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T ARTICOLI DEL 24-30 ottobre 2008
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Articoli
Alitalia 2 (198)
malpensa dimezzata due volte tutti i voli cancellati
da alitalia - andrea montanari a pagina vi
( da "Repubblica,
La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Pagina I - Milano Malpensa dimezzata due volte tutti i voli cancellati da Alitalia ANDREA MONTANARI A PAGINA VI SEGUE A PAGINA VI
malpensa,
governo ancora ko via ai tagli di alitalia per il sud - andrea montanari
( da "Repubblica,
La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: via ai tagli di Alitalia per il Sud ANDREA MONTANARI Compleanno amaro, domenica, per l´aeroporto di Malpensa. La ricorrenza dei dieci anni dall´apertura dell´ormai ex hub varesino coinciderà con l´entrata in vigore dell´orario invernale. Ma anche con un nuovo pesante taglio di rotte da parte di Alitalia, in attesa che si perfezioni l´offerta della Cai di Roberto Colaninno e soci.
ryanair
anticipa lo sbarco a marzo - sara scheggia
( da "Repubblica,
La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: E ora che Bologna diventerà la settima base, c´è una scelta reale tra le alte tariffe Alitalia e le nostre, che non hanno sovrattasse sul carburante». Sul fronte interno le nuove rotte puntano al Sud, ma se ciò al Marconi significa coprire i buchi lasciati dai vettori tradizionali, a Forlì si traduce in una sovrapposizione non di poco conto.
la
ribellione studentesca vista in chiave siciliana - augusto cavadi
( da "Repubblica,
La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: non so se in questi giorni sta nascendo un vero movimento di ribellione e di resistenza contro il governo che licenzia insegnanti elementari e paga liquidazioni miliardarie ai manager che hanno distrutto Alitalia. Ma, se così fosse, preferirei non fare previsioni su dove, fra venti anni, ritroveremmo i rivoluzionari di queste settimane.
nella
notte all'ateneo l'ira dei ragazzi miti "berlusconi ci teme" - (segue
dalla prima pagina) curzio maltese
( da "Repubblica,
La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Ma non che taglino i fondi all´università per fare affari con l´Alitalia, aiutare la Fiat o le banche dei loro amici. La crisi io non la pago. Questa settimana di proteste è stata la più bella esperienza di questi anni. Si respira, si parla, si discute dei sogni, del futuro. Penso sia un mio diritto. Ai vostri tempi era magari diverso.
cai
cerca più di un miliardo per alitalia - lucio cillis
( da "Repubblica,
La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: eventuale asta per gli asset Alitalia imposta da Bruxelles. La valutazione di Alitalia fatta da uno degli advisor, del resto, oscillerebbe tra i 700 e i 900 milioni. E un´asta potrebbe aumentare ulteriormente la cifra. Proprio l´ipotesi di un aumento di capitale superiore al previsto, però, avrebbe fatto storcere il naso ad alcuni dei soci di Cai,
Expo
2015, Berlusconi firma in zona Cesarini Prima di volare alla volta della Cina
ha dato il via libera al decreto dopo quasi sette mesi di rinvii
( da "Unita,
L'" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia, e la crisi finanziaria» e che «ha dovuto prendere atto di un dossier di candidatura di 1.200 pagine in vista di un evento così eccezionale». Ma insomma: «Per attivare una preparazione che dia risultati positivi i tempi non sono lunghi, il 2015 sembra lontano ma non lo è» ha ripetuto il sindaco,
Continuità,
accordo ancora lontano ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: La trattativa tra Alitalia, Air One, Air One CityLiner, Meridiana ed Eurofly è andata avanti, ieri a Roma, per tutta la giornata, praticamente a oltranza, e si è conclusa ieri sera con un'intesa di massima sulla spartizione delle rotte, ma con numerosi particolari (e non di poco conto) ancora da definire.
Non
si smonta così la scuola ( da "Unita, L'"
del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: un altro paradosso è il seguente, in tutti i settori (l'Alitalia è il più recente) quando si prevede di mandare a casa dieci o ventimila lavoratori, ci si pone il problema di quelle famiglie che non avranno più di che vivere, ma i lavoratori della scuola non hanno famiglia? non hanno contratto un mutuo?
"basta
viaggi e cachemire ora tutti al billionaire-discount" - leandro palestini
roma ( da "Repubblica, La"
del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Per risparmiare porteremo le bibite e i panini, voleremo Alitalia, facendo la dovuta attenzione alle hostess: dicono siano affamatissime». Lei deve la sua notorietà di attore al personaggio che "adora" Silvio Berlusconi. Ma ora fa Mister Dollaro: è il segno dei tempi? «è il classico errore dell´uomo della classe media.
Alitalia,
l'alleanza con Air France e il nodo degli scali
( da "Corriere
della Sera" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia, l'alleanza con Air France e il nodo degli scali ROMA — ( a. bac.) Continua il pressing di Air France per diventare partner della nuova Alitalia. Air France è molto determinata (nella foto il ceo Jean-Cyril Spinetta), anche perché un eventuale accordo con Lufthansa permetterebbe ai tedeschi di contare su un fortissimo sistema aeroportuale nel centro e nel Sud dell'
Alle
briciole di Brunetta Cgil e Rdb dicono no
( da "Manifesto,
Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: quanto già visto con Alitalia e nella discussione del modello contrattuale con Confindustria: il solito dibattito stucchevole, che vede alleate le imprese, il governo e gli altri sindacati nell'individuare nella Cgil l'organizzazione dei «no», mentre farebbe gli interessi dei lavoratori (e addirittura del Paese, data l'emergenza crisi) chi dice subito sì.
Pochi
capitali, controlli europei e pulizia etnica
( da "Manifesto,
Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: ALITALIA Pochi capitali, controlli europei e «pulizia etnica» Fr. Pi. Ma è proprio sicuro che Cai voglia comprare Alitalia? Qualche dubbio comincia a venire, perché la «cordata» messa insieme da Bruno Ermolli per volontà di Berlusconi è fin dall'inizio molto povera di capitali.
Giancarla
Rondinelli g.rondinelli@iltempo.it Ci risiamo. ...
( da "Tempo,
Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Dopo la vicenda Alitalia, stavolta la spaccatura è sulla riforma del modello contrattuale. Un argomento su cui già si preannuncia qualche tensione. Ieri pomeriggio, alla fine di un incontro con i sindacati, il ministro Brunetta ha spiegato che ad aver aderito al protocollo d'intesa avanzato dal governo sono Cisl, Uil-P.
Da
lunedì riduzione drastica per i voli dell'Alitalia all'aeroporto di Fiumicino:
nov... ( da "Messaggero, Il"
del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Venerdì 24 Ottobre 2008 Chiudi Da lunedì riduzione drastica per i voli dell'Alitalia all'aeroporto di Fiumicino: nove le destinazioni internazionali che non saranno più raggiunte. C'è anche Los Angeles. Inoltre, taglio delle frequenze anche per il volo Az610 per New York. Roma paga un prezzo molto più alto di quello di Milano.
Alitalia,
la scure dei tagli su Fiumicino ( da "Messaggero, Il"
del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Venerdì 24 Ottobre 2008 Chiudi Il nuovo orario scatta da lunedì. Ridotto anche lo "storico" Az610 per New York Alitalia, la scure dei tagli su Fiumicino La compagnia cancella i voli: Roma paga un prezzo più alto di Milano
32
mln ( da "Messaggero, Il"
del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Venerdì 24 Ottobre 2008 Chiudi PASSEGGERI 32 mln Nel 2007 i passeggeri sono stati 32 milioni. Con il taglio dei voli Alitalia, Fiumicino rischia di frenare la sua crescita
Alitalia
chiude le rotte: Roma paga più di Milano
( da "Messaggero,
Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Venerdì 24 Ottobre 2008 Chiudi Alitalia chiude le rotte: Roma paga più di Milano Nove le destinazioni internazionali cancellate a Fiumicino, solo due a Malpensa
Qualcuno
sta presentando il conto a Fiumicino: già da qualche mese i debiti di Alitalia
h... ( da "Messaggero, Il"
del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: aumentano in modo esponenziale scandisce il primo cittadini fiumicinese Dopo l'annuncio del salvataggio dell'Alitalia da parte di Cai pensavamo di aver raggiunto forme di garanzie e tutela sufficienti per questo quadrante della capitale. Invece ci dobbiamo ricredere. Fiumicino sta già pagando da diversi mesi il prezzo di un'Alitalia che non salda o paga a fatica i fornitori ed i servizi.
Nove
destinazioni cancellate e due collegamenti ridimensionati, tutti su rotte
internazionali e inte... ( da "Messaggero, Il"
del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: prossimo pagherà per i tagli Alitalia su Fiumicino. La dirigenza della compagnia messa alle strette dai problemi economici metterà a terra altri dieci velivoli. E dovrà rinunciare a quelle linee, configurando riflessi pesantissimi sul movimento turistico legato a Roma. Nell'attesa che Cai prenda possesso dell'eredità Alitalia - operazione che martedì prossimo sarà meglio definita con l'
ROMA
Altro che unità sindacale. Ormai i tavoli negoziali si aprono e si ric...
( da "Messaggero,
Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Era accaduto sulla vertenza Alitalia, sta accadendo sul progetto di riforma del modello contrattuale. Che poi si discuta di comparto pubblico o privato, be' al momento non fa davvero la differenza. Ieri sera, dinanzi al ministro Renato Brunetta, lo scenario si è riproposto.
Lega,
Ue e piloti. Le grane del governo su Alitalia
( da "EUROPA
ON-LINE" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia gianni del vecchio La pressione dei parlamentari del Nord per salvare Malpensa, i paletti della commissione europea e le bizze dei sindacati autonomi. Sono questi i tre fronti che si sono aperti nelle ultime ore sulla cessione di Alitalia e che mettono in seria discussione un risultato che il governo considerava acquisito ovvero il salvataggio della compagnia di bandiera.
Al
via anche Ormezzano, Bernecoli, Ubertino e Maroso
( da "Stampa,
La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Federico Ormezzano ha guidato la Stratos Alitalia, Sandro e Leonardo Bernecoli a bordo di una Fiat 131 Abarth hanno chiuso al 66° posto, Silvio Ubertino (presidente dell'Amsap) si è ritirato per un guasto alla Porche 911. Ugo Maroso in coppia con Stefano Filisetti (Ritmo 130 Abarth Jolly Totip) è giunto 56°.
Alitalia
Air France pronta a entrare, ma crolla in Borsa
( da "Giornale.it,
Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: 255 del 2008-10-24 pagina 27 Alitalia Air France pronta a entrare, ma crolla in Borsa di Redazione Secondo il quotidiano francese Les Echos, Air France Klm sarebbe intenzionata a investire 200 milioni per acquistare il 20% del capitale di Cai, la società-cordata italiana pronta a rilevare le attività di volo di Alitalia.
Obama
e l'Italia ( da "Giornale.it, Il"
del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: questo post a un amico 04Sep 08 I conti su Alitalia Fate voi la somma. +Lo stato esce definitivamente dal trasporto aereo (Marrazzo permettendo) -Balla un miliardino di debiti che pagheranno i contribuenti +AirFrance chidedeva che i diritti di volo in Italia fossero solo suoi, ciò non è previsto dal nuovo progetto -Unire due debolezze (Ali e Air) amplifica una posizione dominante,
Mi
auguro che la manifestazione annunciata e attesa per domani a Roma non adotti
lo slogan di esprim... ( da "Stampa, La"
del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: la soluzione - a qualunque costo - della questione Alitalia, l'interventismo pronta cassa a sostegno delle banche e dell'industria ecc. Berlusconi interpreta questo ruolo portando di fatto il sistema politico verso un presidenzialismo informale strisciante. Non ha bisogno di ricorrere a impegnative riforme istituzionali.
Aboliamo
il "pezzo di carta" ( da "Opinione, L'"
del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia per mano di ?abilissimi? manager e altrettanto ?bravi? lavoratori; da poco tempo siamo riusciti (forse) a togliere le pulci dai nostri vagoni ferroviari; abbiamo per anni ostacolato la produzione di energia tramite il nucleare tanto da renderci schiavi di paesi terzi che profittano della nostra debolezza energetica (
Malpensa
libera! La Padania può attendere ( da "Opinione, L'"
del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: della compagine imprenditoriale che dovrebbe rilevare la good conpany di Alitalia, c?è un piccolo giallo di cui non si può tacere, ovvero l?emendamento leghista scomparso dal decreto sulla Compagnia di bandiera in sede di votazione a Montecitorio mercoledì scorso. La faccenda riguarda la liberalizzazione degli slot di Malpensa e, è particolarmente cara al Carroccio, ma non solo.
Anno
Zero ( da "Giornale.it, Il"
del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: questo post a un amico 04Sep 08 I conti su Alitalia Fate voi la somma. +Lo stato esce definitivamente dal trasporto aereo (Marrazzo permettendo) -Balla un miliardino di debiti che pagheranno i contribuenti +AirFrance chidedeva che i diritti di volo in Italia fossero solo suoi, ciò non è previsto dal nuovo progetto -Unire due debolezze (Ali e Air) amplifica una posizione dominante,
Vista
da lontano: ma l'Italia è impazzita?
( da "Giornale.it,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi -
Alitalia,
niente intesa sui contrattiÈ legge il decreto salva-aziende
( da "Secolo
XIX, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: C'è inoltre la possibilità per Cai di ripescare nella nuova gestione parte dei precari di Alitalia. Infine, è stata alzata da 1 euro a 3 euro l'addizionale comunale sui diritti di imbarco dei passeggeri e i due euro in più saranno destinati agli ammortizzatori sociali per i lavoratori di Alitalia. 25/10/2008
L'acqua
è un benedella comunità, ma i partiti stiano fuoridalla gestione pubblica
( da "Secolo
XIX, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Questo governo si è comportato da statalista con Alitalia ed ora fa il liberista con l'unico bene che non dovrebbe assolutamente essere sottomesso alle regole dell'economia capitalistica. Gian Francesco Uboldini E-MAIL 25/10/2008 l'avvocato di famiglia i quesiti su diritto di famiglia e in materia di eredità e successioni avv.
per
un populismo della sinistra - (segue dalla prima pagina)
( da "Repubblica,
La" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: ma non si dovrebbe dimenticare che la migliore critica all´operazione Alitalia è venuta dal radicalismo televisivo di Milena Gabanelli, non dal governo ombra). Il Circo Massimo serve a ricordare che è venuto il momento di mettere il naso nella concretezza. Di tentare con adeguata forza polemica di dissolvere i fumi berlusconiani del consenso gratuito.
viola:
"non vogliamo lasciare quella fabbrica"
( da "Repubblica,
La" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Perché il governo si preoccupa dell´Alitalia e non di noi? Non siamo figli di un dio minore. Siamo gente onesta che chiede semplicemente di tornare a lavorare. Non vogliamo assistenza, né pietismo, vogliamo lavorare, vogliamo tornare a fare macchine, che è la cosa che sappiamo fare meglio.
"liberalizzare
i voli per malpensa" ( da "Repubblica, La"
del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: dopo che la nuova Alitalia ha deciso di dimezzare i voli su Malpensa». Un volo che, dice il sindaco, «per noi è preziosissimo, perché Trieste ha un legame storico con Milano, a partire da grandi aziende. Questo non è accettabile per la competitività delle nostre città, per i costi aggiuntivi che i nostri passeggeri e le nostre imprese si troverebbero ad affrontare»
lezioni
in piazza duomo blitz mediatici e feste l'onda reinventa la protesta - (segue
dalla prima pagina) curzio maltese
( da "Repubblica,
La" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Di non farsi fottere come i lavoratori dell´Alitalia o i fannulloni dell´impiego pubblico o gli immigrati delinquenti. Se ci trovano un´etichetta, tipo che siamo comunisti o non vogliamo studiare, ce l´abbiamo nel c�». Per ora, in qualche modo, ce l´hanno fatta a sfuggire all´iscrizione nelle liste nere del nuovo maccartismo.
dopo
il caro greggio la recessione alle corde i conti delle aerolinee
( da "Repubblica,
La" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Air France ha lanciato un allarme utili che ha messo ko i titoli e la Lufthansa, in gara per rilevare la Austria Airlines, ha valutato solo un euro il 49% della compagnia di Vienna. I soci di Cai faticano a mettere assieme i finanziamenti per Alitalia.
alitalia,
via libera al decreto ma l'offerta cai resta in salita - lucio cillis
( da "Repubblica,
La" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Il decreto Alitalia regolamenta, tra l´altro, la procedura per l´ammissione al passivo da parte di obbligazionisti e di titolari di strumenti finanziari. Il testo introduce la figura di «un rappresentante comune» al quale rivolgersi. Per Alitalia viene indicato il professor Graziano Graziadei, già nominato dal ministro dello Sviluppo economico,
<Aeroporto
a un passo dal tracollo Subito liberalizzazione delle rotte>
( da "Corriere
della Sera" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Ci farebbe piacere che fosse Cai a riattivare tutti i voli di Alitalia. Se così non fosse, via libera alle altre compagnie». Per il presidente della Camera di Commercio, Carlo Sangalli, «è un paradosso che ci si ritrovi in queste condizioni proprio mentre si vara la governance dell'Expo. Serve una via d'uscita nell'interesse del Paese.
Mediobanca
<incorona> Eni Balzo di Pirelli e Benetton
( da "Corriere
della Sera" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: aggiudica Alitalia, con una perdita di 495 milioni. In rosso profondo anche le Ferrovie che tuttavia passano da perdite per oltre 2 miliardi a 417,9 milioni. Sempre nel settore industriale Mediobanca considera le cosiddette imprese più dinamiche: tale segmento registra una maggiore concentrazione a Nord-Est ma ai primi posti (nelle categorie junior e senior)
Alitalia,
contratto ancora in salita ( da "Corriere della Sera"
del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Allarme profitti Air France Alitalia, contratto ancora in salita ROMA — Si avvita la trattativa tra la Compagnia aerea italiana (Cai) e i sindacati sui contratti della nuova Alitalia. Ieri è fallito il tentativo dell'amministratore Rocco Sabelli di una riunione a oltranza per giungere a un accordo prima dell'assemblea di Cai di martedì,
Alitalia
a terra senza ok dei sindacati ( da "Tempo, Il"
del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Salva manager solo per Fantozzi Alitalia a terra senza ok dei sindacati Filippo Caleri f.caleri@iltempo.it Il decreto che consentirà ad Alitalia di riprendere il volo è stato trasformato, a soli tre giorni dalla sua scadenza, in legge. Ieri ha, infatti, avuto il definitivo via libera dal Senato che ha accolto le modifiche apportate da Montecitorio,
Alitalia,
pressing di Fantozzi su Cai ( da "Messaggero, Il"
del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Sabato 25 Ottobre 2008 Chiudi Il professore spinge affinchè la newco si accolli il rischio Ue. Cigs anche per i dipendenti AirOne. Soci in allerta. Ok del Senato al dl Alitalia, pressing di Fantozzi su Cai Il commissario vuol chiudere per il 15 novembre. Sabelli, offerta dopo l'ok dei sindacati
MILANO
- Tra i soci di Cai c'è grande fermento per le troppe incognite che ancora ...
( da "Messaggero,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: avrebbe fatto sapere ad alcuni dei principali azionisti della Nuova Alitalia, secondo quanto risulta a Il Messaggero, che Augusto Fantozzi intende chiudere l'operazione il 15 novembre. E, dopo una riunione fra Intesa e gli uomini del commissario, ci sarebbero ancora divergenze sui debiti da accollarsi con riflessi sull'offerta.
Lotta
dura NEL CASINÒ ( da "Manifesto, Il"
del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: operazione che richiede investimenti di 5-8 miliardi di dollari (quante Alitalie ci si possono comprare?) e che occupa migliaia di dipendenti. Da qui la possibilità - rarissima negli Stati uniti - di sindacalizzarli. Un compito particolarmente difficile perché buona parte degli addetti del settore è immigrata, molti sono clandestini.
LA
TOP TEN PER FATTURATO ( da "Messaggero, Il"
del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Sabato 25 Ottobre 2008 Chiudi LA TOP TEN PER FATTURATO Fiat al secondo posto ed Enel al terzo Alitalia maglia nera per le perdite
ROMA
Eni ancora regina dell'industria italiana, con 87,2 miliardi di fatturato e 10
miliardi d... ( da "Messaggero, Il"
del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: La maglia nera degli utili spetta ai trasporti con Alitalia che accumula perdite per 494,6 milioni e Ferrovie dello Stato che la segue da vicino con 417,9 milioni di rosso. Maglia nera in assoluto sarebbe 3Italia (gruppo H3G) che non ha reso disponibile il bilancio e viene data in perdita per 1,2 miliardi.
Aerei,
la continuità parte zoppa ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: ammissione di Alitalia e Air One CityLiner per mancanza dei requisiti richiesti dal decreto. In particolare, Alitalia è in possesso di licenza provvisoria, rilasciata il 2 settembre 2008, che però scade nel marzo 2009. Inoltre, l'ex compagnia di bandiera ha segnalato di non poter proseguire l'attività oltre il primo novembre 2008 per assenza di risorse finanziarie.
Cai:
offerta Alitalia solo con l'ok di hostess e piloti
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: offerta Alitalia solo con l'ok di hostess e piloti Trasporti. Decreto, via libera al Senato --> L'offerta per Alitalia verrà presentata solo se ci sarà il via libera dei sindacati ai contratti e alla selezione del personale. Lo ha ribadito Compagnia aerea italiana, a 4 giorni dalla convocazione dell'assemblea chiamata il 28 ottobre a varare il passaggio da srl a spa,
Continuità,
troppi contrasti. Slitta la firma
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Meridiana e Alitalia, da domani, saranno in pista con le tariffe scontate. Ma sugli orari c'è ancora incertezza. Il ministero non ha comunicato i nuovi slot (le autorizzazioni per i voli) su Linate e Fiumicino e i vettori prendono tempo. Sullo sfondo c'è anche il ricorso al Tribunale amministrativo di Meridiana contro Alitalia.
Lotta
dura NEL CASINÒ - LAS VEGAS, CAPITALE DEL GIOCO E DELLA SINDACALIZZAZIONE
( da "Manifesto,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: operazione che richiede investimenti di 5-8 miliardi di dollari (quante Alitalie ci si possono comprare?) e che occupa migliaia di dipendenti. Da qui la possibilità - rarissima negli Stati uniti - di sindacalizzarli. Un compito particolarmente difficile perché buona parte degli addetti del settore è immigrata, molti sono clandestini.
Ecco
l'uomo del dialogo, insulto per insulto
( da "Giornale.it,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: 25 settembre Quando Uolter vola basso «Su Alitalia Berlusconi, che era in una beauty-farm, si è impaurito all?idea che potesse emergere il nostro ruolo». 26 settembre Già perché tu invece... «Berlusconi passa metà del suo tempo ad insultare l?opposizione in una strategia di contrapposizione frontale con chi la pensa in modo diverso da lui».
COMUNQUE
VADA SARA' UN INSUCCESSO ( da "Giornale.it, Il"
del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Berlusconi allestisce la cordata per salvare Alitalia e lui dov?è? Ma negli Stati Uniti, è ovvio. Poi però, quello che non va mai in tv torna, va in tv da Vespa e spara: «Alitalia? L?ho salvata io». Non gli ha creduto neppure la figlia, ma non gliel?ha potuto dire: papi le aveva appena comprato casa a New York, non sarebbe stato carino.
Potere
del petrolio: Eni sempre prima Sprint delle famiglie Benetton e De Agostini
( da "Unita,
L'" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: ed anche questo era prevedibile, spetta ad Alitalia con una perdita di 495 milioni seguita dalle Ferrovie dello Stato (-418 milioni). Un'esame a largo raggio, quello dell'Ufficio Studi Mediobanca, considerato che tiene conto di 3.721 bilanci con l'inserimento di 253 nuove aziende e l'esclusione di 217.
Eni
regina delle aziende italiane Enel e Fiat le conferme, sale Pirelli
( da "Giornale.it,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: le perdite maggiori sono state archiviate da Alitalia - maglia nera con 495 milioni -, Ferrovie di Stato, Sasol Italy, Saeco, Fastweb e Stm. Mediobanca accende un faro anche su uno dei settori chiave del made in Italy, la moda. Qui la prima posizione è di Valentino, o meglio del fondo Red&Black che lo controlla: 2,146 miliardi di euro il fatturato 2007.
Cacciari:
"Della manifestazione non me ne frega niente"
( da "Giornale.it,
Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: crisi finanziaria e Alitalia. Mi sembra un?invenzione strana organizzare una manifestazione di protesta con 5 mesi di anticipo", afferma il Sindaco di Venezia. "Avrei preferito che il Pd avesse elaborato delle proposte concrete sul federalismo fiscale, non lasciando lo spazio allo spot di Lega Nord e Berlusconi, e su questo disastro della scuola"
Anche
Orsero stringe un patto per sostenere la Banca Carige
( da "Stampa,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: poche settimane fa quando il GF Group è stato invitato ad entrare nell'azionariato di Cai, la società che sta rilevando Alitalia sotto la governance di Banca Intesa San Paolo, altro istituto di riferimento per gli imprenditori albenganesi. Tecnicamente il patto di sindacato in Carige, sottoscritto il 21 ottobre, prevede una durata triennale ed è rinnovabile per uleriori tre anni.
"bertone,
governo pronto a fare la sua parte"
( da "Repubblica,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Pensa a un intervento del governo sul modello Alitalia? «Naturalmente no perché il carattere strategico dell´Alitalia non è quello della Bertone. Ma il governo può lavorare per favorire l´ingresso di partner anche stranieri». Un´apertura ai cinesi? «Cinesi o di altra nazionalità. L´importante e che siano aziende in grado di investire, interessate a rilevare,
crisi
alitalia, passeggeri in fuga low cost all'assalto del palermo-roma - isabella
napoli ( da "Repubblica, La"
del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: alla diminuzione dei voli operati da Alitalia». Cauto sulle nuove prospettive dei vettori a basso costo, anche l´amministratore delegato di Gesap Giacomo Terranova. «C´è un incremento dell´offerta di voli nazionali da parte dei vettori low cost - dice - e se Alitalia ridurrà la flotta di 50 aerei, queste compagnie potrebbero essere pronte a cogliere le nuove opportunità di mercato.
il
compleanno a terra di malpensa - andrea montanari
( da "Repubblica,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Mentre pesa ancora il taglio dei voli deciso dalla vecchia Alitalia ad aprile arriva un´altra tegola: l´ulteriore taglio deciso da oggi dal commissario Augusto Fantozzi, in attesa che si perfezioni l´offerta della Cai di Roberto Colaninno. Coincidenze che fanno dire a molti che c´è poco da festeggiare.
la
giunta: sul paladozza non si tratta - eleonora capelli
( da "Repubblica,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: moda introdotta dal caso Alitalia, di accollare all´ente pubblico la bad company che paga i debiti, si facesse strada pure da queste parti». L´assessore allo sport Anna Patullo frena i progetti dell´imprenditore Gilberto Sacrati, che ha risposto con una lettera aperta ai dubbi sullo stato dei conti della società di basket e ai suoi accertati rapporti sofferenti col Credito Sportivo,
"paladozza,
non si tratta" - eleonora capelli
( da "Repubblica,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Non deve diventare un caso Alitalia «alla bolognese», questo non è davvero il momento di far pagare alle famiglie le scelte della Fortitudo». L´affare insomma si complica, stante il difficile trasferimento della titolarità del mutuo su un´altra società: un´operazione che, se mancava su questa storia il solito profilo caldo da derby cestistico,
alitalia,
trattativa in salita nuovo round cai-sindacati
( da "Repubblica,
La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Formigoni: "Valorizzare Malpensa" Alitalia, trattativa in salita nuovo round Cai-sindacati ROMA - è tutt´altro che sciolto il nodo dei contratti della nuova Alitalia. E per scioglierlo è previsto domani alle 18 un nuovo incontro tra le nove sigle sindacali della compagnia e l´amministratore della Cai, Rocco Sabelli.
"la
manifestazione? non me ne frega niente e il governo ombra non ha prodotto
nulla" ( da "Repubblica, La"
del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: il Pd dica come si intende organizzare e cosa propone su scuola, crisi finanziaria e Alitalia». E´ una «invenzione strana» organizzare una manifestazione di protesta con cinque mesi di anticipo, «meglio proposte concrete sul federalismo, invece di dare spazio alla Lega. Io faccio il sindaco, gli altri, i Berlusconi e i Veltroni, fanno i demagoghi».
di
pietro impugna il megafono "è anche la nostra piazza" - carmelo
lopapa ( da "Repubblica, La"
del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: con i dipendenti Alitalia. «Quelli della Cai sono 18 filibustieri» lo aizzano. Di Pietro non si fa pregare: «L´ho detto in aula che è un´associazione a delinquere». E poi, militanti Pd in coda per farsi autografare cappellini, bandiere e magliette del partito, copie dell´Unità, e «bravo Antonio, vai avanti così, ma stai con noi».
quell'italia
in rivolta da san giovanni al circo massimo - (segue dalla prima pagina) curzio
maltese ( da "Repubblica, La"
del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: ponti in odore di mafia e oscure cordate tipo Alitalia. Basta ascoltare il disagio. «Ascoltare» è uno dei verbi più usati nei discorsi dell´idolo di Veltroni, Barack Obama. Non solo di Veltroni. «Obama, Obama» è il grido che ha salutato ieri il bellissimo, appassionato discorso di Jean Renet Bilongo, un uomo del Camerun che vive a Castel Volturno.
Nuova
continuità, da oggi i voli per Roma e Milano
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract:
Economia
Pagina 215 trasporti Alitalia torna a Cagliari Nuova continuità, da oggi i voli
per Roma e Milano Trasporti. Alitalia torna a Cagliari --> Il primo aereo
Alitalia targato ?continuità territoriale? toccherà il suolo sardo alle
Ma
i Democratici incoronano Di Pietro: Tonino, grazie di esistere
( da "Tempo,
Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: è un gruppo di piloti e assistenti di volo Alitalia. Si avvicina e gli consegna una bandiera dell'Idv modificata («Alitalia dei valori»). Lui ride poi, insieme, si mettono a saltare al grido di «Chi non firma Colaninno è». è il vero eroe della giornata. Anche se lui, per non alimentare polemiche, insiste: «Non c'è nessuna differenza di idee tra il popolo dell'Idv e quello del Pd.
Alitalia,
riprende la trattativa ( da "Corriere della Sera"
del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: 10-26 num: - pag: 29 categoria: REDAZIONALE Confronto Cai-sindacati Alitalia, riprende la trattativa ROMA — ( a. bac.) Un giro di telefonate ai leader dei maggiori sindacati ha riaperto il tavolo sui contratti e i criteri di designazione degli esuberi di Alitalia, tra la Compagnia aerea italiana (Cai) e i sindacati.
Anche
Simona Ventura festeggia Malpensa
( da "Corriere
della Sera" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: con lo spettro della cassa integrazione, e ancora fresco il taglio di 159 voli Alitalia. Malpensa, oggi, soffre il declassamento dal ruolo hub, ma rispetto a quando aveva il vento in poppa è un po' migliorato il rapporto con suoi vicini di casa, gli abitanti della brughiera (i comitati però hanno protestato anche ieri).
MILANO
- Cai spinge per chiudere l'accordo coi sindacati sui criteri di assunzione e
gli altri ... ( da "Messaggero, Il"
del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: La nuova Alitalia vuole decollare il 1° dicembre: la newco lascia cadere quindi il pressing del commissario di anticipare l'esecuzione del contratto al 15 novembre. Non ci sarebbero i tempi per mettere a punto tutti gli adempimenti. A partire dal via libera della Ue ai due procedimenti aperti atteso per il 12 novembre: uno sul prestito-
Scuola,
nei cortei "rischio infiltrazioni Br"
( da "Giornale.it,
Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia all?Associazione editori, dalla Best Western ai Centri di prima accoglienza, da Trenitalia alla guerra in Iraq, sono pochi i «nemici» contro cui il rampollo di via Pontaccio non è sceso in campo senza tanti riguardi per il codice penale.
Brunetta:
"Tornelli anche ai magistrati D'Alema si scusa? Io non ho fatto pace"
( da "Quotidiano.net"
del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: E Alitalia, allora? ??E? vero - riconosce il ministro - che abbiamo fatto un prestito ponte da 300 mln, ma Alitalia era, e? un caso nazionale e abbiamo dovuto fare questo sforzo. Speriamo di recuperarlo ma non ci credo??. Quanto alle banche ??vorrei ricordare che, allo stato, non abbiamo dato un euro.
Quando
la stampa è democratica ( da "Giornale.it, Il"
del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: questo post a un amico 04Sep 08 I conti su Alitalia Fate voi la somma. +Lo stato esce definitivamente dal trasporto aereo (Marrazzo permettendo) -Balla un miliardino di debiti che pagheranno i contribuenti +AirFrance chidedeva che i diritti di volo in Italia fossero solo suoi, ciò non è previsto dal nuovo progetto -Unire due debolezze (Ali e Air) amplifica una posizione dominante,
Un
lungo sbilanciamoci sulla legge finanziaria nelle scuole e università
( da "Manifesto,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Altro che Alitalia. Non seguo da anni le questioni della scuola e dell'università. Forse anche per questo ora mi coinvolge ciò che accade, e l'altra notte ero ipnotizzato dal mix di intelligenza e ingenuità dell'assemblea occupante che alle due discuteva di autorganizzazione a Fisica di Torino.
Dopo
la crisi Alitalia una pioggia di low cost
( da "Stampa,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: con tariffe da 22 euro Dopo la crisi Alitalia una pioggia di low cost ANGELO CONTI Il «dopo Alitalia» e lo scontato ridimensionamento dell'attività previsto da Cai (che dovrebbe ridurre l'attività Alitalia e Air One all'aeroporto Sandro Pertini di Caselle di circa il 50%) hanno scatenato le compagnie low-cost che incominciano a puntare anche a Torinoe: Blu Express e EasyJet,
Compleanno
di Malpensa con l'amaro in bocca ( da "Stampa, La"
del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract:
Alitalia ha
annunciato il taglio di altri voli nazionali, internaizonzali e
intercontinentali (
Cancellati
altri 159 voli ( da "Stampa, La"
del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract:
Alitalia
Cancellati altri 159 voli Un anno dopo l'apertura i passeggeri dello scalo
Malpensa erano 16.977.765. Nel 2007 sono stasti 23.885.391. I voli sono passati
da
Malpensa,
dieci anni amari ( da "Stampa, La"
del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: momento della disfatta Alitalia, del ritiro di 159 voli, dei 900 dipendenti messi in cassa integrazione, il presidente rifiuta l'etichetta di una festa di rabbia. «No, proprio no, questo è il giorno dell'orgoglio per un'opera necessaria e indispensabile che non può riprendere a pieno regime solo per la mancanza di liberalizzazione dei diritti di traffico lasciati liberi da Alitalia»
le
famiglie stringono la cinghia calano gli acquisti alimentari - aldo fontanarosa
( da "Repubblica,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Il ministro Scajola lo immagina di 600 milioni, il premier «molto più ampio». E a proposito di dialogo, il Cavaliere aggiunge: «Abbiamo sempre parlato con i sindacati, anche su Alitalia. Ho rapporti cordiali con alcuni leader sindacali. Continueremo così».
le
regole da abbattere - (segue dalla prima pagina)
( da "Repubblica,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: ha già risolto la questione Alitalia e quella dei rifiuti a Napoli; di questo i magistrati milanesi non hanno tenuto conto, sì che il loro comportamento è censurabile, essendo il lodo lo strumento necessario per mettere il presidente in condizione di lavorare senza i turbamenti che potrebbero venire da indagini giudiziarie.
dopo
malpensa, ora è allarme linate - andrea montanari
( da "Repubblica,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: per la vendita di Alitalia fosse in conflitto con la richiesta di liberalizzare le rotte, occorre che il Paese si interroghi e quindi la politica decida qual è l´interesse prevalente del paese. Quello di vendere Alitalia o il futuro del trasporto aereo?». Il presidente della Provincia Filippo Penati, invece, non si rassegna a considerare ormai Malpensa come uno scalo di serie B .
carne
alla diossina, paura a taranto - giuliano foschini
( da "Repubblica,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia» spiega invece il pugliese Boccia. «La scelta del ministro Prestigiacomo, che ha commesso lo stesso errore del suo predecessore, è vergognosa. Ecco perché ora è il momento di fare una scelta chiara e coraggiosa, cosa che mai nemmeno gli ambientalisti hanno fatto in questi anni: bisogna decidere tra l´industria e la salute.
alitalia,
nuova compagnia in pista a dicembre
( da "Repubblica,
La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: negli ultimi dodici mesi - ha dichiarato Bonomi - la trattativa per la vendita di Alitalia fosse in conflitto con la richiesta di liberalizzare i diritti di traffico, occorre che il Paese si interroghi e quindi la politica decida qual è l´interesse prevalente del Paese, se la vendita dell´Alitalia o il futuro del trasporto aereo».
Brunetta
vuole controllare i magistrati. Con i tornelli
( da "Unita,
L'" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: di Alitalia, della manifestazione del Circo Massimo, degli sprechi della sanità, di quelli dell'Università e delle inefficienze. Da qui l'affondo sulla magistratura. «Vorrei mettere i tornelli anche per i magistrati - ha sparato Brunetta -. Io l'ho già fatto a Palazzo Chigi, nel mio ministero e vorrei farlo per tutta la pubblica amministrazione,
Brunetta:
tornelli anche per i magistrati ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Quanto ad Alitalia, «è vero - riconosce il ministro che abbiamo fatto un prestito ponte da 300 milioni, ma Alitalia era, è un caso nazionale e abbiamo dovuto fare questo sforzo. Speriamo di recuperarlo ma non ci credo». Quanto alle banche «vorrei ricordare che, allo stato, non abbiamo dato un euro.
Domenica,
lezione civile Così ridurranno l'istruzione pubblica
( da "Unita,
L'" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: cifre pari a dieci volte quelle Alitalia), ore di lezione che si stringono come maglie lavate ad una temperatura troppo alta. Un modello pedagogico e didattico che ci invidia l'Europa e che dall'anno prossimo non ci sarà più. Dalle 10.30 alle 17.30 questo storico palazzo a due passi dal Pantheon che ospita classi dalla materna alle medie,
Il
ritorno di Alitalia nello scalo di Elmas
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia nello scalo di Elmas Aeroporto --> Ha toccato terra alle 11,50 di ieri: dieci minuti in anticipo rispetto al previsto. Erano passati anni dall'ultima volta che si era visto un volo Alitalia arrivare a Cagliari carico di passeggeri provenienti da Roma o Milano, da quando cioè la compagnia di bandiera aveva presentato in ritardo la domanda per aderire alla continuità territoriale
L'orgoglio
di Malpensa: <Usciremo dalla crisi>
( da "Giornale.it,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: E gli tocca rivelare che non bastava il «tradimento» di Alitalia, ora ci si mette pure la crisi internazionale. «Nelle prime tre settimane di ottobre - ammette - a Linate i passeggeri sono calati del 14 per cento». E lì i voli sono rimasti gli stessi. Semplicemente la gente viaggia meno e gli aeroporti finiscono in apnea.
<È
vero, studio lì In classifica era considerata la migliore...>
( da "Giornale.it,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Il governo ha fatto molto per sostenere l'Alitalia ed i debiti ricadranno su noi cittadini. Riteniamo che uno sforzo analogo debba essere fatto con l'Università». Non è giusto chiedere maggiore trasparenza nei bilanci dagli atenei? «Ci sono molti costi da abbattere a cominciare dai corsi che servono soltanto a dare una cattedra al professore.
<Il
no a Klm ha penalizzato Malpensa>
( da "Corriere
della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: E il problema «non è il crack di Alitalia, la ritirata dei voli, e nemmeno la distanza da Milano o la ferrovia e le strade che faticano a essere terminate ». Piuttosto, ragionano sindaci ed ex e nuovi sindacalisti, il peccato originale sta tutto nelle mancate nozze tra Alitalia e Klm.
È
solo la solita protervia intellettuale degli eredi del Pci ...
( da "Tempo,
Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia era il nostro miglior biglietto da visita nel mondo. La pubblica amministrazione era relativamente efficiente, ma sopratutto non ostacolava l'attività economica e lo sviluppo. La pressione fiscale era al 25%, l'evasione un fenomeno marginale, il debito pubblico molto inferiore al Pil, la burocrazia non soffocava il cittadino.
LA
MORSA DEI REDDITI ( da "Corriere della Sera"
del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Si è accennato anche a interventi nel caso di difficoltà delle grandi imprese, le poche che ci sono rimaste, e c'è un precedente pericoloso, quello di Alitalia. Ma il nostro è un Paese di piccole imprese e di distretti: come intervenire nel caso si creassero situazioni di sofferenza? CONTINUA A PAGINA 28
Alitalia,
trattativa non stop Colaninno: la crisi non ci ferma
( da "Corriere
della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: I sindacati: sarà dura Alitalia, trattativa non stop Colaninno: la crisi non ci ferma ROMA — Per la nuova Alitalia si apre una settimana decisiva Oltranza. Oggi parte la difficile trattativa sindacale, che la Cai vorrebbe portare a oltranza, per definire il contenuto dei nuovi contratti e i criteri per individuare i 3.
Alitalia,
via alla trattativa Ma i sindacati: sarà dura
( da "Corriere
della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: REDAZIONALE Alitalia, via alla trattativa Ma i sindacati: sarà dura Contratti ed esuberi al centro del confronto Appuntamento per le 18 di oggi. La nuova compagnia potrebbe decollare dal prossimo primo dicembre ROMA — L'assemblea che dovrebbe sancire l'impegno definitivo dei 16 (e forse più) soci della Compagnia aerea italiana (
Il
compleanno di Malpensa e la torta avvelenata del Nord
( da "Corriere
della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: e Sea ha disgiunto i destini di Malpensa da Alitalia». Ma cosa ha oscurato l'umore di Bonomi? Il fatto che Alitalia, dopo la sforbiciata del piano Prato, abbia ulteriormente ridotto la sua attività a Malpensa, le voci che vogliono la Cai poco propensa a riposizionarsi sulle piste lombarde.
Colaninno:
la crisi non ci fa paura <E l'accordo non si cambia>
( da "Corriere
della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Si opera insieme, si cercano sinergie, ma la forza di Alitalia nei confronti di chi verrà sta nel mercato in cui Alitalia opera». Il concetto, a Colaninno, serve anche per rispondere alle accuse lanciate ieri, sul «Sole», da Giuseppe Bonomi. Dice, il presidente Sea, che il piano Cai non fa l'interesse del Paese?
Placido
e Verdone si schierano <Siamo vicini agli studenti>
( da "Corriere
della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: E prova a suggerire un percorso di avvicinamento tra governo e scuola: «Si lavori a un tavolo come è successo per Alitalia: si dialoga e si trovano soluzioni. Ma niente polizia: significa ritornare nella spirale degli opposti estremismi e si rischia di finire davvero male». Paolo Conti
Il
premier promette: sostegno agli stipendi
( da "Corriere
della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: anche durante tutta la trattativa su Alitalia. Abbiamo anche un rapporto cordiale con alcuni leader sindacali e continueremo certamente con questo metodo» ha risposto Berlusconi. Secondo il segretario della Cgil è necessario «intervenire fiscalmente sui redditi più bassi e i pensionati, e ampliare gli ammortizzatori sociali.
Malpensa,
10 anni e un decollo mancato ( da "Corriere della Sera"
del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: delle mancate nozze tra Alitalia e Klm all'abbandono della compagnia di bandiera Malpensa, 10 anni e un decollo mancato Balotta: «Se l'hub vuol vincere la sfida ora deve abbassare le tariffe» «Ora alcuni scali del Nord sono saturi: questa potrebbe diventare una nuova opportunità per il colosso varesino» DAL NOSTRO INVIATO MALPENSA —
Punti
di crisi ( da "Corriere della Sera"
del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Il Malpensa Express trasporta solo il 7,6% dei passeggeri, contro il 51% di Hong Kong e Londra L'aeroporto milanese doveva diventare il punto di riferimento della compagnia di bandiera. Sull'orlo del fallimento, Alitalia ha però scelto come base Fiumicino riducendo drasticamente i voli in partenza da Malpensa
TRA
CASSA E PRECARI ( da "Stampa, La"
del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: sette anni di sostegno al reddito promessi ai lavoratori in esubero di Alitalia sono ancora sotto gli occhi di tutti. Certamente le risorse a disposizione del governo sono poche. È comprensibile che il ministro Sacconi cerchi di rifinanziare la cassa integrazione straordinaria e i cosiddetti settori in deroga (quei settori industriali che il Ministero ritiene di dover proteggere).
La
Liguria lancia la sfida dei voli per il turismo
( da "Stampa,
La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia, ndr). Possiamo invece finanziare la promozione di un incremento di collegamenti aerei per circa 300-400 mila passeggeri in più all'anno, pari a una quota del 30-40 per cento, con vettori low cost e non che vogliano sviluppare il traffico con bacini importanti per il turismo ligure: Europa del Nord e anche dell'
Scuola,
cattolici divisi sul decreto ( da "Secolo XIX, Il"
del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: soldi per Alitalia e le banche, ma per la scuola si richiedono sacrifici alle famiglie, mentre i privilegi e i costi di onorevoli e senatori rimangono intatti. Studenti e professori hanno seri motivi per protestare». Un attacco durissimo, da parte dello stesso periodico che, nelle settimane scorse, aveva criticato aspramente le scelte del governo in tema di sicurezza e immigrazione.
Maiani:
<Ricerca snobbataanche da Prodi. Ora si cambi>
( da "Secolo
XIX, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia e alle banche. Speriamo che alla fine resti qualcosa anche per noi» 28/10/2008 Genova. «Nell'ambiente della ricerca c'è preoccupazione, ma non esistono improvvisi tagli indiscriminati, nel senso che da anni, a prescindere dai governi, assistiamo a un calo del 2% del fondo ordinario, mentre i nostri competitori lo aumentano dal 4 all'
roma,
tensione al corteo "dalla destra inni al duce" - mario reggio
( da "Repubblica,
La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: ricercatori e docenti chiedono il blocco dei tagli di un miliardo di euro per coprire Ici e Alitalia. In preparazione lezioni all´aperto nel quartiere Appio-Claudio. Ma sarà il Senato il centro della mobilitazione: oggi e domani sit-in e manifestazioni a piazza Navona. Partecipano anche i Cobas. Giovedì sciopero nazionale della scuola.
addio
vacanze romane si apre la crisi del turismo - alessandra paolini
( da "Repubblica,
La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: immondizia di Napoli e della vicenda del salvataggio Alitalia». Guardando i numeri dell´Ebit il calo turistico ha influito soprattutto sugli alberghi a tre e due stelle. Alberghi scelti da un target medio basso che vola con compagnie low cost e cerca di risparmiare sull´alloggio. Non è un caso, infatti che la permanenza media nella città eterna sia di 2,
Cai
in assembleacon il rebus contratti
( da "Secolo
XIX, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Cai in assembleacon il rebus contratti la nuova alitalia Il sì dei soci è sub-judice. Vertice con i sindacati fino a notte per un accordo ROMA. Cai tenta la stretta finale con i sindacati per raggiungere un accordo su contratti e criteri di selezione del personale a poche ore dall'assemblea dei soci convocata per oggi alle 15.
l'intreccio
sfortunato tra cinema e codice penale
( da "Repubblica,
La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: muore nel disastro aereo del Dc 9 Alitalia partito da Linate e precipitato vicino Zurigo: andava in Svizzera per cercare ancora cinema. L´estate successiva muore nel mare di Trappeto Marco Crisafulli, 19 anni. Ad agosto tocca a Gianluca Favilla, direttore del Malaspina nel film di Risi: muore in incidente stradale nei pressi di Roma.
finisce
in ginocchio la campania dei trasporti
( da "Repubblica,
La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Le difficoltà di Alitalia hanno già prodotto ripercussioni su Capodichino. Altre sono temute in casa Gesac, la società che gestisce lo scalo napoletano, dove l´ultima contrazione di passeggeri così sensibile risale al 2001. Sono già registrate defezioni per alcuni collegamenti nazionali.
trasporti,
campania in ginocchio ( da "Repubblica, La"
del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Le difficoltà di Alitalia hanno già prodotto ripercussioni su Capodichino. Altre sono temute in casa Gesac, la società che gestisce lo scalo napoletano, dove l´ultima contrazione di passeggeri così sensibile risale al 2001. L´anno dell´attacco al World trade center.
una
lobby pro-lufthansa per salvare malpensa
( da "Repubblica,
La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: «Alitalia scelga il partner giusto». La società che gestisce gli scali milanesi è preoccupata per le richieste di Cai e le conseguenze che potrebbe avere la sua scelta. «Nessuno vuole penalizzare Malpensa», assicura il ministro Ignazio La Russa.
nasce
la lobby pro-lufthansa "solo così malpensa si salverà" - andrea
montanari ( da "Repubblica, La"
del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: sollecitare la nuova Alitalia, che dovrà decidere entro novembre il proprio partner straniero, a fare una scelta a sostegno dell´ex hub varesino. C´erano il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il coordinatore regionale di An Massimo Corsaro, quello di Forza Italia Guido Podestà, il sottosegretario all´Economia Luigi Casero e il presidente della commissione Bilancio della Camera,
l'altra
roma, storie di giovani registi - franco montini
( da "Repubblica,
La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: una stralunata hostess dell´Alitalia che vive in un centro residenziale che sembra il set del "Truman Show". E ancora il giovane artigiano, in bilico fra entusiasmo e depressione; il militante di sinistra che abbandona Malagrotta alla ricerca di un ambiente più salubre;
Maestro
unico, il Pd come gli studenti: si ritiri il decreto
( da "Unita,
L'" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Un paese in crisi trova i soldi per Alitalia e banche, perchè non per la scuola?», sottolinea nell'editoriale il settimanale cattolico. Ma Mariastella ministra unica ripete a mo' di litania che «è una protesta di pochi» e che il suo modello è «Obama». L'aria che tira non è delle migliori.
Nuova
Alitalia, spiragli di intesa su contratti e criteri di assunzione
( da "Unita,
L'" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Nuova Alitalia, spiragli di intesa su contratti e criteri di assunzione Passi in avanti dopo il lungo vertice terminato a notte fonda tra Cai e sindacati. Chiariti alcuni aspetti che avevano suscitato forti perplessità. Oggi assemblea degli azionisti per l'aumento di capitale di un miliardo.
Continuità
aerea, domani la firma delle convenzioni
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia e Meridiana e l'Enac. I voli in continuità territoriale saranno garantiti in maniera provvisoria dalle tre compagnie almeno fino a domani. Solo tra questa sera e domani, infatti, Enac e Assoclearance (la società che rilascia gli slot, le autorizzazioni di volo) convocheranno le compagnie per sottoscrivere le convenzioni che daranno loro la possibilità di volare tra la Sardegna
Nuova
Alitalia, Cai propone 12.000 assunzioni
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: offerta vincolante per una parte di Alitalia, in modo da poterla presentare il 31 ottobre al commissario straordinario Augusto Fantozzi. E nell'incontro iniziato ieri sera alle 19 hanno messo sul piatto della trattativa con i sindacati 12 mila assunzioni per la nuova Alitalia. Secondo il piano presentato ieri fra gli assunti ci sono 1.
Balletto
sul contratto ma la cordata vacilla
( da "Manifesto,
Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: ALITALIA Colaninno tenta la prova di forza Balletto sul contratto ma la cordata vacilla Francesco Piccioni Far decollare una compagnia aerea, nel pieno della tempesta finanziaria, non è certamente facile. Nemmeno per dei campioni del settore.
Alitalia,
spiragli di accordo sui contratti
( da "Messaggero,
Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Martedì 28 Ottobre 2008 Chiudi Trattativa notturna con i sindacati. Cai presenta un nuovo documento. Capitolo alleanze: ora in pole è Air France Alitalia, spiragli di accordo sui contratti Restano ancora dubbi sui criteri di assunzione: previsti 9.082 dipendenti a Fiumicino
ROMA
Le migliori risorse umane al minor costo . Raccontano, in ambienti sindacal...
( da "Messaggero,
Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: vorrebbe applicare per le assunzioni per la nuova Alitalia. Ieri sera (ma il tavolo è rimasto aperto fino a tarda notte) azienda e sindacati hanno affrontato i nodi riguardanti la «stesura dei nuovi contratti» e le «valutazioni di scelta» che dovranno riguardare le 12.600 "chiamate" nella nuova compagnia e i 3.
Alitalia,
ultimo scoglio per decollare ( da "Tempo, Il"
del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: stampa Alitalia, ultimo scoglio per decollare Filippo Caleri f.caleri@iltempo.it Il decollo della nuova Alitalia secondo la Cai sarà con 12 mila assunzioni. Nella serata di ieri la cordata degli imprenditori pronta a rilevare la compagnia ha scoperto le ultime carte ai sindacati prima dell'assemblea dei soci che trasformerà la società da srl a spa.
NAPOLI
sarà ancora aria buona tra Alessandria e Beirut e cosa è questo temp...
( da "Messaggero,
Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: aereo Scopro di non aver registrato la valigia non prendo posto sull'aereo ritorno Qui l'Alitalia Lì la Lufthansa conduce, oh le vie a settant'anni sono ancora un bambino. Dio cosa mi fai cosa faccio a me stesso. Ogni volta che avanzo negli anni cresce in me il sentimento di fanciullo senza esperienza senza conoscenza soprattutto in viaggio.
Il
governo ritiri il decreto ( da "Manifesto, Il"
del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Nei prossimi cinque anni il Fondo di finanziamento si ridurrà del 10%. Solo il 20% dei professori che andranno in pensione verrà sostituito. Come dire: porte chiuse all'università per le nuove generazioni». «Un Paese in crisi trova i soldi per Alitalia e banche: perché non per la scuola?»
Barilla:
non torniamo allo Stato pigliatutto
( da "Corriere
della Sera" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Pur rispettando le scelte altrui, noi non procederemo credo più a diversificazioni che ci allontanino dal nostro core business. Mi fa strano una cordata come quella dell'Alitalia». \\ Al decennale del Centro Peres «Le banche? In questo momento sostengano di più le imprese» Imprese e banche Guido Barilla Daniele Manca
Sindacati
contro la Gelmini Inni al Duce, il corteo si spacca
( da "Corriere
della Sera" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Un Paese in crisi trova i soldi per Alitalia e banche: perché non per la scuola?», si è domandata. «Si richiedono sacrifici alle famiglie, ma costi e privilegi di onorevoli e senatori restano intatti ». Su tutt'altra posizione, però, il responsabile scuola della Conferenza episcopale, Diego Coletti, vescovo di Como intervistato da Radio Vaticana.
Alitalia,
duello sugli esuberi Cai chiama gli azionisti
( da "Corriere
della Sera" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia, duello sugli esuberi Cai chiama gli azionisti Sfida sui criteri di assunzione dei 12 mila dipendenti I sindacati chiedono il congelamento degli attuali requisiti di pensione. Al via l'aumento da un miliardo ROMA — Si annuncia più lunga del previsto la trattativa tra la Compagnia aerea italiana (Cai) e i sindacati sui contratti della Nuova Alitalia e i criteri di assunzione,
Ancora
un anno da leader per Eni. Che continua, anche nel ...
( da "Tempo,
Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: utili la maglia nera spetta ad Alitalia con una perdita di 495 milioni. La fotografia scattata nell'edizione 2008, la 43esima, dallo studio su «Le principali società italiane», curato dall'Ufficio Studi di Piazzetta Cuccia tiene conto di 3.721 bilanci. Nelle prime dieci posizioni, così come era avvenuto nell'edizione 2007, si evidenzia qualche piccolo aggiustamento a partire dell'
Un
documento di programmazione finanziaria lacunoso in un punto fondamentale:
sviluppo ed econ... ( da "Messaggero, Il"
del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: è nulla sulla questione di Alitalia, che riguarda l'aeroporto e l'economia di un intero quadrante della città». Dopo l'approvazione in giunta, il documento approderà in commissione e, a stretto giro, nell'aula Giulio Cesare. Quale sarà la vostra linea di condotta? «Noi stiamo preparando un nostro testo, diviso in cinque capitoli: politiche sociali,
Il
sindaco al patron di Ryanair: Ora sta esagerando
( da "Tempo,
Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Non vorrei che tutto questo agitarsi sia finalizzato a fare pressione per ottenere gli slot di Alitalia a Fiumicino, che fanno molto gola a Ryanair, visto che ne ha chiesti venti». Ad avviso di Marini, la proposta di O'Leary di trasferire da Ciampino a Viterbo solo i voli militari e di Stato, definiti i principali responsabili dell'inquinamento, «è arrogante e offensiva».
ROMA
- In cima al corteo il Blocco studentesco. Tante teste rasate e magliette nere,
alcune con scri... ( da "Messaggero, Il"
del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: «Salvano Alitalia e salvano le banche - dice Alessio, 16 anni, liceo Orazio - ma tagliano la scuola. E' questo che vogliono fare? Distruggere il nostro futuro?». «Vogliono trasformare le università in fondazioni private - sostiene un altro - del liceo Nomentano - ma l'università deve essere garantita a tutti».
alitalia,
in arrivo cinque nuovi soci per cai - lucio cillis
( da "Repubblica,
La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Pagina 24 - Economia Alitalia, in arrivo cinque nuovi soci per Cai Oggi assemblea sull´aumento di capitale, ma la trattativa sui contratti è in stallo Il confronto con i sindacati va avanti a oltranza. C´è tempo fino a venerdì All´Enac la richiesta per la licenza di volo.
<La
Cai non penalizzi lo scalo di Malpensa>
( da "Giornale.it,
Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Sintetizza il governatore, Roberto Formigoni: «Speriamo che la nuova Alitalia si renda conto che il traffico è al Nord e ci auguriamo che Cai scommetta sui nostri aeroporti». Sulla scia il capogruppo azzurro in Regione, Paolo Valentini: «Non difendere Malpensa significa non capire le vere dinamiche che guidano lo sviluppo».
Brava
Concita, hai ragione. Ecco l'Italia dei figli di papà
( da "Giornale.it,
Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: industriale, finanziere, nuovo padrone di Alitalia. Così Andreatta Junior, Filippo: non sta ai vertici di Finmeccanica e del nuovo Pd solo perché figlio del compianto economista, maestro di Prodi, Beniamino. Cristiano Di Pietro non è un nuovo capo dell?Italia dei Valori solo perché figlio di Tonino.
E
Tonino il contadino riesce a ingarbugliarsi persino sui proverbi
( da "Giornale.it,
Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Bronzo: «Su Alitalia non fasciamoci la testa prima di essercela rotta. A volte capita di andare al mercato e trovi solo quello che vende i fagioli. Ma se vedi che non conviene non li compri». Argento: «Il prete deve uscire dalle chiese e cercare i fedeli nelle campagne.
Alitalia
alla stretta finale, Cai vuole 12mila assunzioni
( da "Giornale.it,
Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: 28 pagina 24 Alitalia alla stretta finale, Cai vuole 12mila assunzioni di Redazione Ore decisive per la trattativa con i sindacati: oggi l'assemblea deve dare l'ok all'offerta vincolante Cai alla stretta finale con i sindacati. Iniziate in serata, le trattative per raggiungere un accordo su contratti e criteri di selezione del personale sono continuate per tutta la notte.
Scuola,
sit-in al Senato: "Siamo in diecimila" Veltroni: via il decreto
( da "Giornale.it,
Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: (il doppio di Alitalia, scrivono)". Il Moige: con la riforma aumenta il tempo pieno "La riforma rappresenta un punto di partenza ottimo per ricostruire tutto il comparto scuola". Maria Rita Munizzi, presidente nazionale del Movimento italiano genitori, esprime soddisfazione per l?
Troppo
miele su Obama (e la stampa è complice)
( da "Giornale.it,
Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi -
Cai:
varato aumento di capitale e nominato CdA
( da "Voce
d'Italia, La" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: aumento di capitale e nominato CdA E per Alitalia il Sindacato dei Lavoratori frena e si riserva un giudizio quando alcuni elementi saranno chiariti Oggi la Cai, riunitasi in assemblea ha decretato la trasformazione della società da Srl a SPa, varando anche l?aumento di capitale, ed ha nominato il Consiglio di amministrazione che il 31 ottobre prossimo sarà incaricato di presentare l?
Rodriquez,
i sindacati vogliono prolungare la cassa integrazione
( da "Stampa,
La" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Colannino avrebbe interesse a vendere per trovare liquidità da mettere nell'operazione Nuova Alitalia. «La Rodriquez ha detto che continuerà direttamente l'operazione», precisa il sindaco. Il 5 febbraio c'è l'attesa la conferenza dei servizi dove la Rodriquez dovrebbe chiarire meglio le sue intenzioni ed in particolare «dare le risposte chieste dagli enti pubblici sul progetto».
"Il
biglietto per Roma da Levaldigi è caro e fuori mercato"
( da "Stampa,
La" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Anzi, il costo del biglietto è stabilito da Alitalia». La continuità territoriale, ossia il contributo statale per garantire la permanenza a Cuneo del collegamento verso Roma, ancora non c'è. «Il ministro Matteoli firmerà il provvedimento lunedì» assicura il presidente della Provinia Raffaele Costa.
Cai,
i soci varanoil piano Alitalia ( da "Secolo XIX, Il"
del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: confronto sulla definizione dei contratti di lavoro della Nuova Alitalia. Con i sindacati, ha spiegato il presidente di Cai Roberto Colaninno, «non c'è nessuna trattativa, si tratta di stendere i contratti sulla base degli accordi già siglati, non di rinegoziare l'accordo». L'offerta su Alitalia resterà comunque sospesa fino all'ottenimento dei provvedimenti della Commissione europea,
taglio
rotte, allarme a capodichino - angelo carotenuto
( da "Repubblica,
La" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Trentasei li garantisce Alitalia, gli altri 30 sono di Air One. E quando nascerà Cai? «Difficile che sia conservato lo stesso livello», le parole di Mauro Pollio, numero uno di Gesac, la società di gestione dell´aeroporto napoletano. Qualcosa in più di una preoccupazione in una fase già critica.
il
premier: l'allarme recessione può farci cambiare la finanziaria - roberto
petrini ( da "Repubblica, La"
del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia. Resta aperto anche il nodo delle imprese. Oltre al pacchetto Scajola ieri Berlusconi ha accennato all´aumento obbligatorio per le banche del «monte prestiti per le imprese, soprattutto piccole medie». Una soluzione che potrebbe essere inserita come emendamento nel decreto salva-banche: in questo modo gli aumenti di capitale previsti non suonerebbero più come un salvataggio
cai
vara l'aumento di capitale da 1,1 miliardi - lucio cillis
( da "Repubblica,
La" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: assemblea Cai che si è svolta ieri a Milano ha dato un volto definito all´operazione di acquisizione degli asset Alitalia. Compagnia aerea italiana si trasforma in società per azioni. Con l´entrata di nuovi soggetti e la tenuta di tutti i 16 soci fondatori (alcuni dei quali erano dati per "uscenti" da voci insistenti) il capitale arriva a quota 1,1 miliardi.
Berlino,
chiude l'aeroporto Tempelhof ( da "Unita, L'"
del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Berlino, chiude l'aeroporto Tempelhof Meredith: tutti a giudizio, 30 anni a Rudy La nuova Alitalia resta ancora a terra Kim Jong-il malato, mistero in Corea L'«impronta» umana uccide la Terra
La
nuova Alitalia decollerà solo con l'accordo sindacale
( da "Unita,
L'" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: La nuova Alitalia decollerà solo con l'accordo sindacale È difficile che entro il 31 ottobre si possa raggiungere un accordo sul contratto. E senza accordo non ci sarà nessuna offerta vincolante. Il ritardo potrebbe incidere negativamente sui conti del gruppo.
Alitalia,
un miliardo di capitale per Cai In arrivo nuovi soci
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: il commissario straordinario dell'Alitalia, Augusto Fantozzi, si attende il rispetto della scadenza del 31 ottobre, perché «non c'è nessuna proroga». Alitalia, ha ribadito Fantozzi, ha liquidità sufficiente sino a fine novembre e lo riferirà al Tribunale che lo ha convocato. Poi, una sollecitazione all'amministratore delegato di Cai Rocco Sabelli,
BERLUSCONI
E IL BIE: VIA LIBERA ALL'EXPO OGGI IL VERTICE PDL
( da "Corriere
della Sera" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: viste le difficoltà Sea dopo l'abbandono di Malpensa da parte di Alitalia. Un bilancio che preoccupa molto il sindaco. Intanto si va avanti sulla fusione Milano-Torino. Oggi il presidente di Atm presenterà le modifiche al piano richieste dalla maggioranza, preoccupata dal possibile strapotere di Torino. A PAGINA
Berlusconi-Bie,
via libera all'Expo Malpensa e tagli: oggi vertice Pdl
( da "Corriere
della Sera" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: del summit del centrodestra anche il piano Alitalia e la fusione tra Atm e Gtt sull'asse Milano-Torino è partita ieri la due giorni romana del sindaco Letizia Moratti. Ieri il vertice a Palazzo Chigi con il premier Silvio Berlusconi, il presidente e il segretario generale del Bie e il ministro degli Esteri, Franco Frattini.
PENATI
<Intesa con la Germania utile se copre le rotte Alitalia>
( da "Giornale.it,
Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: 29 pagina 2 PENATI «Intesa con la Germania utile se copre le rotte Alitalia» di Redazione «L'accordo con Lufthansa? Ha un senso se può fare le rotte che Alitalia ha abbandonato, se il governo non ci consentirà di fare questo avremo la compagnia tedesca che ci porterà a Francoforte per prendere i suoi voli intercontinentali.
Alitalia,
Cai vara l'aumento da 1,1 miliardi
( da "Messaggero,
Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Mercoledì 29 Ottobre 2008 Chiudi Ieri i soci hanno approvato la trasformazione in spa. Fossati si astiene sullo statuto. Sei i nuovi azionisti Alitalia, Cai vara l'aumento da 1,1 miliardi Nominato il cda: 2 posti al partner. Venerdì consiglio per l'offerta sulla Compagnia
MILANO
- Abbiamo trasformato la società in Spa, abbiamo aumentato il capitale, fa...
( da "Messaggero,
Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: fatto lo statuto e nominato il consiglio che farà una proposta(per Alitalia, ndr) compatibile agli accordi sindacali». E' stato l'a.d. di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, ieri al termine dell'assemblea di Cai durata due ore, a dire per primo che «tutte le scadenze sono state rispettate». Che «le risorse per fare ci sono» e che «i soci sono diventati di più».
Cai
diventa una spa Il partner non si vede Contratti in alto mare
( da "Manifesto,
Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: ALITALIA Cai diventa una spa Il partner non si vede Contratti in alto mare Francesco Piccioni E' nata la Compagnia aerea italiana. Forse. Ieri pomeriggio, a Milano, il cda della vecchia srl - una «scatola vuota» ideata per trafficare in tessuti e passamanerie - ha deliberato la trasformazione in società per azioni,
Strade
allagate, auto bloccate, persone prigioniere all'interno. "Acqua
alta"... ( da "Messaggero, Il"
del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia, decollato alle 18.55 da Falconara, quando si stava avvicinando al Leonardo Da Vinci è stato colpito da un fulmine. I passeggeri hanno sentito un boato. Impianto di illuminazione in tilt, buio all'interno dell'aereo. Il pilota ha mantenuto i nervi saldi, dalla torre di controllo gli hanno spiegato che non era possibile atterrare neppure a Ciampino.
Alitalia,
Cai incassa 1,1 miliardi e prepara il <decollo> di venerdì
( da "Giornale.it,
Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: 29 pagina 25 Alitalia, Cai incassa 1,1 miliardi e prepara il «decollo» di venerdì di Laura Verlicchi La nuova società vara l'aumento di capitale e nomina il consiglio. Fantozzi: «Mi aspetto l'offerta entro il 31 ottobre». Passera: dipende anche dalla Ue Sindacati Per Colaninno «Nessuna trattativa» Nuovi soci nella cordata: da 16 saliranno a 22 Alitalia,
Obama,
maxi-spot a reti unificate ( da "Quotidiano.net"
del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: che ha sprecato miliardi per regalare Alitalia agli amici suoi, adesso taglia su scuola [...] Scuola, bagarre in aula al Senato Non si fermano cortei e occupazioni00:55:08 - L'OPPOSIZIONE HA DETTO - ANCHE A TRIESTE CI SONO STATE GRANDI PROTESTE CON LEZIONI ALL'APERTO IN PIA[...] Scuola, bagarre in aula al Senato Non si fermano cortei e occupazioni00:54:06 - Bravo Brunetta,
Scuola,
ore 10,30: il dl Gelmini è legge Pd e Idv giù in piazza con gli studenti
( da "Quotidiano.net"
del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: che ha sprecato miliardi per regalare Alitalia agli amici suoi, adesso taglia su scuola [...] Scuola, bagarre in aula al Senato Non si fermano cortei e occupazioni00:55:08 - L'OPPOSIZIONE HA DETTO - ANCHE A TRIESTE CI SONO STATE GRANDI PROTESTE CON LEZIONI ALL'APERTO IN PIA[...] Scuola, bagarre in aula al Senato Non si fermano cortei e occupazioni Sanremo,
Autolesionismo
con lode ( da "Opinione, L'"
del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: I dipendenti Alitalia dovevano rinunciare al 6% del loro stipendio e non facendolo si comportavano da irresponsabili, mentre per le Università italiane la crisi finanziaria è come se non esistesse: insomma, gli illustri atenei italiani (nessuno dei quali, giova ricordarlo, figura tra i 150 migliori al mondo) non vogliono rinunciare nemmeno agli spiccioli.
La
Cai si prepara al decollo per fine mese
( da "Opinione,
L'" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: ultima porta per il rilancio di Alitalia?. Superato lo scoglio sindacati, tuttavia, l?offerta per Alitalia ? spiegava una nota della società al termine dell?assemblea ? resta ?sospesa fino all?ottenimento dei provvedimenti della Commissione europea che attestino l?assenza di aiuti di Stato a vantaggio di Cai e delle decisioni dell?
Cai
ha trovato il miliardo Però potrebbe non bastare
( da "EUROPA
ON-LINE" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: affare Alitalia, visto che in un verso o nell?altro tutto gira intorno ai soldi che Cai avrà a disposizione per portare a termine l?acquisto della compagnia di bandiera. Ieri Passera e Colaninno possono dire di aver tirato un sospiro di sollievo quando l?
Scuola,
il decreto Gelmini è legge Veltroni: "Subito un referendum" Scontri e
feriti in Piazza Navona ( da "Quotidiano.net"
del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Finalmente questo governo ha trovato i fondi da destinare all'Alitalia, alle banche e alle aziende in difficoltà. I precari tutti a casa, gettando nella miseria centinaia di famiglie, per queste non esistono ammortizzatori sociali. Ma nel programma di questo governo non prevedeva il taglio di una camera,delle province e di tutte le caste?
Il
Gruppo Orsero entra nella cordata per salvare Alitalia
( da "Stampa,
La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: salvare Alitalia [FIRMA]STEFANO PEZZINI ALBENGA Adesso è ufficiale: il gruppo Orsero, da ieri è entrato a far parte della Cai, la cordata di imprenditori italiani che rileverà Alitalia. Nelle scorse settimane Intesa San Paolo, la banca capofila dell'operazione, aveva offerto al gruppo guidato da Antonio e Raffaella Orsero di far parte della società presieduta da Roberto Colaninno e,
il
funerale dell'università - (segue dalla prima pagina)
( da "Repubblica,
La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: una volta scorporati i loro debiti, come Alitalia? Non si sa. L´unica certezza è questa: che dopo non esisterebbe più, e di colpo, un sistema universitario italiano in grado di funzionare. Per un Paese moderno, sarebbe l´apocalisse. è possibile che qualcuno la voglia davvero? E cosa accadrebbe, poi?
aeroporto
di punta raisi l'alitalia taglia 160 posti
( da "Repubblica,
La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia taglia 160 posti Un taglio di 160 unità all´aeroporto di Palermo alla luce del piano Cai. Lo denunciano la Cgil di Palermo, assieme alla Filt e alla Slc, che proclamano lo stato di agitazione degli aeroportuali. Il taglio inciderebbe su un organico di 174 dipendenti a tempo indeterminato, più 46 lavoratori precari.
"la
nuova alitalia taglia 160 posti"
( da "Repubblica,
La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Palermo "La nuova Alitalia taglia 160 posti" Allarme della Cgil: così declassano il Falcone e Borsellino Pellegrino del Pd "Il sindaco deve intervenire per garantire addetti e utenti" Terranova della Gesap "Finora soppressi solo i voli per Malpensa" Il Piano della Cai, la nuova società che prenderà il posto dell´Alitalia,
trasporti,
pressing sul governo - angelo carotenuto
( da "Repubblica,
La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: tra le 66 attualmente coperte da Alitalia e Air One, potranno essere messe a disposizione di compagnie straniere interessate a subentrare su quella tratta. Ossigeno per Gesac, la società che gestisce l´aeroporto di Capodichino, e che per la prima volta dopo anni fa i conti con una contrazione del traffico (meno 10 per cento a settembre rispetto al 2007,
ultimatum
di bossi e moratti "silvio, devi salvare malpensa" - andrea montanari
( da "Repubblica,
La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: pretendere che il nuovo partner straniero di Alitalia non penalizzi gli aeroporti lombardi. Un ultimatum rilanciato anche dalla vice presidente di Confindustria e leader di Assolombarda Diana Bracco: «L´ulteriore riduzione dei voli per effetto dell´entrata in vigore dell´orario invernale rappresenta un inaccettabile abbandono di un aeroporto strategico per il Nord Italia e per l´
se
l'ascensore sociale è senza bottoni
( da "Repubblica,
La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Dovrebbero ignorare tanti argomenti e dire, per esempio: di Alitalia non parliamo, noi l´avremmo venduta ai francesi, vogliamo solo chiedere più trasparenza nei costi. Ci preme aiutare non tanto i piloti, ma "la povera gente". Dice che accadrà mai? O dice che lei viaggerà su mezzi sempre più in ritardo, guadagnando sempre di meno?
Alitalia,
rottala trattativa ( da "Secolo XIX, Il"
del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia, rottala trattativa ultima ora Roma. Compagnia Aerea Italiana ha abbandonato il tavolo di confronto con i sindacati. È accaduto dopo una pausa di due ore nella trattativa. Cai si è ripresentata al tavolo ribadendo le proposte contrattuali iniziali, con una sorta di prendere o lasciare.
Alitalia,
anche Orseronella cordata della Cai
( da "Secolo
XIX, Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia, anche Orseronella cordata della Cai albenga Il gruppo entra come operatore logistico. Balestra: sinergie importanti Albenga. Il gruppo Orsero acquista azioni Alitalia. O meglio, le aziende della nota famiglia imprenditoriale rivierasca hanno acquistato ieri una quota del pacchetto azionario della Compagnia aerea italiana,
Alitalia,
salvataggio a rischio Rompono Cai e sindacati
( da "Unita,
L'" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia, salvataggio a rischio Rompono Cai e sindacati Si rompe la trattativa fra Compagnia Aerea Italiana, la società guidata da Roberto Colaninno, e le nove sigle sindacali di Alitalia. La strada verso il vettore nazionale diventa ora più difficile.
alitalia,
12 ore per il roma-brindisi i passeggeri sulla pista per protesta
( da "Repubblica,
La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: odissea di 80 pugliesi dopo il volo cancellato a causa del maltempo Alitalia, 12 ore per il Roma-Brindisi i passeggeri sulla pista per protesta Il volo da Roma a Brindisi sarebbe dovuto partire martedì sera alle 21. Ma ottanta passeggeri salentini dell´Alitalia sono riusciti a tornare a casa soltanto alle undici di ieri mattina.
Riprendiamoci
la libertà Sarà Berlusconi ad aprire il mio show
( da "Unita,
L'" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Poi si parlerà del Pd, dell'Alitalia, del revisionismo storico». Perché il revisionismo? «Oggi i giovani manifestano contro la riforma della scuola e già si parla di un nuovo '68. Ho molta fiducia nelle proteste degli studenti, che oggi sono più consapevoli di qualche anno fa.
E
Roma punta su "Appaloosa"
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: hostess liquidate in stile Alitalia e il red carpet smacchiato, riarrotolato e gettato in cantina. Fare pronostici nel marasma di film presentati è praticamente inutile anche perché, secondo le ultime indiscrezioni, secondo una misteriosa e introvabile postilla del regolamento di quest'anno, pare che possano conquistare il Marc'Aurelio d'Oro - attribuito grazie ai voti del pubblico -
cai-sindacati,
24 ore per l'intesa sui contratti - lucio cillis
( da "Repubblica,
La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: su contratti e criteri di assunzione nella nuova Alitalia. Domani la palla passerà al cda di Compagnia aerea italiana, che si riunirà per la prima volta e dovrà mettere in moto le deleghe dei consiglieri e sciogliere il nodo dell´offerta per gli asset della Magliana. Ma la strada resta in salita: il consenso dei sindacati e il via libera della Ue, sono condizioni irrinunciabili,
Partner
francese e contratti che non partono
( da "Manifesto,
Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: ALITALIA Partner francese e contratti che non partono Francesco Piccioni Grande è il disordine sotto il piccolo cielo della Compagnia aerea italiana (Cai). La famosa «cordata italiana» che dovrebbe rilevare la «polpa buona» di Alitalia accumula problemi, più che trovare soluzioni.
ROMA
Colpo di scena per Alitalia: dopo una giornata di colloqui,la Cai, la società
che ha pres... ( da "Messaggero, Il"
del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia: dopo una giornata di colloqui,la Cai, la società che ha presentato l'offerta per rilanciare la compagnia, ha abbandonato il tavolo di trattativa con i sindacati sul nodo della firma dei contratti aziendali. Da ambienti vicini alla società è trapelato che l'interruzione del confronto è stata causata dall'indisponibilità delle sigle sindacali ad accettare la riduzione dei
<Malpensa
a rischio isolamento> Berlusconi: pronti a intervenire
( da "Corriere
della Sera" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: «L' ulteriore riduzione dei voli di Alitalia su Malpensa, per effetto dell'entrata in vigore dell' orario invernale, rappresenta un inaccettabile abbandono di un aeroporto strategico per il Nord Italia e per l'intero Paese». La Bracco usa parole insolitamente dure. Segno che l'attenzione è altissima.
La
Fed taglia i tassi Tremonti: conti blindati
( da "Corriere
della Sera" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2008-10-30 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Economia Alitalia, rotta la trattativa Cai-sindacati La Fed taglia i tassi Tremonti: conti blindati ROMA — Borse su, la Fed taglia i tassi. Alitalia, rotta la trattativa Cai-sindacati. PAGINE 8, 9 e 33 Sensini, Tamburello
<Lo
Stato non paga>: stop alle intercettazioni
( da "Corriere
della Sera" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: è una situazione Alitalia, siamo aziende sane. Però ci manca la liquidità e 500 giorni di ritardo nei pagamenti sono troppi dato che lo Stato è il nostro unico cliente». Con quell'«unico cliente» le tre società hanno lavorato per le inchieste più importati dell'ultimo ventennio: dalla cattura di Provenzano all'omicidio D'Antona,
Berlusconi,
gli aiuti alle famiglie e la parte del <poliziotto buono>
( da "Corriere
della Sera" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia, ora però deve dare dei soldi alle famiglie che non arrivano alla fine del mese». Era un modo per mettere in guardia l'amico di una vita, perché si coprisse il fianco scoperto. Ma già a quei tempi il titolare del Welfare Sacconi aveva le mani tra i capelli, mentre osservava i dati della cassa integrazione: «Qui se ci dice culo è recessione»
Alitalia,
Moratti e Bossi: <catenaccio> su Malpensa
( da "Corriere
della Sera" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: REDAZIONALE Il salvataggio e gli aeroporti Alitalia, Moratti e Bossi: «catenaccio» su Malpensa ROMA — La Lega fa pressing su Silvio Berlusconi perché salvaguardi Malpensa. Il leader del Carroccio, Umberto Bossi, a palazzo Chigi insieme con il sindaco di Milano, Letizia Moratti ( nella foto), e il presidente della Sea (società di gestione scali milanesi),
Alitalia,
Cai lascia il tavolo di trattativa
( da "Messaggero,
Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Giovedì 30 Ottobre 2008 Chiudi La delegazione della società non si è ripresentata dopo una sospensione dell'incontro con i sindacati Alitalia, Cai lascia il tavolo di trattativa La società: colloqui interrotti sul nodo dei tagli ai permessi sindacali
ROMA
Ennesimo colpo di scena intorno al caso Alitalia: la Cai ha abbandonato il
tavolo di t... ( da "Messaggero, Il"
del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: LUCIANO COSTANTINI ROMA Ennesimo colpo di scena intorno al caso Alitalia: la Cai ha abbandonato il tavolo di trattatuiva con i sindacati sul delicato nodo della firma dei contratti aziendali. Da ambienti vicini alla società è trapelato che l'interruzione dei colloqui è stata causata dall'indisponibilità delle nove sigle sindacali ad accettare una forte riduzione dei permessi sindacali.
Alitalia,
rotta la trattativa ( da "Corriere della Sera"
del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: a sorpresa il muro contro muro sui contratti Alitalia, rotta la trattativa I sindacati non firmano, Cai decide di lasciare il tavolo L'intesa con i rappresentanti dei lavoratori è la condizione necessaria per presentare l'offerta d'acquisto MILANO — «Non ci sono le condizioni per proseguire il confronto».
Dietrofront
( da "Corriere
della Sera" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-30 num: - pag: 33 categoria: BREVI Dietrofront A destra, Rocco Sabelli, amministratore delegato della Cai, la compagine di azionisti destinata a controllare la «nuova» Alitalia. Ieri notte il brusco stop alla trattativa con le delegazioni sindacali
Filippo
Caleri f.caleri@iltempo.it A piccoli passi. Tra ...
( da "Tempo,
Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: acquisto della parte buona di Alitalia. Ieri l'assemblea dei soci ha espresso dei sì importanti per la realizzazione del dossier. Sì alla creazione della società per azioni, all'aumento di capitale per 1,1 miliardi rivolto agli attuali soci e in parte ai nuovi e alla nomina del cda a 15, che farà la proposta vincolante per Alitalia.
Fiumicino,
cinque voli annullati ( da "Tempo, Il"
del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: da una ottantina di passeggeri Alitalia in arrivo a Trieste ma bloccati a Fiumicino a causa del maltempo. «Ai disagi per il mancato rientro in orario - hanno commentato Adriano Pelos e Ludovico Rigonat - si sono sommati la mancanza di informazioni». I passeggeri che dovevano rientrare a Ronchi dei Legionari (Gorizia) verso le nove sono rimasti bloccati a Fiumicino tutta la notte.
COLLEFERRO
Per offrire una prima ... ( da "Tempo, Il"
del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia. Il resto è storia degli ultimi mesi: la spasmodica ricerca di un accordo con Acea, che quando pare raggiunto, viene azzerato dal risultato elettorale che porta al campidoglio Gianni Alemanno e al Ministero Claudio Scajola. Il benvenuto è dato dal blitz dei carabinieri del Noe di Roma che consegnano ben 4 avvisi di garanzia al Gaia per traffico e smaltimento illecito di
Berlusconi
rassicura il sindaco: <Malpensa non resterà isolata>
( da "Giornale.it,
Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract:
La maxicausa
di risarcimento di Sea contro Alitalia (pari in origine a 1,2 miliardi di euro)
sarà rivista al ribasso solo con garanzie sulla tutela dell'hub. Intrecciati al
tema Alitalia, i tagli al bilancio comunale. Salgono da
Cai,
Sabelli lascia il tavolo E' scontro sui contratti
( da "Giornale.it,
Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Rottura nella notte per la trattativa sui contratti di Alitalia. Rocco Sabelli lascia il tavolo di confronto con i sindacati sul futuro di Alitalia, una mossa che ha sorpreso le nove sigle sindacali che rappresentano i lavoratori. L'amministratore delegato di Compagnia aerea italiana ha chiuso il confronto di fronte "ai continui atteggiamenti dilatori e alle indisponibilita'
<Aiuteremo
le famiglie a uscire dalla crisi>
( da "Giornale.it,
Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: infine, a cui prende parte pure il sindaco di Milano, Letizia Moratti, spunta anche la vicenda Alitalia. E Berlusconi, sollecitato in maniera diretta dal Senatùr, rassicura gli alleati e il primo cittadino sul ruolo di Malpensa e Linate. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
Alitalia,
Cai: 'Se i sindacati non firmano, per noi la partita e' chiusa'
( da "Voce
d'Italia, La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Economia Articoli correlati: *Cai: varato aumento di capitale e nominato CdA *Alitalia: fumata nera con i sindacati *Passa il decreto Alitalia. Bossi: "Lega imbufalita" Guarda tutti i correlati
Rottura
coi sindacati, Colaninno preoccupato Le nove sigle si incontrano nel pomeriggio
( da "Quotidiano.net"
del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: La società convoca il consiglio di amministrazione: l'accordo era una condizione per l'offerta per Alitalia Roma, 30 ottobre 2008 - Le nove sigle sindacali di Alitalia si riuniranno questo pomeriggio alle 14.30 per fare il punto della situazione dopo la rottura, questa notte, delle trattative con la Cai per la definizione del contratto della nuova Alitalia.
Alitalia,
tra Cai e sindacati èrottura. Compagnia a rischio
( da "Tempo,
Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Forte preoccupazione" Alitalia, tra Cai e sindacati è rottura. Compagnia a rischio è rottura tra Cai e sindacati a poche ore dal termine (che scade domani) per la presentazione dell'offerta di Cai per Alitalia. Il presidente della Cai Roberto Colaninno chiede ai sindacati di essere coerenti con gli accordi raggiunti a Palazzo Chigi.
Il
promoter dei Led Zeppelin: "Un tour senza Plant non ha senso"
( da "Quotidiano.net"
del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: CAI resasi conto che a Alitalia non è una fabbrica di lattine e le profe[...] Rottura coi sindacati, Colaninno preoccupato Le nove sigle si incontrano nel pomeriggio La Chiesa vieta il sacerdozio ai gay, sei d'accordo?Sanremo, giusto abolire il dopo-Festival?Drink alla nicotina: è una buona idea?
Alitalia,
Cai rompe: "Così non si va avanti"
( da "Giornale.it,
Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia Augusto Fantozzi. Che ha avvertito che avrebbe consentito dilazioni sulla scadenza. Le nove sigle sindacali di Alitalia si riuniranno questo pomeriggio per fare il punto della situazione dopo la rottura Colaninno: accordo essenziale Il presidente di Cai, Roberto Colaninno, esprime forte preoccupazione per la situazione determinata dalla rottura della trattativa con le rappresentanze
( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina
I - Milano Malpensa dimezzata due volte tutti i voli cancellati da Alitalia ANDREA
MONTANARI A PAGINA VI SEGUE A PAGINA VI
( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina VI - Milano
Malpensa, governo ancora ko via ai tagli di Alitalia per il Sud ANDREA MONTANARI
Compleanno amaro, domenica, per l´aeroporto di Malpensa. La ricorrenza dei
dieci anni dall´apertura dell´ormai ex hub varesino coinciderà con l´entrata in
vigore dell´orario invernale. Ma anche con un nuovo pesante taglio di rotte da
parte di Alitalia, in
attesa che si perfezioni l´offerta della Cai di Roberto Colaninno e soci.
Da 312 frequenze settimanali a 153. Circa la metà. Rispetto all´estate scorsa,
verranno tagliati ben 159 voli. Il tutto mentre ieri, dopo l´approvazione
mercoledì alla Camera dell´ordine del giorno del Pd sull´impegno a rinegoziare
i trattati di voli bilaterali, con il voto determinante della Lega, lo stesso
testo è stato approvato anche dalle commissioni Ambiente e Lavori Pubblici
riunite del Senato. Sempre con i voti del Carroccio. «Per salvaguardare gli
interessi degli aeroporti di Linate e di Malpensa» spiega il senatore leghista
Roberto Mura. I tagli riguardano 53 voli nazionali, 104 europei e due
intercontinentali. Da domenica, ad esempio, non ci saranno più 12 collegamenti
con Catania, 13 con Napoli e 14 con Trieste. Cancellati i voli Alitalia per Amsterdam, Bilbao, Belgrado, Ginevra, Monaco,
Praga, Strasburgo, Stoccarda. Fortemente ridimensionati quelli per Tirana, che
passeranno da
( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina IX - Bologna Ryanair
anticipa lo sbarco a marzo Undici nuove rotte low cost dal Marconi. Ma Forlì
attacca: no ai doppioni SARA SCHEGGIA L´aeroporto di Bologna diventa una base
Ryanair, con un anno di anticipo. Non nel 2010, come previsto, ma dal prossimo
marzo: con undici nuove rotte, che si aggiungeranno alle sette operative già da
lunedì, la compagnia low cost mette le radici sotto le Due Torri. Con due
Boeing 737 e relativi equipaggi fissi al Marconi. «Un impatto enorme - commenta
la presidente Sab Giuseppina Gualtieri - e in un momento così critico, un
investimento più che positivo: significa che il piano industriale regge». Dal
30 marzo 2009 si potrà viaggiare verso Bari, Brindisi, Dusseldorf, Granada,
Lamezia Terme, Parigi, Trapani, Edimburgo, Katowice (Polonia), Oslo e Constanta
(Romania). Traducendo in numeri, Ryanair porterà 800 mila passeggeri in più al
Marconi, che diventeranno 2 milioni nel 2012, quando le destinazioni saranno 25
e gli aeromobili con base a Bologna cinque. Per l´occasione, i biglietti per queste
undici città sono disponibili a 5 euro, tutto incluso: basta prenotarli sul
sito Ryanair entro mezzanotte del 30 ottobre, per viaggiare dall´avvio delle
rotte a fine maggio. Vacanze di Pasqua escluse. «Dopo quello inglese - spiega
Giovanna Gentile, direttrice di marketing Ryanair Italia - il mercato italiano
è molto importante per noi. E ora che Bologna diventerà la
settima base, c´è una scelta reale tra le alte tariffe Alitalia e le nostre, che non hanno
sovrattasse sul carburante». Sul fronte interno le nuove rotte puntano al Sud,
ma se ciò al Marconi significa coprire i buchi lasciati dai vettori
tradizionali, a Forlì si traduce in una sovrapposizione non di poco conto.
Dal Ridolfi si viaggia Ryanair verso le stesse regioni, e Bari e Lamezia sono
dei veri e propri doppioni. «Sono due scali diversi, i dati lo confermano -
replica Gentile - e da marzo ci saranno orari e frequenze diverse». Il
presidente dello scalo forlivese, Franco Rusticali, si è espresso con un «no
comment» mentre l´assessore comunale all´aeroporto Elvio Galassi ha ammesso la
possibilità di «un´azione forte e decisa nei confronti di Ryanair» se cade
davvero la divisione di ruoli tra scali, Forlì per gli interni e Bologna per
gli esterni. Un´azione che non escluderebbe la Sab e su cui anche il deputato
Enzo Raisi di An attacca la Gualtieri, chiedendo ragguagli «sulle condizioni di
favore» che Ryanair avrebbe ricevuto per passare al Marconi. Nonostante le
previsioni molto negative, per il 2009 Ryanair interesserà il 20% del traffico
totale di passeggeri a Bologna. Una fetta che, però, non soddisfa il presidente
Unindustria Gaetano Maccaferri, dubbioso sull´effettiva capacità di
remunerazione del low cost «rispetto ai 200 milioni di investimento fatti». Più
ottimista la Gualtieri, che lancia tuttavia un monito alle amministrazioni
cittadine: «Nel 2007 sono arrivati un milione di turisti in tutta la provincia
- dice la presidente Sab - se Ryanair ne porterà anche solo 400 mila, mi auguro
che qualcuno se ne accorga». Per la Sab, che non teme l´alta velocità «perché
chi va a Roma da qui, va già in treno», il low cost può essere la chiave del
rilancio. E lunedì alle 10.20 atterrerà il primo volo Ryanair, in arrivo da
Birmingham.
( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina XXIII -
Palermo La ribellione studentesca vista in chiave siciliana AUGUSTO CAVADI S
ull´editoriale di domenica 19 Nino Alongi, rafforzando con la passione del
politico la sua coscienza di insegnante liceale per decenni impegnato in
trincea, ha visto nelle agitazioni del mondo studentesco un segnale di ripresa,
di possibile risveglio dal sonno dogmatico in cui il Paese sembra precipitato
sotto il tiro incrociato di un centrodestra sempre più arrogante e di un
centro-sinistra sempre meno lucido. «è indubbio - egli scrive fra l´altro -
che, se il movimento degli studenti e dei professori non si ferma ma resiste e
si estende ulteriormente, presto il dibattito dei collettivi e delle assemblee
dal piano meramente rivendicativo passerà a quello politico. E sotto accusa non
sarà solo un ministro ma l´intera maggioranza di centrodestra. A questo punto,
c´è da scommettere, il consenso di cui ha goduto il governo in questo inizio di
legislatura muterà in un generale rigetto». Ovviamente è facile condividere con
Alongi le speranze, ma a patto di distinguere gli auspici soggettivi dalle
constatazioni oggettive: i desideri del cuore dalle previsioni razionali. Chi
come me nel �68 aveva diciott´anni, di mobilitazioni studentesche ne ha
vissute (da alunno prima, da docente dopo) a centinaia negli ultimi
quarant´anni: e non può permettersi, né per sé né per altri, ennesime
illusioni. Chi sono questi ragazzi che - con grave rinunzia personale -
sacrificano giornate di lezioni per sottoporsi alla dura fatica di occupare gli
istituti scolastici o di attraversare le strade con qualche cartello in mano e
qualche slogan in bocca? Se hanno più di 18 anni, sono in moltissimi casi
elettori dei governi che contestano. E se non li hanno ancora votati, li
voteranno non appena ne avranno diritto. Proprio come il cinquanta per cento
dei loro professori e dei loro genitori: al momento delle elezioni o vanno al
mare o scambiano il proprio voto con qualche promessa di piccolo favoritismo
clientelare o votano proprio con convinzione per chi inneggia al mercato senza
Stato, alla concorrenza senza regole e al trasferimento di risorse finanziarie
dai servizi sociali per tutti alle esenzioni fiscali per pochi. Insomma:
votano, del tutto legittimamente, per progetti di restaurazione conservatrice
e, quando finalmente si trova un governo minimamente coerente con i propri
progetti, urlano per il disappunto. Se una politica progressista, popolare,
solidale non riesce a portarla avanti che parzialmente e imperfettamente una
maggioranza di centrosinistra, perché stupirsi che non la voglia realizzare una
maggioranza conservatrice? Alongi nota che «si scende in piazza, questa volta,
tutti insieme - studenti, professori, genitori - e tutti in difesa della scuola
pubblica. Non ci sono, dietro le proteste, condizionamenti ideologici e non ci
sono neppure i partiti, ma a spingere è solo una grande indignazione». Niente
strumentalizzazioni, dunque: ma non è che il tramonto delle ideologie si
identifica, con questi nuovi «contestatori», con l´eclissi delle idee e il
trionfo del qualunquismo politico-culturale? Alongi sostiene che «i giovani che
adesso scendono in piazza non sono quelli che si agitano negli stadi e
vandalizzano le città e neppure quelli del sabato sera e dei locali notturni,
quelli - per intenderci - che incontra il presidente del Consiglio. I giovani
che scendono in piazza, pur tra mille incertezze e mille frustrazioni, sono
quelli che vivono il disagio di una società grigia e vuota di valori, temono il
futuro ma non sono rassegnati, studiano e lottano. E molti hanno il volto
dolente di un Roberto Saviano o di una Sabina Rossa». A parte il fatto che,
purtroppo, se non scendessero in piazza anche i fanatici della domenica e i
discotecari del sabato, i cortei studenteschi si assottiglierebbero di molto; a
parte il fatto che Sabina Rossa è stata eletta senatrice nel 2006 all´età non
proprio giovanile di 44 anni; la questione centrale è un´altra e proprio il
caso di Roberto Saviano può esemplificarla. Perché queste generazioni, così
sensibili quando si tratta di protestare per danni - veri e talvolta solo
presunti - alla loro categoria, di solito vivono fregandosene del bene
pubblico? Roberto Saviano ha scritto "Gomorra" dopo e durante un suo
prolungato impegno civile (prestando volontariato culturale, fra l´altro,
presso l´Osservatorio della camorra di Lamb): non come episodio isolato, puntuale.
Né si potrà dire che, come è capitato anche alle nostre generazioni, non sia
vissuto nella stessa «società grigia e vuota di valori»: i suoi genitori e i
suoi professori, esattamente come quelli odierni e come quelli che abbiamo
avuto in sorte noi più anziani, non spiccavano certo per impegno sociale e
tempra etica. Insomma: non so se ci sia stata mai un´epoca in cui sia stato
facile rinunziare ai propri piccoli privilegi e spendersi generosamente - e
continuativamente - per una società meno assurda. Molti contestatori del �68
e del �77 sono adesso ben sistemati alla corte di Berlusconi o nelle varie
filiali del suo impero economico-culturale: non so se in
questi giorni sta nascendo un vero movimento di ribellione e di resistenza
contro il governo che licenzia insegnanti elementari e paga liquidazioni
miliardarie ai manager che hanno distrutto Alitalia. Ma, se così fosse, preferirei non fare previsioni su dove, fra
venti anni, ritroveremmo i rivoluzionari di queste settimane.
( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina 6 - Cronaca Nella
notte all´ateneo l´ira dei ragazzi miti "Berlusconi ci teme" Roma,
l´Onda occupa senza nostalgie Il racconto "Ho 22 anni, e vivo ogni giorno
sotto ricatto. Ora sono stufo. E finalmente posso respirare" Non ci sono
le assemblee oceaniche del ´68 né le tensioni violente del �77 (SEGUE DALLA
PRIMA PAGINA) CURZIO MALTESE Sono le nove e sulla Roma autunnale è calata
un´improbabile notte di primavera. Improbabile come questo movimento, nato nel
momento peggiore, cresciuto oltre ogni previsione, senza neppure il tempo di
darsi un nome. Per trovarlo hanno indetto un referendum sul sito della rivolta
universitaria, www.UniRiot.org, e l´ha spuntata «Onda anomala». In breve,
«l´onda», «noi dell´onda» dicono, come fossero contradaioli. Avete presente il
´68, il ´77? Altra storia. L´arrivo alla facoltà occupata è confortante o
deludente per chi ha in mente e negli occhi la Sapienza delle assemblee
oceaniche sessantottine o il teatro di guerra della cacciata di Lama. C´è un
gran silenzio. Si sentono echi di radiocronache di pallone, autoambulanze
lontane, perfino un coro classico che prova nella facoltà di Fisica. Pochi
ragazzi nella piazza, sui viali qualche sperduto capannello. Vuoi vedere che è
la solita montatura nostalgica di un ´68 che non può tornare? Ma dentro le
aule, i dipartimenti brulicano di centinaia di ragazzi che discutono, studiano,
lavorano al computer, organizzano le manifestazioni del gran giorno, oggi,
davanti al Senato. Tessono reti in tutta Italia ed è un bollettino di guerra:
«Ore 11: Occupata Roma Tre! Ore 15: occupata Ingegneria! Ore 19: occupata
l´Orientale di Napoli!». E poi Firenze, Cagliari, Napoli, Bologna: «Stiamo
vincendo!». Giancarlo Ruoco, capo dipartimento di Fisica, 49 anni, un passato
giovanile nei movimenti, osserva: «Il paragone di numeri col ´77 è
improponibile, ma di sicuro questo è il movimento studentesco più partecipato
degli ultimi trent´anni. Non c´è Pantera o protesta contro la riforma Moratti
che tenga. Allora eravamo quasi più docenti che studenti in piazza. Ora sono il
doppio, il triplo, e sembrano decisi ad andare fino in fondo» Quando i
telegiornali della sera hanno diffuso il diktat poliziesco di Berlusconi, i
ragazzi più grandi hanno brindato con birre e applausi, fra gli sguardi
perplessi e intimoriti delle matricole. Che c´è da festeggiare se il premier
minaccia manganellate? «Il fatto è che gli stiamo mettendo paura, noi a loro. è
la reazione scomposta di uno che si sente debole, che non si aspettava tutto
questo, non ha una strategia e pensa di risolvere al solito modo, con la
polizia, come si trattasse di rifiuti, camorra o periferie insicure». Chi parla
è Luca, 23 anni, un´ottima laurea in lettere a Milano, venuto a Roma per
specializzarsi in filologia romanza. è di Monza: «Perfino lì hanno cacciato la
Gelmini da un comizio, e non se l´aspettava. A Monza, dov´è nata la Lega,
cinquant´anni di Dc. Non hanno proprio capito che la politica non c´entra, la
sinistra qui non comanda niente. Quando è venuta la ragazza mandata da Veltroni
(Giulia Innocenzi, ndr), chiaramente in vista della manifestazione di sabato,
le abbiamo strappato i volantini. La Cgil ha cercato di mettere il cappello sul
movimento e li abbiamo costretti ad arrotolare le bandiere rosse. Per me il Pd
significa poco, l´opposizione è inesistente, Berlusconi non è chissacché, non
mi suscita nessun sentimento. è soltanto un vecchio che fa discorsi vecchi.
Insomma, qui non c´entra la politica, c´entra la vita. Il mio futuro, quello di
Francesco, Vanessa, Ilaria...». «La mia vita attuale è questa. Studio come un
pazzo per finire in fretta e bene, lavoro in un call center, dormo in una
camera a 500 euro al mese. E sopporto pure che un Padoa- Schioppa o un Brunetta
o una Gelmini mi diano del bamboccione o del fannullone. Ma
non che taglino i fondi all´università per fare affari con l´Alitalia, aiutare la Fiat o le banche
dei loro amici. La crisi io non la pago. Questa settimana di proteste è stata
la più bella esperienza di questi anni. Si respira, si parla, si discute dei
sogni, del futuro. Penso sia un mio diritto. Ai vostri tempi era magari
diverso. I corsi universitari duravano mesi, avevi sempre gli stessi
compagni, gli stessi professori. In ufficio o in fabbrica eri solidale con
l´altro operaio o impiegato. Ora io seguo decine di corsi dove non incontro mai
le stesse persone e poi lavoro in un call center dove il mio vicino di
scrivania cambia sempre, a ogni turno, senza contare che abbiamo tutti le
cuffie e non c´è neppure la pausa caffè. In questi giorni ho alzato la testa,
mi sono guardato intorno, ho conosciuto studenti da tutta Italia, mi sento
vivo». E´ un rivolta di bravi ragazzi, della nostra meglio gioventù. Non è una
rivolta contro i padri, come furono le altre, ma di giovani che prendono sul
serio le parole dei padri. Vogliono studiare, uscire di casa, fare carriera per
meriti e non per conoscenze, crescere insomma e scoprono che in Italia non è
possibile. Non è possibile per un giovane essere «normale». Da qui la rabbia di
questi ragazzi miti. Anche un po´ secchioni. Luca e altri, con Francesco e Vanessa,
ieri ospiti di Santoro, hanno tirato l´alba a studiare la legge Gelmini nei
minimi particolari, scovando un´infinita serie di contraddizioni. Un bel lavoro
e anche una lezione per l´opposizione parlamentare che deve aspettare la
Gabanelli per accorgersi della norma salvamanager infilata nel decreto Alitalia. «La legge è piena di cazzate» mi spiegano «Taglia
i fondi per la ricerca, che in Italia è l´uno per cento del Pil contro il tre
della media europea e del trattato di Lisbona. Riduce il numero dei ricercatori
che da noi sono tre ogni mille abitanti, contro l´obiettivo di otto. Non taglia
le sedi universitarie, che in Italia sono 115, più di una per provincia, con
decine di corsi frequentati da un solo studente. Soltanto Roma ha sedi
decentrate a Civitavecchia, Rieti, Pomezia: Ma quelle rispondono a interessi
clientelari». Ilaria, che incontro a Fisica, «ci vediamo sotto la lapide di
Fermi», snocciola dati statistici come formule, sospira e conclude: «Non che
m´interessi più di tanto, perché fra un anno vado in Inghilterra. Però mi
sembra giusto dirlo, protestare finché si può». Il Dipartimento di Fisica,
quello di Fermi e Amaldi, è il fiore all´occhiello della gloriosa e ormai
sfasciata Sapienza. E´ quarta nelle classifiche europee, fra le prime dieci del
mondo, dentro un´università che non compare neppure fra le prime cento. La fuga
dei cervelli all´estero è la norma e cresce di anno in anno. Nell´«Onda» Fisica
è stato il laboratorio creativo. Il corpo docente, fra i migliori d´Italia, ha
appoggiato senza riserve la protesta. «Tanto con l´appello contro la lectio
magistralis del Papa ci aveva già criminalizzato. Peggio non può succedere».
Fernando Ferroni, professore di fisica delle particelle elementari, presidente
dell´istituto nazionale di fisica nucleare, uno degli scienziati che ha
collaborato all´accensione dell´Lhc al Cern di Ginevra, è solidale ma
pessimista sulle sorti dell´Onda: «Hanno ragione da vendere ma il clima
culturale è il peggiore possibile. Non c´è sensibilità per questioni complesse
come la formazione, la ricerca. Il governo fa discorsi primitivi, insensati ma
efficaci. L´opposizione ne sa poco o nulla. Non ha capito la portata del
disegno. Qui stanno dismettendo l´istruzione pubblica, un pezzo per volta. E´
una cosa mai successa in nessuna parte del mondo civile. Negli Stati Uniti, il
paese più malato di iper capitalismo, l´università pubblica rimane ancora
fortissima. Uno studente di Fisica può scegliere di pagare quattromila dollari
a Berkeley o quarantamila a Stanford, ma la qualità è la stessa, alla fine si
spartiscono lo stesso numero di premi Nobel. Per non parlare dell´Europa. Qui
invece fra pochi anni l´istruzione pubblica, di questo passo, sarà relegata
alla marginalità, alla serie B, a quelli che non possono permettersi di meglio.
Il tema è enorme, tocca l´essenza dei diritti di cittadinanza, ma temo che non
passerà. Criminalizzeranno la protesta, faranno scoppiare qualche incidente, e
i media andranno dietro l´onda, l´altra, quella del potere. Bisognerebbe bucare
questo muro di conformismo, ma come?» Gli studenti si sono posti il problema
d´«inventarsi qualcosa di nuovo», ne discutono in assemblea, su Internet,
chiedono idee, consigli. «L´importante è evitare paragoni col passato, gli
slogan in rima, le bandiere della politica, le stesse forme di lotta di fronte
alle quali la gente dice "l´ho già visto"e passa oltre» spiega Laura,
23 anni, delegata alla comunicazione di Fisica. «Ci siamo inventati le lezioni
in pubblico, con la lavagna a Piazza Farnese, un successo con i passanti che si
fermavano a chiedere. Venerdì (oggi, ndr) saremo a Montecitorio». Sono rimasti
a discutere le nuove forme di lotta fino alle tre, poi è entrato Stefano con le
birre. «Che ha fatto la Roma?» «Lasciamo perdere... Aò, ma la volete smettere
col dibattito? E fateve �na birra, �na canna, che so». Bisogna fare la
colletta per i cornetti. Che cosa? «Al picchettaggio offriamo cornetti agli
studenti che vogliono entrare. Li hai mai visti i picchetti con i cornetti? Lo
voglio vedere Berlusconi che manda l´esercito. A noi non ci fregano con le
provocazioni, non ci vedrai mai fare questo». E mostra il gesto della P38».
Chissà se non li fregano. Quarant´anni fa era cominciato con le colazioni ai
bambini poveri, i sit-in pacifici, il clima da «Fragole e sangue», ingenuo e
fiducioso. Fino alla prima carica della polizia. Stefano prende la chitarra,
sono ormai le tre, per tenere sveglia la truppa. Nella musica sono
conservatori, l´eterno rock, i vecchi cantautori, da De Andrè a Ligabue, che
ormai viaggia per i cinquanta. Alle quattro crolla pure il cantante, qualcuno
si rinchiude nei sacchi a pelo, altri s´infrattano, qualcuno riprende a
discutere fino all´alba, a parlare dei propri sogni, come tutti a vent´anni,
mentre il sole sorge sempre da un´altra parte.
( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina 37 - Economia
Cai cerca più di un miliardo per Alitalia L´aumento di
capitale sarà elevato. Air France: 200 milioni per il 20% Oggi l´ad Sabelli
vede i sindacati sul nodo contratti. Da Lufthansa Opa su Austrian LUCIO CILLIS
ROMA - A quattro giorni dall´assemblea, Cai prova ad accelerare. Secondo fonti
vicine al dossier , la cordata "a 16" sarebbe pronta a portare fino
in fondo l´ingresso in Alitalia senza scollamenti:
«Non c´è alcuna defezione, si va avanti come previsto», dicono. In realtà però
si starebbe profilando un aumento di capitale superiore al miliardo
preventivato: una soluzione che servirebbe ad avere i fondi necessari a
rintuzzare eventuali rilanci da parte di concorrenti nel caso di un´eventuale asta per gli asset Alitalia imposta da Bruxelles. La valutazione di Alitalia fatta da uno degli advisor, del
resto, oscillerebbe tra i 700 e i 900 milioni. E un´asta potrebbe aumentare
ulteriormente la cifra. Proprio l´ipotesi di un aumento di capitale superiore
al previsto, però, avrebbe fatto storcere il naso ad alcuni dei soci di Cai,
che non vorrebbero accollarsi impegni finanziari superiori al preventivato.
Soprattutto vista la persistenza delle difficoltà a reperire finanziamenti dal
sistema bancario. L´assemblea di martedì in ogni caso dovrà varare la
trasformazione in spa di Cai. E dovrà tra l´altro valutare come reagire alle
mosse della Ue su Alitalia e alla posizione di
intransigenza rispetto al prestito ponte da 300 milioni. In agenda c´è anche
«il tema del partner straniero», come ha sottolineato ieri Giovanni Castellucci,
amministratore delegato di Autostrade per l´Italia, azionista di Cai. Air
France e Compagnia aerea italiana, sono ancora al lavoro a Roma per definire
alcuni passaggi operativi e finanziari di un´eventuale alleanza. Lunedì
prossimo il testimone passerà a Lufthansa che è pronta ad un´Opa su Austrian
Airlines. Da Parigi il presidente di Air France-Klm, Jean-Cyril Spinetta
continua a lanciare messaggi rassicuranti: il vettore francese non intende
rinunciare all´ingresso con una quota di minoranza in Alitalia.
Spinetta sarebbe pronto ad entrare al massimo col 20% e 200 milioni di euro di
investimento. Resta però caldo il tema dei contratti e delle assunzioni nella
nuova Alitalia. Oggi l´amministratore delegato di Cai,
Rocco Sabelli, dopo le tensioni dei giorni scorsi, incontrerà i sindacati con
cui affronterà tutti i passaggi irrisolti. Piloti e assistenti di volo chiedono
con forza una maggiore trasparenza nei criteri di assunzione del personale. E
oggi il Senato metterà la parola fine all´iter del decreto Alitalia.
Un percorso non privo di difficoltà e piccoli colpi di scena dal punto di vista
politico. Il sottosegretario allo Sviluppo economico Ugo Martinat ha spiegato
che ieri «sono stati approvati sette ordini del giorno sui nove presentati: la
fotocopia di quelli passati alla Camera».
( da "Unita, L'" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Expo 2015,
Berlusconi firma in zona Cesarini Prima di volare alla volta della Cina ha dato
il via libera al decreto dopo quasi sette mesi di rinvii di Luigina Venturelli/
Milano ZONA CESARINI Una firma al volo prima di partire per la Cina. Alla fine
Silvio Berlusconi si è deciso a firmare il decreto per la governance dell'Expo
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia Pagina 217 Ieri
l'incontro tra i vettori per definire le frequenze dei voli per Roma e Milano.
Il Tar discute il ricorso di Meridiana il 30 Continuità, accordo ancora lontano
Ieri l'incontro tra i vettori per definire le frequenze dei voli per Roma e
Milano. Il Tar discute il ricorso di Meridiana il 30 È slittata a oggi la firma
delle convenzioni con l'Enac --> È slittata a oggi la firma delle
convenzioni con l'Enac È slittata a questa mattina la firma delle convenzioni
tra le compagnie e l'Enac per l'avvio delle nuove rotte in regime di continuità
territoriale, previsto per domenica prossima. Accordo ancora lontano sulla
continuità territoriale tra la Sardegna e gli scali di Roma e Milano,
nonostante qualche passo avanti. La firma delle convenzioni con i vettori è slittata
a questa mattina, quando mancheranno meno di due giorni alla partenza dei voli
con il nuovo regime di tariffe scontate. E nonostante il ministro dei Trasporti
Altero Matteoli abbia espresso all'assessore regionale Sandro Broccia, durante
un incontro ieri a Roma, la volontà di non cedere alle proposte di Enac,
liberalizzando così le rotte, ieri il tavolo tra le compagnie si è chiuso con
un nulla di fatto. Questa mattina alle 11 le compagnie saranno chiamate
dall'Enac a firmare le convenzioni. La trattativa tra Alitalia, Air One, Air One CityLiner,
Meridiana ed Eurofly è andata avanti, ieri a Roma, per tutta la giornata,
praticamente a oltranza, e si è conclusa ieri sera con un'intesa di massima
sulla spartizione delle rotte, ma con numerosi particolari (e non di poco
conto) ancora da definire. Non va poi dimenticato che su tutta la
partita della continuità territoriale pesa anche il ricorso al Tar depositato
nei giorni scorsi da Meridiana contro l'ammissione di Alitalia
e Air One CityLiner per mancanza dei requisiti richiesti dal decreto. L'udienza
per la sospensiva è stata fissata il 30 ottobre, appena quattro giorni dopo
l'avvio del nuovo regime di continuità, previsto per domenica. LE NOVITÀ Dopo
l'allarme di mercoledì sera, quando si è appreso della lettera dell'Enac al
ministro dei Trasporti Matteoli per chiedere la liberalizzazione delle rotte
aeree che collegano la Sardegna con gli scali di Fiumicino e Linate, ieri la
giornata di trattative tra le compagnie si è aperta tra mille difficoltà. Le
rassicurazioni del ministro sono arrivate soltanto in tarda serata. Le
compagnie si sono ritrovate intorno a un tavolo e hanno iniziato a discutere
dei collegamenti, dicendosi disposte a trattare sulle frequenze giornaliere, in
modo da evitare un eccesso di offerta sui collegamenti per Roma e Milano. Il
decreto sulla continuità prevede infatti che ogni compagnia, accettando gli
oneri (gli obblighi su tariffe, orari e frequenze), garantisca in toto il
numero di voli previsto dalla normativa a seconda delle stagioni, a meno che i
vettori non trovino un accordo. Con cinque compagnie che hanno deciso di
partecipare alla gara, tuttavia, si rischiava di avere oltre cinquanta voli tra
Cagliari e Roma (il decreto richiede almeno dieci collegamenti giornalieri). E
così ieri si è cercato un accordo per evitare un eccesso di offerta e
soprattutto di far decollare gli aerei semivuoti. Alitalia
si è detta disposta a effettuare due voli al giorno tra Cagliari e Roma (e
viceversa) e uno per Milano, escludendo un proprio interesse sugli scali di
Olbia e Alghero. Le rotte dei due aeroporti del Nord Sardegna dovrebbero essere
divise tra Meridiana (Olbia) e Air One (Alghero), mentre le due compagnie
continueranno (almeno fino a che non ci sarà la fusione tra Alitalia
e Air One) a operare tra Cagliari e Fiumicino e tra Cagliari e Linate più o
meno con le stesse frequenze garantite fino a ora. IL NODO Trovare l'accordo
sulle frequenze, tuttavia, non è facile. A parte le difficoltà di spartirsi il
mercato, l'ostacolo maggiore potrebbe essere quello degli orari: è chiaro,
infatti, che il volo delle 7 del mattino per Roma è più appetibile per le
compagnie perché ha un coefficiente di riempimento maggiore. Ecco perché, la
divisione non è facile. Non solo. Questa mattina si dovrà definire un accordo
prima della convocazione di Enac e i tempi sono piuttosto stretti. IL RICORSO
Restano poi altre questioni da definire: la prima riguarda le fideiussioni, già
depositate da Meridiana, mentre Air One e Alitalia lo
dovranno fare al momento dell'accettazione delle rotte. Non è escluso,
tuttavia, che il termine slitti al momento di avvio delle rotte, quindi lunedì
prossimo, visto che la partenza dei nuovi collegamenti è fissata in un giorno
festivo (domenica prossima). Infine, Meridiana ha contestato con un ricorso al
Tar l'accoglimento delle proposte di Alitalia, che ha
una licenza solo provvisoria e quindi non sufficiente per garantire l'attività
per dodici mesi, e Air One CityLiner (che ha aerei da 90 posti e non da 140
come richiesto dal decreto). Se giovedì prossimo il ricorso dovesse essere
accolto, dopo l'avvio dei nuovi collegamenti, anche il possibile accordo
raggiunto tra i vettori sarà rimesso in discussione. GIUSEPPE DEIANA
( da "Unita, L'" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Non si smonta così
la scuola Cristina Di Geronimo Con i recenti provvedimenti legislativi sul
riordino del sistema scolastico si sono ormai delineate, senza ombra di dubbio,
le strategie politiche del Governo. Il primo documento legislativo è il Piano
programmatico del ministro dell'Istruzione in applicazione dell'art 64 del D.L.
25 giugno 2008, n 112 convertito dalla Legge 6 agosto 208 n 133. Il Piano si
articola sulle seguenti linee: - aumento del numero degli alunni per classe (+
0,20 il primo anno, più un ulteriore 0,10per il secondo anno, più un ulteriore
0,10 per il terzo anno, sui limiti attuali che sono 30 alunni per le scuole
materne, medie e superiori e 25 per la scuola elementare). Stima riduzioni in
tre anni scolastici 12.800 posti docenti; - riduzione orario scolastico scuola
elementare. Stima riduzioni posti docenti nei primi due anni 14.000 posti
docenti; - riduzione insegnanti di lingua inglese nella scuola elementare.
Stima riduzioni posti docenti nei tre anni 11.200 posti docenti; - riduzione
curricoli scuole secondarie, riduzione cosi serali e cosi per adulti,
riconduzione tutte le cattedre a 18 ore. Stima riduzioni nei tre anni 49.400. Totale
generale: 87.400 posti docenti in meno in tre anni. Contestualmente, a effetto
domino saranno soppressi, sempre nei tre anni, 44.500 posti fra personale
amministrativo, assistenti di laboratorio, collaboratori scolastici. Perderanno
il lavoro, quindi, 131.900 lavoratori della scuola. I lavoratori della scuola
sono coloro che si occupano della vigilanza, dell'educazione, dell'istruzione
dei nostri figli. Quando una società decide di migliorare, di crescere anche
economicamente, investe in cultura, investe in formazione. A cosa mira, al
contrario, una società che riduce il tempo e lo spazio formativo? Riporta
indietro nel tempo la mobilità sociale. La scuola non sarà più l'occasione per
il progresso sociale. L'emarginazione delle classi più deboli sarà prima di
tutto un'emarginazione culturale. Si potrebbe dire che, con internet e la
televisione, l'accesso alla conoscenza sarà più diffuso. Ma se non saranno
forniti ai giovani le chiavi interpretative, i quadri concettuali per accedere
alle conoscenze, sempre di più esse diventeranno appannaggio di pochi. Scriveva
Neil Postman, molti anni fa, che le società possono morire per troppa stasi o
per troppo movimento e che nel mondo contemporaneo occidentale, dove le
conoscenze si moltiplicano con una rapidità impressionante, solo attraverso una
cultura solida, una scuola forte, si potrà contrastare la disgregazione
sociale. Egli parlava di una funzione termostatica della scuola. In Italia si
parte dal dato di una crisi delle scuole superiori e si abbatte la scure
principalmente sulle scuole materne ed elementari. Qualcuno dice che i nostri
giovani non conoscono la grammatica, ma nessuno dice che tutti gli
apprendimenti di base, che sono forniti nella scuola elementare, se non sono
rinforzati, nell'arco di tutto il percorso scolastico, si possono smarrire. È
come se in un'azienda dove si rileva che un settore non è produttivo, si decida
di modificare quello che invece funziona più che bene. Quegli amministratori
sarebbero considerati degli incompetenti senza ombra di dubbio. E poi, un altro paradosso è il seguente, in tutti i settori (l'Alitalia è il più recente) quando si
prevede di mandare a casa dieci o ventimila lavoratori, ci si pone il problema
di quelle famiglie che non avranno più di che vivere, ma i lavoratori della
scuola non hanno famiglia? non hanno contratto un mutuo? non devono far
fronte alla pesante crisi finanziaria, economica che il Paese attraversa? Qui
si parla di 131.900 posti di lavoro in tre anni. Una piccola nota a parte,
merita la mozione della Lega Nord approvata dal Parlamento italiano qualche
giorno fà. Anche qui si parte con i buoni propositi di integrazione, e si dice
poi, testualmente che la scuola italiana deve essere in grado di supportare una
politica di "discriminazione transitoria positiva" a favore dei
minori immigrati, avente come obiettivo la riduzione dei rischi di esclusione.
In sostanza si dice, io ti discrimino temporaneamente, per poi integrarti. Come
si procede per raggiungere questo contorto obiettivo? Con un test e specifiche
prove di valutazione per l'ingresso nelle classi normali. Coloro che non
avranno superato i test saranno inseriti in classi temporanee, e comunque, non
oltre il 31 dicembre di ciascun anno. In queste classi d'inserimento sarà
attivato il seguente curricolo formativo essenziale: comprensione dei diritti e
doveri (rispetto per gli altri, tolleranza, lealtà, rispetto della legge del
Paese accogliente); sostegno alla vita democratica; interdipendenza mondiale;
rispetto di tradizioni territoriali e regionali del Paese accogliente, senza
etnocentrismi; rispetto per la diversità morale e cultura religiosa del Paese
accogliente. Anche qui per affrontare e risolvere un problema,che pur esiste,
di integrazione di alunni immigrati nelle scuole, si ricorre ad una norma che
considerare discriminatoria è poco. È una norma che offende la dignità della
persona ed ancor più grave è che si tratta di bambini. Dirigente scolastica
Istituto comprensivo Casalvelino (Salerno)
( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina 48 - Economia
L´intervista Antonio Cornacchione, il comico del tormentone "povero
Silvio" "Basta viaggi e cachemire ora tutti al
Billionaire-discount" LEANDRO PALESTINI ROMA L´attore Antonio Cornacchione
si sente il rappresentante-tipo della classe media, quindi appare «terrorizzato
all´idea di dover ridurre i consumi, di scendere verso il basso: non vorrei
tornare da dove sono venuto». Il comico, celebre per il tormentone "Povero
Silvio!", nella satira di Che tempo che fa di Fabio Fazio (RaiTre) è da
poco approdato nello show Crozza Italia Live (La 7), nei panni di "Mister
Dollaro". E appare alquanto turbato «dalla crisi della middle class e del
bigliettone verde. Tutto è nato dai fratelli Lehman che hanno investito il
dollaro: a tutta velocità, a bordo di un Suv». Cornacchione, lei come sta
vivendo la crisi della classe media? «La vivo male. Perché sarei di ceto medio,
tendente all´alto. Noi siamo tra i più esposti. Non posso più acquistare la
macchina nuova, non compro più i vini di marca, faccio meno viaggi. I golf di cachemire?
Li comprerò di seconda mano da Bertinotti, che sta dismettendo la sua
collezione. Fedele al mio personaggio, finora sono stato ottimista, ho seguito
il verbo di Silvio Berlusconi, ma ora comincio ad avere paura. Sono l´italiano
medio, ho capito tardi che stava arrivando la crisi». Quali sono le sue
strategie anti-crisi? «Come rappresentante della middle class, avrei la
tentazione di scappare verso l´alto. Spendere. Esibire gli status symbol. Ma
non è questo il momento di scimmiottare il tenore di vita di Briatore. Dopo che
la Santanché ha abiurato la bella vita trascorsa al "Billionaire"
(lei ha annusato per tempo l´arrivo della crisi economica), noi piccoli
rampanti della classe media dovremo accontentarci di un "Billionaire"
formato discount, magari alla Bovisa: un capannone in cui ti rifilano gli
scarti delle mega-feste della Sardegna». Come si contrarranno le spese della
sua famiglia? «Pensate, io che ero abituato a bere vini di marca sono diventato
astemio. Anziché l´happy hour da un po´ di tempo sto praticando l´happy
mezz´hour: le olivette sono più piccole, i bicchieri di formato mignon, si
fanno quattro chiacchiere scarse. Mio figlio Amerigo, di tredici anni, si è
rassegnato a contrarre i consumi: le sue merendine sono sempre più piccole. Mia
moglie vuole fare un viaggio a Parigi? Bene, lo faremo, ma non sarà un weekend,
sarà un sabato vissuto intensamente. Partenza all´alba e ritorno a notte fonda.
Per risparmiare porteremo le bibite e i panini, voleremo Alitalia, facendo la dovuta attenzione
alle hostess: dicono siano affamatissime». Lei deve la sua notorietà di attore
al personaggio che "adora" Silvio Berlusconi. Ma ora fa Mister
Dollaro: è il segno dei tempi? «è il classico errore dell´uomo della classe
media. Ho puntato tutto sul dollaro, e questa valuta è crollata. Il mio
sogno americano? Pensate, ho acquistato pure una Tacuma Chevrolet (esiste:
forse hanno venduto a me l´unico esemplare, ma esiste), scelta perché va a gas,
per risparmiare. Ma ora sono in trattativa con il ministro della Cultura Sandro
Bondi: la useremo a giorni alterni, io per andare alle prove, lui per andare a
leggere le sue poesie d´amore ad Arcore».
( da "Corriere della Sera" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-24 num: - pag: 35 categoria:
REDAZIONALE La cordata e il partner estero Alitalia, l'alleanza con Air France e il nodo degli scali ROMA — ( a.
bac.) Continua il pressing di Air France per diventare partner della nuova Alitalia. Air France è molto determinata
(nella foto il ceo Jean-Cyril Spinetta), anche perché un eventuale accordo con
Lufthansa permetterebbe ai tedeschi di contare su un fortissimo sistema
aeroportuale nel centro e nel Sud dell'Europa: dagli scali di Vienna
(Austrian Airlines), Zurigo (Swiss Air), alla Malpensa e Fiumicino. Da qui
l'aggressività di Parigi. Circa la scelta di Air France-Klm, non c'è alcuna
conferma da parte di Cai, anche se, secondo indiscrezioni, al via libera
mancherebbe soltanto un accordo sull'utilizzo appunto degli scali italiani. Un
punto delicatissimo. Di qui la prudenza. L'annuncio dell'alleanza non dovrebbe essere
fatto nell'assemblea del 28 ottobre per non irritare l'Ue che è in via di
emissione del verdetto sul prestito- ponte e sull'operazione Cai. Secondo fonti
vicine a Cai, nessuno degli attuali soci avrebbe intenzione di venir meno.
L'assemblea dovrebbe limitarsi a deliberare la trasformazione in spa e
l'aumento di capitale che verrà sottoscritto successivamente. Quanto al vincolo
del lock up dovrebbe essere inserito nello statuto. Oggi nuovo round con i
sindacati sui criteri per gli ammortizzatori sociali. I piloti attendono
risposte alle loro proposte sui contratti.
( da "Manifesto, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Alle briciole di
Brunetta Cgil e Rdb dicono no Cgil e Rdb dicono no Statali: Cisl e Uil
accettano l'accordo «preconfezionato» Antonio Sciotto ROMA Si complica il
quadro del pubblico impiego, perché ieri il ministro Renato Brunetta ha messo
sul tavolo gli aumenti - 70 euro lordi per il biennio 2008-2009 - e i sindacati
si sono divisi. La Cisl ha detto subito sì, la Uil si è accodata subito dopo,
mentre la Cgil dice no: «Risorse troppo basse», hanno spiegato Guglielmo
Epifani e Carlo Podda (segretario Fp Cgil) uscendo dall'incontro con il
ministro a Palazzo Vidoni. No anche da Rdb Cub, che annuncia nuovi scioperi: il
coordinatore Paolo Leonardi ha protestato per l'ammissione al tavolo di Renata
Polverini (Ugl), che secondo le regole del settore non potrebbe trattare, dato
che non ha rappresentanza. Inoltre, ai sindacati è stato prospettato anche un
cambio di modello contrattuale, per unificare il settore pubblico con il
privato, sulla falsariga delle «linee guida» presentate da Confindustria: la
Cgil ha aderito al «tavolo tecnico» che si riunirà presso il ministero, ma ha
fatto capire che si potranno ipotizzare sbocchi positivi solo nel caso in cui
sia Palazzo Chigi a convocare un «tavolone» che discuta le regole generali.
Perché, come ha ribadito Epifani, «c'è una parte consistente che non ha
condiviso quelle linee guida, e questo non è un buon risultato per il governo».
Tornando al nodo degli aumenti, Brunetta ha spiegato che «al protocollo
presentato dal governo hanno già aderito Cisl, Uil Pa e Ugl», mentre «la Cgil
ha detto no». Brunetta ha ricalcato lo stesso metodo usato qualche settimana fa
da Emma Marcegaglia: ai sindacati è stato presentato un protocollo già scritto,
e non un'ipotesi di accordo maturata al termine di un faccia a faccia, ed è stato
chiesto semplicente se volevano aderire o no. Un «canovaccio» che ha compreso
anche l'immediata adesione di Cisl e Uil, e il no della Cgil. Ma secondo le
regole del settore pubblico, un contratto è valido solo se siglato dal 51% dei
sindacati rappresentativi, e senza la Cgil quella quota non si raggiunge:
dunque è tecnicamente impossibile un contratto separato con le sole Cisl e Uil.
Da qui l'insistenza di Brunetta sull'erogazione unilaterale. «Io vado avanti
comunque», ha spiegato il ministro a chi gli chiedeva cosa succederà se la Cgil
non firma. «Mi auguro - ha continuato - che ci possa essere un accordo con
tutti, e anzi io punto ad averlo già entro metà novembre, ma nella malaugurata
ipotesi che non venisse raggiunto, procederò a erogare l'indennità di vacanza
contrattuale in dicembre, 100-110 euro con le tredicesime. Mentre in gennaio,
darò il 90% degli aumenti previsti, come dispone la legge finanziaria».
Nell'ultima finanziaria, il governo ha infatti previsto una norma inedita: il
ministero può erogare aumenti anche in assenza di accordi con i sindacati. «Il
quadro è cambiato - ha spiegato Brunetta - Prima alcuni sindacati dicevano no
per ottenere qualche euro in più, perché in passato si apriva il tavolo senza
risorse certe, e poi si decideva quanto stanziare. Il nostro governo, al
contrario, ha prima stanziato le risorse e poi ha aperto le trattative. Dunque
non c'è un euro in più, ci sono solo i 6 miliardi stanziati in finanziaria: che
vogliono dire 60 euro per lo stipendio e 10 di salario accessorio. Non saranno
cifre alte come quelle del passato, ma con la crisi sono sempre meglio di
niente». «Il no della Cgil - ha concluso il ministro - sarebbe imbarazzante se
non ci fosse la norma che mi permette di erogare il 90% in gennaio: perché
vorrebbe dire che i lavoratori, senza la firma di un accordo, non avrebbero
nulla in busta paga. Sono già passati 10 mesi e io questi 6 miliardi li voglio
dare: meglio in tasca ai dipendenti che nelle casse dello Stato». Potrebbe
profilarsi, dunque, quanto già visto con Alitalia e nella discussione del modello
contrattuale con Confindustria: il solito dibattito stucchevole, che vede
alleate le imprese, il governo e gli altri sindacati nell'individuare nella
Cgil l'organizzazione dei «no», mentre farebbe gli interessi dei lavoratori (e
addirittura del Paese, data l'emergenza crisi) chi dice subito sì. E'
anche vero, dall'altro lato, che i sindacati di categoria del pubblico impiego
hanno una maggiore coesione, in questi mesi hanno proceduto compatti, ma il
quadro è complicato dal fatto che il ministro Brunetta non ha lasciato
intravedere margini di trattativa sul salario («Non c'è un euro in più») e ha
l'arma potente dell'aumento unilaterale.
( da "Manifesto, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
ALITALIA
Pochi capitali, controlli europei e «pulizia etnica» Fr. Pi. Ma è proprio
sicuro che Cai voglia comprare Alitalia? Qualche dubbio
comincia a venire, perché la «cordata» messa insieme da Bruno Ermolli per
volontà di Berlusconi è fin dall'inizio molto povera di capitali. Il massimo previsto, dopo la
«colletta» tra i soci, è un miliardo. La conferma arriva da Parigi, dove Air
France ha messo da parte 200 milioni per prendersi il 20%, qualora fosse
preferita a Lufthansa. Ma cosa ci fai con un miliardo? Ben poco, anche se la
valutazione «soggettiva» di Alitalia fatta da Roberto
Colaninno (presidente di Cai) è di appena 400 milioni. Manca ancora, infatti,
la valutazione ufficiale proposta da un advisor teoricamente terzo (Banca
Leonardo), ma che conta tra i soci diversi membri della cordata. Questo advisor
è in difficoltà perché soltanto gli «slot» esteri (i diritti di atterraggio su
cui si costruiscono i voli regolari) della compagnia di bandiera vengono
stimati dagli addetti ai lavori almeno 6-700 milioni. In più tocca considerare
gli slot posseduti su Fiumicino e Malpensa. E anche la flotta, pur se in parte
da ammodernare, ha un valore non banale, per non parlare degli immobili, ecc.
Nonostante questo la Cai vuol «chiudere» la trattativa sui contratti da
applicare prima ancora di avanzare l'offerta e conoscere la valutazione «di
mercato» degli asset che pretende di comprare. Una trattativa, spiegano un po'
tutti i sindacati, che non è mai partita: «ci sediamo, ascoltiamo quello che ci
dicono, rispondiamo che sono cose che non stanno in piedi, nel trasporto aereo;
si alzano e fine della discussione». Addirittura lunari le proposte avanzate da
Cai per quanto riguarda i criteri con cui procedere alla selezione dei
dipendenti ex-Alitalia da assumere nella nuova
compagnia: nemmeno presi in considerazione tutti coloro che presentano
«rigidità intrinseche». Espressione tecnocratica per indicare le lavoratrici
madri (esentate dai turni di notte), i dipendenti che hanno usufruito a volte
della legge 104 (cure parentali), tutti i part-time. Le hostess sono rimaste di
sasso: «Che in una trattativa sindacale si possano fare affermazioni del genere
è indecente. E poi parlano di 'aiuti alle famiglie'. Una posizione del genere
significa che le donne dovrebbero scegliere tra il lavoro e il fare figli. E a
chi già li ha non resterebbe che affidarli a un istituto e dimenticarli». I
sindacalisti di lungo corso guardano con scetticismo a queste uscite: «sono
provocazioni a freddo; l'unica incertezza è se le fanno per far saltare il
tavolo dando la responsabilità a noi, oppure se sperano di ottenere ogni giorno
qualcosa di più; in ogni caso stanno sbagliando i calcoli». Tanto più che la Ue
ha fatto chiaramente intendere di voler tenere sotto controllo tutta la
procedura di vendita (per verificare se c'è o no «continuità aziendale» tra Alitalia e Cai). In ballo ci sono i 300 milioni del
prestito-ponte da restituire. Nella seconda ipotesi sarebbero un problema della
«bad company» e del commissario Augusto Fantozzi (ossia dei contribuenti). Nel
primo, invece, peserebbero come un macigno sulla misera capitalizzazione della
«nuova Alitalia».
( da "Tempo, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
stampa Giancarla Rondinelli
g.rondinelli@iltempo.it Ci risiamo. ... Giancarla Rondinelli
g.rondinelli@iltempo.it Ci risiamo. Sindacati ancora divisi. Dopo la vicenda Alitalia, stavolta la spaccatura è sulla riforma del modello
contrattuale. Un argomento su cui già si preannuncia qualche tensione. Ieri
pomeriggio, alla fine di un incontro con i sindacati, il ministro Brunetta ha
spiegato che ad aver aderito al protocollo d'intesa avanzato dal governo sono
Cisl, Uil-P. a. e Ugl, mentre per la Confal, la Cse e l'Usae l'adesione
è con riserva. No secco da parte della Cgil. «Ai no della Cgil ahimè ...sono
abituato soprattutto quando non ci sono i governi amici», commenta Brunetta.
«Contrariamente al passato oggi si è aperta una trattativa a risorse date
(previste dal decreto Tremonti e la Finanziaria, ndr) e non c'è un euro in più.
Per questo il no mi stupisce, significa non accettare il quadro esistente e,
dati i tempi, è un no impegnativo verso i lavoratori». Per quanto riguarda il
modello contrattuale nella riunione di ieri si è deciso di aprire un tavolo
tecnico tra le parti per arrivare a linee generali entro metà novembre. Un
lavoro, questo, a cui prenderà parte anche la Cgil. Nel frattempo se non si
sarà riusciti ad arrivare ad un consenso generale, ha rilevato il ministro, a
gennaio comunque sarà anticipato il 90% dei 6 miliardi come previsto in
Finanziaria. E dal ministro arriva anche un messaggio per la Cgil: «Il loro no
significa non accettare il quadro economico esistente, vorrebbe dire nulla in
busta paga per molto tempo. E mi auguro che non sia questo che voglia». Ma il
più grande sindacato italiano non ci sta. «Le risorse sono troppo basse e non
c'è chiarezza sulla restituzione dei soldi» dice il segretario generale
Guglielmo Epifani. Sulla riforma del contratto la Cgil ha aderito
all'istruttoria per definire un nuovo modello per il pubblico impiego.
( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Venerdì
24 Ottobre 2008 Chiudi Da lunedì riduzione drastica per i voli dell'Alitalia all'aeroporto
di Fiumicino: nove le destinazioni internazionali che non saranno più
raggiunte. C'è anche Los Angeles. Inoltre, taglio delle frequenze anche per il
volo Az610 per New York. Roma paga un prezzo molto più alto di quello di
Milano.
All'origine di questa decisione l'urgenza della riduzione dei costi. Il sindaco
di Fiumicino, Mario Canapini, spiega: «Stiamo pagando un prezzo troppo alto,
nelle aziende dell'indotto sono già cominciati i licenziamenti. Questa
decisione è un pessimo segnale, anche dal punto di vista politico». Per
mercoledì 5 novembre è stato convocato il tavolo interistituzionale degli enti
locali che dovrà affrontare questa emergenza. Mancini all'interno
( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Venerdì
24 Ottobre 2008 Chiudi Il nuovo orario scatta da lunedì. Ridotto anche lo
"storico" Az610 per New York Alitalia, la scure dei
tagli su Fiumicino La compagnia cancella i voli: Roma paga un prezzo più alto
di Milano
( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Venerdì
24 Ottobre 2008 Chiudi PASSEGGERI 32 mln Nel 2007 i passeggeri sono stati 32
milioni. Con il taglio dei voli Alitalia, Fiumicino
rischia di frenare la sua crescita
( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Venerdì
24 Ottobre 2008 Chiudi Alitalia chiude le rotte: Roma paga più di
Milano Nove le destinazioni internazionali cancellate a Fiumicino, solo due a
Malpensa
( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Venerdì 24 Ottobre
2008 Chiudi «Qualcuno sta presentando il conto a Fiumicino: già da qualche mese
i debiti di Alitalia hanno messo in ginocchio il
sistema delle microimprese di quest'area. Questi tagli sono un'altra mazzata,
un'ulteriore ricaduta pesante sul territorio». Mario Canapini, sindaco di
Fiumicino ed ex presidente dell'associazione dei comuni aeroportuali, scuote la
testa mentre legge la comunicazione di servizio relativa ai voli lasciati a
terra tra il "Leonardo da Vinci" e nove diverse città estere. «Lo
stupore e la preoccupazione aumentano in modo esponenziale
scandisce il primo cittadini fiumicinese Dopo l'annuncio del salvataggio dell'Alitalia da parte di Cai pensavamo di
aver raggiunto forme di garanzie e tutela sufficienti per questo quadrante
della capitale. Invece ci dobbiamo ricredere. Fiumicino sta già pagando da
diversi mesi il prezzo di un'Alitalia che non salda o paga a fatica i fornitori ed i servizi.
Le piccole imprese, gli artigiani, i centri di servizio stanno licenziando
oppure chiudono e questa riduzione dei voli è un pessimo segnale, anche sotto
il profilo politico». E proprio sul piano politico mercoledì 5 novembre le
istituzioni locali tenteranno di giocare una partita importante. Per quella
data, infatti, è stato convocato, nella sede della Giunta regionale, il tavolo
interistituzionale istituito per concertare le iniziative in grado di
affrontare le conseguenze occupazionali ed economiche che l'accordo Cai-Alitalia avrà sul territorio. Prenderanno parte all'incontro
il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti e i sindaci di Roma e
Fiumicino, Gianni Alemanno e Mario Canapini. Negli obiettivi fissati
dall'apertura del tavolo, il Governatore Piero Marrazzo, sottolinea che
«l'appuntamento consentirà alle istituzioni di costruire una proposta concreta
rispetto alla crisi Alitalia, valutando le necessità
infrastrutturali per dare nuova forza all'area di Fiumicino e le ipotesi di
investimenti e di liberazione di rotte capaci di garantire all'aeroporto
"Leonardo da Vinci" di restare uno scalo di riferimento a livello
intercontinentale». «L'impatto di queste riduzioni operative ribadisce con
fermezza il mini-sindaco di Ostia, Giacomo Vizzani è devastante sul
micro-indotto ovvero su quelle imprese che, per dimensioni e per loro natura,
non godono neanche degli ammortizzatori sociali. Si parla di migliaia di posti
di lavoro tra Ostia e Fiumicino. E non si può considerare con leggerezza la
questione sostenendo che gli slot che lascia Alitalia
potranno un domani essere ceduti ad altre compagnie: è noto, infatti, che i
vettori stranieri le loro forniture le fanno "in casa". Nè si può
imporre loro di servirsi di aziende e fornitori locali». Vizzani, in quanto
presidente di un municipio, non è stato invitato a prendere parte al tavolo
interistituzionale del 5 novembre prossimo. «Riferirò al sindaco Alemanno quali
sono le nostre preoccupazioni e quali bisogni vanno tenuti in debita
considerazione nell'assetto d'area di pertinenza della città del volo» spiega
il presidente municipale. Intanto monta il malcontento anche tra i lavoratori.
Ieri l'intersindacale dell'SdL ha diffuso tra i dipendenti della compagnia di
bandiera un volantino che prefigura tempi non proprio sereni. Il tema è quello
dei contratti di lavoro per la nuova compagnia Cai. «Se questa pantomima
dovesse continuare e se ci trovassimo nella stessa situazione che ha prodotto
gli stessi risultati negativi che abbiamo purtroppo dovuto già subire firma
minacciosamente Fabrizio Tomaselli, coordinatore intersindacale ciò
provocherebbe questa volta una reazione che non potrà che essere dura da parte
dei lavoratori. La sensazione è che si stia tirando troppo la corda in una
situazione già esplosiva che potrebbe produrre a questo punto un dissenso ed
una reazione dei lavoratori difficilmente prevedibile». G.Man.
( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Venerdì 24 Ottobre
2008 Chiudi di GIULIO MANCINI Nove destinazioni cancellate e due collegamenti
ridimensionati, tutti su rotte internazionali e intercontinentali. E' pesante
il prezzo che Roma già da lunedì prossimo pagherà per i
tagli Alitalia su
Fiumicino. La dirigenza della compagnia messa alle strette dai problemi
economici metterà a terra altri dieci velivoli. E dovrà rinunciare a quelle
linee, configurando riflessi pesantissimi sul movimento turistico legato a
Roma. Nell'attesa che Cai prenda possesso dell'eredità Alitalia - operazione che martedì
prossimo sarà meglio definita con l'assemblea dei soci che metterà a
fuoco l'alleanza con la compagnia straniera i vertici dell'azienda
commissariata hanno dato il via all'orario invernale che fissa
ridimensionamenti preoccupanti più per l'operativo di Fiumicino che per quello
di Malpensa. Alitalia rinuncia a ben nove destinazioni
internazionali: Dubai, Los Angeles, Lisbona, Malaga, Valencia Vienna, Berlino,
Zurigo e Salonicco. Ciò significa che a partire dal 27 ottobre e con gradualità
sino al 9 novembre gli aerei di ciò che resta della compagnia di bandiera non
solo non collegheranno più quelle località a Roma ma non vedranno più la livrea
tricolore. Nel dettaglio, da martedì prossimo verrà interrotta la linea Az tra
Fiumicino e Dubai. Rotte chiuse da sabato 1° novembre con Lisbona, Malaga,
Valencia, Vienna, Berlino, Zurigo e Salonicco. Dal 9 novembre verrà cancellato
anche il collegamento con Los Angeles (rotta inaugurata a primavera).
Ridimensionamento anche per la storica rotta Az610, il Roma-New York, che dal
12 novembre si vedrà cancellata la frequenza del mercoledì e dal 21 anche
quella del venerdì. Previste riduzioni, infine, anche per Boston e Toronto. I
provvedimenti dell'Alitalia riguardano in via
marginale anche Malpensa e Venezia. Le cancellazioni dall'hub milanese sono su
sei collegamenti (con Praga, Belgrado, Trieste, Napoli, Catania e Palermo da
domenica prossima) e due destinazioni, Stoccarda e Bilbao (dal 27 ottobre). Az
non decollerà da nessun aeroporto italiano alla volta della città tedesca e per
quella dei Paesi Baschi. Infine rotte eliminate tra Venezia e Napoli e tra
Venezia e Cagliari. Che si tratti di un provvedimento assunto non per
ricalibrare il traffico in ragione della stagionalità invernale bensì per
fronteggiare l'emergenza economica sempre più pesante, lo confermano anche in Alitalia. «E' evidente che siamo di fronte ad iniziative
collegate al contenimento dei costi spiegano dalla sede della Magliana Nella
determinazione del programma invernale si è dovuto tenere conto pure del fermo
di altri dieci velivoli. Ora il totale degli aerei lasciati a terra sale a
( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Venerdì 24 Ottobre
2008 Chiudi di LUCIANO COSTANTINI ROMA Altro che unità sindacale. Ormai i
tavoli negoziali si aprono e si richiudono con l'inevitabile, scontato esito:
Cisl, Uil e Ugl che accettano il confronto e la Cgil che lo boccia, per
questioni di «metodo» prima ancora che di «merito». Era
accaduto sulla vertenza Alitalia, sta accadendo sul progetto di riforma del modello contrattuale.
Che poi si discuta di comparto pubblico o privato, be' al momento non fa
davvero la differenza. Ieri sera, dinanzi al ministro Renato Brunetta, lo scenario
si è riproposto. Nessuna sorpresa. A fotografare la spaccatura è stato
lo stesso titolare della Funzione Pubblica dopo una riunione specifica sugli
aumenti retributivi: Cisl, Uil, Ugl da una parte; Cgil dall'altra; in mezzo
Cofsal, Usae e Cse, tre sigle facenti parte del vasto e complesso firmamento
sindacale. Al tavolo, ovviamente, si discute degli adeguamenti salariali per i
tre milioni di dipendenti pubblici: i tempi non saranno brevi. Ma Brunetta - ed
anche una larga parte del fronte sindacale - vorrebbe poter affrontare la
spinosa questione della riforma del sistema contrattuale che è al centro di una
discussione infinita tra Epifani, Bonanni, Angeletti, Polverini e Emma
Marcegaglia, cioè sindacati confederali e Confindustria. L'obiettivo è quello
di potenziare gli accordi di secondo livello legandoli al parametro della
produttività. Al momento Brunetta si accontenterebbe di elaborare anche nel
comparto pubblico le linee guida della riforma che poi dovrebbero andare a
confluire - nell'arco di un mese - nel progetto definitivo di revisione del
sistema. Anche Cisl, Uil e Ugl sono d'accordo. Anzi, sono state proprio le tre
sigle a sollecitarlo, ma ritengono che un'eventuale revisione che non
riguardasse anche la macchina statale, escluderebbe dagli aumenti retributivi
(di secondo livello) i dipendenti statali. Il risultato sarebbe quello di
dividere i lavoratori in due serie: A e B. Anche la Cgil vuole evitare questo
rischio. Solo che non condivide il metodo di confronto prima ancora che la
sostanza del progetto. Epifani non intende depotenziare i contratti
centralizzati che poi sono quelli che dovrebbero coprire l'aumento del costo
della vita. Il risultato è di un oggettivo impasse su tutto il fronte
negoziale. Ed appare probabile che in mancanza di un'intesa sul versante
privato, il pubblico non potrà fare un passo in avanti.
( da "EUROPA ON-LINE" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Lega, Ue e piloti.
Le grane del governo su Alitalia
gianni del vecchio La pressione dei parlamentari del Nord per salvare Malpensa,
i paletti della commissione europea e le bizze dei sindacati autonomi. Sono
questi i tre fronti che si sono aperti nelle ultime ore sulla cessione di Alitalia e che mettono in seria
discussione un risultato che il governo considerava acquisito ovvero il
salvataggio della compagnia di bandiera. Ma andiamo con ordine. La
questione Alitalia sta mettendo a soqquadro la
maggioranza perché la gestione emergenziale del commissario Fantozzi penalizza
fortemente Malpensa. Basta ricordare le cifre snocciolate dal governatore
Roberto Formigoni. Dal prossimo primo novembre, secondo la regione Lombardia, il
piano di ridimensionamento della compagnia di bandiera prevede una riduzione di
voli su Malpensa da
( da "Stampa, La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
GRANDI CAMPIONI DEL
PASSATO AL RALLY LEGEND DI SAN MARINO Al via anche Ormezzano, Bernecoli,
Ubertino e Maroso Grande successo per la sesta edizione del Rally Legend di San
Marino. Federico Ormezzano ha guidato la Stratos Alitalia, Sandro e Leonardo Bernecoli a
bordo di una Fiat 131 Abarth hanno chiuso al 66° posto, Silvio Ubertino
(presidente dell'Amsap) si è ritirato per un guasto alla Porche 911. Ugo Maroso
in coppia con Stefano Filisetti (Ritmo 130 Abarth Jolly Totip) è giunto 56°.
\
( da "Giornale.it, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
n. 255 del 2008-10-24 pagina 27 Alitalia Air France pronta a entrare, ma crolla in Borsa di Redazione
Secondo il quotidiano francese Les Echos, Air France Klm sarebbe intenzionata a
investire 200 milioni per acquistare il 20% del capitale di Cai, la
società-cordata italiana pronta a rilevare le attività di volo di Alitalia. La decisione, come ha
confermato ieri il socio di Cai e presidente di Atlantia, Giovanni Castellucci,
sarà sottoposta all'assemblea in programma martedì prossimo. Sempre
interessata, oltre ad Air France, anche Lufthansa. Ma nel risiko europeo dei
cieli va considerato che Parigi ha abbandonato, a favore dei tedeschi, la
partita per l'acquisizione di Austrian; si può immaginare, a questo punto, una
specie di «scambio» di obiettivi. Air France ha tuttavia comunicato di
aspettarsi una crescita zero fino al 2011 e ieri alla Borsa di Parigi ha perso
quasi il 13%. Tornando a Cai, i soci si stanno interrogando sul futuro del
prestito ponte di Alitalia, che la Ue sarebbe
intenzionata a considerare illegittimo. Secondo alcune interpretazioni i 300
milioni potrebbero essere attribuiti all'acquirente, che quindi dovrebbe
restituirli. In questo caso, l'offerta imminente ma non ancora presentata per
rilevare le parti profittevoli di Alitalia, verrebbe
ridotta dell'equivalente. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 -
20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Qualcuno si ricorda che
in Italia, grazie all'intuizione molto pop di Julius, è stata introdotta una
nuova imposta? Si chiama Robin tax. E l'idea geniale era quella di colpire
quegli sfruttatori dei banchieri e dei petrolieri (con appendice di chi invece
il petrolio lo brucia, come le compagnie elettriche). Ebbene ora ci troviamo
nella paradossale situazione per la quale gli stati nazionali con una mano
tassano le banche (in particolare gli interessi che riconoscono ai correntisti
sono in parte indeducibili) e con l'altra restituiscono soldi alle banche più o
meno nazionalizzandole. Nel frattempo il petrolio è sceso sotto 80 dollari e
gli extraprofitti (intuizione socialista) evaporano. Mi chiedo se Julius, come
dice, aveva previsto tutto, non poteva prevedere anche questo elementare
paradosso? Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 38 ) » (2 votes, average: 5 out
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Commenti Invia questo post a un amico 06Oct 08 Chi ci salva dai salvatori?
L'america ha adottato misure per contrastare la crisi da 850 miliardi di
dollari. L'Europa si è vista a quattro e ha detto che nessuna banca europea
verrà lasciata fallire. Tutti, me compreso, hanno sostenuto che in una fase
eccezionale come l'attuale si possono adottare provvedimenti eccezionali, con
il ritorno dell'intervento statale. Poi sulle tecnicalità si può discutere per
anni, ma il principio è che lo Stato debba fare qualcosa. Ma se sbagliassimo? é
questo il punto. Guardiamo alla "deficiente regola" volta ad azzerare
le vendite allo scoperto, che più o meno tutte le Borse del mondo stanno
adottando. Chi pensava che solo attraverso questo strumento di limitassero i
ribassi delle azioni, si è sbagliato di grosso. Si introduce una fortissima
distorsione al mercato e non si porta a casa neanche un risultato. ragionamento
simile si può. forse provocatoriamente, fare per gli attuali interventi statali
nell'economia. Non stanno risolvedno il problema borsistica e a ruota neanche
quello di operatività delle banche. Come se non fossero stati fatti. In
compenso ci troviamo le manone ingombranti della politica sui nostri affari.
Speriamo di non dovercene pentire. Gli americani sanno liquidare l'intervento
dello Stato in pochi anni. Noi Europei quando ci sediamo alla tavola del mercato,
ci restiamo anche dopo il dessert. Scritto in finanza Commenti ( 56 ) » (8
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04Sep 08 I conti su Alitalia Fate voi la somma. +Lo stato esce definitivamente dal trasporto
aereo (Marrazzo permettendo) -Balla un miliardino di debiti che pagheranno i
contribuenti +AirFrance chidedeva che i diritti di volo in Italia fossero solo
suoi, ciò non è previsto dal nuovo progetto -Unire due debolezze (Ali e Air)
amplifica una posizione dominante, ma non garantisce un buon servizio +I
sindacati hanno le spalle al muro: o così o si muore -Sono inviatati al tavolo
(passera dixit) per concordare il piano industriale +AirFrance in fondo, ma
mica tanto, è una società pubblica (18% di Sarko') -Airfrance sa far fruttare
una compagnia aerea e viaggia in tutto il mondo +Colaninno&co ci mettono il
grano e si assumono un bel rischio (in Italia praticamente nessuno ha fatto
quattrini con i voli di linea) -Aifrance avrebbe pagato qualcosa alle minoranze
e allo Stato, mentre i nostri eroi oggi si assumono un rischio ma a prezzi ben
più da saldo +E' stata Aifrance a rompere le trattative: aveva posto tre
condizioni tra cui l'assenso dei sindacati al piano di vendita. Che ovviamente
non c'è stato -E' stato l'adorato Cav, in campagna elettorale, a dare
indirettamente man forte ai sindacati dicendo che la compagnia deve restare in
mani italiane +Lufthansa e Airfrance e tutte le compagnie americane non possono
essere acquistate da stranieri e dominano sui rispettivi mercati nazionali -Non
è detto che il concetto di italinità o francesità corrisponda, alla fine,
all'interesse molto concreto, dei cittadini-utenti La somma dei più e dei meno.
cari commensali, che risultato dà? Scritto in Varie Commenti ( 140 ) » (9
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RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 26Aug 08 Alè Magno
L'idea di Alè Magno di istituire una commissione, darla in mano a Giuliano
Amato (quello che rinfaccia Craxi e forse anche lo scippo sui conti corrente) e
discutere dei problemi de Roma, mi sembra una scemata pazzesca. Ogni stagione
ha le commissioni di che si merita. Oggi con la moda dell'anticasta, si deve
dunque dare una nobiltà ad una commissione che comunque non servirà a nulla.
Voglio dire che senso ha per un amministratore cittadino inventarsi grandi temi
di discussione. C'è bisogno di una Commissione per decidere ad esempio che
l'acea debba essere privatizzata? assolutamente no. e di fatti, Alè magno non
vuole venderla. C'è bisogno di una commissione per decidere di ampliare ed
eventualmente liberalizzare le licenze dei tassisti romani? assolutamnete no. E
di fatti Alè Magno è l'idoletto della corporazione dei tassisti. C'è bisogno di
una commissione per spiegare ad un sindaco che se due suoi ospiti olandesi
vengono stuprati e presi a mazzate tra i denti, è il caso almeno nel giorno del
fattaccio di tenere la bocca chiusa o almeno aprirla per chiedere scusa a nome
di una città anch'essa ferita? Scritto in Varie Commenti ( 40 ) » (7 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14Aug 08 Julius ha visto
la luce Il nostro Julius (Tremonti, per chi non lo sapesse) ha visto la luce.
Già si capiva per la verità leggendo con attenzione un interessante fondo del
convertito (alle ragioni ministeriali) Giannino, di un paio di giorni fa. Un
liberale doc, a patto che non si discuta dell'operato di Julius. Ma ritorniamo
alla luce. Su Libero leggevamo: "il Papa su questo la pensa come Giulio
Tremonti, non come gli alfieri del mercato che sul Corriere della sera e Sole
24 ore da mesi ribattono che quelli contro i derivati sul petrolio e sul grano
sono attacchi di irriducibili passatisti, di vecchi arnesi nostalgici del
protezionismo. Ora si è capito ancor meglio, che i giudizi del Papa non sono
poi coincidenze casuali, con Tremonti" . E poi oggi finalmente sul Corrierone
una domanda (anzi una non domanda) infilata lì per caso: "A luglio il papa
ha condannato la speculazione." E Julius, poco prima: "Come sempre,
nei grandi passaggi della Storia, la visione della Chiesa è fondamentale per la
comprensione dell'esistente". La lieta novella della parabola di Julius:
"L'azione dei governi ha fermato la speculazione". Sintetizziamo il
filo logico del ragionamento: la speculazione è la peste del secolo-tremonti ha
convinto di ciò il papa- la Chiesa ha sempre una grande visione e la condivide
con Julius-i governi, incalzati da Julius hanno bloccato il contagio malefico.
Hip hip hurra. Per fortuna che abbiamo il nostro adorato Cav. Scritto in
Berlusconi IV Commenti ( 84 ) » (7 votes, average: 4.14 out of 5) Loading ...
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post a un amico 25Jul 08 Obama e l'Italia Folla a Berlino. E poi a Parigi. E of
course Londra. Niente visita in Italia. Il mitico Obama ci riporta con i piedi
per terra. Non contiamo nulla, neanche una visitina, un saluto. Certo facendo
jogging ieri a Berlino e intercettato da un'abile giornalista di Sky24, ha
detto: primo o poi in Italia verrò. Deo gratias. Scritto in Varie Commenti ( 62
) » (3 votes, average: 3.67 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro ©
2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 15Jul 08
Il casco per i baresi e i mutui per gli americani Fannie e Freddie, nonostante
i simpatici nomi, stanno affossando i mercati di tutto il mondo. Non sono
banche e non sono neanche società per azioni tradizionali. Sono state create
per agevolare il mercato immobiliare americano. In sintesi prestano i soldi
alle banche che prestano i soldi ai clienti per accendere un mutuo. In questo
modo le banche americane avevano sempre risorse fresche per alimentare il
mercato dei prestiti immobiliare. Una volta comprati i mutui di terzi le due
nostre li impacchettano in obligazioni che cedono sul mercato. Per questa loro
caratteristica sociale (agevolare la proprietà edilizia) sono Gse (Governament
sponsor enterprise) e dunque, pur quotate sul mercato, in ultima analisi sono
agenzie governative (come d'altronde erano in origine). Questa garanzia statale
ha permesso loro di raccogliere danaro a tassi molto vantaggiosi e dunque
alimentare la bolla speculativa. Inoltre (toccherebbe ricordarlo a qualcuno)
per statuto non finanziano mutui subprime.. E proprio per questo il mercato dei
mutui subprime (quelli che hanno scatenato l'attuale crisi) è esploso: le
banche tradizionali non riuscivano a fare concorrenza, visti i tassi
superbassi, a Fannie e Freddie e dunque hanno cercato (colpevolmente) di andare
su un mercato a queste precluso: quello dei debitori subprime, insomma non
buoni. Qualche conclusione: 1. Freddie e Fannie, figlie di una concezione
roosveltiana, non sono mai state sul mercato. 2. Sono diventate negli anni 70
un ibrido a noi molto ben conosciuto: privatizzano gli utili e socializzano le
perdite 3. Il salvataggio di oggi è stato scritto ieri quando furono concepite
4. il fatto che prestassero troppo era noto da tempo (lo disse greenspan in
un'audizione davanti al senato) 5. il loro fallimento non è un fallimento del
mercato, ma del regolatore. che ha pensato di cavarsela quotandole sul mercato.
E che ha alimentato per questa via la bolla immobiliare. 6. salvarle oggi è
ragionevole, così come è ragionevole, secondo il sindaco di bari, regalare, a
spese dei contribuenti, un casco ai motociclisti pizzicati senza. Scritto in
pol economica Commenti ( 25 ) » (3 votes, average: 3.67 out of 5) Loading ...
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post a un amico 07Jul 08 Cosa ne pensano i lib-lib di Julius In questo blog
abbiamo più volte "sfottuto" il nostro Julius per la sua ansia Pop.
L'inutile e dannosa Robin tax, la populistica esclusione dei ricchi (solo
70mila? solo due dei quali in piazza di Spagna a Roma?) dai benefici Ici sulla
prima casa, la card per gli anziani, la lotta contro la speculazione. E via
dicendo. Anzi, già che ci siamo, gli insopportabili slogan contro il
"mercatismo". Senza considerare la mancata liberalizzazione per
eccellenza: e cioè la riduzione delle imposte sui redditi o per lo meno una
prospettiva di riduzione. Che il Dpef non ci da. Insomma quello che pensiamo
sul Julius pop per i nostri commensali (che spesso hanno anche criticato il
cuoco) è pietanza nota, anche se non a tutti gradita. Ieri è arrivata in cucina
una mail di David Baccini, intitolata "Tremonti il socialista ci porterà
al disastro". Vi inoltro le prime righe: "sono sconcertato per il
comportamento schizoide del Ministro Tremonti, nel quale non ho mai riposto
alcuna fiducia e che affonderà il Governo, ma sopratutto per il "sentiment
filogovernista-filotremontiano antimercato" di Giannino: scioccante
davvero. Altrettanto sconcerto va verso l'IBL, che di fronte ad accuse
tremontiane al mercato, a chi (praticamente l'intero popolo europeo) non si
riconosce nel nuovo meta-stato soviet-europeo, alla speculazione, al profitto,
a chi si dice liberista, a chi esige basse tasse, a chi disconosce l'efficacia
della redistribuzione (Robin Tax ed altre puttanate) .. l'IBL tace, in
conformità Gianniniana". Be' in effetti si può condividere con Baccini un
certo stato di solitudine da queste parti. Difficile trovare conforto a
sinistra (lo devo spiegare ancora una volta?), ma anche nei punti di
riferimento dei liberali classici, sembra che ci sia un po' una corsa a non
disturbare il manovratore. La paura di Prodi e accoliti non ci può rinchiudere
in un angolo. Non ci deve spingere verso un'accettazione muta dei provvedimenti
governativi. Insomma se Julius ha deciso di fare una corsa di popolarità con
l'adorato Cav, son cavoli suoi. Non di Noi italiani che abbiamo votato un
governo immaginato liberale. Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 55 ) » (6
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RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 03Jul 08 Bce senza
pop La Bce ha deciso di alzare al 4,25 per cento i tassi di interesse in
Europa, con un ritocco all'insù di un quarto di punto. I governi di mezza
Europa (Francia e persino Germania) le avevano chiesto di non farlo. D'altronde
l'economia non gira e l'inflazione (arrivata al 4 per cento massimo da 16 anni)
è più dovuta al rincaro delle materie prime che ad una forte domanda di
consumo. Chi ha ragione? La Bce non risponde a nessuno. I governi Ue, invece,
ai propri elettori. In questa vicenda il differente grado di responsabilità
(accountability) ha un peso. La politica sembra più attenta al momento, al
breve termine. Palese il caso italiano: subito una dilazione sulla rata dei
mutui (accordo Tremonti-Abi) ma tra 20 anni si paga il conto. Subito la card
sociale per i pensionati più poveri, ma non si riducono permanentemente le
imposte dirette. Subito la tassa sugli odiati banchieri-petrolieri, ma domani
si rifaranno con aumenti sui consumatori. Il respiro immediato è ciò che conta,
nel lungo periodo (come diceva qualcuno che al cuoco non piace tanto) saremo
tutti morti. I banchieri centrali "irresponsabili" per costituzione
si possono permettere l'impopolarità. Sanno che non possono alimentare
aspettative inflattive. La rincorsa prezzi-salari-prezzi è micidiale come
dimostrano gli anni 70. E ci sono i primi segni. La furia sindacale In Italia
contro l'inflazione programmata fissata ll'1,7 per cento nel Dpef (e qui bene
ha fatto Julius), il costo del lavoro in Spagna salito al 5,7 per cento;
l'aumento salariale dei pubblici dipendenti tedeschi fissato quest'anno al 5
per cento. I Banchieri centrali saranno spietati, ma sanno che un un po' di
veleno nel corpaccione europeo oggi, è meglio di un infarto certo domani. Non
accondiscendono alla nuova ventata pop della politica europea. Scritto in pol
economica Commenti ( 17 ) » (4 votes, average: 3.5 out of 5) Loading ... Il
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post a un amico 03Jul 08 Rosicchiare la Mela Tra pochi giorni arriva in Italia
un oggetto di culto. Sì qualche volta anche in questa zuppa si assaporano
pietanze leggere. Si tratta del nuovo telefonino 3g della Apple. Come sapete il
cuoco ha una certa passione per la Mela. Oggi il sole 24ore ha anticipato i
possibili piani tariffari che Vodafone e Tim applicheranno al mitico gadget. Lo
diciamo subito: troppo cari. Il nuovo telefono è pensato per stare spesso
collegato, anche in remoto, su internet. Insomma brucia bytes su bytes. Gli
operatori invece fanno finta di nulla e nelle loro ipotesi di abbonamento
prevedono tariffe flat fino a 1gb (Tim) e 600 Mb (Vodafone). Un po' tirchietti.
C'è da scommettere che i mela maniaci che vorranno aver subito l'oggetto del
desiderio pagheranno un biglietto di ingresso piuttosto caro: e a riscuoterlo
non sarà la Apple, ma i due gestori di telefonia. Scritto in Varie Commenti ( 6
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Giornale e scrivo di economia e finanza. Tutti gli articoli di Nicola Porro su
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dei carburanti, in Italia, sarebbero uguali a quelli Europei, se non fosse che
la troppa... david baccini: avere vietato lo short selling ha tolto agli
investitori quella clausola di salvataggio che li ha... Americo: L'idea non era
neanche originale, la "Robin Tax" é una copia della fu
"windfall... david baccini: fare una legge che stabilisce la quota di
profitto giusto fa schifo. come chi la progetta ed... Giulio di Siena: A parte
il fatto che per definire adeguatamente la Robin tax occorrerebbe far
ricorso... I più inviati I "cagasotto" - 4 Emails Ancora sui Precari
Veneti - 1 Emails AliTaglia - 1 Emails Morti di ipocrisia - 1 Emails Piccolo
sfogo sul meraviglioso Ferrara - 1 Emails Il casco per i baresi e i mutui per
gli americani - 1 Emails I conti su Alitalia - 1
Emails Blog amici Alex Tabarrok crilla Finanza e Macro freakkkettoni IBL La
città dei liberi Libertysoldier rass.stamp 11min In prova Ecodiario October
( da "Stampa, La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Mi auguro che la
manifestazione annunciata e attesa per domani a Roma non adotti lo slogan di
esprimere le «forze antiberlusconiane della società civile», come suggeriscono gli
amici di MicroMega. Capisco perfettamente la logica contestativa dello slogan.
Ma sarebbe ingannevole nella sostanza. Il berlusconismo infatti è anche
espressione della società civile italiana. Il problema del nostro Paese è la
scissione e il disorientamento proprio della società civile nel suo insieme. Da
questa situazione una parte di società è tentata di uscire forzando lo
strumento politico. Smettiamo dunque di usare il concetto di «società civile»
per indicare tutto il positivo della società italiana che viene rimosso,
conculcato o nascosto dal berlusconismo o da altri fenomeni (mafia, corruzione
politica, xenofobia o tentazioni autoritarie). Mettiamo in soffitta una volta
per tutte questo nobile concetto che ha svolto una grande funzione chiarificatrice
ed emancipativa, ma che oggi rischia di essere retorico e illusorio. Lo so che
sarà dura abbandonare questa espressione passe-par-tout, che si tira dietro
altre coppie concettuali consolidate e apparentemente chiare (Paese reale
contro Paese legale, palazzo contro società ecc.). Rischia però di essere tutto
ciò che resta della costruzione ideologica della sinistra. Ma quando a Palazzo
Chigi c'erano Prodi e D'Alema, quando a Montecitorio c'era Bertinotti e al
Quirinale Ciampi, la società civile gestiva forse la politica? O vi influiva
davvero? Naturalmente no, e non solo perché gli intransigenti evocatori della
«società civile» erano sempre sul piede di guerra. Non vorrei essere frainteso.
Non sto polemizzando contro chi combatte energicamente il berlusconismo. Non si
tratta neppure di dichiararsi pro o contro la ricerca di un ragionevole dialogo
con la maggioranza o viceversa di considerare intrattabili le reciproche
posizioni ideali e politiche. L'obiezione è assai più radicale. Si tratta di
ammettere che il male è dentro la società civile, non fuori di essa. E quindi
non ha senso evocarla come una soluzione. Si può suggerire la scappatoia di
definire il berlusconismo una patologia della società civile. Paradossalmente è
già un passo in avanti nell'analisi. Vuol dire infatti riconoscere che la
voglia di autoritarismo e di decisionismo comunque sia, le ventate antisolidali
e di razzismo latente che percorrono il Paese, la strafottenza verso i perdenti
e i deboli, l'opportunistica e ipocrita deferenza verso la Chiesa non vengono
dal di fuori o per colpa di pochi malintenzionati, ma dal ventre profondo della
società civile. E il berlusconismo, lungi dal correggere questi fenomeni, li
interpreta e li legittima, verosimilmente al di là delle sue buone intenzioni.
Ma qual è la forma politica di questa situazione? Qui accade un altro fenomeno
sorprendente nel nostro Paese logorroico e con un sistema
mediatico-comunicativo ipertrofico: ci mancano le parole adeguate per definire
la situazione reale. Da quindici anni si parla di «berlusconismo» o di
«populismo». La prima espressione è tautologica, la seconda è troppo vaga e
utilizzabile per molte altre circostanze e personalità politiche. Ma non
abbiamo di meglio e quindi dobbiamo passare attraverso la strettoia di queste
due espressioni, resistendo alla tentazione di contrapporvi in positivo,
appunto, la bella e buona società civile. Il populismo berlusconiano interpreta
la voglia del popolo-elettore maggioritario per decisioni rapide, drastiche e
visibili. E viene accontentato: la scomparsa della spazzatura napoletana, la soluzione - a qualunque costo - della questione Alitalia, l'interventismo pronta cassa a
sostegno delle banche e dell'industria ecc. Berlusconi interpreta questo ruolo
portando di fatto il sistema politico verso un presidenzialismo informale
strisciante. Non ha bisogno di ricorrere a impegnative riforme istituzionali.
Gli basta apparire in tv ad enunciare decisioni che la sua maggioranza sosterrà
zelantemente in Parlamento. Ma l'idea del leader vicino alla gente, non
prigioniero nei giochi di palazzi, non era una richiesta sociale? La domanda di
una semplificazione del sistema politico e la fine delle risse intrapartitiche
non era forse emersa dal profondo della società civile? Eccola servita.
( da "Opinione, L'" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Oggi è Ven, 24 Ott 2008
Edizione 227 del 24-10-2008 Togliendo valore legale al titolo di studio, solo
chi è interessato andrà a scuola Aboliamo il ?pezzo di carta? di Giuseppe Blasi
A ben vedere, e l?ennesima rivolta contro una sacrosanta cura che il ministro
Gelmini vuole proporre per la scuola lo conferma, noi italiani siamo abilissimi
a farci male da soli, siamo collettivamente penetrati da un masochismo
devastante il nostro organismo civile e il suo funzionamento. Mangiamo le esche
che abilissimi mestatori gettano in pasto all?opinione pubblica e, dopo averle
mangiate, somigliamo a pesci che inutilmente tentano di divincolarsi dalle reti
dei pescatori, ma evidentemente senza successo. Siamo stati abilissimi infatti
a devastare il nostro territorio con abusivismi grandi e piccoli, le nostre
città soffocano ogni giorno di più per assenza di chiare visioni di sviluppo
cosiddetto compatibile con la qualità della vita, le nostre amministrazioni
pubbliche, finalmente entrate nel mirino dell?ottimo Brunetta, hanno dato per
decenni ottima prova della loro incapacità e menefreghismo a servire i
cittadini (altro che civil servant!); siamo stati abilissimi a distruggere l?Alitalia per mano di ?abilissimi? manager e altrettanto
?bravi? lavoratori; da poco tempo siamo riusciti (forse) a togliere le pulci
dai nostri vagoni ferroviari; abbiamo per anni ostacolato la produzione di
energia tramite il nucleare tanto da renderci schiavi di paesi terzi che
profittano della nostra debolezza energetica (ma di questo parleremo in altra
sede); siamo tutti molto ?verdi? ma abbiamo intere regioni devastate dalla
mondezza o dai rifiuti tossici; abbiamo il più importante patrimonio artistico
del mondo, ma da sempre lo trascuriamo sotto varie forme salvo sputtanarlo con
progetti di parchi tematici (per fortuna limitatamente a Roma) degni di Asterix
e Obelix di Ouderziana memoria. Infine, ma solo perché mi sono stancato di
riassumere noti elenchi di nefandezze, dopo avere distrutto ciò che di buono
(fosse anche molto poco) aveva la nostra scuola, inebetiti dalle false libertà
e innovazioni promesse dagli abili sessantottini fabbricanti di esche, non solo
non siamo riusciti a darci piani scolastici degni di tale nome, ma riusciamo a
produrre il minor numero di laureati soprattutto nelle materie scientifiche e
segnatamente in ingegneria, siamo inseriti tra le peggiori scuole secondarie
d?Europa, abbiamo un elevatissimo numero di abbandoni scolastici, i nostri
ragazzi e ragazze hanno persino difficoltà d?espressione nella lingua madre. Ma
noi cosa facciamo? Una protesta e uno sciopero con relativo corteo a ogni
tentativo di miglioramento della scuola da parte dei ministri che si sono
succeduti negli ultimi quattro decenni, nessuno escluso, così da ridurre la
nostra scuola allo stato preagonico, un simil Alitalia
insomma. Promozione garantita e per tutti, niente voto di condotta, niente voti
ma solo arzigogolati giudizi; e ciò già sin dalle elementari. Maestri e
insegnanti minacciati dai genitori quando i loro pargoli vengono rimbrottati
per la loro condotta in classe o per il loro scarso profitto, facilities di
tutti i tipi agli studenti purché prendano il famigerato ?pezzo di carta?. Il
problema è tutto qui ministro Gelmini, è insito al valore legale del ?pezzo di
carta?. Si va a scuola non per imparare, ma perché ?senza il pezzo di carta?
non si conquista la famosa scrivania ma neanche il posto di ?operatore
ecologico?. Insomma agli spazzini invece di fare un esame attitudinale sulle
loro capacità e energie fisiche, si richiede di fare di conto (se non è masochismo
questo?). Il ?pezzo di carta? è il viatico per il futuro, che di questi tempi
di globalizzazione e di concorrenza non si sa bene quale possa essere per il
poveraccio che lo ha in tasca essendo completamente ignorante. Una laurea in
scienza delle comunicazioni ormai non si nega a nessuno (come i famosi sigari e
croci di cavaliere) perché è un ?pezzo di carta? che consente un impiego in
qualsiasi struttura, naturalmente pubblica o similare. Poco importa la
conoscenza, la raccomandazione farà il resto: basta avere il ?pezzo di carta?.
I nostri ragazzi e ragazze accettano di sostenere estenuanti prove di merito
(condite anche da forti e trancianti giudizi) pur di essere ammessi a un futuro
di spettacolo (vedasi ad esempio la trasmissione Amici) ma non accettano che i
medesimi giudizi vengano dati dagli insegnanti che vengono scambiati per
burocrati che devono semplicemente avallare l?iscrizione scolastica con
promozione assicurata. Sic rebus stantibus (locuzione presessantottina),
l?unica riforma vera e sostanziale per la nostra scuola (in particolare
secondaria e universitaria) consiste nel togliere il valore legale al titolo di
studio che costituirebbe condizione necessaria ma non sufficiente per ogni
tipologia di lavoro. Tolto infatti il valore legale al ?pezzo di carta?, che
acquisterà così ?valore sostanziale? che è quel che occorre, fannulloni e figli
di papà smetteranno di intasare e di imbrattare le aule scolastiche o
assentandosi da esse o mettendosi finalmente a studiare assoggettandosi poi ai
giudizi secchi e trancianti degli insegnanti e dei datori di lavoro(tipo Maria
De Filippi insomma). Nel secondo caso vedremo finalmente premiato il merito,
nel primo caso (in virtù del dimezzamento delle università o dei licei) i
contribuenti sapranno che i soldi delle loro tasse saranno meglio spesi di
quanto non lo siano ora. Licei e università faranno quindi gare di qualità per
sfornare i migliori studenti perché solo in questo modo avranno ragione di vita
(e quindi di impiego e stipendio per i docenti), la società italiana potrà
contare su un numero maggiore di cervelli ma anche su futuri artigiani e operai
in tutti coloro che avranno liberata la scuola dove vengono oggi costretti a
vivere loro malgrado, per scegliere altre e meritorie e nobili e appaganti professioni.
Se riusciremo a scrollarci di dosso luoghi comuni e frasi fatte, bagaglio e
spazzatura di una anticultura ormai nuda come il famoso re, se riusciremo ad
anticipare il futuro anche con scelte coraggiose, potremo ancora rimediare ai
danni che quaranta anni di post sessantotto hanno determinato in questo
intrappolato Paese.
( da "Opinione, L'" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Oggi è Ven, 24 Ott
2008 Edizione 227 del 24-10-2008 IL CARROCCIO NON INTENDE RINUNCIARE
ALL?EMENDAMENTO SUGLI SLOT Malpensa libera! La Padania può attendere di
Alessandra Mieli In attesa che l?assemblea Cai di martedì prossimo sciolga i
nodi sul tappeto, a cominciare da quello della scelta del partner industriale
straniero e a seguire con le voci che si sono rincorse circa i dubbi che
serpeggiano all?interno della compagine imprenditoriale che dovrebbe rilevare
la good conpany di Alitalia, c?è un piccolo giallo di
cui non si può tacere, ovvero l?emendamento leghista scomparso dal decreto
sulla Compagnia di bandiera in sede di votazione a Montecitorio mercoledì
scorso. La faccenda riguarda la liberalizzazione degli slot di Malpensa e, è
particolarmente cara al Carroccio, ma non solo. Il vicepresidente dei deputati
della Lega Marco Reguzzoni ha chiarito l?aspetto tecnico del problema: ?Il
fatto è che è stata posta la fiducia sul testo del decreto Alitalia
uscito dalle commissioni e non su un maxi-emendamento?. Però, dopo aver gettato
acqua sul fuoco di un possibile attrito tra la Lega e il Pdl ha anche voluto
sottolineare che l?emendamento su Malpensa era stato approvato e concordato in
Comitato dei Nove. Cioè con un accordo generale. Ma cosa accade degli slot di
Malpensa (e Linate) che attualmente Alitalia non
utilizza e che il Carroccio vorrebbe fossero riassegnati? Finiranno in
dotazione alla Cai che, automaticamente, erediterà un patrimonio ?spendibile?
dalla compagnia di bandiera e eviterà una fastidiosa concorrenza sugli scali
nazionali. In teoria, ci ha spiegato Reguzzoni, Cai potrebbe anche perderli
perché dopo un certo tempo se restano inutilizzati, l?Enac potrebbe anche
riassegnarli, ma ci ha fatto anche intendere che esistono i soliti trucchetti
per bypassare l?incresciosa evenienza. Il punto per il quale la Lega è decisa
comunque a battersi è quello della liberalizzazione dei cieli che secondo i
lumbard porterebbe benefici ai consumatori. Ma, soprattutto, ora si deve
concentrare su un punto che appare ancora in una certa misura controverso. Cai
?compra? le linee aeree italiane nude e crude o vorrebbe anche avere in dote
gli aeroporti? E? abbastanza ovvio che all?eventuale partner straniero
interessino molto più gli slot in dotazione ad Alitalia
che non gli obsoleti velivoli della flotta. In questo senso i rumors che
circolano sui dubbi di Roberto Colaninno potrebbero anche essere maliziosamente
interpretati come un modo per fare pressione sul Governo e spingerlo a rendersi
disponibile a eventuali richieste di deroga alla concorrenza. Ma la Lega ha
tutte le intenzioni di mettersi di traverso a questa strategia perché contraria
(e non da oggi) a un regime di monopolio sugli aeroporti milanesi. Spiega
Reguzzoni: ?perché mai è possibile volare da Bergamo a Saragozza con 70 euro, e
non è possibile spendere una cifra simile sulla tratta Milano ? Roma? Questo
monopolio non penalizza solo la Lombardia, ma soprattutto le città d?arte
italiane. In questo senso riteniamo che non sia una battaglia egoistica come
pensa qualcuno, ma che, al contrario, sia interesse di tutto il Paese?. Con il
decreto così com?è ?siamo rimasti al palo ? conclude Reguzzoni- Ma non siamo
tornati indietro? e aggiunge ?non dispero di poterlo recuperare in futuro?.
Insomma, prima o poi la Lega questo emendamento da qualche parte riuscirà a
infilarlo.
( da "Giornale.it, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Due considerazioni
sul "mostro". Sono stato invitato tre volte ad Anno Zero, da Michele
Santoro. E per tre volte ci sono andato. Troppo poco per essere definito un
amico di Santoro, troppo per non conoscere i meccanismi del programma. Santoro
costruisce con abilità il programma su una tesi. Un po' come faceva l'adorato
(da me) Giuliano Ferrrara ad 8emezzo (che oggi è diventato una schifezza, si
intende il programma). Tra i due le distanze sono abissali, e non sto a
ripetere chi mi è più congeniale. Però le critiche che gli sono state mosse
ieri sera, sul fatto di non aver fatto parlare uno studente di destra, sono
demenziali. Scusatemi: ma vogliamo forse un tribunale del popolo sulle ospitate
tv? ma che cavolo di polemica è mai questa? Santoro non è fazioso è
faziosissimo. e dunque, ovviamente, è più che criticabile per la gestione della
trasmissione. Ma cerchiamo di essere seri. Ho ricevuto alcune proteste,
affettuose, sulla mia partecipazione al programma. Non altrettante rimostranze
mi sono arrivate per le mie comparsate ad Omnibus e a Raitre in contesti
altrettanto poco lib. C'è evidentemente una ragione di numeri, visto che
Santoro riesce a fare ascolti in modo ineguagliabile. Ma resta un tema di
fondo: un giornalista lib-lib non deve partecipare a trasmissioni di sin-sin? e
perchè? Ci sarebbe una sola buona ragione (e non è ovviamente detto che non
capiti): non riuscire minimamente a dire la propria idea. Finora, nelle puntate
di Anno Zero a cui ho partecipato, non è avvenuto. Ieri il leghista Cota ha
parlato quanto Veltroni, se non di più. In un contesto decisamente ostile, ma
per tutti. E ce lo siamo reciprocamente detti alla fine del programma. Il
contesto è quello che è, è santoriano. ps: cari commensali, pensate alla
"mitica" Gabanelli. A mio avviso il suo report è cento volte peggio
di Anno Zero. la Gabba lavora a tesi, ma a differenza di Santoro, se le prepara
e se le cucina da sola, senza neanche il più debole contradditorio. Altro che
studende ablante di destra. Scritto in Varie Commenti ( 4 ) » (No Ratings Yet)
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Invia questo post a un amico 12Oct 08 La crisi della Robin Qualcuno si ricorda
che in Italia, grazie all'intuizione molto pop di Julius, è stata introdotta
una nuova imposta? Si chiama Robin tax. E l'idea geniale era quella di colpire
quegli sfruttatori dei banchieri e dei petrolieri (con appendice di chi invece
il petrolio lo brucia, come le compagnie elettriche). Ebbene ora ci troviamo
nella paradossale situazione per la quale gli stati nazionali con una mano
tassano le banche (in particolare gli interessi che riconoscono ai correntisti
sono in parte indeducibili) e con l'altra restituiscono soldi alle banche più o
meno nazionalizzandole. Nel frattempo il petrolio è sceso sotto 80 dollari e
gli extraprofitti (intuizione socialista) evaporano. Mi chiedo se Julius, come
dice, aveva previsto tutto, non poteva prevedere anche questo elementare
paradosso? Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 41 ) » (3 votes, average: 5 out
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Commenti Invia questo post a un amico 06Oct 08 Chi ci salva dai salvatori?
L'america ha adottato misure per contrastare la crisi da 850 miliardi di
dollari. L'Europa si è vista a quattro e ha detto che nessuna banca europea
verrà lasciata fallire. Tutti, me compreso, hanno sostenuto che in una fase
eccezionale come l'attuale si possono adottare provvedimenti eccezionali, con
il ritorno dell'intervento statale. Poi sulle tecnicalità si può discutere per anni,
ma il principio è che lo Stato debba fare qualcosa. Ma se sbagliassimo? é
questo il punto. Guardiamo alla "deficiente regola" volta ad azzerare
le vendite allo scoperto, che più o meno tutte le Borse del mondo stanno
adottando. Chi pensava che solo attraverso questo strumento di limitassero i
ribassi delle azioni, si è sbagliato di grosso. Si introduce una fortissima
distorsione al mercato e non si porta a casa neanche un risultato. ragionamento
simile si può. forse provocatoriamente, fare per gli attuali interventi statali
nell'economia. Non stanno risolvedno il problema borsistica e a ruota neanche
quello di operatività delle banche. Come se non fossero stati fatti. In
compenso ci troviamo le manone ingombranti della politica sui nostri affari.
Speriamo di non dovercene pentire. Gli americani sanno liquidare l'intervento
dello Stato in pochi anni. Noi Europei quando ci sediamo alla tavola del
mercato, ci restiamo anche dopo il dessert. Scritto in finanza Commenti ( 56 )
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amico 04Sep 08 I conti su Alitalia Fate voi la somma. +Lo stato esce definitivamente dal trasporto
aereo (Marrazzo permettendo) -Balla un miliardino di debiti che pagheranno i
contribuenti +AirFrance chidedeva che i diritti di volo in Italia fossero solo
suoi, ciò non è previsto dal nuovo progetto -Unire due debolezze (Ali e Air)
amplifica una posizione dominante, ma non garantisce un buon servizio +I
sindacati hanno le spalle al muro: o così o si muore -Sono inviatati al tavolo
(passera dixit) per concordare il piano industriale +AirFrance in fondo, ma
mica tanto, è una società pubblica (18% di Sarko') -Airfrance sa far fruttare
una compagnia aerea e viaggia in tutto il mondo +Colaninno&co ci mettono il
grano e si assumono un bel rischio (in Italia praticamente nessuno ha fatto
quattrini con i voli di linea) -Aifrance avrebbe pagato qualcosa alle minoranze
e allo Stato, mentre i nostri eroi oggi si assumono un rischio ma a prezzi ben
più da saldo +E' stata Aifrance a rompere le trattative: aveva posto tre
condizioni tra cui l'assenso dei sindacati al piano di vendita. Che ovviamente
non c'è stato -E' stato l'adorato Cav, in campagna elettorale, a dare indirettamente
man forte ai sindacati dicendo che la compagnia deve restare in mani italiane
+Lufthansa e Airfrance e tutte le compagnie americane non possono essere
acquistate da stranieri e dominano sui rispettivi mercati nazionali -Non è
detto che il concetto di italinità o francesità corrisponda, alla fine,
all'interesse molto concreto, dei cittadini-utenti La somma dei più e dei meno.
cari commensali, che risultato dà? Scritto in Varie Commenti ( 140 ) » (10
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 26Aug 08 Alè Magno
L'idea di Alè Magno di istituire una commissione, darla in mano a Giuliano
Amato (quello che rinfaccia Craxi e forse anche lo scippo sui conti corrente) e
discutere dei problemi de Roma, mi sembra una scemata pazzesca. Ogni stagione
ha le commissioni di che si merita. Oggi con la moda dell'anticasta, si deve
dunque dare una nobiltà ad una commissione che comunque non servirà a nulla.
Voglio dire che senso ha per un amministratore cittadino inventarsi grandi temi
di discussione. C'è bisogno di una Commissione per decidere ad esempio che
l'acea debba essere privatizzata? assolutamente no. e di fatti, Alè magno non
vuole venderla. C'è bisogno di una commissione per decidere di ampliare ed
eventualmente liberalizzare le licenze dei tassisti romani? assolutamnete no. E
di fatti Alè Magno è l'idoletto della corporazione dei tassisti. C'è bisogno di
una commissione per spiegare ad un sindaco che se due suoi ospiti olandesi
vengono stuprati e presi a mazzate tra i denti, è il caso almeno nel giorno del
fattaccio di tenere la bocca chiusa o almeno aprirla per chiedere scusa a nome
di una città anch'essa ferita? Scritto in Varie Commenti ( 40 ) » (7 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14Aug 08 Julius ha
visto la luce Il nostro Julius (Tremonti, per chi non lo sapesse) ha visto la
luce. Già si capiva per la verità leggendo con attenzione un interessante fondo
del convertito (alle ragioni ministeriali) Giannino, di un paio di giorni fa.
Un liberale doc, a patto che non si discuta dell'operato di Julius. Ma
ritorniamo alla luce. Su Libero leggevamo: "il Papa su questo la pensa
come Giulio Tremonti, non come gli alfieri del mercato che sul Corriere della
sera e Sole 24 ore da mesi ribattono che quelli contro i derivati sul petrolio
e sul grano sono attacchi di irriducibili passatisti, di vecchi arnesi
nostalgici del protezionismo. Ora si è capito ancor meglio, che i giudizi del
Papa non sono poi coincidenze casuali, con Tremonti" . E poi oggi
finalmente sul Corrierone una domanda (anzi una non domanda) infilata lì per
caso: "A luglio il papa ha condannato la speculazione." E Julius,
poco prima: "Come sempre, nei grandi passaggi della Storia, la visione
della Chiesa è fondamentale per la comprensione dell'esistente". La lieta
novella della parabola di Julius: "L'azione dei governi ha fermato la
speculazione". Sintetizziamo il filo logico del ragionamento: la
speculazione è la peste del secolo-tremonti ha convinto di ciò il papa- la
Chiesa ha sempre una grande visione e la condivide con Julius-i governi,
incalzati da Julius hanno bloccato il contagio malefico. Hip hip hurra. Per
fortuna che abbiamo il nostro adorato Cav. Scritto in Berlusconi IV Commenti (
84 ) » (7 votes, average: 4.14 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro ©
2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 25Jul 08
Obama e l'Italia Folla a Berlino. E poi a Parigi. E of course Londra. Niente
visita in Italia. Il mitico Obama ci riporta con i piedi per terra. Non
contiamo nulla, neanche una visitina, un saluto. Certo facendo jogging ieri a
Berlino e intercettato da un'abile giornalista di Sky24, ha detto: primo o poi
in Italia verrò. Deo gratias. Scritto in Varie Commenti ( 62 ) » (3 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 15Jul 08 Il casco per i
baresi e i mutui per gli americani Fannie e Freddie, nonostante i simpatici
nomi, stanno affossando i mercati di tutto il mondo. Non sono banche e non sono
neanche società per azioni tradizionali. Sono state create per agevolare il
mercato immobiliare americano. In sintesi prestano i soldi alle banche che
prestano i soldi ai clienti per accendere un mutuo. In questo modo le banche
americane avevano sempre risorse fresche per alimentare il mercato dei prestiti
immobiliare. Una volta comprati i mutui di terzi le due nostre li impacchettano
in obligazioni che cedono sul mercato. Per questa loro caratteristica sociale
(agevolare la proprietà edilizia) sono Gse (Governament sponsor enterprise) e
dunque, pur quotate sul mercato, in ultima analisi sono agenzie governative
(come d'altronde erano in origine). Questa garanzia statale ha permesso loro di
raccogliere danaro a tassi molto vantaggiosi e dunque alimentare la bolla
speculativa. Inoltre (toccherebbe ricordarlo a qualcuno) per statuto non
finanziano mutui subprime.. E proprio per questo il mercato dei mutui subprime
(quelli che hanno scatenato l'attuale crisi) è esploso: le banche tradizionali
non riuscivano a fare concorrenza, visti i tassi superbassi, a Fannie e Freddie
e dunque hanno cercato (colpevolmente) di andare su un mercato a queste
precluso: quello dei debitori subprime, insomma non buoni. Qualche conclusione:
1. Freddie e Fannie, figlie di una concezione roosveltiana, non sono mai state
sul mercato. 2. Sono diventate negli anni 70 un ibrido a noi molto ben
conosciuto: privatizzano gli utili e socializzano le perdite 3. Il salvataggio
di oggi è stato scritto ieri quando furono concepite 4. il fatto che
prestassero troppo era noto da tempo (lo disse greenspan in un'audizione
davanti al senato) 5. il loro fallimento non è un fallimento del mercato, ma
del regolatore. che ha pensato di cavarsela quotandole sul mercato. E che ha
alimentato per questa via la bolla immobiliare. 6. salvarle oggi è ragionevole,
così come è ragionevole, secondo il sindaco di bari, regalare, a spese dei
contribuenti, un casco ai motociclisti pizzicati senza. Scritto in pol
economica Commenti ( 25 ) » (3 votes, average: 3.67 out of 5) Loading ... Il
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post a un amico 07Jul 08 Cosa ne pensano i lib-lib di Julius In questo blog
abbiamo più volte "sfottuto" il nostro Julius per la sua ansia Pop.
L'inutile e dannosa Robin tax, la populistica esclusione dei ricchi (solo
70mila? solo due dei quali in piazza di Spagna a Roma?) dai benefici Ici sulla
prima casa, la card per gli anziani, la lotta contro la speculazione. E via
dicendo. Anzi, già che ci siamo, gli insopportabili slogan contro il
"mercatismo". Senza considerare la mancata liberalizzazione per eccellenza:
e cioè la riduzione delle imposte sui redditi o per lo meno una prospettiva di
riduzione. Che il Dpef non ci da. Insomma quello che pensiamo sul Julius pop
per i nostri commensali (che spesso hanno anche criticato il cuoco) è pietanza
nota, anche se non a tutti gradita. Ieri è arrivata in cucina una mail di David
Baccini, intitolata "Tremonti il socialista ci porterà al disastro".
Vi inoltro le prime righe: "sono sconcertato per il comportamento
schizoide del Ministro Tremonti, nel quale non ho mai riposto alcuna fiducia e
che affonderà il Governo, ma sopratutto per il "sentiment
filogovernista-filotremontiano antimercato" di Giannino: scioccante
davvero. Altrettanto sconcerto va verso l'IBL, che di fronte ad accuse
tremontiane al mercato, a chi (praticamente l'intero popolo europeo) non si
riconosce nel nuovo meta-stato soviet-europeo, alla speculazione, al profitto,
a chi si dice liberista, a chi esige basse tasse, a chi disconosce l'efficacia
della redistribuzione (Robin Tax ed altre puttanate) .. l'IBL tace, in
conformità Gianniniana". Be' in effetti si può condividere con Baccini un
certo stato di solitudine da queste parti. Difficile trovare conforto a
sinistra (lo devo spiegare ancora una volta?), ma anche nei punti di
riferimento dei liberali classici, sembra che ci sia un po' una corsa a non
disturbare il manovratore. La paura di Prodi e accoliti non ci può rinchiudere
in un angolo. Non ci deve spingere verso un'accettazione muta dei provvedimenti
governativi. Insomma se Julius ha deciso di fare una corsa di popolarità con
l'adorato Cav, son cavoli suoi. Non di Noi italiani che abbiamo votato un
governo immaginato liberale. Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 55 ) » (6
votes, average: 4.33 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed
RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 03Jul 08 Bce senza
pop La Bce ha deciso di alzare al 4,25 per cento i tassi di interesse in
Europa, con un ritocco all'insù di un quarto di punto. I governi di mezza
Europa (Francia e persino Germania) le avevano chiesto di non farlo. D'altronde
l'economia non gira e l'inflazione (arrivata al 4 per cento massimo da 16 anni)
è più dovuta al rincaro delle materie prime che ad una forte domanda di
consumo. Chi ha ragione? La Bce non risponde a nessuno. I governi Ue, invece,
ai propri elettori. In questa vicenda il differente grado di responsabilità
(accountability) ha un peso. La politica sembra più attenta al momento, al
breve termine. Palese il caso italiano: subito una dilazione sulla rata dei
mutui (accordo Tremonti-Abi) ma tra 20 anni si paga il conto. Subito la card
sociale per i pensionati più poveri, ma non si riducono permanentemente le
imposte dirette. Subito la tassa sugli odiati banchieri-petrolieri, ma domani
si rifaranno con aumenti sui consumatori. Il respiro immediato è ciò che conta,
nel lungo periodo (come diceva qualcuno che al cuoco non piace tanto) saremo
tutti morti. I banchieri centrali "irresponsabili" per costituzione
si possono permettere l'impopolarità. Sanno che non possono alimentare
aspettative inflattive. La rincorsa prezzi-salari-prezzi è micidiale come
dimostrano gli anni 70. E ci sono i primi segni. La furia sindacale In Italia
contro l'inflazione programmata fissata ll'1,7 per cento nel Dpef (e qui bene
ha fatto Julius), il costo del lavoro in Spagna salito al 5,7 per cento;
l'aumento salariale dei pubblici dipendenti tedeschi fissato quest'anno al 5
per cento. I Banchieri centrali saranno spietati, ma sanno che un un po' di
veleno nel corpaccione europeo oggi, è meglio di un infarto certo domani. Non
accondiscendono alla nuova ventata pop della politica europea. Scritto in pol
economica Commenti ( 17 ) » (4 votes, average: 3.5 out of 5) Loading ... Il
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post a un amico Post precedenti Chi sono Nato a Roma, vivo a Milano. Lavoro da
qualche anno al Giornale e scrivo di economia e finanza. Tutti gli articoli di
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MANDANDO L'ITALIA A... enrico: Perfettamente d'accordo. Anzi, il giornalista
lib-lib dovrebbe essere sempre presente perché prima o... Alfredo Neuroni:
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svizzero del pregiato e... I più inviati I "cagasotto" - 4 Emails
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( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Sono arrivato negli
Stati Uniti pensando di trovare un Paese depresso, arrabbiato, sconvolto. Qui quasi
un milione di famiglie sta perdendo la casa, decine di migliaia di persone sono
sull'orlo del fallimento personale, un'intera generazione di pensionandi vede
dimezzare, con il crollo di Wall Street, i risparmi di una vita e le
aspettative di una vecchiaia serena. Negli Stati Uniti ci sarebbero davvero
ottimi motivi per scendere in piazza e invece si tira avanti, talvolta col
magone, ma senza pensare a una rivoluzione. Non ancora, perlomeno. Poi mio
collego ai siti italiani e scopro immagini fortissime: piazza Duomo a Milano
occupata dagli studenti, la sede di Assolombarda assaltata con fumogeni e i
petardi, giovani che tentano un blitz all'auditorium di Roma. E tutto questo
perchè? Per bloccare una riforma scolastica che, perlomeno per quel che concerne
elementari e medie, propone misure di assoluto buon senso: il maestro unico,
l'insegnamento dell'educazione civica, il voto in condotta. Prima di partire
per gli Stati Uniti ho incontrato degli amici austriaci residenti a Milano che
davvero non riuscivano a capire le ragioni di questa agitazione: a Vienna norme
del genere sono normali, come in Francia, come in Germania, come in Svizzera.
In Italia no. E per impedirle si provoca un nuovo Sessantotto. E tutto questo
mentre il mondo sprofonda nella prima vera recessione globale, questa sì
davvero spaventosa. Da lontano mi chiedo: ma l'Italia è impazzita? Ps: che
tristezza vedere immagini come queste riportate da Youreporter Scritto in
economia, democrazia, Italia Non commentato » (Nessun voto) Loading ... Il Blog
di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo
articolo a un amico 22Oct 08 Sarah sta affossando McCain? Sono negli Usa per
seguire le elezioni presidenziali. Due impressioni contrastanti: l'America
profonda è sempre più perplessa nei confronti di Obama, come racconto in un
reportage da Lincoln County, la contea del Missouri che da quasi 60 anni
azzecca il nome del presidente. D'altro canto però, Sarah Palin sta provocando
disastri. La base repubblicana, quella della destra religiosa e oltranzista
continua ad adorarla, ma la maggior parte degli americani, inclusi gli elettori
indipendenti, ne diffida. Le ultime novità certo non la aiutano: come
governatore avrebbe addebitato allo Stato dell'Alaska viaggi in aereo e in
alberghi di lusso per i figli (con un conto di oltre 20mila dollari). La stampa
ha scoperto che il Partito repubblicano ha speso per vestire lei e la famiglia
la bellezza di 150mila dollari in un mese e mezzo. E i dubbi di Colin Powell,
che domenica aveva detto di non ritenere la Palin all'altezza della Casa
Bianca, sono condivisi dal 55% degli elettori, secondo un sondaggio del Wall
Street Journal. La maggior parte degli elettori è terrorizzata all'idea che la
Palin possa diventare presidente se McCain, che ha passato i 70 anni e ha avuto
problemi di salute, dovesse rinunciare all'incarico anzitempo. Sarah è
simpatica, divertente, è un fenomeno mediatico. Ma politicamente è
inconsistente. Era una risorsa, ora è diventata una zavorra. McCain perderà per
colpa sua? Scritto in democrazia, presidenziali usa Commenti ( 41 ) » (5 voti,
il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa ©
2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 20Oct
08 La sinistra vince nelle piazze ma perde alle urne? Ma basta riempire le
piazze per vincere le elezioni? Obama, ovviamente, spera di sì: sabato c'erano
centomila ad ascoltarlo a St Louis. A Denver, alla fine della convention, erano
in 70mila, qualche settimana prima decine di migliaia di europei lo ascoltarono
rapiti a Berlino. Sì, Barack sa mobilitare le folle, ma il sentimento della
piazza corrisponde a quello della maggior parte dei cittadini? C'è da
dubitarne: il candidato democratico perse molti consensi dopo Berlino e anche
dopo Denver, (sebbene allora soprattutto a causa della discesa in campo di
Sarah). Lo stesso potrebbe accadere ora: manifestazioni del genere producono
spesso l'effetto opposto a quello desiderato, suscitando repulsione e
diffidenza anziché adesione ed entusiasmo. In America, ma non solo. In Francia
l'anno scorso Ségolène Royal raccolse una folla immensa per il suo ultimo
comizio a Parigi, più del doppio rispetto a Sarkozy. Ma perse. In Italia il
Partito comunista riusciva a portare in piazza centinaia di migliaia di
persone, ma gli italiani, per fortuna, non gli diedero mai la maggioranza. Ora
c'è molta attesa nella sinistra per la manifestazione di sabato prossimo contro
il governo Berlusconi. Ieri Veltroni ha dichiarato: «L'opposizione si fa nelle
piazze e non in tv». A me sembra che la buona politica si faccia formulando
proposte convincenti ed essendo in sintonia con le esigenze più profonde del
Paese. Requisiti che mancano al Pd. La sinistra continui così: vince nelle
piazze ma, sempre più spesso, perdre alle urne. O sbaglio? Scritto in
democrazia, Italia Commenti ( 36 ) » (8 voti, il voto medio è: 4.13 su un
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RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Oct 08 Macchè capitalismo questo
è "debitalismo". E ora torna Marx? L'altro giorno sul metro ho
sentito un uomo sulla sessantina esclamare con aria soddisfatta: "Aveva
ragione Marx, quando affermava che il capitalismo si sarebbe impiccato da
sè". Oggi il radiogiornale di Radio 24 ha annunciato che in Germania le
vendite de il Capitale di Marx sono triplicate nelle ultime settimane, proprio
in coincidenza con la crisi dei subprime.. E forse siamo solo all'inizio.
Intendiamoci: la casta finanziaria ha sbagliato generando la bomba dei derivati,
gli imprenditori delle grandi multinazionali e delle banche hanno creato un
sistema che consentiva loro di accumulare ricchezze immense e immeritate, senza
mai pagare il prezzo degli errori che loro stesso commettevano, la classe
politica non ha esercitato il proprio dovere di vigilanza e di controllo; anzi
si è fatta coinvolgere e corrompere. Tutto questo va denunciato con chiarezza,
ma Marx continua ad avere torto. Il libero mercato non è fallito, continua ad
essere il miglior sistema possibile. Il problema è che il capitalismo è stato
snaturato: il suo scopo è, da sempre, quello di favorire l'accumulo di capitale
da parte dell'individuo, mentre le degenerazioni finanziarie degli ultimi
vent'anni lo hanno trasformato in una cosa diversa: nel "debitalismo"
ovvero nell'accumulo di debiti anziché di capitale. Per sopravvivere, per
sostenere consumi al di sopra delle proprie disponibilità e dunque per drogare
la crescita, creando non vero, solido benessere, basato sul risparmio e sul
reddito reale, ma una ricchezza illusoria . Negli Stati Uniti e in Gran
Bretagna il debitalismo ha raggiunto proporzioni enormi, come ho ricordato in
un post recente, noi europei continentali eravamo sulla stessa strada. Ora la
bolla è scoppiata. Soffriremo, ma questa crisi può essere salutare e può
permetterci di ripartire su basi più solide. I sistemi liberali riescono a
correggere i propri errori, quelli comunisti no e per questo i
"rossi" hanno perso la sfida con la storia. Di un revival di Marx non
si sente proprio il bisogno. Scritto in economia, globalizzazione, democrazia
Commenti ( 34 ) » (5 voti, il voto medio è: 3.6 su un massimo di 5) Loading ...
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articolo a un amico 15Oct 08 Classi per stranieri, perché tanto scandalo? Non
riesco a capire le proteste indignate della sinistra contro l'emendamento della
Lega che regolamenta l'accesso degli stranieri nelle scuole. In altri Paesi è
una pratica normale e dettata dal buon senso. Alla radio ho sentito Fassino
dire che istituendo classe separate si discriminano gli immigrati. A me sembra
invece che sia vero il contrario: che senso ha mandare allo sbaraglio un
bambino in una classe in cui non capisce una parola? Si sentirà subito diverso,
verrà deriso dai compagni. Se invece per un anno segue un corso di italiano,
quando verrà introdotto nei corsi regolari potrà facilmente integrarsi. E la
qualità complessiva dell'insegnamento migliorerà. Questo è un altro punto
dolente: quando ci sono tanti bambini stranieri il livello dei corsi si abbassa
drasticamente. Lo so per esperienza personale: non lontano da casa mia alle
elementari la percentuale di bimbi stranieri è superiore al 50%, i programmi
non vengano rispettati perché gli insegnanti devono procedere molto lentamente,
adeguano il ritmo a quello degli ultimi. Risultato: i genitori italiani tendono
a togliere i propri figli dalla scuola pubblica e a metterli nella scuola
privata. Perché un italiano deve essere privato di fatto del diritto di frequentare
una scuola statale? Questa è un'ingiustizia. Il razzismo si diffonde anche
così. Scritto in globalizzazione, democrazia, Italia, immigrazione Commenti (
46 ) » (4 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di
Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 13Oct 08 Ma Sarko è succube di Carlà? Ieri stavo pensando di scrivere
un post di elogio di Sarkozy, per la reattività dimostrata durante la crisi
finanziaria: è stato dinamico, propositivo, flessibile. E' stato uno dei pochi
leader europei (con Berlusconi e il premier britannico Gordon Brown) ad aver
capito subito la gravità della situazione e nel ritenere che solo un'azione
congiunta a livello europeo sarebbe stata efficace, contrariamente alla Merkel,
che è stata costretta a rivedere le sue posizioni, dopo le disgraziate
decisioni di una settimana fa, che hanno contribuito non poco a diffondere il
panico. Bravo Sarko, dunque. Ma simultaneamente alla riunione europea a Parigi,
il presidente francese ha annunciato che non avrebbe estradato la terrorista
rossa Marina Petrella. " Per ragioni umanitarie" è la spiegazione
ufficiale. A mio modo di vedere inaccettabile: la signora Petrella, sebbene
gravemente malata, resta una brigatista condannata all'ergastolo. Spetta
all'Italia decidere in merito alla grazia o alla sospensione della pena e
dunque Parigi doveva estradarla, a meno che Sarko non si fidi dell'Italia e
dunque lo consideri un Paese del Terzo Mondo. Prendendo in considerazione la
variabile Carlà, però, tutto diventa chiaro: la Petrella è protetta da Valeria
Bruni Tedeschi e da alcuni intellettuali di sinistra. Valeria ha sensibilizzato
la sorella Carla, la quale, mentre il mondo era sull'oro del collasso si è
rivolta al marito. A modo suo ovvero in pressing asfissiante, perché la signora
Bruni ottiene sempre quel che vuole. E Sarko, verosimilmente esasperato, alla
fine ha ceduto, contraddicendo la decisione presa due anni fa dal suo stesso
governo che si era espresso a favore dell'estradizione. Insomma, ha preferito
irritare l'Italia piuttosto che dire no a sua moglie e, tramite lei, alla
sinistra radical-chic parigina, la stessa che difendeva l'altro terrorista
Battisti. Che delusione. Qual è il vero Sarko, con o senza Carlà? Scritto in democrazia,
Italia, francia Commenti ( 61 ) » (7 voti, il voto medio è: 3.86 su un massimo
di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS
Commenti Invia questo articolo a un amico 10Oct 08 Il vero debito americano è
(forse) incolmabile George Bush tenta di rassicurare i mercati: "Siamo una
nazione prospera e ci risolleveremo dalla crisi", ha dichiarato. Me lo
auguro di cuore, ma non tutti sono ottimisti. Non lo è l'economista Martin
Feldstein, come spiego in un articolo uscito oggi sul Giornale. Negli ultimi
giorni l'Economist ha citato un dato spaventoso: il debito aggregato americano
(ovvero famiglie, banche, imprese e pubblica amministrazione) è pari al 358%
del Pil ovvero 51miliardi di debiti rispetto a un Pil di 14 miliardi. Massimo
Mucchetti ha analizzato i sette errori del capitalismo americano, citando,
oltre a queste, anche altre cifre inquietanti: l'esposizione della finanza è
passata dal 21% del Pil nel 1980 al 116% nel 2007. Non sono un economista, ma
un po' me ne intendo e la situazione mi sembra la seguente: l'economia
americana è sommersa dai debiti, ma per un meccanismo assurdo che nessuno ha
contrastato per oltre un decennio la crescita economia è dipesa e continua a
dipendere dai consumi (che contano per il 70% del Pil), che a loro volta sono
alimentati dalla finanza e dunque in ultima analisi dal debito. Ora la finanza
è a corto di ossigeno, come fa l'America a rialzarsi in tempi brevi? Ho il
sospetto che il fossato sia incolmabile: il peggio deve ancora venire? Scritto
in economia, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 41 ) » (8 voti, il
voto medio è: 4.25 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa ©
2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Oct
08 Banche, Veltroni sbaglia. Anche la sinistra ha le sue colpe Ieri sera
Ballarò, Walter Veltroni ha dichiarato che "l'attuale crisi finanziaria è
colpa della destra". Davvero? A me sembra che, in Italia, solo un politico
ha visto per tempo arrivare la crisi e si chiama Giulio Tremonti, mentre a
sinistra solo certi pensatori no global oggi possono affermare di aver sempre
criticato lo strapotere del sistema finanziario. Invece la cosiddetta sinistra
moderata mi è sempre parsa piuttosto compiacente, anzi ricettiva, nei confronti
delle banche sia a livello nazionale sia internazionale. Vogliamo ricordare la
vicenda Unipol? Profumo non è considerato un banchiere prodiano? In genere per
anni i leader della sinistra sembravano non avere altro desiderio che farsi
accreditare in quel mondo, con modalità tipicamente provinciali in Italia; più
elaborate all'estero. Blair ha contribuito in modo decisivo alla gigantesca
"finanziarizzazione" della Gran Bretagna con relativa esplosione del
debito privato; le leggi americane che hanno consentito la diffusione del virus
dei subprime e la deregolamentazione dei prodotti derivati più a rischio
risalgono al 1999 e al 2000: sono state approvate in piena era Clinton. Sia
chiaro: anche i partiti della destra moderata hanno le loro colpe. soprattutto
nel mondo anglosassone. Quelle due leggi furono proposte, tra gli altri,
dall'attuale consigliere di McCain, mentre l'Amministrazione Bush ha gravi
responsabilità nel non aver nemmeno tentato di contrastare le pratiche immorali
di banche mai sazie e onnipotenti. Tornando all'Italia, Prodi ha forse adottato
misure per regolamentare e frenare le banche? Niente affatto, il cuneo fiscale
ha finito per agevolare soprattutto gli istituti di credito, che hanno visto
esplodere gli utili, ma la cui aliquota è scesa. La sinistra moderata (Pd e
discendenti) è sempre stata molto amica del mondo finanziario. Veltroni lo ha
già dimenticato? Scritto in economia, globalizzazione, democrazia, Italia, gli
usa e il mondo Commenti ( 34 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.2 su un massimo di
5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS
Commenti Invia questo articolo a un amico 06Oct 08 L'egoismo della Germania può
mettere a rischio anche l'euro Riepiloghiamo: dopo il crollo del muro di
Berlino la Germania (cancelliere era Kohl) optò per una riunificazione
monetaria con l'ex Ddr che sfidava il buon senso e che infatti si dimostrò
largamente deficitaria, visto che ancora oggi i leander dell'est sono in
difficoltà. Risultato: l'economia europea si fermò e rimase stagnante per tutti
gli anni Novanta. La Germania impose al resto d'Europa i cinque criteri di
Maastricht come condizione per dare il via libera all'euro; miravano a rendere
la struttura finanziaria dei paesi membri della Ue simile a quella tedesca.
Quei cinque criteri erano arbitrari in quanto non includevano altri indicatori
economici fondamentali, ma i partner europei risposero presente e accettarono
le pretese tedesche. Ora però è l'Europa che invoca solidarietà o perlomeno un
coerente coordinamento tra i Paesi principali per gestire la crisi bancaria. Ma
Berlino fa di testa sua: non solo boccia le richieste di Sarkozy e Berlusconi
sulla creazione di un fondo comune, ma annuncia a sorpresa la tutela statale di
tutti i depositi bancari privati in Germania. Una mossa volta a tutelare i
risparmiatori tedeschi dal rischio crash, che può essere legittima e anche
giusta ma che va presa di conune accordo con gli altri partner, altrimenti il
rischio è che milioni di cittadini europei decidano di trasferire in Germania i
propri conti, il che renderebbe ancora più instabile il sistema bancario
europeo. Il ministero delle finanze afferma di "non volere un piano
europeo perché vuole tenersi le mani libere e agire in modo indipendente".
Ma allora perché varare l'unione economica e monetaria se non si è disposti a
rispettarne lo spirito fino in fondo e soprattutto in momenti difficili come
questi? Intanto il Financial Times avverte: se l'Unione europea non elabora una
risposta corale la crisi potrebbe diffondersi rapidamente con dinamiche
imprevedibili e a quel punto persino l'euro potrebbe essere a rischio. A che
cosa mira la Germania? Scritto in europa, germania, Italia Commenti ( 89 ) » (8
voti, il voto medio è: 3 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello
Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico
03Oct 08 La crisi dei giornali si risolve su Internet Leggo sul Sole 24Ore che
gli editori si oppongono al progetto del governo di pubblicare atti
provvedimenti solo su Internt, con la conseguente cancellazione dell'obbligo di
pubblicare delle sentenze di condanna sui giornali. Li capisco: sono una fonte
di introito che, nell'attuale clima di recessione, anche pubblicitaria, è
sempre più importante. Leggo delle traversie dei piccoli giornali, di qualunque
orientamento politico (dal Manifesto alla Padania), che con la riduzione dei
contributi pubblici rischiano di scomparire. Li capisco: la chiusura di testate
è sempre dolorosa. Leggo gli ultimi dati di sulla diffusione dei quotidiani che
dimostrano una calo generalizzato delle vendite. Non bastano più libri, Cd,
allegati vari a sostenere le edicole, che infatti tendono a diminuire di
numero, perlomeno nelle grandi città. Gli editori sono preoccupati e li
capisco. Non capisco però l'ostinazione con cui il mondo dei giornali si ostina
a negare la realtà, che è molto semplice: il processo di trasferimento dei
lettori dalla carta stampata a Internet è più rapido del previsto. I giornali
di partito non devono necessariamente essere stampati su carta: un bel sito
internet permetterebbe loro, anzi, di avere più lettori. E costerebbe meno. Gli
editori non possono pensare di sorreggere i propri bilanci con gli annunci dei
tribunali, nè con strumenti secondari come gli allegati. Lo penso da tempo e lo
ribadisco: i quotidiani si salveranno solo se smetteranno di guardare al futuro
usando i parametri del passato e se inizieranno a elaborare strategie per
rendere sempre più sinergici il giornale tradizionale e il sito Web nonché a
elaborare nuove strategie di raccolta pubblicitaria on-line. Il processo non è
semplice, ma non ha alternative. Chi lo fa bene salva sia l'edizione cartacea
che quella on line, vedi i successi del Guardian. Chi si ferma è destinato a
soffrire sempre di più. Il mondo può andare avanti senza giornali, ma non può
più fare a meno del Web. O sbaglio? Scritto in Italia, giornalismo Commenti (
26 ) » (3 voti, il voto medio è: 3.67 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog
di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo
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internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti
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Quello stile di "Repubblica"... - 2 Emails Internet fa bene ai
giornali - 2 Emails Ultime discussioni Marcello Foa: Caro Dante,alcuni sono
usciti allo scoperto come i commentatori David Frum, David Brooks, Kathleen...
Dante: Tanto per chiarirsi sul significato di "voto razzista". e'
razzista chi NON VOTA per... Marcello Foa: Il dibattito si infiamma, devo
intervenire. io non ho mai detto che gli Usa e tantomeno i repubblicani...
Emanuel: esattamente luca. anche condoleeza rice è nera! gli anti-negri sono
solo qui, come dimostrano certi... Emanuel: in risposta ad aquiladellanotte.
Perchè dovremmo andare su un'altro blog a difendere il "nostro... Ultime
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speculazione"Scuola, la Gelmini: "Non ritiro il decreto"
Tafferugli a RomaRai, Annozero censura gli studenti di destra Pdl: sciopero del
canoneLupin-lavavetri ruba 800mila euro di gioielliMez, la Bongiorno chiede il
proscioglimento "Sollecito era a casa sua all'ora del delitto"Casa
Bianca, la corsa dei candidati sconosciutiLa Moratti lancia il "Manifesto
del merito". Per un'Italia miglioreSomalia, verso la resa dei conti coi
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( da "Secolo XIX, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Alitalia, niente intesa sui contrattiÈ
legge il decreto salva-aziende conto alla rovescia Entro il 31 ottobre la Cai deve
presentare l'offerta. Sabelli: «Indispensabile l'intesa coi sindacati». Esuberi
anche in AirOne 25/10/2008 Roma. Ad una settimana dalla scadenza, fissata al 31
ottobre, per la presentazione dell'offerta vincolante per Alitalia
da parte di Cai, è arrivato il via libera del Senato al decreto legge tagliato
su misura per la compagnia. Intanto però il nodo sui contratti non è ancora
stato sciolto: l'amministratore delegato di Cai Rocco Sabelli, secondo quanto
riferiscono fonti sindacali presenti all'incontro tenutosi ieri, ha precisato
di volersi prendere tutto il tempo che serve per arrivare ad un accordo senza
il quale non ci potrà essere l'offerta al commissario straordinario Augusto
Fantozzi. Questi ha detto la scorsa settimana che Alitalia
ha soldi in cassa fino al 31 dicembre. «Ma non è vero che non ci sia fretta»
hanno però precisato fonti vicine a Sabelli in un secondo tempo, dopo che le
agenzie hanno battuto le indiscrezioni di fonte sindacale sull'esito
dell'incontro. Sul fronte esuberi, l'amministratore delegato di Cai avrebbe
affermato che con la nascita della nuova Alitalia la
cassa integrazione e la mobilità toccheranno in maniera proporzionale anche
AirOne, la compagnia di Carlo Toto che confluisce nella nuova società. Inoltre,
per quanto riguarda i criteri di assunzione, al tavolo è stato chiarito che non
ci sarà alcuna discriminazione che riguardi personale in maternità o personale
con disabili a carico, anche se Sabelli ha fatto presente che vuole avvalersi
delle migliori risorse al minor costo. Sugli stipendi smentiti tagli ulteriori
rispetto a quelli previsti dall'accordo di Palazzo Chigi, nell'ordine del 6-7%
per hostess e piloti. Intanto il quadro normativo che dovrebbe permettere al
"piano Fenice" di decollare è stato approvato a Palazzo Madama.
Saltata la contestatissima norma "salva-manager", è diventato legge
il decreto Alitalia che estende la legge Marzano alla
ristrutturazione di grandi imprese in crisi non solo finanziaria, ma anche di
tipo industriale. Nella navetta tra Camera e Senato, il provvedimento ha anche
recepito gli accordi tra Cai e i sindacati dopo le lunghe notti di trattativa a
Palazzo Chigi. La neo-legge prevede che il commissario straordinario può
procedere alla cessione di «complessi aziendali» o anche di «singoli beni o
contratti», non solamente dell'intera società. Può individuare gli acquirenti
«a trattativa privata, tra i soggetti che garantiscono la continuità del
servizio, la rapidità dell'intervento» e il rispetto dei requisiti previsti
dalla legislazione nazionale e dai trattati. Il prezzo di cessione «non deve
essere inferiore a quello di mercato, risultante dalla perizia effettuata da
primaria istituzionale finanziaria, individuata con decreto del ministro dello
sviluppo economico». Tra le novità anche le deroghe Antitrust: le operazioni di
concentrazione che riguarderanno Alitalia saranno
escluse dalla necessità dell'autorizzazione dell'autorità fino al 30 giugno
2009. Il decreto concede poi misure di sostegno agli esuberi per sette anni e
prevede che i trattamenti di cassa integrazione e mobilità possono essere
concessi per un periodo massimo, rispettivamente, di 48 e 36 mesi. C'è inoltre la possibilità per Cai di ripescare nella nuova
gestione parte dei precari di Alitalia. Infine, è stata alzata da 1 euro a 3 euro l'addizionale
comunale sui diritti di imbarco dei passeggeri e i due euro in più saranno
destinati agli ammortizzatori sociali per i lavoratori di Alitalia. 25/10/2008
( da "Secolo XIX, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
L'acqua è un
benedella comunità, ma i partiti stiano fuoridalla gestione pubblica Nel
silenzio generale dei media il governo Berlusconi ha votato l'articolo 23 bis
del decreto legge Tremonti che sancisce la privatizzazione dell'acqua pubblica.
Di fatto è stata sancita una bestemmia sociale, culturale ed etica; l'acqua è
un bene essenziale per la vita, un diritto fondamentale dell'uomo che non può
essere alienato, non può essere mercificato e nessuno può appropriarsene per
trarne illecito profitto. L'acqua è sacra in ogni Paese, cultura e fede del
mondo. Da oggi l'acqua non è quindi più un bene pubblico, ma cadrà
definitivamente e per legge sotto il controllo delle multinazionali come
Veolia, che a Latina ha già deciso di aumentare le bollette del 300% e ai
consumatori che protestano manda le sue squadre di vigilantes armati e
carabinieri per staccare i contatori. È tutto chiaro? Questo
governo si è comportato da statalista con Alitalia ed ora fa il liberista con l'unico bene che non dovrebbe
assolutamente essere sottomesso alle regole dell'economia capitalistica. Gian
Francesco Uboldini E-MAIL 25/10/2008 l'avvocato di famiglia i quesiti su
diritto di famiglia e in materia di eredità e successioni avv. GIOVANNA
COMANDÉ corso A. Podestà 6/5 tel. e fax: 010 8686807; e-mail:
giovannacomande@fastwebnet.it Per problemi di eredità e successioni indirizzare
all'associazione C.L.A.S.S.E. 25/10/2008
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina 41 - Commenti
PER UN POPULISMO DELLA SINISTRA (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Fa bene a un partito
riformista un po´ di esplicito populismo di sinistra? Sono interrogativi che
equivalgono a chiedersi, in fondo, se il riformismo debba contenere una quota di
radicalità. Con quel che ne consegue anche nello stile e nei simboli: cortei,
bandiere, un´opposizione animosa e rumorosa, con il recupero di una
contrapposizione nettissima rispetto al governo e al Popolo della libertà.
Insomma: oggi, domani, nel futuro politicamente prevedibile, il riformismo può
trovare una risorsa nel populismo? C´è un´insidia in questa domanda, se si
pensa che l´accusa di populismo è sempre stata brandita contro la destra.
Secondo la cultura unanime del centrosinistra, l´istinto demagogico appartiene
all´indole del Pdl e dei suoi capi, a cominciare dal populista principe Silvio
Berlusconi, dato che un marcato atteggiamento antistituzionale è stato la cifra
continua negli slogan, nelle proteste e negli atti della destra: contro le tasse,
contro l´euro, contro le regole, contro i partiti, contro i
"comunisti", contro i giudici, contro i fannulloni, contro gli
stipendi degli insegnanti. A rigor di termini, l´ideologia e la vocazione
populista si realizzano nell´intenzione di trasformare immediatamente in leggi
la cosiddetta volontà popolare. L´attuale governo ne è un esempio plateale, con
i ministri (in particolare Mariastella Gelmini, Renato Brunetta, Giulio
Tremonti, Roberto Calderoli) impegnatissimi a disporre pacchetti di riforme, anche
per decreto, cercando comunque di superare di slancio il disturbo delle
discussioni parlamentari. Ecco la Finanziaria approvata in Consiglio dei
ministri nel giro di nove minuti e mezzo, ecco l´assurda Robin Tax, tassa
discrezionale "contro la speculazione petrolifera" e contro le
banche, quando sembrava che petrolieri e banche facessero profitti troppo alti
grazie alla congiuntura; e poi l´esercito in tenuta campale nelle strade, il
federalismo affidato a una delega generica e caotica, i tagli alla scuola che
idealizzano strumentalmente l´età delle mezze stagioni e dei grembiulini. Non
conviene nascondersi che, di fronte al forcing comunicativo del Pdl, il
centrosinistra ha mostrato finora armi spuntate. In parte per le ripercussioni
politiche e psicologiche della sconfitta elettorale, ma in parte anche per una
specie di sfasatura rispetto alle iniziative del governo. L´azione politica del
Pd veltroniano, infatti, si svolge in genere su un piano differente rispetto a
quello della maggioranza berlusconiana. La cultura democratica prevalente è
largamente rivolta verso la sfera dei diritti, evoca battaglie culturali nel
nome dell´antifascismo, combatte il razzismo e la xenofobia, si concentra sulle
pari opportunità e contro le discriminazioni, nel nome del rispetto di una
consapevole cultura costituzionale. Sono tutte tematiche sacrosante, ma per il
momento poco producenti nella battaglia politica in corso. Hanno la veste di
posizioni filosofiche più che di strumenti politici utilizzabili nel confronto.
Confermano l´elettore del centrosinistra di essere nel giusto, convincono i già
convinti, ma almeno nel breve periodo non allargano l´area del consenso. Mentre
dovrebbe essere chiaro che, se non vuole restare politicamente subalterno (cioè
«minoranza strutturale», secondo la definizione di Massimo D´Alema), nelle
prossime stagioni il problema centrale del Pd consisterà non tanto nel
confermare i propri elettori, bensì nel tentare di staccare pezzi di elettorato
dall´area berlusconiana. A questo scopo, il centrosinistra deve riuscire a
spiegare, prima a se stesso e poi all´opinione pubblica, che il riformismo è sì
politica delle compatibilità, ma che ciò non esclude affatto un principio di
radicalità. Perché la radicalità è uno strumento che serve a perseguire due obiettivi:
a individuare con nettezza i problemi, e a suscitare identità. Vero è che
occorre intendersi su quali ambiti convenga essere radicali. Cioè i punti su
cui esercitare una pressione politica efficace. Al di là dall´incertezza
generale suscitata dalla recessione, sarà il caso di vedere con chiarezza che
Pdl è all´attacco sul terreno socio-economico, ha in mente una politica chiara,
tesa a corporare gli interessi in un blocco sociale permanente. L´eclettismo
berlusconiano sui principi di fondo e sui "valori" consente alla
destra di assumere le posizioni di volta in volta più convenienti, specialmente
nel rapporto con la Chiesa; ma sugli interessi non si scherza mai. Il Pdl avrà
pure commesso errori strategici (in particolare predisponendo misure economiche
depressive, cioè i tagli, in una fase di crescita zero), ma ha chiarissimo
l´obiettivo unilaterale di favorire i ceti a cui può offrire una conveniente
casa comune. Ebbene, in una situazione simile il Pd non può permettersi il
lusso di disputare una partita diseguale, ossia di rispondere a una politica
economica aggressiva con una serie di rivendicazioni intellettuali, civili,
filosofiche. è vero che il codice della lealtà repubblicana e di una
modernizzazione guidata da criteri di apertura culturale sono essenziali per
stabilire una differenza qualitativa rispetto alla destra: una laicità radicale
è un elemento essenziale di identità politica rispetto al clericalismo
opportunista di Berlusconi; così come un´idea avanzata ed europea della riforma
della scuola è necessaria per rispondere in modo radicale (e nello stesso tempo
con buonsenso) alla striminzita restaurazione della Gelmini. Ma in questo
momento ci vuole innanzitutto uno strenuo esercizio di radicalità per mettere
allo scoperto i pilastri della politica del Pdl. Il "populismo" della
sinistra riformista dovrebbe essere la leva per concentrarsi sulle
contraddizioni della coalizione di centrodestra, per richiamare su di esse
l´attenzione dei cittadini e per provare a sgretolarle. Altrimenti la politica
italiana resta divisa in due corpi separati, ognuno dei quali gioca la sua
partita indipendente: solo che la destra si fa gli affari, la sinistra nutre
buoni sentimenti con il rischio, alla fine, di vederli trasformati in
frustrazione permanente. E invece no: per uscire dal cerchio del consenso
magico del Re Silvio, dalla stregoneria comunicativa indipendente dagli eventi
reali, occorre anche quel tanto di realistica asprezza che induce a parlare di
cose elementari. Quindici milioni di italiani intorno alla linea della povertà.
I negozi di quartiere deserti. I salari falcidiati dall´inflazione, che invece
favorisce chi può ancora manovrare i prezzi. Il lavoro dipendente sacrificato
alle necessità della concorrenza globale; e nello stesso tempo settori commerciali
già in crisi per la flessione dei consumi determinata dall´erosione dei redditi
medi. Insomma, è il caso di tornare a mettere il dito su fenomeni a loro modo
brutali. E per farlo ci vuole la schietta radicalità implicita nel parlare di
cose vere, cioè di soldi, di redditi, di bilanci famigliari, di profitti, di
problemi reali dell´economia. Per la sinistra riformista, la sfera degli
interessi è stata in passato confinata in fantasmi contabili come il Pil, il
debito, il deficit, l´avanzo primario. In seguito si è praticato un tentativo
quasi eroico di reinterpretare da sinistra le categorie liberali del merito e
della concorrenza, come strumenti per scardinare la disuguaglianza sociale.
Adesso occorre essere convincenti in profondità: non è sufficiente il cervello,
la razionalità, la linearità dell´analisi. Ci vogliono anche il sangue, i
polmoni, il cuore. Quel tanto di cattiveria che consente di parlare alla pancia
della nostra società e di attaccare la destra sul suo stesso terreno e con
realistiche possibilità di successo. (Benissimo la moral suasion su Guglielmo
Epifani, ma non si dovrebbe dimenticare che la migliore
critica all´operazione Alitalia è venuta dal radicalismo televisivo di Milena Gabanelli, non dal
governo ombra). Il Circo Massimo serve a ricordare che è venuto il momento di
mettere il naso nella concretezza. Di tentare con adeguata forza polemica di
dissolvere i fumi berlusconiani del consenso gratuito. Il populismo
possibile della sinistra significa che occorre guardare alla realtà vera del
nostro paese, alla sua vita quotidiana. Nonostante la prevalenza del virtuale,
la politica è ancora scontro di posizioni, delimitazione fra scelte
incompatibili, contrapposizione di soluzioni apertamente alternative. In questo
senso, il populismo, interpretato con intelligenza da sinistra, non è un ibrido
incoerente: è semplicemente lo strumento per dare una voce a un´Italia che fino
a oggi ha rischiato di restare attonita e muta.
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina IX - Torino
L´operaio Viola: "Non vogliamo lasciare quella fabbrica" «Mi chiamo
Pino Viola, sono il rappresentante delle Rsu della Bertone. Sono, siamo molto
stanchi. Cinque anni pesano. Soprattutto se devi vivere con 600-700 euro al
mese. Ormai molti di noi hanno bruciato anche i piccoli risparmi che avevano
per pagare il mutuo o la retta dell´asilo. Ci siamo trovati invischiati in una
telenovela familiare e ne paghiamo il conto. Paghiamo noi operai le incapacità
della famiglia Bertone. Per questo siamo stufi di sentire dire che la signora
Lilli è dalla nostra parte. Non è vero niente. Lei è la prima responsabile di questa
situazione, lei ci ha portati fino a questo punto. Non ci resta che sperare che
il tribunale le tolga la potestà su marchio e terreni per chiudere questa
storia infinita. Ma nonostante tutto, noi ci teniamo a quella fabbrica, io e i
miei compagni. Perché nessuno ci aiuta? Perché il governo
si preoccupa dell´Alitalia
e non di noi? Non siamo figli di un dio minore. Siamo gente onesta che chiede
semplicemente di tornare a lavorare. Non vogliamo assistenza, né pietismo,
vogliamo lavorare, vogliamo tornare a fare macchine, che è la cosa che sappiamo
fare meglio. Alcuni nostri compagni sono andati a lavorare per un po´ di
tempo in altre fabbriche, hanno ricevuto complimenti e pacche sulle spalle ma
non ci basta più neanche questo. Noi vogliamo riprenderci la nostra dignità. E
nessuno scambi la nostra compostezza per un segnale di resa: noi non ci
rassegneremo mai a lasciare quella fabbrica, che è la nostra fabbrica».
(p.p.l.)
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina VI - Milano
L´appello "Liberalizzare i voli per Malpensa" Torna a chiedere al
governo di liberalizzare i voli nazionali su Malpensa e sugli altri scali
italiani. E questa volta la richiesta di Letizia Moratti arriva insieme a
quella del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, con cui sottoscrive un accordo
in vista dell´Expo: «La mancata liberalizzazione impedisce di effettuare un
collegamento diretto con Trieste, dopo che la nuova Alitalia ha deciso di dimezzare i voli
su Malpensa». Un volo che, dice il sindaco, «per noi è preziosissimo, perché
Trieste ha un legame storico con Milano, a partire da grandi aziende. Questo
non è accettabile per la competitività delle nostre città, per i costi
aggiuntivi che i nostri passeggeri e le nostre imprese si troverebbero ad
affrontare». Anche il sottosegretario alle Infrastrutture Roberto
Castelli si è schierato a difesa di Malpensa: «Deve essere lasciata libera di
lavorare, perché c´è la fila di compagnie che vogliono operare nello scalo
lombardo». (a.g.)
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina 13 - Cronaca
Lezioni in piazza Duomo blitz mediatici e feste l´Onda reinventa la protesta
L´inchiesta "Non ci faremo etichettare, non siamo né comunisti né
fannulloni" Il ´68 appare lontano, i giovani leader sono cresciuti tra
marketing e tv Le nuove forme di mobilitazione: "Slogan e cortei ormai
puzzano di vecchio" (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) CURZIO MALTESE Nel mezzo
degli anni Settanta, nella bufera delle lotte operaie e studentesche, qui lo
slogan vincente era «ma andate a lavorare, barboni!». Figurarsi oggi, in fondo
a un trentennio asfaltato da Craxi, Bossi e Berlusconi. Ieri mattina, mentre i
capannelli di anziani discutevano se aveva più ragione il Feltri a scrivere che
la polizia doveva «manganellare gli studenti nelle parti molli», oppure il
Cossiga a volerli «mandare tutti all´ospedale, senza pietà», si sono presentati
i ragazzi dell´Onda milanese con i banchetti per tenere le lezioni in piazza.
La prima, bellissima, del professor Roberto Escobar, filosofo della politica e
raffinato recensore della pagina culturale del Sole 24 Ore, sul tema
attualissimo: "Paure e controllo sociale". I capannelli si sono
ritratti schifati. «Occhio, sono quelli là, i balordi del Leoncavallo». Il
Leoncavallo era un famoso centro sociale degli anni Settanta, rimasto da allora
un mito più per la destra che per la sinistra. Nessuno ha trovato ancora il
coraggio di comunicare ai pensionati di piazza del Duomo, ai consiglieri di An
in giunta, a Berlusconi stesso e alle redazioni di Libero e Giornale che
purtroppo il Leoncavallo, sentina di tutti i mali, covo di comunisti drogati,
non esiste più da anni. L´hanno deportato a Greco ed è ridotto a un locale di
reduci. I ventenni di oggi semmai si trovano al centro sociale Il Cantiere, in
via Monterosa, o in quelli della Bicocca. Comunque Roberto Escobar non ha
proprio l´aria dell´agitatore rosso, in più non parla in professorese e ha un
bel senso dell´umorismo, quindi alla fine qualche benpensante si è staccato dal
gruppo, con passo timido, verso l´adunata di sovversivi. C´è un´astuzia da
guerriglieri mediatici degli studenti milanesi, pochi e accerchiati nella
roccaforte del Cavaliere, che meriterebbe di essere studiata dall´opposizione,
dalla sinistra. Se a Milano la sinistra non si fosse estinta da tempo. «Saremo
imprevedibili», avevano promesso e hanno mantenuto. Il rapporto di studenti
mobilitati, rispetto a Roma, è di uno a dieci. Per non parlare dei professori
"fiancheggiatori", quatto gatti. Eppure riescono a far parlare di sé
ogni giorno. Si dividono pezzi di città sulle cartine, come l´altro giorno per
il blocco del traffico, e danno l´impressione così di essere moltissimi.
Nell´aula della Statale che fu il tempio dei liderini sessantottini, da Capanna
a Cafiero, specialisti nel discettare sulle prospettive planetarie del
capitalismo, assisto a un collettivo sul tema della comunicazione. Discorsi
ruvidi ma affascinanti. Del tipo: «Occupazioni, slogan, cortei, tutta roba che
puzza di vecchio. Dobbiamo inventarci ogni giorno una cazzata buona per i
notiziari, fare come lui. Il Berlusca quando deve distrarre l´attenzione dal
taglio del tempo pieno che fa? Scatena il dibattito sul grembiulino». E quindi
vai con le trovate. Un giorno la lezione in piazza sfidando i capannelli, un
altro il sit-in coi libri sulle linee del tram, un altro ancora i messaggi in
bottiglia da distribuire ai passanti, poi la festa aperta a tutti («un momento
ludico ci vuole»). «Qualcuno ha un´altra idea?». Sembra una riunione creativa
di pubblicitari. Marco prende la parola: «Bisogna trovare il modo di non farsi
criminalizzare. Di non farsi fottere come i lavoratori
dell´Alitalia o i
fannulloni dell´impiego pubblico o gli immigrati delinquenti. Se ci trovano
un´etichetta, tipo che siamo comunisti o non vogliamo studiare, ce l´abbiamo
nel c�». Per ora, in qualche modo, ce l´hanno fatta a sfuggire all´iscrizione
nelle liste nere del nuovo maccartismo. A svicolare dalla caccia alle
streghe che concentra ogni volta la rabbia di tanti contro una micro categoria
in genere di poveri cristi. Hanno vent´anni, non sanno nulla del ´68, poca roba
del ´77, non s´interessano di politica e neanche all´antipolitica. Non è un
trucco per non passare "da comunisti". Soltanto negli ultimi dodici
anni, dal ´96 al 2008, l´astensionismo al voto dei ventenni è raddoppiato, dal
9 al 18 per cento. Ma sono nati e cresciuti in pieno berlusconismo, nel cuore
dell´impero, e hanno sviluppato gli anticorpi giusti. Oltre a una vera
ossessione per la comunicazione. «è anche esperienza di vita», chiarisce Luca,
21 anni, Scienze Politiche «Per arrangiarci in fondo che facciamo? Lavoriamo al
call center, facciamo i baristi, le consegne, qualcuno lavoricchia in
pubblicità. Insomma tutto il giorno a contatto con il pubblico, la gente
normale». «E la prima regola per comunicare i contenuti di una lotta è non
farsi etichettare dalla politica. Non saremo mai l´esercito di nessun partito»,
aggiunge una bella ragazza alta e mora, dal piglio lideristico. Età? 22 anni.
Nome? Carlotta Cossutta. Parente? «Nipote». Una rivendicazione di autonomia
politica dalla nipote dell´Armando Cossutta, il boss del Pci milanese, l´uomo
di Mosca, il rifondatore del comunismo, fa un certo effetto. «Intendiamoci,
ciascuno ha le sue idee. Ma qui si tratta di comunicare la sostanza. Oggi per
esempio siamo qui a discutere del perché sui media ha avuto tanto spazio il
piccolo scontro con la polizia dell´altro giorno e non gli argomenti contro la
legge». Carlotta guida un gruppo di guerriglieri mediatici che ogni mattina fa
monitoraggio su stampa, radio e tv, analizza, studia come «fare notizia».
Alcuni dimostrano un vero talento. La protesta a Scienze Politiche nasce per
esempio da una rivista, Acido Politico, la migliore rivista universitaria di
questi anni, creata, diretta e scritta quasi per intero fino all´anno scorso da
uno studente, Leo. Per esteso il nome è Leonard Berberi, albanese, nato a
Durazzo, arrivato in Italia a dieci anni, senza parlare una parola d´italiano.
Nessuno l´ha messo in una classe differenziata, si è diplomato e laureato col
massimo dei voti ed è arrivato primo al test di ammissione del master di
giornalismo della Statale. Nel movimento milanese sono molti i figli di
immigrati e moltissimi gli studenti del Sud. Alla ministra Gelmini, che lamenta
l´eccesso d´insegnanti meridionali al Nord, bisognerà un giorno comunicare la
percentuale di studenti meridionali nella più prestigiosa università milanese,
la Bocconi: 45 per cento. Il marketing del movimento milanese in ogni caso
funziona e l´Onda comincia a ingrossarsi. Dal mondo dei docenti arriva
solidarietà. Il preside di Scienze Politiche, Daniele Checchi, per primo ha
proclamato un giorno di blocco didattico in appoggio alla protesta. La preside
di Psicologia alla Bicocca, Laura D´Odorico, ha aderito con entusiasmo: «Era
ora che gli atenei si svegliassero dalla rassegnazione decennale a tagli
brutali fatti passare come riforme». Lo stesso rettore della Statale, Enrico
Decleva, finora assai tiepido, se n´è uscito a sorpresa con un´intervista a
Radio Popolare in cui ha ammesso: «Con questi ultimi tagli la Statale non potrà
chiudere il bilancio del 2010». Non è neppure vero che l´Onda milanese non
faccia politica, almeno nelle alleanze. A cominciare dalla più classica, cioè
sfruttare le divisioni nel campo nemico. A Milano, in Lombardia, nelle
università il vero potere e il vero consenso non è neppure berlusconiano: si
chiama Comunione e Liberazione. Ovvero Formigoni. Ovvero uno che da mesi è impegnato,
da destra, nel fare opposizione a qualsiasi iniziativa del governo. Non sarà un
caso se uno dei Formigoni boys, Francesco Cacchioli detto "Bencio",
responsabile della lista ciellina a Scienze Politiche, che incontro per i
corridoi della Statale, dice: «Questa roba qui non è una riforma, è una
completa idiozia, una serie di colpi di mannaia senza dietro alcun disegno
politico. Noi cattolici finora abbiamo contestato certi modi, i picchetti, i
cortei, roba di sinistra. Ma diciamo la verità, nella sostanza non è che
abbiano proprio torto».
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina 6 - Economia
Aerei Dopo il caro greggio la recessione Alle corde i conti delle aerolinee Non
c´è pace per il mondo del trasporto aereo. I grandi vettori non fanno a tempo a
festeggiare il calo del greggio � che ha dimezzato il suo valore in un mese
� che la recessione li mette del tutto ko. La Iata ha annunciato ieri che i
passeggeri sono calati per la prima volta dal 2003 a settembre. Air France ha lanciato un allarme utili che ha messo ko i titoli
e la Lufthansa, in gara per rilevare la Austria Airlines, ha valutato solo un
euro il 49% della compagnia di Vienna. I soci di Cai faticano a mettere assieme
i finanziamenti per Alitalia.
( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina 35 - Economia
Trattative con i sindacati ancora appese a un filo, spazio fino a venerdì Alitalia, via libera al decreto ma l´offerta Cai resta in
salita Sparisce la norma salva-manager ma entra la manleva patrimoniale per i
dirigenti pubblici LUCIO CILLIS ROMA - Offerta Cai a rischio senza un accordo
con i sindacati. Il tempo stringe, ed entro venerdì prossimo le parti dovranno
chiudere sulla questione dei contratti e sui criteri di assunzione nella nuova Alitalia. Se il dialogo tra la Compagnia aerea italiana e le
sigle di categoria dovesse incagliarsi ancora nelle prossime ore, Cai potrebbe
decidere di non procedere all´offerta, come hanno ribadito in serata fonti
vicine al dossier. Ieri, tra l´altro, è arrivato anche il via libera definitivo
per il decreto tagliato su misura per Alitalia. Dal
testo approvato ieri, dopo un "replay" della votazione imposto dal
presidente del Senato Renato Schifani - che ha fatto annullare la prima tornata
perché inficiata da un "pianista" della maggioranza - scompare la
contestata norma salva-manager. Il provvedimento prevede però una manleva per
amministratori, «pubblici dipendenti e soggetti comunque titolari di incarichi
pubblici». Un passaggio che rappresenta uno scudo in caso di responsabilità
patrimoniale e contabile anche per i dirigenti statali oltre che per il
consiglio di amministrazione di Alitalia e l´attuale
commissario Augusto Fantozzi. In particolare il decreto salva da responsabilità
di tipo civile i vertici non politici del Tesoro in carica dal 18 luglio 2007
fino alla data di entrata in vigore del decreto, oltre che «gli amministratori,
i componenti del collegio sindacale e il dirigente preposto alla redazione dei
documenti contabili societari». Il 18 luglio dello scorso anno, infatti, il
ministero dell´Economia concluse con un nulla di fatto la faticosa procedura di
vendita dalla quale, uno ad uno si sfilarono tutti i concorrenti. Da quel
giorno il declino dei conti del gruppo aereo è stato rapidissimo. Il decreto Alitalia regolamenta, tra l´altro, la procedura per l´ammissione al
passivo da parte di obbligazionisti e di titolari di strumenti finanziari. Il
testo introduce la figura di «un rappresentante comune» al quale rivolgersi.
Per Alitalia viene indicato
il professor Graziano Graziadei, già nominato dal ministro dello Sviluppo
economico, Claudio Scajola, quale membro del comitato di sorveglianza
della procedura concorsuale di Alitalia. Gli
obbligazionisti non dovranno inviare singolarmente domanda di
"insinuazione al passivo" ma consegnare la richiesta a Graziadei che
la girerà al tribunale fallimentare entro il prossimo 16 novembre. Gli
obbligazionisti saranno poi chiamati dal tribunale, che dovrà certificare la
proprietà dei titoli di ciascun soggetto che ha richiesto l´ammissione. Tra gli
altri punti del provvedimento, ci sono la possibilità di «cessione di asset e
beni» parziale da parte del commissario straordinario, che potrà inoltre
individuare gli acquirenti «a trattativa privata, tra i soggetti che
garantiscono la continuità del servizio, la rapidità dell´intervento». Molto
criticato dalla Iata, infine, il passaggio che incrementa la "tassa
passeggeri" da 1 euro a 3 euro.
( da "Corriere della Sera" del 25-10-2008)
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Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2008-10-25 num: - pag: 2
categoria: REDAZIONALE Assolombarda «Aeroporto a un passo dal tracollo Subito
liberalizzazione delle rotte» Le imprese temono la morte di Malpensa. Antonio
Colombo, direttore generale di Assolombarda: «Lo scalo è a un passo dal
suicidio. è necessario liberalizzare, altrimenti Milano diventerà periferia
d'Europa. Ci farebbe piacere che fosse Cai a riattivare
tutti i voli di Alitalia.
Se così non fosse, via libera alle altre compagnie». Per il presidente della
Camera di Commercio, Carlo Sangalli, «è un paradosso che ci si ritrovi in
queste condizioni proprio mentre si vara la governance dell'Expo. Serve una via
d'uscita nell'interesse del Paese. Evitando scontri Roma-Milano. Sono
fiducioso nel piano Fenice. Ma se Cai non si facesse carico di Malpensa, allora
si liberalizzi».
( da "Corriere della Sera" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-25 num: - pag: 35 categoria:
REDAZIONALE Grandi gruppi e classifiche Nell'indagine top ten invariata
Mediobanca «incorona» Eni Balzo di Pirelli e Benetton Le più dinamiche nel Nord
Est, ma guida Grimaldi Tra i big scalano posizioni Benetton, De Agostini e
Marcegaglia E tra i gruppi finanziari sale la stessa Mediobanca MILANO — è
ancora dell'Eni il primato fra i big industriali e Unicredit si conferma prima
fra le banche. Il rapporto sulle «Principali società italiane» che l'Ufficio
studi Mediobanca realizza da 43 anni presenta alcune novità di rilievo nella
classifica delle superbig, ma nella lunga storia di questa pubblicazione
resterà significativo perché registra record che difficilmente si ripeteranno
nel prossimo futuro. In particolare nel credito, il più colpito dalla crisi
attuale. Il rapporto (che considera 3.721 bilanci) vede dunque in testa alla
graduatoria nel settore industriale l'Eni, che l'anno scorso ha realizzato un
fatturato di 87,2 miliardi e utili per 10. Il colosso petrolifero è seguito
ancora da Fiat con ricavi per 58,5 miliardi, che rafforza il primato dei posti
di lavoro: con 179.601 dipendenti, 6 mila in più dell' anno precedente, aumenta
il distacco rispetto alle Poste (oltre 156 mila addetti, circa mille in più
rispetto al 2006). Terza è Enel con 42,6 miliardi: l'effetto Endesa lo si vedrà
nel bilancio 2008. Fra i balzi più significativi dei big si registra quello
compiuto da Ragione di Gilberto Benetton che scala quattro posizioni (è
undicesima) grazie al consolidamento integrale di Atlantia, Pirelli ne guadagna
nove (ed è quindicesima) con l'incremento di vendite nell'immobiliare,
Marcegaglia fa un salto di sei (al trentaduesimo posto) e De Agostini di 20 (è
numero 45) grazie all'acquisizione negli Stati Uniti del gigante dei giochi
online. Sembra inutile dirlo, ma la maglia nera dei risultati se l'aggiudica Alitalia, con una perdita di 495 milioni. In rosso profondo anche le
Ferrovie che tuttavia passano da perdite per oltre 2 miliardi a 417,9 milioni.
Sempre nel settore industriale Mediobanca considera le cosiddette imprese più
dinamiche: tale segmento registra una maggiore concentrazione a Nord-Est ma ai
primi posti (nelle categorie junior e senior) ci sono due società del
Sud: Aicon e Grimaldi. Passando ai settori finanziari, fra le compagnie di
assicurazioni si confermano prima e seconda Generali (che ha il primato di
utili con 2,9 miliardi) e Fonsai. E tra le banche Unicredit (incorporata
Capitalia) è al primo posto per attivo, mentre per utili è seconda con 6,5
miliardi. Segue per dimensioni Intesa Sanpaolo, che invece è prima per profitti
con 7,2 miliardi. Terza è Montepaschi anche per risultato con 1,4 miliardi. Nei
primi posti avanza Mediobanca (dalla nona alla settima posizione per attivi,
quarta per utile con 953 milioni) con un incremento del 25% dovuto a crescita
propria. Sergio Bocconi Al top Piattaforma offshore dell'Eni e la «Cruise
Barcelona» di Grimaldi Lines
( da "Corriere della Sera" del 25-10-2008)
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- NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-25 num: - pag: 35 categoria:
REDAZIONALE Il negoziato Il decreto per il salvataggio è legge. Allarme profitti Air France Alitalia, contratto ancora in salita ROMA — Si avvita la trattativa tra
la Compagnia aerea italiana (Cai) e i sindacati sui contratti della nuova Alitalia. Ieri è fallito il tentativo
dell'amministratore Rocco Sabelli di una riunione a oltranza per giungere a un
accordo prima dell'assemblea di Cai di martedì, che dovrebbe deliberare
l'offerta definitiva, la trasformazione in spa e il futuro aumento di capitale.
A disertarlo sono stati, tra gli altri, Filt-Cgil, Fit-Cisl e Sdl. «Senza
l'accordo sui contratti — ha avvertito Sabelli — non ci sarà offerta». «La
situazione è molto difficile» commentano fonti Cai, che sottolineano la pericolosità
di rinviare a lunedì, l'eventuale prosieguo del confronto. Così, mentre ieri il
decreto Alitalia è stato approvato in via definitiva
dal Senato, senza modifiche, lo scoglio sindacale resta. Secondo i sindacati,
Cai avrebbe proposto un contratto diverso da quello pattuito a Palazzo Chigi,
cioè la somma tra gli accordi firmati con il governo e il contratto 2001 Air
One ma senza le successive integrazioni. La differenza, ai fini
dell'inquadramento normativo, sarebbe, a detta dei sindacati, eccessiva. Per i
piloti poi, il problema è ancora più a monte: si tratta di decidere in che modo
dovrà essere effettuato il negoziato. I piloti insistono su un contratto a
parte per la categoria e, per ottenerlo, sono disposti a rinunciare
all'inquadramento da dirigenti dei comandanti, ma sul contratto unico Cai
appare irremovibile. Che succederà se l'accordo con i sindacati non sarà
raggiunto prima dell'assemblea? Il commissario straordinario Augusto Fantozzi
aveva detto ai sindacati che avrebbe accettato l'offerta Cai anche in assenza
di un accordo sui contratti. Ma Sabelli ieri ha precisato che «non c'è fretta»
e che l'accordo su contratti e criteri di designazione degli esuberi va trovato
prima dell'offerta. Altrimenti, fanno capire fonti Cai, drammatizzando, questa
potrebbe saltare. Nel fine settimana è possibile che Cai faccia pressioni su
Palazzo Chigi perché induca i segretari generali delle confederazioni a
concludere la trattativa, richiamando le categorie all'ordine. Ma c'è un'altra
novità, annunciata dallo stesso Sabelli: l'estensione degli ammortizzatori
sociali a Air One. Finora non se ne era mai parlato: a restare fuori dal
perimetro della nuova Alitalia dovevano essere solo i
precari di Air One. Sabelli invece ha fatto sapere ai sindacati che i 3.350
esuberi individuati a Palazzo Chigi saranno distribuiti «proporzionalmente »
tra i lavoratori delle due compagnie. Dunque, dopo l'acquisto da parte di Cai,
dovrà esserci uno «stato di crisi » o una «riduzione di attività » anche per la
compagnia di Toto che, per i primi tre mesi, non sarà fusa con la nuova Alitalia. L'annuncio, che potrebbe scatenare la reazione dei
lavoratori di Air One, potrebbe interpretarsi come una forma di pressione su
Toto che in queste ore sta chiudendo, non senza problemi, la vendita dei propri
asset. Ma da Cai si fa sapere che i rapporti tra il presidente di Cai, Roberto
Colaninno, e Toto sono ottimi. Di certo però l'affare non è ancora chiuso.
Intanto Air France- Klm, in vantaggio nella corsa per l'ingresso in Alitalia, annuncia che le sarà «molto difficile »
raggiungere l'obiettivo di 1,28 miliardi di dollari di utile operativo nel 2008
e lancia un piano di taglio dei costi. Antonella Baccaro
( da "Tempo, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
stampa Decreto Il dl
per il salvataggio da ieri è legge. Il commissario potrà cedere asset a trattativa
privata Confermato l'aumento della tassa di imbarco a tre euro. Salva manager solo per Fantozzi Alitalia a terra senza ok dei sindacati Filippo Caleri
f.caleri@iltempo.it Il decreto che consentirà ad Alitalia di riprendere il volo è stato trasformato, a soli tre giorni
dalla sua scadenza, in legge. Ieri ha, infatti, avuto il definitivo via libera
dal Senato che ha accolto le modifiche apportate da Montecitorio,
compresa la cancellazione della norma salva-manager. La stessa che, pensata per
limitare le rivalse legali nei confronti del commissario Fantozzi, rischiava
con un emendamento, poi cancellato, di trasformarsi in un'amnistia mascherata
per i manager delle aziende in crisi. Il testo spiana la strada all'ingresso
della cordata Cai nel rilevare la cosiddetta good company. Con i poteri
confermati il commissario straordinario può decidere immediatamente la
«cessione di complessi aziendali» e «individuare l'acquirente a trattativa
privata» tra candidati che garantiscano, tra l'altro, la continuità del
servizio e la rapidità dell'intervento. La nuova compagnia sarà esclusa «dalla
necessità di un'autorizzazione» Antitrust. Con una deroga su eventuali monopoli
come quelle sulla rotta Linate-Fimicino su cui Catricalà potrà intervenire solo
dopo il 30 giugno 2009. Il testo porta a 48 mesi il periodo massimo di cassa
integrazione e introduce tutele per i precari. Chi rileva gli asset può
assumerli a tempo determinato pur avendo del personale in cassa integrazione.
Previsti, poi, indennizzi per i piccoli azionisti e gli obbligazionisti mentre
è introdotta, in modo specifico per Alitalia,
l'esclusione della «responsabilità amministrativa-contabile» personale per
«atti e provvedimenti che siano stati posti in essere dal 18 luglio 2007» da
amministratori, collegio dei sindaci e dirigenti preposti al bilancio. Infine
aumenta la tassa di imbarco a tre euro. Servirà a incrementare il Fondo
speciale per i dipendenti Alitalia. Ieri intanto la
Cai ha ribadito che l'offerta per Alitalia verrà
presentata solo se ci sarà il via libera dei sindacati ai contratti e alla
selezione del personale. L'ad di Cai, Rocco Sabelli, ha incontrato le nove
sigle sindacali per sbloccare lo stallo in cui era finito il confronto con i
rappresentanti legali di Cai sulla stesura dei contratti e sui criteri di
selezione per i 12.639 futuri dipendenti della Nuova Alitalia.
Sabelli ha confermato la validità degli accordi siglati a Palazzo Chigi.
( da "Messaggero, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Sabato
25 Ottobre 2008 Chiudi Il professore spinge affinchè la newco si accolli il
rischio Ue. Cigs anche per i dipendenti AirOne. Soci in allerta. Ok del Senato
al dl Alitalia, pressing di Fantozzi su Cai Il commissario vuol chiudere
per il 15 novembre. Sabelli, offerta dopo l'ok dei sindacati
( da "Messaggero, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Sabato 25 Ottobre
2008 Chiudi di ROSARIO DIMITO MILANO - Tra i soci di Cai c'è grande fermento
per le troppe incognite che ancora circondano il decollo: dall'istruttoria in
corso da parte della Ue, alle licenze Enac, dai termini dell'offerta, al
negoziato con Carlo Toto, alle trattative coi sindacati sul contratto: su
questo punto c'è la novità che la cigs verrebbe estesa anche ai dipendenti
AirOne. Da ieri sera, poi, s'è aggiunta una nuova preoccupazione: Intesa che
coordina la direzione dei lavori, avrebbe fatto sapere ad
alcuni dei principali azionisti della Nuova Alitalia, secondo quanto risulta a Il Messaggero, che Augusto Fantozzi
intende chiudere l'operazione il 15 novembre. E, dopo una riunione fra Intesa e
gli uomini del commissario, ci sarebbero ancora divergenze sui debiti da
accollarsi con riflessi sull'offerta. Non solo, Fantozzi spinge affinchè
Cai si accolli anche - in tutto o in parte - il rischio delle possibili
ricadute di Bruxelles sugli aiuti di stato il cui verdetto è atteso per il 12.
Questo perchè ritiene che l'avvento del "monitoring trustee", cioè la
società internazionale da individuare di comune accordo fra il governo e la Ue
per vigilare sulla coerenza fra l'offerta, il contratto definitivo e il piano
consegnato a Bruxelles, potrebbe avere tempi troppo lunghi. A pochi giorni
dall'assemblea di martedì 28 che dovrà varare l'aumento di capitale da un
miliardo, approvare l'offerta - condizionata - da presentare a Fantozzi a fine
mese e esaminare la scelta del partner, sono tanti i motivi di preoccupazione
per i futuri azionisti. Anche perchè Rocco Sabelli avrebbe comunicato ai
sindacati incontrati ieri per concordare i criteri di selezione che senza
l'accordo, Cai non presenterà l'offerta definitiva. Il negoziato riprenderà
oggi anche se i presupposti sono di maggiore flessibilità reciproca. Sabelli,
da abile negoziatore, si è mostrato duttile sui criteri che in maniera rigida
erano stati esposti mercoledì scorso dagli avvocati Marazza e Zambelli e che
hanno provocato la levata di scudi di Antonio Divietri, leader dell'Avia, il
principale sindacato degli assistenti di volo. Il futuro pilota di Cai così ha
mediato su alcuni dei punti più controversi: l'esclusione di quei dipendenti
che in base alla legge 104, usufruiscono di 3 giorni mensili di permesso per
assistere i familiari disabili e, con un approccio più costruttivo a partire da
oggi, nella valutazione dei genitori unici affidatari e delle altre casistiche.
Inoltre il top manager ha confermato che i provvedimenti di assunzione
passeranno attraverso un'unica procedura applicabile ai dipendenti Alitalia, AirOne, Express e Volare che in misura proporzionale,
saranno impiegati o posti in cassa integrazione. A seconda delle anzianità
maturate nelle rispettive compagnie, fermo restando che il personale che
dovesse maturare la pensione alla fine dei sette anni e otto mesi del
paracadute sociale, non verranno richiamati nella nuova Alitalia.
Così come i più giovani, per lo meno nella fase di decollo. Per quanto concerne
le qualifiche non incideranno in senso discriminatorio. Anche sulla
destinazione nelle varie basi di armamento, si terrà conto dell'anzianità di
servizio: quindi dovrebbero rimanere a Roma quelli che sono stati assunti da
più tempo. Dalle parole di Sabelli si evince quindi che anche i dipendenti
AirOne beneficeranno del provvedimento salva-Alitalia
- divenuto legge ieri con l'ok del Senato - e, soprattutto che Carlo Toto
dovrebbe vendere la sua compagnia a Cai. Le controversie sorte da qualche
giorno sulle garanzie richieste da Cai a fronte dei finanziamenti degli aerei
in leasing custoditi nelle scatole estere di Toto, potrebbero risolversi: Cai
potrebbe versare cash circa la metà della somma pattuita (318 milioni)
riservandosi il conguaglio in un secondo tempo. E a proposito di soldi, è
possibile che l'offerta Cai a Fantozzi sia più bassa (200 milioni circa)
rispetto ai 385 milioni della proposta originaria. La newco si accollerà circa
500 milioni di debiti ipotecari mentre ci sarebbero divergenze sui debiti di
funzionamento da accollarsi: ieri gli uomini di Fantozzi non si sarebbero
accordati con quelli di Intesa.
( da "Manifesto, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
LAS VEGAS, CAPITALE
DEL GIOCO E DELLA SINDACALIZZAZIONE Lotta dura NEL CASINÒ Nonostante la crisi,
una fiumana di gente si riversa ancora sulla città dell'azzardo dove fiorisce
l'economia del superfluo e dove è esplosa la lotta di classe più organizzata
degli Stati uniti. Per la prima volta nella storia moderna, è qui che la
Culinary Workers Union ha fatto il miracolo di sindacalizzare i lavoratori del
terziario arretrato, per la maggior parte immigrati, spesso clandestini Marco
d'Eramo INVIATO A LAS VEGAS (NEVADA) «Ma quale recessione!» sembra gridare
forte l'ininterrotto fiotto umano che scorre sui marciapiedi dello Strip e
fluisce su e giù dai cavalcavia che lo sorvolano. Ti chiedi come è possibile
che questo paese stia traversando la peggiore crisi degli ultimi 30 anni se una
tale piena di gente si precipita nella città dell'azzardo e del divertimento.
Il nome ufficiale dello Strip è il Las Vegas Boulevard, lungo cui, , da sud a
nord, si succedono per circa 4 chilometri gli hotel/casinò più famosi del
mondo. Dietro la domanda sulla crisi, per chi ha seguito gli eventi dell'ultimo
decennio, un altro interrogativo esige risposta: come mai questa città assurta
a simbolo del postmoderno, quest'economia basata sul superflo, è diventata la
capitale della lotta di classe negli Stati uniti? Le due questioni sono
intrecciate dall'enormità che ti si para di fronte. Noi abbiamo un'immagine
stereotipata di Las Vegas che risale agli anni '60, con la mafia italiana,
Frank Sinatra, Dean Martin (cui sono qui dedicate due avenues). Ma, a scorrere
le statistiche storiche che mi procura Christina Zila, la gentile ed effciente
addetta stampa della camera di Commercio della città, ancora nel '70 Las Vegas
aveva ricevuto 6,7 milioni di visitatori che vi avevano speso un po' più di un
miliardo di dollari (di allora). Ma nel 1990, i visitatori erano triplicati
(più di 20 milioni) e il fatturato era schizzato a 14 miliardi di dollari. 17
anni dopo, nel 2007, i visitatori erano ancora raddoppiati, e il fatturato si
era ancora triplicato (41,5 miliardi di dollari). Per avere un'idea di cosa
significano questi numeri, basti pensare che Venezia, la più turistica delle
città italiane, ha ricevuto, nel 2007, 3,6 milioni di turisti: meno di un
decimo di Las Vegas. Per l'entertainment, l'industria dello svago, Las Vegas
rappresenta quel che Detroit rappresentava per l'industria dell'auto. Anche qui
si assiste a un'integrazione verticale del divertimento. Non più solo azzardo
(anche se resta una delle ragioni principali per venire qui), ma spettacolo,
musica, ristoranti di lusso. Lo si vede da quanto è cresciuta l'industra delle
Conventions: nel 1970 solo un visitatore su 25 era delegato a una Convention, e
il settore contribuiva solo per un ventesimo al fatturato, mentre nel 2007 gli
oltre 6 milioni di delegati rappresentavano un sesto di tutti gli arrivi e il
loro contributo era un quinto del fatturato totale. Le dimensioni
dell'industria dello svago, la sua concentrazione spaziale, le sue economie di
scala, hanno creato una forza lavoro addensata, non dispersa che, per la prima
volta nella storia moderna, ha permesso di organizzare i lavoratori del terziario
arretrato: lavapiatti, cuochi, sguatteri, addetti alle pulizie, portieri. Un
singolo hotel/casino è un'operazione che richiede
investimenti di 5-8 miliardi di dollari (quante Alitalie ci si possono
comprare?) e che occupa migliaia di dipendenti. Da qui la possibilità -
rarissima negli Stati uniti - di sindacalizzarli. Un compito particolarmente
difficile perché buona parte degli addetti del settore è immigrata, molti sono
clandestini. Altrove queste condizioni hanno impedito ai sindacati di
organizzare i lavoratori (in Italia la Cgil ne sa qualcosa). Qui invece proprio
la dimensione industriale dell'attività di servizio ha compattato questa nuova
«classe operaia». Il sindacato che ha compiuto il miracolo è la Culinary
Workers Union, in particolare la sua sezione (Local) 226, un edificio basso,
solo piano terra, in un terreno aperto all'ombra di un altissimo casinò: vi
entro insieme a una fila di donne e uomini, ispanici per lo più, che vengono a
chiedere informazioni sui rimborsi sanitari, sulle pensioni, sui congedi.
Vent'anni fa la Culinary (come si dice qui in breve) aveva 10.000 iscritti,
oggi ne ha 60.000. A portare questo sindacato alla ribalta è stato lo sciopero
al New Frontier, «il più lungo sciopero della storia degli Stati uniti» mi dice
Chris Bohner, portavoce della Culinary: «Sei anni, quattro mesi e undici
giorni». Il New Frontier era il secondo grande casinò costruito a Las Vegas
negli anni '40, e lo sciopero dei suoi 550 dipendenti, iniziato il 21 settembre
1991, finì solo il primo febbraio 1998. Era la prima volta che si vedevano
mamme gravide partecipare ai picchetti per impedire ai crumiri di entrare a
lavorare: nei sei anni le scioperanti partorirono ben 106 bambini. «Questo ha
dimostrato ai datori di lavoro la nostra determinazione. Oggi è sindacalizzato
il 98% degli hotel e dei casinò di Downtown e dello Strip. I lavoratori sanno
che se si iscrivono al nostro sindacato avranno copertura sanitaria e diritto
alla pensione. Gli unici due casino/hotel che rifiutano la sindacalizzazione (e
sono due fra i più grandi stabilimenti della città) hanno due nomi italiani:
sono il Venetian e il Palazzo. Ma proprio adesso abbiamo firmato un nuovo
contratto collettivo con il Tropicana». Quando chiedo degli effetti della
recessione, sia i sindacalisti, sia le loro controparti alla Camera di
Commercio tendono a minizzarne la portata. In effetti Las Vegas è tutta un
succedersi di grandi cantieri, con enormi nuovi casinò in costruzione. In quasi
tutti i lavori proseguono a ritmo accelerato. Dice Chris: «Solo uno è stato
accantonato, Echelon, un progetto da 5 miliardi di dollari, per un complesso
con 5.000 stanze e 6,6 ettari di spazi da gioco e da esposizione. Ma gli altri
stanno andando avanti.» Per il progetto erano già stati spesi 500 milioni di
dollari, e ora è stato rinviato. «Ma da quel che so, il suo rinvio dipende non
dalla crisi qui a Las Vegas ma dalla stretta del credito» mi dice Cara Roberts,
la direttrice delle comunicazioni della Camera di commercio. Per Bohner, «la
crisi si sente ancora poco, c'è stato qualche licenziamento, ma questa è una
città eccezionale. Tutti gli altri stati hanno allentato i divieti sul gioco
d'azzardo, negli ultimi 20 anni sono stati aperti negli Usa centinaia di casinò
nelle riserve indiane, ma noi abbiamo 40 milioni di visitatori e una città che
vive 24 ore su 24. Per voi appasionati di calcio europeo, questi altri - anche
Atlantic City - giocano in serie B, noi in Champions League, siamo di un altro
livello». Cara Roberts: «Evadere è un bisogno insopprimibile. Certo la
recessione ci colpisce. Ma la gente avrà sempre bisogno di celebrare, di
evadere. Anzi, più le prospettive sono deprimenti, più è necessario sfuggire di
tanto in tanto. Magari verranno qui una volta l'anno invece di due. Magari
festeggeranno solo le nozze d'argento invece che tutti gli anniversari di
matrimonio, ma comunque verranno». Chiunque ti parli, esprime subito la sua
incrollabile convinzione dell'eccezionalità di Las Vegas. Già tutti gli
americani sono convinti dell'eccezionalità degli Stati uniti rispetto al resto
del mondo. E i lasvegani sono convinti della loro eccezionalità rispetto al
resto del paese: un'eccezionalità al quadrato, un destino diverso. «Questa è
una città molto più integrata, molto meno segregata, perché l'immigrazione è
recente; è una città che si rimescola in continuazione» dice Bohner. Ma le
statistiche raccontano un'altra storia e dicono che la crisi sta colpendo duro.
Intanto le grandi imprese, le università hanno cominciato a risparmiare e le
Conventions si sono contratte: ad agosto di quest'anno, rispetto a un anno
prima, si è registrato un -23% di delegati e -23% di impatto economico. Gli
altri turisti sono un po' aumentati, ma non sono riusciti a compensare il
crollo delle Conventions così che il numero totale di visitatori è diminuito
del 4%. Ma soprattutto, le tariffe delle stanze d'albergo sono diminuite del
15%; gli arrivi in aereo sono calati del 10% e il gettito da gioco si è
contratto del 9% Il rallentamento dell'economia riduce il gettito fiscale dello
stato e mette in pericolo il sistema pensionistico degli impiegati pubblici.
«Questa sarà la nostra grande prossima lotta» mi dice Amber Lasater della
Service Employees International Union (Seiu), il sindacato degli ospedalieri e
dei dipendenti pubblici che qui ha 17.500 iscritti: «Per questo è
importantissima l'elezione del nostro parlamento statale del Nevada: già adesso
la Camera di commercio sta facendo campagna pesante e sta sganciando un sacco
di soldi per far eleggere candidati che vogliono smontare il nostro sistema
pensionistico». Alla Camera di commercio mi dicono: «Gli insegnanti no, loro
sono pagati poco, ma gli altri dipendenti pubblici sono pagati troppo e
ricevono troppi benefici» (è la versione locale dei «fannulloni»), «e già
adesso il sistema pensionistico è sotto di 6 milioni di dollari. Da qualche
parte bisognerà tagliare». La Seiu è il primo sindacato che a gennaio si
pronunciò a favore di Obama (all'epoca gli altri sindacati erano pro Hillary
Clinton). Sia loro, sia la Culinary stanno facendo campagna a tutto spiano per
Obama. «Questo week-end arriverà dalla California una carovana di 10 nostri
attivisti che verranno a fare porta a porta (canvassing)» dice Amber che sette
anni fa si è sposata a Porto Venere in Italia. Uno dei due senatorid del Nevada
è repubblicano, l'altro è democratico, Harry Reid, mormone e capogruppo del
senato. Dei tre deputati che il Nevada manda alla Camera dei rappresentanti,
uno (il rappresentante di Las Vegas) è democratico, mentre gli altri due sono
repubblicani: si tenga conto che l'area metropolitana di Las Vegas (2 milioni
di abitanti) comprende i quattro quinti della popolazione del Nevada (2,6
milioni), ma solo un terzo di suoi parlamentari. «I repubblicani sono
fortissimi a nord nelle aree rurali, nella zona di Reno e Carson City. Ma noi
dobbiano stravincere qui per compensare. E ce la faremo» dice Amber «anzi, ce
la stiamo già facendo». Già, perché qui, come in molti altri stati, gli
elettori hanno già cominciato a votare. Si chiama l'early voting, il voto
anticipato. Tradizionalmente l'early voting e il voto postale erano favorevoli
ai repubblicani, questa volta no. «Solo il week-end scorso qui a Las Legas sono
venuti a votare in 25.000 elettori registrati come democratici. Nel 2004 erano
stati solo 14.000. C'è stata un'affluenza mostruosa», aggiunge tutta
soddisfatta. In Nevada due su tre early voters sono democratici. È un trend
comune a molti stati. In Florida, lunedì all'apertura delle urne, su 150.000
votanti, due su tre erano democratici, Lo stesso è avvenuto in North Carolina.
Se a questi voti anticipati si aggiungono i voti postati che debbono pervenire
entro oggi agli uffici elettorali, può anche essere che noi continuiamo a
parlare della campagna, ma che l'esito del voto sia già stato ipotecato.
( da "Messaggero, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Sabato
25 Ottobre 2008 Chiudi LA TOP TEN PER FATTURATO Fiat al secondo posto ed Enel al
terzo Alitalia maglia nera per le perdite
( da "Messaggero, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Sabato 25 Ottobre
2008 Chiudi ROMA Eni ancora regina dell'industria italiana, con 87,2 miliardi
di fatturato e 10 miliardi di utili 2007. Il primato lo certifica, ancora una
volta, Mediobanca che ha pubblicato il suo studio annuale sulle «Principali
società italiane» che passa sotto la lente i bilanci di 992 gruppi e 2729
imprese, grandi e piccole, dall'industria, ai servizi pubblici, a quelli
finanziari, al commercio. E uno studio della controllata R&S Mediobanca
sull top 20 delle banche europee certifica che proprio Mediobanca è quella con
la migliore patrimonializzazione. Il Tier 1 dell'istituto di Piazzetta Cuccia,
infatti, risulta al 10,3% contro una media dell'8,9% a fine giugno 2008.
Ancora, lo stesso studio certifica che la crisi dei mercati finanziari,
iniziata nell'estate 2007, in un anno è costata 213 miliardi di euro alle prime
20 banche europee (Intesa SanPaolo e Unicredit le uniche due italiane) in
perdite o minori utili. L'esposizione nei confronti delle attività più
rischiose è valutata 742,2 miliardi al 30 giugno, pari al 93% del patrimonio di
vigilanza. Tornando alla classifica annuale di Mediobanca sulle società
italiane, è confermata la pattuglia dei primi sette: al secondo posto la Fiat con
58,5 miliardi di fatturato ed Enel al terzo con 42,6 miliardi (l'effetto Endesa
si farà sentire sul 2008). Seguono Telecom Italia, il Gestore dei servizi
elettrici (Gse), Finmeccania ed Esso. Scalano le posizioni della classifica
Pirelli e il gruppo che fa capo a Gilberto Benetton. Il primo passa dal 24mo al
15mo posto mentre Benetton si avvicina al gruppo dei primi dieci, passando dal
15mo all'11mo posto a seguito del consolidamento del gruppo Atlantia. Bmw sale
dal 42mo al 36mo posto, Marcegaglia passa dal 38mo al 32mo, entrambe trainate
dall'aumento dei volumi di vendita.Tra le prime 50 aziende in termini di
fatturato entra de Agostini (che era al 65mo posto nella precedente edizione e
ora passa al 45mo). La maglia nera degli utili spetta ai
trasporti con Alitalia che
accumula perdite per 494,6 milioni e Ferrovie dello Stato che la segue da
vicino con 417,9 milioni di rosso. Maglia nera in assoluto sarebbe 3Italia
(gruppo H3G) che non ha reso disponibile il bilancio e viene data in perdita
per 1,2 miliardi. Nel settore del credito, è Unicredit, dopo
l'incorporazione di Capitalia, a confermarsi al primo posto per il totale
attivo. Segue Intesa SanPaolo (dopo l'incorporazione tra Intesa e SanPaolo Imi)
mentre tra i primi dieci avanza Mediobanca (dal nono al settimo posto) con un
incremento del 25% dovuto a crescita propria. La classifica in base agli utili
premia Intesa (7,2miliardi) seguita da Unicredit (6,5) e Mps (1,4). Infine, tra
le banche le più solide risultano quelle di credito cooperativo (3.768 sportelli)
con il miglior rap\porto tra patrimonio di vigilanza e attività di rischio
ponderate: 15,2% contro una media del sistema di 10,4%. B.C.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia Pagina 215
Slitta l'accordo con Enac e Regione: le compagnie accettano di decollare senza
un quadro definitivo Aerei, la continuità parte zoppa Slitta l'accordo con Enac
e Regione: le compagnie accettano di decollare senza un quadro definitivo Salta
la firma, tariffe scontate «in via transitoria» --> Salta la firma, tariffe
scontate «in via transitoria» La continuità decolla domani, ma Meridiana, Air
One e Alitalia saranno in pista «in via transitoria» a
tariffe scontate. Slitta la firma. Decollo difficile per la continuità
territoriale. Sfuma l'accordo definitivo tra le compagnie e l'Enac per l'avvio
(previsto per domani) delle nuove rotte agevolate su Roma e Milano. Ieri Air
One, Alitalia, Meridiana, Enac e assessorato regionale
ai Trasporti hanno deciso di far slittare alla prossima settimana la firma
delle convenzioni. Un buco nell'acqua? In parte: da domani le tre società
garantiranno «in via transitoria e per quanto possibile» tariffe scontate, in
linea con i dettami della nuova continuità territoriale. Questi i collegamenti:
da Alghero volerà Air One, da Olbia Meridiana, da Cagliari Alitalia,
Meridiana e Air One. Le tre compagnie hanno anche accettato di praticare gli
sconti ai sardi non residenti nell'isola. LE COMPAGNIE In un comunicato, Air
One e Meridiana «si impegnano ad operare rispettando le bande orarie e le
tariffe previste, utilizzando slot», ossia le autorizzazioni al decollo, «di
cui i vettori dispongono e che verranno appositamente dedicati a coprire i voli
da e per la Sardegna, in sostituzione di altri voli nazionali e internazionali,
al fine di assicurare la mobilità dei passeggeri sardi». Le compagnie spiegano
che la firma delle convenzioni è saltata perché «il ministero dei Trasporti non
aveva effettuato, in tempo utile, la prevista riserva di bande orarie presso
gli aeroporti, notoriamente saturi, di Milano Linate e Roma Fiumicino». I DUBBI
Da domani, dunque, partono le nuove tratte verso Roma e Milano, ma non è detto
che le compagnie - non avendo nuovi slot a disposizione - potranno rispettare
in pieno le fasce orarie stabilite dal decreto. Insomma, la continuità parte
zoppa: ogni compagnia, accettando gli oneri (gli obblighi su tariffe, orari e
frequenze), avrebbe dovuto assicurare in toto il numero di voli previsto dalla
normativa, salvo un diverso accordo fra gli stessi vettori. IL TAR Ad oggi,
invece, c'è solo un'intesa provvisoria, mentre rimangono importanti nodi da
sciogliere. Pesa infatti il ricorso al Tar depositato nei giorni scorsi da
Meridiana contro l'ammissione di Alitalia e Air One CityLiner per mancanza dei requisiti richiesti dal
decreto. In particolare, Alitalia è in possesso di licenza provvisoria, rilasciata il 2 settembre 2008,
che però scade nel marzo 2009. Inoltre, l'ex compagnia di bandiera ha segnalato
di non poter proseguire l'attività oltre il primo novembre 2008 per assenza di
risorse finanziarie. Questa condizione, spiega Meridiana, non
assicurerebbe il servizio in continuità per 12 mesi consecutivi, come richiesto
ai vettori dal decreto legge. Quanto ad Air One, secondo Meridiana non
rispetterebbe la capacità minima per lo svolgimento delle rotte onerate : la
continuità prevede che gli aeromobili utilizzati sulle tratte debbano fornire
una capacità minima di 140 posti ciascuno. Air One ha una flotta composta da
aerei Bombardier Crj1900, che contengono solo 90 posti. I TEMPI L'udienza per
la sospensiva è stata fissata il 30 ottobre, pochi giorni dopo l'avvio del nuovo
regime di continuità. Se giovedì prossimo il ricorso dovesse essere accolto,
anche dopo la firma delle convenzioni, l'accordo raggiunto tra i vettori
potrebbe rivelarsi inutile. LANFRANCO OLIVIERI
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia Pagina 215
Trasporti Decreto, via libera al Senato Cai: offerta Alitalia
solo con l'ok di hostess e piloti Trasporti. Decreto, via libera al Senato
--> L'offerta per Alitalia verrà presentata solo se
ci sarà il via libera dei sindacati ai contratti e alla selezione del
personale. Lo ha ribadito Compagnia aerea italiana, a 4 giorni dalla
convocazione dell'assemblea chiamata il 28 ottobre a varare il passaggio da srl
a spa, l'aumento di capitale da almeno un miliardo di euro e l'ok all'offerta
vincolante da presentare al commissario straordinario di Alitalia
il 31 ottobre. OK AL DECRETO Mentre al Senato il decreto su Alitalia
è diventato legge, l'amministratore di Cai, Rocco Sabelli, ha incontrato le
nove sigle sindacali per sbloccare lo stallo in cui era finito il confronto con
i rappresentanti legali di Cai sulla stesura dei contratti e sui criteri di
selezione per i 12.639 futuri dipendenti della Nuova Alitalia.
Un incontro per chiarire alcuni punti di incomprensione. Quanto detto da
Sabelli è stato riferito dai sindacati. Intanto, è stato confermato che la
cordata dei 16 imprenditori che compongono Compagnia Aerea Italiana è stabile
e, anzi, sono previsti nuovi ingressi. Fugate, quindi, le indiscrezioni secondo
cui ci sarebbero defezioni. Sabelli ha confermato la validità degli accordi di
Palazzo Chigi: per ciò che non è esplicitamente previsto, è stato ribadito, si
farà riferimento al contratto di Air One. Quindi, dovrebbe valere anche
l'allegato agli accordi che prevede il contratto da dirigenti per i comandanti,
a cui la categoria dei piloti, nei giorni scorsi, aveva detto di voler rinunciare.
Un contratto che va creato ex novo. IL SINDACATO «Se si ipotizzasse la
riapertura del confronto per una parte di quegli accordi», ha detto il
segretario generale della Uiltrasporti, Giuseppe Caronia, «non vedo perché non
dovrebbe essere fatto per altre parti, ma la riapertura del confronto non è
applicabile. Sabelli ha detto che i tempi previsti saranno rigidamente
rispettati», ha spiegato Caronia, «che il 28 ottobre ci sarà l'aumento di
capitale e, subito dopo, la richiesta di acquisizione impegnativa a Fantozzi
(stabilita per il 31 ottobre), che non può essere ritirata. L'unica possibilità
di ritiro», ha aggiunto, «potrebbe esserci se ls Ue dicesse che il prestito
ponte è un aiuto di Stato e che nell'operazione di acquisizione di Alitalia non c'è discontinuità». Ma il presidente
dell'Unione piloti, Massimo Notaro, e il segretario dell'Sdl Andrea Cavola,
hanno riferito un'altra frase di Sabelli: «Non c'è fretta, Alitalia
non è fallita e non sta fallendo».
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Prima Pagina Pagina
2 Trasporto aereo. Inutile riunione fiume tra l'Enac e le compagnie Continuità,
troppi contrasti. Slitta la firma Trasporto aereo.. Inutile riunione fiume tra
l'Enac e le compagnie --> La nuova continuità territoriale aerea parte
zoppa. Ieri a Roma, dopo una riunione fiume tra compagnie ed Enac, è slittata
alla prossima settimana la firma delle convenzioni. Air One, Meridiana e Alitalia, da domani, saranno in pista con le tariffe scontate. Ma sugli
orari c'è ancora incertezza. Il ministero non ha comunicato i nuovi slot (le
autorizzazioni per i voli) su Linate e Fiumicino e i vettori prendono tempo.
Sullo sfondo c'è anche il ricorso al Tribunale amministrativo di Meridiana
contro Alitalia.
OLIVIERI A PAGINA 15
( da "Manifesto, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Lotta dura NEL
CASINÒ - LAS VEGAS, CAPITALE DEL GIOCO E DELLA SINDACALIZZAZIONE Nonostante la crisi,
una fiumana di gente si riversa ancora sulla città dell'azzardo dove fiorisce
l'economia del superfluo e dove è esplosa la lotta di classe più organizzata
degli Stati uniti. Per la prima volta nella storia moderna, è qui che la
Culinary Workers Union ha fatto il miracolo di sindacalizzare i lavoratori del
terziario arretrato, per la maggior parte immigrati, spesso clandestini Marco
d'Eramo INVIATO A LAS VEGAS (NEVADA) «Ma quale recessione!» sembra gridare
forte l'ininterrotto fiotto umano che scorre sui marciapiedi dello Strip e
fluisce su e giù dai cavalcavia che lo sorvolano. Ti chiedi come è possibile
che questo paese stia traversando la peggiore crisi degli ultimi 30 anni se una
tale piena di gente si precipita nella città dell'azzardo e del divertimento.
Il nome ufficiale dello Strip è il Las Vegas Boulevard, lungo cui, , da sud a
nord, si succedono per circa 4 chilometri gli hotel/casinò più famosi del
mondo. Dietro la domanda sulla crisi, per chi ha seguito gli eventi dell'ultimo
decennio, un altro interrogativo esige risposta: come mai questa città assurta
a simbolo del postmoderno, quest'economia basata sul superflo, è diventata la
capitale della lotta di classe negli Stati uniti? Le due questioni sono
intrecciate dall'enormità che ti si para di fronte. Noi abbiamo un'immagine
stereotipata di Las Vegas che risale agli anni '60, con la mafia italiana,
Frank Sinatra, Dean Martin (cui sono qui dedicate due avenues). Ma, a scorrere
le statistiche storiche che mi procura Christina Zila, la gentile ed effciente
addetta stampa della camera di Commercio della città, ancora nel '70 Las Vegas
aveva ricevuto 6,7 milioni di visitatori che vi avevano speso un po' più di un
miliardo di dollari (di allora). Ma nel 1990, i visitatori erano triplicati
(più di 20 milioni) e il fatturato era schizzato a 14 miliardi di dollari. 17
anni dopo, nel 2007, i visitatori erano ancora raddoppiati, e il fatturato si
era ancora triplicato (41,5 miliardi di dollari). Per avere un'idea di cosa
significano questi numeri, basti pensare che Venezia, la più turistica delle
città italiane, ha ricevuto, nel 2007, 3,6 milioni di turisti: meno di un
decimo di Las Vegas. Per l'entertainment, l'industria dello svago, Las Vegas
rappresenta quel che Detroit rappresentava per l'industria dell'auto. Anche qui
si assiste a un'integrazione verticale del divertimento. Non più solo azzardo
(anche se resta una delle ragioni principali per venire qui), ma spettacolo,
musica, ristoranti di lusso. Lo si vede da quanto è cresciuta l'industra delle
Conventions: nel 1970 solo un visitatore su 25 era delegato a una Convention, e
il settore contribuiva solo per un ventesimo al fatturato, mentre nel 2007 gli
oltre 6 milioni di delegati rappresentavano un sesto di tutti gli arrivi e il
loro contributo era un quinto del fatturato totale. Le dimensioni
dell'industria dello svago, la sua concentrazione spaziale, le sue economie di
scala, hanno creato una forza lavoro addensata, non dispersa che, per la prima
volta nella storia moderna, ha permesso di organizzare i lavoratori del
terziario arretrato: lavapiatti, cuochi, sguatteri, addetti alle pulizie,
portieri. Un singolo hotel/casino è un'operazione che
richiede investimenti di 5-8 miliardi di dollari (quante Alitalie ci si possono
comprare?) e che occupa migliaia di dipendenti. Da qui la possibilità -
rarissima negli Stati uniti - di sindacalizzarli. Un compito particolarmente
difficile perché buona parte degli addetti del settore è immigrata, molti sono
clandestini. Altrove queste condizioni hanno impedito ai sindacati di
organizzare i lavoratori (in Italia la Cgil ne sa qualcosa). Qui invece proprio
la dimensione industriale dell'attività di servizio ha compattato questa nuova
«classe operaia». Il sindacato che ha compiuto il miracolo è la Culinary
Workers Union, in particolare la sua sezione (Local) 226, un edificio basso,
solo piano terra, in un terreno aperto all'ombra di un altissimo casinò: vi
entro insieme a una fila di donne e uomini, ispanici per lo più, che vengono a
chiedere informazioni sui rimborsi sanitari, sulle pensioni, sui congedi.
Vent'anni fa la Culinary (come si dice qui in breve) aveva 10.000 iscritti,
oggi ne ha 60.000. A portare questo sindacato alla ribalta è stato lo sciopero
al New Frontier, «il più lungo sciopero della storia degli Stati uniti» mi dice
Chris Bohner, portavoce della Culinary: «Sei anni, quattro mesi e undici
giorni». Il New Frontier era il secondo grande casinò costruito a Las Vegas
negli anni '40, e lo sciopero dei suoi 550 dipendenti, iniziato il 21 settembre
1991, finì solo il primo febbraio 1998. Era la prima volta che si vedevano
mamme gravide partecipare ai picchetti per impedire ai crumiri di entrare a
lavorare: nei sei anni le scioperanti partorirono ben 106 bambini. «Questo ha
dimostrato ai datori di lavoro la nostra determinazione. Oggi è sindacalizzato
il 98% degli hotel e dei casinò di Downtown e dello Strip. I lavoratori sanno
che se si iscrivono al nostro sindacato avranno copertura sanitaria e diritto
alla pensione. Gli unici due casino/hotel che rifiutano la sindacalizzazione (e
sono due fra i più grandi stabilimenti della città) hanno due nomi italiani:
sono il Venetian e il Palazzo. Ma proprio adesso abbiamo firmato un nuovo
contratto collettivo con il Tropicana». Quando chiedo degli effetti della
recessione, sia i sindacalisti, sia le loro controparti alla Camera di
Commercio tendono a minizzarne la portata. In effetti Las Vegas è tutta un
succedersi di grandi cantieri, con enormi nuovi casinò in costruzione. In quasi
tutti i lavori proseguono a ritmo accelerato. Dice Chris: «Solo uno è stato
accantonato, Echelon, un progetto da 5 miliardi di dollari, per un complesso
con 5.000 stanze e 6,6 ettari di spazi da gioco e da esposizione. Ma gli altri
stanno andando avanti.» Per il progetto erano già stati spesi 500 milioni di
dollari, e ora è stato rinviato. «Ma da quel che so, il suo rinvio dipende non
dalla crisi qui a Las Vegas ma dalla stretta del credito» mi dice Cara Roberts,
la direttrice delle comunicazioni della Camera di commercio. Per Bohner, «la
crisi si sente ancora poco, c'è stato qualche licenziamento, ma questa è una
città eccezionale. Tutti gli altri stati hanno allentato i divieti sul gioco
d'azzardo, negli ultimi 20 anni sono stati aperti negli Usa centinaia di casinò
nelle riserve indiane, ma noi abbiamo 40 milioni di visitatori e una città che
vive 24 ore su 24. Per voi appasionati di calcio europeo, questi altri - anche
Atlantic City - giocano in serie B, noi in Champions League, siamo di un altro
livello». Cara Roberts: «Evadere è un bisogno insopprimibile. Certo la
recessione ci colpisce. Ma la gente avrà sempre bisogno di celebrare, di
evadere. Anzi, più le prospettive sono deprimenti, più è necessario sfuggire di
tanto in tanto. Magari verranno qui una volta l'anno invece di due. Magari festeggeranno
solo le nozze d'argento invece che tutti gli anniversari di matrimonio, ma
comunque verranno». Chiunque ti parli, esprime subito la sua incrollabile
convinzione dell'eccezionalità di Las Vegas. Già tutti gli americani sono
convinti dell'eccezionalità degli Stati uniti rispetto al resto del mondo. E i
lasvegani sono convinti della loro eccezionalità rispetto al resto del paese:
un'eccezionalità al quadrato, un destino diverso. «Questa è una città molto più
integrata, molto meno segregata, perché l'immigrazione è recente; è una città
che si rimescola in continuazione» dice Bohner. Ma le statistiche raccontano
un'altra storia e dicono che la crisi sta colpendo duro. Intanto le grandi
imprese, le università hanno cominciato a risparmiare e le Conventions si sono
contratte: ad agosto di quest'anno, rispetto a un anno prima, si è registrato
un -23% di delegati e -23% di impatto economico. Gli altri turisti sono un po'
aumentati, ma non sono riusciti a compensare il crollo delle Conventions così
che il numero totale di visitatori è diminuito del 4%. Ma soprattutto, le
tariffe delle stanze d'albergo sono diminuite del 15%; gli arrivi in aereo sono
calati del 10% e il gettito da gioco si è contratto del 9% Il rallentamento
dell'economia riduce il gettito fiscale dello stato e mette in pericolo il
sistema pensionistico degli impiegati pubblici. «Questa sarà la nostra grande
prossima lotta» mi dice Amber Lasater della Service Employees International
Union (Seiu), il sindacato degli ospedalieri e dei dipendenti pubblici che qui
ha 17.500 iscritti: «Per questo è importantissima l'elezione del nostro
parlamento statale del Nevada: già adesso la Camera di commercio sta facendo
campagna pesante e sta sganciando un sacco di soldi per far eleggere candidati
che vogliono smontare il nostro sistema pensionistico». Alla Camera di
commercio mi dicono: «Gli insegnanti no, loro sono pagati poco, ma gli altri
dipendenti pubblici sono pagati troppo e ricevono troppi benefici» (è la
versione locale dei «fannulloni»), «e già adesso il sistema pensionistico è
sotto di 6 milioni di dollari. Da qualche parte bisognerà tagliare». La Seiu è
il primo sindacato che a gennaio si pronunciò a favore di Obama (all'epoca gli
altri sindacati erano pro Hillary Clinton). Sia loro, sia la Culinary stanno
facendo campagna a tutto spiano per Obama. «Questo week-end arriverà dalla
California una carovana di 10 nostri attivisti che verranno a fare porta a
porta (canvassing)» dice Amber che sette anni fa si è sposata a Porto Venere in
Italia. Uno dei due senatorid del Nevada è repubblicano, l'altro è democratico,
Harry Reid, mormone e capogruppo del senato. Dei tre deputati che il Nevada
manda alla Camera dei rappresentanti, uno (il rappresentante di Las Vegas) è
democratico, mentre gli altri due sono repubblicani: si tenga conto che l'area
metropolitana di Las Vegas (2 milioni di abitanti) comprende i quattro quinti
della popolazione del Nevada (2,6 milioni), ma solo un terzo di suoi
parlamentari. «I repubblicani sono fortissimi a nord nelle aree rurali, nella
zona di Reno e Carson City. Ma noi dobbiano stravincere qui per compensare. E
ce la faremo» dice Amber «anzi, ce la stiamo già facendo». Già, perché qui,
come in molti altri stati, gli elettori hanno già cominciato a votare. Si
chiama l'early voting, il voto anticipato. Tradizionalmente l'early voting e il
voto postale erano favorevoli ai repubblicani, questa volta no. «Solo il
week-end scorso qui a Las Legas sono venuti a votare in 25.000 elettori
registrati come democratici. Nel 2004 erano stati solo 14.000. C'è stata
un'affluenza mostruosa», aggiunge tutta soddisfatta. In Nevada due su tre early
voters sono democratici. È un trend comune a molti stati. In Florida, lunedì
all'apertura delle urne, su 150.000 votanti, due su tre erano democratici, Lo stesso
è avvenuto in North Carolina. Se a questi voti anticipati si aggiungono i voti
postati che debbono pervenire entro oggi agli uffici elettorali, può anche
essere che noi continuiamo a parlare della campagna, ma che l'esito del voto
sia già stato ipotecato.
( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
n. 256 del
2008-10-25 pagina 0 Ecco l?uomo del dialogo, insulto per insulto di Massimo M.
Veronese Provaci tu a dialogare con uno così. Uno che appena ti vede ti da del
fascista, del razzista, del bugiardo, del rovinafamiglie, del figlio di Putin,
sia che parli, sia che te ne stai zitto, sia che indossi una camicia, sia che
ti metti il maglioncino. E che poi ti corre dietro per dire che sei tu che lo
insulti, sei tu che non vuoi il dialogo con lui. Date un occhio qui. Uno così è
bene che dialoghi prima di tutto con un medico. Bravo però... Provaci tu a dialogare
con uno così. Uno che appena ti vede ti da del fascista, del razzista, del
bugiardo, del rovinafamiglie, del figlio di Putin, sia che parli, sia che te ne
stai zitto, sia che indossi una camicia, sia che ti metti il maglioncino. E che
poi ti corre dietro per dire che sei tu che lo insulti, sei tu che non vuoi il
dialogo con lui. Date un occhio qui. Uno così è bene che dialoghi prima di
tutto con un medico. Bravo però... ...pensare che aveva cominciato così «Per
arrivare a migliorare la politica italiana è essenziale un cambiamento nei
rapporti tra maggioranza e opposizione. Troppo facile quando si sta
all?opposizione usare toni esasperati». 14 maggio Cioè, io evito le
polemiche?!? «Io evito le polemiche, ma chi dice che Berlusconi è meglio di
Veltroni offende chi ci ha votato». 6 settembre Pace, pace e pace «Dico al Pd:
scatenatevi contro Berlusconi[/TESTO], quartiere per quartiere, comune per
comune, associazione per associazione».12 settembre Ecco il primo
complimentino... «Berlusconi sta rovinando economicamente, politicamente e
moralmente l?Italia». 14 settembre ...e subito un educato rimprovero «Con
Berlusconi c?è una cappa di piombo sul Paese. Il berlusconismo sta rovinando
l?Italia». 22 settembre Pure Bullo?!? «Basta con gli spot, i fuochi d?artificio,
il bullismo al governo». 25 settembre Ah si? Vallo a dire a Putin se hai
coraggio... «Con Berlusconi la democrazia è svuotata come la Russia di Putin».
28 settembre Cavoli, non gli piace il maglioncino... «Berlusconi in uno dei
suoi molti giorni di riposo con il maglioncino ha detto che la nostra
manifestazione non gli fa paura». 30 settembre ...ma neanche la camicia
«Sull?antifascismo forse Berlusconi è influenzato da quelle camicie che
indossa: a metà strada tra i Soprano e il passato». 25 settembre Certo se parli
sempre tu... «Sull?antifascismo è stato zitto. Su queste cose non si può
scherzare». 25 settembre Già, mica insultano negli Usa «Guardate gli Usa,
quando l?opposizione cerca di dare una mano non la si insulta». 25 settembre
Quando Uolter vola basso «Su Alitalia Berlusconi, che
era in una beauty-farm, si è impaurito all?idea che potesse emergere il nostro
ruolo». 26 settembre Già perché tu invece... «Berlusconi passa metà del suo
tempo ad insultare l?opposizione in una strategia di contrapposizione frontale
con chi la pensa in modo diverso da lui». 30 settembre Wow Uolter! Questa sì
che è forte... «Il presidente del Consiglio incarna la realtà di pericolose
pulsioni xenofobe e razziste, di scavalcamento o marginalizzazione delle
istituzioni, di noncuranza per la patologica concentrazione del potere». 1
ottobre E chi te l?ha chiesto? «Uno come Berlusconi non potrà mai fare il
presidente della Repubblica». 2 ottobre Meno male che ce la spieghi tu
«Berlusconi non conosce la Costituzione». 6 ottobre ...veramente sono mesi che
straparli «Berlusconi è un?anomalia, pensa solo ai suoi problemi e il sistema
dei media è piegato al pensiero unico». 6 ottobre Barack e burattini «Una
democrazia senza opposizione non è democrazia. Questo è lo schema di Berlusconi».
7 ottobre Pure i mutui americani? «La colpa di questa tempesta finanziaria è
della destra e della sua ideologia, cioè la deregulation sfrenata, di cui deve
chiedere scusa». 7 ottobre Berlusconi ora è pure di pietrista «Sulla scuola
Berlusconi vuole radicalizzare lo scontro. Deve capire che le parole sono
pietre». 24 ottobre Dai, va là, adesso dì una cosa buona «Sui tagli alla scuola
Berlusconi è un bugiardo». 22 ottobre Grazie Walter, meno male che ci sei tu...
«Ha ragione chi dice che in un momento di crisi come questo ci sarebbe bisogno
di un clima diverso da quello che c?è. è quello che ho sempre cercato di
fare...». 22 ottobre © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123
Milano
( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
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n. 256 del
2008-10-25 pagina 1 COMUNQUE VADA SARA' UN INSUCCESSO di Massimo De Manzoni Oggi
qualche centinaia di migliaia di persone affolleranno il Circo Massimo per
prender parte alla sola iniziativa che abbia avuto il Pd dalla sconfitta alle
elezioni a oggi: una manifestazione, quando si dice l?originalità. Hanno avuto
anche la fortuna che l?evento coincidesse con le proteste studentesche e subito
è partito l?appello a ragazzi, mamme e professori perché non manchino alla
scampagnata. Fidando anche sulle truppe cammellate dei sindacati (composte da
soldati un po? ingrigiti ma sempre affidabili), i vertici del partito hanno
scommesso su un milione di teste da contare sul grande spiazzo. Stasera,
vedrete, vi diranno che invece ce n?erano due milioni e cominceranno a
inneggiare al trionfo senza precedenti. Non saranno numeri veri e sarebbe facile
dimostrarlo con semplici calcoli alla portata di un alunno delle medie, seppure
in sciopero. Ma non è questo il punto. Anche se ad ascoltare Walter Veltroni ci
fosse «l?enorme moltitudine di donne e uomini» di cui vagheggiava ieri Piero
Fassino su Europa, non si tratterebbe comunque di un successo, bensì di un
funerale: un gigantesco corteo funebre per seppellire un progetto nato poco più
di un anno fa. Ricordate? Non è facile e per certi aspetti sembra incredibile.
Ma appena eletto segretario del Pd Veltroni decretò la fine delle alleanze che
costituivano l?Ulivo e proclamò che il nuovo partito sarebbe andato alle
elezioni da solo. Una volta caduto Prodi, confermò e ampliò il concetto,
aggiungendo che anche i toni dovevano cambiare: mai più insulti, vietato vedere
l?avversario come «nemico», promesse di collaborazione leale. Bene, da quel
preciso momento, l?ex comunista che ha sempre negato di essere stato comunista
ha passato il tempo a smentire se stesso, dando vita a una sbalorditiva
cavalcata senza briglie che trova oggi il suo epilogo in un luogo
simbolicamente perfetto: il Circo Massimo, appunto. Per prima cosa, l?uomo che
voleva andare da solo per non dover chiedere mai si è affrettato a munirsi di
un alleato. E non di un alleato qualsiasi, bensì del più scomodo, infido,
pericoloso, dannoso e becero di tutti: Antonio Di Pietro. Questo giornale gli
ha dapprima sconsigliato e poi contestato a più riprese l?innaturale connubio.
Oggi, tra le macerie ancora fumanti, la stessa canzone gliela canta anche il
suo quotidiano di riferimento (no, che cosa avete capito: non la travagliesca
Unità ormai persa nei suoi deliri giustizialisti, ma la cangiante Repubblica).
Meglio tardi che mai? Mica tanto: nel frattempo Veltroni, spiazzato dal
poliziotto-magistrato travestito da politico, si è sfiancato a rincorrere Di
Pietro su tutti i terreni possibili, in un andirivieni di posizioni e di
dichiarazioni che hanno confuso i militanti e snaturato il progetto politico. I
toni, ovviamente, si sono adeguati. L?avversario con il quale collaborare per
il bene dell?Italia è rapidamente ridiventato il nemico da infangare.
Berlusconi e i suoi ministri sono stati dipinti alternativamente come dei
bulli, degli antidemocratici, dei fascisti, dei razzisti. L?Italia lieta e
serena di sei-sette mesi fa si è trasformata in una landa desolata aperta alle
scorribande nazifasciste della maggioranza, in un Paese in rovina economica,
morale e culturale, in breve: «in un inferno», come ha magistralmente
sintetizzato il nostro Uòlter l?altra sera in tv da Santoro. I commentatori di
calcio, di cui lo juventino ma anche romanista Veltroni è appassionato, lo
ripetono sempre: troppo movimentismo finisce per togliere lucidità. E
infatti... Si scopre che l?ex sindaco ha lasciato una voragine nei conti del
Comune di Roma? Lui tuona: «Una bufala politica». Salvo poi dover ammettere che
effettivamente «esiste un problema di liquidità». Apre la festa del Partito
democratico e lui che fa? Se ne scappa in America a tentare di ottenere
un?improbabile (e difatti mai avvenuta) legittimazione da parte di Barack
Obama. Berlusconi allestisce la cordata per salvare Alitalia
e lui dov?è? Ma negli Stati Uniti, è ovvio. Poi però, quello che non va mai in
tv torna, va in tv da Vespa e spara: «Alitalia? L?ho
salvata io». Non gli ha creduto neppure la figlia, ma non gliel?ha potuto dire:
papi le aveva appena comprato casa a New York, non sarebbe stato carino.
Intanto, il picchiatore di Montenero di Bisaccia continuava a prenderlo a
sberle. A un certo punto Veltroni si è stufato e cosa ha fatto? Indovinato: è
andato in tv, da Mentana, e ha detto che tra loro era tutto finito. Non se l?è
filato nessuno: né il suo partito né l?ex Pm. Tutto è continuato come prima.
Allora Veltroni è tornato in tv, da Fazio questa volta, e ha riannunciato la
rottura dell?alleanza. Risultato: oggi Di Pietro sarà in piazza al suo fianco.
Capito? Non riesce neanche a divorziare da Tonino. E mentre la gongolante ombra
di D?Alema si fa sempre più grande, al Circo Massimo accorrono anche i Verdi,
il Psi e l?Udc. Un altro Ulivo. Anzi, un Ulivone. Anzi un?ammucchiata. Comunque
vada, sarà un insuccesso. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 -
20123 Milano
( da "Unita, L'" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Potere del petrolio:
Eni sempre prima Sprint delle famiglie Benetton e De Agostini Con la tempesta
finanziaria in corso, quella scattata ieri dall'Ufficio Studi di Mediobanca
rischia di trasformarsi subito un'immagine dei bei tempi andati. Ad essere
consegnato ai posteri, infatti, è il 2007 delle aziende italiane, con numeri
che rischiano di rivelarsi irripetibili negli anni a venire. Dall'articolato
documento non emerge nessuna sorpresa in relazione ai risultati delle aziende
più grandi. La posizione di leader spetta ancora all'Eni grazie ad un fatturato
pari a 87,2 miliardi di euro e utili per 10 miliardi. E nella classifica di
Piazzetta Cuccia rispetto al 2006 non cambiano le prime sette posizioni. E
così, per ricavi, si confermano sul "podio", rispettivamente in
seconda e terza posizione, Fiat (58,5 miliardi) e Enel (42,6 miliardi).
Seguono, quindi, Telecom, Gse (Gestore servizi elettrici), Finmeccanica ed
Esso. Scala posizioni, invece, la galassia che fa capo a Gilberto Benetton
nonché la De Agostini. Per quanto riguarda gli utili la maglia nera, ed anche questo era prevedibile, spetta ad Alitalia con una perdita di 495 milioni
seguita dalle Ferrovie dello Stato (-418 milioni). Un'esame a largo raggio,
quello dell'Ufficio Studi Mediobanca, considerato che tiene conto di 3.721
bilanci con l'inserimento di 253 nuove aziende e l'esclusione di 217.
Tra i gruppi bancari, e qui il 2007 segnerà probabilmente la fine di un'era, si
conferma ancora al primo posto Unicredit (che ha incorporato Capitalia). Segue
Intesa Sanpaolo (che ha a sua volta incorporato Intesa Sanpaolo Imi). Posizioni
che si invertono se si guarda agli utili, con Intesa SanPaolo a quota 7,2 mld,
seguita da Piazza Cordusio (6,5 miliardi) e Mps (1,4 miliardi). Quella che
invece appare terribilmente attuale, è un'altra fotografia scattata
dall'Ufficio Studi, relativi agli effetti fin qui provocati dalla crisi finanziaria
sui maggiori istituti di credito del nostro continente. Dall'inizio del
dissesto, nell'estate del 2007, le 20 principali banche europee hanno visto
svanire 213 miliardi di euro in termini di perdite o minori utili. In
particolare, a livello di conto economico, considerando il secondo semestre
2007 e il primo del 2008 rispetto alla situazione di "normalita" del
primo semestre 2007, la crisi ha fatto registrare risultati negativi legati al
degrado dei mercati quantificabili in 156 miliardi, 137 dei quali dell'attività
di negoziazione e 19 riferibili ad ulteriori abbattimenti di valore. Se però si
considera anche l'impatto patrimoniale, il conto della crisi si fa più salato
di altri 57 miliardi, arrivando quindi a 213 miliardi di euro. e` a metano. punto.
VIENI A SCOPRIRLA SABATO 25 E DOMENICA 26 NELLE CONCESSIONARIE FIAT. 6 ANNI DI
FINANZIAMENTO A TASSO ZERO. STOP AI CONSUMI: UN PIENO CON 12 EURO. STOP AGLI
INTERESSI: Finalmente e` arrivata Punto Natural Power. Grande Punto 1.4 77cv
Active Natural Power 3p, prezzo promozionale di vendita \Gamma 12.300 (chiavi
in mano IPT esclusa), al netto dello sconto rottamazione Fiat e dell'incentivo
Statale per rottamazioni di vetture come previsto dal D. L. 248/2007,
convertito in legge il 27/02/2008. Es. di Finanziamento: Anticipo \Gamma
3.614,62, durata 72 mesi, 72 rate mensili da \Gamma 135,76 comprensive di
coperture Prestito Protetto ed Antifurto Identica per un importo di \Gamma
774,86, spese gestione pratica \Gamma 300 + bolli; importo massimo fi nanziabile
\Gamma 9.000 - TAN 0% - TAEG 1,66%. Salvo approvazione . Offerta valida fi no
al 31/10/2008. Consumi: ciclo combinato metano 6,4 m3/100 km e benzina 6,3
l/100 km. Emissioni CO 2 (g/km): 115 metano e 149 benzina. MARCO VENTIMIGLIA
MILANO mventimiglia@unita.it
( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
n. 256 del 2008-10-25
pagina 24 Eni regina delle aziende italiane Enel e Fiat le conferme, sale
Pirelli di Laura Verlicchi La galassia Benetton consolida Atlantia ed è a un
passo dalla «top ten» Erg guadagna posizioni col caro greggio. Moda: Valentino
numero uno Energia e auto si confermano le forze trainanti dell'impresa
italiana. Lo dimostra la tradizionale ricerca sulle «principali società
italiane» dell'ufficio studi di Mediobanca, edizione 2008, che vede ancora una
volta Eni al primo posto tra le società industriali e di servizi, nella
classifica per fatturati, seguita da Fiat ed Enel: stesso podio dell'anno
scorso. Così come sono rimaste invariate anche le posizioni immediatamente
successive, che vedono al quarto posto Telecom, al quinto Gse (Gestore dei
servizi elettrici), sesta Finmeccanica e settima Esso. Ottava, grazie al
greggio, si inserisce Erg - che era decima - scalzando le Poste, scivolate al
nono posto, ricacciando al decimo Riva. Una «top ten» che vede, dalla prima
all'ultima posizione, fatturati superiori ai dieci miliardi. E alla quale si
avvicina sempre più la galassia che fa capo a Gilberto Benetton: a seguito del
consolidamento integrale del gruppo Atlantia, infatti, Ragione - la finanziaria
del gruppo di Ponzano Veneto - guadagna quattro posizioni, salendo dal
quindicesimo all'undicesimo posto. Pirelli ne guadagna addirittura nove, grazie
all'incremento delle vendite nel settore «real estate» (più 1,447 miliardi)
ottenuto grazie all'acquisizione della tedesca Dgag. E l'aumento dei volumi di
vendita regala punti in classifica a Marcegaglia, che guadagna sei posizioni,
Bmw (compreso il marchio Mini) e Sevel, che sale di ben 15 «gradini».
L'incremento dei prezzi della materia prima spinge Thyssenkrupp, che sale di 18
posizioni: venti ne guadagna De Agostini grazie all'acquisizione di Gtech, e
tredici Hera. Ma c'è anche chi scende, addirittura di 38 posti: Ifi passa dal
17° al 55°, per effetto del deconsolidamento del gruppo cartario Sequana
Capital. Eni si conferma regina anche della classifica basata sugli utili,
seguita ancora da Enel, mentre Telecom e Fiat si scambiano di posto -
piazzandosi rispettivamente terza e quarta - rispetto alla «top ten» dei
fatturati: seguono Riva Fire, Poste e Parmalat. In coda, le
perdite maggiori sono state archiviate da Alitalia - maglia nera con 495 milioni -, Ferrovie di Stato, Sasol Italy,
Saeco, Fastweb e Stm. Mediobanca accende un faro anche su uno dei settori
chiave del made in Italy, la moda. Qui la prima posizione è di Valentino, o
meglio del fondo Red&Black che lo controlla: 2,146 miliardi di euro il
fatturato 2007. Prada sfila per seconda, con 1,614 miliardi, terzo posto
per Armani che si attesta a 1,596 miliardi. Re Giorgio si rifà negli utili: 218
milioni, mentre Prada è a 129 e Valentino a 29 milioni. Red&Black è al
primo posto nella classifica per incremento dei fatturati, seguito dal gruppo
Benetton mentre al terzo posto riappare Armani. Menzione speciale per le
imprese più dinamiche, quelle che nel 2007 hanno segnato un aumento delle
vendite di oltre il 20% e un rapporto utili/fatturato sopra il 4%. La maggior
parte ha sede nel Nord-Est, anche se le prime due posizioni di questa speciale
classifica vanno a due società siciliane: la messinese Aicon (+114% il
fatturato) e la palermitana Grimaldi (+98,4% i ricavi, utili al 10,1%). Nella
grande distribuzione si assiste alla brillante performance di Supermarkets
Italiani (Esselunga), che passano dal 23° al 20° posto, e di Ikea Italia,
salita dal 103° al 91°, grazie all'incremento delle vendite dovuto principalmente
all'apertura di nuovi negozi. Resta invariata, infine, rispetto all'anno
precedente,la classifica delle banche italiane. Unicredit (che ha incorporato
Capitalia) si conferma quindi in prima posizione per totale dell'attivo
tangibile, 996 miliardi, mentre Intesa Sanpaolo - che ha incorporato Sanpaolo
Imi - è seconda (547 miliardi) davanti a Monte dei Paschi di Siena (160
miliardi). Per gli utili invece è Intesa (7,250 miliardi) a superare Unicredit
(6,566) con Mps terza a 1,437 miliardi. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via
G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia
n. 256 del
2008-10-25 pagina 0 Cacciari: "Della manifestazione non me ne frega
niente" di Redazione Il sindaco di Venezia se la prende con il corteo
organizzata a Roma dall'opposizione: "Non mi preoccupa la manifestazione,
ma che il governo ombra non abbia prodotto assolutamente nulla". E poi
attacca Di Pietro: "E' una riserva di Tangentopoli" Milano - Anche
Cacciari scarica la manifestazione di oggi, non ci sarà e non gli interessa
neppure esserci. "Della manifestazione non me ne frega niente". Lo ha
detto Massimo Cacciari, sindaco di Venezia ed esponente del Partito
Democratico, durante il dibattito di Omnibus in onda su La7. "Cerco di
portare a termine il mio mandato e lasciare la scena ai demagoghi - ha
proseguito il sindaco-filosofo -, a coloro che hanno la vocazione a guidare il
popolo: ai Veltroni e ai Berlusconi, a destra e sinistra". "Il
governo ombra non fa niente" "Non mi preoccupa la manifestazione, ma
che il governo ombra non abbia prodotto assolutamente nulla; mi augurerei -
aggiunge Cacciari - che il Pd mi dicesse come si intende organizzare e cosa
dice su scuola, crisi finanziaria e Alitalia. Mi
sembra un?invenzione strana organizzare una manifestazione di protesta con 5
mesi di anticipo", afferma il Sindaco di Venezia. "Avrei preferito
che il Pd avesse elaborato delle proposte concrete sul federalismo fiscale, non
lasciando lo spazio allo spot di Lega Nord e Berlusconi, e su questo disastro
della scuola". "Allearsi col Prc? Un suicidio" Ma Cacciari,
sindaco di Venezia ed esponenete del partito Democratico, dopo aver criticato i
due cortei di oggi pomeriggio, è partito all'attacco degli ex alleati di
Rifondazione Comunista. "Il Pd si suiciderebbe se riallacciasse
un?alleanza con Rifondazione come quella del governo Prodi; contraddirebbe totalmente
le ragioni storiche della sua nascita". "Di Pietro? riserva di
Tangentopoli" E poi, sempre nel corso della trasmissione, ha colpito
duramente il leader dell'Italia dei Valori: "Di Pietro è una riserva che
proviene da Tangentopoli, dalla crisi degli anni 90; è una rendita di posizione
pura e semplice". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 -
20123 Milano
( da "Stampa, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
ALBENGA CORDATA DI
AZIONISTI-IMPRENDITORI LIGURI Anche Orsero stringe un patto per sostenere la
Banca Carige [FIRMA]STEFANO PEZZINI ALBENGA Per una volta non si tratta di
acquisizioni per sviluppare il business della portualità o dell'aeronautica
civile. Ma non c'è dubbio che anche l'ultima mossa messa a punto dal gruppo
Orsero sia destinata a far parlare. Assieme a una cordata di azionisti liguri,
infatti, è stato creato un patto di sindacato, che appoggia la fondazione
Carige nel controllo della banca presieduta da Giovanni Berneschi. In pratica
Orsero (che aveva in portafoglio azioni Carige e da sempre ha rapporti con il
principale istituto di credito ligure), assieme al gotha dell'economia
regionale, Coop Liguria, Coopsette, Talea, Vito Bonsignore (Gefip), Marcellino
Gavio (Autostrade), Flavio Repetto (Novi-Elah-Dufour), Beppe Anfossi (ex
acquedotti genovesi) e la famiglia Rosina, ha stretto un accordo per «blindare»
l'istituto. Un'operazione questa che evita, di fatto, qualsiasi scalata ostile
alla banca. Antonio Orsero, alla guida del gruppo assieme alla sorella
Raffaella, questa volta preferisce non commentare l'operazione. Logico, anche
perchè i patti di sindacato sono sottoposti alla Consob e alle sue regole
ferree. Di certo, per gli imprenditori albenganesi si tratta di un'operazione
che, in qualche modo, apre ulteriormente le porte del salotto buono
dell'economia regionale. Non che prima il gruppo non fosse bene accetto, non
solo a Genova ma anche a Milano e Torino. La dimostrazione poche
settimane fa quando il GF Group è stato invitato ad entrare nell'azionariato di
Cai, la società che sta rilevando Alitalia sotto la governance di Banca Intesa San Paolo, altro istituto di
riferimento per gli imprenditori albenganesi. Tecnicamente il patto di
sindacato in Carige, sottoscritto il 21 ottobre, prevede una durata triennale
ed è rinnovabile per uleriori tre anni. I partecipanti hanno reciproco
diritto di prelazione. Oggetto del patto è la presentazione congiunta di una
lista per il rinnovo del cda della banca, previsto entro il 30 aprile del 2009.
I candidati dovranno essere non meno di tre e non più di sei. Nel caso in cui i
candidati espressi siano sei, uno sarà indicato da Coop Liguria e Talea, uno da
Gefip e quattro di comune accordo fra tutti i partecipanti. Il patto prevede
anche la presentazione di una lista per il rinnovo del collegio sindacale della
banca entro il 30 aprile 2011.
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina XI - Torino
Il sottosegretario piemontese e l´odissea della storica carrozzeria: "Va
salvata ad ogni costo, è un patrimonio" "Bertone, governo pronto a
fare la sua parte" Crosetto: se arriva un partner pronto a investire,
prolungheremo la cassa "Va bene anche un socio straniero D´altronde non
credo Fiat voglia accollarsi l´onere" Un partner, anche straniero, per
salvare la Bertone. Il sottosegretario Guido Crosetto sintetizza così la
strategia del governo per impedire che nelle prossime settimane il prestigioso
marchio di Grugliasco venga travolto dal fallimento. Onorevole Crosetto, qual è
la posizione del governo sulla Bertone? «La Bertone va salvata a tutti i costi.
Perché in quell´azienda si è accumulato nei decenni un patrimonio di
professionalità che non può andare disperso. L´esperienza ci insegna che in
casi come questo quando si chiude certe conoscenze inevitabilmente spariscono e
non si recuperano più». Ma il tempo stringe. Come si può intervenire?
«Intervenire in questo periodo non è stato facile perché la crisi della Bertone
nasce essenzialmente da divergenze tra i soci privati. E in questi casi per le
istituzioni è difficile, per fortuna, intromettersi. Ora però è necessario
correre ai ripari perché per decenni l´azienda è stata uno dei simboli
dell´eccellenza italiana nel mondo». Pensa a un intervento
del governo sul modello Alitalia? «Naturalmente no perché il carattere strategico dell´Alitalia non è quello della Bertone. Ma
il governo può lavorare per favorire l´ingresso di partner anche stranieri».
Un´apertura ai cinesi? «Cinesi o di altra nazionalità. L´importante e che siano
aziende in grado di investire, interessate a rilevare, insieme al
marchio, quel patrimonio di professionalità che va salvaguardato». Anche se in
questo caso si perderebbe la proprietà italiana del marchio? «Ma si manterrebbe
la professionalità. Così è accaduto, ad esempio, in Inghilterra. Dove
l´industria dell´automobile è stata venduta ad aziende straniere che hanno
mantenuto la produzione in Gran Bretagna salvaguardando i livelli
occupazionali». Non crede alla possibilità di un salvataggio italiano?
«Francamente non mi sembra che in questo periodo la Fiat voglia sobbarcarsi
l´onere della Bertone. Mi sembra più probabile che una società straniera, che
ha già una vasta gamma di prodotti, voglia investire per aggiungere una
produzione di prestigio, anche se di nicchia, con il marchio Bertone». Come
interverrete concretamente nelle prossime settimane? «Cercando di convincere
acquirenti a farsi avanti. Del resto, nonostante le turbolenze di questi mesi,
manifestazioni di interesse ce ne sono state e altre potrebbero giungerne. Il
governo, per parte sua, può offrire il ricorso ad ammortizzatori sociali in
grado di accompagnare un piano di ristrutturazione». E se non ci fosse nessuno
disposto ad acquistare? Se arrivasse il fallimento? «Questa è un´eventualità
che non voglio nemmeno prendere in considerazione. Stiamo lavorando per
evitarla». (p.g.)
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina VI - Palermo
Il caso Le compagnie emergenti hanno incrementato il traffico di 100 mila unità
in un anno Crisi Alitalia, passeggeri in fuga low cost
all´assalto del Palermo-Roma Il disimpegno della Cai da Punta Raisi apre nuovi
spazi di mercato ai competitori ISABELLA NAPOLI HANNO trasportato nell´ultimo
anno ben 803.935 passeggeri, circa 100.000 in più del 2007, dallo scalo
palermitano agli aeroporti di Roma, Milano, Forlì, Pisa, Bergamo, Venezia,
Verona, Torino, Parma. E ora, con un mercato in crescita del 15 per cento e il
ridimensionamento di Alitalia sull´aeroporto
Falcone-Borsellino, che non sarà scalo base né oggetto di investimenti da parte
della Cai, le compagnie low cost puntano a conquistare fette di mercato e
passeggeri da sempre appannaggio della compagnia di bandiera. E se Alitalia non rinuncia, almeno per il momento, ai 17 voli
giornalieri per Roma Fiumicino, Linate e Malpensa, i dati forniti dalla Gesap, la
società che gestisce il Falcone-Borsellino registrano per la compagnia un calo
di viaggiatori di circa il 20 per cento: da 931.642 viaggiatori nei primi otto
mesi del 2007 a 747.250 ad agosto 2008 (nel grafico i dati relativi al
confronto tra tutto il 2007 e i primi otto mesi del 2008). L´anno scorso il
totale di passeggeri trasportati dalla compagnia di bandiera dallo scalo di
Punta Raisi è stato di 1.241.857, quasi il 30 per cento dei 4,5 milioni di
passeggeri annuali. Ma il secondo vettore, la compagnia siciliana WindJet, è in
continua crescita. La spa di proprietà di Nino Pulvirenti, tra l´altro
presidente del Catania calcio, ha già beneficiato della crisi Alitalia tanto che prevede di chiudere il 2008 con 2.600.000
passeggeri, il 15 per cento in più rispetto all´anno scorso. Da oggi Wind Jet,
che dallo scalo palermitano vola anche su Parma, Pisa, Linate, Venezia, Verona,
Forlì, Parigi e Torino lancerà il quarto collegamento giornaliero Roma-Palermo.
Nei piani di sviluppo, c´è anche l´incremento della flotta aerea con tre nuove
aeromobili. Ma tra le low cost che si contendono il mercato nazionale con
tariffe competitive c´è anche Blu-express. Dal prossimo primo dicembre infatti
raddoppiano le rotte verso la Sicilia del marchio low cost dell´italian Blue
Panorama Airlines, con l´avvio dei voli tra Roma Fiumicino e Palermo che si
aggiungono ai quattro voli giornalieri già operati con successo tra Roma e
Catania e i collegamenti estivi con la Francia. Anche easyJet annuncia due
nuove rotte dall´aeroporto di Roma Fiumicino, che vanno ad aggiungersi ai
collegamenti per Milano Malpensa e Londra Gatwick. Le due nuove tratte
nazionali sono Fiumicino-Bari e Fiumicino-Palermo. La tratta Roma
Fiumicino-Palermo sarà operativa dal 5 dicembre, con una doppia frequenza giornaliera,
al prezzo di 20,99 euro per tratta, tasse incluse. La previsione è di
trasportare circa 50.000 passeggeri entro i primi 12 mesi di attività. Poi c´è
Myair che vola a Venezia e Milano Orio al Serio e dai primi di ottobre ha
inaugurato anche la nuova rotta Palermo-Foggia. «Siamo soddisfatti
dall´andamento dei voli in partenza dall´aeroporto di Palermo, dal quale
operiamo diverse rotte dal 2005 - dice Lorenzo Lorenti, direttore commerciale
di Myair - il bacino di traffico ha un grande potenziale, non solo durante i
mesi estivi, grazie al traffico legato alle vacanze, ma anche durante le altre
stagioni, grazie al traffico business e leisure. Sul nuovo collegamento,
Palermo-Foggia, abbiamo già registrato un riempimento del 41 per cento, anche
se è troppo presto per attestare incrementi di traffico dovuti espressamente alla diminuzione dei voli operati da Alitalia». Cauto sulle nuove prospettive dei vettori a basso costo, anche
l´amministratore delegato di Gesap Giacomo Terranova. «C´è un incremento dell´offerta
di voli nazionali da parte dei vettori low cost - dice - e se Alitalia ridurrà la flotta di 50 aerei,
queste compagnie potrebbero essere pronte a cogliere le nuove opportunità di
mercato. Di sicuro, potranno competere con offerte più basse e destinazioni
che la compagnia di bandiera non copre. Ma la fetta più sostanziosa di clienti,
quella business che viaggia a bordo della fascia mattutina del Palermo-Roma, è
ancora in mano alla compagnia di bandiera». In corsa per nuove fette di mercato
nazionale, c´è anche l´irlandese Ryanair, che vola su Londra Stansted e da fine
ottobre coprirà nuove rotte nazionali per Pisa, Milano Orio Al Serio e Forlì,
con una media di 140 mila passeggeri all´anno. In crescita pure Air Italy con
22 mila passeggeri nei primi sei mesi dell´anno contro gli 11 mila del 2007
nella sola tratta Palermo - Milano Malpensa mentre Transavia. com, compagnia
olandese del gruppo Air France/KLM, oltre ai voli per l´aeroporto di
Parigi-Orly operativi dal 19 dicembre 2008, ha rafforzato il network nazionale
con l´apertura dei voli da Catania e Palermo per Torino e Parma.
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina VII - Milano
60 2 17 MLN 500 Il compleanno a terra di Malpensa La minaccia della Lega:
Berlusconi intervenga o ce ne andiamo Formigoni dà forfait ma insiste:
"Subito la liberalizzazione delle rotte" Il Pd: "Berlusconi ha
abbandonato l´hub" ANDREA MONTANARI Oggi Malpensa compie dieci anni. Li
celebrerà con una grande festa in uno dei momenti più delicati della sua
storia. Mentre pesa ancora il taglio dei voli deciso dalla
vecchia Alitalia ad aprile
arriva un´altra tegola: l´ulteriore taglio deciso da oggi dal commissario
Augusto Fantozzi, in attesa che si perfezioni l´offerta della Cai di Roberto
Colaninno. Coincidenze che fanno dire a molti che c´è poco da festeggiare.
Sembra passato un secolo da quel 26 ottobre 1998. Che sarà ricordato con
l´allora ministro dei Trasporti Claudio Burlando e il sottosegretario a palazzo
Chigi Enrico Micheli, l´allora sindaco Gabiele Albertini e il presidente della
Sea di allora e di oggi Giuseppe Bonomi. Mentre il governatore Roberto
Formigoni anch´egli già in carica allora, oggi non parteciperà. Neanche Letizia
Moratti principale azionista di Sea. Ci saranno, invece, Nicola Savino di
Quelli che il calcio, Dario Ballantini con le sue imitazioni, l´orchestra
giovanile studentesca di Varese, l´esibizione delle unità cinofile della
Polizia e una maxi torta di 520 chili, cotta in una pentola del diametro di tre
metri e mezzo. Un compleanno senza vip della politica. Per celebrare dieci anni
di ostacoli, scommesse vinte, ma anche pesanti sconfitte. Come la mancata
applicazione del decreto Burlando che avrebbe dovuto trasferire la maggior
parte del traffico di Linate nell´ex hub varesino. O come quando, un mese dopo
l´inaugurazione, l´asfalto-colla della pista rovinò le gomme di ben 18 aerei. O
il Natale 2000 quando lo scalo rimase paralizzato dalla neve. Il successo è
confermato, però, dai numeri. I passeggeri sono passati da 16.977.765 di un
anno dopo l´apertura ai 23.885.391 del 2007. I voli giornalieri dai 500 del
1998 ai 700 attuali, il numero delle compagnie aeree da 60 a 78, i banchi
check-in da 174 a 242. Ma con la doccia fredda di aprile Alitalia
ha ridotto dei 70 per cento i suoi voli costringendo Sea a mettere in cassa
integrazione 900 lavoratori. Da oggi, infine, con l´orario invernale parte il
nuovo taglio. Cinquantatré voli nazionali in meno, 104 europei e 2
intercontinentali. Senza la possibilità che altre compagnie possano occuparli,
dato che gli slot non sono stati liberati. «Ci aspettiamo che Cai sappia
valorizzare Malpensa - sollecita Formigoni - ma se non occuperà questi voli
sarà giusto lasciarli liberi per altre compagnie». Più minaccioso l´assessore
leghista Davide Boni: «Berlusconi intervenga su Cai altrimenti la Lega
abbandona il territorio». Replica l´assessore regionale Raffele Cattaneo: «La
Lega ha ragione, ma Cai ancora non c´è. Tutti sanno che il mercato è qui. Non
abbiamo fatto sconti ad Air France, non li faremo ad altri». Nino Cortorillo
della Filt Cgil, che nel �98 era coordinatore dei controllori di volo, non ha
dubbi: «Cai rischia di diventare l´ennesima bolla speculativa. Se questa è la
nuova classe imprenditoriale, viva quella operaia». Il leader della Uil Walter
Galbusera frena: «L´unica cosa che si può fare è far diventare Linate
finalmente un city airport». Mentre il deputato del Pd varesino Daniele
Marantelli precisa: «è un compleanno triste che dimostra che il governo non ha
salvato né Alitalia e nemmeno Malpensa».
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina I - Bologna
La polemica La giunta: sul PalaDozza non si tratta ELEONORA CAPELLI «In questo momento
il nostro compito è fare in modo che non siano le famiglie bolognesi a pagare
le conseguenze delle scelte della società sportiva Fortitudo. Per questo il
Comune vaglierà con la massima attenzione la possibilità di essere ancora
garante per le operazioni finanziarie della nuova Fortitudo sdoppiata in due
rami. Non vorrei che questa moda introdotta dal caso Alitalia, di accollare all´ente pubblico
la bad company che paga i debiti, si facesse strada pure da queste parti».
L´assessore allo sport Anna Patullo frena i progetti dell´imprenditore Gilberto
Sacrati, che ha risposto con una lettera aperta ai dubbi sullo stato dei conti
della società di basket e ai suoi accertati rapporti sofferenti col Credito
Sportivo, che erogò il mutuo per restaurare il PalaDozza, deve
incassarne due rate ed è in vista, a fine ottobre, della scadenza della terza.
Illustrata dallo stesso patron come progetto per uscire dall´attuale situazione
di disagio, la divisione in due rami d´azienda, uno relativo alla gestione
dell´arena di piazza Azzarita e l´altro attinente alla gestione sportiva della
squadra, dev´essere sottoposta al consenso del Credito Sportivo, la banca
pubblica che presta i soldi alle società sportive, ma deve avere anche l´okay
del Comune, che vi prestò la fideiussione a garanzia. SEGUE A PAGINA VI
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina VI - Bologna "PalaDOzza,
non si tratta" ELEONORA CAPELLI (segue dalla prima di cronaca) «Il Comune
- spiega Patullo - risponde di questa fideiussione di 900 mila euro per
Fortitudo, quindi ogni decisione deve passare prima in giunta poi in consiglio
comunale. Ma sia chiaro fin da ora che non basta una lettera aperta per
risolvere questa vicenda. Questo nuovo progetto deve essere presentato al
Credito Sportivo che, se ritiene la proposta sostenibile, chiederà l´accordo di
Palazzo d´Accursio. A quel punto, il progetto passerà sotto la lente dei nostri
tecnici, e noi accetteremo solo se ci sono garanzie certe che l´operazione non
metta a rischio fondi pubblici, quindi non pesi sul Comune e sui cittadini. Non deve diventare un caso Alitalia «alla bolognese», questo non è davvero il momento di far pagare
alle famiglie le scelte della Fortitudo». L´affare insomma si complica, stante
il difficile trasferimento della titolarità del mutuo su un´altra società:
un´operazione che, se mancava su questa storia il solito profilo caldo da derby
cestistico, un intervento di Claudio Sabatini, patron della Virtus e
proprietario dell´arena di Casalecchio, provvede subito a colmare. «Ho letto di
questa ventilata operazione di splittaggio, e aspetto di capire cosa ne farà il
Comune. Ma se dovesse esserci un subentro nella gestione del PalaDozza, mi
dichiaro subito interessato. Ho una società di organizzazione eventi e pure
un´esperienza specifica: potrei fare certi spettacoli a Casalecchio e altri al
PalaDozza. Insomma, io ci sono». Progetto o provocazione, nel caso si vedrà. Di
certo, al solito, una marcatura stretta tra le due metà del basket cittadino.
C´è però un´altra ombra sul futuro della nuova strategia di Sacrati, che
mirerebbe a valorizzare il PalaDozza sfruttando anche gli spazi sotterranei,
con partner come le palestre Virgin. Ed è il futuro del Parco delle Stelle.
Secondo l´assessore allo sport, infatti, ogni lavoro per migliorare o cambiare
profilo allo storico palasport di Piazza Azzarita deve andare di pari passo con
la nascita della struttura progettata da Sacrati, un maxi-contenitore che
l´imprenditore ha definito «in regola coi parametri dell´Eurolega ma destinato
ad eventi indipendenti dal basket». «Il PalaDozza non si tocca fino a che non
si va avanti anche con l´altro progetto - mette in guardia Patullo -: bisogna
garantire un percorso trasparente e parallelo nella realizzazione delle due
grandi opere». Ma prima di tutto, i progetti ambiziosi devono sempre fare i
conti col maxi-mutuo che vede ancora la Fortitudo debitrice di 6 milioni di
euro rispetto al Credito Sportivo.
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
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Pagina 25 - Economia
Domani un incontro. Formigoni: "Valorizzare
Malpensa" Alitalia,
trattativa in salita nuovo round Cai-sindacati ROMA - è tutt´altro che sciolto
il nodo dei contratti della nuova Alitalia. E per scioglierlo è previsto domani alle 18 un nuovo incontro
tra le nove sigle sindacali della compagnia e l´amministratore della Cai, Rocco
Sabelli. Non sarà una riunione facile, perché sui contratti del
personale la trattativa rischia di essere in salita. Il problema è che secondo
alcune sigle sindacali la Cai avrebbe presentato contratti diversi da quelli su
cui si era faticosamente raggiunto un accordo a Palazzo Chigi. Venerdì invece
Sabelli aveva confermato la validità degli accordi siglati, aggiungendo che per
ciò che non è esplicitamente previsto si farà riferimento al contratto di
AirOne. C´è poi il nodo dei piloti, che insistono a portare a casa un contratto
a parte per la categoria, anche se in cambio sono disposti a rinunciare
all´inquadramento dei comandanti con la qualifica di dirigenti. La Cai vuole
chiudere al più presto, sicuramente prima dell´assemblea di martedì, che
dovrebbe deliberare l´offerta definitiva, la trasformazione in Spa e l´aumento
di capitale. Ma Sabelli senza l´ok dei sindacati sui contratti, non è disposto
ad andare avanti. Dunque se il tavolo con le sigle di categoria si incagliasse
nelle prossime ore, Cai potrebbe decidere di non presentare l´offerta. E a
premere per una chiusura ci sarebbe, secondo quanto scrive il Messaggero, anche
il commissario di Alitalia Augusto Fantozzi, che vuole
stringere i tempi, anche se in cassa, ha dichiarato giorni fa, ci sarebbe
liquidità fino al 31 dicembre. I contratti sono però solo uno dei problemi
ancora da risolvere. C´è ancora da decidere il socio estero e dunque a quale
hub assegnare più importanza, se Fiumicino o Malpensa. Un tema su cui ieri è
tornato il presidente della Regione Lombardia, che tifa Nord. «Tutti sanno - ha
dichiarato Formigoni - che la maggior parte delle richieste e domande di volo
in Italia si concentra sulla Lombardia e sul Nord. Ci attendiamo che Cai sappia
valorizzare questo dato di mercato incontrovertibile». Formigoni parla alla
vigilia del decimo anniversario dell´inaugurazione dell´aeroporto di Malpensa e
chiede a Cai di fare in fretta. «Dopo il passo avanti fatto per la vicenda Alitalia - è ora giunto il momento di pensare a Malpensa -
mi auguro che le risposte di Cai arrivino presto anche perché le richieste di
altre compagnie su Malpensa sono lì da tempo e se i voli lasciati liberi non li
occuperà Cai sarà giusto lasciarli liberi per altre compagnie». (b.ar.)
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina 6 - Interni
Cacciari "La manifestazione? Non me ne frega niente E il governo ombra non
ha prodotto nulla" ROMA - «Della manifestazione non me ne frega niente».
Parola di Massimo Cacciari, sindaco di Venezia ed esponente del Partito
Democratico. «Non mi preoccupa la manifestazione � ha detto ai microfoni di
Omnibus, il programma de La7 - ma che il governo ombra non abbia prodotto
nulla; il Pd dica come si intende organizzare e cosa
propone su scuola, crisi finanziaria e Alitalia». E´ una «invenzione strana» organizzare una manifestazione di
protesta con cinque mesi di anticipo, «meglio proposte concrete sul
federalismo, invece di dare spazio alla Lega. Io faccio il sindaco, gli altri,
i Berlusconi e i Veltroni, fanno i demagoghi».
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina 6 - Interni
Di Pietro impugna il megafono "è anche la nostra piazza" Poi attacca
Veltroni: "A Piazza Navona non è venuto" Le reazioni "Raccolte
più di 30 mila firme" E attacca i giornalisti CARMELO LOPAPA ROMA - L´uno
di fronte all´altro, per una volta. Certo, con un mare di militanti e bandiere
di mezzo. Ma quanto meno sulla stessa piazza. Walter Veltroni sul palco,
Antonio Di Pietro al capo opposto del Circo Massimo, a presidio del suo gazebo
che in quattro ore viene preso d´assedio dai militanti Pd, in coda per firmare
la richiesta di referendum contro il lodo Alfano. L´ex pm istrione più che mai,
«in questa piazza ci sentiamo a casa». Banditore con megafono per l´occasione,
«e non fatevi solo la foto con me, firmate, altrimenti quello lì tra un anno lo
ritrovate ancora a Palazzo Chigi». Diplomatico (almeno un po´) con i dirigenti
del Pd, «l´hanno capito pure loro che il governo è dittatoriale: oggi è il
giorno dell´unità nazionale di tutte le opposizioni». Finché il leader di
Italia dei valori non crolla proprio mentre parla Veltroni, quando alla
domanda, sempre la stessa, del centesimo militante democratico di passaggio
(«Ma perché avete tradito il patto col Pd e fatto un vostro gruppo, ma perché
non state insieme?») perde le staffe. «Io qui ci sono, lui - s´inalbera
indicando Veltroni sul palco - perché lui non è venuto a Piazza Navona? Non mi
fate incazzare... va!» Poi nota che i giornalisti prendono nota, li accusa di
cercare solo la polemica e manda un po´ tutti a quel paese. «Vi dovreste solo vergognare!
Giornalisti da quattro soldi, siete degli infelici!» Li addita alla gente: «Gli
rode! Questo è lo stato dell´informazione in Italia, fanno il gioco dell´amico
loro» stavolta inteso Berlusconi. Quindi, senza nemmeno voler commentare il
discorso del segretario Pd, abbandona il gazebo e va via anzitempo, sparisce.
Finale con neo, ma il resto è stato puro show per Tonino il mattatore, che fa
bottino di consensi. Foto (gran successo tra le donne) e video e interviste e
«chi non salta Colaninno è...» con i dipendenti Alitalia. «Quelli della Cai sono 18
filibustieri» lo aizzano. Di Pietro non si fa pregare: «L´ho detto in aula che
è un´associazione a delinquere». E poi, militanti Pd in coda per farsi
autografare cappellini, bandiere e magliette del partito, copie dell´Unità, e
«bravo Antonio, vai avanti così, ma stai con noi». Rewind. Veltroni non
è ancora partito alla testa del corteo che Antonio Pietro lo attende già al
Circo Massimo alle 13,30. E il pranzo sul prato apre il primo sipario. Perché
il panino con coppa e il bicchiere di vino il leader Idv lo mangia e con gusto
dai vicini di gazebo, guarda un po´, i socialisti dello Sdi che raccolgono
firme per i loro di referendum. «Venga, venga, lo sa che quando ci sono i
socialisti si mangia alla grande», scherzano i volontari che certo non hanno
dimenticato il Di Pietro pm. «Buona la coppa...» fa lui addentando. Poi inizia
a strapazzare i suoi al megafono: «Posate ste´ bandiere e raccogliete firme». E
i rapporti critici col Pd?, gli chiedono a ripetizione ai microfoni di radio e
tv in diretta. «None! Non ci siamo, guardate la pagliuzza. L´Idv ha detto sin
dal primo giorno che il modello di governo di Berlusconi porta verso la
dittatura. Oggi questo popolo dice la stessa cosa e noi ci sentiamo nella stessa
alleanza». Passa a salutarlo e a ringraziarlo il vicesegretario Pd Dario
Franceschini, la stretta di mano è un po´ di circostanza, freddina. D´Alema dal
corteo nel frattempo mandava a dire a Di Pietro «di comportarsi come un alleato
leale», perché «con le sue posizioni sembra creare più problemi a noi che a
Berlusconi». Al gazebo, svanito il leader, restano i soliti pretoriani di Di
Pietro. Il capogruppo Belisario, la fedelissima Mura che esulta: «Abbiamo
raccolto oltre 30 mila firme: loro non sono venuti nella nostra piazza, ma la
loro gente sta dalla nostra parte». C´è anche Leoluca Orlando, ancora
fiducioso: «La mia candidatura alla Vigilanza Rai il Pd l´ha sostenuta con
coerenza, no, non penso mi abbandonino adesso».
( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
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Pagina 9 - Interni
Quell´Italia in rivolta da San Giovanni al Circo Massimo Dall´elettorato un
segnale forte ai leader La piazza Molte le analogie, sia pure a ruoli
invertiti, con la manifestazione di Berlusconi del 2006 contro il governo Prodi
Gli slogan e gli striscioni della folla raccontano il disagio e la protesta
crescente di milioni di italiani (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) CURZIO MALTESE Il
Partito Democratico, con appena un anno di vita, per giunta assai travagliata,
a soli sei mesi da una sconfitta tremenda e in fondo a un tunnel di depressione,
ha dimostrato, anzitutto a sé stesso, di poter mobilitare più persone di
qualsiasi altra forza politica europea e forse occidentale. Per il Pd la
giornata di ieri vale come l´atto fondante delle primarie e forse di più. E´ il
segnale forte dell´elettorato di andare avanti, magari con più coraggio. Molto
più coraggio. E perché no? Con un po´ d´allegria. La piazza del 25 ottobre ha
due soli paragoni possibili negli anni recenti. Con altre due piazze della
capitale che hanno cambiato il corso della storia: la manifestazione della Cgil
nel marzo del 2002 e il comizio di Berlusconi a Piazza San Giovanni nel
dicembre del 2006. Il parallelo con la piazza di Cofferati ha ossessionato,
com´era ovvio, la vigilia. E´ lo stesso il teatro, d´immensa suggestione, il
Circo Massimo. E´ lo stesso il clima politico. Il governo Berlusconi viaggiava
sulle ali di una lune di miele seguita a un´ampia vittoria, l´opposizione
pareva annichilita. E´ identico l´organizzatore, il mitico Achille Passoni, ex
Cgil e ora senatore Pd, una specie di mago delle piazze. Perfino l´ingombrante
presente di Sergio Cofferati nel retropalco, garantiva il tocco decisivo di
revival. Quella manifestazione, come questa, fu la risposta coraggiosa e
vincente di una grande forza in grave difficoltà, la Cgil, scelta dal governo
dell´epoca come capro espiatorio della crisi e martellata da una poderosa
campagna mediatica. Il successo della giornata rovesciò il clima politico,
decretò la fine della luna di miele governativa. Dimostrò la fragilità del decisionismo
berlusconiano quando si tratta di passare dall´immagine, dalla facciata, alle
azioni concrete e serie nel corpo sociale, come la sciagurata guerra
sull´articolo 18. In realtà sono molte anche le analogie, sia pure a ruoli
invertiti, con la San Giovanni del 2006. Un capolavoro politico di Berlusconi,
fra i più notevoli della sua parabola. Nel momento di maggiore crisi del
centrodestra, a pochi mesi dalla sconfitta elettorale e in piena bagarre dentro
il Polo, con Casini che manifestava altrove e parlava apertamente di fine del
berlusconismo, l´ormai settantenne Cavaliere rovesciò il tavolo con un colpo
spettacolare. In un solo giorno dimostrò da un lato agli alleati
l´inevitabilità della propria leadership e dall´altra all´avversario l´intatto
fascino esercitato dal suo populismo su milioni d´italiani. «L´asso
pigliatutto» era il titolo del commento di Eugenio Scalfari. San Giovanni fu il
primo e decisivo passo di un´efficacissima strategia che riportò Berlusconi a
Palazzo Chigi in appena un anno e mezzo. Walter Veltroni non ha oggi
all´interno del suo campo la forza e l´ascendente del Berlusconi del 2003 e il
suo avversario è assai più compatto e deciso, rispetto all´arlecchinesca
coalizione che sosteneva, si fa per dire, l´ultimo governo Prodi. Ma la folla
del Circo Massimo gli ha fornito uno strumento formidabile per cambiare la
storia. A patto di servirsene. I temi, le parole, gli slogan erano ieri davanti
ai suoi occhi. Scritti sugli striscioni, urlati dalla gente, sottolineati dagli
applausi ogni volta che il discorso dal palco li toccava o sfiorava. Là
davanti. Non dietro, sul palco dov´era schierata la nomenclatura e dove da
quindici anni si esaurisce il dibattito politico del centrosinistra. Ma fra le
persone normali. Come nel 2002 il governo Berlusconi sta scivolando sulla
buccia di banana di una battaglia ideologica. All´epoca fu l´attacco al
sindacato, attraverso l´insensato (anche da un punto di vista economico)
assalto all´articolo 18. Oggi il governo è partito alla guerra contro il mondo
della scuola, considerato riserva di caccia della sinistra. Senza rendersi
conto di aver creato in poche settimane un fronte di protesta assai più ampio e
trasversale del previsto. Un fronte che va dagli studenti universitari ai
professori, ai maestri, fino al cuore delle famiglie. Non è una lotta
politicamente etichettata. Al Circo Massimo c´erano più giovani del solito ma
sarebbe truffaldino sostenere che vi fossero masse di studenti, semmai molti
insegnanti e genitori mobilitati in questi mesi contro i tagli scolastici. E
tuttavia la protesta della scuola è politica, vera politica. Altrettanto
politico è il disagio crescente di milioni d´italiani né di destra né di
sinistra che si vedono ogni giorno scippare un pezzo di stato sociale pagato
con le tasse, per finanziare improbabili ricette da vecchio capitalismo di
stato, rottamazioni, salvataggi di banche, ponti in odore
di mafia e oscure cordate tipo Alitalia. Basta ascoltare il disagio. «Ascoltare» è uno dei verbi più
usati nei discorsi dell´idolo di Veltroni, Barack Obama. Non solo di Veltroni.
«Obama, Obama» è il grido che ha salutato ieri il bellissimo, appassionato
discorso di Jean Renet Bilongo, un uomo del Camerun che vive a Castel Volturno.
Il genio del senatore Barack Obama è stato l´aver ascoltato per anni il disagio
del ceto medio e averlo tradotto in politica, riuscendo a far passare
soprattutto un concetto, uno solo ma decisivo: l´inadeguatezza dei repubblicani
ad amministrare la crisi economica. Ora, l´inadeguatezza di Berlusconi è un
dato scontato in tutto il mondo, tranne che in Italia. Nella battuta più felice
del discorso, Veltroni ha fatto notare che se Merkel, Sarkozy o Gordon Brown
avessero detto le stesse follie sparse dal nostro premier lungo tutta la crisi,
ci sarebbero state reazioni enormi all´estero. «Mentre se le dice Berlusconi
non succede nulla, perché sanno chi è». Lo sa anche il quaranta per cento degli
italiani. Bisogna convincere qualcun altro. Da oggi sarà un po´ meno difficile.
In ogni caso la risposta della piazza dice che non è impossibile.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
26-10-2008)
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Economia Pagina 215
trasporti Alitalia torna a Cagliari Nuova continuità,
da oggi i voli per Roma e Milano Trasporti. Alitalia
torna a Cagliari --> Il primo aereo Alitalia
targato ?continuità territoriale? toccherà il suolo sardo alle 12 in arrivo da
Milano-Linate. Il volo da Fiumicino è atteso invece alle 17.30. La compagnia
pubblica, dunque, riprende a volare sulle rotte in regime di continuità
territoriale tra la Sardegna e i due scali di Roma e Milano dopo circa due anni
e mezzo di cartellino rosso. Anche se la presenza di Alitalia
nello scalo di Cagliari potrebbe durare solo qualche giorno, visto che giovedì
30 ottobre il Tar del Lazio discuterà il ricorso presentato da Meridiana
proprio contro l'ammissione della società pubblica a volare sulle rotte che
garantiscono tariffe scontate ai sardi. CONVENZIONI I voli saranno garantiti
solo provvisoriamente, oltre che da Alitalia, anche da
Meridiana e Air One. La compagnia sarda dovrebbe mettere in campo almeno sei
collegamenti tra Roma e Cagliari, mentre Air One garantirà quattro voli. Due,
invece, saranno quelli Alitalia, mentre un solo aereo
con il tricolore collegherà il capoluogo sardo con Linate. I voli per Milano
saranno garantiti tre da Meridiana e altrettanti da Air One. Infine, da Olbia e
Alghero i collegamenti saranno assicurati solo da Meridiana nel primo caso e
Air One nello scalo della Riviera del Corallo. Questo il quadro provvisorio: in
settimana ci saranno numerosi aggiustamenti sugli orari, visto che le compagnie
non hanno ancora tutti gli slot (le autorizzazioni di volo) necessari per la
copertura totale dei collegamenti in regime di continuità territoriale. Proprio
il ritardo da parte del ministero dei Trasporti nel rilascio delle
autorizzazioni, ha costretto Enac e vettori a rinviare a domani la firma delle
convenzioni, con il deposito delle fideiussioni bancarie a garanzia dei
collegamenti. SCONTI In questi primi giorni di avvio del nuovo regime di
continuità territoriale, che partirà appunto oggi, potrebbero esserci
accavallamenti tra le vecchie e le nuove tariffe, proprio perché ancora non
sono state firmate le convenzioni per la nuova continuità. Infine, le compagnie
che sottoscriveranno gli accordi con l'Enac dovrebbero anche impegnarsi ad
assicurare gli sconti non solo ai residenti in Sardegna, ma anche ai nati
nell'isola, mantenendo così inalterato il vecchio sistema su questo fronte,
nonostante la Ue avesse imposto di restringere le tariffe agevolate solo a chi
materialmente abita nell'isola. ( g. d. )
( da "Tempo, Il" del 26-10-2008)
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stampa EroeIl leader
dell'Idv esaltato dalla folla. Poi scompare quando parla Walter Ma i
Democratici incoronano Di Pietro: «Tonino, grazie di esistere» Nicola Imberti
n.imberti@iltempo.it L'incombenza di salutarlo spetta a Dario Franceschini.
Appena arrivato al Circo Massimo il vicesegretario del Pd si dirige verso lo
stand addobbato con le bandiere dell'Italia dei Valori. Gli fa da apripista
Leoluca Orlando che si premura di annunciare ad Antonio Di Pietro che
Franceschini sta arrivando. I due si abbracciano e si scambiano convenevoli. «è
andata bene» esordisce l'ex pm. «Sotto il palco è già pieno di gente - risponde
il vicesegretario del Pd - e non sono ancora arrivati i cortei. Sì, sta andando
bene». Giusto il tempo di sincerarsi che le trattative per le regionali
abruzzesi stiano procedendo («so che ieri sera si sono visti» spiega Di Pietro)
e Franceschini se ne va, diretto dall'altro lato della piazza, quello dove è
stato allestito il palco. Tonino no. Resta lì ad «agitare» le folle invitandole
a firmare per il referendum contro il lodo Alfano. è una trottola impazzita.
Firma autografi, stringe mani. Tutti quelli che passano vogliono toccarlo,
farsi una foto con lui. «Abbiamo bisogno di unità» lo esorta un militante. «Ora
non scappare più» insiste una signora. Ad un certo punto, dalla folla che lo
circonda, si alza addirittura un liberante: «Grazie di esistere». Tutti lo
cercano, tutti lo vogliono. Lui non si tira indietro, ma insiste con i suoi:
«Avvertite tutti che qui si firma. Un attimo di dovere prima del divertimento».
Prende in mano un megafono: «Mettete dei tavolini qua. Tutti quelli dell'Italia
dei valori diano una mano a raccogliere le firme». Suda Tonino, ma non si
ferma. C'è un gruppo di piloti e assistenti di volo Alitalia. Si avvicina e gli consegna una
bandiera dell'Idv modificata («Alitalia dei valori»). Lui ride poi, insieme, si mettono a saltare al
grido di «Chi non firma Colaninno è». è il vero eroe della giornata. Anche se
lui, per non alimentare polemiche, insiste: «Non c'è nessuna differenza di idee
tra il popolo dell'Idv e quello del Pd. E oggi siamo tutti qui per mandare
una messaggio politico a Berlusconi. Un'alternativa è possibile». Una
giornalista insiste: «Ma voi non avete partecipato ai cortei?» «None - risponde
seccato in molisano -. Noi abbiamo partecipato ai cortei. Facciamo opposizione
insieme al modello berlusconiano. Non serve seminare zizzania». Qualcuno gli
ricorda del sondaggio secondo cui il popolo del Pd preferisce l'Idv all'Udc.
«Lo sapevo anche prima del sondaggio» replica. La stanchezza comincia a farsi
sentire. Così, quando un militante (l'ennesimo), gli fa notare che serve unità,
risponde piccato: «Io sto qua! Mi dispiace che altri non siano venuti a piazza
Navona». I giornalisti prendono appunti e Tonino sbotta: «Vergognatevi! Siete
una massa di infelici, giornalisti da quattro soldi. Noi siamo orgogliosi e
felici di essere qui. Ma voi volete solo veder scorrere il sangue». Inizia a
parlare Veltroni. Di Pietro allontana tutti: «Fatemi sentire». La gente
continua ad avvicinarsi e lui scappa. Guarda impazientemente l'orologio.
«Dobbiamo partire subito o non ce la facciamo» gli dice una guardia del corpo.
Tonino comincia a girare qua e là. Poi scompare tra la folla. «Si sposta
davanti per sentire meglio» spiegano i suoi. Ma forse se ne è semplicemente
andato prima che Veltroni finisse di parlare. Ma questo non si può dire.
( da "Corriere della Sera" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Corriere della Sera -
NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-26 num: -
pag: 29 categoria: REDAZIONALE Confronto Cai-sindacati Alitalia, riprende la trattativa ROMA —
( a. bac.) Un giro di telefonate ai leader dei maggiori sindacati ha riaperto
il tavolo sui contratti e i criteri di designazione degli esuberi di Alitalia, tra la Compagnia aerea
italiana (Cai) e i sindacati. E' stato l'amministratore Rocco Sabelli in
persona a sollecitare i «generali» a riportare al tavolo le categorie con cui
la trattativa si era bruscamente interrotta venerdì sera, quando Cai aveva
tentato l'oltranza. Il prossimo incontro con i rappresentanti delle nove sigle
sindacali di Alitalia è stato convocato per domani
alle 18. Alla riunione potranno partecipare due rappresentanti per sigla, a partire
dai vertici categoriali. Basterà a sbloccare l'impasse? Per Cai è essenziale
arrivare a un accordo anche dopo l'assemblea di martedì ma entro il termine
ultimo per la presentazione dell'offerta definitiva: il 31 ottobre.
( da "Corriere della Sera" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Lombardia - data: 2008-10-26 num: - pag: 13 categoria:
REDAZIONALE Lo scalo compie oggi 10 anni: spettacoli e collegamenti in tivù per
esorcizzare lo spettro della crisi Anche Simona Ventura festeggia Malpensa
MALPENSA — «Abbiamo voluto festeggiare i 10 anni di attività dell'aeroporto
nonostante Malpensa stia attraversando la crisi più grande della sua storia,
perché siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto fino ad oggi». Ci sarà una
grande torta con le dieci candeline, ma dalle parole di Giuseppe Bonomi,
presidente di Sea, si capisce che quello che si celebra oggi è un compleanno
difficile per l'aeroporto di Malpensa; con lo spettro della
cassa integrazione, e ancora fresco il taglio di 159 voli Alitalia. Malpensa, oggi, soffre il
declassamento dal ruolo hub, ma rispetto a quando aveva il vento in poppa è un
po' migliorato il rapporto con suoi vicini di casa, gli abitanti della
brughiera (i comitati però hanno protestato anche ieri). A loro,
infatti, oltre che alle autorità, è dedicata la giornata che prevede la
benedizione di monsignor Luigi Stucchi, vescovo vicario per il Varesotto, alle
12 nell'area meeting point della zona Arrivi del T1. La manifestazione vera e
propria comincia alle 13.45. Nicola Savino e Debora Salvalaggio dal palco nei
pressi della porta 1 si alterneranno con i comici Massimo Bagnato, Gianluca De
Angelis e Gianmarco Pozzoli del laboratorio Scaldasole. è previsto un
collegamento in diretta, con «Quelli che il calcio» e Simona Ventura. Alle 16
polizia e guardia di Finanza daranno vita a una esibizione delle unità
cinofile. Ci sarà l'imitatore di «Striscia la notizia » Dario Ballantini (alias
Gianni Morandi e lo stilista Valentino). Dalle prime ore di questa mattina in
un'area vicino al palco sarà allestita la padella più grande del mondo. Una
maxi pentola che pesa 520 chili, e ha un diametro di 3 metri e 30 centimetri.
Nove cuochi prepareranno il risotto classico della tradizione, 180 chilogrammi
di riso in tutto. I comuni della zona offriranno prodotti tipici del Varesotto,
e ci sarà uno stand dedicato alla solidarietà con Telethon, progetto che la
società di gestione Sea da quest'anno sostiene. Se non sapete dove portare i
bambini, nell'area arrivi sono stati posizionati giochi e laboratori: si
potranno realizzare 16 diversi modelli di aeroplani di carta; una fanfara
chiamata «Burek» attraverserà l'aeroporto suonando diversi generi musicali. E
anche l'Orchestra giovanile studentesca della provincia si esibirà. Come
arrivare? Ci sarà un parcheggio gratuito a Cargo city. Con un servizio navetta,
che eviterà agli invitati i costosi parcheggi dello scalo. R. Ro. In volo
Passeggeri e personale pronti a fare gli auguri a Malpensa
( da "Messaggero, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Domenica 26 Ottobre
2008 Chiudi MILANO - Cai spinge per chiudere l'accordo coi sindacati sui
criteri di assunzione e gli altri contenuti del contratto entro martedì
mattina. Prima dell'assemblea dei soci che dovrà trasformare la società in spa,
varare la ricapitalizzazione fino a un miliardo e approvare l'offerta da
presentare ad Augusto Fantozzi. La nuova Alitalia vuole decollare il 1° dicembre:
la newco lascia cadere quindi il pressing del commissario di anticipare
l'esecuzione del contratto al 15 novembre. Non ci sarebbero i tempi per mettere
a punto tutti gli adempimenti. A partire dal via libera della Ue ai due
procedimenti aperti atteso per il 12 novembre: uno sul prestito-ponte da
300 milioni, l'altro sul piano di acquisizione. L'ok di Bruxelles dovrebbe
essere la condizione essenziale cui è surbordinata l'offerta. L'altra, l'intesa
coi sindacati, nelle intenzioni di Cai potrebbe realizzarsi martedì. Questi i
tempi che Rocco Sabelli avrebbe comunicato ieri nel corso di colloqui
bilaterali coi vertici delle principali sigle. La riunione plenaria è stata
fissata per domani alle 18 e potrebbe andare avanti tutta la notte. Ma sulla
condivisione dei criteri le distanze fra le parti si sarebbero accorciate di
molto grazie alla disponibilità del top manager di mediare sui termini di
assunzione dei dipendenti che assistono familiari disabili e sulla scelta di
quei dipendenti genitori unici affidatari. Restano alcuni nodi come l'indennità
di trasporto che incide sugli stipendi. Su un piano parallelo Roberto Colaninno
sta negoziando con Carlo Toto il contratto definitivo per acquistare AirOne:
sulle modalità di pagamento del prezzo legato alle garanzie richieste sui finanziamenti
delle macchine non ci sarebbe ancora accordo. Cai insiste per versare subito
metà del prezzo e il conguaglio in un secondo tempo. Ma a questo negoziato
sarebbe legato anche il ruolo futuro dell'imprenditore abruzzese che vorrebbe
la vicepresidenza. r. dim.
( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
n. 257 del 2008-10-26
pagina 0 Scuola, nei cortei "rischio infiltrazioni Br" di Diana
Alfieri L?allarme nei rapporti segreti di polizia e carabinieri: noti
estremisti dietro agli studenti. Ecco i nomi e le storie dei sospetti
agitatori: l'ombra degli ex Br, ci sono anche ex esponenti della lotta armata
Studenti indignati o professionisti della protesta? Chi sono davvero i
personaggi, in divisa no-global d?ordinanza, alla testa dei cortei di
universitari che in questi giorni occupano aule, piazze e talk show? Alcuni di
loro sono diventati a tempo di record personaggi mediatici. Ma, dopo gli
scontri violenti di Milano, le forze dell?ordine hanno scandagliato più a fondo
il passato di alcuni giovani. E quel che è emerso non è tranquillizzante.
Perché insieme a studenti «veri» (anche se spesso un po? in arretrato con gli
esami) compaiono giovani con curriculum pieni di denunce e, peggio, estremisti
e anche personaggi da tempo sotto attenzione per la loro contiguità con
l?eversione rossa. A far sentire la loro presenza nei cortei di questi giorni
ci sono anche gli esponenti di una realtà cui da tempo le forze di polizia
guardano con preoccupazione: una struttura «informale» chiamata Olga (la sigla
sta per «Ora di liberarci da tutte le galere») che ha tra i suoi ideatori Maurizio
Paolo Ferrari, già militante (non pentito) delle Brigate Rosse, e che ha tra i
suoi obiettivi primari la saldatura tra i gruppi «antagonisti» e il mondo del
carcere. Vicini all?Olga sarebbero Lorenzo Minani, Gianpaolo Plona, Claudio
Ceccato, Mattia Zanotti e Gabriele Marchetti, tutti e cinque studenti a Scienze
politiche e assai attivi in questi giorni. E nell?orbita dell?Olga gravita -
secondo alcuni rapporti - anche uno dei personaggi-chiave della rivolta
anti-Gelmini: il greco Ioannis Fourkas, studente fuori corso di Scienze
politiche. Anche lui ha collezionato denunce di vario tipo in occasione di
manifestazioni non autorizzate e scontri. Ma l?episodio che getta sul leader
studentesco la luce più inquietante risale al 23 giugno dello scorso anno quando
a Padova scese in piazza, insieme ai «duri» del Centro sociale Gramigna, in
difesa dei militanti delle Nuove Brigate Rosse arrestati su richiesta del pm
Ilda Boccassini nell?ambito delle indagini sui tentativi di ricostituzione del
«partito armato». Terroristi in grado di uccidere, secondo la Procura.
«Militanti rivoluzionari» secondo il corteo cui partecipò Fourkas. Ce n?è
abbastanza, insomma, perché gli analisti di polizia e carabinieri non diano per
scontato che la protesta resti pacifica. Il timore è - come sempre in questi
casi - che la protesta nonviolenta degli studenti in buona fede non riesca ad
arginare la deriva radicale imposta dagli agit-prop. Alcuni dei quali hanno
dalla loro anche esperienze che gli vengono dalla famiglia: al corteo di giovedì
scorso è apparso per la prima volta Valerio Ferrandi, 23 anni, militante
dell?Autonomia milanese, denunciato per occupazioni abusive e violenze varie.
Nonchè figlio di Mara Aldrovandi, che negli anni Ottanta stava col nome di
battaglia «Stefania» nei Reparti comunisti d?attacco, e di Mario Ferrandi detto
«Coniglio», militante del gruppo di fuoco di Prima Linea, arrestati nel 1981 e
quasi immediatamente pentitosi. E a proposito di personaggi mediatici, il più
in vista, nei cortei e nelle trasmissioni tv, è indubbiamente Leon Blanchard,
ventidue anni, studente in Scienze politiche. Carino, buon lessico, figlio di
una coppia della alta borghesia milanese (il gallerista Giovanni Blanchard e la
giornalista Maria Pace Ottieri), casa nella aristocratica via Pontaccio,
Blanchard si presenta come la faccia «pulita» del Movimento. In realtà il suo
certificato dei carichi pendenti è spesso quattro pagine. E - se in diversi
casi si tratta di reati "pacifici" come la manifestazione non
autorizzata o le grida sediziose - a suo carico risultano denunce per una
sfilza di episodi di violenza privata e violenza a pubblico ufficiale. Ma a
colpire è soprattutto l?intensità e la varietà dell?impegno del giovanotto: a
partire dal 2003 Leon Emanuele Kremen Blanchard (questo l?impegnativo nome per
esteso) viene denunciato in occasione di proteste per le cause più disparate.
Dall?Assolombarda a Blockbuster, dall?Alitalia
all?Associazione editori, dalla Best Western ai Centri di prima accoglienza, da
Trenitalia alla guerra in Iraq, sono pochi i «nemici» contro cui il rampollo di
via Pontaccio non è sceso in campo senza tanti riguardi per il codice penale.
Un attivismo che, va detto, non impedisce a Blanchard di studiare, visto che ha
annunciato di essere pronto per discutere la tesi a novembre. Accanto a
Blanchard, nelle foto di testa dei cortei compare quasi sempre Teo Todeschini,
23 anni, studente di Scienze umanitarie alla Statale. Anche lui è uno
stakanovista delle proteste e delle denunce: occupazioni abusive, deturpamenti,
manifestazioni non autorizzate. D?altronde Todeschini fa parte del gruppo che
nelle università costituisce il «nocciolo duro» della sinistra radicale: si
fanno chiamare «Gli Inflessibili» e vengono guardati con un misto di timore e
rispetto dagli studenti più «morbidi». Degli «Inflessibili» fanno parte anche
Luca Minghinelli e Dario Sigari, entrambi di Scienze politiche, entrambi più
volte denunciati e presenze fisse nei cortei di questi giorni; «Inflessibile» è
anche Matteo Tunesi, 19 anni, che in agosto partecipò all?attacco alla scuola
di polizia di Senigallia. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 -
20123 Milano
( da "Quotidiano.net" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Il ministro a Radio
Rtl 102.5 fustiga i giudici che "lavorano solo due o tre giorni a
settimana". E sulle accuse dell'esponente Pd: "Mi ha mandato un
biglietto di scuse, ma io non sono un buonista"
"
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anche ai magistrati D'Alema si scusa? Io non ho fatto pace" Il ministro a
Radio Rtl 102.5 fustiga i giudici che "lavorano solo due o tre giorni a
settimana". E sulle accuse dell'esponente Pd: "Mi ha mandato un
biglietto di scuse, ma io non sono un buonista" ROMA, 26 ottobre 2008 -
Nella lotta ai fannulloni, il ministro Brunetta non si fermamai, nemmeno di
domenica. E dai microfoni di Radio Rtl 102.5, stamattina il fustigatore del
pubblico impiego ha rilanciato la fortunata formula dei tornelli: dopo Palazzo
Chigi e il ministero della Funzione pubblica, il prossimo obiettivo sono i
magistrati. Sugli aiuti di Stato, il ministri taglia corto: ??I soldi alla Fiat
sono stati dati l?ultima volta 3 anni fa e io in quell?occasione mi opposi.
Questo sara? il mio atteggiamento anche adesso. Di aiuti alla Fiat non se ne
parla??. E Alitalia, allora? ??E? vero - riconosce il
ministro - che abbiamo fatto un prestito ponte da 300 mln, ma Alitalia era, e? un caso nazionale e abbiamo dovuto fare
questo sforzo. Speriamo di recuperarlo ma non ci credo??. Quanto alle banche
??vorrei ricordare che, allo stato, non abbiamo dato un euro. Abbiamo solo
messo in piedi un sistema di garanzie in caso di emergenza che spero non si
attivi mai perche? abbiamo un sistema bancario solido??. Ma la vera battaglia
di Brunetta è contro gli sprechi: "Pesate che noi paghiamo piu? di 100
miliardi l?anno solo per la sanita? e tutti concordano nel ritenere che almeno
il 20% e? frutto di inefficienze e sprechi. Molti magistrati lavorano solo 2-3
giorni a settimane, 2-3 pomeriggi a settimana e poi stanno a casa. Ecco - è poi
la proposta provocatoria di Brunetta - vorrei mettere i tornelli anche per i
magistrati. Mi diranno di tutto ma io vado avanti. Aspetto solo che D?Alema mi
dia di nuovo dell?energumeno tascabile??. Dopo quell'accusa, fa sapere
Brunetta, l'esponente del Pd ??mi ha mandato un biglietto di scuse, ma io non
ho fatto pace. Io non sono un buonista, non offendo nessuno e pretendo solo di
non essere offeso da nessuno??. Visita fiscale il primo giorno di malattia, è
giusto? - Dipendenti pubblici fannulloni, giusto licenziarli? Segnala ad un
amico Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una
copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra:
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l'Odeon! Alla sera stanchi non si può prendere l'auto per inoltrarsi verso
[...] Odeon, no alla chiusura Firma anche tu la petizione12:59:07 - non fate
confusione!i liceali un giorno dovranno andare all'università. la riforma
universitaria che[...] Sfila la rabbia degli universitari 12:46:20 -
...(continua)...Ora sarebbe utile, l'insegnamento degli "Onesti";
trarne le dovute conseguenze e, f[...] Scuola, non riforma ma intervento
finanziario (con alcune buone idee)12:42:04 - La storia della scuola, nella
Repubblica Italiana, è stata, da sempre, molto travagliata. "La
bufera[...] Scuola, non riforma ma intervento finanziario (con alcune buone
idee)12:37:03 - il quarto di murray è devastante!!!nadal esce in semi per
me...o con murray o con nalbandian(+probab[...] A Bercy il tennis saluta i
Masters Calciatore, scrittore o... Tu chi preferisci?Cure psichiatriche
obbligatorie per i pedofili, sei d'accordo?Se vincessi al SuperEnalotto,
usciresti allo scoperto?Gay in politica: è vero che sono discriminati?Polizia
per fermare le occupazioni nelle scuole, sei d'accordo?Beckham al Milan, un
buon acquisto?Cure palliative a base di oppio contro il dolore: sei
d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via definitiva per droga:
sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la richiesta dell'Italia alla
Ue di tempi di applicazione più lunghi?Gli italiani sono ancora un popolo di
superstiziosi?Accettabile assumere farmaci per migliorare le proprie
prestazioni sportive?Serve una legge per regolamentare gli scioperi dei
trasporti?Riduzione dei permessi sindacali, sei d'accordo?Classi separate per
gli stranieri, sei d'accordo?Navigare sul web affina la mente: è vero? La foto
del giorno La Roma Imperiale nel logo della finale di Champions League Una
forte connotazione che richiama i simboli e lo stile grafico della Roma
classica: la Coppa e la corona di alloro riservata un tempo ai vincitori, con
il Colosseo sullo sfondo. Conto la rovescia per il 27 maggio LE IMMAGINI
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( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Scoop, e strascoop.
Ecco i fatti. Due settimane fa il premier convoca nel palazzo presidenziale
tutti i più importanti editori del paese, nessuno escluso. E chiede loro
l'appoggio per le misure appena varate dal governo per contrastare la crisi
finanziaria e per ottenere dalla stampa nazionale un'iniezione di fiducia e di
ottimismo. Non vengono chiamati i direttori, ma addirittura coloro che gli
pagano lo stipendio. Urca, roba forte. Ma Berlusconi è forse impazzito? Il
solito regime, anche la libertà di stampa va a farsi benedire. In che paese
viviamo! Roba da matti e da operetta. Andiamo tutti in piazza, manifestiamo
davanti a Palazzo chigi. E poi come mai non abbiamo avuto nessuna nota sullo
scandaloso comportamento sulla stampa. Opsss. Non è stato Berlusconi e manco
Letta. Ma il nostro democratico vicino, bambi Zapatero. Il 13 ottobre scorso ha
convocato Ignacio Polanco (gruppo Prisa, proprietario del Pais e non solo),
Antonio Fernandez Galiano (Unedisa della Rizzoli che pubblica tra l'altro El
Mundo), Diego de Alcazar (Vocento che pubblica Abc) e anche Maunel Lara
(Razon). El Confindencial ci racconta in un bel articolo della riunione:
Zapatero ha chiesto agli editori oltre a tutto ciò che abbiamo già detto, di
limitare al massimo le critiche, visto il momento difficile. Non ci si può
fidare più neanche dei sani democratici. Scritto in Varie Non commentato » (No
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RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Oct 08 Anno Zero Due considerazioni
sul "mostro". Sono stato invitato tre volte ad Anno Zero, da Michele
Santoro. E per tre volte ci sono andato. Troppo poco per essere definito un
amico di Santoro, troppo per non conoscere i meccanismi del programma. Santoro
costruisce con abilità il programma su una tesi. Un po' come faceva l'adorato
(da me) Giuliano Ferrrara ad 8emezzo (che oggi è diventato una schifezza, si
intende il programma). Tra i due le distanze sono abissali, e non sto a
ripetere chi mi è più congeniale. Però le critiche che gli sono state mosse
ieri sera, sul fatto di non aver fatto parlare uno studente di destra, sono
demenziali. Scusatemi: ma vogliamo forse un tribunale del popolo sulle ospitate
tv? ma che cavolo di polemica è mai questa? Santoro non è fazioso è
faziosissimo. e dunque, ovviamente, è più che criticabile per la gestione della
trasmissione. Ma cerchiamo di essere seri. Ho ricevuto alcune proteste,
affettuose, sulla mia partecipazione al programma. Non altrettante rimostranze
mi sono arrivate per le mie comparsate ad Omnibus e a Raitre in contesti
altrettanto poco lib. C'è evidentemente una ragione di numeri, visto che
Santoro riesce a fare ascolti in modo ineguagliabile. Ma resta un tema di
fondo: un giornalista lib-lib non deve partecipare a trasmissioni di sin-sin? e
perchè? Ci sarebbe una sola buona ragione (e non è ovviamente detto che non
capiti): non riuscire minimamente a dire la propria idea. Finora, nelle puntate
di Anno Zero a cui ho partecipato, non è avvenuto. Ieri il leghista Cota ha
parlato quanto Veltroni, se non di più. In un contesto decisamente ostile, ma
per tutti. E ce lo siamo reciprocamente detti alla fine del programma. Il
contesto è quello che è, è santoriano. ps: cari commensali, pensate alla
"mitica" Gabanelli. A mio avviso il suo report è cento volte peggio
di Anno Zero. la Gabba lavora a tesi, ma a differenza di Santoro, se le prepara
e se le cucina da sola, senza neanche il più debole contradditorio. Altro che
studende ablante di destra. Scritto in Varie Commenti ( 22 ) » (No Ratings Yet)
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Invia questo post a un amico 12Oct 08 La crisi della Robin Qualcuno si ricorda
che in Italia, grazie all'intuizione molto pop di Julius, è stata introdotta
una nuova imposta? Si chiama Robin tax. E l'idea geniale era quella di colpire
quegli sfruttatori dei banchieri e dei petrolieri (con appendice di chi invece
il petrolio lo brucia, come le compagnie elettriche). Ebbene ora ci troviamo
nella paradossale situazione per la quale gli stati nazionali con una mano
tassano le banche (in particolare gli interessi che riconoscono ai correntisti
sono in parte indeducibili) e con l'altra restituiscono soldi alle banche più o
meno nazionalizzandole. Nel frattempo il petrolio è sceso sotto 80 dollari e
gli extraprofitti (intuizione socialista) evaporano. Mi chiedo se Julius, come
dice, aveva previsto tutto, non poteva prevedere anche questo elementare
paradosso? Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 45 ) » (3 votes, average: 5 out
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Invia questo post a un amico 06Oct 08 Chi ci salva dai salvatori? L'america ha
adottato misure per contrastare la crisi da 850 miliardi di dollari. L'Europa
si è vista a quattro e ha detto che nessuna banca europea verrà lasciata
fallire. Tutti, me compreso, hanno sostenuto che in una fase eccezionale come
l'attuale si possono adottare provvedimenti eccezionali, con il ritorno
dell'intervento statale. Poi sulle tecnicalità si può discutere per anni, ma il
principio è che lo Stato debba fare qualcosa. Ma se sbagliassimo? é questo il
punto. Guardiamo alla "deficiente regola" volta ad azzerare le
vendite allo scoperto, che più o meno tutte le Borse del mondo stanno
adottando. Chi pensava che solo attraverso questo strumento di limitassero i ribassi
delle azioni, si è sbagliato di grosso. Si introduce una fortissima distorsione
al mercato e non si porta a casa neanche un risultato. ragionamento simile si
può. forse provocatoriamente, fare per gli attuali interventi statali
nell'economia. Non stanno risolvedno il problema borsistica e a ruota neanche
quello di operatività delle banche. Come se non fossero stati fatti. In
compenso ci troviamo le manone ingombranti della politica sui nostri affari.
Speriamo di non dovercene pentire. Gli americani sanno liquidare l'intervento
dello Stato in pochi anni. Noi Europei quando ci sediamo alla tavola del
mercato, ci restiamo anche dopo il dessert. Scritto in finanza Commenti ( 56 )
» (9 votes, average: 3.33 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008
Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un
amico 04Sep 08 I conti su Alitalia Fate voi la somma. +Lo stato esce definitivamente dal trasporto
aereo (Marrazzo permettendo) -Balla un miliardino di debiti che pagheranno i
contribuenti +AirFrance chidedeva che i diritti di volo in Italia fossero solo
suoi, ciò non è previsto dal nuovo progetto -Unire due debolezze (Ali e Air)
amplifica una posizione dominante, ma non garantisce un buon servizio +I
sindacati hanno le spalle al muro: o così o si muore -Sono inviatati al tavolo
(passera dixit) per concordare il piano industriale +AirFrance in fondo, ma
mica tanto, è una società pubblica (18% di Sarko') -Airfrance sa far fruttare
una compagnia aerea e viaggia in tutto il mondo +Colaninno&co ci mettono il
grano e si assumono un bel rischio (in Italia praticamente nessuno ha fatto
quattrini con i voli di linea) -Aifrance avrebbe pagato qualcosa alle minoranze
e allo Stato, mentre i nostri eroi oggi si assumono un rischio ma a prezzi ben
più da saldo +E' stata Aifrance a rompere le trattative: aveva posto tre
condizioni tra cui l'assenso dei sindacati al piano di vendita. Che ovviamente
non c'è stato -E' stato l'adorato Cav, in campagna elettorale, a dare
indirettamente man forte ai sindacati dicendo che la compagnia deve restare in
mani italiane +Lufthansa e Airfrance e tutte le compagnie americane non possono
essere acquistate da stranieri e dominano sui rispettivi mercati nazionali -Non
è detto che il concetto di italinità o francesità corrisponda, alla fine, all'interesse
molto concreto, dei cittadini-utenti La somma dei più e dei meno. cari
commensali, che risultato dà? Scritto in Varie Commenti ( 140 ) » (10 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 26Aug 08 Alè Magno
L'idea di Alè Magno di istituire una commissione, darla in mano a Giuliano
Amato (quello che rinfaccia Craxi e forse anche lo scippo sui conti corrente) e
discutere dei problemi de Roma, mi sembra una scemata pazzesca. Ogni stagione
ha le commissioni di che si merita. Oggi con la moda dell'anticasta, si deve
dunque dare una nobiltà ad una commissione che comunque non servirà a nulla.
Voglio dire che senso ha per un amministratore cittadino inventarsi grandi temi
di discussione. C'è bisogno di una Commissione per decidere ad esempio che
l'acea debba essere privatizzata? assolutamente no. e di fatti, Alè magno non
vuole venderla. C'è bisogno di una commissione per decidere di ampliare ed
eventualmente liberalizzare le licenze dei tassisti romani? assolutamnete no. E
di fatti Alè Magno è l'idoletto della corporazione dei tassisti. C'è bisogno di
una commissione per spiegare ad un sindaco che se due suoi ospiti olandesi
vengono stuprati e presi a mazzate tra i denti, è il caso almeno nel giorno del
fattaccio di tenere la bocca chiusa o almeno aprirla per chiedere scusa a nome
di una città anch'essa ferita? Scritto in Varie Commenti ( 40 ) » (7 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14Aug 08 Julius ha
visto la luce Il nostro Julius (Tremonti, per chi non lo sapesse) ha visto la
luce. Già si capiva per la verità leggendo con attenzione un interessante fondo
del convertito (alle ragioni ministeriali) Giannino, di un paio di giorni fa.
Un liberale doc, a patto che non si discuta dell'operato di Julius. Ma
ritorniamo alla luce. Su Libero leggevamo: "il Papa su questo la pensa
come Giulio Tremonti, non come gli alfieri del mercato che sul Corriere della
sera e Sole 24 ore da mesi ribattono che quelli contro i derivati sul petrolio
e sul grano sono attacchi di irriducibili passatisti, di vecchi arnesi
nostalgici del protezionismo. Ora si è capito ancor meglio, che i giudizi del
Papa non sono poi coincidenze casuali, con Tremonti" . E poi oggi
finalmente sul Corrierone una domanda (anzi una non domanda) infilata lì per
caso: "A luglio il papa ha condannato la speculazione." E Julius,
poco prima: "Come sempre, nei grandi passaggi della Storia, la visione
della Chiesa è fondamentale per la comprensione dell'esistente". La lieta
novella della parabola di Julius: "L'azione dei governi ha fermato la
speculazione". Sintetizziamo il filo logico del ragionamento: la speculazione
è la peste del secolo-tremonti ha convinto di ciò il papa- la Chiesa ha sempre
una grande visione e la condivide con Julius-i governi, incalzati da Julius
hanno bloccato il contagio malefico. Hip hip hurra. Per fortuna che abbiamo il
nostro adorato Cav. Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 84 ) » (7 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 25Jul 08 Obama e
l'Italia Folla a Berlino. E poi a Parigi. E of course Londra. Niente visita in
Italia. Il mitico Obama ci riporta con i piedi per terra. Non contiamo nulla,
neanche una visitina, un saluto. Certo facendo jogging ieri a Berlino e
intercettato da un'abile giornalista di Sky24, ha detto: primo o poi in Italia
verrò. Deo gratias. Scritto in Varie Commenti ( 62 ) » (3 votes, average: 3.67
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Commenti Invia questo post a un amico 15Jul 08 Il casco per i baresi e i mutui
per gli americani Fannie e Freddie, nonostante i simpatici nomi, stanno
affossando i mercati di tutto il mondo. Non sono banche e non sono neanche
società per azioni tradizionali. Sono state create per agevolare il mercato
immobiliare americano. In sintesi prestano i soldi alle banche che prestano i
soldi ai clienti per accendere un mutuo. In questo modo le banche americane
avevano sempre risorse fresche per alimentare il mercato dei prestiti
immobiliare. Una volta comprati i mutui di terzi le due nostre li impacchettano
in obligazioni che cedono sul mercato. Per questa loro caratteristica sociale
(agevolare la proprietà edilizia) sono Gse (Governament sponsor enterprise) e
dunque, pur quotate sul mercato, in ultima analisi sono agenzie governative
(come d'altronde erano in origine). Questa garanzia statale ha permesso loro di
raccogliere danaro a tassi molto vantaggiosi e dunque alimentare la bolla
speculativa. Inoltre (toccherebbe ricordarlo a qualcuno) per statuto non
finanziano mutui subprime.. E proprio per questo il mercato dei mutui subprime
(quelli che hanno scatenato l'attuale crisi) è esploso: le banche tradizionali
non riuscivano a fare concorrenza, visti i tassi superbassi, a Fannie e Freddie
e dunque hanno cercato (colpevolmente) di andare su un mercato a queste
precluso: quello dei debitori subprime, insomma non buoni. Qualche conclusione:
1. Freddie e Fannie, figlie di una concezione roosveltiana, non sono mai state
sul mercato. 2. Sono diventate negli anni 70 un ibrido a noi molto ben
conosciuto: privatizzano gli utili e socializzano le perdite 3. Il salvataggio
di oggi è stato scritto ieri quando furono concepite 4. il fatto che
prestassero troppo era noto da tempo (lo disse greenspan in un'audizione
davanti al senato) 5. il loro fallimento non è un fallimento del mercato, ma
del regolatore. che ha pensato di cavarsela quotandole sul mercato. E che ha
alimentato per questa via la bolla immobiliare. 6. salvarle oggi è ragionevole,
così come è ragionevole, secondo il sindaco di bari, regalare, a spese dei
contribuenti, un casco ai motociclisti pizzicati senza. Scritto in pol
economica Commenti ( 25 ) » (3 votes, average: 3.67 out of 5) Loading ... Il
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post a un amico 07Jul 08 Cosa ne pensano i lib-lib di Julius In questo blog
abbiamo più volte "sfottuto" il nostro Julius per la sua ansia Pop.
L'inutile e dannosa Robin tax, la populistica esclusione dei ricchi (solo
70mila? solo due dei quali in piazza di Spagna a Roma?) dai benefici Ici sulla
prima casa, la card per gli anziani, la lotta contro la speculazione. E via
dicendo. Anzi, già che ci siamo, gli insopportabili slogan contro il
"mercatismo". Senza considerare la mancata liberalizzazione per
eccellenza: e cioè la riduzione delle imposte sui redditi o per lo meno una
prospettiva di riduzione. Che il Dpef non ci da. Insomma quello che pensiamo
sul Julius pop per i nostri commensali (che spesso hanno anche criticato il
cuoco) è pietanza nota, anche se non a tutti gradita. Ieri è arrivata in cucina
una mail di David Baccini, intitolata "Tremonti il socialista ci porterà
al disastro". Vi inoltro le prime righe: "sono sconcertato per il
comportamento schizoide del Ministro Tremonti, nel quale non ho mai riposto
alcuna fiducia e che affonderà il Governo, ma sopratutto per il "sentiment
filogovernista-filotremontiano antimercato" di Giannino: scioccante
davvero. Altrettanto sconcerto va verso l'IBL, che di fronte ad accuse
tremontiane al mercato, a chi (praticamente l'intero popolo europeo) non si
riconosce nel nuovo meta-stato soviet-europeo, alla speculazione, al profitto,
a chi si dice liberista, a chi esige basse tasse, a chi disconosce l'efficacia
della redistribuzione (Robin Tax ed altre puttanate) .. l'IBL tace, in
conformità Gianniniana". Be' in effetti si può condividere con Baccini un
certo stato di solitudine da queste parti. Difficile trovare conforto a
sinistra (lo devo spiegare ancora una volta?), ma anche nei punti di
riferimento dei liberali classici, sembra che ci sia un po' una corsa a non disturbare
il manovratore. La paura di Prodi e accoliti non ci può rinchiudere in un
angolo. Non ci deve spingere verso un'accettazione muta dei provvedimenti
governativi. Insomma se Julius ha deciso di fare una corsa di popolarità con
l'adorato Cav, son cavoli suoi. Non di Noi italiani che abbiamo votato un
governo immaginato liberale. Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 55 ) » (6
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sono Nato a Roma, vivo a Milano. Lavoro da qualche anno al Giornale e scrivo di
economia e finanza. Tutti gli articoli di Nicola Porro su ilGiornale.it
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trasmissione Anno Zero in cui si parlava della scuola: Nicola Porro diceva che
, se la matematica... mauro: Gli stati se ne fregano di Gmen come te, caro
Davide Baccini. Fai finta di non sapere che gli stati, per colpa... Sergio: Mi
associo a quanto detto da Enzo Miceli: "Mi complimento con lei perchè con
educazione e non in... mauro iacomelli: credo che la Tua presenza, liberale,
rispettosa e con un ottimo bagaglio tecnico-culturale, sia... Davide: Visto che
si parla dell'intervista a Samuelson, qui c'è l'ottima replica di Carlo... I
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( da "Manifesto, Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
COMMENTO Un lungo
sbilanciamoci sulla legge finanziaria nelle scuole e università Paolo Hutter È
il caso che tutti partecipino e se ne occupino. Mai come ora la lotta nella
scuola e nell'università riguarda molto di più e molti di più dei diretti
interessati, che pure già sono tantissimi tra scolari, genitori, studenti,
docenti, precari, non docenti e persone che vogliono bene a almeno qualcuno di
tutti questi. Sono in gioco, parallelamente, lo spirito pubblico di questo
paese, l'incidenza e il valore anche morale del conflitto e della
partecipazione, e il destino materiale della scuola e delle università
pubbliche, dell'istruzione come diritto di cittadinanza. Le provocazioni
dell'oscillante e incontinente Berlusconi sulle forme di lotte e sui
«facinorosi» non devono distrarre l'attenzione dall'essenziale, ovvero molti
miliardi e soprattutto decine di migliaia di posti di lavoro che saltano. Altro che Alitalia. Non seguo da anni le questioni della scuola e dell'università.
Forse anche per questo ora mi coinvolge ciò che accade, e l'altra notte ero
ipnotizzato dal mix di intelligenza e ingenuità dell'assemblea occupante che
alle due discuteva di autorganizzazione a Fisica di Torino. Se adesso mi
posso emozionare davanti alla facciata piena di striscioni del mio ex-liceo e
sono seduto a scrivere di lotta studentesca, sulle stesse scale, ieri col
quaderno, oggi col computer, non è certo grazie ai mass media o all'opposizione
parlamentare che hanno clamorosamente «bucato» fino a pochi giorni fa sia la
portata dei provvedimenti governativi che la nascita puntiforme del movimento.
Dobbiamo ringraziare chi ha capito quel che stava succedendo e ha cominciato
scuola per scuola a informare. Certo la situazione è completamente - o quasi -
diversa da quella del '68 o degli anni '70. Gli studenti non si ribellano alle
generazioni più adulte ma cercano la massima unità per difendere la scuola dai
tagli. Le occupazioni si fanno senza interrompere la didattica, anche se un
disgraziato servizio Rai ha cercato di contrapporre le lezioni all'aperto alle
agitazioni. Oggi sulle stesse scale si scrive «difendiamo la scuola» invece che
«no alla scuola che è autoritaria e classista». Ma il fatto che sia «difensivo»
nulla toglie alla possibilità che questo movimento veicoli e amplifichi una
presa di coscienza che rompe lo stato di cose presenti, l'andazzo dominante, in
generale. Basta che gli studenti, ma anche gli adulti coinvolti, abbiano il
tempo e l'ispirazione di ricostruire collettivamente le ragioni dei tagli e le
caratteristiche delle menzogne. Pensate a un grande «sbilanciamoci» fatto nelle
scuole e nelle università su tutta la finanziaria. Questo è l'aspetto dello
spirito pubblico, del movimentismo che si politicizza. Questa volta la
concretezza di aprire gestire e vincere una battaglia col governo sui tagli è
fondamentale. Non ci ricordiamo neanche più quale riforma era in ballo ai tempi
della Pantera e se il movimento l'aveva sconfitta o corretta. Questa volta non
ci si può limitare a esaltare il valore dei mutamenti molecolari che la lotta
porta con sé, la bella esperienza collettiva. Chi dove e come sta ragionando su
come ottenere dei risultati, prima che il movimento si stanchi? Il prossimo 30
ottobre dovrebbe già essere una proposta per tutti. E' forse necessario
ragionare su un possibile sciopero generale dei lavoratori per salvare la
scuola, e comunque su un impegno serio e non solo settoriale dei sindacati
confederali. Gli studenti dovrebbero sforzarsi di creare in rete un
coordinamento pensante e capace di far pesare nuove iniziative tanto pacifiche
quanto incisive e sorprendenti. Ragionare su queste cose è compito sia di chi
non ha precedenti esperienze di lotta, che di chi ce le ha già.
( da "Stampa, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
NOVITÀ Documento Le
compagnie ora puntano su Caselle Blu Express e EasyJet aumentano i collegamenti
Ryanair parte su Girona Per Roma si passa da 3 a 8 partenze, con tariffe da 22 euro Dopo la crisi Alitalia una pioggia di low cost ANGELO CONTI Il «dopo Alitalia» e lo scontato
ridimensionamento dell'attività previsto da Cai (che dovrebbe ridurre
l'attività Alitalia e Air
One all'aeroporto Sandro Pertini di Caselle di circa il 50%) hanno scatenato le
compagnie low-cost che incominciano a puntare anche a Torinoe: Blu Express e
EasyJet, come testimonia l'orario ufficiale della Sagat, hanno in serbo
importanti novità. I collegamenti a basso costo sulla tratta Torino-Roma
Fiumicino, che oggi sono tre al giorno, diventeranno sei dal 1° dicembre e ben
otto il primo gennaio, con una probabile tariffa da 22 euro per volo, tasse
comprese. Blu Express, la compagnia italiana che fa capo all'imprenditore umbro
Franco Pecci, è stata la prima a mantenere le promesse ed ha raddoppiato il suo
operativo su Roma, passando da 3 a 6 frequenze. Dal 1° dicembre i Boeing 737
con il muso blu decolleranno da Torino alle 7,30, 8,35, 11,45, 17,05, 18,20 e
20,45 e da Roma alle 6,55, 10,05, 15,20, 16,40, 18,55 e 20,45. Non è prevista
alcuna frequenza il sabato ed una sola frequenza domenicale. Un aeromobile
pernotterà quindi sotto la Mole, con interessanti ripercussioni economiche
sull'indotto. Contemporaneamente Sagat ha annunciato anche le frequenze della
compagnia inglese EasyJet, queste tutti i giorni, con partenze da Roma alle
11,45 e 18,50 e da Torino alle 13,25 e 20,30. Sull'operativo della compagnia
arancione pesa comunque molto la mancanza di un volo di prima mattina, ma non
sono esclusi correttivi a breve termine. Novità anche da Air Vallée (non è low
cost) che ha confermato i voli su Pescara e Trieste (però diventano diretti) ed
ha introdotto la novità di due collegamenti quotidiani su Napoli (partenze da
Torino alle 7,15 e 18,25, da Napoli alle 9,10 e 20,20). E' probabile anche un
nuovo volo su Katowice (che si affiancherebbe a quello adesso gestito dalla
compagnia polacca Lot), da effettuare con lo stesso aeromobile in arrivo da
Napoli alle 10,35 (un Dornier 328 jet da 31 posti) e quindi con ipotetica
partenza intorno alle 11,15. I voli su Roma e Napoli non sono ancora né
prenotabili né acquistabili, ma risultano già sull'orario generale della Sagat.
Domani, intanto, è in programma a Caselle una conferenza stampa della compagna
Ryanair in occasione dell'inizio dei collegamenti con Barcellona-Girona. Sempre
la Ryanair potrebbe annunciare, forse già domani, l'intenzione di collegare
Torino anche a Trapani ed a Brindisi. Sagat non ha intanto smentito ulteriori
trattative con la compagnia irlandese per la possibile apertura di una base
low-cost, con un ventaglio di altre destinazioni europee, fra cui la
richiestissima Madrid. www.lastampa.it/caselle
( da "Stampa, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
TAGLI Compleanno di
Malpensa con l'amaro in bocca Una maxi risottata di 180 chili e anche una mega
torta di 520 chilogrammi. Poi collegamenti in diretta con «Quelli che il
calcio» e Simona Ventura. Una grande festa popolare per celebrare i primi dieci
anni dell'aeroporto di Malpensa e fugare lo spettro della crisi che incombe su
quello che doveva essere il grande hub itlaiano. E poi le parole del vescovo
ausiliare di Milano, Luigi Stucchi, che ha invocato un «futuro più sereno per
tutto il territorio in qauesto momento difficile». Ma la giornata non basta per
allontanare le3 apprensioni: 900 dipendenti Sea sono già in cassa integrazione,
Alitalia ha annunciato il taglio
di altri voli nazionali, internaizonzali e intercontinentali (159 in tutto) in
coincidenza con l'orario ivnernale scattato ieri. Il presidente di Sea, Paolo
Bonomi, sollecita l'immediato intervento del Governo per liberalizzare i
diritti di volo lasciati liberi da Alitalia. Quaglia A PAGINA 59
( da "Stampa, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Alitalia Cancellati
altri 159 voli Un anno dopo l'apertura i passeggeri dello scalo Malpensa erano
16.977.765. Nel 2007 sono stasti 23.885.391. I voli sono passati da 500 a 700,
i numeri delle compagnie aere da 60 a 78, i banchi chec-in da 174 a 242. Ma nell'aprile 2008 la situaizone
è cambiata radicalmente: Alitalia ha ridotto del 70
per cento i suoi voli costringendo Sea a mettere in cassa integraizone 900
lavoratori. Da ieri, con l'orario ivnernale, è partito un huovo taglio: 53 voli
nazionali in meno, 104 europei e due intercontinentali. Il Comitato Malpensa di
batte per riconoscere allo scalo il suo ruolo di hub, al centro di un'area su
cui gravita una popolazione di 17 milioni di abitanti, con un milione e 620
mila imprese che hanno interessi comemrciali con tutto il mondo.
( da "Stampa, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
ANNIVERSARIO.MAXI
RISOTTATA E SPETTACOLO MA IL FUTURO E' INCERTO Malpensa, dieci anni amari
Ricadute negative sul territorio lombardo e piemontese se non ci sarà un
rilancio [FIRMA]GIANFRANCO QUAGLIA MALPENSA Dieci anni fa, il 26 ottobre 1998,
l'aeroporto di Malpensa apriva le porte al mondo e si proponeva di
conquistarlo. A tagliare il nastro c'era Giuseppe Bonomi, presidente di Sea, la
società che, oltre a Malpensa, possiede Linate e Orio al Serio. Ieri lo scalo
varesino ha celebrato il compleanno con una grande festa popolare, una
mega-risottata in una mazi-pentola di 530 chili in cui sono stati versati 180
chilogrammi di riso. Cifre che danno il senso della voglia di fare festa, anche
se l'anniversario cade nella fase più delicata per lo scalo e il territorio di
riferimento. Lo sa bene Bonomi, che ieri era in prima fila durante la Messa
celebrata dal vescovo ausiliare di Milano, Luigi Stucchi. Nel momento della disfatta Alitalia, del ritiro di 159 voli, dei 900 dipendenti messi in cassa
integrazione, il presidente rifiuta l'etichetta di una festa di rabbia. «No,
proprio no, questo è il giorno dell'orgoglio per un'opera necessaria e
indispensabile che non può riprendere a pieno regime solo per la mancanza di
liberalizzazione dei diritti di traffico lasciati liberi da Alitalia». Eppure il collegamento
in diretta con «Quelli del calcio» e Simona Ventura, una maxi-torta di 520
chili, la risottata gigante con nove cuochi, non bastano per stemperare una
patina d'amaro dovuta a un'incertezza difficile da mandare giù. Lo ha
sottolineato anche il vescovo nella sua omelia, bel momento di riflessione fra
i viaggiatori in transito: «Preghiamo affinchè questa situazione non facile
trovi una via d'uscita e che il coraggio e la lungimiranza possano mostrarci un
futuro più umano, sicuro e solidale». Un orizzzonte auspicato anche da
Gianfredo Comazzi, presidente del Comitato per Malpensa, che riunisce Novara,
Varese e Milano. Gli effetti dell'occupazione e dello scalo possono avere
ripercussioni anche sul territorio piemontese: «Dieci anni di occasioni
perdute, c'è grande rammarico per il Novarese che avrebbe avuto uno sviluppo
significativo per l'occupazione».
( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina 6 - Economia Le
famiglie stringono la cinghia calano gli acquisti alimentari Epifani: finiti i
soldi per la Cig. Il premier: penseremo ai salari L´Italia ALDO FONTANAROSA
ROMA - Strategia di sopravvivenza in tre mosse. Prima gli italiani hanno
risparmiato sui detersivi, gli strofinacci, gli shampoo, i saponi. Poi hanno
preferito prodotti senza marca a quelli più famosi pubblicizzati alla tv. Ora,
per la prima volta in questa infinita crisi nazionale, comprano meno cibo. A
partire dal caffè macinato e dal latte. In questo scenario, Guglielmo Epifani
(Cgil) ha buon gioco a chiedere meno tasse, più soldi e un ventaglio di
paracadute sociali più ampio. I fondi per alcune forme di cassa integrazione -
dice - vanno esaurendosi. «Stiamo già lavorando - gli risponde Berlusconi - per
sostenere le imprese e le retribuzioni». A scrutare nel nostro carrello della
spesa, stavolta, è l´indagine Infoscan Census che registra i dati di 7070 tra
supermercati e grandi negozi. Tanti, dunque. L´indagine scopre che le famiglie,
ad agosto, hanno comprato lo 0,4% di alimenti in meno. Sono in calo le
merendine (-4,3%), i biscotti (-3,1), la pasta di semola (-1,6). Poi anche
caffè macinato (-1,7) e latte a lunga conservazione (-0,8%). La tendenza
preoccupa gli esperti di Infocan Census, per due motivi. Primo. Gli italiani
spendono il 66% dei loro soldi in alimenti. Il settore, dunque, è strategico.
Secondo: l´alimentare è la muraglia cinese del commercio, in genere è l´ultimo
ambito ad essere toccato dalla crisi. Se anche questi mattoni accusano delle
crepe.... Peraltro, i punti vendita giocano la carta delle promozioni, sempre
di più. I prodotti in offerta sono cresciuti dell´1,1% a giugno, e poi ancora a
luglio e agosto. Ma questa esca non basta più ad attirare l´impaurito
compratore italiano. L´acquisto di alimenti scontati si riduce anch´esso dal
21,8 al 18,8% del totale della spesa. Deve aver letto questi dati Epifani
quando si presenta a Domenica In per un´intervista. Il segretario della Cgil
chiede al governo di non parlare con i sindacati solo quando questi hanno idee
uguali alle sue. E di utilizzare il decisionismo anche in azioni di supporto
agli anziani, ai pensionati, ad operai ed impiegati, alle famiglie con un solo
stipendio. Epifani avverte infine che - tempo due mesi - i soldi per la cassa
integrazione potrebbero esaurirsi. Si riferisce, sembra di capire, alla cassa
integrazione "in deroga", concessa alle imprese che non ne avrebbero
pieno diritto in base alla legge. Berlusconi, stavolta prudente, conciliante,
risponde: «Il governo lavora per sostenere le retribuzioni, sia pure con tutti
i vincoli dei conti pubblici, e per le imprese». In concreto, il premier
sottoscrive l´idea di un fondo che aiuti le aziende a trovare credito. Il ministro Scajola lo immagina di 600 milioni, il premier «molto
più ampio». E a proposito di dialogo, il Cavaliere aggiunge: «Abbiamo sempre
parlato con i sindacati, anche su Alitalia. Ho rapporti cordiali con alcuni leader sindacali. Continueremo
così».
( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina 23 - Commenti
LE REGOLE DA ABBATTERE (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Torniamo, allora, agli interventi
con i quali il Presidente della Repubblica e la Corte costituzionale hanno
ancora una volta disegnato il perimetro delle istituzioni democratiche, e lo
hanno ricordato ai cittadini. Di fronte ad una aggressiva dichiarazione del
presidente del Consiglio, che affermava di voler "imporre" al
Parlamento l´approvazione dei decreti legge, Giorgio Napolitano ha ricordato
che "in Italia si governa � come in tutte le democrazie parlamentari �
con leggi discusse e approvate dalle Camere nei modi e nei tempi previsti dai
rispettivi regolamenti, e solo in casi straordinari di necessità e urgenza con
decreti". Di fronte al conflitto di attribuzione sollevato dal Parlamento
contro la Corte di cassazione per la sua sentenza sul caso Englaro, sostenendo
che erano state invase le competenze del potere legislativo, la Corte
costituzionale lo ha dichiarato inammissibile, sottolineando come la Cassazione
abbia correttamente esercitato le proprie competenze e respingendo la pretesa
delle Camere di sindacare un atto giudiziario e di ritenersi le uniche
legittimate ad affrontare la questione. Tutto è bene quel che finisce bene?
Niente affatto. Queste due vicende mostrano con chiarezza che la consapevolezza
istituzionale si ritira sempre più dal governo e dal Parlamento e si rifugia in
aree circoscritte, anche se altamente significative, del sistema democratico.
Si accentua così una pericolosa asimmetria istituzionale, dove la divisione dei
ruoli e il rispetto delle regole sono costantemente visti come un ostacolo illegittimo,
da abbattere. L´unica norma fondativa del sistema è riconosciuta
nell´investitura elettorale, che cancella ogni altra regola e legittima
qualsiasi decisione. Si materializza così una italianissima versione
dell´estinzione dello Stato costituzionale di diritto. E´ una forzatura
interpretativa? Consideriamo, allora, dichiarazioni e comportamenti concreti.
1) Ancora sul lodo Alfano e dintorni. Nell´apprendere la notizia del rinvio del
lodo alla Corte costituzionale da parte dei magistrati milanesi, il presidente
del Consiglio ha quasi dato in escandescenze minacciando la Corte di chissà
quali ritorsioni istituzionali qualora avesse osato ritenere illegittimo quel
provvedimento. Mi farebbe piacere conoscere su ciò l´opinione di quel giudice
costituzionale che si dimise ritenendo in pericolo la libertà di giudizio della
Corte per normali dichiarazioni di alcuni politici (e anche l´opinione di
quelli che ritennero giusta la sua posizione). Comunque, dopo l´intervento
presidenziale, è venuto di rincalzo il suo più fido avvocato-parlamentare, in
odore di vero ministro della Giustizia, con parole che più chiare non
potrebbero essere. La sequenza logica (si fa per dire) è la seguente:
Berlusconi ha ricevuto un largo consenso per risolvere i problemi del paese; ha già risolto la questione Alitalia e quella dei rifiuti a Napoli; di questo i magistrati milanesi
non hanno tenuto conto, sì che il loro comportamento è censurabile, essendo il
lodo lo strumento necessario per mettere il presidente in condizione di lavorare
senza i turbamenti che potrebbero venire da indagini giudiziarie.
L´elezione è così trasformata in "unzione", e l´unto del Signore si
sente sciolto dalla soggezione alle regole. Senza scomodare la Bibbia (Isaia,
61), lasciamo la parola al protagonista (25 novembre 1994): "Io sono
l´unto del Signore, c´è qualcosa di divino nell´essere scelto dalla
gente". La dimensione della legalità scompare, in modo ancor più radicale
di quella affidata alla formula del "princeps legibus solutus". Nella
recente storia politica italiana è possibile rintracciare qualche precedente,
primo tra tutti il discorso di Bettino Craxi in occasione della fiducia al
Governo Spadolini, quando attaccò i magistrati milanesi (sempre loro!) perché
avevano indagato su quel galantuomo di Roberto Calvi, turbando così l´andamento
della borsa. In questa singolare versione della legalità democratica il listino
di borsa faceva aggio sul codice penale. Il filone di pensiero che vuole le
norme penali subordinate al "fare" della politica ha fatto proseliti,
si è irrobustito, ha prodotto un nuovo schema istituzionale, ci fa
quotidianamente scivolare verso un mutamento di regime. Berlusconi commenta
compiaciuto il funzionamento del governo, dicendo che lavora "come un
consiglio d´amministrazione", inconsapevole della distanza tra il
funzionamento di un´impresa e quello di una democrazia (lo confermano i suoi
inviti a comperare determinate azioni e a non fare pubblicità sulla Rai).
Parlarne è antiberlusconismo di maniera, intralcio al dialogo? O dobbiamo ritrovare
la buona abitudine, che produce la buona politica, di analizzare i fatti per
quelli che sono, senza girarvi intorno? 2) Decreti, decreti. Sempre in tempi
craxiani circolava uno slogan "dieci cento mille decreti legge, dieci
cento mille voti di fiducia". Un´altra continuità, un altro filone che si
è irrobustito, con contributi e quindi responsabilità delle parti più diverse,
e che oggi si vorrebbe portare a conseguenze estreme, contro le quali si è
levato il monito del Presidente della Repubblica. Proprio per vanificare questo
monito, fingendo di ascoltarlo, si sta mettendo a punto una pericolosa
contromossa. Si ricorda che all´uso massiccio dei decreti si è dovuto ricorrere
per superare le lentezze dell´iter parlamentare, per assicurare al governo il
diritto ad una decisione in tempi certi. Si aggiunge che da questa situazione
anomala si uscirà solo con una riforma dei regolamenti parlamentari. Ma ha
osservato benissimo Andrea Manzella che, se questa riforma rendesse il governo
"sovrano assoluto" in Parlamento, "al danno si aggiungerebbe la
beffa", perché i fenomeni degenerativi continuerebbero, tuttavia
formalmente legittimati dalle nuove regole. La situazione istituzionale, anzi,
peggiorerebbe, perché le nuove regole restrittive coprirebbero l´intero
processo legislativo, e non solo quello riguardante la decretazione d´urgenza.
Di nuovo la necessità di analizzare le situazioni concrete, di chiamare le cose
con il loro nome, per non restare intrappolati in una riforma dei regolamenti
parlamentari che, non tanto paradossalmente, minerebbe la natura parlamentare
del nostro regime politico, un esito inammissibile come ha esplicitamente detto
il Presidente della Repubblica. 3) Testamento biologico e dintorni. Anche qui
la strategia delle contromosse. La repentina conversione delle gerarchie
ecclesiastiche, puntualmente registrata dalla maggioranza e dal governo, induce
a ritenere che si arriverà all´approvazione di una legge. Ma, come è stato
evidente fin dall´inizio, questo non porterà al riconoscimento del diritto di
rifiutare le cure in previsione di un futuro stato di incapacità in modo
conforme ai princìpi costituzionali, al rispetto della volontà di ciascuno di
governare liberamente la propria vita, dunque anche il tempo del morire. Questo
diritto fondamentale, espressione diretta del principio della dignità della
persona, sarà vanificato dalla sua subordinazione alla valutazione di un
medico, all´esclusione della possibilità di rinunciare all´idratazione e alla
nutrizione forzata. Con la consueta lucidità, Ignazio Marino ha denunciato
questo stato delle cose, che annuncia una restaurazione. E fa cogliere una
contraddizione. Si vuole escludere il potere dei giudici nelle decisioni
riguardanti la fine della vita. Ma, se un medico rifiuterà di riconoscere le
direttive anticipate di una persona e pretenderà di continuare i trattamenti
contro la volontà espressamente manifestata, a chi potranno rivolgersi i
parenti se non al giudice? 4) Una conclusione, o una morale. E´ in corso un
conflitto senza precedenti nella nostra storia politica e istituzionale. Alle
nette prese di posizione delle alte istituzioni di garanzia, governo e
maggioranza rispondono con strategie che rafforzano una deliberata deriva verso
l´assolutismo, che esige la riduzione della democrazia rappresentativa, del
sistema parlamentare, dei diritti fondamentali, in una parola della legalità
costituzionale. Non impigliamoci nelle controversie sulle parole (regime,
fascismo�), che pure hanno una loro forza. Ma non giriamo la testa dall´altra
parte, non rinunciamo a vedere i nessi strettissimi che legano le vicende qui
ricordate (e molte altre che devono essere aggiunte, dal lavoro alla scuola) e
che già ci fanno vivere in un ambiente in cui proprio il deprimersi dello
spirito democratico accelera i processi degenerativi. Se l´assolutismo è lo
spirito del tempo, e non si concretizza rapidamente la nuova via
all´opposizione, perché meravigliarsi del consenso verso chi lo incarna con
spavalderia?
( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina XIV - Milano
Penati Bonomi Dopo Malpensa, ora è allarme Linate Bonomi: in ottobre c´è stato
un calo di passeggeri del 14% Se il governo non interviene firmerà il
certificato di morte dello scalo varesino La politica ci può aiutare solo
dandoci gli strumenti per lavorare: voli liberi ANDREA MONTANARI Nel giorno del
compleanno "amaro" di Malpensa, il presidente di Sea Giuseppe Bonomi
lancia l´allarme Linate. «Nelle ultime tre settimane di ottobre i passeggeri
sono calati del 14 per cento - ha spiegato durante la festa per il decimo
anniversario dell´ex hub varesino -. I risultati dei nostri sforzi per superare
il divorzio di Alitalia sono in parte vanificati dalla
recessione internazionale. Anche perché Linate non ha subito alcun taglio di
voli». Un dato confermato anche da Osvaldo Gammino, portavoce delle compagnie
straniere che operano nello scalo milanese. «Linate ha una clientela quasi
esclusivamente di affari. Il calo di passeggeri è la prova più evidente degli
effetti della crisi economica. Siamo preoccupati perché a Milano finora non era
mai successo. Dicembre ci dirà se la crisi è recuperabile. è un mese in cui la
clientela business si somma a quella turistica». Il tono si fa più minaccioso
quando la discussione si sposta sull´ipotesi prevista dal piano
"fenice" di Cai per salvare Alitalia che
prevede che Linate diventi solo un city airport. «Se il governo vuole
rilanciare Malpensa non ha che da liberalizzare l´uso delle rotte - aggiunge il
portavoce milanese delle compagnie straniere - ma se intende appoggiare Cai,
che vuole riservare Linate solo ai suoi collegamenti con Roma, sappia che
faremo ricorso come dieci anni fa all´Unione europea». Il presidente di Sea
Bonomi preferisce non sbilanciarsi su questo argomento. «Il piano così com´è
necessita di una profonda analisi tecnica, regolamentare e normativa. Non mi
consta che fino ad oggi questa analisi sia stata fatta: noi siamo pronti, il
nostro ruolo è di dare la disponibilità per rendere attuale quel piano». Per
questo, però, chiede alla politica di assumersi le sue responsabilità. «L´unico
ruolo che la politica deve avere - puntualizza ancora - è di darci elementi per
lavorare, cioè la liberalizzazione dei diritti di traffico. Se, come ci è stato
detto, negli ultimi dodici mesi la trattativa per la
vendita di Alitalia fosse
in conflitto con la richiesta di liberalizzare le rotte, occorre che il Paese
si interroghi e quindi la politica decida qual è l´interesse prevalente del
paese. Quello di vendere Alitalia o il futuro del trasporto aereo?». Il presidente della Provincia
Filippo Penati, invece, non si rassegna a considerare ormai Malpensa come uno
scalo di serie B . «Oggi non è più un aeroporto intercontinentale, è un
piccolo aeroporto regionale - spiega - Il suo futuro non può essere assegnato
alle compagnie low cost, ma Malpensa potrà continuare a vivere se, al posto di Alitalia e Cai che cancellano i voli, arriveranno nuove
compagnie per collegare Milano e la Lombardia ai cinque continenti. Se il
governo non interviene, firmerà il certificato di morte di questo aeroporto».
Preoccupazione condivisa dall´assessore regionale alle Infrastrutture Raffaele
Cattaneo. Anche se con toni diversi. «Ci auguriamo che Alitalia
e Lufthansa si mettano insieme perché questo sarebbe il meglio. Se Cai dovesse
scegliere di andarsene, come sembra prefigurarsi, ne prenderemo atto con
rammarico e Malpensa dovrà proseguire anche senza Alitalia».
Mentre il capogruppo di Forza Italia in Regione Paolo Valentini avvisa il
governo: «Non promuovere Malpensa significa danneggiare il sistema economico
lombardo, che rappresenta il 40 per cento dell´intero paese».
( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina 17 - Cronaca
Carne alla diossina, paura a Taranto Veleni in capre e agnelli, da abbattere
1300 capi. è bufera sull´Ilva Via ai controlli in un centinaio di allevamenti
intorno alla zona industriale GIULIANO FOSCHINI DAL NOSTRO INVIATO TARANTO - Un
centinaio di allevamenti da controllare. Mille e trecento capi da abbattere. La
diossina di Taranto arriva anche a tavola: le analisi dell´istituto
zooprofilattico di Teramo hanno accertato infatti che nella carne di pecore,
capre ed agnellini allevati attorno alla zona industriale della città c´erano
concentrazioni altissime di diossine e pcb, sostanze cancerogene per l´uomo. La
Asl, d´accordo con la Regione e l´Arpa, ne ha ordinato l´immediato
abbattimento. Gli animali sono ancora vivi: si sta cercando infatti un macello
in grado di smaltire le carcasse con le adeguate garanzie. I tecnici vogliono
la certezza che quella carne tossica non entrerà mai in commercio. Nel
frattempo il numero di animali che saranno abbattuti sale: molte delle bestie
contaminate, infatti, sono gravide. Gli allevamenti nei quali sono stati
trovati animali positivi sono per il momento otto. La Asl teme però che siano
molti di più: perciò, a partire da questa settimana, cominceranno controlli in
un centinaio di allevamenti. Con punto di partenza la zona industriale di
Taranto, saranno controllati tutti gli animali che vivono in un raggio di
distanza compreso tra i 15 e i 20 chilometri. In attesa dei nuovi controlli, a
Taranto è bagarre politica. A fare alzare i toni la decisione del ministro
dell´Ambiente, Stefania Prestigiacomo, di cambiare l´intera commissione Aia
sostituendo i tecnici nominati dal suo predecessore, Alfonso Pecoraro Scanio.
Con un decreto, datato 6 agosto, la Prestigiacomo ha indicato i 23
professionisti (tra ingegneri, giuristi e chimici) che dovranno decidere sul
rilascio delle Autorizzazioni integrate ambientali. Tra i casi alla loro
attenzione c´è anche, e soprattutto, il caso dell´Ilva di Taranto, l´impianto
siderurgico più grande di Europa, che entro marzo dovrà sapere se potrà o meno
continuare la sua attività e soprattutto con quali limiti rispetto alle
emissioni. «Quella della Prestigiacomo è stata una decapitazione del sapere
tecnico-scientifico» ha tuonato sabato il presidente della Regione, Nichi Vendola.
Annunciando la presentazione di una legge regionale per imporre all´azienda
l´abbassamento delle diossine: la Puglia vorrebbe ordinare all´Ilva, entro la
prossima primavera, di dimezzare le emissioni. La posizione del governo
pugliese ha raccolto solidarietà nel mondo politico. Ieri due parlamentari del
Partito democratico, Ermete Realacci e Francesco Boccia, hanno annunciato
un´interrogazione parlamentare sulla vicenda. «Il ministro ci deve spiegazioni»
dice Realacci. «La cosa inquietante è la presenza del patron dell´Ilva, Emilio
Riva, nella cordata Cai-Alitalia»
spiega invece il pugliese Boccia. «La scelta del ministro Prestigiacomo, che ha
commesso lo stesso errore del suo predecessore, è vergognosa. Ecco perché ora è
il momento di fare una scelta chiara e coraggiosa, cosa che mai nemmeno gli
ambientalisti hanno fatto in questi anni: bisogna decidere tra l´industria e la
salute. A Taranto preferiscono vivere». Dura anche la posizione di
Legambiente nazionale che parla «di un regalo del ministero all´azienda» e
martedì incontrerà Vendola, chiedendo garanzie sulla sua legge e indicando come
modello quanto fatto in Friuli. Infine Peacelink, l´associazione che in questi
anni più di tutte sta battendo sul caso inquinamento a Taranto: «La
contaminazione della catena alimentare - spiega il presidente, Alessandro
Marescotti - impone una scelta drastica: la legge regionale deve essere
approvata entro la fine dell´anno».
( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina 20 - Economia
Alitalia, nuova compagnia in pista a dicembre Riparte la
trattativa con i sindacati, domani assemblea Cai sull´offerta Oggi incontro sul
nodo contratti Due settimane per la scelta del partner estero ROMA - Decollerà
il primo dicembre la Nuova Alitalia. Lo scrive La
Tribune sul suo sito Internet. Secondo il quotidiano francese sarebbe stato
Jean-Ciryl Spinetta, presidente di Air France, a tirare fuori la data di
nascita della nuova compagnia. Lo avrebbe fatto nel corso degli incontri avuti
con sindacati e analisti durante il fine settimana. Ma un portavoce di Air
France ha smentito che il presidente abbia indicato una data per il decollo
della compagnia, che nascerà dalla fusione tra Alitalia
e Air One. La Tribune scrive anche che la scelta del partner straniero (Air
France o Lufthansa), avverrà il 12 novembre. E sempre secondo il quotidiano,
Spinetta sarebbe convinto che sarà Air France la prescelta, perché «meglio
piazzata» rispetto a Lufthansa. Pensiero, anche questo, smentito dal portavoce
della compagnia francese. Oggi si apre comunque una settimana decisiva per le
sorti di Alitalia. L´amministratore delegato di Cai,
Rocco Sabelli, incontrerà i sindacati alle 18. Obiettivo è arrivare all´ok
delle sigle di categoria sui contratti del personale, accordo senza il quale
Sabelli non è disposto ad andare avanti. Secondo alcune sigle i contratti che
la Cai avrebbe presentato negli ultimi giorni non corrispondono esattamente a
quelli su cui si era trovato l´accordo a Palazzo Chigi. Un problema non da
poco, visto che martedì a Milano, si riuniranno in assemblea gli azionisti di
Cai per dare il via libera all´aumento di capitale, trasformare la società in
Spa e nominare gli amministratori, che entro ottobre dovranno presentare
l´offerta al commissario straordinario Fantozzi. E non è finita. C´è da
decidere chi sarà il partner straniero e dunque quale sarà l´hub: Fiumicino se
sarà le nozze si faranno con Air France o Malpensa se sarà Lufthansa la
prescelta. E a difendere lo scalo lombardo ieri sono scesi in campo Giuseppe
Bonomi, presidente di Sea-Aeroporti, il presidente della provincia Penati e
l´assessore regionale alle Infrastrutture Cattaneo. Tutti hanno al governo di
liberalizzare i diritti del traffico aereo, senza i quali il destino di
Malpensa sarebbe segnato. «Se come ci è stato detto, negli
ultimi dodici mesi - ha dichiarato Bonomi - la trattativa per la vendita di Alitalia fosse in conflitto con la
richiesta di liberalizzare i diritti di traffico, occorre che il Paese si
interroghi e quindi la politica decida qual è l´interesse prevalente del Paese,
se la vendita dell´Alitalia
o il futuro del trasporto aereo». (b.ar.)
( da "Unita, L'" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Brunetta vuole
controllare i magistrati. Con i tornelli Dopo i fannulloni nella pubblica
amministrazione, il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta ora punta
anche i magistrati: «Vorrei mettere i tornelli anche per loro». Dura la
reazione dell'Anm. Dopo il fannullone statale, universitario e ministeriale, il
nuovo nemico, pubblico, da colpire e snidare è quello giudiziario. In
particolare il magistrato. Che, per Renato Brunetta, non lavora tanto. Ce ne
sono addirittura «molti» che per il ministro della Funzione pubblica e
dell'Innovazione, «lavorano due, tre giorni a settimana». Anzi no, peggio,
«lavorano due, tre pomeriggi a settimana e poi stanno a casa». Anche per loro,
dunque, «tornelli». Questa volta, però, non si capisce se si tratta del lancio
di una nuova crociata o di una "voce dal sen fuggita", di una
provocazione. Il dubbio c'è. Se con gli statali il ministro aveva promosso una
campagna mediatica di tutto rispetto, questa volta la proposta è arrivata dai
microfoni di Radio Rtl 102.5 che ha ieri ha ospitato un intervento del
ministro. Dove, tra l'altro, si è parlato di contratti, di rottamazione («ero
contrario»), di Alitalia, della manifestazione del Circo Massimo, degli sprechi della
sanità, di quelli dell'Università e delle inefficienze. Da qui l'affondo sulla
magistratura. «Vorrei mettere i tornelli anche per i magistrati - ha sparato
Brunetta -. Io l'ho già fatto a Palazzo Chigi, nel mio ministero e vorrei farlo
per tutta la pubblica amministrazione, quindi magistratura compresa. Mi
diranno di tutto ma io vado avanti. Aspetto solo che D'Alema mi dia di nuovo
"dell'energumeno tascabile"». In attesa di chiarire se si tratta di
una provocazione o di una proposta che potrebbe tramutarsi in legge, le parole
di Brunetta hanno scatenato l'immediata reazione della magistratura. «Invece
dei tornelli servono aule e uffici» ha replica in una nota l'Associazione
Nazionale Magistrati. «Il ministro - ha detto il presidente Luca Palamara - fa
confusione e disinforma perché evidentemente non ha cognizione di quella che è
la realtà degli uffici giudiziari italiani. Brunetta dovrebbe sapere che grazie
al lavoro dei magistrati, del personale amministrativo,degli avvocati e della
magistratura onoraria, la macchina della giustizia è potuta andare avanti pur
in assenza di mezzi e strutture». Secondo l'Anm, dunque, «è arrivato il momento
di accendere i riflettori su quello che sono le reali disfunzioni della
giustizia. Invece di pensare ai tornelli sarebbe importante rimediare ai tagli
ai fondi per le spese di giustizia e alle riduzioni del personale
amministrativo». Palamara ha sottolineato, poi, che «il ministro confonde il
fatto che i magistrati lavorano per due o tre giorni quando in realtà tengono
ogni settimana le udienze due, tre se non quattro volte. E dimostra di ignorare
che il lavoro del magistrato non si esaurisce nella aule ma necessità della
scrittura delle sentenze che il più delle volte i giudici sono costretti a fare
a casa a causa della cronica mancanza di uffici e strutture nei quali poter svolgere
regolarmente il proprio lavoro». «Anche in questa occasione - conclude il
presidente del sindacato delle toghe - dobbiamo constatare da un lato come lo
stesso ministro Brunetta parlando di giustizia disinforma su quella che è la
vera realtà e dall'altro dimentica che la manovra economica finanziaria riduce
le piante organiche anche del personale amministrativo». Le dichiarazioni di
Brunetta hanno riaperto un capitolo delicato: quello del rapporto tra giudici e
maggioranza. Che che sembrava ricucito dopo lo strappo primaverile di
Berlusconi quando propose per le toghe «un test psico attitudinale». A
ripensarci meglio i «tornelli». ROBERTO ROSSI ROMA rrossi@unita.it
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Primo Piano Pagina
105 Il ministro: «Alcuni lavorano solo due, tre giorni a settimana». La replica:
«A casa per mancanza di uffici» Brunetta: tornelli anche per i magistrati Il
ministro: «Alcuni lavorano solo due, tre giorni a settimana». La replica: «A
casa per mancanza di uffici» --> ROMA Dopo i fannulloni nella pubblica
amministrazione, il ministro Renato Brunetta ora punta anche i magistrati:
«Vorrei mettere i tornelli anche per loro». Il responsabile della Funzione
Pubblica, parlando di sprechi ed inefficienze, osserva che «non c'è solo la
sanità, ci sono i baroni universitari, i corsi universitari per appena 10
studenti e così via. Ma anche i magistrati, molti magistrati che lavorano solo
2-3 giorni a settimana, 2-3 pomeriggi a settimana e poi stanno a casa». Non
tarda la replica dell'Associazione Nazionale delle toghe che accusa Brunetta di
voler confondere e disinformare. «Invece dei tornelli servono aule e uffici -
gli risponde il presidente Luca Palamara -. Il ministro confonde il fatto che i
magistrati lavorano per due o tre giorni quando in realtà tengono ogni
settimana le udienze due-tre-quattro volte, e dimostra di ignorare «che il
lavoro del magistrato non si esaurisce nella aule ma necessita della scrittura
delle sentenze che il più delle volte i giudici sono costretti a fare a casa a
causa della cronica mancanza di uffici e strutture nei quali poter svolgere
regolarmente il proprio lavoro». Brunetta ha lanciato la sua proposta dai
microfoni di Radio Rtl 102.5. «I veri investimenti - ha puntualizzato - sono
semmai necessari per il welfare, la scuola, l'università, ma prima bisogna fare
un po' di pulizia nei conti. Pensate che noi paghiamo più di 100 miliardi
l'anno solo per la sanità e di questi tutti concordano nel ritenere che almeno
il 20% è frutto di inefficienze e sprechi». Poi arriva ai tornelli. «Io l'ho
già fatto a Palazzo Chigi, nel mio ministero e vorrei farlo per tutta la
pubblica amministrazione, quindi magistratura compresa. Mi diranno di tutto ma
io vado avanti». Palamara ribatte: «Il ministro evidentemente non ha cognizione
di quella che è la realtà degli uffici giudiziari italiani. Dovrebbe sapere che
grazie al lavoro dei magistrati, del personale amministrativo, degli avvocati e
della magistratura onoraria, la macchina della giustizia è potuta andare avanti
pur in assenza di mezzi e strutture. È arrivato il momento di accendere i
riflettori su quello che sono le reali disfunzioni della giustizia. Invece di
pensare ai tornelli sarebbe importante rimediare ai tagli ai fondi per le spese
di giustizia e alle riduzioni del personale amministrativo». Ma Brunetta ha
toccato altri temi scottanti. Rispondendo alla critiche di quanti pensano che
il governo, dopo aver «aiutato» l'Alitalia, possa
mettere mano agli aiuti per la Fiat e le banche Brunetta taglia corto: «I soldi
alla Fiat sono stati dati l'ultima volta tre anni fa e io in quell'occasione mi
opposi. Questo - assicura - sarà il mio atteggiamento anche adesso. Di aiuti
alla Fiat non se ne parla». Quanto ad Alitalia, «è vero - riconosce il
ministro che abbiamo fatto un prestito ponte da 300 milioni, ma Alitalia era, è un caso nazionale e
abbiamo dovuto fare questo sforzo. Speriamo di recuperarlo ma non ci credo».
Quanto alle banche «vorrei ricordare che, allo stato, non abbiamo dato un euro.
Abbiamo solo messo in piedi un sistema di garanzie in caso di emergenza che
spero non si attivi mai perchè abbiamo un sistema bancario solido». Per quanto
riguarda la polemica con D'Alema, che gli aveva dato dell'«energumeno
tascabile», Brunetta fa sapere che l'esponente del Pd «mi ha mandato un
biglietto di scuse, ma io non ho fatto pace. Io non sono un buonista, non
offendo nessuno e pretendo solo di non essere offeso da nessuno».
( da "Unita, L'" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Domenica, lezione
civile «Così ridurranno l'istruzione pubblica» Ieri l'Istituto comprensivo
«Visconti» di Roma ha aperto per l'intera giornata le porte della scuola per
informare genitori, alunni e docenti sui contenuti della riforma Gelmini. E in
tanti scoprono il bluff del governo Stanno seduti nell'Aula magna della scuola
dei loro figli. Un proiettore rimanda nero su bianco il testo della Finanziaria
votata dal Parlamento, il contenuto del decreto Gelmini e quello del Piano
presentato dal ministro ai sindacati. Il preside Pietro Persiani è un signore
con i capelli bianchi e la barba che ricorda quella famosa pubblicità, «chi
sono io, Babbo Natale?». Un sindacalista della Cisl con trenta anni di attività
alle spalle. Ha aperto le porte dell'Istituto comprensivo Visconti di Roma
malgrado sia domenica. Ha deciso, e sta pensando di proporlo a tutti i suoi
colleghi, di dedicare un'intera giornata all'informazione. Parlare della
Riforma Gelmini e della scuola che sarà. Così oggi è lui a fare lezione: «Ma
tutto quello che vi dirò non è farina del mio sacco. Leggerò il contenuto di
leggi e decreti, cioè di atti ufficiali. Vi racconterò la scuola che presto ci
sarà perché è bene chiarirci su un punto: entro dicembre, se il governo non
torna indietro, tutto quello che scoprirete leggendo queste documenti diventerà
definitivo». Non vola una mosca nell'aula che all'improvviso diventa troppo
piccola per tutta questa gente che, malgrado il sole, ha deciso di venire a scuola.
Sullo schermo scorrono i tagli decisi da Tremonti: 456 milioni di euro nel
2009; 1650 nel 2010; 2538 nel 2011; 3.188 nel 2012. Molti genitori conoscono a
memoria quelle cifre e le conseguenze che avranno, molti altri no. Si vede
dalla faccia che fanno che iniziano a capire di cosa è fatta la riforma e da
dove inizia: articolo 64 delle 133/2008. Tagli e riduzioni, insegnanti che non
avranno più lavoro (cifre pari a dieci volte quelle Alitalia), ore di lezione che si
stringono come maglie lavate ad una temperatura troppo alta. Un modello
pedagogico e didattico che ci invidia l'Europa e che dall'anno prossimo non ci
sarà più. Dalle 10.30 alle 17.30 questo storico palazzo a due passi dal
Pantheon che ospita classi dalla materna alle medie, brulica di genitori,
nonni, alunni, docenti. Arrivano torte fatte in casa, dolci, pasta fredda,
pop-corn e patatine. È saltato l'impianto elettrico delle scale, l'ascensore
non funziona, ma nessuno sembra accorgersene. I bambini giocano in terrazza,
vedono film, leggono libri. Le maestre Giovanna Querqui, Marina Esposito, Leo
Italia, Anna Ridolfi, Adelaide Masseroli, Cristina Palmeri e la vicepreside
Bruna Piccirilli, rispondono alle domande, distribuiscono il materiale
informativo, mostrano il lavoro svolto con i loro alunni. L'unico modo per far
conoscere è trasmettere la conoscenza. L'offerta formativa frutto della
«collaborazione e condivisione di responsabilità tra docenti», non è un
concetto astratto, «è vita quotidiana», dicono. È una giornata di lavoro e di
domande che cercano una risposta, di un confronto a cui tutti si sottopongono
tranne il governo. «Ho invitato le famiglie e le autorità preposte. il ministro
Gelmini, l'assessore regionale, quello comunale e quello del primo municipio
per un confronto aperto», spiega il preside. Ma il ministro non c'è,
l'assessore comunale neanche. Ci sono quello regionale, Silvia Costa e quello
del primo municipio, Sabrina Alfonsi. «Non so se dobbiamo fare un sit-in sotto
il ministero per essere ricevuti», si chiede Silvia Costa che insieme ai suoi
colleghi delle altre regioni ha più volte invocato un incontro con la titolare
di viale Trastevere. Un incontro per porre questioni pratiche sul tappeto. Come
si fa a garantire il tempo pieno di qualità senza risorse e senza insegnanti? Cosa
succederà nel Sud d'Italia, «dove oggi il 95% delle scuole ha il modulo?». In
quel Mezzogiorno dove il tempo pieno è attivo nel 5% delle scuole, il tasso di
disoccupazione femminile più alto che altrove e i giovani lasciano la scuola
prima di ogni altro loro coetaneo del resto del Paese. «Stanno mettendo in atto
un cambiamento sociale enorme scaricandolo sulle spalle delle famiglie a colpi
di decreti», dice Sabrina Alfonso. Famiglie senza più rete sociale, sole nelle
grandi città, di più nel Sud del Paese. Una domenica trascorsa a scuola
chiarisce le idee più di mille telegiornali, commentano i genitori. Il maestro
unico (ma sarebbe meglio parlare di maestra unica considerato che il 95% degli
insegnanti è donna) che il ministro vuole riabilitare assume, per esempio,
contorni chiari: sarà il «docente tuttologo». Che la scuola non è
quell'«ammortizzatore sociale» di cui parla il ministro Brunetta è chiaro a
tutti coloro che la scuola la conoscono: insegnanti, genitori e alunni. « Se il
ministro Gelmini fosse venuta l'avrebbe capito anche lei», dice Gabriella
Bartolini. Se fosse venuta avrebbe scoperto un piccolo pezzo di quella scuola
che vuole fare a pezzi. Avrebbe assistito, per esempio, all'esibizione del coro
stabile del Visconti diretto dal maestro Alessandro Anniballi, una tradizione
che affonda le radici a Parigi e sei edizioni del «Festival dei due mondi di
Spoleto». Ex alunni (molti diventati musicisti) e alunni: tre generazioni che
cantano insieme Mozart e Rossini. MARIA ZEGARELLI ROMA mzegarelli@unita.it
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Cronaca di Cagliari Pagina
1011 aeroporto Il ritorno di Alitalia nello scalo di
Elmas Aeroporto --> Ha toccato terra alle 11,50 di ieri: dieci minuti in
anticipo rispetto al previsto. Erano passati anni dall'ultima volta che si era
visto un volo Alitalia arrivare a Cagliari carico di
passeggeri provenienti da Roma o Milano, da quando cioè la compagnia di
bandiera aveva presentato in ritardo la domanda per aderire alla continuità
territoriale lasciando le rotte in mano ad Air One e Mridiana. Era il maggio
2006: da ieri si è tornati all'antico.
( da "Giornale.it, Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
n. 258 del 2008-10-26
pagina 3 L'orgoglio di Malpensa: «Usciremo dalla crisi» di Giannino della
Frattina Festa per i 10 anni dell'hub milanese: brindisi e torta con migliaia
di passeggeri. Bonomi, presidente della Sea: «Ai piani pensiamo noi, la
politica liberalizzi gli slot». La Regione invita la Cai a valorizzare la
Lombardia nostro inviato a Malpensa «Lo sai che mio zio non passa mai il
controllo al metal detector? Per forza, ha una salute di ferro». Di questi
tempi a Malpensa c'è da poco da ridere anche con i comici. Eppure, per
festeggiare i suoi dieci anni, sono arrivati in tanti ieri pomeriggio. In
5mila, forse anche di più tra passeggeri incuriositi, fan dello scalo (esistono
anche loro) con tanto di cappellino e semplici curiosi. Collegamento tivù con
Simona Ventura e Quelli che il calcio, le gags di Ballantini-Valentino,
microfono a Nicola Savino (quello di Scorie su RaiDue) che accoglie rude
Deborah Salvalaggio, la bellissima con un debole per i calciatori («Ne ha
allenati più lei di Capello»). «Questa - mette subito le mani avanti il
presidente della Sea Giuseppe Bonomi - è una festa con poca rabbia e tanto
orgoglio». Ma poi mica può nascondersi dietro a un dito. E
gli tocca rivelare che non bastava il «tradimento» di Alitalia, ora ci si mette pure la crisi internazionale. «Nelle prime tre
settimane di ottobre - ammette - a Linate i passeggeri sono calati del 14 per
cento». E lì i voli sono rimasti gli stessi. Semplicemente la gente viaggia
meno e gli aeroporti finiscono in apnea. «Ma noi - assicura - guardiamo
al futuro. La politica smetta di suggerire piani industriali. A quelli pensiamo
noi, piuttosto ci dia gli elementi per lavorare, cioè la liberalizzazione dei
diritti di traffico. Se, come ci è stato detto negli ultimi dodici mesi, la
trattativa per la vendita di Alitalia fosse in
conflitto con la richiesta di liberalizzare i diritti di traffico, occorre
interrogarsi e quindi la politica decida qual è l'interesse prevalente del
Paese. Io mi chiedo, anche se la domanda è retorica: è prevalente la vendita dell'Alitalia o il futuro del trasporto aereo? Il diritto dei
cittadini a viaggiare? Per Malpensa io ho decine di interlocutori, Lufthansa è
la prospettiva strategica. Già da febbraio aprirà collegamenti con le maggiori
destinazioni». Duro anche l'assessore del Comune Edoardo Croci: «Malpensa è una
grande risorsa per l'intero Paese. Se a contare fosse solo il mercato, questo
scalo avrebbe un grande futuro. Impediamo che a entrare in gioco siano altri
interessi». Dal Pirellone gli fa eco Roberto Formigoni. «La maggior parte delle
richieste di volo si concentra sulla Lombardia, Cai valorizzi questo dato. E
presto perché i nuovi tagli di Alitalia deprimono il
valore del marchio e allontanano passeggeri». Dal primo novembre, comunque, le
frequenze della compagnia tricolore passeranno da 312 settimanali a 153. E
appena dodici mesi fa erano 1.238. Una vera strage, con la cancellazione della
maggior parte delle destinazioni che in sei mesi sono scese da 85 ad appena 19.
Per l'assessore regionale Raffaele Cattaneo «Alitalia
e Lufthansa si mettano insieme: se, invece, Cai dovesse scegliere di andarsene,
Malpensa dovrà proseguire anche senza». Irrinunciabile la «necessità di
liberalizzare i diritti di traffico» per aprire il mercato e sopperire al vuoto
lasciato da Alitalia. Il futuro? «Non sarà nelle
compagnie low cost - attacca il presidente della provincia Filippo Penati - se
il governo non interviene per liberare le rotte, firmerà il certificato di
morte». Intorno la festa continua. I volontari dell'Avis Varese arrostiscono
300 chili di castagne, i cuochi mescolano con remi da barca 180 chili di riso e
100 di salsiccia, i pasticcieri mettono le candeline su una torta di 35 chili.
Sul prato poliziotti e guardia di finanza danno una suggestiva dimostrazione
delle più aggiornate tecniche dell'antiterrorismo. © SOCIETà EUROPEA DI
EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 27-10-2008)
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n. 258 del
2008-10-26 pagina 7 «È vero, studio lì In classifica era considerata la
migliore...» di Redazione Ha infilato una bella zeppa nel meccanismo
telecomandato per l'elezione di segretario dei giovani democratici. Ha messo su
un blog, ha promosso una raccolta di firme e ha sfidato il superfavorito Fausto
Raciti, provocando lo slittamento delle elezioni. Non c'è da sorprendersi
perché la scuola è quella di Marco Pannella. Giulia Innocenzi milita nel
partito radicale ed è coordinatrice studenti dell'Associazione Luca Coscioni.
Impegnata pure sul fronte delle proteste universitarie, incarna alcune delle
tante contraddizioni di un movimento studentesco che si definisce apolitico sul
quale però opposizione e Pd cercano di mettere il cappello. È d'accordo con
l'occupazione? «Sono d'accordo. Gli studenti devono trovare il modo di
esprimere le loro istanze». Ma non si era espressa contro il no ideologico
criticando le occupazioni? «Sì. Gli studenti manifestano per difendere il
diritto allo studio e sarebbe contraddittorio interrompere la didattica».
Quindi? «Dico no al blocco della didattica e sì alle occupazioni durante i
weekend e la notte. Ancora meglio le lezioni tenute in piazza perché pur non
interrompendo l'attività didattica fanno emergere il problema dei tagli
all'università. Il cittadino che paga i contributi deve sapere che con questi
tagli ci viene negato il diritto allo studio». Quale ateneo frequenta? «Laurea
specialistica in amministrazione pubblica alla Luiss». Un'università privata?
«Sì». Come mai? «Semplicemente perché quando dovevo scegliere ho letto sulla
classifica di Repubblica che la migliore facoltà di Scienze Politiche era
quella della Luiss». Tra le accuse che gli studenti lanciano alla Gelmini c'è
pure quella di far entrare i fondi dei privati negli atenei e di volerli
trasformare in fondazioni. «Quella delle fondazioni è una questione complessa
perché va bene l'autonomia gestionale, ma poi se subentra l'autonomia contabile
le fondazioni aumentano le tasse e soltanto i ricchi possono permettersi di
pagarle. Sarebbe un sistema iniquo». Adesso non lo è? «È iniqua pure la retta
bassa uguale per tutti. Però con gli interventi della Gelmini peggiorerebbe
anche perché per ora parla soltanto di tagli e non di riforma». Ma vi sta bene
un'università autoreferenziale dove imperano privilegi, sprechi e baronie? «No.
Siamo contro baronie e nepotismo ma non possiamo accettare i tagli contenuti
nell'articolo 66 della 133. Il governo ha fatto molto per
sostenere l'Alitalia ed i
debiti ricadranno su noi cittadini. Riteniamo che uno sforzo analogo debba
essere fatto con l'Università». Non è giusto chiedere maggiore trasparenza nei
bilanci dagli atenei? «Ci sono molti costi da abbattere a cominciare dai corsi
che servono soltanto a dare una cattedra al professore. Il nostro
approccio non deve essere ideologico ma non ci si può far credere che la
soluzione siano soltanto tagli a livello strutturale. E per ora la Gelmini ha
messo soltanto quelli nero su bianco». FA © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA -
Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)
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Corriere della Sera
- MILANO - sezione: PRIMA PAGINA - data: 2008-10-27 num: - pag: 1 autore: di
CLAUDIO DEL FRATE categoria: REDAZIONALE I 10 anni dell'hub IL MANCATO DECOLLO
«Il no a Klm ha penalizzato Malpensa» A dieci anni dalla nascita, festeggiati
ieri, la Grande Malpensa è ancora un aeroporto zoppo. E il
problema «non è il crack di Alitalia, la ritirata dei voli, e nemmeno la distanza da Milano o la
ferrovia e le strade che faticano a essere terminate ». Piuttosto, ragionano
sindaci ed ex e nuovi sindacalisti, il peccato originale sta tutto nelle
mancate nozze tra Alitalia
e Klm. Dice Dario Balotta, già segretario lombardo Fit-Cisl: «Sarebbe
stato il connubio ideale, gli olandesi avrebbero portato qui traffico, la nostra
compagnia di bandiera si sarebbe salvata. Ma le ragioni della politica
prevalsero sulle altre». A PAGINA 7
( da "Tempo, Il" del 27-10-2008)
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stampa è solo la
solita protervia intellettuale degli eredi del Pci ... è solo la solita
protervia intellettuale degli eredi del Pci che ha spinto Veltroni a dire:
«l'Italia è migliore della destra che la governa»? No, stavolta all'arroganza
snob si salda la totale perdita di contatto con la realtà della sinistra.
L'Italia soffre di molti problemi, la maggior parte dei quali si trascina senza
soluzione da decenni. In un ventennio - dal 1948 al 1969 - una Nazione uscita
sconfitta dalla guerra in cui l'aveva spinta la dittatura, era riuscita a
realizzare una rivoluzione: entrare a far parte dei sette paesi più
industrializzati del mondo e creare e distribuire ricchezza con una velocità e un'ampiezza
inimmaginabili. Un Paese povero di materie prime era salito in cima alle
classifiche mondiali, conquistando la leadership in una serie di
importantissimi settori. La Montecatini era in testa nella chimica grazie ai
ricercatori del Politecnico di Milano capitanati dal premio Nobel Giulio Natta.
Eravamo in testa nell'elettronica con la Olivetti di Adriano Olivetti, e la
ricerca universitaria aveva creato, col progetto Elea, il primo computer
portatile del mondo. Eravamo in testa nel nucleare, grazie all'attività di
Felice Ippolito ed alla scuola dei fisici creata da Enrico Fermi. Eravamo in
testa nel farmaco con la Lepetit e la Farmitalia, nella siderurgia, nella
progettistica, nella cantieristica, nell'aerospazio, nell'auto. Avevamo creato
quasi dal nulla, senza avere nemmeno un pozzo, una delle prime compagnie
petrolifere mondiali, l'Eni. Con Enel, Sip e Rai avevamo portato energia
elettrica, telefono e lingua italiana in ogni casa. Avevamo realizzato quella
che è stata a lungo la più lunga e ramificata rete autostradale d'Europa. L'Alitalia era il nostro miglior biglietto
da visita nel mondo. La pubblica amministrazione era relativamente efficiente,
ma sopratutto non ostacolava l'attività economica e lo sviluppo. La pressione
fiscale era al 25%, l'evasione un fenomeno marginale, il debito pubblico molto
inferiore al Pil, la burocrazia non soffocava il cittadino. Non che
allora mancassero i problemi, primo tra tutti il ritardo del Sud che aveva
spinto milioni di persone ad emigrare al Nord. Molto superiori erano, però, le
opportunità. Poi sono venuti gravi errori di politica industriale, la stagione
politica e sindacale del 1968-1969 che diffuse come un virus una cultura
pauperistica ed antindustriale, consolidatasi poi nel tempo. In quegli anni una
classe politica irresponsabile, succube di quella cultura, per mantenere il
potere iniziò a usare lo Stato per creare posti di lavoro fittizi: scuola,
poste, ferrovie, pubblica amministrazione divennero impropri ammortizzatori
sociali. Nacque allora la "stagione dei diritti": casa, titolo di
studio, lavoro, carriera, benessere, vacanze, pensione di gioventù, farmaci
(non salute) dovevano essere assicurati comunque a tutti dallo Stato. Grazie a
questa ideologia in venticinque anni - dal 1969 al 1994 - è stata distrutta la
grande impresa, accumulato il terzo debito pubblico del mondo e insieme
raddoppiata la pressione fiscale; lo sviluppo delle infrastrutture è stato
paralizzato, la scuola e l'università sono finite in fondo alle classifiche
internazionali; l'etica del lavoro e del merito sono state annientate e
disoccupazione e criminalità al Sud sono cresciute. E innumerevoli altri sono
gli avvelenati frutti del "sinistrismo reale". C'è però un'Italia che
da quindici anni cerca di uscire da questo disastro ed è in larga maggioranza
avversa alla sinistra politica e sindacale. Perché la verità, caro Veltroni, è
che l'Italia è migliore, molto migliore, della sinistra che l'ha distrutta.
( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)
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Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2008-10-27 num: - pag: 1 autore: di
MICHELE SALVATI categoria: REDAZIONALE CRISI E DISUGUAGLIANZE LA MORSA DEI
REDDITI L e previsioni economiche, come quelle meteorologiche, vanno lette con
cautela. Anche quando è nell'aria un punto di svolta, anche quando si è certi
che presto o tardi ci sarà un momento di rottura, è difficile indovinare quando
esattamente avverrà: se così non fosse non si spiegherebbero i guadagni e le
perdite che gli speculatori fanno in questi casi. Ma quando la svolta è
avvenuta, gli sviluppi successivi sono più facili da prevedere, perché le forze
all'opera e le conseguenze della loro interazione sono meglio note agli
economisti. Proprio come sono note ai meteorologi le conseguenze sul tempo in
Italia di un anticiclone sull'Atlantico, una volta che si è stabilmente
installato lì: difficile è prevedere quando si stabilizzerà. Purtroppo
appartengono al genere delle previsioni relativamente affidabili quelle che
stanno circolando sulle prospettive della crescita americana ed europea: siamo
in recessione, che in alcuni Paesi potrà implicare trimestri di crescita
negativa e almeno un paio d'anni di difficoltà serie per tutti. E siccome
l'economia italiana cresce nettamente meno della media europea, ci aspettano
tempi duri. Più duri che nel resto dell'Europa. Perché? In parte la risposta va
cercata nel deperimento relativo delle nostre strutture economiche e
istituzionali: i cattivi governi di un lontano passato ci hanno lasciato in
eredità un settore pubblico e un settore privato meno efficienti e competitivi
di quelli altrui. In parte le nostre maggiori difficoltà derivano dalle scarse
risorse mobilitabili per alleviare i numerosi punti di sofferenza che la crisi
produce. Con un debito pubblico superiore al Pil — anch'esso conseguenza dei
cattivi governi del passato — dobbiamo dedicare una frazione maggiore del
prelievo fiscale al pagamento degli interessi e sono minori le possibilità di
sostenere disavanzi in un caso di emergenza, com'è quello che incombe. Di
alzare ulteriormente la pressione fiscale neppure si discute: non solo perché è
già molto elevata, ma perché in casi di domanda fiacca è controproducente. E'
probabile che l'Unione chiuderà un occhio sul rispetto della regola del
disavanzo se la situazione si farà veramente grave; ma ne chiuderà due per
Paesi che hanno rapporti Debito/ Pil assai inferiori al nostro. E poi, da
ultimo, neppure si tratta delle regole europee, ma del giudizio che dei nostri
disavanzi, del nostro debito, della nostra affidabilità complessiva daranno i
mercati. Dunque, risorse scarse e numerosi punti di crisi. Come verranno scelti
quelli sui quali intervenire? C'è già un impegno del governo sul sistema
bancario e c'è solo da sperare che questo se la cavi con risorse proprie. Si è accennato anche a interventi nel caso di difficoltà delle
grandi imprese, le poche che ci sono rimaste, e c'è un precedente pericoloso,
quello di Alitalia. Ma il
nostro è un Paese di piccole imprese e di distretti: come intervenire nel caso
si creassero situazioni di sofferenza? CONTINUA A PAGINA 28
( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)
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Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2008-10-27 num: - pag: 1 categoria:
REDAZIONALE Compagnia Riparte il confronto. I sindacati:
sarà dura Alitalia,
trattativa non stop Colaninno: la crisi non ci ferma ROMA — Per la nuova Alitalia si apre una settimana decisiva
Oltranza. Oggi parte la difficile trattativa sindacale, che la Cai vorrebbe
portare a oltranza, per definire il contenuto dei nuovi contratti e i criteri
per individuare i 3.350 esuberi. Domani si terrà invece l'assemblea Cai
per sancire l'impegno definitivo dei soci. Colaninno. Il presidente della Cai,
Roberto Colaninno, al Corriere: «Tutti i soci hanno confermato la loro
adesione. Resteranno. Tutti. Anzi: ne arriveranno altri. Perché sì, la crisi è
pesantissima. Ma non è che qui sta finendo il mondo ». ALLE PAGINE 2 E 3
Baccaro e Polato
( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)
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- NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-27 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Alitalia, via alla trattativa Ma i sindacati: sarà dura Contratti ed
esuberi al centro del confronto Appuntamento per le 18 di oggi. La nuova
compagnia potrebbe decollare dal prossimo primo dicembre ROMA — L'assemblea che
dovrebbe sancire l'impegno definitivo dei 16 (e forse più) soci della Compagnia
aerea italiana (Cai) nel salvataggio di Alitalia
si terrà domani. La nuova compagnia potrebbe decollare il primo dicembre. Tutto
è pronto: compresa una seconda Cai, la «Cai Two», 10 mila euro di capitale
sociale, che servirà a ottenere le licenze di volo. Ma ancora una volta, in
questa lunghissima vicenda, il condizionale è d'obbligo. Nelle prossime ore, a
partire dalle 18, si aprirà la trattativa sindacale a oltranza che dovrà
definire il contenuto dei nuovi contratti che verranno applicati in futuro e i
criteri attraverso cui verranno individuati i 3.350 esuberi. Mentre la prossima
settimana sarà decisiva per l'alleanza che vede in vantaggio Air France-Klm. A
OLTRANZA Il tentativo dell'amministratore di Cai, Rocco Sabelli, di andare a
oltranza pur di chiudere prima dell'assemblea che dovrebbe varare l'offerta
definitiva per Alitalia trova i sindacati freddi.
«Sarà difficile — spiega per i piloti dell'Anpac il vicepresidente Stefano De
Carlo — non abbiamo neppure iniziato a parlare di contenuti». Quanto alla
Filt-Cgil, secondo Mauro Rossi, il problema è che «non si stanno rispettando
gli accordi presi a palazzo Chigi». Due le vie d'uscita possibili, data la
ristrettezza dei tempi: che si tracci almeno un accordo di massima, capace di
soddisfare i soci Cai. Oppure che l'assemblea rinvii l'approvazione
dell'offerta definitiva non oltre venerdì 31, ma questo comporterebbe la
convocazione di una nuova assemblea. I SOLDI IN CASSA I tempi sono
contingentati. Il commissario straordinario Augusto Fantozzi avrebbe comunicato
all'Enac (ente aviazione civile) che la liquidità in cassa si esaurirà il 15
novembre. Da quel momento in poi Fantozzi dovrà attingere a altre fonti, ad
esempio un prestito che dovrà essere restituito per primo nella procedura
riservata ai creditori. Solo una volta ricevuta l'offerta definitiva, il
commissario potrà confrontarne l'entità con la stima fatta dai consulenti sui beni
di Alitalia oggetto dell'offerta. Secondo
indiscrezioni, le perizie di Banca Leonardo e Rothschild indicherebbero un
valore doppio rispetto a quello valutato da Cai. CAI TWO E THREE Il 20 ottobre
scorso Cai ha acquisito la società «Settembre 2008 srl» da Piero Canzani e Ubs
Fiduciaria, tre giorni dopo le ha cambiato il nome in «Cai two» e l'oggetto
sociale, che è diventato l'esercizio del trasporto aereo. Amministratore è
Sabelli. La «scatola» servirà a facilitare l'iter di concessione delle licenze Coa,
necessarie per operare, che saranno più d'una. Anche per questo è prevista la
creazione di almeno un'altra Cai. CASO AIR ONE Alla trattativa per
l'acquisizione di Air One, che dovrebbe confluire nella nuova Alitalia, mancano ancora le garanzie sui 55 aerei che
verranno acquistati da Cai. Ma intanto è sorto un altro problema: anche per i
lavoratori di Air One è prevista la cassa integrazione e la mobilità. Dura la
reazione della Fit-Cisl che ha annunciato «immediate azioni di lotta». I
MANAGER - La squadra che guiderà la nuova Alitalia non
sarà tutta nuova: una buona parte del team che oggi fa capo a Giancarlo
Schisano, il direttore operativo, e lui stesso, dovrebbero essere confermati.
Antonella Baccaro Al tavolo Dall'alto, il segretario generale della Uil, Luigi
Angeletti, e il leader del sindacato dei piloti Anpac, Fabio Berti
( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)
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- NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-27 num: - pag: 2 categoria:
REDAZIONALE Tensioni tra la Cai e le autorità lombarde Il compleanno di
Malpensa e la torta avvelenata del Nord DAL NOSTRO INVIATO MALPENSA (Varese) —
Approfittereste di una festa di compleanno per mettere in piazza i vostri
dissapori con parenti, amici o colleghi? Di solito così non si fa. Ma se
Giuseppe Bonomi, presidente di Sea, ha aspettato il decimo compleanno di Malpensa
per dire al mondo che il piano Cai non lo soddisfa per niente, significa che la
situazione è davvero tesa. E contrariamente alle aspettative, «voci» importanti
del Nord inquieto e dei partiti di governo si sono schierati ieri al fianco di
Bonomi. E' una torta avvelenata quella tagliata ieri pomeriggio al terminal 1
dello scalo varesino, è il secondo «cartellino giallo» in pochi giorni che il
Nord invia a Roma: le ostilità erano state aperte di recente dalla triade
Formigoni-Moratti-Penati, arrabbiati per la piega presa dal federalismo fiscale
e per i regali fatti alle casse di Catania e Roma. Stavolta Bonomi, manager di
area Lega Nord, affida alle colonne del «Sole-24 Ore» tutto il suo scontento:
«Il piano Fenice non fa gli interessi del Paese — scrive al quotidiano
economico — e Sea ha disgiunto i destini di Malpensa da Alitalia». Ma cosa ha oscurato l'umore
di Bonomi? Il fatto che Alitalia, dopo la sforbiciata del piano Prato, abbia ulteriormente
ridotto la sua attività a Malpensa, le voci che vogliono la Cai poco propensa a
riposizionarsi sulle piste lombarde. Ma non solo. «Cai — racconta Bonomi
— ha posto condizioni quali il mantenimento del solo collegamento Milano-Roma a
Linate o il no alle low cost su Malpensa ». Ieri, nel bel mezzo della festa, il
numero uno di Sea ha rincarato la dose: «Io faccio gli interessi della mia
azienda e se questi sono confliggenti con la vendita di Alitalia,
devo fare le opportune valutazioni».
( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)
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- NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-27 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE
Il presidente della cordata degli imprenditori Colaninno: la crisi non ci fa
paura «E l'accordo non si cambia» MILANO — Questa sera l'incontro con i
sindacati: «E spero che la trattativa sia chiusa per domani». Ossia in tempo
per l'assemblea straordinaria Cai: «E tutti i soci hanno confermato la loro
adesione. Abbiamo promesso almeno un miliardo di capitale e quel miliardo c'è
per intero ». Magari pure qualcosina in più, ma già in questo modo il messaggio
è chiaro. Non è vero, dice Roberto Colaninno, sono voci non necessariamente
disinteressate quelle che parlano di azionisti spaventati dal crollo globale
dei mercati e che, dunque, dalla titanica impresa di salvare Alitalia
vorrebbero oggi solo fuggire. «Resteranno. Tutti. Anzi: ne arriveranno altri.
Perché sì, certamente la crisi è pesantissima. Ma non è che qui sta finendo il
mondo. Passerà, prima o poi». Nemmeno lui ha la sfera di cristallo: previsioni
sui tempi non ne azzarda. Vede però uno spartiacque: «Le elezioni Usa, che io
mi auguro portino alla Casa Bianca Barack Obama». è da lì, aggiunge il
presidente della Compagnia aerea italiana, dal ricambio a Washington che
«cominceranno a delinearsi le soluzioni in grado di ridare fiducia al mercato
americano e risolvere le altre grandi questioni internazionali, in primis
l'Iraq». Per questo, «perché anche gli uragani prima o poi passano, e noi
imprenditori lo sappiamo bene», la cordata non si fermerà: «Avremo un inizio
più difficile del previsto. Ma, ripeto, il mondo va avanti e andiamo avanti noi».
Loro, assicura Colaninno, la loro parte la faranno. Due sole cose, ribadisce,
potrebbero fermare l'operazione Fenice. Un "no" dell' Unione Europea,
il cui verdetto è atteso per metà novembre. Oppure — anche qui come da
condizioni iniziali — un altro "no": quello dei sindacati. è vero che
ora la strada appare ancora in salita, che alcune sigle accusano la Cai di non
aver trasferito nei contratti i principi dell'intesa siglata poche settimane
fa, che i piloti sembrano tornati sul piede di guerra. Lui però pare
considerarle normali schermaglie. E non solo perché «tutti sanno benissimo che
senza una firma Cai si ritirerebbe». è che «se l'accordo sottoscritto a Palazzo
Chigi ha un senso e, adesso, si tratta solo di recepirlo formalmente nella
stesura dei contratti, non vedo dove stia il problema». Anzi: «Ho parlato con i
confederali, mi hanno confermato la volontà di chiudere in tempo utile per
l'assemblea Cai. Immagino valga anche per le altre sigle». Certo, «forse
qualcuno vuole tentare di cambiare ulteriormente l'accordo. Ma siccome
quell'accordo c'è, siccome il negoziato è finito, siccome il nostro progetto
prevede l'assunzione di 12.600 persone e il contesto economico, oggi, è quello
che è, penso sia nell' interesse anche dei lavoratori arrivare in fretta alla
stesura formale dei contratti. Provare a riaprire una trattativa già conclusa
significherebbe chiudere l'ultima porta per il rilancio di Alitalia».
La tabella di marcia ha tempi strettissimi e, se da un lato si lavora con i
sindacati e con Bruxelles, dall'altro continuano le trattative con il partner
industriale. Air France, Lufthansa, British? Ogni traccia — compresa la
decisione dei tedeschi di creare una newco per l'Italia e avviare il loro hub
«meridionale» su Malpensa — sembra portare a Parigi. Colaninno però non si
sbilancia, «continuiamo a trattare con tutti, la scelta la faremo entro
novembre ». Con paletti molto precisi. «Dev'essere chiaro che questo gruppo è
partito per gestire una società, non per fare un portage finanziario». Dunque,
il partner avrà un posto in consiglio alla pari con gli altri e la sua quota
non supererà il 20% («Per una cifra che si aggiungerà al miliardo sottoscritto
da noi»). Per essere ancora più chiari: «Non è che l'alleato industriale deve
venire qui a insegnarci cosa fare. Si opera insieme, si
cercano sinergie, ma la forza di Alitalia nei confronti di chi verrà sta nel mercato in cui Alitalia opera». Il concetto, a
Colaninno, serve anche per rispondere alle accuse lanciate ieri, sul «Sole», da
Giuseppe Bonomi. Dice, il presidente Sea, che il piano Cai non fa l'interesse
del Paese? Sorriso: «Milano sarà il centro strategico per coprire gli
interessi della Pianura Padana e del Nord, forse l'area a maggior densità
industriale del mondo. Roma coprirà il bacino Sud, e sarà una porta
straordinariamente importante per il Mediterraneo: 700 milioni di persone che
potrebbero passare da qui anziché da Parigi, Francoforte, Londra. Non è fare
gli interessi del Paese, questo?». E se il nodo fosse il ridimensionamento di
Linate? «Ah, beh... Il Nord non può avere un aeroporto ogni 50 chilometri. Deve
invece avere "porte" dirette sull'Asia, per esempio. E proprio perché
siamo coscienti dell'importanza di Milano ne facciamo il centro della
strategia, nuove rotte internazionali comprese. Il tutto però richiede la
collaborazione delle autorità politiche lombarde: se condividono il
rafforzamento di Malpensa, pensando a tutto il Nord, devono investire su una
rete di infrastrutture che non renda un'impresa raggiungere l'aeroporto da
Cremona, Torino, Mantova ». Quest'ultima citata non a caso, ovvio. è da lì che
Colaninno partirà fra una settimana, nelle vesti di presidente Piaggio, per la
missione governo-Confindustria in Vietnam. «Ma sa da dove dovrò decollare? Da
Parigi...». Raffaella Polato
( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)
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Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-27 num: - pag: 5 categoria:
REDAZIONALE Cinema in campo Al Festival di Roma Placido e Verdone si schierano
«Siamo vicini agli studenti» ROMA — «Adesso mi sento vicino ai giovani
dell'Università. Ma non è una questione di emotività ideologica. è una
posizione ragionata. Adesso, poi, sto facendo un film sul '68, per conoscere da
vicino quel momento storico, e guardo con sensibilità a quello che stanno
facendo gli studenti». Michele Placido, per qualche minuto, diventa l'eroe della
fetta di pubblico più giovane che nella Sala Petrassi all'Auditorium di Roma ha
seguito la proiezione del Sangue dei Vinti, film di Michele Soavi tratto dal
libro di Giampaolo Pansa. Ha appena ammesso di essere rimasto colpito dalle
«rivelazioni» contenute nel libro, ha protestato contro «la Repubblica
italiana» che non gli ha raccontato una parte della storia del Dopoguerra. Si è
anche confessato, durante la conferenza stampa del mattino, ricordando la sua
adolescenza da ragazzo del Sud che per giocare a pallone «si iscriveva alla
Giovane Italia» e frequentava atenei dove «la maggioranza dei ragazzi militava
a destra». Poi dopo, «diventato poliziotto per guadagnare ho incontrato alcuni
compagni e ho capito l'orrore del nazismo, i milioni di ebrei mandati a morte.
Ho cambiato idea, tutto qui». Adesso, di fronte a Maurizio Gasparri, difende i
ragazzi che protestano nelle università e che hanno «occupato » giorni fa anche
il Tappeto Rosso dei divi del Festival del Cinema. Applausi, insomma. Ma per
una volta l'attore Placido non ne approfitta, fa finta di niente. E si rimette
a sedere. Sostegno alla protesta studentesca arriva anche da Carlo Verdone, al
Festival per un inedito confronto-duetto su dramma e commedia con Toni
Servillo. Ai microfoni del Tg3 il regista-attore romano si dice sicuro che gli
studenti che manifestano contro il decreto voluto dal ministro della Pubblica
istruzione Mariastella Gelmini «non abbiano tutti i torti ma diverse ragioni». E prova a suggerire un percorso di avvicinamento tra governo e
scuola: «Si lavori a un tavolo come è successo per Alitalia: si dialoga e si trovano soluzioni. Ma niente polizia: significa
ritornare nella spirale degli opposti estremismi e si rischia di finire davvero
male». Paolo Conti
( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)
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NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-27 num: - pag: 9 categoria:
REDAZIONALE Il confronto Cazzola: il capo cgil regista occulto del Circo
Massimo Il premier promette: sostegno agli stipendi Epifani chiede il dialogo.
Sì del Cavaliere ROMA — Silvio Berlusconi apre all'ipotesi di un intervento per
sostenere, nella crisi, anche le retribuzioni dei lavoratori e non solo le
banche e le imprese, nei confronti delle quali il piano di aiuti, cifrato dal
ministro Claudio Scajola in 600 milioni di euro, «può essere aumentato ». «L'ho
già detto agli imprenditori a Napoli che stiamo lavorando per sostenere le
imprese, ma stiamo lavorando anche per fare ciò che i conti pubblici renderanno
possibile per le retribuzioni» ha detto il presidente del Consiglio, ieri sera
a Roma, assicurando il dialogo con i sindacati e rispondendo così alla
sollecitazione arrivata ieri dal segretario generale della Cgil, Guglielmo
Epifani. «Nei momenti di crisi conviene al Paese avere un governo che riprenda
il dialogo, che ascolti le ragioni dei sindacati» aveva detto Epifani
intervistato nel corso della trasmissione di Rai Uno Domenica In dopo il no
della sua organizzazione al rinnovo del contratto degli statali e la
manifestazione del Pd, e alla vigilia di una settimana importante che vedrà
l'avvio del negoziato sulla scuola e l'approfondimento del tavolo sulla riforma
della contrattazione. Epifani ha chiesto al governo di «non aver paura del
dialogo e di contaminarsi con chi ha un'opinione diversa e rappresenta altri
interessi » e di aprire «tavoli di confronto su tutto», e Berlusconi è parso
raccogliere il suo invito. «Abbiamo sempre dialogato con i sindacati, anche durante tutta la trattativa su Alitalia. Abbiamo anche un rapporto cordiale con alcuni leader sindacali
e continueremo certamente con questo metodo» ha risposto Berlusconi. Secondo il
segretario della Cgil è necessario «intervenire fiscalmente sui redditi più
bassi e i pensionati, e ampliare gli ammortizzatori sociali. I fondi per
la cassa integrazione, con la crisi che avanza, finiranno entro due mesi, e non
possiamo lasciare nessuno, tanto più i precari, senza lavoro e senza reddito.
Berlusconi si vanta del proprio decisionismo, io vorrei che lo usasse per chi
perde il posto di lavoro, per chi non arriva a fine mese, per le pensioni
basse, per i problemi di questa parte del Paese che ha meno voce e va sostenuta
di più» ha detto Epifani, bollato da Giuliano Cazzola, vicepresidente della
Commissione Lavoro della Camera, Pdl, come «il regista occulto del Veltroni-
Day». «Non è un caso che a Domenica In sia andato proprio lui. Sta mettendo
all'incasso il credito vantato nei confronti del Pd, perché se la
manifestazione del 25 ha avuto successo gran parte del merito è della Cgil che
ha messo a disposizione risorse e strutture», dice Cazzola. Mentre il ministro
Renato Brunetta non pare disposto ad ammorbidire la sua linea almeno sul
contratto degli statali, che ha già portato alla spaccatura, con la Cgil da una
parte e Cisl, Uil e Ugl dall'altra. «Se la Cgil dice no — ribadisce Brunetta —
io da gennaio pago lo stesso gli aumenti». Mario Sensini
( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)
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Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Lombardia - data: 2008-10-27 num: - pag: 7 categoria:
REDAZIONALE Dal «peccato originale» delle mancate nozze tra
Alitalia e Klm
all'abbandono della compagnia di bandiera Malpensa, 10 anni e un decollo mancato
Balotta: «Se l'hub vuol vincere la sfida ora deve abbassare le tariffe» «Ora
alcuni scali del Nord sono saturi: questa potrebbe diventare una nuova
opportunità per il colosso varesino» DAL NOSTRO INVIATO MALPENSA — Il
problema non è il crack di Alitalia e la ritirata di
tutti i voli; non è neanche la distanza da Milano o la ferrovia e le strade che
faticano a essere terminate. Se a dieci anni dalla sua nascita la Grande
Malpensa è ancora un'anatra zoppa, il peccato originale sta tutto nelle mancate
nozze tra Alitalia e gli olandesi di Klm: «Sarebbe
stato il connubio ideale, gli olandesi avrebbero portato qui traffico, la
nostra compagnia di bandiera si sarebbe salvata. Ma le ragione della politica
prevalsero su tutte le altre». Dario Balotta, il 25 ottobre del 1998 era uno
che c'era; e a Malpensa c'è stato fino a un anno fa in qualità di segretario
regionale della Cisl trasporti. Dell'hub varesino è una memoria storica,
protagonista di tante battaglie sindacali: contro Fiumicino, contro il
precariato, contro i ritardi della politica, contro il sindacato stesso che in
alcune fasi cruciali guardò più a Roma che a Milano. Anche oggi che si gode la
pensione sul lago d'Iseo, non rinuncia a scartabellare nei suoi archivi per
capire come mai l'aeroporto del futuro, tale non è diventato. «Dal '99 a oggi —
è la sua considerazione — Malpensa è cresciuta del 41%, Fiumicino del 39. Tutto
questo nonostante l'hub del nord potesse contare su forti investimenti. è un
risultato notevole, ma al di sotto delle possibilità». Proviamo dunque ad
analizzare le ragioni di questa crescita rimasta a metà: «L'accordo tra Klm e Alitalia era il presupposto su cui si fondava la crescita di
Malpensa, ma fallì. Ma Malpensa nel '98 nasce già vecchia: il progetto è dell'
85, la collocazione è all'interno del parco del Ticino che è patrimonio
dell'Unesco, i collegamenti con Milano consistevano ai tempi in una sola
autostrada (la A8, già satura ai tempi) e in una ferrovia locale (le Fnm)». Ma
adesso l'hub internazionale potrebbe avere davanti a sé i numeri per
riscattarsi: «Linate non può più accogliere nuovo traffico, Bergamo è prossimo
alla saturazione. Ecco dunque riproporsi con forza il ruolo di Malpensa.
L'importante è che la Sea, che lo gestisce, riesca a vincere per davvero la
sfida del mercato, riuscendo a portare nel Varesotto nuove compagnie. Per
farlo, tuttavia, dovrebbe riconsiderare la proprie tariffe. Oggi, per fare un
esempio, la movimentazione di un bagaglio a Malpensa costa 1,30 euro, a
Fiumicino si scende a 1,1». Con gli euro fa invece i conti Mauro Cerutti,
sindaco di Ferno, il Comune che per due terzi è occupato dalle piste di
Malpensa e da sempre in lotta per ottenere compensazioni al fatto di dover
convivere con l'ingombrante ospite. «Era stata istituita una tassa di imbarco —
racconta — che avrebbe dovuto entrare nelle casse di Comuni come Ferno. Quel
balzello è cresciuto fino a 3 euro su ogni biglietto staccato ma il gettito è
finito in un calderone che serve a finanziare di tutto, compresi i dipendenti
di Alitalia. Così per il 2007, dei 650 mila euro che
ci spettavano, non abbiamo visto un centesimo. Se quei soldi non arriveranno il
mio ente finirà in dissesto». Claudio Del Frate «Orgoglio» Il presidente della
Sea, Giuseppe Bonomi, taglia la torta del compleanno \\ Dario Balotta L'accordo
tra Klm e Alitalia era il presupposto per la crescita
dell'hub \\ Mauro Cerutti Tasse d'imbarco lievitate a tre euro, ma il mio
Comune non ha avuto nulla
( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Lombardia - data: 2008-10-27 num: - pag: 7 categoria: BREVI
Punti di crisi Malpensa 2000 nasce a ridosso del parco del Ticino, dichiarato
dall'Unesco riserva della biosfera. Fin dall'inaugurazione i comuni del parco
hanno protestato per l'impatto ambientale dell'hub A Malpensa arrivava fino a
qualche mese fa una sola autostrada, la A8. L'apertura della «bretella» di
Boffalora non ha ancora risolto il problema dei collegamenti autostradali
L'aeroporto è servito da un'unica ferrovia locale, con convogli che hanno una
frequenza di 30 minuti. Il Malpensa Express trasporta solo
il 7,6% dei passeggeri, contro il 51% di Hong Kong e Londra L'aeroporto
milanese doveva diventare il punto di riferimento della compagnia di bandiera.
Sull'orlo del fallimento, Alitalia ha però scelto come base Fiumicino riducendo drasticamente i voli
in partenza da Malpensa
( da "Stampa, La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pietro Garibaldi TRA
CASSA E PRECARI Mentre la Borsa continua a crollare, le preoccupazioni di
tecnici e politici si spostano sull'economia reale. Dai mercati finanziari la
crisi è infatti destinata a colpire le decisioni di imprese, consumatori e
lavoratori. I primi segnali di crisi sono già evidenti, come testimoniato dal
calo della produzione industriale e della forte riduzione della fiducia dei
consumatori. Il repentino aumento del numero di imprese che accedono alla cassa
integrazione, denunciato in questi giorni anche dal sindacato, rappresenta un
ulteriore e significativo campanello d'allarme. Tra qualche mese inizieranno a
vedersi i primi licenziamenti. Una priorità quasi assoluta dovrebbe quindi
essere quella di riordinare gli ammortizzatori sociali. Con l'arrivo dei
licenziamenti, i primi a essere colpiti saranno i circa quattro milioni di
lavoratori precari. È inevitabile. Quando un contratto è a tempo determinato,
per interrompere un rapporto di lavoro non è necessario passare per il
licenziamento. È sufficiente che un'impresa non rinnovi il contratto alla
scadenza. Lo stesso discorso, addirittura amplificato, si applica ai lavoratori
impiegati con un contratto a progetto. Paradossalmente, i lavoratori che
saranno più colpiti dall'arrivo della crisi appartengono a quella crescente
fascia di lavoratori che già oggi hanno una retribuzione inferiore alla media e
che non hanno accesso a ferie pagate e a maternità. Tutelare questi lavoratori
dovrebbe essere una priorità. I lavoratori a tempo indeterminato delle grandi
imprese sono in larga parte coperti. In caso di crisi aziendale, da una grande
impresa si accede alla cassa integrazione straordinaria e, nel caso di
licenziamento, si accede alle liste di mobilità, con protezione al reddito fino
a tre anni. I sette anni di sostegno al reddito promessi ai
lavoratori in esubero di Alitalia sono ancora sotto gli occhi di tutti. Certamente le risorse a
disposizione del governo sono poche. È comprensibile che il ministro Sacconi
cerchi di rifinanziare la cassa integrazione straordinaria e i cosiddetti
settori in deroga (quei settori industriali che il Ministero ritiene di dover
proteggere). È anche comprensibile che il segretario della Cgil
Guglielmo Epifani ricordi le poche risorse a disposizione della cassa
integrazione (ma al tempo stesso non dovrebbe dimenticarsi dei lavoratori
precari). Nel Paese circa 4 milioni di lavoratori rischiano di diventare dei
disoccupati senza alcuna forma di sostegno, o con al più un sussidio di
disoccupazione ordinario inferiore a sei mesi. Non possiamo affrontare la
recessione in arrivo con disoccupati di serie A e disoccupati di serie B, dove
soltanto ai primi è concesso il privilegio di un sostegno al reddito. Il
riordino degli ammortizzatori sociali dovrebbe quindi essere al centro
dell'azione del governo. Agendo ora si può arrivare preparati in primavera,
quando inevitabilmente arriveranno i primi licenziamenti. La legge delega per
riformare gli ammortizzatori sociali esiste già e potrebbe diventare esecutiva
in tempi brevi. L'Italia ha urgente bisogno di introdurre un sussidio unico di
disoccupazione a cui si accede indipendentemente dal tipo di contratto con cui
si è stati impiegati. Questo nuovo istituto dovrebbe ovviamente essere
finanziato dai contributi versati da tutti i tipi di contratto, inclusi quelli
a tempo determinato e a progetto. Si dovrebbe poi introdurre anche un
meccanismo di bonus-malus, in modo da aumentare i contributi al fondo di
disoccupazione per quelle imprese che lo utilizzano maggiormente. Si potrebbe
inoltre anche decidere di aumentare i contributi assicurativi alle imprese che
utilizzano i contratti a termine, in modo da disincentivarne l'uso
generalizzato. Battersi per riforme di questo tipo giustificherebbe
manifestazioni e cortei. Se ne parla invece pochissimo, forse semplicemente
perché i lavoratori precari sono poco organizzati e poco a contatto con Partiti
politici e sindacati confederali. pietro.garibaldi@carloalberto.org
( da "Stampa, La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
IL PROGRAMMA DI OGGI
Economia Al vertice bilaterale gli aeroporti tengono banco Burlando: 2 milioni
per low cost a Genova e Albenga Stamane gli interventi dei ministri Scajola e
Kristenko A Sanremo la Task force italo-russa sui distretti industriali e la
piccola e media impresa I due uomini di governo visitano Chiesa russa e
Giardini Hanbury poi in prefettura e quindi a Genova GIANNI MICALETTO La
Liguria lancia la sfida dei voli per il turismo SANREMO La Regione Liguria è
pronta a lanciare la sfida dell'aria, per cercare di conquistare nuovi spazi
nel mercato internazionale del turismo. «Finora abbiamo stanziato un milione di
euro per incrementare i collegamenti aerei con la Liguria, ma siamo disposti ad
arrivare fino a due milioni in presenza di proposte concrete da parte degli
aeroporti di Genova e Albenga e da parte di vettori, soprattutto low cost, che
possono aiutare molto il turismo», ha sottolineato il presidente Claudio
Burlando intervenendo ieri, all'Ariston, alla 14ª sessione della Task force
italo-russa sui distretti industriali e sulle piccole e medie imprese (Pmi),
che si conclude oggi con l'intervento dei ministri Claudio Scajola (Sviluppo
economico) e Viktor Kristenko (Industria e Commercio). «Parliamo di
collegamenti nuovi, rivolti all'incoming turistico - ha aggiunto il governatore
ligure -, non di collegamenti con Ibiza, pur legittimi, ma che la Regione non
può finanziare. E neppure di collegamenti interni, che andrebbero a sottrarre
traffico a un vettore in estrema difficoltà (l'Alitalia, ndr). Possiamo invece finanziare la promozione di un incremento
di collegamenti aerei per circa 300-400 mila passeggeri in più all'anno, pari a
una quota del 30-40 per cento, con vettori low cost e non che vogliano
sviluppare il traffico con bacini importanti per il turismo ligure: Europa del
Nord e anche dell'Est, Germania, Olanda, Belgio». Diverse le esigenze
del florovivaismo, che, più dei collegamenti, necessita di capacità di
penetrazione su mercati condizionati dallo strapotere olandese. Come quello
russo. «Esportiamo il 60% del nostro prodotto, ma soltanto una quantità
modestissima finisce in Russia - ammette l'assessore regionale Giancarlo
Cassini (agricoltura) - Bisogna quindi costruire un sistema imprenditoriale con
il quale far nascere una gamma nazionale capace di strappare quote di mercato
agli olandesi. C'è già un'intesa con l'Ice (Istituto per il commercio estero)
per lavorare in questa direzione. Va meglio sul fronte oleario, perché esiste
già una gamma, anche se manca un sistema adeguato di supporto». Da Sanremo,
dove si è tornati a parlare e ascoltare il russo come ai tempi della zarina
Aleksandrovna, si alza un messaggio forte e chiaro a tutela delle piccole e
medie imprese, motore dell'economia italiana. «Quelle con meno di 50 dipendenti
sono ben 1 milione 800 mila - evidenzia Gianfranco Caprioli, co-presidente
italiano della Task force - Guai a tagliare i finanziamenti: la crisi si
tradurrebbe in un salasso per l'economia reale. Oggi più che mai il sistema
creditizio deve sostenere la piccola e media impresa, una linfa vitale per
contrapporsi alla crisi finanziaria, contrastabile prima di tutto con
l'economia manifatturiera. In questo senso, il legame tra Russia e Italia può trovare
un punto di forza: la prima è ricchissima di materie prime, la seconda di
tecnologie». Da qui le nuove mire espansionistiche delle nostre imprese verso
la Russia, agevolate dalla politica inaugurata da Putin nel 2002, da cui sono
nate circa 350 mila realtà della Pmi, divise in due organizzazioni settoriali.
Ieri sera, al casinò, il galà di benvenuto alle due delegazioni e oggi
l'intensa giornata conclusiva della Task force. Scajola e Kristenko parleranno
tra le 9,30 e le 10,15, poi la firma del protocollo finale. Quindi visiteranno
la Chiesa russa ed i Giardini Hanbury. Alle 14,30 conferenza stampa congiunta
in prefettura, e in seguito andranno (in elicottero) a Genova per visitare
Esaote e Ansaldo. Le delegazioni scopriranno invece realtà come il mercato dei
fiori (e la B&B), l'Acea di Albenga (dalle 15) e un'azienda ortofrutticola
ingauna a Bastia. Sul fronte alimentare l'Isnardi, il frantoio Giromela e la
ditta Raineri a Imperia, oltre alla Costa Ligure di Arma. Infine, a Genova,
visite all'Istituto italiano d'alta tecnologia (IIT) e al porto.
( da "Secolo XIX, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Scuola, cattolici
divisi sul decreto bufera sulla riforma Famiglia Cristiana: «Va ritirato». Ma
la Cei prende le distanze. Cortei bipartisan a Roma Roma. Ha sferrato
l'ennesimo attacco al governo, chiedendo la sospensione o il ritiro del decreto
Gelmini, nel giorno in cui studenti di destra e sinistra hanno sfilato assieme
(tra molte tensioni) contro la riforma della scuola. Una riforma inaccettabile
per "Famiglia Cristiana", che nell'editoriale del prossimo numero
censura la politica del governo sull'istruzione. «Per il bene della scuola, il
decreto Gelmini va sospeso o ritirato» scrive il settimanale dei Paolini, che
si spinge oltre: «Non si garantisce così il diritto allo studio: prima si
decide e poi, travolti dalle proteste, si abbozza una farsa di dialogo. Il
Paese in crisi trova i soldi per Alitalia e le banche, ma per la scuola si richiedono sacrifici alle
famiglie, mentre i privilegi e i costi di onorevoli e senatori rimangono
intatti. Studenti e professori hanno seri motivi per protestare». Un attacco
durissimo, da parte dello stesso periodico che, nelle settimane scorse, aveva
criticato aspramente le scelte del governo in tema di sicurezza e immigrazione.
Una linea dura che non piace a diverse settori della Chiesa, come ha lasciato
intendere il presidente della commissione per la scuola della Cei, monsignor
Diego Coletti: «Intervenire su questi temi a colpi di decreti è una scelta
difficile, ma d'altra parte mi sembra inutile, se non addirittura dannoso,
intervenire agitando le piazze. Bene ha fatto il ministro Gelmini a mettere i
puntini sulle "i" riguardo alle varie questioni: la risposta di chi
non era d'accordo poteva essere più pacata e ragionata». I vescovi, insomma,
non gradiscono l'ondata di proteste e tirano le orecchie a chi le sostiene:
compresa Famiglia Cristiana. Un avversario in più per il ministro della
Pubblica Istruzione, Maria Stella Gelmini. Che tira dritto, come ha sempre
fatto sinora: «Gli studenti che protestano sono pochi e le facoltà occupate
sono pochissime. E poi i miei provvedimenti sono simili a quelli che Obama
vuole proporre in America. Lo sciopero del 30 ottobre? Un rito». Una
definizione che fa infuriare il segretario della Cisl-scuola, Francesco Scrima:
«Non c'è eleganza e non c'è rispetto nella dichiarazione del ministro. Negare
la dignità dell'altro è il modo più arrogante per rifiutare l'ascolto e il
dialogo». Migliaia di studenti hanno invece replicato con l'ormai consueta
teoria di occupazioni e manifestazioni. L'epicentro è stata Roma, dove migliaia
di studenti delle superiori hanno sfilato in corteo sino in piazza Venezia. Nel
serpentone ragazzi di destra (gli organizzatori) che gridavano «Duce, duce», si
sono mischiati a studenti di sinistra. Una convivenza non indolore: molte le
discussioni, qualche parola grossa. Una tensione che nel pomeriggio è sfociata
nella presunta aggressione di due studenti del liceo Giulio Cesare da parte di
ragazzi del Blocco studentesco, associazione di destra. Ma il corteo, pur tra
sguardi in cagnesco, è arrivato a destinazione senza incidenti. Una parte del
corteo è poi andata davanti Palazzo Madama, sede del Senato, dove domani verrà
votata la legge sulla scuola, e vi è rimasta per un breve sit-in. La protesta
più originale l'hanno però ideata alcuni studenti di psicologia dell'università
La Sapienza che, mentre attendevano di incontrare il rettore, si sono
spogliati. Tra cortei e occupazioni, sparsi tra Milano e Cosenza, Prato e
Palermo, a Torino è spuntata anche la prima manifestazione pro-Gelmini. Stando
ad An, alcune decine di studenti si sono riunite davanti alla prefettura «per
chiedere una corretta informazione sulla riforma scolastica». In questo clima
arroventato, il presidente del Senato, Renato Schifani, ha auspicato un
confronto tra Gelmini e gli studenti («Un impegno che il ministro aveva assunto»).
Ma ormai è muro contro muro, con il centrodestra che fa quadrato attorno alla
riforma. «Approveremo il decreto così com'era passato alla Camera» assicura il
capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchetto. Sulla stessa linea il suo
omologo del Senato, Maurizio Gasparri, che osserva: «La sinistra studentesca
sta bloccando l'attività didattica negli atenei e questo è assolutamente
vergognoso». Enzo Fasano, anche lui del Pdl, attacca invece il direttore di
Famiglia Cristiana, Don Sciortino: «Farebbe bene a ritirarsi lui, invece di
chiedere il ritiro del decreto, visto che non rappresenta né il pensiero della
Chiesa né quello delle famiglie». Di tenore opposto il commento del segretario
di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero: «Famiglia Cristiana ha perfettamente
ragione, il decreto va subito ritirato». Concorde Massimo D'Alema (Pd) che
chiosa: «Senza il ritiro del provvedimento, il dialogo è impossibile». Mentre
l'Idv annuncia ostruzionismo al Senato contro il decreto. Luca De Carolis
28/10/2008
( da "Secolo XIX, Il" del 28-10-2008)
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Maiani: «Ricerca snobbataanche
da Prodi. Ora si cambi» il presidente del cnr «Hanno dato denaro prima ai
camionisti, poi all'Alitalia e
alle banche. Speriamo che alla fine resti qualcosa anche per noi» 28/10/2008
Genova. «Nell'ambiente della ricerca c'è preoccupazione, ma non esistono
improvvisi tagli indiscriminati, nel senso che da anni, a prescindere dai
governi, assistiamo a un calo del 2% del fondo ordinario, mentre i nostri
competitori lo aumentano dal 4 all'8%». Luciano Maiani, presidente del
Cnr, ieri era a Genova in occasione della presentazione delle macchine
interattive per la "Domus Archimedea", museo delle origini della
scienza e della tecnica che nascerà a Siracusa, e ha incontrato i
"suoi" dipendenti. «Al governo chiediamo di completare il piano di
assunzioni 2008-2009, già con Prodi c'era stata una stretta ma ora la cosa mi
pare fattibile», spiega Maiani, e dai numeri si capisce che la posta in gioco è
notevole: si parla di 650 nuovi ingressi aggiunti ai 100 derivanti dai concorsi
in atto. Perché il problema, spiega il presidente del Cnr, è che «la crescita
interna dei ricercatori offre la possibilità di acquisire progetti sul mercato
interno e su quello europeo, dove siamo svantaggiati rispetto ai concorrenti».
Proprio perché«il personale sul campo è diminuito negli anni». E se si tiene
conto che il 50% del fatturato il Cnr se lo guadagna sul campo in Italia e
all'estero con ministeri, regioni e industrie, si comprende la richiesta di
poter contare «sulle nuove risorse prodotte dal turn over per superare l'impatto
con la riduzione della pianta organica». I margini di manovra per crescere ci
sono, assicura Maiani, a fronte «di un bilancio da un miliardo con spese per il
personale che toccano il 43%», ma occorre «avere la possibilità di pianificare
uno scenario nel quale poter offrire ai contratti temporanei una chance per
entrare, oppure di uscire preparati e pronti per trovare una nuova
sistemazione». L'esempio del fisico nominato dal precedente governo sulla scia
di un provvedimento legislativo - «elaborato per evitare lo spoil system in
settori così delicati», per dirla con l'assessore genovese all'innovazione,
Andrea Ranieri - arriva da una "commessa" della Regione Lombardia da
40 milioni in tre anni che prevede per l'appunto anche finanziamenti destinati
alla formazione dei giovani». Certo, il Paese sconta anche la scarsa
propensione delle imprese a finanziare la ricerca, «al di là della innovazione
immediata», puntualizza Maiani che invece guarda alla possibilità di joint
venture sullo stile del Mit di Boston. E Genova? «È un centro importante, per
la ricerca sui materiali, per l'informatica, perché qui è nata buona parte
della biofisica italiana e vedo bene il trasferimento agli Erzelli, vicino a
impresa, spin off, università». Capitolo spinoso, quest'ultimo: «L'universitàè
in sofferenza perché se gli enti di ricerca possono contare su governance che
sono perfettibili ma esistono e funzionano, ha problemi di soldi e di
reclutamento. Occorre la collaborazione di tutti». Sogna una svolta la ricerca
italiana, e la ricetta che arriva dal presidente del Cnr non lascia dubbi:
«Investire, investire, investire». Il problema è che le casse non traboccano, e
in proposito, al di là dei sogni, Maiani si limita ad un auspicio: «Prima hanno
dato fondi ai camionisti, poi all'Alitalia, quindi
alle banche, speriamo che resti qualcosa per noi». È quanto sperano anche nella
villa di Genova-Campi dove si respira la passione dei ricercatori guidati da
Manuela Arata, presidente del Festival della scienza in onda in questi giorni e
che guarda con qualche apprensione alla prossima edizione. È un'altra storia ma
è sempre questione di soldi. Eugenio Agosti agosti@ilsecoloxix.it 28/10/2008
( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina 10 - Cronaca
Roma, tensione al corteo "Dalla destra inni al Duce" Famiglia
cristiana: no al decreto. La Cei: non si agiti la piazza Ondata di occupazioni.
Domani assedio al Senato per il voto. Tafferugli a Napoli MARIO REGGIO ROMA -
Domani voto finale sul decreto Gelmini al Senato. Il giorno dopo manifestazione
nazionale e corteo a Roma dei sindacati della scuola. Due giorni caldi che
fanno salire la tensione e la mobilitazione nelle scuole e negli atenei. Come
se non bastassero le proteste di studenti, famiglie e insegnanti anche Famiglia
Cristiana scende in campo: «Non chiamiamo riforma un semplice taglio di spesa.
C´è una legge approvata di corsa in piena estate, senza dibattito e senza un
confronto pedagogico reale». E monsignor Coletti della Cei: «Non si può
procedere a colpi di decreti ma è dannoso agitare la piazza». La destra tenta
di reagire. L´appello del premier Berlusconi di manifestare in favore della
Gelmini è stato raccolto da alcune decine di persone a Torino. E oggi Gasparri
e Cicchitto incontreranno le associazioni degli studenti di destra al teatro
Capranica di Roma. Nelle scuole e nelle università tira tutta un´altra aria. A
Roma si moltiplicano le scuole occupate. Ieri è stata la volta del liceo
classico Giulio Cesare, seguito dal Socrate e dal Manara. La musica non cambia
a Torino e Milano. Si moltiplicano le autogestioni senza il blocco della
didattica in tutta Italia. Da Gorizia a Palermo, da Urbino a Perugia, da
Catania all´Aquila è scattato l´effetto domino. Non senza qualche piccolo
problema. Ieri mattina nel corso del corteo degli studenti di alcune scuole
superiori romane, partito da piazza della Repubblica e dirette a Palazzo
Madama, un gruppo di giovani del "Blocco studentesco" di destra ha
preso per un po´ la testa del corteo. Schermaglie, solo verbali, con l´Unione
degli studenti, che accusa: «Si sono infiltrati nel corteo urlando "Duce
Duce"». Sono volati invece ceffoni alla Federico II di Napoli, durante
un´assemblea alla facoltà di Lettere, quando alcuni studenti di Azione
universitaria, organizzazione di Alleanza nazionale, rinforzato da alcuni
militanti di Forza Nuova, hanno chiesto la parola. Concessa ma solo per 3
minuti. Poi il breve ma serrato confronto fisico. Una delle novità dell´onda di
protesta sono le lezioni in piazza. Il professor Marramao a piazza Farnese, i
docenti di Medicina della Sapienza sulla scalinata del ministero
dell´Istruzione. E si è svegliata anche l´università di Tor Vergata a Roma.
Ieri cortei ed assemblee a Lettere, Ingegneria e Medicina. Studenti, ricercatori e docenti chiedono il blocco dei tagli di un miliardo
di euro per coprire Ici e Alitalia. In preparazione lezioni all´aperto nel quartiere Appio-Claudio.
Ma sarà il Senato il centro della mobilitazione: oggi e domani sit-in e
manifestazioni a piazza Navona. Partecipano anche i Cobas. Giovedì sciopero
nazionale della scuola. Il ministro Gelmini definito lo sciopero come «una
protesta di pochi, il mio modello è Obama». Risponde Domenico Panataleo
segretario nazionale della Cgil: «Il ministro Gelmini mostra evidenti segni di
insicurezza attaccando in modo scomposto tutta l´area politica e sociale che
contesta le scelte del Governo sulla scuola e sull´università».
( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)
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Pagina XIV - Roma
Addio vacanze romane si apre la crisi del turismo Presenze in calo del 4% nei
primi sette mesi del 2008 Penalizzati soprattutto gli alberghi più economici,
tiene invece il "lusso" La Camera di Commercio chiede una struttura
per coordinare le iniziative ALESSANDRA PAOLINI E´ un calo di quelli che si
fanno sentire, che incide sull´economia di una città già in affanno. E
impensabile fino a un anno fa, quando flussi e proiezioni descrivevano un
apparentemente e inarrestabile boom del turismo. Non è più così. A Roma come
nel resto d´Italia, il settore è in crisi, con un 4% in meno nei primi sette
mesi del 2008 rispetto allo stesso periodo del 2007. Per la città eterna è
un´emorragia di giapponesi, americani e italiani (-3,9%). I dati sono stai
elaborati dall´Ebit, l´Ente bilaterale dell´industria turistica e dall´Unione
italiana cambi, prendendo in considerazione i mesi da gennaio a luglio. E
raccontano di quante camere sono rimaste vuote negli alberghi romani e della
Provincia, della nazionalità dei vacanzieri "latitanti", e di quanto
chi è venuto nonostante tutto sia stato attento al portafoglio tra una visita
ai musei e una passeggiatina tra le bellezze romane. Tutte percentuali con un
bel meno davanti. Come nel caso degli arrivi dagli Stati Uniti: -10%. Ma hanno
rinunciato a una vacanza romana anche il 9,3% dei turisti tedeschi e il 3%
degli inglesi, anche se spetta ai turisti che arrivano dal Giappone il primato
delle defezioni, con un calo del 16,9% da quasi settecentomila a poco più di
mezzo milione. Colpa della crisi mondiale e del dollaro debole rispetto
all´euro, spiega Andrea Mondello presidente della Camera di commercio di Roma e
di Unioncamere, un problema almeno questo che negli ultimi mesi è in via di
soluzione vista l´impennata del biglietto verde che è tornato sui livelli di
due anni fa. «Ma a danneggiare il prodotto Italia - spiega - c´è stato anche un
problema di immagine. Parlo del caso dell´immondizia di
Napoli e della vicenda del salvataggio Alitalia». Guardando i numeri dell´Ebit il calo turistico ha influito
soprattutto sugli alberghi a tre e due stelle. Alberghi scelti da un target
medio basso che vola con compagnie low cost e cerca di risparmiare
sull´alloggio. Non è un caso, infatti che la permanenza media nella città
eterna sia di 2,36 giorni negli hotel e passi a 3,25 se le notti prese
in considerazione sono quelle trascorse nelle "strutture recettive
complementari". Ovvero, bed & breakfast e agriturismo. Si sono difesi
un po´ meglio i grandi hotel. La crisi è stata più contenuta anche se maggio è
stato un mese da dimenticare: 84% di stanze occupate nel 2007, 72,8% nel 2008.
Non tutti però hanno snobbato Roma. Gli spagnoli sono arrivati in massa facendo
segnare un 20,7% in più. E così i russi. I nuovi ricchi arrivati dal freddo in
sei mesi sono aumentati del 30% e questa è una nuova fetta di torta da
salvaguardare. Gli esperti del settore spiegano come il mercato debba aprirsi a
nuove strategie. Cercando di "acchiappare" quelli che nei prossimi
anni maneggeranno più soldi: i russi per l´appunto, oltre ai cinesi e agli
indiani. «Ma anche in questo caso - spiega Mondello - il tipo di domanda da
soddisfare sarà diverso. I russi che sbarcano a Roma prediligono gli hotel più
costosi, lo sfarzo e spesso le suite. Diverso il discorso per i cinesi.
Arriveranno in tanti, questo è vero, ma con una disponibilità economica
differente». L´Unione italiana cambi sottolinea comunque che il turista dei
tempi dello "sboom" è più oculato, meno spendaccione, ha risparmiato
su ristoranti, bar, shopping. Ha comprato meno souvenir, con un giro d´affari
sceso del 3,7%, cioè più del dato nazionale che è del -1,9%. E secondo soltanto
a Napoli dove il tonfo è stato del 5,9%. La situazione preoccupa e va
affrontata con armi e idee nuove. «L´andamento negativo nelle città d´arte in
Italia è cominciato da tempo - dice il presidente della Camera di commercio -
il Nord ha tenuto di più, il Sud è crollato e Roma, in mezzo, ha tenuto
abbastanza bene fino a un anno fa, grazie alle infrastrutture inaugurate negli
ultimi anni, dall´Auditorium alla nuova Fiera. Ora però, bisogna pensare a
qualcosa di diverso. Serve un´istituzione in grado di coordinare le agenzie in
una logica congiunta». E parla anche di uno "sportello del turismo",
Andrea Mondello: una sorta di porta d´accesso a cui i vacanzieri possano
accedere anche attraverso le nuove tecnologie come i sistemi wi-fi. Un progetto
di rete con la supervisione del Comune. «A questo va aggiunto il turismo
congressuale, una risorsa indispensabile, dice, se si vuole che Roma possa
turisticamente parlando restare una città competitiva».
( da "Secolo XIX, Il" del 28-10-2008)
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Cai
in assembleacon il rebus contratti la nuova alitalia Il sì dei soci è
sub-judice. Vertice con i sindacati fino a notte per un accordo ROMA. Cai tenta
la stretta finale con i sindacati per raggiungere un accordo su contratti e
criteri di selezione del personale a poche ore dall'assemblea dei soci
convocata per oggi alle 15. I vertici di Compagnia Aerea Italiana puntano a
raggiungere almeno un accordo di massima, se non la firma finale, che consenta
all'assemblea di dare il via libera all'offerta vincolante per una parte di Alitalia, in modo da poterla presentare il 31 ottobre al
commissario straordinario Augusto Fantozzi. L'obiettivo non appare semplice, ma
Cai ha già avvertito che senza l'intesa non presenterà l'offerta. Che è
subordinata anche al via libera Ue al prestito ponte da 300 milioni ed alla
discontinuità tra la vecchia e la nuova compagnia aerea. Dopo che la settimana
scorsa è stata sondata la prospettiva di sinergie con Air France-Klm, questa
settimana tecnici di Cai, Alitalia e AirOne
approfondiranno le potenzialità di Lufthansa. La settimana prossima sarà la
volta di British Airways in vista di una scelta del partner straniero che
dovrebbe avvenire, quindi, intorno alla metà di novembre. Oggi l'assemblea Cai
è chiamata a varare la trasformazione in spa, l'aumento di capitale da almeno
un miliardo, l'offerta vincolante, ad approvare lo statuto e a nominare cda e
collegio sindacale. I sedici soci potrebbero accogliere anche nuovi ingressi.
Il presidente di Cai, Roberto Colaninno - in un'intervista al Corsera - ha
confermato che tutti i soci resteranno e che ne arriveranno altri perché«la
crisi è pesantissima ma non è qui che sta finendo il mondo, passerà». Il rush
finale Cai-sindacati è iniziato ieri verso le 19 e l'affondo dell'ad Rocco
Sabelli è proseguito ad oltranza. Colaninno ha auspicato che la trattativa sia
chiusa prima dell'assemblea precisando che l'accordo non si cambia e che è
interesse anche di tutti arrivare alla stesura dei contratti perché riaprire
una trattativa già conclusa «significherebbe chiudere l'ultima porta per il
rilancio di Alitalia». Se non si dovesse arrivare
all'intesa entro oggi potrebbero essere utilizzati i giorni disponibili fino al
31 ottobre con la possibilità di convocare una nuova assemblea, altrimenti i
soci potrebbero subordinare l'offerta vincolante al raggiungimento dell'accordo
con i rappresentanti dei lavoratori (ma anche al disco verde Ue). «Ci sono
tutte le premesse perché si concluda bene» ha intanto detto il ministro del
Lavoro, Maurizio Sacconi. Il negoziato sui criteri di selezione dei 12.639
dipendenti della Nuova Alitalia sembra però in salita.
Colaninno ha detto che se gli accordi di Palazzo Chigi hanno un senso e si
tratta di recepirli formalmente nella stesura dei contratti non c'è problema.
Ma le organizzazioni contestano, da un lato, che le integrazioni a quegli
accordi con il contratto di AirOne vanno fatte partendo dal 2001 con tutti gli
aggiornamenti sino al rinnovo 2007, mentre Cai - dicono i rappresentanti dei
lavoratori - avrebbe preso solo le parti che le interessano. Dall'altro lato
resta il nodo dei piloti, peraltro spaccati al loro interno sul contratto da
dirigenti per i comandanti, voluto da Anpac e Up che però ora vogliono
rinunciarvi. Ma i confederali vogliono firmarlo altrimenti si rimetterebbero in
discussione gli accordi di Palazzo Chigi. L'Enac ha intanto reso noto che Cai
ha presentato la domanda per il certificato di operatore aereo il 23 ottobre e
quello per la licenza di esercizio di vettore aereo il giorno dopo. Intanto ha
avviato l'analisi mensile sulla condizione economica di Alitalia.
Fantozzi aveva detto di aver liquidità fino al primo dicembre e poter accedere,
eventualmente, ad un prestito revolving con priorità di restituzione.
28/10/2008 LA COMPAGNIA AEREA ITALIANA 28/10/2008 26 agosto 2008 28/10/2008 Il
consiglio di amministrazione 28/10/2008 Presidente ROBERTO COLANINNO 28/10/2008
I soci fondatori 28/10/2008 Immsi (Roberto Colaninno) Atlantia (Benetton)
Intesa Sanpaolo Fonsai (Ligresti) Gruppo Toto Marcegaglia Gruppo Aponte Gruppo
Riva Fingen (Fratini) Equinox Clessidra Findim (Fossati) Acqua Marcia
(Caltagirone Bellavista) Argo (Gavio) Macca (Maccagnani) M. Tronchetti Provera
28/10/2008 roma. Dodicimila assunzioni sulle sei basi operative. Questa è l'articolazione
delle assunzioni comunicata dalla Cai ai sindacati nel corso dell'incontro
sulla definizione dei criteri di assunzione e sulla definizione dei contratti
di lavoro. Secondo fonti sindacali, sulle sei basi operative, verranno assunti
complessivamente 1.550 piloti, 3.300 assistenti di volo e 7.150 unità del
personale di terra. A Malpensa sono previsti 1.343 dipendenti, a Roma Fiumicino
9.082. 28/10/2008 28 ottobre 2008 28/10/2008 Amministratore delegato Rocco
Sabelli 28/10/2008 La societàè aperta a nuovi soci, anche internazionali
28/10/2008 1 Miliado di euro 28/10/2008 CAPITALE INIZIALE 28/10/2008 1 dicembre
2008 28/10/2008 Consigliere Andrea Guerra 28/10/2008
( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)
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Pagina IX - Palermo Altri
protagonisti sono finiti in passato nei guai con la giustizia L´intreccio
sfortunato tra cinema e codice penale L´arresto di Francesco Casisa l´altra
notte a Isola delle Femmine è però l´ultimo episodio dell´intreccio non sempre
fortunato a Palermo tra cinema (ormai sempre più contaminato dalla tv) e
crimine. Era il 5 settembre di due anni fa quando i carabinieri di San Lorenzo
arrestarono Luigi Maria Burruano: aveva provato ad accoltellare il genero al
termine dell´ennesima lite. Attore di spessore, Burruano: dall´esordio nel 1970
in "L´amore coniugale" diretto da Dacia Maraini alla candidatura al
Nastro d´Argento 2001 per il ruolo di Luigi Impastato ne "I cento
passi", ma anche "La Piovra 8" e "Incantesimo 4",
senza dimenticare il film di Luis Sepulveda "Nowhere" e "Quo
vadis baby?", di Gabriele Salvatores. Nel 2005 l´attore messinese Lorenzo
Crespi era stato arrestato assieme ad altre due persone a Reggio Calabria dopo
una rissa notturna con due camionisti. E poi il capitolo "Mery per
sempre", il film di Marco Risi del 1989 gravato, secondo molti, da una
vera e propria maledizione. Era il 1998 quando Alfredo Li Bassi, attore del
film, fu denunciato dalla Guardia di Finanza: gestiva una sala di
videoregistrazione privata dove piratava le videocassette. «Facendo cinema non
ho guadagnato molto. Sono disoccupato, dovevo pur campare» disse ai finanzieri.
Prima di lui era finito nei guai Francesco Benigno: nel 1990 fu arrestato con
marijuana addosso. Nella storia maledette del film di Risi anche morti drammatiche:
il 14 novembre del 1990 Roberto mariani, 21 anni e due figli, muore nel disastro aereo del Dc 9 Alitalia partito da Linate e precipitato vicino Zurigo: andava in
Svizzera per cercare ancora cinema. L´estate successiva muore nel mare di
Trappeto Marco Crisafulli, 19 anni. Ad agosto tocca a Gianluca Favilla,
direttore del Malaspina nel film di Risi: muore in incidente stradale nei
pressi di Roma. g.i.
( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)
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Pagina I - Napoli La
crisi Finisce in ginocchio la Campania dei trasporti Vanno in crisi i trasporti
in Campania, stretti nella morsa tra i provvedimenti del governo e la crisi
economica. Le difficoltà di Alitalia hanno già prodotto ripercussioni su Capodichino. Altre sono
temute in casa Gesac, la società che gestisce lo scalo napoletano, dove
l´ultima contrazione di passeggeri così sensibile risale al 2001. Sono già
registrate defezioni per alcuni collegamenti nazionali. Nel trasporto
pubblico campano il progetto sociale dell´integrazione tariffaria sta andando
in crisi dinanzi ai bilanci delle aziende interessate. Infine i treni. Secondo
quanto annunciato dai sindacati, 4 degli 8 Eurostar che attraversano la
Campania collegando Roma alla Puglia stanno per essere cancellati. Benevento
sarà la città più danneggiata. A PAGINA IV
( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina IV - Napoli
Trasporti, Campania in ginocchio Incerto il futuro di Unico Campania, voli a
rischio, tagli Eurostar Pollio: pesanti ricadute occupazionali sull´intero
settore aeroportuale Per salvare il sistema di integrazione tariffaria servono
25 milioni Voli a rischio, Eurostar tagliati e un punto interrogativo sul
futuro del biglietto Unico. Tremano i trasporti in Campania, stretti nella
morsa dei provvedimenti del governo Berlusconi e della crisi economica. Le difficoltà di Alitalia hanno già prodotto ripercussioni su Capodichino. Altre sono
temute in casa Gesac, la società che gestisce lo scalo napoletano, dove
l´ultima contrazione di passeggeri così sensibile risale al 2001. L´anno
dell´attacco al World trade center. Sono già registrate defezioni per
alcuni collegamenti nazionali. Dalla Lombardia il governatore Formigoni
annuncia che Napoli è tra le città italiane che vedrà azzerati i suoi
collegamenti con Malpensa, e l´ipotesi di un futuro nerissimo spinge Mauro
Pollio, numero uno di Gesac, a esporre stamattina in pubblico i suoi timori per
«le pesanti ricadute economiche ed occupazionali sull´intero settore
aeroportuale». Trema pure il trasporto pubblico campano, dinanzi alla
possibilità di uno scioglimento di quel consorzio Unico Campania che consente
da anni di viaggiare con un solo biglietto su più mezzi. Il progetto sociale
dell´integrazione tariffaria sta andando in crisi dinanzi ai bilanci delle
aziende interessate: Trenitalia, Sita e Cstp hanno annunciato a metà settembre
che dal prossimo 1 gennaio intendono uscire dall´accordo. Se così fosse, per
viaggiare sui bus regionali verso Salerno e provincia, o per viaggiare a bordo
della vecchia metropolitana napoletana, bisognerà acquistare biglietti singoli.
Per non dire del possibile effetto a catena di quelle società che hanno
incrementato il traffico passeggeri, ma vedono scendere i loro ricavi. Il
consorzio unisce 13 aziende: Azienda casertana mobilità e servizi, Autoservizi
irpini, Azienda mobilità trasporti Sannio, Azienda napoletana mobilità,
Circumvesuviana, Cstp, Compagnia trasporti irpini, Metrocampania Nord Est,
Metronapoli, Sepsa, Sita e Trenitalia. Potrebbe intervenire la Regione. Servono
almeno 25 milioni. Ma la giunta è spaccata. D´Antonio non condivide la voglia
d´intervento di Cascetta. Nella seduta di question time del Consiglio regionale
in programma oggi, ben tre interventi sono dedicati a Unico: portano la firma
di Francesco D´Ercole, Pasquale Marrazzo e Salvatore Ronghi. Chiedono di
ascoltare ufficialmente in aula la posizione dell´assessore. Per giovedì,
inoltre, Pasquale Sommese ha convocato in audizione in commissione Trasporti
l´assessore Cascetta, il presidente del consorzio Unico e il direttore
dell´Agenzia campana per la mobilità. L´Aci fa sentire la sua voce in difesa
del biglietto unico. «è uno strumento intelligente - dice il direttore generale
Antonio Coppola - per promuovere il trasporto pubblico, che in Campania ha fatto
passi da gigante in termini percentuali, anche se non altrettanto in termini
qualitativi. I cittadini sono anche disposti a fare sacrifici, ma non li
vogliono vedere sprecati nel "bubbone" della sanità o per altre
"sprecopoli". Sarebbe assurdo che proprio in un momento come questo,
in cui si sente l´esigenza di incentivare l´uso del mezzo collettivo come
alternativa a quello privato, si rischia di chiudere un´esperienza positiva,
che ha fatto scuola in Italia». L´Aci si appella al governo, «che impegnato a
ridurre l´inquinamento nelle metropoli, deve trovare fondi per quelle regioni
che si sono distinte nei trasporti». I treni, infine. Il deputato del Pd
Costantino Boffa ha lanciato l´allarme alla Camera. Secondo quanto annunciato
dai sindacati, 4 degli 8 Eurostar che attraversano la Campania collegando Roma
alla Puglia stanno per essere cancellati. Benevento sarà la città più
danneggiata. Tutto mentre non si registrano passi in avanti sul progetto
dell´Alta capacità tra Napoli e Bari, per il quale esiste un accordo di
programma integrativo tra Regione e governo. (angelo carotenuto)
( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina I - Milano
Una lobby pro-Lufthansa per salvare Malpensa Dopo l´appello alla politica del
presidente di Sea Giuseppe Bonomi, nasce la lobby pro Lufthansa. Vertice ieri
tra il governatore Roberto Formigoni, il sindaco Letizia Moratti e i capi
locali del Pdl. «Alitalia scelga il partner giusto». La società che gestisce gli scali
milanesi è preoccupata per le richieste di Cai e le conseguenze che potrebbe
avere la sua scelta. «Nessuno vuole penalizzare Malpensa», assicura il ministro
Ignazio La Russa. Ma la Provincia chiede a Bonomi di riferire
all´assemblea dei soci. ANDREA MONTANARI A PAGINA IV
( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina IV - Milano
Nasce la lobby pro-Lufthansa "Solo così Malpensa si salverà" Moratti,
Formigoni e Bonomi: Cai scelga il socio giusto A far precipitare la situazione
nelle ultime ore sarebbe stato l´annuncio di voler togliere altri voli dallo
scalo varesino e ridimensionare anche Linate ANDREA MONTANARI Dopo l´appello
alla politica del presidente di Sea Giuseppe Bonomi sul destino Malpensa, ora
si muovono il sindaco Letizia Moratti e il governatore Roberto Formigoni. Si
sono incontrati a Palazzo Marino non solo con Bonomi, ma anche con i vertici
della maggioranza per sollecitare i parlamentari del centrodestra a un´azione
di lobbying su Cai. Obiettivo, sollecitare la nuova Alitalia, che dovrà decidere entro
novembre il proprio partner straniero, a fare una scelta a sostegno dell´ex hub
varesino. C´erano il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il coordinatore
regionale di An Massimo Corsaro, quello di Forza Italia Guido Podestà, il
sottosegretario all´Economia Luigi Casero e il presidente della commissione
Bilancio della Camera, il leghista Giancarlo Giorgetti. A far
precipitare la situazione nelle ultime ore sarebbe stato l´annuncio di Cai a
Sea di voler dismettere altri voli da Malpensa entro il 2013, ridimensionare
Linate a solo city airport con un ulteriore taglio di collegamenti con
Fiumicino (nel piano industriale presentato ieri ai sindacati Cai ha
specificato che la nuova Alitalia avrà a Milano 1.343
dipendenti, di cui 333 piloti, 700 assistenti di volo, 310 lavoratori di
terra), oltre alla richiesta al Comune di sbarrare la strada a Easy Jet, la
compagnia low cost che opera nello scalo varesino. Richieste ritenute
inaccettabili dalla società che gestisce gli scali milanesi. Una posizione
rafforzata anche dalla consapevolezza emersa dalle ultime proiezioni del piano
industriale di Sea, secondo cui la società potrebbe riprendersi solo in due
casi. Se Alitalia si alleasse con Luthansa, o se, in
caso contrario, venissero comunque liberate le rotte non utilizzate da Cai. «è
stata una riunione interlocutoria - dice La Russa - ci siamo scambiati
informazioni e impressioni. Nessuno vuole penalizzare Malpensa». Sul futuro
partner straniero della nuova Alitalia nessun´altra
parola da parte del ministro, ben consapevole del fatto che l´ipotesi Lufthansa
favorirebbe Malpensa, mentre se la scelta cadesse su Air France a beneficiarne
sarebbe soprattutto l´aeroporto di Fiumicino. Motivo per cui, ieri, sia
Formigoni che la Moratti avrebbero fatto pressing a favore dei tedeschi. «Sarei
stupito se Cai non investisse su Malpensa - insiste Formigoni - perché il
mercato è qui, in Lombardia». L´assessore regionale alle Infrastrutture,
Raffaele Cattaneo, guarda avanti: «Malpensa andrà avanti anche senza Alitalia. Emerge con chiarezza che come partner è meglio la
compagnia tedesca perché questa ha scelto il mercato come obiettivo, mentre Air
France vuole solo impedire la crescita di un concorrente». Anche il
centrosinistra è d´accordo. Il ministro degli Esteri del governo ombra del Pd,
Piero Fassino, rilancia: «Ci aspettiamo che la Cai apra un confronto anche con
le istituzioni lombarde». Scende in campo anche Assolombarda, che chiede al
governo in ogni caso di rendere subito disponibili le rotte abbandonate da Alitalia. «La liberalizzazione è fondamentale» spiega il
direttore generale Antonio Colombo. Il presidente della Provincia Filippo
Penati si irrita. Da azionista di Sea «chiede che Bonomi riferisca
all´assemblea dei soci le decisioni del vertice. Trovo sconcertante che la
Moratti abbia convocato i partiti o non le istituzioni». Mentre il responsabile
del Nord del Pd, Luciano Pizzetti, avverte: «è opportuno cogliere l´opportunità
della liberalizzazione delle rotte. Oggi ancor più di prima i destini di Alitalia e Malpensa non sono collegati».
( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina XXIII - Roma
L´altra Roma, storie di giovani registi La periferia raccontata come luogo di
incontri bizzarri e affascinanti L´immigrato, lo scultore nell´antica torre, la
hostess nel Truman Show... FRANCO MONTINI Il grande cinema predilige la Roma
storica e monumentale e gli scorci più noti della capitale - San Pietro, piazza
Navona, Castel Sant´Angelo, piazza del Popolo - sono apparsi sul grande schermo
migliaia di volte. L´altro cinema per citare il titolo di una delle sezioni del
Festival di Roma, ovvero i film low budget, le produzioni indipendenti, i
documentari, raccontano piuttosto i quartieri e le strade meno conosciute della
città, con un´attenzione specifica spesso rivolta alla periferia, o meglio,
come accade in "Roma attorno a Roma", alle tante, diverse periferie.
In programma oggi alle 11 alla Casa del Cinema e in replica a conclusione del
Festival venerdì al Teatro Studio dell´Auditorium alle 17.30, "Roma attorno
a Roma" è un documentario realizzato dagli allievi del corso di regia
della Act-Multimedia di Roma, diretto da Gianfranco Pannone e Mario Balsamo.
Sullo schermo scorrono sette diverse storie; dietro la macchina da presa,
singolarmente o in coppia, ci sono tredici giovani aspiranti registi. Per una
volta la periferia è raccontato non solo come un luogo di emarginazione e
degrado, ma come un mondo curioso e affascinante, dove si incontrano le persone
più strane. L´ultimo "fungaro" dell´Arco di Travertino che convive
con una comunità di indiani; l´immigrato romeno che abbandona la sua baracca
sull´Aniene per andare a vivere in una casa vera; lo scultore che abita in una
antica e disastrata torre; una stralunata hostess dell´Alitalia che vive in un centro residenziale
che sembra il set del "Truman Show". E ancora il giovane artigiano,
in bilico fra entusiasmo e depressione; il militante di sinistra che abbandona
Malagrotta alla ricerca di un ambiente più salubre; un ragazzo del
Laurentino, che, in attesa di un futuro che non arriva, trascorre le sue
giornate in una palestra autogestita. Attraverso queste storie emerge il
ritratto di una città spiazzante, refrattaria ai luoghi comuni, protesa fra
passato e futuro e in ogni caso viva e pulsante. Alle storie di "Roma
attorno Roma" si potrebbe aggiungere anche un ulteriore capitolo e più
precisamente il documentario di altri tre giovani autori, Anthony Ettorre,
Giuseppe Cacace e Mauro Diciocia, i quali con "Via Selmi
72-Cinemastation" raccontano la storia di una mitica videoteca, ubicata
dalle parti di Ponte Mammolo, nella periferia nord-est della città, che per sei
anni, dal 2000 al 2006, è stata il punto di ritrovo, di incontri, di
appassionate discussioni per tutti i giovani del quartiere, surrogando la
cronica mancanza di altri centri di promozione culturale. Anche "Via Selmi
72 - Cinemastation" verrà replicato al Festival venerdì.
( da "Unita, L'" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Maestro unico, il Pd
come gli studenti: si ritiri il decreto Il maestro unico riporta in piazza
l'Onda studentesca e le maestre anti-Gelmini. Al Senato riprende l'esame del dl
137. Dal Pd a Famiglia Cristiana: «Decreto da ritirare». Gli studenti: no-stop
sotto Palazzo Madama. Il contestatissimo decreto Gelmini sulla scuola riprende
la "corsa" per la conversione in legge. Oggi pomeriggio al Senato si
riparte dal maestro unico, dall'articolo 4 del 137, quello che ha dato vita al
grande movimento anti-Gelmini in tutt'Italia sostenuto dall'Onda studentesca
universitaria. L'aula di Palazzo Madama è convocata per le 17 per il voto sugli
emendamenti. Poi domani mattina il voto finale. «Sarebbe un atto saggio
ritirare o sospendere il decreto» e discutere veramente con studenti, genitori
e insegnanti, dice Massimo D'Alema. «Non chiamiamo riforma una semplice taglio
di spesa» è il monito che arriva da Famiglia Cristiana alla ministra vicina a Comunione
e Liberazione. «Il bene della scuola richiede la sospensione o il ritiro del
decreto. Per senso di responsabilità. Un paese in crisi
trova i soldi per Alitalia
e banche, perchè non per la scuola?», sottolinea nell'editoriale il settimanale
cattolico. Ma Mariastella ministra unica ripete a mo' di litania che «è una
protesta di pochi» e che il suo modello è «Obama». L'aria che tira non è delle
migliori. Il Pdl ha già fatto sapere che il decreto verrà approvato così
com'è, senza magari ricorrere alla fiducia come accadde alla Camera. Il Pd che
nella settimana scorsa con l'ostruzionismo ha fatto slittare ad oggi l'esame
finale del provvedimento, ha presentato 170 emendamenti, di cui 35 solo sul
maestro unico, e 40 ordini del giorno. 50 le proposte di modifica di Italia dei
Valori. La speranza è quella del ritiro del decreto o comunque di tirare per le
lunghe per farlo decadere e trasformarlo in un disegno di legge. Le scuole
elementari, gli studenti e l'Onda universitaria non restano di certo a
guardare. Una delegazione dei ragazzi dei licei romani, di destra e sinistra,
hanno chiesto informazioni al senatore Vincenzo Vita (pd) e oggi si
presentaranno in giacca e cravatta a Palazzo Madama con l'intenzione di seguire
i lavori direttamente dalla tribuna. Gli universitari di Roma Tre sono
intenzionati a dormire sotto le finestre del Palazzo. E l'Onda si muoverà dalla
Sapienza in corteo per un nuovo assedio del Senato che coinfluirà con gli
studenti medi e nel sit-in delle maestre che dicono di essere «già uniche».
Ieri sono scesi in piazza anche i ragazzi di Psicologia 1 e 2 a Roma. In 500
hanno prima sfilato per il quartiere romano di San Lorenzo gridando: «La
privatizzazione è la vera malattia, ministro Brunetta vieni in terapia». Poi
tutti in mutande sulle scale del Rettorato. Il movimento intanto si interroga
sui successi ottenuti e le iniziative future. Ieri assemblee di facoltà a
Chimica, Fisica, Lettere, Scienze politiche. L'Onda rivendica la propria
autonomia, e non gradisce che allo sciopero del 30 dei sindacati partecipi
anche Lotta studentesca, il movimento di Forza Nuova. Così nell'Aula 1 di
Lettere i ragazzi di tutte le facoltà in lotta prendono posizione. Chiara di
Antropologia: «A me fanno schifo la Cgil e gli altri, siamo autonomi da partiti
e sindacati». Ma Luca del collettivo fa capire che «bisogna esserci», magari
con uno spezzone nel corteo sulla scuola per poi proseguire per proprio conto».
Alioscia, invece, pone l'urgenza di una controriforma da presentare alla
Gelmini e Tremonti, per ribadire che «non siamo solo un movimento che dice dei
no». Così ecco dei seminari ad hoc, il primo già oggi alle 10.30 sulla crisi
dell'Università. Il tutto mentre a Giurisprudenza si aggira Azione
universitaria. Il movimento di destra studentesca. Un volantinaggio di
controinformazione sulla legge 133: «Siamo stufi di bugie e proteste
telecomandate" - hanno scritto i 4 Peppe con accanto i loro cellulari -. I
collettivi di sinistra vengono definiti «ruffiani che tutelano i privilegi e
gli sprechi dei baroni». Per poi lamentarsi di essere stati «accerchiati e
aggrediti». MARISTELLA IERVASI ROMA miervasi@unita.it
( da "Unita, L'" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Nuova
Alitalia, spiragli di
intesa su contratti e criteri di assunzione Passi in avanti dopo il lungo
vertice terminato a notte fonda tra Cai e sindacati. Chiariti alcuni aspetti che
avevano suscitato forti perplessità. Oggi assemblea degli azionisti per
l'aumento di capitale di un miliardo. Verso l'accordo tra la Cai di Roberto Colaninno e i
sindacati, che ieri hanno discusso sino a tarda notte di contratti e criteri di
selezione del personale che formerà la squadra della nuova Alitalia.
Rocco Sabelli, amministratore delegato di Cai, ha presentato alle nove sigle
sindacali presenti all'incontro nella sede romana dell'Immsi, un documento di
tre pagine con le proposte della compagnia. Obiettivo: trovare almeno un'intesa
di massima, che consenta all'assemblea dei soci Cai, prevista per oggi alle 15,
di dare il via libera all'offerta vincolante che dovrà essere presentata entro
venerdì al commissario straordinario Augusto Fantozzi. La trattativa sembra ora
più facile, dopo che l'azienda si è impegnata a non escludere dalla nuova
compagnia alcune categorie a rischio, come le madri (esentate dal lavoro
notturno) e i lavoratori che usufruiscono di particolari permessi per assistere
familiari con gravi patologie. Cai ha garantito anche che non ci saranno
lavoratori part-time. In mattinata Colaninno aveva chiarito che senza l'intesa
non presenterà l'offerta, subordinata anche al via libera dell'Unione europea
al prestito ponte da 300 milioni ed alla discontinuità tra vecchia e nuova
compagnia aerea. Secondo il documento presentato ai rappresentanti dei
lavoratori, Cai prevede 12 mila assunzioni per la nuova Alitalia,
circa 500 in meno di quanto era previsto. E gli assunti dovrebbero essere 1.550
piloti, 3.300 assistenti di volo e 7.150 lavoratori di terra. I dipendenti
verranno divisi su sei basi operative: a Torino 225 dipendenti (48 piloti, 100
assistenti di volo, 77 lavoratori di terra); a Venezia 189 in totale (48
piloti, 100 assistenti di volo e 41 lavoratori terra); a Napoli 404 (95 piloti,
200 assistenti di volo, 109 terra), Catania 310 (48 piloti, 100 assistenti
volo, 162 terra); Roma Fiumicino 9082 (978 piloti, 2.100 assistenti volo; 6004
terra); Milano Malpensa 1.343 (333 piloti, 710 assistenti colo, 310 terra). Ma
ieri si è discusso soprattutto dei criteri di scelta del personale che dovrebbe
formare la squadra dei dipendenti della nuova compagnia. Con i sindacalisti che
hanno spulciato punto per punto il documento, perché «in gioco c'è il futuro di
questi lavoratori», dice chi ha seguito da vicino la trattativa, «è
fondamentale che tutto sia più che chiaro». Per i rappresentanti dei lavoratori
il personale non può essere scelto sulla base delle indicazioni di massima
circolate in occasione dell'ultimo incontro lo scorso mercoledì. Criteri che
avrebbero privilegiato i lavoratori full time e chi non avesse particolari
esigenze familiari. Per questo sempre ieri il coordinamento donne nazionali
Cisl e Fit Cisl si è rivolto al ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, al
ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna. Per chiedere «di attivarsi
affinché si individuino strumenti, modalità e risorse necessari ad evitare che
nei processi di ristrutturazione, riorganizzazione e riassetto delle aziende
vengano penalizzati i lavoratori più deboli». Per oggi è prevista l'assemblea
dei soci Cai, che dovrebbe varare l'aumento di capitale di un miliardo di euro.
Per quanto riguarda le quote, metà del piatto è già piena, con Immsi, Intesa
Sanpaolo, Atlantia dei Benetton ed Emilio Riva, pronti a sborsare cento milioni
di euro per uno. Il resto, ce lo metteranno gli altri soci, che da sedici
diventeranno - secondo quanto si apprende - ventidue. Certo però non si può
dire che quella che dovrebbe essere la settimana decisiva per la nuova
compagnia aerea made in Italy sia cominciata come auspicava il presidente
Colaninno. Che sperava di chiudere velocemente (entro ieri sera) la partita coi
sindacati. «Ci sono tutte le premesse perché si concluda bene» ha comunque commentato
il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Intanto l'Enac, ente nazionale per
l'aviazione civile, ha reso noto che la Cai il 23 ottobre scorso ha presentato
domanda per il rilascio del Certificato di Operatore Aereo (COA). GIUSEPPE
VESPO MILANO g.vespo@gmail.com
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia Pagina 212
trasporti È slittata la convocazione Continuità aerea, domani la firma delle
convenzioni Trasporti. È slittata la convocazione --> Slitta ancora la firma
delle convenzioni tra le compagnie Air One, Alitalia e Meridiana e l'Enac. I voli in continuità territoriale saranno
garantiti in maniera provvisoria dalle tre compagnie almeno fino a domani. Solo
tra questa sera e domani, infatti, Enac e Assoclearance (la società che
rilascia gli slot, le autorizzazioni di volo) convocheranno le compagnie per
sottoscrivere le convenzioni che daranno loro la possibilità di volare tra la
Sardegna e gli scali di Roma e Milano, garantendo ai sardi (e
volontariamente anche ai nati in Sardegna) le tariffe scontate. L'ACCORDO Air
One, Meridiana e Alitalia hanno raggiunto un'intesa,
nel fine settimana, sugli orari dei voli che rientrano nel nuovo regime di
continuità territoriale aerea per la Sardegna. La bozza è stata predisposta
dalle tre compagnie al termine di intense trattative: il documento è stato poi
trasmesso ieri mattina dalla Regione all'Enac. Il nodo da sciogliere è quello
della disponibilità degli slot negli aeroporti di Roma-Fiumicino e
Milano-Linate: le compagnie, infatti, hanno chiesto bande orarie aggiuntive,
così come prevede il decreto che istituisce la continuità territoriale,
rispetto a quelli che già possiedono. L'Enac e Assoclearance quindi hanno
dovuto lavorare in questi ultimi giorni per cercare nuovi slot, anche se resta
l'incertezza legata al ricorso al Tar presentato da Meridiana contro
l'ammissione di Alitalia a volare sulle rotte per
Cagliari. Se la compagnia pubblica, giovedì prossimo, dovesse essere esclusa
dal Tar, si dovrebbero rimettere in discussione gli slot appena concessi, anche
se è stato previsto un orario operativo che prevede un volo aggiuntivo per
Milano e due per Roma proprio per evitare traumi in caso di uscita forzata di Alitalia. Se invece tutto rimanesse così, ci sarà una
partenza in più, alle 20.15, da Cagliari per Roma, e sarà mantenuto il
collegamento delle 9.10 da Elmas per Fiumicino. OLBIA E ALGHERO Nei due scali
del Nord Sardegna tutto resterà invariato: Meridiana collegherà Olbia con Roma
e Milano, mentre Air One volerà su Alghero. A Cagliari, invece, ci sarà anche Alitalia e i voli saranno divisi tra le tre compagnie, a
meno che il Tar non decida di estromettere la società pubblica, dando ragione
alla richiesta di sospensiva avanzata da Meridiana. ( g. d. )
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia Pagina 213
il salvataggio Ieri incontro con i sindacati Nuova Alitalia,
Cai propone 12.000 assunzioni Il salvataggio. Ieri incontro con i sindacati
--> Cai tenta la stretta finale con i sindacati per raggiungere un accordo
su contratti e criteri di selezione del personale a poche ore dall'assemblea
dei soci convocata per oggi alle 15. I vertici di Compagnia Aerea Italiana
puntano a raggiungere un risultato che se non la firma finale sia almeno un
accordo di massima che consenta all'assemblea di dare il via libera all'offerta vincolante per una parte di Alitalia, in modo da poterla presentare il 31 ottobre al commissario
straordinario Augusto Fantozzi. E nell'incontro iniziato ieri sera alle 19
hanno messo sul piatto della trattativa con i sindacati 12 mila assunzioni per
la nuova Alitalia. Secondo
il piano presentato ieri fra gli assunti ci sono 1.550 piloti, 3.300
assistenti di volo e 7.150 lavoratori di terra. LE CONDIZIONI L'obiettivo non
appare semplice ma Cai ha già avvertito che senza l'intesa non presenterà
l'offerta. Che è subordinata anche al via libera Ue al prestito ponte da 300
milioni e alla discontinuità tra la vecchia e la nuova compagnia aerea. Dopo che
la settimana scorsa è stata sondata la prospettiva di sinergie con Air
France-Klm, questa settimana tecnici di Cai, Alitalia
e Air One approfondiranno le potenzialità di Lufthansa. La settimana prossima
sarà la volta di British Airways in vista di una scelta del partner straniero
che dovrebbe avvenire, quindi, intorno alla metà di novembre (forse il 12).
L'ASSEMBLEA Oggi l'assemblea Cai è chiamata a varare la trasformazione in spa,
l'aumento di capitale da almeno un miliardo, l'offerta vincolante, ad approvare
lo statuto e a nominare cda e collegio sindacale. I sedici soci potrebbero
accogliere anche nuovi ingressi. Il presidente di Cai, Roberto Colaninno ha
confermato che tutti i soci resteranno e che ne arriveranno altri perché «la
crisi è pesantissima ma non è qui che sta finendo il mondo, passerà». L'Enac ha
reso noto ieri che Cai ha presentato la domanda per il certificato di operatore
aereo il 23 ottobre e quello per la licenza di esercizio di vettore aereo il
giorno dopo. CAGLIARI-VENEZIA Intanto, un'altra novità arriva da Cagliari: la
compagnia ha deciso di tagliare il volo diretto dallo scalo di Elmas per
Venezia. A partire dal 5 novembre, per raggiungere la città veneta con Alitalia si dovrà passare per Roma. A meno che il Tar (che
deve discutere giovedì il ricorso di Meridiana) non escluda Alitalia
anche dai voli tra Cagliari e Roma.
( da "Manifesto, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
ALITALIA
Colaninno tenta la prova di forza Balletto sul contratto ma la cordata vacilla
Francesco Piccioni Far decollare una compagnia aerea, nel pieno della tempesta
finanziaria, non è certamente facile. Nemmeno per dei campioni del settore. Figuriamoci cosa staranno passando
i «sedici imprenditori italiani sedici» che hanno dato la loro disponibilità a
comprare ciò che resta di Alitalia. Le voci raccolte
anche da autorevoli quotidiani economici parlano di defezioni avvenute o sul
punto di esser dichiarate. Raccontano delle continue e delicate messe a punto
con il più enigmatico dei soci, quel Carlo Toto - patron di AirOne - che
vorrebbe ritagliarsi un'originale posizione di «fornitore di aerei» in leasing
(quelli «opzionati» con Airbus) a una compagnia che lo vede compartecipe. Il
presidente di Compagnia aerea italiana (Cai), Roberto Colaninno, preferisce
però mostrare il volto dell'ottimismo e dell'assenza di problemi finanziari. E
indica come unici ostacoli l'eventuale condanna della Ue a pagare i 300 milioni
del prestito-ponte concesso ad Alitalia in aprile;
oppure un «no» dei sindacati alle sue proposte contrattuali. Sul fronte
industriale vero e proprio, la compagnia di bandiera si trova ormai a corto di
liquidità, secondo il commissario straordinario, Augusto Fantozzi. I soldi
basterebbero - a seconda delle versioni - fino al 15 novembre oppure fino al
primo dicembre. Intanto ha cancellato 12 tratte internazionali (8 da Fiumicino,
quattro da Malpensa), tra cui quella con Los Angeles, riattivata solo tre mesi
fa. Incerta la sorte dei relativi «slot», che dovrebbero però finire nel
calderone dei permessi gestiti da Assoclearance (c'è solo qualche dubbio sulla
messa in pratica del decreto appena convertito dal Parlamento, che potrebbe
lasciarli nella disponibilità di Alitalia finché non
sarà stata risolta la partita con Cai). In ogni caso, c'è abbondanza di posti
su Malpensa, qualcosa meno su Fiumicino. Prima del 1 dicembre, in ogni caso,
Cai non riuscirebbe a subentrare, visto che ancora non possiede la licenza di
volo né ha presentato l'«offerta vincolante». L'Enac ha però comunicato ieri di
aver ricevuto la richiesta del certificato di operatore aereo, nonché la
richiesta della licenza di esercizio. Ed è partita l'istruttoria. Sull'offerta,
ancora in alto mare la valutazione dei resti di Alitalia,
che Cai (in realtà IntesaSanPaolo, vero regista dell'operazione) ha
quantificato in 300 milioni. L'advisor indipendente, Banca Leonardo, avrebbe invece
in animo di fornire una valutazione più che doppia (i soli «slot» in mano alla
compagnia di bandiera varrebbero circa 700 milioni). Incerto anche il partner
straniero, che in molti ormai individuano ancora una volta in Air France, per
la disperazione di Berlusconi. Dal canto suo, Lufthansa ha creato una filiale
italiana con l'intenzione di fare di Malpensa il suo terzo hub. Il mercato
italiano, insomma, viene fagocitato dai concorrenti più forti, mentre il
premier ancora blatera di «salvataggio della compagnia, così importante per il
turismo»). Il programma di Colaninno prevedeva la «firma del contratto» nella
serata di ieri, per presentarsi al cda di Cai - oggi - con in mano lo scalpo
dei sindacati e passare alla trasformazione da srl (con capitale di appena
160.000 euro) in s.p.a. capitalizzata un miliardo. Se così sarà, la Cai dovrà
obbligatoriamente versare a Banca d'Italia il 3% del capitale, ossia 30
milioni. Se sorgessero già, tra i soci, problemi a questo livello, l'operazione
salterebbe in aria. Anche perché le banche - epicentro terremotato della
tempesta finanziaria, con IntesaSanPaolo sospesa ieri in borsa per eccesso di
ribasso - hanno grandi difficoltà a garantire nuova liquidità. In questo caos,
l'unico momento chiaro è la cosiddetta «trattativa contrattuale» con i vari
sindacati presenti in azienda. A palazzo Chigi, un mese fa, erano stati
raggiunti una serie di accordi-quadro, contenenti poco più delle linee generali
su norme, contratti, esuberi, ecc. Ora la Cai si è presentata chiedendo di
discutere condizioni ritenute diverse da quelle lì pattuite (una per tutte:
sulla parte economica, ancora non discussa fino a ieri sera, si prevedeva
l'applicazione del vecchio contratto Alitalia
decurtato del 7%). I piloti, che pure avevano accettato di aderire a una nuova
forma contrattuale che li avrebbe inquadrati come comandanti-dirigenti, ora -
viste le complicazioni irrisolvibili - chiedono di tornare alla normativa
tradizionale, più chiara. Alle 18 tutte le sigle si sono presentate in viale
Abruzzi, sede romana dell'Immsi di Colaninno. Ma nessuno si attendeva di
chiudere entro la serata (intenzione esplicitata dal presidente Cai con
un'intervista, mentre ancora venerdì l'a.d. Rocco Sabelli assicurava di voler
una trattativa «paziente»). Tanto più che soltanto ieri i sindacati presenti in
AirOne sembrano essersi accorti che la partita riguarda anche loro (è prevista
la fusione tra le due compagnie); soprattutto per quanto riguarda «esuberi» e
ammortizzatori sociali. Meglio tardi che mai.
( da "Messaggero, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Martedì
28 Ottobre 2008 Chiudi Trattativa notturna con i sindacati. Cai presenta un
nuovo documento. Capitolo alleanze: ora in pole è Air France Alitalia, spiragli di
accordo sui contratti Restano ancora dubbi sui criteri di assunzione: previsti
9.082 dipendenti a Fiumicino
( da "Messaggero, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Martedì 28 Ottobre
2008 Chiudi di LUCIANO COSTANTINI ROMA «Le migliori risorse umane al minor
costo». Raccontano, in ambienti sindacali, che questo sarebbe il parametro di
riferimento che Roberto Colaninno, presidente di Cai, vorrebbe
applicare per le assunzioni per la nuova Alitalia. Ieri sera (ma il tavolo è rimasto aperto fino a tarda notte)
azienda e sindacati hanno affrontato i nodi riguardanti la «stesura dei nuovi
contratti» e le «valutazioni di scelta» che dovranno riguardare le 12.600
"chiamate" nella nuova compagnia e i 3.350 tagli della
vecchia. Dal tavolo sono emersi spiragli di convergenza. L'incontro nelle
aspettative di Cai avrebbe dovuto portare ad un'intesa rapida, prima
dell'assemblea di Cai, fissata per oggi anche se l'amministratore delegato,
Rocco Sabelli, aveva precisato di non voler contingentare i tempi del negoziato
perchè l'offerta vincolante scade il 31 ottobre. Resta confermato l'obiettivo
di poter far decollare la nuova Alitalia il primo
dicembre. Sabelli ha puntualizzato che gli accordi sottoscritti a palazzo Chigi
sono immodificabili, ha presentato ai sindacati un documento in tre cartelle in
cui viene sostanziato lo schema dei criteri di scelta e dei contratti. La
stesura dell'ultimo testo presenta qualche modifica rispetto a quello
originario, pur restando inalterati almeno due capisaldi, cioè il blocco delle
assunzioni per tutti coloro che, oggi dipendenti della vecchia Alitalia, hanno o avranno i requisiti per maturare la
pensione nell'arco dei prossimi sette anni in cui resteranno la cigs e la
mobilità. E poi dovrebbero restare fuori coloro che hanno una anzianità
aziendale più bassa. Vale a dire i giovani. Il piano Cai prevede oltre 12.000
assunzioni (1.550 piloti, 3.300 assistenti di volo, 7.150 dipendenti di terra).
In particolare, le assunzioni saranno distribuite come segue: a Torino 225
assunzioni (48 piloti, 100 assistenti, 77 lavoratori di terra); a Venezia 189
(48 piloti, 100 assistenti, 41 lavoratori di terra); a Napoli 404 (95 piloti,
200 assistenti, 109 terra); a Catania 310 (48 piloti, 100 assistenti, 162
terra), A Fiumicino 9.082 (978 piloti, 2.100 assistenti, 6.004 terra); a
Malpensa 1.343 (333 piloti, 710 assistenti, 310 terra). Inoltre sono previste
447 assunzioni in vari scali di cui 394 handling, 40 incaricati di terra, 9
incaricati per le vendite e 4 per il call center. I sindacati hanno ottenuto
chiarimenti sulla possibile esclusione di lavoratori che usufruiscono di
benefici previsti dalla legge come nel caso di lavoratrici madri esentate dal
turno di notte e di quei lavoratori che possono ricorrere a permessi speciali a
causa di gravi patologie. L'azienda poi non assumerà lavoratori part time: chi
lavora oggi ad orario ridotto potrà essere assunto ma solo a tempo pieno. Altro
tema delicatissimo quello dei contratti. Vero è che l'accordo di palazzo Chigi
prevede uno schema predefinito. Ma è altrettanto vero che i contenuti
dettagliati dovranno essere ancora discussi e approfonditi. E poi c'è il
capitolo Air One il cui contratto non era stato preso in considerazione
dall'intesa raggiunta tra Cai, governo e sindacati. I dipendenti di Carlo Toto
hanno uno status contrattuale diverso. L'Enac ieri ha comunicato che Cai lo
scorso 23 ottobre ha presentato domanda per il rilascio del certificato di
operatore aereo (Coa) e il giorno successivo la richiesta per ottenere la
licenza di esercizio. Sul fronte delle alleanze resta aperta la partita tra Air
France e Lufthansa anche se le ultimissime voci parlano di Parigi in pole
position. Gli interessati tuttavia glissano: continuano a parlare di «interessamento»,
ma è chiaro che per presentare offerte concrete aspetteranno l'esito
dell'assemblea Cai e, soprattutto, il termine della partita con i sindacati.
( da "Tempo, Il" del 28-10-2008)
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Alitalia, ultimo
scoglio per decollare Filippo Caleri f.caleri@iltempo.it Il decollo della nuova
Alitalia secondo la Cai
sarà con 12 mila assunzioni. Nella serata di ieri la cordata degli imprenditori
pronta a rilevare la compagnia ha scoperto le ultime carte ai sindacati prima
dell'assemblea dei soci che trasformerà la società da srl a spa. Secondo il piano presentato, fra
gli assunti ci saranno 1.550 piloti, 3.300 assistenti di volo e 7.150
lavoratori di terra. In tutto 12 mila addetti. Saranno oltre 9.000 quelli che
insisteranno sulla base di Fiumicino mentre 1.300 graviteranno attorno agli
scali milanesi. Nel dettaglio, per lo scalo romano, saranno assunti 9.082
dipendenti di cui 978 piloti, 2.100 assistenti di volo e 6.004 lavoratori di
terra. Su Milano verranno, invece, presi 1.343 dipendenti di cui 333 piloti,
700 assistenti di volo, 310 lavoratori di terra. La compagnia che sorgerà dalle
ceneri della vecchia compagnia si articolerà, poi, su sei basi operative:
Torino, Venezia, Napoli, Catania, Roma e Milano. All'aeroporto di Torino
resterebbero 48 piloti, 100 assistenti di volo e 77 addetti alle operazioni di
terra. A Venezia dovrebbero essere destinati 189 dipendenti della «Nuova Alitalia»: 48 piloti, 100 assistenti di volo e 41 addetti
alle operazioni di terra. A Napoli dovrebbero andare 404 persone: 95 piloti,
200 assistenti di volo e 109 dipendenti di terra. A Catania sono destinati 310
dipendenti: 48 piloti, 100 assistenti di volo e 162 addetti alle operazioni di
terra. Quanto ai dirigenti questi dovrebbero essere 60 mentre 447 addetti
sarebbero sparsi nei vari scali con le diverse mansioni: 394 per le operazioni
di handling, 40 per incarichi tecnici, mentre 13 persone sarebbero incaricate
delle vendite (9 dipendenti) e del call center (4 addetti). Su questi numeri la
Cai tenta la stretta finale con i sindacati per raggiungere un accordo su
contratti e criteri di selezione del personale a poche ore dall'assemblea dei
soci convocata per oggi alle 15. I vertici di Compagnia Aerea Italiana puntano
a raggiungere un risultato che, se non la firma finale, sia almeno un accordo
di massima che consenta all'assemblea di dare il via libera all'offerta
vincolante per una parte di Alitalia, in modo da
poterla presentare il 31 ottobre al commissario straordinario Augusto Fantozzi.
L'obiettivo non appare semplice ma Cai ha già avvertito che senza l'intesa non
presenterà l'offerta. Che è subordinata anche al via libera Ue al prestito
ponte da 300 milioni e alla discontinuità tra la vecchia e la nuova compagnia
aerea. Dopo che la settimana scorsa è stata sondata la prospettiva di sinergie
con Air France-Klm, questa settimana tecnici di Cai, Alitalia
e AirOne approfondiranno le potenzialità di Lufthansa. La settimana prossima
sarà la volta di British Airways in vista di una scelta del partner straniero
che dovrebbe avvenire, quindi, intorno alla metà di novembre. Oggi l'assemblea
Cai è chiamata a varare la trasformazione in spa, l'aumento di capitale da
almeno un miliardo, l'offerta vincolante, ad approvare lo statuto e a nominare
cda e collegio sindacale. I sedici soci potrebbero accogliere anche nuovi
ingressi. Il presidente di Cai, Roberto Colaninno - in un'intervista al Corsera
- ha confermato che tutti i soci resteranno e che ne arriveranno altri perché
«la crisi è pesantissima ma non è qui che sta finendo il mondo, passerà».
( da "Messaggero, Il" del 28-10-2008)
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Martedì 28 Ottobre
2008 Chiudi di ADONIS NAPOLI sarà ancora aria buona tra Alessandria e Beirut e cosa
è questo tempo è come se brandisse una feroce scure ansiosa di colpire il volto
dell'Oriente e così forse anche Roma non recupera il suo ruolo. Francesca al
treno e poco dopo Francesco all'aeroporto Automobili saltano una sull'altra il
rosso è verde non dice questa miniera che l'infinito è luce di candela che
infrange i raggi nell'angolo del senso. Ho detto che il caffè non era buono
arrivederci Francesco Volano le vie varco la porta da cui uscirò verso l'aereo Scopro di non aver registrato la valigia non prendo posto
sull'aereo ritorno Qui l'Alitalia Lì la Lufthansa conduce, oh le vie a settant'anni sono ancora un
bambino. Dio cosa mi fai cosa faccio a me stesso. Ogni volta che avanzo negli
anni cresce in me il sentimento di fanciullo senza esperienza senza conoscenza
soprattutto in viaggio. Ho sempre bisogno di chi mi prende per mano ad
ogni partenza. I miei passi si confondono i miei occhi si smarriscono. Sento di
dover chiedere sempre il dove e il come a chi mi guida. Come se mi abitasse il
timore di perdermi di salire sull'aereo che non è il mio o su di un treno che
mi porta dove non vado. Forbici per le unghie Un'altra forbice per la carta
della grandezza delle dita "Non partono per Monaco, con te" Disse la
poliziotta italiana. Come ha potuto vedere un rapinatore in me, nato rapito.
Nella sala da cui uscirò verso l'aereo, seduto non so cosa fare. Sono simile,
estenuante, alle vie che in me volano. Così ho preso a scrivere quel che
leggete adesso, lettore (ti prego di non essere anche sbirro). Volano le vie,
ancora ma attorno alla statua del Cristo velato nella cappella di Sansevero No,
non leveremo il velo dal significato. Può forse uscire un uomo solo da due
pietà? (traduzione di Francesca Corrao)
( da "Manifesto, Il" del 28-10-2008)
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L'AFFONDO DI
FAMIGLIA CRISTIANA «Il governo ritiri il decreto» Il fronte anti-Gelmini
incassa due sostegni importanti nel mondo cattolico. Il primo è quello di
Comunione e liberazione, il secondo arriva da Famiglia cristiana. Ma subito a
frenare arriva la Cei, per bocca di mons. Diego Coletti: «È una scelta
difficile procedere su questi problemi a colpi di decreti legge, ma dall'altra
parte mi sembra inutile se non addirittura dannoso intervenire agitando le
piazze». Famiglia cristiana va invece giù duro. «Non chiamiamo riforma un
semplice taglio di spesa» è il titolo dell'editoriale. «Nel mirino c'è una
legge approvata di corsa, in piena estate. La dicitura è roboante: riforma
della scuola; più prosaicamente contenimento della spesa, a colpi di decreti,
senza dibattito e un progetto pedagogico condiviso da alunni e docenti. Non si
garantisce così il diritto allo studio: prima si decide e poi, travolti dalle
proteste, s'abbozza una farsa di dialogo. Il bene della scuola (ma anche del
Paese) richiede la sospensione o il ritiro del decreto Gelmini. Per senso di
responsabilità», scrive il settimanale. E ancora: «Un Paese che guarda al futuro
investe nella scuola e nella formazione, razionalizzando la spesa, eliminando
sprechi, privilegi e baronie nonché le allegre e disinvolte gestioni. Ma i
tagli annunciati sono pesanti: all'università arriveranno 467 milioni di euro
in meno. Nei prossimi cinque anni il Fondo di finanziamento
si ridurrà del 10%. Solo il 20% dei professori che andranno in pensione verrà
sostituito. Come dire: porte chiuse all'università per le nuove generazioni».
«Un Paese in crisi trova i soldi per Alitalia e banche: perché non per la scuola?»
( da "Corriere della Sera" del 28-10-2008)
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Corriere della Sera -
NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-28 num: - pag: 6 categoria:
REDAZIONALE L'industriale Barilla: non torniamo allo Stato pigliatutto DAL
NOSTRO INVIATO TEL AVIV — «La situazione è molto difficile. Abbiamo visto i
consumi ad agosto scendere parecchio. E ci occupiamo di un genere come la
pasta. Qualcosa si è recuperato tra settembre e ottobre. Ma c'è poco da
scherzare. In settori come edilizia, elettrodomestici, sono in molti miei
colleghi imprenditori a essere preoccupati. Vedo inoltre un rischio: le forti
ingerenze e gestioni poco professionali di alcuni provvedimenti che, ammantati
di populismo e da tutela del consumatore, in realtà possono far fare al Paese
un salto nel passato, quando esisteva ancora lo Stato Pasticciere». Guido
Barilla ha appena terminato di parlare a una conferenza apparentemente
eccentrica rispetto a quanto il mondo occidentale sta vivendo. Partecipa a Tel
Aviv a una sessione di discussione sull'Agricoltura come strumento di pace,
nell'ambito del convegno per il decimo anniversario del Centro Peres per la
pace. L'azienda controllata dalla sua famiglia e della quale Guido Barilla è
presidente ha condotto un progetto di coltivazione del grano nel deserto del
Negev. Ma anche qui, tra centinaia di delegati che arrivano dalla Palestina
all'Egitto, da Israele agli Usa, a preoccupare è il fatto che la crisi
finanziaria possa fare da freno, come ha spiegato settimana scorsa l'ex
presidente Bill Clinton, all'impegno contro la fame nel mondo e per la pace.
Proprio perché la situazione è difficile il governo si sta muovendo
velocemente. Bisognerebbe essere preoccupati del contrario, guardi Francia,
Germania e via dicendo. Teme uno Stato Banchiere? «Si deve distinguere. In
termini generali mi sembra di capire che ci si stia muovendo come gli altri
governi, nella norma. Anche se si comprende molto poco di questa crisi che sa
molto di crisi di fiducia. Difficile dire se si dovesse salvare o meno Lehman,
se si debba ora intervenire in questa o quella banca. Draghi ci dice che la
nostra situazione è migliore di altri ad esempio». E allora cosa le fa dire che
si rischia di tornare allo Stato Pasticciere, allo Stato interventista che
culminò nell'acquisto di società che producevano panettoni e merendine.
«Guardi, io parlo delle cose che so. Mi risulta che sia allo studio del governo
un decreto, quindi un provvedimento immediato, che ad esempio impone che sulle
etichette dei prodotti alimentari sia indicata la provenienza anche delle
materie prime». Non sembra così scandaloso. «Eppure è una sciocchezza populista
che rischia di frenare e fermare quel made in Italy del quale siamo tanto
orgogliosi. Vale a dire quella capacità, a partire da un Paese che non dispone
di materie prime in grandi quantità e qualità come il nostro, di selezionare e
trasformare il meglio che c'è nel mondo. Frenare anche questo settore, è
l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno». Sia più esplicito… «Sarebbe un
provvedimento folle e stupido. Pensi a chi miscela caffè e magari mette assieme
materie prime provenienti da decine di Paesi. O a noi che per rendere la pasta
di migliore qualità usiamo grano che possiamo coltivare solo in Arizona. Cosa
si dirà che non siamo più Made in Italy? E l'olio e il vino? Quello che temo è
che pur di fare, di voler mostrare che si è attivi, si finisca per essere
approssimativi e poco professionali nella gestione di temi complessi. Un
interventismo che può essere molto pericoloso e a danno dell'industria, del
Paese e dei consumatori ». Però l'industria è la prima a chiedere aiuti… «Sì,
ma anche lì, smettiamola di correre in soccorso solo di chi urla di più o fa
meglio lobby. Non si devono dare aiuti mirati a questo o a quel settore. E'
evidente che ognuno ha problemi, ce l'ha l'auto come il tessile, come la
manifattura in genere ». Niente aiuti quindi. Non male per un industriale. «è
diverso. Si deve agevolare l'impresa, si deve procedere per incentivi, con
misure fiscali. Facendo in modo che vengano premiate le aziende che innovano
nei prodotti, nei processi, che puntano allo sviluppo». Ma Confindustria si fa
sentire, si è mossa bene? «Emma Marcegaglia eredita Confindustria in un momento
non facile e dopo la gestione efficace di Luca Montezemolo che si è mosso tra
due governi. In queste cose conta anche la fortuna. E per Emma che conosce bene
la macchina confindustriale la congiuntura è tutt'altro che semplice. Mi è
molto piaciuto che abbia espresso una posizione netta sugli aiuti tenendo conto
degli interessi di tutte le imprese, grandi o piccole che fossero. E dicendo
che non esistevano rottamazioni di questo o quello, aiuti a un settore
piuttosto che a un altro». Questo sul fronte dello Stato. Ma le imprese
lamentano anche una difficoltà nell'accesso al credito. «Per quello che ci
riguarda siamo stati anche fortunati, abbiamo infatti rinegoziato una linea di
credito importante ancora nella primavera del 2007 quando la crisi era ben
lontana dall'essere avvertita. La cessione di Gran Milano che ci ha permesso di
focalizzarci sul nostro business ci ha fornito ulteriori mezzi». Le banche
stanno insomma negando il credito che serve? «Premesso che non faccio il
banchiere e quindi non voglio insegnare nulla a nessuno. Da imprenditore devo
dire che in questi anni come azienda anche con situazioni estremamente
difficili, come quella trovata al momento dell'acquisizione di Kamps in
Germania, abbiamo capito che si deve stare sempre più legati al proprio
business». E i banchieri non l'hanno fatto… «Non generalizzerei. Direi che le
banche dovrebbero essere più vicine al capitale, dove si crea ricchezza, alle
aziende. Diciamo che non sempre si incontrano banchieri in grado di assistere,
fare le domande giuste sul business, entrare nel merito delle attività di
un'azienda che vuole crescere o che ha bisogno. Anche questo significa rimanere
focalizzati sul business. La finanza ha preso la mano». Anche lei pensa che i
banchieri andrebbero puniti? «No, non i banchieri, ma il comportamento
scellerato di alcuni sì. Per il resto abbiamo bisogno di bravi banchieri che
sono fondamentali per lo sviluppo di un Paese. In Italia ce ne sono e vanno
ringraziati quelli che capiscono un progetto, lo sostengono o lo affinano.
Quelli che hanno una visione del business sano e costruttivo e quindi vicini
alle aziende». Una vicinanza che un tempo c'era nel vostro caso. Addirittura
Alessandro Profumo era nel consiglio Barilla fino a non molto tempo fa.
«Anch'io ero in quello del Credito italiano, ma decisi di uscire. E poi anche
Profumo quando nel 2003 ci fu lo scandalo Parmalat scelse di non fare più parte
del consiglio dell'azienda per evitare qualsiasi conflitto di interessi.
Ripeto, credo che oggi più che mai si debba essere concentrati sul proprio
business. Pur rispettando le scelte altrui, noi non
procederemo credo più a diversificazioni che ci allontanino dal nostro core
business. Mi fa strano una cordata come quella dell'Alitalia». \\ Al decennale del Centro Peres «Le banche? In questo momento
sostengano di più le imprese» Imprese e banche Guido Barilla Daniele Manca
( da "Corriere della Sera" del 28-10-2008)
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Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2008-10-28 num: - pag: 10 categoria: REDAZIONALE
Scuola «Famiglia Cristiana» attacca il decreto. Ma la Cei: dannoso intervenire
agitando la piazza Sindacati contro la Gelmini Inni al Duce, il corteo si
spacca Assedio al Senato dei manifestanti. Di Pietro: sono la diga
anti-dittatura ROMA — Le è bastato citare come esempio da seguire Barack Obama
per finire in mezzo a un fuoco di polemiche. Ma anche le dichiarazioni
sull'imminente sciopero generale nella scuola, definito dal ministro Gelmini
nella sua intervista al Corriere, «il solito vecchio rito di chi difende
l'indifendibile » hanno scatenato dure reazioni da parte dei sindacati. «Non è
una gita fuori porta, ma un sacrificio per i lavoratori che perdono un giorno
di stipendio » hanno replicato insieme ad esponenti dell'opposizione. Sergio D'Antoni,
vicepresidente della commissione Finanze della Camera, quelle della Gelmini
sono «parole di un' arroganza e di una gravità inaudita: lo sciopero è un
diritto riconosciuto dalla Costituzione ». Stessa posizione del segretario
dell'Ugl, Mascolo. Per quello della Cisl scuola, Scrima, la Gelmini «rifiuta
l'ascolto e il dialogo». Dietro «lo sciopero di giovedì — assicura Di Menna,
della Uil — ci sono obiettivi chiari e concreti e un fortissimo disagio». Il
ministro «lancia messaggi propagandistici » secondo Di Meglio segretario
nazionale della Gilda. Tutto questo mentre nella Capitale va «in onda»
un'inedita alleanza di kefiah e teste rasate, stelle rosse e magliette nere che
fermano il traffico del centro. Forte tensione e qualche spintone solo dopo che
qualcuno con il riflesso condizionato, in piazza Venezia, invoca il Duce. Il
corteo si divide ma alla fine arrivano insieme. L'onda intera si incanala nella
Corsia Agonale, la strada che da piazza Navona sbocca davanti al Senato. Trova
una sponda insperata in Famiglia Cristiana, il settimanale dei paolini che
negli ultimi mesi ha aumentato la voga antigovernativa, che ha chiesto con
forza «la sospensione o il ritiro» del decreto puntando l'indice contro i
privilegi che «squalificano il Parlamento». «Un Paese in
crisi trova i soldi per Alitalia e banche: perché non per la scuola?», si è domandata. «Si
richiedono sacrifici alle famiglie, ma costi e privilegi di onorevoli e
senatori restano intatti ». Su tutt'altra posizione, però, il responsabile
scuola della Conferenza episcopale, Diego Coletti, vescovo di Como intervistato
da Radio Vaticana. «Il problema dei risparmi è certamente sul tavolo ed
è ineccepibile », sottolinea monsignor Coletti, per il quale «bene ha fatto il
ministro» a porre questioni come quella del «maestro unico ». In ogni caso,
secondo il vescovo, per risolvere i problemi della scuola italiana, risulta
«inutile se non addirittura dannoso intervenire agitando le piazze». Anche il
presidente Schifani, da Palermo, ha speso parole di dialogo: «Tutte le volte in
cui si cerca di riformare la scuola ci sono sempre state proteste nel nostro
Paese, poi però si è sempre trovato un momento di sintesi», ha detto la seconda
carica dello Stato, «fiducioso» che la Gelmini manterrà l'impegno per un
confronto con gli studenti. I ragazzi hanno annunciato che forse dormiranno
davanti al Senato questa notte, aspettando che l'Aula ricominci a discutere,
per poi votare, domani, il decreto, proprio alla vigilia dello sciopero
generale. In ogni caso, comunque, si va verso il «sì» (definitivo «e senza
modifiche», come ha annunciato il capogruppo Pdl alla Camera, Cicchitto) al
provvedimento, mentre crescono i gruppi di studenti su Facebook e sui siti che
appoggiano il ministro. D'Alema ha ribadito che se il decreto non viene
ritirato non è possibile il dialogo, ma oggi a Palazzo Madama ci si aspetta
qualche colpo di teatro soprattutto da parte del partito di Di Pietro. Ieri il
senatore dell'Idv Pedica è riuscito a calare uno striscione «Siamo con voi» da
una finestra che affaccia proprio sopra l'ingresso principale. E l'ex pm, a
Milano, ha varcato di persona i portoni della Statale proclamando che gli
studenti «sono la diga contro questo straripare dittatoriale». M.Antonietta
Calabrò
( da "Corriere della Sera" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Corriere della Sera -
NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-28 num: - pag: 28 categoria:
REDAZIONALE Il salvataggio Convocata oggi l'assemblea della cordata
Intesa-Colaninno Alitalia, duello
sugli esuberi Cai chiama gli azionisti Sfida sui criteri di assunzione dei 12
mila dipendenti I sindacati chiedono il congelamento degli attuali requisiti di
pensione. Al via l'aumento da un miliardo ROMA — Si annuncia più lunga del
previsto la trattativa tra la Compagnia aerea italiana (Cai) e i sindacati sui
contratti della Nuova Alitalia e i criteri di assunzione, iniziata ieri alle 19 e
aggiornata a domani. Ma intanto oggi pomeriggio, a Milano, i 16 soci di Cai
(più i nuovi ingressi) delibereranno comunque l'aumento di capitale da un
miliardo e la trasformazione in società per azioni, decisioni necessarie se si
vogliono ottenere in tempo utile le licenze di volo già chieste. Quanto
all'offerta definitiva, resta subordinata all'accordo sindacale: in mancanza di
un'intesa, anche solo di massima, oggi l'assemblea potrebbe deliberare
l'offerta subordinandola all'accordo futuro oppure rinviarla al 31 ottobre. Tra
i sindacati è circolata l'ipotesi che il termine possa slittare a metà
novembre, a ridosso del verdetto Ue. Ma il commissario Augusto Fantozzi vuole
un'offerta entro fine mese, anche senza intesa sindacale. Intanto il confronto
è partito in salita: prima di affrontare i contratti, l'amministratore di Cai,
Rocco Sabelli, ha presentato un documento sulle assunzioni nella Nuova Alitalia che saranno 12 mila (9.082 a Roma): 1.550 piloti,
3.300 assistenti di volo e 7.150 lavoratori di terra. Ma è sorto un problema:
il governo non ha bloccato, secondo quanto richiesto dai sindacati,
l'applicazione della riforma previdenziale in base alla quale, da qui a 7 anni,
si potrà andare in pensione a 62 anni. In questo modo oggi in Alitalia i pensionabili sarebbero solo i lavoratori dai 55
anni in su. Se invece il governo congelasse la riforma, l'età pensionabile
resterebbe l'attuale: 58 anni. I pensionabili sarebbero dai 51 anni in su. Il
mancato intervento del governo ridurrebbe la platea pensionabile, immaginata
finora dai sindacati, a un terzo. Tutte le sigle sono insorte. Intanto a Milano
ieri il sindaco di Milano, Letizia Moratti, il presidente di Sea, Giuseppe
Bonomi, e della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, hanno chiesto agli
esponenti della maggioranza di premere su Cai affinché non venga penalizzata
Malpensa e l'alleato scelto sia Lufthansa. Il negoziato Roberto Colaninno (Cai)
e Fabio Berti (Anpac) Antonella Baccaro
( da "Tempo, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
stampa Ancora un
anno da leader per Eni. Che continua, anche nel ... Ancora un anno da leader
per Eni. Che continua, anche nel 2007, a detenere il primato fra le aziende
italiane grazie ad un fatturato pari a 87,2 miliardi e utili per 10 miliardi.
Di fatto, nella consueta classifica stilata dall'Ufficio Studi di Mediobanca le
prime sette posizioni, rispetto al 2006, rimangano inalterate. E così, per
ricavi, si confermano sul podio, rispettivamente in seconda e terza posizione,
Fiat (58,5 mld) e Enel (42,6 mld) Seguono, quindi, Telecom, Gse (gestore
servizi elettrici), Finmeccanica ed Esso. Scala posizioni la galassia che fa
capo a Gilberto Benetton. Per quanto riguarda gli utili la
maglia nera spetta ad Alitalia con una perdita di 495 milioni. La fotografia scattata
nell'edizione 2008, la 43esima, dallo studio su «Le principali società
italiane», curato dall'Ufficio Studi di Piazzetta Cuccia tiene conto di 3.721
bilanci. Nelle prime dieci posizioni, così come era avvenuto nell'edizione
2007, si evidenzia qualche piccolo aggiustamento a partire dell'ottavo
posto, quest'anno guadagnato da Erg che scalza Poste Italiane (9/a) e che, a
sua volta, fa retrocedere al decimo posto Riva Fire. Guadagna, invece, nove
posizioni Pirelli (dalla 24/ma alla 15/ma) trainata dall'incremento delle
vendite nel real estate. Bmw (da 42/ma a 36/ma) e Marcegaglia (da 38/ma a
32/ma)-
( da "Messaggero, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Martedì 28 Ottobre
2008 Chiudi Un documento di programmazione finanziaria «lacunoso in un punto
fondamentale: sviluppo ed economia», ma anche «poco chiaro sull'avvio delle
opere pubbliche». Umberto Marroni, capogruppo del Pd in consiglio comunale,
boccia il Dpf presentato ieri dal sindaco Gianni Alemanno alle parti sociali. E
annuncia che il Pd presenterà un proprio testo, in cinque punti, che sarà
discusso in commissione e in consiglio comunale. Marroni, ieri la bozza del Dpf
del Comune è stata consegnata anche all'opposizione di centrosinistra. Come la
valutate? «Sostanzialmente questo documento è lacunoso su sviluppo ed economia,
ossia sui temi che sono in questo momento in testa all'agenda del Paese. Serve
più chiarezza sull'avvio delle opere pubbliche e sui piani di zona di edilizia
residenziale pubblica già avviati». Nel Dpf si parla anche di razionalizzazione
delle spese, a partire dalla macchina amministrativa comunale. Un'esigenza di
cui si parla da tempo. «Nel documento si parla di tagli, soprattutto sul fronte
dei dirigenti, ma il vero problema è far funzionare la macchina capitolina: da
sei mesi non viene elaborata una delibera, e questo mi sembra un problema
serio. Lo dico perché anche noi, quando eravamo maggioranza, ci siamo scontrati
con le difficoltà derivate dalle carenze dell'organico». Un altro tema caldo è
quello della mobilità: nel Dpf si parla sia del trasporto pubblico, sia del
privato. Le misure previste le sembrano adeguate? «Manca un vero impegno nella
cura del ferro e, soprattutto, non c'è una strategia sui grandi obiettivi della
mobilità. Il piano procede per "spot", con ben poche idee concrete.
Basti pensare che non c'è nulla sulla questione di Alitalia, che riguarda l'aeroporto e
l'economia di un intero quadrante della città». Dopo l'approvazione in giunta,
il documento approderà in commissione e, a stretto giro, nell'aula Giulio
Cesare. Quale sarà la vostra linea di condotta? «Noi stiamo preparando un
nostro testo, diviso in cinque capitoli: politiche sociali, casa, opere
pubbliche, ambiente ed energia, macchina amministrativa. Porteremo le nostre
proposte in consiglio e lì ci confronteremo con la maggioranza». Fa.Ro.
( da "Tempo, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia
stampa Il braccio di
ferro sul trasferimento dei voli da Ciampino Il sindaco al patron di Ryanair: «Ora
sta esagerando» L'amministratore delegato di Ryanair Michael O'Leary insiste
nel voler restare a Ciampino proponendo di spostare a Viterbo i voli cargo e
quelli militari, annunciando una campagna in proposito, ma questa volta la
replica del sindaco Marini è categorica. «O'Leary sta esagerando. L'Italia, per
la sua compagnia, è il secondo mercato dopo quello inglese, si accontenti di
fare l'ospite e non pretenda di essere l'unico interlocutore del governo
italiano sulla politica dei trasporti aerei. Viterbo — aggiunge — è stata una
scelta nazionale, condivisa dall'Ue. Non capisco a cosa miri. Non vorrei che tutto questo agitarsi sia finalizzato a fare
pressione per ottenere gli slot di Alitalia a Fiumicino, che fanno molto gola a Ryanair, visto che ne ha
chiesti venti». Ad avviso di Marini, la proposta di O'Leary di trasferire da
Ciampino a Viterbo solo i voli militari e di Stato, definiti i principali
responsabili dell'inquinamento, «è arrogante e offensiva». «Ma con chi
crede di avere a che fare — conclude — noi dovremmo essere disposti a prenderci
i voli più inquinanti per fare gli interessi di Ryanair? O ha capito male o non
ha proprio capito».
( da "Messaggero, Il" del 28-10-2008)
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Martedì 28 Ottobre
2008 Chiudi di FRANCESCA FILIPPI e di ANNA MARIA SERSALE ROMA - In cima al corteo
il Blocco studentesco. Tante teste rasate e magliette nere, alcune con scritte
in difesa dei Centri sociali di destra, del tipo "Casapound non si
tocca". Dietro, in coda, ci sono gli studenti antifascisti, kefiah e
stelle rosse. «E' una manifestazione apartitica e apolitica, senza firme nè
bandiere. Uniti contro la riforma Gelmini», dicono tutti. Partiti da piazza
della Repubblica si dirigono a piazza Navona. Si contano: «Siamo ventimila».
Per la questura sono poche migliaia. Ma all'improvviso qualcuno grida
"Duce, Duce..". Quella parola e i saluti romani non vanno giù ai
ragazzi della Rete. Scoppia la polemica. Qualcuno tenta una spiegazione. Hanno
detto "Salviamo il Duca", alludendo all'Istituto tecnico
professionale "Duca degli Abruzzi", ma a piazza Venezia i ragazzi
vicini all'Unione degli studenti decide di staccarsi e di non proseguire: «Non
ci stiamo, vogliamo prendere le distanze da eventuali strumentalizzazioni». Gli
studenti si spaccano. Ognuno per la sua strada. Solo pochi giorni fa Forza Nuova
aveva detto: «Anche noi siamo contro la Gelmini». Il corteo è organizzato dagli
studenti del IV Municipio, sono loro ad avere ottenuto l'autorizzazione della
Questura. «Ministro il cinque in condotta te lo diamo noi» e «No alla riforma,
gioventù al potere», alcuni degli striscioni, tra grida e cori da stadio. A
preoccupare gli studenti soprattutto i tagli. «Salvano Alitalia e salvano le banche - dice
Alessio, 16 anni, liceo Orazio - ma tagliano la scuola. E' questo che vogliono
fare? Distruggere il nostro futuro?». «Vogliono trasformare le università in
fondazioni private - sostiene un altro - del liceo Nomentano - ma l'università
deve essere garantita a tutti». Il corteo arriva a palazzo Madama,
scortato dalla polizia. Davanti al Senato i ragazzi chiedono di far salire una
delegazione di studenti per aprire una trattativa. Richiesta negata. Così la
protesta continua. Ma non siete stanchi di manifestare? «Lotteremo finché il
decreto non verrà ritirato». Studenti in piazza, come nelle previsioni. E sit-in
permanente davanti al Senato. Comunque, una parte della destra e della sinistra
sono rimaste insieme, condividendo gli stessi slogan: «Nel nostro futuro più
pubblico e meno privato». Ma anche: «La Gelmini non ci fermerà, salviamo la
scuola e le università»; «La città, se ci toccano il futuro noi blocchiamo la
città»; «Con questa riforma a scuola non si torna!». A gridare «giù le mani
dalla scuola» alunni dei licei Orazio, Aristofane, Tasso, Albertelli,
Nomentano, Russell e studenti universitari. «In Italia c'è un docente ogni 20
studenti, al di sotto della media Ocse, e il ministro vuole tagliare ancora il
numero degli insegnanti, uno ogni cinque» protesta Alberto Palladino, 21enne
iscritto alla Facoltà di Scienze Storiche a Roma Tre. «Noi non ce l'abbiamo con
la Gelmini - afferma Chiara O., 17 anni, dell'Albertelli - ma la sua non è una
riforma, è una mannaia». Tra loro si fa largo Vincenzo Vita, senatore Pd:
«Chiedono il ritiro del decreto e un tavolo di discussione. Noi faremo la
nostra parte».
( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)
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Pagina
24 - Economia Alitalia, in arrivo cinque nuovi soci per
Cai Oggi assemblea sull´aumento di capitale, ma la trattativa sui contratti è
in stallo Il confronto con i sindacati va avanti a oltranza. C´è tempo fino a
venerdì All´Enac la richiesta per la licenza di volo. Il partner estero avrà il 20%
LUCIO CILLIS ROMA - Trattativa sul filo tra Cai e sindacati mentre, nel
pomeriggio di oggi, l´assemblea dei soci deciderà sull´aumento di capitale da
un miliardo e darà il via libera all´offerta per Alitalia.
Nella serata di ieri, le nove sigle sindacali e i vertici di Compagnia aerea
italiana si sono confrontati sul nodo dei contratti che saranno applicati al
personale del nuovo gruppo. Dopo le frizioni dei giorni scorsi il dialogo tra
le parti è ripartito per poi incagliarsi nuovamente nella notte: la discussione
proseguirà nelle prossime ore fino alla firma di un accordo di massima oppure
in attesa del sì definitivo che l´ad Rocco Sabelli vuole incassare entro
venerdì, ultimo giorno utile per formulare l´offerta. I primi numeri emersi nel
corso dell´incontro sono questi: sui 12.500 dipendenti totali richiesti per far
decollare Alitalia, saranno oltre 9.000 quelli assunti
da Cai a Fiumicino e 1.300 quelli impiegati a Milano. Nello scalo romano
saranno assunti circa 980 piloti, 2.100 assistenti di volo e 6.000 dipendenti
di terra. A Milano verranno, invece, assunti, su 1.343 dipendenti, 333 piloti,
700 assistenti di volo, 310 lavoratori di terra. Oltre a queste due principali
basi, il piano messo a punto da Cai ne prevede altre quattro: a Torino
serviranno 225 dipendenti; a Venezia, sono previste 189 assunzioni. A Napoli,
la nuova Cai prevede di "arruolare" 404 dipendenti mentre a Catania i
dipendenti saranno complessivamente 310. Novità in arrivo anche nella cordata
di 16 soci. Cai prenderà a bordo altri 5 o 6 partner, al netto del vettore
estero che entro metà novembre uscirà allo scoperto mettendo sul piatto 200
milioni per una quota del 20%, in linea con quanto proposto da Lufthansa ma,
soprattutto, da Air France-Klm. Tra i nuovi entranti ci sarebbero, tra gli altri,
Enzo Manes (presidente di Intek), il finanziere Francesco Micheli, Maurizio
Traglio (oreficeria) e il gruppo Fontana (bulloni). La nuova Alitalia
dovrebbe partire lunedì 1 dicembre, come avrebbe suggerito il numero uno di Air
France-Klm, Jean-Cyril Spinetta, destinato a lasciare la propria carica
all´alba del 1 gennaio prossimo. Il tempo, dunque, stringe e proprio per
bruciare le tappe Cai ha presentato all´Enac la domanda per il rilascio del
Certificato di operatore aereo. La richiesta, spiega l´ente guidato da Vito
Riggio, è stata consegnata ufficialmente giovedì scorso mentre venerdì è stata
presentata la richiesta per ottenere la licenza di esercizio. Il dossier
dovrebbe chiudersi al massimo in due settimane. Il lancio della nuova compagnia
sarà preceduto a metà novembre dalla decisione di Bruxelles sull´operazione e
dall´ufficializzazione del nome del partner europeo.
( da "Giornale.it, Il" del 28-10-2008)
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n. 258 del
2008-10-28 pagina 4 «La Cai non penalizzi lo scalo di Malpensa» di Redazione
Lobby lombarda per difendere Malpensa e - con lei - i diritti di Lufthansa. Alla
vigilia dell'assemblea di Cai in programma per oggi, Regione Comune e Sea,
durante un vertice con i coordinatori dei partiti di maggioranza, spingono
perché le scelte di Cai non penalizzino lo scalo lombardo. Sintetizza
il governatore, Roberto Formigoni: «Speriamo che la nuova Alitalia si renda conto che il traffico
è al Nord e ci auguriamo che Cai scommetta sui nostri aeroporti». Sulla scia il
capogruppo azzurro in Regione, Paolo Valentini: «Non difendere Malpensa
significa non capire le vere dinamiche che guidano lo sviluppo». A
difendere le sorti dello scalo intervengono anche gli industriali. «La
liberalizzazione degli slot di Malpensa lasciati liberi è fondamentale» dice il
direttore generale, Antonio Colombo, durante un incontro tra Confindustria e i
parlamentari della Lombardia. L'orario Alitalia ha
ridotto pesantemente i voli e viene penalizzato anche il traffico low cost da
Malpensa, nonostante il presidente di Sea, Giuseppe Bonomi, abbia più volte
ribadito che il terminal due potrebbe operare proprio in questa direzione. Ma
soprattutto tarda ad arrivare la liberalizzazione dei cieli chiesta a più voci
da Milano e dalla Lombardia. Il timore è che Cai, per tutelare un'eventuale
alleanza con Air France, ottenga di proteggere i diritti bilaterali su
Fiumicino, bloccando così lo sviluppo di Lufthansa Italia, fondamentale per far
decollare Malpensa. La Lega è pronta alle barricate, An e Forza Italia in
Parlamento sono un po' in difficoltà per l'esigenza di conciliare gli interessi
di Fiumicino e Malpensa. Va all'attacco il presidente della Provincia (che è
azionista Sea), Filippo Penati, escluso dal vertice: «Bonomi riferisca
all'assemblea dei soci quali sono gli impegni che ha assunto nel corso del
vertice convocato dal sindaco Moratti. Con il piano di Cai, Malpensa sarà un
piccolo aeroporto regionale». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri
4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 28-10-2008)
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n. 258 del
2008-10-28 pagina 11 Brava Concita, hai ragione. Ecco l?Italia dei figli di
papà di Cristiano Gatti La De Gregorio sull?Unità si scaglia contro il Paese familista.
Ma dimentica i natali illustri dei leader Pd e dei suoi giornalisti
Maledizione, ce n?è voluta, ma finalmente qualcuno rompe il silenzio codardo e
si ribella. è un bel giorno, per questa nazione: si spalancano le finestre ed
entra una folata di aria fresca. Standing ovation per Concita De Gregorio, la
nuova direttrice de l?Unità: a poche settimane dall?insediamento già solleva
una questione odiosa, troppo a lungo taciuta, una vera emergenza che dura da
più di mezzo secolo, per fermarci soltanto alla storia della Repubblica. Queste
la parole che per tanto tempo abbiamo atteso, e che finalmente qualcuno ha il
coraggio di scrivere: «Viviamo in un paese familista, dove anche per fare il
netturbino, non solo il notaio, devi essere amico, meglio parente di qualcuno.
Marina Berlusconi entra in Mediobanca. Risulta difficile immaginare che sia per
meriti propri». Ovviamente l?esempio è scelto a caso. Non bisogna fermarsi
all?esempio: è il principio che conta. La questione mi trova particolarmente
sensibile. Per capire da che parte sto, devo fare un velocissimo riferimento
personale. Non sono figlio di qualcuno, sono figlio di un signor nessuno. Mio
padre, negli anni Cinquanta, s?è preso la briga di cercare lavoro in Australia,
quando l?Australia era l?Australia, non un nuovo paradiso per soggiorni chic.
Quaranta giorni di nave, per dire solo il viaggio. Io sono nato lì, mentre i
miei genitori lavoravano come negri, metafora niente affatto forzata, visto che
allora gli italiani erano i negri d?Australia. Quando, negli anni Sessanta, mi
hanno riportato nel loro Paese, facendolo diventare anche il mio, hanno
continuato a lavorare per pagarmi il liceo e l?università. Poi, persino loro ad
un certo punto hanno dovuto applicare il famoso comandamento che non sta scritto
su nessuna tavola: undicesimo arrangiarsi. E io, come i miei fratelli, in
qualche modo ci ho provato. Ciascuno ha preso la sua strada, la lunga strada
dei figli che non sono figli di. Chiudendo la parentesi familista, spero
risulti abbastanza chiaro quanto sia sincero il mio appoggio alla battaglia,
sollevata da quel gran pezzo di penna che indubbiamente è Concita De Gregorio.
Per noi che non siamo figli di qualcuno è un 25 aprile, una Primavera di Praga,
una caduta del Muro di Berlino. Adesso già pregusto le prossime puntate. Perché
se Marina Berlusconi dirige quel che dirige non certo per meriti suoi, non è
comunque la sola. Mettiamo pure che lei, nata in un?altra casa, adesso sarebbe
una pettinatrice (a naso, qualcosa mi dice che sarebbe comunque la migliore
pettinatrice del lombardo-veneto). Diamolo per chiarito, il caso Marina,
manager di livello mondiale sottratta alle messe in piega solo per una pura
botta di sedere. Sono certissimo però che adesso l?Unità, sferzata dalla sua
direttrice, darà seguito alla denuncia con il resto dello scandalo. Se al
momento non hanno idee, posso tranquillamente fornire qualche pista iniziale.
Altri nomi. A meno che. A meno che non mi si dica che sto solo servilmente
difendendo la padrona. In questo caso, credo avranno gioco facile ad umiliarmi
in pubblico, loro che lavorano in coscienza e non sono servi di nessuno. A
loro, schiavi soltanto della propria coscienza, risulterà molto semplice
dimostrare come tutti gli altri stiano dove stanno per esclusivi meriti personali
e per invidiabili qualità naturali. Cioè, in altre parole: Walter Veltroni non
è arrivato dove è arrivato solo perché figlio di Vittorio, storico dirigente
Rai, primo direttore del primo telegiornale. Massimo D?Alema non è quello che è
solo perché figlio di Giuseppe, funzionario Pci, deputato tra il ?68 e l?83.
Dario Franceschini non è Dario Franceschini solo perché figlio di Giorgio, tra
i fondatori della Dc e deputato negli anni Cinquanta. Rosa Russo Iervolino non
è la Iervolino solo perché figlia di Maria De Unterrichter, eletta alla
Costituente del ?46, deputato dal ?48 al ?63, più volte sottosegretario, nonché
di Angelo Raffaele Jervolino, a sua volta membro della Costituente, poi
deputato, senatore, ministro Dc. Matteo Colaninno non sta ai vertici Pd solo
perché figlio di Roberto, industriale, finanziere, nuovo padrone di Alitalia. Così Andreatta Junior, Filippo: non sta ai vertici
di Finmeccanica e del nuovo Pd solo perché figlio del compianto economista,
maestro di Prodi, Beniamino. Cristiano Di Pietro non è un nuovo capo
dell?Italia dei Valori solo perché figlio di Tonino. Luca Sofri, che scrive
anche su l?Unità, non è Luca Sofri soltanto perché figlio di Adriano. Daniela
Cardinale non ha raccolto quello che ha raccolto solo perché figlia di Salvatore,
deputato Dc dall?87 al ?94, poi ministro delle Comunicazioni nei governi
D?Alema e D?Amato. Bianca Berlinguer, mezzobusto Tg3, non sta lì solo perché
figlia di Enrico, glorioso segretario Pci. No: al contrario di Marina
Berlusconi, tutta questa gente – assieme ad altra che richiederebbe altre
pagine – sta lì soltanto perché s?è fatta una gavetta spaventosa. Costellata di
polvere, lacrime e sangue. Di più: come potrebbe spiegare la direttrice De
Gregorio, e come peraltro ha già spiegato la figlia di Veltroni, aspirante
regista, casa a New York, un sacco d?altre belle cose a poco più di vent?anni,
il cognome pesa. Una palla al piede. Un macigno che spiaccica. è durissima, la
vita del figlio di: vittima dell?invidia, deve continuamente guardarsi da gente
che mette i bastoni tra le ruote. Bisogna farcela “nonostante” il cognome,
questa la verità. Alle volte, noi senza un cognome, nemmeno ci rendiamo conto
della fortuna sfacciata che ci è capitata... Vogliamo chiuderla qui? Forse è
meglio per tutti. Si arriva al punto che la voglia di ironia sfuma nella
depressione totale. Anche perché, su questa piaga secolare del familismo
italiano, grava da sempre una sottilissima, ma insopportabile asimmetria. Provo
a dirla con parole mie, convinto d?interpretare il sentimento dei parecchi
italiani che non sono figli di qualcuno. Sì, forse le Marine Berlusconi stanno
dove stanno, sono quel che sono, solo a spese del papà: ma gli altri, quelli
che l?Unità non svergognerà mai, stanno dove stanno a spese della collettività.
E questo, se la direttrice Concita non si offende, disturba un po? di più. ©
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( da "Giornale.it, Il" del 28-10-2008)
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n. 258 del
2008-10-28 pagina 13 E Tonino il contadino riesce a ingarbugliarsi persino sui proverbi
di Marco Zucchetti Il capo dell'Idv parla sempre per metafore. Ma spesso non
c'azzecca: «Berlusconi? Vende fiori agli eschimesi» CRIPTICO «Non si può
distruggere il bicchiere con le impronte dell'assassino» Se ne stanno seduti e
ripetono che «il motto degli antichi mai mentì». Uno commerciava lupini nei
«Malavoglia» di Verga, l'altro ha fondato un partito sui modi di dire. Uno
stava nella Casa del Nespolo, l'altro è entrato in Parlamento insultando la
Casa delle libertà. Padron 'Ntoni e Antonio Di Pietro, re dei detti italiani.
Il Libro dei Proverbi di Tonino si arricchisce di altre due immagini: «Il Pd è
un piatto di pastasciutta. L'Idv è un piatto di pastasciutta col formaggio». E
Berlusconi? «È come la volpe con l'uva». Tavola e favola. Ma in quindici anni
di eloquenza rurale si trova di tutto. Si comincia col mosto, quando in
tribunale «riempire la damigiana» era sinonimo di tangente. Poi venne la
politica. «Tutti vorrebbero la botte piena e la moglie ubriaca, ma ora più di
un calice di vino non si può avere». Colpa di Scalfaro, che nel '98 secondo
Tonino dava «un colpo al cerchio e uno alla botte». Ma non si beve a stomaco
vuoto. E dunque via con i detti gastronomici. Era il 2000 e l'attacco al Polo
era duro: «Voi vendete fumo, noi buon arrosto». E poi «basta con i candidati
che se non è zuppa è pan bagnato!». E sul pane non vogliamo metterci un filo
d'olio? «Certo, se nell'olio extravergine dell'Ulivo si dovesse formare la
morchia, noi dell'Idv saremo la crivella che aiuta a purificarlo». Dopo pranzo,
igiene dentale: «Guarda allo stuzzicadenti e non alla trave». Le bestie, specie
se da soma, sono sempre gradite. Era il 1999 e Di Pietro rinsaldava l'amicizia
con Prodi: «Tutti vorrebbero che cascasse l'asino». I somari gli stanno
simpatici, tanto da tirarli per le orecchie anche parlando di Berlusconi: «Si
lamenta delle tv? È il bue che dà del cornuto all'asino». Come dimenticare poi
il pollame? «Non sono riuscito a risolvere l'enigma dell'uovo e della gallina -
diceva a proposito di Mani Pulite -. Se a cominciare siano state le imprese o i
politici». Ultima chicca del bestiario: «Le cicale della politica cincischiano,
noi formiche del referendum lanciamo il cuore oltre il partito. Il dado è
tratto». En plein! In una tesi, il suo cocktail di genuinità e ammiccamenti lo
definiscono sermo humilis. Parlar chiaro, a costo di risultare una macchietta
cleptomane sempre pronta a rubacchiare dalla cultura nazionalpopolare. Un
Trapattoni togato, dato che su Autostrade ricorse pure al mitico «non dire
gatto se non ce l'hai nel sacco». A Tonino non ne scappa uno. La Finanziaria
2004? «La montagna che ha partorito un topolino». Le elezioni perse da Rutelli?
«Cavallo che perde, si cambia». Nel '98 la bacchettata fu per il
centrosinistra, dove «sull'indipendenza della magistratura c'è chi predica bene
e razzola male». Sui casi dei magistrati Forleo e De Magistris invece
l'avanguardia superò il proverbio: «Qui hanno fatto scomparire direttamente la
luna e ci hanno lasciato solo il dito da guardare». Buona visione. Le ruvidezze
dialettiche sono diventate la sua cifra stilistica, tanto che Gasparri non
gliela perdonò: «Dire proverbi in tv è un esercizio da Frate Indovino, non da
leader politico». Eppure Berlusconi su Falcone «fa come il diavolo che si
dichiara all'acqua santa» e «vuole vendere fiori agli eschimesi» (?); i
militari in città sono «una lavata di faccia con l'acqua sporca» e il rapporto
tra Idv e Pd si riassume così: «Non vogliamo fare la pecora che segue il
pastore, ma il pastore che con altri pastori indica la strada e guida. E se
serve fare il cane che manda via i lupi». Grande slam. Questo comunque il podio
proverbiale. Bronzo: «Su Alitalia non fasciamoci la testa prima di essercela rotta. A volte capita
di andare al mercato e trovi solo quello che vende i fagioli. Ma se vedi che
non conviene non li compri». Argento: «Il prete deve uscire dalle chiese e
cercare i fedeli nelle campagne. Voi di centrosinistra siete preti,
spretati o solo sagrestani?». Oro: sul suo sito «rompere le uova nel paniere»
venne tradotto in inglese all'amatriciana con il letterale ed illetterato
«break the eggs in the basket». Congratulations, Anthony Of Peter! © SOCIETà
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( da "Giornale.it, Il" del 28-10-2008)
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n. 258 del 2008-10-28 pagina 24 Alitalia alla stretta finale, Cai vuole 12mila assunzioni di Redazione Ore
decisive per la trattativa con i sindacati: oggi l'assemblea deve dare l'ok
all'offerta vincolante Cai alla stretta finale con i sindacati. Iniziate in
serata, le trattative per raggiungere un accordo su contratti e criteri di
selezione del personale sono continuate per tutta la notte. Cai prevede
12mila assunzioni per la nuova Alitalia, circa 450
persone in meno rispetto a quanto preventivato dalle prime versioni del piano
presentato ai sindacati: 1.550 piloti, 3.300 assistenti di volo e 7.150
lavoratori di terra. Fiumicino fa la parte del leone con oltre novemila
assunti: a Milano saranno 1.300. Oltre a queste due principali basi operative,
il piano messo a punto da Cai ne prevede altre quattro: Torino, Venezia, Napoli
e Catania. I vertici di Compagnia Aerea Italiana, con l'ad Rocco Sabelli,
puntano a raggiungere almeno un accordo di massima che consenta all'assemblea
dei soci, oggi pomeriggio, di dare il via libera all'offerta vincolante per una
parte di Alitalia, in modo da poterla presentare il 31
ottobre al commissario straordinario Augusto Fantozzi. L'offerta è subordinata
anche al via libera Ue al prestito ponte da 300 milioni ed alla discontinuità
tra la vecchia e la nuova compagnia aerea. Oltre all'offerta,l'assemblea Cai è
chiamata a varare la trasformazione in spa, l'aumento di capitale da almeno un
miliardo, ad approvare lo statuto e a nominare cda e collegio sindacale. I
sedici soci potrebbero accogliere anche nuovi ingressi. Cai ha già avvertito
che senza l'intesa non presenterà l'offerta, ma il negoziato sui criteri di
selezione dei dipendenti della Nuova Alitalia sembra
in salita. In particolare, resta il nodo dei piloti, spaccati al loro interno
sul contratto da dirigenti per i comandanti, voluto da Anpac e Up che però ora
vogliono rinunciarvi. Ma a questo punto i confederali vogliono firmarlo
altrimenti si rimetterebbero in discussione gli accordi di Palazzo Chigi
riaprendo la vertenza. Se non si dovesse arrivare all'intesa entro oggi
potrebbero essere utilizzati i giorni disponibili fino al 31 ottobre con la
possibilità di convocare una nuova assemblea. Intanto, in vista di una scelta
del partner straniero che dovrebbe avvenire intorno alla metà di novembre, dopo
che la settimana scorsa è stata sondata la prospettiva di sinergie con Air France-Klm,
questa settimana tecnici di Cai, Alitalia e Air One
approfondiranno le potenzialità di Lufthansa. La settimana prossima sarà la
volta di British Airways. L'Enac ha inoltre reso noto che Cai ha presentato la
domanda per il certificato di operatore aereo il 23 ottobre e quello per la
licenza di esercizio di vettore aereo il giorno dopo. Intanto ha avviato
l'analisi mensile sulla condizione economica di Alitalia.
Fantozzi aveva detto di aver liquidità fino al 1° dicembre e poter accedere,
eventualmente, a un prestito revolving con priorità di restituzione. © SOCIETà
EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 28-10-2008)
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n. 258 del
2008-10-28 pagina 0 Scuola, sit-in al Senato: "Siamo in diecimila"
Veltroni: via il decreto di Redazione Presidio a Palazzo Madama. Un giovane ha
sputato ai poliziotti che lo hanno identificato. Studenti ricevuti in
commissione. Gasparri: "Il dl verrà approvato". Il leader Pd cavalca
la protesta. Il Moige: con la riforma aumenta il tempo pieno. Hacker oscurano
sito pro-Gelmini Roma - Momenti di tensione tra polizia e studenti sotto
Palazzo Madama. Un ragazzo è stato fermato per aver sputato a un poliziotto. La
reazione della polizia non si è fatta attendere: il ragazzo è stato
individuato, fermato per essere identificato e poi rilasciato dagli agenti di
polizia. Gli studenti presidiano lo spazio antistante l?ingresso del Senato. I
ragazzi, che scandiscono slogan contro il governo e il ministro Gelmini, sono
posizionati raccolti al di là delle transenne poste su Corso Rinascimento.
Massiccia la presenza forze dell?ordine in tenuta antisommossa. Appello alla
calma Dal presidio - circa 300 studenti in tutto - è stato lanciato, con il
megafono, un "appello a studenti e polizia perché si torni ad un clima di
serenità e perché il ragazzo sia rilasciato immediatamente". Gli uomini
delle forze dell?ordine, in assetto antisommossa, si trovano ora a ridosso
delle transenne, faccia a faccia con gli studenti, tutti delle scuole
superiori, che continuano a intonare cori contro il ministro Gelmini, esponendo
striscioni sui quali si legge "No alla riforma" a grandi lettere nere
su fondo bianco e "Giù le mani dalla nostra scuola". Corteo Più di un
migliaio di studenti si è radunato a Piazza della Repubblica dove partirà un
corteo che raggiungerà Palazzo Madama, già presidiato dalle forze dell?ordine.
Altri studenti si sono già raggruppati invece sotto al ministero
dell'Istruzione, a viale Trastevere. Il corteo, come nei giorni scorsi,
raggiungerà piazza Navona e quindi manifesterà contro il governo sotto le
finestre di palazzo Madama: qui sono già presenti gruppi di studenti e si
registra qualche tensione tra ragazzi di sinistra e di destra. I primi accusano
i secondi di aver "occupato" lo spazio riservato dalle forze
dell?ordine alle proteste, che era stato invece già prenotato. Gli studenti
radunati sotto al Senato sono ormai circa 10mila: è la stima dell?Unione degli
studenti secondo la quale "nonostante alcuni atti intimidatori,ad opera di
alcuni estremisti di destra, che hanno cercato di imporsi per prendere la parola
dal camion dell?Unione degli studenti,la manifestazione prosegue in modo
festoso e pacifico". Studenti ricevuti al Senato è durato poco più di
un'ora l'incontro che la delegazione di studenti, composta da cinque ragazzi in
rappresentanza di tutte le anime della protesta ha avuto con alcuni
parlamentari della commissione Istruzione di Palazzo Madama presieduta da Guido
Possa. Un incontro che non ferma né smorza i toni della protesta. I ragazzi, al
termine dell?incontro hanno infatti spiegato di aver illustrato ai parlamentari
non solo le motivazioni della loro protesta e della loro contrarietà al decreto
Gelmini e ai tagli a scuola e università ma anche alcune proposte concrete,
come la riduzione della quota alle chiese, dall?8 per mille al 5 per mille, destinando
il 3 per mille rimanente ad un fondo di sostegno ad infanzia ed educazione che
dia ossigeno alle scuole, così come la sospensione di fondi inutili o
privilegiati, come ad enti desueti, fondi Nato, o l?immediata sospensione dei
finanziamenti pubblici alle scuole private. "La maggioranza, - hanno
spiegato ancora gli studenti - ha detto che comunque domani il decreto passerà.
In sostanza - hanno aggiunto - non ci hanno ascoltato. Qui -hanno sottolineato-
è in gioco il nostro futuro. Non è una manifestazione partitica. La protesta
non smetterà". L'Udu al ministro Prosegue l?opposizione dell?unione degli
universitari (Udu) alla legge 133 e invita il ministro Gelmini a ripensare la
posizione di chiusura rispetto l'abrogazione degli articoli 16 e 66 del provvedimento,
"unico modo per fermare la protesta". Lo afferma la stessa Udu in un
comunicato in cui riferisce delle proteste odierne negli atenei italiani. Le
mobilitazioni Inizia la tre giorni di passione per l?istruzione italiana, al
centro nelle ultime settimane delle rivendicazioni degli studenti contro i
provvedimenti del governo in materia: oggi nuovo corteo degli universitari con
sit-in sotto le finestre del Senato, domani votazione a palazzo Madama del
decreto Gelmini, giovedì sciopero nazionale della scuola indetto da Cgil, Cisl
e Uil con manifestazione nella capitale. Molti atenei rimangono occupati o in
mobilitazione. Ad Ancona oggi si prevedono nuove azioni dimostrative in segno
di protesta. A Cagliari l'Udu e altre associazioni studentesche proseguono
l'autogesione della facoltà di Lettere. A Brindisi, polo dell'ateneo di Lecce,
un corteo di auto partirà dalla Cittadella e arriverà in piazza Santa Teresa
dove si terrà un sit-in di protesta. A Cosenza ci sarà un'assemblea d'ateneo,
mentre a Perugia è in programma un corteo itinerante che finirà con
un'assemblea. Assemblea d?ateneo anche a Potenza e a Pavia, dove si terrà anche
una "serata contro la 133". A Torino i giovani di Azione
universitaria annunciano di aver occupato il rettorato dell?università e si
preparano contestazioni al ministro Mariastella Gelmini, attesa in città.
Palermo, firme contro l'occupazione Dopo l?occupazione di ieri di Scienze
politiche, a Palermo, questa mattina circa duecento studenti si sono radunati
davanti la facoltà per contestare l?occupazione promossa dal collettivo e
dall?Udu. è stata avviata dagli studenti una raccolta firme. "A fronte di
una occupazione effettuata da solo venti persone - dichiarano Raffaele D?Anna e
Alberto Di Benedetto di Azione universitaria tra i promotori della raccolta
firme - già circa trecento colleghi hanno firmato la petizione per chiedere lo
sgombero ed il ritorno normale delle lezioni". "Denunciamo la
presenza di numerosi esterni alla facoltà appartenenti ai centri sociali - dicono
-. Lanciamo un appello agli studenti di Scienze politiche affinchè si
mobilitino con noi, e le altre associazioni della facoltà, per difendere il
diritto allo studio leso da pochi estremisti. Solidarizziamo con il preside
Miranda il quale ha dimostrato grande senso di responsabilità nell?opporsi a
questa occupazione. A lui - concludono D?Anna e Di Benedetto - chiediamo di
ritirare le dimissioni e lottare al nostro fianco per liberare la
facoltà". Gasparri: "Il decreto verrà approvato" "I senatori
del Pd non hanno alcuna ragione per vantare il presunto rinvio del voto finale
del decreto Gelmini sulla scuola. Potranno farsi spiegare dal loro
vicepresidente Zanda che il calendario dei lavori, che prevedeva, come
avvenuto, l?avvio della votazione oggi ed il voto finale mercoledì mattina, è
stato deciso all?unanimità dalla Conferenza dei capigruppo". Così il
presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri. "La correttezza del gruppo
Pdl - aggiunge - è stata tale che abbiamo ceduto parte del nostro tempo per gli
interventi in aula al gruppo del Pd, pur consapevoli che lo avrebbero usato per
dire bugie. Il decreto sarà approvato nei tempi previsti, la sinistra sconfitta
e i vaniloquenti senatori del Pd azzittiti dalla verità dei fatti. Chiedano a
Zanda conferma". Veltroni: "Ritirate il decreto" Il governo deve
ritirare il decreto-Gelmini e discutere la riforma della scuola con le parti
sociali in un arco di tempo definito, il Pd è pronto a fare la sua parte e
presenta "dieci proposte" che affrontano anche il nodo-università.
Walter Veltroni incontra i giornalisti al termine della riunione del
governo-ombra, torna a criticare l?esecutivo e annuncia le proposte del Pd.
"Il Governo - attacca Veltroni - non ha presentato alcuna riforma, né
della scuola, né dell?università. Ci piacerebbe poter discutere di un progetto
di riforma, ma ad oggi discutiamo solo dei tagli decisi dal ministro
Tremonti". Tagli, sottolinea Veltroni, adottati da un Paese che già spende
per la scuola molto meno del resto d?Europa. Veltroni elenca i principi-guida
che ispirano le proposte del Pd: "Primo la valutazione, il lavoro che
viene fatto nelle scuole e nelle università deve poter essere valutato,
ovviamente da soggetti esterni"; quindi "l?autonomia", la
"modernizzazione", "l?europeizzazione". Tutto questo,
avverte, "non si fa riducendo la spesa. Razionalizzando sì, ma non
riducendo". "Tagli anche alle scuole private" Un taglio di oltre
133 milioni di euro nel 2009 alle scuole private. La decurtazione delle risorse
è contenuta nel disegno di legge di Bilancio. A denunciare i tagli è il Fism
(la Federazione italiana scuole materne) che rappresenta oltre 8.000 scuole
dell?infanzia paritarie cattoliche. La Federazione minaccia di sospendere il
servizio se il governo non ripristinerà le risorse. "Il taglio ingiustificato
di oltre 133 milioni - lamenta la Federazione in una lettera ai deputati della
commissione Bilancio - metterebbe anche le scuole Fism, che rappresentano il
60% delle scuole paritarie, in condizione di non assicurare la prosecuzione del
servizio per i 500.000 bambini che la frequentano e comprometterebbe
l?applicazione del Ccnl per gli oltre 40.000 dipendenti. (il doppio di Alitalia, scrivono)". Il Moige: con la riforma aumenta
il tempo pieno "La riforma rappresenta un punto di partenza ottimo per
ricostruire tutto il comparto scuola". Maria Rita Munizzi, presidente
nazionale del Movimento italiano genitori, esprime soddisfazione per l?incontro
avuto con Mariastella Gelmini. "Dal ministro abbiamo ricevuto delle
rassicurazioni anche in merito alla questione del tempo pieno - spiega Munizzi
-: possiamo affermare che con questa riforma finirà la lotteria e la lotta di
migliaia di genitori per poter accedere al tempo pieno nella scuola".
"Attraverso la riforma - continua il presidente del Moige - il tempo pieno
sarà aumentato al 50%, consentendo così ad una classe su due di poterne
usufruire". Oscurato sito pro-Gelmini Il sito internet
www.forzagelmini.com, lanciato dal consigliere regionale lombardo di Forza
Italia Carlo Saffioti per esprimere solidarietà al ministro dell?Istruzione, ha
subito un attacco informatico. Lo denuncia Saffioti spiegando che
"l?attacco ha mandato in crisi il server e causato l?oscuramento del
portale". L?esponente di Forza Italia, che è anche presidente della commissione
regionale Attività Produttive, ha comunque garantito che i tecnici sono al
lavoro per ripristinare la schermata web e che "al momento è online la
versione di qualche giorno fa con 1000 messaggi pubblicati. Dobbiamo
ripubblicarne altri 1500 che non sono più visibili da questa notte".
"Il tentativo degli hacker di scoraggiarci è fallito - ha concluso
Saffioti -, l?operazione di verità che stiamo portando avanti su internet e su
facebook non si fermerà e www.forzagelmini.com tornerà online". Saffioti
ha anche lanciato un appello "alla maggioranza silenziosa degli studenti e
degli insegnanti affinchè siano meno silenziosi contro l?intolleranza che
comincia purtroppo a diffondersi". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via
G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
La stampa europea da
nove mesi fa il tifo per Obama, quella italiana ancor di più (con qualche
eccezione): è estasiata. Obama è perfetto, Obama è imbattibile, Obama sarà un
superpresidente. Purtroppo anche la stampa americana sta dando una pessima
prova di sè. Dico purtroppo perchè vedo i media oscillare tra i due estremi:
fino a un paio di anni fa si sono fatti abbindolare con sconcertante facilità
dagli spin doctor di Bush, ora eccedono in senso opposto e tirano la volata al
candidato democratico. Senza ammettere la propria partigianeria ovviamente. Due
pesi e due misure: con John McCain sono stati severissimi, con Sarah Palin
spietati, mentre a Barack Obama hanno perdonato tutto e hanno sorvolato
volentieri sulle numerose gaffe di Joe Biden. Negli ultimi giorni il tifo è
diventato palese. Il Los Angeles Times è entrato in posseso di un video in cui
si vede Obama mentre brinda all'onore di un ex dirigente dell'Olp in una serata
in cui alcuni palestinesi accusano Israel edi terrorismo, ma il quotidiano
rifiuta di pubblicarlo. Eppure nessuno dice nulla, nessuno protesta, nessuno si
indigna. I magistrati in Florida hanno appurato che gli attivisti del movimento
progressista Acorn hanno registrato illegalmente diverse migliaia di elettori.
Anche in questo caso silenzio. Il sito Drudge Report ha scoperto un'intervista
radiofonia del 2001 in cui Obama critica la Corte Suprema e rivendica le virtù
della redistribuzione della ricchezza, ma i grandi media l'hanno ignorata.
Qualunque velina del partito democratico viene ripresa con entusiasmo. L'altro
giorno lo staff di Obama ha annunciato un discorso storico, concludente, il
colpo del Ko. In realtà ha ripetuto gli soliti slogan, ma la stragrande
maggioranza dei media l'ha assecondato. Gli affondi di McCain invece sono stati
relativizzati, sminuiti. E via su questo tono. Se Obama verrà eletto, il merito
sarà in parte della stampa americana cosiddetta indipendente, che ha
volontariamente abdicato ai principi di oggettività. Tra gli urrah di quella
europea. Scritto in presidenziali usa, giornalismo 1 Commento » (1 voti, il
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Oct 08
Vista da lontano: ma l'Italia è impazzita? Sono arrivato negli Stati Uniti
pensando di trovare un Paese depresso, arrabbiato, sconvolto. Qui quasi un
milione di famiglie sta perdendo la casa, decine di migliaia di persone sono
sull'orlo del fallimento personale, un'intera generazione di pensionandi vede
dimezzare, con il crollo di Wall Street, i risparmi di una vita e le aspettative
di una vecchiaia serena. Negli Stati Uniti ci sarebbero davvero ottimi motivi
per scendere in piazza e invece si tira avanti, talvolta col magone, ma senza
pensare a una rivoluzione. Non ancora, perlomeno. Poi mio collego ai siti
italiani e scopro immagini fortissime: piazza Duomo a Milano occupata dagli
studenti, la sede di Assolombarda assaltata con fumogeni e i petardi, giovani
che tentano un blitz all'auditorium di Roma. E tutto questo perchè? Per
bloccare una riforma scolastica che, perlomeno per quel che concerne elementari
e medie, propone misure di assoluto buon senso: il maestro unico,
l'insegnamento dell'educazione civica, il voto in condotta. Prima di partire
per gli Stati Uniti ho incontrato degli amici austriaci residenti a Milano che
davvero non riuscivano a capire le ragioni di questa agitazione: a Vienna norme
del genere sono normali, come in Francia, come in Germania, come in Svizzera.
In Italia no. E per impedirle si provoca un nuovo Sessantotto. E tutto questo
mentre il mondo sprofonda nella prima vera recessione globale, questa sì
davvero spaventosa. Da lontano mi chiedo: ma l'Italia è impazzita? Ps: che
tristezza vedere immagini come queste riportate da Youreporter Scritto in
economia, democrazia, Italia Commenti ( 100 ) » (8 voti, il voto medio è: 4 su
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Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 22Oct 08 Sarah sta
affossando McCain? Sono negli Usa per seguire le elezioni presidenziali. Due
impressioni contrastanti: l'America profonda è sempre più perplessa nei
confronti di Obama, come racconto in un reportage da Lincoln County, la contea
del Missouri che da quasi 60 anni azzecca il nome del presidente. D'altro canto
però, Sarah Palin sta provocando disastri. La base repubblicana, quella della
destra religiosa e oltranzista continua ad adorarla, ma la maggior parte degli
americani, inclusi gli elettori indipendenti, ne diffida. Le ultime novità
certo non la aiutano: come governatore avrebbe addebitato allo Stato
dell'Alaska viaggi in aereo e in alberghi di lusso per i figli (con un conto di
oltre 20mila dollari). La stampa ha scoperto che il Partito repubblicano ha
speso per vestire lei e la famiglia la bellezza di 150mila dollari in un mese e
mezzo. E i dubbi di Colin Powell, che domenica aveva detto di non ritenere la
Palin all'altezza della Casa Bianca, sono condivisi dal 55% degli elettori,
secondo un sondaggio del Wall Street Journal. La maggior parte degli elettori è
terrorizzata all'idea che la Palin possa diventare presidente se McCain, che ha
passato i 70 anni e ha avuto problemi di salute, dovesse rinunciare
all'incarico anzitempo. Sarah è simpatica, divertente, è un fenomeno mediatico.
Ma politicamente è inconsistente. Era una risorsa, ora è diventata una zavorra.
McCain perderà per colpa sua? Scritto in democrazia, presidenziali usa Commenti
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a un amico 20Oct 08 La sinistra vince nelle piazze ma perde alle urne? Ma basta
riempire le piazze per vincere le elezioni? Obama, ovviamente, spera di sì:
sabato c'erano centomila ad ascoltarlo a St Louis. A Denver, alla fine della
convention, erano in 70mila, qualche settimana prima decine di migliaia di
europei lo ascoltarono rapiti a Berlino. Sì, Barack sa mobilitare le folle, ma
il sentimento della piazza corrisponde a quello della maggior parte dei
cittadini? C'è da dubitarne: il candidato democratico perse molti consensi dopo
Berlino e anche dopo Denver, (sebbene allora soprattutto a causa della discesa
in campo di Sarah). Lo stesso potrebbe accadere ora: manifestazioni del genere
producono spesso l'effetto opposto a quello desiderato, suscitando repulsione e
diffidenza anziché adesione ed entusiasmo. In America, ma non solo. In Francia
l'anno scorso Ségolène Royal raccolse una folla immensa per il suo ultimo
comizio a Parigi, più del doppio rispetto a Sarkozy. Ma perse. In Italia il
Partito comunista riusciva a portare in piazza centinaia di migliaia di
persone, ma gli italiani, per fortuna, non gli diedero mai la maggioranza. Ora
c'è molta attesa nella sinistra per la manifestazione di sabato prossimo contro
il governo Berlusconi. Ieri Veltroni ha dichiarato: «L'opposizione si fa nelle
piazze e non in tv». A me sembra che la buona politica si faccia formulando
proposte convincenti ed essendo in sintonia con le esigenze più profonde del
Paese. Requisiti che mancano al Pd. La sinistra continui così: vince nelle
piazze ma, sempre più spesso, perdre alle urne. O sbaglio? Scritto in
democrazia, Italia Commenti ( 38 ) » (8 voti, il voto medio è: 4.13 su un
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RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Oct 08 Macchè capitalismo
questo è "debitalismo". E ora torna Marx? L'altro giorno sul metro ho
sentito un uomo sulla sessantina esclamare con aria soddisfatta: "Aveva
ragione Marx, quando affermava che il capitalismo si sarebbe impiccato da
sè". Oggi il radiogiornale di Radio 24 ha annunciato che in Germania le
vendite de il Capitale di Marx sono triplicate nelle ultime settimane, proprio
in coincidenza con la crisi dei subprime.. E forse siamo solo all'inizio.
Intendiamoci: la casta finanziaria ha sbagliato generando la bomba dei
derivati, gli imprenditori delle grandi multinazionali e delle banche hanno
creato un sistema che consentiva loro di accumulare ricchezze immense e
immeritate, senza mai pagare il prezzo degli errori che loro stesso
commettevano, la classe politica non ha esercitato il proprio dovere di
vigilanza e di controllo; anzi si è fatta coinvolgere e corrompere. Tutto
questo va denunciato con chiarezza, ma Marx continua ad avere torto. Il libero
mercato non è fallito, continua ad essere il miglior sistema possibile. Il
problema è che il capitalismo è stato snaturato: il suo scopo è, da sempre,
quello di favorire l'accumulo di capitale da parte dell'individuo, mentre le
degenerazioni finanziarie degli ultimi vent'anni lo hanno trasformato in una
cosa diversa: nel "debitalismo" ovvero nell'accumulo di debiti
anziché di capitale. Per sopravvivere, per sostenere consumi al di sopra delle
proprie disponibilità e dunque per drogare la crescita, creando non vero,
solido benessere, basato sul risparmio e sul reddito reale, ma una ricchezza
illusoria . Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna il debitalismo ha raggiunto
proporzioni enormi, come ho ricordato in un post recente, noi europei
continentali eravamo sulla stessa strada. Ora la bolla è scoppiata. Soffriremo,
ma questa crisi può essere salutare e può permetterci di ripartire su basi più
solide. I sistemi liberali riescono a correggere i propri errori, quelli
comunisti no e per questo i "rossi" hanno perso la sfida con la
storia. Di un revival di Marx non si sente proprio il bisogno. Scritto in
economia, globalizzazione, democrazia Commenti ( 34 ) » (5 voti, il voto medio
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 15Oct 08 Classi per
stranieri, perché tanto scandalo? Non riesco a capire le proteste indignate
della sinistra contro l'emendamento della Lega che regolamenta l'accesso degli
stranieri nelle scuole. In altri Paesi è una pratica normale e dettata dal buon
senso. Alla radio ho sentito Fassino dire che istituendo classe separate si
discriminano gli immigrati. A me sembra invece che sia vero il contrario: che
senso ha mandare allo sbaraglio un bambino in una classe in cui non capisce una
parola? Si sentirà subito diverso, verrà deriso dai compagni. Se invece per un
anno segue un corso di italiano, quando verrà introdotto nei corsi regolari
potrà facilmente integrarsi. E la qualità complessiva dell'insegnamento
migliorerà. Questo è un altro punto dolente: quando ci sono tanti bambini
stranieri il livello dei corsi si abbassa drasticamente. Lo so per esperienza
personale: non lontano da casa mia alle elementari la percentuale di bimbi
stranieri è superiore al 50%, i programmi non vengano rispettati perché gli
insegnanti devono procedere molto lentamente, adeguano il ritmo a quello degli
ultimi. Risultato: i genitori italiani tendono a togliere i propri figli dalla
scuola pubblica e a metterli nella scuola privata. Perché un italiano deve
essere privato di fatto del diritto di frequentare una scuola statale? Questa è
un'ingiustizia. Il razzismo si diffonde anche così. Scritto in globalizzazione,
democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 47 ) » (4 voti, il voto medio è: 4
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 13Oct 08 Ma Sarko è
succube di Carlà? Ieri stavo pensando di scrivere un post di elogio di Sarkozy,
per la reattività dimostrata durante la crisi finanziaria: è stato dinamico,
propositivo, flessibile. E' stato uno dei pochi leader europei (con Berlusconi
e il premier britannico Gordon Brown) ad aver capito subito la gravità della
situazione e nel ritenere che solo un'azione congiunta a livello europeo
sarebbe stata efficace, contrariamente alla Merkel, che è stata costretta a
rivedere le sue posizioni, dopo le disgraziate decisioni di una settimana fa,
che hanno contribuito non poco a diffondere il panico. Bravo Sarko, dunque. Ma
simultaneamente alla riunione europea a Parigi, il presidente francese ha
annunciato che non avrebbe estradato la terrorista rossa Marina Petrella.
" Per ragioni umanitarie" è la spiegazione ufficiale. A mio modo di
vedere inaccettabile: la signora Petrella, sebbene gravemente malata, resta una
brigatista condannata all'ergastolo. Spetta all'Italia decidere in merito alla
grazia o alla sospensione della pena e dunque Parigi doveva estradarla, a meno
che Sarko non si fidi dell'Italia e dunque lo consideri un Paese del Terzo
Mondo. Prendendo in considerazione la variabile Carlà, però, tutto diventa
chiaro: la Petrella è protetta da Valeria Bruni Tedeschi e da alcuni
intellettuali di sinistra. Valeria ha sensibilizzato la sorella Carla, la
quale, mentre il mondo era sull'oro del collasso si è rivolta al marito. A modo
suo ovvero in pressing asfissiante, perché la signora Bruni ottiene sempre quel
che vuole. E Sarko, verosimilmente esasperato, alla fine ha ceduto,
contraddicendo la decisione presa due anni fa dal suo stesso governo che si era
espresso a favore dell'estradizione. Insomma, ha preferito irritare l'Italia
piuttosto che dire no a sua moglie e, tramite lei, alla sinistra radical-chic
parigina, la stessa che difendeva l'altro terrorista Battisti. Che delusione.
Qual è il vero Sarko, con o senza Carlà? Scritto in democrazia, Italia, francia
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questo articolo a un amico 10Oct 08 Il vero debito americano è (forse)
incolmabile George Bush tenta di rassicurare i mercati: "Siamo una nazione
prospera e ci risolleveremo dalla crisi", ha dichiarato. Me lo auguro di
cuore, ma non tutti sono ottimisti. Non lo è l'economista Martin Feldstein,
come spiego in un articolo uscito oggi sul Giornale. Negli ultimi giorni
l'Economist ha citato un dato spaventoso: il debito aggregato americano (ovvero
famiglie, banche, imprese e pubblica amministrazione) è pari al 358% del Pil
ovvero 51miliardi di debiti rispetto a un Pil di 14 miliardi. Massimo Mucchetti
ha analizzato i sette errori del capitalismo americano, citando, oltre a
queste, anche altre cifre inquietanti: l'esposizione della finanza è passata
dal 21% del Pil nel 1980 al 116% nel 2007. Non sono un economista, ma un po' me
ne intendo e la situazione mi sembra la seguente: l'economia americana è
sommersa dai debiti, ma per un meccanismo assurdo che nessuno ha contrastato
per oltre un decennio la crescita economia è dipesa e continua a dipendere dai
consumi (che contano per il 70% del Pil), che a loro volta sono alimentati
dalla finanza e dunque in ultima analisi dal debito. Ora la finanza è a corto
di ossigeno, come fa l'America a rialzarsi in tempi brevi? Ho il sospetto che il
fossato sia incolmabile: il peggio deve ancora venire? Scritto in economia,
globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 41 ) » (8 voti, il voto medio è:
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Oct 08 Banche,
Veltroni sbaglia. Anche la sinistra ha le sue colpe Ieri sera Ballarò, Walter
Veltroni ha dichiarato che "l'attuale crisi finanziaria è colpa della
destra". Davvero? A me sembra che, in Italia, solo un politico ha visto
per tempo arrivare la crisi e si chiama Giulio Tremonti, mentre a sinistra solo
certi pensatori no global oggi possono affermare di aver sempre criticato lo
strapotere del sistema finanziario. Invece la cosiddetta sinistra moderata mi è
sempre parsa piuttosto compiacente, anzi ricettiva, nei confronti delle banche
sia a livello nazionale sia internazionale. Vogliamo ricordare la vicenda
Unipol? Profumo non è considerato un banchiere prodiano? In genere per anni i
leader della sinistra sembravano non avere altro desiderio che farsi
accreditare in quel mondo, con modalità tipicamente provinciali in Italia; più
elaborate all'estero. Blair ha contribuito in modo decisivo alla gigantesca
"finanziarizzazione" della Gran Bretagna con relativa esplosione del
debito privato; le leggi americane che hanno consentito la diffusione del virus
dei subprime e la deregolamentazione dei prodotti derivati più a rischio
risalgono al 1999 e al 2000: sono state approvate in piena era Clinton. Sia
chiaro: anche i partiti della destra moderata hanno le loro colpe. soprattutto
nel mondo anglosassone. Quelle due leggi furono proposte, tra gli altri,
dall'attuale consigliere di McCain, mentre l'Amministrazione Bush ha gravi
responsabilità nel non aver nemmeno tentato di contrastare le pratiche immorali
di banche mai sazie e onnipotenti. Tornando all'Italia, Prodi ha forse adottato
misure per regolamentare e frenare le banche? Niente affatto, il cuneo fiscale
ha finito per agevolare soprattutto gli istituti di credito, che hanno visto
esplodere gli utili, ma la cui aliquota è scesa. La sinistra moderata (Pd e
discendenti) è sempre stata molto amica del mondo finanziario. Veltroni lo ha
già dimenticato? Scritto in economia, globalizzazione, democrazia, Italia, gli
usa e il mondo Commenti ( 34 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.2 su un massimo di
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Commenti Invia questo articolo a un amico 06Oct 08 L'egoismo della Germania può
mettere a rischio anche l'euro Riepiloghiamo: dopo il crollo del muro di
Berlino la Germania (cancelliere era Kohl) optò per una riunificazione
monetaria con l'ex Ddr che sfidava il buon senso e che infatti si dimostrò
largamente deficitaria, visto che ancora oggi i leander dell'est sono in
difficoltà. Risultato: l'economia europea si fermò e rimase stagnante per tutti
gli anni Novanta. La Germania impose al resto d'Europa i cinque criteri di
Maastricht come condizione per dare il via libera all'euro; miravano a rendere
la struttura finanziaria dei paesi membri della Ue simile a quella tedesca.
Quei cinque criteri erano arbitrari in quanto non includevano altri indicatori
economici fondamentali, ma i partner europei risposero presente e accettarono
le pretese tedesche. Ora però è l'Europa che invoca solidarietà o perlomeno un
coerente coordinamento tra i Paesi principali per gestire la crisi bancaria. Ma
Berlino fa di testa sua: non solo boccia le richieste di Sarkozy e Berlusconi
sulla creazione di un fondo comune, ma annuncia a sorpresa la tutela statale di
tutti i depositi bancari privati in Germania. Una mossa volta a tutelare i
risparmiatori tedeschi dal rischio crash, che può essere legittima e anche
giusta ma che va presa di conune accordo con gli altri partner, altrimenti il
rischio è che milioni di cittadini europei decidano di trasferire in Germania i
propri conti, il che renderebbe ancora più instabile il sistema bancario
europeo. Il ministero delle finanze afferma di "non volere un piano
europeo perché vuole tenersi le mani libere e agire in modo indipendente".
Ma allora perché varare l'unione economica e monetaria se non si è disposti a
rispettarne lo spirito fino in fondo e soprattutto in momenti difficili come
questi? Intanto il Financial Times avverte: se l'Unione europea non elabora una
risposta corale la crisi potrebbe diffondersi rapidamente con dinamiche
imprevedibili e a quel punto persino l'euro potrebbe essere a rischio. A che
cosa mira la Germania? Scritto in europa, germania, Italia Commenti ( 89 ) » (8
voti, il voto medio è: 3 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello
Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico
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Alitalia la mano della
lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo.
E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero
aiutare il Tibet - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo
raggirato - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi - 2
Emails Dalla Svizzera una lezione (anche per il centrodestra italiano) - 2
Emails Milva e quei sette milioni nascosti... per la vecchiaia - 2 Emails
Quello stile di "Repubblica"... - 2 Emails Internet fa bene ai
giornali - 2 Emails Ultime discussioni Sonya: Le sono molto grata per aver
scritto come veramente stanno le cose negli US. Le ho dato 5 stelle al volo....
Americo: Questa sinistra indegna usa i somari per fare la rivoluzione, ma non è
se non una cattiva riedizione della... Sonya: Per Lino La Stampa Italiana non
cessa mai di meravigliarmi, mentre la storia dei due ragazzi skinhead e'...
Ambrogio: Gentile Marcello, domani la Gelmini presenterà il Decreto "salva
scuola" e tra due mesi sarà... Dante: Sure you can. poo-lease! Ultime news
Meredith: 30 anni a Rudy Guede Processo per Amanda e SollecitoScuola, sit-in al
Senato: "Siamo in diecimila" Veltroni: via il decretoStatali: il
governo convoca i sindacati. Cisl: scioperi stop. Cgil e Uil: si
fannoScienziati italiani trovano la molecola anti-aids: "Blocca le cellule
umane"Il premier: adegueremo la Finanziaria Il Tesoro: il credito in
Italia aumentaSomalia: giovane donna lapidata per adulterio E' rivolta: muore
bimboModena, medicina rigenerativa: inaugurato centro d'eccellenzaPiogge e
raffiche di vento: maltempo in tutta ItaliaI mille volti del vino italiano in
un viaggio tra cantine e vigne"Il Congo è in fiamme fallimento
dell'Onu" Blog amici Ethica, blog filosofico di qualità ICT Watch, il blog
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( da "Voce d'Italia, La" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia Passera:
"tutte le scadenze sono state rispettate" Cai: varato aumento di capitale
e nominato CdA E per Alitalia il Sindacato dei
Lavoratori frena e si riserva un giudizio quando alcuni elementi saranno
chiariti Oggi la Cai, riunitasi in assemblea ha decretato la trasformazione
della società da Srl a SPa, varando anche l?aumento di capitale, ed ha nominato
il Consiglio di amministrazione che il 31 ottobre prossimo sarà incaricato di
presentare l?offerta per Alitalia al commissario
Augusto Fantozzi. “Tutte le scadenze sono state rispettate" ha detto
Passera, l?ad di Intesa San Paolo che ha aggiunto “i nuovi soci di Cai sono
diventati di più, le risorse per fare ci sono”. L?offerta dovrà però avere l?ok
della Commissione Europea a proposito della questione sul prestito ponte come
aiuto di Stato, dell?Autorità garante per la concorrenza e il mercato sulle
rotte ed infine vi è la necessità di raggiungere un accordo con i sindacati. Ed
a questo proposito è intervenuto il Sindacato dei Lavoratori che negli ultimi
giorni ha “riscontrato un tentativo di accelerazione” da parte della Cai ed ha
perciò invitato l?azienda rispettare “dovuti tempi e modalità”. Tra i punti
toccati dal sindacato in primo luogo ci sono la “discrezionalità gestionale”
per selezionare le risorse da assumere, "discrezionalità che tocca anche
punti quali il lavoro notturno, la maternità, l'inidoneità al lavoro". Il
Sdl rileva anche la "grande confusione sui trattamenti previdenziali e sui
requisiti di accesso alla pensione senza i quali è impossibile ragionare con
certezza sul numero di lavoratori che potranno accedere alla pensione”. Inoltre
il sindacato afferma come dovrà essere inserita "l'anzianità aziendale
come criterio oggettivo e trasparente" e "occorrerà trovare un
sistema per integrare le varie realtà" di Alitalia
e Airone "che sia il più oggettivo ed il meno penalizzante
possibile". “L?azienda” spiega SdL “ha rettificato il numero degli
aeromobili che saranno utilizzati nel 2008 portandoli da 137 a 148 per poi
arrivare a 153 nel corso del 2009. Un incremento che rende necessario un
aumento del personale navigante (piloti e assistenti di volo). E' logico
pensare che tale incremento determinerà un aumento fisiologico anche per le
attivita' di terra connesse direttamente con l'operativo”. “Ad una prima
valutazione – si legge nel comunicato del SdL- non ci sembra che le
osservazioni sindacali siano state recepite nè tantomeno che i contratti
riportino all'interno molte delle voci previste dal contratto Airone, mentre
corre l'obbligo ricordare che alcune parti non sono ancora state affrontate
durante l'ultima trattativa. SdL si riserva quindi un giudizio complessivo
quando molti elementi saranno più chiari, ma afferma fin d'ora che sui criteri
sara' dirimente l'inserimento del criterio oggettivo dell'anzianità per una
soluzione positiva. Inoltre, molto più grande è la distanza sui contratti, a
causa dell'atteggiamento di Cai teso ad interpretare sempre a suo favore ogni
articolo contrattuale e che non si limita ad integrare l'accordo di Palazzo
Chigi con la vigente normativa Airone. Questo atteggiamento aziendale sta diventando
il vero ostacolo alla trattativa”.
( da "Stampa, La" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
PIETRA LIGURE CI
SONO ANCHE VOCI SU POSSIBILI ACQUIRENTI Rodriquez, i sindacati vogliono
prolungare la cassa integrazione Prolungare la cassa integrazione, o altri
ammortizzatori sociali, per i 28 dipendenti dei cantieri Rodriquez di Pietra.
E' la richiesta fatta ieri a Genova dai sindacati, spalleggiati dal sindaco
Luigi De Vincenzi, all'assessore regionale alla politiche del lavoro Giovanni
Vesco. Era presente anche l'azienda. Intanto si rincorrono voci su possibili
acquirenti sia della Rodriquez che dell'operazione immobiliare prevista nelle
aree dei cantieri. La cassa integrazione doveva durare solo 24 mesi forse
nell'illusione che in due anni la nuova parte produttiva, prevista a ponente
struttura, fosse stata realizzata. In 24 mesi poco è stato fatto. Da qui la
necessità di prolungare la copertura per i lavoratori. «Siamo preoccupati dal
fatto che l'azienda non è abbastanza incisiva per quanto riguarda i nostri
problemi», sottolineano Angelo Bono e Gerolamo Bottino dell'Rsu. A ritardare
l'operazione oltre ai problemi urbanistici anche le vicende societarie della
Rodriquez oggi di proprietà del gruppo Colaninno. Dopo le voci di un
interessamento del gruppo Delle Piane, alcuni giornali nazionali hanno
ipotizzato i nomi (Finmeccanica e Fincantieri) di nuovo possibili acquirenti.
Il gruppo Colannino avrebbe interesse a vendere per trovare
liquidità da mettere nell'operazione Nuova Alitalia. «La Rodriquez ha detto che continuerà direttamente
l'operazione», precisa il sindaco. Il 5 febbraio c'è l'attesa la conferenza dei
servizi dove la Rodriquez dovrebbe chiarire meglio le sue intenzioni ed in
particolare «dare le risposte chieste dagli enti pubblici sul progetto».\
( da "Stampa, La" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
LA PROTESTA.
SENATORE MENARDI "Il biglietto per Roma da Levaldigi è caro e fuori
mercato" «Il biglietto aereo Levaldigi-Roma è troppo caro». Protesta il
senatore Beppe Menardi (An-Pdl), che spesso prende il volo Air Alps per la
capitale. «Ci sono sconti in base alla data di prenotazione, ma il prezzo
standard è 320 euro, almeno il 30% in più rispetto ad altre compagnie - dice -
questo volo è stato attivato a carico della realtà locale: se Provincia o
società aeroportuale pagano in anticipo dei biglietti o erogano contributi alla
compagnia, meglio regalare dei posti o fare prezzi stracciati piuttosto di far
viaggiare l'aereo vuoto». «Non esiste più il meccanismo praticato dalle
precedenti gestioni del volo "vuoto per pieno", ossia non è la
Provincia a pagare la tratta - replica Gianpietro Pepino, presidente della Geac
che gestisce l'aeroporto -, Air Alps ha chiesto di volare a Levaldigi, paga
allo scalo quello che deve e fa i prezzi che vuole. Anzi,
il costo del biglietto è stabilito da Alitalia». La continuità territoriale, ossia il contributo statale per
garantire la permanenza a Cuneo del collegamento verso Roma, ancora non c'è.
«Il ministro Matteoli firmerà il provvedimento lunedì» assicura il presidente
della Provinia Raffaele Costa. Poi ci sarà la gara da 1 milione di euro,
finanziamento statale che potrebbe andare ad altre compagnie o alla stessa Air
Alps. «Solo in questo caso potremmo chiedere di rivedere la politica dei
prezzi» conclude Pepino. \
( da "Secolo XIX, Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Cai, i soci varanoil
piano Alitalia l'assemblea Approvato l'aumento di
capitale. Fantozzi: «Pericolosi ulteriori ritardi» milano. Via libera
all'aumento di capitale «fino a 1 miliardo e cento milioni di euro», quotazione
in Borsa della società«non prima del 2011», trasformazione dell'azienda in Spa,
offerta vincolante per l'acquisizione di Alitalia
pronta entro venerdì. Sono le principali decisioni adottate ieri dall'assemblea
di Cai. L'aumento di capitale, in particolare, secondo quanto deciso dal
consiglio di amministrazione, potrà essere sottoscritto anche da nuovi soci
rispetto ai 16 fondatori (fra i potenziali nuovi ingressi, con un impegno di 15
milioni di euro, spicca il nome dell'imprenditore Mauro Traglio, attraverso la
finanziaria di famiglia Mpa, controllata al 50% con il fratello Carlo) mentre
l'offerta rimarrà sospesa fino al via libera da parte della Commissione
europea, atteso per la seconda metà di novembre. Per quanto riguarda la scelta
del partner straniero, sarà fatta entro il mese prossimo. «Mi auguro che non vi
siano ritardi nella presentazione dell'offerta - ha commentato il commissario
straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi - perché
questi potrebbero impattare negativamente sui conti dell'azienda. Da parte mia,
mi aspetto che il 31 Cai si faccia avanti». E proprio per venerdìè stato
convocato a Roma il consiglio di amministrazione di Cai, eletto ieri
dall'assemblea, che attribuirà poteri e deleghe e delibererà la presentazione
dell'offerta, qualora però siano stati raggiunti gli accordi coi sindacati.
«Tutte le scadenze sono state rispettate», ha detto il ceo di Intesa Sanpaolo,
Corrado Passera, al termine della riunione. Oggi pomeriggio Cai e sindacati
proseguiranno il confronto sulla definizione dei contratti
di lavoro della Nuova Alitalia. Con i sindacati, ha spiegato il presidente di Cai Roberto
Colaninno, «non c'è nessuna trattativa, si tratta di stendere i contratti sulla
base degli accordi già siglati, non di rinegoziare l'accordo». L'offerta su Alitalia resterà comunque sospesa fino
all'ottenimento dei provvedimenti della Commissione europea, che
attestino l'assenza di aiuti di Stato a vantaggio di Cai, e delle decisioni
dell'Antitrust. Le azioni saranno offerte in parte agli attuali soci e in parte
a nuovi soci. A Palazzo Clerici, ieri, oltre a Colaninno e all'amministratore
delegato, Rocco Sabelli, erano presenti, tra gli altri, Corrado Passera,
Gaetano Miccichè, Marco Tronchetti Provera, Francesco Caltagirone Bellavista,
Salvatore Mancuso, Fausto Marchionni, Carlo Toto, Marcellino Gavio e Corrado
Fratini. Non erano invece presenti i nuovi soci che si aggiungeranno ai 16
fondatori. L'assemblea ha inoltre deliberato l'adozione dello statuto della
società che prevede il regime di trasferimento delle partecipazioni sociali,
caratterizzato da un vincolo di lock up della durata di cinque anni. Il
trasferimento delle azioni prima della scadenza del lock up potrà avvenire solo
tramite la cessione «ad azionisti di Cai o a cittadini italiani o società
facenti capo, direttamente o indirettamente, a soggetto o entità italiane, a
condizione che vi sia il voto favorevole della maggioranza assoluta dei membri
del cda». A partire dal terzo anno di vita, la società potrà decidere
l'ammissione delle azioni in Borsa, tramite un'offerta pubblica di vendita. I
soci hanno, infine, eletto il nuovo board di Cai, che rimarrà in carica per tre
esercizi e risulta composto da 15 membri, tra cui Carlo Toto. Gli altri
componenti, oltre a Colaninno e Sabelli, sono Gianluigi Aponte, Massimiliano
Boschini, Francesco Caltagirone Bellavista, Carlo D'Urso, Corrado Fratini,
Andrea Guerra, Salvatore Mancuso, Fausto Marchionni, Francesco Paolo Mattioli,
Gaetano Miccichè, Angelo Riva e Marco Tronchetti Provera. La tensione, sul fronte
sindacale, resta intanto altissima. In una lettera al commissario Fantozzi, le
segreterie nazionali di Filt/Cgil, Fit/Cisl, Uiltrasporti e Ugltrasporti,
sollecitano un incontro sullo stato di passività della compagnia «soprattutto
perchè i lavoratori non hanno ricevuto ancora la comunicazione degli importi
riconosciuti come dovuti». francesco ferrari francesco.ferrari@ilsecoloxix.it
29/10/2008
( da "Repubblica, La" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina VII - Napoli
Taglio rotte, allarme a Capodichino La Gesac: "Ricorso all´Ue se le tratte
aeree verranno congelate" ANGELO CAROTENUTO Linate è più lontana.
«Esistono concrete possibilità che vengano intaccate le frequenze dei voli da
Napoli a Milano». I collegamenti settimanali con Capodichino oggi sono 66. Trentasei li garantisce Alitalia, gli altri 30 sono di Air One. E quando nascerà Cai? «Difficile
che sia conservato lo stesso livello», le parole di Mauro Pollio, numero uno di
Gesac, la società di gestione dell´aeroporto napoletano. Qualcosa in più di una
preoccupazione in una fase già critica. Il traffico passeggeri non era
così basso dal settembre 2001, l´anno del panico per l´attacco al World trade
center di New York. Sette anni dopo, Capodichino è crollato a quota 559 mila,
dunque il 9.5 per cento in meno rispetto a un anno fa. Le previsioni per
ottobre sono di un meno 12 per cento, quelle per i mesi futuri di un meno 15.
Un quadro fosco su cui incidono la crisi economica mondiale e le prospettive
del dopo Alitalia. Ancora non del tutto note agli
operatori. «Questo famoso piano Fenice - l´amarezza di Pollio - non l´ha visto
ancora nessuno. Ho scritto una nota di mezza pagina a Berlusconi, perché
immagino gli siano sfuggiti certi effetti del piano sulla città di Napoli».
Capodichino chiede al governo l´istituzione di un tavolo istituzionale e una
forma di assistenza tipo quella per Malpensa. Soprattutto chiede cosa sarà
degli slot nazionali eventualmente lasciati liberi dalla fusione in Cai di Alitalia e Air One. «Speriamo che siano liberalizzate, ma
certi segnali come le modifiche alla legge Marzano lasciano intendere il
contrario. Siamo pronti - annuncia Pollio - a presentare ricorso all´Unione
europea. Abbiamo ampi margini di trattativa con compagnie estere per portarle a
operare sulle rotte libere. Capodichino ha la capacità di 30 movimenti l´ora, e
oggi siamo a 24 nel momento di picco massimo. Insomma, abbiamo le mani libere,
purtroppo gli slot non li gestiamo noi». Le cifre internazionali restano buone.
Proprio ieri Clickair ha annunciato un volo giornaliero Napoli-Barcellona per
la stagione invernale (decollo alle 10.35 dalla Catalogna e alle 13.20 da
Capodichino). Il punto è il traffico nazionale, il 57 per cento del totale per
Napoli, che ha già perso il collegamento con Venezia. Così come sono saltati un
volo quotidiano verso Roma e due verso Malpensa. Fanno 28 a settimana in tutto.
Air One e Alitalia hanno una flotta complessiva di 239
aerei, la nuova Cai non ne metterà in campo più di 146. Fatale che su Napoli
arrivino altri tagli. E ora trema quel milione e 200 mila passeggeri che ogni
anno viaggia verso Linate.
( da "Repubblica, La" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina 11 - Economia
Il premier: l´allarme recessione può farci cambiare la Finanziaria Italia a
rischio, differenziale record tra il Bund tedesco e i Btp La cassa integrazione
straordinaria sarà estesa alle grandi imprese ROBERTO PETRINI ROMA - Si riapre
ufficialmente la partita della Finanziaria. E´ stato lo stesso presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi a dare il via libera alla emendabilità del
provvedimento, attualmente composto da soli tre articoli, che da giorni viaggia
blandamente in Parlamento: «Potrebbe essere necessario un adeguamento della legge»,
ha detto il premier anche se si è affrettato a sottolineare che non si tratta
di rompere le righe e rendere la Finanziaria «apribile a tutte le lobby». A
giustificare il cambiamento di strategia del governo c´è naturalmente la
colossale crisi economica che, ha osservato Berlusconi, «non era prevedibile
soprattutto in certi settori» al momento del varo della manovra triennale che
ha «messo in sicurezza i conti» prima dell´estate. Tutto fa pensare ad
interventi, di cui si parla da giorni, a favore di famiglie, salari ed imprese
che saranno oggetto oggi di un vertice tra i ministri Tremonti (Economia),
Scajola (Sviluppo), Sacconi (Welfare), Brunetta (Funzione pubblica), Calderoli
(Semplificazione) e Matteoli (Infrastrutture). Sul tavolo ci sono naturalmente
le possibilità che si aprono con l´allentamento dei criteri del patto di
stabilità europeo deciso dopo lo scoppio della crisi, la disponibilità teorica
di 5-6 miliardi e l´avallo dell´opposizione all´operazione tredicesime.
Tuttavia i conti pubblici italiani continuano ad essere sotto pressione: ieri
il differenziale tra Bund tedeschi e Btp, entrambi decennali, è salito oltre un
punto (a quota 102), un record da quando c´è l´euro. Sono proprio i tassi
italiani, che scontano un rischio-paese maggiore, a salire: il Btp rende il
4,76 a fronte del 3,76 del "cugino" tedesco. Tuttavia la situazione
dei consumi e dei redditi continua ad essere critica e i provvedimenti sembrano
ormai inevitabili e ieri Berlusconi ha avuto un incontro a Palazzo Grazioli con
Tremonti: c´è da decidere soltanto la strada e gli strumenti tecnici che
potrebbero andare dalla detassazione delle tredicesime ad altre forme di bonus
di fine anno alla proroga della detassazione degli straordinari. Quello che è
certo è che la social card non sarà affatto sufficiente ad alleviare la crisi:
le ultime indicazioni parlano di 40 euro al mese, ricaricabili bimestralmente,
per gli ultra 65 enni e le famiglie con un bambino sotto i tre anni e con
reddito sotto i 6.000 euro annui. Il finanziamento resta soltanto di un anno e
non di tre: i soldi sono stati infatti dirottati al salvataggio Alitalia. Resta aperto anche il nodo
delle imprese. Oltre al pacchetto Scajola ieri Berlusconi ha accennato
all´aumento obbligatorio per le banche del «monte prestiti per le imprese,
soprattutto piccole medie». Una soluzione che potrebbe essere inserita come
emendamento nel decreto salva-banche: in questo modo gli aumenti di capitale
previsti non suonerebbero più come un salvataggio ma come un incremento
patrimoniale del sistema per far fronte a maggiori prestiti all´economia.
Infine la questione lavoro e la rete di protezione per le crisi aziendali che
si stanno moltiplicando nel paese. Ieri la Camera ha approvato il disegno di
legge sul lavoro, che contiene tra l´altro lo stop alla stabilizzazione dei
precari e la riforma del processo del lavoro: non è entrato il rifinanziamento
della cassa integrazione da 450 a 600 milioni, anche se sembra certa l´intesa
per riproporre la norma in sede di esame al Senato. C´è stata invece
l´approvazione bipartisan di un emendamento dell´ex ministro del Lavoro Cesare
Damiano che estende alle grandi imprese la possibilità di reiterare il ricorso
alla cassa integrazione in deroga ai limiti attuali.
( da "Repubblica, La" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina 22 - Economia
Cai vara l´aumento di capitale da 1,1 miliardi Colaninno: lock up di 5 anni,
partner estero a novembre. In cda Tronchetti e Toto "Offerta sospesa fino
all´ok Ue". Nella cordata entrano anche gli altri soci LUCIO CILLIS ROMA -
Aumento di capitale da un miliardo e cento grazie all´ingresso di nuovi soci e
nessuna defezione nella cordata. L´assemblea Cai che si è
svolta ieri a Milano ha dato un volto definito all´operazione di acquisizione
degli asset Alitalia.
Compagnia aerea italiana si trasforma in società per azioni. Con l´entrata di
nuovi soggetti e la tenuta di tutti i 16 soci fondatori (alcuni dei quali erano
dati per "uscenti" da voci insistenti) il capitale arriva a quota 1,1
miliardi. A questa cifra andranno a sommarsi altri 200 milioni di euro,
iniettati dal partner straniero, per un totale di 1,3 miliardi. Pronti a
partecipare all´aumento di capitale anche altri sei soci: Maurizio Traglio
(presidente di Mpa), Enzo Manes (presidente di Intek), Atlantis Partners,
gruppo Fontana, gruppo Orsero (import-export alimentare) e Carbonelli-D´Angelo
(G&C holding). «I soci sono diventati di più, la compagine è compatta, le
risorse per fare ci sono» ha sottolineato con soddisfazione Corrado Passera, ad
di Intesa-Sanpaolo. La macchina di Cai, dunque, si muove. Venerdì sono attesi
il via libera dei sindacati alla stesura dei contratti e la prima riunione del
board che rimarrà in carica per tre esercizi fino all´approvazione del bilancio
al 31 dicembre 2010. Questi i membri: Roberto Colaninno (presidente), Rocco
Sabelli, Gianluigi Ponte, Massimiliano Boschini, Francesco Caltagirone
Bellavista, Carlo D´Urso, Corrado Fratini, Andrea Guerra, Salvatore Mancuso,
Fausto Marchionni, Francesco Paolo Mattioli, Gaetano Miccichè, Angelo Riva,
Carlo Toto, Marco Tronchetti Provera. Il cda inizierà il suo lavoro dopodomani,
attribuendo poteri e deleghe ma, soprattutto, deliberando la presentazione
dell´offerta vincolante al commissario di Alitalia. Il
via libera arriverà solo con l´assenso dei sindacati. L´offerta, aggiunge Cai,
«rimarrà sospesa fino all´ottenimento dei provvedimenti della Commissione
Europea, che attestino l´assenza di aiuti di Stato a vantaggio di Cai, e delle
decisioni dell´Antitrust». L´assemblea ha deliberato l´adozione dello statuto
della società che prevede il regime di trasferimento delle partecipazioni sociali,
caratterizzato da un vincolo di lock-up per cinque anni. In pratica, il
trasferimento delle azioni prima della scadenza «potrà avvenire unicamente
tramite cessione ad azionisti della società, a cittadini italiani o società
facenti capo a soggetti o entità italiane a condizione che vi sia il voto
favorevole della maggioranza assoluta dei membri del cda». Inoltre, a partire
dal terzo anno di vita, Cai potrà decidere di approdare in Borsa. Saranno
quindi decisive le prossime ore: oggi nel primo pomeriggio inizierà l´ennesimo
tour de force tra le nove sigle e i vertici di Cai, mentre il 12 novembre è
atteso il parere della Ue. L´offerta sarà valida solo quando entrambe queste
condizioni saranno soddisfatte. Sul cammino della privatizzazione restano però altri
ostacoli. Uno è rappresentato dalla valutazione degli asset Alitalia,
che secondo alcune indiscrezioni non sarebbe inferiore ai 700 milioni di euro,
quasi il doppio della stima fatta da Cai. A questo proposito, Angelo Rovati, ex
consigliere economico di Romano Prodi, ieri è rientrato a Palazzo Chigi, anche
se nella veste di consulente della banca d´affari Rothschild, uno dei due
advisor (l´altro è Banca Leonardo) incaricati di "pesare" il valore
di Alitalia.
( da "Unita, L'" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Berlino,
chiude l'aeroporto Tempelhof Meredith: tutti a giudizio, 30 anni a Rudy La
nuova Alitalia resta ancora a terra Kim Jong-il malato, mistero in Corea
L'«impronta» umana uccide la Terra
( da "Unita, L'" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
La
nuova Alitalia decollerà solo con l'accordo sindacale È difficile che
entro il 31 ottobre si possa raggiungere un accordo sul contratto. E senza
accordo non ci sarà nessuna offerta vincolante. Il ritardo potrebbe incidere
negativamente sui conti del gruppo. In alto mare. La nuova Alitalia
è ancora in alto mare. Nonostante l'allarme lanciato dal commissario
straordinario Augusto Fantozzi, che ha detto che una proroga dei termini
dell'offerta di Cai potrebbe impattare sulla situazione finanziaria, a meno di
sorprese il 31 di ottobre non sarà raggiunto un accordo tra la compagnia di
Roberto Colaninno e i sindacati di volo. E senza accordo, come ha spiegato ieri
una nota della Compagnia aerea italiana, niente offerta vincolante. E senza
offerta vincolante, niente nuova Alitalia. CAPITALE E
MALUMORI L'intesa con i sindacati è l'ultimo tassello di un complesso puzzle.
Ieri a Milano l'assemblea della società ha deliberato l'aumento di capitale da
1,1 miliardi, a fronte di una previsione di 1 miliardo, che la trasforma in una
società per azioni e ha adottato uno statuto. È stato anche nominato un nuovo
consiglio di amministrazione composto da 15 elementi (Gianluigi Aponte,
Massimiliano Boschini, Francesco Caltagirone Bellavista, Carlo D'Urso, Corrado
Fratini, Andrea Guerra, Salvatore Mancuso, Fausto Marchionni, Francesco Paolo
Mattioli, Gaetano Miccichè, Angelo Riva e Marco Tronchetti Provera), in
rappresentanza della totalità dei soci, lasciando la guida operativa del gruppo
al manager Rocco Sabelli. Gli azionisti sono rimasti sedici. Non sono state
registrate defezioni, ma qualche malumore. Una parte degli industriali è
preoccupata dalla crisi economica. Che non guarda in faccia a nessuno. Neanche
un colosso come Lufthansa che ieri ha dovuto rivedere al ribasso i suoi
obiettivi per il 2008. E che potrebbe essere il partner straniero del gruppo.
La decisione, ha spiegato Colaninno, sarà fatta slittare alla fine di novembre.
Tanto tempo c'è. NODI IRRISOLTI Prima del partner si devono risolvere due
ordini di problemi. Il primo riguarda l'Unione Europea. La decisione di
Bruxelles sul prestito ponte concesso dal governo ad Alitalia
«è attesa per la seconda parte di novembre» ha detto Colaninno. Senza il via
libera della Commissione niente Cai. Niente Cai anche senza l'accordo con i
sindacati. Che oggi avranno un nuovo round con Colaninno. «Siamo ancora
lontani» spiega Antonio Divietri di Avia. «Non ci sembra che le osservazioni
sindacali siano state recepite». In poche parole i sindacati di volo imputano
alla Cai di fare il gioco delle tre carte. Il primo scoglio è rappresentato dai
criteri di selezione, o di esclusione, del personale e, in particolare, la
discrezionalità che tocca punti come il lavoro notturno, la maternità, l'idoneità
al lavoro. Il secondo scoglio è dato dai criteri di uscita del personale di
volo che non verrebbe accompagnato alla pensione. Il terzo e ultimo punto
concerne il numero di aeromobili. Cai ha rettificato il numero. Non saranno 148
ma 153 gli aerei impiegati. Mentre il personale rimarrà lo stesso. OFFERTA, MA
QUANDO? Nonostante questo Cai presenterà la sua offerta entro venerdì, dopo il
consiglio di amministrazione. Ma sarà solo fittizia. La richiesta sarà
«sospesa» fino a che i problemi di cui sopra non saranno risolti. Ma quando?
Fantozzi ha liquidità sufficiente sino a fine novembre. Quindi, un mese di
tempo. Poi l'azienda potrebbe restare a terra. Ma non è detto. Ai sindacati il
commissario, che conosce le trattative a fondo, ha detto che c'è la
possibilità, alla scadenza di questo termine, di chiedere «un prestito
revolving», prestito rimborsabile più velocemente degli altri. In sostanza,
nonostante le sollecitazioni di Sabelli («bisogna che si cominci ad avere
fretta»), la strada è ancora lunga. Anche perché le posizioni restano distanti.
Con i sindacati, ha spiegato il presidente Colaninno, «non c'è nessuna
trattativa, si tratta di stendere i contratti sulla base degli accordi già
siglati, non di rinegoziare l'accordo». USCITA Se la data di ingresso è ancora
da decidere, quella d'uscita è stata invece fissata. L'assemblea Cai, riunita a
Milano, ha previsto fra tre anni il collocamento in Borsa. I soci potranno,
così, riprendersi quella parte di capitale investito e guardare a un
compratore. E questo nonostante un lock up di 5 anni. Che è aggirabile. Secondo
il patto, il trasferimento delle azioni prima della scadenza potrà avvenire
tramite cessione delle stesse ad azionisti di Cai o a cittadini italiani o
società italiane con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei
componenti del cda, che rimarrà in carica per tre esercizi fino all'assemblea
di approvazione del bilancio 2010. Ma che si intende per società italiane? Nate
in Italia o a controllo italiano? ROBERTO ROSSI ROMA rrossi@unita.it
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia Pagina 214 trasporto
aereo Ieri assemblea della società Alitalia, un
miliardo di capitale per Cai In arrivo nuovi soci Trasporto aereo. Ieri
assemblea della società --> Via libera dell'assemblea di Compagnia aerea
italiana alla creazione della società per azioni, all'aumento di capitale per
1,1 miliardi rivolto agli attuali soci e in parte ai nuovi e alla nomina del
cda a 15, che farà la proposta per acquisire la parte ?buona? di Alitalia. Ma qualora tutti gli accordi sindacali fossero
stati raggiunti. Peraltro, «non c'è nessuna trattativa ma solo un accordo da
stendere» ha rilevato il presidente di Cai Roberto Colaninno. L'offerta rimarrà
comunque sospesa fino all'ottenimento dei provvedimenti della Commissione
europea che attestino l'assenza di aiuti di Stato a vantaggio di Cai e delle
decisioni dell'Autorità garante per la concorrenza e il mercato, e cioè nella
seconda metà di novembre, quando sarà scelto il partner straniero. L'OFFERTA Il
cda di Cai si riunirà a Roma venerdì prossimo, proprio per deliberare sull'offerta
vincolante (durante la riunione saranno attribuiti poteri e deleghe nel cda).
Da parte sua, il commissario straordinario dell'Alitalia, Augusto Fantozzi, si attende
il rispetto della scadenza del 31 ottobre, perché «non c'è nessuna proroga». Alitalia, ha ribadito Fantozzi, ha
liquidità sufficiente sino a fine novembre e lo riferirà al Tribunale che lo ha
convocato. Poi, una sollecitazione all'amministratore delegato di Cai Rocco
Sabelli, «bisogna che cominci ad avere fretta». Ad allungare i tempi ha
contribuito il confronto con i sindacati. IL CDA Ieri non erano presenti i
nuovi soci fra cui, secondo indiscrezioni di stampa, ci sarebbero il gruppo
Fontana e il gruppo Intek, Francesco Micheli. Fra i nuovi soci, con un impegno
di 15 milioni di euro, l'imprenditore Mauro Traglio, attraverso la finanziaria
di famiglia Mpa controllata al 50% con il fratello Carlo. Accanto al presidente
Colaninno siedono Sabelli, Gianluigi Aponte, Massimiliano Boschini, Francesco
Caltagirone Bellavista, Carlo D'Urso, Corrado Fratini, Andrea Guerra, Salvatore
Mancuso, Fausto Marchionni, Francesco Paolo Mattioli, Gaetano Miccichè, Angelo
Riva, Carlo Toto e Marco Tronchetti Provera. Cai potrà andare in Borsa ma solo
fra tre anni tramite una offerta pubblica di vendita.
( da "Corriere della Sera" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Corriere della Sera
- MILANO - sezione: PRIMA PAGINA - data: 2008-10-29 num: - pag: 1 categoria:
REDAZIONALE Il sindaco a Roma Fondi e investimenti BERLUSCONI E IL BIE: VIA
LIBERA ALL'EXPO OGGI IL VERTICE PDL SU TAGLI E MALPENSA di MAURIZIO
GIANNATTASIO Expo, tagli, Malpensa, fusione Atm-Gtt. Due giornate romane per la
Moratti. Ieri a Palazzo Chigi con i vertici Bie che hanno incontrato il premier
Berlusconi (nella foto). Oggi, incontro di maggioranza. Sul tavolo i mancati
trasferimenti del governo. Non 150, ma 160 milioni, viste
le difficoltà Sea dopo l'abbandono di Malpensa da parte di Alitalia. Un bilancio che preoccupa
molto il sindaco. Intanto si va avanti sulla fusione Milano-Torino. Oggi il
presidente di Atm presenterà le modifiche al piano richieste dalla maggioranza,
preoccupata dal possibile strapotere di Torino. A PAGINA 2
( da "Corriere della Sera" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2008-10-29 num: - pag: 2
categoria: REDAZIONALE Berlusconi-Bie, via libera all'Expo Malpensa e tagli:
oggi vertice Pdl La Moratti a Roma. «Rassicurazioni su fondi e investimenti» Tra
i «nodi» del summit del centrodestra anche il piano Alitalia e la fusione tra Atm e Gtt
sull'asse Milano-Torino è partita ieri la due giorni romana del sindaco Letizia
Moratti. Ieri il vertice a Palazzo Chigi con il premier Silvio Berlusconi, il
presidente e il segretario generale del Bie e il ministro degli Esteri, Franco
Frattini. «Un incontro cordiale », lo definisce una nota di Palazzo
Chigi. Come dire dopo la tempesta (il ritardo di sette mesi per la firma del
decreto Expo e l'ultimatum del Bie), la quiete. Il segretario generale Vicente
Loscertales e il presidente Jean Pierre Lafon hanno chiesto al premier
rassicurazioni sugli investimenti e spiegazioni sul decreto (ancora non
pubblicato in «Gazzetta ufficiale»). Da parte sua, Berlusconi ha assicurato,
nonostante il «congelamento» di sette mesi, «il forte interesse con cui il
Governo, ed il Paese, guardano ad Expo 2015». Non ci crede l'opposizione di
Palazzo Marino: «La Moratti — attacca il capogruppo del Pd, Pierfrancesco
Majorino — deve fare un'operazione verità e venire in Consiglio entro metà
novembre a spiegare quanti finanziamenti sono a rischio e quali le ricadute
sulla realizzazione delle opere per Expo. Altrimenti noi siamo pronti a
bloccare le attività del Consiglio comunale contro una gestione arrogante del
centrodestra che pensa solo a spartirsi le poltrone». Oggi, invece, un
passaggio più complicato. Vertice del centrodestra nella Capitale. Tre nodi sul
tappeto: la fusione tra l'Atm di Milano e la Gtt di Torino. Malpensa e il piano
di salvataggio di Alitalia. E infine la questione più
spinosa: il bilancio dopo i mancati trasferimenti dello Stato. Una vicenda che
si intreccia anche con Malpensa e con la Sea. Da una ricognizione dei conti, la
Moratti ha scoperto che i tagli «romani» superano i 150 milioni prospettati
qualche giorno fa. Perché si devono aggiungere altri 10 milioni di ulteriori
mancati dividendi per la Sea dopo l'abbandono di Alitalia.
Il sindaco è decisamente arrabbiato. La richiesta di liberalizzazione dei
diritti di volo non è mai stata presa in seria considerazione dal governo
nonostante le pressioni. Forse, venerdì un incontro con il premier. Capitolo
Atm-Gtt. Oggi si capirà se si sblocca la situazione. nell'ultimo vertice, il
centrodestra aveva manifestato molti timori sulla fusione Milano-Torino. La
preoccupazione principale: che la governance della newco fosse sbilanciata su
Torino nonostante le differenze delle due aziende. Gli attuali fatturati sono
rispettivamente di 461 milioni (Gtt) e 576 milioni (Atm), Complessivamente il
peso delle due aziende è stimabile in un 38-40 per cento di Gtt, contro un
60-62 per cento di Atm. «Non vogliamo fare l'errore di entrare in una società —
attacca il coordinatore regionale di An, Massimo Corsaro — con la parte
preponderante e poi farci sfuggire il governo reale. Il problema è questo.
Perciò abbiamo chiesto delle modifiche ». E oggi sarà il presidente dell'Atm
Elio Catania a presentare i correttivi richiesti al piano. Il sindaco e i
finanziamenti L'ira del sindaco: la Moratti ha scoperto che i tagli «romani»
superano i 150 milioni che erano stati prospettati qualche giorno fa Maurizio
Giannattasio
( da "Giornale.it, Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
n. 259 del 2008-10-29 pagina 2 PENATI «Intesa con la Germania utile se copre le
rotte Alitalia» di
Redazione «L'accordo con Lufthansa? Ha un senso se può fare le rotte che Alitalia ha abbandonato, se il governo
non ci consentirà di fare questo avremo la compagnia tedesca che ci porterà a
Francoforte per prendere i suoi voli intercontinentali. Senza
liberalizzazione dei voli Milano non sarà collegato con il resto del mondo». Lo
ha detto il presidente della Provincia, Filippo Penati, a margine della
presentazione delle iniziative «Card over 65» e «Vale la spesa» tenutasi ieri
in via Vivaio. «Ormai la nuova Alitalia è una piccola
compagnia e non sarà in grado di far tornare Malpensa un grande aeroporto
intercontinentale. Qui il grande assente è il governo». © SOCIETà EUROPEA DI
EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Messaggero, Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Mercoledì
29 Ottobre 2008 Chiudi Ieri i soci hanno approvato la trasformazione in spa.
Fossati si astiene sullo statuto. Sei i nuovi azionisti Alitalia, Cai vara
l'aumento da 1,1 miliardi Nominato il cda: 2 posti al partner. Venerdì
consiglio per l'offerta sulla Compagnia
( da "Messaggero, Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Mercoledì 29 Ottobre
2008 Chiudi di GIULIA LEONI MILANO - «Abbiamo trasformato la società in Spa,
abbiamo aumentato il capitale, fatto lo statuto e nominato
il consiglio che farà una proposta(per Alitalia, ndr) compatibile agli accordi sindacali». E' stato l'a.d. di
Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, ieri al termine dell'assemblea di Cai durata
due ore, a dire per primo che «tutte le scadenze sono state rispettate». Che
«le risorse per fare ci sono» e che «i soci sono diventati di più».
Secondo quanto risulta a Il Messaggero, sarebbero della partita altri sei
azionisti: i2 Capital, Atlantis Capital Partner (Camuzzi e Iannuzzelli), il
gruppo Orsero (Gf Group), Carbonelli D'Angelo, il gruppo Fontana e la Mpa
(holding dei fratelli Mauro e Carlo Traglio)che investe 15 milioni di euro.
Mentre sia la Intek che il finanziere Francesco Micheli avrebbero fatto un
passo indietro. Ieri l'assemblea della newco ha varato un aumento di capitale
fino a 1,1 miliardi, ancora non sottoscritto: le azioni saranno offerte a
vecchi e nuovi soci. Claudio Sposito (fondo Clessidra), pur votando a favore
della ricapitalizzazione avrebbe precisato: «questo non significa il nostro
obbligo di sottoscrivere la quota». L'assise ha anche adottato lo statuto che,
come già noto, prevede un vincolo di lock up di 5 anni. Prima di allora il
trasferimento delle azioni potrà avvenire solo tramite cessione delle stesse ad
azionisti Cai e a cittadini italiani o società facenti capo, direttamente o
indirettamente, a entità italiane. Ma solo a condizione che vi sia il via
libera della maggioranza assoluta dei membri del cda. A partire dal terzo anno
di vita, la società potrà essere quotata, con un'opv. L'avvocato Alberto
Toffoletto (Nctm), presente in rappresentanza dei Fossati, si sarebbe astenuto
sull'approvazione dello statuto perchè è stato tolto il patto di co-vendita. La
clausola, sarebbe stato risposto a Toffoletto, verrà reintrodotta quando
entrerà il partner estero. Sul quale «decideremo a novembre», ha detto il
presidente di Cai, Roberto Colaninno. In pole position Air France che sarebbe
disposta ad investire 200 milioni di euro, somma che rientra nell'1,1 miliardi.
Al partner dovrebbero spettare due posti in consiglio. Per questo ieri, nel
cda, sono state fatte due nomine tecniche: quelle di Massimiliano Boschini e
Carlo D'Urso. Il consiglio, di 15 membri, resterà in carica per tre esercizi
fino all'assemblea che approverà il bilancio 2010. Accanto al presidente
Colaninno siedono l'a.d. Rocco Sabelli, Gianluigi Aponte, Francesco Bellavista
Caltagirone, Corrado Fratini, Andrea Guerra (Intesa), Salvatore Mancuso, Fausto
Marchionni (FonSai), Francesco Paolo Mattioli (Atlantia), Gaetano Micciché
(Intesa), Angelo Riva, Carlo Toto e Marco Tronchetti Provera. Poteri e deleghe
saranno attribuiti durante la riunione del board di venerdì 31 a Roma, che
delibererà anche l'offerta vincolante se gli accordi sindacali nel frattempo
saranno stati raggiunti: oggi alle 14.30 i rappresentati delle 9 sigle
sindacali riprenderanno il confronto con Sabelli sui criteri di scelta e sul
contratto. «Non c'è nessuna trattativa ma solo un accordo da stendere» ha
rilevato Colaninno. Il commissario di Alitalia,
Augusto Fantozzi non intende concedere ulteriori proroghe: «aspetto l'offerta
per venerdì», ha tagliato corto ieri. Resterà comunque sospesa, ha ribadito
Cai, fino alle decisioni dell'autorità garante per la concorrenza e il mercato.
E fino a quando l'Europa non avrà attestato l'assenza di aiuti di Stato a
vantaggio di Cai. La decisione dell'Ue, ha detto ieri Colaninno, «è attesa
nella seconda metà di novembre». Ieri sono stati nominati anche i membri del
collegio sindacale: oltre al presidente Giovanni Barbara ne fanno parte Graziano
Gianmichele Visentin, Giorgio Silva, Tommaso Di Tanno e Paolo Salom. Prima
dell'assemblea in mattinata Sabelli aveva visto a Milano il patron di AirOne,
Toto. Riuscendo a superare le divergenze sorte per l'indisponibilità di Toto a
fornire garanzie sui finanziamenti per l'acquisto degli aerei. Di Alitalia e non solo avrebbe infine parlato ieri l'ex
consigliere economico di Romano Prodi, Angelo Rovati con Gianni Letta,
sottosegretario alla presidenza del consiglio. Rovati che è senior advisor di
Rothschild (chiamata a valutare gli asset di Alitalia)
ha incontrato Letta a Palazzo Chigi.
( da "Manifesto, Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
ALITALIA
Cai diventa una spa Il partner non si vede Contratti in alto mare Francesco
Piccioni E' nata la Compagnia aerea italiana. Forse. Ieri pomeriggio, a Milano,
il cda della vecchia srl - una «scatola vuota» ideata per trafficare in tessuti
e passamanerie - ha deliberato la trasformazione in società per azioni, la ricapitalizzazione da 160mila a
1,1 miliardi di euro, nonché un nuovo statuto e un nuovo consiglio di
amministrazione, che comprende ora 15 persone. Il presidente è ovviamente
Roberto Colaninno, l'amministratore delegato resta Rocco Sabelli. Rimane fuori,
per scelta propria, il designer di tutta l'operazione, Corrado Passera, a.d. di
IntesaSanPaolo. All'uscita, proprio Passera si dimostrava il più loquace nel
descrivere i risultati della giornata; addirittura trionfante quando annunciava
che «i soci sono diventati di più e le risorse per fare ci sono». In effetti
c'è stata una new entry, Maurizio Traglio, presidente della Mpa Holding, con
attività nel lusso e dintorni. Appena 15 milioni di partecipazione e nessuna
competenza nel settore del trasporto aereo, ma bisognava far vedere che la
«cordata» cresce. Grande enfasi anche sulla clausola del lock up, che vincola i
soci a non vendere la propria partecipazione per i prossimi 5 anni, a meno che
non la cedano ad altri soci o a imprese italiane (permettendo così a Berlusconi
di continuare a parlare di «mantenimento dell'italianità»). Silenzio invece sul
partner straniero, «decideremo a novembre». Ma sembra ormai certo che sarà Air
France-Klm. Entro il 31 ottobre, invece, dovrà essere perfezionata l'«offerta
vincolante» al commissario straordinario Augusto Fantozzi, con l'elenco delle
attività Alitalia che si intende acquistare. E proprio
per questo il nuovo cda è stato convocato venerdì. Fantozzi ha fatto sapere che
non si aspetta alcun ritardo, viste le conseguenze che «potrebbe avere» sui
conti della compagnia; per la quale, comunque, garantisce liquidità fino alla
fine di novembre. Gli ostacoli che potrebbero diventare insuperabili per Cai,
secondo questa visione, solo soltanto due: il parere della Ue - atteso per metà
novembre - sul prestito-ponte concesso a aprile dal governo uscente (se non
venisse riconosciuta la «discontinuità aziendale» tra Alitalia
e Cai, potrebbe chiederne il rimborso a quest'ultima) e la firma dei contratti
da parte dei sindacati (tre: piloti, assistenti di volo, personale di terra)
entro il 31 ottobre. In proposito bisogna registrare qualche robusta divergenza
di atteggiamento tra il presidente Colaninno e il suo a.d., Rocco Sabelli. Il
primo, ieri sera, si diceva certo della firma perché «non c'è nessuna
trattativa, si tratta di stendere i contratti, secondo l'accordo che è stato a
suo tempo negoziato e accettato». Si tratterebbe insomma solo di fare un copia
e incolla, o poco più. Sabelli, invece, ha abbandonato furente il tavolo del
negoziato - la notte di lunedì - quando si è reso conto che i sindacati (tranne
Cisl, Uil e Ugl) intendevano discutere tutti i dettagli tralasciati nella
fretta della discussione a palazzo Chigi, un mese fa. Ad esempio, i criteri di
assunzione proposti da Cai sono considerati «inaccettabili», perché
discriminatori nei confronti della lavoratrici madri o di chi ha un familiare
con handicap a carico. Sulla parte salariale, il testo finale di palazzo Chigi
parlava esplicitamente di ricezione del contratto Alitalia
decurtato del 7%, con applicazione del contratto AirOne per tutto quanto lì non
contemplato. Al tavolo, invece, Cai si è presentata riproponendo le famigerate
«tabelle» salariali che avevano sollevato una mezza insurrezione a Fiumicino.
Oggi alle 14,30 la discussione riprenderà, ma i sindacati fanno già presenti le
clamorose incongruenze presenti nei nuovi testi Cai. L'Sdl ha notato che il numero
di aerei che si prevede di utilizzare «passa da 138 a 148», ma non si contempla
un corrispondente aumento del personale di volo e di terra da assumere (sulla
base dei regolamenti internazionali). E in ogni caso, «la distanza sui
contratti - con i piloti la discussione sembra non sia nemmeno iniziata, ndr -
è molto più grande a causa dell'atteggiamento di Cai, teso a interpretare a suo
favore ogni articolo contrattuale».
( da "Messaggero, Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Mercoledì 29 Ottobre
2008 Chiudi di MAURO EVANGELISTI Strade allagate, auto bloccate, persone prigioniere
all'interno. "Acqua alta" a piazzale Clodio, Ponte Milvio, Flaminio,
Bocca della Verità. Macchine ferme sulla Colombo e sulla Portuense. Lunghe
attese per i soccorsi, a causa delle decine di richieste. Black out in molti
quartieri, fra cui Prati e San Giovanni e all'Auditorium di via della
Conciliazione, dove è stato sospeso per un'ora il concerto di Burt Bacharach.
Disagi anche sulla metropolitana: allagamenti alla stazione Ottaviano della A,
chiuse Tiburtina e Pietralata sulla B. Aereo colpito da un fulmine nei pressi
di Fiumicino, passeggeri spaventati, pilota costretto a tornare all'aeroporto
di Falconara. Infiltrazioni nei locali del pronto soccorso dell'Ospedale Santo
Spirito, ma per fortuna l'attività è proseguita normalmente. Il maltempo ha
investito Roma, con violenza, ieri nel tardo pomeriggio, il nubifragio ha dato
tregua solo verso mezzanotte. «Stiamo ricevendo moltissime chiamate, alcune
strade sono impercorribili. A causa dei tombini ostruiti ci sono allagamenti
ovunque», spiegavano i vigili urbani. Pesante il bilancio dei vigili del fuoco:
centinaia le telefonate. In via Foscolo le trombe delle scale di un palazzo
sono state allagate. Sulla Gianicolense il personale di un'officina è rimasto
intrappolato all'interno: sono potuti uscire solo dopo l'intervento dei vigili
del fuoco. Altri flash dalla città investita dal violento temporale. Strade
impraticabili a Pineta Sacchetti, tutta Roma nord ha avuto problemi. Ancora: a
piazzale della Radio un allagamento ha causato un incidente tra due auto; a Tor
de Schiavi è saltato un tombino mentre stava passando una macchina. Allagamenti
anche a Macchia della Farnesina e in tutto il centro. Anche sotto il ponte tra
via Ostiense e via Gaspare gli automobilisti si sono arresi e hanno lasciato la
loro macchina, sommersa dall'acqua. Lo stesso è successo ad alcune auto in via
Trionfale. Via Salaria in emergenza, sempre per gli allagamenti che hanno
interessato soprattutto i ponti. Lungotevere in tilt per numerosi incidenti.
Infine, due aerei non hanno potuto atterrare all'aeroporto di Fiumicino per il
violento temporale. In particolare un Atr72 dell'Alitalia, decollato alle 18.55 da Falconara, quando si stava avvicinando
al Leonardo Da Vinci è stato colpito da un fulmine. I passeggeri hanno sentito
un boato. Impianto di illuminazione in tilt, buio all'interno dell'aereo. Il
pilota ha mantenuto i nervi saldi, dalla torre di controllo gli hanno spiegato
che non era possibile atterrare neppure a Ciampino. E' tornato a
Falconara, nessun ferito, ma tanta, comprensibile, paura. I medici si sono
occupati di un passeggero sotto choc.
( da "Giornale.it, Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
n. 259 del 2008-10-29 pagina 25 Alitalia, Cai incassa 1,1 miliardi e prepara il «decollo» di venerdì di
Laura Verlicchi La nuova società vara l'aumento di capitale e nomina il
consiglio. Fantozzi: «Mi aspetto l'offerta entro il 31 ottobre». Passera:
dipende anche dalla Ue Sindacati Per Colaninno «Nessuna trattativa» Nuovi soci
nella cordata: da 16 saliranno a 22 Alitalia, tutto è andato secondo i piani: l'assemblea della
Compagnia Aerea Italiana ha dato il via libera all'aumento di capitale da un
miliardo e ha nominato il cda. «Abbiamo creato la Spa, abbiamo aumentato il
capitale, abbiamo fatto lo statuto, ed è stato nominato il cda che farà la
proposta compatibilmente con gli accordi sindacali; ma tutte le scadenze sono
state rispettate», ha detto l'ad di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera. «I soci
sono diventati di più e le risorse per fare ci sono», ha annunciato. Sei i
nuovi soci previsti: la Mpa di Traglio, Gf Group, il gruppo Fontana, I2
Capital, il fondo Atlantis e il gruppo Carbonelli D'Angelo. In totale saranno
quindi 22 i membri della cordata che si conferma solida, con soddisfazione
dell'advisor Intesa Sanpaolo e del responsabile corporate Gateano Miccichè.
Infine, sull'offerta di Cai al commissario straordinario di Alitalia,
Augusto Fantozzi, Passera si è limitato a dire «dipende anche dall'Europa». In
un paio d'ore, quindi, i soci hanno deliberato la trasformazione di Compagnia
Aerea Italiana in società per azioni - potrà anche andare in Borsa ma solo fra
tre anni - e l'adozione di uno statuto che prevede il vincolo di lock up della
durata di cinque anni. Il trasferimento delle azioni prima della scadenza del
lock up potrà avvenire unicamente «tramite cessione delle stesse ad azionisti
della società stessa o a cittadini italiani o società italiane con il voto
favorevole della maggioranza assoluta dei membri del Cda»: così il comunicato
letto dal presidente di Cai, Roberto Colaninno, al termine dell'assemblea.
L'aumento di capitale è rivolto «in parte agli attuali soci e in parte a nuovi
soci» e destinato all'acquisto dei beni e degli asset di Alitalia.
Il consiglio rimarrà in carica per tre esercizi fino all'assemblea di
approvazione del bilancio 2010. Accanto al presidente Colaninno siedono Rocco
Sabelli, Gianluigi Aponte, Massimiliano Boschini, Francesco Caltagirone
Bellavista, Carlo D'Urso, Corrado Fratini, Andrea Guerra, Salvatore Mancuso,
Fausto Marchionni, Francesco Paolo Mattioli, Gaetano Miccichè, Angelo Riva,
Carlo Toto e Marco Tronchetti Provera. Poteri e deleghe saranno attribuiti
durante la riunione di venerdì prossimo, che delibererà anche la presentazione
dell'offerta vincolante al commissario di Alitalia
Augusto Fantozzi «qualora tutti gli accordi sindacali fossero stati raggiunti».
Il confronto con i sindacati ripartirà oggi. «L'offerta - ricorda la nota -
rimarrà comunque sospesa fino all'ottenimento dei provvedimenti della
Commissione Europea che attestino l'assenza di aiuti di Stato a vantaggio di
Cai e delle decisioni dell'autorità antitrust». Il via libera di Bruxelles è
atteso per la seconda metà di novembre. Quanto al partner straniero - Air
France o Lufthansa - verrà scelto più avanti. «Decideremo a novembre», ha detto
Roberto Colaninno. I sindacati? «Non c'è nessuna trattativa, ma solo un accordo
da stendere», ha replicato il presidente di Cai. Accordo o no, il commissario
Fantozzi si attende il rispetto della scadenza del 31 ottobre, perché «non c'è
nessuna proroga». Un eventuale slittamento potrebbe avere un impatto sulla situazione
finanziaria della compagnia. Alitalia, ha ribadito
Fantozzi, ha liquidità sufficiente sino a fine novembre. E l'ad di Cai Rocco
Sabelli «bisogna che cominci ad avere fretta». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI
SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Quotidiano.net" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Il candidato democratico
ha comprato uno lungo spazio televisivo in prima serata su cinque network:
vuole convincere gli ultimi indecisi e distaccare del tutto l’avversario
repubblicano John McCain
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maxi-spot a reti unificate Elezioni Usa: la mappa interattiva Il candidato
democratico ha comprato uno lungo spazio televisivo in prima serata su cinque
network: vuole convincere gli ultimi indecisi e distaccare del tutto
l?avversario repubblicano John McCain Washington, 29 ottobre 2008 - Un mega
spot di mezz?ora in prime time a reti quasi unificate per convincere gli ultimi
indecisi e per distaccare del tutto l?avversario repubblicano John McCain.
Barack Obama apparirà stasera alle 20, ora della east coast, su cinque network,
tra cui Cbs, Nbc e Fox, con un video in cui parlerà dei suoi progetti e
presenterà alcune delle persone e delle famiglie che ha incontrato in questi
due anni di campagna elettorale. Il filmato passerà anche su Univision, Bet,
Msnbc e TV One. L?unica rete che non ha aderito è la ABC, che pare però abbia
raggiunto un accordo con i responsabili della campagna elettorale del senatore
dell?Illinois per mandare in onda il filmato in un?altra serata. E? la prima
volta in 16 anni, sottolineano i media americani, che un candidato alla Casa
Bianca compra uno spazio televisivo così lungo in prima serata per uno spot
elettorale. Guarda la videonewsSventato complotto naziskin per uccidere Obama -
ELEZIONI La Nasa ha previsto il voto in orbita per due astronauti Segnala ad un
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aula al Senato Non si fermano cortei e occupazioni01:10:19 - La cosa che mi
piace di più quando vado al cinema è ritornare dolcemente alla realtà: andare
al cine[...] Odeon, no alla chiusura Firma anche tu la petizione01:01:34 - Il
governo, che ha sprecato miliardi per regalare Alitalia agli amici suoi, adesso taglia
su scuola [...] Scuola, bagarre in aula al Senato Non si fermano cortei e
occupazioni00:55:08 - L'OPPOSIZIONE HA DETTO - ANCHE A TRIESTE CI SONO STATE
GRANDI PROTESTE CON LEZIONI ALL'APERTO IN PIA[...] Scuola, bagarre in aula al
Senato Non si fermano cortei e occupazioni00:54:06 - Bravo Brunetta, la
maggior parte dei magistrati é allergica a qualsiasi controllo perché vuole
solo [...] Tornelli ai magistrati, risponde l'Anm: "Brunetta non sa di
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nicotina: è una buona idea?Campionato serie A1 pallavolo femmminile: chi
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lo scudetto 08/09?Calciatore, scrittore o... Tu chi preferisci?Cure
psichiatriche obbligatorie per i pedofili, sei d'accordo?Se vincessi al
SuperEnalotto, usciresti allo scoperto?Gay in politica: è vero che sono
discriminati?Polizia per fermare le occupazioni nelle scuole, sei
d'accordo?Beckham al Milan, un buon acquisto?Cure palliative a base di oppio
contro il dolore: sei d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via
definitiva per droga: sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la
richiesta dell'Italia alla Ue di tempi di applicazione più lunghi?Gli italiani
sono ancora un popolo di superstiziosi?Accettabile assumere farmaci per
migliorare le proprie prestazioni sportive? La foto del giorno Lancia Delta ad
Aldo Montano Il plurimedagliato schermitore italiano Aldo Montano ha ricevuto a
Torino le chiavi della sua Lancia Delta color Grigio Tempesta dal responsabile
della Comunicazione Lancia, Maurizio Spagnulo. Montano è poi entrato nella
pista prove del Mirafiori Motor Village dove ha provato anche la nuovissima
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( da "Quotidiano.net" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Passato con 162 voti
favorevoli, 134 contrari e 3 astenuti. Fin dalle otto hanno cominciato ad
arrivare gli studenti al presidio sotto il Senato in attesa dell’arrivo dei diversi
cortei spontanei che dovrebbero attraversare la città
"
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Politica Esteri Libri Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute
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dl Gelmini è legge Pd e Idv giù in piazza con gli studenti Passato con 162 voti
favorevoli, 134 contrari e 3 astenuti. Fin dalle otto hanno cominciato ad
arrivare gli studenti al presidio sotto il Senato in attesa dell?arrivo dei
diversi cortei spontanei che dovrebbero attraversare la città Roma, 29 ottobre
2008 - E' arrivato il via libera definitivo del Senato al decreto legge sulla
scuola. Il provvedimento, che porta il nome del ministro dell?istruzione,
Mariastella Gelmini, è stato approvato dall?aula di Palazzo Madama con 162 voti
favorevoli, 134 contrari e 3 astenuti. Il provvedimento prevede, tra le altre
cose, il ritorno dal 2009-2010 delle classi con il maestro unico nella scuola
primaria e il voto in condotta che farà ?medià con quelli conseguiti nelle
altre materie. PD E IDV IN PIAZZA Subito dopo il via libera del Senato i
senatori del Pd e dell?Italia dei valori scendono in piazza con gli studenti,
che da ieri manifestano sotto palazzo Madama. In testa al gruppo dei senatori
c?è la capogruppo del Partito democratico Anna Finocchiaro che, dopo aver letto
in aula una lettera di alcuni studenti che aderiscono alla protesta, si
intrattiene a parlare con alcuni di loro. LA FINOCCHIARO E I MESSAGGI DEGLI
STUDENTI "Onorevole Presidente del Senato onorevoli senatori, oggi nelle
vostre mani non vi è un semplice decreto legge, ma il nostro futuro , che è il
futuro del paese; è a voi che rivolgiamo l?ultimo, strenuo appello affinchè
qualcuno, finalmente, prenda in considerazione il nostro parere: il parere
degli studenti". è il messaggio degli studenti del Liceo Orazio letta
dalla senatrice Anna Finocchiaro nell?Aula di Palazzo Madama. "Onorevoli
Senatori, l?Italia ha assistito in questi giorni alla discesa in piazza di
decine di migliaia di studenti di ogni ordine e grado. Persino i professori, i
docenti universitari ed i dirigenti scolastici hanno tentato di difendere
questa scuola, istituzione che sino ad oggi è riuscita a garantire a tutti i
giovani un dignitoso livello d?istruzione nonostante i numerosi tagli di cui
essa è stata spesso oggetto. Oggi il Ministro della Pubblica Istruzione sta
cercando di infliggere il colpo di grazia alla nostra scuola, che dalla Seconda
Guerra Mondiale garantisce in modo paritario un?adeguata istruzione affinchè
tutti abbiano la possibilità di inserirsi nel tessuto sociale el nostro Paese:
un Paese democratico. Piuttosto che tornare in classe con questo decreto, siamo
pronti a fare sentire la nostra voce per cercare di garantiren fino in fondo
quella democrazia conquistata dai nostri padri". Intanto fin dalle 8 ci
sono poche decinedi studenti a presidiare il Senato dove oggi dovrebbe arrivare
il via libera definitivo ai provvedimenti sulla scuola targati Gelmini. Tra i
primi ad arrivare, intorno alle 8.30, gli studenti del Virgilio cui si stanno
aggiungendo altri istituti della capitale, in attesa dell?arrivo dei diversi
cortei spontanei che dovrebbero attraversare la città. IL PRESIDIO CONTINUA
Nonostante il diluvio, alcuni studenti la scorsa notte hanno presidiato piazza
Navona e la zona del Senato . ??Non sara? certo la pioggia a frenarci -
assicurano - saremo qui tantissimi per fare sentire la nostra voce contro
questa riforma sbagliata??. I ragazzi a piccoli gruppi chiacchierano tra loro,
qualcuno legge il giornale, altri commentano la giornata di ieri e si preparano
alla lunga mattinata, qualcun altro più ?diligentè seduto per terra si anticipa
i compiti. Corso Rinascimento non è ancora stato chiuso al traffico come
accaduto invece ieri. Gli striscioni sulle transenne sono gli stessi di ieri
firmati dal popolo della scuola pubblica che chiede di non distruggere
l?istruzione. IL PDCI: ORA REFERENDUM Ora che il Dl Gelmini è legge “siamo già
pronti a raccogliere le firme per il Referendum abrogativo, così daremo ai
milioni di studenti, insegnanti e genitori lo strumento che la Costituzione
riconosce per cancellare leggi barbare e sbagliate”. E? quanto afferma Orazio
Licandro, responsabile organizzazione del Pdci. LA PROTESTA Gli studenti:
"In 10mila sotto il Senato". Bagarre in aula - Tre senatori Idv si
affacciano: "Siamo con voi"Bologna: fiaccolata di protesta - Tensione
a Milano - Università occupatePolizia per fermare le occupazioni? - Giuste le
proteste studentesche? Commenti Invia commento Segnala ad un amico Nessun
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trovati impreparati sul [...] Scuola, bagarre in aula al Senato Non si fermano
cortei e occupazioni02:05:07 - luca ci sono diverse scuole, come quella che ho
fatto io, dove mi toccavastare a scuola fino alle 2:[...] Scuola, bagarre in
aula al Senato Non si fermano cortei e occupazioni01:10:19 - La cosa che mi
piace di più quando vado al cinema è ritornare dolcemente alla realtà: andare
al cine[...] Odeon, no alla chiusura Firma anche tu la petizione01:01:34 - Il
governo, che ha sprecato miliardi per regalare Alitalia agli amici suoi, adesso taglia
su scuola [...] Scuola, bagarre in aula al Senato Non si fermano cortei e
occupazioni00:55:08 - L'OPPOSIZIONE HA DETTO - ANCHE A TRIESTE CI SONO STATE
GRANDI PROTESTE CON LEZIONI ALL'APERTO IN PIA[...] Scuola, bagarre in aula al
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contro il dolore: sei d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via
definitiva per droga: sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la
richiesta dell'Italia alla Ue di tempi di applicazione più lunghi?Gli italiani
sono ancora un popolo di superstiziosi?Accettabile assumere farmaci per
migliorare le proprie prestazioni sportive? La foto del giorno Lancia Delta ad
Aldo Montano Il plurimedagliato schermitore italiano Aldo Montano ha ricevuto a
Torino le chiavi della sua Lancia Delta color Grigio Tempesta dal responsabile
della Comunicazione Lancia, Maurizio Spagnulo. Montano è poi entrato nella
pista prove del Mirafiori Motor Village dove ha provato anche la nuovissima
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( da "Opinione, L'" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Oggi è Mer, 29 Ott 2008
Edizione 231 del 29-10-2008 Gli universitari manifestano contro i tagli ma il
problema sono i docenti e i rettori Autolesionismo con lode di Francesco
Blasilli Se i ?brillanti? studenti universitari che manifestano lungo le strade
dell?Italia intera, accompagnati dagli altrettanto ?brillanti? ricercatori e
docenti (i rettori no, loro esprimono il loro dissenso lasciandosi intervistare
a domicilio) dessero uno sguardo al Corriere della Sera, probabilmente si
renderebbero conto che il loro tempo potrebbe essere utilizzato in modo più
brillante. Nell?editoriale di ieri, a firma di Francesco Giavazzi, vengono
chiarite molte cose sulla riforma (che non c?è) dell?università italiana. Vieni
spiegato tutto quello che maggioranza ed opposizione non spiegano, forse perché
non sono in grado, forse perché non gli conviene. Al momento non esiste nessuna
riforma dell?Università e l?unico appiglio dei rivoltosi è quello del taglio
previsto dalla legge finanziaria ?significativo ma non drammatico?, come lo
definisce Giavazzi sul Corriere, visto che si tratta del 3% annuo. In totale
sono un miliardo e quattrocento milioni di euro in meno diluiti in cinque anni,
cifra confermata dal polemico (e pronto a dimettersi) rettore del Politecnico
di Torino Francesco Profumo. Ora, il paragone sarà poco calzante ed
irriverente, ma rende bene l?idea. I dipendenti Alitalia dovevano rinunciare al 6% del
loro stipendio e non facendolo si comportavano da irresponsabili, mentre per le
Università italiane la crisi finanziaria è come se non esistesse: insomma, gli
illustri atenei italiani (nessuno dei quali, giova ricordarlo, figura tra i 150
migliori al mondo) non vogliono rinunciare nemmeno agli spiccioli. Fuori
la gente muore di fame, ma dentro il campus se ne fregano altamente. Lorsignori
obietteranno che nelle università non si naviga certo nell?oro, ed hanno
indubbiamente ragione, ma quali sono i risultati che portano? E soprattutto,
come hanno speso questi soldi? Arricchendo loro, i loro parenti e i loro amici.
Tralasciando il discorso sui ?baroni? e i casi conclamati di nepotismo, segnala
sempre Giavazzi che nei prossimi mesi 4mila professori verrano promossi
all?interno dell?università, mentre 3mila dottorandi poggeranno definitivamente
il sedere sulla poltrona grazie al concorso da ricercatore. Chi manifesta,
forse non lo sa, ma non sta facendo altro che il gioco dei potenti che
vorrebbero combattere. Docenti e rettori incitano alla battaglia contro il
governo, per gettare fumo negli occhi. Gli studenti se la prendessero con lo
Stato, così lasciano in pace a noi. Chissà quanti dei ragazzi scesi in strada
si saranno presentati all?esame per diventare ricercatore e avranno dovuto
ascoltare, dopo essere stati inspiegabilmente bocciati, le seguenti
spiegazioni. A) ?Beh, sai, Antonello è la terza volta che fa l?esame, il posto
gli spettava. B) ?Scusa, ma Giorgia è la figlia del preside della facoltà di
matematica?. Risposte date da un docente, sia chiaro, sempre che l?aspirante
dottore non sia stato sconsigliato ben prima dell?esame: ?lascia perdere; si ci
sono sei posti, ma sono già assegnati. Dai, prova la prossima volta?.
Spiegazioni date sempre e comunque dai docenti in persona. Prima di lamentarsi
de tagli del 3% che di certo non rovinano l?università, gli studenti protestino
per gli scandalosi sistemi interni agli atenei italiani e per l?impossibilità
lavorare, a meno che di non avere il cognome vincente. Invece, così facendo, si
mettono al servizio di quelli che fanno di tutto per mantenere lo status quo
che danneggia gli studenti: i docenti. E che dire dei rettori, frutto per
antonomasia di una lobby di potere, e ultimi garanti dell?ancien regime
universitario. Se il rettore di Torino Francesco Profumo ?è pronto a
dimettersi?, lo faccia davvero. Abbandoni tutto il suo potere e si faccia da
parte. E se altri vogliono seguirlo, si accomodino, la porta è aperta. Per
gestire l?università italiana come è stato fatto sino ad oggi, basta un
semplice commercialista, se non addirittura un ragioniere: tanto il suo unico
compito è quello di trovare uno stipendio per amici e parenti dei docenti che
lo hanno eletto. Certo, ci sono anche i casi dei rettori-politici, come il
no-global di Roma Tre Guido Fabiani, che invita alla diserzione. ?Dobbiamo costruire
il futuro di questo Paese - ha detto il rettore agli studenti - tra dieci anni
sarete voi la nostra classe dirigente. Dovete lottare per far capire anche ai
vostri colleghi che oggi stanno facendo lezione che cosa vuol dire fare questa
battaglia. In questa Università - ha aggiunto Fabiani - ci sono 40 mila
studenti e voi dovete cercare di arrivare a tutti. La linea che dobbiamo
portare avanti è quella del no ai tagli all?Università, sappiamo tutti che quei
tagli sono stati fatti per finanziare i tagli dell?Ici. È necessario un
rinnovamento generazionale dell?Università - ha concluso - in modo costante e
significativo, la strada è lunga e difficile ma il vostro entusiasmo vi
aiuterà?. Insomma, in attesa che Rifondazione risorga e a lui spetti un seggio
parlamentare, Fabiani arringa le folle, da un pulpito che dovrebbe essere
istituzionale e super partes. Ma cosa ci si vuole aspettare da uno che voleva
vietare la vendita della ?Coca cola? dentro il suo ateneo? Niente di diverso di
un invito a disertare le lezioni. Qualcosa di diverso, invece, ce lo saremmo
aspettati dal Governo e dal ministro Gelmini. Ci saremmo aspettati, per
esempio, un bel manifesto di intenzioni: ?Noi cambieremo l?Università italiana
in questo modo?. Idee concrete da sbattere in faccia alle fumose rivendicazioni
della piazza. Ci saremmo aspettati qualcosa di più dei numeri annunciati con un
comunicato stampa da parte del ministero: 94 università, più di 320 sedi
distaccate, 327 facoltà che non superano i 15 iscritti e 37 corsi di laurea con
un solo studente. Avere notizie più dettagliate appare impresa ardua, anche
provando a passare attraverso la rete dell?impenetrabile ufficio stampa del
ministero dell?Istruzione. Avevamo chiesto solo i nomi delle facoltà
incriminate e siamo ancora in attesa di risposta. Il dubbio che i dati
comunicati in precedenza non siano esatti, è molto grande. Non è un dubbio, ma
una certezza, invece, che il governo abbia sbagliato strategia comunicativa se
è vero, come è vero, che dopo una settimana di proteste in strada, è un
giornale, il Corriere, a comunicare l?entità della presunta scure che calerà
sull?università italiana: il 3%. Insomma sbaglia il governo, sbaglia chi
protesta, ma non sbaglia chi alimenta la protesta: se si riforma l?università,
prima o poi un briciolo di meritocrazia andrà introdotto. Tra i tanti che
commettono errori abbiamo volutamente dimenticato l?opposizione. Come abbiamo
già scritto, Veltroni avrebbe semplicemente dovuto dire la verità: i tre
maestri, la proliferazione delle facoltà e la moltiplicazione di cattedre e
posti per i professori (motivazioni che inducono la Gelmini a tagliare) sono
stati introdotti ? nella maggior parte dei casi ? durante il governo di
centrodestra con la Moratti come ministro. Ma il termine ?errore? non si usa
quando ci si trova di fronte ad un soggetto palesemente ?incapace di intendere
e di volere?. Chiedere conferma al Pm Di Pietro.
( da "Opinione, L'" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Oggi è Mer, 29 Ott
2008 Edizione 231 del 29-10-2008 PRONTA A PRENDERE IL VOLO IN BORSA AL TERZO
ANNO DI ATTIVITA' La Cai si prepara al decollo per fine mese di Maria Laura
Zuccheri Se tutto procederà come da copione, la nuova Alitalia
targata Cai potrebbe approdare a Piazza Affari al terzo anno d?attività. Nel
frettempo, però ,sindacati e Commissione europea restano gli ultimi ostacoli
nella corsa di Compagnia aerea italiana per l?acquisizione della ?parte buona?
della compagnia di bandiera. L?indicazione è uscita dalle parole
dell?amministratore delegato della società, Rocco Sabelli e dal numero uno di
Intesa SanPaolo, Corrado Passera, al termine dell?assemblea che si è svolta
ieri a Milano. Un vertice funzionale alla trasformazione di Cai da srl a
società per azioni e in cui è stato deliberato un aumento del capitale sociale
fino a 1,1 miliardi di euro, varato lo statuto e nominato il consiglio di
amministrazione. Sarà quest?ultimo (presieduto da Roberto Colaninno e composto
da Rocco Sabelli, Gianluigi Ponte, Massimiliano Boschini, Francesco Caltagirone
Bellavista, Carlo D?Urso, Corrado Fratini, Andrea Guerra, Salvatore Mancuso,
Fausto Marchionni, Francesco Paolo Mattioli, Gaetano Micciché, Angelo Riva,
Carlo Toto, Marco Tronchetti Provera), venerdì 31 ottobre, a deliberare la
presentazione dell?offerta vincolante al commissario straordinario Augusto
Fantozzi ma solo se nel frattempo sarà stato raggiunto un accordo con i
rappresentanti dei lavoratori sui nuovi contratti di lavoro. Lunedì c?è stato
un primo confronto che però non è approdato all?accordo, dunque i negoziati
sono stati rinviati e riprenderanno oggi. ?La trattativa sindacale è uno degli
aspetti più critici per Cai?, ha sottolineato Sabelli benché nei giorni scorsi
il presidente della società sia stato perentorio: ?Il negoziato è finito?,
aveva dichiarato Roberto Colaninno in un?intervista al Corriere della Sera.
Secondo il patron della Piaggio l?accordo siglato a Palazzo Chigi deve essere
recepito ?formalmente nella stesura dei contratti? perché, ?provare a riaprire
una trattativa già conclusa significherebbe chiudere l?ultima porta per il
rilancio di Alitalia?. Superato lo scoglio sindacati,
tuttavia, l?offerta per Alitalia ? spiegava una nota
della società al termine dell?assemblea ? resta ?sospesa fino all?ottenimento
dei provvedimenti della Commissione europea che attestino l?assenza di aiuti di
Stato a vantaggio di Cai e delle decisioni dell?Autorità garante per la concorrenza
e il mercato?. Un punto, questo, su cui ha insistito lo stesso Passera che,
alla domanda su quando sarà presentata l?offerta, ha risposto ?dipende anche
dall?Europa?. Tanto l?ad di Intesa SanPaolo quanto Sabelli, mettendo a tacere i
rumors circolati nelle ultime settimane, hanno puntualizzato che nonostante la
crisi finanziaria ?la compagine dei soci è compatta? e che ?le risorse per fare
ci sono?. Passera ha aggiunto che ?i soci sono diventati di più? rispetto ai 16
noti finora ma non ha fatto nomi. Secondo indiscrezioni di stampa tra i nuovi
entranti ci sarebbero Enzo Manes (presidente di Intek), il finanziere Francesco
Micheli, Maurizio Traglio e il gruppo Fontana. Quanto alla definizione del
partner straniero, è certo che avverrà il entro metà novembre mentre la nuova Alitalia dovrebbe spiccare il volo il primo dicembre.
( da "EUROPA ON-LINE" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Cai ha trovato il
miliardo Però potrebbe non bastare gianni del vecchio Gli americani
sintetizzano il concetto con l?efficace «it?s all about money», «è solo una
questione di soldi». Frase quanto mai calzante per l?affare Alitalia,
visto che in un verso o nell?altro tutto gira intorno ai soldi che Cai avrà a
disposizione per portare a termine l?acquisto della compagnia di bandiera. Ieri
Passera e Colaninno possono dire di aver tirato un sospiro di sollievo quando
l?assemblea ha approvato la ricapitalizzazione della società fino a 1,1
miliardi di euro. Perché il risultato era tutt?altro che scontato, visto le
grosse difficoltà che i 16 soci fondatori hanno incontrato per reperire
capitali in un momento in cui le banche non smaniano dalla voglia di concedere
prestiti. Problemi che non hanno risparmiato neanche il capo-cordata ovvero
Roberto Colaninno. Tanto che la soluzione s?è trovata soltanto allargando lo
spettro della compagine sociale: sono entrati nel capitale altri imprenditori,
tra cui Maurizio Traglio, per sopperire alla minore disponibilità di quelli
della prima ora. Passato il primo scoglio finanziario, c?è ancora il secondo da
evitare per poter chiudere la partita. Ed è quello della valutazione degli
asset che passeranno da Alitalia, ora in
amministrazione straordinaria, a Cai. Bruxelles ha avvertito il governo
italiano che la stella polare da seguire sono i prezzi di mercato. Ma seguendo
questo criterio i costi per la cordata lieviterebbero e non di poco. Secondo
voci che circolano negli ambienti finanziari, Banca Leonardo, deputata alla
valutazione dei beni aziendali della linea aerea, avrebbe fatto una stima di
massima che è il doppio di quanto la Cai vorrebbe sborsare per slot e aerei:
quasi 800 milioni di euro a fronte dei 400 proposti. In questo caso
rimarrebbero in cassa solo 300 milioni, che da soli non bastano a garantire
l?operatività dei voli. A parte l?aumento di capitale e l?ingresso dei nuovi
soci, l?assemblea di ieri ha preso altre decisioni importanti. Prima di tutto,
è stato deciso che venerdì prossimo sarà presentata al commissario Fantozzi
l?offerta vincolante. Un?offerta che però sarà subordinata a due condizioni: il
via libera della commissione europea (che però avverrà solo a metà novembre) e
l?accordo con i sindacati sul contratto di lavoro. Deciso poi anche il lock up
fra i soci. Nello statuto è inserita una clausola che prevede l?impossibilità
di vendere le azioni per cinque anni. C?è una deroga, però, e non da poco: se
un socio vorrà vendere le quote a un?altra impresa o cittadino italiano potrà
farlo se ha dalla sua la maggioranza assoluta del cda. C?è poi un altro modo
per aggirare il vincolo: cambiare la clausola nello statuto, cosa che si può
fare con la maggioranza qualificata dei due terzi. Deciso poi anche il
possibile ritorno in borsa della nuova compagnia di bandiera. Se i soci lo
vorranno, potranno lanciare un?offerta pubblica di vendita ma non prima di tre
anni a partire da oggi. Infine la questione del partner straniero. All?uscita
dell?assemblea Colaninno non ha fatto nomi ma ha assicurato che fra pochi
giorni la scelta verrà fatta. E stando a radio mercato le quotazioni di
AirFrance sarebbero in ascesa mentre Lufthansa si accontenterebbe di
rafforzarsi su Malpensa.
( da "Quotidiano.net" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Passato con 162 voti
favorevoli, 134 contrari e 3 astenuti. L'opposizione annuncia il
referendum. Tensioni a Milano , binari occupati.
Pasquino, lezione aperta a Bologna
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Gelmini è legge Veltroni: "Subito un referendum" Scontri e feriti in
Piazza Navona Passato con 162 voti favorevoli, 134 contrari e 3 astenuti.
L'opposizione annuncia il referendum. Tensioni a Milano , binari occupati.
Pasquino, lezione aperta a Bologna Roma, 29 ottobre 2008 - E' arrivato il via
libera definitivo del Senato al decreto legge sulla scuola. Il provvedimento,
che porta il nome del ministro dell?istruzione, Mariastella Gelmini, è stato
approvato dall?aula di Palazzo Madama con 162 voti favorevoli, 134 contrari e 3
astenuti. Il provvedimento prevede, tra le altre cose, il ritorno dal 2009-2010
delle classi con il maestro unico nella scuola primaria e il voto in condotta
che farà ?medià con quelli conseguiti nelle altre materie. BERLUSCONI Immediata
la reazione del premier: "Bene, e? stato un voto che e? andato come e?
logico che andasse: spiace solo vedere tanti ragazzi ingannati e presi in giro
dalla sinistra??: lo afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi,
appena giunto all?assemblea di Confcommercio, commentando il si? definitivo del
Senato al decreto Gelmini. Berlusconi torna a parlare della polemica sulle
fosze dell'ordine negli istituti bloccati: ӏ una cosa - ha insistito Berlusconi,
che ha fatto partire il ragionamento dai disordini in Campania - che vale in
tutte le situazioni, anche per la scuola. Loro possono manifestare, ma non
contro cose che non esistono. Hanno il diritto di manifestare quanto e dove
vogliono. E in questo caso siamo stati addirittura di manica larga perchè gli
studenti non possono intralciare il traffico, occupare piazze o impedire a chi
vuole studiare di farlo”. SCONTRI IN PIAZZA NAVONA: FERITI Sono in tutto 14 gli
studenti fermati oggi a piazza Navona dalle forze dell?Ordine durante gli
scontri tra giovani di destra e sinistra che manifestavano davanti al Senato
per protestare contro l?approvazione definitiva del Dl Gelmini. Secondo quanto
si apprende i fermati, portati al commissariato Trevi per i primi accertamenti,
sarebbero tutti aderenti a Blocco Studentesco. Momenti di tensione si sono
svolti fin dalla mattinata a piazza Navona, mentre a Palazzo Madama si dava il
via libera alla riforma della scuola: ancora diverse migliaia di studenti
stanno manifestando contro il decreto Gelmini. Un gruppo di studenti di destra
del Blocco Studentesco, denuncia l?Unione degli Studenti, ha attaccato la testa
della manifestazione, aggredendo i ragazzi presenti.In merito agli incidenti
avvenuti in piazza Navona, nei pressi del Senato, tra i ragazzi dell?Unione
degli studenti e quelli del Blocco studentesco, la questura di Roma ha poi
precisato di essere intervenuta per dividere le due fazioni. L?intervento della
polizia si è reso necessario per interrompere i disordini. LA FINOCCHIARO E I
MESSAGGI DEGLI STUDENTI "Onorevole Presidente del Senato onorevoli
senatori, oggi nelle vostre mani non vi è un semplice decreto legge, ma il
nostro futuro , che è il futuro del paese; è a voi che rivolgiamo l?ultimo,
strenuo appello affinchè qualcuno, finalmente, prenda in considerazione il
nostro parere: il parere degli studenti". è il messaggio degli studenti
del Liceo Orazio letta dalla senatrice Anna Finocchiaro nell?Aula di Palazzo
Madama. "Onorevoli Senatori, l?Italia ha assistito in questi giorni alla
discesa in piazza di decine di migliaia di studenti di ogni ordine e grado.
Persino i professori, i docenti universitari ed i dirigenti scolastici hanno
tentato di difendere questa scuola, istituzione che sino ad oggi è riuscita a
garantire a tutti i giovani un dignitoso livello d?istruzione nonostante i
numerosi tagli di cui essa è stata spesso oggetto. Oggi il Ministro della
Pubblica Istruzione sta cercando di infliggere il colpo di grazia alla nostra
scuola, che dalla Seconda Guerra Mondiale garantisce in modo paritario
un?adeguata istruzione affinchè tutti abbiano la possibilità di inserirsi nel
tessuto sociale el nostro Paese: un Paese democratico. Piuttosto che tornare in
classe con questo decreto, siamo pronti a fare sentire la nostra voce per
cercare di garantiren fino in fondo quella democrazia conquistata dai nostri
padri". REFERENDUM Walter Veltroni annuncia un referendum "non di
partito, non il referendum del Pd": "Faccio appello - dice il leader
Pd - a tutto il mondo della scuola e a tutte le forze politiche per dar vita
alla più grande iniziativa civile. Non abbiamo nessun interesse a che il
referendum sia solo del Pd". "Il governo - accusa - non ha voluto
ascoltare nessun appello per il ritiro del decreto Gelmini e l?apertura di un
tavolo che riunisse tutti i soggetti interessati. è stato chiuso al confronto.
Nulla è stato discusso con le persone interessate. Il governo si è comportato
parlamentarmente e politicamente in modo arrogante ed ha radicalmente
sbagliato". SCIOPERO Sciopero generale domani nel mondo della scuola per
chiedere il ritiro dei decreti sull?istruzione ed aprire un tavolo di confronto
con le parti sociali: l?invito ad astenersi dal lavoro da parte di tutte le
maggiori sigle sindacali di categoria ed il particolare momento di
contestazione generalizzato per la politica di tagli intrapresa dal Governo
comporterà con ogni probabilità interruzioni all?attività didattica e la
chiusura di molti istituti. Non accadeva da diversi anni che ad una
mobilitazione nazionale partecipassero compatte le organizzazioni sindacali
firmatarie di contratto - Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda -,
come non accadeva da anni che ad una manifestazione nazionale aderissero anche
una buona fetta di studenti e presidi: assieme a loro sfileranno per le vie di
Roma anche molti genitori, associazioni, istituzioni locali, i il mondo
universitario ed anche alcuni politici del centro-sinistra. Domattina il corteo
si radunerà a piazza della Repubblica, da dove si sposterà a partire dalle 9.30
per le vie del centro - passando per via V.E. Orlando, largo di Santa Susanna,
via Barberini, piazza Barberini, via Sistina, piazza della Trinità dei Monti,
viale della Trinità dei Monti, viale Gabriele D`Annunzio - per radunarsi in
piazza del Popolo. La manifestazione si preannuncia imponente: nella capitale è
previsto l?arrivo da tutta Italia di circa mille pullman e di alcuni treni
speciali. Almeno cento pullman saranno composti da studenti: hanno garantito la
loro partecipazione l?Unione degli studenti, la Rete degli studenti e l?Unione
degli universitari. Lo sciopero si estenderà anche ai dirigenti aderenti ai
sindacati Flc-Cgil, Cisl Scuola e Snals che inizialmente avevano indetto la
protest per il 31 ottobre: i presidi protesteranno per chiedere il rinnovo del
contratto, scaduto da 32 mesi, e per l?attuazione dell?ordine del giorno del 29
luglio al Parlamento sull?equiparazione retributiva dei dirigenti scolastici
agli altri dirigenti dello Stato. Anche i docenti ed il personale Ata si asterrà
dal lavoro per il rinnovo del loro contratto, ormai scaduto da 10 mesi, ma la
lista delle motivazione è molto più articolata: la protesta intende fermare i
tagli all?istruzione, 7,8 milioni di euro in tre anni, ed il ritorno al maestro
unico e il modello base ridotto a 24 ore alla primaria. Tra le richieste vi è
poi l?apertura di un tavolo di concertazione sulla riforma, con le parti
sociali - sindacati, associazioni, studenti e famiglie - da intendere come
parte attiva e propositiva, la rivendicazione del tempo prolungato
generalizzato alle secondarie, del rispetto per i ruoli professionali che non
comportino spostamenti `forzati? per andare a coprire i posti vacanti, degli
interventi fiscali, degli organici stabili, una maggiore continuità didattica e
più garanzie per i 350 mila precari della scuola. MALTEMPO Il Campidoglio
chiede lo stato di calamità naturaleScontri a Roma dopo la votazione - Scontri
in piazza Navona tra studentiBologna: fiaccolata di protesta - Tensione a
Milano - Università occupatePolizia per fermare le occupazioni? - Giuste le
proteste studentesche? Commenti Invia commento Segnala ad un amico 29/10/2008
11:01 Daniele quanto costa andare all'università ora?? e quanto costerà tra
qualche anno?? uno studente riuscirà a mantenersi da solo facendo qualche
lavoro?? e le famiglie per quanto ancora potranno aiutarli?? 29/10/2008 11:19
Pilone Evvai! era ora che cambiavano le cose! 29/10/2008 11:41 stellanera
Finalmente!!!Mi fa ridere la lettera di alcuni studenti in cui si dice che la
nostra scuola "ha garantito un discreto livello di istruzione!!" non
è vero! E mi fanno ridere quelli che dicono che devono difendere quello che i
"nostri padri hanno conquistato". Questa legge non mette in
discussione la democrazia e il diritto allo studio. I tagli ci sono dove c'è
spreco e si indirizzano le risorse a migliorare la qualità e l'organizzazione
della scuola. Mi fanno piangere quei genitori delle scuole elementari che
portano i figli nei cortei! complimenti! delegittimare il rispetto delle regole
e dell'autorità a quell'età darà sicuramente buoni frutti!!! e mi fanno
disperare quei senatori che si sono affacciati alla finestra a gridare agli
studenti che sono con loro. Non sono con loro ma semplicemente contro questo
governo qualunque cosa decida.E poi perchè non si da spazio a quelli a cui va
bene la riforma e che vogliono usufruire delle lezioni? E sono molto di più!!!!
29/10/2008 11:46 massimo tutti in piazza? ed a studiare e lavorare chi ci va? i
soliti stolti? 29/10/2008 11:47 mauro toselli ha ragione Veltroni "
l'Italia e' migliore di questo governo che taglia alla scuola ,con una legge
che in molti punti e'anticostituzionale e quindi Napolitano non dovrebbe
firmare ,per aumentare le spese militari delle nostre missioni all 'estero
29/10/2008 11:49 silvio re brava Gelmini avanti così, ci vuole autorità in sto
paese... 29/10/2008 11:50 bimbobello E' l'inizio della fine| 29/10/2008 11:52
carlino Le vicende di questi giorni ci hanno consegnato il più grande prtito
conservatore che la storia italiana abbia mai conosciuto, piu' conservatore dei
sindacati sempre propensi a tutelare i privilegi acquisiti, si il PD si è
dimostrato questo e me ne dolgo come italiano. Dopo questo decreto però è
necessaria una riforma totale di tutto il comparto scolastico ed universitario,
si convochino da subito tutte le parti e si metta mano con piglio alla riforma
senza se e senza ma e senza cedere a chi punta al conservatorismo. 29/10/2008
11:59 Giorgio-Pietro Questa Italia fa veramente pena. E' proprio vero,
comunque, che il governo che ci rappresenta è il governo che l'Italia si
merita. Che schifo!!!!!!!! Potessi, lascerei l'Italia immediatamente per non
ritornarci piu'. Sono veramente schifito dalla classe politica italiana.
29/10/2008 12:05 Elena ... sarà ora che i quasi trentenni che sono in piazza o
vanno in tv a dimostrare contro la riforma si mettano a studiare?? naaaaaa :-)
Una scuola meno "parcheggio" non gli può mica andare bene :-) Perchè
chi ha voglia di studiare si guadagna le borse di studio e finisce in tempo, e tanti,
tanti, tanti... a più di 25 anni sono ancora a manifestare per le piazze? papi
e mami pagano... 29/10/2008 12:09 Luka Visto come si stanno comportando gli
studenti, non denotando certo grande intelligenza e responsabilità, direi che è
necessario riformare drasticamente l'istruzione e insistere sul concetto di
meritocrazia. Ogni volta che intervistano uno studente per conoscere i motivi
della protesta e che questo risponde o che non lo sa oppure con frasi generiche
prive di significato, mi vergogno di essere italiano. Ma i nostri studenti si
rendono conto che andando avanti di questo passo non troveranno nemmeno un
lavoro precario? Ovviamente i figli di papà/radical chic sono esclusi.
29/10/2008 12:14 GIOIR E SE LA PROTESTA FOSSE SVOLTA IN SENSO OPPOSTO ??? CIOE'
INVECE DI ANDARE IN PIAZZA FREQUENTARE LA SCUOLA ANCHE NELLE ORE E NEI GIORNI
QUANDO NON CI SONO LEZIONI ??? VORREI VEDERE QUANTA DI QUESTA GENTE CHE ALLE
AULE PREFERISCE PASSEGGIARE IN STRADA FAREBBE LA PROTESTA, NESSUNO:::!!!
PERCHE' QUELLO CHE INTERESSA A QUEI RAGAZZI E CHI LI PORTA IN GIRO, NON E' LO
STUDIO MA IL GIOCO NELL' INTERESSI DI POCHI...!!! SONO SFRUTTATI E NON SE NE
ACCORGONO O FANNO FINTA...!!! IN TV, IERI:::CORSO DI LAUREA PER 4 FREQUENTATORI
E 8 PROFESSORI...!!! PAZZESCO...!!!SONO PAGATI CON I SACRIFICI DI TUTTA LA
GENTE ONESTA CHE LAVORA E PAGA REGOLARMENTE LE TASSE...!!! E POI FATEMI IL
FAVORE DI DARE UNO SGUARDO AI SONDAGGI SU QUESTO QUOTIDIANO PER RENDERVI CONTO
CHE IL PAESE E' CONTRO LO SCIOPERO E CONTRO L'OCCUOAZIONE DELLE AULE E DEGLI
ATENEI...!!! O VI INTERESSANO I SONDAGGI QUANDO VI FANNO COMODO??? QUESTO E'
SOLO L'INIZIO DI UNA RIFORMA NECESSARIA DELLA SCUOLA NELL'INTERESSE DI CHI HA
VOGLIA DI STUDIARE...!!! 29/10/2008 12:15 paolo Le leggi le fa il Parlamento,
regolarmente eletto dalla maggioranza degli Italiani, e non la piazza come
pensa una parte degli studenti ovviamente spalleggiati da PD e IDV sempre
pronti a cavalcare qualunque protesta. 29/10/2008 12:21 Pete Plague Gli
studenti prendano atto che le vecchie generazioni, che avevano il maestro
unico, sono venute su molto meglio delle più recenti (con pluralità di
maestri). Ciò premesso la smettano di rompere gli zebedei con la riforma
Gelmini. E la smettano con il fascismo e bischerate varie, che non c'entrano
nulla. 29/10/2008 12:21 ed Meritocrazia , domolire i privilegi e tagliare gli
sprechi.Questa deve essere la linea guida di un buon governo !! Destra o
sinistra che fosse ! Badate che tagliare gli sprechi non significa che la
qualità è minore anzi!!! , tagliare, tagliare e fortemente tagliare .Un taglio
drastico degli sprechi farebbe risparmiare alla cosa pubblica almeno 100
miliardi di Euro . Non è una esagerazione !! La qual cosa vada a diminuire le
tasse di tutti !!Solo così l'Italia nè uscirà fuori.Lo "status quo"
ci porterà nel baratro!!A quando la soppressione delle Provincie a quando tagli
alla RAI e alle Regioni in perdita??? Tagli e meritocrazia . Lotta ai
privilegi. Queste le vere riforme!! 29/10/2008 12:26 paolo Che faccia tosta!
L'Unione degli studenti è scandalizzata dal comportamento delle forze
dell'ordine che non intervengono a difenderli da ben 20 infiltrati! 29/10/2008
12:28 ELISA A Berlusconi dispiace vedere tanti ragazzi presi in giro dalla
sinistra?? E a me rompe vedere tanti italiani fregati dalla destra!!!! Tagli in
politica mai, eh??? 29/10/2008 12:30 paolo E' assurdo prendersela con i tagli
alla scuola senza dimostrare se questi tagli vanno o meno a colpire
inefficienze, clientelismi e posti di lavoro creati a solo scopo di
ammortizzare sociale. E il governo ombra della sinistra cosa propone in
alternativa: niente come al solito e lo ha detto non uno di destra ma un loro
esponente di spicco quale Cacciari. 29/10/2008 12:32 paolo Siamop in una
democrazia per cui a una legge del Parlamento ci si può opporre con un'unica
arma che è quella eventualmente del referendum non le dimostrazioni in piazza.
29/10/2008 12:38 GIOIR NON SI PUO' PIU' MANTENERE LO STATUS QUO IN CUI SI TROVA
LA SCUOLA...NON CI SONO I SOLDI E QUINDI BISOGNEREBBE METTERE NUOVE TASSE,
SOPPORTATE DAI MILIONI DI LAVORATORI ONESTI, PER GARANTIRE I PRIVILEGI DI
QUALCHE MIGLIAIO DI BARONI DELLA SCUOLA...!!!ALLORA SI DEVE FARE LA LOTTA AGLI
SPRECHI ED E' QUELLO CHE STA FACENDO LA GELMINI...!!!NON SOLO MA IL GREMBILINO,
IL 5 IN CONDOTTA SONO VOLTI A MORALIZZARE, PER QUANTO POSSIBILE, GLI SCOLARI,
PERCHE' ESSERNE CONTRO ??? IL GREMBIULINO UGUALE PER TUTTI NON E' SOLO BELLO A
VEDERSI MA EVITA AI RAGAZZINI IL CONFRONTO CON CHI E' PIU' O MENO AGIATO DI
UN'ALTRO E CHE SI PUO' PERMETTERE UN ABBIGLIAMENTO DIVERSAMENTE PIU'
COSTOSO...!!! IL 5 IN CONDOTTA NON PUO' ESSERE TEMUTO DA CHI TIENE UN
COMPORTAMENTO CORRETTO A SCUOLA MA SOLO DA QUELLI CHE , SI PUO' DIRE, VIVONO DI
BULLISMO CHE TRASCENDE IN ATTI MERAMENTE DELINQUENZIALI, DOVE SI IMBRATTANO DI VERNICE
LE CLASSI, SI DISTRUGGONO BANCHI E SCRIVANIE, SI INSOLTANO GLI ALTRI ALUNNI E
SPESSO GLI STESSI INSEGNATI...!!! 29/10/2008 12:46 Beppe Un grandissimo GRAZIE
ai parlamentari. A tutti gli universitari che sono contro (alla 133): Forse non
sono al corrente dei docenti figli/e di Rettore, Cognati/e di Rettore,
Fratelli/Sorelle di Rettore, ecc. che fanno finta (prechè non ne sono
all'altezza) di insegnare la materia; se sono al corrente allora sono di
sinistra (più che di sinistra sono anti Silvio) e quindi protestano in
malafede. Oggi è una magnifica giornata. Saluti a tutti. 29/10/2008 12:52
roberto-rieti le proteste di una frangia di studenti, sobillati dai baroni che
vedono minacciati i loro privilegi e strumentalizzati dalla sinistra, ha
scoperchiato il vaso di pandora dal quale sono emerse tutte le assurdità del
mondo universitario che ci hanno precipitato agli ultimi posti della cultura
mondiale - è stato un clamoroso boomerang che ha informato la massa dei
cittadini dei torbidi intrighi in cui i nostri ragazzi si devono confrontare e
che prima erano noti solo agli addetti ai lavori - ora che l'opinione pubblica
è più informata di questo scandaloso andazzo, è urgentissimo e improrogabile
che il governo ponga fine a questo malcostume imperante - ringraziamo dunque i
peotestanti che, contro la loro volontà, ha fatto capire a tutti i cittadini
quanto sia urgente riformare e moralizzare tutto il mondo universitario. bravi,
bravi, bravi| 29/10/2008 12:54 BEPPE DI LIVORNO Finalmente si cambia musica,
era l'ora di rinnovare tante storture portate nel tempo dalla sinistra. Tipo
tutte le porcate che fece Berlinguer, quando era ministro !Al di la di quello
che vuol far credere la sinistra, questa è una legge che modernizza tutto il
settore della scuola, che non era mai stato modernizzato da tantissimi anni.
Adesso per tanti " baroni della scuola " finalmente la pacchia è
finita. Ben fatto Ministro Gelmini ! 29/10/2008 13:09 martino Quello che più mi
fa rabbia è che si sta' manifestando oggi per l'approvazione di un decreto
legge che non ha nulla a che vedere con l'università. Forse gli universitari
hanno capito che il grembiule lo devono mettere anche loro? Se fossero capaci
di capire e leggere, avrebbero dovuto protestare quando è stata approvata la
legge 133 che permette alle università di trasformarsi in fondazioni (e poi
qui, quale sarebbe il problema? che sono soggetti di diritto privato? cosa
cambia con le università? a ben vedere proprio niente.) 29/10/2008 13:27 kurtz
A me rattrista vedere che nessuno risponde mai nel merito della riforma
Gelmini: mai un insegnante che abbia scritto da destra qualcosa sul merito
della questione. E dire che di insegnanti di destra ce ne sono. Nessuno del
centro destra ha chiarito i dubbi che sono sorti a noi genitori: a me venire
etichettato a sinistra solo perché vorrei sapere come cambierà la vita mia e di
mia figlia mi irrita, penso che sotto le sparate della Gelmini non ci sia nulla
e che ci stiano prendendo in giro. Ogni volta che un sostenitore della riforma
si è confrontato sul merito con chi la scuola la vive ha fatto la figura del
rivenditore d'auto usate. Mi dispiace, ma non credo che tornerò a votare a
destra: la sinistra non l'ho mai votata, però da destra ho ricevuto solo
risposte qualunquistiche e ideologiche e io con l'ideologia a fine mese non ci
arrivo. I decreti li ho letti e non c'è scritto quello che la Gelmini e
Berlusconi sostengono che ci sia. Questa destra non è la mia destra, per me la
destra è sopratutto onestà. 29/10/2008 13:28 il barone tutti in piazza per
tutelare i baroni universitari che devono poter continuare ad assumere i loro
parenti e amici 29/10/2008 13:31 valentina Pisa PILONE E STELLA NERA fate una
bella coppia vai...ma veen rendete conto?non pensate solo a voi!la scuola se ha
delle lacune è colpa anke del governo di tanti anni prima...MA è VERO SIAMO
STATI INGANNATI ..IO LO SAPEVOO IO nn l'ho votato berlusconi e ne vado
fieraaa!!!ma ki saremo noi un giorno?nessuno e grazie e solo a loro..SENZA
PAROLE VERAMENTE 29/10/2008 13:41 adriano ..ffanc.. la maggioranza!!!!!!
29/10/2008 13:42 Bellaz89 Il problema è che nella finanziaria ci sono 1,4
miliardi di euro di tagli alla RICERCA e ai RICERCATORI(NON ai baroni)Il
problema è che con il turn-over c'è il blocco delle assunzioni dei professori e
molti corsi rimangono scoperti.Il problema è che questa manovra aumenterà il
carico didattico dei professori e dei ricercatori diminuendo il loro monte ore
di ricerca. Il problema è che se un ateneo non può più opravvivere come entità
pubblica non è detto che ci sia un privato interessato. Il problema è che un
sistema universitario sul modello americano ( che tra l'altro in questi giorni
di crisi si stà rivelando di una fragilità assoluta) non può esistere in Italia
o in genere in Europa e in ogni caso non si mette dall' oggi al domani. Il
problema è che moltissime persone non potranno accedere all' università perchè
non potranno permetterselo(ricordiamo che nella finanziaria ci sono tagli ANCHE
alle borse di studio). Il problema è che il taglio lascerà intatto il sistema
dei baroni e penalizzerà gli altri. 29/10/2008 13:48 giorho in democrazia si
devono sopportare anche le scorretezze messe in atto dai partiti che usciti
sconfitti dalle elezioni creano disordini pescando nel dissenso per uscire
dall'isolamento.quando ritorneranno al governo questi partiti penseranno solo a
se stessi lasciando ancora una volta i meno abbienti nella disperazione
continuando a prendere finanziamenti per i loro giornali televisioni future
nonchè radio. si poteva evitare questultimo provvedimento eliminando tutti gli
sprechi i privilegi e finanziamenti vari,avremmo avuto così la possibilità di
evitare tagli e destinare le risorse a chi le produce.come al solito chi è
all'opposizione si scandalizza ma una volta al potere arraffa a più non posso
alla faccia di chi lavora per mantenerli. 29/10/2008 14:02 renny Studentelli
ignoranti vi è andata male questa volta eh....! Questa è una legge giusta che
andava fatta molto prima, quindi fate pochi casini e studiate! 29/10/2008 14:06
CARLO (per gioir) caro amico, dici che non ci sono i soldi e che il governo è
costretto a tagliare dove ci sono troppi sprechi, è giusto quello che dici,
però io avrei un'altra proposta molto più semplice dove nessun italiano si
lamenterebbe e non ci sarebbero certamente tutti questi casini ed è questa:
perchè i signori parlamentari (tutti ladri sia a destra che a sinistra) non si
riducono l'oneroso stipendio che percepiscono? certamente rimarrebbero tanti
soldi da poter utilizzare dove veramente c'è bisogno a cominciare dagli
stipendi e dalle pensioni da fame!! ciao 29/10/2008 14:22 Vittorio60 nutro seri
dubbi sulle intenzioni "democratiche" dell'avo della finocchiaro e su
quelle recondite della stessa. inoltre la scuola pubblica non è stata avviata,
come invece asserisce la medesima, "democraticamente" solo dal 1945
in poi, bensì parecchi decenni prima e d'autorità. ma contro le falsificazioni
ispirate da livore aprioristico non c'è alcun rimedio. se non la sovrana
indifferenza. 29/10/2008 14:24 w la scuola perchè non vanno a studiare e, chi
deve, a lavorare, nullafacenti!!! La scuola peggiora perchè gli studenti non
hanno voglia di fare nulla, i professori ancora di meno, tanto il posto è
garantito (almeno era) e la sinistra li sostiene!! purtroppo urlano e stramazzano
più degli altri che studiano e lavorano... ecco perchè sembrano tanti. In
compenso sono più pittoreschi! io manderei l'esercito licenzierei tutti i
professori e boccierei gli studenti che protestano e non sanno perchè! finora
si è sempre fatto come volevqno prof e studenti e il risultato è lo schifo
attuale 29/10/2008 14:31 sara evviva la democrazia! è un mese che professori e
studenti sono in piazza... 29/10/2008 14:33 TANTE GRAZIE E ARRIVEDERCI Dico
solo questo: qualsiasi governo denominato "REGIME" ha trovato
beneficio nel NON promuovere IL SAPERE da cui deriva anche capacità AUTONOMA di
giudizio e quindi anche di scelta. I governi che vogliono promuovere lo
sviluppo in genere (vedi l'india ad es) promuovono il sapere, la scuola, le
università. Giudicate voi ora! Ritorneremo a fare il popolo di emigranti e come
si dice in questi casi: TANTE GRAZIE E CON UN LONTANO "FORSE"
arrivederci!!! 29/10/2008 14:35 mauro toselli purtroppo per il cavaliere , per
la gelmini, per tremonti e per la lega, gli studenti e le famiglie italiane
hanno capito benissimo da chi sono stati presi per i fondelli ( IL GOVERNO
BERLUSCONI ) e adesso prenderanno le opportune contromisure ; come al solito
berlusconi e i suoi attaccano per non difendersi, ma ormai gli italiani il
gioco lo hanno capito benissimo 29/10/2008 14:41 Amato Rispondo a
Giorgio-Pietro. Vuol lasciare l'Italia? Non glielo impedisce alcuno? Provi ad
informarsi prima di dare giudizi negativi su uno o sull'altro! Le Ns.
università, hanno milioni di debiti, con centinaia di corsi fasulli o
pseudo-tali. I professori" a vita" i cosiddetti baroni, nelle attuali
univ., TUTTE,perepiscono un più che lauto stipendio insegnano al max 4-5 ore,
poi fanno proseguire gli assistenti. Ovvio che la prepar. culturale dei Ns. ragazzi
è mediocre!Ad es. lo sa Lei che l'Univ. di Firenze, produce olio extravergine,
vino e grappa nei suoi 40 Ha di terra, con finanziamenti annui milionari? Li
paga forse lei da solo detti finanziamenti o...sono sulle spalle di tutti gli
italiani? 29/10/2008 14:50 doc finalmente c'è stato il coraggio di cambiare le
cose, almeno cominicare a farlo.. alla faccia di tutta la sx!! viva la
meritocrazia, viva la voglia di cambiare e ammodernare questo paese, a
cominciare dalla scuola.. io l'università l'ho passata grazie alle mie capacità
e alla voglia di studio, perchè se aspettavo prof o rettori.. auguri!!! solo
clientelismo alla sinistra!!! ps: non capisco perchè scioperino gli studenti
delle superiori o 30enni.. ai primi la riforma non tocca, ai secondi dico:
siete tutti figli di papà, piccoli fuoricorso invasi dalla voglia di far
nulla... io ho lavorato e studiato a testa bassa laureandomi con ottimi voti e
non pensavo proprio a scioperare come fanno questi.. siete ridicoli!!! forza
berlusca, a casa tutti i clientelismi.. forza governo, perchè la stragrande
maggiornaza dell'italia è coon Voi. 29/10/2008 14:51 Caterina 14 anni è una
vergogna!! tutta l'italia protesta e non viene ascoltata: questi sono i nostri
rappresentanti? 29/10/2008 14:56 pippo Da quello che leggo la maggior parte
delle persone che lascia un commento pensa solo agli stipendiati statali e agli
studenti fannulloni. Sinceramente il problema dell'italia non sono i governi
che ci sono stati o che ci saranno ma sono gli italiani e la loro mentalità.
Qui non si tratta di destra o sinistra, non si tratta di sindacati o statali,
ma si parla di futuro, il futuro dei ns. figli e dei nostri nipoti. 29/10/2008
14:57 pippo Fino ad ora tutti ci siamo lamentati che i migliori ricercatori
vanno all'estero, che la scuola italiana non tutela ed insegna ai giovani e
della non idoneità di una parte degli insegnati. Ora, con questa riforma, si
obbliga la maggior parte degli studenti a non iscriversi all'università.
Infatti sembra che gli atenei possano fare una richiesta allo stato per passare
da pubblici a privati: vuol dire che la maggior parte dei ragazzi non potrà
laurearsi e non sto parlando dei figli dei ricchi ma di famiglie normalissime
che guadagnando un normalissimo stipendio e non potranno far studiare i propri
figli. Complimenti a tutti noi per ciò che abbiamo. CORRAGGIO RAGAZZI L'ITALIA
DEL FUTURO SIETE VOI! E RICORDATE CHE NESSUNO VI REGALERA' NULLA, CIO' CHE
DIVENTERETE LO DOVETE SOLO A VOI STESSI. Ve lo dice una persona che proviene da
una famiglia di contadini e con tanti sacrifici, miei e della mia famiglia,
posso dire di aver ottenuto tanto dalla vita. 29/10/2008 15:19 TINO è passata,
-perlomeno un minimo di ragione; ma ora si ricorrerà ad un altro periodo di
gran casino si invocherà il referendum, (tanto per prolungare la protesta), che
più ce n'è meglio è, non si approderà ad un bel nulla, e quindi si escogiterà
qualche altra diavoleria, alla fine... nulla. toc..toc..toc..il tempo
inesorabile, nel susseguirsi di ere, glacializzazioni, e sconvolgimenti,- tout
passe, tout lasse, tout casse; (la signora di solus) ma memorizzata, scolpita
(a suon di megafono elettrico) tramandata eternamente l'eroica bravata di chi
tentò invano di sconvolgere gli elementi. (eran giovani eran forti) 29/10/2008
15:20 isacco Grazie sign.ra Gelmini per il suo contributo a riqualificare
l'Italia 29/10/2008 15:25 parsifal Che tristezza assistere allo scempio
quotidiano che questo governo sta facendo del paese. Falsità, dichiarazioni
prima 'sparate' e poi ritrattate, l'importante era far cassa con la scuola...
Prima la scuola dell'obbligo, poi toccherà all'università... con un sistema che
penalizzerà sempre di più l'istruzione pubblica. Una riforma? ma togliamo le
bende dagli occhi: sono solo tagli. Promuovere l'istruzione e favorire la crescita
delle menti non è certo uno degli obiettivi di questi signori: più ignoranti,
più voti. E il bello è che berlusca ha ammesso che nella gelmini qualcosa si
deve cambiare... sì, ma solo per la scuola privata, probabilmente ascari inetti
avevavno tagliato anche dalla parte sbagliata... 29/10/2008 15:43 Amelia S. Uno
dei propositi di Obama è questo: "Recluterò un esercito di nuovi
insegnanti, pagherò loro retribuzioni più alte e darò loro maggiore
supporto". Per questo quando la Gelmini ha detto che Obama è il suo
modello, mi ha fatto ridere. 29/10/2008 15:58 Francesca E' davvero l'inizio
della fine..cosa ne sarà del nostro futuro? dove andrà a finire?? x caso nelle
mani di chi ancora non ha capito il significato di "scuola, istruzione,
cultura"???..no grazie..io sn contraria a tt qst..nn doveva succedere nnt
di tt qst..purtroppo è andata cosi..ma noi studenti continueremo comunque a
lottare..nn ci fermerà nessuno.."L'ignoranza uccide"..è qst che
divulga nella cultura italiana da tempo..ma adesso?? nn possono negarci il
diritto di imparare..la scuola è NOSTRA..è degli STUDENTI!!!!!!chi nn ha la
possibilità di andare all'università che farà?pulirà le strade?? ma stiamo
davvero skerzando..si..LORO stanno giocando cn i nostri diritti e soprattutto
cn il nostro futuro cm niente fosse..l'importante è che loro siano tutti felici
e RICCHI..agli altri nn ci pensa nessuno..e si certo!..sn davvero
arrabbiata..l'università potranno solo permettersela i FIGLI DI PAPA'..e tutti
qst nn sn contrari al decreto..sn favoreli..bravi!!!!complimenti..ODIO TT
QST..è UN INCUBO!! 29/10/2008 16:06 Alex non sia mai che a qualcuno venga in
mente di cominciare a tagliare i privilegi e le spese dei politici. 29/10/2008
16:10 lorenzo ecco fatto il primo passo di un governo non solo arrogante ma
prepotente di un sistema tipicamente mussoliniano siamo vicini ad una guerra
civile senza tempi pronti a marciare con in mano bastoni e fucili ma non come
diceva bossi come diremo noi giovani poveri che non contiamo piu' a ninete che
ci hanno chiamato pure terroristi e come tali allora visto che non contiao a
nulla ci comporteremo!!!! 29/10/2008 16:18 Carla Ma quanti commenti di gente
che non capisce una mazza! Qui si sta discutendo del diritto allo studio della
classe medio bassa. Io sono una donna sola con uno stipendio da infermiera e
mia figlia si è laureata nei tempi stabiliti con ottimi voti. Ora sta finendo
la laurea specialistica. Non ha mai portato il grembiule, ha avuto più maestre
ed ha sempre studiato con buon profitto. La scuola non può essere nè di destra
nè di sinistra ma deve essere a disposizione di tutti perchè tutti abbiano la
possibilità di studiare. Non capite che molto presto solo pochi si potranno
permettere di laurearsi perchè in Italia non sarà possibile fare mutui per
poter pagare le tasse universitarie come in america. Le famiglie possono al
massimo permettersi di pagare il mutuo-casa se lavorano in due perchè gli
stipendi sono miseri da noi. Allora chiedetevi sia che siate di destra sia che
siate di sinistra se può piacervi un paese dove l'accesso allo studio
universitario sia per pochi eletti. Una risposta sarebbe gradita 29/10/2008
16:20 Carla Comunque è ovvio che questo governo voglia un paese di
ignoranti...è risaputo che gli ignoranti sono più facilmente tenuti sotto il giogo
degli oppressori... 29/10/2008 16:32 mery ma quanto vi rode!!!! finalmente la
casta tenuta in piedi dai sinistroidi che da decenni sperpera denaro pubblico
non potrà più farlo. ciò che non verrà più sprecato sarà reinvestito utilmente
per il miglioramento generale della scuola.tutti i commenti che fate contro
questa riforma conferma proprio la malafede della sinistra che strumentalizza e
basta, mobilitando gli studenti solo per dare addosso al governo.questa riforma
sarà un bene per tutti anche per chi oggi manifesta contro. 29/10/2008 16:41
Lorenza Ah ah ah Tre senatori IDV si affacciano:"Siamo con voi", e
chi mai potevano essere se non quegli asini dei senatori di di Pietro!
29/10/2008 16:59 Marco GRAZIE PER AVERCI LEVATO L'ICI.....PROPAGANDA PESSIMA MA
MIRATA ALLA GENTE AIME' IGNORANTE DI QUESTO PAESE, E PURTROPPO CE N'E'
DIVERSA,PER ANDARE AL GOVERNO. ADESSO DA QUALCHE PARTE I SOLDI BISOGNA PUR
PRENDERLI!!! E PERCHE' ALLORA NON IMPOVERIRE L'UNICA COSA DI CUI QUESTI
INDIVIDUI HANNO PAURA "LA CULTURA". QUESTA NON E' UNA RIFORMA!!!!
29/10/2008 17:10 doc Signori.. anche se si dovesse fare un referendum, non ci
sarà il qorum.. rassegnatevi, questo governo durerà e sara vincente.. prima i
tagli, poi regolamentazione dell'immigrazione,poi risveglio economico.. forza
governo, alla faccia dei nullafacenti.. andate a lavorare,solo così si
risveglia l'italia.. muovetevi!!! 29/10/2008 17:11 PAOLO QUELLI DI SINISTRA E I
SINDACATI SI LAMENTANO SEMPRE, PROTESTANO SEMPRE MA ALLA FINE NON VOGLIONO CHE
SI FACCIA MAI NIENTE!!! IL MAESTRO UNICO PRODI HA FATTO SCUOLA. 29/10/2008
17:14 paola ignobile, incivile e arrogante il rifiuto di dialogare con il mondo
della scuola e dell'università, che da mesi chiede di essere ascoltato. Un
trattato di Lisbona, con cui l'Italia si è impegnata a investire il 3% del pil
nella ricerca universitaria, considerato carta straccia. I vantaggi economici a
lungo termine dei tagli (tagli enormi, più che riforma) quali saranno? Se l'è
chiesto a metà ottobre anche la rivista "Nature" http://www.nature.com/nature/journal/v455/n7215/full/455835b.html
senza trovare risposte tranquillizzanti... Ma come si fa a criticare chi scende
in piazza, ignorando i danni che si stanno arrecando al futuro di questo paese?
Vedo che in alcuni commenti si prendono in giro gli "studenti" di 25
- 30 anni che manifestano, ma dottorandi e ricercatori mica possono avere 20
anni! 29/10/2008 17:20 Pilone X VALENTINA DI PISA: ma invece di dire
bischerate, perchè non guardi quello che è successo in tutti questi anni lo
stesso periodo? Ci sono stati esclusivamente occupazioni e scioperi
sistematicamente come incomincia il periodo autunnale i professori e gli
studenti pecoroni come al solito, non fanno altro che fare casini. Bene è ora
di finirla! Sono stufo di vedere universitari di 35 anni, e sono stufo di
pagare professori universitari ultracentenari, fior fiori di soldini solo
perchè si sono inventati un corso del cavolo con iscritti solo 1 o 2 persone, è
ora di finirla! Riguardo al maestro unico, ancora più favorevole, considerando
che classi con più maestri non hanno fatto altro che tirar su persone
ignoranti. E' ora di ritornare alle bacchettate sul dorso delle mani.
29/10/2008 17:25 stella Ahahahah!!!ma non avete ancora capito cari studenti che
siete delle pedine in mano alla politica??Vi state facendo prendere in giro e
non lo avete ancora capito!!! 29/10/2008 17:27 mery GRAZIE GELMINI, GRAZIE
GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE DIECIMILA VOLTE GRAZIE. UNA FRASE TRATTA DA UNA
FAMOSA CANZONE DICE, "TUTTO IL RESTO E' NOIA"!!! CHI MANIFESTA NON HA
VOGLIA NE' DI STUDIARE NE' DI LAVORARE SI DEVONO SOLO VERGOGNARE. 29/10/2008
17:47 GIOIR XXX CARLO::: I DEPUTATI, NON TUTTI PERCHE' ALCUNI LO FANNO PER
PASSIONE E ANCHE PERCHE' NON SI DEBBONO MANTENERE CON QUELLO CHE PERCEPISCONO ,
SI FANNO ELEGGERE PER I STIPENDI DA NABABBO...!!! NE FANNO UN BUSINESS NEL
SENSO CHE INVESTONO UNA CERTA SOMMA PER POTERNE AVERE UN RITORNO MOLTO
VANTAGGIOSO...!!! QUELLO CHE FA RIFLETTERE E' IL FATTO CHE SONO PERSONE CHE
VENGONO DAL POPOLO E DA ESSO VENGONO ELETTE, QUINDI??? NOI A POSTO LORO CI
COMPORTEREMMO NELLA STESSA MANIERA...!!! LA SPERANZA E' QUELLA CHE POSSANO
FARSI UN MEA CULPA E CHE TROVINO IL PUDORE DI AUTORIDURSI GLI EMOLUMENTI E
TUTTI I PRIVILEGI DI CUI SI VANTANO EVOLVENDO LE SOMME RICUPERATI A FINI SOCIALI...!!!
SALUTI 29/10/2008 17:52 Luciano Bene! Era ora che la maggioranza emersa da
libere elezioni democratiche cominciasse a lavorare per il Paese, esprimendo un
governo che pian piano mette in atto delle vere riforme! Il decreto Gelmini,
approvato oggi al Senato con 162 voti a 134, è il primo passo per cominciare a
svecchiare la scuola italiana. Avanti così! E la piazza rimanga la piazza di
sempre: chiacchiere, insulti, ignoranza, odio... 29/10/2008 18:27 Roberto ormai
è la moda - per qualsiasi iniziativa del governo si grida
"referendum" - benissimo - ma stante la disastrosa situazione
economica internazionale, sarebbe quanto mai opportuno che i firmatari
versassero un contributo minimo di 100 euro - altrimenti per quale arcano
motivo tutti i cittadini dovrebbero pagare di tasca loro le ingenti spese per i
loro ridicoli ed inutili capricci politici ? non si rendono ancora conto che
non più tardi di 6 mesi fa, hanno straperso le elezioni ed ora abbiamo un
governo che "finalmente" mette in pratica il nostro programma, cosa
che non è MAI riuscita alle sinistre che non hanno saputo resistere più di due
anni - Ora pensate e organizzatevi - avete 4 anni e mezzo e se continuate con
questa mentalità, temo che di tempo ne avrete molto di più 29/10/2008 18:31 gigi
Coloro che mandano in piazza quei ragazzi hanno delle belle rsponsabilità.
Siano più propositivi e soprattutto MANDATE A STUDIARE QUELLA GENTE! Vi ricordo
che tra quelli ci saranno i futuri professori, i futuri dirigenti, medici,
avvocati.... a vedere sta massa sotto la pioggia con vestiti firmati e mp3
nelle orecchie e cellulare in mano corredati di stiscione con slogan
anacronistici... speriamo bene... 29/10/2008 18:32 nazzareno Sono un
Collaboratore Scolastico precario da quasi 9 anni, e nella mia condizione di
precario le scuole sono piene di colleghi che si trovano nella mia stessa
condizione. Sono anni che ci sentiamo rispondere dai sindacati che per fare le
assunzioni di ruolo lo Stato necessita di ulteriori disponibilità economiche
che attualmente non ha. Ora con questo decreto si intende taglare altro
personale, come già accaduto negli anni passati, senza incrementare le
assunzioni di ruolo, ma semplicemente continuare nella politica dei tagli e del
precariato. E' ora di dire basta! Che i soldi per risanare il bilancio li
vadano a prendere, ad esempio, riducendo la spesa dalle missioni militari
sparse per il mondo e dalla difesa in generale. Oppure, considerato che i
nostri parlamentari sono i più pagati, rispetto ai loro "colleghi europei",
che si riducano lo stipendio e molti altri privilegi che la Costituzione
permette loro, come ad esempio la pensione dopo solo 34 mesi di legislatura.
Saluti Nazzareno 29/10/2008 18:58 luca b. incredibile che questi ragazzini si
mandano all'ospedale tra di se per difendere il posto di qualche odiato
insegnante di troppo.i grandi invece si lamentano delle troppe tasse per poi
difendere i troppi statali!! 29/10/2008 19:05 Sergio Conegliano
Dall'opposizione quale condotta adottabile ? Quale comportamento può adottare l'opposizione
a fronte delle anticonvenzionali modalità decisioniste della compagine
governative? Fra le varie possibilità: ritirarsi sull'Aventino; fare dei box a
pagamento su principali quotidiani e periodici evidenzianti i limiti delle
scelte fatte dai legiferatori; affidarsi Dr.Enrico Letta affinché tramite zio
possano prevalere fra le personalità salienti del governo quelle più aperte a
una disamina più puntuale degli aspetti - anche in prospettiva -
significativamente problematici di quanto volta a volta legiferato per un
illuminata "rimodulazione". Al caso, anche avvalendosi in una sorta
di collettivo BRAIN-STORMING di contributi di varia professionalità/provenienza
foss'anche dal non molto ben visto candidato IdV (a quanto si legge dai giornali)
alla presidenza Rai. Cordialità, Sergio Conegliano
(p.i.elettronico/g.pubblicista, 66-enne, pensionato) 29/10/2008 19:06 Vincenzo
W il Decreto Gelmini Brutti ignoranti che scioperate a fare voi fate scioperi
solo x non studiare e far perdere un po di tempo alle forze dell' ordine. voi
ragazzi con ste manie che potete fare tutto quello che volete ma se non volete
studiare non andate proprio a scuola. Firmato Anonimo ._. 29/10/2008 19:11 jada
non è vero che tutta Italia protesta ci sono anche studenti e insegnanti con
gelmini, non sono l'unica , anche su facebook ci sono moltissimi gruppi che
esprimono questa opinione ma come al solito viene dato risalto (ingiusto e
gonfiato smodatamente) solo alle voci della sinistra faziosa! falsi ipocriti
quelli che protestano vanno avanti col paraocchi e guarda caso sono proprio
quegli "studenti" che non hanno voglia di far niente, aspettano solo
una scusa x vagabondare nelle strade con i loro poveri cani e occupare x farsi
le canne e praticare l'amore libero nei locali pubblici, vergognatevi, non
sapete niente e andate avanti secondo i dettami della vostra ridicola ideologia
. grazie gelmini liberaci da questa vergogna 29/10/2008 19:11 maurizio Eureka! Finalmente questo governo ha trovato i fondi da destinare all'Alitalia, alle banche e alle aziende in
difficoltà. I precari tutti a casa, gettando nella miseria centinaia di
famiglie, per queste non esistono ammortizzatori sociali. Ma nel programma di
questo governo non prevedeva il taglio di una camera,delle province e di tutte
le caste? Ma il tesoretto lasciato in eredità dal vecchio governo che
fine ha fatto? Questo è un governo Robin-hood all'incontrario, toglie ai poveri
per dare ai ricchi, se trova tanto consenso evidentemente molti italiani si
identificano in questi personaggi, molto superficiali e interessati
esclusivamente ai loro facili guadagni incrementati da evasioni fiscali senza
temere controlli di sorta. A tal proposito, molto esplicito fu il premier
stesso ad invitare a non pagare le tasse, per quelle bastano i contribuenti a
reddito fisso e i pensionati.Il barile è bellè raschiato, ai mercati generali
della frutta aumentano coloro che si cibano con gli scarti gettati nei
cassonetti! 29/10/2008 19:14 alexbz oh! bepi, el minister, com se la ciama...la
gelmini: g'ha dito che son finì gli sghei...casso volen toti sti studenti?
vadan a zapar la tèra, lazarùn...mi g'avevo il maestro unico e guarda ti, son
mia gnorante mi! ooh! poi...che belo! el grembiulìn, toti uguali come cuando
s'eravam piculin!...e cueli che rompon i coioni...adesso daghen: 5! somarii!!
29/10/2008 19:16 leon Il taglio all' università ammonterà a circa il 2% dei
fondi...ora mi chiedo......possibile che un fallimento di massa delle
università sia causato da un taglio irrisorio come questo?forse , allora, i
primi responsabili di un possibile fallimento delle università non saranno i
tagli della 133 bensì i rettori e i gestori dell' universatà che finora hanno
lavorato talmente MALE da rendere l' organismo delle università così fragile!!
Finisco con dire che il decreto gelmini non tocca in alcun modo le università
ma riguarda solo le scuole elementari.... i tagli all' università sono
contenuti dall' articolo 133 della finanziaria di tremontii!!!eppure in tutte
le manifestazione universitarì si accusa la gelmini.....meno male che questi
studenti sono informati........rimane il fatto che si potrebbero tagliare anche
gli stipendi dei parlamanteri (no dato che per gli stipendi dei parlamentari in
italia si spende come francia, spagna e germania messe assieme....) 29/10/2008
19:18 nuanda La posizione del governo Berlusconi sulla scuola è preoccupante:
ancora si assiste a provvedimenti legislativi presi senza alcuna cura della
posizione assunta dall'opposizione ed anzi sbeffeggiandola argutamente. Spiace
dirlo, ma questo è esattamente il contrario della democrazia. In democrazia
l'opposizione deve essere ascoltata, poiché chi governa lo fa anche per la
stessa opposizione. Non sono cittadini da trascurare o da allontanare. Speriamo
sia solo un'ombra passeggera, ma è veramente brutta e pesante. 29/10/2008 19:28
fulvia Se l'attuale scuola italiana è tanto valida,come mai molti politici e
difensori del sistema hanno i loro figli in scuole private cattoliche,americane
o francesi?Chiedete ai vari Fioroni,Rutelli Finocchiaro ,Moretti, Santoro solo
per citarne alcuni.Perchè quando Prodi tolse 87 milini di euro ai ricercatori
universitari per placare i camionisti che bloccavano l'Italia,non ci sono state
contestazioni?Francamente una parte politica ha cavalcato la protesta degli
studenti per far vedere che possono fare ancora qualcosa,ma purtroppo questa
parte sfrutta solo gli studenti con una cattiva informazione a proprio ed unico
vantaggio.Se ci saranno gravi conseguenze e oggi ci sono stati i primi feriti
se ne assumano la colpa e si vergognino!!!! 29/10/2008 19:35 matteo Mi chiedo
solamente una cosa...se la maggior parte delle persone che hanno manifestato in
qst giorni abbiano letto il testo del decrteo gelmini....e tuuti quelli che in
qst forum hanno dato contro al decreto stesso. NON e dico NOn sono previsti
tagli...nè licenziamenti...nè innalzamenti delle tasse universitarie....ma chi
volete prendere in giro studdenti e professori???forse è meglio che ritorniate
a studiare e lavorare anzichè manifestare in piazza per cose che vi hanno
inculcato quella rimanenza dell'italia 68ina...che dinnanzi a tutto il mondo ci
fa solo vergognare. l'on. gelmini ha fatto davvero una grande cosa....mi auguro
solo non ci saranno passi indietro su questo decreto da parte del governo.
29/10/2008 19:52 siamo alla frutta Non capisco perchè si continui a parlare di
riforma gelmini quando questa non lo è. Una riforma è tale quando agisce sulla
struttura , sui programmi, sull'organizzazione ecc.: questo è un mero e
semplice taglio di spese per ottemperare al dictat di Tremonti e ciò avviene in
tutti i campi: giustizia, scuola, sanità, stato sociale e via discorrendo.
Questo è semplicemente un paliativo per uno stato ormai allo stadio terminale:
staccate la spina ed amen.....! 29/10/2008 20:00 Sergio Conegliano Anche dopo
Legge Gelmini, per Opposizione quale condotta ? : Quale comportamento può
adottare l'opposizione a fronte delle anticonvenzionali modalità decisioniste
della compagine governative? Fra le varie possibilità: ritirarsi sull'Aventino;
fare dei riquadri a pagamento su principali quotidiani e periodici evidenzianti
i limiti dei decreti-legge approvati; rivolgersi a Dr.Enrico Letta affinché
tramite Zio si possa far prevalere, tra le personalità salienti del governo,
quelle più aperte a una disamina più approfondita degli aspetti
significativamente problematici di quanto volta a volta legiferato. Magari per
un illuminata "rimodulazione" anche condotta avvalendosi in una sorta
di collettivo "brain-storming" di contributi di varia-composita professionalità/provenienza.
Cordialità, Sergio Conegliano (p.i.elettronico/g.pubblicista, 66-enne,
pensionato) 29/10/2008 20:09 gierre gierre gierre gierre gierre mi sbaglio, o
qualcuno tempo fa disse: " finalmente siamo riusciti a fare l'italia, ora
però dobbiamo riuscire a fare gli italiani"... questo è ancora là, fermo
al palo, si è ritrovato da solo, senza collaboratori. il tempo è passato... ma
nulla è cambiato... chi si offre? sarà bene prima ricordare che per essere
italiano non basta saper cantare l'inno di mameli... alè 29/10/2008 20:13 elisa
si pagherà l'istruzione universitaria fior di quattrini,i figli di papà
potranno andare all'università, non fare un beneamato e passare agli esami
ugualmente proprio perchè pagano fior di soldi (come adesso succede nelle
scuole private). Per gli altri non ci sarà posto, (alla faccia della
meritocrazia) e a lavorare subito, in un call center a vita! E vai gelmini end
company, avete fregato bene il futuro dei nostri giovani! 29/10/2008 21:30
Antonella Sono una mamma e un'insegnante di scuola primaria che ha votato
destra ma che, avendo letto a fondo i testi della finanziaria e dei decreti
tanto citati, per la prima volta nella sua vita sciopererà domani e scenderà in
piazza. Non contro i grembiulini che non sono mai spariti dalla maggior parte
delle scuole, non contro il voto in condotta che non è mai passato di moda, ma
contro i tagli contro l'unica scuola che funziona: la primaria. Tornare
all'insegnante unico significa impoverire oltre che la quantità anche la qualità.
Si tornerà ad esempio ad una matematica meccanica e mnemonica penalizzando
l'apprendimento logico attraverso i laboratori e la sperimentazione sui
materiali. E così in tutti i campi dell'apprendimento. Senza contare che negli
scorsi anni si è puntato su una specializzazione dell'insegnamento. Ci saranno
insegnanti bravissime in matematica ma che non hanno mai insegnato italiano.
Veramente un salto di qualità! 29/10/2008 21:34 alien mi viene il mal di
stomaco a leggere questi post: i piu' risolvono il caso all'italiana, destra o
sinistra, offendendo l'avversario nemmeno sapere perche'. La riforma della
scuola non si fa con i grembiulini o il maestro unico e basta, bisogna andare
in profondita', non rimanere in superficie come fatto finora, e' proprio per questo
che siamo in questo fango.la finanziaria ha tagliato i fondi per la ricerca e
per gli atenei, si doveva colpire per primi i baroni della scuola e non sta
agli studenti farlo, ma al governo che comanda, si dovevano ridurre i corsi
superflui e obbligare i professori che fanno un'altro lavoro a fare il proprio
doveere, so no via. si doveva incrementare i soldi per la ricerca, invece di
darli ad Alitalia. perfino in Africa un segno di
crescita di un paese e' l'istruzione e qui da noi e' la prima cosa che si
taglia. questa era la riforma, non i grembiulini uguali per tutti,ma tanto gli
italiani non capiscono una mazza, quindi si puo' dar da bere quelsiasi cosa.
29/10/2008 21:37 stefano era ora.però ancora poco,le università dovrebbero
avere dei posti dove far alloggiare i ragazzi non deve esserci il business
degli affitti agli universitari. e chi va alla università solo per
bighellonare,vada a lavorare visto che tutti rifiutano lavori manuali.
29/10/2008 22:45 Anonimo Finalmente!Era ora che si cominciasse a tagliare certi
sprechi! 29/10/2008 23:14 cicci visto che siamo in fondo alle graduatorie
mondiali per preparazione scolastica mi sembra che tre maestri al posto di uno
non abbiano fatto grandi miracoli....o no? 30/10/2008 00:26 Lorenza Non esiste
alcun decreto Gelmini che riguardi l'università. Il provvedimento messo a punto
dal ministro tocca solo le scuole elementari e medie. Sono presenti 85
commenti, invia il tuo commento! Pagine: 1 Nome: Email: Commento: Caratteri
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( da "Stampa, La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
ALBENGA/1 IERI LA FIRMA
Il Gruppo Orsero entra nella cordata per salvare Alitalia [FIRMA]STEFANO PEZZINI ALBENGA
Adesso è ufficiale: il gruppo Orsero, da ieri è entrato a far parte della Cai,
la cordata di imprenditori italiani che rileverà Alitalia. Nelle scorse settimane Intesa San Paolo, la banca capofila
dell'operazione, aveva offerto al gruppo guidato da Antonio e Raffaella Orsero
di far parte della società presieduta da Roberto Colaninno e, dopo le
dovute e necessarie valutazioni, GF Group, la capofila della miriade di società
degli Orsero, ha deciso di accettare. Antonio Orsero è impegnato in Argentina.
A commentare, sia pur brevemente, l'operazione, è la sorella Raffaella:
«Abbiamo deciso di affrontare questa avventura imprenditoriale. Ora creeremo
una società ad hoc per far parte della compagine azionaria della Cai». Per gli
imprenditori albenganesi si tratta di una entrata in grande stile nel gotha
dell'imprenditoria italiana. Fra i soci di Cai, infatti, figurano nomi del
calibro di Benetton, Micheli, Fossati, Marcegaglia e tanti altri, riuniti sotto
la governance di Intesa San Paolo guidata da Corrado Passera. Per gli
imprenditori savonesi l'entrata in Cai fa seguito ad altre due operazioni
legate al businnes dell'aviazione. La prima, dello scorso agosto, riguarda l'acquisto
di Fox Air, società di aerotaxi che ha come flotta diversi P180 e serve molte
grandi aziende ed imprenditori italiani e stranieri nei loro spostamenti
nazionali e internazionali. La seconda, in itinere, riguarda l'acquisizione
della maggioranza delle quote di azione dell'aeroporto di Villanova, con
conseguente, almeno si spera, rilancio operativo ed economico del «Panero».
Difficile ipotizzare al momento se l'ingresso in Cai sia solo un investimento o
serva a sviluppare (come sembra più logico) nuove strategie e sinergie tra Alitalia, Fox Air e aeroporto di Villanova.
( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina 26 - Commenti
IL FUNERALE DELL´UNIVERSITà (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Stia attento il
presidente del Consiglio, e non sottovaluti l´iniziativa del Pd di chiedere un
referendum. Le opinioni cambiano, l´inquietudine è forte, e ci vuol poco a
finire in un vicolo cieco. Quanto all´Università, siamo di fronte - e già da
mesi - all´annuncio di una morte. Avverrà fra l´inverno e la primavera del
2010. Se i provvedimenti assunti da questo governo non verranno modificati, in
quell´arco di tempo gli Atenei si vedranno trasferiti dallo Stato circa 600
milioni di euro in meno, rispetto alle già magre quantità attuali: su un budget
complessivo, cioè, che non arriva a sette miliardi. Tenuto conto della
composizione della spesa - con la grandissima parte dei fondi statali destinati
alla retribuzione del personale, docente e tecnico amministrativo - si tratta
di una riduzione assolutamente insostenibile. Una specie di devastante bomba a
orologeria, innescata non in conseguenza della crisi dei mercati finanziari, ma
già da prima e a freddo, con l´unico effetto di creare un´ennesima e gravissima
emergenza, un altro stato d´eccezione scaraventato sulle famiglie italiane -
soprattutto sulle giovani generazioni, il cui futuro si mette così a rischio in
modo irresponsabile. Le Università - almeno una forte maggioranza - dovranno
dichiarare lo stato d´insolvenza, e probabilmente non saranno più nemmeno
capaci di pagare gli stipendi. Secondo quanto prescrive la legge, verranno
commissariate dal ministero. Per farne che? Chiuse, vendute ai privati, una volta scorporati i loro debiti, come Alitalia? Non si sa. L´unica certezza è
questa: che dopo non esisterebbe più, e di colpo, un sistema universitario
italiano in grado di funzionare. Per un Paese moderno, sarebbe l´apocalisse. è
possibile che qualcuno la voglia davvero? E cosa accadrebbe, poi?
L´Università italiana è attraversata da distorsioni non superficiali, sulle
quali si avventa da tempo un qualunquismo scandalistico e trasversale, di
destra e di sinistra. La radiografia di questi mali è una registrazione
impietosa di quasi tutte le ombre della nostra storia repubblicana: dalla
miopia e dal provincialismo di una parte cospicua delle classi dirigenti, a una
cultura sindacale che, quando è uscita dalle fabbriche per entrare nel pubblico
impiego, ha finito con l´assumere quasi sempre un ruolo conservatore, schierato
a difesa di piccole nicchie di privilegio. E vi sono, poi, certo,
responsabilità più dirette che riguardano il comportamento del ceto accademico.
Ne rispondiamo. E in particolare, resta il fatto che abbiamo usato generalmente
in maniera deludente e corporativa uno strumento prezioso: l´autonomia degli
Atenei, voluta dal più grande ministro dell´università che l´Italia abbia avuto
nel dopoguerra - l´indimenticabile Antonio Ruberti. Ma siamo però riusciti a
costruire negli ultimi decenni - pur partendo in grave ritardo - un´università
di massa le cui performances complessive sono fra le prime del mondo (come
rivelano bene gli dati del QS World University Rankings, la cui lettura
consiglio a tanti critici improvvisati): con laureati che non temono confronti
rispetto alla media europea e americana. E con docenti che girano ancora a
testa alta da Parigi a Los Angeles. Immaginare adesso che tagli di bilancio
della dimensione prevista siano una specie di resa dei conti, o una sorta di
abnorme espiazione per gli errori commessi, non ha alcun senso istituzionale né
politico: perché non siamo innanzi a una terapia, anche estrema, ma solo a una
indiscriminata decimazione di massa, che si ripercuoterebbe innanzitutto su
giovani senza colpa alcuna - quegli stessi che oggi stanno prendendo coscienza
della loro condizione, e che forse la sanno già più lunga di quel che noi si
pensi. La prima cosa è dunque battersi per scongiurare questa assurda minaccia:
che il 2010 non sia la data di una morte premeditata, e che l´intero sistema
universitario italiano possa attraversarlo indenne. Il ministro si impegni in
questo senso di fronte al Paese. E insieme, le Università avviino
un´autoriforma limpida e coraggiosa dei propri comportamenti e dei propri
profili istituzionali. Per cominciare: riduzione drastica dei corsi di laurea,
con un rapporto equilibrato fra lauree triennali e magistrali. Riduzione non
meno severa del numero delle materie insegnate e degli esami da sostenere in
ciascun corso. E poi ancora, riduzione delle sedi distaccate, la cui apertura
indiscriminata si è spesso rivelata un´operazione soltanto clientelare, e
revisione dei meccanismi di governance, per garantire esiti più trasparenti e
con più ricambio. E infine autovalutazione, per individuare all´interno di
ciascuna Università i punti di maggior forza qualitativa dal punto di vista
della didattica e della ricerca. Risorse aggiuntive potranno essere conferite
agli Atenei solo di fronte a risultati importanti raggiunti nelle direzioni
indicate. Insomma, fondi in cambio di autoriforma. Sono convinto da tempo che,
per quanto sia stata in genere male usata, l´autonomia universitaria resti un
bene da difendere strenuamente, e che in questo campo lo Stato meno intervenga
meglio è. Ma su alcuni pochi punti occorrerebbero provvedimenti tempestivi: il
reclutamento della docenza; l´accesso dei giovani alla ricerca, con nuove
regole per i dottorati; un sistema efficiente di valutazione per misurare il
lavoro svolto da ogni università. Che il ministro (sinora silenzioso su questi
temi) faccia la sua parte: ascolti, valuti, scelga; e poi, si presenti in
Parlamento. è così che funziona la democrazia.
( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina I - Palermo
L´allarme Sindacati sul piede di guerra: "Così declassano lo scalo"
Aeroporto di Punta Raisi l´Alitalia taglia 160 posti Un taglio di 160 unità all´aeroporto di Palermo
alla luce del piano Cai. Lo denunciano la Cgil di Palermo, assieme alla Filt e
alla Slc, che proclamano lo stato di agitazione degli aeroportuali. Il taglio
inciderebbe su un organico di 174 dipendenti a tempo indeterminato, più 46
lavoratori precari. Rimarrebbero quindi soli 60 lavoratori addetti, con
un incidenza sull´indotto stimabile al doppio del numero dei tagli sul
personale diretto. «Lo scalo di Palermo viene declassato», dicono i sindacati.
LORELLO A PAGINA VII
( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina VII - Palermo "La nuova Alitalia taglia 160 posti" Allarme della Cgil: così declassano il
Falcone e Borsellino Pellegrino del Pd "Il sindaco deve intervenire per
garantire addetti e utenti" Terranova della Gesap "Finora soppressi
solo i voli per Malpensa" Il Piano della Cai, la nuova società che
prenderà il posto dell´Alitalia, poterà 160 posti di lavoro in meno all´aeroporto di
Palermo. è questo l´allarme lanciato dalla Cgil che ha proclamato lo stato di
agitazione degli operatoti aeroportuali e ha confermato l´agitazione già in
corso ad Alicos, il call center esterno della compagnia di bandiera. Il taglio
andrebbe a incidere su un organico di 174 dipendenti a tempo indeterminato, più
46 lavoratori precari. Rimarrebbero quindi solo 60 lavoratori addetti, con
un´incidenza sull´indotto stimabile al doppio del numero dei tagli sul
personale diretto. «Tutto ciò non fa altro che declassare lo scalo di Palermo
da aeroporto internazionale ad aeroporto turistico causando un drastico taglio
sul traffico aereo, stimabile in circa il 50 per cento in meno sulle tratte Alitalia», denuncia la Cgil, per la quale questa operazione
avviene «tagliando dagli attuali scali operativi, Palermo e Cagliari, e inserendo
a loro posto gli scali di Torino e Venezia. Ciò - aggiunge il sindacato -
determina una scelta politica chiara che sta spostando l´asse dello sviluppo
strategico nel sistema dei trasporti, da Sud a Nord, come peraltro sta già
avvenendo nel sistema del trasporto marittimo, nel sistema ferroviario, e con i
tagli degli stanziamenti per la realizzazione del passante ferroviario di
Palermo». La manovra secondo la Cgil «è solo l´ultima dimostrazione della
penalizzazione del Sud che il governo nazionale continua a perpetrare e in
questo quadro Palermo viene penalizzata doppiamente, sia per le notevoli
distanze che separano il capoluogo dall´aeroporto di Catania, che verrebbe
invece potenziato, sia per l´alto prezzo da pagare in termini di posti di lavoro».
Preoccupazione del sindacato anche per i tagli di circa il 50 per cento del
call center di Alitalia, «per ciò che questo potrebbe
significare in termini di ricaduta occupazionale anche su Alicos». Secondo
Maurizio Pellegrino, responsabile regionale delle politiche dei trasporti del
Partito democratico, «il sindaco Cammarata deve attivarsi subito per garantire
non solo i lavoratori dell´aeroporto ma anche i cittadini che subiranno gravi
disagi per via dei voli cancellati». Ma Giacomo Terranova, amministratore
delegato della Gesap, la società che gestisce l´aeroporto, non ha le stesse
preoccupazioni della Cgil. «L´unica cosa certa, al momento, è che da novembre
salteranno i due voli Alitalia da e per Milano
Malpensa - dice Terranova - Un taglio tutto sommato indolore perché riferito a
uno scalo internazionale che sarà disincentivato dato che si punterà su
Fiumicino. Il ridimensionamento denunciato dai sindacati lo attendiamo nei
fatti. Quando lo conosceremo penseremo ai provvedimento da adottare». m.l.
( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina VII - Napoli Trasporti,
pressing sul governo Bassolino dal premier per la Gesac. E Cascetta va da
Matteoli Su Capodichino il governatore incassa le rassicurazioni di Berlusconi
ANGELO CAROTENUTO Pressing della Regione sul governo per i trasporti e
l´economia. Ieri Bassolino ha visto Berlusconi, mettendo sul tavolo di Palazzo
Chigi anche i timori di Capodichino per i tagli dei voli su Linate, e
incassanso una risposta che conforta il futuro di Gesac. Oggi Cascetta è negli
uffici del ministro Matteoli per un incontro tecnico coi dirigenti di
Trenitalia. L´occasione per fare il punto sui servizi a rischio, dai treni a
percorrenza regionale alla tariffazione integrata del consorzio Unico Campania.
Cinquanta minuti di faccia a faccia. Bassolino vede Berlusconi in serata e incassa
la disponibilità del governo a non veder congelati gli slot che eventualmente
la nuova Cai dovesse lasciare liberi. Dovranno tornare sul mercato. Il premier
si dice d´accordo. Nonostante i segnali negativi che giungevano dalle modifiche
alla legge Marzano. Liberalizzazione, insomma. Significa che le rotte non
ereditate da Cai, tra le 66 attualmente coperte da Alitalia e Air One, potranno essere
messe a disposizione di compagnie straniere interessate a subentrare su quella
tratta. Ossigeno per Gesac, la società che gestisce l´aeroporto di Capodichino,
e che per la prima volta dopo anni fa i conti con una contrazione del traffico
(meno 10 per cento a settembre rispetto al 2007, previsione di meno 12
per ottobre). E sollievo per il milione e 200 mila passeggeri che ogni anno
volano tra Napoli e Milano. Trasporti, e non solo. Bassolino espone a
Berlusconi l´esigenza di evitare che Napoli e la Campania, fuori dalla crisi
rifiuti, subiscano nuovi colpi nell´economia reale. E dunque parlano di cassa
integrazione e mobilità per le imprese campane (lunedì incontro Cozzolino,
aziende, sindacati); di fondi per le aree sotto utilizzate; soprattutto della
necessità di tenere i fondi europei fuori dal patto di stabilità interno. Sul
tema trasporti torna oggi l´assessore Cascetta nel suo incontro con Trenitalia,
che ha annunciato l´intenzione di sfilarsi dall´accordo per il biglietto Unico
(come pure Sita e Cstp). Con Trenitalia c´è da affrontare soprattutto la
questione dei contratti di servizio da definire. Cascetta ritiene che le
risorse stanziate dal governo non siano sufficienti a coprire le esigenze. A
metà settembre chiese 120 milioni di euro in più per il 2008, 514 per il 2009 e
552 per il 2010. Oppure saranno a rischio i treni regionali per pendolari e
studenti.
( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina XI - Milano
Ultimatum di Bossi e Moratti "Silvio, devi salvare Malpensa" Vertice
con Berlusconi. Il premier: "Farò il possibile" Battesimo per il
tavolo lombardo su Expo. Il Pd: "Si vari un´authority su appalti e
sicurezza" ANDREA MONTANARI Alla vigilia del debutto del Tavolo Lombardia
sull´Expo 2015, Umberto Bossi chiede al governo garanzie sul futuro di Linate e
Malpensa. Il premier Silvio Berlusconi lo rassicura: «Farò il possibile per
garantire lo stesso ruolo sia per quanto riguarda il traffico interno che per
quello internazionale». L´impegno è arrivato al termine di un vertice ieri a
Palazzo Chigi al quale hanno partecipato anche il sindaco Letizia Moratti, il
presidente di Sea Giuseppe Bonomi e numerosi esponenti della maggioranza. Il
messaggio portato dal Senatùr e dal sindaco al premier aveva un duplice
obiettivo: chiedere ancora una volta al governo di liberare le rotte su
Malpensa abbandonate da Cai, e pretendere che il nuovo
partner straniero di Alitalia non penalizzi gli aeroporti lombardi. Un ultimatum rilanciato
anche dalla vice presidente di Confindustria e leader di Assolombarda Diana
Bracco: «L´ulteriore riduzione dei voli per effetto dell´entrata in vigore
dell´orario invernale rappresenta un inaccettabile abbandono di un aeroporto
strategico per il Nord Italia e per l´intero Paese. La compressione del
ruolo di Malpensa rischia di essere lo stop allo sviluppo delle imprese in un
momento delicatissimo per l´economia reale. Il rischio è che paradossalmente
pur cambiando chi gestisce la compagnia aerea, la penalizzazione suicida di
Malpensa non cambi. è necessario che si liberalizzino i diritti di traffico».
Bracco insiste: «Chiediamo al governo che si raggiungano in tempi brevi nuovi
accordi, specialmente con i Paesi delle aree geografiche in forte crescita.
Come imprenditori saremmo felici se nella competizione saprà affermarsi la
compagnia aerea italiana. A condizione però che la indispensabile partnership
con un operatore straniero non abbia come presupposto la penalizzazione del
sistema aeroportuale milanese. Diversamente, sarà comunque benvenuto qualunque
soggetto capace di garantire il miglior servizio per le esigenze del nostro
territorio». Nel corso dell´incontro con il premier, anche il sindaco ha
prefigurato il rischio legato alla perdita di numerosi collegamenti tra il nord
e molte città italiane. Di questa sua forte preoccupazione sul futuro degli
scali milanesi, la Moratti aveva parlato in mattinata anche con i partiti della
sua maggioranza. Che la situazione sia delicata, anche in relazione
all´organizzazione dell´Expo, lo conferma anche Roberto Formigoni, che oggi
presiederà al Pirellone la prima riunione del Tavolo Lombardia sulle
infrastrutture. «Esamineremo tutto con uno sguardo realista - anticipa il
governatore - Quello che c´è e quello che manca». Nel frattempo, il Pd lombardo
lancia tre proposte in vista dell´Expo. «L´istituzione di un´autorità regionale
per garantire la trasparenza degli appalti e la sicurezza sui cantieri - spiega
il consigliere regionale Franco Mirabelli - La creazione di una cabina di regia
e di un piano regionale di coordinamento per fare il punto sull´avanzamento dei
lavori delle opere connesse, che venga approvato ogni anno dal Consiglio».
( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina XVII - Milano
Se l´ascensore sociale è senza bottoni "Da dieci anni le scelte dei
governi locali e nazionali sono sempre a sfavore della povera gente, che una
volta non lo era" Sono un operaio. Guadagno 1.050 euro mensili, abito in
case del Comune in affitto a Milano in periferia. Sono una persona onesta.
Negli ultimi 10 anni la mia situazione economica, sociale, abitativa è
peggiorata di molto. Tanto per togliersi ogni dubbio, negli ultimi 10 anni il
paese è stato governato per cinque anni dal centrosinistra e cinque anni dal
centrodestra, equamente distribuiti. Ogni tre anni, ormai con cadenza regolare,
c´è una crisi mondiale che subito è presa come scusa dalla politica per gli
impegni non mantenuti. Rinunciando all´automobile, uso i mezzi pubblici per
recarmi al lavoro: i tempi di percorrenza si sono allungati, le condizioni di
viaggio di molto peggiorate, il costo del biglietto aumentato, i mezzi in parte
sostituiti da vecchie carrette che non passerebbero la revisione neanche in un
paese del terzo mondo, le corse sono state tagliate anche nelle ore di punta, i
portatori di handicap non possono salire sulla maggior parte di essi? Non
potendo permettermi un mutuo, abito in una casa del Comune in affitto in
periferia (zona Molino Dorino - Bonola). A me che guadagno quello che ho
scritto e nullatenente, è stato aumentato l´affitto del 32 per cento (non il 14
come ho letto). Il verde nella mia zona è stato e sarà cementato da migliaia di
colate di cemento. Anche al lavoro, ormai le aziende in gran parte sono
specchio del paese, la situazione è precaria anche a chi ha un contratto a
tempo indeterminato, vengono privilegiate la mediocrità e la stupidità, che è
funzionale al sistema come giustamente ho letto. Questi sono i fatti, ma le
parole dei politici (di ogni colore!) parlano di ben altro. In tv e sui
quotidiani si fa a gara per lanciare proclami, aiuti ai più disagiati, più
verde, meno traffico, meno inquinamento, più mezzi pubblici, più dignità e
sicurezza sul lavoro: quante parole? Sono dieci anni che le scelte delle
amministrazioni locali e nazionali sono sempre e comunque a sfavore della
povera gente, che una volta non lo era. Lettera firmata - Milano Che pena, caro
lettore, per come sta andando. "Povera gente" è un´espressione che
sentivo da mia nonna, da mio padre e che, adesso, qualche volta anch´io ripeto
ai miei figli, anche se piccoli, per spiegare che non tutti nascono fortunati,
che anche chi nasce bene può finire male, che l´ascensore sociale non ha sempre
i bottoni all´altezza di chi li può e sa premere, che a volte qualcuno "si
ruba" i bottoni. Lei ha fatto il suo, ma i nostri amministratori non hanno
fatto il loro. Come li aiutiamo - questi capi, leader, vertici - a ritrovare il
senso delle proporzioni? Mi permetto un solo suggerimento al centrosinistra:
smetta di farsi dettare l´agenda da Silvio Berlusconi. Il presidente del consiglio
parla e annuncia, loro rispondono punto per punto. Ma a che serve? Dovrebbero ignorare tanti argomenti e dire, per esempio: di Alitalia non parliamo, noi l´avremmo
venduta ai francesi, vogliamo solo chiedere più trasparenza nei costi. Ci preme
aiutare non tanto i piloti, ma "la povera gente". Dice che accadrà
mai? O dice che lei viaggerà su mezzi sempre più in ritardo, guadagnando sempre
di meno? E sino a quando resisterà?
( da "Secolo XIX, Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Alitalia, rottala
trattativa ultima ora Roma. Compagnia Aerea Italiana ha abbandonato il tavolo
di confronto con i sindacati. È accaduto dopo una pausa di due ore nella
trattativa. Cai si è ripresentata al tavolo ribadendo le proposte contrattuali
iniziali, con una sorta di prendere o lasciare. A quel punto le nove sigle
sindacali presenti in Alitalia non hanno accettato di firmare
i contratti che la nuova proprietà aveva consegnato loro, due giorni fa, per
esaminarli. I lavoratori non sono disposti a rinunciare alle 45mila giornate di
permesso sindacale che Cai intende ridurre a 3.500. 30/10/2008
( da "Secolo XIX, Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Alitalia, anche Orseronella
cordata della Cai albenga Il gruppo entra come operatore logistico. Balestra:
sinergie importanti Albenga. Il gruppo Orsero acquista azioni Alitalia. O meglio, le
aziende della nota famiglia imprenditoriale rivierasca hanno acquistato ieri
una quota del pacchetto azionario della Compagnia aerea italiana, cioè la cordata che domani
presenterà ufficialmente al commissario Fantozzi l'offerta per rilevare parte
delle attività della compagnia di bandiera. Sull'entità dell'investimento e
sulle modalità dell'operazione Antonio e Raffaella Orsero, che guidano l'impero
imprenditoriale fondato dal padre Raffaello, mantengono il più stretto riserbo,
ma lasciano intendere chiaramente di non essere interessati a fare da comparse
in un 'cast' che comprende primattori della finanza italiana come Colaninno,
Marcegaglia, Benetton e Tronchetti Provera. Anzi, a differenza di molti degli
altri imprenditori che vivono la scalata ad Alitalia
come un'operazione in gran parte di ordine finanziario, gli Orsero (così come il
gruppo Toto, cioè AirOne) si presentano sulla scena portando con sé importanti
competenze sul fronte dei trasporti, della logistica e ultimamente anche
dell'aeronautica. Insomma, non si tratta di semplici investitori ma di veri e
propri operatori specializzati che interpretano l'operazione più in senso
economico che finanziario. L'impero Orsero è infatti basato proprio sui
trasporti, anche se in prevalenza marittimi, con la Reefer Terminal e altre
società che controllano e gestiscono banchine a Vado e in diversi porti
spagnoli, sull'importazione e la commercializzazione di frutta attraverso la
'costola' Fruttital, ma anche su una compagnia aerea silenziosamente acquistata
qualche mese fa. Una compagnia, la Fox Air, che si occupa prevalentemente di
aerotaxi e voli charter e che opera anche sull'aeroporto Clemente Panero. E
guarda caso da qualche tempo il gruppo Orsero si è fatto avanti per acquistare
il pacchetto azionario di maggioranza dello scalo aereo ingauno. Ovviamente la
notizia è stata accolta con entusiasmo non solo dagli ambienti aeroportuali
villanovesi, ma da tutto il mondo economico rivierasco. «È chiaro che se Orsero
acquisterà la maggioranza della società di gestione del Panero e al tempo
stesso sarà socio di Alitalia - spiega il presidente
Pietro Balestra -, per l'aeroporto potrebbe aprirsi la strada di nuove
collaborazioni, non solo riguardo la riattivazione del volo di linea per Roma».
«La cosa più importante - aggiunge Giancarlo Grasso, presidente della Camera di
commercio di Savona -è che ci siano grandi imprenditori come Orsero, che in un
momento di difficoltà dell'economia mondiale decidono di investire nel settore
dei trasporti e della logistica, che per la Liguria sono il settore
fondamentale per lo sviluppo economico. È una di quelle notizie che allargano
il cuore e che infondono fiducia in tutti. Spero che questo stimoli altre
iniziative imprenditoriali importanti nel settore logistico». I dettagli
dell'operazione sono ancora da definire, e non è chiaro se Fox Air si
'scioglierà' nella nuova compagnia oppure se continuerà la sua attività
parallelamente a quella di Alitalia. Un'ipotesi la
seconda che pare probabile considerata la differenza di dimensioni e di
posizionamento sul mercato delle due società. Tornando al versante villanovese,
nelle prossime settimane il consiglio d'amministrazione dovrebbe varare il
bando di gara per la privatizzazione dell'aeroporto Panero, che dovrebbe quindi
essere pubblicato prima della fine dell'anno, ed è praticamente certo che il Gf
Group della famiglia Orsero presenterà una sua offerta, anche se non è chiaro
se lo farà in solitudine o nell'ambito di una cordata che comunque sarà
composta da un piccolo numero di imprenditori (due o tre) perché gli Orsero
vogliono evitare una frammentazione del capitale societario e soprattutto
garantirsi un'ampia libertà sul fronte decisionale. Luca Rebagliati 30/10/2008
AZIONARIO 30/10/2008
( da "Unita, L'" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Alitalia, salvataggio a
rischio Rompono Cai e sindacati Si rompe la trattativa fra Compagnia Aerea
Italiana, la società guidata da Roberto Colaninno, e le nove sigle sindacali di
Alitalia. La strada
verso il vettore nazionale diventa ora più difficile. Il lungo incontro di ieri sera con
le parti sociali, tenutosi nella sede della holding Immsi a Roma, si è risolto
con un nulla di fatto: l'amministratore delegato di Cai Rocco Sabelli ha
infatti abbandonato il tavolo delle trattative una volta incassata
l'indisponibilità delle sigle sindacali a firmare i contratti che Cai aveva
presentato due giorni fa. «Non ci sono le condizioni per proseguire», avrebbe
detto Sabelli abbandonando l'incontro, stando a quanto riferito da alcune fonti
sindacali. La trattativa, ripresa dopo una pausa di due ore decisa in tarda
serata, si è infranta sullo scoglio dei permessi sindacali: le sigle non sono
infatti disposte a rinunciare alle 45mila giornate attualmente previste dai
contratti e che invece Cai vorrebbe tagliare sino a scendere alla quota di
3500. Le organizzazioni dei lavoratori hanno opposto questioni previdenziali
chiedendo maggiori garanzie. Domani scade il termine per presentare l'offerta vincolante
per l'acquisto di Alitalia nelle mani del commissario
straordinario Augusto Fantozzi.
( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina IX - Bari L´odissea di 80 pugliesi dopo il volo cancellato a causa del
maltempo Alitalia, 12 ore
per il Roma-Brindisi i passeggeri sulla pista per protesta Il volo da Roma a
Brindisi sarebbe dovuto partire martedì sera alle 21. Ma ottanta passeggeri
salentini dell´Alitalia
sono riusciti a tornare a casa soltanto alle undici di ieri mattina. A
causare questo ritardo di oltre dodici ore è stato un nubifragio che ieri ha
paralizzato la capitale e obbligato l´aeroporto di Fiumicino a cancellare
numerosi voli. Ma l´odissea degli ottanta viaggiatori pugliesi è stata
complicata da una lunga serie disguidi legati alla cattiva organizzazione della
compagnia di bandiera. "Alle 23 - accusa Egidio Spano, un passeggero del
volo Brindisi-Roma - siamo stati trasferiti, a bordo di un bus, dall´aeroporto
alla pista dalla quale il nostro aereo sarebbe dovuto partire. Ma quando siamo
arrivati a destinazione l´aereo era ancora spento". Esasperati dalla disorganizzazione
e dalle ore di attesa, i passeggeri hanno occupato la pista. "Era l´unico
modo che avevamo per avere informazioni certe". Alle tre di notte, dopo
che il volo era stato rimandato di mezz´ora in mezz´ora, l´Alitalia
ha messo a disposizione dei passeggeri un hotel. "Siamo entrati in stanza
alle cinque del mattino - racconta uno di loro - alle 6 e 30 dovevamo già
ritornare in aeroporto". Dove gli ottanta sfortunati salentini hanno
atteso altre tre ore per partire alla volta di Brindisi. (p. rus.)
( da "Unita, L'" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
«Riprendiamoci la libertà
Sarà Berlusconi ad aprire il mio show» Ciao, sono Sabina. La voce pacata, un
filo infantile, ha in sé gli echi dei suoi tanti personaggi ed insieme una
freschezza rara. Non perde la testa, la signora della satira italiana. Ha
mantenuto la calma davanti alla censura di Stato, quella che ha interrotto la
programmazione di Raiot, non ha battuto ciglio di fronte al rinvio a giudizio
con l'accusa di vilipendio per aver virtualmente mandato all'inferno il Papa e
ha incassato la querela di Mara Carfagna (che pretendeva scuse pubbliche per
aver infamato la sua virginale reputazione). Perché la vendetta, per Sabina
Guzzanti come per Daniele Luttazzi e Beppe Grillo, è un piatto che si consuma a
freddo sul palco, nelle piazze, davanti alla gente che li ascolta a migliaia.
Alla vigilia del debutto del suo nuovo spettacolo con cui girerà l'Italia,
Vilipendio, Sabina Guzzanti ci ha concesso quattro chiacchiere. Sullo show,
sulla politica, sulla vita. Guzzanti, cosa manca alla sinistra? «La
tempestività. Da piazza Navona in poi, con il No Cav Day, ho deciso che
dobbiamo essere più tempestivi. Non si può continuare con la calma, a dire:
scusi dov'è che si fa opposizione? E intanto l'obbrobrio va avanti. La politica
si è trasformata. Dobbiamo ricominciare a difendere la libertà per davvero, e
per difendere la libertà non c'è che un modo: prendersela». Dove permettono di
farlo... «Certo, non in televisione né sui giornali, salvo poche eccezioni.
Oggi per avere uno spazio sui media devi essere un verme. Non c'è via di mezzo:
non basta censurarsi un po', devi essere totalmente allineato. Quindi, tanto
vale...» E i politici, anche loro sono cambiati... «In Vilipendio non posso non
parlare della Carfagna: i meccanismi sono ormai tardo imperiali, la Storia va
indietro». E Berlusconi? «Sarà "lui", in video, ad aprire lo
spettacolo, farà accomodare il pubblico in una versione inedita... Vedrete!»
Non le chiediamo il perché del titolo, «Vilipendio»... «Quando c'è stata
l'accusa ero proprio a cercare quello giusto: scartato Sesso con Berlusconi e
Zoccola dura, l'arrivo del vilipendio mi è parso un segno divino, e l'ho preso
al volo». Restiamo in tema. A parte il Papa, chi vedrebbe bene all'inferno?
«Premesso che non ci credo, ci sarebbe una listona... Ma non c'è bisogno di
arrivare fin lì. Il vero inferno oggi è sulla terra, lo viviamo ogni giorno».
Abbiamo il titolo, e poi cosa succede in scena? «Oltre ai contributi video che
proietteranno anche le vignette di Massimo Bucchi, nello spettacolo ci sarà
molta musica, potrei definirlo un musical satirico, un genere nuovo per me.
Accanto a me saranno in scena due musicisti, un batterista ed un tastierista.
Ma ci saranno anche i miei piatti, naturalmente! Farò la dj, canterò rap,
rifletterò sulla situazione italiana a tutto tondo». Rap come quelli dei
trailers, com'è che fanno? «Osteria delle minestre / le ministre son maestre. E
se a letto sono un portento / figuriamoci in Parlamento». Carfagna a parte, ci
saranno anche i vecchi personaggi? «Sì, anche se non userò travestimenti perché
a teatro sono troppo complicati. Torneranno Lucia Annunziata, Massimo D'Alema,
Fausto Bertinotti e molti altri. Poi si parlerà del Pd,
dell'Alitalia, del
revisionismo storico». Perché il revisionismo? «Oggi i giovani manifestano
contro la riforma della scuola e già si parla di un nuovo '68. Ho molta fiducia
nelle proteste degli studenti, che oggi sono più consapevoli di qualche anno
fa. A Firenze il 6 novembre farò una lezione in piazza, magari ne
organizzeremo altre in tournée. Ma il rischio che tutto venga riscritto è
forte, che il '68 sia considerato fucina di terrorismo e niente più».
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Spettacoli e Società
Pagina 10251 Cinema. Domani il gran finale con i vincitori della terza edizione
E Roma punta su ?Appaloosa? Cinema.. Domani il gran finale con i vincitori
della terza edizione Intanto il Festival canta la poesia di De André -->
Intanto il Festival canta la poesia di De André Meno uno. Domani pomeriggio si
conosceranno i nomi dei vincitori dopodiché i riflettori verranno spenti, gli
stand smantellati, le hostess liquidate in stile Alitalia e il red carpet smacchiato, riarrotolato
e gettato in cantina. Fare pronostici nel marasma di film presentati è
praticamente inutile anche perché, secondo le ultime indiscrezioni, secondo una
misteriosa e introvabile postilla del regolamento di quest'anno, pare che
possano conquistare il Marc'Aurelio d'Oro - attribuito grazie ai voti del
pubblico - non solo i film in concorso, ma una qualsiasi pellicola
presentata al festival, a prescindere dalla sezione. Probabilmente - per dirla
alla romana - si tratta solo di una frescaccia, ma per sapere se sia così o no,
ci tocca aspettare ancora un giorno. Certo è che, come possibilità, non sarebbe
così tremenda poiché rimetterebbe in gioco l'unico film veramente meritevole di
essere premiato: Appaloosa . In attesa del responso, ad attirare ieri il
pubblico in auditorium è stato, cosa inusuale, un documentario, ma non uno
qualsiasi poiché il protagonista è forse il cantautore più amato della musica
italiana: Fabrizio De André. Effedia - Sulla mia cattiva strada , prodotto da
Dori Ghezzi e diretto da Teresa Marchesi, ripercorre la vita dell'eclettico
musicista ligure attraverso una serie di interviste realizzate nell'arco di
dieci anni dalla stessa regista. Le parole di De André, di sequenza in sequenza
pacate, ironiche e amare, concretizzano mondi, esperienze e storie che fino ad
ora avevamo potuto immaginare soltanto ascoltando le sue suggestive canzoni.
Evoca per la prima volta anche il fantasma della Sardegna e del terribile
sequestro subito, senza mai mostrare - altra testimonianza della sua immensa
signorilità e dell'amore per la nostra terra - la rabbia o il rancore che
sarebbero state del tutto legittime e comprensibili. Sulle note de La canzone
di Marinella e de La ballata del Miche viene così presentata forse l'unica
pellicola che il pubblico del festival, una volta uscito dalla sala, ha potuto
e voluto portare via con sé, per coltivare e tener vivo un ricordo che da solo
non sembra mai essere abbastanza. Tra le ultime proiezioni in programma, si
nasconde anche qualche piccola sorpresa. È il caso del kazako Baksy , ulteriore
prova di quanto pure una cinematografia sostanzialmente alle prime armi come
quella dell'ex repubblica dell'Unione Sovietica, sia più vitale,
sperimentatrice e onpen minded della nostra. Un'energica vecchietta dai misteriosi
poteri taumaturgici guida una piccola comunità stipata nel remoto del nulla.
Famosa per le sue doti, passa la giornata a curare le decine di disgraziati,
dai quali riceve offerte e doni, che ogni giorno le fanno visita in
pellegrinaggio. La tranquillità di quel polveroso avamposto desertico viene
turbata quando un bravo coattello del paese vicino, mette gli occhi sulla terra
occupata dalla donna, col fine di costruirci una pompa di benzina e un piccolo
casinò. Dopo le prime immagini, il terrore di assistere a un polpettone stantio
dai tratti socio-antropologici prende il sopravvento: agnelli sgozzati durante
riti di purificazione, bagni di fango e secchiate d'acqua accompagnate da
cantilene incomprensibili non possono non alimentare questa paura. Poi, d'improvviso,
il tono cambia e quello che in apparenza sembrava un fantasy rurale alla buona,
si tinge di giallo spaziando tra sparatorie, sequestri, bevute di vodka e
partite a biliardo. Diretto con insospettabile maestria e mantenendo il tono
ingenuo e leggero di chi si affaccia per la prima volta a questo tipo di
narrazione, Baksy si propone come un colorato meltin'pot di generi assai
diversi tra loro che, grazie ad una buona sceneggiatura, riescono a convivere
alla perfezione quasi fosse la cosa più naturale del mondo. Divertente,
scorrevole e originale nella sua innovativa non originalità, potrebbe essere
veramente un ottimo outsider per la vittoria finale, anche perché i film di
questo tipo, dalle infinitesimali chance distributive, raramente hanno occasione
di essere protagonisti in sala o anche solo di poter gioire dello sguardo del
pubblico. MARCO COCCO
( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina 21 - Economia
Cai-sindacati, 24 ore per l´intesa sui contratti "Niente offerta se la Ue
boccia il prestito". Bossi punta i piedi su Malpensa Domani il primo cda con
Colaninno e Sabelli per la proposta d´acquisto Dopo Air France, anche Lufthansa
e British Airways a Roma per trattare l´alleanza LUCIO CILLIS ROMA - Entro 24
ore Cai e sindacati dovranno chiudere su contratti e
criteri di assunzione nella nuova Alitalia. Domani la palla passerà al cda di Compagnia aerea italiana, che
si riunirà per la prima volta e dovrà mettere in moto le deleghe dei
consiglieri e sciogliere il nodo dell´offerta per gli asset della Magliana. Ma
la strada resta in salita: il consenso dei sindacati e il via libera della Ue,
sono condizioni irrinunciabili, senza le quali Cai potrebbe fare una
brusca retromarcia, abbandonando Alitalia al proprio
destino. Compagnia aerea italiana, in particolare, ricorda che il
"no" di Bruxelles al prestito ponte da 300 milioni, e il conseguente
obbligo di restituzione, potrebbe far saltare definitivamente l´offerta
rendendo inutile questa corsa contro il tempo. Intanto la trattativa, sia pur
faticosamente, prosegue e per tutta la serata di ieri le nove sigle sindacali
di categoria e l´ad di Cai, Rocco Sabelli, si sono confrontati sulla questione
centrale delle modalità di scelta del personale. Manca ancora un punto di
equilibrio ma le parti sembrano mento distanti rispetto all´ultimo incontro.
Atteso, anche, oggi un nuovo lungo round che potrebbe chiudersi solo domani
mattina. Ma secondo il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, che ha parlato
ieri nel corso di un question time alla Camera, «se non si dovesse raggiungere
un accordo con tutte le sigle sindacali» Cai dovrà comunque procedere alla
definizione dei nuovi contratti «con l´appoggio delle organizzazioni
maggiormente rappresentative». I sindacati, da parte loro, «condividono le
dichiarazioni del presidente di Cai, Roberto Colaninno, sulla necessità di
lavorare alla stesura del contratto come previsto dagli accordi sottoscritti a
Palazzo Chigi» e vanno avanti nella trattativa no-stop sia pure con sfumature
differenti. Nei prossimi giorni, una volta partita l´offerta condizionata di
Cai, l´attenzione si sposterà sull´ingresso del partner estero. In queste ore,
dopo Air France-Klm, sono i manager di Lufthansa a mettere sotto i fari i
termini del possibile accordo di sviluppo con Cai mentre la prossima settimana
toccherà ai dirigenti di British Airways venire a Roma per verificare la
proposta. Il tema dell´alleato europeo è stato al centro di un vertice che a
Palazzo Chigi ha messo di fronte il premier Silvio Berlusconi e il leader della
Lega Umberto Bossi. All´incontro hanno partecipato il sindaco di Milano Letizia
Moratti e Giuseppe Bonomi, presidente della Sea (la società di gestione degli
scali milanesi), che hanno chiesto al premier garanzie sull´efficienza di
Malpensa e Linate. Richieste rilanciate dagli esponenti della Lega, a
cominciare dallo stesso Umberto Bossi. Il sottosegretario alle Riforme Aldo
Brancher al termine dell´incontro ha spiegato che «il sindaco Moratti e Bonomi
hanno chiesto che sia Malpensa, sia Linate rimangano in futuro efficienti
rispetto al traffico interno ed internazionale. Il presidente Berlusconi - ha
aggiunto Brancher - ha rassicurato gli interlocutori». Le preoccupazioni per il
futuro degli scali lombardi, infine, sono condivise dalla presidente di
Assolombarda e delegata di Confindustria per l´Expo 2015: per Diana Bracco «l´ulteriore
riduzione dei voli di Alitalia su Malpensa con
l´orario invernale - da 312 a 153 voli - rappresenta un inaccettabile abbandono
di un aeroporto strategico per il Nord Italia e per l´intero Paese».
( da "Manifesto, Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
ALITALIA
Partner francese e contratti che non partono Francesco Piccioni Grande è il
disordine sotto il piccolo cielo della Compagnia aerea italiana (Cai). La
famosa «cordata italiana» che dovrebbe rilevare la «polpa buona» di Alitalia accumula
problemi, più che trovare soluzioni. Andiamo con ordine. C'è un problema istituzionale in
senso stretto: l'«offerta vincolante» che sarà presentata domani al commissario
straordinario Augusto Fantozzi resta «sospesa» in attesa della decisione della
Commissione europea. Tradotto: la formazione della spa, l'aumento di capitale,
i contratti di lavoro, la licenza e tutto il resto sono sottoposti all'identica
incertezza. Il secondo problema è istituzionale solo per chi crede che in
Italia ci sia ancora un senso dello Stato. Ieri, Berlusconi si è vantato con la
Confcommercio di aver fatto «una cosa sacrosanta a non vendere Alitalia ad Air France, che avrebbe portato i turisti ricchi
dell'India, della Cina e del Medio oriente sui castelli della Loira o al Crazy
Horse». Senza voler entrare nell'immaginario postribolare come «motore» del
trasporto aereo, resta il fatto che Roberto Colaninno sembra ormai convinto di
dover prendere - come partner strategico - proprio Air France. Non farà piacere
a Silvio (anche perché il prezzo di ingresso per Jean-Cyril Spinetta sarà assai
più basso di quello che avrebbe pagato in aprile), ma ormai ci sono poche
alternative: visto il continuo arretramento della compagnia di bandiera, che
taglia rotte per diminuire le perdite, Lufthansa ha scelto di giocare in
proprio, aprendo una filiale con base a Malpensa. Non ci sono altri concorrenti
per quel che resta del mercato italiano. C'è poi la partita dei contratti.
Anche ieri si sono visti Rocco Sabelli (a.d. della Cai) e le nove sigle
sindacali. Tutta la giornata è trascorsa nella discussione sui criteri di
assunzione nella nuova società (la «discontinuità aziendale» rende necessario
che tutti i dipendenti vengano licenziati da Alitalia
e, solo in parte, «assunti» da Cai). Per i sindacati resta prioritario il
criterio dell'anzianità aziendale, anche perché non sono ancora chiare le
modalità di applicazione degli ammortizzatori sociali (si parla di 7 anni, ma
nulla è stato scritto). Così come è dirimente la rinuncia a qualsiasi pretesa
di escludere il personale con «rigidità intrinseche» (madri con figli in
affidamento, dipendenti che abbiano usufruito della legge 104). E ancora non
sono stati affrontati temi cruciali come l'inquadramento salariale (che
nell'accordo siglato a palazzo Chigi prevedeva il contratto Alitalia
meno il 7%, integrato dal contratto vigente in AirOne. Ah, già. La compagnia di
Carlo Toto dove i dirigenti chiamano a casa i dipendenti per «consigliarli» di
farsi assistere dalla Cisl. Per sicurezza...
( da "Messaggero, Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Giovedì 30 Ottobre
2008 Chiudi ROMA Colpo di scena per Alitalia: dopo una giornata di colloqui,la Cai, la società che ha presentato
l'offerta per rilanciare la compagnia, ha abbandonato il tavolo di trattativa
con i sindacati sul nodo della firma dei contratti aziendali. Da ambienti
vicini alla società è trapelato che l'interruzione del confronto è stata
causata dall'indisponibilità delle sigle sindacali ad accettare la riduzione
dei permessi sindacali. La Cai vorrebbe portare le giornate di lavoro
assorbite da permessi sindacali dalle attuali 45 mila a 3.500.
( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)
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Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2008-10-30 num: - pag: 5 categoria:
REDAZIONALE Voli Il premier: hub strategico. Bonomi: ma da marzo solo due
collegamenti nazionali «Malpensa a rischio isolamento» Berlusconi: pronti a
intervenire Vertice a Roma. La Moratti: il piano Cai ci penalizza Appello della
Bracco: abbandono inaccettabile. Ora il governo liberalizzi le rotte per
garantire lo sviluppo dell'aeroporto Il ridimensionamento, la preoccupazione
che Milano resti isolata dal resto d'Italia e d'Europa, la difficilissima
situazione della Sea. Vertice infuocato a Roma sul destino di Malpensa. Letizia
Moratti ha rinviato i suoi impegni milanesi per partecipare alla riunione tra
Silvio Berlusconi e Umberto Bossi (compresi i vertici della Lega) sull'hub
varesino. Grande pessimismo, ma anche grande arrabbiatura. La Lega in testa. La
Moratti, Bossi, ma anche i vertici lombardi di Fi, con Guido Podestà hanno
chiesto le stesse cose. Una su tutte: «Milano e il Nord non devono restare
isolati dall'Italia e dall'Europa». La prospettiva primaverile di Malpensa è
desolante, come ha sottolineato il presidente della Sea, Giuseppe Bonomi, anche
lui presente al vertice: da marzo Malpensa avrà solo due collegamenti
nazionali, Roma e Bari. Berlusconi avrebbe confermato il suo impegno garantendo
che il Nord non resterà isolato. «In questo periodo - avrebbe detto il premier
- sono stato molto all'estero, è giusto rimettere la testa su Malpensa e Linate
». «Il premier - attacca Guido Podestà - ha condiviso le preoccupazioni che
venivano da tutti i presenti e c'è stata un'assunzione di responsabilità in
prima persona. La preoccupazione è che il piano industriale di Cai che risente
dell'impostazione Air France isoli la città e il territorio. Questo non
possiamo augurarcelo. Ci vuole tutta l'attenzione del presidente del Consiglio
sulla definizione del piano industriale e sulla scelta del partner straniero».
è chiaro che tutti i presenti hanno dato la loro preferenza a Lufthansa. E la
Moratti avrebbe rivelato che la compagnia tedesca sarebbe disposta a entrare in
Cai con una quota intorno al 20 per cento. Tutte cose da verificare. Fatto sta
che in contemporanea del vertice romano è arrivato l'appello della presidente
di Assolombarda, Diana Bracco. «L' ulteriore riduzione dei
voli di Alitalia su
Malpensa, per effetto dell'entrata in vigore dell' orario invernale,
rappresenta un inaccettabile abbandono di un aeroporto strategico per il Nord
Italia e per l'intero Paese». La Bracco usa parole insolitamente dure. Segno
che l'attenzione è altissima. «Chiediamo al governo la liberalizzazione
dei diritti di traffico, garantendo l'accessibilità diretta di tratte di lungo
raggio. La compressione del ruolo di Malpensa rischia di essere lo stop allo
sviluppo delle imprese in un momento delicatissimo per l'economia reale. Il
rischio è che paradossalmente, pur cambiando chi gestisce la compagnia aerea,
la penalizzazione suicida di Malpensa non cambi». Maurizio Giannattasio
L'impegno Berlusconi alla Moratti: «E' giusto rimettere la testa su Malpensa e
Linate»
( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2008-10-30 num: - pag: 1
categoria: REDAZIONALE Economia Alitalia, rotta la
trattativa Cai-sindacati La Fed taglia i tassi Tremonti: conti blindati ROMA —
Borse su, la Fed taglia i tassi. Alitalia, rotta la
trattativa Cai-sindacati. PAGINE 8, 9 e 33 Sensini, Tamburello
( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)
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Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-30 num: - pag: 6 categoria:
REDAZIONALE «Lo Stato non paga»: stop alle intercettazioni I gestori del 70%
del servizio: fermi dal 1º dicembre. A rischio le indagini su casalesi e
terroristi Gli amministratori delle tre aziende hanno consegnato ieri al
ministero la loro lettera-ultimatum MILANO — C'è un debito: 140 milioni di
euro. E un ultimatum per pagarlo: 1Ë? dicembre. Il debitore è lo Stato e i
creditori sono Research control systems, Area e Sio, le tre società lombarde
che gestiscono in Italia oltre il 70% del mercato delle intercettazioni
telefoniche e ambientali. Gli amministratori delegati delle tre aziende ieri
erano a Roma, al ministero della Giustizia, per consegnare una lettera che
spiega del loro «gravissimo dissesto finanziario» e che promette la paralisi
delle inchieste nella maggior parte delle procure d'Italia. «Permanendo questa
situazione del blocco dei pagamenti — c'è scritto nella lettera — i nostri
servizi non potranno più essere garantiti a partire dal 1 dicembre». Qualche
esempio? Blocco delle intercettazioni per le indagini sul clan dei casalesi e
quindi sugli uomini che hanno giurato vendetta contro lo scrittore Roberto
Saviano. Se Area, Sio e Research control systems fra un mese premeranno il
tasto «stop» sarà la fine per le registrazioni ordinate dai magistrati
calabresi sulla 'ndrangheta del dopo- Duisburg. Sarà il fermo per le inchieste
siciliane sui grandi latitanti della mafia e per quelle milanesi sulle
infiltrazioni della criminalità organizzata nell'economia lombarda. Stop anche
alle intercettazioni (volute dai magistrati di Firenze, Bologna, Torino, Milano
e non solo) sul terrorismo islamico. Di fatto si bloccherebbero le indagini
telefoniche, ambientali, gps, video, di tre quarti delle procure italiane e di
quasi tutte le sedi di Direzione distrettuale antimafia. E per il momento
niente fa pensare che la situazione potrebbe sbloccarsi. «Da più di due anni —
scrivono Andrea Formenti (Area), Roberto Raffaelli (Research control systems)
ed Elio Cattaneo (Sio) — i pagamenti dei corrispettivi che abbiamo maturato
subiscono ritardi o interruzioni che sono non più sostenibili e compromettono
la nostra sopravvivenza: 140 milioni sono una cifra enorme — dicono — che
abbiamo anticipato chiedendo soldi alle banche. Qui non c'è
una situazione Alitalia,
siamo aziende sane. Però ci manca la liquidità e 500 giorni di ritardo nei
pagamenti sono troppi dato che lo Stato è il nostro unico cliente». Con
quell'«unico cliente» le tre società hanno lavorato per le inchieste più
importati dell'ultimo ventennio: dalla cattura di Provenzano all'omicidio
D'Antona, dal caso Biagi all'uccisione del piccolo Tommy, da Calciopoli
alle indagini di Woodcock. I problemi sono cominciati a luglio del 2006. Il
decreto Bersani stabilì che non fossero più le Poste ad anticipare le spese
delle procure per poi rivalersi sul ministero della Giustizia. Da allora in poi
si decise che i servizi «di ausilio alle indagini», quindi anche le
intercettazioni, fossero liquidati direttamente dalla Banca d'Italia, di certo
più lunga nel saldare i conti. «In questa storia ci sono paradossi a non
finire» lamentano i tre amministratori delegati. «Per esempio: il 30 novembre
ci toccherà pagare le tasse su entrate che non abbiamo mai visto. La sola cosa
che ci pare di aver capito negli incontri avuti a Roma è che si tenderà a
stabilire un budget per le spese di giustizia. Ma è possibile fissare cifre su
una materia come la giustizia?». Per ora la sola cifra certa è quella del
debito, alla quale andrebbero sommati almeno altri venti milioni di interessi
maturati in 21 mesi. Sio, Research control systems ed Area occupano trecento
persone: ingegneri, esperti di informatica, elettronica e telecomunicazioni,
teoricamente tutti posti di lavoro a rischio. Nel settore si calcola siano un migliaio
gli addetti e, contando i debiti accumulati dallo Stato anche con le altre
aziende, si arriva alla quota record di 300 milioni di euro. Giusi Fasano
( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)
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Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-30 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE
Bilanci e politica Berlusconi, gli aiuti alle famiglie e la parte del
«poliziotto buono» SEGUE DALLA PRIMA Delle due l'una: o è il gioco del
poliziotto buono e di quello cattivo, o tra Berlusconi e Tremonti c'è qualcosa
che non va. Di sicuro è diverso l'approccio all'emergenza: da una parte c'è il
leader politico pronto a sforare i limiti di Maastricht per dare ossigeno al
Paese e offrire una deduzione fiscale «almeno alle famiglie numerose»;
dal-l'altra c'è il garante del patto sottoscritto con l'Europa che non intende
toccare la Finanziaria perché vuol tenere «al riparo la credibilità del sistema
nazionale » e con essa «l'asta dei Bot». Sarà pur vero che insieme stanno
cercando una soluzione alla crisi, ma su tempi e modi hanno visioni divergenti.
Berlusconi punta a una «scossa immediata » anche per evitare un crollo della
sua credibilità, che si rifletterebbe sulla stabilità del governo; Tremonti è
proiettato invece sul medio-termine, e ha buon gioco nel sottolineare che non
sono alle viste scadenze elettorali. Così il vertice di ieri al Tesoro tra i
ministri che dovevano discutere sul piano anticrisi, ha avuto più o meno
l'epilogo del faccia a faccia avvenuto la sera prima tra il premier e il
titolare dell'Economia. Perché a fronte delle insistenze del Cavaliere,
Tremonti ha sostenuto la tesi che «un evento globale di questa portata non può
essere contrastato con strumenti di politica nazionale ». Da giorni si era
preparato a respingere anche la richiesta di detassare le tredicesime, sparando
sulla proposta avanzata da Veltroni: «Roba da comizi». «Pensare — così dice
Tremonti — che a fronte di questa crisi un governo possa stabilizzare il tenore
di vita dei propri cittadini con un provvedimento, è cosa da campagna
elettorale. Quanto a noi, con il debito pubblico che abbiamo...». Crudo come
crudo è ormai da tempo, da quando preannunciava un nuovo '29, il ministro
dell'Economia ha parlato a nuora (cioè all'opposizione), perché suocera (cioè
la maggioranza) sentisse: perciò è pronto a garantire stabilità al sistema
bancario, a introdurre misure che assicurino l'erogazione del credito alle
imprese, a dare i soldi necessari per il pubblico impiego. Poi basta, «non
intendo perdere la faccia ». L'ha detto ai ministri ieri pomeriggio. E saranno
pure tutti sulla stessa barca, ma non la pensano tutti allo stesso modo, se è
vero che Matteoli— lasciando il vertice — aveva un'aria cupa: «Un'ora di
riunione per sentirsi dire che non c'è una lira», si sfogava con qualcuno al
cellulare. E dopo una breve pausa, proseguiva: «Maastricht, Maastricht... Io lo
capisco Giulio, ma in questo momento Maastricht non c'è, non può esistere.
Servono soldi alle famiglie. Silvio deve capirlo». «Silvio» l'ha capito, e non
da oggi. Un mese fa — quando non era ancora partito lo tsunami — Confalonieri,
che si definisce un «impolitico», gli lanciò un avviso: «Berlusconi ha pulito
Napoli, ha salvato l'Alitalia, ora
però deve dare dei soldi alle famiglie che non arrivano alla fine del mese».
Era un modo per mettere in guardia l'amico di una vita, perché si coprisse il
fianco scoperto. Ma già a quei tempi il titolare del Welfare Sacconi aveva le
mani tra i capelli, mentre osservava i dati della cassa integrazione: «Qui se
ci dice culo è recessione». Ieri Tremonti si è spinto ancor più avanti,
e senza citarla ha evocato la parola depressione. Non è chiaro come il suo
discorso possa conciliarsi con l'appello all'ottimismo di Berlusconi, «mi
chiedo dove risieda la verità», commenta la sindacalista Polverini: «Spero —
aggiunge la leader dell'Ugl — che prevalga il buon senso di Berlusconi,
orientato a sostenere le famiglie oltre a banche e imprese». Forse davvero il
Cavaliere e il ministro dell'Economia si sono divisi i ruoli del poliziotto
buono e di quello cattivo, però sarebbe meglio che lo spiegassero almeno ai
dirigenti del Pdl, dato che Gasparri dice di «non capire Giulio », e di esser
rimasto «stupito» dalla sua sortita: «Se Berlusconi cerca di infondere
ottimismo, com'è possibile che il ministro dell'Economia vada in
controtendenza? Sappiamo che lui è schierato in prima linea, ma penso sia
necessario confrontarci per assumere una posizione comune, tra governo e
maggioranza». Mancava solo che il capogruppo al Senato del Pdl invocasse la
famosa «cabina di regia»... Nel centrodestra sta salendo la tensione, e tutti
aspettano la mossa di Berlusconi. è il premier infatti che prima o poi dovrà
uscire allo scoperto, anche l'opinione pubblica è da Berlusconi— non da
Tremonti — che attende una risposta. Se il Cavaliere continua a prender tempo,
è perché non ha ancora messo a punto una strategia comunicativa per parlare al
Paese, è perché non sa quanto sia profondo il pozzo della crisi. Francesco
Verderami Il Tesoro Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti rivendica di
essere stato fra i primi ad avvertire della crisi finanziaria in arrivo
( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)
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Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-30 num: - pag: 31 categoria: REDAZIONALE Il salvataggio e gli aeroporti Alitalia, Moratti e Bossi: «catenaccio»
su Malpensa ROMA — La Lega fa pressing su Silvio Berlusconi perché salvaguardi
Malpensa. Il leader del Carroccio, Umberto Bossi, a palazzo Chigi insieme con
il sindaco di Milano, Letizia Moratti ( nella foto), e il presidente della Sea
(società di gestione scali milanesi), Giuseppe Bonomi, ha chiesto
garanzie sul traffico a Malpensa e Linate. Una richiesta sostenuta dal
presidente di Assolombarda, Diana Bracco. Ieri si è avviato il tavolo a
oltranza tra la Compagnia aerea italiana (Cai) e i sindacati, che dovrà
concludersi entro domani affinché Cai possa fare l'offerta definitiva. Intanto monta
la rivolta degli aeroporti. Forti di un parere dell'Avvocatura dello Stato,
secondo cui il decreto Alitalia può sospendere il
pagamento dei servizi ma non quello dei diritti aeroportuali, Sea e Adr
(aeroporti di Roma) avrebbero minacciato di bloccare gli aerei se non verranno
pagati. L'Enac, guidata da Vito Riggio, ha ottenuto una tregua fino a lunedì,
in attesa che arrivi l'offerta di Cai e il commissario Augusto Fantozzi possa
disporre delle risorse. A. Bac.
( da "Messaggero, Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Giovedì
30 Ottobre 2008 Chiudi La delegazione della società non si è ripresentata dopo una
sospensione dell'incontro con i sindacati Alitalia, Cai lascia il
tavolo di trattativa La società: colloqui interrotti sul nodo dei tagli ai
permessi sindacali
( da "Messaggero, Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Giovedì 30 Ottobre
2008 Chiudi di LUCIANO COSTANTINI ROMA Ennesimo colpo di
scena intorno al caso Alitalia: la Cai ha abbandonato il tavolo di trattatuiva con i sindacati
sul delicato nodo della firma dei contratti aziendali. Da ambienti vicini alla
società è trapelato che l'interruzione dei colloqui è stata causata
dall'indisponibilità delle nove sigle sindacali ad accettare una forte
riduzione dei permessi sindacali. In sostanza la società destinata a
rilevare l'Alitalia vorrebbe portare le giornate di
lavoro assorbite da permessi sindacali dalle attuali 45 mila a 3.500. Un
macigno sul tavolo della trattativa che in sindacati non avrebbero affrontato
chiedendo invece maggiori garanzie sul versante dei contributi previdenziali.
Fatto sta che nella nottata di ieri la delegazione della cai, guidata
dall'amministratore delegato Rocco Sabelli, non si è ripresentata al tavolo
dopo una sospensione di due ore decisa al termine del primo round di
consultazioni partito alle 14.30. Riemerge dunque il rischio che Cai ritiri la
sua proposta. Lo staff della società parla di «interruzione dei colloqui di
fronte ad atteggiamenti dilatori e a indisponibilità a firmare i contratti già
per altro definiti negli accordi di Palazzo Chigi e definiti nel corso di
lunghe e approfondite discussion durante tutto il mese di ottobre». In sostanza
la società avrebbe chiesto ai sindacati di accettare gli schemi contrattuali
già definiti dall'accordo sottoscritto anche dal governo mentre l'incontro di
ieri sarebbe servito solo a definire i criteri di assunzione dei 12.500
dipendenti destinati a passare dalla vecchia alla "nuova" Alitalia. Ieri pomeriggio azienda a rappresentanti delle
organizzazioni di categoria si erano nuovamente riuniti per individuare
un'intesa generale e condivisa. Si trattava di uno strano, comunque non rituale
epilogo di un negoziato che sulla carta sembra praticamente chiuso con Roberto
Colaninno, presidente di Cai, che fa sapere che «non c'è alcuna trattativa
perchè valgono gli accordi di palazzo Chigi»; con il ministro delle
Infrastrutture, Altero Matteoli che conferma come «gli accordi con i sindacati
saranno rispettati». Infine con i rappresentanti delle nove sigle sindacali
presenti in azienda che ieri pomeriggio, prima del vertice con Rocco Sabelli
(amministratore delegato di Cai), vergano una nota in cui «condividono la
dichiarazione di Colaninno circa la necessità di lavorare alla stesura del
contratto come previsto dagli accordi sottoscritti. Essi prevedono che la
stesura del contratto Cai sia il contratto Air One integrato dalle intese
specifiche. Le organizzazioni sindacali e le associazioni professionali auspicano
che questo lavoro sia reso possibile dalla delegazione Cai». Un messaggio
evidentemente indirizzato a Sabelli. Insomma, tutti, ma proprio tutti
sembrerebbero pronti a firmare l'accordo. In realtà i sindacati vogliono ancora
chiarimenti. E vogliono soprattutto che i nuovi contratti rispecchino
fedelmente gli accordi presi a palazzo Chigi. «Nessuna deroga e, tanto meno,
nessuno stravolgimento», sostengono fonti sindacali. Ora però bisognerà capire
come riannodare il filo della trattativa.
( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Corriere della Sera -
NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-30 num: - pag: 33 categoria:
REDAZIONALE Il salvataggio Dopo ore di confronto, a
sorpresa il muro contro muro sui contratti Alitalia, rotta la trattativa I sindacati non firmano, Cai decide di
lasciare il tavolo L'intesa con i rappresentanti dei lavoratori è la condizione
necessaria per presentare l'offerta d'acquisto MILANO — «Non ci sono le
condizioni per proseguire il confronto». Detto, fatto: Rocco Sabelli si
è alzato dal tavolo e se n'è andato. Si è consumata così, nel cuore della
notte, la rottura delle trattative fra la Cai e le delegazioni delle nove sigle
sindacali del trasporto aereo per definire i contratti per i lavoratori della
«nuova» Alitalia. Nella sede dell'Immsi, la società
che fa capo a Roberto Colaninno, il confronto andava avanti da ore e niente
faceva pensare che si sarebbe arrivati al muro contro muro. Invece, a un certo
punto, c'è stato un irrigidimento da entrambe le parti. Sabelli, amministratore
delegato della Cai, cioè della compagine di imprenditori destinata a prendere
le redini della compagnia aerea risultato della fusione fra Alitalia
e AirOne, ha ribadito che non c'era spazio per modificare lo schema di
contratto presentato tre giorni fa ai rappresentanti dei lavoratori. Fonti vicine
alla Cai hanno poi fatto sapere che, nel corso del confronto, i sindacati non
hanno voluto rinunciare alle 45 mila giornate di permesso sindacale, che Cai
vuole invece ridurre a 3.500. Ed hanno anche contestato alcuni aspetti
previdenziali del nuovo schema contrattuale. Secca la replica sindacale: «Le
notizie di Cai sono false e strumentali». Dopo il brusco stop, ormai a notte
più che inoltrata, le delegazioni sindacali sono rimaste ancora nella sede
Immsi, ma a questo punto nessuno sa dire quali margini ci siano per una ripresa
del confronto. La rottura arriva a 24 ore di distanza dall'assemblea della Cai
che ha sancito l'impegno di tutti i 16 soci ed ha prefigurato l'ingresso di
altri 6 imprenditori attraverso un aumento di capitale. Non solo. L'assemblea è
servita innanzitutto per trasformare Cai in una società per azioni, adottare il
nuovo statuto, deliberare un aumento di capitale da 1,1 miliardi di euro e
varare il nuovo consiglio d'amministrazione con 15 esponenti e la presidenza di
Roberto Colaninno. Il nuovo board aveva in programma di riunirsi già domani per
deliberare l'offerta d'acquisto di Alitalia da
presentare al commissario Augusto Fantozzi. Ma tutto questo dopo aver raggiunto
l'accordo con i sindacati. Così, il confronto è ripartito ieri nel primo
pomeriggio. Una trattative difficile, come si poteva capire dalle dichiarazioni
molto critiche espresse da alcuni esponenti sindacali. R. Fi.
( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-30 num: - pag: 33
categoria: BREVI Dietrofront A destra, Rocco Sabelli, amministratore delegato
della Cai, la compagine di azionisti destinata a controllare la «nuova» Alitalia. Ieri notte il
brusco stop alla trattativa con le delegazioni sindacali
( da "Tempo, Il" del 30-10-2008)
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stampa Filippo
Caleri f.caleri@iltempo.it A piccoli passi. Tra ... Filippo Caleri
f.caleri@iltempo.it A piccoli passi. Tra mezze ammissioni e contrasti la Cai si
avvicina all'acquisto della parte buona di Alitalia. Ieri l'assemblea dei soci ha
espresso dei sì importanti per la realizzazione del dossier. Sì alla creazione
della società per azioni, all'aumento di capitale per 1,1 miliardi rivolto agli
attuali soci e in parte ai nuovi e alla nomina del cda a 15, che farà la
proposta vincolante per Alitalia. Tre sì, che varranno meno di zero, però se gli accordi
con i sindacati non saranno raggiunti. L'ottimismo da parte dei vertici c'è.
«Non c'è nessuna trattativa ma solo un accordo da stendere» ha rilevato il
presidente di Cai Roberto Colaninno. L'offerta rimarrà comunque sospesa fino a
che non arriveranno i provvedimenti della Commissione Europea che attestino
l'assenza di aiuti di Stato a vantaggio di Cai e delle decisioni dell'Autorità
garante per la concorrenza e il mercato. Tutto slitta dunque alla seconda metà
di novembre. Lo stesso periodo in cui dovrebbe essere scelto il partner
straniero. Il prossimo passo è il cda di Cai che si riunirà a Roma venerdì
prossimo, proprio per deliberare sull'offerta vincolante. Quella che aspetta il
commissario straordinario dell'Alitalia, Augusto
Fantozzi, anche con una certa impazienza. La scadenza è il 31 ottobre. «Non c'è
nessuna proroga» ha aggiunto ieri Fantozzi. Un eventuale slittamento dell'offerta,
ha chiarito, potrebbe avere un impatto sulla situazione finanziaria della
compagnia. Alitalia, ha ribadito Fantozzi, ha
liquidità sufficiente sino a fine novembre e lo riferità al tribunale che lo ha
convocato. Poi, una sollecitazione all'amministratore delegato di Cai Rocco
Sabelli,«bisogna che cominci ad avere fretta». Ad allungare i tempi ha
contribuito il confronto con i sindacati. Le parti torneranno ad incontrarsi
oggi, dopo aver esaminato i contratti consegnati da Cai al termine dell'ultima
riunione conclusa nella notte di lunedì. Al centro dell'incontro il nodo,
ancora da sciogliere, dei criteri di selezione del personale. Comunque, «i soci
sono diventati di più, la compagine è compatta, le risorse per fare ci sono» ha
sottolineato Corrado Passera, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo spiegando
che l'assemblea ha anche fatto lo statuto, che prevede tra l'altro il vincolo
di non vendita per la durata di cinque anni, e che tutte le scadenze sono state
rispettate. Cai potrà andare in borsa ma solo fra tre anni tramite una offerta
pubblica di vendita. Ieri non erano presenti i nuovi soci fra cui, secondo
indiscrezioni di stampa, ci sarebbero il gruppo Fontana, il gruppo Intek e il
finanziere Francesco Micheli. Accanto al presidente Colaninno ora siedono
Sabelli, Gianluigi Aponte, Massimiliano Boschini, Francesco Caltagirone
Bellavista, Carlo D'Urso, Corrado Fratini, Andrea Guerra, Salvatore Mancuso,
Fausto Marchionni, Francesco Paolo Mattioli, Gaetano Miccichè, Angelo Riva,
Carlo Toto e Marco Tronchetti Provera.
( da "Tempo, Il" del 30-10-2008)
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stampa Aeroporto
«Leonardo Da Vinci» Fiumicino, cinque voli annullati Monta la rabbia dei
passeggeri «Noi, abbandonati qui per ore» FIUMICINO La pioggia torrenziale ha
causato gravi disagi all'aeroporto di Fiumicino, dove sono stati annullati
cinque voli - diretti a Bergamo, Napoli, Bologna, Trieste e Brindisi - e dove
sono rimaste bloccate per ore centinaia di persone. Numerose le denunce di
passeggeri, che hanno lamentato la scarsa assistenza. Anche quelli in arrivo,
che hanno dovuto aspettare per ore la consegna dei bagagli. E un'odissea di 12
ore è quella vissuta tra l'altra sera e ieri mattina da una
ottantina di passeggeri Alitalia in arrivo a Trieste ma bloccati a Fiumicino a causa del
maltempo. «Ai disagi per il mancato rientro in orario - hanno commentato
Adriano Pelos e Ludovico Rigonat - si sono sommati la mancanza di
informazioni». I passeggeri che dovevano rientrare a Ronchi dei Legionari
(Gorizia) verso le nove sono rimasti bloccati a Fiumicino tutta la notte.
«Solo verso le 2.30 di questa mattina (ieri, ndr) ci hanno informato che era
stato trovato un albergo per trascorrervi la notte. Di scuse nemmeno parlarne».
I passeggeri diretti a Napoli e Bologna sono stati infine trasbordati in
nottata su pullman per raggiungere le loro destinazioni.
( da "Tempo, Il" del 30-10-2008)
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stampa COLLEFERRO
Per offrire una prima ... COLLEFERRO Per offrire una prima soluzione
occupazionale alla crisi del perimetro industriale della Valle del Sacco nel
1997 venne fondato il Gaia, Gestione Associata Interventi Ambientali, un Ente
Pubblico Economico che aveva lo scopo della gestione integrata dei rifiuti
solidi urbani. L'iniziativa parte con i primi 9 comuni soci fondatori, Segni,
Colleferro, Artena, Carpineto, Gavignano, Gorga, Labico, Montelanico e
Valmontone per la ricollocazione di 150 persone, lavoratori socialmente utili e
cassaintegrati. I soldi vengono dalla Regione Lazio con un contributo erogato in
base alla Legge Regionale 36/92. Dal 1999 il numero dei comuni sale fino a 48
coprendo un territorio che va dalle porte di Roma a buona parte del Frusinate.
Gaia comincia a guardare anche all'estero con rapporti di partnership in
Serbia, Ucraina, Macedonia, Croazia e Cina. Nel 2002 comincia la costruzione
dei due impianti di termovalorizzazione a Colleferro. Gli impianti sono in
grado di bruciare 200 mila tonnellate annue di combustibile da rifiuti (cdr)
producendo energia che viene ceduta alla rete, ma il cdr viene da tutta Italia
tranne che dal Lazio. Intanto i rifiuti dei Comuni soci vengono conferiti nella
discarica di Colle Fagiolara che Gaia gestisce. Si cerca di arrivare, ma senza
alcun successo, alla chiusura del ciclo dei rifiuti con la costruzione di un
impianto di produzione di cdr, ma ogni tentativo è vano, tanto che alla fine
l'impianto non verrà realizzato né a Valmontone né a Colleferro. Si allarga
anche il tipo di business: il Consorzio guarda al settore termale e delle acque
minerali: nel 2003 acquisisce sia le Terme di Fiuggi, che non versano in buone
acque e che oggi sono state poste in liquidazione, sia la Fonte Meo/Gabinia,
una piccola ditta di imbottigliamento con quasi un secolo di storia e la
proprietà di una sorgente di acqua medicale molto nota: l'impianto di
imbottigliamento, chiuso per restauro e la creazione di una beauty farm, non è
più stato riaperto. Nel 2004 Gaia da Consorzio diviene una spa, le cui azioni
sono dei comuni, ma da quel momento comincia la crisi vera e propria. Il Consorzio
non riesce più a fare fronte alle rate di mutuo contratto con Cassa Depositi e
Prestiti e ministero delle Finanze e nelle numerose riunione che si svolgono i
suoi amministratori chiedono l'azzeramento del prestito per uscire dalla crisi.
Iniziano una serie di trattative serrate con Acea, che da Gaia vuole solo gli
impianti cedendo il ramo secco dello spazzamento e raccolta ad Ama. In quello
stesso periodo Acea aveva acquistato da gruppo Erg gli impianti di San Vittore
(termovalorizzatore), Paliano (produzione cdr), Orvieto (discarica) e il
disegno cui si mira da parte di Gaia è quello di una newco con Acea, ma lo
strano arresto del suo presidente pone fine al sogno. Gaia cambia tre
presidenti in pochi mesi e continua i contatti con Acea, fin quando non si vede
costretta a rifiutare le sue offerte, considerate insufficienti. Inverno 2007,
esce il primo bando di gara per la cessione del 49% di Gaia cui si presenta
solo la spagnola Urbaser, che si ritirerà ai primi di luglio dopo che nel corso
del suo data room i Finanzieri hanno svolto il sequestro degli atti relativi ai
bilanci fino al 2005. Il due agosto il ministro Bersani accoglie la richiesta
di commissariamento in base alla Marzano e Gaia diviene una delle sei società
italiane che usufruiscono dei benefici normativi, come Parmalat o, più
recentemente, Alitalia. Il resto è
storia degli ultimi mesi: la spasmodica ricerca di un accordo con Acea, che
quando pare raggiunto, viene azzerato dal risultato elettorale che porta al
campidoglio Gianni Alemanno e al Ministero Claudio Scajola. Il benvenuto è dato
dal blitz dei carabinieri del Noe di Roma che consegnano ben 4 avvisi di
garanzia al Gaia per traffico e smaltimento illecito di rifiuti,
inchiesta ancora in corso. Lolli, su indicazione di Scajola, prepara un bando
di gara per manifestazione di interesse per l'acquisto del 100% di Gaia, cui
rispondono le più grandi società nel settore. Da agosto il dossier è nelle mani
del ministro e in attesa della sua decisione, si moltiplicano le voci di
possibili cordate per una trattativa privata. E proprio mentre la decisione
sembra prossima, ecco i 24 avvisi di garanzia dell'operazione «cash cow» della
Finanza di Colleferro. Gel. Ste.
( da "Giornale.it, Il" del 30-10-2008)
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n. 260 del
2008-10-30 pagina 8 Berlusconi rassicura il sindaco: «Malpensa non resterà
isolata» di Chiara Campo Vertice a Palazzo Chigi con Moratti, Fi e una
pattuglia leghista Il premier promette un pressing su Cai perché scelga
Lufthansa TAGLI Agli assessorati 37 milioni in meno. De Corato: «Tanti chiedono
oltre il necessario» Dopo lettere e telegrammi congiunti con Regione e
Provincia, ieri Letizia Moratti è riuscita a farsi ascoltare da Silvio
Berlusconi sul tema di Malpensa. Un vertice di circa un'ora a Palazzo Chigi.
Con il sindaco, i coordinatori regionale e cittadino di Forza Italia, Guido
Podestà e Maurizio Casero, il presidente di Sea Giuseppe Bonomi, e una
«pattuglia» leghista, in difesa degli aeroporti del nord: il senatùr Umberto
Bossi col figlio Renzo, il ministro Roberto Calderoli, poi Roberto Cota,
Federico Bricolo, Rosi Mauro e Giancarlo Giorgetti. Berlusconi ha rassicurato
sindaco e Carroccio, che chiedevano garanzie sui livelli di traffico ed
efficienza dell'hub. Il premier si spenderà «personalmente» perché nella scelta
del partner straniero, Cai prediliga Lufthansa (che già usufruisce di un
sistema industriale multi-hub) ad Air France, per non isolare Milano dal resto
del Paese e d'Europa. Il premier si è impegnato anche sul fronte dei
collegamenti interni: sarà «da rivedere» il piano industriale di Cai, che
prevede da marzo 2009 voli diretti da Milano solo verso Roma e Bari. In
alternativa, potrebbe optare per la liberalizzazione dei diritti di volo. Il
nord non sarà isolato. Lo conferma il sottosegretario alle Riforme Aldo
Brancher: «La Moratti e Bonomi hanno chiesto che sia Malpensa che Linate
rimangano efficienti com'erano sia per quanto riguarda il traffico interno che
internazionale, e il premier ha detto che farà il possibile affinché si possa
arrivare a questo». «Ampia soddisfazione» dalla Lega: «Grazie al nostro
pressing - afferma il capogruppo milanese Matteo Salvini - sembra che almeno
sulla carta ci siano prospettive positive». Il sindaco era irritato dal
silenzio del premier, che non sembrava prendere in seria considerazione la sua
richiesta di liberalizzare i diritti di volo su Malpensa. Al vertice romano coi
coordinatori regionali del Pdl ieri mattina, il sindaco ha manifestato
disappunto e preoccupazione per il ridimensionamento dei voli su Milano. Come
socio di maggioranza della Sea, intende prendere le necessarie cautele rispetto
alle decisioni del piano Cai, per tutelare la società che gestisce gli
aeroporti milanesi. La maxicausa di risarcimento di Sea
contro Alitalia (pari in
origine a 1,2 miliardi di euro) sarà rivista al ribasso solo con garanzie sulla
tutela dell'hub. Intrecciati al tema Alitalia, i tagli al bilancio comunale. Salgono da 150 a 160 i mancati
trasferimenti dallo Stato, perché ci saranno 10 milioni di dividendi in meno da
Sea. I tagli agli assessorati per il 2009 salgono dunque da 27 a 37
milioni. Ma, spiega il vicesindaco Riccardo De Corato, «verrà usato un metodo
equo e innovativo, che non penalizzerà nessuno. Ogni assessorato avrà quanto è
riuscito davvero a spendere nei due anni precedenti, non di più. I dati degli
ultimi anni dicono che ci sono settori che chiedono il doppio di quanto
riescono davvero usare». Saranno ridimensionati i budget per sport, servizi
sociali, cultura. Più in discesa l'«affare» Atm-Gtt: via libera dei partiti
alla fusione tra le aziende di trasporti di Milano e Torino. Il modello di
governance - nel cda, tre soci a Milano e due a Torino - tutelerà il peso di
Atm (stimato nel 60-62%) su Gtt. Nel cda, Torino avrà due membri e Milano tre
(due di Atm e uno del Comune). La delibera arriverà in giunta entro novembre.
Ma, precisa Podestà, «a dare il via libera definitivo sarà il consiglio
comunale». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 30-10-2008)
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n. 260 del
2008-10-30 pagina 0 Cai, Sabelli lascia il tavolo E' scontro sui contratti di
Redazione Nella notte rottura delle trattative. I sindacati: niente ultimatum. La
Cai: dalle sigle arrrivano continue dilazioni e "no" alla riduzione
dei permessi sindacali Roma - Rottura nella notte per la
trattativa sui contratti di Alitalia. Rocco Sabelli lascia il tavolo di confronto con i sindacati sul
futuro di Alitalia, una mossa
che ha sorpreso le nove sigle sindacali che rappresentano i lavoratori.
L'amministratore delegato di Compagnia aerea italiana ha chiuso il confronto di
fronte "ai continui atteggiamenti dilatori e alle indisponibilita'
a firmare". Oltre a porre ulteriori questioni come quelle previdenziali, i
sindacati - secondo Cai - non sono disposti a rinunciare alle 45 mila giornate
di permessi sindacali rispetto alla riduzione a 3.500 proposta. Per i
sindacati, Cai non ha compiuto alcun passo per andare incontro alle loro
richieste, tanto che dopo alcune controproposte fatte ai criteri di selezione
del personale, dopo una pausa di due ore, Sabelli - dicono i sindacati - e'
tornato al tavolo ponendo un aut aut anche sui contratti (quello da dirigenti
per i comandanti e quello collettivo di lavoro): prendere o lasciare. Un
ultimatum che ha spiazzato i sindacati, convinti di proseguire il confronto
senza soluzione di continuita' almeno sino all'ultimo minuto disponibile, cioe'
fino alla mezzanotte di domani, quando scade il termine per Cai per consegnare
l'offerta vincolante al commissario straordinario di Alitalia
Augusto Fantozzi. Incontro con Fantozzi proprio a Fantozzi i sindacati chiedono
un incontro immediato. E intendono andare al quartier generale della Magliana questa
mattina intorno alle 10. Salvo l'improvvisa decisione dei sindacati di firmare
tutti i documenti, non ci dovrebbe essere alcun incontro prima del cda di Cai,
fissato a Roma per domani alle 15 per varare l'offerta vincolante. Fonti vicine
a Cai hanno spiegato che "dopo un'intera giornata di discussione per
mettere a punto criteri di selezione del personale, Cai ha elaborato un'ultima
definitiva proposta e ha chiesto di sottoscriverle assieme ai due contratti
consegnati lunedi' scorso e oggetto ieri, di incontri informali'. Tutti i
documenti proposti "rispettano gli accordi di palazzo Chigi - hanno
sottolineato le stesse fonti - e sono stati oggetto di lunghe e approfondite
discussioni per tutto ottobre". Le nove sigle hanno spiegato in un comunicato
congiunto che Cai, "dopo una pausa di due ore, ha ripreso il confronto
dichiarando che i documenti contrattuali relativi al personale di volo e di
terra rappresentavano una posizione ultimativa e non si dichiaravano
disponibili a una rilettura degli stessi per verificarne la coerenza rispetto a
quanto negoziato e sottoscritto a Palazzo Chigi". Le organizzazioni hanno
giudicato 'incomprensibile e improvviso" il "cambio di atteggiamento
della delegazione Cai, anche rispetto al positivo e costruttivo andamento della
prima parte della riunione"e sottolineato che "la difformita' dei
testi consegnati rispetto agli accordi di Palazzo Chigi, rendevano
indispensabile una verifica congiunta alla quale Cai si e' sottratta, impedendo
ogni ulteriore approfondimento di merito e abbandonando il tavolo alle ore 24
dichiarando chiuso il confronto". Oggi pomeriggio, le nove sigle si
incontreranno per una riunione intersindacale. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI
SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 30-10-2008)
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n. 260 del
2008-10-30 pagina 9 «Aiuteremo le famiglie a uscire dalla crisi» di Vincenzo La
Manna Berlusconi: «Stiamo studiando provvedimenti, c'è margine di movimento coi
fondi Ue. Importante non fermare il flusso economico ora che le Borse sono
ripartite». Vertice tra i ministri al Tesoro. Malpensa, incontro a Palazzo
Chigi con Bossi Roma«Ipotesi diverse, fondi scarsi». Tanto per essere chiari.
Detto questo, «vedremo, stiamo lavorando». Silvio Berlusconi non si sbilancia,
neppure sull'eventuale detassazione delle tredicesime. Ma assicura l'impegno
del governo, guidato da un premier che si dichiara «come sempre, ottimista».
Insomma, le contromisure da prendere, per uscire dalla crisi economica, sono
ancora allo studio. Nell'attesa, un dato positivo: «Le Borse sono ripartite». E
il nuovo invito: «L'importante è che non si fermi il flusso di finanziamenti
delle banche a imprese e famiglie. Su questo noi interverremo». Le modalità
emergeranno nelle prossime ore, anche alla luce del vertice con Abi,
Confindustria e varie confederazioni, in programma oggi a Palazzo Chigi. Ma
intanto, ieri mattina, riunione ad hoc nella sede del Tesoro. Insieme al
padrone di casa, Giulio Tremonti, i ministri di spesa, ma non solo: Claudio
Scajola (Sviluppo), Altero Matteoli (Trasporti), Maurizio Sacconi (Welfare),
Renato Brunetta (P.A.), Roberto Calderoli (Semplificazione). Un'ora e mezzo di
confronto, puntato su consumi e potere d'acquisto. Sacconi delimita il raggio
d'azione: «Lavoriamo all'interno del bilancio che c'è». E Tremonti avverte: la
crisi «è sicuramente globale, ma che sia recessione è una formula eufemistica, ottimistica.
Magari fosse così». L'impressione è che sia «qualcosa di diverso». «La
recessione - spiega - è nell'ordinarietà dei cicli». Ma «siamo di fronte ad una
discontinuità, a una rottura nella linea di sviluppo». Berlusconi, intanto,
torna a parlare di modifiche alla Finanziaria, seppur all'interno dei saldi
prestabiliti. «Sono deciso a mantenerla così com'è, ma ciò non vieta che ci
siano margini di differenza. E nella distribuzione delle risorse, che i singoli
ministeri hanno fatto, ho colto delle cose da correggere: penso per esempio
alla scuola privata». Correzioni che potrebbero arrivare «anche dai soldi che
vengono dall'Ue, dove siamo i terzi contribuenti». Intervenuto al Consiglio
generale di Confcommercio, a cui chiede di «dare una mano» sul fronte prezzi,
il premier rimarca: «Ciò che non si deve fare è diffondere il panico e il
pessimismo. Bisogna invece tenere i nervi saldi e stare tranquilli». E
ribaltare, quindi, il «fattore ansiogeno» diffuso dalla tv. Anche perché,
ripete, «il sistema delle banche è solido». Certo, se gli istituti di credito
lo richiedono, «il governo è pronto ad assisterli, alle regole di mercato, ma
senza imporre nulla, senza condizioni punitive per il management, né per gli
azionisti». Sul monte-prestiti, il Cavaliere concorda con il presidente
francese, Nicolas Sarkozy, che propone di aumentarlo «del 2-3-4-5%», per «una
norma che penso possa diventare di tutti gli Stati». Poi non esclude che il Cdm
di domani possa esaminare nuovi provvedimenti sulle banche. Nella stessa riunione
in cui potrebbe finire il decreto sui rifiuti, «che introdurrà il reato e le
pene per chi imbratta i muri». Inevitabile, nel giorno in cui il decreto
Gelmini ottiene il sì anche dal Senato, tornare sul tema scuola. «È stato un
gran risultato», commenta il premier, che sottolinea di nuovo la «truffa»
subita dai ragazzi che manifestano - verso i quali «siamo stati di manica
larga» - la messa in campo «alle loro spalle» dalla sinistra. Altro fronte
caldo, la legge elettorale per le Europee. Dopo aver rinnovato, martedì sera, i
suoi «paletti» (no alle preferenze, 5% di sbarramento), il Cavaliere si
confronta nel tardo pomeriggio con la Lega (oggi vedrà a pranzo il presidente
della Camera, Gianfranco Fini), ricevendo una folta delegazione, capitanata da
Umberto Bossi. E al termine dell'incontro, dichiara come sia «evidente» che il
progetto, «proprio per la sua rilevanza politica, necessita della convergenza
più ampia possibile delle forze parlamentari». Un'apertura, dunque,
all'opposizione. Nell'auspicio che il Parlamento «continui a lavorare per
ricercare ogni soluzione possibile». Ma è «altrettanto evidente», rimarca, che
«in mancanza di una convergenza, si voterà con la legge esistente». Nella
riunione con gli esponenti del Carroccio, infine, a cui
prende parte pure il sindaco di Milano, Letizia Moratti, spunta anche la
vicenda Alitalia. E
Berlusconi, sollecitato in maniera diretta dal Senatùr, rassicura gli alleati e
il primo cittadino sul ruolo di Malpensa e Linate. © SOCIETà EUROPEA DI
EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Voce d'Italia, La" del 30-10-2008)
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Economia
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con i sindacati *Passa il decreto Alitalia. Bossi:
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( da "Quotidiano.net" del 30-10-2008)
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Angeletti: "Non
ci rassegnamo al fallimento dell'operazione". La società convoca il
consiglio di amministrazione: l'accordo era una condizione per l'offerta per Alitalia
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Scommesse Casa IL FUTURO DI ALITALIA Rottura coi sindacati, Colaninno
preoccupato Le nove sigle si incontrano nel pomeriggio Angeletti: "Non ci
rassegnamo al fallimento dell'operazione". La società
convoca il consiglio di amministrazione: l'accordo era una condizione per
l'offerta per Alitalia
Roma, 30 ottobre 2008 - Le nove sigle sindacali di Alitalia si riuniranno questo pomeriggio alle 14.30 per fare il punto
della situazione dopo la rottura, questa notte, delle trattative con la Cai per
la definizione del contratto della nuova Alitalia. L?incontro si terrà presso la sede dell?Anpac. “Abbiamo
fatto tanto per cercare di salvare Alitalia,
ovviamente non ci siamo rassegnati al fallimento dell?operazione”. E? quanto ha
affermato il leader della Uil, Luigi Angeletti, riferendosi alla rottura delle
trattative tra la Cai e i sindacati sul nuovo contratto. ”Oltretutto - ha
aggiunto Angeletti a margine della manifestazione sulla scuola - non vediamo
alternative. Non esiste un?alternativa che non sia immaginaria. L?unica
alternativa a questa offerta è la liquidazione”. COLANINNO Il presidente della
Cai, Roberto Colaninno, esprime “forte preoccupazione” per la situazione
determinata dalla rottura delle trattative con i sindacati, “il cui auspicabile
buon esito rimane condizione essenziale al proseguimento del progetto”.
Colaninno in una nota sottolinea che “nel contesto generale dell?economia italiana
e internazionale, il valore di 12.600 posti di lavoro non puo? essere gestito
in un contesto di radicalizzazione degli interessi di parte”. Colaninno auspica
quindi che “tutte le sigle sindacali ritrovino rapidamente le ragioni della
coerenza con gli accordi stipulati a palazzo Chigi”. RIUNIONE DEL CDA "A
queste condizioni è impossibile proseguire, per noi non c?è più trattativa.
Domani si riunirà il consiglio di amministrazione e deciderà cosa fare, visto
che l?accordo con i sindacati è condizione per la presentazione dell?offerta
vincolante per Alitalia". Lo ha detto il
portavoce di Cai dopo la rottura della trattativa di questa notte fra società e
sindacati. Cai, azioni 'bloccate' per 5 anni Commenti Invia commento Segnala ad
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consigliere FIT12:55:31 - Bolelli ha fatto match pari con Blake ed è uscito
sconfitto senza riuscire ad invertire il trend di [...] Bolelli spreca un'altra
chance12:44:21 - BEATO REGINALDO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!![...] Adriano in disco
fino all'alba Arriva alla Pinetina con 32' di ritardo e Mourinho lo rimanda a
casa12:35:02 - Cinque anni per una causa civile. Penso che molti non conoscano
la realtà della giustizia in Italia:[...] Tornelli ai magistrati, risponde
l'Anm: "Brunetta non sa di cosa sta parlando"12:34:48 - Per me è un
pessimo risultato. Blake non è quello dlle ultime stagioni e Bolelli doveva
batterlo. Ce[...] Bolelli spreca un'altra chance12:25:41 - Era da un po che non
vedevo giocare Bolelli e ieri sera ho visto dei miglioramenti sugli
spostamenti[...] Bolelli spreca un'altra chance Sanremo, giusto abolire il
dopo-Festival?Drink alla nicotina: è una buona idea?Campionato serie A1
pallavolo femmminile: chi vincerà lo scudetto 08/09?Campionato serie A1
pallavolo maschile: chi vincerà lo scudetto 08/09?Calciatore, scrittore o... Tu
chi preferisci?Cure psichiatriche obbligatorie per i pedofili, sei d'accordo?Se
vincessi al SuperEnalotto, usciresti allo scoperto?Gay in politica: è vero che
sono discriminati?Polizia per fermare le occupazioni nelle scuole, sei
d'accordo?Beckham al Milan, un buon acquisto?Cure palliative a base di oppio
contro il dolore: sei d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via
definitiva per droga: sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la
richiesta dell'Italia alla Ue di tempi di applicazione più lunghi?Gli italiani
sono ancora un popolo di superstiziosi?Accettabile assumere farmaci per
migliorare le proprie prestazioni sportive? La foto del giorno La moda secondo
Mary-Kate e Ashley Olsen Gemelle e attrici, ma anche trend-setter. Le due
giovani star hanno scritto un libro a quattro mani, intitolato 'Influence', in
cui parlano della loro visione della moda e dispensano consigli di stile GUARDA
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( da "Tempo, Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
stampa Colaninno:
"Forte preoccupazione" Alitalia, tra Cai e sindacati è rottura. Compagnia a rischio è rottura tra
Cai e sindacati a poche ore dal termine (che scade domani) per la presentazione
dell'offerta di Cai per Alitalia. Il presidente della Cai Roberto Colaninno chiede ai sindacati
di essere coerenti con gli accordi raggiunti a Palazzo Chigi. Colaninno
esprime «forte preoccupazione per la situazione determinata dalla rottura delle
trattative con le rappresentanze sindacali dei lavoratori di Alitalia,
il cui auspicabile buon esito rimane condizione essenziale al proseguimento del
progetto». Domani Cai riunisce il board per decidere il da farsi, ma «così non
si può andare avanti, a queste condizioni per noi non c'è più trattativa», è
stato il commento di un portavoce della Compagnia aerea italiana dopo la
rottura della trattativa con i sindacati di questa notte. Le organizzazioni
sindacali attribuiscono «totalmente» la responsabilità dell'interruzione del
negazione alla delegazione Cai, che «ha impedito la stesura tecnica dell'accodo
di palazzo Chigi», afferma la Fit Cisl, e hanno annunciato si riuniranno in un'intersindacale
nel primo pomeriggio. Per Alitalia comunque non
esistono alternative all'accordo, l'unica è la «liquidazione», avverte intanto
il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. Salvatore Ligresti, che
partecipa alla cordata di imprenditori riunita in Cai, resta convito che quello
di Colaninno sia «un ottimo progetto», ma non c'è nulla di facile in questo
Paese«, dice in questa difficile fase della trattativa. Intanto a mezzanotte di
domani scade il termine per la presentazione dell'offerta di Cai al commissario
straordinario Augusto Fantozzi il quale anche nei giorni scorsi ha ribadito che
"non ci sono proroghe". Lo stesso Colaninno ha sottolineato tuttavia
che il buon esito del negoziato resta "condizione essenziale al proseguimento
del progetto". "Nel contesto generale dell'economia italiana e
internazionale, il valore di 12.600 posti di lavoro non può essere gestito in
un contesto di radicalizzazione degli interessi di parte", ha aggiunto. Ma
la Cisl è pronta alla querela: "nessuno ha mai posto al tavolo del
negoziato la questione dei permessi sindacali - afferma il segretario Fit
Claudio Genovesi - è un pretesto sollevato da Cai" Il presidente della Cai
Roberto Colaninno in una nota esprime «forte preoccupazione per la situazione
determinata dalla rottura delle trattative con le rappresentanze sindacali dei
lavoratori di Alitalia, il cui auspicabile buon esito
rimane condizione essenziale al proseguimento del progetto». «Nel contesto
generale dell'economia italiana e internazionale - sottolinea Colaninno -, il
valore di 12.600 posti di lavoro non può essere gestito in un contesto di
radicalizzazione degli interessi di parte». Il presidente della Cai auspica che
«tutte le sigle sindacali ritrovino rapidamente le ragioni della coerenza con
gli accordi stipulati a Palazzo Chigi». «è stata una decisione unilaterale di
Cai quella di abbandonare il tavolo del confronto sulla stesura dei contratti e
dei criteri d'assunzione del personale». Lo sottolineano in una nota congiunta
Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporti in merito alle dichiarazioni
rilasciate questa mattina dalla Compagnia aerea italiana. «Il lavoro svolto
ieri - precisa la nota sindacale - consisteva nella stesura tecnica dei
contratti che rispettasse perfettamente l'accordo con il governo e Cai e per le
parti non previste facesse riferimento al contratto in essere in Air One.
Improvvisamente nella tarda serata i rappresentanti di Cai decidevano di
abbandonare il tavolo. è pertanto la società Cai - ribadiscono le federazioni sindacali
confederali - che si è sottratta d'improvviso al confronto. Non vi sono state
da parte del sindacato richieste diverse da quelle già concordate». Il
sindacato, scrivono, «non è disponibile ad essere additato come capro
espiatorio per eventuali decisioni difformi dagli impegni assunti dinanzi al
Paese; per il sindacato l'attuale confronto non si è mai interrotto. Una
complessa e delicata vicenda come quella di Alitalia
-conclude la nota- deve avvalersi della necessaria volontà positiva di un clima
e di un dialogo altrettanto positivo». «Le consuete liturgie di alcuni
sindacati ormai da rottamare mettono in discussione il decollo della nuova Alitalia. Speriamo proprio di sbagliarci». Questo il
commento di Mario Valducci, presidente della commissione Trasporti della
Camera, commentando lo stallo delle trattative tra Cai e sindacati.
( da "Quotidiano.net" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Secondo il promoter
Harvey Goldsmith, che ha seguito i Led Zeppelin negli anni Settanta e Ottanta,
non ha senso che la leggendaria rockband organizzi un mega-tour con un nuovo
cantante. "Dovrebbero cambiare nome del gruppo"
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Zeppelin: "Un tour senza Plant non ha senso" Secondo il promoter
Harvey Goldsmith, che ha seguito i Led Zeppelin negli anni Settanta e Ottanta,
non ha senso che la leggendaria rockband organizzi un mega-tour con un nuovo
cantante. "Dovrebbero cambiare nome del gruppo" Segnala ad un amico
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( da "Giornale.it, Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia
n. 260 del
2008-10-30 pagina 0 Alitalia, Cai rompe: "Così
non si va avanti" di Alberto Taliani Nella notte rottura delle trattative
sui contratti: "O i sindacati firmano o la partita è chiusa". Ma le
parti sociali: "Niente ultimatum". Colaninno "molto
preoccupato": serve coerenza per poter andare avanti "A queste
condizioni non si può andare avanti, per noi non c?è più trattativa....".
Arriva nella notte la rottura della trattativa sui contratti di Alitalia. Rocco Sabelli lascia il tavolo di confronto con i
sindacati, una mossa che ha sorpreso le nove sigle sindacali che rappresentano
i lavoratori ma che forse era nell'aria, fin dal primo pomeriggio, quando era
iniziata la lunga trattativa sui contratti. Che già nei giorni scorsi era stata
preceduta da polemiche, distinguo sindacali, incontri. L'amministratore
delegato di Compagnia aerea italiana ha chiuso il confronto in modo secco, la
colpa i "continui atteggiamenti dilatori e alle indisponibilità' a
firmare". La posizione delle parti sociali Per i sindacati, Cai non ha
compiuto alcun passo per andare incontro alle loro richieste. Tanto che ieri
dopo alcune controproposte fatte sui criteri di selezione del personale, dopo
una pausa di due ore, Sabelli - dicono i sindacati - è tornato al tavolo
ponendo un aut aut anche sui contratti (da dirigenti per i comandanti e
collettivo di lavoro): prendere o lasciare. Un ultimatum che ha spiazzato i
sindacati, convinti di proseguire il confronto senza soluzione di continuità
almeno sino all'ultimo minuto disponibile, cioè fino alla mezzanotte di domani,
quando scade il termine per Cai per consegnare l'offerta vincolante al
commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi. Che ha avvertito che avrebbe consentito
dilazioni sulla scadenza. Le nove sigle sindacali di Alitalia si riuniranno questo pomeriggio per fare il punto della
situazione dopo la rottura Colaninno: accordo essenziale Il presidente di Cai,
Roberto Colaninno, esprime forte preoccupazione per la situazione determinata
dalla rottura della trattativa con le rappresentanze sindacali dei
lavoratori alitalia "il cui auspicabile buon esito rimane condizione
essenziale al proseguimento del progetto". Un portavoce Cai sottolinea
quindi l?auspicio di colaninno perché i sindacati ritrovino
"coerenza" con gli accordi siglati a Palazzo Chigi. Avvertimento
preoccupato, quello di Colaninno, anche perché ormai il tempo dei giochi al
rialzo sembra davvero finito. "Nel contesto generale dell?economia
italiana e internazionale, il valore di 12.600 posti di lavoro non può essere
gestitoin un contesto di radicalizzazione degli interessi di parte".
Ligresti: non c'è nulla di facile in Italia Salvatore Ligresti, che partecipa
alla cordata di imprenditori, commenta così questa difficile fase di avvio del
progetto per far rinascere la compagnia in una nuova azienda. Resta comunque
convinto, sottolinea a margine del convegno italo-libico alla Farnesina, del
fatto che sia "un ottimo progetto". Angeletti: l'alternativa è la liquidazione
Per Alitalia non esistono alternative alla firma
dell?accordo, l?unica alternativa è la "liquidazione", dice il
segretario generale della Uil Luigi Angeletti commentando l?esito della
trattativa. "Abbiamo fatto tanto per cercare una soluzione e ovviamente
non ci siamo rassegnati al fallimento dell?operazione - ha detto - non vediamo
alternative: non esiste alternativa che non sia immaginaria, l?unica
alternativa a questa offerta è la liquidazione". Sdl: richiesta
inaccettabile Così, in una nota, il sindacato degli assistenti di volo Sdl
commenta la rottura delle trattative. "La verità potrebbe essere un?altra
- sostiene l'Sdl -: sembra che gli advisor Banca Leonardo e Rothschild abbiano
stabilito per le attività di Alitalia un valore tra i
900 milioni ed 1 miliardo di euro e quindi Cai potrebbe aver deciso di
abbandonare la partita Alitalia e tentare di scaricare
la responsabilità sul sindacato. A questo punto le responsabilità ritornano
nelle mani del governo e del commissario straordinario". La Filt-Cgil
"Non c?è stata alcuna rottura ma si è registrato un ingiustificabile
abbandono del tavolo da parte della sua delegazione ed è proprio la delegazione
Cai a negare le ragioni di coerenza con gli accordi stipulati a Palazzo Chigi
che impegnano le parti e che nessuno può rimettere in discussione", dice
Mauro Rossi, segretario nazionale della Filt -Cgil, in merito alla
dichiarazione del presidente di cai che invita i sindacati a essere coerenti
con gli accordi stipulati a palazzo chigi. "L?appello di Colaninno è
condiviso ma rivolto a un indirizzo sbagliato". © SOCIETà EUROPEA DI
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