono le nostre radici», porta una mano al cuore Sandro Bondi. «Il governo è sempre stato vicino a questa città», cerca un bel voto Mariastella Gelmini. «Non si disperda nemmeno una scheda, si vinca al primo turno», ordina marziale Ignazio La Russa. Da Alitalia a Malpensa, dalle infrastrutture ai cantieri dell'Expo, il governo di Roma non è mai stato così presente a Milano, dove Guido Podestà e Filippo Penati che non vorrebbe mollare via Vivaio, si giocano tutto all'ultimo voto. Silvio Berlusconi che fino ad ora ha fatto una sola telefonata pubblica a sostegno del suo candidato, si farà vedere oggi pomeriggio. Umberto Bossi più interessato a far disertare le urne di un eventuale ballottaggio con annessa scheda referendaria, promette di fare una scappata al comizio conclusivo. Con l'aria che tira, il Governatore Roberto Formigoni, preferisce andare sul sicuro: «Podestà è un ottimo candidato ma io mi faccio un punto di onore di avere ottimi rapporti con tutti quelli che vengono eletti alla Provincia». [FIRMA]JACOPO IACOBONI E' anche, una questione di spot. E ora arriva quello di Silvio. Spot diversi, che narrano di storie diverse, a Bologna. Aveva fatto rumore il pronunciamento dell'arcivescovo Caffarra contro una pubblicità Renault: «Uno spot che, per promuovere un'automobile, esalta la poligamia». Cazzola, il candidato del Pdl, l'aveva subito cavalcato, «vedete? era lo spot della sinistra contro la famiglia». Ma poiché la destra ha tanti problemi a Bologna, ora è Berlusconi che interviene con la reclame. Cazzola e Guazzaloca litigano, il Guazza ha esibito una lettera che gli mandò il Cavaliere a dicembre, «quanto ci vogliamo bene». «Il premier - dice chi gli è vicino - esita ad andare anche a Bologna, sa che deve sostenere un candidato assai in bilico...». Così se l'è cavata con lo spot. È andato in onda ieri su Ètv. Vi si vede Silvio a Palazzo Chigi che spiega perché bisogna votare Pdl. Stacchetto. Immagini delle Torri. Candidati telephonati. E poi «a Bologna, voootate... Cazzola». Molto meglio che andare, no? Se vince Alfredo, vince Silvio; se perde, perde Alfredo.[FIRMA]FABIO MARTINI Qualcuno comincia a scherzarci su: ma il sindaco chi l'ha visto? Leonardo Domenici, primo cittadino in scadenza e candidato del Pd alle Europee, è come se fosse scomparso dalla sua città. Martedì scorso il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano era a Firenze per le celebrazioni in onore di Galileo Galilei. Tra le cerimonie previste, una era programmata a Palazzo Vecchio, sede del Comune. C'erano tutte le autorità cittadine, tranne la più importante: il sindaco. Motivo ufficiale: Domenici è impegnato in una manifestazione di campagna elettorale. Fuori Firenze. Ma il sindaco non si è visto neppure quando è arrivato in città Massimo D'Alema. La sua campagna elettorale Domenici la sta conducendo quasi tutta fuori Firenze. Dicono che il rapporto tra il sindaco uscente e i fiorentini si sia molto raffreddato. Una cosa è certa: all'inizio della campagna elettorale, il 27 aprile, Domenici aveva dato appuntamento alla cittadinanza in piazza de' Ciompi per le 21. Quaranta minuti più tardi un collaboratore ha telefonato a casa al sindaco e lo ha consigliato: «C'è una decina di persone, è meglio rinviare».[FIRMA]FRANCESCO GRIGNETTI ROMA Alla fine, il Professore ha parlato. Romano Prodi ha rotto la consegna del silenzio e in prossimità del voto, ieri, ha esortato tutti a recarsi alle urne per le Europee e votare Pd. «Richiamo la necessità di rafforzare il Partito democratico ricordando come esso abbia sempre con convinzione sostenuto le grandi scelte europee quali l'euro e l'allargamento che, come si è dimostrato in questa fase di durissima crisi, sono la principale difesa per l'Europa e l'Italia». Ragionamenti molto istituzionali, ma anche con un occhio all'attualità. Già, perché Prodi dice di essersi deciso dopo lunga riflessione, che era stata raccontata qualche giorno fa proprio dalla Stampa, «dall'intensificarsi di numerosi segnali di allarme e di interrogativi da parte di tanti amici ed osservatori stranieri per la caduta di dignità e per la qualità democratica del nostro paese». Nessun nome, ma è evidente a chi pensa il Professore. Nel Pd, l'understatement dell'ultimora sembra una scelta concordata. Va cauto sul privato anche Dario Franceschini. «Mai passato minimamente per la testa di chiedere le dimissioni di Berlusconi per questioni personali. Non è mai uscito dalla mia bocca neppure il nome di questi protagonisti. Anche se penso che gli italiani un'idea se la siano fatta». Il segretario del Pd forse s'è reso conto che certi attacchi personali non pagano. Così ci tiene a una inedita premessa: «L'antiberlusconismo non so nemmeno cosa sia». Per dire subito dopo: «Abbiamo il dovere di fare delle proposte, ma anche di contrastare l'azione di governo quando riteniamo che sia sbagliata. Quando Berlusconi attacca la magistratura, la stampa... Cosa dovrei fare, stare zitto?». In certi momenti, nei suoi comizi, Franceschini sembra rasentare un pessimismo nero. Nulla al confronto di Massimo D'Alema. Che Berlusconi sia candidato, vista l'incompatibilità, «è umiliante. Se devi spiegarlo a uno straniero devi dirglielo tre volte, non ci credono». L'ex premier è addirittura sprezzante. «Berlusconi ha cercato un plebiscito attorno alla sua persona con le elezioni europee. Siamo l'unico paese d'Europa dove il Capo del Governo, che è incompatibile, ineleggibile, si candida... E già questo ci mette ai margini del consorzio civile. Nessuno può capire che avvenga una cosa del genere, nessuno può capire che in un momento in cui il presidente del Consiglio dovrebbe occuparsi della crisi del Paese, si candida in tutte le circoscrizioni non essendo eleggibile. Sono cose umilianti queste, non appena uno varchi il confine nazionale». D'Alema è cupo più che mai. L'Italia, «laboratorio della grettezza». Se vai all'estero, «ridono». I ministri Maroni e Calderoli «dicono di essere contro la società multietnica. Io dico che vedendo loro ho l'impressione che siamo già multietnici...». La stampa in ginocchio «perché è palazzo Chigi che nomina i direttori... Purtroppo abbiamo un sistema della informazione narcotizzato, si direbbe mitridatizzato. Qualsiasi cosa venga fatta non suscita indignazione». La società inerte. «Abbiamo una opinione pubblica in parte assuefatta. Con lui c'è una minoranza fanatizzata». Parole accolte gelidamente a destra. «In Italia sarà impossibile avere una democrazia normale finchè la sinistra sarà guidata da chi ha costruito il potere sull'odio», dice Sandro Bondi. E Berlusconi racconta di «una forte delusione perchè molti, e io tra questi, vedevano in lui uno dei protagonisti della sinistra. Oggi il sarcasmo che usa e la distanza dalla realtà che lo porta a certe dichiarazioni mi ha fatto cadere verticalmente la considerazione nei suoi confronti». Il leader Udc Pier Ferdinando Casini torna sulla possibilità di alleanze diverse in Parlamento e alle elezioni, In particolare quella più volte paventata con i democratici. «Alle amministrative, in alcuni casi, è avvenuto». Potrebbe ripetersi anche a livello nazionale? «Il Pd dovrebbe mettere da parte le sue alleanze con la sinistra radicale e con il partito di Di Pietro. Se lo facesse si potrebbe aprire un dialogo».

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voli "low cost" sulla base a caselle è braccio di ferro - diego longhin (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 04-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina IV - Torino Voli "low cost" Sulla base a Caselle è braccio di ferro Dall´audizione dei vertici esce una Sagat divisa: il Comune spinge per l´accordo, i privati hanno un progetto diverso DIEGO LONGHIN Braccio di ferro tra i soci pubblici e quelli privati sull´ipotetica base low cost di Ryanair a Caselle. I primi determinati ad avere una presenza fissa della compagnia irlandese sotto la Mole, gli altri più possibilisti. Insomma, se base non sarà l´importante è avere più voli a basso costo da Torino. Almeno questa è la visione dei partner privati. Punti di vista differenti, emersi in maniera chiara durante l´audizione dei vertici di Sagat in I commissione, presieduta da Gioacchino Cuntrò. L´amministratore delegato, Biagio Marinò, espressione di Benetton, crede nello sviluppo della compagnia «low cost», tanto che il 16 e il 17 giugno, insieme con il direttore generale Fausto Palombelli, volerà a Dublino per incontrare i vertici del vettore irlandese e riaprire la questione. Sullo sviluppo del filone basso costo, però, le idee sono differenti da Montagnese: «Quello che ci interessa è lo sviluppo dei collegamenti: nuove rotte che portino passeggeri in entrata e in uscita. E di voli Ryanair né ha già aperti da Torino. E non è detto che lo sviluppo debba passare esclusivamente dall´apertura di una base». Punto su cui Montagnese, nominato dal Comune, è più deciso. Insomma, dopo un anno e mezzo di discussioni su Ryan Air forse è l´ora di schiacciare il piede sull´acceleratore e definire la questione una volta per tutte: «Lo sviluppo dei voli è fondamentale - dice il presidente di Sagat - ma può avvenire di pari passo con l´apertura di una base che si porterebbe dietro equipaggi, operai della manutenzione, aerei fissi e sicuramente nuovi voli». Anche perché sarebbe meglio ancorare la compagnia a Torino. Le low cost sono vettori, che in base alle necessità e all´andamento, anche momentaneo, dei collegamenti decidono di spostare gli aeromobili da uno scalo all´altro. è diverso quando, oltre alle macchine che vanno e vengono, si hanno uomini dislocati in un aeroporto. Sulla linea del presidente il vicesindaco, Tom Dealessandri: «Abbiamo dato mandato alla Sagat perché faccia tutti gli sforzi necessari per concludere in tempi brevi la trattativa con Ryanair per l´apertura di una base a Torino». Non solo. Dealessandri ha ricordato che si devono sfare gli stessi sforzi con Cai per rafforzare la base della Alitalia e portare almeno quattro rotte in più verso l´estero con un incremento di circa 108 mila passeggeri. I consiglieri sono più interessati a Ryanair: «Il Comune dovrebbe impegnarsi per il superamento dei limiti di Caselle, uno dei punti di debolezza del sistema Torino - dice Monica Cerutti, capogruppo di Sd - si segua il modello di altri aeroporti, come Bologna, si lavori per portare la base Ryanair, evitando di dirottare risorse pubbliche su Cai». Spara a zero sul governo Stefano Lo Russo, coordinatore segreteria regionale del Pd: «Caselle paga gli effetti del disinteresse del governo nei confronti del Piemonte. Stanno venendo al pettine i nodi dell´operazione Cai-Alitalia che rischia di penalizzare Torino e il suo scalo, a vantaggio dell´asse Milano-Roma».

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"contributi pubblici? niente di scandaloso" (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 04-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina IV - Torino Coppola, vicepresidente del consiglio, sta con Dealessandri: "A Bologna ha assicurato grandi benefici" "Contributi pubblici? Niente di scandaloso" «Il 17 giugno non ci si deve alzare dal tavolo di Dublino senza un contratto firmato che preveda l´apertura di una base a Torino». Michele Coppola, vicepresidente del consiglio comunale (Forza Italia), è uno dei consiglieri più attenti ai problemi e allo sviluppo dell´aeroporto. Perché un esponente del centrodestra è tra i più accesi sostenitori di un aiuto, il che vuol dire quattrini dati in vario modo, a una compagnia aerea? «è una strada che non mi scandalizza. Si tratta di riconoscere degli incentivi commerciali affinché un vettore scelga di stare e sviluppare traffico su Torino. è una questione di competitività». Competizione sostenuta con soldi pubblici. Un tempo non si chiamava assistenzialismo? «Si chiama marketing territoriale. In questi anni ci siamo ormai resi conto che il mercato da solo non può generare lo sviluppo di voli che la città si aspetterebbe. Le compagnie lo chiamano lord factor: il riempimento degli aeromobili non permette che le rotte si sostengano da sole. Se non ci sono i numeri deve essere il pubblico a farsi carico della questione, a stimolare l´offerta con promozioni commerciali». Piena sintonia con Dealessandri? «Certo. D´altronde anche a Bologna si sono raggiunti risultati quando si è mosso il pubblico. E poi la base vuol dire posti di lavoro, almeno 100, come ha riconosciuto il direttore Palombelli. Un piccolo segnale in un momento di crisi». Lo stesso trattamento di Ryanair dovrà essere riservato ad Alitalia? «Se ci servono quattro-sei rotte a livello europeo per sostenere la nostra economia e le imprese piemontesi sì. C´è una competizione di territori molto forte in questo momento, le partite non si giocano solo a livello nazionale e Torino non può restare fuori». I soci privati sulla base sembrano tiepidi. Paura degli effetti sui conti? «è un bene che ci sia attenzione, ma credo sia un falso problema. Il gruppo Benetton sarà contento di avere un aeroporto che arriverà a cinque milioni di passeggeri, attirando operatori stabili. E per un paio di anni si può mettere in conto anche di non ricevere dividendi. E poi Sagat è una società sana che può fare sviluppo senza compromettersi sul piano finanziario. E se alla fine ci sarà una visione differenti di intenti tra pubblico e privato gli accordi possono essere rivisti». (d. lon.)

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"non si può rimanere a casa evitiamo una provincia vassalla" - alessia gallione (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 04-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina IV - Milano Le Europee Il ballottaggio Le urne Il segretario Pd Martina: no a un signorsì verso Roma "Non si può rimanere a casa evitiamo una Provincia vassalla" In gioco c´è la qualità della democrazia nel nostro Paese, con un presidente del Consiglio che vuole gestire il Paese come un monarca La loro sicurezza era di facciata e oggi sono preoccupati: qui temono il forte malumore per il caso Alitalia e per la crisi economica è vero, c´è disaffezione verso la politica Ma i nostri elettori risponderanno e sulle Amministrative l´attenzione è alta ALESSIA GALLIONE Lancia un appello: «Non è il tempo di rimanere a casa, soprattutto a Milano». Perché, dice il segretario regionale del Pd, Maurizio Martina: «La posta in gioco è troppo alta: la qualità della democrazia in questo Paese e, per la città, la capacità di decidere in modo autonomo sulle scelte strategiche, da Malpensa all´Expo fino alla crisi. Milano non ha bisogno di "signor sì", ma di gente con la schiena dritta, che sappia dire dei sì e dei no nell´interesse esclusivo dei cittadini». Martina, in queste ore, si respira aria di astensionismo. è un timore che state avvertendo? «La prima impressione che arriva da questa campagna, purtroppo, è una certezza: si è parlato poco di Europa, di idee. è un peccato perché oggi le politiche europee contano più che in passato anche per i territori. In giro si percepisce un sentimento di disaffezione, aggravato, credo, dall´imbarbarimento del dibattito politico a cui abbiamo dovuto assistere». Un sentimento che avverte anche per le Provinciali? «Per partite come le amministrative c´è più attenzione. Ma anche per le Europee sono sicuro che, alla fine, andremo a votare più di altri Paesi e che gli elettori risponderanno all´appello forte che lanciamo in queste ore. In particolar modo ho fiducia nell´alto senso civico dei milanesi». I milanesi andranno a votare nonostante tutto, insomma. «Sì: dobbiamo andare a votare ancora di più di fronte a un presidente del Consiglio che vorrebbe gestire il Paese come un monarca assoluto. E ancora più a Milano. Le dichiarazioni del sindaco da Parigi su Expo sono un segnale. Il centrodestra sembra avere un´unica preoccupazione: non disturbare l´uomo solo al comando, concepire le istituzioni locali come zerbini di casa del premier. C´è più autonomismo nella proposta di Penati di quanto non ce ne sia in quella di centrodestra. La Provincia deve essere un´istituzione forte e indipendente quando discute degli interessi dei cittadini, non la succursale dei poteri forti». Anche dal centrodestra, però, partono richiami al voto. Il ministro La Russa ha fissato una "soglia della sicurezza" per scongiurare il ballottaggio. «Evidentemente tutta l´ostentazione e la sicurezza che hanno dimostrato finora era di facciata. è la prova che sono preoccupati. Facendo campagna elettorale abbiamo toccato con mano il malumore di una parte dei loro elettori che si è sentita tradita soprattutto su casi come la social card o Malpensa». Questa volta l´astensionismo come potrebbe influire sugli schieramenti? «In generale, più gente andrà a votare e meglio è. Non ne faccio un ragionamento di parte e comunque ogni elezione è una storia a sé. Naturalmente, in queste ore mi preoccupo di mobilitare in particolare gli elettori di centrosinistra. Al nostro mondo deve essere chiaro che in ballo c´è la possibilità di non consentire a nessuno di poter dominare senza equilibrio. Anche a Milano si è più forti quanto più ampia è l´articolazione dei poteri». Crede che tra gli elettori del centrosinistra ci sia stanchezza? «Forse un mese fa, ma adesso ovunque si vede una bella mobilitazione, tanta gente che ha voglia di fare la propria parte. Sono fiducioso che, soprattutto da Milano, possano arrivare segnali importantissimi». Magari anche sperando nel meteo? «(Ride. n. d. r). Vedrà che i risultati di partecipazione saranno significativi».

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Perché per il montismo si riducono le sponde (sezione: Alitalia 2)

( da "Riformista, Il" del 04-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Perché per il montismo si riducono le sponde Analisi. Cresce il tremontismo e la cultura economica del Pd si atomizza. Il terzismo europeista del presidente della Bocconi rischia così di non avere gli interlocutori di una volta. di Tonia Mastrobuoni I governi Berlusconi che hanno guidato il paese quasi ininterrottamente negli ultimi otto anni hanno tratto scarsi benefici dagli ostentati rapporti privilegiati con Stati Uniti e Russia. È quanto ha osservato ieri Mario Monti, sul Corriere della Sera. Nonostante la propaganda "anti-mercatista", il governo non ha mai approfittato del «solido asse» con gli Stati Uniti, costruito sull'accettazione acritica della dottrina Bush, per fermare la finanza debordante. In altre parole, «per rendere le politiche pubbliche meno succubi del mercato e ad accettare un loro coordinamento». L'altrettanto aprioristica accettazione dei grimaldelli geoenergetici di Putin, le incaute dichiarazioni di Berlusconi sulle guerre in Cecenia e in Georgia e i colbacchi in conferenza stampa non sembrano aver prodotto neanche vantaggi nella partita per la conquista di Opel. Anche lì, osserva l'ex commissario europeo all'Antitrust, Putin è passato sull'Italia come un rullo compressore e «le scorciatoie italiane verso Washington e Mosca non sono state paganti». Dunque, conclude Monti, se è vero che in Europa è tornato il vento della politica, come si compiace il governo, se è vero che ha strappato il primato al mercato, l'Italia non sembra ancora averne tratto grandi risultati. E dunque, dovrebbe impegnarsi almeno adesso a garantire una strettissima vigilanza sul salvataggio di Opel (come fecero peraltro i governi europei quando Prodi varò l'ultimo prestito-ponte per Alitalia). Quella di Monti è una utile provocazione, ma se è difficile rispondergli non è solo perché il paese sembra ipnotizzato dal Noemi-gate, ma anche per motivi che hanno a che fare con il pensiero tremontiano, ormai egemonico a destra ma poco coerente al suo interno. Inoltre, perché a sinistra il pensiero economico si è rotto in mille pezzi. D'un lato, bisogna riconoscere che Giulio Tremonti ha avuto il merito di isolare alcune idee forti sulla crisi finanziaria attuale. Se qualcuno pensa oggi alle parole d'ordine del centrodestra in economia, è indubbio che vengono in mente esclusivamente quelle espresse dal ministro ne La paura e la speranza. Viene in mente il mercatismo e la condanna degli eccessi della finanziarizzazione, il paragone dell'attuale crisi con quella del '29, ma anche la tesi che le origini del disastro vanno ricercate nella globalizzazione asiatica degli anni '90. Forse viene in mente anche un passaggio del libro in cui Tremonti sottolinea che l'Unione europea non dovrebbe essere celebrata con l'Inno alla gioia di Beethoven, ma con l'Incompiuta di Schubert. Espressioni del suo eurocriticismo di sempre. Tuttavia, alcune idee devono essere maturate molto di recente, nella coscienza del ministro. Durante il precedente governo il ministro dell'Economia ricorse agli strumenti finanziari strutturati e alle cartolarizzazioni per tenere la finanza pubblica nei limiti del Patto di stabilità. Dunque, tornando a Monti, difficilmente il governo avrebbe potuto in quegli anni sollevare questioni sui derivati americani e sulle securitisation legate ai mutui spazzatura. Invece che dalle regole per imporre limiti alla finanza internazionale, invece di legal global standard, il dibattito italiano era dominato, in quegli anni, dall'ossessione protezionistica della Lega e dai dazi anticinesi. Durante un recente dibattito, il ministro ha anche rigettato con forza la tesi del Financial Times sulla fine del thatcherismo. Per il ministro la data dell'inizio della fine non è il 1979, quando la Thatcher conquistò Downing Street, ma il 1989, quando è caduto il Muro di Berlino. Per contro, manca completamente, a oggi, un'interpretazione unificante sulla crisi nel Partito democratico. Nel maggiore partito di opposizione albergano una miriade di idee diverse sulla crisi attuale, sui modi per uscirne, sui modelli da adottare in futuro, sui rapporti con l'Europa. La vocazione maggioritaria veltroniana ha spazzato via la sinistra radicale dal Parlamento. Ma il Pd, oggi, è ancora invaghito della "terza via" blairiana o si sta orientando sui modelli socialdemocratici? Scrive maiuscola la "c" di centrosinistra perché vagheggia alleanze con l'Udc, come afferma negli ultimi tempi Enrico Letta, o sta riordinando le sue priorità a favore del welfare e della giustizia sociale per attirare i fuggitivi a sinistra, come sottolinea spesso Bersani? È neoliberista, come continuano a pensare economisti molto ascoltati come Alesina e Giavazzi, o è neokeynesiana, come fanno pensare i frequenti riferimenti a Krugman o i rimproveri al governo per le scarse risorse pubbliche investite dal governo per uscire dalla crisi? Al Pd atomizzato, questo è sempre più evidente, manca un'identità sui temi economici e sui rapporti con l'Europa. Forse non è un caso se litiga anche su dove sedersi, a Bruxelles e Strasburgo. 04/06/2009

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ROMA - L'obiettivo è ambizioso: raddoppiare dal 10 al 20% la quota di Pil, cio... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 04-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Giovedì 04 Giugno 2009 Chiudi di UMBERTO MANCINI ROMA - L'obiettivo è ambizioso: raddoppiare dal 10 al 20% la quota di Pil, cioè di ricchezza nazionale, che il turismo può contribuire a dare al Paese. Insomma, far crescere rapidamente il settore, scalando la classifica che ci vede solo al quinto posto del mondo. A fissare il traguardo è Silvio Berlusconi, che insieme alla neo-ministra Michela Brambilla, ha lanciato una nuova iniziativa per sostenere il comparto in tempi di crisi. A disposizione soprattutto di piccole e medie imprese - dai camping agli agriturismi agli hotel - 1,6 miliardi di euro. Risorse aggiuntive e a condizioni vantaggiose. «Diamo un sostegno diretto e concreto al settore - ha spiegato il premier - grazie all'accordo con una fetta importante del sistema bancario». In campo Unicredit, che ha messo sul piatto 500 milioni, Intesa Sanpaolo 600 milioni, Banco Popolare 200, Popolare di Milano 200 e Popolare di Sondrio 100. D'intesa ovviamente con Confturismo-Confcommercio, Federturismo-Confindustria e Assoturismo-Confesercenti. Si tratta, tra l'altro, di prestiti che possono variare da 500 mila a 2 milioni, con garanzie ipotecarie in relazione a edifici che si vogliono ristrutturare o costruire da zero. E arrivare all'80% del valore dell'immobile. Finanziamenti anche a progetti pilota e a nuove iniziative. A tassi particolarmente ridotti e con spese di fatto azzerate. Berlusconi, d'accordo con la Brambilla, alla sua prima uscita istituzionale come ministro del Turismo, delinea quindi la necessità di avere un piano nazionale del turismo dopo «l'immobilismo del centro sinistra» e la frammentazione legata alle tante spinte regionali. Un piano - in discontinuità rispetto al passato dice la Brambilla - per valorizzare il più grande patrimonio artistico del mondo (l'Italia ha il 50% delle opere artistiche e il 72% di quelle catalogate in Europa), puntando su qualità e destagionalizzazione. E su un territorio che offre grandi opportunità di sviluppo. Massimo Ponzellini, numero uno della Bpm, condivide: «daremo un aiuto concreto ai piccoli operatori, a chi lavora nelle strutture turistiche con impegno e dedizione». Sulla stessa linea Francesco Micheli, direttore generale di Intesa, che registra positivamente la creazione di un ministero ad hoc per il turismo: «Saremo come sempre vicini al territorio e siamo pronti a giocare una partita importante per ridare la leadership nel settore all'Italia». Anche dall'Unicredit, rappresentata dal presidente Dieter Rampl e dal vice ad Roberto Nicastro, sottolineano l'impegno della banca: «l'iniziativa è in continuità con il progetto "impresa Italia" che sta mettendo a disposizione 150 milioni di euro al mese per le Pmi, nel piano più ampio da 7 miliardi». La Brambilla ha aggiunto che le somme del progetto "Italia & Turismo" sono immediatamente disponibili e che con l'Alitalia è stato avviato, ed è un fatto nuovo, un tavolo per promuovere il Paese all'estero. «Alitalia - ha concluso Berlusconi - sta andando bene, ha ridotto i ritardi che sono diventati inferiori al 10% dei voli e sarà sempre di più una calamita per attrarre visitatori in Italia. E' stato dunque giusto non venderla ad Air France».

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L'anti-berlusconismo per diventare leader di tutta l'opposizione (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 04-06-2009)

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n. 134 del 2009-06-04 pagina 7 L'anti-berlusconismo per diventare leader di tutta l'opposizione di Redazione Lo slogan.L'Europa rovesciata, con un'Italia dipinta di rosso. Sopra, l'arringa: «Torniamo in Europa, con una società civile». La trasparenza in contrapposizione a un'Italia dipinta come culla di «democratura»: la democrazia travestita da dittatura. Gli obiettivi. Di Pietro è il leader che più ragiona con il pallottoliere dei voti. La gara è sul Pd. L'obiettivo è strappare consensi per accreditarsi all'opinione pubblica come vero leader dell'opposizione. Il programma? Si va dalla trasparenza nei finanziamenti europei all'ineleggibilità dei condannati. Il punto forte. L'anti-politica funziona sempre nei periodi di crisi. Il gioco a fare sempre e comunque il contrario rispetto a Berlusconi, a costo di smentirsi (simbolico il cambio di rotta sul referendum per fare il bastian contrario), gli guadagna le simpatie di chi accusa la debolezza del centrosinistra. La cassa di risonanza di «Annozero» consente di sognare un risultato quasi doppio rispetto al 4,4% del 2008. Il punto debole. La mancanza di proposte che non siano solo «anti» qualcosa può pesare. Le malefatte di alcuni suoi uomini al sud hanno scosso il partito e l'elettorato. La scelta di candidati-allodola, come la hostess Maruska, la pasionaria Alitalia, hanno fatto discutere. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Alitalia-bond, esposto alla Consob sui rimborsi (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 04-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera sezione: Economia data: 04/06/2009 - pag: 41 Il ricorso di Anima Alitalia-bond, esposto alla Consob sui rimborsi ROMA ( a. bac.) Un esposto alla Consob (organismo di vigilanza sulla Borsa) per tutelare gli obbligazionisti di Alitalia. Lo ha presentato ieri la società di gestione Anima Sgr, detentrice di numerose obbligazioni della compagnia, per segnalare l'aggravarsi della situazione di «vuoto informativo che lascia i 40 mila obbligazionisti Alitalia nell'impossibilità di effettuare una scelta». Secondo Anima, a generare confusione sarebbero alcune recenti dichiarazioni rese dal governo in merito all'eventuale modifica migliorativa delle condizioni dell'offerta. Quest'ultima prevede il rimborso di circa il 32% del valore nominale delle obbligazioni tramite conversione in titoli di Stato con scadenza nel 2012. A poco più di un mese dalla scadenza del periodo di adesione dell'offerta originaria (11 luglio 2009), si fa osservare alla Consob, il governo da una parte ribadisce l'impegno a «elevare le misure di intervento statale a favore degli obbligazionisti Alitalia», dall'altra non chiarisce l'entità dell'intervento e non specifica se ci sarà anche una riapertura dei termini per l'adesione. La mancanza di chiarimenti, si sostiene nell'esposto, rende impossibile per gli obbligazionisti assumere una decisione in merito all'offerta.

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EMANUELE IMPERIALI LA CORTE DEI CONTI PARTE ALL'ATTACCO: I FONDI DESTINATI ALLE AREE SOTTO UTILIZ... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 04-06-2009)

Argomenti: Alitalia

EMANUELE IMPERIALI La Corte dei Conti parte all'attacco: i fondi destinati alle aree sotto utilizzate, segnatamente al Mezzogiorno, hanno finito per assumere da tempo «l'impropria funzione di fondi di riserva»: lo fa in una relazione sulle coperture e sugli oneri relativi alle leggi adottate nel primo quadrimestre dell'anno in corso. Un'indagine nel corso della quale le sezioni riunite della magistratura contabile, con la dovizia di dati e cifre che da sempre contraddistingue il lavoro della Corte, mettono in evidenza numerosi aspetti critici relativi al massiccio spostamento di risorse avvenuto soprattutto inaridendo i fondi Fas. E lo fa allegando alla relazione stessa una serie di tabelle esplicative, dalle quali emergono con chiarezza alcune vere e proprie assurdità, come quella di assicurare la copertura della legge relativa alla rateizzazione del debito delle quote latte contratto dai coltivatori delle aree padane con 103 milioni sottratti alle risorse destinate al meridione e alle aree di crisi del Centro Nord. Non solo, perché soldi del Fas sono stati usati anche per pagare i debiti di Alitalia. «La Corte - spiega ancora la relazione - ha più volte formulato osservazioni critiche sul sistema di copertura degli oneri contabili attraverso forme di riduzione di precedenti autorizzazioni di spesa, riconducibili in particolare a tre categorie: il Fas e, in misura minore, il Fondo per interventi strutturali di politica economica e la riduzione di stanziamenti correnti». In quanto, sostiene la magistratura contabile, «lo spostamento di risorse da una finalità all'altra presuppone accurate indicazioni sui motivi del mancato utilizzo delle risorse per le finalità alle quali erano state originariamente destinate sulla base della legislazione vigente». Cosa che evidentemente non è avvenuta. Al punto da stimolare più di un intervento accorato da parte del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, il quale, anche recentemente, ha sottolineato che «c'è una drammatica caduta del grado di attenzione verso il Mezzogiorno e verso il tema del rapporto tra Sud e sviluppo nazionale, accompagnata da una contrazione degli investimenti ordinari dello Stato nelle regioni meridionali». Un atto d'accusa esplicito, che trova le sue basi nelle scelte di politica economica fatte negli ultimi tempi, in base alle quali sarebbero stati decurtati agli stanziamenti del Fas da un minimo di 17 a un massimo di 27 miliardi per il periodo che va dal 2008 al 2011. E lo stesso sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Cipe, Gianfranco Miccichè, in vista della prossima riunione del Comitato interministeriale per la programmazione economica prevista per metà giugno, ricorda che il Fas ha subìto riduzioni in seguito all'approvazione di tre delibere di assegnazione delle risorse al Fondo sociale per l'occupazione, al Fondo infrastrutture e al Fondo strategico presso Palazzo Chigi.

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CORTE DEI CONTI: USO IMPROPRIO DEI FONDI FAS (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 04-06-2009)

Argomenti: Alitalia

«DESTINATI AL MEZZOGIORNO, SONO FINITI AD ALITALIA E AGLI ALLEVATORI PADANI» Corte dei Conti: uso improprio dei fondi Fas

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Caselle, boom dei voli low cost (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 05-06-2009)

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il caso Da Torino verso il mondo Caselle, boom dei voli low cost ANGELO CONTI Non c'è ancora la base Ryanair, ma i voli a basso costo sono già sbarcati a Torino. Quest'estate saranno 13 le destinazioni servite da Caselle: nove nazionali e quattro internazionali. L'ultima ha debuttato ieri mattina: Bruxelles Charleroi. E' un record mai registrato: basti pensare che nell'estate 2008 i collegamenti low-cost erano solo tre. E che la percentuale dei passeggeri che avevano volato la scorsa estate low-cost da Torino era del 12%, contro il 25% dell'aprile-maggio 2009. E' una conferma alla disponibilità dei torinesi a viaggiare, purché i prezzi siano abbordabili. Il primato è stato raggiunto per una serie di concomitanti situazioni. C'è stato l'aumento dell'offerta Ryanair sia sulle rotte internazionali sia su quelle nazionali: Charleroi e Düsseldorf aprono interessanti scenari europei mentre Trapani è una destinazione per la quale si prevede quasi sempre il pieno. Windjet lo scorso autunno ha aggiunto al volo per Catania anche quello per Palermo, trovando un gran successo con tariffe spesso inferiori a quelle del treno in seconda classe. Blu-Express ha combattuto una battaglia con Alitalia per gli slot, l'ha vinta e ora servirà Fiumicino anche per tutto agosto. Air Italy, che ha operato bene su Napoli (trovando molti passeggeri) in estate debutterà su Olbia, con la prima rotta low-cost da Torino alla Sardegna (la seconda potrebbe essere Ryanair su Cagliari da ottobre). Myair s'è presentata a Caselle con un comodo Foggia e ora, da metà giugno, gioca l'attesa carta di Brindisi. S'è mossa bene anche la piccola FlyOnAir con un volo su Pescara operato con Atr72 che sta mettendo in difficoltà una compagnia dalle tariffe piene come Air Vallée, da molti anni protagonista della rotta. Quali prospettive, oggi, per il low-cost a Torino? Valentino Magazzù, presidente dell'Associazione Fly Torino: «Più che singoli voli è necessaria una base low-cost a Caselle, capace di generare traffico nuovo. Non dimentichiamo l'eccezionale spinta che ne verrebbe per il turismo, proprio in vista dell'ostensione della Sindone e di Italia 150. Ed anche il successo che troverebbero questi voli fra i giovani. Nonché l'opportunità di risparmio per le imprese». Sindaco e vicesindaco si sono espressi favorevolmente, Regione e Provincia sono pronte a un sostegno economico. Intanto anche la Sagat si sta convincendo dopo aver valutato gli equilibri con le compagnie major (Alitalia, Air France, Lufthansa). La base low-cost è ormai alle porte. www.lastampa.it/caselle

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Bus no stop per Malpensa (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 05-06-2009)

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L'INIZIATIVA.ADESSO IL PIEMONTE CI CREDE Bus no stop per Malpensa Navette giornaliere tra Novara, i laghi e lo scalo per attrarre turisti [FIRMA]GIANFRANCO QUAGLIA NOVARA I novaresi e il resto del Piemonte adesso ci credono: Malpensa è una opportunità da cogliere e rilanciare. Servono ottimismo e un recupero di azioni concrete, a dispetto della decisione di Alitalia che ha abbandoanto lo scalo. La Regione Piemonte stanzia 380 mila euro per potenziare i collegamenti tra il Novarese, il Verbano Cusio Ossola e lo scalo lombardo. Avrà pure dismesso l'abito di «hub», ma è pur sempre il principale aeroporto del Nord Italia e si avvia a diventare un riferimento per i «low cost», come ha ricordato ieri mattina Giuliana Manica, assessore regionale al Turismo, che ha presentato il progetto. Il Piemonte vuole sfruttare al meglio le possibilità che possono essere offerte da Malpensa, attirando i turisti. Ma servono collegamenti rapidi e diretti, per favorire gli arrivi sui laghi e negli alberghi del capoluogo. Ed ecco che sino a novembre 2009 durerà una sperimentazione di navette promossa dall'assessorato al Turismo della Regione, in accordo con le due Province del Piemonte orientale. I collegamenti prevedono l'estensione del servizio a chiamata «Alibus», già attivo fra Verbania-Malpensa-Verbania con cinque coppie di corse distribuite nell'arco della giornata; una nuova coppia di corse serali andata e ritorno (partenza da Verbania alle 19,30 con rientro da Malpensa alle 21,30); transito dei bus anche dal terminal 2 di Malpensa; inserimento di due nuove fermate da Verbania (davanti al tribunale) e da Stresa. Un bus a chiamata per il Lago d'Orta, con 6 coppie di corse giornaliere, collegamento tra il terminal 1 e le fermate di Borgomanero e Pettenasco. Infine il potenziamento con Novara con dieci corse, a cominciare dalle 6,30 del mattino e con una cadenza ogni ora. «Puntiamo a rendere più efficaci i collegamenti con un nodo d'accesso strategico per i nostri laghi - dice Giuliana Manica - che ogni anno attraggono migliaia di visitatori, soprattutto da Germania, Benelux e Francia». «La scelta di potenziare l'accessibilità ai laghi attraverso il trasporto pubblico - dice Daniele Borioli, assessore regionale ai trasporti - punta alla promozione di un turismo più sicuro e sostenibile». Il vero problema, ora, è di rimettere in moto Malpensa. Don Zeno, gestore dell'hotel «La Bussola» di Novara: «Il crollo dei voli di Malpensa ci ha fatto perdere 10 mila clienti in un anno. Se non si recuperano dovremo trovare nuovi sbocchi».

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Navette no stop con Malpensa (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 05-06-2009)

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TRASPORTI. ADESSO IL PIEMONTE CI CREDE: POTENZIATI I COLLEGAMENTI Navette no stop con Malpensa Ampliate disponibilità già offerte da «Alibus» con i servizi a chiamata anche dal litorale d'Orta [FIRMA]GIANFRANCO QUAGLIA NOVARA I novaresi e il resto del Piemonte adesso ci credono: Malpensa è una opportunità da cogliere e rilanciare. Servono ottimismo e un recupero di azioni concrete, a dispetto della decisione di Alitalia che ha abbandoanto lo scalo. La Regione Piemonte stanzia 380 mila euro per potenziare i collegamenti tra il Novarese, il Verbano Cusio Ossola e lo scalo lombardo. Avrà pure dismesso l'abito di «hub», ma è pur sempre il principale aeroporto del Nord Italia e si avvia a diventare un riferimento per i «low cost», come ha ricordato ieri mattina Giuliana Manica, assessore regionale al Turismo, che ha presentato il progetto. Il Piemonte vuole sfruttare al meglio le possibilità che possono essere offerte da Malpensa, attirando i turisti. Ma servono collegamenti rapidi e diretti, per favorire gli arrivi sui laghi e negli alberghi del capoluogo. Ed ecco che sino a novembre 2009 durerà una sperimentazione di navette promossa dall'assessorato al Turismo della Regione, in accordo con le due Province del Piemonte orientale. I collegamenti prevedono l'estensione del servizio a chiamata «Alibus», già attivo fra Verbania-Malpensa-Verbania con cinque coppie di corse distribuite nell'arco della giornata; una nuova coppia di corse serali andata e ritorno (partenza da Verbania alle 19,30 con rientro da Malpensa alle 21,30); transito dei bus anche dal terminal 2 di Malpensa; inserimento di due nuove fermate da Verbania (davanti al tribunale) e da Stresa. Un bus a chiamata per il Lago d'Orta, con 6 coppie di corse giornaliere, collegamento tra il terminal 1 e le fermate di Borgomanero e Pettenasco. Infine il potenziamento con Novara con dieci corse, a cominciare dalle 6,30 del mattino e con una cadenza ogni ora. «Puntiamo a rendere più efficaci i collegamenti con un nodo d'accesso strategico per i nostri laghi - dice Giuliana Manica - che ogni anno attraggono migliaia di visitatori, soprattutto da Germania, Benelux e Francia». «La scelta di potenziare l'accessibilità ai laghi attraverso il trasporto pubblico - dice Daniele Borioli, assessore regionale ai trasporti - punta alla promozione di un turismo più sicuro e sostenibile». Il vero problema, ora, è di rimettere in moto Malpensa. Don Zeno, gestore dell'hotel «La Bussola» di Novara: «Il crollo dei voli di Malpensa ci ha fatto perdere 10 mila clienti in un anno. Se non si recuperano dovremo trovare nuovi sbocchi».

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Per tutti i passeggeri di Alitalia in partenza da Linate per Fiumicino sono stati attivati quattro v... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 05-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Venerdì 05 Giugno 2009 Chiudi Per tutti i passeggeri di Alitalia in partenza da Linate per Fiumicino sono stati attivati quattro varchi fast-track, per i controlli di sicurezza. Lo rende noto la compagnia ricordando che anche a Roma Fiumicino sono attivi quattro varchi fast-track dedicati al Milano-Linate. L'attivazione a Linate di varchi di sicurezza riservati, spiega Alitalia, «migliora ulteriormente l'offerta dei servizi di terra per la tratta Linate-Fiumicino».

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Sindacati assenti, lavoratori 48 ore in assemblea (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 05-06-2009)

Argomenti: Alitalia

ATITECH Sindacati assenti, lavoratori 48 ore in assemblea Fr. Pi. Se i sindacati sfuggono al rapporto con i lavoratori, beh, non è che sia proprio tutto normale. Da due giorni, a Napoli, sono in assemblea permanente i lavoratori dell'Atitech, una delle storiche officine di manutenzione Alitalia. Stupefacente il motivo: chiedono che i sindacati si presentino a spiegare - in assemblea - come staino andando le cose per questo ramo d'azienda che Cai non vuole, che Fintecna ha mollato e Finmeccanica disdegna. Iniziata alle 15 di mercoledì, con l'ingresso del turno pomeridiano, l'assemblea - indetta dall'SdL, sindacato di base centrale in tutta la vertenza Alitalia - è proseguita nella notte e nelle giornata di ieri, coinvolgendo i lavoratori di tutti i turni. In mattinata c'è stato anche un mini-blocco di via dell'Aeroporto, che ha fatto muovere subito la polizia. Nel volantino distribuito «I lavoratori chiedono, data la drammatica situazione che stanno vivendo, un'assemblea generale con tutte le organizzazioni sindacali al fine di stabilire tutte le iniziative necessarie per il rispetto degli impegni assunti dal governo, indispensabili per garantire un futuro certo all'azienda. Il quadro che sta emergendo, anche a seguito l'incontro di Palazzo Chigi del 24 aprile scorso, desta pesanti preoccupazioni per il futuro dell'azienda e di conseguenza del mantenimento dei livelli occupazionali, salariali e normativi. Contrariamente da quanto previsto dagli impegni assunti dal Governo, le soluzioni prospettate con la fuoriuscita di Fintecna e il minimo impegno di Cai e Finmeccanica, fanno venire meno le necessarie garanzie finanziarie e soprattutto industriali per un reale sviluppo e consolidamento di Atitech che unitamente ad AMS e la DMO di Fco, rappresenta un polo di eccellenza manutentiva riconosciuto in tutto il mondo». E i sindacati che dicono? Un loro comunicato attacca l'assemblea come «controproducente» e rimanda qualsiasi ipotesi di mobilitazione alla fine della «due diligence da parte dell'unico interessato» ad Atitech. Alla fine, però, viene invocato anche «il clima elettorale» che «concentra l'attenzione del paese su altri fronti». Sembrerebbe una nuova teoria: quando ci sono le elezioni, inutile interessarsi delle preoccupazioni dei lavoratori.

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ROMA Certo la qualità del servizio, ma soprattutto la sicurezza anche in vista dell... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 05-06-2009)

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Venerdì 05 Giugno 2009 Chiudi di LUCIANO COSTANTINI ROMA Certo la qualità del servizio, ma soprattutto la sicurezza anche in vista dell'aumento del traffico che vedrà il suo picco tra luglio e agosto. Vito Riggio ieri ha presieduto (presente il nuovo direttore generale, Alessio Quaranta) un vertice con gli operatori del trasporto aereo e i rappresentanti dei vettori. «Vorrei premettere - dice il presidente dell'Enac (Ente per l'aviazione civile) - che non abbiamo un problema di sicurezza. Tanto è vero che registriamo un incidente ogni tre milioni di voli, una cifra dimezzata rispetto a dieci anni fa. Ma proprio perchè siamo in questa condizione, ora dobbiamo sforzarci di mantenerla». Non è che l'incidente dell'Airbus francese pone un problema di sicurezza di altra natura? Per essere più chiari c'è un nuovo allarme terrorismo? «I dati di cui siamo in possesso sono troppo scarsi e sono quelli della scatola nera di terra. Però l'ipotesi di esplosione in volo effettivamente alimenta una grande preoccupazione. Soprattutto perchè stiamo parlando di una primaria compagnia come Air France e di un aereo nuovissimo. E questo crea effettivamente un po' di allarme. Ma il nostro paese mantiene un sistema di sicurezza antiterrorismo particolarmente elevato». Lei tempo addietro ha lamentato la scarsità del personale di controllo a sua disposizione. Le cose sono migliorate? «Purtroppo il problema è ancora aperto. I tecnici che assumiamo, tramite concorso pubblico, quando arrivano sono quasi sempre vicini alla pensione. Io vorrei una cinquantina di piloti giovani mentre adesso ne ho poco più di venti. La questione si può risolvere con l'immissione di piloti Alitalia che sono in cassa integrazione o con piloti dell'Aeronautica militare». Tra le iniziative adottate c'è il rispetto dei programmi di manutenzione, l'accuratezza delle ispezioni pre volo, l'incremento dell'addestramento degli equipaggi, che dovrebbero migliorare gli standard di sicurezza. Va bene per le compagnie europee, ma altre che magari lavorano con i tour operator sono affidabili? «Abbiamo prescritto a tutti coloro che utilizzano vettori stranieri di poter avere prima un elenco per poi confrontarlo con la cosiddetta black-list. Quindi li controlliamo due volte. Però i tour operator oggi mi sembrano convinti del fatto che sulla sicurezza non si può risparmiare». E sulla qualità del servizio? Il quadro non sembra esaltante. «Il sistema è fragile e quando c'è un evento straordinario si verifica un calo della puntualità. Invece dobbiamo stare su una media di regolarità (cancellazione dei voli) del 99,99%. Per la puntualità (ritardi) la questione è più difficile da risolvere, perche oltre all'organizzazione dei vettori entra in gioco anche quella dei fornitori dei servizi a terra». L'Enac denuncia, ma a sanzioni come stiamo? «Effettivamente le uniche sanzioni che possiamo applicare sono quelle del regolamento europeo. Vorrei poter sanzionare anche chi fa funzionare male il servizio, compagnia aerea che sia o aeroporto. Se avessimo un autorità più netta e un sistema sanzionatorio più limpido, sarebbe meglio per tutti».

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Il trimestre e i quadri di Fantozzi (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 05-06-2009)

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Corriere della Sera sezione: Economia data: 05/06/2009 - pag: 41 Alitalia Il trimestre e i quadri di Fantozzi ROMA Si riunirà giovedì prossimo il comitato di sorveglianza dell'Amministrazione straordinaria di Alitalia che dovrà approvare la relazione trimestrale sulla gestione. In 130 pagine il commissario Augusto Fantozzi sintetizzerà lo stato dell'arte. Sono in dirittura d'arrivo le vendite di Atitech e Ams, per il perfezionamento delle quali è però necessario un ulteriore passaggio a palazzo Chigi. C'è ancora da attendere per i call center Alicos, per i quali è stato lanciato un secondo bando con scadenza il 20 giugno. In alto mare la vendita degli aerei, dei quali finora è stata raccolta la cospicua documentazione. Resta ancora da valutare la raccolta delle 162 opere d'arte che conta, tra gli altri, pezzi di Fontana, De Chirico, Balla, Burri e Guttuso. Secondo una prima stima informale, solo il 20% del patrimonio avrebbe un valore di mercato. L'intenzione è quella di fare una gara tra le primarie case d'asta per scegliere quella che dovrà piazzarle. Ieri Fantozzi ha assicurato che i 205 milioni di euro necessari per il trattamento di fine rapporto degli ex dipendenti ci sono: «Non c'è nessun problema » ha detto. A. Bac.

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Nato a Cagliari, lavora a Milano Per volare verso casa, tariffa intera (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Lettere & Opinioni Pagina 341 Il nativo non residente escluso dalla continuità territoriale Nato a Cagliari, lavora a Milano Per volare verso casa, tariffa intera Il nativo non residente escluso dalla continuità territoriale --> Nato a Cagliari, vivo e lavoro a Milano, dove mi sono laureato. Il 28 maggio raggiungo l'aeroporto di Linate con un regolare biglietto Air One-Alitalia. Mi reco al check-in con la mia carta d'identità e la mia tariffa Economy. Per scoprire che, come nativo non residente, non ho più diritto agli sconti della continuità territoriale, scaduti dal primo novembre 2008 sulla tratta Milano-Cagliari. Presso l'ufficio Air One mi sento dire che i posti sul volo sono stati tutti assegnati. I nostri riappaiono miracolosamente dopo mezz'ora di inefficienza e mancanze organizzative. Ma dobbiamo aggiungere ben 214 per due persone alla tariffa di sola andata. Invece, per rientrare a Milano abbiamo preso un volo "sdoganato" di Meridiana, evitando Air One-Alitalia per poter usufruire della "Tariffa K". In conclusione: credo ci siano delle incongruenze; credo di far parte di una sottoclasse e provo grande disagio nel mettere piede in Sardegna. Leggendo alcuni testi su questa benedetta "continuità territoriale" capisco solo che c'è una grande confusione: vi sono vettori che la applicano ed altri che ne approfittano... Attendo maggiori informazioni, dato che nessuno si preoccupa di questa forma di turismo. MASSIMILIANO USALA - SARONNO Gentile lettore, credo che lei abbia avuto solo ora la brutta sorpresa che a molti è toccata sotto Natale: in effetti gli sconti per la continuità territoriale sono garantiti solo ai residenti in Sardegna. Così ha imposto l'Unione Europea respingendo la proposta della Giunta Soru che (d'intesa col governo Prodi) avrebbe voluto mantenere le tariffe agevolate per residenti e nativi. La Commissione ha sottolineato che gli sconti hanno l'unico obiettivo di aiutare chi vive in Sardegna (come in qualunque altra isola dell'Unione) a superare l'handicap dell'insularità. Viaggiano invece con tariffe ridotte (in tutta Europa) i ragazzi fra i 2 e i 21 anni, gli universitari sotto i 27, gli anziani over 70 e i disabili. Due proposte di estensione delle agevolazioni sono recentemente naufragate alla Camera: quella del parlamentare di Forza Italia Mauro Pili è stata ritirata per il parere contrario del Governo; bocciata quella dei deputati del Pd Giulio Calvisi e Amalia Schirru. Le cronache recenti ci informano che Pili ci ha riprovato, presentando una mozione sottoscritta da altri 50 parlamentari e ottenendo l'appoggio del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La nuova continuità territoriale dovrebbe nascere a partire da una conferenza di servizi Stato-Regione. E, naturalmente, da un nuovo negoziato con l'Europa. DANIELA PINNA

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Veleni e bugie: così insultano l'Italia (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 05-06-2009)

Argomenti: Alitalia

n. 135 del 2009-06-05 pagina 4 Veleni e bugie: così insultano l'Italia di Redazione Macché veline, non ci sono solo le ultime sparate di Stern o del Financial Times fra le sciocchezze e le offese che la stampa estera ha riservato all'Italia. Scorrendo qualche raccolta di articoli sul nostro Paese pubblicati dall'inizio della legislatura ci si imbatte in un'antologia di menzogne e insulti che ha dell'incredibile. Le fonti e le citazioni? Quasi sempre le stesse: Travaglio, Flores d'Arcais, Di Pietro, Repubblica, più una nutrita serie di personaggi come David Lane dell'Economist (quello stesso giornale che ieri, parlando dei possibili successori di Berlusconi, ha vergognosamente definito il Presidente del Consiglio «un settantaduenne, già malato di cancro e con il pacemaker»), Alexander Stille, o Tobias Jones, che dopo aver mollato il loro Paese per trasferirsi guarda caso in questo covo di ogni male, hanno scoperto quanto sia facile fare soldi scrivendo libri contro l'Italia e Berlusconi. È impressionante poi notare come le sparate più grossolane si trasferiscano da una testata all'altra, senza bisogno di cercare conferme o diverse opinioni, ma con l'unico intento di attaccare l'Italia a testa bassa. Ecco alcuni esempi. Travaglio va in televisione ad offendere il presidente del Senato? Per i giornali esteri Schifani diventa subito «mafioso»: «Un giornalista biasima pubblicamente il passato mafioso di politici» (Deutsche Welle - Germania) Si cerca di regolarizzare l'immigrazione e di arginare la criminalità dei clandestini? La fantasia si scatena. «"Derattizzazione", "purificazione etnica". Questi slogan pronunciati nelle strade delle città italiane lasciano immaginare il clima nauseabondo che regna in Italia». (Le Temps - Svizzera). «Le autorità stanno usando (contro i rom) gli stessi metodi usati da Mussolini negli anni '30» (The Times - Gran Bretagna). «Gli uomini intorno a Gianfranco Fini dovrebbero tenere a mente che in Italia ciò che allora ha avuto inizio con la schedatura, si è concluso nelle camere a gas di Auschwitz» (Die Presse - Austria). «Il governo di Berlusconi che ha creato carceri mascherate da chalet da spiaggia a Lampedusa» (El Periódico - Spagna). «Parlamento approva Apartheid nelle scuole. D'ora in poi i bambini immigrati dovrebbero essere istruiti separatamente» (Taz - Germania). Anche il congresso che sancisce la confluenza di An e Forza Italia nel Pdl viene usato per vaneggiamenti sul fascismo. «Ciò che è davvero odioso non è solo la riabilitazione sistematica del fascismo ma lo sgretolamento di ogni aspetto dello Stato» (the Independent - Gran Bretagna). «La radicale e xenofoba Alleanza nazionale, guidata dal fascista in doppiopetto Fini, Gianfranco (Página 12 - Argentina). Si usano i militari per contribuire alla sicurezza nelle strade (iniziativa risultata graditissima)? «È come vivere sotto un regime militare, come se Roma fosse in Cile (quello di Pinochet)» (The Globe and Mail - Canada). «La vista dell'esercito potrebbe spaventare i turisti. L'Italia forse non è la Colombia, ma potrebbe cominciare ad assomigliarle (The Economist - Gran Bretagna). L'economia italiana incredibilmente va meglio di fronte alla crisi rispetto a quella di molti «grandi» europei? Figuriamoci, per la Germania, il cui Pil cala ben più del nostro, mai stati peggio, nemmeno negli anni in cui il debito pubblico raddoppiava. «Nel corso degli ultimi 14 anni in cui Berlusconi ha caratterizzato la politica italiana, è sprofondata drammaticamente. Per più di 40 anni, dalla fine della Seconda guerra mondiale fino al 1990 circa, l'economia italiana era una delle più floride al mondo - in un soffio assieme al Giappone e alla Germania occidentale» (Suddeutsche Zeitung - Germania). «Da settembre il numero di giovani laureati italiani che cercano lavoro in altri Paesi europei e negli Stati Uniti è aumentato del 300% rispetto all'anno precedente (Deutschlandfunk - Germania). «Intere fette di territorio diventano sterili. Nel Nordest chiudono i mobilifici, nelle Marche i calzaturifici, in Sicilia gli aranceti (Die Zeit - Germania). Persino sul terremoto non si risparmiano le mistificazioni che farebbero invidia a Santoro. «In molti paesi di montagna dove diverse persone hanno perso la casa, molti sono rimasti senzatetto per giorni, senza alcun aiuto ed hanno dovuto passare la notte nelle loro auto perché le tende non erano state montate (Taz - Germania). «Terremoto: mancavano ancora tende per 200 persone mentre scendeva la notte» (the Guardian - Gran Bretagna). «Terremoto: Alcuni rifugiati incontrati imprecavano contro Berlusconi. "Il governo italiano fa schifo!"» (La Presse - Francia). Poi ci sono moltissime semplici bugie o offese gratuite, non necessariamente attinte da specifici fatti di cronaca, guarda caso spesso provenienti dalle solite fonti. «Il Parlamento italiano ha rimosso le carceri speciali per i più pericolosi capi mafia» (El País - Spagna). «Mediaset controlla, direttamente o indirettamente, il 70 per cento dei media italiani» (Der Standard - Austria). «Napolitano: l'unico titolare di un'alta funzione a non essere coinvolto in nessuna procedura penale» (Le Monde diplomatique - Francia). «Dieci giorni dopo aver vinto le elezioni, Berlusconi ha minacciato di chiudere programmi tv "disturbatori" come Annozero, un programma d'attualità settimanale, presentato da Michele Santoro. Quindici giorni dopo, due temi che erano stati centrali nella sua campagna elettorale, la crisi Alitalia e lo scandalo dei rifiuti, sono spariti dal programma» (Index Censorship - Gran Bretagna). Questa è particolarmente ironica... i rifiuti infatti sono spariti davvero e Santoro è sempre lì. E ancora: «La ministra per le Pari Opportunità Mara Carfagna è nel governo solo perché ha avuto relazioni sessuali con il Cavaliere» (Frankfurter Rundschau - Germania). «Così in Sudamerica i mafiosi del narcotraffico vengono estradati nella Ue e in Europa i loro pari come Berlusconi finiscono a governare» (TeleSurTv - Venezuela). «Berlusconi e Mugabe (il sanguinario dittatore dello Zimbabwe, ndr) travolgono la legge, la democrazia, lo Stato di Diritto. Il primo, anche la decenza. Quanto al secondo, ha il vantaggio di essere più chiaro e diretto» (Carta Capital - Brasile). «Il terzo governo Berlusconi rappresenta il punto più basso nella storia d'Italia dall'Unità nel 1870 (sic!) ad oggi» (Dagbladet Information - Danimarca). «Questo Paese xenofobo dell'Ue attua una strategia del terrore quando si tratta di immigrati: viene impiegato l'esercito per continuare a tenerli in pugno, gli immigrati in regola senza lavoro vengono deportati» (de Volksrankt - Olanda). Come si può vedere da questa piccola selezione, la lista delle informazioni false, assurde o demenziali è impressionante. In molti casi le citazioni e le interviste che danno origine a questi scempi sono originate da alcuni ben noti personaggi della nostra politica, che non si fanno scrupolo di gettare fango sul proprio Paese sperando di ottenerne un qualche vantaggio elettorale. D'altra parte alla stampa estera non pare vero di avere qualcuno da attaccare per interesse, invidia, o semplicemente per distrarre l'attenzione dai problemi di casa propria. Ironicamente l'articolo 269 del Codice penale, che puniva con il carcere chi «diffonde o comunica voci o notizie false, esagerate o tendenziose sulle condizioni interne dello Stato per modo da menomare il credito o il prestigio dello Stato all'estero» è stato abrogato nel 2006 proprio da Berlusconi. Potrebbe essere stato questo il suo vero errore, non il partecipare a una festa di compleanno. posta@claudioborghi.com © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Toh, il Pd dei ragazzi candida un solo under 35 (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 05-06-2009)

Argomenti: Alitalia

n. 135 del 2009-06-05 pagina 11 Toh, il Pd dei ragazzi candida un solo under 35 di Paola Setti Franceschini ha presentato il partito come «contenitore del futuro». Ma i suoi capilista hanno in media 60 anni. In generale su 904 nomi soltanto 63 sono nati dopo il 1974. Forza nuova il partito più «fresco». E la Lega schiera il più giovane di tutti Allora è più onesto Massimo D'Alema, che ai giornalisti che ogni tanto gli chiedono conto della sua onnipresenza risponde sprezzante: «Parlate voi che scrivete da vent'anni». Dario Franceschini no. Lui, da capogruppo dell'Ulivo alla Camera, pare un secolo fa ma son passati solo due anni, diceva cose tipo: «In ogni Paese europeo esistono luoghi per il ricambio generazionale. Nel nostro no. Il Pd può essere il contenitore del futuro e per questo voi giovani dovete essere i protagonisti della sua costruzione. Senza paura di sporcarvi le mani». Ecco, niente paura, i protagonisti le mani non se le sporcheranno. Una. In lista per le Europee, il Pd ha messo una sola under 30, Maria Flavia Timbro, classe 1980. Che è anche l'unica under 35, ed è in compagnia di altre tre sole candidate se proprio fra i giovani si vogliono annoverare i quarantenni. E sì che avrebbe pure potuto farlo, il coup de théâtre. Quando ha detto: non candideremo chi ha già incarichi istituzionali, bastava un passetto oltre, bastava annunciare: avremo solo capilista giovani. Sai che bello poter rinfacciare al Pdl quel capolista settantenne che risponde al nome di Silvio Berlusconi? Macché. I capilista e i candidati democratici hanno una media di 60 anni, perché il più giovane, tolti i quattro di cui sopra, ne ha 42 e il più vecchio ne ha 77 (è Luigi Berlinguer, quello su cui da settimane si danna Massimo Cacciari, sindaco di Venezia: «Ma che c'entra con il Nord Est?»). Ora, non è che le liste pullulino di sbarbatelli, su 904 candidati i nati dopo il 1974 sono solo 63. E nemmeno si dice di fare come Forza nuova, che batte tutti schierando venti giovanissimi. Ma insomma, persino quegli ex democristiani dell'Udc sono riusciti a scovarne almeno tre. Nel centrosinistra il panorama è desolante. Nell'ala estrema per contare nove giovani bisogna mettere insieme Sinistra e libertà, Partito comunista dei lavoratori e il cartello Prc-Sinistra europea-Pdci. Antonio Di Pietro ne candida quattro, persino i Radicali sono fermi a due. Nel centrodestra stupisce la Lega, che sbandiera una classe dirigente giovane ma che deve averla dirottata altrove, visto che alle Europee ne conta soltanto tre, uno, Emanuele Canepa, a 25 anni è il più giovane in assoluto. Fa cifra tonda invece il Pdl, che schiera dieci giovani. In generale, la generazione che s'è persa gli Anni di Piombo, la Bloody Sunday l'ha studiata sui libri e Che Guevara lo ha visto solo sulle magliette pare non sia considerata granché degna. Così, anche chi c'è, magari c'è per fare da specchietto per le allodole. Idv candida la fu hostess Maruska Piredda «detta Marusca» con la C che sennò la gente sbaglia a scrivere il nome: di lei si ricordano solo le gesta durante la trattativa di Alitalia, nelle foto era quella che esultava per la rottura. La Sinistra sceglie la provocazione, e mette in lista la rom Dijana Pavlovic. Alla fine, proprio quel Pdl finito nel mirino per il «ciarpame» denunciato da Veronica Lario si ritrova con il solo volto televisivo di Barbara Matera, visto che poi schiera un politico impegnato come Carlo Fidanza, una superlaureata come Lara Comi, una dirigente sanitaria come Licia Ronzilli. Nel Pdl, c'è poi da segnalare il «caso» di Carlo De Romanis, che ha solo 29 anni ma da sette lavora nelle istituzioni europee, fa il segretario dei Giovani del Ppe e dice cose tipo: «Solo l'Italia manda in Europa i politici di cui si vuol disfare, che poi non vanno in aula e non parlano con nessuno perché non conoscono le lingue». È stato Silvio Berlusconi a «imporlo», se l'è portato pure a Firenze e a Prato per presentarlo pubblicamente. Infatti è il solo autorizzato a pubblicare sui manifesti le sue foto con il premier. Racconta: «Silvio? Lo conosco perché dirigo i giovani del Pdl. A settembre 2007 feci anche un week end con lui a Villa Certosa per organizzare i difensori del voto. Ma devo essere stato il solo sfortunato: nessun volo di Stato, nessun regalo e nessun topless». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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CONTINUA LA PROTESTA DEI LAVORATORI ATITECH, CHE HANNO SCELTO DI PROSEGUIRE A OLTRANZA UN'ASSEM... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 05-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Continua la protesta dei lavoratori Atitech, che hanno scelto di proseguire a oltranza un'assemblea convocata mercoledì pomeriggio dall'Sdl. Gli addetti della società dell'ex Alitalia con sede a Capodichino hanno interrotto le attività di manutenzione e chiedono che venga indetta un'assemblea con le altre organizzazioni sindacali presenti in azienda (Filt Cgil, Fit Cisl, Uil e Ugl). La società, con una nota, informa che l'astensione dal lavoro si è estesa alla quasi totalità dei dipendenti e spiega che la manifestazione «oltre a essere gravemente illegittima, introduce elementi di sfiducia e inaffidabilità per il mercato», rischiando di compromettere il processo di dismissione e ristrutturazione di Atitech.

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sulla flotta alitalia la livrea skyteam (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 06-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina 23 - Economia Sulla flotta Alitalia la livrea Skyteam è entrato in servizio il Boeing 767 Alitalia con la nuova livrea Skyteam che opera sulle rotte verso il Nord America. Sono 4 le compagnie che hanno già personalizzato almeno un aereo: Alitalia, Delta, Aeromexico, Czech.

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Malpensa vuole la terza pista anche se è rimasta senza voli (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 06-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Malpensa vuole la terza pista anche se è rimasta senza voli MARCO TEDESCHI Anche se la fuga di Alitalia ha provocato una drammatica caduta dei voli, lo scalo di Malpensa si prepara a realizzare la terza pista provocando, molto probabilmente, nuove polemiche politiche e le reazioni delle associazioni ambientaliste. Ieri la Sea (società che gestisce Malpensa e Linate) e il ministero della Difesa hanno siglato una intesa per aumentare l'area aeroportuale dei due scali milanesi. In particolare l'accordo prevede che per lo scalo di Malpensa si arrivi all'aumento di circa un terzo del sedime aeroportuale in modo tale da poter realizzare la terza pista, l'ampliamento di Cargo city, nonchè un nuovo polo logistico. «L'accordo segna un passaggio fondamentale per lo sviluppo di Malpensa», ha dichiarato Giuseppe Bonomi, presidente Sea. I terreni interessati dal conferimento sono stati valutati 29,5 milioni di euro. Tuttavia, l'operazione non prevede una compravendita di questi, ma in cambio della cessione da parte del ministero della Difesa, la Eea realizzerà opere abitative per personale militare fino a un valore corrispondente a quello dei terreni. Il piano, ha spiegato il presidente della Sea, prevede che per i primi 390 giorni ci sarà l'elaborazione dei progetti, poi entro il 31 dicembre 2011 si darà seguito alla gara di appalto, con assegnazione e inizio delle opere per la fine di aprile 2012 e fine della costruzione «al massimo nel 2016». In questo modo, ha sottolineato Bonomi, «i costi per la Sea sono spalmati per più esercizi di bilancio, quindi la società è in grado di sostenerli». Inoltre, ha specificato Bonomi «i primi costi, ovvero quelli di progettazione, andranno a budget nel 2010». In particolare, nell'intesa con la Difesa è previsto che la Sea prima di tutto realizzerà 45 unità abitative divise in cinque palazzine per personale dell'Aeronautica militare nelle basi di Gallarate (Varese) e Ghedi (Brescia). «Questo accordo mette l'aeroporto di Malpensa nelle condizioni di essere competitivo a livello internazionale», ha commentato ancora bonomi e, ha aggiunto il ministro della Difesa, Ignazio la Russa, si tratta di «un passo decisivo per la crescita di Malpensa, perchè un aeroporto senza la terza pista non può essere tra i principali a livello europeo». Lo scambio La realizzazione della terza pista fa parte del piano industriale 2009-2016 fatto dalla sea che prevede investimenti per lo sviluppo in 1,4 miliardi di euro. La pista, ha precisato Bonomi, «costerà 300 milioni di euro ed è equo immaginare che l'esecuzione dell'opera impiegherà due anni», quindi la terza pista «sarà operativa nel 2015, per essere pronti a quando ci sarà domanda di mercato», ha sottolineato il presidente della Sea. Per l'assessorer provinciale alla viabilità Paolo Matteucci: "Se fosse aprile potrebbe sembrare un pesce: l'accordo siglato per rendere possibile la realizzazione della terza pista a Malpensa sarebbe una buona notizia, se nel frattempo Malpensa non fosse diventata una cattedrale nel deserto.Il Governo farebbe meglio a muoversi a liberalizzare gli slot che permettono a Malpensa di riguadagnare traffico». Il ministro Ignazio La Russa concede alla Sea i terreni per allargare l'aeroporto e in cambio la società che gestisce gli scali milanesi costruirà abitazioni per il personale militare dell'Aviazione.

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Giulio Pica Dovremmo svegliarci Come si fa a non condividere le parole di Franceschini, quand... (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 06-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Giulio Pica Dovremmo svegliarci Come si fa a non condividere le parole di Franceschini, quando sottolinea il decadimento etico e di immagine a livello internazionale che il premier ha imposto al nostro Paese? Nonostante autorevoli giornalisti del Corriere della Sera continuino a minimizzare il pericolo facendo di fatto il gioco del cavaliere, il discredito dell'Italia ha raggiunto livelli non più tollerabili. Un miscuglio di comportamenti pubblici e privati di dubbia moralità : dalla "presunta" corruzione dell'avvocato Mills, alla disinvolta partecipazione a festicciole varie, all'abuso di aerei di stato per trasportare menestrelli e veline fino alla totale assenza del governo su questioni cruciali come la crisi economica o la trattativa della Fiat col governo tedesco. Tutto questo dovrebbe bastare a risvegliare la coscienza di coloro che hanno ingenuamente affidato le sorti del Paese a questo governo. O no? Gianni Tirelli Seneca ha ancora ragione? Nell'animo di molti italiani, si agita ancora un forte sentimento di servilismo figlio una totale mancanza di autostima e di responsabilità. Hanno bisogno di un padrone che li trastulli con barzellette di quart'ordine e di condividere con lui, virtualmente, la vita fastosa e libertina del grande signore. Ma il grande signore, in realtà, li usa e li opprime. "Il popolo gode nell'affidare il potere al turpe", scriveva Seneca. Se i giornali, una mattina, titolassero: "Berlusconi come Mussolini" cosa accadrebbe il Presidente del Consiglio raggiungerebbe un consenso quasi plebiscitario? Gino Spadon Li paga coi soldi nostri Ho ascoltato Berlusconi che minimizzava, davanti a due giornalisti in ginocchio, la storia dei "voli di stato" sostenendo che mai e poi mai metterebbe le mani nelle tasche degli italiani. In realtà ce le mette: direttamente, come nel caso di Alitalia e indirettamente quando sottrae alle casse dello Stato entrate ragguardevoli. Si pensi, ad esempio, ai decreti sull'esenzione delle imposte di successione e sull'abolizione dell'ICI. Sono centinaia di milioni di euro per lui proprietario di ville e di capitali immensi, e niente per la quasi totalità degli italiani. E' da tener presente poi il suo modo furbesco di liberarsi da spese personali mettendole a carico delle spese generali dello Stato. Deve pagare il medico personale? Lo nomina deputato dimenticando la voragine di debiti che lui ha lasciato a Catania. Deve pagare il commercialista? Lo fa eleggere presidente della Sardegna. Deve pagare il consulente fiscale? Lo nomina ministro delle finanze. Deve pagare gli avvocati? Li nomina deputati, senatori, ministri. Deve rallegrare qualcuno? Gli mette a disposizione cantanti e ballerine su aerei di stato. Poveri noi! Vice S. Niente supplenti Sono un'insegnante di scuola primaria e vorrei denunciare un grave fatto del quale, per la prima volta da quando ho iniziato la mia attività, sono stata testimone: la mia collega, incaricata dell'insegnamento della geografia, delle scienze e della educazione motoria, infortunatasi prima delle vacanze pasquali, non è stata sostituita a causa dell'esaurimento del fondo dell'autonomia scolastica. Le sopraddette discipline sono state interrotte con la conseguenza, dato che siamo ormai alla fine dell'anno, che, nella mia classe quinta, quei programmi non saranno mai completati. Una vera e propria interruzione di un fondamentale servizio pubblico e del diritto allo studio del bambino nell' età della scuola dell'obbligo. Recentemente la Gelmini ha definito "pirla" chi la contestava: se in trentacinque anni di servizio non mi era mai successo quanto descritto sopra, però "pirla" non siamo noi. Piero Ridolfi Ci sono anch'io! Sono di Ravenna, sono nato il 10 giugno 1945, non sono ancora in pensione e sono disoccupato. Mercoledì ho sentito un commento del Capo del Governo che illustrava le iniziative anticrisi intraprese per fronteggiare la crisi: i disoccupati avranno sostegno familiare, nessuno rimarrà solo. Chiedo come è possibile rientrare nella lista di quelli che saranno aiutati, devo affrontare un affitto elevato, ho una moglie ammalata e una figlia disoccupata e non ho reddito.

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una nuova area e la terza pista malpensa reagisce alla crisi (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 06-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina VII - Milano Una nuova area e la terza pista Malpensa reagisce alla crisi Lo scalo si amplierà del 30 per cento Segnali positivi dal traffico: in maggio +2,5% di passeggeri La Malpensa trova i terreni per costruire, probabilmente in tempo per l´Expo del 2015, la terza pista. Il ministero della difesa ha ceduto infatti alla Sea per 25,9 milioni di euro 350 ettari di terreno adiacenti allo scalo che amplieranno del 30% l´estensione dello scalo. Oltre alla nuova pista - destinata tra l´altro ad allontanare decolli e atterraggi dai centri abitati - sull´area dovrebbero sorgere un nuovo polo logistico e un ampliamento di Cargo city. L´operazione non avrà un impatto finanziario immediato sui conti della società di gestione milanese: Sea pagherà infatti il ministero "in natura", realizzando - entro il 2016 - 45 alloggi per gli aviatori nelle basi di Gallarate (Varese) e Ghedi (Brescia) e un altro centinaio di appartamenti per i soldati entro il 2016. «Questo accordo - ha commentato il presidente di Sea Giuseppe Bonomi - rappresenta la prima e concreta attuazione del piano industriale elaborato subito dopo l´annuncio del de-hubbing di Malpensa da parte di Alitalia. Un´intesa che assicura a Malpensa un vantaggio competitivo rispetto agli altri aeroporti europei che nel breve e medio periodo sconteranno problemi di capacità». Soddisfatto dell´intesa annunciata con ottimo tempismo elettorale anche il ministro Ignazio La Russa. «Sea e difesa - ha detto - hanno fatto un passo decisivo per la crescita di Malpensa: un aeroporto senza la terza pista non può essere considerato uno scalo importante nel contesto europeo». Anche se poi in realtà vanno trovati gli aerei da far atterrare, visto che dopo l´addio di Alitalia - girata dal governo Berlusconi alla Cai - l´aeroporto ha perso il 35% di passeggeri. La situazione del traffico, grazie soprattutto agli investimenti di Lufthansa e Easyjet, è in rapido miglioramento. Il numero di passeggeri transitato a Malpensa a maggio è cresciuto del 2,5% a maggio. Un dato significativo soprattutto se confrontato con una concorrenza (Fiumicino compresa) che registra forti ribassi. La scommessa della terza pista non è legata solo al recupero fisiologico di qualche volo intercontinentale ma anche alla situazione di saturazione di molti scali del vecchio continente che, tra l´altro, non hanno la possibilità di espandersi territorialmente come Malpensa. Un fattore che potrebbe dirottare molti collegamenti dal 2015 verso i pochi scali che avranno ancora a disposizione - oltre ai servizi - anche un numero adeguato di slot. (e. l.)

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E' entrato in servizio il Boeing 767 Alitalia con la nuova livrea SkyTeam, denominato Duca degl... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 06-06-2009)

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Sabato 06 Giugno 2009 Chiudi E' entrato in servizio il Boeing 767 Alitalia con la nuova livrea SkyTeam, denominato Duca degli Abruzzi. Ha cominciato a operare sulle rotte verso il Nord America. Il Boeing 767 è uno dei 18 aerei della flotta Alitalia a lungo raggio.

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Abruzzo, fondi per le case in rovina (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 06-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 06/06/2009 - pag: 20 Terremoto 80 mila euro a restauro Abruzzo, fondi per le case in rovina DAI NOSTRI INVIATI L'AQUILA L'ordinanza del governo sui fondi per la riparazione delle abitazioni danneggiate dal terremoto dell'Abruzzo e per le piccole riparazioni nelle case già agibili è pronta. Il ministero dell'Economia ha dato il via libera e il provvedimento, che potrebbe essere illustrato oggi, è alla firma del presidente del Consiglio. Sono previsti contributi fino a 10 mila euro per i danni più lievi e dovrebbero essere indicate le procedure per la riparazione delle case temporaneamente inagibili (classificate come B e C) ad opera dei proprietari, per le quali il decreto prevede un fondo perduto di 80 mila euro. L'ordinanza per la ricostruzione «pesante» dovrebbe arrivare invece solo a fine giugno, quando sarà stato convertito in legge il decreto, ha detto ieri il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso. Preoccupandosi poi di spegnere la contestazione dei comuni fuori dal cratere, dove gli aiuti non saranno automatici. Primo tra tutti Sulmona, che ieri ha presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale, e dove alcuni commercianti, per protesta, hanno restituito le tessere elettorali. «Anche i comuni fuori dal cratere da lunedì saranno coinvolti nelle ordinanze sulla ricostruzione delle case, per cui la grande differenza ad oggi non si è vista» ha detto Bertolaso. «I soldi ci sono. Tutto quello che servirà verrà trovato. Dalla prossima settimana iniziano i lavori per le abitazioni che ospiteranno 15 mila persone», ha detto ieri il presidente del Consiglio a Radio Anch'io, tornando a parlare dei tempi di consegna delle «casette». «Agli aquilani sarà dato un appartamento concreto e credo non si debba discutere se ci saranno 15 giorni in più o in meno da aspettare, visto che in Umbria e Marche ci sono ancora le baraccopoli», ha detto Berlusconi facendo infuriare i presidenti delle due Regioni, che lo hanno smentito duramente. Anche Bertolaso ha garantito che le risorse per l'emergenza Abruzzo sono sufficienti. «I soldi ci sono. Il problema ha detto parlando dei ritardi nell'erogazione degli aiuti è come spenderli. Non dobbiamo fare tutto noi», ha aggiunto Bertolaso, che ieri ha incontrato i rappresentanti di tv, società telefoniche e giornali, tra i quali il Corriere della Sera, per finalizzare le donazioni raccolte, pari a 45 milioni di euro. Ai quali si aggiungeranno anche i contributi (50 centesimi su ogni biglietto) di Airone e Alitalia, che sarà il vettore ufficiale del G8 de L'Aquila. Mario Porqueddu Mario Sensini Corteo Con i sindaci

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Terza pista e cargo city Il rilancio di Malpensa dopo l'addio di Alitalia (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 06-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera sezione: PRIMA PAGINA data: 06/06/2009 - pag: 1 Il progetto Terza pista e cargo city Il rilancio di Malpensa dopo l'addio di Alitalia Terza pista e cittadella per i voli cargo. Così Malpensa, dopo l'«abbandono» di Alitalia, si prepara al rilancio in vista dell'Expo 2015. L'accordo è stato firmato da ministeri della Difesa e delle Infrastrutture, Sea, Enac e Demanio: lo scalo varesino allargherà la sua superficie di un terzo in zona sud e nord ovest. L'operazione ha un valore di 25,9 milioni di euro. In prospettiva, dopo il ridimensionamento di Alitalia e la morsa della crisi, il presidente di Sea, Giuseppe Bonomi, prevede «un progressivo aumento dei voli in vista di un nuovo sviluppo di Malpensa». A PAGINA 7 Stella

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(sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 06-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera sezione: Cronaca di Milano data: 06/06/2009 - pag: 7 Terminal I lavori entro il 2015 sui terreni della Difesa ceduti allo scalo in cambio di alloggi per i militari «Malpensa, rilancio anche senza Alitalia Costruiremo la terza pista e cargo city» Accordo governo-Sea. «Traffico in crescita». «Ampliamento inutile, meglio liberalizzare gli slot» Una nuova pista, la terza, per far decollare Malpensa nell'anno dell'Expo, il 2015. E ancora: una cittadella per i voli cargo e un polo logistico per il traffico merci. L'accordo firmato da ministeri della Difesa e delle Infrastrutture, Sea, Enac e Demanio «sblocca dopo sette anni i piani di crescita del sistema aeroportuale milanese». Malpensa si allarga d'un terzo della sua superficie in zona sud e nord ovest, su terreni lontani dai centri abitati, e a Linate si progetta un altro parcheggio. L'operazione, «prima significativa attuazione del piano 2009-2016», ha un valore di 25,9 milioni di euro. E getta, per dirla con il presidente Giuseppe Bonomi, le basi di «un nuovo sviluppo di Malpensa », scalo che nel 2015 si presenterà forte di «un vantaggio competitivo in Europa». In prospettiva, dopo il ridimensionamento di Alitalia e la morsa della crisi, Bonomi vede «un progressivo aumento dei voli». Due lotti, Cascina Radetzky e poligono d'addestramento, in totale 350 ettari. I terreni intorno al terminal, di proprietà del Demanio della Difesa, sono già stati trasferiti ai Trasporti e dovranno passare prima all'Enac e poi alla Sea. È uno scambio. Sea non apre un mutuo per saldare il conto allo Stato, ma restituirà i 25,9 milioni (spalmati su 7 anni di bilanci) riqualificando hangar e costruendo 145 alloggi per i militari nelle basi dell'aeronautica di Gallarate (Varese) e Ghedi (Brescia), e in altre sedi della Difesa. Le opere vanno consegnate entro il 2016. La terza pista dell'aeroporto è già inserita nel piano regolatore di Malpensa e Sea ha avviato il procedimento per la valutazione d'impatto ambientale. L'allargamento richiede ora una revisione della convenzione con Enac. «Quest'intesa, portata a termine con rapidità, è un passo decisivo per la crescita dello scalo», sottolinea il ministro della Difesa, Ignazio La Russa: «Senza la terza pista Malpensa non può essere uno dei principali aeroporti europei. Non solo: l'ampliamento lontano dai centri abitati ridurrà l'impatto sui cittadini». Il Comune, primo azionista Sea, «apprezza » l'accordo. Così l'assessore alla Mobilità, Edoardo Croci: «C'è l'impegno del governo sulla revisione di rotte e accordi bilaterali ». Bonomi ringrazia Letizia Moratti: «La collaborazione con il sindaco è quotidiana». Lo strappo di Alitalia s'è consumato nell'aprile 2008: taglio dei voli, base a Fiumicino. Poi s'è fatta sentire la crisi. L'emergenza è stata «acuta», dice Bonomi. Ma il trend del 2009 «è positivo e in controtendenza» rispetto ai risultati dei maggiori scali europei: già in aumento ad aprile (più 7,8%), il traffico di Malpensa è cresciuto del 2,5 anche a maggio. Roma ha perso il 7, Vienna il 9,5 e Monaco il 9. L'assessore lombardo ai Trasporti, Raffaele Cattaneo, ha incontrato giovedì i vertici di EasyJet e ieri quelli di Lufthansa Italia: «Hanno scelto di investire su Malpensa perché il mercato è qui e questa scelta permette a loro e a noi di crescere ». L'aeroporto si allarga e per il sottosegretario alle Infrastrutture, Roberto Castelli, è «un traguardo » che «assume un particolare significato in un momento in cui voci tendenziose continuano a cantare il de profundis per il principale aeroporto della Padania». Di tutt'altro parere Paolo Matteucci, assessore alla Mobilità in Provincia: «Il governo farebbe meglio a liberalizzare gli slot, piuttosto che lanciarsi nell'allargamento avveniristico di un aeroporto vuoto». Armando Stella \\ Giuseppe Bonomi Ora Malpensa ha un vantaggio competitivo rispetto agli altri scali europei La firma L'accordo è firmato dal ministro Ignazio La Russa

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MARIA PAOLA MILANESIO ROMA. PIERLUIGI BERSANI RACCHIUDE LA RABBIA E LO SDEGNO IN POCHE BATTUTE: &... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 06-06-2009)

Argomenti: Alitalia

MARIA PAOLA MILANESIO Roma. Pierluigi Bersani racchiude la rabbia e lo sdegno in poche battute: «Il governo mostrerebbe più onestà se dicesse "Ce ne freghiamo, qualcuno aiuterà"». È dalla mattinata che i democratici non sanno darsi pace, dopo aver sentito il premier Silvio Berlusconi smentire il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi. Quel milione e mezzo di lavoratori che rischerebbero di restare disoccupati comparirebbero solo nelle previsioni di Palazzo Koch, ha spiegato il Cavaliere nel suo tour de force finale in tv. «Ma non aveva detto che era una relazione berlusconiana? E oggi invece ha attaccato frontalmente Draghi solo perché ha detto la verità», commenta il segretario Dario Franceschini che ieri ha chiuso la campagna elettorale a Reggio Calabria, con a fianco Rosaria Capacchione. «Il Pd è il solo argine allo strapotere di Berlusconi», incalza il segretario, sottolineando come questo governo non abbia mantenuto le promesse. Prova ne sia, dicono i democratici a più voci, che non tutti i disoccupati hanno il paracadute rappresentato dagli ammortizzatori sociali, come detto dal premier. Non solo: tra chi riceve una forma di sussidio, spiegano, in molti casi non si supera una media di 170 euro al mese. «Abbiamo un alieno tra di noi, il premier. Vive in un mondo tutto suo e non sopporta chi racconta la realtà com'è», è il giudizio di Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro, condiviso da Tiziano Treu. «Esca dalla torre dorata e vada a spiegare a un disoccupato che la crisi è psicologica. Vediamo che cosa gli risponde», incalza Franceschini, nel ricordare che tutte le proposte fin qui presentate dal Pd per contrastare la crisi sono state respinte dal governo. Non è così che si affronta la situazione economica, non è così che si risolve la vertenza Alitalia, non è così che si garantisce la sicurezza dei cittadini, elenca Franceschini ripercorrendo le iniziative dell'esecutivo. «Il bilancio del governo è assolutamente negativo. Non se ne può più di una politica fatta di promesse miracolose». Il Pd, però, avverte forte il rischio dell'astensionismo, effetto anche della delusione dei suoi elettori e dello scarso appeal fin qui rappresentato dall'appuntamento con l'Europa. «Ma chi resta a casa vota per Berlusconi. Penso che nessuno ritenga utile svegliarsi lunedì mattina sotto un padrone assoluto», continua il segretario, ben consapevole che l'esito della tornata elettorale avrà innegabili efefetti sulla politica interna. Guardano oltre Massimo D'Alema, convinto che «il premier non sfonderà perché l'Italia non è berlusconizzata», e Walter Veltroni che prevede «presto un fallimento del berlusconismo». Sul loro destino, invece, i democratici sono più criptici: assicurano che il partito non si sfalderà ma certamente un obiettivo del 27% potrebbe allontanare la resa dei conti e assicurare una fase precongressuale più tranquilla. «Berlusconi si arrampica sugli specchi. Noi non ci spaccheremo», spiega Franceschini senza nascondere quanto la litigiosità interna sia costata cara ai democratici. «Ma il nostro progetto politico resta intatto. Il Pd è nato per cambiare il Paese». Agli altri due partiti dell'opposizione - ad Antonio Di Pietro soprattutto - l'invito a «non rubarsi voti a vicenda». Sulle vicende private del premier - ieri il quotidiano spagnolo "El Pais" ha pubblicato foto delle feste a Villa Certosa - il Pd sceglie di mantenere un profilo basso. «Il gossip è stato assolutamente svantaggioso, perché ha spostato i riflettori da un'altra parte e non si è parlato di Europa. Noi abbiamo una forte vocazione europeista mentre nel centrodestra da 15 anni seminano euroscetticismo», dice il segretario. Franceschini chiude la sua campagna elettorale nel Mezzogiorno. In quel Sud che, dice D'Alema, «punirà il governo che lo ha irriso»: «Per loro i meridionali sono sinonimo di clientelismo e di incapacità. Ma la gente ha capito che questo esecutivo vive in un reality. Possiamo guardare con serenità al voto».

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tanti rappresentanti di lista il pd lancia l'allarme brogli - ottavio lucarelli (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 07-06-2009)

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Pagina II - Napoli L´ultima furbata dei candidati: far trasmigrare da un collegio all´altro i rappresentanti di lista Corse soppresse, rabbia e proteste alle fermate. E attese di lunghe ore sotto il sole Tanti rappresentanti di lista il Pd lancia l´allarme brogli Il prefetto ordina controlli sul doppio voto Pasta, pomodori, olio e 70 euro così alle urne cambiando seggio Autisti Anm nei seggi e bus fermi "Che caos, ma domani sarà peggio" Bassolino al deputato del Pdl Iapicca: "La mia scheda per Nicolais" Iervolino: "Troppi rappresentanti, sottoporrò la questione al ministro Maroni" Pansa sul caso Anm: tocca all´azienda organizzare lavoro e turni OTTAVIO LUCARELLI Professione: rappresentante di lista. Pagato dai rispettivi partiti fino a settanta euro più un pasto completo. A volte ricompensato anche con pacchi di pasta, olio e pomodori pelati. è il boom del week-end elettorale con trasmigrazioni bibliche di elettori da un collegio ad un altro, ventimila secondo Rifondazione, sotto lo status di collaboratore di partito. è la furbata messa in campo da parte dei più scaltri e navigati per racimolare in alcuni casi anche qualche centinaio di voti in più. «Spostando gli elettori da un collegio ad un altro - spiega un candidato del centro storico - in base al meccanismo della Provincia divisa in collegi uninominali non si va a danneggiare lo schieramento avversario ma si danneggiano, piuttosto, i rivali interni di partito guadagnando terreno nella corsa ai seggi». Professione: rappresentante di lista. Un esercito che, distintivo di partito sul petto, ha invaso e colorato i seggi dalle prime ore del mattino. Anche la sezione in cui ha votato Rosa Russo Iervolino, in vico Santi Filippo e Giacomo, dove sono una ventina. «Il gran numero di rappresentanti - commenta il sindaco - pone la questione del funzionamento di alcune aziende, vedi l´Anm, su cui chiederò il parere al ministro dell´Interno Roberto Maroni». Tanta agitazione anche in via Posillipo, seggio abituale di Antonio Bassolino accolto dal deputato Pdl Maurizio Iapicca: «Antonio, sei venuto ad annullare la scheda?». E Bassolino, serio: «Io voto Gino Nicolais». Eccitazione anche a Sant´Antimo dove alle 15.30, ad attendere il candidato Pdl Luigi Cesaro, c´erano rappresentanti delle sue quattordici liste: «Un voto che può segnare una svolta per la città e la provincia». A Pomigliano ha votato il candidato di Rifondazione e comunisti italiani Tommaso Sodano, mentre Luigi Nicolais del centrosinistra sarà stamattina alle 10 a Ercolano. A Ponticelli i rappresentanti di lista sono stati oscurati dall´abito da sposa di Gabriella Cennamo, figlia di Aldo, ex deputato dei Ds, che ha votato prima del sì. Gabriella aveva inviato una e-mail al Capo dello Stato: «Messa in cassa integrazione dall´Alitalia nonostante sia incinta». Appello a cui Giorgio Napolitano ha risposto: «La tua lettera è illuminata dal ricordo di anni in cui frequentavo Ponticelli e tuo nonno ancor prima di tuo padre. Auguri a te e al tuo sposo associandovi il caro amico Aldo. In una Napoli difficile, spero che si aprano strade più sicure per la crescita e l´avvenire della vostra famiglia». All´istituto "Serra", al corso Vittorio Emanuele, un pregiudicato veniva intanto denunciato per aver fotografato con il cellulare la scheda elettorale all´interno della cabina. A. B., 23 anni, è stato tradito dal click del telefonino.

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un solo padrone in tutti i palazzi - ivan berni (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 07-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina VI - Milano L´intervento Un solo padrone in tutti i Palazzi La Moratti invoca "armonia" tra le istituzioni. Ma liti e veleni sono tutti interni alla destra IVAN BERNI (segue dalla prima di Milano) Intanto va detto che una logica siffatta assegna a Penati un potere da guastatore militante di cui, francamente, nessuno si era accorto. E poi, di quali veti e di quali sabotaggi sarebbe mai stato colpevole il presidente uscente nei confronti di Comune e Regione? Dal centrodestra non sono arrivate accuse circostanziate. E si comprende anche il perché. Da parecchi anni a questa parte, infatti, l´incomunicabilità fra istituzioni, i dispetti reciproci, gli stop ai progetti in cantiere, la guerra per poltrone, sedie e strapuntini sono stati una specialità esclusiva del centrodestra. Lo sono stati ai tempi di Albertini, Formigoni e Ombretta Colli (allora alla guida della Provincia), quando tutti e tre i livelli del potere locale erano "in armonia" e a Roma centrosinistra e centrodestra si alternavano al governo nazionale. Lo sono stati negli ultimi tre anni, con Letizia Moratti a Palazzo Marino, l´eterno Formigoni al Pirellone e, di nuovo, centrosinistra e centrodestra in alternanza a Roma. Il caso Expo è il più eclatante, da questo punto di vista. Vinta la battaglia per l´assegnazione della manifestazione con l´appoggio pieno, e determinante, del governo Prodi, l´Expo si è arenata per più di un anno a causa della sorda battaglia nel centrodestra su chi dovesse guidare la società organizzatrice dell´evento. Un anno perduto fra colpi di teatro, veti personali, finanziamenti revocati e solo parzialmente ripristinati, conflitti di interessi espliciti e striscianti. Un copione avvilente recitato, in esclusiva, dal centrodestra e in cui il presunto "sabotatore" Penati, fin dal primo momento, ha avuto soltanto il ruolo di Cassandra, denunciando l´improvvisazione e l´irresponsabilità di chi stava mettendo a rischio l´organizzazione dell´evento. E se l´Expo non basta si prenda il caso Malpensa: qui Penati si è battuto insieme a Formigoni e alla Moratti per difendere il ruolo centrale dello scalo lombardo. In armonia, per dirla col Cavaliere. Ma com´è andata, infine, si sa: il governo Berlusconi, quello con più ministri del Nord e della Lombardia della storia repubblicana ha accettato che la nuova Alitalia nascesse scegliendo di abbandonare Malpensa al suo destino. Insomma, un governo targato ovunque centrodestra non ha, obiettivamente, l´aria di poter mantenere quel che spericolatamente promette. Né di essere "conveniente" per i cittadini milanesi e della provincia. Invece di invocare l´armonia, forse sarebbe più onesto dire che il centrodestra vuole un solo padrone, anche a Palazzo Isimbardi.

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aeroporti, passeggeri in crescita grazie al boom dei voli charter (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 07-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina IX - Bari Aeroporti, passeggeri in crescita grazie al boom dei voli charter Dopo la crisi Alitalia, gli aeroporti pugliesi ricominciano a volare. A maggio il traffico passeggeri di Bari Palese è cresciuto del 9,5 per cento rispetto allo stesso mese dello scorso anno. A Brindisi, i passeggeri in transito, sono aumentati del 3,8 per cento. Complessivamente il numero dei passeggeri degli aeroporti di Bari e Brindisi, nei primi cinque mesi dell´anno, è stato di un milione e 372mila unità, con un incremento del 4 per cento rispetto allo stesso periodo 2008. I passeggeri dei voli di linea nazionali sono cresciuti del 3 per cento, ma a determinare il boom della Puglia sono stati i voli charter. Particolarmente positivo, per lo scalo di Palese è il dato riferito a questo tipo di traffico, cresciuto nel mese scorso del 21,7 per cento rispetto a maggio 2008.

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L'abbandono delle Biblioteche nazionali (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 07-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera sezione: Focus Vuota data: 07/06/2009 - pag: 11 Deposito legale Gli editori devono inviare alle due Centrali copia della produzione: 60 mila novità l'anno Prestito Servizio solo al mattino, mentre in Francia sale aperte fino a sera E si pensa di superare l'eredità ottocentesca scegliendo un'unica sede L'abbandono delle Biblioteche nazionali A Roma e Firenze 14 milioni di volumi, come a Parigi Ma l'Italia stanzia venti volte meno per la gestione L e cifre, nella loro brutalità, dicono già molto. E confrontando, a titolo di esempio, gli stanziamenti dello Stato italiano per le due Biblioteche nazionali centrali, di Roma e Firenze, con quelli francesi per la famosa Bibliothèque Nationale (BnF) di Parigi, si rimane interdetti. Il rapporto è di circa uno a venti: per la sola gestione, 4.5 milioni all'anno da noi contro i cento milioni francesi. Eppure, quanto a dotazioni, i due istituti italiani nel loro complesso equivalgono a quello parigino. Siamo attorno ai 12-14 milioni di «unità bibliografiche ». Ma è sulla questione del personale che si sono concentrate le più recenti polemiche italiane dovute alla minacciata (e in parte già realizzata) chiusura di alcuni servizi al pubblico delle nostre due maggiori biblioteche: meno di 500 impiegati tra Roma e Firenze, 2600 a Parigi. Un rapporto di 1 a 5. Per capirci qualcosa nel dedalo delle biblioteche italiane è necessario un breve excursus storico. Che Paolo Traniello, docente di Biblioteconomia a Roma 3 e autore di numerosi saggi sull'argomento, ha ben chiaro: «Con l'Unità le varie biblioteche esistenti furono assorbite nell'amministrazione statale e oggi la situazione è rimasta quella ottocentesca». Bisogna distinguere due grandi gruppi: le biblioteche pubbliche dello Stato e le biblioteche gestite dagli enti locali, che sono diverse migliaia e la cui consistenza varia, dalla Sormani di Milano alle minuscole realtà rionali, in netta crescita. Le statali, che fanno riferimento al ministero dei Beni culturali, sono 36, tra cui istituti di grandissimo pregio (dalla Braidense alla Marciana, all'Angelica): «Nove ricorda Traniello portano ancora sulla carta la definizione di nazionali, perché svolgevano funzione nazionale nei rispettivi stati preunitari e diverse sono le biblioteche universitarie, che si trovano negli antichi atenei, da Pavia a Padova a Pisa». Sono due, invece, le Nazionali a tutti gli effetti, ovvero le Nazionali centrali, quella di Firenze, che nacque nel 1861, e quella di Roma, fondata nel 1875. Che cosa significa «a tutti gli effetti»? Significa che hanno compiti che le altre non hanno: conservare l'intero patrimonio bibliografico italiano (i libri e i periodici, oltre al ricchissimo tesoro dei fondi antichi), acquisire e catalogare le nuove pubblicazioni (un flusso di 50-60 mila novità librarie e circa 300 mila numeri di testate all'anno), informare il pubblico attraverso bollettini completi. Per le nuove acquisizioni vige in Italia il diritto di deposito legale, per cui l'editore è tenuto a inviare alle due Centrali copia delle sue produzioni. Insomma, le Biblioteche nazionali rappresentano, come ovunque nel mondo, la cultura del Paese, la custodiscono e la tramandano alle generazioni future. «Il numero abnorme di biblioteche statali precisa Traniello è un gravame notevole sulle spalle dell'amministrazione, specie per il personale, che assorbe la gran parte degli stanziamenti ». Nasce da qui il recente casus belli. Se da una parte le entrate per la gestione sono state decimate, è anche vero che da un decennio circa gli impiegati dei due istituti sono progressivamente diminuiti (quasi dimezzati), e i direttori faticano a mantenere gli stessi orari di servizio al pubblico. Così, dopo Roma, anche Firenze ha deciso che da luglio chiuderà la distribuzione pomeridiana, a differenza di quel che accade a Parigi, dove il servizio funziona fino alle otto di sera, domenica compresa. Due giganti moribondi e abbandonati. L'ultima preoccupazione dei politici, in questo momento. Anche se le due Nazionali ospitano quotidianamente studenti, ricercatori, studiosi: sui 700 mila in totale. Forse sarebbe una passo avanti se l'anomalia italiana della doppia Nazionale fosse rivista: in fondo negli altri Paesi ne basta una. Ida Antonia Fontana dirige la sede di Firenze: «È difficile razionalizzare un sistema così stratificato. Anche in Germania ci sono una sede centrale a Francoforte, una distaccata a Lipsia e una sezione audiovisiva a Berlino. Caduto il Muro, i vari Stati dell'Est misero a disposizione enormi finanziamenti per costruire bellissime biblioteche nazionali: in Croazia, in Estonia. Erano la dimostrazione fisica dell'indipendenza». E da noi? «Si potrebbe dire che Roma, dove confluirono i fondi dei conventi e dei monasteri soppressi, è la biblioteca della cultura religiosa, mentre Firenze è la cultura civile. Come si fa a riunirle?». La direttrice Fontana risale piuttosto a una «scellerata» legge del '79 per mettere a fuoco i problemi attuali: «Si riempirono di organici i cosiddetti giacimenti culturali, facendo pervenire giovani in esubero, e da allora non sono più state fatte assunzioni». Il risultato è che il personale è invecchiato, e negli ultimi tredici anni sono andati via 150 impiegati senza essere sostituiti: «La loro esperienza e i loro saperi sono andati perduti e non sono stati trasmessi a nessuno, gli ultimi lavoratori hanno sui sessant'anni. Così si è creata una cesura incolmabile nel passaggio di competenze e si sono prodotti problemi quotidiani urgenti per mancanza di persone che possano fare anche i lavori pesanti richiesti da una struttura come la nostra, nei cui magazzini arrivano tra i 70 e i cento pacchi al giorno». Il risultato è un arretrato preoccupante nella catalogazione: 150 mila volumi e la metà delle 15 mila testate in arrivo continuo. C'è poi il capitolo informatico: le schede digitali da compilare, un sistema SBN che offre informazioni online su un catalogo unico nazionale, il «Tesaurus» da implementare ogni sei mesi, la consapevolezza che le schede elettroniche sono più deperibili della carta. Resta il sospetto che si possa verificare uno spreco di energie se Roma e Firenze catalogano gli stessi volumi: «Già adesso le due biblioteche interagiscono osserva Fontana e presto andranno ad agire come polo unico, in modo che la catalogazione nostra serva a Roma e viceversa. In futuro Roma dovrebbe lavorare soprattutto sulla fruizione e noi sulla catalogazione ». Anche Traniello ritiene inutile un'eventuale riduzione a una sola Nazionale ma dice: «Potrebbero trasformarsi in una sola struttura pur mantenendo le due sedi: la cosa più importante è che le altre biblioteche vengano trasferite agli enti locali e le universitarie alle rispettive università, in modo da sgravare il ministero. È la formula adottata con successo in Spagna, dove la gestione di trenta biblioteche è passata alle comunità autonome ». Sulla enorme sproporzione finanziaria rispetto agli altri paesi insiste Osvaldo Avallone, da sei anni direttore della Biblioteca nazionale di Roma. Avallone lamenta la riduzione del personale da 400 a 280 unità: «Andando avanti così fra dieci anni non ci sarà più nessuno e la trasmissione di saperi si perderà del tutto». Se dovesse parlare con il ministro competente? «Chiederei il ripristino delle risorse che c'erano nel 2001, in modo da recuperare la piena funzionalità della Biblioteca. Come funzionario posso solo dire che a differenza dell'Alitalia noi rappresentiamo la vera identità nazionale, la memoria storica, le radici, il presente e il futuro». Si ricade sulle colpe della politica. Con un'avvertenza: «La tradizione di insensibilità per le biblioteche è una costante di tutti i governi, senza eccezioni». Paolo Di Stefano pdistefano@corriere.it

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UN NUOVO PARTNER ITALIANO SI AGGIUNGE A QUELLI CHE ACCOMPAGNANO LA NAZIONALE. SARà, INFATTI, UN... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 07-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Un nuovo partner italiano si aggiunge a quelli che accompagnano la Nazionale. Sarà, infatti, un aereo dell'Alitalia ad accompagnare gli azzurri nel viaggio da Pisa a Johannesburg, in Sudafrica, per la Confederation Cup.

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"ora l'area del disastro è circoscritta sarà più facile captare la scatola nera" (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 08-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina 22 - Cronaca Francesco D´Arrigo, pilota Alitalia e direttore del dipartimento di studi di intelligence della Link University "Ora l´area del disastro è circoscritta sarà più facile captare la scatola nera" Io volo con questi aerei e non sono un kamikaze. Questa sembra un´avaria da errore umano, di sottovalutazione dati" MILANO - I tempi per chiarire i misteri del volo Af447 saranno ancora lunghi. Ma il ritrovamento dei primi corpi e dei rottami dell´Airbus Air France è fondamentale per fare chiarezza sulle cause dell´incidente. «è un passo avanti importante - conferma Francesco D´Arrigo, pilota Alitalia e direttore del dipartimento studi di intelligence e sicurezza della Link University - che permetterà di stabilire con certezza se a bordo c´è stata o meno un´esplosione. Escludendo o confermando l´ipotesi terrorismo». Com´è possibile comandate D´Arrigo? «Tutti gli elementi di un aereo in caso di esplosione vengono contaminati dai materiali che l´hanno causata. E l´esposizione in acqua non cancella queste tracce». Esplosione significa attentato? «Non per forza. Può essere causata anche da una bombola ad ossigeno della dotazione di bordo, da materiale trasportato, da un serbatoio che ha preso fuoco. In ogni caso le indagini sui pezzi che si stanno recuperando dall´Atlantico - se c´è stata esplosione - sono in grado di chiarire cosa l´ha causata». Questi ritrovamenti consentono di circoscrivere l´area in cui cercare il relitto del volo Af447? «Senz´altro. Fino a venerdì le navi dei soccorsi pattugliavano un´area grande due terzi dell´Italia. Oggi si può ridimensionare la superficie da battere a un quadrato di poche decine di chilometri. Gli esperti hanno già calcolato in base a venti e correnti il percorso fatto da questi primi reperti. Risaliranno al punto di partenza presunto e là cercheranno di captare il segnale delle scatole nere». Ci sono altri elementi importanti per l´inchiesta da recuperare in fondo all´oceano? «Il più importante sono proprio le scatole nere. Nastri protetti che vengono decrittati da apparecchiature sofisticatissime e contengono i dati registrati dal computer di bordo fino all´incidente: velocità, quota, stato delle apparecchiature. Poi sarebbe fondamentale trovare il voice cockpit recorder che ha impresso tutte le comunicazioni con l´assistenza a terra ma anche quelle a bordo tra comandante, piloti e assistenti. Un modo per chiarire come mai non è stato lanciato il mayday». Siamo, come ovvio, nel campo delle pure ipotesi. Ma lei che idea si è fatto dell´incidente dell´Af447? «La velocità pare esser stato senz´altro un problema. Ma di sicuro non l´unico. Questo aeromobile è tutto elettronico, i comandi sono a impulsi elettrici, non a tiranti meccanici. Quando vanno in tilt i sistemi di misurazione della velocità e si stacca il pilota automatico, di notte e dentro un temporale, rimanere freddi e seguire le procedure richiede molto sangue freddo. E il rischio è che la depressurizzazione ti spinga verso l´ipossia senza che tu te ne accorga. Comunque, l´ha detto lei, sono solo ipotesi...». Cosa direbbe a un italiano che ha prenotato un volo a bordo di un Airbus A330? «Di star tranquillo. Io volo con questi aerei. E non sono di sicuro un kamikaze. Questa non è un´avaria dovuta principalmente all´aeromobile. L´80% è fattore umano. Di procedura o di sottovalutazione dati». (e. l.)

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avaria sul volo bologna-catania a bordo anche lucio dalla (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 08-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina 22 - Cronaca Il caso Avaria sul volo Bologna-Catania a bordo anche Lucio Dalla Effettuato uno scalo a Olbia per la sostituzione di un radar. Poi a destinazione con un´ora e mezza di ritardo BOLOGNA - S´è conclusa con il lieto fine, ma non ha risparmiato ansia né scongiuri la disavventura che ieri ha avuto protagonista anche Lucio Dalla, passeggero con altre 130 persone a bordo del volo Meridiana Bologna-Catania IG698. Partito alle 13 dall´aeroporto Marconi, l´aereo è atterrato poco più tardi a Olbia per un´avaria a uno dei radar di bordo. Sorvolati gli Appennini, il comandante ha segnalato ai passeggeri la presenza di un guasto tecnico e deviato la sua rotta puntando verso la Sardegna, spiegando d´aver scelto come scalo d´emergenza l´aeroporto della Costa Smeralda per la presenza di un centro di assistenza Meridiana dove eseguire rapidamente gli interventi necessari. E così è avvenuto: dopo la sostituzione del radar di bordo e dell´antenna, e accumulata un´ora e mezza di ritardo, il velivolo è ripartito ed è regolarmente atterrato all´aeroporto Fontanarossa di Catania. Da molti anni Lucio Dalla trascorre parte delle sue vacanze a Milo, un piccolo comune sulle pendici orientali dell´Etna dove hanno casa e studio di registrazione anche Franco Battiato e Carmen Consoli. Non è la prima volta che il musicista si trova coinvolto in un incidente di volo: cinque anni fa, atterrato all´aeroporto di Trieste, dove si recava per presentare Tosca amore disperato, l´aereo Alitalia su cui Lucio Dalla viaggiava assieme al produttore David Zard ebbe un´ala spezzata nell´urto contro un autocarro durante le manovre nello spazio di raccordo tra la pista e il piazzale di parcheggio. (brunella torresin)

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Il centrodestra frena ma la Lega accelera E il Pd fa retromarcia (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 08-06-2009)

Argomenti: Alitalia

n. 23 del 2009-06-08 pagina 2 Il centrodestra frena ma la Lega accelera E il Pd fa retromarcia di Francesco Cramer Il Pdl scende al 35,6%, il Carroccio sale al 9,2: la maggioranza regge. I democratici perdono 7 punti, l'Idv supera l'8 per cento RomaIl fischio finale certifica il fiasco dell'antiberlusconismo in versione Novella 2000 e premia la coalizione di maggioranza, soprattutto la Lega. Alle Euroelezioni gli italiani consolidano il Pdl ma non lo lanciano oltre la soglia del 40 per cento come sperato. Il consenso al Popolo della libertà si assesta, in base alle proiezioni notturne, attorno al 35,6 per cento. Una frenata. Il termometro del gradimento, seppur i dati non siano definitivi, fa segnare una sostanziale stabilità: 37,4 per cento alle politiche di un anno fa; 32,4 per cento alle Europee del 2004. Chi galoppa invece è il Carroccio che accarezza il risultato a due cifre (proiezioni attorno al 9,2 per cento), passando dal 5 per cento del 2004 all'8,3 per cento delle ultime Politiche. L'altra faccia della stessa medaglia è l'inesorabile flop del Pd. Un partito che a furia di emorragie rischia il decesso per anemia da consenso. Il risultato provvisorio, attorno al 26 per cento, fa rimpiangere i fallimenti di un anno fa (33,2 per cento) e delle ultime Europee (31,1 per cento). Cresce sensibilmente ma senza sfondare Di Pietro (8,6 per cento) mentre resta magro il bottino dell'Udc di Casini (attorno al 6,5 per cento). Nel generalizzato astensionismo, tanto che su scala europea s'è raggiunto il minimo storico del 43,02 per cento, in Italia quello che è sembrato l'ennesimo referendum pro o contro Cavaliere ha avuto un esito: la luna di miele tra la maggioranza che sostiene l'esecutivo Berlusconi e il Paese continua. La valanga di voti è la ricompensa per un anno di lavoro di governo. È una promozione per aver sgomberato Napoli da una montagna di vergogna e rifiuti; per aver messo mano al disastro di Alitalia; per aver preso di petto il cancro della criminalità; per aver cominciato a ricostruire l'endemico strazio della Pubblica amministrazione; per essersi lanciati immediatamente tra le rovine del terremoto in Abruzzo; per aver affrontato subito e meglio di altri la crisi economica più straordinaria del secolo. È stato complesso far passare un messaggio politico forte, come quello che votando Pdl all'interno del Ppe a Strasburgo, l'Italia sarebbe stata più forte e tutelata, in una campagna elettorale da ballatoio. Ma in cabina elettorale gli italiani hanno soprattutto bocciato la strategia da comare della sinistra. Il Pd, sempre in bilico tra il «tra moglie e marito non mettere il dito» e lo sposalizio del pettegolezzo su squinzie e veline lanciato dalla stampa nostrana ed estera, di fatto perde voti a ogni elezione. Al di là del facile esercizio del gettare melma nel ventilatore per inzaccherare il premier, Franceschini e compagni raccolgono i cocci di un partito che paga lo scotto di un progetto politico nato moribondo. Risse interne, credibilità poco sopra lo zero, progetti politici ridotti al lumicino. La sua leadership resta traballante anche se qualcuno avrebbe scommesso su risultati ancora più smilzi. A livello politico è riuscito a scansare abilmente l'argomento bomba del non sapere neppure in che casa europea andare ma il messaggio che è passato è stato, ancora una volta, il vuoto pneumatico. Forse aveva ragione Nanni Moretti con quell'accusa di qualche anno fa da piazza Navona: «Deve passare qualche generazione, con questi dirigenti non vinceremo mai». Poi, è facile vedere nero che più nero non si può è presentare come un successo un infelice 26/27 per cento. A ragione, invece, sorride la Lega, firmataria di un patto di ferro col Pdl, che sta mettendo in tasca i suoi obiettivi storici, specie in materia di federalismo e immigrazione. Il 9,2 per cento è balsamo puro sull'alleanza, con uno sguardo alle amministrative i cui risultati arriveranno oggi. Esulta pure l'Italia dei valori che si attesta all'8,6 per cento: un voto della parte più girotondin-manettara e giustizialista del Paese. Di Pietro succhia consensi al Partito democratico: nel 2004 al 2,1 per cento, nel 2008 al 4,4, Tonino si riconferma l'alfiere più radicale dell'antiberlusconismo. Praticamente scomparsi i rimasugli della sinistra radicale, sotto la soglia del 4 per cento e quindi lontani da Strasburgo. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Pozzi fantasma e debiti Maxitruffa al petroliere (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 09-06-2009)

Argomenti: Alitalia

La storia In manette un torinese e due maliani Pozzi fantasma e debiti Maxitruffa al petroliere GRAZIA LONGO Tre visite a una raffineria di petrolio a Casablanca, ripetuti incontri d'affari in hotel 5 stelle lusso di Montecarlo, Ginevra e Roma, viaggi con autista in auto blindate. In questa cornice di apparente ricchezza il proprietario di una società di distribuzione petrolifera è stato truffato. E non poco. Nel giro di un anno ha perso 1 milione di euro, si è indebitato per un altro milione e 800 mila e, come se non bastasse, è fallito. L'unica consolazione per Marco C., 50 anni, titolare della M.C. Energia srl di Mazzè, è l'arresto - ieri mattina - dei tre uomini che lo hanno portato sul lastrico. La polizia giudiziaria del pm Antonio Malagnino, con l'ausilio della Mobile di Roma, ha arrestato la triade truffaldina ieri mattina a Roma. In manette, per truffa aggravata, sono finiti il torinese Antonio Di Stefano, 49 anni, e due maliani. Padre e figlio: Kane Kida Modibo e Ousmane Kida Modibo. A far da tramite tra i due malesi e la vittima della truffa è stato Antonio Di Stefano. «Mi ha garantito - racconta Marco C. - che i due africani, impegnati nel ramo del commercio di carburante, mi avrebbero ceduto 2 mila tonnellate di petrolio a 1 milione e 800 mila euro. Un prezzo concorrenziale e così ho accettato». Ma di quel petrolio Marco C., non ha mai visto neppure mezzo barile. Con l'aggravante che nel giro di quasi un anno ha dovuto sborsare cash o attraverso assegni e bonifici 1 milione di euro e firmato come garanzia altri assegni per un totale di 1 milione 800 mila euro. Solo dopo 11 mesi di inganni, nell'ottobre 2008, s'è convinto a rivolgersi agli avvocati Wilmer e Manuel Perga. La querela è stata inoltrata alla procura e il pm Malagnino ha iniziato le indagini. «Ho provato più volte a convincere il mio cliente a desistere dai pagamenti - precisa Wilmer Perga - ma lui s'era spinto talmente oltre, che pur di raggiungere il suo sogno anche dopo aver sprecato 1 milione di euro ne ha bruciati altri 30 mila perché convinto che il petrolio, cresciuto addirittura di qualche tonnellata, stava per essere sdoganato al porto di Genova». L'ennesima bugia. Confermata dall'inchiesta della magistratura, con tanto di intercettazioni telefoniche che hanno rivelato particolari al limite dell'assurdo. Come quella intercorsa tra il cognato del truffato e Antonio Di Stefano durante la quale quest'ultimo annuncia che «Kane Kida Modibo è stato nominato vicepresidente dell'Alitalia e io il responsabile energetico del gruppo». Mah. L'unica verità, in questo castello di bugie, è che Kane Kida Modibo nel 2002 si era candidato all presidenza del Mali ottenendo un risicato 0,6% delle preferenze. Ma anche questo era sembrata una garanzia al malcapitato Marco C.

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La Iata: nel trasporto aereo l'anno peggiore della storia (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 09-06-2009)

Argomenti: Alitalia

IL 2009 PORTA ALLE COMPAGNIE UN ROSSO DI 9 MILIARDI La Iata: nel trasporto aereo l'anno peggiore della storia [FIRMA]LUIGI GRASSIA I conti economici delle compagnie aeree nel 2009 sono tragici e il direttore della loro federazione mondiale, Giovanni Bisignani, prevede come probabile e forse inevitabile una nuova ondata di fusioni e acquisizioni per sopravvivere. Anche se Bisignani non lo ha detto, il corollario è che Alitalia, che sta ancora adattandosi ai nuovi assetti, potrebbe trovare necessario prendere nuove e più drastiche decisioni. Ieri l'Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata) nel suo convegno mondiale a Kuala Lumpur è stata costretta a raddoppiare a 9 miliardi di dollari le perdite complessive previste per il 2009, mentre appena nel mese di marzo aveva valutato un disavanzo (già enorme ma più gestibile) di 4,7 miliardi. Se in altri settori economici si va a caccia dei primi cenni di ripresa, o almeno di fine della caduta del ciclo dopo un trimestre gennaio-marzo terribile, nel trasporto aereo non si vede segno di svolta, e anzi la voragine dei conti si fa sempre più ampia. «Non esistono precedenti che possano essere paragonati alla crisi economica attuale - ha detto Bisignani -. Il terreno è slittato. La nostra industria è stata scossa. Questa è la situazione più difficile che siamo mai stati chiamati ad affrontare. Dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001 gli utili erano scesi del 7%. Questa volta siamo di fronte a un -15%, il che significa mancati utili per 80 miliardi di dollari. Il nostro futuro dipende dalla necessità di effettuare drastici ridimensionamenti e ampi rimodellamenti».

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Blue panorama, debutta il genova-romae tramonta il monopolio alitalia-airone (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 09-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Blue panorama, debutta il genova-romae tramonta il monopolio alitalia-airone l'inaugurazione Genova. Ha debuttato ieri a Genova il nuovo collegamento aereo con Roma operato dal vettore Blue Express, il marchio low cost di Blue Panorama. Il Blue Express Genova - Roma sarà operato con due voli giornalieri, dal lunedì al venerdì, con tariffe di lancio a partire da 24,99 euro tasse incluse, valide fino al 30 giugno e sino a esaurimento dei posti disponibili. Una sfida che Blue Panorama lancia nei confronti del monopolio Alitalia-AirOne, il cui servizio, tra ritardi e cancellazioni, è incapace di soddisfare le esigenze dei pendolari della tratta. Per i voli si utilizzano Boeing 737 (vedi foto): 150 posti ciascuno. Ieri al "Cristoforo Colombo" di Genova ha avuto luogo l'inaugurazione, quindi il primo volo è decollato per Roma alle ore 8,45 (in orario) con 59 passeggeri a bordo. Per Marco Arato, presidente dell'aeroporto, la novità potrebbe «influire positivamente sui prezzi degli altri vettori». Il riferimento è ad Alitalia-Airone, naturalmente, che fino a questo momento ha agito da monopolista sulla rotta con la capitale, registrando peraltro negli ultimi quattro mesi una lunga serie di ritardi e disservizi, a Genova come in tutti gli altri aeroporti dove Cai ha deciso di ridurre gli investimenti. 09/06/2009

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carburante a prezzi stracciati truffa milionaria al petroliere - meo ponte (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 09-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Pagina XI - Torino Una fornitura di 5mila tonnellate, ma incassati i soldi gli intermediari sono scomparsi Carburante a prezzi stracciati truffa milionaria al petroliere MEO PONTE «In data 14 aprile 2007 il signor Di Stefano Antonio, nato a Torino il 25 maggio 1960, ivi residente in via Valgioie 81, ex rappresentante della BP Castrol dal sottoscritto conosciuto per pregressi rapporti lavoratori intercorsi tra la mia ditta e detta società mi presentò i signori Kida Modibo Kane e Kida Mobido Osumane, affaristi operanti nel ramo del commercio di carburante... «. Inizia così la denuncia di Marco C., 50 anni, amministratore unico della M. C. Energia srl di Mazzè, società operante nel settore del commercio all´ingrosso (ma anche al minuto) di olii combustibili per riscaldamento, presentata in procura mesi fa dai legali del petroliere, Wilmer e Manuel Perga. Ciò che segue l´incontro con i due Kida e Di Stefano è il racconto di una straordinaria truffa sfociata nel fallimento dell´azienda di Marco C. che, sperando nell´acquisto conveniente di cinque tonnellate di greggio, si è fatto fregare un milione e 872mila euro. I due Kida che sono cittadini del Mali si presentano infatti rispettivamente come Principal Coordinator della Bersy Consulting Roma e come rappresentante legale della Bersy Sarl con sede a Ginevra. «Di Stefano me li fece incontrare a Roma - racconta Marco C. - dicendomi che avevano una proposta interessante: la fornitura di una partita di gasolio a prezzi concorrenziali che i due dicevano di essere in grado di procurarsi direttamente dalla Gulf Petroleum Corporation srl di Laayoune, Marocco». L´accordo è presto raggiunto: i Kida forniranno 2000 tonnellate (più tardi ne prometteranno addirittura 5000) di carburante per un milione e 872mila euro. Tonnellate che non raggiungeranno mai i depositi della M. C. Energia srl di Mazzè. Ci sono invece altri incontri (a Ginevra, a Casablanca) e un vorticoso cambio di mano di assegni milionari (gran parte dei quali si rivela però falsa). E durante questi incontri il Di Stefano per accreditare ulteriormente i due complici del Mali non esita a raccontare a Marco C. panzane incredibili. Tipo: «Kida ha acquistato con due società degli Emirati Arabi il 45 per cento dell´Alitalia». L´imprenditore di Mazzè però infine fiuta la truffa, si rivolge ai carabinieri e poi allo studio legale Perga. Il caso è affidato al pm Antonio Malagnino che in pochi giorni ricostruisce la storia del bidone petrolifero. Ieri i due Kida e il loro complice Antonio Di Stefano sono stati arrestati a Roma.

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L'anno peggiore di tutti i tempi: le compagnie perdono 9 miliardi (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 09-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 09/06/2009 - pag: 33 Il rapporto I conti dopo l'incidente sull'Atlantico: perdite raddoppiate in tre mesi. Bisignani (Iata): il futuro dipende dai tagli L'anno peggiore di tutti i tempi: le compagnie perdono 9 miliardi «E anche l'aumento delle videoconferenze fa diminuire i clienti» ROMA Non potrebbe andar peggio per le compagnie aeree nel mondo. Il 2009 sarà l'anno del peggiore risultato di tutti i tempi, avviandosi a chiudere con perdite per 9 miliardi di dollari. Ci mancavano solo le videoconferenze, che le aziende ormai preferiscono alle riunioni, per fare crollare la clientela business: «Oggi sono un concorrente più forte», ha sottolineato Giovanni Bisignani, presidente della Iata (associazione internazionale del trasporto aereo), ieri a Kuala Lumpur (Malaysia) nell'assemblea annuale dei vettori di tutto il mondo. Il dato sulle perdite è doppio rispetto a quello stimato appena tre mesi fa e proprio questo fa preoccupare. «Non esistono precedenti recenti che possano essere paragonati alla crisi economica attuale» ha detto Bisignani, ricordando che dopo l'11 settembre 2001 gli utili erano scesi del 7%, tornando però a crescere «quasi subito sulla scia di una forte economia globale ». Il problema oggi è che ci troviamo in una fase di «recessione a livello mondiale», con un calo degli utili del 15%, pari a 80 miliardi di dollari. «Il nostro futuro - ha affermato il presidente di Iata - dipende dalla necessità di effettuare drastici ridimensionamenti e ampi rimodellamenti». Il riferimento è alla capacità delle compagnie di fare economie e alla possibilità che ci siano integrazioni tra grandi vettori, un po' come quello che è avvenuto in Italia dove Air France-Klm ha acquistato il 25% di Alitalia. Per ora la situazione resta drammatica: proprio ieri Air France, che già vive un dramma tutto suo per la perdita dell'A330 sulla rotta tra Rio e Parigi, ha comunicato i dati di maggio. Il traffico è sceso dell'8,1% a fronte di una riduzione dell'offerta del 5,7%. Questo vuol dire che il riempimento degli aerei è calato del 2%, portandosi al 77,3%. Ognuno si aiuta come può, magari affidandosi a nuove politiche commerciali. Ieri però l'amministratore delegato di British Airways, Willie Walsh, a margine dell'assemblea della Iata, ha smentito la notizia circolata nei giorni scorsi di un taglio dei servizi di «prima classe». I due nuovi aerei a lungo raggio senza una cabina di «prima classe» sono stati ordinati già due anni fa e non sono «la conseguenza di alcuna nuova scelta strategica». Le conseguenze della crisi non si faranno sentire nella stessa misura in tutto il mondo. I risultati peggiori sono attesi nell'area Asia-Pacifico, dove si riscontreranno perdite per 3,3 miliardi di dollari. Il Giappone, il più grande mercato di quest'area, sta affrontando una profonda recessione. I mercati in sviluppo di Cina e India perdono colpi per il rallentamento dell'export. A seguire ci sono le compagnie europee (1,8 miliardi di dollari) tradite dal crollo del traffico d'affari e di lusso. Subito dopo c'è il Medio Oriente che perderà 1,5 miliardi di dollari a causa della recessione d'Europa e Asia che fungevano da mercati sorgente. Più contenuto il calo dei vettori del Nord America (1 miliardo di dollari). In coda c'è l'America Latina con 900 milioni di perdite e l'Africa con 500 milioni. In questo momento difficile c'è un unico dato positivo: il ribasso del prezzo del petrolio che costituisce il 23% dei costi delle compagnie. Gli esborsi relativi scenderanno di 59 miliardi di dollari, tenuto conto di un prezzo medio a barile di 56 dollari. Solo per fare un paragone, nel 2008 lo stesso brent costava 99 dollari al barile. «Il rischio cui abbiamo assistito in queste recenti settimane - ha commentato Bisignani - è che anche il minimo bagliore di speranza di ripresa economica serve a fare aumentare nuovamente i prezzi». Un grosso pericolo lo corre anche l'industria aeronautica: i 4 mila velivoli che dovevano entrare nella flotta mondiale nel corso dei prossimi tre anni «costituiscono un'impresa ardua i cui risvolti finali saranno tutti da scoprire». Intanto ieri nelle Borse mondiali le previsioni Iata hanno pesato negativamente: Air France ha perso il -3,41%, Lufthansa l'1,32% e British Airways il 3,67%. Antonella Baccaro

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Airbus, trovata la coda: (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 09-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 09/06/2009 - pag: 33 La strage Si allontana l'ipotesi di un'esplosione a bordo. I piloti francesi: sostituite i sensori di velocità o non voleremo Airbus, trovata la coda: «Vicini alla verità» Nell'area anche le scatole nere. Il presidente Lula: riporteremo a terra tutti i corpi Tra i più importanti recuperati lo stabilizzatore di coda dove si trova il timone. «Importante perché a questo punto la possibilità di recuperare le scatole nere è maggiore» spiega Arturo Radini, esperto di inchieste su incidenti aerei. «Francesi e americani hanno i mezzi per farlo». E poi importante perché uno dei messaggi automatici di avaria inviati dal volo 447 indica un guasto al timone. «L'esame potrà anche aiutare i periti ha affermato Ronaldo Jenkins, direttore tecnico del Sindacato delle aziende di trasporto aereo brasiliane a identificare la rottura che si è verificata e a che tipo di sollecitazioni l'Airbus è stato sottoposto nella fase finale del volo ». Il primo dato che emerge dall'osservazione del timone integro, senza segni di incendio è che l'aereo non avrebbe subito un'esplosione. Le indagini si concentrano dunque sull'ipotesi che il jet si sia trovato a dover affrontare una serie di gravi guasti tecnici. Tra questi quello ai sensori di velocità. Airbus aveva invitato tutti i clienti a sostituirli dal settembre 2007. E Air France, in una nota del 6 novembre 2008 ai suoi piloti, aveva avvertito: «Un numero significativo d'incidenti legati ad anomalie anemometriche sono avvenute sui nostri A330 e A340». La sostituzione è stata però avviata dalla compagnia solo 5 settimane prima dell'incidente. «Le raccomandazioni» del costruttore lasciano «piena libertà all'operatore », ha comunicato. E i sindacati: «Troppo tardi». Alitalia quel bollettino di Airbus l'ha ricevuto nel 2006 e ha sostituito i sensori su tutti i suoi 42 A320. «I due A330, entrati in flotta lo scorso anno a Air One e passati poi ad Alitalia, erano già equipaggiati con i nuovi rilevatori», ha fatto sapere la compagnia. Us Airways ha invece cominciato a cambiarli ora: «Per eccesso di precauzione ». Ma dall'ente dell'aviazione civile (Enac) e dall'Agenzia sicurezza volo (Ansv) arriva cautela: «Nel caso in cui l'ufficio d'inchiesta francese (Bea) dovesse riscontrare pericoli per la sicurezza emanerebbe subito, attraverso l'ente Ue competente (Easa) una raccomandazione vincolante ». Più passano i giorni, però, e più è forte la convinzione che quei sensori non siano la principale causa della tragedia. E anche lo scontro Air France- Airbus andrebbe oltre. Non sono pochi i piloti, rivelano fonti dei sindacati Alter e Snpl, a credere che le informazioni finora rese note non siano tutte quelle disponibili: le scatole nere di terra avrebbero registrato più dei 24 messaggi resi noti. In mare A sinistra, un gommone brasiliano recupera il timone dell'Airbus 330. Sopra, i militari caricano su un container frigorifero i corpi dei passeggeri ripescati in mare Alessandra Mangiarotti

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ROMA - Che dovessero accelerare le tappe lo avevano già intuito e si stavano attrezzand... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 09-06-2009)

Argomenti: Alitalia

Martedì 09 Giugno 2009 Chiudi di STEFANO SOFI ROMA - Che dovessero accelerare le tappe lo avevano già intuito e si stavano attrezzando. Antonio Di Pietro e Leoluca Orlando avevano avviato la trasformazione di Italia dei Valori da movimento a partito vero e proprio. Modifiche statutarie, modalità organizzative erano già in cantiere. Ma il peso di questo robusto 8% ottenuto alle Europee costringe a bruciare ulteriormente le tappe. Basta dunque con i personalismi, voluti o subiti, necessari o di comodo che fossero. Ecco allora che presto sarà cancellato dal simbolo il nome del leader, Antonio Di Pietro. Per cominciare. Uno sprint che l'ex pm ha annunciato a sorpresa l'altra notte, quando le proiezioni andavano consolidandosi. E poco dopo che lo stesso Leoluca Orlando si lamentasse con gli intervistatori: «Questo vezzo di identificarlo (il partito) con una persona, non è giusto». Ma se darsi una definitiva, moderna struttura organizzativa sarà compito faticoso, ben più complicata appare oggi per Antonio Di Pietro la gestione interna del partito che sarà. Tanto appaiono forti, diverse e distanti, le personalità che hanno caratterizzato le candidature la cui scelta ha certamente avuto un peso in questo exploit. Un successo distribuito su tutto il territorio nazionale con importanti risvolti al Sud, proprio dove più marcata sembra essere stata la disaffezione verso il partito democratico. Dall'ex magistrato Luigi De Magistris allo storico Nicola Tranfaglia reduce da una lunga militanza comunista, dall'ex hostess ribelle di Alitalia Maruska Piredda, al filoso Gianni Vattimo, al sociologo esperto di lotta alla droga Pino Arlacchi e poi uomini di cultura come Giorgio Pressburger, imprenditori, uomini e donne come Sonia Alfano che la lotta alla mafia l'hanno vissuta in prima persona. Lo stesso Leoluca Orlando, già da tempo compagno di strada di Tonino, ex sindaco di Palermo, democristiano orgoglioso e caparbio che proprio ieri, parlando di collocazione a Strasburgo, diceva sornione: «Ormai bisogna considerare superati i recinti del secolo passato, non aderiremo mai nè al Partito popolare nè ai Socialisti europei, pur essendo io un democristiano e morirò democristiano». Candidature certamente fuori, per buona parte, dai soliti schemi. Scelte che hanno dato identità alla crescita del movimento di Di Pietro contribuendo a portarlo al risultato di oggi. E che anzi, in alcuni casi, l'hanno perfino superato. De Magistris, per esempio. L'ex magistrato alla sua prima apparizione in politica ha ottenuto più voti del suo leader in quattro circoscrizioni su cinque. E pure Leoluca Orlando in Sicilia da inguaribile democristiano è stato lì per soffiare il primo posto a Tonino. Comunque personalità, con percorsi molto differenti, che da domani andranno gestite e tenute a bada. Dai personalismi, prima di tutto. Atteggiamento che nel tempo ha creato qualche problema a Di Pietro. Da quando è sceso in campo, nel 1996, nel governo dell'Ulivo di Romano Prodi, in poi, l'ex pm di Mani pulite ha sempre voluto giocare da outsider. In squadra, nel centrosinistra, ma senza briglie. L'Ulivo gli sta stretto e nel '98 lancia il movimento "Italia dei Valori" che si colloca nel gruppo misto come componente autonoma. Nel '99 accoglie l'invito di Prodi di dar vita ai Democratici del'Asinello, come momento di trasformazione dall'Ulivo al partito Democratico. Ma l'atmosfera non è idilliaca. Nel 2000, sulla scelta di indicare Giuliano Amato come premier, Di Pietro dissente e lascia. Nel 2001 rilancia alle politiche Italia dei Valori come «equidistante dai due poli». E via così, tra alti, bassi e molte polemiche. Le defezioni da Idv, ad esempio. Rumorosa quella di Sergio De Gregorio (ex Forza Italia) che nel 2006 lascia Di Pietro per tornare con un suo movimento nel centrodestra. Oppure sugli smarcamenti dell'ex pm: sull'indulto disse no insieme alla Lega. Ma ora basta con il movimentismo, con il personalismo. E' ora di cambiare.

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DONATELLA LONGOBARDI ALL'INIZIO PENSAVO FOSSE UNO SCHERZO, IO, IN TEATRO PER INTERPRET... (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 09-06-2009)

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Donatella Longobardi «All'inizio pensavo fosse uno scherzo, io, in teatro per interpretare una hostess...». Daniela Martani, la pasionaria dell'Alitalia licenziata dalla compagnia perché entrata nella casa del «Grande fratello», finalmente corona il suo sogno. Il 26 giugno al Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere diventa attrice e cantante in «Crazy airplane», ovvero «Scusate, c'è un pilota sull'aereo?» una nuova commedia di Gian Carlo Nicotra e Mirko Setaro ispirata ad un celebre film dell'80, «L'aereo più pazzo del mondo». «Proprio in quegli anni io lanciai la tv demenziale con "La sberla" e "Drive in", mi è sembrata la storia giusta per una forma di teatro demenziale, sopra le righe», racconta Nicotra, autore tra l'altro di molti varietà tv e di diverse edizioni di «Domenica in», l'ultima con Mara Venier. «Ma la tv di oggi - attacca - non è nelle mie corde, posso dire che non mi piace. Sicuramente è un tipo di televisione che non ha bisogno di copione e preparazione, si improvvisa, c'è molto gossip, molta confusione, non si capisce il limite tra fiction e realtà. Se volessi fare una cosa a modo mio nella tv di oggi probabilmente non ci riuscirei, allora la faccio a teatro». Detto fatto, Nicotra ha trovato ospitalità al Garibaldi e utilizzerà nel cast anche un gruppo di giovani che hanno seguito un laboratorio in teatro, la «Fabbrica Wojtyla». Nel cast anche altri napoletani, dai due comici di «Zelig» Antonio & Michele a Lina Carcuro, la dottoressa entrata nella casa del «Grande Fratello 8», radiata e poi riammessa dall'Ordine tra mille polemiche e focose scene in tv. Con loro altre due bombe sexy: Cristina Moffa e Sara Varone. Ad Angelo Nicotra, fratello del regista e celebre doppiatore di Richard Gere e John Travolta, toccherà invece interpretare la voce impostata della torre di controllo che cerca di portare a terra il folle equipaggio del folle aereo, decimato dopo aver mangiato pesce avariato. Ma non mancheranno anche i bambini che ripeteranno le gag viste al cinema e trasferite sulla scena. «E pensare che è uno dei primi film che mio padre mi portò a vedere al cinema, ho ancora la cassetta, l'avrò visto mille volte» racconta Daniela che non ha mai nascosto la sua passione per il mondo dello spettacolo e ora sta prendendo lezioni di canto per prepararsi. «Ma una cosa è fare la hostess in scena in una parodia, un'altra nella realtà», sottolinea seria la Martani. «In cielo non si scherza, le nostre proteste avevano un fondamento, basta pensare al terribile caso del volo Air France precipitato in pieno oceano. Il personale deve essere preparato, pagato e riposato, bisogna garantire i controlli, i materiali, sono cose sulle quali non si può risparmiare, ne va della vita delle persone». Dopo il debutto a Santa Maria Capua Vetere, «Crazy airplane» girerà in altri teatri della regione. Una sorta di prova generale prima del debutto a Roma, in gennaio, in un nuovo spazio teatrale che Nicotra sta realizzando al posto di un celebre cinema del centro, l'Augustus. «È un progetto al quale tengo molto e al quale lavoro già da un paio di anni, proprio per realizzare le cose in cui credo», spiega il regista che in questo spettacolo cerca di sperimentare un teatro innovativo, un po' «televisivo». «Il mio - spiega - è solo un tentativo: registreremo alcune gag per trasmetterle su uno schermo, ma gli attori saranno gli stessi in scena, potrebbe essere una novità e chissà, forse funziona».

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