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DOSSIER “ALITALIA”

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T ARTICOLI DEL 24-30 ottobre 2008       #TOP



Report "Alitalia 2"

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Indice delle sezioni

Alitalia 2 (198)


Indice degli articoli

Sezione principale: Alitalia 2

malpensa dimezzata due volte tutti i voli cancellati da alitalia - andrea montanari a pagina vi ( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Pagina I - Milano Malpensa dimezzata due volte tutti i voli cancellati da Alitalia ANDREA MONTANARI A PAGINA VI SEGUE A PAGINA VI

malpensa, governo ancora ko via ai tagli di alitalia per il sud - andrea montanari ( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: via ai tagli di Alitalia per il Sud ANDREA MONTANARI Compleanno amaro, domenica, per l´aeroporto di Malpensa. La ricorrenza dei dieci anni dall´apertura dell´ormai ex hub varesino coinciderà con l´entrata in vigore dell´orario invernale. Ma anche con un nuovo pesante taglio di rotte da parte di Alitalia, in attesa che si perfezioni l´offerta della Cai di Roberto Colaninno e soci.

ryanair anticipa lo sbarco a marzo - sara scheggia ( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: E ora che Bologna diventerà la settima base, c´è una scelta reale tra le alte tariffe Alitalia e le nostre, che non hanno sovrattasse sul carburante». Sul fronte interno le nuove rotte puntano al Sud, ma se ciò al Marconi significa coprire i buchi lasciati dai vettori tradizionali, a Forlì si traduce in una sovrapposizione non di poco conto.

la ribellione studentesca vista in chiave siciliana - augusto cavadi ( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: non so se in questi giorni sta nascendo un vero movimento di ribellione e di resistenza contro il governo che licenzia insegnanti elementari e paga liquidazioni miliardarie ai manager che hanno distrutto Alitalia. Ma, se così fosse, preferirei non fare previsioni su dove, fra venti anni, ritroveremmo i rivoluzionari di queste settimane.

nella notte all'ateneo l'ira dei ragazzi miti "berlusconi ci teme" - (segue dalla prima pagina) curzio maltese ( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Ma non che taglino i fondi all´università per fare affari con l´Alitalia, aiutare la Fiat o le banche dei loro amici. La crisi io non la pago. Questa settimana di proteste è stata la più bella esperienza di questi anni. Si respira, si parla, si discute dei sogni, del futuro. Penso sia un mio diritto. Ai vostri tempi era magari diverso.

cai cerca più di un miliardo per alitalia - lucio cillis ( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: eventuale asta per gli asset Alitalia imposta da Bruxelles. La valutazione di Alitalia fatta da uno degli advisor, del resto, oscillerebbe tra i 700 e i 900 milioni. E un´asta potrebbe aumentare ulteriormente la cifra. Proprio l´ipotesi di un aumento di capitale superiore al previsto, però, avrebbe fatto storcere il naso ad alcuni dei soci di Cai,

Expo 2015, Berlusconi firma in zona Cesarini Prima di volare alla volta della Cina ha dato il via libera al decreto dopo quasi sette mesi di rinvii ( da "Unita, L'" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia, e la crisi finanziaria» e che «ha dovuto prendere atto di un dossier di candidatura di 1.200 pagine in vista di un evento così eccezionale». Ma insomma: «Per attivare una preparazione che dia risultati positivi i tempi non sono lunghi, il 2015 sembra lontano ma non lo è» ha ripetuto il sindaco,

Continuità, accordo ancora lontano ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: La trattativa tra Alitalia, Air One, Air One CityLiner, Meridiana ed Eurofly è andata avanti, ieri a Roma, per tutta la giornata, praticamente a oltranza, e si è conclusa ieri sera con un'intesa di massima sulla spartizione delle rotte, ma con numerosi particolari (e non di poco conto) ancora da definire.

Non si smonta così la scuola ( da "Unita, L'" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: un altro paradosso è il seguente, in tutti i settori (l'Alitalia è il più recente) quando si prevede di mandare a casa dieci o ventimila lavoratori, ci si pone il problema di quelle famiglie che non avranno più di che vivere, ma i lavoratori della scuola non hanno famiglia? non hanno contratto un mutuo?

"basta viaggi e cachemire ora tutti al billionaire-discount" - leandro palestini roma ( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Per risparmiare porteremo le bibite e i panini, voleremo Alitalia, facendo la dovuta attenzione alle hostess: dicono siano affamatissime». Lei deve la sua notorietà di attore al personaggio che "adora" Silvio Berlusconi. Ma ora fa Mister Dollaro: è il segno dei tempi? «è il classico errore dell´uomo della classe media.

Alitalia, l'alleanza con Air France e il nodo degli scali ( da "Corriere della Sera" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia, l'alleanza con Air France e il nodo degli scali ROMA — ( a. bac.) Continua il pressing di Air France per diventare partner della nuova Alitalia. Air France è molto determinata (nella foto il ceo Jean-Cyril Spinetta), anche perché un eventuale accordo con Lufthansa permetterebbe ai tedeschi di contare su un fortissimo sistema aeroportuale nel centro e nel Sud dell'

Alle briciole di Brunetta Cgil e Rdb dicono no ( da "Manifesto, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: quanto già visto con Alitalia e nella discussione del modello contrattuale con Confindustria: il solito dibattito stucchevole, che vede alleate le imprese, il governo e gli altri sindacati nell'individuare nella Cgil l'organizzazione dei «no», mentre farebbe gli interessi dei lavoratori (e addirittura del Paese, data l'emergenza crisi) chi dice subito sì.

Pochi capitali, controlli europei e pulizia etnica ( da "Manifesto, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ALITALIA Pochi capitali, controlli europei e «pulizia etnica» Fr. Pi. Ma è proprio sicuro che Cai voglia comprare Alitalia? Qualche dubbio comincia a venire, perché la «cordata» messa insieme da Bruno Ermolli per volontà di Berlusconi è fin dall'inizio molto povera di capitali.

Giancarla Rondinelli g.rondinelli@iltempo.it Ci risiamo. ... ( da "Tempo, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Dopo la vicenda Alitalia, stavolta la spaccatura è sulla riforma del modello contrattuale. Un argomento su cui già si preannuncia qualche tensione. Ieri pomeriggio, alla fine di un incontro con i sindacati, il ministro Brunetta ha spiegato che ad aver aderito al protocollo d'intesa avanzato dal governo sono Cisl, Uil-P.

Da lunedì riduzione drastica per i voli dell'Alitalia all'aeroporto di Fiumicino: nov... ( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Venerdì 24 Ottobre 2008 Chiudi Da lunedì riduzione drastica per i voli dell'Alitalia all'aeroporto di Fiumicino: nove le destinazioni internazionali che non saranno più raggiunte. C'è anche Los Angeles. Inoltre, taglio delle frequenze anche per il volo Az610 per New York. Roma paga un prezzo molto più alto di quello di Milano.

Alitalia, la scure dei tagli su Fiumicino ( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Venerdì 24 Ottobre 2008 Chiudi Il nuovo orario scatta da lunedì. Ridotto anche lo "storico" Az610 per New York Alitalia, la scure dei tagli su Fiumicino La compagnia cancella i voli: Roma paga un prezzo più alto di Milano

32 mln ( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Venerdì 24 Ottobre 2008 Chiudi PASSEGGERI 32 mln Nel 2007 i passeggeri sono stati 32 milioni. Con il taglio dei voli Alitalia, Fiumicino rischia di frenare la sua crescita

Alitalia chiude le rotte: Roma paga più di Milano ( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Venerdì 24 Ottobre 2008 Chiudi Alitalia chiude le rotte: Roma paga più di Milano Nove le destinazioni internazionali cancellate a Fiumicino, solo due a Malpensa

Qualcuno sta presentando il conto a Fiumicino: già da qualche mese i debiti di Alitalia h... ( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: aumentano in modo esponenziale scandisce il primo cittadini fiumicinese Dopo l'annuncio del salvataggio dell'Alitalia da parte di Cai pensavamo di aver raggiunto forme di garanzie e tutela sufficienti per questo quadrante della capitale. Invece ci dobbiamo ricredere. Fiumicino sta già pagando da diversi mesi il prezzo di un'Alitalia che non salda o paga a fatica i fornitori ed i servizi.

Nove destinazioni cancellate e due collegamenti ridimensionati, tutti su rotte internazionali e inte... ( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: prossimo pagherà per i tagli Alitalia su Fiumicino. La dirigenza della compagnia messa alle strette dai problemi economici metterà a terra altri dieci velivoli. E dovrà rinunciare a quelle linee, configurando riflessi pesantissimi sul movimento turistico legato a Roma. Nell'attesa che Cai prenda possesso dell'eredità Alitalia - operazione che martedì prossimo sarà meglio definita con l'

ROMA Altro che unità sindacale. Ormai i tavoli negoziali si aprono e si ric... ( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Era accaduto sulla vertenza Alitalia, sta accadendo sul progetto di riforma del modello contrattuale. Che poi si discuta di comparto pubblico o privato, be' al momento non fa davvero la differenza. Ieri sera, dinanzi al ministro Renato Brunetta, lo scenario si è riproposto.

Lega, Ue e piloti. Le grane del governo su Alitalia ( da "EUROPA ON-LINE" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia gianni del vecchio La pressione dei parlamentari del Nord per salvare Malpensa, i paletti della commissione europea e le bizze dei sindacati autonomi. Sono questi i tre fronti che si sono aperti nelle ultime ore sulla cessione di Alitalia e che mettono in seria discussione un risultato che il governo considerava acquisito ovvero il salvataggio della compagnia di bandiera.

Al via anche Ormezzano, Bernecoli, Ubertino e Maroso ( da "Stampa, La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Federico Ormezzano ha guidato la Stratos Alitalia, Sandro e Leonardo Bernecoli a bordo di una Fiat 131 Abarth hanno chiuso al 66° posto, Silvio Ubertino (presidente dell'Amsap) si è ritirato per un guasto alla Porche 911. Ugo Maroso in coppia con Stefano Filisetti (Ritmo 130 Abarth Jolly Totip) è giunto 56°.

Alitalia Air France pronta a entrare, ma crolla in Borsa ( da "Giornale.it, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: 255 del 2008-10-24 pagina 27 Alitalia Air France pronta a entrare, ma crolla in Borsa di Redazione Secondo il quotidiano francese Les Echos, Air France Klm sarebbe intenzionata a investire 200 milioni per acquistare il 20% del capitale di Cai, la società-cordata italiana pronta a rilevare le attività di volo di Alitalia.

Obama e l'Italia ( da "Giornale.it, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: questo post a un amico 04Sep 08 I conti su Alitalia Fate voi la somma. +Lo stato esce definitivamente dal trasporto aereo (Marrazzo permettendo) -Balla un miliardino di debiti che pagheranno i contribuenti +AirFrance chidedeva che i diritti di volo in Italia fossero solo suoi, ciò non è previsto dal nuovo progetto -Unire due debolezze (Ali e Air) amplifica una posizione dominante,

Mi auguro che la manifestazione annunciata e attesa per domani a Roma non adotti lo slogan di esprim... ( da "Stampa, La" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: la soluzione - a qualunque costo - della questione Alitalia, l'interventismo pronta cassa a sostegno delle banche e dell'industria ecc. Berlusconi interpreta questo ruolo portando di fatto il sistema politico verso un presidenzialismo informale strisciante. Non ha bisogno di ricorrere a impegnative riforme istituzionali.

Aboliamo il "pezzo di carta" ( da "Opinione, L'" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia per mano di ?abilissimi? manager e altrettanto ?bravi? lavoratori; da poco tempo siamo riusciti (forse) a togliere le pulci dai nostri vagoni ferroviari; abbiamo per anni ostacolato la produzione di energia tramite il nucleare tanto da renderci schiavi di paesi terzi che profittano della nostra debolezza energetica (

Malpensa libera! La Padania può attendere ( da "Opinione, L'" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: della compagine imprenditoriale che dovrebbe rilevare la good conpany di Alitalia, c?è un piccolo giallo di cui non si può tacere, ovvero l?emendamento leghista scomparso dal decreto sulla Compagnia di bandiera in sede di votazione a Montecitorio mercoledì scorso. La faccenda riguarda la liberalizzazione degli slot di Malpensa e, è particolarmente cara al Carroccio, ma non solo.

Anno Zero ( da "Giornale.it, Il" del 24-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: questo post a un amico 04Sep 08 I conti su Alitalia Fate voi la somma. +Lo stato esce definitivamente dal trasporto aereo (Marrazzo permettendo) -Balla un miliardino di debiti che pagheranno i contribuenti +AirFrance chidedeva che i diritti di volo in Italia fossero solo suoi, ciò non è previsto dal nuovo progetto -Unire due debolezze (Ali e Air) amplifica una posizione dominante,

Vista da lontano: ma l'Italia è impazzita? ( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi -

Alitalia, niente intesa sui contrattiÈ legge il decreto salva-aziende ( da "Secolo XIX, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: C'è inoltre la possibilità per Cai di ripescare nella nuova gestione parte dei precari di Alitalia. Infine, è stata alzata da 1 euro a 3 euro l'addizionale comunale sui diritti di imbarco dei passeggeri e i due euro in più saranno destinati agli ammortizzatori sociali per i lavoratori di Alitalia. 25/10/2008

L'acqua è un benedella comunità, ma i partiti stiano fuoridalla gestione pubblica ( da "Secolo XIX, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Questo governo si è comportato da statalista con Alitalia ed ora fa il liberista con l'unico bene che non dovrebbe assolutamente essere sottomesso alle regole dell'economia capitalistica. Gian Francesco Uboldini E-MAIL 25/10/2008 l'avvocato di famiglia i quesiti su diritto di famiglia e in materia di eredità e successioni avv.

per un populismo della sinistra - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ma non si dovrebbe dimenticare che la migliore critica all´operazione Alitalia è venuta dal radicalismo televisivo di Milena Gabanelli, non dal governo ombra). Il Circo Massimo serve a ricordare che è venuto il momento di mettere il naso nella concretezza. Di tentare con adeguata forza polemica di dissolvere i fumi berlusconiani del consenso gratuito.

viola: "non vogliamo lasciare quella fabbrica" ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Perché il governo si preoccupa dell´Alitalia e non di noi? Non siamo figli di un dio minore. Siamo gente onesta che chiede semplicemente di tornare a lavorare. Non vogliamo assistenza, né pietismo, vogliamo lavorare, vogliamo tornare a fare macchine, che è la cosa che sappiamo fare meglio.

"liberalizzare i voli per malpensa" ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: dopo che la nuova Alitalia ha deciso di dimezzare i voli su Malpensa». Un volo che, dice il sindaco, «per noi è preziosissimo, perché Trieste ha un legame storico con Milano, a partire da grandi aziende. Questo non è accettabile per la competitività delle nostre città, per i costi aggiuntivi che i nostri passeggeri e le nostre imprese si troverebbero ad affrontare»

lezioni in piazza duomo blitz mediatici e feste l'onda reinventa la protesta - (segue dalla prima pagina) curzio maltese ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Di non farsi fottere come i lavoratori dell´Alitalia o i fannulloni dell´impiego pubblico o gli immigrati delinquenti. Se ci trovano un´etichetta, tipo che siamo comunisti o non vogliamo studiare, ce l´abbiamo nel c�». Per ora, in qualche modo, ce l´hanno fatta a sfuggire all´iscrizione nelle liste nere del nuovo maccartismo.

dopo il caro greggio la recessione alle corde i conti delle aerolinee ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Air France ha lanciato un allarme utili che ha messo ko i titoli e la Lufthansa, in gara per rilevare la Austria Airlines, ha valutato solo un euro il 49% della compagnia di Vienna. I soci di Cai faticano a mettere assieme i finanziamenti per Alitalia.

alitalia, via libera al decreto ma l'offerta cai resta in salita - lucio cillis ( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Il decreto Alitalia regolamenta, tra l´altro, la procedura per l´ammissione al passivo da parte di obbligazionisti e di titolari di strumenti finanziari. Il testo introduce la figura di «un rappresentante comune» al quale rivolgersi. Per Alitalia viene indicato il professor Graziano Graziadei, già nominato dal ministro dello Sviluppo economico,

<Aeroporto a un passo dal tracollo Subito liberalizzazione delle rotte> ( da "Corriere della Sera" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Ci farebbe piacere che fosse Cai a riattivare tutti i voli di Alitalia. Se così non fosse, via libera alle altre compagnie». Per il presidente della Camera di Commercio, Carlo Sangalli, «è un paradosso che ci si ritrovi in queste condizioni proprio mentre si vara la governance dell'Expo. Serve una via d'uscita nell'interesse del Paese.

Mediobanca <incorona> Eni Balzo di Pirelli e Benetton ( da "Corriere della Sera" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: aggiudica Alitalia, con una perdita di 495 milioni. In rosso profondo anche le Ferrovie che tuttavia passano da perdite per oltre 2 miliardi a 417,9 milioni. Sempre nel settore industriale Mediobanca considera le cosiddette imprese più dinamiche: tale segmento registra una maggiore concentrazione a Nord-Est ma ai primi posti (nelle categorie junior e senior)

Alitalia, contratto ancora in salita ( da "Corriere della Sera" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Allarme profitti Air France Alitalia, contratto ancora in salita ROMA — Si avvita la trattativa tra la Compagnia aerea italiana (Cai) e i sindacati sui contratti della nuova Alitalia. Ieri è fallito il tentativo dell'amministratore Rocco Sabelli di una riunione a oltranza per giungere a un accordo prima dell'assemblea di Cai di martedì,

Alitalia a terra senza ok dei sindacati ( da "Tempo, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Salva manager solo per Fantozzi Alitalia a terra senza ok dei sindacati Filippo Caleri f.caleri@iltempo.it Il decreto che consentirà ad Alitalia di riprendere il volo è stato trasformato, a soli tre giorni dalla sua scadenza, in legge. Ieri ha, infatti, avuto il definitivo via libera dal Senato che ha accolto le modifiche apportate da Montecitorio,

Alitalia, pressing di Fantozzi su Cai ( da "Messaggero, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Sabato 25 Ottobre 2008 Chiudi Il professore spinge affinchè la newco si accolli il rischio Ue. Cigs anche per i dipendenti AirOne. Soci in allerta. Ok del Senato al dl Alitalia, pressing di Fantozzi su Cai Il commissario vuol chiudere per il 15 novembre. Sabelli, offerta dopo l'ok dei sindacati

MILANO - Tra i soci di Cai c'è grande fermento per le troppe incognite che ancora ... ( da "Messaggero, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: avrebbe fatto sapere ad alcuni dei principali azionisti della Nuova Alitalia, secondo quanto risulta a Il Messaggero, che Augusto Fantozzi intende chiudere l'operazione il 15 novembre. E, dopo una riunione fra Intesa e gli uomini del commissario, ci sarebbero ancora divergenze sui debiti da accollarsi con riflessi sull'offerta.

Lotta dura NEL CASINÒ ( da "Manifesto, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: operazione che richiede investimenti di 5-8 miliardi di dollari (quante Alitalie ci si possono comprare?) e che occupa migliaia di dipendenti. Da qui la possibilità - rarissima negli Stati uniti - di sindacalizzarli. Un compito particolarmente difficile perché buona parte degli addetti del settore è immigrata, molti sono clandestini.

LA TOP TEN PER FATTURATO ( da "Messaggero, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Sabato 25 Ottobre 2008 Chiudi LA TOP TEN PER FATTURATO Fiat al secondo posto ed Enel al terzo Alitalia maglia nera per le perdite

ROMA Eni ancora regina dell'industria italiana, con 87,2 miliardi di fatturato e 10 miliardi d... ( da "Messaggero, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: La maglia nera degli utili spetta ai trasporti con Alitalia che accumula perdite per 494,6 milioni e Ferrovie dello Stato che la segue da vicino con 417,9 milioni di rosso. Maglia nera in assoluto sarebbe 3Italia (gruppo H3G) che non ha reso disponibile il bilancio e viene data in perdita per 1,2 miliardi.

Aerei, la continuità parte zoppa ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ammissione di Alitalia e Air One CityLiner per mancanza dei requisiti richiesti dal decreto. In particolare, Alitalia è in possesso di licenza provvisoria, rilasciata il 2 settembre 2008, che però scade nel marzo 2009. Inoltre, l'ex compagnia di bandiera ha segnalato di non poter proseguire l'attività oltre il primo novembre 2008 per assenza di risorse finanziarie.

Cai: offerta Alitalia solo con l'ok di hostess e piloti ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: offerta Alitalia solo con l'ok di hostess e piloti Trasporti. Decreto, via libera al Senato --> L'offerta per Alitalia verrà presentata solo se ci sarà il via libera dei sindacati ai contratti e alla selezione del personale. Lo ha ribadito Compagnia aerea italiana, a 4 giorni dalla convocazione dell'assemblea chiamata il 28 ottobre a varare il passaggio da srl a spa,

Continuità, troppi contrasti. Slitta la firma ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Meridiana e Alitalia, da domani, saranno in pista con le tariffe scontate. Ma sugli orari c'è ancora incertezza. Il ministero non ha comunicato i nuovi slot (le autorizzazioni per i voli) su Linate e Fiumicino e i vettori prendono tempo. Sullo sfondo c'è anche il ricorso al Tribunale amministrativo di Meridiana contro Alitalia.

Lotta dura NEL CASINÒ - LAS VEGAS, CAPITALE DEL GIOCO E DELLA SINDACALIZZAZIONE ( da "Manifesto, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: operazione che richiede investimenti di 5-8 miliardi di dollari (quante Alitalie ci si possono comprare?) e che occupa migliaia di dipendenti. Da qui la possibilità - rarissima negli Stati uniti - di sindacalizzarli. Un compito particolarmente difficile perché buona parte degli addetti del settore è immigrata, molti sono clandestini.

Ecco l'uomo del dialogo, insulto per insulto ( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: 25 settembre Quando Uolter vola basso «Su Alitalia Berlusconi, che era in una beauty-farm, si è impaurito all?idea che potesse emergere il nostro ruolo». 26 settembre Già perché tu invece... «Berlusconi passa metà del suo tempo ad insultare l?opposizione in una strategia di contrapposizione frontale con chi la pensa in modo diverso da lui».

COMUNQUE VADA SARA' UN INSUCCESSO ( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Berlusconi allestisce la cordata per salvare Alitalia e lui dov?è? Ma negli Stati Uniti, è ovvio. Poi però, quello che non va mai in tv torna, va in tv da Vespa e spara: «Alitalia? L?ho salvata io». Non gli ha creduto neppure la figlia, ma non gliel?ha potuto dire: papi le aveva appena comprato casa a New York, non sarebbe stato carino.

Potere del petrolio: Eni sempre prima Sprint delle famiglie Benetton e De Agostini ( da "Unita, L'" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ed anche questo era prevedibile, spetta ad Alitalia con una perdita di 495 milioni seguita dalle Ferrovie dello Stato (-418 milioni). Un'esame a largo raggio, quello dell'Ufficio Studi Mediobanca, considerato che tiene conto di 3.721 bilanci con l'inserimento di 253 nuove aziende e l'esclusione di 217.

Eni regina delle aziende italiane Enel e Fiat le conferme, sale Pirelli ( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: le perdite maggiori sono state archiviate da Alitalia - maglia nera con 495 milioni -, Ferrovie di Stato, Sasol Italy, Saeco, Fastweb e Stm. Mediobanca accende un faro anche su uno dei settori chiave del made in Italy, la moda. Qui la prima posizione è di Valentino, o meglio del fondo Red&Black che lo controlla: 2,146 miliardi di euro il fatturato 2007.

Cacciari: "Della manifestazione non me ne frega niente" ( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: crisi finanziaria e Alitalia. Mi sembra un?invenzione strana organizzare una manifestazione di protesta con 5 mesi di anticipo", afferma il Sindaco di Venezia. "Avrei preferito che il Pd avesse elaborato delle proposte concrete sul federalismo fiscale, non lasciando lo spazio allo spot di Lega Nord e Berlusconi, e su questo disastro della scuola"

Anche Orsero stringe un patto per sostenere la Banca Carige ( da "Stampa, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: poche settimane fa quando il GF Group è stato invitato ad entrare nell'azionariato di Cai, la società che sta rilevando Alitalia sotto la governance di Banca Intesa San Paolo, altro istituto di riferimento per gli imprenditori albenganesi. Tecnicamente il patto di sindacato in Carige, sottoscritto il 21 ottobre, prevede una durata triennale ed è rinnovabile per uleriori tre anni.

"bertone, governo pronto a fare la sua parte" ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Pensa a un intervento del governo sul modello Alitalia? «Naturalmente no perché il carattere strategico dell´Alitalia non è quello della Bertone. Ma il governo può lavorare per favorire l´ingresso di partner anche stranieri». Un´apertura ai cinesi? «Cinesi o di altra nazionalità. L´importante e che siano aziende in grado di investire, interessate a rilevare,

crisi alitalia, passeggeri in fuga low cost all'assalto del palermo-roma - isabella napoli ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: alla diminuzione dei voli operati da Alitalia». Cauto sulle nuove prospettive dei vettori a basso costo, anche l´amministratore delegato di Gesap Giacomo Terranova. «C´è un incremento dell´offerta di voli nazionali da parte dei vettori low cost - dice - e se Alitalia ridurrà la flotta di 50 aerei, queste compagnie potrebbero essere pronte a cogliere le nuove opportunità di mercato.

il compleanno a terra di malpensa - andrea montanari ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Mentre pesa ancora il taglio dei voli deciso dalla vecchia Alitalia ad aprile arriva un´altra tegola: l´ulteriore taglio deciso da oggi dal commissario Augusto Fantozzi, in attesa che si perfezioni l´offerta della Cai di Roberto Colaninno. Coincidenze che fanno dire a molti che c´è poco da festeggiare.

la giunta: sul paladozza non si tratta - eleonora capelli ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: moda introdotta dal caso Alitalia, di accollare all´ente pubblico la bad company che paga i debiti, si facesse strada pure da queste parti». L´assessore allo sport Anna Patullo frena i progetti dell´imprenditore Gilberto Sacrati, che ha risposto con una lettera aperta ai dubbi sullo stato dei conti della società di basket e ai suoi accertati rapporti sofferenti col Credito Sportivo,

"paladozza, non si tratta" - eleonora capelli ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Non deve diventare un caso Alitalia «alla bolognese», questo non è davvero il momento di far pagare alle famiglie le scelte della Fortitudo». L´affare insomma si complica, stante il difficile trasferimento della titolarità del mutuo su un´altra società: un´operazione che, se mancava su questa storia il solito profilo caldo da derby cestistico,

alitalia, trattativa in salita nuovo round cai-sindacati ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Formigoni: "Valorizzare Malpensa" Alitalia, trattativa in salita nuovo round Cai-sindacati ROMA - è tutt´altro che sciolto il nodo dei contratti della nuova Alitalia. E per scioglierlo è previsto domani alle 18 un nuovo incontro tra le nove sigle sindacali della compagnia e l´amministratore della Cai, Rocco Sabelli.

"la manifestazione? non me ne frega niente e il governo ombra non ha prodotto nulla" ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: il Pd dica come si intende organizzare e cosa propone su scuola, crisi finanziaria e Alitalia». E´ una «invenzione strana» organizzare una manifestazione di protesta con cinque mesi di anticipo, «meglio proposte concrete sul federalismo, invece di dare spazio alla Lega. Io faccio il sindaco, gli altri, i Berlusconi e i Veltroni, fanno i demagoghi».

di pietro impugna il megafono "è anche la nostra piazza" - carmelo lopapa ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: con i dipendenti Alitalia. «Quelli della Cai sono 18 filibustieri» lo aizzano. Di Pietro non si fa pregare: «L´ho detto in aula che è un´associazione a delinquere». E poi, militanti Pd in coda per farsi autografare cappellini, bandiere e magliette del partito, copie dell´Unità, e «bravo Antonio, vai avanti così, ma stai con noi».

quell'italia in rivolta da san giovanni al circo massimo - (segue dalla prima pagina) curzio maltese ( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ponti in odore di mafia e oscure cordate tipo Alitalia. Basta ascoltare il disagio. «Ascoltare» è uno dei verbi più usati nei discorsi dell´idolo di Veltroni, Barack Obama. Non solo di Veltroni. «Obama, Obama» è il grido che ha salutato ieri il bellissimo, appassionato discorso di Jean Renet Bilongo, un uomo del Camerun che vive a Castel Volturno.

Nuova continuità, da oggi i voli per Roma e Milano ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Economia Pagina 215 trasporti Alitalia torna a Cagliari Nuova continuità, da oggi i voli per Roma e Milano Trasporti. Alitalia torna a Cagliari --> Il primo aereo Alitalia targato ?continuità territoriale? toccherà il suolo sardo alle 12 in arrivo da Milano-Linate. Il volo da Fiumicino è atteso invece alle 17.

Ma i Democratici incoronano Di Pietro: Tonino, grazie di esistere ( da "Tempo, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: è un gruppo di piloti e assistenti di volo Alitalia. Si avvicina e gli consegna una bandiera dell'Idv modificata («Alitalia dei valori»). Lui ride poi, insieme, si mettono a saltare al grido di «Chi non firma Colaninno è». è il vero eroe della giornata. Anche se lui, per non alimentare polemiche, insiste: «Non c'è nessuna differenza di idee tra il popolo dell'Idv e quello del Pd.

Alitalia, riprende la trattativa ( da "Corriere della Sera" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: 10-26 num: - pag: 29 categoria: REDAZIONALE Confronto Cai-sindacati Alitalia, riprende la trattativa ROMA — ( a. bac.) Un giro di telefonate ai leader dei maggiori sindacati ha riaperto il tavolo sui contratti e i criteri di designazione degli esuberi di Alitalia, tra la Compagnia aerea italiana (Cai) e i sindacati.

Anche Simona Ventura festeggia Malpensa ( da "Corriere della Sera" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: con lo spettro della cassa integrazione, e ancora fresco il taglio di 159 voli Alitalia. Malpensa, oggi, soffre il declassamento dal ruolo hub, ma rispetto a quando aveva il vento in poppa è un po' migliorato il rapporto con suoi vicini di casa, gli abitanti della brughiera (i comitati però hanno protestato anche ieri).

MILANO - Cai spinge per chiudere l'accordo coi sindacati sui criteri di assunzione e gli altri ... ( da "Messaggero, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: La nuova Alitalia vuole decollare il 1° dicembre: la newco lascia cadere quindi il pressing del commissario di anticipare l'esecuzione del contratto al 15 novembre. Non ci sarebbero i tempi per mettere a punto tutti gli adempimenti. A partire dal via libera della Ue ai due procedimenti aperti atteso per il 12 novembre: uno sul prestito-

Scuola, nei cortei "rischio infiltrazioni Br" ( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia all?Associazione editori, dalla Best Western ai Centri di prima accoglienza, da Trenitalia alla guerra in Iraq, sono pochi i «nemici» contro cui il rampollo di via Pontaccio non è sceso in campo senza tanti riguardi per il codice penale.

Brunetta: "Tornelli anche ai magistrati D'Alema si scusa? Io non ho fatto pace" ( da "Quotidiano.net" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: E Alitalia, allora? ??E? vero - riconosce il ministro - che abbiamo fatto un prestito ponte da 300 mln, ma Alitalia era, e? un caso nazionale e abbiamo dovuto fare questo sforzo. Speriamo di recuperarlo ma non ci credo??. Quanto alle banche ??vorrei ricordare che, allo stato, non abbiamo dato un euro.

Quando la stampa è democratica ( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: questo post a un amico 04Sep 08 I conti su Alitalia Fate voi la somma. +Lo stato esce definitivamente dal trasporto aereo (Marrazzo permettendo) -Balla un miliardino di debiti che pagheranno i contribuenti +AirFrance chidedeva che i diritti di volo in Italia fossero solo suoi, ciò non è previsto dal nuovo progetto -Unire due debolezze (Ali e Air) amplifica una posizione dominante,

Un lungo sbilanciamoci sulla legge finanziaria nelle scuole e università ( da "Manifesto, Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Altro che Alitalia. Non seguo da anni le questioni della scuola e dell'università. Forse anche per questo ora mi coinvolge ciò che accade, e l'altra notte ero ipnotizzato dal mix di intelligenza e ingenuità dell'assemblea occupante che alle due discuteva di autorganizzazione a Fisica di Torino.

Dopo la crisi Alitalia una pioggia di low cost ( da "Stampa, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: con tariffe da 22 euro Dopo la crisi Alitalia una pioggia di low cost ANGELO CONTI Il «dopo Alitalia» e lo scontato ridimensionamento dell'attività previsto da Cai (che dovrebbe ridurre l'attività Alitalia e Air One all'aeroporto Sandro Pertini di Caselle di circa il 50%) hanno scatenato le compagnie low-cost che incominciano a puntare anche a Torinoe: Blu Express e EasyJet,

Compleanno di Malpensa con l'amaro in bocca ( da "Stampa, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia ha annunciato il taglio di altri voli nazionali, internaizonzali e intercontinentali (159 in tutto) in coincidenza con l'orario ivnernale scattato ieri. Il presidente di Sea, Paolo Bonomi, sollecita l'immediato intervento del Governo per liberalizzare i diritti di volo lasciati liberi da Alitalia.

Cancellati altri 159 voli ( da "Stampa, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia Cancellati altri 159 voli Un anno dopo l'apertura i passeggeri dello scalo Malpensa erano 16.977.765. Nel 2007 sono stasti 23.885.391. I voli sono passati da 500 a 700, i numeri delle compagnie aere da 60 a 78, i banchi chec-in da 174 a 242.

Malpensa, dieci anni amari ( da "Stampa, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: momento della disfatta Alitalia, del ritiro di 159 voli, dei 900 dipendenti messi in cassa integrazione, il presidente rifiuta l'etichetta di una festa di rabbia. «No, proprio no, questo è il giorno dell'orgoglio per un'opera necessaria e indispensabile che non può riprendere a pieno regime solo per la mancanza di liberalizzazione dei diritti di traffico lasciati liberi da Alitalia»

le famiglie stringono la cinghia calano gli acquisti alimentari - aldo fontanarosa ( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Il ministro Scajola lo immagina di 600 milioni, il premier «molto più ampio». E a proposito di dialogo, il Cavaliere aggiunge: «Abbiamo sempre parlato con i sindacati, anche su Alitalia. Ho rapporti cordiali con alcuni leader sindacali. Continueremo così».

le regole da abbattere - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ha già risolto la questione Alitalia e quella dei rifiuti a Napoli; di questo i magistrati milanesi non hanno tenuto conto, sì che il loro comportamento è censurabile, essendo il lodo lo strumento necessario per mettere il presidente in condizione di lavorare senza i turbamenti che potrebbero venire da indagini giudiziarie.

dopo malpensa, ora è allarme linate - andrea montanari ( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: per la vendita di Alitalia fosse in conflitto con la richiesta di liberalizzare le rotte, occorre che il Paese si interroghi e quindi la politica decida qual è l´interesse prevalente del paese. Quello di vendere Alitalia o il futuro del trasporto aereo?». Il presidente della Provincia Filippo Penati, invece, non si rassegna a considerare ormai Malpensa come uno scalo di serie B .

carne alla diossina, paura a taranto - giuliano foschini ( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia» spiega invece il pugliese Boccia. «La scelta del ministro Prestigiacomo, che ha commesso lo stesso errore del suo predecessore, è vergognosa. Ecco perché ora è il momento di fare una scelta chiara e coraggiosa, cosa che mai nemmeno gli ambientalisti hanno fatto in questi anni: bisogna decidere tra l´industria e la salute.

alitalia, nuova compagnia in pista a dicembre ( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: negli ultimi dodici mesi - ha dichiarato Bonomi - la trattativa per la vendita di Alitalia fosse in conflitto con la richiesta di liberalizzare i diritti di traffico, occorre che il Paese si interroghi e quindi la politica decida qual è l´interesse prevalente del Paese, se la vendita dell´Alitalia o il futuro del trasporto aereo».

Brunetta vuole controllare i magistrati. Con i tornelli ( da "Unita, L'" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: di Alitalia, della manifestazione del Circo Massimo, degli sprechi della sanità, di quelli dell'Università e delle inefficienze. Da qui l'affondo sulla magistratura. «Vorrei mettere i tornelli anche per i magistrati - ha sparato Brunetta -. Io l'ho già fatto a Palazzo Chigi, nel mio ministero e vorrei farlo per tutta la pubblica amministrazione,

Brunetta: tornelli anche per i magistrati ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Quanto ad Alitalia, «è vero - riconosce il ministro che abbiamo fatto un prestito ponte da 300 milioni, ma Alitalia era, è un caso nazionale e abbiamo dovuto fare questo sforzo. Speriamo di recuperarlo ma non ci credo». Quanto alle banche «vorrei ricordare che, allo stato, non abbiamo dato un euro.

Domenica, lezione civile Così ridurranno l'istruzione pubblica ( da "Unita, L'" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: cifre pari a dieci volte quelle Alitalia), ore di lezione che si stringono come maglie lavate ad una temperatura troppo alta. Un modello pedagogico e didattico che ci invidia l'Europa e che dall'anno prossimo non ci sarà più. Dalle 10.30 alle 17.30 questo storico palazzo a due passi dal Pantheon che ospita classi dalla materna alle medie,

Il ritorno di Alitalia nello scalo di Elmas ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia nello scalo di Elmas Aeroporto --> Ha toccato terra alle 11,50 di ieri: dieci minuti in anticipo rispetto al previsto. Erano passati anni dall'ultima volta che si era visto un volo Alitalia arrivare a Cagliari carico di passeggeri provenienti da Roma o Milano, da quando cioè la compagnia di bandiera aveva presentato in ritardo la domanda per aderire alla continuità territoriale

L'orgoglio di Malpensa: <Usciremo dalla crisi> ( da "Giornale.it, Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: E gli tocca rivelare che non bastava il «tradimento» di Alitalia, ora ci si mette pure la crisi internazionale. «Nelle prime tre settimane di ottobre - ammette - a Linate i passeggeri sono calati del 14 per cento». E lì i voli sono rimasti gli stessi. Semplicemente la gente viaggia meno e gli aeroporti finiscono in apnea.

<È vero, studio lì In classifica era considerata la migliore...> ( da "Giornale.it, Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Il governo ha fatto molto per sostenere l'Alitalia ed i debiti ricadranno su noi cittadini. Riteniamo che uno sforzo analogo debba essere fatto con l'Università». Non è giusto chiedere maggiore trasparenza nei bilanci dagli atenei? «Ci sono molti costi da abbattere a cominciare dai corsi che servono soltanto a dare una cattedra al professore.

<Il no a Klm ha penalizzato Malpensa> ( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: E il problema «non è il crack di Alitalia, la ritirata dei voli, e nemmeno la distanza da Milano o la ferrovia e le strade che faticano a essere terminate ». Piuttosto, ragionano sindaci ed ex e nuovi sindacalisti, il peccato originale sta tutto nelle mancate nozze tra Alitalia e Klm.

È solo la solita protervia intellettuale degli eredi del Pci ... ( da "Tempo, Il" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia era il nostro miglior biglietto da visita nel mondo. La pubblica amministrazione era relativamente efficiente, ma sopratutto non ostacolava l'attività economica e lo sviluppo. La pressione fiscale era al 25%, l'evasione un fenomeno marginale, il debito pubblico molto inferiore al Pil, la burocrazia non soffocava il cittadino.

LA MORSA DEI REDDITI ( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Si è accennato anche a interventi nel caso di difficoltà delle grandi imprese, le poche che ci sono rimaste, e c'è un precedente pericoloso, quello di Alitalia. Ma il nostro è un Paese di piccole imprese e di distretti: come intervenire nel caso si creassero situazioni di sofferenza? CONTINUA A PAGINA 28

Alitalia, trattativa non stop Colaninno: la crisi non ci ferma ( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: I sindacati: sarà dura Alitalia, trattativa non stop Colaninno: la crisi non ci ferma ROMA — Per la nuova Alitalia si apre una settimana decisiva Oltranza. Oggi parte la difficile trattativa sindacale, che la Cai vorrebbe portare a oltranza, per definire il contenuto dei nuovi contratti e i criteri per individuare i 3.

Alitalia, via alla trattativa Ma i sindacati: sarà dura ( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: REDAZIONALE Alitalia, via alla trattativa Ma i sindacati: sarà dura Contratti ed esuberi al centro del confronto Appuntamento per le 18 di oggi. La nuova compagnia potrebbe decollare dal prossimo primo dicembre ROMA — L'assemblea che dovrebbe sancire l'impegno definitivo dei 16 (e forse più) soci della Compagnia aerea italiana (

Il compleanno di Malpensa e la torta avvelenata del Nord ( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: e Sea ha disgiunto i destini di Malpensa da Alitalia». Ma cosa ha oscurato l'umore di Bonomi? Il fatto che Alitalia, dopo la sforbiciata del piano Prato, abbia ulteriormente ridotto la sua attività a Malpensa, le voci che vogliono la Cai poco propensa a riposizionarsi sulle piste lombarde.

Colaninno: la crisi non ci fa paura <E l'accordo non si cambia> ( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Si opera insieme, si cercano sinergie, ma la forza di Alitalia nei confronti di chi verrà sta nel mercato in cui Alitalia opera». Il concetto, a Colaninno, serve anche per rispondere alle accuse lanciate ieri, sul «Sole», da Giuseppe Bonomi. Dice, il presidente Sea, che il piano Cai non fa l'interesse del Paese?

Placido e Verdone si schierano <Siamo vicini agli studenti> ( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: E prova a suggerire un percorso di avvicinamento tra governo e scuola: «Si lavori a un tavolo come è successo per Alitalia: si dialoga e si trovano soluzioni. Ma niente polizia: significa ritornare nella spirale degli opposti estremismi e si rischia di finire davvero male». Paolo Conti

Il premier promette: sostegno agli stipendi ( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: anche durante tutta la trattativa su Alitalia. Abbiamo anche un rapporto cordiale con alcuni leader sindacali e continueremo certamente con questo metodo» ha risposto Berlusconi. Secondo il segretario della Cgil è necessario «intervenire fiscalmente sui redditi più bassi e i pensionati, e ampliare gli ammortizzatori sociali.

Malpensa, 10 anni e un decollo mancato ( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: delle mancate nozze tra Alitalia e Klm all'abbandono della compagnia di bandiera Malpensa, 10 anni e un decollo mancato Balotta: «Se l'hub vuol vincere la sfida ora deve abbassare le tariffe» «Ora alcuni scali del Nord sono saturi: questa potrebbe diventare una nuova opportunità per il colosso varesino» DAL NOSTRO INVIATO MALPENSA —

Punti di crisi ( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Il Malpensa Express trasporta solo il 7,6% dei passeggeri, contro il 51% di Hong Kong e Londra L'aeroporto milanese doveva diventare il punto di riferimento della compagnia di bandiera. Sull'orlo del fallimento, Alitalia ha però scelto come base Fiumicino riducendo drasticamente i voli in partenza da Malpensa

TRA CASSA E PRECARI ( da "Stampa, La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: sette anni di sostegno al reddito promessi ai lavoratori in esubero di Alitalia sono ancora sotto gli occhi di tutti. Certamente le risorse a disposizione del governo sono poche. È comprensibile che il ministro Sacconi cerchi di rifinanziare la cassa integrazione straordinaria e i cosiddetti settori in deroga (quei settori industriali che il Ministero ritiene di dover proteggere).

La Liguria lancia la sfida dei voli per il turismo ( da "Stampa, La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia, ndr). Possiamo invece finanziare la promozione di un incremento di collegamenti aerei per circa 300-400 mila passeggeri in più all'anno, pari a una quota del 30-40 per cento, con vettori low cost e non che vogliano sviluppare il traffico con bacini importanti per il turismo ligure: Europa del Nord e anche dell'

Scuola, cattolici divisi sul decreto ( da "Secolo XIX, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: soldi per Alitalia e le banche, ma per la scuola si richiedono sacrifici alle famiglie, mentre i privilegi e i costi di onorevoli e senatori rimangono intatti. Studenti e professori hanno seri motivi per protestare». Un attacco durissimo, da parte dello stesso periodico che, nelle settimane scorse, aveva criticato aspramente le scelte del governo in tema di sicurezza e immigrazione.

Maiani: <Ricerca snobbataanche da Prodi. Ora si cambi> ( da "Secolo XIX, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia e alle banche. Speriamo che alla fine resti qualcosa anche per noi» 28/10/2008 Genova. «Nell'ambiente della ricerca c'è preoccupazione, ma non esistono improvvisi tagli indiscriminati, nel senso che da anni, a prescindere dai governi, assistiamo a un calo del 2% del fondo ordinario, mentre i nostri competitori lo aumentano dal 4 all'

roma, tensione al corteo "dalla destra inni al duce" - mario reggio ( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ricercatori e docenti chiedono il blocco dei tagli di un miliardo di euro per coprire Ici e Alitalia. In preparazione lezioni all´aperto nel quartiere Appio-Claudio. Ma sarà il Senato il centro della mobilitazione: oggi e domani sit-in e manifestazioni a piazza Navona. Partecipano anche i Cobas. Giovedì sciopero nazionale della scuola.

addio vacanze romane si apre la crisi del turismo - alessandra paolini ( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: immondizia di Napoli e della vicenda del salvataggio Alitalia». Guardando i numeri dell´Ebit il calo turistico ha influito soprattutto sugli alberghi a tre e due stelle. Alberghi scelti da un target medio basso che vola con compagnie low cost e cerca di risparmiare sull´alloggio. Non è un caso, infatti che la permanenza media nella città eterna sia di 2,

Cai in assembleacon il rebus contratti ( da "Secolo XIX, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Cai in assembleacon il rebus contratti la nuova alitalia Il sì dei soci è sub-judice. Vertice con i sindacati fino a notte per un accordo ROMA. Cai tenta la stretta finale con i sindacati per raggiungere un accordo su contratti e criteri di selezione del personale a poche ore dall'assemblea dei soci convocata per oggi alle 15.

l'intreccio sfortunato tra cinema e codice penale ( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: muore nel disastro aereo del Dc 9 Alitalia partito da Linate e precipitato vicino Zurigo: andava in Svizzera per cercare ancora cinema. L´estate successiva muore nel mare di Trappeto Marco Crisafulli, 19 anni. Ad agosto tocca a Gianluca Favilla, direttore del Malaspina nel film di Risi: muore in incidente stradale nei pressi di Roma.

finisce in ginocchio la campania dei trasporti ( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Le difficoltà di Alitalia hanno già prodotto ripercussioni su Capodichino. Altre sono temute in casa Gesac, la società che gestisce lo scalo napoletano, dove l´ultima contrazione di passeggeri così sensibile risale al 2001. Sono già registrate defezioni per alcuni collegamenti nazionali.

trasporti, campania in ginocchio ( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Le difficoltà di Alitalia hanno già prodotto ripercussioni su Capodichino. Altre sono temute in casa Gesac, la società che gestisce lo scalo napoletano, dove l´ultima contrazione di passeggeri così sensibile risale al 2001. L´anno dell´attacco al World trade center.

una lobby pro-lufthansa per salvare malpensa ( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: «Alitalia scelga il partner giusto». La società che gestisce gli scali milanesi è preoccupata per le richieste di Cai e le conseguenze che potrebbe avere la sua scelta. «Nessuno vuole penalizzare Malpensa», assicura il ministro Ignazio La Russa.

nasce la lobby pro-lufthansa "solo così malpensa si salverà" - andrea montanari ( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: sollecitare la nuova Alitalia, che dovrà decidere entro novembre il proprio partner straniero, a fare una scelta a sostegno dell´ex hub varesino. C´erano il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il coordinatore regionale di An Massimo Corsaro, quello di Forza Italia Guido Podestà, il sottosegretario all´Economia Luigi Casero e il presidente della commissione Bilancio della Camera,

l'altra roma, storie di giovani registi - franco montini ( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: una stralunata hostess dell´Alitalia che vive in un centro residenziale che sembra il set del "Truman Show". E ancora il giovane artigiano, in bilico fra entusiasmo e depressione; il militante di sinistra che abbandona Malagrotta alla ricerca di un ambiente più salubre;

Maestro unico, il Pd come gli studenti: si ritiri il decreto ( da "Unita, L'" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Un paese in crisi trova i soldi per Alitalia e banche, perchè non per la scuola?», sottolinea nell'editoriale il settimanale cattolico. Ma Mariastella ministra unica ripete a mo' di litania che «è una protesta di pochi» e che il suo modello è «Obama». L'aria che tira non è delle migliori.

Nuova Alitalia, spiragli di intesa su contratti e criteri di assunzione ( da "Unita, L'" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Nuova Alitalia, spiragli di intesa su contratti e criteri di assunzione Passi in avanti dopo il lungo vertice terminato a notte fonda tra Cai e sindacati. Chiariti alcuni aspetti che avevano suscitato forti perplessità. Oggi assemblea degli azionisti per l'aumento di capitale di un miliardo.

Continuità aerea, domani la firma delle convenzioni ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia e Meridiana e l'Enac. I voli in continuità territoriale saranno garantiti in maniera provvisoria dalle tre compagnie almeno fino a domani. Solo tra questa sera e domani, infatti, Enac e Assoclearance (la società che rilascia gli slot, le autorizzazioni di volo) convocheranno le compagnie per sottoscrivere le convenzioni che daranno loro la possibilità di volare tra la Sardegna

Nuova Alitalia, Cai propone 12.000 assunzioni ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: offerta vincolante per una parte di Alitalia, in modo da poterla presentare il 31 ottobre al commissario straordinario Augusto Fantozzi. E nell'incontro iniziato ieri sera alle 19 hanno messo sul piatto della trattativa con i sindacati 12 mila assunzioni per la nuova Alitalia. Secondo il piano presentato ieri fra gli assunti ci sono 1.

Balletto sul contratto ma la cordata vacilla ( da "Manifesto, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ALITALIA Colaninno tenta la prova di forza Balletto sul contratto ma la cordata vacilla Francesco Piccioni Far decollare una compagnia aerea, nel pieno della tempesta finanziaria, non è certamente facile. Nemmeno per dei campioni del settore.

Alitalia, spiragli di accordo sui contratti ( da "Messaggero, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Martedì 28 Ottobre 2008 Chiudi Trattativa notturna con i sindacati. Cai presenta un nuovo documento. Capitolo alleanze: ora in pole è Air France Alitalia, spiragli di accordo sui contratti Restano ancora dubbi sui criteri di assunzione: previsti 9.082 dipendenti a Fiumicino

ROMA Le migliori risorse umane al minor costo . Raccontano, in ambienti sindacal... ( da "Messaggero, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: vorrebbe applicare per le assunzioni per la nuova Alitalia. Ieri sera (ma il tavolo è rimasto aperto fino a tarda notte) azienda e sindacati hanno affrontato i nodi riguardanti la «stesura dei nuovi contratti» e le «valutazioni di scelta» che dovranno riguardare le 12.600 "chiamate" nella nuova compagnia e i 3.

Alitalia, ultimo scoglio per decollare ( da "Tempo, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: stampa Alitalia, ultimo scoglio per decollare Filippo Caleri f.caleri@iltempo.it Il decollo della nuova Alitalia secondo la Cai sarà con 12 mila assunzioni. Nella serata di ieri la cordata degli imprenditori pronta a rilevare la compagnia ha scoperto le ultime carte ai sindacati prima dell'assemblea dei soci che trasformerà la società da srl a spa.

NAPOLI sarà ancora aria buona tra Alessandria e Beirut e cosa è questo temp... ( da "Messaggero, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: aereo Scopro di non aver registrato la valigia non prendo posto sull'aereo ritorno Qui l'Alitalia Lì la Lufthansa conduce, oh le vie a settant'anni sono ancora un bambino. Dio cosa mi fai cosa faccio a me stesso. Ogni volta che avanzo negli anni cresce in me il sentimento di fanciullo senza esperienza senza conoscenza soprattutto in viaggio.

Il governo ritiri il decreto ( da "Manifesto, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Nei prossimi cinque anni il Fondo di finanziamento si ridurrà del 10%. Solo il 20% dei professori che andranno in pensione verrà sostituito. Come dire: porte chiuse all'università per le nuove generazioni». «Un Paese in crisi trova i soldi per Alitalia e banche: perché non per la scuola?»

Barilla: non torniamo allo Stato pigliatutto ( da "Corriere della Sera" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Pur rispettando le scelte altrui, noi non procederemo credo più a diversificazioni che ci allontanino dal nostro core business. Mi fa strano una cordata come quella dell'Alitalia». \\ Al decennale del Centro Peres «Le banche? In questo momento sostengano di più le imprese» Imprese e banche Guido Barilla Daniele Manca

Sindacati contro la Gelmini Inni al Duce, il corteo si spacca ( da "Corriere della Sera" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Un Paese in crisi trova i soldi per Alitalia e banche: perché non per la scuola?», si è domandata. «Si richiedono sacrifici alle famiglie, ma costi e privilegi di onorevoli e senatori restano intatti ». Su tutt'altra posizione, però, il responsabile scuola della Conferenza episcopale, Diego Coletti, vescovo di Como intervistato da Radio Vaticana.

Alitalia, duello sugli esuberi Cai chiama gli azionisti ( da "Corriere della Sera" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia, duello sugli esuberi Cai chiama gli azionisti Sfida sui criteri di assunzione dei 12 mila dipendenti I sindacati chiedono il congelamento degli attuali requisiti di pensione. Al via l'aumento da un miliardo ROMA — Si annuncia più lunga del previsto la trattativa tra la Compagnia aerea italiana (Cai) e i sindacati sui contratti della Nuova Alitalia e i criteri di assunzione,

Ancora un anno da leader per Eni. Che continua, anche nel ... ( da "Tempo, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: utili la maglia nera spetta ad Alitalia con una perdita di 495 milioni. La fotografia scattata nell'edizione 2008, la 43esima, dallo studio su «Le principali società italiane», curato dall'Ufficio Studi di Piazzetta Cuccia tiene conto di 3.721 bilanci. Nelle prime dieci posizioni, così come era avvenuto nell'edizione 2007, si evidenzia qualche piccolo aggiustamento a partire dell'

Un documento di programmazione finanziaria lacunoso in un punto fondamentale: sviluppo ed econ... ( da "Messaggero, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: è nulla sulla questione di Alitalia, che riguarda l'aeroporto e l'economia di un intero quadrante della città». Dopo l'approvazione in giunta, il documento approderà in commissione e, a stretto giro, nell'aula Giulio Cesare. Quale sarà la vostra linea di condotta? «Noi stiamo preparando un nostro testo, diviso in cinque capitoli: politiche sociali,

Il sindaco al patron di Ryanair: Ora sta esagerando ( da "Tempo, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Non vorrei che tutto questo agitarsi sia finalizzato a fare pressione per ottenere gli slot di Alitalia a Fiumicino, che fanno molto gola a Ryanair, visto che ne ha chiesti venti». Ad avviso di Marini, la proposta di O'Leary di trasferire da Ciampino a Viterbo solo i voli militari e di Stato, definiti i principali responsabili dell'inquinamento, «è arrogante e offensiva».

ROMA - In cima al corteo il Blocco studentesco. Tante teste rasate e magliette nere, alcune con scri... ( da "Messaggero, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: «Salvano Alitalia e salvano le banche - dice Alessio, 16 anni, liceo Orazio - ma tagliano la scuola. E' questo che vogliono fare? Distruggere il nostro futuro?». «Vogliono trasformare le università in fondazioni private - sostiene un altro - del liceo Nomentano - ma l'università deve essere garantita a tutti».

alitalia, in arrivo cinque nuovi soci per cai - lucio cillis ( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Pagina 24 - Economia Alitalia, in arrivo cinque nuovi soci per Cai Oggi assemblea sull´aumento di capitale, ma la trattativa sui contratti è in stallo Il confronto con i sindacati va avanti a oltranza. C´è tempo fino a venerdì All´Enac la richiesta per la licenza di volo.

<La Cai non penalizzi lo scalo di Malpensa> ( da "Giornale.it, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Sintetizza il governatore, Roberto Formigoni: «Speriamo che la nuova Alitalia si renda conto che il traffico è al Nord e ci auguriamo che Cai scommetta sui nostri aeroporti». Sulla scia il capogruppo azzurro in Regione, Paolo Valentini: «Non difendere Malpensa significa non capire le vere dinamiche che guidano lo sviluppo».

Brava Concita, hai ragione. Ecco l'Italia dei figli di papà ( da "Giornale.it, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: industriale, finanziere, nuovo padrone di Alitalia. Così Andreatta Junior, Filippo: non sta ai vertici di Finmeccanica e del nuovo Pd solo perché figlio del compianto economista, maestro di Prodi, Beniamino. Cristiano Di Pietro non è un nuovo capo dell?Italia dei Valori solo perché figlio di Tonino.

E Tonino il contadino riesce a ingarbugliarsi persino sui proverbi ( da "Giornale.it, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Bronzo: «Su Alitalia non fasciamoci la testa prima di essercela rotta. A volte capita di andare al mercato e trovi solo quello che vende i fagioli. Ma se vedi che non conviene non li compri». Argento: «Il prete deve uscire dalle chiese e cercare i fedeli nelle campagne.

Alitalia alla stretta finale, Cai vuole 12mila assunzioni ( da "Giornale.it, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: 28 pagina 24 Alitalia alla stretta finale, Cai vuole 12mila assunzioni di Redazione Ore decisive per la trattativa con i sindacati: oggi l'assemblea deve dare l'ok all'offerta vincolante Cai alla stretta finale con i sindacati. Iniziate in serata, le trattative per raggiungere un accordo su contratti e criteri di selezione del personale sono continuate per tutta la notte.

Scuola, sit-in al Senato: "Siamo in diecimila" Veltroni: via il decreto ( da "Giornale.it, Il" del 28-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: (il doppio di Alitalia, scrivono)". Il Moige: con la riforma aumenta il tempo pieno "La riforma rappresenta un punto di partenza ottimo per ricostruire tutto il comparto scuola". Maria Rita Munizzi, presidente nazionale del Movimento italiano genitori, esprime soddisfazione per l?

Troppo miele su Obama (e la stampa è complice) ( da "Giornale.it, Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi -

Cai: varato aumento di capitale e nominato CdA ( da "Voce d'Italia, La" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: aumento di capitale e nominato CdA E per Alitalia il Sindacato dei Lavoratori frena e si riserva un giudizio quando alcuni elementi saranno chiariti Oggi la Cai, riunitasi in assemblea ha decretato la trasformazione della società da Srl a SPa, varando anche l?aumento di capitale, ed ha nominato il Consiglio di amministrazione che il 31 ottobre prossimo sarà incaricato di presentare l?

Rodriquez, i sindacati vogliono prolungare la cassa integrazione ( da "Stampa, La" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Colannino avrebbe interesse a vendere per trovare liquidità da mettere nell'operazione Nuova Alitalia. «La Rodriquez ha detto che continuerà direttamente l'operazione», precisa il sindaco. Il 5 febbraio c'è l'attesa la conferenza dei servizi dove la Rodriquez dovrebbe chiarire meglio le sue intenzioni ed in particolare «dare le risposte chieste dagli enti pubblici sul progetto».

"Il biglietto per Roma da Levaldigi è caro e fuori mercato" ( da "Stampa, La" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Anzi, il costo del biglietto è stabilito da Alitalia». La continuità territoriale, ossia il contributo statale per garantire la permanenza a Cuneo del collegamento verso Roma, ancora non c'è. «Il ministro Matteoli firmerà il provvedimento lunedì» assicura il presidente della Provinia Raffaele Costa.

Cai, i soci varanoil piano Alitalia ( da "Secolo XIX, Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: confronto sulla definizione dei contratti di lavoro della Nuova Alitalia. Con i sindacati, ha spiegato il presidente di Cai Roberto Colaninno, «non c'è nessuna trattativa, si tratta di stendere i contratti sulla base degli accordi già siglati, non di rinegoziare l'accordo». L'offerta su Alitalia resterà comunque sospesa fino all'ottenimento dei provvedimenti della Commissione europea,

taglio rotte, allarme a capodichino - angelo carotenuto ( da "Repubblica, La" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Trentasei li garantisce Alitalia, gli altri 30 sono di Air One. E quando nascerà Cai? «Difficile che sia conservato lo stesso livello», le parole di Mauro Pollio, numero uno di Gesac, la società di gestione dell´aeroporto napoletano. Qualcosa in più di una preoccupazione in una fase già critica.

il premier: l'allarme recessione può farci cambiare la finanziaria - roberto petrini ( da "Repubblica, La" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia. Resta aperto anche il nodo delle imprese. Oltre al pacchetto Scajola ieri Berlusconi ha accennato all´aumento obbligatorio per le banche del «monte prestiti per le imprese, soprattutto piccole medie». Una soluzione che potrebbe essere inserita come emendamento nel decreto salva-banche: in questo modo gli aumenti di capitale previsti non suonerebbero più come un salvataggio

cai vara l'aumento di capitale da 1,1 miliardi - lucio cillis ( da "Repubblica, La" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: assemblea Cai che si è svolta ieri a Milano ha dato un volto definito all´operazione di acquisizione degli asset Alitalia. Compagnia aerea italiana si trasforma in società per azioni. Con l´entrata di nuovi soggetti e la tenuta di tutti i 16 soci fondatori (alcuni dei quali erano dati per "uscenti" da voci insistenti) il capitale arriva a quota 1,1 miliardi.

Berlino, chiude l'aeroporto Tempelhof ( da "Unita, L'" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Berlino, chiude l'aeroporto Tempelhof Meredith: tutti a giudizio, 30 anni a Rudy La nuova Alitalia resta ancora a terra Kim Jong-il malato, mistero in Corea L'«impronta» umana uccide la Terra

La nuova Alitalia decollerà solo con l'accordo sindacale ( da "Unita, L'" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: La nuova Alitalia decollerà solo con l'accordo sindacale È difficile che entro il 31 ottobre si possa raggiungere un accordo sul contratto. E senza accordo non ci sarà nessuna offerta vincolante. Il ritardo potrebbe incidere negativamente sui conti del gruppo.

Alitalia, un miliardo di capitale per Cai In arrivo nuovi soci ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: il commissario straordinario dell'Alitalia, Augusto Fantozzi, si attende il rispetto della scadenza del 31 ottobre, perché «non c'è nessuna proroga». Alitalia, ha ribadito Fantozzi, ha liquidità sufficiente sino a fine novembre e lo riferirà al Tribunale che lo ha convocato. Poi, una sollecitazione all'amministratore delegato di Cai Rocco Sabelli,

BERLUSCONI E IL BIE: VIA LIBERA ALL'EXPO OGGI IL VERTICE PDL ( da "Corriere della Sera" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: viste le difficoltà Sea dopo l'abbandono di Malpensa da parte di Alitalia. Un bilancio che preoccupa molto il sindaco. Intanto si va avanti sulla fusione Milano-Torino. Oggi il presidente di Atm presenterà le modifiche al piano richieste dalla maggioranza, preoccupata dal possibile strapotere di Torino. A PAGINA

Berlusconi-Bie, via libera all'Expo Malpensa e tagli: oggi vertice Pdl ( da "Corriere della Sera" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: del summit del centrodestra anche il piano Alitalia e la fusione tra Atm e Gtt sull'asse Milano-Torino è partita ieri la due giorni romana del sindaco Letizia Moratti. Ieri il vertice a Palazzo Chigi con il premier Silvio Berlusconi, il presidente e il segretario generale del Bie e il ministro degli Esteri, Franco Frattini.

PENATI <Intesa con la Germania utile se copre le rotte Alitalia> ( da "Giornale.it, Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: 29 pagina 2 PENATI «Intesa con la Germania utile se copre le rotte Alitalia» di Redazione «L'accordo con Lufthansa? Ha un senso se può fare le rotte che Alitalia ha abbandonato, se il governo non ci consentirà di fare questo avremo la compagnia tedesca che ci porterà a Francoforte per prendere i suoi voli intercontinentali.

Alitalia, Cai vara l'aumento da 1,1 miliardi ( da "Messaggero, Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Mercoledì 29 Ottobre 2008 Chiudi Ieri i soci hanno approvato la trasformazione in spa. Fossati si astiene sullo statuto. Sei i nuovi azionisti Alitalia, Cai vara l'aumento da 1,1 miliardi Nominato il cda: 2 posti al partner. Venerdì consiglio per l'offerta sulla Compagnia

MILANO - Abbiamo trasformato la società in Spa, abbiamo aumentato il capitale, fa... ( da "Messaggero, Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: fatto lo statuto e nominato il consiglio che farà una proposta(per Alitalia, ndr) compatibile agli accordi sindacali». E' stato l'a.d. di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, ieri al termine dell'assemblea di Cai durata due ore, a dire per primo che «tutte le scadenze sono state rispettate». Che «le risorse per fare ci sono» e che «i soci sono diventati di più».

Cai diventa una spa Il partner non si vede Contratti in alto mare ( da "Manifesto, Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ALITALIA Cai diventa una spa Il partner non si vede Contratti in alto mare Francesco Piccioni E' nata la Compagnia aerea italiana. Forse. Ieri pomeriggio, a Milano, il cda della vecchia srl - una «scatola vuota» ideata per trafficare in tessuti e passamanerie - ha deliberato la trasformazione in società per azioni,

Strade allagate, auto bloccate, persone prigioniere all'interno. "Acqua alta"... ( da "Messaggero, Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia, decollato alle 18.55 da Falconara, quando si stava avvicinando al Leonardo Da Vinci è stato colpito da un fulmine. I passeggeri hanno sentito un boato. Impianto di illuminazione in tilt, buio all'interno dell'aereo. Il pilota ha mantenuto i nervi saldi, dalla torre di controllo gli hanno spiegato che non era possibile atterrare neppure a Ciampino.

Alitalia, Cai incassa 1,1 miliardi e prepara il <decollo> di venerdì ( da "Giornale.it, Il" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: 29 pagina 25 Alitalia, Cai incassa 1,1 miliardi e prepara il «decollo» di venerdì di Laura Verlicchi La nuova società vara l'aumento di capitale e nomina il consiglio. Fantozzi: «Mi aspetto l'offerta entro il 31 ottobre». Passera: dipende anche dalla Ue Sindacati Per Colaninno «Nessuna trattativa» Nuovi soci nella cordata: da 16 saliranno a 22 Alitalia,

Obama, maxi-spot a reti unificate ( da "Quotidiano.net" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: che ha sprecato miliardi per regalare Alitalia agli amici suoi, adesso taglia su scuola [...] Scuola, bagarre in aula al Senato Non si fermano cortei e occupazioni00:55:08 - L'OPPOSIZIONE HA DETTO - ANCHE A TRIESTE CI SONO STATE GRANDI PROTESTE CON LEZIONI ALL'APERTO IN PIA[...] Scuola, bagarre in aula al Senato Non si fermano cortei e occupazioni00:54:06 - Bravo Brunetta,

Scuola, ore 10,30: il dl Gelmini è legge Pd e Idv giù in piazza con gli studenti ( da "Quotidiano.net" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: che ha sprecato miliardi per regalare Alitalia agli amici suoi, adesso taglia su scuola [...] Scuola, bagarre in aula al Senato Non si fermano cortei e occupazioni00:55:08 - L'OPPOSIZIONE HA DETTO - ANCHE A TRIESTE CI SONO STATE GRANDI PROTESTE CON LEZIONI ALL'APERTO IN PIA[...] Scuola, bagarre in aula al Senato Non si fermano cortei e occupazioni Sanremo,

Autolesionismo con lode ( da "Opinione, L'" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: I dipendenti Alitalia dovevano rinunciare al 6% del loro stipendio e non facendolo si comportavano da irresponsabili, mentre per le Università italiane la crisi finanziaria è come se non esistesse: insomma, gli illustri atenei italiani (nessuno dei quali, giova ricordarlo, figura tra i 150 migliori al mondo) non vogliono rinunciare nemmeno agli spiccioli.

La Cai si prepara al decollo per fine mese ( da "Opinione, L'" del 29-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ultima porta per il rilancio di Alitalia?. Superato lo scoglio sindacati, tuttavia, l?offerta per Alitalia ? spiegava una nota della società al termine dell?assemblea ? resta ?sospesa fino all?ottenimento dei provvedimenti della Commissione europea che attestino l?assenza di aiuti di Stato a vantaggio di Cai e delle decisioni dell?

Cai ha trovato il miliardo Però potrebbe non bastare ( da "EUROPA ON-LINE" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: affare Alitalia, visto che in un verso o nell?altro tutto gira intorno ai soldi che Cai avrà a disposizione per portare a termine l?acquisto della compagnia di bandiera. Ieri Passera e Colaninno possono dire di aver tirato un sospiro di sollievo quando l?

Scuola, il decreto Gelmini è legge Veltroni: "Subito un referendum" Scontri e feriti in Piazza Navona ( da "Quotidiano.net" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Finalmente questo governo ha trovato i fondi da destinare all'Alitalia, alle banche e alle aziende in difficoltà. I precari tutti a casa, gettando nella miseria centinaia di famiglie, per queste non esistono ammortizzatori sociali. Ma nel programma di questo governo non prevedeva il taglio di una camera,delle province e di tutte le caste?

Il Gruppo Orsero entra nella cordata per salvare Alitalia ( da "Stampa, La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: salvare Alitalia [FIRMA]STEFANO PEZZINI ALBENGA Adesso è ufficiale: il gruppo Orsero, da ieri è entrato a far parte della Cai, la cordata di imprenditori italiani che rileverà Alitalia. Nelle scorse settimane Intesa San Paolo, la banca capofila dell'operazione, aveva offerto al gruppo guidato da Antonio e Raffaella Orsero di far parte della società presieduta da Roberto Colaninno e,

il funerale dell'università - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: una volta scorporati i loro debiti, come Alitalia? Non si sa. L´unica certezza è questa: che dopo non esisterebbe più, e di colpo, un sistema universitario italiano in grado di funzionare. Per un Paese moderno, sarebbe l´apocalisse. è possibile che qualcuno la voglia davvero? E cosa accadrebbe, poi?

aeroporto di punta raisi l'alitalia taglia 160 posti ( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia taglia 160 posti Un taglio di 160 unità all´aeroporto di Palermo alla luce del piano Cai. Lo denunciano la Cgil di Palermo, assieme alla Filt e alla Slc, che proclamano lo stato di agitazione degli aeroportuali. Il taglio inciderebbe su un organico di 174 dipendenti a tempo indeterminato, più 46 lavoratori precari.

"la nuova alitalia taglia 160 posti" ( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Palermo "La nuova Alitalia taglia 160 posti" Allarme della Cgil: così declassano il Falcone e Borsellino Pellegrino del Pd "Il sindaco deve intervenire per garantire addetti e utenti" Terranova della Gesap "Finora soppressi solo i voli per Malpensa" Il Piano della Cai, la nuova società che prenderà il posto dell´Alitalia,

trasporti, pressing sul governo - angelo carotenuto ( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: tra le 66 attualmente coperte da Alitalia e Air One, potranno essere messe a disposizione di compagnie straniere interessate a subentrare su quella tratta. Ossigeno per Gesac, la società che gestisce l´aeroporto di Capodichino, e che per la prima volta dopo anni fa i conti con una contrazione del traffico (meno 10 per cento a settembre rispetto al 2007,

ultimatum di bossi e moratti "silvio, devi salvare malpensa" - andrea montanari ( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: pretendere che il nuovo partner straniero di Alitalia non penalizzi gli aeroporti lombardi. Un ultimatum rilanciato anche dalla vice presidente di Confindustria e leader di Assolombarda Diana Bracco: «L´ulteriore riduzione dei voli per effetto dell´entrata in vigore dell´orario invernale rappresenta un inaccettabile abbandono di un aeroporto strategico per il Nord Italia e per l´

se l'ascensore sociale è senza bottoni ( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Dovrebbero ignorare tanti argomenti e dire, per esempio: di Alitalia non parliamo, noi l´avremmo venduta ai francesi, vogliamo solo chiedere più trasparenza nei costi. Ci preme aiutare non tanto i piloti, ma "la povera gente". Dice che accadrà mai? O dice che lei viaggerà su mezzi sempre più in ritardo, guadagnando sempre di meno?

Alitalia, rottala trattativa ( da "Secolo XIX, Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia, rottala trattativa ultima ora Roma. Compagnia Aerea Italiana ha abbandonato il tavolo di confronto con i sindacati. È accaduto dopo una pausa di due ore nella trattativa. Cai si è ripresentata al tavolo ribadendo le proposte contrattuali iniziali, con una sorta di prendere o lasciare.

Alitalia, anche Orseronella cordata della Cai ( da "Secolo XIX, Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia, anche Orseronella cordata della Cai albenga Il gruppo entra come operatore logistico. Balestra: sinergie importanti Albenga. Il gruppo Orsero acquista azioni Alitalia. O meglio, le aziende della nota famiglia imprenditoriale rivierasca hanno acquistato ieri una quota del pacchetto azionario della Compagnia aerea italiana,

Alitalia, salvataggio a rischio Rompono Cai e sindacati ( da "Unita, L'" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia, salvataggio a rischio Rompono Cai e sindacati Si rompe la trattativa fra Compagnia Aerea Italiana, la società guidata da Roberto Colaninno, e le nove sigle sindacali di Alitalia. La strada verso il vettore nazionale diventa ora più difficile.

alitalia, 12 ore per il roma-brindisi i passeggeri sulla pista per protesta ( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: odissea di 80 pugliesi dopo il volo cancellato a causa del maltempo Alitalia, 12 ore per il Roma-Brindisi i passeggeri sulla pista per protesta Il volo da Roma a Brindisi sarebbe dovuto partire martedì sera alle 21. Ma ottanta passeggeri salentini dell´Alitalia sono riusciti a tornare a casa soltanto alle undici di ieri mattina.

Riprendiamoci la libertà Sarà Berlusconi ad aprire il mio show ( da "Unita, L'" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Poi si parlerà del Pd, dell'Alitalia, del revisionismo storico». Perché il revisionismo? «Oggi i giovani manifestano contro la riforma della scuola e già si parla di un nuovo '68. Ho molta fiducia nelle proteste degli studenti, che oggi sono più consapevoli di qualche anno fa.

E Roma punta su "Appaloosa" ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: hostess liquidate in stile Alitalia e il red carpet smacchiato, riarrotolato e gettato in cantina. Fare pronostici nel marasma di film presentati è praticamente inutile anche perché, secondo le ultime indiscrezioni, secondo una misteriosa e introvabile postilla del regolamento di quest'anno, pare che possano conquistare il Marc'Aurelio d'Oro - attribuito grazie ai voti del pubblico -

cai-sindacati, 24 ore per l'intesa sui contratti - lucio cillis ( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: su contratti e criteri di assunzione nella nuova Alitalia. Domani la palla passerà al cda di Compagnia aerea italiana, che si riunirà per la prima volta e dovrà mettere in moto le deleghe dei consiglieri e sciogliere il nodo dell´offerta per gli asset della Magliana. Ma la strada resta in salita: il consenso dei sindacati e il via libera della Ue, sono condizioni irrinunciabili,

Partner francese e contratti che non partono ( da "Manifesto, Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ALITALIA Partner francese e contratti che non partono Francesco Piccioni Grande è il disordine sotto il piccolo cielo della Compagnia aerea italiana (Cai). La famosa «cordata italiana» che dovrebbe rilevare la «polpa buona» di Alitalia accumula problemi, più che trovare soluzioni.

ROMA Colpo di scena per Alitalia: dopo una giornata di colloqui,la Cai, la società che ha pres... ( da "Messaggero, Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia: dopo una giornata di colloqui,la Cai, la società che ha presentato l'offerta per rilanciare la compagnia, ha abbandonato il tavolo di trattativa con i sindacati sul nodo della firma dei contratti aziendali. Da ambienti vicini alla società è trapelato che l'interruzione del confronto è stata causata dall'indisponibilità delle sigle sindacali ad accettare la riduzione dei

<Malpensa a rischio isolamento> Berlusconi: pronti a intervenire ( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: «L' ulteriore riduzione dei voli di Alitalia su Malpensa, per effetto dell'entrata in vigore dell' orario invernale, rappresenta un inaccettabile abbandono di un aeroporto strategico per il Nord Italia e per l'intero Paese». La Bracco usa parole insolitamente dure. Segno che l'attenzione è altissima.

La Fed taglia i tassi Tremonti: conti blindati ( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2008-10-30 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Economia Alitalia, rotta la trattativa Cai-sindacati La Fed taglia i tassi Tremonti: conti blindati ROMA — Borse su, la Fed taglia i tassi. Alitalia, rotta la trattativa Cai-sindacati. PAGINE 8, 9 e 33 Sensini, Tamburello

<Lo Stato non paga>: stop alle intercettazioni ( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: è una situazione Alitalia, siamo aziende sane. Però ci manca la liquidità e 500 giorni di ritardo nei pagamenti sono troppi dato che lo Stato è il nostro unico cliente». Con quell'«unico cliente» le tre società hanno lavorato per le inchieste più importati dell'ultimo ventennio: dalla cattura di Provenzano all'omicidio D'Antona,

Berlusconi, gli aiuti alle famiglie e la parte del <poliziotto buono> ( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia, ora però deve dare dei soldi alle famiglie che non arrivano alla fine del mese». Era un modo per mettere in guardia l'amico di una vita, perché si coprisse il fianco scoperto. Ma già a quei tempi il titolare del Welfare Sacconi aveva le mani tra i capelli, mentre osservava i dati della cassa integrazione: «Qui se ci dice culo è recessione»

Alitalia, Moratti e Bossi: <catenaccio> su Malpensa ( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: REDAZIONALE Il salvataggio e gli aeroporti Alitalia, Moratti e Bossi: «catenaccio» su Malpensa ROMA — La Lega fa pressing su Silvio Berlusconi perché salvaguardi Malpensa. Il leader del Carroccio, Umberto Bossi, a palazzo Chigi insieme con il sindaco di Milano, Letizia Moratti ( nella foto), e il presidente della Sea (società di gestione scali milanesi),

Alitalia, Cai lascia il tavolo di trattativa ( da "Messaggero, Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Giovedì 30 Ottobre 2008 Chiudi La delegazione della società non si è ripresentata dopo una sospensione dell'incontro con i sindacati Alitalia, Cai lascia il tavolo di trattativa La società: colloqui interrotti sul nodo dei tagli ai permessi sindacali

ROMA Ennesimo colpo di scena intorno al caso Alitalia: la Cai ha abbandonato il tavolo di t... ( da "Messaggero, Il" del 30-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: LUCIANO COSTANTINI ROMA Ennesimo colpo di scena intorno al caso Alitalia: la Cai ha abbandonato il tavolo di trattatuiva con i sindacati sul delicato nodo della firma dei contratti aziendali. Da ambienti vicini alla società è trapelato che l'interruzione dei colloqui è stata causata dall'indisponibilità delle nove sigle sindacali ad accettare una forte riduzione dei permessi sindacali.

Alitalia, rotta la trattativa ( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)
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Abstract: a sorpresa il muro contro muro sui contratti Alitalia, rotta la trattativa I sindacati non firmano, Cai decide di lasciare il tavolo L'intesa con i rappresentanti dei lavoratori è la condizione necessaria per presentare l'offerta d'acquisto MILANO — «Non ci sono le condizioni per proseguire il confronto».

Dietrofront ( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)
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Abstract: Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-30 num: - pag: 33 categoria: BREVI Dietrofront A destra, Rocco Sabelli, amministratore delegato della Cai, la compagine di azionisti destinata a controllare la «nuova» Alitalia. Ieri notte il brusco stop alla trattativa con le delegazioni sindacali

Filippo Caleri f.caleri@iltempo.it A piccoli passi. Tra ... ( da "Tempo, Il" del 30-10-2008)
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Abstract: acquisto della parte buona di Alitalia. Ieri l'assemblea dei soci ha espresso dei sì importanti per la realizzazione del dossier. Sì alla creazione della società per azioni, all'aumento di capitale per 1,1 miliardi rivolto agli attuali soci e in parte ai nuovi e alla nomina del cda a 15, che farà la proposta vincolante per Alitalia.

Fiumicino, cinque voli annullati ( da "Tempo, Il" del 30-10-2008)
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Abstract: da una ottantina di passeggeri Alitalia in arrivo a Trieste ma bloccati a Fiumicino a causa del maltempo. «Ai disagi per il mancato rientro in orario - hanno commentato Adriano Pelos e Ludovico Rigonat - si sono sommati la mancanza di informazioni». I passeggeri che dovevano rientrare a Ronchi dei Legionari (Gorizia) verso le nove sono rimasti bloccati a Fiumicino tutta la notte.

COLLEFERRO Per offrire una prima ... ( da "Tempo, Il" del 30-10-2008)
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Abstract: Alitalia. Il resto è storia degli ultimi mesi: la spasmodica ricerca di un accordo con Acea, che quando pare raggiunto, viene azzerato dal risultato elettorale che porta al campidoglio Gianni Alemanno e al Ministero Claudio Scajola. Il benvenuto è dato dal blitz dei carabinieri del Noe di Roma che consegnano ben 4 avvisi di garanzia al Gaia per traffico e smaltimento illecito di

Berlusconi rassicura il sindaco: <Malpensa non resterà isolata> ( da "Giornale.it, Il" del 30-10-2008)
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Abstract: La maxicausa di risarcimento di Sea contro Alitalia (pari in origine a 1,2 miliardi di euro) sarà rivista al ribasso solo con garanzie sulla tutela dell'hub. Intrecciati al tema Alitalia, i tagli al bilancio comunale. Salgono da 150 a 160 i mancati trasferimenti dallo Stato, perché ci saranno 10 milioni di dividendi in meno da Sea.

Cai, Sabelli lascia il tavolo E' scontro sui contratti ( da "Giornale.it, Il" del 30-10-2008)
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Abstract: Rottura nella notte per la trattativa sui contratti di Alitalia. Rocco Sabelli lascia il tavolo di confronto con i sindacati sul futuro di Alitalia, una mossa che ha sorpreso le nove sigle sindacali che rappresentano i lavoratori. L'amministratore delegato di Compagnia aerea italiana ha chiuso il confronto di fronte "ai continui atteggiamenti dilatori e alle indisponibilita'

<Aiuteremo le famiglie a uscire dalla crisi> ( da "Giornale.it, Il" del 30-10-2008)
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Abstract: infine, a cui prende parte pure il sindaco di Milano, Letizia Moratti, spunta anche la vicenda Alitalia. E Berlusconi, sollecitato in maniera diretta dal Senatùr, rassicura gli alleati e il primo cittadino sul ruolo di Malpensa e Linate. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Alitalia, Cai: 'Se i sindacati non firmano, per noi la partita e' chiusa' ( da "Voce d'Italia, La" del 30-10-2008)
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Abstract: Economia Articoli correlati: *Cai: varato aumento di capitale e nominato CdA *Alitalia: fumata nera con i sindacati *Passa il decreto Alitalia. Bossi: "Lega imbufalita" Guarda tutti i correlati

Rottura coi sindacati, Colaninno preoccupato Le nove sigle si incontrano nel pomeriggio ( da "Quotidiano.net" del 30-10-2008)
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Abstract: La società convoca il consiglio di amministrazione: l'accordo era una condizione per l'offerta per Alitalia Roma, 30 ottobre 2008 - Le nove sigle sindacali di Alitalia si riuniranno questo pomeriggio alle 14.30 per fare il punto della situazione dopo la rottura, questa notte, delle trattative con la Cai per la definizione del contratto della nuova Alitalia.

Alitalia, tra Cai e sindacati èrottura. Compagnia a rischio ( da "Tempo, Il" del 30-10-2008)
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Abstract: Forte preoccupazione" Alitalia, tra Cai e sindacati è rottura. Compagnia a rischio è rottura tra Cai e sindacati a poche ore dal termine (che scade domani) per la presentazione dell'offerta di Cai per Alitalia. Il presidente della Cai Roberto Colaninno chiede ai sindacati di essere coerenti con gli accordi raggiunti a Palazzo Chigi.

Il promoter dei Led Zeppelin: "Un tour senza Plant non ha senso" ( da "Quotidiano.net" del 30-10-2008)
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Abstract: CAI resasi conto che a Alitalia non è una fabbrica di lattine e le profe[...] Rottura coi sindacati, Colaninno preoccupato Le nove sigle si incontrano nel pomeriggio La Chiesa vieta il sacerdozio ai gay, sei d'accordo?Sanremo, giusto abolire il dopo-Festival?Drink alla nicotina: è una buona idea?

Alitalia, Cai rompe: "Così non si va avanti" ( da "Giornale.it, Il" del 30-10-2008)
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Abstract: Alitalia Augusto Fantozzi. Che ha avvertito che avrebbe consentito dilazioni sulla scadenza. Le nove sigle sindacali di Alitalia si riuniranno questo pomeriggio per fare il punto della situazione dopo la rottura Colaninno: accordo essenziale Il presidente di Cai, Roberto Colaninno, esprime forte preoccupazione per la situazione determinata dalla rottura della trattativa con le rappresentanze


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malpensa dimezzata due volte tutti i voli cancellati da alitalia - andrea montanari a pagina vi (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)

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Pagina I - Milano Malpensa dimezzata due volte tutti i voli cancellati da Alitalia ANDREA MONTANARI A PAGINA VI SEGUE A PAGINA VI

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malpensa, governo ancora ko via ai tagli di alitalia per il sud - andrea montanari (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)

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Pagina VI - Milano Malpensa, governo ancora ko via ai tagli di Alitalia per il Sud ANDREA MONTANARI Compleanno amaro, domenica, per l´aeroporto di Malpensa. La ricorrenza dei dieci anni dall´apertura dell´ormai ex hub varesino coinciderà con l´entrata in vigore dell´orario invernale. Ma anche con un nuovo pesante taglio di rotte da parte di Alitalia, in attesa che si perfezioni l´offerta della Cai di Roberto Colaninno e soci. Da 312 frequenze settimanali a 153. Circa la metà. Rispetto all´estate scorsa, verranno tagliati ben 159 voli. Il tutto mentre ieri, dopo l´approvazione mercoledì alla Camera dell´ordine del giorno del Pd sull´impegno a rinegoziare i trattati di voli bilaterali, con il voto determinante della Lega, lo stesso testo è stato approvato anche dalle commissioni Ambiente e Lavori Pubblici riunite del Senato. Sempre con i voti del Carroccio. «Per salvaguardare gli interessi degli aeroporti di Linate e di Malpensa» spiega il senatore leghista Roberto Mura. I tagli riguardano 53 voli nazionali, 104 europei e due intercontinentali. Da domenica, ad esempio, non ci saranno più 12 collegamenti con Catania, 13 con Napoli e 14 con Trieste. Cancellati i voli Alitalia per Amsterdam, Bilbao, Belgrado, Ginevra, Monaco, Praga, Strasburgo, Stoccarda. Fortemente ridimensionati quelli per Tirana, che passeranno da 7 a 3 e quelli per San Pietroburgo, che passeranno da 4 a 1. Il voto della Camera, ripetuto ieri al Senato, è un chiaro sintomo di disagio anche dei parlamentari del Nord che fanno parte della maggioranza. Benché l´assessore regionale leghista Davide Boni assicuri: «Non c´è nessun cambio di rotta. Quanto avvenuto a Roma conferma ancora una volta la nostra coerenza. Come ribadito più volte, l´obiettivo principale è arrivare alla liberalizzazione degli slot in modo da procedere alla riassegnazione degli stessi in maniera autonoma, reagendo in modo energico allo smantellamento delle rotte da parte di Alitalia». Di segno completamente opposto la reazione del segretario provinciale del Pd Ezio Casati: «Si tratta di una vittoria emblematica. Ora appare chiaro che la linea assurda e incomprensibile praticata da Berlusconi non viene accettata nemmeno da esponenti della maggioranza di centrodestra. Siamo riusciti a far emergere la pesante contraddizione del suo federalismo alla rovescia, che premia Roma e Catania a trascura Milano e il Nord». Il consigliere regionale del Pd Stefano Tosi «chiede di ascoltare l´assessore regionale Raffaele Cattaneo e i vertici di Sea in Commissione Territorio». Anche i sindacati sono preoccupati. «Alla faccia dell´italianità - attacca Nino Cortorillo della Filt Cgil Lombardia - . Checché ne dicano i padani della Lega forse sarebbe meglio che arrivasse il Barbarossa». Il riferimento è all´ipotesi di un´alleanza con la tedesca Lufthansa. Per il segretario generale della Cisl lombarda Gigi Petteni «oggi dobbiamo focalizzare bene le sfide della Lombardia. A differenza di dieci anni fa ci sarebbero le ragioni per avere un hub in questa area. Dopo tanti proclami sul federalismo il nostro territorio rischia di essere indebolito e non rafforzato». Allarmato anche il leader della Uil Walter Galbusera: «Che la Cai sia in difficoltà è comprensibile, ma non è accettabile che un governo che si dice liberista non liberi gli slot per le compagnie straniere che vogliono operare su Malpensa».

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ryanair anticipa lo sbarco a marzo - sara scheggia (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)

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Pagina IX - Bologna Ryanair anticipa lo sbarco a marzo Undici nuove rotte low cost dal Marconi. Ma Forlì attacca: no ai doppioni SARA SCHEGGIA L´aeroporto di Bologna diventa una base Ryanair, con un anno di anticipo. Non nel 2010, come previsto, ma dal prossimo marzo: con undici nuove rotte, che si aggiungeranno alle sette operative già da lunedì, la compagnia low cost mette le radici sotto le Due Torri. Con due Boeing 737 e relativi equipaggi fissi al Marconi. «Un impatto enorme - commenta la presidente Sab Giuseppina Gualtieri - e in un momento così critico, un investimento più che positivo: significa che il piano industriale regge». Dal 30 marzo 2009 si potrà viaggiare verso Bari, Brindisi, Dusseldorf, Granada, Lamezia Terme, Parigi, Trapani, Edimburgo, Katowice (Polonia), Oslo e Constanta (Romania). Traducendo in numeri, Ryanair porterà 800 mila passeggeri in più al Marconi, che diventeranno 2 milioni nel 2012, quando le destinazioni saranno 25 e gli aeromobili con base a Bologna cinque. Per l´occasione, i biglietti per queste undici città sono disponibili a 5 euro, tutto incluso: basta prenotarli sul sito Ryanair entro mezzanotte del 30 ottobre, per viaggiare dall´avvio delle rotte a fine maggio. Vacanze di Pasqua escluse. «Dopo quello inglese - spiega Giovanna Gentile, direttrice di marketing Ryanair Italia - il mercato italiano è molto importante per noi. E ora che Bologna diventerà la settima base, c´è una scelta reale tra le alte tariffe Alitalia e le nostre, che non hanno sovrattasse sul carburante». Sul fronte interno le nuove rotte puntano al Sud, ma se ciò al Marconi significa coprire i buchi lasciati dai vettori tradizionali, a Forlì si traduce in una sovrapposizione non di poco conto. Dal Ridolfi si viaggia Ryanair verso le stesse regioni, e Bari e Lamezia sono dei veri e propri doppioni. «Sono due scali diversi, i dati lo confermano - replica Gentile - e da marzo ci saranno orari e frequenze diverse». Il presidente dello scalo forlivese, Franco Rusticali, si è espresso con un «no comment» mentre l´assessore comunale all´aeroporto Elvio Galassi ha ammesso la possibilità di «un´azione forte e decisa nei confronti di Ryanair» se cade davvero la divisione di ruoli tra scali, Forlì per gli interni e Bologna per gli esterni. Un´azione che non escluderebbe la Sab e su cui anche il deputato Enzo Raisi di An attacca la Gualtieri, chiedendo ragguagli «sulle condizioni di favore» che Ryanair avrebbe ricevuto per passare al Marconi. Nonostante le previsioni molto negative, per il 2009 Ryanair interesserà il 20% del traffico totale di passeggeri a Bologna. Una fetta che, però, non soddisfa il presidente Unindustria Gaetano Maccaferri, dubbioso sull´effettiva capacità di remunerazione del low cost «rispetto ai 200 milioni di investimento fatti». Più ottimista la Gualtieri, che lancia tuttavia un monito alle amministrazioni cittadine: «Nel 2007 sono arrivati un milione di turisti in tutta la provincia - dice la presidente Sab - se Ryanair ne porterà anche solo 400 mila, mi auguro che qualcuno se ne accorga». Per la Sab, che non teme l´alta velocità «perché chi va a Roma da qui, va già in treno», il low cost può essere la chiave del rilancio. E lunedì alle 10.20 atterrerà il primo volo Ryanair, in arrivo da Birmingham.

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la ribellione studentesca vista in chiave siciliana - augusto cavadi (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)

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Pagina XXIII - Palermo La ribellione studentesca vista in chiave siciliana AUGUSTO CAVADI S ull´editoriale di domenica 19 Nino Alongi, rafforzando con la passione del politico la sua coscienza di insegnante liceale per decenni impegnato in trincea, ha visto nelle agitazioni del mondo studentesco un segnale di ripresa, di possibile risveglio dal sonno dogmatico in cui il Paese sembra precipitato sotto il tiro incrociato di un centrodestra sempre più arrogante e di un centro-sinistra sempre meno lucido. «è indubbio - egli scrive fra l´altro - che, se il movimento degli studenti e dei professori non si ferma ma resiste e si estende ulteriormente, presto il dibattito dei collettivi e delle assemblee dal piano meramente rivendicativo passerà a quello politico. E sotto accusa non sarà solo un ministro ma l´intera maggioranza di centrodestra. A questo punto, c´è da scommettere, il consenso di cui ha goduto il governo in questo inizio di legislatura muterà in un generale rigetto». Ovviamente è facile condividere con Alongi le speranze, ma a patto di distinguere gli auspici soggettivi dalle constatazioni oggettive: i desideri del cuore dalle previsioni razionali. Chi come me nel �68 aveva diciott´anni, di mobilitazioni studentesche ne ha vissute (da alunno prima, da docente dopo) a centinaia negli ultimi quarant´anni: e non può permettersi, né per sé né per altri, ennesime illusioni. Chi sono questi ragazzi che - con grave rinunzia personale - sacrificano giornate di lezioni per sottoporsi alla dura fatica di occupare gli istituti scolastici o di attraversare le strade con qualche cartello in mano e qualche slogan in bocca? Se hanno più di 18 anni, sono in moltissimi casi elettori dei governi che contestano. E se non li hanno ancora votati, li voteranno non appena ne avranno diritto. Proprio come il cinquanta per cento dei loro professori e dei loro genitori: al momento delle elezioni o vanno al mare o scambiano il proprio voto con qualche promessa di piccolo favoritismo clientelare o votano proprio con convinzione per chi inneggia al mercato senza Stato, alla concorrenza senza regole e al trasferimento di risorse finanziarie dai servizi sociali per tutti alle esenzioni fiscali per pochi. Insomma: votano, del tutto legittimamente, per progetti di restaurazione conservatrice e, quando finalmente si trova un governo minimamente coerente con i propri progetti, urlano per il disappunto. Se una politica progressista, popolare, solidale non riesce a portarla avanti che parzialmente e imperfettamente una maggioranza di centrosinistra, perché stupirsi che non la voglia realizzare una maggioranza conservatrice? Alongi nota che «si scende in piazza, questa volta, tutti insieme - studenti, professori, genitori - e tutti in difesa della scuola pubblica. Non ci sono, dietro le proteste, condizionamenti ideologici e non ci sono neppure i partiti, ma a spingere è solo una grande indignazione». Niente strumentalizzazioni, dunque: ma non è che il tramonto delle ideologie si identifica, con questi nuovi «contestatori», con l´eclissi delle idee e il trionfo del qualunquismo politico-culturale? Alongi sostiene che «i giovani che adesso scendono in piazza non sono quelli che si agitano negli stadi e vandalizzano le città e neppure quelli del sabato sera e dei locali notturni, quelli - per intenderci - che incontra il presidente del Consiglio. I giovani che scendono in piazza, pur tra mille incertezze e mille frustrazioni, sono quelli che vivono il disagio di una società grigia e vuota di valori, temono il futuro ma non sono rassegnati, studiano e lottano. E molti hanno il volto dolente di un Roberto Saviano o di una Sabina Rossa». A parte il fatto che, purtroppo, se non scendessero in piazza anche i fanatici della domenica e i discotecari del sabato, i cortei studenteschi si assottiglierebbero di molto; a parte il fatto che Sabina Rossa è stata eletta senatrice nel 2006 all´età non proprio giovanile di 44 anni; la questione centrale è un´altra e proprio il caso di Roberto Saviano può esemplificarla. Perché queste generazioni, così sensibili quando si tratta di protestare per danni - veri e talvolta solo presunti - alla loro categoria, di solito vivono fregandosene del bene pubblico? Roberto Saviano ha scritto "Gomorra" dopo e durante un suo prolungato impegno civile (prestando volontariato culturale, fra l´altro, presso l´Osservatorio della camorra di Lamb): non come episodio isolato, puntuale. Né si potrà dire che, come è capitato anche alle nostre generazioni, non sia vissuto nella stessa «società grigia e vuota di valori»: i suoi genitori e i suoi professori, esattamente come quelli odierni e come quelli che abbiamo avuto in sorte noi più anziani, non spiccavano certo per impegno sociale e tempra etica. Insomma: non so se ci sia stata mai un´epoca in cui sia stato facile rinunziare ai propri piccoli privilegi e spendersi generosamente - e continuativamente - per una società meno assurda. Molti contestatori del �68 e del �77 sono adesso ben sistemati alla corte di Berlusconi o nelle varie filiali del suo impero economico-culturale: non so se in questi giorni sta nascendo un vero movimento di ribellione e di resistenza contro il governo che licenzia insegnanti elementari e paga liquidazioni miliardarie ai manager che hanno distrutto Alitalia. Ma, se così fosse, preferirei non fare previsioni su dove, fra venti anni, ritroveremmo i rivoluzionari di queste settimane.

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nella notte all'ateneo l'ira dei ragazzi miti "berlusconi ci teme" - (segue dalla prima pagina) curzio maltese (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)

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Pagina 6 - Cronaca Nella notte all´ateneo l´ira dei ragazzi miti "Berlusconi ci teme" Roma, l´Onda occupa senza nostalgie Il racconto "Ho 22 anni, e vivo ogni giorno sotto ricatto. Ora sono stufo. E finalmente posso respirare" Non ci sono le assemblee oceaniche del ´68 né le tensioni violente del �77 (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) CURZIO MALTESE Sono le nove e sulla Roma autunnale è calata un´improbabile notte di primavera. Improbabile come questo movimento, nato nel momento peggiore, cresciuto oltre ogni previsione, senza neppure il tempo di darsi un nome. Per trovarlo hanno indetto un referendum sul sito della rivolta universitaria, www.UniRiot.org, e l´ha spuntata «Onda anomala». In breve, «l´onda», «noi dell´onda» dicono, come fossero contradaioli. Avete presente il ´68, il ´77? Altra storia. L´arrivo alla facoltà occupata è confortante o deludente per chi ha in mente e negli occhi la Sapienza delle assemblee oceaniche sessantottine o il teatro di guerra della cacciata di Lama. C´è un gran silenzio. Si sentono echi di radiocronache di pallone, autoambulanze lontane, perfino un coro classico che prova nella facoltà di Fisica. Pochi ragazzi nella piazza, sui viali qualche sperduto capannello. Vuoi vedere che è la solita montatura nostalgica di un ´68 che non può tornare? Ma dentro le aule, i dipartimenti brulicano di centinaia di ragazzi che discutono, studiano, lavorano al computer, organizzano le manifestazioni del gran giorno, oggi, davanti al Senato. Tessono reti in tutta Italia ed è un bollettino di guerra: «Ore 11: Occupata Roma Tre! Ore 15: occupata Ingegneria! Ore 19: occupata l´Orientale di Napoli!». E poi Firenze, Cagliari, Napoli, Bologna: «Stiamo vincendo!». Giancarlo Ruoco, capo dipartimento di Fisica, 49 anni, un passato giovanile nei movimenti, osserva: «Il paragone di numeri col ´77 è improponibile, ma di sicuro questo è il movimento studentesco più partecipato degli ultimi trent´anni. Non c´è Pantera o protesta contro la riforma Moratti che tenga. Allora eravamo quasi più docenti che studenti in piazza. Ora sono il doppio, il triplo, e sembrano decisi ad andare fino in fondo» Quando i telegiornali della sera hanno diffuso il diktat poliziesco di Berlusconi, i ragazzi più grandi hanno brindato con birre e applausi, fra gli sguardi perplessi e intimoriti delle matricole. Che c´è da festeggiare se il premier minaccia manganellate? «Il fatto è che gli stiamo mettendo paura, noi a loro. è la reazione scomposta di uno che si sente debole, che non si aspettava tutto questo, non ha una strategia e pensa di risolvere al solito modo, con la polizia, come si trattasse di rifiuti, camorra o periferie insicure». Chi parla è Luca, 23 anni, un´ottima laurea in lettere a Milano, venuto a Roma per specializzarsi in filologia romanza. è di Monza: «Perfino lì hanno cacciato la Gelmini da un comizio, e non se l´aspettava. A Monza, dov´è nata la Lega, cinquant´anni di Dc. Non hanno proprio capito che la politica non c´entra, la sinistra qui non comanda niente. Quando è venuta la ragazza mandata da Veltroni (Giulia Innocenzi, ndr), chiaramente in vista della manifestazione di sabato, le abbiamo strappato i volantini. La Cgil ha cercato di mettere il cappello sul movimento e li abbiamo costretti ad arrotolare le bandiere rosse. Per me il Pd significa poco, l´opposizione è inesistente, Berlusconi non è chissacché, non mi suscita nessun sentimento. è soltanto un vecchio che fa discorsi vecchi. Insomma, qui non c´entra la politica, c´entra la vita. Il mio futuro, quello di Francesco, Vanessa, Ilaria...». «La mia vita attuale è questa. Studio come un pazzo per finire in fretta e bene, lavoro in un call center, dormo in una camera a 500 euro al mese. E sopporto pure che un Padoa- Schioppa o un Brunetta o una Gelmini mi diano del bamboccione o del fannullone. Ma non che taglino i fondi all´università per fare affari con l´Alitalia, aiutare la Fiat o le banche dei loro amici. La crisi io non la pago. Questa settimana di proteste è stata la più bella esperienza di questi anni. Si respira, si parla, si discute dei sogni, del futuro. Penso sia un mio diritto. Ai vostri tempi era magari diverso. I corsi universitari duravano mesi, avevi sempre gli stessi compagni, gli stessi professori. In ufficio o in fabbrica eri solidale con l´altro operaio o impiegato. Ora io seguo decine di corsi dove non incontro mai le stesse persone e poi lavoro in un call center dove il mio vicino di scrivania cambia sempre, a ogni turno, senza contare che abbiamo tutti le cuffie e non c´è neppure la pausa caffè. In questi giorni ho alzato la testa, mi sono guardato intorno, ho conosciuto studenti da tutta Italia, mi sento vivo». E´ un rivolta di bravi ragazzi, della nostra meglio gioventù. Non è una rivolta contro i padri, come furono le altre, ma di giovani che prendono sul serio le parole dei padri. Vogliono studiare, uscire di casa, fare carriera per meriti e non per conoscenze, crescere insomma e scoprono che in Italia non è possibile. Non è possibile per un giovane essere «normale». Da qui la rabbia di questi ragazzi miti. Anche un po´ secchioni. Luca e altri, con Francesco e Vanessa, ieri ospiti di Santoro, hanno tirato l´alba a studiare la legge Gelmini nei minimi particolari, scovando un´infinita serie di contraddizioni. Un bel lavoro e anche una lezione per l´opposizione parlamentare che deve aspettare la Gabanelli per accorgersi della norma salvamanager infilata nel decreto Alitalia. «La legge è piena di cazzate» mi spiegano «Taglia i fondi per la ricerca, che in Italia è l´uno per cento del Pil contro il tre della media europea e del trattato di Lisbona. Riduce il numero dei ricercatori che da noi sono tre ogni mille abitanti, contro l´obiettivo di otto. Non taglia le sedi universitarie, che in Italia sono 115, più di una per provincia, con decine di corsi frequentati da un solo studente. Soltanto Roma ha sedi decentrate a Civitavecchia, Rieti, Pomezia: Ma quelle rispondono a interessi clientelari». Ilaria, che incontro a Fisica, «ci vediamo sotto la lapide di Fermi», snocciola dati statistici come formule, sospira e conclude: «Non che m´interessi più di tanto, perché fra un anno vado in Inghilterra. Però mi sembra giusto dirlo, protestare finché si può». Il Dipartimento di Fisica, quello di Fermi e Amaldi, è il fiore all´occhiello della gloriosa e ormai sfasciata Sapienza. E´ quarta nelle classifiche europee, fra le prime dieci del mondo, dentro un´università che non compare neppure fra le prime cento. La fuga dei cervelli all´estero è la norma e cresce di anno in anno. Nell´«Onda» Fisica è stato il laboratorio creativo. Il corpo docente, fra i migliori d´Italia, ha appoggiato senza riserve la protesta. «Tanto con l´appello contro la lectio magistralis del Papa ci aveva già criminalizzato. Peggio non può succedere». Fernando Ferroni, professore di fisica delle particelle elementari, presidente dell´istituto nazionale di fisica nucleare, uno degli scienziati che ha collaborato all´accensione dell´Lhc al Cern di Ginevra, è solidale ma pessimista sulle sorti dell´Onda: «Hanno ragione da vendere ma il clima culturale è il peggiore possibile. Non c´è sensibilità per questioni complesse come la formazione, la ricerca. Il governo fa discorsi primitivi, insensati ma efficaci. L´opposizione ne sa poco o nulla. Non ha capito la portata del disegno. Qui stanno dismettendo l´istruzione pubblica, un pezzo per volta. E´ una cosa mai successa in nessuna parte del mondo civile. Negli Stati Uniti, il paese più malato di iper capitalismo, l´università pubblica rimane ancora fortissima. Uno studente di Fisica può scegliere di pagare quattromila dollari a Berkeley o quarantamila a Stanford, ma la qualità è la stessa, alla fine si spartiscono lo stesso numero di premi Nobel. Per non parlare dell´Europa. Qui invece fra pochi anni l´istruzione pubblica, di questo passo, sarà relegata alla marginalità, alla serie B, a quelli che non possono permettersi di meglio. Il tema è enorme, tocca l´essenza dei diritti di cittadinanza, ma temo che non passerà. Criminalizzeranno la protesta, faranno scoppiare qualche incidente, e i media andranno dietro l´onda, l´altra, quella del potere. Bisognerebbe bucare questo muro di conformismo, ma come?» Gli studenti si sono posti il problema d´«inventarsi qualcosa di nuovo», ne discutono in assemblea, su Internet, chiedono idee, consigli. «L´importante è evitare paragoni col passato, gli slogan in rima, le bandiere della politica, le stesse forme di lotta di fronte alle quali la gente dice "l´ho già visto"e passa oltre» spiega Laura, 23 anni, delegata alla comunicazione di Fisica. «Ci siamo inventati le lezioni in pubblico, con la lavagna a Piazza Farnese, un successo con i passanti che si fermavano a chiedere. Venerdì (oggi, ndr) saremo a Montecitorio». Sono rimasti a discutere le nuove forme di lotta fino alle tre, poi è entrato Stefano con le birre. «Che ha fatto la Roma?» «Lasciamo perdere... Aò, ma la volete smettere col dibattito? E fateve �na birra, �na canna, che so». Bisogna fare la colletta per i cornetti. Che cosa? «Al picchettaggio offriamo cornetti agli studenti che vogliono entrare. Li hai mai visti i picchetti con i cornetti? Lo voglio vedere Berlusconi che manda l´esercito. A noi non ci fregano con le provocazioni, non ci vedrai mai fare questo». E mostra il gesto della P38». Chissà se non li fregano. Quarant´anni fa era cominciato con le colazioni ai bambini poveri, i sit-in pacifici, il clima da «Fragole e sangue», ingenuo e fiducioso. Fino alla prima carica della polizia. Stefano prende la chitarra, sono ormai le tre, per tenere sveglia la truppa. Nella musica sono conservatori, l´eterno rock, i vecchi cantautori, da De Andrè a Ligabue, che ormai viaggia per i cinquanta. Alle quattro crolla pure il cantante, qualcuno si rinchiude nei sacchi a pelo, altri s´infrattano, qualcuno riprende a discutere fino all´alba, a parlare dei propri sogni, come tutti a vent´anni, mentre il sole sorge sempre da un´altra parte.

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cai cerca più di un miliardo per alitalia - lucio cillis (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)

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Pagina 37 - Economia Cai cerca più di un miliardo per Alitalia L´aumento di capitale sarà elevato. Air France: 200 milioni per il 20% Oggi l´ad Sabelli vede i sindacati sul nodo contratti. Da Lufthansa Opa su Austrian LUCIO CILLIS ROMA - A quattro giorni dall´assemblea, Cai prova ad accelerare. Secondo fonti vicine al dossier , la cordata "a 16" sarebbe pronta a portare fino in fondo l´ingresso in Alitalia senza scollamenti: «Non c´è alcuna defezione, si va avanti come previsto», dicono. In realtà però si starebbe profilando un aumento di capitale superiore al miliardo preventivato: una soluzione che servirebbe ad avere i fondi necessari a rintuzzare eventuali rilanci da parte di concorrenti nel caso di un´eventuale asta per gli asset Alitalia imposta da Bruxelles. La valutazione di Alitalia fatta da uno degli advisor, del resto, oscillerebbe tra i 700 e i 900 milioni. E un´asta potrebbe aumentare ulteriormente la cifra. Proprio l´ipotesi di un aumento di capitale superiore al previsto, però, avrebbe fatto storcere il naso ad alcuni dei soci di Cai, che non vorrebbero accollarsi impegni finanziari superiori al preventivato. Soprattutto vista la persistenza delle difficoltà a reperire finanziamenti dal sistema bancario. L´assemblea di martedì in ogni caso dovrà varare la trasformazione in spa di Cai. E dovrà tra l´altro valutare come reagire alle mosse della Ue su Alitalia e alla posizione di intransigenza rispetto al prestito ponte da 300 milioni. In agenda c´è anche «il tema del partner straniero», come ha sottolineato ieri Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Autostrade per l´Italia, azionista di Cai. Air France e Compagnia aerea italiana, sono ancora al lavoro a Roma per definire alcuni passaggi operativi e finanziari di un´eventuale alleanza. Lunedì prossimo il testimone passerà a Lufthansa che è pronta ad un´Opa su Austrian Airlines. Da Parigi il presidente di Air France-Klm, Jean-Cyril Spinetta continua a lanciare messaggi rassicuranti: il vettore francese non intende rinunciare all´ingresso con una quota di minoranza in Alitalia. Spinetta sarebbe pronto ad entrare al massimo col 20% e 200 milioni di euro di investimento. Resta però caldo il tema dei contratti e delle assunzioni nella nuova Alitalia. Oggi l´amministratore delegato di Cai, Rocco Sabelli, dopo le tensioni dei giorni scorsi, incontrerà i sindacati con cui affronterà tutti i passaggi irrisolti. Piloti e assistenti di volo chiedono con forza una maggiore trasparenza nei criteri di assunzione del personale. E oggi il Senato metterà la parola fine all´iter del decreto Alitalia. Un percorso non privo di difficoltà e piccoli colpi di scena dal punto di vista politico. Il sottosegretario allo Sviluppo economico Ugo Martinat ha spiegato che ieri «sono stati approvati sette ordini del giorno sui nove presentati: la fotocopia di quelli passati alla Camera».

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Expo 2015, Berlusconi firma in zona Cesarini Prima di volare alla volta della Cina ha dato il via libera al decreto dopo quasi sette mesi di rinvii (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 24-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Expo 2015, Berlusconi firma in zona Cesarini Prima di volare alla volta della Cina ha dato il via libera al decreto dopo quasi sette mesi di rinvii di Luigina Venturelli/ Milano ZONA CESARINI Una firma al volo prima di partire per la Cina. Alla fine Silvio Berlusconi si è deciso a firmare il decreto per la governance dell'Expo 2015 a Mi- lano solo dopo essere stato preso per le orecchie dal Bureau International des Expositions. Metaforicamente, s'intende: dopo mesi di sospirata attesa e rinvii causati da lotte di potere personali e istituzionali, il presidente del Bie Jean-Pierre Lafon si è visto costretto a minacciare la revoca dell'assegnazione dell'evento a Milano se il governo italiano non avesse provveduto in tempi brevi ad emanare il decreto necessario a far partire la macchina dei lavori. Già la turca Smirne si stava scaldando a bordo campo, mentre gli storici ricordavano che mai nessuna città aveva subito prima una simile onta. Così, messo alle strette, il presidente del Consiglio ha dovuto provvedere. Ora si potrà procedere all'istituzione degli organismi per la gestione delle attività connesse allo svolgimento dell'Esposizione del 2015. E il sindaco di Milano, pur nella felicità dello scampato pericolo, ha dovuto ammettere che «i tempi sono stretti». Per dire: secondo i programmi originari, a quest'ora lo start-up per la costruzione delle infrastrutture a Rho-Pero dovrebbe essere cosa fatta da un mesetto. Letizia Moratti ha pure fornito qualche giustificazione al governo, che «ha avuto emergenze significative, come Napoli, Alitalia, e la crisi finanziaria» e che «ha dovuto prendere atto di un dossier di candidatura di 1.200 pagine in vista di un evento così eccezionale». Ma insomma: «Per attivare una preparazione che dia risultati positivi i tempi non sono lunghi, il 2015 sembra lontano ma non lo è» ha ripetuto il sindaco, annunciando marce forzate per le prossime tappe del percorso. A cominciare dalla nascita della nuova società di gestione, la So.Ge, che potrebbe costituirsi in un mese e alla cui guida saranno seduti cinque membri. Il decreto sulla governance dell'Expo non indica i nomi che ne comporranno l'organigramma: nel cda siederanno tre membri nominati dalle istituzioni locali (uno dal comune di Milano, uno dalla provincia e uno dalla regione), mentre gli altri due saranno nominati dal ministero dell'Economia. È verosimile che l'amministratore delegato della società sia l'amatissimo Paolo Glisenti, braccio destro del sindaco che si è battuto fino all'ultimo per assicurargli la carica. Alla presidenza, invece, potrebbe andare Diana Bracco, presidente di Assolombarda. Sempre secondo le prime indiscrezioni il decreto prevederebbe la nascita di un nuovo organismo - nominato Coem - che erediterebbe le funzioni del Cipem, il comitato di indirizzo e programmazione dell'Expo di Milano, che fa capo al commissario straordinario Letizia Moratti. Il provvedimento firmato da Berlusconi stabilisce, inoltre, che la spesa per l'Esposizione universale del 2015 venga ripartita tra governo ed enti locali. In particolare, il 50% spetterà all'esecutivo centrale, il 20% al comune e un 10% ciascuno tra la regione Lombardia, la provincia di Milano e la Camera di commercio milanese.

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Continuità, accordo ancora lontano (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 24-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Economia Pagina 217 Ieri l'incontro tra i vettori per definire le frequenze dei voli per Roma e Milano. Il Tar discute il ricorso di Meridiana il 30 Continuità, accordo ancora lontano Ieri l'incontro tra i vettori per definire le frequenze dei voli per Roma e Milano. Il Tar discute il ricorso di Meridiana il 30 È slittata a oggi la firma delle convenzioni con l'Enac --> È slittata a oggi la firma delle convenzioni con l'Enac È slittata a questa mattina la firma delle convenzioni tra le compagnie e l'Enac per l'avvio delle nuove rotte in regime di continuità territoriale, previsto per domenica prossima. Accordo ancora lontano sulla continuità territoriale tra la Sardegna e gli scali di Roma e Milano, nonostante qualche passo avanti. La firma delle convenzioni con i vettori è slittata a questa mattina, quando mancheranno meno di due giorni alla partenza dei voli con il nuovo regime di tariffe scontate. E nonostante il ministro dei Trasporti Altero Matteoli abbia espresso all'assessore regionale Sandro Broccia, durante un incontro ieri a Roma, la volontà di non cedere alle proposte di Enac, liberalizzando così le rotte, ieri il tavolo tra le compagnie si è chiuso con un nulla di fatto. Questa mattina alle 11 le compagnie saranno chiamate dall'Enac a firmare le convenzioni. La trattativa tra Alitalia, Air One, Air One CityLiner, Meridiana ed Eurofly è andata avanti, ieri a Roma, per tutta la giornata, praticamente a oltranza, e si è conclusa ieri sera con un'intesa di massima sulla spartizione delle rotte, ma con numerosi particolari (e non di poco conto) ancora da definire. Non va poi dimenticato che su tutta la partita della continuità territoriale pesa anche il ricorso al Tar depositato nei giorni scorsi da Meridiana contro l'ammissione di Alitalia e Air One CityLiner per mancanza dei requisiti richiesti dal decreto. L'udienza per la sospensiva è stata fissata il 30 ottobre, appena quattro giorni dopo l'avvio del nuovo regime di continuità, previsto per domenica. LE NOVITÀ Dopo l'allarme di mercoledì sera, quando si è appreso della lettera dell'Enac al ministro dei Trasporti Matteoli per chiedere la liberalizzazione delle rotte aeree che collegano la Sardegna con gli scali di Fiumicino e Linate, ieri la giornata di trattative tra le compagnie si è aperta tra mille difficoltà. Le rassicurazioni del ministro sono arrivate soltanto in tarda serata. Le compagnie si sono ritrovate intorno a un tavolo e hanno iniziato a discutere dei collegamenti, dicendosi disposte a trattare sulle frequenze giornaliere, in modo da evitare un eccesso di offerta sui collegamenti per Roma e Milano. Il decreto sulla continuità prevede infatti che ogni compagnia, accettando gli oneri (gli obblighi su tariffe, orari e frequenze), garantisca in toto il numero di voli previsto dalla normativa a seconda delle stagioni, a meno che i vettori non trovino un accordo. Con cinque compagnie che hanno deciso di partecipare alla gara, tuttavia, si rischiava di avere oltre cinquanta voli tra Cagliari e Roma (il decreto richiede almeno dieci collegamenti giornalieri). E così ieri si è cercato un accordo per evitare un eccesso di offerta e soprattutto di far decollare gli aerei semivuoti. Alitalia si è detta disposta a effettuare due voli al giorno tra Cagliari e Roma (e viceversa) e uno per Milano, escludendo un proprio interesse sugli scali di Olbia e Alghero. Le rotte dei due aeroporti del Nord Sardegna dovrebbero essere divise tra Meridiana (Olbia) e Air One (Alghero), mentre le due compagnie continueranno (almeno fino a che non ci sarà la fusione tra Alitalia e Air One) a operare tra Cagliari e Fiumicino e tra Cagliari e Linate più o meno con le stesse frequenze garantite fino a ora. IL NODO Trovare l'accordo sulle frequenze, tuttavia, non è facile. A parte le difficoltà di spartirsi il mercato, l'ostacolo maggiore potrebbe essere quello degli orari: è chiaro, infatti, che il volo delle 7 del mattino per Roma è più appetibile per le compagnie perché ha un coefficiente di riempimento maggiore. Ecco perché, la divisione non è facile. Non solo. Questa mattina si dovrà definire un accordo prima della convocazione di Enac e i tempi sono piuttosto stretti. IL RICORSO Restano poi altre questioni da definire: la prima riguarda le fideiussioni, già depositate da Meridiana, mentre Air One e Alitalia lo dovranno fare al momento dell'accettazione delle rotte. Non è escluso, tuttavia, che il termine slitti al momento di avvio delle rotte, quindi lunedì prossimo, visto che la partenza dei nuovi collegamenti è fissata in un giorno festivo (domenica prossima). Infine, Meridiana ha contestato con un ricorso al Tar l'accoglimento delle proposte di Alitalia, che ha una licenza solo provvisoria e quindi non sufficiente per garantire l'attività per dodici mesi, e Air One CityLiner (che ha aerei da 90 posti e non da 140 come richiesto dal decreto). Se giovedì prossimo il ricorso dovesse essere accolto, dopo l'avvio dei nuovi collegamenti, anche il possibile accordo raggiunto tra i vettori sarà rimesso in discussione. GIUSEPPE DEIANA

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Non si smonta così la scuola (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 24-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Non si smonta così la scuola Cristina Di Geronimo Con i recenti provvedimenti legislativi sul riordino del sistema scolastico si sono ormai delineate, senza ombra di dubbio, le strategie politiche del Governo. Il primo documento legislativo è il Piano programmatico del ministro dell'Istruzione in applicazione dell'art 64 del D.L. 25 giugno 2008, n 112 convertito dalla Legge 6 agosto 208 n 133. Il Piano si articola sulle seguenti linee: - aumento del numero degli alunni per classe (+ 0,20 il primo anno, più un ulteriore 0,10per il secondo anno, più un ulteriore 0,10 per il terzo anno, sui limiti attuali che sono 30 alunni per le scuole materne, medie e superiori e 25 per la scuola elementare). Stima riduzioni in tre anni scolastici 12.800 posti docenti; - riduzione orario scolastico scuola elementare. Stima riduzioni posti docenti nei primi due anni 14.000 posti docenti; - riduzione insegnanti di lingua inglese nella scuola elementare. Stima riduzioni posti docenti nei tre anni 11.200 posti docenti; - riduzione curricoli scuole secondarie, riduzione cosi serali e cosi per adulti, riconduzione tutte le cattedre a 18 ore. Stima riduzioni nei tre anni 49.400. Totale generale: 87.400 posti docenti in meno in tre anni. Contestualmente, a effetto domino saranno soppressi, sempre nei tre anni, 44.500 posti fra personale amministrativo, assistenti di laboratorio, collaboratori scolastici. Perderanno il lavoro, quindi, 131.900 lavoratori della scuola. I lavoratori della scuola sono coloro che si occupano della vigilanza, dell'educazione, dell'istruzione dei nostri figli. Quando una società decide di migliorare, di crescere anche economicamente, investe in cultura, investe in formazione. A cosa mira, al contrario, una società che riduce il tempo e lo spazio formativo? Riporta indietro nel tempo la mobilità sociale. La scuola non sarà più l'occasione per il progresso sociale. L'emarginazione delle classi più deboli sarà prima di tutto un'emarginazione culturale. Si potrebbe dire che, con internet e la televisione, l'accesso alla conoscenza sarà più diffuso. Ma se non saranno forniti ai giovani le chiavi interpretative, i quadri concettuali per accedere alle conoscenze, sempre di più esse diventeranno appannaggio di pochi. Scriveva Neil Postman, molti anni fa, che le società possono morire per troppa stasi o per troppo movimento e che nel mondo contemporaneo occidentale, dove le conoscenze si moltiplicano con una rapidità impressionante, solo attraverso una cultura solida, una scuola forte, si potrà contrastare la disgregazione sociale. Egli parlava di una funzione termostatica della scuola. In Italia si parte dal dato di una crisi delle scuole superiori e si abbatte la scure principalmente sulle scuole materne ed elementari. Qualcuno dice che i nostri giovani non conoscono la grammatica, ma nessuno dice che tutti gli apprendimenti di base, che sono forniti nella scuola elementare, se non sono rinforzati, nell'arco di tutto il percorso scolastico, si possono smarrire. È come se in un'azienda dove si rileva che un settore non è produttivo, si decida di modificare quello che invece funziona più che bene. Quegli amministratori sarebbero considerati degli incompetenti senza ombra di dubbio. E poi, un altro paradosso è il seguente, in tutti i settori (l'Alitalia è il più recente) quando si prevede di mandare a casa dieci o ventimila lavoratori, ci si pone il problema di quelle famiglie che non avranno più di che vivere, ma i lavoratori della scuola non hanno famiglia? non hanno contratto un mutuo? non devono far fronte alla pesante crisi finanziaria, economica che il Paese attraversa? Qui si parla di 131.900 posti di lavoro in tre anni. Una piccola nota a parte, merita la mozione della Lega Nord approvata dal Parlamento italiano qualche giorno fà. Anche qui si parte con i buoni propositi di integrazione, e si dice poi, testualmente che la scuola italiana deve essere in grado di supportare una politica di "discriminazione transitoria positiva" a favore dei minori immigrati, avente come obiettivo la riduzione dei rischi di esclusione. In sostanza si dice, io ti discrimino temporaneamente, per poi integrarti. Come si procede per raggiungere questo contorto obiettivo? Con un test e specifiche prove di valutazione per l'ingresso nelle classi normali. Coloro che non avranno superato i test saranno inseriti in classi temporanee, e comunque, non oltre il 31 dicembre di ciascun anno. In queste classi d'inserimento sarà attivato il seguente curricolo formativo essenziale: comprensione dei diritti e doveri (rispetto per gli altri, tolleranza, lealtà, rispetto della legge del Paese accogliente); sostegno alla vita democratica; interdipendenza mondiale; rispetto di tradizioni territoriali e regionali del Paese accogliente, senza etnocentrismi; rispetto per la diversità morale e cultura religiosa del Paese accogliente. Anche qui per affrontare e risolvere un problema,che pur esiste, di integrazione di alunni immigrati nelle scuole, si ricorre ad una norma che considerare discriminatoria è poco. È una norma che offende la dignità della persona ed ancor più grave è che si tratta di bambini. Dirigente scolastica Istituto comprensivo Casalvelino (Salerno)

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"basta viaggi e cachemire ora tutti al billionaire-discount" - leandro palestini roma (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 24-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina 48 - Economia L´intervista Antonio Cornacchione, il comico del tormentone "povero Silvio" "Basta viaggi e cachemire ora tutti al Billionaire-discount" LEANDRO PALESTINI ROMA L´attore Antonio Cornacchione si sente il rappresentante-tipo della classe media, quindi appare «terrorizzato all´idea di dover ridurre i consumi, di scendere verso il basso: non vorrei tornare da dove sono venuto». Il comico, celebre per il tormentone "Povero Silvio!", nella satira di Che tempo che fa di Fabio Fazio (RaiTre) è da poco approdato nello show Crozza Italia Live (La 7), nei panni di "Mister Dollaro". E appare alquanto turbato «dalla crisi della middle class e del bigliettone verde. Tutto è nato dai fratelli Lehman che hanno investito il dollaro: a tutta velocità, a bordo di un Suv». Cornacchione, lei come sta vivendo la crisi della classe media? «La vivo male. Perché sarei di ceto medio, tendente all´alto. Noi siamo tra i più esposti. Non posso più acquistare la macchina nuova, non compro più i vini di marca, faccio meno viaggi. I golf di cachemire? Li comprerò di seconda mano da Bertinotti, che sta dismettendo la sua collezione. Fedele al mio personaggio, finora sono stato ottimista, ho seguito il verbo di Silvio Berlusconi, ma ora comincio ad avere paura. Sono l´italiano medio, ho capito tardi che stava arrivando la crisi». Quali sono le sue strategie anti-crisi? «Come rappresentante della middle class, avrei la tentazione di scappare verso l´alto. Spendere. Esibire gli status symbol. Ma non è questo il momento di scimmiottare il tenore di vita di Briatore. Dopo che la Santanché ha abiurato la bella vita trascorsa al "Billionaire" (lei ha annusato per tempo l´arrivo della crisi economica), noi piccoli rampanti della classe media dovremo accontentarci di un "Billionaire" formato discount, magari alla Bovisa: un capannone in cui ti rifilano gli scarti delle mega-feste della Sardegna». Come si contrarranno le spese della sua famiglia? «Pensate, io che ero abituato a bere vini di marca sono diventato astemio. Anziché l´happy hour da un po´ di tempo sto praticando l´happy mezz´hour: le olivette sono più piccole, i bicchieri di formato mignon, si fanno quattro chiacchiere scarse. Mio figlio Amerigo, di tredici anni, si è rassegnato a contrarre i consumi: le sue merendine sono sempre più piccole. Mia moglie vuole fare un viaggio a Parigi? Bene, lo faremo, ma non sarà un weekend, sarà un sabato vissuto intensamente. Partenza all´alba e ritorno a notte fonda. Per risparmiare porteremo le bibite e i panini, voleremo Alitalia, facendo la dovuta attenzione alle hostess: dicono siano affamatissime». Lei deve la sua notorietà di attore al personaggio che "adora" Silvio Berlusconi. Ma ora fa Mister Dollaro: è il segno dei tempi? «è il classico errore dell´uomo della classe media. Ho puntato tutto sul dollaro, e questa valuta è crollata. Il mio sogno americano? Pensate, ho acquistato pure una Tacuma Chevrolet (esiste: forse hanno venduto a me l´unico esemplare, ma esiste), scelta perché va a gas, per risparmiare. Ma ora sono in trattativa con il ministro della Cultura Sandro Bondi: la useremo a giorni alterni, io per andare alle prove, lui per andare a leggere le sue poesie d´amore ad Arcore».

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Alitalia, l'alleanza con Air France e il nodo degli scali (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 24-10-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-24 num: - pag: 35 categoria: REDAZIONALE La cordata e il partner estero Alitalia, l'alleanza con Air France e il nodo degli scali ROMA — ( a. bac.) Continua il pressing di Air France per diventare partner della nuova Alitalia. Air France è molto determinata (nella foto il ceo Jean-Cyril Spinetta), anche perché un eventuale accordo con Lufthansa permetterebbe ai tedeschi di contare su un fortissimo sistema aeroportuale nel centro e nel Sud dell'Europa: dagli scali di Vienna (Austrian Airlines), Zurigo (Swiss Air), alla Malpensa e Fiumicino. Da qui l'aggressività di Parigi. Circa la scelta di Air France-Klm, non c'è alcuna conferma da parte di Cai, anche se, secondo indiscrezioni, al via libera mancherebbe soltanto un accordo sull'utilizzo appunto degli scali italiani. Un punto delicatissimo. Di qui la prudenza. L'annuncio dell'alleanza non dovrebbe essere fatto nell'assemblea del 28 ottobre per non irritare l'Ue che è in via di emissione del verdetto sul prestito- ponte e sull'operazione Cai. Secondo fonti vicine a Cai, nessuno degli attuali soci avrebbe intenzione di venir meno. L'assemblea dovrebbe limitarsi a deliberare la trasformazione in spa e l'aumento di capitale che verrà sottoscritto successivamente. Quanto al vincolo del lock up dovrebbe essere inserito nello statuto. Oggi nuovo round con i sindacati sui criteri per gli ammortizzatori sociali. I piloti attendono risposte alle loro proposte sui contratti.

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Alle briciole di Brunetta Cgil e Rdb dicono no (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 24-10-2008)

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Alle briciole di Brunetta Cgil e Rdb dicono no Cgil e Rdb dicono no Statali: Cisl e Uil accettano l'accordo «preconfezionato» Antonio Sciotto ROMA Si complica il quadro del pubblico impiego, perché ieri il ministro Renato Brunetta ha messo sul tavolo gli aumenti - 70 euro lordi per il biennio 2008-2009 - e i sindacati si sono divisi. La Cisl ha detto subito sì, la Uil si è accodata subito dopo, mentre la Cgil dice no: «Risorse troppo basse», hanno spiegato Guglielmo Epifani e Carlo Podda (segretario Fp Cgil) uscendo dall'incontro con il ministro a Palazzo Vidoni. No anche da Rdb Cub, che annuncia nuovi scioperi: il coordinatore Paolo Leonardi ha protestato per l'ammissione al tavolo di Renata Polverini (Ugl), che secondo le regole del settore non potrebbe trattare, dato che non ha rappresentanza. Inoltre, ai sindacati è stato prospettato anche un cambio di modello contrattuale, per unificare il settore pubblico con il privato, sulla falsariga delle «linee guida» presentate da Confindustria: la Cgil ha aderito al «tavolo tecnico» che si riunirà presso il ministero, ma ha fatto capire che si potranno ipotizzare sbocchi positivi solo nel caso in cui sia Palazzo Chigi a convocare un «tavolone» che discuta le regole generali. Perché, come ha ribadito Epifani, «c'è una parte consistente che non ha condiviso quelle linee guida, e questo non è un buon risultato per il governo». Tornando al nodo degli aumenti, Brunetta ha spiegato che «al protocollo presentato dal governo hanno già aderito Cisl, Uil Pa e Ugl», mentre «la Cgil ha detto no». Brunetta ha ricalcato lo stesso metodo usato qualche settimana fa da Emma Marcegaglia: ai sindacati è stato presentato un protocollo già scritto, e non un'ipotesi di accordo maturata al termine di un faccia a faccia, ed è stato chiesto semplicente se volevano aderire o no. Un «canovaccio» che ha compreso anche l'immediata adesione di Cisl e Uil, e il no della Cgil. Ma secondo le regole del settore pubblico, un contratto è valido solo se siglato dal 51% dei sindacati rappresentativi, e senza la Cgil quella quota non si raggiunge: dunque è tecnicamente impossibile un contratto separato con le sole Cisl e Uil. Da qui l'insistenza di Brunetta sull'erogazione unilaterale. «Io vado avanti comunque», ha spiegato il ministro a chi gli chiedeva cosa succederà se la Cgil non firma. «Mi auguro - ha continuato - che ci possa essere un accordo con tutti, e anzi io punto ad averlo già entro metà novembre, ma nella malaugurata ipotesi che non venisse raggiunto, procederò a erogare l'indennità di vacanza contrattuale in dicembre, 100-110 euro con le tredicesime. Mentre in gennaio, darò il 90% degli aumenti previsti, come dispone la legge finanziaria». Nell'ultima finanziaria, il governo ha infatti previsto una norma inedita: il ministero può erogare aumenti anche in assenza di accordi con i sindacati. «Il quadro è cambiato - ha spiegato Brunetta - Prima alcuni sindacati dicevano no per ottenere qualche euro in più, perché in passato si apriva il tavolo senza risorse certe, e poi si decideva quanto stanziare. Il nostro governo, al contrario, ha prima stanziato le risorse e poi ha aperto le trattative. Dunque non c'è un euro in più, ci sono solo i 6 miliardi stanziati in finanziaria: che vogliono dire 60 euro per lo stipendio e 10 di salario accessorio. Non saranno cifre alte come quelle del passato, ma con la crisi sono sempre meglio di niente». «Il no della Cgil - ha concluso il ministro - sarebbe imbarazzante se non ci fosse la norma che mi permette di erogare il 90% in gennaio: perché vorrebbe dire che i lavoratori, senza la firma di un accordo, non avrebbero nulla in busta paga. Sono già passati 10 mesi e io questi 6 miliardi li voglio dare: meglio in tasca ai dipendenti che nelle casse dello Stato». Potrebbe profilarsi, dunque, quanto già visto con Alitalia e nella discussione del modello contrattuale con Confindustria: il solito dibattito stucchevole, che vede alleate le imprese, il governo e gli altri sindacati nell'individuare nella Cgil l'organizzazione dei «no», mentre farebbe gli interessi dei lavoratori (e addirittura del Paese, data l'emergenza crisi) chi dice subito sì. E' anche vero, dall'altro lato, che i sindacati di categoria del pubblico impiego hanno una maggiore coesione, in questi mesi hanno proceduto compatti, ma il quadro è complicato dal fatto che il ministro Brunetta non ha lasciato intravedere margini di trattativa sul salario («Non c'è un euro in più») e ha l'arma potente dell'aumento unilaterale.

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Pochi capitali, controlli europei e pulizia etnica (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 24-10-2008)

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ALITALIA Pochi capitali, controlli europei e «pulizia etnica» Fr. Pi. Ma è proprio sicuro che Cai voglia comprare Alitalia? Qualche dubbio comincia a venire, perché la «cordata» messa insieme da Bruno Ermolli per volontà di Berlusconi è fin dall'inizio molto povera di capitali. Il massimo previsto, dopo la «colletta» tra i soci, è un miliardo. La conferma arriva da Parigi, dove Air France ha messo da parte 200 milioni per prendersi il 20%, qualora fosse preferita a Lufthansa. Ma cosa ci fai con un miliardo? Ben poco, anche se la valutazione «soggettiva» di Alitalia fatta da Roberto Colaninno (presidente di Cai) è di appena 400 milioni. Manca ancora, infatti, la valutazione ufficiale proposta da un advisor teoricamente terzo (Banca Leonardo), ma che conta tra i soci diversi membri della cordata. Questo advisor è in difficoltà perché soltanto gli «slot» esteri (i diritti di atterraggio su cui si costruiscono i voli regolari) della compagnia di bandiera vengono stimati dagli addetti ai lavori almeno 6-700 milioni. In più tocca considerare gli slot posseduti su Fiumicino e Malpensa. E anche la flotta, pur se in parte da ammodernare, ha un valore non banale, per non parlare degli immobili, ecc. Nonostante questo la Cai vuol «chiudere» la trattativa sui contratti da applicare prima ancora di avanzare l'offerta e conoscere la valutazione «di mercato» degli asset che pretende di comprare. Una trattativa, spiegano un po' tutti i sindacati, che non è mai partita: «ci sediamo, ascoltiamo quello che ci dicono, rispondiamo che sono cose che non stanno in piedi, nel trasporto aereo; si alzano e fine della discussione». Addirittura lunari le proposte avanzate da Cai per quanto riguarda i criteri con cui procedere alla selezione dei dipendenti ex-Alitalia da assumere nella nuova compagnia: nemmeno presi in considerazione tutti coloro che presentano «rigidità intrinseche». Espressione tecnocratica per indicare le lavoratrici madri (esentate dai turni di notte), i dipendenti che hanno usufruito a volte della legge 104 (cure parentali), tutti i part-time. Le hostess sono rimaste di sasso: «Che in una trattativa sindacale si possano fare affermazioni del genere è indecente. E poi parlano di 'aiuti alle famiglie'. Una posizione del genere significa che le donne dovrebbero scegliere tra il lavoro e il fare figli. E a chi già li ha non resterebbe che affidarli a un istituto e dimenticarli». I sindacalisti di lungo corso guardano con scetticismo a queste uscite: «sono provocazioni a freddo; l'unica incertezza è se le fanno per far saltare il tavolo dando la responsabilità a noi, oppure se sperano di ottenere ogni giorno qualcosa di più; in ogni caso stanno sbagliando i calcoli». Tanto più che la Ue ha fatto chiaramente intendere di voler tenere sotto controllo tutta la procedura di vendita (per verificare se c'è o no «continuità aziendale» tra Alitalia e Cai). In ballo ci sono i 300 milioni del prestito-ponte da restituire. Nella seconda ipotesi sarebbero un problema della «bad company» e del commissario Augusto Fantozzi (ossia dei contribuenti). Nel primo, invece, peserebbero come un macigno sulla misera capitalizzazione della «nuova Alitalia».

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Giancarla Rondinelli g.rondinelli@iltempo.it Ci risiamo. ... (sezione: Alitalia 2)

( da "Tempo, Il" del 24-10-2008)

Argomenti: Alitalia

stampa Giancarla Rondinelli g.rondinelli@iltempo.it Ci risiamo. ... Giancarla Rondinelli g.rondinelli@iltempo.it Ci risiamo. Sindacati ancora divisi. Dopo la vicenda Alitalia, stavolta la spaccatura è sulla riforma del modello contrattuale. Un argomento su cui già si preannuncia qualche tensione. Ieri pomeriggio, alla fine di un incontro con i sindacati, il ministro Brunetta ha spiegato che ad aver aderito al protocollo d'intesa avanzato dal governo sono Cisl, Uil-P. a. e Ugl, mentre per la Confal, la Cse e l'Usae l'adesione è con riserva. No secco da parte della Cgil. «Ai no della Cgil ahimè ...sono abituato soprattutto quando non ci sono i governi amici», commenta Brunetta. «Contrariamente al passato oggi si è aperta una trattativa a risorse date (previste dal decreto Tremonti e la Finanziaria, ndr) e non c'è un euro in più. Per questo il no mi stupisce, significa non accettare il quadro esistente e, dati i tempi, è un no impegnativo verso i lavoratori». Per quanto riguarda il modello contrattuale nella riunione di ieri si è deciso di aprire un tavolo tecnico tra le parti per arrivare a linee generali entro metà novembre. Un lavoro, questo, a cui prenderà parte anche la Cgil. Nel frattempo se non si sarà riusciti ad arrivare ad un consenso generale, ha rilevato il ministro, a gennaio comunque sarà anticipato il 90% dei 6 miliardi come previsto in Finanziaria. E dal ministro arriva anche un messaggio per la Cgil: «Il loro no significa non accettare il quadro economico esistente, vorrebbe dire nulla in busta paga per molto tempo. E mi auguro che non sia questo che voglia». Ma il più grande sindacato italiano non ci sta. «Le risorse sono troppo basse e non c'è chiarezza sulla restituzione dei soldi» dice il segretario generale Guglielmo Epifani. Sulla riforma del contratto la Cgil ha aderito all'istruttoria per definire un nuovo modello per il pubblico impiego.

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Da lunedì riduzione drastica per i voli dell'Alitalia all'aeroporto di Fiumicino: nov... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Venerdì 24 Ottobre 2008 Chiudi Da lunedì riduzione drastica per i voli dell'Alitalia all'aeroporto di Fiumicino: nove le destinazioni internazionali che non saranno più raggiunte. C'è anche Los Angeles. Inoltre, taglio delle frequenze anche per il volo Az610 per New York. Roma paga un prezzo molto più alto di quello di Milano. All'origine di questa decisione l'urgenza della riduzione dei costi. Il sindaco di Fiumicino, Mario Canapini, spiega: «Stiamo pagando un prezzo troppo alto, nelle aziende dell'indotto sono già cominciati i licenziamenti. Questa decisione è un pessimo segnale, anche dal punto di vista politico». Per mercoledì 5 novembre è stato convocato il tavolo interistituzionale degli enti locali che dovrà affrontare questa emergenza. Mancini all'interno

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Alitalia, la scure dei tagli su Fiumicino (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Venerdì 24 Ottobre 2008 Chiudi Il nuovo orario scatta da lunedì. Ridotto anche lo "storico" Az610 per New York Alitalia, la scure dei tagli su Fiumicino La compagnia cancella i voli: Roma paga un prezzo più alto di Milano

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32 mln (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)

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Venerdì 24 Ottobre 2008 Chiudi PASSEGGERI 32 mln Nel 2007 i passeggeri sono stati 32 milioni. Con il taglio dei voli Alitalia, Fiumicino rischia di frenare la sua crescita

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Alitalia chiude le rotte: Roma paga più di Milano (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)

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Venerdì 24 Ottobre 2008 Chiudi Alitalia chiude le rotte: Roma paga più di Milano Nove le destinazioni internazionali cancellate a Fiumicino, solo due a Malpensa

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Qualcuno sta presentando il conto a Fiumicino: già da qualche mese i debiti di Alitalia h... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)

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Venerdì 24 Ottobre 2008 Chiudi «Qualcuno sta presentando il conto a Fiumicino: già da qualche mese i debiti di Alitalia hanno messo in ginocchio il sistema delle microimprese di quest'area. Questi tagli sono un'altra mazzata, un'ulteriore ricaduta pesante sul territorio». Mario Canapini, sindaco di Fiumicino ed ex presidente dell'associazione dei comuni aeroportuali, scuote la testa mentre legge la comunicazione di servizio relativa ai voli lasciati a terra tra il "Leonardo da Vinci" e nove diverse città estere. «Lo stupore e la preoccupazione aumentano in modo esponenziale scandisce il primo cittadini fiumicinese Dopo l'annuncio del salvataggio dell'Alitalia da parte di Cai pensavamo di aver raggiunto forme di garanzie e tutela sufficienti per questo quadrante della capitale. Invece ci dobbiamo ricredere. Fiumicino sta già pagando da diversi mesi il prezzo di un'Alitalia che non salda o paga a fatica i fornitori ed i servizi. Le piccole imprese, gli artigiani, i centri di servizio stanno licenziando oppure chiudono e questa riduzione dei voli è un pessimo segnale, anche sotto il profilo politico». E proprio sul piano politico mercoledì 5 novembre le istituzioni locali tenteranno di giocare una partita importante. Per quella data, infatti, è stato convocato, nella sede della Giunta regionale, il tavolo interistituzionale istituito per concertare le iniziative in grado di affrontare le conseguenze occupazionali ed economiche che l'accordo Cai-Alitalia avrà sul territorio. Prenderanno parte all'incontro il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti e i sindaci di Roma e Fiumicino, Gianni Alemanno e Mario Canapini. Negli obiettivi fissati dall'apertura del tavolo, il Governatore Piero Marrazzo, sottolinea che «l'appuntamento consentirà alle istituzioni di costruire una proposta concreta rispetto alla crisi Alitalia, valutando le necessità infrastrutturali per dare nuova forza all'area di Fiumicino e le ipotesi di investimenti e di liberazione di rotte capaci di garantire all'aeroporto "Leonardo da Vinci" di restare uno scalo di riferimento a livello intercontinentale». «L'impatto di queste riduzioni operative ribadisce con fermezza il mini-sindaco di Ostia, Giacomo Vizzani è devastante sul micro-indotto ovvero su quelle imprese che, per dimensioni e per loro natura, non godono neanche degli ammortizzatori sociali. Si parla di migliaia di posti di lavoro tra Ostia e Fiumicino. E non si può considerare con leggerezza la questione sostenendo che gli slot che lascia Alitalia potranno un domani essere ceduti ad altre compagnie: è noto, infatti, che i vettori stranieri le loro forniture le fanno "in casa". Nè si può imporre loro di servirsi di aziende e fornitori locali». Vizzani, in quanto presidente di un municipio, non è stato invitato a prendere parte al tavolo interistituzionale del 5 novembre prossimo. «Riferirò al sindaco Alemanno quali sono le nostre preoccupazioni e quali bisogni vanno tenuti in debita considerazione nell'assetto d'area di pertinenza della città del volo» spiega il presidente municipale. Intanto monta il malcontento anche tra i lavoratori. Ieri l'intersindacale dell'SdL ha diffuso tra i dipendenti della compagnia di bandiera un volantino che prefigura tempi non proprio sereni. Il tema è quello dei contratti di lavoro per la nuova compagnia Cai. «Se questa pantomima dovesse continuare e se ci trovassimo nella stessa situazione che ha prodotto gli stessi risultati negativi che abbiamo purtroppo dovuto già subire firma minacciosamente Fabrizio Tomaselli, coordinatore intersindacale ciò provocherebbe questa volta una reazione che non potrà che essere dura da parte dei lavoratori. La sensazione è che si stia tirando troppo la corda in una situazione già esplosiva che potrebbe produrre a questo punto un dissenso ed una reazione dei lavoratori difficilmente prevedibile». G.Man.

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Nove destinazioni cancellate e due collegamenti ridimensionati, tutti su rotte internazionali e inte... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)

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Venerdì 24 Ottobre 2008 Chiudi di GIULIO MANCINI Nove destinazioni cancellate e due collegamenti ridimensionati, tutti su rotte internazionali e intercontinentali. E' pesante il prezzo che Roma già da lunedì prossimo pagherà per i tagli Alitalia su Fiumicino. La dirigenza della compagnia messa alle strette dai problemi economici metterà a terra altri dieci velivoli. E dovrà rinunciare a quelle linee, configurando riflessi pesantissimi sul movimento turistico legato a Roma. Nell'attesa che Cai prenda possesso dell'eredità Alitalia - operazione che martedì prossimo sarà meglio definita con l'assemblea dei soci che metterà a fuoco l'alleanza con la compagnia straniera i vertici dell'azienda commissariata hanno dato il via all'orario invernale che fissa ridimensionamenti preoccupanti più per l'operativo di Fiumicino che per quello di Malpensa. Alitalia rinuncia a ben nove destinazioni internazionali: Dubai, Los Angeles, Lisbona, Malaga, Valencia Vienna, Berlino, Zurigo e Salonicco. Ciò significa che a partire dal 27 ottobre e con gradualità sino al 9 novembre gli aerei di ciò che resta della compagnia di bandiera non solo non collegheranno più quelle località a Roma ma non vedranno più la livrea tricolore. Nel dettaglio, da martedì prossimo verrà interrotta la linea Az tra Fiumicino e Dubai. Rotte chiuse da sabato 1° novembre con Lisbona, Malaga, Valencia, Vienna, Berlino, Zurigo e Salonicco. Dal 9 novembre verrà cancellato anche il collegamento con Los Angeles (rotta inaugurata a primavera). Ridimensionamento anche per la storica rotta Az610, il Roma-New York, che dal 12 novembre si vedrà cancellata la frequenza del mercoledì e dal 21 anche quella del venerdì. Previste riduzioni, infine, anche per Boston e Toronto. I provvedimenti dell'Alitalia riguardano in via marginale anche Malpensa e Venezia. Le cancellazioni dall'hub milanese sono su sei collegamenti (con Praga, Belgrado, Trieste, Napoli, Catania e Palermo da domenica prossima) e due destinazioni, Stoccarda e Bilbao (dal 27 ottobre). Az non decollerà da nessun aeroporto italiano alla volta della città tedesca e per quella dei Paesi Baschi. Infine rotte eliminate tra Venezia e Napoli e tra Venezia e Cagliari. Che si tratti di un provvedimento assunto non per ricalibrare il traffico in ragione della stagionalità invernale bensì per fronteggiare l'emergenza economica sempre più pesante, lo confermano anche in Alitalia. «E' evidente che siamo di fronte ad iniziative collegate al contenimento dei costi spiegano dalla sede della Magliana Nella determinazione del programma invernale si è dovuto tenere conto pure del fermo di altri dieci velivoli. Ora il totale degli aerei lasciati a terra sale a 44. In ogni caso assicurano dalla compagnia i passeggeri già in possesso di biglietto verranno riprotetti su altre linee o verso altre compagnie». Ancora ieri all'AdR, la società di gestione "Aeroporti di Roma", non erano stati notificati i tagli delle rotte Az. «Ad eccezione dei collegamenti per Los Angeles e per Boston, tutte le altre linee sono comunque servite da altri vettori» segnalano in ogni caso dall'azienda, lasciando intendere ottimisticamente che il prodotto turistico "Roma" per colpa della compagnia di bandiera subirà solo limitate ripercussioni. Non altrettanto, però, sarà per l'indotto occupazionale ed economico rappresentato dall'impresa Alitalia su Fiumicino. «I riflessi sulle piccole e medie imprese collegate ai servizi Az sono già forti e c'è da temere un ulteriore livello di impoverimento del tessuto produttivo locale» avverte preoccupato Valerio Faccini, segretario Cisl Litorale.

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ROMA Altro che unità sindacale. Ormai i tavoli negoziali si aprono e si ric... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 24-10-2008)

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Venerdì 24 Ottobre 2008 Chiudi di LUCIANO COSTANTINI ROMA Altro che unità sindacale. Ormai i tavoli negoziali si aprono e si richiudono con l'inevitabile, scontato esito: Cisl, Uil e Ugl che accettano il confronto e la Cgil che lo boccia, per questioni di «metodo» prima ancora che di «merito». Era accaduto sulla vertenza Alitalia, sta accadendo sul progetto di riforma del modello contrattuale. Che poi si discuta di comparto pubblico o privato, be' al momento non fa davvero la differenza. Ieri sera, dinanzi al ministro Renato Brunetta, lo scenario si è riproposto. Nessuna sorpresa. A fotografare la spaccatura è stato lo stesso titolare della Funzione Pubblica dopo una riunione specifica sugli aumenti retributivi: Cisl, Uil, Ugl da una parte; Cgil dall'altra; in mezzo Cofsal, Usae e Cse, tre sigle facenti parte del vasto e complesso firmamento sindacale. Al tavolo, ovviamente, si discute degli adeguamenti salariali per i tre milioni di dipendenti pubblici: i tempi non saranno brevi. Ma Brunetta - ed anche una larga parte del fronte sindacale - vorrebbe poter affrontare la spinosa questione della riforma del sistema contrattuale che è al centro di una discussione infinita tra Epifani, Bonanni, Angeletti, Polverini e Emma Marcegaglia, cioè sindacati confederali e Confindustria. L'obiettivo è quello di potenziare gli accordi di secondo livello legandoli al parametro della produttività. Al momento Brunetta si accontenterebbe di elaborare anche nel comparto pubblico le linee guida della riforma che poi dovrebbero andare a confluire - nell'arco di un mese - nel progetto definitivo di revisione del sistema. Anche Cisl, Uil e Ugl sono d'accordo. Anzi, sono state proprio le tre sigle a sollecitarlo, ma ritengono che un'eventuale revisione che non riguardasse anche la macchina statale, escluderebbe dagli aumenti retributivi (di secondo livello) i dipendenti statali. Il risultato sarebbe quello di dividere i lavoratori in due serie: A e B. Anche la Cgil vuole evitare questo rischio. Solo che non condivide il metodo di confronto prima ancora che la sostanza del progetto. Epifani non intende depotenziare i contratti centralizzati che poi sono quelli che dovrebbero coprire l'aumento del costo della vita. Il risultato è di un oggettivo impasse su tutto il fronte negoziale. Ed appare probabile che in mancanza di un'intesa sul versante privato, il pubblico non potrà fare un passo in avanti.

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Lega, Ue e piloti. Le grane del governo su Alitalia (sezione: Alitalia 2)

( da "EUROPA ON-LINE" del 24-10-2008)

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Lega, Ue e piloti. Le grane del governo su Alitalia gianni del vecchio La pressione dei parlamentari del Nord per salvare Malpensa, i paletti della commissione europea e le bizze dei sindacati autonomi. Sono questi i tre fronti che si sono aperti nelle ultime ore sulla cessione di Alitalia e che mettono in seria discussione un risultato che il governo considerava acquisito ovvero il salvataggio della compagnia di bandiera. Ma andiamo con ordine. La questione Alitalia sta mettendo a soqquadro la maggioranza perché la gestione emergenziale del commissario Fantozzi penalizza fortemente Malpensa. Basta ricordare le cifre snocciolate dal governatore Roberto Formigoni. Dal prossimo primo novembre, secondo la regione Lombardia, il piano di ridimensionamento della compagnia di bandiera prevede una riduzione di voli su Malpensa da 312 a 153 alla settimana. Catania, Napoli, Palermo e Trieste vedranno azzerati i propri collegamenti con Malpensa, così come Amsterdam, Bilbao, Belgrado, Monaco, Praga, Strasburgo e Stoccarda. «Possiamo comprendere ? sottolinea Formigoni ? che il commissario di una società tecnicamente in liquidazione non possa che fare così, ma il rischio è che nel frattempo il malato deceda sul letto di morte». Parole a cui presto sono seguiti fatti in parlamento. Se da un lato la maggioranza è stata compatta nel votare alla camera la fiducia sul decreto legge su Alitalia, situazione completamente diversa su un ordine del giorno presentato dal Partito democratico, che prevede la liberalizzazione degli slot di Malpensa e Linate lasciati liberi dalla compagnia italiana. Hanno votato a favore dell?odg a firma dei deputati del Pd, Fiano e Marantelli, 271 deputati, tra cui 6 dell?Italia dei valori, 35 della Lega e 16 del Pdl. Tra questi i tabulati registrano anche i voti del presidente della commissione trasporti Valducci e di Gaetano Pecorella. Dal combinato disposto dei due voti parlamentari si evince il chiaro segnale dei leghisti a Berlusconi: «Attento a penalizzare il Nord, che non ci pensiamo due volte a votare contro». Secondo problema riguarda il verdetto della commissione europea sull?operazione che porterà la compagnia fra le braccia di Cai. Verrà reso noto il 12 novembre ma sembra che la decisione sia già stata presa. E le notizie non sono buone per il governo, per i contribuenti italiani e per la Cai. La commissione infatti dovrebbe costringere la compagnia a restituire il prestito-ponte da 300 milioni, rimborso che sarebbe a carico della bad company e che quindi ridurrebbe ulteriormente le speranza dei creditori e dei piccoli risparmiatori di riuscire ad avere un seppur minimo risarcimento. Inoltre, la Ue dovrebbe imporre a Fantozzi la cessione degli asset a prezzi di mercato. Particolare di non poco conto, visto che ciò significherebbe valutare gli asset più del doppio dei 400 milioni che Cai ha messo a disposizione. Insomma, Colaninno e soci potrebbero essere costretti a metter mano al portafogli. Cosa difficile di questi tempi, visto che già faticano a onorare gli impegni già presi. Terza grana quella dei sindacati autonomi. I piloti chiedono di tornare al vecchio contratto e promettono battaglia se la Cai si dimostrerà insensibile. Stesso atteggiamento da parte di steward e hostess: il presidente dell?Avia, Divietri, sui criteri d?assunzione ha parlato di «pulizia etnica».

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Al via anche Ormezzano, Bernecoli, Ubertino e Maroso (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 24-10-2008)

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GRANDI CAMPIONI DEL PASSATO AL RALLY LEGEND DI SAN MARINO Al via anche Ormezzano, Bernecoli, Ubertino e Maroso Grande successo per la sesta edizione del Rally Legend di San Marino. Federico Ormezzano ha guidato la Stratos Alitalia, Sandro e Leonardo Bernecoli a bordo di una Fiat 131 Abarth hanno chiuso al 66° posto, Silvio Ubertino (presidente dell'Amsap) si è ritirato per un guasto alla Porche 911. Ugo Maroso in coppia con Stefano Filisetti (Ritmo 130 Abarth Jolly Totip) è giunto 56°. \

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Alitalia Air France pronta a entrare, ma crolla in Borsa (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 24-10-2008)

Argomenti: Alitalia

n. 255 del 2008-10-24 pagina 27 Alitalia Air France pronta a entrare, ma crolla in Borsa di Redazione Secondo il quotidiano francese Les Echos, Air France Klm sarebbe intenzionata a investire 200 milioni per acquistare il 20% del capitale di Cai, la società-cordata italiana pronta a rilevare le attività di volo di Alitalia. La decisione, come ha confermato ieri il socio di Cai e presidente di Atlantia, Giovanni Castellucci, sarà sottoposta all'assemblea in programma martedì prossimo. Sempre interessata, oltre ad Air France, anche Lufthansa. Ma nel risiko europeo dei cieli va considerato che Parigi ha abbandonato, a favore dei tedeschi, la partita per l'acquisizione di Austrian; si può immaginare, a questo punto, una specie di «scambio» di obiettivi. Air France ha tuttavia comunicato di aspettarsi una crescita zero fino al 2011 e ieri alla Borsa di Parigi ha perso quasi il 13%. Tornando a Cai, i soci si stanno interrogando sul futuro del prestito ponte di Alitalia, che la Ue sarebbe intenzionata a considerare illegittimo. Secondo alcune interpretazioni i 300 milioni potrebbero essere attribuiti all'acquirente, che quindi dovrebbe restituirli. In questo caso, l'offerta imminente ma non ancora presentata per rilevare le parti profittevoli di Alitalia, verrebbe ridotta dell'equivalente. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Obama e l'Italia (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 24-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Qualcuno si ricorda che in Italia, grazie all'intuizione molto pop di Julius, è stata introdotta una nuova imposta? Si chiama Robin tax. E l'idea geniale era quella di colpire quegli sfruttatori dei banchieri e dei petrolieri (con appendice di chi invece il petrolio lo brucia, come le compagnie elettriche). Ebbene ora ci troviamo nella paradossale situazione per la quale gli stati nazionali con una mano tassano le banche (in particolare gli interessi che riconoscono ai correntisti sono in parte indeducibili) e con l'altra restituiscono soldi alle banche più o meno nazionalizzandole. Nel frattempo il petrolio è sceso sotto 80 dollari e gli extraprofitti (intuizione socialista) evaporano. Mi chiedo se Julius, come dice, aveva previsto tutto, non poteva prevedere anche questo elementare paradosso? Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 38 ) » (2 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 06Oct 08 Chi ci salva dai salvatori? L'america ha adottato misure per contrastare la crisi da 850 miliardi di dollari. L'Europa si è vista a quattro e ha detto che nessuna banca europea verrà lasciata fallire. Tutti, me compreso, hanno sostenuto che in una fase eccezionale come l'attuale si possono adottare provvedimenti eccezionali, con il ritorno dell'intervento statale. Poi sulle tecnicalità si può discutere per anni, ma il principio è che lo Stato debba fare qualcosa. Ma se sbagliassimo? é questo il punto. Guardiamo alla "deficiente regola" volta ad azzerare le vendite allo scoperto, che più o meno tutte le Borse del mondo stanno adottando. Chi pensava che solo attraverso questo strumento di limitassero i ribassi delle azioni, si è sbagliato di grosso. Si introduce una fortissima distorsione al mercato e non si porta a casa neanche un risultato. ragionamento simile si può. forse provocatoriamente, fare per gli attuali interventi statali nell'economia. Non stanno risolvedno il problema borsistica e a ruota neanche quello di operatività delle banche. Come se non fossero stati fatti. In compenso ci troviamo le manone ingombranti della politica sui nostri affari. Speriamo di non dovercene pentire. Gli americani sanno liquidare l'intervento dello Stato in pochi anni. Noi Europei quando ci sediamo alla tavola del mercato, ci restiamo anche dopo il dessert. Scritto in finanza Commenti ( 56 ) » (8 votes, average: 3.13 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Sep 08 I conti su Alitalia Fate voi la somma. +Lo stato esce definitivamente dal trasporto aereo (Marrazzo permettendo) -Balla un miliardino di debiti che pagheranno i contribuenti +AirFrance chidedeva che i diritti di volo in Italia fossero solo suoi, ciò non è previsto dal nuovo progetto -Unire due debolezze (Ali e Air) amplifica una posizione dominante, ma non garantisce un buon servizio +I sindacati hanno le spalle al muro: o così o si muore -Sono inviatati al tavolo (passera dixit) per concordare il piano industriale +AirFrance in fondo, ma mica tanto, è una società pubblica (18% di Sarko') -Airfrance sa far fruttare una compagnia aerea e viaggia in tutto il mondo +Colaninno&co ci mettono il grano e si assumono un bel rischio (in Italia praticamente nessuno ha fatto quattrini con i voli di linea) -Aifrance avrebbe pagato qualcosa alle minoranze e allo Stato, mentre i nostri eroi oggi si assumono un rischio ma a prezzi ben più da saldo +E' stata Aifrance a rompere le trattative: aveva posto tre condizioni tra cui l'assenso dei sindacati al piano di vendita. Che ovviamente non c'è stato -E' stato l'adorato Cav, in campagna elettorale, a dare indirettamente man forte ai sindacati dicendo che la compagnia deve restare in mani italiane +Lufthansa e Airfrance e tutte le compagnie americane non possono essere acquistate da stranieri e dominano sui rispettivi mercati nazionali -Non è detto che il concetto di italinità o francesità corrisponda, alla fine, all'interesse molto concreto, dei cittadini-utenti La somma dei più e dei meno. cari commensali, che risultato dà? Scritto in Varie Commenti ( 140 ) » (9 votes, average: 2.78 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 26Aug 08 Alè Magno L'idea di Alè Magno di istituire una commissione, darla in mano a Giuliano Amato (quello che rinfaccia Craxi e forse anche lo scippo sui conti corrente) e discutere dei problemi de Roma, mi sembra una scemata pazzesca. Ogni stagione ha le commissioni di che si merita. Oggi con la moda dell'anticasta, si deve dunque dare una nobiltà ad una commissione che comunque non servirà a nulla. Voglio dire che senso ha per un amministratore cittadino inventarsi grandi temi di discussione. C'è bisogno di una Commissione per decidere ad esempio che l'acea debba essere privatizzata? assolutamente no. e di fatti, Alè magno non vuole venderla. C'è bisogno di una commissione per decidere di ampliare ed eventualmente liberalizzare le licenze dei tassisti romani? assolutamnete no. E di fatti Alè Magno è l'idoletto della corporazione dei tassisti. C'è bisogno di una commissione per spiegare ad un sindaco che se due suoi ospiti olandesi vengono stuprati e presi a mazzate tra i denti, è il caso almeno nel giorno del fattaccio di tenere la bocca chiusa o almeno aprirla per chiedere scusa a nome di una città anch'essa ferita? Scritto in Varie Commenti ( 40 ) » (7 votes, average: 4.43 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14Aug 08 Julius ha visto la luce Il nostro Julius (Tremonti, per chi non lo sapesse) ha visto la luce. Già si capiva per la verità leggendo con attenzione un interessante fondo del convertito (alle ragioni ministeriali) Giannino, di un paio di giorni fa. Un liberale doc, a patto che non si discuta dell'operato di Julius. Ma ritorniamo alla luce. Su Libero leggevamo: "il Papa su questo la pensa come Giulio Tremonti, non come gli alfieri del mercato che sul Corriere della sera e Sole 24 ore da mesi ribattono che quelli contro i derivati sul petrolio e sul grano sono attacchi di irriducibili passatisti, di vecchi arnesi nostalgici del protezionismo. Ora si è capito ancor meglio, che i giudizi del Papa non sono poi coincidenze casuali, con Tremonti" . E poi oggi finalmente sul Corrierone una domanda (anzi una non domanda) infilata lì per caso: "A luglio il papa ha condannato la speculazione." E Julius, poco prima: "Come sempre, nei grandi passaggi della Storia, la visione della Chiesa è fondamentale per la comprensione dell'esistente". La lieta novella della parabola di Julius: "L'azione dei governi ha fermato la speculazione". Sintetizziamo il filo logico del ragionamento: la speculazione è la peste del secolo-tremonti ha convinto di ciò il papa- la Chiesa ha sempre una grande visione e la condivide con Julius-i governi, incalzati da Julius hanno bloccato il contagio malefico. Hip hip hurra. Per fortuna che abbiamo il nostro adorato Cav. Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 84 ) » (7 votes, average: 4.14 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 25Jul 08 Obama e l'Italia Folla a Berlino. E poi a Parigi. E of course Londra. Niente visita in Italia. Il mitico Obama ci riporta con i piedi per terra. Non contiamo nulla, neanche una visitina, un saluto. Certo facendo jogging ieri a Berlino e intercettato da un'abile giornalista di Sky24, ha detto: primo o poi in Italia verrò. Deo gratias. Scritto in Varie Commenti ( 62 ) » (3 votes, average: 3.67 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 15Jul 08 Il casco per i baresi e i mutui per gli americani Fannie e Freddie, nonostante i simpatici nomi, stanno affossando i mercati di tutto il mondo. Non sono banche e non sono neanche società per azioni tradizionali. Sono state create per agevolare il mercato immobiliare americano. In sintesi prestano i soldi alle banche che prestano i soldi ai clienti per accendere un mutuo. In questo modo le banche americane avevano sempre risorse fresche per alimentare il mercato dei prestiti immobiliare. Una volta comprati i mutui di terzi le due nostre li impacchettano in obligazioni che cedono sul mercato. Per questa loro caratteristica sociale (agevolare la proprietà edilizia) sono Gse (Governament sponsor enterprise) e dunque, pur quotate sul mercato, in ultima analisi sono agenzie governative (come d'altronde erano in origine). Questa garanzia statale ha permesso loro di raccogliere danaro a tassi molto vantaggiosi e dunque alimentare la bolla speculativa. Inoltre (toccherebbe ricordarlo a qualcuno) per statuto non finanziano mutui subprime.. E proprio per questo il mercato dei mutui subprime (quelli che hanno scatenato l'attuale crisi) è esploso: le banche tradizionali non riuscivano a fare concorrenza, visti i tassi superbassi, a Fannie e Freddie e dunque hanno cercato (colpevolmente) di andare su un mercato a queste precluso: quello dei debitori subprime, insomma non buoni. Qualche conclusione: 1. Freddie e Fannie, figlie di una concezione roosveltiana, non sono mai state sul mercato. 2. Sono diventate negli anni 70 un ibrido a noi molto ben conosciuto: privatizzano gli utili e socializzano le perdite 3. Il salvataggio di oggi è stato scritto ieri quando furono concepite 4. il fatto che prestassero troppo era noto da tempo (lo disse greenspan in un'audizione davanti al senato) 5. il loro fallimento non è un fallimento del mercato, ma del regolatore. che ha pensato di cavarsela quotandole sul mercato. E che ha alimentato per questa via la bolla immobiliare. 6. salvarle oggi è ragionevole, così come è ragionevole, secondo il sindaco di bari, regalare, a spese dei contribuenti, un casco ai motociclisti pizzicati senza. Scritto in pol economica Commenti ( 25 ) » (3 votes, average: 3.67 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 07Jul 08 Cosa ne pensano i lib-lib di Julius In questo blog abbiamo più volte "sfottuto" il nostro Julius per la sua ansia Pop. L'inutile e dannosa Robin tax, la populistica esclusione dei ricchi (solo 70mila? solo due dei quali in piazza di Spagna a Roma?) dai benefici Ici sulla prima casa, la card per gli anziani, la lotta contro la speculazione. E via dicendo. Anzi, già che ci siamo, gli insopportabili slogan contro il "mercatismo". Senza considerare la mancata liberalizzazione per eccellenza: e cioè la riduzione delle imposte sui redditi o per lo meno una prospettiva di riduzione. Che il Dpef non ci da. Insomma quello che pensiamo sul Julius pop per i nostri commensali (che spesso hanno anche criticato il cuoco) è pietanza nota, anche se non a tutti gradita. Ieri è arrivata in cucina una mail di David Baccini, intitolata "Tremonti il socialista ci porterà al disastro". Vi inoltro le prime righe: "sono sconcertato per il comportamento schizoide del Ministro Tremonti, nel quale non ho mai riposto alcuna fiducia e che affonderà il Governo, ma sopratutto per il "sentiment filogovernista-filotremontiano antimercato" di Giannino: scioccante davvero. Altrettanto sconcerto va verso l'IBL, che di fronte ad accuse tremontiane al mercato, a chi (praticamente l'intero popolo europeo) non si riconosce nel nuovo meta-stato soviet-europeo, alla speculazione, al profitto, a chi si dice liberista, a chi esige basse tasse, a chi disconosce l'efficacia della redistribuzione (Robin Tax ed altre puttanate) .. l'IBL tace, in conformità Gianniniana". Be' in effetti si può condividere con Baccini un certo stato di solitudine da queste parti. Difficile trovare conforto a sinistra (lo devo spiegare ancora una volta?), ma anche nei punti di riferimento dei liberali classici, sembra che ci sia un po' una corsa a non disturbare il manovratore. La paura di Prodi e accoliti non ci può rinchiudere in un angolo. Non ci deve spingere verso un'accettazione muta dei provvedimenti governativi. Insomma se Julius ha deciso di fare una corsa di popolarità con l'adorato Cav, son cavoli suoi. Non di Noi italiani che abbiamo votato un governo immaginato liberale. Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 55 ) » (6 votes, average: 4.33 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 03Jul 08 Bce senza pop La Bce ha deciso di alzare al 4,25 per cento i tassi di interesse in Europa, con un ritocco all'insù di un quarto di punto. I governi di mezza Europa (Francia e persino Germania) le avevano chiesto di non farlo. D'altronde l'economia non gira e l'inflazione (arrivata al 4 per cento massimo da 16 anni) è più dovuta al rincaro delle materie prime che ad una forte domanda di consumo. Chi ha ragione? La Bce non risponde a nessuno. I governi Ue, invece, ai propri elettori. In questa vicenda il differente grado di responsabilità (accountability) ha un peso. La politica sembra più attenta al momento, al breve termine. Palese il caso italiano: subito una dilazione sulla rata dei mutui (accordo Tremonti-Abi) ma tra 20 anni si paga il conto. Subito la card sociale per i pensionati più poveri, ma non si riducono permanentemente le imposte dirette. Subito la tassa sugli odiati banchieri-petrolieri, ma domani si rifaranno con aumenti sui consumatori. Il respiro immediato è ciò che conta, nel lungo periodo (come diceva qualcuno che al cuoco non piace tanto) saremo tutti morti. I banchieri centrali "irresponsabili" per costituzione si possono permettere l'impopolarità. Sanno che non possono alimentare aspettative inflattive. La rincorsa prezzi-salari-prezzi è micidiale come dimostrano gli anni 70. E ci sono i primi segni. La furia sindacale In Italia contro l'inflazione programmata fissata ll'1,7 per cento nel Dpef (e qui bene ha fatto Julius), il costo del lavoro in Spagna salito al 5,7 per cento; l'aumento salariale dei pubblici dipendenti tedeschi fissato quest'anno al 5 per cento. I Banchieri centrali saranno spietati, ma sanno che un un po' di veleno nel corpaccione europeo oggi, è meglio di un infarto certo domani. Non accondiscendono alla nuova ventata pop della politica europea. Scritto in pol economica Commenti ( 17 ) » (4 votes, average: 3.5 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 03Jul 08 Rosicchiare la Mela Tra pochi giorni arriva in Italia un oggetto di culto. Sì qualche volta anche in questa zuppa si assaporano pietanze leggere. Si tratta del nuovo telefonino 3g della Apple. Come sapete il cuoco ha una certa passione per la Mela. Oggi il sole 24ore ha anticipato i possibili piani tariffari che Vodafone e Tim applicheranno al mitico gadget. Lo diciamo subito: troppo cari. Il nuovo telefono è pensato per stare spesso collegato, anche in remoto, su internet. Insomma brucia bytes su bytes. Gli operatori invece fanno finta di nulla e nelle loro ipotesi di abbonamento prevedono tariffe flat fino a 1gb (Tim) e 600 Mb (Vodafone). Un po' tirchietti. C'è da scommettere che i mela maniaci che vorranno aver subito l'oggetto del desiderio pagheranno un biglietto di ingresso piuttosto caro: e a riscuoterlo non sarà la Apple, ma i due gestori di telefonia. Scritto in Varie Commenti ( 6 ) » (2 votes, average: 3 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Nato a Roma, vivo a Milano. Lavoro da qualche anno al Giornale e scrivo di economia e finanza. 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Mi auguro che la manifestazione annunciata e attesa per domani a Roma non adotti lo slogan di esprim... (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 24-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Mi auguro che la manifestazione annunciata e attesa per domani a Roma non adotti lo slogan di esprimere le «forze antiberlusconiane della società civile», come suggeriscono gli amici di MicroMega. Capisco perfettamente la logica contestativa dello slogan. Ma sarebbe ingannevole nella sostanza. Il berlusconismo infatti è anche espressione della società civile italiana. Il problema del nostro Paese è la scissione e il disorientamento proprio della società civile nel suo insieme. Da questa situazione una parte di società è tentata di uscire forzando lo strumento politico. Smettiamo dunque di usare il concetto di «società civile» per indicare tutto il positivo della società italiana che viene rimosso, conculcato o nascosto dal berlusconismo o da altri fenomeni (mafia, corruzione politica, xenofobia o tentazioni autoritarie). Mettiamo in soffitta una volta per tutte questo nobile concetto che ha svolto una grande funzione chiarificatrice ed emancipativa, ma che oggi rischia di essere retorico e illusorio. Lo so che sarà dura abbandonare questa espressione passe-par-tout, che si tira dietro altre coppie concettuali consolidate e apparentemente chiare (Paese reale contro Paese legale, palazzo contro società ecc.). Rischia però di essere tutto ciò che resta della costruzione ideologica della sinistra. Ma quando a Palazzo Chigi c'erano Prodi e D'Alema, quando a Montecitorio c'era Bertinotti e al Quirinale Ciampi, la società civile gestiva forse la politica? O vi influiva davvero? Naturalmente no, e non solo perché gli intransigenti evocatori della «società civile» erano sempre sul piede di guerra. Non vorrei essere frainteso. Non sto polemizzando contro chi combatte energicamente il berlusconismo. Non si tratta neppure di dichiararsi pro o contro la ricerca di un ragionevole dialogo con la maggioranza o viceversa di considerare intrattabili le reciproche posizioni ideali e politiche. L'obiezione è assai più radicale. Si tratta di ammettere che il male è dentro la società civile, non fuori di essa. E quindi non ha senso evocarla come una soluzione. Si può suggerire la scappatoia di definire il berlusconismo una patologia della società civile. Paradossalmente è già un passo in avanti nell'analisi. Vuol dire infatti riconoscere che la voglia di autoritarismo e di decisionismo comunque sia, le ventate antisolidali e di razzismo latente che percorrono il Paese, la strafottenza verso i perdenti e i deboli, l'opportunistica e ipocrita deferenza verso la Chiesa non vengono dal di fuori o per colpa di pochi malintenzionati, ma dal ventre profondo della società civile. E il berlusconismo, lungi dal correggere questi fenomeni, li interpreta e li legittima, verosimilmente al di là delle sue buone intenzioni. Ma qual è la forma politica di questa situazione? Qui accade un altro fenomeno sorprendente nel nostro Paese logorroico e con un sistema mediatico-comunicativo ipertrofico: ci mancano le parole adeguate per definire la situazione reale. Da quindici anni si parla di «berlusconismo» o di «populismo». La prima espressione è tautologica, la seconda è troppo vaga e utilizzabile per molte altre circostanze e personalità politiche. Ma non abbiamo di meglio e quindi dobbiamo passare attraverso la strettoia di queste due espressioni, resistendo alla tentazione di contrapporvi in positivo, appunto, la bella e buona società civile. Il populismo berlusconiano interpreta la voglia del popolo-elettore maggioritario per decisioni rapide, drastiche e visibili. E viene accontentato: la scomparsa della spazzatura napoletana, la soluzione - a qualunque costo - della questione Alitalia, l'interventismo pronta cassa a sostegno delle banche e dell'industria ecc. Berlusconi interpreta questo ruolo portando di fatto il sistema politico verso un presidenzialismo informale strisciante. Non ha bisogno di ricorrere a impegnative riforme istituzionali. Gli basta apparire in tv ad enunciare decisioni che la sua maggioranza sosterrà zelantemente in Parlamento. Ma l'idea del leader vicino alla gente, non prigioniero nei giochi di palazzi, non era una richiesta sociale? La domanda di una semplificazione del sistema politico e la fine delle risse intrapartitiche non era forse emersa dal profondo della società civile? Eccola servita.

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Aboliamo il "pezzo di carta" (sezione: Alitalia 2)

( da "Opinione, L'" del 24-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Oggi è Ven, 24 Ott 2008 Edizione 227 del 24-10-2008 Togliendo valore legale al titolo di studio, solo chi è interessato andrà a scuola Aboliamo il ?pezzo di carta? di Giuseppe Blasi A ben vedere, e l?ennesima rivolta contro una sacrosanta cura che il ministro Gelmini vuole proporre per la scuola lo conferma, noi italiani siamo abilissimi a farci male da soli, siamo collettivamente penetrati da un masochismo devastante il nostro organismo civile e il suo funzionamento. Mangiamo le esche che abilissimi mestatori gettano in pasto all?opinione pubblica e, dopo averle mangiate, somigliamo a pesci che inutilmente tentano di divincolarsi dalle reti dei pescatori, ma evidentemente senza successo. Siamo stati abilissimi infatti a devastare il nostro territorio con abusivismi grandi e piccoli, le nostre città soffocano ogni giorno di più per assenza di chiare visioni di sviluppo cosiddetto compatibile con la qualità della vita, le nostre amministrazioni pubbliche, finalmente entrate nel mirino dell?ottimo Brunetta, hanno dato per decenni ottima prova della loro incapacità e menefreghismo a servire i cittadini (altro che civil servant!); siamo stati abilissimi a distruggere l?Alitalia per mano di ?abilissimi? manager e altrettanto ?bravi? lavoratori; da poco tempo siamo riusciti (forse) a togliere le pulci dai nostri vagoni ferroviari; abbiamo per anni ostacolato la produzione di energia tramite il nucleare tanto da renderci schiavi di paesi terzi che profittano della nostra debolezza energetica (ma di questo parleremo in altra sede); siamo tutti molto ?verdi? ma abbiamo intere regioni devastate dalla mondezza o dai rifiuti tossici; abbiamo il più importante patrimonio artistico del mondo, ma da sempre lo trascuriamo sotto varie forme salvo sputtanarlo con progetti di parchi tematici (per fortuna limitatamente a Roma) degni di Asterix e Obelix di Ouderziana memoria. Infine, ma solo perché mi sono stancato di riassumere noti elenchi di nefandezze, dopo avere distrutto ciò che di buono (fosse anche molto poco) aveva la nostra scuola, inebetiti dalle false libertà e innovazioni promesse dagli abili sessantottini fabbricanti di esche, non solo non siamo riusciti a darci piani scolastici degni di tale nome, ma riusciamo a produrre il minor numero di laureati soprattutto nelle materie scientifiche e segnatamente in ingegneria, siamo inseriti tra le peggiori scuole secondarie d?Europa, abbiamo un elevatissimo numero di abbandoni scolastici, i nostri ragazzi e ragazze hanno persino difficoltà d?espressione nella lingua madre. Ma noi cosa facciamo? Una protesta e uno sciopero con relativo corteo a ogni tentativo di miglioramento della scuola da parte dei ministri che si sono succeduti negli ultimi quattro decenni, nessuno escluso, così da ridurre la nostra scuola allo stato preagonico, un simil Alitalia insomma. Promozione garantita e per tutti, niente voto di condotta, niente voti ma solo arzigogolati giudizi; e ciò già sin dalle elementari. Maestri e insegnanti minacciati dai genitori quando i loro pargoli vengono rimbrottati per la loro condotta in classe o per il loro scarso profitto, facilities di tutti i tipi agli studenti purché prendano il famigerato ?pezzo di carta?. Il problema è tutto qui ministro Gelmini, è insito al valore legale del ?pezzo di carta?. Si va a scuola non per imparare, ma perché ?senza il pezzo di carta? non si conquista la famosa scrivania ma neanche il posto di ?operatore ecologico?. Insomma agli spazzini invece di fare un esame attitudinale sulle loro capacità e energie fisiche, si richiede di fare di conto (se non è masochismo questo?). Il ?pezzo di carta? è il viatico per il futuro, che di questi tempi di globalizzazione e di concorrenza non si sa bene quale possa essere per il poveraccio che lo ha in tasca essendo completamente ignorante. Una laurea in scienza delle comunicazioni ormai non si nega a nessuno (come i famosi sigari e croci di cavaliere) perché è un ?pezzo di carta? che consente un impiego in qualsiasi struttura, naturalmente pubblica o similare. Poco importa la conoscenza, la raccomandazione farà il resto: basta avere il ?pezzo di carta?. I nostri ragazzi e ragazze accettano di sostenere estenuanti prove di merito (condite anche da forti e trancianti giudizi) pur di essere ammessi a un futuro di spettacolo (vedasi ad esempio la trasmissione Amici) ma non accettano che i medesimi giudizi vengano dati dagli insegnanti che vengono scambiati per burocrati che devono semplicemente avallare l?iscrizione scolastica con promozione assicurata. Sic rebus stantibus (locuzione presessantottina), l?unica riforma vera e sostanziale per la nostra scuola (in particolare secondaria e universitaria) consiste nel togliere il valore legale al titolo di studio che costituirebbe condizione necessaria ma non sufficiente per ogni tipologia di lavoro. Tolto infatti il valore legale al ?pezzo di carta?, che acquisterà così ?valore sostanziale? che è quel che occorre, fannulloni e figli di papà smetteranno di intasare e di imbrattare le aule scolastiche o assentandosi da esse o mettendosi finalmente a studiare assoggettandosi poi ai giudizi secchi e trancianti degli insegnanti e dei datori di lavoro(tipo Maria De Filippi insomma). Nel secondo caso vedremo finalmente premiato il merito, nel primo caso (in virtù del dimezzamento delle università o dei licei) i contribuenti sapranno che i soldi delle loro tasse saranno meglio spesi di quanto non lo siano ora. Licei e università faranno quindi gare di qualità per sfornare i migliori studenti perché solo in questo modo avranno ragione di vita (e quindi di impiego e stipendio per i docenti), la società italiana potrà contare su un numero maggiore di cervelli ma anche su futuri artigiani e operai in tutti coloro che avranno liberata la scuola dove vengono oggi costretti a vivere loro malgrado, per scegliere altre e meritorie e nobili e appaganti professioni. Se riusciremo a scrollarci di dosso luoghi comuni e frasi fatte, bagaglio e spazzatura di una anticultura ormai nuda come il famoso re, se riusciremo ad anticipare il futuro anche con scelte coraggiose, potremo ancora rimediare ai danni che quaranta anni di post sessantotto hanno determinato in questo intrappolato Paese.

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Malpensa libera! La Padania può attendere (sezione: Alitalia 2)

( da "Opinione, L'" del 24-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Oggi è Ven, 24 Ott 2008 Edizione 227 del 24-10-2008 IL CARROCCIO NON INTENDE RINUNCIARE ALL?EMENDAMENTO SUGLI SLOT Malpensa libera! La Padania può attendere di Alessandra Mieli In attesa che l?assemblea Cai di martedì prossimo sciolga i nodi sul tappeto, a cominciare da quello della scelta del partner industriale straniero e a seguire con le voci che si sono rincorse circa i dubbi che serpeggiano all?interno della compagine imprenditoriale che dovrebbe rilevare la good conpany di Alitalia, c?è un piccolo giallo di cui non si può tacere, ovvero l?emendamento leghista scomparso dal decreto sulla Compagnia di bandiera in sede di votazione a Montecitorio mercoledì scorso. La faccenda riguarda la liberalizzazione degli slot di Malpensa e, è particolarmente cara al Carroccio, ma non solo. Il vicepresidente dei deputati della Lega Marco Reguzzoni ha chiarito l?aspetto tecnico del problema: ?Il fatto è che è stata posta la fiducia sul testo del decreto Alitalia uscito dalle commissioni e non su un maxi-emendamento?. Però, dopo aver gettato acqua sul fuoco di un possibile attrito tra la Lega e il Pdl ha anche voluto sottolineare che l?emendamento su Malpensa era stato approvato e concordato in Comitato dei Nove. Cioè con un accordo generale. Ma cosa accade degli slot di Malpensa (e Linate) che attualmente Alitalia non utilizza e che il Carroccio vorrebbe fossero riassegnati? Finiranno in dotazione alla Cai che, automaticamente, erediterà un patrimonio ?spendibile? dalla compagnia di bandiera e eviterà una fastidiosa concorrenza sugli scali nazionali. In teoria, ci ha spiegato Reguzzoni, Cai potrebbe anche perderli perché dopo un certo tempo se restano inutilizzati, l?Enac potrebbe anche riassegnarli, ma ci ha fatto anche intendere che esistono i soliti trucchetti per bypassare l?incresciosa evenienza. Il punto per il quale la Lega è decisa comunque a battersi è quello della liberalizzazione dei cieli che secondo i lumbard porterebbe benefici ai consumatori. Ma, soprattutto, ora si deve concentrare su un punto che appare ancora in una certa misura controverso. Cai ?compra? le linee aeree italiane nude e crude o vorrebbe anche avere in dote gli aeroporti? E? abbastanza ovvio che all?eventuale partner straniero interessino molto più gli slot in dotazione ad Alitalia che non gli obsoleti velivoli della flotta. In questo senso i rumors che circolano sui dubbi di Roberto Colaninno potrebbero anche essere maliziosamente interpretati come un modo per fare pressione sul Governo e spingerlo a rendersi disponibile a eventuali richieste di deroga alla concorrenza. Ma la Lega ha tutte le intenzioni di mettersi di traverso a questa strategia perché contraria (e non da oggi) a un regime di monopolio sugli aeroporti milanesi. Spiega Reguzzoni: ?perché mai è possibile volare da Bergamo a Saragozza con 70 euro, e non è possibile spendere una cifra simile sulla tratta Milano ? Roma? Questo monopolio non penalizza solo la Lombardia, ma soprattutto le città d?arte italiane. In questo senso riteniamo che non sia una battaglia egoistica come pensa qualcuno, ma che, al contrario, sia interesse di tutto il Paese?. Con il decreto così com?è ?siamo rimasti al palo ? conclude Reguzzoni- Ma non siamo tornati indietro? e aggiunge ?non dispero di poterlo recuperare in futuro?. Insomma, prima o poi la Lega questo emendamento da qualche parte riuscirà a infilarlo.

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Anno Zero (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 24-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Due considerazioni sul "mostro". Sono stato invitato tre volte ad Anno Zero, da Michele Santoro. E per tre volte ci sono andato. Troppo poco per essere definito un amico di Santoro, troppo per non conoscere i meccanismi del programma. Santoro costruisce con abilità il programma su una tesi. Un po' come faceva l'adorato (da me) Giuliano Ferrrara ad 8emezzo (che oggi è diventato una schifezza, si intende il programma). Tra i due le distanze sono abissali, e non sto a ripetere chi mi è più congeniale. Però le critiche che gli sono state mosse ieri sera, sul fatto di non aver fatto parlare uno studente di destra, sono demenziali. Scusatemi: ma vogliamo forse un tribunale del popolo sulle ospitate tv? ma che cavolo di polemica è mai questa? Santoro non è fazioso è faziosissimo. e dunque, ovviamente, è più che criticabile per la gestione della trasmissione. Ma cerchiamo di essere seri. Ho ricevuto alcune proteste, affettuose, sulla mia partecipazione al programma. Non altrettante rimostranze mi sono arrivate per le mie comparsate ad Omnibus e a Raitre in contesti altrettanto poco lib. C'è evidentemente una ragione di numeri, visto che Santoro riesce a fare ascolti in modo ineguagliabile. Ma resta un tema di fondo: un giornalista lib-lib non deve partecipare a trasmissioni di sin-sin? e perchè? Ci sarebbe una sola buona ragione (e non è ovviamente detto che non capiti): non riuscire minimamente a dire la propria idea. Finora, nelle puntate di Anno Zero a cui ho partecipato, non è avvenuto. Ieri il leghista Cota ha parlato quanto Veltroni, se non di più. In un contesto decisamente ostile, ma per tutti. E ce lo siamo reciprocamente detti alla fine del programma. Il contesto è quello che è, è santoriano. ps: cari commensali, pensate alla "mitica" Gabanelli. A mio avviso il suo report è cento volte peggio di Anno Zero. la Gabba lavora a tesi, ma a differenza di Santoro, se le prepara e se le cucina da sola, senza neanche il più debole contradditorio. Altro che studende ablante di destra. Scritto in Varie Commenti ( 4 ) » (No Ratings Yet) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 12Oct 08 La crisi della Robin Qualcuno si ricorda che in Italia, grazie all'intuizione molto pop di Julius, è stata introdotta una nuova imposta? Si chiama Robin tax. E l'idea geniale era quella di colpire quegli sfruttatori dei banchieri e dei petrolieri (con appendice di chi invece il petrolio lo brucia, come le compagnie elettriche). Ebbene ora ci troviamo nella paradossale situazione per la quale gli stati nazionali con una mano tassano le banche (in particolare gli interessi che riconoscono ai correntisti sono in parte indeducibili) e con l'altra restituiscono soldi alle banche più o meno nazionalizzandole. Nel frattempo il petrolio è sceso sotto 80 dollari e gli extraprofitti (intuizione socialista) evaporano. Mi chiedo se Julius, come dice, aveva previsto tutto, non poteva prevedere anche questo elementare paradosso? Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 41 ) » (3 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 06Oct 08 Chi ci salva dai salvatori? L'america ha adottato misure per contrastare la crisi da 850 miliardi di dollari. L'Europa si è vista a quattro e ha detto che nessuna banca europea verrà lasciata fallire. Tutti, me compreso, hanno sostenuto che in una fase eccezionale come l'attuale si possono adottare provvedimenti eccezionali, con il ritorno dell'intervento statale. Poi sulle tecnicalità si può discutere per anni, ma il principio è che lo Stato debba fare qualcosa. Ma se sbagliassimo? é questo il punto. Guardiamo alla "deficiente regola" volta ad azzerare le vendite allo scoperto, che più o meno tutte le Borse del mondo stanno adottando. Chi pensava che solo attraverso questo strumento di limitassero i ribassi delle azioni, si è sbagliato di grosso. Si introduce una fortissima distorsione al mercato e non si porta a casa neanche un risultato. ragionamento simile si può. forse provocatoriamente, fare per gli attuali interventi statali nell'economia. Non stanno risolvedno il problema borsistica e a ruota neanche quello di operatività delle banche. Come se non fossero stati fatti. In compenso ci troviamo le manone ingombranti della politica sui nostri affari. Speriamo di non dovercene pentire. Gli americani sanno liquidare l'intervento dello Stato in pochi anni. Noi Europei quando ci sediamo alla tavola del mercato, ci restiamo anche dopo il dessert. Scritto in finanza Commenti ( 56 ) » (9 votes, average: 3.33 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Sep 08 I conti su Alitalia Fate voi la somma. +Lo stato esce definitivamente dal trasporto aereo (Marrazzo permettendo) -Balla un miliardino di debiti che pagheranno i contribuenti +AirFrance chidedeva che i diritti di volo in Italia fossero solo suoi, ciò non è previsto dal nuovo progetto -Unire due debolezze (Ali e Air) amplifica una posizione dominante, ma non garantisce un buon servizio +I sindacati hanno le spalle al muro: o così o si muore -Sono inviatati al tavolo (passera dixit) per concordare il piano industriale +AirFrance in fondo, ma mica tanto, è una società pubblica (18% di Sarko') -Airfrance sa far fruttare una compagnia aerea e viaggia in tutto il mondo +Colaninno&co ci mettono il grano e si assumono un bel rischio (in Italia praticamente nessuno ha fatto quattrini con i voli di linea) -Aifrance avrebbe pagato qualcosa alle minoranze e allo Stato, mentre i nostri eroi oggi si assumono un rischio ma a prezzi ben più da saldo +E' stata Aifrance a rompere le trattative: aveva posto tre condizioni tra cui l'assenso dei sindacati al piano di vendita. Che ovviamente non c'è stato -E' stato l'adorato Cav, in campagna elettorale, a dare indirettamente man forte ai sindacati dicendo che la compagnia deve restare in mani italiane +Lufthansa e Airfrance e tutte le compagnie americane non possono essere acquistate da stranieri e dominano sui rispettivi mercati nazionali -Non è detto che il concetto di italinità o francesità corrisponda, alla fine, all'interesse molto concreto, dei cittadini-utenti La somma dei più e dei meno. cari commensali, che risultato dà? Scritto in Varie Commenti ( 140 ) » (10 votes, average: 3 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 26Aug 08 Alè Magno L'idea di Alè Magno di istituire una commissione, darla in mano a Giuliano Amato (quello che rinfaccia Craxi e forse anche lo scippo sui conti corrente) e discutere dei problemi de Roma, mi sembra una scemata pazzesca. Ogni stagione ha le commissioni di che si merita. Oggi con la moda dell'anticasta, si deve dunque dare una nobiltà ad una commissione che comunque non servirà a nulla. Voglio dire che senso ha per un amministratore cittadino inventarsi grandi temi di discussione. C'è bisogno di una Commissione per decidere ad esempio che l'acea debba essere privatizzata? assolutamente no. e di fatti, Alè magno non vuole venderla. C'è bisogno di una commissione per decidere di ampliare ed eventualmente liberalizzare le licenze dei tassisti romani? assolutamnete no. E di fatti Alè Magno è l'idoletto della corporazione dei tassisti. C'è bisogno di una commissione per spiegare ad un sindaco che se due suoi ospiti olandesi vengono stuprati e presi a mazzate tra i denti, è il caso almeno nel giorno del fattaccio di tenere la bocca chiusa o almeno aprirla per chiedere scusa a nome di una città anch'essa ferita? Scritto in Varie Commenti ( 40 ) » (7 votes, average: 4.43 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14Aug 08 Julius ha visto la luce Il nostro Julius (Tremonti, per chi non lo sapesse) ha visto la luce. Già si capiva per la verità leggendo con attenzione un interessante fondo del convertito (alle ragioni ministeriali) Giannino, di un paio di giorni fa. Un liberale doc, a patto che non si discuta dell'operato di Julius. Ma ritorniamo alla luce. Su Libero leggevamo: "il Papa su questo la pensa come Giulio Tremonti, non come gli alfieri del mercato che sul Corriere della sera e Sole 24 ore da mesi ribattono che quelli contro i derivati sul petrolio e sul grano sono attacchi di irriducibili passatisti, di vecchi arnesi nostalgici del protezionismo. Ora si è capito ancor meglio, che i giudizi del Papa non sono poi coincidenze casuali, con Tremonti" . E poi oggi finalmente sul Corrierone una domanda (anzi una non domanda) infilata lì per caso: "A luglio il papa ha condannato la speculazione." E Julius, poco prima: "Come sempre, nei grandi passaggi della Storia, la visione della Chiesa è fondamentale per la comprensione dell'esistente". La lieta novella della parabola di Julius: "L'azione dei governi ha fermato la speculazione". Sintetizziamo il filo logico del ragionamento: la speculazione è la peste del secolo-tremonti ha convinto di ciò il papa- la Chiesa ha sempre una grande visione e la condivide con Julius-i governi, incalzati da Julius hanno bloccato il contagio malefico. Hip hip hurra. Per fortuna che abbiamo il nostro adorato Cav. Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 84 ) » (7 votes, average: 4.14 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 25Jul 08 Obama e l'Italia Folla a Berlino. E poi a Parigi. E of course Londra. Niente visita in Italia. Il mitico Obama ci riporta con i piedi per terra. Non contiamo nulla, neanche una visitina, un saluto. Certo facendo jogging ieri a Berlino e intercettato da un'abile giornalista di Sky24, ha detto: primo o poi in Italia verrò. Deo gratias. Scritto in Varie Commenti ( 62 ) » (3 votes, average: 3.67 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 15Jul 08 Il casco per i baresi e i mutui per gli americani Fannie e Freddie, nonostante i simpatici nomi, stanno affossando i mercati di tutto il mondo. Non sono banche e non sono neanche società per azioni tradizionali. Sono state create per agevolare il mercato immobiliare americano. In sintesi prestano i soldi alle banche che prestano i soldi ai clienti per accendere un mutuo. In questo modo le banche americane avevano sempre risorse fresche per alimentare il mercato dei prestiti immobiliare. Una volta comprati i mutui di terzi le due nostre li impacchettano in obligazioni che cedono sul mercato. Per questa loro caratteristica sociale (agevolare la proprietà edilizia) sono Gse (Governament sponsor enterprise) e dunque, pur quotate sul mercato, in ultima analisi sono agenzie governative (come d'altronde erano in origine). Questa garanzia statale ha permesso loro di raccogliere danaro a tassi molto vantaggiosi e dunque alimentare la bolla speculativa. Inoltre (toccherebbe ricordarlo a qualcuno) per statuto non finanziano mutui subprime.. E proprio per questo il mercato dei mutui subprime (quelli che hanno scatenato l'attuale crisi) è esploso: le banche tradizionali non riuscivano a fare concorrenza, visti i tassi superbassi, a Fannie e Freddie e dunque hanno cercato (colpevolmente) di andare su un mercato a queste precluso: quello dei debitori subprime, insomma non buoni. Qualche conclusione: 1. Freddie e Fannie, figlie di una concezione roosveltiana, non sono mai state sul mercato. 2. Sono diventate negli anni 70 un ibrido a noi molto ben conosciuto: privatizzano gli utili e socializzano le perdite 3. Il salvataggio di oggi è stato scritto ieri quando furono concepite 4. il fatto che prestassero troppo era noto da tempo (lo disse greenspan in un'audizione davanti al senato) 5. il loro fallimento non è un fallimento del mercato, ma del regolatore. che ha pensato di cavarsela quotandole sul mercato. E che ha alimentato per questa via la bolla immobiliare. 6. salvarle oggi è ragionevole, così come è ragionevole, secondo il sindaco di bari, regalare, a spese dei contribuenti, un casco ai motociclisti pizzicati senza. Scritto in pol economica Commenti ( 25 ) » (3 votes, average: 3.67 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 07Jul 08 Cosa ne pensano i lib-lib di Julius In questo blog abbiamo più volte "sfottuto" il nostro Julius per la sua ansia Pop. L'inutile e dannosa Robin tax, la populistica esclusione dei ricchi (solo 70mila? solo due dei quali in piazza di Spagna a Roma?) dai benefici Ici sulla prima casa, la card per gli anziani, la lotta contro la speculazione. E via dicendo. Anzi, già che ci siamo, gli insopportabili slogan contro il "mercatismo". Senza considerare la mancata liberalizzazione per eccellenza: e cioè la riduzione delle imposte sui redditi o per lo meno una prospettiva di riduzione. Che il Dpef non ci da. Insomma quello che pensiamo sul Julius pop per i nostri commensali (che spesso hanno anche criticato il cuoco) è pietanza nota, anche se non a tutti gradita. Ieri è arrivata in cucina una mail di David Baccini, intitolata "Tremonti il socialista ci porterà al disastro". Vi inoltro le prime righe: "sono sconcertato per il comportamento schizoide del Ministro Tremonti, nel quale non ho mai riposto alcuna fiducia e che affonderà il Governo, ma sopratutto per il "sentiment filogovernista-filotremontiano antimercato" di Giannino: scioccante davvero. Altrettanto sconcerto va verso l'IBL, che di fronte ad accuse tremontiane al mercato, a chi (praticamente l'intero popolo europeo) non si riconosce nel nuovo meta-stato soviet-europeo, alla speculazione, al profitto, a chi si dice liberista, a chi esige basse tasse, a chi disconosce l'efficacia della redistribuzione (Robin Tax ed altre puttanate) .. l'IBL tace, in conformità Gianniniana". Be' in effetti si può condividere con Baccini un certo stato di solitudine da queste parti. Difficile trovare conforto a sinistra (lo devo spiegare ancora una volta?), ma anche nei punti di riferimento dei liberali classici, sembra che ci sia un po' una corsa a non disturbare il manovratore. La paura di Prodi e accoliti non ci può rinchiudere in un angolo. Non ci deve spingere verso un'accettazione muta dei provvedimenti governativi. Insomma se Julius ha deciso di fare una corsa di popolarità con l'adorato Cav, son cavoli suoi. Non di Noi italiani che abbiamo votato un governo immaginato liberale. Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 55 ) » (6 votes, average: 4.33 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 03Jul 08 Bce senza pop La Bce ha deciso di alzare al 4,25 per cento i tassi di interesse in Europa, con un ritocco all'insù di un quarto di punto. I governi di mezza Europa (Francia e persino Germania) le avevano chiesto di non farlo. D'altronde l'economia non gira e l'inflazione (arrivata al 4 per cento massimo da 16 anni) è più dovuta al rincaro delle materie prime che ad una forte domanda di consumo. Chi ha ragione? La Bce non risponde a nessuno. I governi Ue, invece, ai propri elettori. In questa vicenda il differente grado di responsabilità (accountability) ha un peso. La politica sembra più attenta al momento, al breve termine. Palese il caso italiano: subito una dilazione sulla rata dei mutui (accordo Tremonti-Abi) ma tra 20 anni si paga il conto. Subito la card sociale per i pensionati più poveri, ma non si riducono permanentemente le imposte dirette. Subito la tassa sugli odiati banchieri-petrolieri, ma domani si rifaranno con aumenti sui consumatori. Il respiro immediato è ciò che conta, nel lungo periodo (come diceva qualcuno che al cuoco non piace tanto) saremo tutti morti. I banchieri centrali "irresponsabili" per costituzione si possono permettere l'impopolarità. Sanno che non possono alimentare aspettative inflattive. La rincorsa prezzi-salari-prezzi è micidiale come dimostrano gli anni 70. E ci sono i primi segni. La furia sindacale In Italia contro l'inflazione programmata fissata ll'1,7 per cento nel Dpef (e qui bene ha fatto Julius), il costo del lavoro in Spagna salito al 5,7 per cento; l'aumento salariale dei pubblici dipendenti tedeschi fissato quest'anno al 5 per cento. I Banchieri centrali saranno spietati, ma sanno che un un po' di veleno nel corpaccione europeo oggi, è meglio di un infarto certo domani. Non accondiscendono alla nuova ventata pop della politica europea. Scritto in pol economica Commenti ( 17 ) » (4 votes, average: 3.5 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Nato a Roma, vivo a Milano. Lavoro da qualche anno al Giornale e scrivo di economia e finanza. Tutti gli articoli di Nicola Porro su ilGiornale.it contatti Categorie Berlusconi IV (9) burocrazia (1) citazioni (2) finanza (11) pol economica (21) Varie (37) Ultime discussioni Enzo Miceli: Non la conoscevo prima delle sue "apparizioni" ad Anno Zero. Mi complimento con lei perchè... Sabrina: Completamente d'accordo con Lei. Mi sembra che Gasparri si metta al loro stesso livello proponendo di... FRANZ: Sei stato asfaltato da tutti quanti. E' inutile che piagnucoli. STATE MANDANDO L'ITALIA A... enrico: Perfettamente d'accordo. Anzi, il giornalista lib-lib dovrebbe essere sempre presente perché prima o... Alfredo Neuroni: Lugano, 24.10.2008 Per restare in tema "caseario", il parente povero svizzero del pregiato e... I più inviati I "cagasotto" - 4 Emails Ancora sui Precari Veneti - 1 Emails AliTaglia - 1 Emails Morti di ipocrisia - 1 Emails Piccolo sfogo sul meraviglioso Ferrara - 1 Emails Il casco per i baresi e i mutui per gli americani - 1 Emails I conti su Alitalia - 1 Emails Blog amici Alex Tabarrok crilla Finanza e Macro freakkkettoni IBL La città dei liberi Libertysoldier rass.stamp 11min In prova Ecodiario October 2008 M T W T F S S « Sep 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Archivio dei post October 2008 (3) September 2008 (1) August 2008 (2) July 2008 (5) June 2008 (3) May 2008 (4) April 2008 (3) March 2008 (2) February 2008 (4) January 2008 (5) December 2007 (5) November 2007 (5) October 2007 (7) September 2007 (11) August 2007 (20) Trackback recenti Phastidio.net: Tre stelle della Guida Michelin... Giornalettismo: Capri espiatori: la speculazione sulle commodities Giornalettismo: Le intercettazioni di Silvio distrutte? 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Vista da lontano: ma l'Italia è impazzita? (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Sono arrivato negli Stati Uniti pensando di trovare un Paese depresso, arrabbiato, sconvolto. Qui quasi un milione di famiglie sta perdendo la casa, decine di migliaia di persone sono sull'orlo del fallimento personale, un'intera generazione di pensionandi vede dimezzare, con il crollo di Wall Street, i risparmi di una vita e le aspettative di una vecchiaia serena. Negli Stati Uniti ci sarebbero davvero ottimi motivi per scendere in piazza e invece si tira avanti, talvolta col magone, ma senza pensare a una rivoluzione. Non ancora, perlomeno. Poi mio collego ai siti italiani e scopro immagini fortissime: piazza Duomo a Milano occupata dagli studenti, la sede di Assolombarda assaltata con fumogeni e i petardi, giovani che tentano un blitz all'auditorium di Roma. E tutto questo perchè? Per bloccare una riforma scolastica che, perlomeno per quel che concerne elementari e medie, propone misure di assoluto buon senso: il maestro unico, l'insegnamento dell'educazione civica, il voto in condotta. Prima di partire per gli Stati Uniti ho incontrato degli amici austriaci residenti a Milano che davvero non riuscivano a capire le ragioni di questa agitazione: a Vienna norme del genere sono normali, come in Francia, come in Germania, come in Svizzera. In Italia no. E per impedirle si provoca un nuovo Sessantotto. E tutto questo mentre il mondo sprofonda nella prima vera recessione globale, questa sì davvero spaventosa. Da lontano mi chiedo: ma l'Italia è impazzita? Ps: che tristezza vedere immagini come queste riportate da Youreporter Scritto in economia, democrazia, Italia Non commentato » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 22Oct 08 Sarah sta affossando McCain? Sono negli Usa per seguire le elezioni presidenziali. Due impressioni contrastanti: l'America profonda è sempre più perplessa nei confronti di Obama, come racconto in un reportage da Lincoln County, la contea del Missouri che da quasi 60 anni azzecca il nome del presidente. D'altro canto però, Sarah Palin sta provocando disastri. La base repubblicana, quella della destra religiosa e oltranzista continua ad adorarla, ma la maggior parte degli americani, inclusi gli elettori indipendenti, ne diffida. Le ultime novità certo non la aiutano: come governatore avrebbe addebitato allo Stato dell'Alaska viaggi in aereo e in alberghi di lusso per i figli (con un conto di oltre 20mila dollari). La stampa ha scoperto che il Partito repubblicano ha speso per vestire lei e la famiglia la bellezza di 150mila dollari in un mese e mezzo. E i dubbi di Colin Powell, che domenica aveva detto di non ritenere la Palin all'altezza della Casa Bianca, sono condivisi dal 55% degli elettori, secondo un sondaggio del Wall Street Journal. La maggior parte degli elettori è terrorizzata all'idea che la Palin possa diventare presidente se McCain, che ha passato i 70 anni e ha avuto problemi di salute, dovesse rinunciare all'incarico anzitempo. Sarah è simpatica, divertente, è un fenomeno mediatico. Ma politicamente è inconsistente. Era una risorsa, ora è diventata una zavorra. McCain perderà per colpa sua? Scritto in democrazia, presidenziali usa Commenti ( 41 ) » (5 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 20Oct 08 La sinistra vince nelle piazze ma perde alle urne? Ma basta riempire le piazze per vincere le elezioni? Obama, ovviamente, spera di sì: sabato c'erano centomila ad ascoltarlo a St Louis. A Denver, alla fine della convention, erano in 70mila, qualche settimana prima decine di migliaia di europei lo ascoltarono rapiti a Berlino. Sì, Barack sa mobilitare le folle, ma il sentimento della piazza corrisponde a quello della maggior parte dei cittadini? C'è da dubitarne: il candidato democratico perse molti consensi dopo Berlino e anche dopo Denver, (sebbene allora soprattutto a causa della discesa in campo di Sarah). Lo stesso potrebbe accadere ora: manifestazioni del genere producono spesso l'effetto opposto a quello desiderato, suscitando repulsione e diffidenza anziché adesione ed entusiasmo. In America, ma non solo. In Francia l'anno scorso Ségolène Royal raccolse una folla immensa per il suo ultimo comizio a Parigi, più del doppio rispetto a Sarkozy. Ma perse. In Italia il Partito comunista riusciva a portare in piazza centinaia di migliaia di persone, ma gli italiani, per fortuna, non gli diedero mai la maggioranza. Ora c'è molta attesa nella sinistra per la manifestazione di sabato prossimo contro il governo Berlusconi. Ieri Veltroni ha dichiarato: «L'opposizione si fa nelle piazze e non in tv». A me sembra che la buona politica si faccia formulando proposte convincenti ed essendo in sintonia con le esigenze più profonde del Paese. Requisiti che mancano al Pd. La sinistra continui così: vince nelle piazze ma, sempre più spesso, perdre alle urne. O sbaglio? Scritto in democrazia, Italia Commenti ( 36 ) » (8 voti, il voto medio è: 4.13 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Oct 08 Macchè capitalismo questo è "debitalismo". E ora torna Marx? L'altro giorno sul metro ho sentito un uomo sulla sessantina esclamare con aria soddisfatta: "Aveva ragione Marx, quando affermava che il capitalismo si sarebbe impiccato da sè". Oggi il radiogiornale di Radio 24 ha annunciato che in Germania le vendite de il Capitale di Marx sono triplicate nelle ultime settimane, proprio in coincidenza con la crisi dei subprime.. E forse siamo solo all'inizio. Intendiamoci: la casta finanziaria ha sbagliato generando la bomba dei derivati, gli imprenditori delle grandi multinazionali e delle banche hanno creato un sistema che consentiva loro di accumulare ricchezze immense e immeritate, senza mai pagare il prezzo degli errori che loro stesso commettevano, la classe politica non ha esercitato il proprio dovere di vigilanza e di controllo; anzi si è fatta coinvolgere e corrompere. Tutto questo va denunciato con chiarezza, ma Marx continua ad avere torto. Il libero mercato non è fallito, continua ad essere il miglior sistema possibile. Il problema è che il capitalismo è stato snaturato: il suo scopo è, da sempre, quello di favorire l'accumulo di capitale da parte dell'individuo, mentre le degenerazioni finanziarie degli ultimi vent'anni lo hanno trasformato in una cosa diversa: nel "debitalismo" ovvero nell'accumulo di debiti anziché di capitale. Per sopravvivere, per sostenere consumi al di sopra delle proprie disponibilità e dunque per drogare la crescita, creando non vero, solido benessere, basato sul risparmio e sul reddito reale, ma una ricchezza illusoria . Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna il debitalismo ha raggiunto proporzioni enormi, come ho ricordato in un post recente, noi europei continentali eravamo sulla stessa strada. Ora la bolla è scoppiata. Soffriremo, ma questa crisi può essere salutare e può permetterci di ripartire su basi più solide. I sistemi liberali riescono a correggere i propri errori, quelli comunisti no e per questo i "rossi" hanno perso la sfida con la storia. Di un revival di Marx non si sente proprio il bisogno. Scritto in economia, globalizzazione, democrazia Commenti ( 34 ) » (5 voti, il voto medio è: 3.6 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 15Oct 08 Classi per stranieri, perché tanto scandalo? Non riesco a capire le proteste indignate della sinistra contro l'emendamento della Lega che regolamenta l'accesso degli stranieri nelle scuole. In altri Paesi è una pratica normale e dettata dal buon senso. Alla radio ho sentito Fassino dire che istituendo classe separate si discriminano gli immigrati. A me sembra invece che sia vero il contrario: che senso ha mandare allo sbaraglio un bambino in una classe in cui non capisce una parola? Si sentirà subito diverso, verrà deriso dai compagni. Se invece per un anno segue un corso di italiano, quando verrà introdotto nei corsi regolari potrà facilmente integrarsi. E la qualità complessiva dell'insegnamento migliorerà. Questo è un altro punto dolente: quando ci sono tanti bambini stranieri il livello dei corsi si abbassa drasticamente. Lo so per esperienza personale: non lontano da casa mia alle elementari la percentuale di bimbi stranieri è superiore al 50%, i programmi non vengano rispettati perché gli insegnanti devono procedere molto lentamente, adeguano il ritmo a quello degli ultimi. Risultato: i genitori italiani tendono a togliere i propri figli dalla scuola pubblica e a metterli nella scuola privata. Perché un italiano deve essere privato di fatto del diritto di frequentare una scuola statale? Questa è un'ingiustizia. Il razzismo si diffonde anche così. Scritto in globalizzazione, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 46 ) » (4 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 13Oct 08 Ma Sarko è succube di Carlà? Ieri stavo pensando di scrivere un post di elogio di Sarkozy, per la reattività dimostrata durante la crisi finanziaria: è stato dinamico, propositivo, flessibile. E' stato uno dei pochi leader europei (con Berlusconi e il premier britannico Gordon Brown) ad aver capito subito la gravità della situazione e nel ritenere che solo un'azione congiunta a livello europeo sarebbe stata efficace, contrariamente alla Merkel, che è stata costretta a rivedere le sue posizioni, dopo le disgraziate decisioni di una settimana fa, che hanno contribuito non poco a diffondere il panico. Bravo Sarko, dunque. Ma simultaneamente alla riunione europea a Parigi, il presidente francese ha annunciato che non avrebbe estradato la terrorista rossa Marina Petrella. " Per ragioni umanitarie" è la spiegazione ufficiale. A mio modo di vedere inaccettabile: la signora Petrella, sebbene gravemente malata, resta una brigatista condannata all'ergastolo. Spetta all'Italia decidere in merito alla grazia o alla sospensione della pena e dunque Parigi doveva estradarla, a meno che Sarko non si fidi dell'Italia e dunque lo consideri un Paese del Terzo Mondo. Prendendo in considerazione la variabile Carlà, però, tutto diventa chiaro: la Petrella è protetta da Valeria Bruni Tedeschi e da alcuni intellettuali di sinistra. Valeria ha sensibilizzato la sorella Carla, la quale, mentre il mondo era sull'oro del collasso si è rivolta al marito. A modo suo ovvero in pressing asfissiante, perché la signora Bruni ottiene sempre quel che vuole. E Sarko, verosimilmente esasperato, alla fine ha ceduto, contraddicendo la decisione presa due anni fa dal suo stesso governo che si era espresso a favore dell'estradizione. Insomma, ha preferito irritare l'Italia piuttosto che dire no a sua moglie e, tramite lei, alla sinistra radical-chic parigina, la stessa che difendeva l'altro terrorista Battisti. Che delusione. Qual è il vero Sarko, con o senza Carlà? Scritto in democrazia, Italia, francia Commenti ( 61 ) » (7 voti, il voto medio è: 3.86 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Oct 08 Il vero debito americano è (forse) incolmabile George Bush tenta di rassicurare i mercati: "Siamo una nazione prospera e ci risolleveremo dalla crisi", ha dichiarato. Me lo auguro di cuore, ma non tutti sono ottimisti. Non lo è l'economista Martin Feldstein, come spiego in un articolo uscito oggi sul Giornale. Negli ultimi giorni l'Economist ha citato un dato spaventoso: il debito aggregato americano (ovvero famiglie, banche, imprese e pubblica amministrazione) è pari al 358% del Pil ovvero 51miliardi di debiti rispetto a un Pil di 14 miliardi. Massimo Mucchetti ha analizzato i sette errori del capitalismo americano, citando, oltre a queste, anche altre cifre inquietanti: l'esposizione della finanza è passata dal 21% del Pil nel 1980 al 116% nel 2007. Non sono un economista, ma un po' me ne intendo e la situazione mi sembra la seguente: l'economia americana è sommersa dai debiti, ma per un meccanismo assurdo che nessuno ha contrastato per oltre un decennio la crescita economia è dipesa e continua a dipendere dai consumi (che contano per il 70% del Pil), che a loro volta sono alimentati dalla finanza e dunque in ultima analisi dal debito. Ora la finanza è a corto di ossigeno, come fa l'America a rialzarsi in tempi brevi? Ho il sospetto che il fossato sia incolmabile: il peggio deve ancora venire? Scritto in economia, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 41 ) » (8 voti, il voto medio è: 4.25 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Oct 08 Banche, Veltroni sbaglia. Anche la sinistra ha le sue colpe Ieri sera Ballarò, Walter Veltroni ha dichiarato che "l'attuale crisi finanziaria è colpa della destra". Davvero? A me sembra che, in Italia, solo un politico ha visto per tempo arrivare la crisi e si chiama Giulio Tremonti, mentre a sinistra solo certi pensatori no global oggi possono affermare di aver sempre criticato lo strapotere del sistema finanziario. Invece la cosiddetta sinistra moderata mi è sempre parsa piuttosto compiacente, anzi ricettiva, nei confronti delle banche sia a livello nazionale sia internazionale. Vogliamo ricordare la vicenda Unipol? Profumo non è considerato un banchiere prodiano? In genere per anni i leader della sinistra sembravano non avere altro desiderio che farsi accreditare in quel mondo, con modalità tipicamente provinciali in Italia; più elaborate all'estero. Blair ha contribuito in modo decisivo alla gigantesca "finanziarizzazione" della Gran Bretagna con relativa esplosione del debito privato; le leggi americane che hanno consentito la diffusione del virus dei subprime e la deregolamentazione dei prodotti derivati più a rischio risalgono al 1999 e al 2000: sono state approvate in piena era Clinton. Sia chiaro: anche i partiti della destra moderata hanno le loro colpe. soprattutto nel mondo anglosassone. Quelle due leggi furono proposte, tra gli altri, dall'attuale consigliere di McCain, mentre l'Amministrazione Bush ha gravi responsabilità nel non aver nemmeno tentato di contrastare le pratiche immorali di banche mai sazie e onnipotenti. Tornando all'Italia, Prodi ha forse adottato misure per regolamentare e frenare le banche? Niente affatto, il cuneo fiscale ha finito per agevolare soprattutto gli istituti di credito, che hanno visto esplodere gli utili, ma la cui aliquota è scesa. La sinistra moderata (Pd e discendenti) è sempre stata molto amica del mondo finanziario. Veltroni lo ha già dimenticato? Scritto in economia, globalizzazione, democrazia, Italia, gli usa e il mondo Commenti ( 34 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.2 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 06Oct 08 L'egoismo della Germania può mettere a rischio anche l'euro Riepiloghiamo: dopo il crollo del muro di Berlino la Germania (cancelliere era Kohl) optò per una riunificazione monetaria con l'ex Ddr che sfidava il buon senso e che infatti si dimostrò largamente deficitaria, visto che ancora oggi i leander dell'est sono in difficoltà. Risultato: l'economia europea si fermò e rimase stagnante per tutti gli anni Novanta. La Germania impose al resto d'Europa i cinque criteri di Maastricht come condizione per dare il via libera all'euro; miravano a rendere la struttura finanziaria dei paesi membri della Ue simile a quella tedesca. Quei cinque criteri erano arbitrari in quanto non includevano altri indicatori economici fondamentali, ma i partner europei risposero presente e accettarono le pretese tedesche. Ora però è l'Europa che invoca solidarietà o perlomeno un coerente coordinamento tra i Paesi principali per gestire la crisi bancaria. Ma Berlino fa di testa sua: non solo boccia le richieste di Sarkozy e Berlusconi sulla creazione di un fondo comune, ma annuncia a sorpresa la tutela statale di tutti i depositi bancari privati in Germania. Una mossa volta a tutelare i risparmiatori tedeschi dal rischio crash, che può essere legittima e anche giusta ma che va presa di conune accordo con gli altri partner, altrimenti il rischio è che milioni di cittadini europei decidano di trasferire in Germania i propri conti, il che renderebbe ancora più instabile il sistema bancario europeo. Il ministero delle finanze afferma di "non volere un piano europeo perché vuole tenersi le mani libere e agire in modo indipendente". Ma allora perché varare l'unione economica e monetaria se non si è disposti a rispettarne lo spirito fino in fondo e soprattutto in momenti difficili come questi? Intanto il Financial Times avverte: se l'Unione europea non elabora una risposta corale la crisi potrebbe diffondersi rapidamente con dinamiche imprevedibili e a quel punto persino l'euro potrebbe essere a rischio. A che cosa mira la Germania? Scritto in europa, germania, Italia Commenti ( 89 ) » (8 voti, il voto medio è: 3 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 03Oct 08 La crisi dei giornali si risolve su Internet Leggo sul Sole 24Ore che gli editori si oppongono al progetto del governo di pubblicare atti provvedimenti solo su Internt, con la conseguente cancellazione dell'obbligo di pubblicare delle sentenze di condanna sui giornali. Li capisco: sono una fonte di introito che, nell'attuale clima di recessione, anche pubblicitaria, è sempre più importante. Leggo delle traversie dei piccoli giornali, di qualunque orientamento politico (dal Manifesto alla Padania), che con la riduzione dei contributi pubblici rischiano di scomparire. Li capisco: la chiusura di testate è sempre dolorosa. Leggo gli ultimi dati di sulla diffusione dei quotidiani che dimostrano una calo generalizzato delle vendite. Non bastano più libri, Cd, allegati vari a sostenere le edicole, che infatti tendono a diminuire di numero, perlomeno nelle grandi città. Gli editori sono preoccupati e li capisco. Non capisco però l'ostinazione con cui il mondo dei giornali si ostina a negare la realtà, che è molto semplice: il processo di trasferimento dei lettori dalla carta stampata a Internet è più rapido del previsto. I giornali di partito non devono necessariamente essere stampati su carta: un bel sito internet permetterebbe loro, anzi, di avere più lettori. E costerebbe meno. Gli editori non possono pensare di sorreggere i propri bilanci con gli annunci dei tribunali, nè con strumenti secondari come gli allegati. Lo penso da tempo e lo ribadisco: i quotidiani si salveranno solo se smetteranno di guardare al futuro usando i parametri del passato e se inizieranno a elaborare strategie per rendere sempre più sinergici il giornale tradizionale e il sito Web nonché a elaborare nuove strategie di raccolta pubblicitaria on-line. Il processo non è semplice, ma non ha alternative. Chi lo fa bene salva sia l'edizione cartacea che quella on line, vedi i successi del Guardian. Chi si ferma è destinato a soffrire sempre di più. Il mondo può andare avanti senza giornali, ma non può più fare a meno del Web. O sbaglio? Scritto in Italia, giornalismo Commenti ( 26 ) » (3 voti, il voto medio è: 3.67 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. 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Alitalia, niente intesa sui contrattiÈ legge il decreto salva-aziende (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Alitalia, niente intesa sui contrattiÈ legge il decreto salva-aziende conto alla rovescia Entro il 31 ottobre la Cai deve presentare l'offerta. Sabelli: «Indispensabile l'intesa coi sindacati». Esuberi anche in AirOne 25/10/2008 Roma. Ad una settimana dalla scadenza, fissata al 31 ottobre, per la presentazione dell'offerta vincolante per Alitalia da parte di Cai, è arrivato il via libera del Senato al decreto legge tagliato su misura per la compagnia. Intanto però il nodo sui contratti non è ancora stato sciolto: l'amministratore delegato di Cai Rocco Sabelli, secondo quanto riferiscono fonti sindacali presenti all'incontro tenutosi ieri, ha precisato di volersi prendere tutto il tempo che serve per arrivare ad un accordo senza il quale non ci potrà essere l'offerta al commissario straordinario Augusto Fantozzi. Questi ha detto la scorsa settimana che Alitalia ha soldi in cassa fino al 31 dicembre. «Ma non è vero che non ci sia fretta» hanno però precisato fonti vicine a Sabelli in un secondo tempo, dopo che le agenzie hanno battuto le indiscrezioni di fonte sindacale sull'esito dell'incontro. Sul fronte esuberi, l'amministratore delegato di Cai avrebbe affermato che con la nascita della nuova Alitalia la cassa integrazione e la mobilità toccheranno in maniera proporzionale anche AirOne, la compagnia di Carlo Toto che confluisce nella nuova società. Inoltre, per quanto riguarda i criteri di assunzione, al tavolo è stato chiarito che non ci sarà alcuna discriminazione che riguardi personale in maternità o personale con disabili a carico, anche se Sabelli ha fatto presente che vuole avvalersi delle migliori risorse al minor costo. Sugli stipendi smentiti tagli ulteriori rispetto a quelli previsti dall'accordo di Palazzo Chigi, nell'ordine del 6-7% per hostess e piloti. Intanto il quadro normativo che dovrebbe permettere al "piano Fenice" di decollare è stato approvato a Palazzo Madama. Saltata la contestatissima norma "salva-manager", è diventato legge il decreto Alitalia che estende la legge Marzano alla ristrutturazione di grandi imprese in crisi non solo finanziaria, ma anche di tipo industriale. Nella navetta tra Camera e Senato, il provvedimento ha anche recepito gli accordi tra Cai e i sindacati dopo le lunghe notti di trattativa a Palazzo Chigi. La neo-legge prevede che il commissario straordinario può procedere alla cessione di «complessi aziendali» o anche di «singoli beni o contratti», non solamente dell'intera società. Può individuare gli acquirenti «a trattativa privata, tra i soggetti che garantiscono la continuità del servizio, la rapidità dell'intervento» e il rispetto dei requisiti previsti dalla legislazione nazionale e dai trattati. Il prezzo di cessione «non deve essere inferiore a quello di mercato, risultante dalla perizia effettuata da primaria istituzionale finanziaria, individuata con decreto del ministro dello sviluppo economico». Tra le novità anche le deroghe Antitrust: le operazioni di concentrazione che riguarderanno Alitalia saranno escluse dalla necessità dell'autorizzazione dell'autorità fino al 30 giugno 2009. Il decreto concede poi misure di sostegno agli esuberi per sette anni e prevede che i trattamenti di cassa integrazione e mobilità possono essere concessi per un periodo massimo, rispettivamente, di 48 e 36 mesi. C'è inoltre la possibilità per Cai di ripescare nella nuova gestione parte dei precari di Alitalia. Infine, è stata alzata da 1 euro a 3 euro l'addizionale comunale sui diritti di imbarco dei passeggeri e i due euro in più saranno destinati agli ammortizzatori sociali per i lavoratori di Alitalia. 25/10/2008

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L'acqua è un benedella comunità, ma i partiti stiano fuoridalla gestione pubblica (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Alitalia

L'acqua è un benedella comunità, ma i partiti stiano fuoridalla gestione pubblica Nel silenzio generale dei media il governo Berlusconi ha votato l'articolo 23 bis del decreto legge Tremonti che sancisce la privatizzazione dell'acqua pubblica. Di fatto è stata sancita una bestemmia sociale, culturale ed etica; l'acqua è un bene essenziale per la vita, un diritto fondamentale dell'uomo che non può essere alienato, non può essere mercificato e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto. L'acqua è sacra in ogni Paese, cultura e fede del mondo. Da oggi l'acqua non è quindi più un bene pubblico, ma cadrà definitivamente e per legge sotto il controllo delle multinazionali come Veolia, che a Latina ha già deciso di aumentare le bollette del 300% e ai consumatori che protestano manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori. È tutto chiaro? Questo governo si è comportato da statalista con Alitalia ed ora fa il liberista con l'unico bene che non dovrebbe assolutamente essere sottomesso alle regole dell'economia capitalistica. Gian Francesco Uboldini E-MAIL 25/10/2008 l'avvocato di famiglia i quesiti su diritto di famiglia e in materia di eredità e successioni avv. GIOVANNA COMANDÉ corso A. Podestà 6/5 tel. e fax: 010 8686807; e-mail: giovannacomande@fastwebnet.it Per problemi di eredità e successioni indirizzare all'associazione C.L.A.S.S.E. 25/10/2008

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per un populismo della sinistra - (segue dalla prima pagina) (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina 41 - Commenti PER UN POPULISMO DELLA SINISTRA (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Fa bene a un partito riformista un po´ di esplicito populismo di sinistra? Sono interrogativi che equivalgono a chiedersi, in fondo, se il riformismo debba contenere una quota di radicalità. Con quel che ne consegue anche nello stile e nei simboli: cortei, bandiere, un´opposizione animosa e rumorosa, con il recupero di una contrapposizione nettissima rispetto al governo e al Popolo della libertà. Insomma: oggi, domani, nel futuro politicamente prevedibile, il riformismo può trovare una risorsa nel populismo? C´è un´insidia in questa domanda, se si pensa che l´accusa di populismo è sempre stata brandita contro la destra. Secondo la cultura unanime del centrosinistra, l´istinto demagogico appartiene all´indole del Pdl e dei suoi capi, a cominciare dal populista principe Silvio Berlusconi, dato che un marcato atteggiamento antistituzionale è stato la cifra continua negli slogan, nelle proteste e negli atti della destra: contro le tasse, contro l´euro, contro le regole, contro i partiti, contro i "comunisti", contro i giudici, contro i fannulloni, contro gli stipendi degli insegnanti. A rigor di termini, l´ideologia e la vocazione populista si realizzano nell´intenzione di trasformare immediatamente in leggi la cosiddetta volontà popolare. L´attuale governo ne è un esempio plateale, con i ministri (in particolare Mariastella Gelmini, Renato Brunetta, Giulio Tremonti, Roberto Calderoli) impegnatissimi a disporre pacchetti di riforme, anche per decreto, cercando comunque di superare di slancio il disturbo delle discussioni parlamentari. Ecco la Finanziaria approvata in Consiglio dei ministri nel giro di nove minuti e mezzo, ecco l´assurda Robin Tax, tassa discrezionale "contro la speculazione petrolifera" e contro le banche, quando sembrava che petrolieri e banche facessero profitti troppo alti grazie alla congiuntura; e poi l´esercito in tenuta campale nelle strade, il federalismo affidato a una delega generica e caotica, i tagli alla scuola che idealizzano strumentalmente l´età delle mezze stagioni e dei grembiulini. Non conviene nascondersi che, di fronte al forcing comunicativo del Pdl, il centrosinistra ha mostrato finora armi spuntate. In parte per le ripercussioni politiche e psicologiche della sconfitta elettorale, ma in parte anche per una specie di sfasatura rispetto alle iniziative del governo. L´azione politica del Pd veltroniano, infatti, si svolge in genere su un piano differente rispetto a quello della maggioranza berlusconiana. La cultura democratica prevalente è largamente rivolta verso la sfera dei diritti, evoca battaglie culturali nel nome dell´antifascismo, combatte il razzismo e la xenofobia, si concentra sulle pari opportunità e contro le discriminazioni, nel nome del rispetto di una consapevole cultura costituzionale. Sono tutte tematiche sacrosante, ma per il momento poco producenti nella battaglia politica in corso. Hanno la veste di posizioni filosofiche più che di strumenti politici utilizzabili nel confronto. Confermano l´elettore del centrosinistra di essere nel giusto, convincono i già convinti, ma almeno nel breve periodo non allargano l´area del consenso. Mentre dovrebbe essere chiaro che, se non vuole restare politicamente subalterno (cioè «minoranza strutturale», secondo la definizione di Massimo D´Alema), nelle prossime stagioni il problema centrale del Pd consisterà non tanto nel confermare i propri elettori, bensì nel tentare di staccare pezzi di elettorato dall´area berlusconiana. A questo scopo, il centrosinistra deve riuscire a spiegare, prima a se stesso e poi all´opinione pubblica, che il riformismo è sì politica delle compatibilità, ma che ciò non esclude affatto un principio di radicalità. Perché la radicalità è uno strumento che serve a perseguire due obiettivi: a individuare con nettezza i problemi, e a suscitare identità. Vero è che occorre intendersi su quali ambiti convenga essere radicali. Cioè i punti su cui esercitare una pressione politica efficace. Al di là dall´incertezza generale suscitata dalla recessione, sarà il caso di vedere con chiarezza che Pdl è all´attacco sul terreno socio-economico, ha in mente una politica chiara, tesa a corporare gli interessi in un blocco sociale permanente. L´eclettismo berlusconiano sui principi di fondo e sui "valori" consente alla destra di assumere le posizioni di volta in volta più convenienti, specialmente nel rapporto con la Chiesa; ma sugli interessi non si scherza mai. Il Pdl avrà pure commesso errori strategici (in particolare predisponendo misure economiche depressive, cioè i tagli, in una fase di crescita zero), ma ha chiarissimo l´obiettivo unilaterale di favorire i ceti a cui può offrire una conveniente casa comune. Ebbene, in una situazione simile il Pd non può permettersi il lusso di disputare una partita diseguale, ossia di rispondere a una politica economica aggressiva con una serie di rivendicazioni intellettuali, civili, filosofiche. è vero che il codice della lealtà repubblicana e di una modernizzazione guidata da criteri di apertura culturale sono essenziali per stabilire una differenza qualitativa rispetto alla destra: una laicità radicale è un elemento essenziale di identità politica rispetto al clericalismo opportunista di Berlusconi; così come un´idea avanzata ed europea della riforma della scuola è necessaria per rispondere in modo radicale (e nello stesso tempo con buonsenso) alla striminzita restaurazione della Gelmini. Ma in questo momento ci vuole innanzitutto uno strenuo esercizio di radicalità per mettere allo scoperto i pilastri della politica del Pdl. Il "populismo" della sinistra riformista dovrebbe essere la leva per concentrarsi sulle contraddizioni della coalizione di centrodestra, per richiamare su di esse l´attenzione dei cittadini e per provare a sgretolarle. Altrimenti la politica italiana resta divisa in due corpi separati, ognuno dei quali gioca la sua partita indipendente: solo che la destra si fa gli affari, la sinistra nutre buoni sentimenti con il rischio, alla fine, di vederli trasformati in frustrazione permanente. E invece no: per uscire dal cerchio del consenso magico del Re Silvio, dalla stregoneria comunicativa indipendente dagli eventi reali, occorre anche quel tanto di realistica asprezza che induce a parlare di cose elementari. Quindici milioni di italiani intorno alla linea della povertà. I negozi di quartiere deserti. I salari falcidiati dall´inflazione, che invece favorisce chi può ancora manovrare i prezzi. Il lavoro dipendente sacrificato alle necessità della concorrenza globale; e nello stesso tempo settori commerciali già in crisi per la flessione dei consumi determinata dall´erosione dei redditi medi. Insomma, è il caso di tornare a mettere il dito su fenomeni a loro modo brutali. E per farlo ci vuole la schietta radicalità implicita nel parlare di cose vere, cioè di soldi, di redditi, di bilanci famigliari, di profitti, di problemi reali dell´economia. Per la sinistra riformista, la sfera degli interessi è stata in passato confinata in fantasmi contabili come il Pil, il debito, il deficit, l´avanzo primario. In seguito si è praticato un tentativo quasi eroico di reinterpretare da sinistra le categorie liberali del merito e della concorrenza, come strumenti per scardinare la disuguaglianza sociale. Adesso occorre essere convincenti in profondità: non è sufficiente il cervello, la razionalità, la linearità dell´analisi. Ci vogliono anche il sangue, i polmoni, il cuore. Quel tanto di cattiveria che consente di parlare alla pancia della nostra società e di attaccare la destra sul suo stesso terreno e con realistiche possibilità di successo. (Benissimo la moral suasion su Guglielmo Epifani, ma non si dovrebbe dimenticare che la migliore critica all´operazione Alitalia è venuta dal radicalismo televisivo di Milena Gabanelli, non dal governo ombra). Il Circo Massimo serve a ricordare che è venuto il momento di mettere il naso nella concretezza. Di tentare con adeguata forza polemica di dissolvere i fumi berlusconiani del consenso gratuito. Il populismo possibile della sinistra significa che occorre guardare alla realtà vera del nostro paese, alla sua vita quotidiana. Nonostante la prevalenza del virtuale, la politica è ancora scontro di posizioni, delimitazione fra scelte incompatibili, contrapposizione di soluzioni apertamente alternative. In questo senso, il populismo, interpretato con intelligenza da sinistra, non è un ibrido incoerente: è semplicemente lo strumento per dare una voce a un´Italia che fino a oggi ha rischiato di restare attonita e muta.

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viola: "non vogliamo lasciare quella fabbrica" (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

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Pagina IX - Torino L´operaio Viola: "Non vogliamo lasciare quella fabbrica" «Mi chiamo Pino Viola, sono il rappresentante delle Rsu della Bertone. Sono, siamo molto stanchi. Cinque anni pesano. Soprattutto se devi vivere con 600-700 euro al mese. Ormai molti di noi hanno bruciato anche i piccoli risparmi che avevano per pagare il mutuo o la retta dell´asilo. Ci siamo trovati invischiati in una telenovela familiare e ne paghiamo il conto. Paghiamo noi operai le incapacità della famiglia Bertone. Per questo siamo stufi di sentire dire che la signora Lilli è dalla nostra parte. Non è vero niente. Lei è la prima responsabile di questa situazione, lei ci ha portati fino a questo punto. Non ci resta che sperare che il tribunale le tolga la potestà su marchio e terreni per chiudere questa storia infinita. Ma nonostante tutto, noi ci teniamo a quella fabbrica, io e i miei compagni. Perché nessuno ci aiuta? Perché il governo si preoccupa dell´Alitalia e non di noi? Non siamo figli di un dio minore. Siamo gente onesta che chiede semplicemente di tornare a lavorare. Non vogliamo assistenza, né pietismo, vogliamo lavorare, vogliamo tornare a fare macchine, che è la cosa che sappiamo fare meglio. Alcuni nostri compagni sono andati a lavorare per un po´ di tempo in altre fabbriche, hanno ricevuto complimenti e pacche sulle spalle ma non ci basta più neanche questo. Noi vogliamo riprenderci la nostra dignità. E nessuno scambi la nostra compostezza per un segnale di resa: noi non ci rassegneremo mai a lasciare quella fabbrica, che è la nostra fabbrica». (p.p.l.)

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"liberalizzare i voli per malpensa" (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

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Pagina VI - Milano L´appello "Liberalizzare i voli per Malpensa" Torna a chiedere al governo di liberalizzare i voli nazionali su Malpensa e sugli altri scali italiani. E questa volta la richiesta di Letizia Moratti arriva insieme a quella del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, con cui sottoscrive un accordo in vista dell´Expo: «La mancata liberalizzazione impedisce di effettuare un collegamento diretto con Trieste, dopo che la nuova Alitalia ha deciso di dimezzare i voli su Malpensa». Un volo che, dice il sindaco, «per noi è preziosissimo, perché Trieste ha un legame storico con Milano, a partire da grandi aziende. Questo non è accettabile per la competitività delle nostre città, per i costi aggiuntivi che i nostri passeggeri e le nostre imprese si troverebbero ad affrontare». Anche il sottosegretario alle Infrastrutture Roberto Castelli si è schierato a difesa di Malpensa: «Deve essere lasciata libera di lavorare, perché c´è la fila di compagnie che vogliono operare nello scalo lombardo». (a.g.)

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lezioni in piazza duomo blitz mediatici e feste l'onda reinventa la protesta - (segue dalla prima pagina) curzio maltese (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina 13 - Cronaca Lezioni in piazza Duomo blitz mediatici e feste l´Onda reinventa la protesta L´inchiesta "Non ci faremo etichettare, non siamo né comunisti né fannulloni" Il ´68 appare lontano, i giovani leader sono cresciuti tra marketing e tv Le nuove forme di mobilitazione: "Slogan e cortei ormai puzzano di vecchio" (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) CURZIO MALTESE Nel mezzo degli anni Settanta, nella bufera delle lotte operaie e studentesche, qui lo slogan vincente era «ma andate a lavorare, barboni!». Figurarsi oggi, in fondo a un trentennio asfaltato da Craxi, Bossi e Berlusconi. Ieri mattina, mentre i capannelli di anziani discutevano se aveva più ragione il Feltri a scrivere che la polizia doveva «manganellare gli studenti nelle parti molli», oppure il Cossiga a volerli «mandare tutti all´ospedale, senza pietà», si sono presentati i ragazzi dell´Onda milanese con i banchetti per tenere le lezioni in piazza. La prima, bellissima, del professor Roberto Escobar, filosofo della politica e raffinato recensore della pagina culturale del Sole 24 Ore, sul tema attualissimo: "Paure e controllo sociale". I capannelli si sono ritratti schifati. «Occhio, sono quelli là, i balordi del Leoncavallo». Il Leoncavallo era un famoso centro sociale degli anni Settanta, rimasto da allora un mito più per la destra che per la sinistra. Nessuno ha trovato ancora il coraggio di comunicare ai pensionati di piazza del Duomo, ai consiglieri di An in giunta, a Berlusconi stesso e alle redazioni di Libero e Giornale che purtroppo il Leoncavallo, sentina di tutti i mali, covo di comunisti drogati, non esiste più da anni. L´hanno deportato a Greco ed è ridotto a un locale di reduci. I ventenni di oggi semmai si trovano al centro sociale Il Cantiere, in via Monterosa, o in quelli della Bicocca. Comunque Roberto Escobar non ha proprio l´aria dell´agitatore rosso, in più non parla in professorese e ha un bel senso dell´umorismo, quindi alla fine qualche benpensante si è staccato dal gruppo, con passo timido, verso l´adunata di sovversivi. C´è un´astuzia da guerriglieri mediatici degli studenti milanesi, pochi e accerchiati nella roccaforte del Cavaliere, che meriterebbe di essere studiata dall´opposizione, dalla sinistra. Se a Milano la sinistra non si fosse estinta da tempo. «Saremo imprevedibili», avevano promesso e hanno mantenuto. Il rapporto di studenti mobilitati, rispetto a Roma, è di uno a dieci. Per non parlare dei professori "fiancheggiatori", quatto gatti. Eppure riescono a far parlare di sé ogni giorno. Si dividono pezzi di città sulle cartine, come l´altro giorno per il blocco del traffico, e danno l´impressione così di essere moltissimi. Nell´aula della Statale che fu il tempio dei liderini sessantottini, da Capanna a Cafiero, specialisti nel discettare sulle prospettive planetarie del capitalismo, assisto a un collettivo sul tema della comunicazione. Discorsi ruvidi ma affascinanti. Del tipo: «Occupazioni, slogan, cortei, tutta roba che puzza di vecchio. Dobbiamo inventarci ogni giorno una cazzata buona per i notiziari, fare come lui. Il Berlusca quando deve distrarre l´attenzione dal taglio del tempo pieno che fa? Scatena il dibattito sul grembiulino». E quindi vai con le trovate. Un giorno la lezione in piazza sfidando i capannelli, un altro il sit-in coi libri sulle linee del tram, un altro ancora i messaggi in bottiglia da distribuire ai passanti, poi la festa aperta a tutti («un momento ludico ci vuole»). «Qualcuno ha un´altra idea?». Sembra una riunione creativa di pubblicitari. Marco prende la parola: «Bisogna trovare il modo di non farsi criminalizzare. Di non farsi fottere come i lavoratori dell´Alitalia o i fannulloni dell´impiego pubblico o gli immigrati delinquenti. Se ci trovano un´etichetta, tipo che siamo comunisti o non vogliamo studiare, ce l´abbiamo nel c�». Per ora, in qualche modo, ce l´hanno fatta a sfuggire all´iscrizione nelle liste nere del nuovo maccartismo. A svicolare dalla caccia alle streghe che concentra ogni volta la rabbia di tanti contro una micro categoria in genere di poveri cristi. Hanno vent´anni, non sanno nulla del ´68, poca roba del ´77, non s´interessano di politica e neanche all´antipolitica. Non è un trucco per non passare "da comunisti". Soltanto negli ultimi dodici anni, dal ´96 al 2008, l´astensionismo al voto dei ventenni è raddoppiato, dal 9 al 18 per cento. Ma sono nati e cresciuti in pieno berlusconismo, nel cuore dell´impero, e hanno sviluppato gli anticorpi giusti. Oltre a una vera ossessione per la comunicazione. «è anche esperienza di vita», chiarisce Luca, 21 anni, Scienze Politiche «Per arrangiarci in fondo che facciamo? Lavoriamo al call center, facciamo i baristi, le consegne, qualcuno lavoricchia in pubblicità. Insomma tutto il giorno a contatto con il pubblico, la gente normale». «E la prima regola per comunicare i contenuti di una lotta è non farsi etichettare dalla politica. Non saremo mai l´esercito di nessun partito», aggiunge una bella ragazza alta e mora, dal piglio lideristico. Età? 22 anni. Nome? Carlotta Cossutta. Parente? «Nipote». Una rivendicazione di autonomia politica dalla nipote dell´Armando Cossutta, il boss del Pci milanese, l´uomo di Mosca, il rifondatore del comunismo, fa un certo effetto. «Intendiamoci, ciascuno ha le sue idee. Ma qui si tratta di comunicare la sostanza. Oggi per esempio siamo qui a discutere del perché sui media ha avuto tanto spazio il piccolo scontro con la polizia dell´altro giorno e non gli argomenti contro la legge». Carlotta guida un gruppo di guerriglieri mediatici che ogni mattina fa monitoraggio su stampa, radio e tv, analizza, studia come «fare notizia». Alcuni dimostrano un vero talento. La protesta a Scienze Politiche nasce per esempio da una rivista, Acido Politico, la migliore rivista universitaria di questi anni, creata, diretta e scritta quasi per intero fino all´anno scorso da uno studente, Leo. Per esteso il nome è Leonard Berberi, albanese, nato a Durazzo, arrivato in Italia a dieci anni, senza parlare una parola d´italiano. Nessuno l´ha messo in una classe differenziata, si è diplomato e laureato col massimo dei voti ed è arrivato primo al test di ammissione del master di giornalismo della Statale. Nel movimento milanese sono molti i figli di immigrati e moltissimi gli studenti del Sud. Alla ministra Gelmini, che lamenta l´eccesso d´insegnanti meridionali al Nord, bisognerà un giorno comunicare la percentuale di studenti meridionali nella più prestigiosa università milanese, la Bocconi: 45 per cento. Il marketing del movimento milanese in ogni caso funziona e l´Onda comincia a ingrossarsi. Dal mondo dei docenti arriva solidarietà. Il preside di Scienze Politiche, Daniele Checchi, per primo ha proclamato un giorno di blocco didattico in appoggio alla protesta. La preside di Psicologia alla Bicocca, Laura D´Odorico, ha aderito con entusiasmo: «Era ora che gli atenei si svegliassero dalla rassegnazione decennale a tagli brutali fatti passare come riforme». Lo stesso rettore della Statale, Enrico Decleva, finora assai tiepido, se n´è uscito a sorpresa con un´intervista a Radio Popolare in cui ha ammesso: «Con questi ultimi tagli la Statale non potrà chiudere il bilancio del 2010». Non è neppure vero che l´Onda milanese non faccia politica, almeno nelle alleanze. A cominciare dalla più classica, cioè sfruttare le divisioni nel campo nemico. A Milano, in Lombardia, nelle università il vero potere e il vero consenso non è neppure berlusconiano: si chiama Comunione e Liberazione. Ovvero Formigoni. Ovvero uno che da mesi è impegnato, da destra, nel fare opposizione a qualsiasi iniziativa del governo. Non sarà un caso se uno dei Formigoni boys, Francesco Cacchioli detto "Bencio", responsabile della lista ciellina a Scienze Politiche, che incontro per i corridoi della Statale, dice: «Questa roba qui non è una riforma, è una completa idiozia, una serie di colpi di mannaia senza dietro alcun disegno politico. Noi cattolici finora abbiamo contestato certi modi, i picchetti, i cortei, roba di sinistra. Ma diciamo la verità, nella sostanza non è che abbiano proprio torto».

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dopo il caro greggio la recessione alle corde i conti delle aerolinee (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

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Pagina 6 - Economia Aerei Dopo il caro greggio la recessione Alle corde i conti delle aerolinee Non c´è pace per il mondo del trasporto aereo. I grandi vettori non fanno a tempo a festeggiare il calo del greggio � che ha dimezzato il suo valore in un mese � che la recessione li mette del tutto ko. La Iata ha annunciato ieri che i passeggeri sono calati per la prima volta dal 2003 a settembre. Air France ha lanciato un allarme utili che ha messo ko i titoli e la Lufthansa, in gara per rilevare la Austria Airlines, ha valutato solo un euro il 49% della compagnia di Vienna. I soci di Cai faticano a mettere assieme i finanziamenti per Alitalia.

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alitalia, via libera al decreto ma l'offerta cai resta in salita - lucio cillis (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 25-10-2008)

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Pagina 35 - Economia Trattative con i sindacati ancora appese a un filo, spazio fino a venerdì Alitalia, via libera al decreto ma l´offerta Cai resta in salita Sparisce la norma salva-manager ma entra la manleva patrimoniale per i dirigenti pubblici LUCIO CILLIS ROMA - Offerta Cai a rischio senza un accordo con i sindacati. Il tempo stringe, ed entro venerdì prossimo le parti dovranno chiudere sulla questione dei contratti e sui criteri di assunzione nella nuova Alitalia. Se il dialogo tra la Compagnia aerea italiana e le sigle di categoria dovesse incagliarsi ancora nelle prossime ore, Cai potrebbe decidere di non procedere all´offerta, come hanno ribadito in serata fonti vicine al dossier. Ieri, tra l´altro, è arrivato anche il via libera definitivo per il decreto tagliato su misura per Alitalia. Dal testo approvato ieri, dopo un "replay" della votazione imposto dal presidente del Senato Renato Schifani - che ha fatto annullare la prima tornata perché inficiata da un "pianista" della maggioranza - scompare la contestata norma salva-manager. Il provvedimento prevede però una manleva per amministratori, «pubblici dipendenti e soggetti comunque titolari di incarichi pubblici». Un passaggio che rappresenta uno scudo in caso di responsabilità patrimoniale e contabile anche per i dirigenti statali oltre che per il consiglio di amministrazione di Alitalia e l´attuale commissario Augusto Fantozzi. In particolare il decreto salva da responsabilità di tipo civile i vertici non politici del Tesoro in carica dal 18 luglio 2007 fino alla data di entrata in vigore del decreto, oltre che «gli amministratori, i componenti del collegio sindacale e il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari». Il 18 luglio dello scorso anno, infatti, il ministero dell´Economia concluse con un nulla di fatto la faticosa procedura di vendita dalla quale, uno ad uno si sfilarono tutti i concorrenti. Da quel giorno il declino dei conti del gruppo aereo è stato rapidissimo. Il decreto Alitalia regolamenta, tra l´altro, la procedura per l´ammissione al passivo da parte di obbligazionisti e di titolari di strumenti finanziari. Il testo introduce la figura di «un rappresentante comune» al quale rivolgersi. Per Alitalia viene indicato il professor Graziano Graziadei, già nominato dal ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, quale membro del comitato di sorveglianza della procedura concorsuale di Alitalia. Gli obbligazionisti non dovranno inviare singolarmente domanda di "insinuazione al passivo" ma consegnare la richiesta a Graziadei che la girerà al tribunale fallimentare entro il prossimo 16 novembre. Gli obbligazionisti saranno poi chiamati dal tribunale, che dovrà certificare la proprietà dei titoli di ciascun soggetto che ha richiesto l´ammissione. Tra gli altri punti del provvedimento, ci sono la possibilità di «cessione di asset e beni» parziale da parte del commissario straordinario, che potrà inoltre individuare gli acquirenti «a trattativa privata, tra i soggetti che garantiscono la continuità del servizio, la rapidità dell´intervento». Molto criticato dalla Iata, infine, il passaggio che incrementa la "tassa passeggeri" da 1 euro a 3 euro.

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<Aeroporto a un passo dal tracollo Subito liberalizzazione delle rotte> (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 25-10-2008)

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Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2008-10-25 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Assolombarda «Aeroporto a un passo dal tracollo Subito liberalizzazione delle rotte» Le imprese temono la morte di Malpensa. Antonio Colombo, direttore generale di Assolombarda: «Lo scalo è a un passo dal suicidio. è necessario liberalizzare, altrimenti Milano diventerà periferia d'Europa. Ci farebbe piacere che fosse Cai a riattivare tutti i voli di Alitalia. Se così non fosse, via libera alle altre compagnie». Per il presidente della Camera di Commercio, Carlo Sangalli, «è un paradosso che ci si ritrovi in queste condizioni proprio mentre si vara la governance dell'Expo. Serve una via d'uscita nell'interesse del Paese. Evitando scontri Roma-Milano. Sono fiducioso nel piano Fenice. Ma se Cai non si facesse carico di Malpensa, allora si liberalizzi».

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Mediobanca <incorona> Eni Balzo di Pirelli e Benetton (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 25-10-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-25 num: - pag: 35 categoria: REDAZIONALE Grandi gruppi e classifiche Nell'indagine top ten invariata Mediobanca «incorona» Eni Balzo di Pirelli e Benetton Le più dinamiche nel Nord Est, ma guida Grimaldi Tra i big scalano posizioni Benetton, De Agostini e Marcegaglia E tra i gruppi finanziari sale la stessa Mediobanca MILANO — è ancora dell'Eni il primato fra i big industriali e Unicredit si conferma prima fra le banche. Il rapporto sulle «Principali società italiane» che l'Ufficio studi Mediobanca realizza da 43 anni presenta alcune novità di rilievo nella classifica delle superbig, ma nella lunga storia di questa pubblicazione resterà significativo perché registra record che difficilmente si ripeteranno nel prossimo futuro. In particolare nel credito, il più colpito dalla crisi attuale. Il rapporto (che considera 3.721 bilanci) vede dunque in testa alla graduatoria nel settore industriale l'Eni, che l'anno scorso ha realizzato un fatturato di 87,2 miliardi e utili per 10. Il colosso petrolifero è seguito ancora da Fiat con ricavi per 58,5 miliardi, che rafforza il primato dei posti di lavoro: con 179.601 dipendenti, 6 mila in più dell' anno precedente, aumenta il distacco rispetto alle Poste (oltre 156 mila addetti, circa mille in più rispetto al 2006). Terza è Enel con 42,6 miliardi: l'effetto Endesa lo si vedrà nel bilancio 2008. Fra i balzi più significativi dei big si registra quello compiuto da Ragione di Gilberto Benetton che scala quattro posizioni (è undicesima) grazie al consolidamento integrale di Atlantia, Pirelli ne guadagna nove (ed è quindicesima) con l'incremento di vendite nell'immobiliare, Marcegaglia fa un salto di sei (al trentaduesimo posto) e De Agostini di 20 (è numero 45) grazie all'acquisizione negli Stati Uniti del gigante dei giochi online. Sembra inutile dirlo, ma la maglia nera dei risultati se l'aggiudica Alitalia, con una perdita di 495 milioni. In rosso profondo anche le Ferrovie che tuttavia passano da perdite per oltre 2 miliardi a 417,9 milioni. Sempre nel settore industriale Mediobanca considera le cosiddette imprese più dinamiche: tale segmento registra una maggiore concentrazione a Nord-Est ma ai primi posti (nelle categorie junior e senior) ci sono due società del Sud: Aicon e Grimaldi. Passando ai settori finanziari, fra le compagnie di assicurazioni si confermano prima e seconda Generali (che ha il primato di utili con 2,9 miliardi) e Fonsai. E tra le banche Unicredit (incorporata Capitalia) è al primo posto per attivo, mentre per utili è seconda con 6,5 miliardi. Segue per dimensioni Intesa Sanpaolo, che invece è prima per profitti con 7,2 miliardi. Terza è Montepaschi anche per risultato con 1,4 miliardi. Nei primi posti avanza Mediobanca (dalla nona alla settima posizione per attivi, quarta per utile con 953 milioni) con un incremento del 25% dovuto a crescita propria. Sergio Bocconi Al top Piattaforma offshore dell'Eni e la «Cruise Barcelona» di Grimaldi Lines

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Alitalia, contratto ancora in salita (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 25-10-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-25 num: - pag: 35 categoria: REDAZIONALE Il negoziato Il decreto per il salvataggio è legge. Allarme profitti Air France Alitalia, contratto ancora in salita ROMA — Si avvita la trattativa tra la Compagnia aerea italiana (Cai) e i sindacati sui contratti della nuova Alitalia. Ieri è fallito il tentativo dell'amministratore Rocco Sabelli di una riunione a oltranza per giungere a un accordo prima dell'assemblea di Cai di martedì, che dovrebbe deliberare l'offerta definitiva, la trasformazione in spa e il futuro aumento di capitale. A disertarlo sono stati, tra gli altri, Filt-Cgil, Fit-Cisl e Sdl. «Senza l'accordo sui contratti — ha avvertito Sabelli — non ci sarà offerta». «La situazione è molto difficile» commentano fonti Cai, che sottolineano la pericolosità di rinviare a lunedì, l'eventuale prosieguo del confronto. Così, mentre ieri il decreto Alitalia è stato approvato in via definitiva dal Senato, senza modifiche, lo scoglio sindacale resta. Secondo i sindacati, Cai avrebbe proposto un contratto diverso da quello pattuito a Palazzo Chigi, cioè la somma tra gli accordi firmati con il governo e il contratto 2001 Air One ma senza le successive integrazioni. La differenza, ai fini dell'inquadramento normativo, sarebbe, a detta dei sindacati, eccessiva. Per i piloti poi, il problema è ancora più a monte: si tratta di decidere in che modo dovrà essere effettuato il negoziato. I piloti insistono su un contratto a parte per la categoria e, per ottenerlo, sono disposti a rinunciare all'inquadramento da dirigenti dei comandanti, ma sul contratto unico Cai appare irremovibile. Che succederà se l'accordo con i sindacati non sarà raggiunto prima dell'assemblea? Il commissario straordinario Augusto Fantozzi aveva detto ai sindacati che avrebbe accettato l'offerta Cai anche in assenza di un accordo sui contratti. Ma Sabelli ieri ha precisato che «non c'è fretta» e che l'accordo su contratti e criteri di designazione degli esuberi va trovato prima dell'offerta. Altrimenti, fanno capire fonti Cai, drammatizzando, questa potrebbe saltare. Nel fine settimana è possibile che Cai faccia pressioni su Palazzo Chigi perché induca i segretari generali delle confederazioni a concludere la trattativa, richiamando le categorie all'ordine. Ma c'è un'altra novità, annunciata dallo stesso Sabelli: l'estensione degli ammortizzatori sociali a Air One. Finora non se ne era mai parlato: a restare fuori dal perimetro della nuova Alitalia dovevano essere solo i precari di Air One. Sabelli invece ha fatto sapere ai sindacati che i 3.350 esuberi individuati a Palazzo Chigi saranno distribuiti «proporzionalmente » tra i lavoratori delle due compagnie. Dunque, dopo l'acquisto da parte di Cai, dovrà esserci uno «stato di crisi » o una «riduzione di attività » anche per la compagnia di Toto che, per i primi tre mesi, non sarà fusa con la nuova Alitalia. L'annuncio, che potrebbe scatenare la reazione dei lavoratori di Air One, potrebbe interpretarsi come una forma di pressione su Toto che in queste ore sta chiudendo, non senza problemi, la vendita dei propri asset. Ma da Cai si fa sapere che i rapporti tra il presidente di Cai, Roberto Colaninno, e Toto sono ottimi. Di certo però l'affare non è ancora chiuso. Intanto Air France- Klm, in vantaggio nella corsa per l'ingresso in Alitalia, annuncia che le sarà «molto difficile » raggiungere l'obiettivo di 1,28 miliardi di dollari di utile operativo nel 2008 e lancia un piano di taglio dei costi. Antonella Baccaro

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Alitalia a terra senza ok dei sindacati (sezione: Alitalia 2)

( da "Tempo, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Alitalia

stampa Decreto Il dl per il salvataggio da ieri è legge. Il commissario potrà cedere asset a trattativa privata Confermato l'aumento della tassa di imbarco a tre euro. Salva manager solo per Fantozzi Alitalia a terra senza ok dei sindacati Filippo Caleri f.caleri@iltempo.it Il decreto che consentirà ad Alitalia di riprendere il volo è stato trasformato, a soli tre giorni dalla sua scadenza, in legge. Ieri ha, infatti, avuto il definitivo via libera dal Senato che ha accolto le modifiche apportate da Montecitorio, compresa la cancellazione della norma salva-manager. La stessa che, pensata per limitare le rivalse legali nei confronti del commissario Fantozzi, rischiava con un emendamento, poi cancellato, di trasformarsi in un'amnistia mascherata per i manager delle aziende in crisi. Il testo spiana la strada all'ingresso della cordata Cai nel rilevare la cosiddetta good company. Con i poteri confermati il commissario straordinario può decidere immediatamente la «cessione di complessi aziendali» e «individuare l'acquirente a trattativa privata» tra candidati che garantiscano, tra l'altro, la continuità del servizio e la rapidità dell'intervento. La nuova compagnia sarà esclusa «dalla necessità di un'autorizzazione» Antitrust. Con una deroga su eventuali monopoli come quelle sulla rotta Linate-Fimicino su cui Catricalà potrà intervenire solo dopo il 30 giugno 2009. Il testo porta a 48 mesi il periodo massimo di cassa integrazione e introduce tutele per i precari. Chi rileva gli asset può assumerli a tempo determinato pur avendo del personale in cassa integrazione. Previsti, poi, indennizzi per i piccoli azionisti e gli obbligazionisti mentre è introdotta, in modo specifico per Alitalia, l'esclusione della «responsabilità amministrativa-contabile» personale per «atti e provvedimenti che siano stati posti in essere dal 18 luglio 2007» da amministratori, collegio dei sindaci e dirigenti preposti al bilancio. Infine aumenta la tassa di imbarco a tre euro. Servirà a incrementare il Fondo speciale per i dipendenti Alitalia. Ieri intanto la Cai ha ribadito che l'offerta per Alitalia verrà presentata solo se ci sarà il via libera dei sindacati ai contratti e alla selezione del personale. L'ad di Cai, Rocco Sabelli, ha incontrato le nove sigle sindacali per sbloccare lo stallo in cui era finito il confronto con i rappresentanti legali di Cai sulla stesura dei contratti e sui criteri di selezione per i 12.639 futuri dipendenti della Nuova Alitalia. Sabelli ha confermato la validità degli accordi siglati a Palazzo Chigi.

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Alitalia, pressing di Fantozzi su Cai (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Sabato 25 Ottobre 2008 Chiudi Il professore spinge affinchè la newco si accolli il rischio Ue. Cigs anche per i dipendenti AirOne. Soci in allerta. Ok del Senato al dl Alitalia, pressing di Fantozzi su Cai Il commissario vuol chiudere per il 15 novembre. Sabelli, offerta dopo l'ok dei sindacati

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MILANO - Tra i soci di Cai c'è grande fermento per le troppe incognite che ancora ... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Sabato 25 Ottobre 2008 Chiudi di ROSARIO DIMITO MILANO - Tra i soci di Cai c'è grande fermento per le troppe incognite che ancora circondano il decollo: dall'istruttoria in corso da parte della Ue, alle licenze Enac, dai termini dell'offerta, al negoziato con Carlo Toto, alle trattative coi sindacati sul contratto: su questo punto c'è la novità che la cigs verrebbe estesa anche ai dipendenti AirOne. Da ieri sera, poi, s'è aggiunta una nuova preoccupazione: Intesa che coordina la direzione dei lavori, avrebbe fatto sapere ad alcuni dei principali azionisti della Nuova Alitalia, secondo quanto risulta a Il Messaggero, che Augusto Fantozzi intende chiudere l'operazione il 15 novembre. E, dopo una riunione fra Intesa e gli uomini del commissario, ci sarebbero ancora divergenze sui debiti da accollarsi con riflessi sull'offerta. Non solo, Fantozzi spinge affinchè Cai si accolli anche - in tutto o in parte - il rischio delle possibili ricadute di Bruxelles sugli aiuti di stato il cui verdetto è atteso per il 12. Questo perchè ritiene che l'avvento del "monitoring trustee", cioè la società internazionale da individuare di comune accordo fra il governo e la Ue per vigilare sulla coerenza fra l'offerta, il contratto definitivo e il piano consegnato a Bruxelles, potrebbe avere tempi troppo lunghi. A pochi giorni dall'assemblea di martedì 28 che dovrà varare l'aumento di capitale da un miliardo, approvare l'offerta - condizionata - da presentare a Fantozzi a fine mese e esaminare la scelta del partner, sono tanti i motivi di preoccupazione per i futuri azionisti. Anche perchè Rocco Sabelli avrebbe comunicato ai sindacati incontrati ieri per concordare i criteri di selezione che senza l'accordo, Cai non presenterà l'offerta definitiva. Il negoziato riprenderà oggi anche se i presupposti sono di maggiore flessibilità reciproca. Sabelli, da abile negoziatore, si è mostrato duttile sui criteri che in maniera rigida erano stati esposti mercoledì scorso dagli avvocati Marazza e Zambelli e che hanno provocato la levata di scudi di Antonio Divietri, leader dell'Avia, il principale sindacato degli assistenti di volo. Il futuro pilota di Cai così ha mediato su alcuni dei punti più controversi: l'esclusione di quei dipendenti che in base alla legge 104, usufruiscono di 3 giorni mensili di permesso per assistere i familiari disabili e, con un approccio più costruttivo a partire da oggi, nella valutazione dei genitori unici affidatari e delle altre casistiche. Inoltre il top manager ha confermato che i provvedimenti di assunzione passeranno attraverso un'unica procedura applicabile ai dipendenti Alitalia, AirOne, Express e Volare che in misura proporzionale, saranno impiegati o posti in cassa integrazione. A seconda delle anzianità maturate nelle rispettive compagnie, fermo restando che il personale che dovesse maturare la pensione alla fine dei sette anni e otto mesi del paracadute sociale, non verranno richiamati nella nuova Alitalia. Così come i più giovani, per lo meno nella fase di decollo. Per quanto concerne le qualifiche non incideranno in senso discriminatorio. Anche sulla destinazione nelle varie basi di armamento, si terrà conto dell'anzianità di servizio: quindi dovrebbero rimanere a Roma quelli che sono stati assunti da più tempo. Dalle parole di Sabelli si evince quindi che anche i dipendenti AirOne beneficeranno del provvedimento salva-Alitalia - divenuto legge ieri con l'ok del Senato - e, soprattutto che Carlo Toto dovrebbe vendere la sua compagnia a Cai. Le controversie sorte da qualche giorno sulle garanzie richieste da Cai a fronte dei finanziamenti degli aerei in leasing custoditi nelle scatole estere di Toto, potrebbero risolversi: Cai potrebbe versare cash circa la metà della somma pattuita (318 milioni) riservandosi il conguaglio in un secondo tempo. E a proposito di soldi, è possibile che l'offerta Cai a Fantozzi sia più bassa (200 milioni circa) rispetto ai 385 milioni della proposta originaria. La newco si accollerà circa 500 milioni di debiti ipotecari mentre ci sarebbero divergenze sui debiti di funzionamento da accollarsi: ieri gli uomini di Fantozzi non si sarebbero accordati con quelli di Intesa.

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Lotta dura NEL CASINÒ (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 25-10-2008)

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LAS VEGAS, CAPITALE DEL GIOCO E DELLA SINDACALIZZAZIONE Lotta dura NEL CASINÒ Nonostante la crisi, una fiumana di gente si riversa ancora sulla città dell'azzardo dove fiorisce l'economia del superfluo e dove è esplosa la lotta di classe più organizzata degli Stati uniti. Per la prima volta nella storia moderna, è qui che la Culinary Workers Union ha fatto il miracolo di sindacalizzare i lavoratori del terziario arretrato, per la maggior parte immigrati, spesso clandestini Marco d'Eramo INVIATO A LAS VEGAS (NEVADA) «Ma quale recessione!» sembra gridare forte l'ininterrotto fiotto umano che scorre sui marciapiedi dello Strip e fluisce su e giù dai cavalcavia che lo sorvolano. Ti chiedi come è possibile che questo paese stia traversando la peggiore crisi degli ultimi 30 anni se una tale piena di gente si precipita nella città dell'azzardo e del divertimento. Il nome ufficiale dello Strip è il Las Vegas Boulevard, lungo cui, , da sud a nord, si succedono per circa 4 chilometri gli hotel/casinò più famosi del mondo. Dietro la domanda sulla crisi, per chi ha seguito gli eventi dell'ultimo decennio, un altro interrogativo esige risposta: come mai questa città assurta a simbolo del postmoderno, quest'economia basata sul superflo, è diventata la capitale della lotta di classe negli Stati uniti? Le due questioni sono intrecciate dall'enormità che ti si para di fronte. Noi abbiamo un'immagine stereotipata di Las Vegas che risale agli anni '60, con la mafia italiana, Frank Sinatra, Dean Martin (cui sono qui dedicate due avenues). Ma, a scorrere le statistiche storiche che mi procura Christina Zila, la gentile ed effciente addetta stampa della camera di Commercio della città, ancora nel '70 Las Vegas aveva ricevuto 6,7 milioni di visitatori che vi avevano speso un po' più di un miliardo di dollari (di allora). Ma nel 1990, i visitatori erano triplicati (più di 20 milioni) e il fatturato era schizzato a 14 miliardi di dollari. 17 anni dopo, nel 2007, i visitatori erano ancora raddoppiati, e il fatturato si era ancora triplicato (41,5 miliardi di dollari). Per avere un'idea di cosa significano questi numeri, basti pensare che Venezia, la più turistica delle città italiane, ha ricevuto, nel 2007, 3,6 milioni di turisti: meno di un decimo di Las Vegas. Per l'entertainment, l'industria dello svago, Las Vegas rappresenta quel che Detroit rappresentava per l'industria dell'auto. Anche qui si assiste a un'integrazione verticale del divertimento. Non più solo azzardo (anche se resta una delle ragioni principali per venire qui), ma spettacolo, musica, ristoranti di lusso. Lo si vede da quanto è cresciuta l'industra delle Conventions: nel 1970 solo un visitatore su 25 era delegato a una Convention, e il settore contribuiva solo per un ventesimo al fatturato, mentre nel 2007 gli oltre 6 milioni di delegati rappresentavano un sesto di tutti gli arrivi e il loro contributo era un quinto del fatturato totale. Le dimensioni dell'industria dello svago, la sua concentrazione spaziale, le sue economie di scala, hanno creato una forza lavoro addensata, non dispersa che, per la prima volta nella storia moderna, ha permesso di organizzare i lavoratori del terziario arretrato: lavapiatti, cuochi, sguatteri, addetti alle pulizie, portieri. Un singolo hotel/casino è un'operazione che richiede investimenti di 5-8 miliardi di dollari (quante Alitalie ci si possono comprare?) e che occupa migliaia di dipendenti. Da qui la possibilità - rarissima negli Stati uniti - di sindacalizzarli. Un compito particolarmente difficile perché buona parte degli addetti del settore è immigrata, molti sono clandestini. Altrove queste condizioni hanno impedito ai sindacati di organizzare i lavoratori (in Italia la Cgil ne sa qualcosa). Qui invece proprio la dimensione industriale dell'attività di servizio ha compattato questa nuova «classe operaia». Il sindacato che ha compiuto il miracolo è la Culinary Workers Union, in particolare la sua sezione (Local) 226, un edificio basso, solo piano terra, in un terreno aperto all'ombra di un altissimo casinò: vi entro insieme a una fila di donne e uomini, ispanici per lo più, che vengono a chiedere informazioni sui rimborsi sanitari, sulle pensioni, sui congedi. Vent'anni fa la Culinary (come si dice qui in breve) aveva 10.000 iscritti, oggi ne ha 60.000. A portare questo sindacato alla ribalta è stato lo sciopero al New Frontier, «il più lungo sciopero della storia degli Stati uniti» mi dice Chris Bohner, portavoce della Culinary: «Sei anni, quattro mesi e undici giorni». Il New Frontier era il secondo grande casinò costruito a Las Vegas negli anni '40, e lo sciopero dei suoi 550 dipendenti, iniziato il 21 settembre 1991, finì solo il primo febbraio 1998. Era la prima volta che si vedevano mamme gravide partecipare ai picchetti per impedire ai crumiri di entrare a lavorare: nei sei anni le scioperanti partorirono ben 106 bambini. «Questo ha dimostrato ai datori di lavoro la nostra determinazione. Oggi è sindacalizzato il 98% degli hotel e dei casinò di Downtown e dello Strip. I lavoratori sanno che se si iscrivono al nostro sindacato avranno copertura sanitaria e diritto alla pensione. Gli unici due casino/hotel che rifiutano la sindacalizzazione (e sono due fra i più grandi stabilimenti della città) hanno due nomi italiani: sono il Venetian e il Palazzo. Ma proprio adesso abbiamo firmato un nuovo contratto collettivo con il Tropicana». Quando chiedo degli effetti della recessione, sia i sindacalisti, sia le loro controparti alla Camera di Commercio tendono a minizzarne la portata. In effetti Las Vegas è tutta un succedersi di grandi cantieri, con enormi nuovi casinò in costruzione. In quasi tutti i lavori proseguono a ritmo accelerato. Dice Chris: «Solo uno è stato accantonato, Echelon, un progetto da 5 miliardi di dollari, per un complesso con 5.000 stanze e 6,6 ettari di spazi da gioco e da esposizione. Ma gli altri stanno andando avanti.» Per il progetto erano già stati spesi 500 milioni di dollari, e ora è stato rinviato. «Ma da quel che so, il suo rinvio dipende non dalla crisi qui a Las Vegas ma dalla stretta del credito» mi dice Cara Roberts, la direttrice delle comunicazioni della Camera di commercio. Per Bohner, «la crisi si sente ancora poco, c'è stato qualche licenziamento, ma questa è una città eccezionale. Tutti gli altri stati hanno allentato i divieti sul gioco d'azzardo, negli ultimi 20 anni sono stati aperti negli Usa centinaia di casinò nelle riserve indiane, ma noi abbiamo 40 milioni di visitatori e una città che vive 24 ore su 24. Per voi appasionati di calcio europeo, questi altri - anche Atlantic City - giocano in serie B, noi in Champions League, siamo di un altro livello». Cara Roberts: «Evadere è un bisogno insopprimibile. Certo la recessione ci colpisce. Ma la gente avrà sempre bisogno di celebrare, di evadere. Anzi, più le prospettive sono deprimenti, più è necessario sfuggire di tanto in tanto. Magari verranno qui una volta l'anno invece di due. Magari festeggeranno solo le nozze d'argento invece che tutti gli anniversari di matrimonio, ma comunque verranno». Chiunque ti parli, esprime subito la sua incrollabile convinzione dell'eccezionalità di Las Vegas. Già tutti gli americani sono convinti dell'eccezionalità degli Stati uniti rispetto al resto del mondo. E i lasvegani sono convinti della loro eccezionalità rispetto al resto del paese: un'eccezionalità al quadrato, un destino diverso. «Questa è una città molto più integrata, molto meno segregata, perché l'immigrazione è recente; è una città che si rimescola in continuazione» dice Bohner. Ma le statistiche raccontano un'altra storia e dicono che la crisi sta colpendo duro. Intanto le grandi imprese, le università hanno cominciato a risparmiare e le Conventions si sono contratte: ad agosto di quest'anno, rispetto a un anno prima, si è registrato un -23% di delegati e -23% di impatto economico. Gli altri turisti sono un po' aumentati, ma non sono riusciti a compensare il crollo delle Conventions così che il numero totale di visitatori è diminuito del 4%. Ma soprattutto, le tariffe delle stanze d'albergo sono diminuite del 15%; gli arrivi in aereo sono calati del 10% e il gettito da gioco si è contratto del 9% Il rallentamento dell'economia riduce il gettito fiscale dello stato e mette in pericolo il sistema pensionistico degli impiegati pubblici. «Questa sarà la nostra grande prossima lotta» mi dice Amber Lasater della Service Employees International Union (Seiu), il sindacato degli ospedalieri e dei dipendenti pubblici che qui ha 17.500 iscritti: «Per questo è importantissima l'elezione del nostro parlamento statale del Nevada: già adesso la Camera di commercio sta facendo campagna pesante e sta sganciando un sacco di soldi per far eleggere candidati che vogliono smontare il nostro sistema pensionistico». Alla Camera di commercio mi dicono: «Gli insegnanti no, loro sono pagati poco, ma gli altri dipendenti pubblici sono pagati troppo e ricevono troppi benefici» (è la versione locale dei «fannulloni»), «e già adesso il sistema pensionistico è sotto di 6 milioni di dollari. Da qualche parte bisognerà tagliare». La Seiu è il primo sindacato che a gennaio si pronunciò a favore di Obama (all'epoca gli altri sindacati erano pro Hillary Clinton). Sia loro, sia la Culinary stanno facendo campagna a tutto spiano per Obama. «Questo week-end arriverà dalla California una carovana di 10 nostri attivisti che verranno a fare porta a porta (canvassing)» dice Amber che sette anni fa si è sposata a Porto Venere in Italia. Uno dei due senatorid del Nevada è repubblicano, l'altro è democratico, Harry Reid, mormone e capogruppo del senato. Dei tre deputati che il Nevada manda alla Camera dei rappresentanti, uno (il rappresentante di Las Vegas) è democratico, mentre gli altri due sono repubblicani: si tenga conto che l'area metropolitana di Las Vegas (2 milioni di abitanti) comprende i quattro quinti della popolazione del Nevada (2,6 milioni), ma solo un terzo di suoi parlamentari. «I repubblicani sono fortissimi a nord nelle aree rurali, nella zona di Reno e Carson City. Ma noi dobbiano stravincere qui per compensare. E ce la faremo» dice Amber «anzi, ce la stiamo già facendo». Già, perché qui, come in molti altri stati, gli elettori hanno già cominciato a votare. Si chiama l'early voting, il voto anticipato. Tradizionalmente l'early voting e il voto postale erano favorevoli ai repubblicani, questa volta no. «Solo il week-end scorso qui a Las Legas sono venuti a votare in 25.000 elettori registrati come democratici. Nel 2004 erano stati solo 14.000. C'è stata un'affluenza mostruosa», aggiunge tutta soddisfatta. In Nevada due su tre early voters sono democratici. È un trend comune a molti stati. In Florida, lunedì all'apertura delle urne, su 150.000 votanti, due su tre erano democratici, Lo stesso è avvenuto in North Carolina. Se a questi voti anticipati si aggiungono i voti postati che debbono pervenire entro oggi agli uffici elettorali, può anche essere che noi continuiamo a parlare della campagna, ma che l'esito del voto sia già stato ipotecato.

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LA TOP TEN PER FATTURATO (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Sabato 25 Ottobre 2008 Chiudi LA TOP TEN PER FATTURATO Fiat al secondo posto ed Enel al terzo Alitalia maglia nera per le perdite

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ROMA Eni ancora regina dell'industria italiana, con 87,2 miliardi di fatturato e 10 miliardi d... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Sabato 25 Ottobre 2008 Chiudi ROMA Eni ancora regina dell'industria italiana, con 87,2 miliardi di fatturato e 10 miliardi di utili 2007. Il primato lo certifica, ancora una volta, Mediobanca che ha pubblicato il suo studio annuale sulle «Principali società italiane» che passa sotto la lente i bilanci di 992 gruppi e 2729 imprese, grandi e piccole, dall'industria, ai servizi pubblici, a quelli finanziari, al commercio. E uno studio della controllata R&S Mediobanca sull top 20 delle banche europee certifica che proprio Mediobanca è quella con la migliore patrimonializzazione. Il Tier 1 dell'istituto di Piazzetta Cuccia, infatti, risulta al 10,3% contro una media dell'8,9% a fine giugno 2008. Ancora, lo stesso studio certifica che la crisi dei mercati finanziari, iniziata nell'estate 2007, in un anno è costata 213 miliardi di euro alle prime 20 banche europee (Intesa SanPaolo e Unicredit le uniche due italiane) in perdite o minori utili. L'esposizione nei confronti delle attività più rischiose è valutata 742,2 miliardi al 30 giugno, pari al 93% del patrimonio di vigilanza. Tornando alla classifica annuale di Mediobanca sulle società italiane, è confermata la pattuglia dei primi sette: al secondo posto la Fiat con 58,5 miliardi di fatturato ed Enel al terzo con 42,6 miliardi (l'effetto Endesa si farà sentire sul 2008). Seguono Telecom Italia, il Gestore dei servizi elettrici (Gse), Finmeccania ed Esso. Scalano le posizioni della classifica Pirelli e il gruppo che fa capo a Gilberto Benetton. Il primo passa dal 24mo al 15mo posto mentre Benetton si avvicina al gruppo dei primi dieci, passando dal 15mo all'11mo posto a seguito del consolidamento del gruppo Atlantia. Bmw sale dal 42mo al 36mo posto, Marcegaglia passa dal 38mo al 32mo, entrambe trainate dall'aumento dei volumi di vendita.Tra le prime 50 aziende in termini di fatturato entra de Agostini (che era al 65mo posto nella precedente edizione e ora passa al 45mo). La maglia nera degli utili spetta ai trasporti con Alitalia che accumula perdite per 494,6 milioni e Ferrovie dello Stato che la segue da vicino con 417,9 milioni di rosso. Maglia nera in assoluto sarebbe 3Italia (gruppo H3G) che non ha reso disponibile il bilancio e viene data in perdita per 1,2 miliardi. Nel settore del credito, è Unicredit, dopo l'incorporazione di Capitalia, a confermarsi al primo posto per il totale attivo. Segue Intesa SanPaolo (dopo l'incorporazione tra Intesa e SanPaolo Imi) mentre tra i primi dieci avanza Mediobanca (dal nono al settimo posto) con un incremento del 25% dovuto a crescita propria. La classifica in base agli utili premia Intesa (7,2miliardi) seguita da Unicredit (6,5) e Mps (1,4). Infine, tra le banche le più solide risultano quelle di credito cooperativo (3.768 sportelli) con il miglior rap\porto tra patrimonio di vigilanza e attività di rischio ponderate: 15,2% contro una media del sistema di 10,4%. B.C.

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Aerei, la continuità parte zoppa (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Economia Pagina 215 Slitta l'accordo con Enac e Regione: le compagnie accettano di decollare senza un quadro definitivo Aerei, la continuità parte zoppa Slitta l'accordo con Enac e Regione: le compagnie accettano di decollare senza un quadro definitivo Salta la firma, tariffe scontate «in via transitoria» --> Salta la firma, tariffe scontate «in via transitoria» La continuità decolla domani, ma Meridiana, Air One e Alitalia saranno in pista «in via transitoria» a tariffe scontate. Slitta la firma. Decollo difficile per la continuità territoriale. Sfuma l'accordo definitivo tra le compagnie e l'Enac per l'avvio (previsto per domani) delle nuove rotte agevolate su Roma e Milano. Ieri Air One, Alitalia, Meridiana, Enac e assessorato regionale ai Trasporti hanno deciso di far slittare alla prossima settimana la firma delle convenzioni. Un buco nell'acqua? In parte: da domani le tre società garantiranno «in via transitoria e per quanto possibile» tariffe scontate, in linea con i dettami della nuova continuità territoriale. Questi i collegamenti: da Alghero volerà Air One, da Olbia Meridiana, da Cagliari Alitalia, Meridiana e Air One. Le tre compagnie hanno anche accettato di praticare gli sconti ai sardi non residenti nell'isola. LE COMPAGNIE In un comunicato, Air One e Meridiana «si impegnano ad operare rispettando le bande orarie e le tariffe previste, utilizzando slot», ossia le autorizzazioni al decollo, «di cui i vettori dispongono e che verranno appositamente dedicati a coprire i voli da e per la Sardegna, in sostituzione di altri voli nazionali e internazionali, al fine di assicurare la mobilità dei passeggeri sardi». Le compagnie spiegano che la firma delle convenzioni è saltata perché «il ministero dei Trasporti non aveva effettuato, in tempo utile, la prevista riserva di bande orarie presso gli aeroporti, notoriamente saturi, di Milano Linate e Roma Fiumicino». I DUBBI Da domani, dunque, partono le nuove tratte verso Roma e Milano, ma non è detto che le compagnie - non avendo nuovi slot a disposizione - potranno rispettare in pieno le fasce orarie stabilite dal decreto. Insomma, la continuità parte zoppa: ogni compagnia, accettando gli oneri (gli obblighi su tariffe, orari e frequenze), avrebbe dovuto assicurare in toto il numero di voli previsto dalla normativa, salvo un diverso accordo fra gli stessi vettori. IL TAR Ad oggi, invece, c'è solo un'intesa provvisoria, mentre rimangono importanti nodi da sciogliere. Pesa infatti il ricorso al Tar depositato nei giorni scorsi da Meridiana contro l'ammissione di Alitalia e Air One CityLiner per mancanza dei requisiti richiesti dal decreto. In particolare, Alitalia è in possesso di licenza provvisoria, rilasciata il 2 settembre 2008, che però scade nel marzo 2009. Inoltre, l'ex compagnia di bandiera ha segnalato di non poter proseguire l'attività oltre il primo novembre 2008 per assenza di risorse finanziarie. Questa condizione, spiega Meridiana, non assicurerebbe il servizio in continuità per 12 mesi consecutivi, come richiesto ai vettori dal decreto legge. Quanto ad Air One, secondo Meridiana non rispetterebbe la capacità minima per lo svolgimento delle rotte onerate : la continuità prevede che gli aeromobili utilizzati sulle tratte debbano fornire una capacità minima di 140 posti ciascuno. Air One ha una flotta composta da aerei Bombardier Crj1900, che contengono solo 90 posti. I TEMPI L'udienza per la sospensiva è stata fissata il 30 ottobre, pochi giorni dopo l'avvio del nuovo regime di continuità. Se giovedì prossimo il ricorso dovesse essere accolto, anche dopo la firma delle convenzioni, l'accordo raggiunto tra i vettori potrebbe rivelarsi inutile. LANFRANCO OLIVIERI

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Cai: offerta Alitalia solo con l'ok di hostess e piloti (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Economia Pagina 215 Trasporti Decreto, via libera al Senato Cai: offerta Alitalia solo con l'ok di hostess e piloti Trasporti. Decreto, via libera al Senato --> L'offerta per Alitalia verrà presentata solo se ci sarà il via libera dei sindacati ai contratti e alla selezione del personale. Lo ha ribadito Compagnia aerea italiana, a 4 giorni dalla convocazione dell'assemblea chiamata il 28 ottobre a varare il passaggio da srl a spa, l'aumento di capitale da almeno un miliardo di euro e l'ok all'offerta vincolante da presentare al commissario straordinario di Alitalia il 31 ottobre. OK AL DECRETO Mentre al Senato il decreto su Alitalia è diventato legge, l'amministratore di Cai, Rocco Sabelli, ha incontrato le nove sigle sindacali per sbloccare lo stallo in cui era finito il confronto con i rappresentanti legali di Cai sulla stesura dei contratti e sui criteri di selezione per i 12.639 futuri dipendenti della Nuova Alitalia. Un incontro per chiarire alcuni punti di incomprensione. Quanto detto da Sabelli è stato riferito dai sindacati. Intanto, è stato confermato che la cordata dei 16 imprenditori che compongono Compagnia Aerea Italiana è stabile e, anzi, sono previsti nuovi ingressi. Fugate, quindi, le indiscrezioni secondo cui ci sarebbero defezioni. Sabelli ha confermato la validità degli accordi di Palazzo Chigi: per ciò che non è esplicitamente previsto, è stato ribadito, si farà riferimento al contratto di Air One. Quindi, dovrebbe valere anche l'allegato agli accordi che prevede il contratto da dirigenti per i comandanti, a cui la categoria dei piloti, nei giorni scorsi, aveva detto di voler rinunciare. Un contratto che va creato ex novo. IL SINDACATO «Se si ipotizzasse la riapertura del confronto per una parte di quegli accordi», ha detto il segretario generale della Uiltrasporti, Giuseppe Caronia, «non vedo perché non dovrebbe essere fatto per altre parti, ma la riapertura del confronto non è applicabile. Sabelli ha detto che i tempi previsti saranno rigidamente rispettati», ha spiegato Caronia, «che il 28 ottobre ci sarà l'aumento di capitale e, subito dopo, la richiesta di acquisizione impegnativa a Fantozzi (stabilita per il 31 ottobre), che non può essere ritirata. L'unica possibilità di ritiro», ha aggiunto, «potrebbe esserci se ls Ue dicesse che il prestito ponte è un aiuto di Stato e che nell'operazione di acquisizione di Alitalia non c'è discontinuità». Ma il presidente dell'Unione piloti, Massimo Notaro, e il segretario dell'Sdl Andrea Cavola, hanno riferito un'altra frase di Sabelli: «Non c'è fretta, Alitalia non è fallita e non sta fallendo».

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Continuità, troppi contrasti. Slitta la firma (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Prima Pagina Pagina 2 Trasporto aereo. Inutile riunione fiume tra l'Enac e le compagnie Continuità, troppi contrasti. Slitta la firma Trasporto aereo.. Inutile riunione fiume tra l'Enac e le compagnie --> La nuova continuità territoriale aerea parte zoppa. Ieri a Roma, dopo una riunione fiume tra compagnie ed Enac, è slittata alla prossima settimana la firma delle convenzioni. Air One, Meridiana e Alitalia, da domani, saranno in pista con le tariffe scontate. Ma sugli orari c'è ancora incertezza. Il ministero non ha comunicato i nuovi slot (le autorizzazioni per i voli) su Linate e Fiumicino e i vettori prendono tempo. Sullo sfondo c'è anche il ricorso al Tribunale amministrativo di Meridiana contro Alitalia. OLIVIERI A PAGINA 15

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Lotta dura NEL CASINÒ - LAS VEGAS, CAPITALE DEL GIOCO E DELLA SINDACALIZZAZIONE (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 25-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Lotta dura NEL CASINÒ - LAS VEGAS, CAPITALE DEL GIOCO E DELLA SINDACALIZZAZIONE Nonostante la crisi, una fiumana di gente si riversa ancora sulla città dell'azzardo dove fiorisce l'economia del superfluo e dove è esplosa la lotta di classe più organizzata degli Stati uniti. Per la prima volta nella storia moderna, è qui che la Culinary Workers Union ha fatto il miracolo di sindacalizzare i lavoratori del terziario arretrato, per la maggior parte immigrati, spesso clandestini Marco d'Eramo INVIATO A LAS VEGAS (NEVADA) «Ma quale recessione!» sembra gridare forte l'ininterrotto fiotto umano che scorre sui marciapiedi dello Strip e fluisce su e giù dai cavalcavia che lo sorvolano. Ti chiedi come è possibile che questo paese stia traversando la peggiore crisi degli ultimi 30 anni se una tale piena di gente si precipita nella città dell'azzardo e del divertimento. Il nome ufficiale dello Strip è il Las Vegas Boulevard, lungo cui, , da sud a nord, si succedono per circa 4 chilometri gli hotel/casinò più famosi del mondo. Dietro la domanda sulla crisi, per chi ha seguito gli eventi dell'ultimo decennio, un altro interrogativo esige risposta: come mai questa città assurta a simbolo del postmoderno, quest'economia basata sul superflo, è diventata la capitale della lotta di classe negli Stati uniti? Le due questioni sono intrecciate dall'enormità che ti si para di fronte. Noi abbiamo un'immagine stereotipata di Las Vegas che risale agli anni '60, con la mafia italiana, Frank Sinatra, Dean Martin (cui sono qui dedicate due avenues). Ma, a scorrere le statistiche storiche che mi procura Christina Zila, la gentile ed effciente addetta stampa della camera di Commercio della città, ancora nel '70 Las Vegas aveva ricevuto 6,7 milioni di visitatori che vi avevano speso un po' più di un miliardo di dollari (di allora). Ma nel 1990, i visitatori erano triplicati (più di 20 milioni) e il fatturato era schizzato a 14 miliardi di dollari. 17 anni dopo, nel 2007, i visitatori erano ancora raddoppiati, e il fatturato si era ancora triplicato (41,5 miliardi di dollari). Per avere un'idea di cosa significano questi numeri, basti pensare che Venezia, la più turistica delle città italiane, ha ricevuto, nel 2007, 3,6 milioni di turisti: meno di un decimo di Las Vegas. Per l'entertainment, l'industria dello svago, Las Vegas rappresenta quel che Detroit rappresentava per l'industria dell'auto. Anche qui si assiste a un'integrazione verticale del divertimento. Non più solo azzardo (anche se resta una delle ragioni principali per venire qui), ma spettacolo, musica, ristoranti di lusso. Lo si vede da quanto è cresciuta l'industra delle Conventions: nel 1970 solo un visitatore su 25 era delegato a una Convention, e il settore contribuiva solo per un ventesimo al fatturato, mentre nel 2007 gli oltre 6 milioni di delegati rappresentavano un sesto di tutti gli arrivi e il loro contributo era un quinto del fatturato totale. Le dimensioni dell'industria dello svago, la sua concentrazione spaziale, le sue economie di scala, hanno creato una forza lavoro addensata, non dispersa che, per la prima volta nella storia moderna, ha permesso di organizzare i lavoratori del terziario arretrato: lavapiatti, cuochi, sguatteri, addetti alle pulizie, portieri. Un singolo hotel/casino è un'operazione che richiede investimenti di 5-8 miliardi di dollari (quante Alitalie ci si possono comprare?) e che occupa migliaia di dipendenti. Da qui la possibilità - rarissima negli Stati uniti - di sindacalizzarli. Un compito particolarmente difficile perché buona parte degli addetti del settore è immigrata, molti sono clandestini. Altrove queste condizioni hanno impedito ai sindacati di organizzare i lavoratori (in Italia la Cgil ne sa qualcosa). Qui invece proprio la dimensione industriale dell'attività di servizio ha compattato questa nuova «classe operaia». Il sindacato che ha compiuto il miracolo è la Culinary Workers Union, in particolare la sua sezione (Local) 226, un edificio basso, solo piano terra, in un terreno aperto all'ombra di un altissimo casinò: vi entro insieme a una fila di donne e uomini, ispanici per lo più, che vengono a chiedere informazioni sui rimborsi sanitari, sulle pensioni, sui congedi. Vent'anni fa la Culinary (come si dice qui in breve) aveva 10.000 iscritti, oggi ne ha 60.000. A portare questo sindacato alla ribalta è stato lo sciopero al New Frontier, «il più lungo sciopero della storia degli Stati uniti» mi dice Chris Bohner, portavoce della Culinary: «Sei anni, quattro mesi e undici giorni». Il New Frontier era il secondo grande casinò costruito a Las Vegas negli anni '40, e lo sciopero dei suoi 550 dipendenti, iniziato il 21 settembre 1991, finì solo il primo febbraio 1998. Era la prima volta che si vedevano mamme gravide partecipare ai picchetti per impedire ai crumiri di entrare a lavorare: nei sei anni le scioperanti partorirono ben 106 bambini. «Questo ha dimostrato ai datori di lavoro la nostra determinazione. Oggi è sindacalizzato il 98% degli hotel e dei casinò di Downtown e dello Strip. I lavoratori sanno che se si iscrivono al nostro sindacato avranno copertura sanitaria e diritto alla pensione. Gli unici due casino/hotel che rifiutano la sindacalizzazione (e sono due fra i più grandi stabilimenti della città) hanno due nomi italiani: sono il Venetian e il Palazzo. Ma proprio adesso abbiamo firmato un nuovo contratto collettivo con il Tropicana». Quando chiedo degli effetti della recessione, sia i sindacalisti, sia le loro controparti alla Camera di Commercio tendono a minizzarne la portata. In effetti Las Vegas è tutta un succedersi di grandi cantieri, con enormi nuovi casinò in costruzione. In quasi tutti i lavori proseguono a ritmo accelerato. Dice Chris: «Solo uno è stato accantonato, Echelon, un progetto da 5 miliardi di dollari, per un complesso con 5.000 stanze e 6,6 ettari di spazi da gioco e da esposizione. Ma gli altri stanno andando avanti.» Per il progetto erano già stati spesi 500 milioni di dollari, e ora è stato rinviato. «Ma da quel che so, il suo rinvio dipende non dalla crisi qui a Las Vegas ma dalla stretta del credito» mi dice Cara Roberts, la direttrice delle comunicazioni della Camera di commercio. Per Bohner, «la crisi si sente ancora poco, c'è stato qualche licenziamento, ma questa è una città eccezionale. Tutti gli altri stati hanno allentato i divieti sul gioco d'azzardo, negli ultimi 20 anni sono stati aperti negli Usa centinaia di casinò nelle riserve indiane, ma noi abbiamo 40 milioni di visitatori e una città che vive 24 ore su 24. Per voi appasionati di calcio europeo, questi altri - anche Atlantic City - giocano in serie B, noi in Champions League, siamo di un altro livello». Cara Roberts: «Evadere è un bisogno insopprimibile. Certo la recessione ci colpisce. Ma la gente avrà sempre bisogno di celebrare, di evadere. Anzi, più le prospettive sono deprimenti, più è necessario sfuggire di tanto in tanto. Magari verranno qui una volta l'anno invece di due. Magari festeggeranno solo le nozze d'argento invece che tutti gli anniversari di matrimonio, ma comunque verranno». Chiunque ti parli, esprime subito la sua incrollabile convinzione dell'eccezionalità di Las Vegas. Già tutti gli americani sono convinti dell'eccezionalità degli Stati uniti rispetto al resto del mondo. E i lasvegani sono convinti della loro eccezionalità rispetto al resto del paese: un'eccezionalità al quadrato, un destino diverso. «Questa è una città molto più integrata, molto meno segregata, perché l'immigrazione è recente; è una città che si rimescola in continuazione» dice Bohner. Ma le statistiche raccontano un'altra storia e dicono che la crisi sta colpendo duro. Intanto le grandi imprese, le università hanno cominciato a risparmiare e le Conventions si sono contratte: ad agosto di quest'anno, rispetto a un anno prima, si è registrato un -23% di delegati e -23% di impatto economico. Gli altri turisti sono un po' aumentati, ma non sono riusciti a compensare il crollo delle Conventions così che il numero totale di visitatori è diminuito del 4%. Ma soprattutto, le tariffe delle stanze d'albergo sono diminuite del 15%; gli arrivi in aereo sono calati del 10% e il gettito da gioco si è contratto del 9% Il rallentamento dell'economia riduce il gettito fiscale dello stato e mette in pericolo il sistema pensionistico degli impiegati pubblici. «Questa sarà la nostra grande prossima lotta» mi dice Amber Lasater della Service Employees International Union (Seiu), il sindacato degli ospedalieri e dei dipendenti pubblici che qui ha 17.500 iscritti: «Per questo è importantissima l'elezione del nostro parlamento statale del Nevada: già adesso la Camera di commercio sta facendo campagna pesante e sta sganciando un sacco di soldi per far eleggere candidati che vogliono smontare il nostro sistema pensionistico». Alla Camera di commercio mi dicono: «Gli insegnanti no, loro sono pagati poco, ma gli altri dipendenti pubblici sono pagati troppo e ricevono troppi benefici» (è la versione locale dei «fannulloni»), «e già adesso il sistema pensionistico è sotto di 6 milioni di dollari. Da qualche parte bisognerà tagliare». La Seiu è il primo sindacato che a gennaio si pronunciò a favore di Obama (all'epoca gli altri sindacati erano pro Hillary Clinton). Sia loro, sia la Culinary stanno facendo campagna a tutto spiano per Obama. «Questo week-end arriverà dalla California una carovana di 10 nostri attivisti che verranno a fare porta a porta (canvassing)» dice Amber che sette anni fa si è sposata a Porto Venere in Italia. Uno dei due senatorid del Nevada è repubblicano, l'altro è democratico, Harry Reid, mormone e capogruppo del senato. Dei tre deputati che il Nevada manda alla Camera dei rappresentanti, uno (il rappresentante di Las Vegas) è democratico, mentre gli altri due sono repubblicani: si tenga conto che l'area metropolitana di Las Vegas (2 milioni di abitanti) comprende i quattro quinti della popolazione del Nevada (2,6 milioni), ma solo un terzo di suoi parlamentari. «I repubblicani sono fortissimi a nord nelle aree rurali, nella zona di Reno e Carson City. Ma noi dobbiano stravincere qui per compensare. E ce la faremo» dice Amber «anzi, ce la stiamo già facendo». Già, perché qui, come in molti altri stati, gli elettori hanno già cominciato a votare. Si chiama l'early voting, il voto anticipato. Tradizionalmente l'early voting e il voto postale erano favorevoli ai repubblicani, questa volta no. «Solo il week-end scorso qui a Las Legas sono venuti a votare in 25.000 elettori registrati come democratici. Nel 2004 erano stati solo 14.000. C'è stata un'affluenza mostruosa», aggiunge tutta soddisfatta. In Nevada due su tre early voters sono democratici. È un trend comune a molti stati. In Florida, lunedì all'apertura delle urne, su 150.000 votanti, due su tre erano democratici, Lo stesso è avvenuto in North Carolina. Se a questi voti anticipati si aggiungono i voti postati che debbono pervenire entro oggi agli uffici elettorali, può anche essere che noi continuiamo a parlare della campagna, ma che l'esito del voto sia già stato ipotecato.

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Ecco l'uomo del dialogo, insulto per insulto (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)

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n. 256 del 2008-10-25 pagina 0 Ecco l?uomo del dialogo, insulto per insulto di Massimo M. Veronese Provaci tu a dialogare con uno così. Uno che appena ti vede ti da del fascista, del razzista, del bugiardo, del rovinafamiglie, del figlio di Putin, sia che parli, sia che te ne stai zitto, sia che indossi una camicia, sia che ti metti il maglioncino. E che poi ti corre dietro per dire che sei tu che lo insulti, sei tu che non vuoi il dialogo con lui. Date un occhio qui. Uno così è bene che dialoghi prima di tutto con un medico. Bravo però... Provaci tu a dialogare con uno così. Uno che appena ti vede ti da del fascista, del razzista, del bugiardo, del rovinafamiglie, del figlio di Putin, sia che parli, sia che te ne stai zitto, sia che indossi una camicia, sia che ti metti il maglioncino. E che poi ti corre dietro per dire che sei tu che lo insulti, sei tu che non vuoi il dialogo con lui. Date un occhio qui. Uno così è bene che dialoghi prima di tutto con un medico. Bravo però... ...pensare che aveva cominciato così «Per arrivare a migliorare la politica italiana è essenziale un cambiamento nei rapporti tra maggioranza e opposizione. Troppo facile quando si sta all?opposizione usare toni esasperati». 14 maggio Cioè, io evito le polemiche?!? «Io evito le polemiche, ma chi dice che Berlusconi è meglio di Veltroni offende chi ci ha votato». 6 settembre Pace, pace e pace «Dico al Pd: scatenatevi contro Berlusconi[/TESTO], quartiere per quartiere, comune per comune, associazione per associazione».12 settembre Ecco il primo complimentino... «Berlusconi sta rovinando economicamente, politicamente e moralmente l?Italia». 14 settembre ...e subito un educato rimprovero «Con Berlusconi c?è una cappa di piombo sul Paese. Il berlusconismo sta rovinando l?Italia». 22 settembre Pure Bullo?!? «Basta con gli spot, i fuochi d?artificio, il bullismo al governo». 25 settembre Ah si? Vallo a dire a Putin se hai coraggio... «Con Berlusconi la democrazia è svuotata come la Russia di Putin». 28 settembre Cavoli, non gli piace il maglioncino... «Berlusconi in uno dei suoi molti giorni di riposo con il maglioncino ha detto che la nostra manifestazione non gli fa paura». 30 settembre ...ma neanche la camicia «Sull?antifascismo forse Berlusconi è influenzato da quelle camicie che indossa: a metà strada tra i Soprano e il passato». 25 settembre Certo se parli sempre tu... «Sull?antifascismo è stato zitto. Su queste cose non si può scherzare». 25 settembre Già, mica insultano negli Usa «Guardate gli Usa, quando l?opposizione cerca di dare una mano non la si insulta». 25 settembre Quando Uolter vola basso «Su Alitalia Berlusconi, che era in una beauty-farm, si è impaurito all?idea che potesse emergere il nostro ruolo». 26 settembre Già perché tu invece... «Berlusconi passa metà del suo tempo ad insultare l?opposizione in una strategia di contrapposizione frontale con chi la pensa in modo diverso da lui». 30 settembre Wow Uolter! Questa sì che è forte... «Il presidente del Consiglio incarna la realtà di pericolose pulsioni xenofobe e razziste, di scavalcamento o marginalizzazione delle istituzioni, di noncuranza per la patologica concentrazione del potere». 1 ottobre E chi te l?ha chiesto? «Uno come Berlusconi non potrà mai fare il presidente della Repubblica». 2 ottobre Meno male che ce la spieghi tu «Berlusconi non conosce la Costituzione». 6 ottobre ...veramente sono mesi che straparli «Berlusconi è un?anomalia, pensa solo ai suoi problemi e il sistema dei media è piegato al pensiero unico». 6 ottobre Barack e burattini «Una democrazia senza opposizione non è democrazia. Questo è lo schema di Berlusconi». 7 ottobre Pure i mutui americani? «La colpa di questa tempesta finanziaria è della destra e della sua ideologia, cioè la deregulation sfrenata, di cui deve chiedere scusa». 7 ottobre Berlusconi ora è pure di pietrista «Sulla scuola Berlusconi vuole radicalizzare lo scontro. Deve capire che le parole sono pietre». 24 ottobre Dai, va là, adesso dì una cosa buona «Sui tagli alla scuola Berlusconi è un bugiardo». 22 ottobre Grazie Walter, meno male che ci sei tu... «Ha ragione chi dice che in un momento di crisi come questo ci sarebbe bisogno di un clima diverso da quello che c?è. è quello che ho sempre cercato di fare...». 22 ottobre © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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COMUNQUE VADA SARA' UN INSUCCESSO (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)

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n. 256 del 2008-10-25 pagina 1 COMUNQUE VADA SARA' UN INSUCCESSO di Massimo De Manzoni Oggi qualche centinaia di migliaia di persone affolleranno il Circo Massimo per prender parte alla sola iniziativa che abbia avuto il Pd dalla sconfitta alle elezioni a oggi: una manifestazione, quando si dice l?originalità. Hanno avuto anche la fortuna che l?evento coincidesse con le proteste studentesche e subito è partito l?appello a ragazzi, mamme e professori perché non manchino alla scampagnata. Fidando anche sulle truppe cammellate dei sindacati (composte da soldati un po? ingrigiti ma sempre affidabili), i vertici del partito hanno scommesso su un milione di teste da contare sul grande spiazzo. Stasera, vedrete, vi diranno che invece ce n?erano due milioni e cominceranno a inneggiare al trionfo senza precedenti. Non saranno numeri veri e sarebbe facile dimostrarlo con semplici calcoli alla portata di un alunno delle medie, seppure in sciopero. Ma non è questo il punto. Anche se ad ascoltare Walter Veltroni ci fosse «l?enorme moltitudine di donne e uomini» di cui vagheggiava ieri Piero Fassino su Europa, non si tratterebbe comunque di un successo, bensì di un funerale: un gigantesco corteo funebre per seppellire un progetto nato poco più di un anno fa. Ricordate? Non è facile e per certi aspetti sembra incredibile. Ma appena eletto segretario del Pd Veltroni decretò la fine delle alleanze che costituivano l?Ulivo e proclamò che il nuovo partito sarebbe andato alle elezioni da solo. Una volta caduto Prodi, confermò e ampliò il concetto, aggiungendo che anche i toni dovevano cambiare: mai più insulti, vietato vedere l?avversario come «nemico», promesse di collaborazione leale. Bene, da quel preciso momento, l?ex comunista che ha sempre negato di essere stato comunista ha passato il tempo a smentire se stesso, dando vita a una sbalorditiva cavalcata senza briglie che trova oggi il suo epilogo in un luogo simbolicamente perfetto: il Circo Massimo, appunto. Per prima cosa, l?uomo che voleva andare da solo per non dover chiedere mai si è affrettato a munirsi di un alleato. E non di un alleato qualsiasi, bensì del più scomodo, infido, pericoloso, dannoso e becero di tutti: Antonio Di Pietro. Questo giornale gli ha dapprima sconsigliato e poi contestato a più riprese l?innaturale connubio. Oggi, tra le macerie ancora fumanti, la stessa canzone gliela canta anche il suo quotidiano di riferimento (no, che cosa avete capito: non la travagliesca Unità ormai persa nei suoi deliri giustizialisti, ma la cangiante Repubblica). Meglio tardi che mai? Mica tanto: nel frattempo Veltroni, spiazzato dal poliziotto-magistrato travestito da politico, si è sfiancato a rincorrere Di Pietro su tutti i terreni possibili, in un andirivieni di posizioni e di dichiarazioni che hanno confuso i militanti e snaturato il progetto politico. I toni, ovviamente, si sono adeguati. L?avversario con il quale collaborare per il bene dell?Italia è rapidamente ridiventato il nemico da infangare. Berlusconi e i suoi ministri sono stati dipinti alternativamente come dei bulli, degli antidemocratici, dei fascisti, dei razzisti. L?Italia lieta e serena di sei-sette mesi fa si è trasformata in una landa desolata aperta alle scorribande nazifasciste della maggioranza, in un Paese in rovina economica, morale e culturale, in breve: «in un inferno», come ha magistralmente sintetizzato il nostro Uòlter l?altra sera in tv da Santoro. I commentatori di calcio, di cui lo juventino ma anche romanista Veltroni è appassionato, lo ripetono sempre: troppo movimentismo finisce per togliere lucidità. E infatti... Si scopre che l?ex sindaco ha lasciato una voragine nei conti del Comune di Roma? Lui tuona: «Una bufala politica». Salvo poi dover ammettere che effettivamente «esiste un problema di liquidità». Apre la festa del Partito democratico e lui che fa? Se ne scappa in America a tentare di ottenere un?improbabile (e difatti mai avvenuta) legittimazione da parte di Barack Obama. Berlusconi allestisce la cordata per salvare Alitalia e lui dov?è? Ma negli Stati Uniti, è ovvio. Poi però, quello che non va mai in tv torna, va in tv da Vespa e spara: «Alitalia? L?ho salvata io». Non gli ha creduto neppure la figlia, ma non gliel?ha potuto dire: papi le aveva appena comprato casa a New York, non sarebbe stato carino. Intanto, il picchiatore di Montenero di Bisaccia continuava a prenderlo a sberle. A un certo punto Veltroni si è stufato e cosa ha fatto? Indovinato: è andato in tv, da Mentana, e ha detto che tra loro era tutto finito. Non se l?è filato nessuno: né il suo partito né l?ex Pm. Tutto è continuato come prima. Allora Veltroni è tornato in tv, da Fazio questa volta, e ha riannunciato la rottura dell?alleanza. Risultato: oggi Di Pietro sarà in piazza al suo fianco. Capito? Non riesce neanche a divorziare da Tonino. E mentre la gongolante ombra di D?Alema si fa sempre più grande, al Circo Massimo accorrono anche i Verdi, il Psi e l?Udc. Un altro Ulivo. Anzi, un Ulivone. Anzi un?ammucchiata. Comunque vada, sarà un insuccesso. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Potere del petrolio: Eni sempre prima Sprint delle famiglie Benetton e De Agostini (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 25-10-2008)

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Potere del petrolio: Eni sempre prima Sprint delle famiglie Benetton e De Agostini Con la tempesta finanziaria in corso, quella scattata ieri dall'Ufficio Studi di Mediobanca rischia di trasformarsi subito un'immagine dei bei tempi andati. Ad essere consegnato ai posteri, infatti, è il 2007 delle aziende italiane, con numeri che rischiano di rivelarsi irripetibili negli anni a venire. Dall'articolato documento non emerge nessuna sorpresa in relazione ai risultati delle aziende più grandi. La posizione di leader spetta ancora all'Eni grazie ad un fatturato pari a 87,2 miliardi di euro e utili per 10 miliardi. E nella classifica di Piazzetta Cuccia rispetto al 2006 non cambiano le prime sette posizioni. E così, per ricavi, si confermano sul "podio", rispettivamente in seconda e terza posizione, Fiat (58,5 miliardi) e Enel (42,6 miliardi). Seguono, quindi, Telecom, Gse (Gestore servizi elettrici), Finmeccanica ed Esso. Scala posizioni, invece, la galassia che fa capo a Gilberto Benetton nonché la De Agostini. Per quanto riguarda gli utili la maglia nera, ed anche questo era prevedibile, spetta ad Alitalia con una perdita di 495 milioni seguita dalle Ferrovie dello Stato (-418 milioni). Un'esame a largo raggio, quello dell'Ufficio Studi Mediobanca, considerato che tiene conto di 3.721 bilanci con l'inserimento di 253 nuove aziende e l'esclusione di 217. Tra i gruppi bancari, e qui il 2007 segnerà probabilmente la fine di un'era, si conferma ancora al primo posto Unicredit (che ha incorporato Capitalia). Segue Intesa Sanpaolo (che ha a sua volta incorporato Intesa Sanpaolo Imi). Posizioni che si invertono se si guarda agli utili, con Intesa SanPaolo a quota 7,2 mld, seguita da Piazza Cordusio (6,5 miliardi) e Mps (1,4 miliardi). Quella che invece appare terribilmente attuale, è un'altra fotografia scattata dall'Ufficio Studi, relativi agli effetti fin qui provocati dalla crisi finanziaria sui maggiori istituti di credito del nostro continente. Dall'inizio del dissesto, nell'estate del 2007, le 20 principali banche europee hanno visto svanire 213 miliardi di euro in termini di perdite o minori utili. In particolare, a livello di conto economico, considerando il secondo semestre 2007 e il primo del 2008 rispetto alla situazione di "normalita" del primo semestre 2007, la crisi ha fatto registrare risultati negativi legati al degrado dei mercati quantificabili in 156 miliardi, 137 dei quali dell'attività di negoziazione e 19 riferibili ad ulteriori abbattimenti di valore. Se però si considera anche l'impatto patrimoniale, il conto della crisi si fa più salato di altri 57 miliardi, arrivando quindi a 213 miliardi di euro. e` a metano. punto. VIENI A SCOPRIRLA SABATO 25 E DOMENICA 26 NELLE CONCESSIONARIE FIAT. 6 ANNI DI FINANZIAMENTO A TASSO ZERO. STOP AI CONSUMI: UN PIENO CON 12 EURO. STOP AGLI INTERESSI: Finalmente e` arrivata Punto Natural Power. Grande Punto 1.4 77cv Active Natural Power 3p, prezzo promozionale di vendita \Gamma 12.300 (chiavi in mano IPT esclusa), al netto dello sconto rottamazione Fiat e dell'incentivo Statale per rottamazioni di vetture come previsto dal D. L. 248/2007, convertito in legge il 27/02/2008. Es. di Finanziamento: Anticipo \Gamma 3.614,62, durata 72 mesi, 72 rate mensili da \Gamma 135,76 comprensive di coperture Prestito Protetto ed Antifurto Identica per un importo di \Gamma 774,86, spese gestione pratica \Gamma 300 + bolli; importo massimo fi nanziabile \Gamma 9.000 - TAN 0% - TAEG 1,66%. Salvo approvazione . Offerta valida fi no al 31/10/2008. Consumi: ciclo combinato metano 6,4 m3/100 km e benzina 6,3 l/100 km. Emissioni CO 2 (g/km): 115 metano e 149 benzina. MARCO VENTIMIGLIA MILANO mventimiglia@unita.it

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Eni regina delle aziende italiane Enel e Fiat le conferme, sale Pirelli (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)

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n. 256 del 2008-10-25 pagina 24 Eni regina delle aziende italiane Enel e Fiat le conferme, sale Pirelli di Laura Verlicchi La galassia Benetton consolida Atlantia ed è a un passo dalla «top ten» Erg guadagna posizioni col caro greggio. Moda: Valentino numero uno Energia e auto si confermano le forze trainanti dell'impresa italiana. Lo dimostra la tradizionale ricerca sulle «principali società italiane» dell'ufficio studi di Mediobanca, edizione 2008, che vede ancora una volta Eni al primo posto tra le società industriali e di servizi, nella classifica per fatturati, seguita da Fiat ed Enel: stesso podio dell'anno scorso. Così come sono rimaste invariate anche le posizioni immediatamente successive, che vedono al quarto posto Telecom, al quinto Gse (Gestore dei servizi elettrici), sesta Finmeccanica e settima Esso. Ottava, grazie al greggio, si inserisce Erg - che era decima - scalzando le Poste, scivolate al nono posto, ricacciando al decimo Riva. Una «top ten» che vede, dalla prima all'ultima posizione, fatturati superiori ai dieci miliardi. E alla quale si avvicina sempre più la galassia che fa capo a Gilberto Benetton: a seguito del consolidamento integrale del gruppo Atlantia, infatti, Ragione - la finanziaria del gruppo di Ponzano Veneto - guadagna quattro posizioni, salendo dal quindicesimo all'undicesimo posto. Pirelli ne guadagna addirittura nove, grazie all'incremento delle vendite nel settore «real estate» (più 1,447 miliardi) ottenuto grazie all'acquisizione della tedesca Dgag. E l'aumento dei volumi di vendita regala punti in classifica a Marcegaglia, che guadagna sei posizioni, Bmw (compreso il marchio Mini) e Sevel, che sale di ben 15 «gradini». L'incremento dei prezzi della materia prima spinge Thyssenkrupp, che sale di 18 posizioni: venti ne guadagna De Agostini grazie all'acquisizione di Gtech, e tredici Hera. Ma c'è anche chi scende, addirittura di 38 posti: Ifi passa dal 17° al 55°, per effetto del deconsolidamento del gruppo cartario Sequana Capital. Eni si conferma regina anche della classifica basata sugli utili, seguita ancora da Enel, mentre Telecom e Fiat si scambiano di posto - piazzandosi rispettivamente terza e quarta - rispetto alla «top ten» dei fatturati: seguono Riva Fire, Poste e Parmalat. In coda, le perdite maggiori sono state archiviate da Alitalia - maglia nera con 495 milioni -, Ferrovie di Stato, Sasol Italy, Saeco, Fastweb e Stm. Mediobanca accende un faro anche su uno dei settori chiave del made in Italy, la moda. Qui la prima posizione è di Valentino, o meglio del fondo Red&Black che lo controlla: 2,146 miliardi di euro il fatturato 2007. Prada sfila per seconda, con 1,614 miliardi, terzo posto per Armani che si attesta a 1,596 miliardi. Re Giorgio si rifà negli utili: 218 milioni, mentre Prada è a 129 e Valentino a 29 milioni. Red&Black è al primo posto nella classifica per incremento dei fatturati, seguito dal gruppo Benetton mentre al terzo posto riappare Armani. Menzione speciale per le imprese più dinamiche, quelle che nel 2007 hanno segnato un aumento delle vendite di oltre il 20% e un rapporto utili/fatturato sopra il 4%. La maggior parte ha sede nel Nord-Est, anche se le prime due posizioni di questa speciale classifica vanno a due società siciliane: la messinese Aicon (+114% il fatturato) e la palermitana Grimaldi (+98,4% i ricavi, utili al 10,1%). Nella grande distribuzione si assiste alla brillante performance di Supermarkets Italiani (Esselunga), che passano dal 23° al 20° posto, e di Ikea Italia, salita dal 103° al 91°, grazie all'incremento delle vendite dovuto principalmente all'apertura di nuovi negozi. Resta invariata, infine, rispetto all'anno precedente,la classifica delle banche italiane. Unicredit (che ha incorporato Capitalia) si conferma quindi in prima posizione per totale dell'attivo tangibile, 996 miliardi, mentre Intesa Sanpaolo - che ha incorporato Sanpaolo Imi - è seconda (547 miliardi) davanti a Monte dei Paschi di Siena (160 miliardi). Per gli utili invece è Intesa (7,250 miliardi) a superare Unicredit (6,566) con Mps terza a 1,437 miliardi. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Cacciari: "Della manifestazione non me ne frega niente" (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 25-10-2008)

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n. 256 del 2008-10-25 pagina 0 Cacciari: "Della manifestazione non me ne frega niente" di Redazione Il sindaco di Venezia se la prende con il corteo organizzata a Roma dall'opposizione: "Non mi preoccupa la manifestazione, ma che il governo ombra non abbia prodotto assolutamente nulla". E poi attacca Di Pietro: "E' una riserva di Tangentopoli" Milano - Anche Cacciari scarica la manifestazione di oggi, non ci sarà e non gli interessa neppure esserci. "Della manifestazione non me ne frega niente". Lo ha detto Massimo Cacciari, sindaco di Venezia ed esponente del Partito Democratico, durante il dibattito di Omnibus in onda su La7. "Cerco di portare a termine il mio mandato e lasciare la scena ai demagoghi - ha proseguito il sindaco-filosofo -, a coloro che hanno la vocazione a guidare il popolo: ai Veltroni e ai Berlusconi, a destra e sinistra". "Il governo ombra non fa niente" "Non mi preoccupa la manifestazione, ma che il governo ombra non abbia prodotto assolutamente nulla; mi augurerei - aggiunge Cacciari - che il Pd mi dicesse come si intende organizzare e cosa dice su scuola, crisi finanziaria e Alitalia. Mi sembra un?invenzione strana organizzare una manifestazione di protesta con 5 mesi di anticipo", afferma il Sindaco di Venezia. "Avrei preferito che il Pd avesse elaborato delle proposte concrete sul federalismo fiscale, non lasciando lo spazio allo spot di Lega Nord e Berlusconi, e su questo disastro della scuola". "Allearsi col Prc? Un suicidio" Ma Cacciari, sindaco di Venezia ed esponenete del partito Democratico, dopo aver criticato i due cortei di oggi pomeriggio, è partito all'attacco degli ex alleati di Rifondazione Comunista. "Il Pd si suiciderebbe se riallacciasse un?alleanza con Rifondazione come quella del governo Prodi; contraddirebbe totalmente le ragioni storiche della sua nascita". "Di Pietro? riserva di Tangentopoli" E poi, sempre nel corso della trasmissione, ha colpito duramente il leader dell'Italia dei Valori: "Di Pietro è una riserva che proviene da Tangentopoli, dalla crisi degli anni 90; è una rendita di posizione pura e semplice". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Anche Orsero stringe un patto per sostenere la Banca Carige (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 26-10-2008)

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ALBENGA CORDATA DI AZIONISTI-IMPRENDITORI LIGURI Anche Orsero stringe un patto per sostenere la Banca Carige [FIRMA]STEFANO PEZZINI ALBENGA Per una volta non si tratta di acquisizioni per sviluppare il business della portualità o dell'aeronautica civile. Ma non c'è dubbio che anche l'ultima mossa messa a punto dal gruppo Orsero sia destinata a far parlare. Assieme a una cordata di azionisti liguri, infatti, è stato creato un patto di sindacato, che appoggia la fondazione Carige nel controllo della banca presieduta da Giovanni Berneschi. In pratica Orsero (che aveva in portafoglio azioni Carige e da sempre ha rapporti con il principale istituto di credito ligure), assieme al gotha dell'economia regionale, Coop Liguria, Coopsette, Talea, Vito Bonsignore (Gefip), Marcellino Gavio (Autostrade), Flavio Repetto (Novi-Elah-Dufour), Beppe Anfossi (ex acquedotti genovesi) e la famiglia Rosina, ha stretto un accordo per «blindare» l'istituto. Un'operazione questa che evita, di fatto, qualsiasi scalata ostile alla banca. Antonio Orsero, alla guida del gruppo assieme alla sorella Raffaella, questa volta preferisce non commentare l'operazione. Logico, anche perchè i patti di sindacato sono sottoposti alla Consob e alle sue regole ferree. Di certo, per gli imprenditori albenganesi si tratta di un'operazione che, in qualche modo, apre ulteriormente le porte del salotto buono dell'economia regionale. Non che prima il gruppo non fosse bene accetto, non solo a Genova ma anche a Milano e Torino. La dimostrazione poche settimane fa quando il GF Group è stato invitato ad entrare nell'azionariato di Cai, la società che sta rilevando Alitalia sotto la governance di Banca Intesa San Paolo, altro istituto di riferimento per gli imprenditori albenganesi. Tecnicamente il patto di sindacato in Carige, sottoscritto il 21 ottobre, prevede una durata triennale ed è rinnovabile per uleriori tre anni. I partecipanti hanno reciproco diritto di prelazione. Oggetto del patto è la presentazione congiunta di una lista per il rinnovo del cda della banca, previsto entro il 30 aprile del 2009. I candidati dovranno essere non meno di tre e non più di sei. Nel caso in cui i candidati espressi siano sei, uno sarà indicato da Coop Liguria e Talea, uno da Gefip e quattro di comune accordo fra tutti i partecipanti. Il patto prevede anche la presentazione di una lista per il rinnovo del collegio sindacale della banca entro il 30 aprile 2011.

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"bertone, governo pronto a fare la sua parte" (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

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Pagina XI - Torino Il sottosegretario piemontese e l´odissea della storica carrozzeria: "Va salvata ad ogni costo, è un patrimonio" "Bertone, governo pronto a fare la sua parte" Crosetto: se arriva un partner pronto a investire, prolungheremo la cassa "Va bene anche un socio straniero D´altronde non credo Fiat voglia accollarsi l´onere" Un partner, anche straniero, per salvare la Bertone. Il sottosegretario Guido Crosetto sintetizza così la strategia del governo per impedire che nelle prossime settimane il prestigioso marchio di Grugliasco venga travolto dal fallimento. Onorevole Crosetto, qual è la posizione del governo sulla Bertone? «La Bertone va salvata a tutti i costi. Perché in quell´azienda si è accumulato nei decenni un patrimonio di professionalità che non può andare disperso. L´esperienza ci insegna che in casi come questo quando si chiude certe conoscenze inevitabilmente spariscono e non si recuperano più». Ma il tempo stringe. Come si può intervenire? «Intervenire in questo periodo non è stato facile perché la crisi della Bertone nasce essenzialmente da divergenze tra i soci privati. E in questi casi per le istituzioni è difficile, per fortuna, intromettersi. Ora però è necessario correre ai ripari perché per decenni l´azienda è stata uno dei simboli dell´eccellenza italiana nel mondo». Pensa a un intervento del governo sul modello Alitalia? «Naturalmente no perché il carattere strategico dell´Alitalia non è quello della Bertone. Ma il governo può lavorare per favorire l´ingresso di partner anche stranieri». Un´apertura ai cinesi? «Cinesi o di altra nazionalità. L´importante e che siano aziende in grado di investire, interessate a rilevare, insieme al marchio, quel patrimonio di professionalità che va salvaguardato». Anche se in questo caso si perderebbe la proprietà italiana del marchio? «Ma si manterrebbe la professionalità. Così è accaduto, ad esempio, in Inghilterra. Dove l´industria dell´automobile è stata venduta ad aziende straniere che hanno mantenuto la produzione in Gran Bretagna salvaguardando i livelli occupazionali». Non crede alla possibilità di un salvataggio italiano? «Francamente non mi sembra che in questo periodo la Fiat voglia sobbarcarsi l´onere della Bertone. Mi sembra più probabile che una società straniera, che ha già una vasta gamma di prodotti, voglia investire per aggiungere una produzione di prestigio, anche se di nicchia, con il marchio Bertone». Come interverrete concretamente nelle prossime settimane? «Cercando di convincere acquirenti a farsi avanti. Del resto, nonostante le turbolenze di questi mesi, manifestazioni di interesse ce ne sono state e altre potrebbero giungerne. Il governo, per parte sua, può offrire il ricorso ad ammortizzatori sociali in grado di accompagnare un piano di ristrutturazione». E se non ci fosse nessuno disposto ad acquistare? Se arrivasse il fallimento? «Questa è un´eventualità che non voglio nemmeno prendere in considerazione. Stiamo lavorando per evitarla». (p.g.)

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crisi alitalia, passeggeri in fuga low cost all'assalto del palermo-roma - isabella napoli (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

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Pagina VI - Palermo Il caso Le compagnie emergenti hanno incrementato il traffico di 100 mila unità in un anno Crisi Alitalia, passeggeri in fuga low cost all´assalto del Palermo-Roma Il disimpegno della Cai da Punta Raisi apre nuovi spazi di mercato ai competitori ISABELLA NAPOLI HANNO trasportato nell´ultimo anno ben 803.935 passeggeri, circa 100.000 in più del 2007, dallo scalo palermitano agli aeroporti di Roma, Milano, Forlì, Pisa, Bergamo, Venezia, Verona, Torino, Parma. E ora, con un mercato in crescita del 15 per cento e il ridimensionamento di Alitalia sull´aeroporto Falcone-Borsellino, che non sarà scalo base né oggetto di investimenti da parte della Cai, le compagnie low cost puntano a conquistare fette di mercato e passeggeri da sempre appannaggio della compagnia di bandiera. E se Alitalia non rinuncia, almeno per il momento, ai 17 voli giornalieri per Roma Fiumicino, Linate e Malpensa, i dati forniti dalla Gesap, la società che gestisce il Falcone-Borsellino registrano per la compagnia un calo di viaggiatori di circa il 20 per cento: da 931.642 viaggiatori nei primi otto mesi del 2007 a 747.250 ad agosto 2008 (nel grafico i dati relativi al confronto tra tutto il 2007 e i primi otto mesi del 2008). L´anno scorso il totale di passeggeri trasportati dalla compagnia di bandiera dallo scalo di Punta Raisi è stato di 1.241.857, quasi il 30 per cento dei 4,5 milioni di passeggeri annuali. Ma il secondo vettore, la compagnia siciliana WindJet, è in continua crescita. La spa di proprietà di Nino Pulvirenti, tra l´altro presidente del Catania calcio, ha già beneficiato della crisi Alitalia tanto che prevede di chiudere il 2008 con 2.600.000 passeggeri, il 15 per cento in più rispetto all´anno scorso. Da oggi Wind Jet, che dallo scalo palermitano vola anche su Parma, Pisa, Linate, Venezia, Verona, Forlì, Parigi e Torino lancerà il quarto collegamento giornaliero Roma-Palermo. Nei piani di sviluppo, c´è anche l´incremento della flotta aerea con tre nuove aeromobili. Ma tra le low cost che si contendono il mercato nazionale con tariffe competitive c´è anche Blu-express. Dal prossimo primo dicembre infatti raddoppiano le rotte verso la Sicilia del marchio low cost dell´italian Blue Panorama Airlines, con l´avvio dei voli tra Roma Fiumicino e Palermo che si aggiungono ai quattro voli giornalieri già operati con successo tra Roma e Catania e i collegamenti estivi con la Francia. Anche easyJet annuncia due nuove rotte dall´aeroporto di Roma Fiumicino, che vanno ad aggiungersi ai collegamenti per Milano Malpensa e Londra Gatwick. Le due nuove tratte nazionali sono Fiumicino-Bari e Fiumicino-Palermo. La tratta Roma Fiumicino-Palermo sarà operativa dal 5 dicembre, con una doppia frequenza giornaliera, al prezzo di 20,99 euro per tratta, tasse incluse. La previsione è di trasportare circa 50.000 passeggeri entro i primi 12 mesi di attività. Poi c´è Myair che vola a Venezia e Milano Orio al Serio e dai primi di ottobre ha inaugurato anche la nuova rotta Palermo-Foggia. «Siamo soddisfatti dall´andamento dei voli in partenza dall´aeroporto di Palermo, dal quale operiamo diverse rotte dal 2005 - dice Lorenzo Lorenti, direttore commerciale di Myair - il bacino di traffico ha un grande potenziale, non solo durante i mesi estivi, grazie al traffico legato alle vacanze, ma anche durante le altre stagioni, grazie al traffico business e leisure. Sul nuovo collegamento, Palermo-Foggia, abbiamo già registrato un riempimento del 41 per cento, anche se è troppo presto per attestare incrementi di traffico dovuti espressamente alla diminuzione dei voli operati da Alitalia». Cauto sulle nuove prospettive dei vettori a basso costo, anche l´amministratore delegato di Gesap Giacomo Terranova. «C´è un incremento dell´offerta di voli nazionali da parte dei vettori low cost - dice - e se Alitalia ridurrà la flotta di 50 aerei, queste compagnie potrebbero essere pronte a cogliere le nuove opportunità di mercato. Di sicuro, potranno competere con offerte più basse e destinazioni che la compagnia di bandiera non copre. Ma la fetta più sostanziosa di clienti, quella business che viaggia a bordo della fascia mattutina del Palermo-Roma, è ancora in mano alla compagnia di bandiera». In corsa per nuove fette di mercato nazionale, c´è anche l´irlandese Ryanair, che vola su Londra Stansted e da fine ottobre coprirà nuove rotte nazionali per Pisa, Milano Orio Al Serio e Forlì, con una media di 140 mila passeggeri all´anno. In crescita pure Air Italy con 22 mila passeggeri nei primi sei mesi dell´anno contro gli 11 mila del 2007 nella sola tratta Palermo - Milano Malpensa mentre Transavia. com, compagnia olandese del gruppo Air France/KLM, oltre ai voli per l´aeroporto di Parigi-Orly operativi dal 19 dicembre 2008, ha rafforzato il network nazionale con l´apertura dei voli da Catania e Palermo per Torino e Parma.

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il compleanno a terra di malpensa - andrea montanari (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

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Pagina VII - Milano 60 2 17 MLN 500 Il compleanno a terra di Malpensa La minaccia della Lega: Berlusconi intervenga o ce ne andiamo Formigoni dà forfait ma insiste: "Subito la liberalizzazione delle rotte" Il Pd: "Berlusconi ha abbandonato l´hub" ANDREA MONTANARI Oggi Malpensa compie dieci anni. Li celebrerà con una grande festa in uno dei momenti più delicati della sua storia. Mentre pesa ancora il taglio dei voli deciso dalla vecchia Alitalia ad aprile arriva un´altra tegola: l´ulteriore taglio deciso da oggi dal commissario Augusto Fantozzi, in attesa che si perfezioni l´offerta della Cai di Roberto Colaninno. Coincidenze che fanno dire a molti che c´è poco da festeggiare. Sembra passato un secolo da quel 26 ottobre 1998. Che sarà ricordato con l´allora ministro dei Trasporti Claudio Burlando e il sottosegretario a palazzo Chigi Enrico Micheli, l´allora sindaco Gabiele Albertini e il presidente della Sea di allora e di oggi Giuseppe Bonomi. Mentre il governatore Roberto Formigoni anch´egli già in carica allora, oggi non parteciperà. Neanche Letizia Moratti principale azionista di Sea. Ci saranno, invece, Nicola Savino di Quelli che il calcio, Dario Ballantini con le sue imitazioni, l´orchestra giovanile studentesca di Varese, l´esibizione delle unità cinofile della Polizia e una maxi torta di 520 chili, cotta in una pentola del diametro di tre metri e mezzo. Un compleanno senza vip della politica. Per celebrare dieci anni di ostacoli, scommesse vinte, ma anche pesanti sconfitte. Come la mancata applicazione del decreto Burlando che avrebbe dovuto trasferire la maggior parte del traffico di Linate nell´ex hub varesino. O come quando, un mese dopo l´inaugurazione, l´asfalto-colla della pista rovinò le gomme di ben 18 aerei. O il Natale 2000 quando lo scalo rimase paralizzato dalla neve. Il successo è confermato, però, dai numeri. I passeggeri sono passati da 16.977.765 di un anno dopo l´apertura ai 23.885.391 del 2007. I voli giornalieri dai 500 del 1998 ai 700 attuali, il numero delle compagnie aeree da 60 a 78, i banchi check-in da 174 a 242. Ma con la doccia fredda di aprile Alitalia ha ridotto dei 70 per cento i suoi voli costringendo Sea a mettere in cassa integrazione 900 lavoratori. Da oggi, infine, con l´orario invernale parte il nuovo taglio. Cinquantatré voli nazionali in meno, 104 europei e 2 intercontinentali. Senza la possibilità che altre compagnie possano occuparli, dato che gli slot non sono stati liberati. «Ci aspettiamo che Cai sappia valorizzare Malpensa - sollecita Formigoni - ma se non occuperà questi voli sarà giusto lasciarli liberi per altre compagnie». Più minaccioso l´assessore leghista Davide Boni: «Berlusconi intervenga su Cai altrimenti la Lega abbandona il territorio». Replica l´assessore regionale Raffele Cattaneo: «La Lega ha ragione, ma Cai ancora non c´è. Tutti sanno che il mercato è qui. Non abbiamo fatto sconti ad Air France, non li faremo ad altri». Nino Cortorillo della Filt Cgil, che nel �98 era coordinatore dei controllori di volo, non ha dubbi: «Cai rischia di diventare l´ennesima bolla speculativa. Se questa è la nuova classe imprenditoriale, viva quella operaia». Il leader della Uil Walter Galbusera frena: «L´unica cosa che si può fare è far diventare Linate finalmente un city airport». Mentre il deputato del Pd varesino Daniele Marantelli precisa: «è un compleanno triste che dimostra che il governo non ha salvato né Alitalia e nemmeno Malpensa».

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la giunta: sul paladozza non si tratta - eleonora capelli (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina I - Bologna La polemica La giunta: sul PalaDozza non si tratta ELEONORA CAPELLI «In questo momento il nostro compito è fare in modo che non siano le famiglie bolognesi a pagare le conseguenze delle scelte della società sportiva Fortitudo. Per questo il Comune vaglierà con la massima attenzione la possibilità di essere ancora garante per le operazioni finanziarie della nuova Fortitudo sdoppiata in due rami. Non vorrei che questa moda introdotta dal caso Alitalia, di accollare all´ente pubblico la bad company che paga i debiti, si facesse strada pure da queste parti». L´assessore allo sport Anna Patullo frena i progetti dell´imprenditore Gilberto Sacrati, che ha risposto con una lettera aperta ai dubbi sullo stato dei conti della società di basket e ai suoi accertati rapporti sofferenti col Credito Sportivo, che erogò il mutuo per restaurare il PalaDozza, deve incassarne due rate ed è in vista, a fine ottobre, della scadenza della terza. Illustrata dallo stesso patron come progetto per uscire dall´attuale situazione di disagio, la divisione in due rami d´azienda, uno relativo alla gestione dell´arena di piazza Azzarita e l´altro attinente alla gestione sportiva della squadra, dev´essere sottoposta al consenso del Credito Sportivo, la banca pubblica che presta i soldi alle società sportive, ma deve avere anche l´okay del Comune, che vi prestò la fideiussione a garanzia. SEGUE A PAGINA VI

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"paladozza, non si tratta" - eleonora capelli (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina VI - Bologna "PalaDOzza, non si tratta" ELEONORA CAPELLI (segue dalla prima di cronaca) «Il Comune - spiega Patullo - risponde di questa fideiussione di 900 mila euro per Fortitudo, quindi ogni decisione deve passare prima in giunta poi in consiglio comunale. Ma sia chiaro fin da ora che non basta una lettera aperta per risolvere questa vicenda. Questo nuovo progetto deve essere presentato al Credito Sportivo che, se ritiene la proposta sostenibile, chiederà l´accordo di Palazzo d´Accursio. A quel punto, il progetto passerà sotto la lente dei nostri tecnici, e noi accetteremo solo se ci sono garanzie certe che l´operazione non metta a rischio fondi pubblici, quindi non pesi sul Comune e sui cittadini. Non deve diventare un caso Alitalia «alla bolognese», questo non è davvero il momento di far pagare alle famiglie le scelte della Fortitudo». L´affare insomma si complica, stante il difficile trasferimento della titolarità del mutuo su un´altra società: un´operazione che, se mancava su questa storia il solito profilo caldo da derby cestistico, un intervento di Claudio Sabatini, patron della Virtus e proprietario dell´arena di Casalecchio, provvede subito a colmare. «Ho letto di questa ventilata operazione di splittaggio, e aspetto di capire cosa ne farà il Comune. Ma se dovesse esserci un subentro nella gestione del PalaDozza, mi dichiaro subito interessato. Ho una società di organizzazione eventi e pure un´esperienza specifica: potrei fare certi spettacoli a Casalecchio e altri al PalaDozza. Insomma, io ci sono». Progetto o provocazione, nel caso si vedrà. Di certo, al solito, una marcatura stretta tra le due metà del basket cittadino. C´è però un´altra ombra sul futuro della nuova strategia di Sacrati, che mirerebbe a valorizzare il PalaDozza sfruttando anche gli spazi sotterranei, con partner come le palestre Virgin. Ed è il futuro del Parco delle Stelle. Secondo l´assessore allo sport, infatti, ogni lavoro per migliorare o cambiare profilo allo storico palasport di Piazza Azzarita deve andare di pari passo con la nascita della struttura progettata da Sacrati, un maxi-contenitore che l´imprenditore ha definito «in regola coi parametri dell´Eurolega ma destinato ad eventi indipendenti dal basket». «Il PalaDozza non si tocca fino a che non si va avanti anche con l´altro progetto - mette in guardia Patullo -: bisogna garantire un percorso trasparente e parallelo nella realizzazione delle due grandi opere». Ma prima di tutto, i progetti ambiziosi devono sempre fare i conti col maxi-mutuo che vede ancora la Fortitudo debitrice di 6 milioni di euro rispetto al Credito Sportivo.

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alitalia, trattativa in salita nuovo round cai-sindacati (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina 25 - Economia Domani un incontro. Formigoni: "Valorizzare Malpensa" Alitalia, trattativa in salita nuovo round Cai-sindacati ROMA - è tutt´altro che sciolto il nodo dei contratti della nuova Alitalia. E per scioglierlo è previsto domani alle 18 un nuovo incontro tra le nove sigle sindacali della compagnia e l´amministratore della Cai, Rocco Sabelli. Non sarà una riunione facile, perché sui contratti del personale la trattativa rischia di essere in salita. Il problema è che secondo alcune sigle sindacali la Cai avrebbe presentato contratti diversi da quelli su cui si era faticosamente raggiunto un accordo a Palazzo Chigi. Venerdì invece Sabelli aveva confermato la validità degli accordi siglati, aggiungendo che per ciò che non è esplicitamente previsto si farà riferimento al contratto di AirOne. C´è poi il nodo dei piloti, che insistono a portare a casa un contratto a parte per la categoria, anche se in cambio sono disposti a rinunciare all´inquadramento dei comandanti con la qualifica di dirigenti. La Cai vuole chiudere al più presto, sicuramente prima dell´assemblea di martedì, che dovrebbe deliberare l´offerta definitiva, la trasformazione in Spa e l´aumento di capitale. Ma Sabelli senza l´ok dei sindacati sui contratti, non è disposto ad andare avanti. Dunque se il tavolo con le sigle di categoria si incagliasse nelle prossime ore, Cai potrebbe decidere di non presentare l´offerta. E a premere per una chiusura ci sarebbe, secondo quanto scrive il Messaggero, anche il commissario di Alitalia Augusto Fantozzi, che vuole stringere i tempi, anche se in cassa, ha dichiarato giorni fa, ci sarebbe liquidità fino al 31 dicembre. I contratti sono però solo uno dei problemi ancora da risolvere. C´è ancora da decidere il socio estero e dunque a quale hub assegnare più importanza, se Fiumicino o Malpensa. Un tema su cui ieri è tornato il presidente della Regione Lombardia, che tifa Nord. «Tutti sanno - ha dichiarato Formigoni - che la maggior parte delle richieste e domande di volo in Italia si concentra sulla Lombardia e sul Nord. Ci attendiamo che Cai sappia valorizzare questo dato di mercato incontrovertibile». Formigoni parla alla vigilia del decimo anniversario dell´inaugurazione dell´aeroporto di Malpensa e chiede a Cai di fare in fretta. «Dopo il passo avanti fatto per la vicenda Alitalia - è ora giunto il momento di pensare a Malpensa - mi auguro che le risposte di Cai arrivino presto anche perché le richieste di altre compagnie su Malpensa sono lì da tempo e se i voli lasciati liberi non li occuperà Cai sarà giusto lasciarli liberi per altre compagnie». (b.ar.)

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"la manifestazione? non me ne frega niente e il governo ombra non ha prodotto nulla" (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina 6 - Interni Cacciari "La manifestazione? Non me ne frega niente E il governo ombra non ha prodotto nulla" ROMA - «Della manifestazione non me ne frega niente». Parola di Massimo Cacciari, sindaco di Venezia ed esponente del Partito Democratico. «Non mi preoccupa la manifestazione � ha detto ai microfoni di Omnibus, il programma de La7 - ma che il governo ombra non abbia prodotto nulla; il Pd dica come si intende organizzare e cosa propone su scuola, crisi finanziaria e Alitalia». E´ una «invenzione strana» organizzare una manifestazione di protesta con cinque mesi di anticipo, «meglio proposte concrete sul federalismo, invece di dare spazio alla Lega. Io faccio il sindaco, gli altri, i Berlusconi e i Veltroni, fanno i demagoghi».

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di pietro impugna il megafono "è anche la nostra piazza" - carmelo lopapa (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina 6 - Interni Di Pietro impugna il megafono "è anche la nostra piazza" Poi attacca Veltroni: "A Piazza Navona non è venuto" Le reazioni "Raccolte più di 30 mila firme" E attacca i giornalisti CARMELO LOPAPA ROMA - L´uno di fronte all´altro, per una volta. Certo, con un mare di militanti e bandiere di mezzo. Ma quanto meno sulla stessa piazza. Walter Veltroni sul palco, Antonio Di Pietro al capo opposto del Circo Massimo, a presidio del suo gazebo che in quattro ore viene preso d´assedio dai militanti Pd, in coda per firmare la richiesta di referendum contro il lodo Alfano. L´ex pm istrione più che mai, «in questa piazza ci sentiamo a casa». Banditore con megafono per l´occasione, «e non fatevi solo la foto con me, firmate, altrimenti quello lì tra un anno lo ritrovate ancora a Palazzo Chigi». Diplomatico (almeno un po´) con i dirigenti del Pd, «l´hanno capito pure loro che il governo è dittatoriale: oggi è il giorno dell´unità nazionale di tutte le opposizioni». Finché il leader di Italia dei valori non crolla proprio mentre parla Veltroni, quando alla domanda, sempre la stessa, del centesimo militante democratico di passaggio («Ma perché avete tradito il patto col Pd e fatto un vostro gruppo, ma perché non state insieme?») perde le staffe. «Io qui ci sono, lui - s´inalbera indicando Veltroni sul palco - perché lui non è venuto a Piazza Navona? Non mi fate incazzare... va!» Poi nota che i giornalisti prendono nota, li accusa di cercare solo la polemica e manda un po´ tutti a quel paese. «Vi dovreste solo vergognare! Giornalisti da quattro soldi, siete degli infelici!» Li addita alla gente: «Gli rode! Questo è lo stato dell´informazione in Italia, fanno il gioco dell´amico loro» stavolta inteso Berlusconi. Quindi, senza nemmeno voler commentare il discorso del segretario Pd, abbandona il gazebo e va via anzitempo, sparisce. Finale con neo, ma il resto è stato puro show per Tonino il mattatore, che fa bottino di consensi. Foto (gran successo tra le donne) e video e interviste e «chi non salta Colaninno è...» con i dipendenti Alitalia. «Quelli della Cai sono 18 filibustieri» lo aizzano. Di Pietro non si fa pregare: «L´ho detto in aula che è un´associazione a delinquere». E poi, militanti Pd in coda per farsi autografare cappellini, bandiere e magliette del partito, copie dell´Unità, e «bravo Antonio, vai avanti così, ma stai con noi». Rewind. Veltroni non è ancora partito alla testa del corteo che Antonio Pietro lo attende già al Circo Massimo alle 13,30. E il pranzo sul prato apre il primo sipario. Perché il panino con coppa e il bicchiere di vino il leader Idv lo mangia e con gusto dai vicini di gazebo, guarda un po´, i socialisti dello Sdi che raccolgono firme per i loro di referendum. «Venga, venga, lo sa che quando ci sono i socialisti si mangia alla grande», scherzano i volontari che certo non hanno dimenticato il Di Pietro pm. «Buona la coppa...» fa lui addentando. Poi inizia a strapazzare i suoi al megafono: «Posate ste´ bandiere e raccogliete firme». E i rapporti critici col Pd?, gli chiedono a ripetizione ai microfoni di radio e tv in diretta. «None! Non ci siamo, guardate la pagliuzza. L´Idv ha detto sin dal primo giorno che il modello di governo di Berlusconi porta verso la dittatura. Oggi questo popolo dice la stessa cosa e noi ci sentiamo nella stessa alleanza». Passa a salutarlo e a ringraziarlo il vicesegretario Pd Dario Franceschini, la stretta di mano è un po´ di circostanza, freddina. D´Alema dal corteo nel frattempo mandava a dire a Di Pietro «di comportarsi come un alleato leale», perché «con le sue posizioni sembra creare più problemi a noi che a Berlusconi». Al gazebo, svanito il leader, restano i soliti pretoriani di Di Pietro. Il capogruppo Belisario, la fedelissima Mura che esulta: «Abbiamo raccolto oltre 30 mila firme: loro non sono venuti nella nostra piazza, ma la loro gente sta dalla nostra parte». C´è anche Leoluca Orlando, ancora fiducioso: «La mia candidatura alla Vigilanza Rai il Pd l´ha sostenuta con coerenza, no, non penso mi abbandonino adesso».

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quell'italia in rivolta da san giovanni al circo massimo - (segue dalla prima pagina) curzio maltese (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 26-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina 9 - Interni Quell´Italia in rivolta da San Giovanni al Circo Massimo Dall´elettorato un segnale forte ai leader La piazza Molte le analogie, sia pure a ruoli invertiti, con la manifestazione di Berlusconi del 2006 contro il governo Prodi Gli slogan e gli striscioni della folla raccontano il disagio e la protesta crescente di milioni di italiani (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) CURZIO MALTESE Il Partito Democratico, con appena un anno di vita, per giunta assai travagliata, a soli sei mesi da una sconfitta tremenda e in fondo a un tunnel di depressione, ha dimostrato, anzitutto a sé stesso, di poter mobilitare più persone di qualsiasi altra forza politica europea e forse occidentale. Per il Pd la giornata di ieri vale come l´atto fondante delle primarie e forse di più. E´ il segnale forte dell´elettorato di andare avanti, magari con più coraggio. Molto più coraggio. E perché no? Con un po´ d´allegria. La piazza del 25 ottobre ha due soli paragoni possibili negli anni recenti. Con altre due piazze della capitale che hanno cambiato il corso della storia: la manifestazione della Cgil nel marzo del 2002 e il comizio di Berlusconi a Piazza San Giovanni nel dicembre del 2006. Il parallelo con la piazza di Cofferati ha ossessionato, com´era ovvio, la vigilia. E´ lo stesso il teatro, d´immensa suggestione, il Circo Massimo. E´ lo stesso il clima politico. Il governo Berlusconi viaggiava sulle ali di una lune di miele seguita a un´ampia vittoria, l´opposizione pareva annichilita. E´ identico l´organizzatore, il mitico Achille Passoni, ex Cgil e ora senatore Pd, una specie di mago delle piazze. Perfino l´ingombrante presente di Sergio Cofferati nel retropalco, garantiva il tocco decisivo di revival. Quella manifestazione, come questa, fu la risposta coraggiosa e vincente di una grande forza in grave difficoltà, la Cgil, scelta dal governo dell´epoca come capro espiatorio della crisi e martellata da una poderosa campagna mediatica. Il successo della giornata rovesciò il clima politico, decretò la fine della luna di miele governativa. Dimostrò la fragilità del decisionismo berlusconiano quando si tratta di passare dall´immagine, dalla facciata, alle azioni concrete e serie nel corpo sociale, come la sciagurata guerra sull´articolo 18. In realtà sono molte anche le analogie, sia pure a ruoli invertiti, con la San Giovanni del 2006. Un capolavoro politico di Berlusconi, fra i più notevoli della sua parabola. Nel momento di maggiore crisi del centrodestra, a pochi mesi dalla sconfitta elettorale e in piena bagarre dentro il Polo, con Casini che manifestava altrove e parlava apertamente di fine del berlusconismo, l´ormai settantenne Cavaliere rovesciò il tavolo con un colpo spettacolare. In un solo giorno dimostrò da un lato agli alleati l´inevitabilità della propria leadership e dall´altra all´avversario l´intatto fascino esercitato dal suo populismo su milioni d´italiani. «L´asso pigliatutto» era il titolo del commento di Eugenio Scalfari. San Giovanni fu il primo e decisivo passo di un´efficacissima strategia che riportò Berlusconi a Palazzo Chigi in appena un anno e mezzo. Walter Veltroni non ha oggi all´interno del suo campo la forza e l´ascendente del Berlusconi del 2003 e il suo avversario è assai più compatto e deciso, rispetto all´arlecchinesca coalizione che sosteneva, si fa per dire, l´ultimo governo Prodi. Ma la folla del Circo Massimo gli ha fornito uno strumento formidabile per cambiare la storia. A patto di servirsene. I temi, le parole, gli slogan erano ieri davanti ai suoi occhi. Scritti sugli striscioni, urlati dalla gente, sottolineati dagli applausi ogni volta che il discorso dal palco li toccava o sfiorava. Là davanti. Non dietro, sul palco dov´era schierata la nomenclatura e dove da quindici anni si esaurisce il dibattito politico del centrosinistra. Ma fra le persone normali. Come nel 2002 il governo Berlusconi sta scivolando sulla buccia di banana di una battaglia ideologica. All´epoca fu l´attacco al sindacato, attraverso l´insensato (anche da un punto di vista economico) assalto all´articolo 18. Oggi il governo è partito alla guerra contro il mondo della scuola, considerato riserva di caccia della sinistra. Senza rendersi conto di aver creato in poche settimane un fronte di protesta assai più ampio e trasversale del previsto. Un fronte che va dagli studenti universitari ai professori, ai maestri, fino al cuore delle famiglie. Non è una lotta politicamente etichettata. Al Circo Massimo c´erano più giovani del solito ma sarebbe truffaldino sostenere che vi fossero masse di studenti, semmai molti insegnanti e genitori mobilitati in questi mesi contro i tagli scolastici. E tuttavia la protesta della scuola è politica, vera politica. Altrettanto politico è il disagio crescente di milioni d´italiani né di destra né di sinistra che si vedono ogni giorno scippare un pezzo di stato sociale pagato con le tasse, per finanziare improbabili ricette da vecchio capitalismo di stato, rottamazioni, salvataggi di banche, ponti in odore di mafia e oscure cordate tipo Alitalia. Basta ascoltare il disagio. «Ascoltare» è uno dei verbi più usati nei discorsi dell´idolo di Veltroni, Barack Obama. Non solo di Veltroni. «Obama, Obama» è il grido che ha salutato ieri il bellissimo, appassionato discorso di Jean Renet Bilongo, un uomo del Camerun che vive a Castel Volturno. Il genio del senatore Barack Obama è stato l´aver ascoltato per anni il disagio del ceto medio e averlo tradotto in politica, riuscendo a far passare soprattutto un concetto, uno solo ma decisivo: l´inadeguatezza dei repubblicani ad amministrare la crisi economica. Ora, l´inadeguatezza di Berlusconi è un dato scontato in tutto il mondo, tranne che in Italia. Nella battuta più felice del discorso, Veltroni ha fatto notare che se Merkel, Sarkozy o Gordon Brown avessero detto le stesse follie sparse dal nostro premier lungo tutta la crisi, ci sarebbero state reazioni enormi all´estero. «Mentre se le dice Berlusconi non succede nulla, perché sanno chi è». Lo sa anche il quaranta per cento degli italiani. Bisogna convincere qualcun altro. Da oggi sarà un po´ meno difficile. In ogni caso la risposta della piazza dice che non è impossibile.

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Nuova continuità, da oggi i voli per Roma e Milano (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 26-10-2008)

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Economia Pagina 215 trasporti Alitalia torna a Cagliari Nuova continuità, da oggi i voli per Roma e Milano Trasporti. Alitalia torna a Cagliari --> Il primo aereo Alitalia targato ?continuità territoriale? toccherà il suolo sardo alle 12 in arrivo da Milano-Linate. Il volo da Fiumicino è atteso invece alle 17.30. La compagnia pubblica, dunque, riprende a volare sulle rotte in regime di continuità territoriale tra la Sardegna e i due scali di Roma e Milano dopo circa due anni e mezzo di cartellino rosso. Anche se la presenza di Alitalia nello scalo di Cagliari potrebbe durare solo qualche giorno, visto che giovedì 30 ottobre il Tar del Lazio discuterà il ricorso presentato da Meridiana proprio contro l'ammissione della società pubblica a volare sulle rotte che garantiscono tariffe scontate ai sardi. CONVENZIONI I voli saranno garantiti solo provvisoriamente, oltre che da Alitalia, anche da Meridiana e Air One. La compagnia sarda dovrebbe mettere in campo almeno sei collegamenti tra Roma e Cagliari, mentre Air One garantirà quattro voli. Due, invece, saranno quelli Alitalia, mentre un solo aereo con il tricolore collegherà il capoluogo sardo con Linate. I voli per Milano saranno garantiti tre da Meridiana e altrettanti da Air One. Infine, da Olbia e Alghero i collegamenti saranno assicurati solo da Meridiana nel primo caso e Air One nello scalo della Riviera del Corallo. Questo il quadro provvisorio: in settimana ci saranno numerosi aggiustamenti sugli orari, visto che le compagnie non hanno ancora tutti gli slot (le autorizzazioni di volo) necessari per la copertura totale dei collegamenti in regime di continuità territoriale. Proprio il ritardo da parte del ministero dei Trasporti nel rilascio delle autorizzazioni, ha costretto Enac e vettori a rinviare a domani la firma delle convenzioni, con il deposito delle fideiussioni bancarie a garanzia dei collegamenti. SCONTI In questi primi giorni di avvio del nuovo regime di continuità territoriale, che partirà appunto oggi, potrebbero esserci accavallamenti tra le vecchie e le nuove tariffe, proprio perché ancora non sono state firmate le convenzioni per la nuova continuità. Infine, le compagnie che sottoscriveranno gli accordi con l'Enac dovrebbero anche impegnarsi ad assicurare gli sconti non solo ai residenti in Sardegna, ma anche ai nati nell'isola, mantenendo così inalterato il vecchio sistema su questo fronte, nonostante la Ue avesse imposto di restringere le tariffe agevolate solo a chi materialmente abita nell'isola. ( g. d. )

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Ma i Democratici incoronano Di Pietro: Tonino, grazie di esistere (sezione: Alitalia 2)

( da "Tempo, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Alitalia

stampa EroeIl leader dell'Idv esaltato dalla folla. Poi scompare quando parla Walter Ma i Democratici incoronano Di Pietro: «Tonino, grazie di esistere» Nicola Imberti n.imberti@iltempo.it L'incombenza di salutarlo spetta a Dario Franceschini. Appena arrivato al Circo Massimo il vicesegretario del Pd si dirige verso lo stand addobbato con le bandiere dell'Italia dei Valori. Gli fa da apripista Leoluca Orlando che si premura di annunciare ad Antonio Di Pietro che Franceschini sta arrivando. I due si abbracciano e si scambiano convenevoli. «è andata bene» esordisce l'ex pm. «Sotto il palco è già pieno di gente - risponde il vicesegretario del Pd - e non sono ancora arrivati i cortei. Sì, sta andando bene». Giusto il tempo di sincerarsi che le trattative per le regionali abruzzesi stiano procedendo («so che ieri sera si sono visti» spiega Di Pietro) e Franceschini se ne va, diretto dall'altro lato della piazza, quello dove è stato allestito il palco. Tonino no. Resta lì ad «agitare» le folle invitandole a firmare per il referendum contro il lodo Alfano. è una trottola impazzita. Firma autografi, stringe mani. Tutti quelli che passano vogliono toccarlo, farsi una foto con lui. «Abbiamo bisogno di unità» lo esorta un militante. «Ora non scappare più» insiste una signora. Ad un certo punto, dalla folla che lo circonda, si alza addirittura un liberante: «Grazie di esistere». Tutti lo cercano, tutti lo vogliono. Lui non si tira indietro, ma insiste con i suoi: «Avvertite tutti che qui si firma. Un attimo di dovere prima del divertimento». Prende in mano un megafono: «Mettete dei tavolini qua. Tutti quelli dell'Italia dei valori diano una mano a raccogliere le firme». Suda Tonino, ma non si ferma. C'è un gruppo di piloti e assistenti di volo Alitalia. Si avvicina e gli consegna una bandiera dell'Idv modificata («Alitalia dei valori»). Lui ride poi, insieme, si mettono a saltare al grido di «Chi non firma Colaninno è». è il vero eroe della giornata. Anche se lui, per non alimentare polemiche, insiste: «Non c'è nessuna differenza di idee tra il popolo dell'Idv e quello del Pd. E oggi siamo tutti qui per mandare una messaggio politico a Berlusconi. Un'alternativa è possibile». Una giornalista insiste: «Ma voi non avete partecipato ai cortei?» «None - risponde seccato in molisano -. Noi abbiamo partecipato ai cortei. Facciamo opposizione insieme al modello berlusconiano. Non serve seminare zizzania». Qualcuno gli ricorda del sondaggio secondo cui il popolo del Pd preferisce l'Idv all'Udc. «Lo sapevo anche prima del sondaggio» replica. La stanchezza comincia a farsi sentire. Così, quando un militante (l'ennesimo), gli fa notare che serve unità, risponde piccato: «Io sto qua! Mi dispiace che altri non siano venuti a piazza Navona». I giornalisti prendono appunti e Tonino sbotta: «Vergognatevi! Siete una massa di infelici, giornalisti da quattro soldi. Noi siamo orgogliosi e felici di essere qui. Ma voi volete solo veder scorrere il sangue». Inizia a parlare Veltroni. Di Pietro allontana tutti: «Fatemi sentire». La gente continua ad avvicinarsi e lui scappa. Guarda impazientemente l'orologio. «Dobbiamo partire subito o non ce la facciamo» gli dice una guardia del corpo. Tonino comincia a girare qua e là. Poi scompare tra la folla. «Si sposta davanti per sentire meglio» spiegano i suoi. Ma forse se ne è semplicemente andato prima che Veltroni finisse di parlare. Ma questo non si può dire.

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Alitalia, riprende la trattativa (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 26-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-26 num: - pag: 29 categoria: REDAZIONALE Confronto Cai-sindacati Alitalia, riprende la trattativa ROMA — ( a. bac.) Un giro di telefonate ai leader dei maggiori sindacati ha riaperto il tavolo sui contratti e i criteri di designazione degli esuberi di Alitalia, tra la Compagnia aerea italiana (Cai) e i sindacati. E' stato l'amministratore Rocco Sabelli in persona a sollecitare i «generali» a riportare al tavolo le categorie con cui la trattativa si era bruscamente interrotta venerdì sera, quando Cai aveva tentato l'oltranza. Il prossimo incontro con i rappresentanti delle nove sigle sindacali di Alitalia è stato convocato per domani alle 18. Alla riunione potranno partecipare due rappresentanti per sigla, a partire dai vertici categoriali. Basterà a sbloccare l'impasse? Per Cai è essenziale arrivare a un accordo anche dopo l'assemblea di martedì ma entro il termine ultimo per la presentazione dell'offerta definitiva: il 31 ottobre.

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Anche Simona Ventura festeggia Malpensa (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 26-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Lombardia - data: 2008-10-26 num: - pag: 13 categoria: REDAZIONALE Lo scalo compie oggi 10 anni: spettacoli e collegamenti in tivù per esorcizzare lo spettro della crisi Anche Simona Ventura festeggia Malpensa MALPENSA — «Abbiamo voluto festeggiare i 10 anni di attività dell'aeroporto nonostante Malpensa stia attraversando la crisi più grande della sua storia, perché siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto fino ad oggi». Ci sarà una grande torta con le dieci candeline, ma dalle parole di Giuseppe Bonomi, presidente di Sea, si capisce che quello che si celebra oggi è un compleanno difficile per l'aeroporto di Malpensa; con lo spettro della cassa integrazione, e ancora fresco il taglio di 159 voli Alitalia. Malpensa, oggi, soffre il declassamento dal ruolo hub, ma rispetto a quando aveva il vento in poppa è un po' migliorato il rapporto con suoi vicini di casa, gli abitanti della brughiera (i comitati però hanno protestato anche ieri). A loro, infatti, oltre che alle autorità, è dedicata la giornata che prevede la benedizione di monsignor Luigi Stucchi, vescovo vicario per il Varesotto, alle 12 nell'area meeting point della zona Arrivi del T1. La manifestazione vera e propria comincia alle 13.45. Nicola Savino e Debora Salvalaggio dal palco nei pressi della porta 1 si alterneranno con i comici Massimo Bagnato, Gianluca De Angelis e Gianmarco Pozzoli del laboratorio Scaldasole. è previsto un collegamento in diretta, con «Quelli che il calcio» e Simona Ventura. Alle 16 polizia e guardia di Finanza daranno vita a una esibizione delle unità cinofile. Ci sarà l'imitatore di «Striscia la notizia » Dario Ballantini (alias Gianni Morandi e lo stilista Valentino). Dalle prime ore di questa mattina in un'area vicino al palco sarà allestita la padella più grande del mondo. Una maxi pentola che pesa 520 chili, e ha un diametro di 3 metri e 30 centimetri. Nove cuochi prepareranno il risotto classico della tradizione, 180 chilogrammi di riso in tutto. I comuni della zona offriranno prodotti tipici del Varesotto, e ci sarà uno stand dedicato alla solidarietà con Telethon, progetto che la società di gestione Sea da quest'anno sostiene. Se non sapete dove portare i bambini, nell'area arrivi sono stati posizionati giochi e laboratori: si potranno realizzare 16 diversi modelli di aeroplani di carta; una fanfara chiamata «Burek» attraverserà l'aeroporto suonando diversi generi musicali. E anche l'Orchestra giovanile studentesca della provincia si esibirà. Come arrivare? Ci sarà un parcheggio gratuito a Cargo city. Con un servizio navetta, che eviterà agli invitati i costosi parcheggi dello scalo. R. Ro. In volo Passeggeri e personale pronti a fare gli auguri a Malpensa

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MILANO - Cai spinge per chiudere l'accordo coi sindacati sui criteri di assunzione e gli altri ... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Domenica 26 Ottobre 2008 Chiudi MILANO - Cai spinge per chiudere l'accordo coi sindacati sui criteri di assunzione e gli altri contenuti del contratto entro martedì mattina. Prima dell'assemblea dei soci che dovrà trasformare la società in spa, varare la ricapitalizzazione fino a un miliardo e approvare l'offerta da presentare ad Augusto Fantozzi. La nuova Alitalia vuole decollare il 1° dicembre: la newco lascia cadere quindi il pressing del commissario di anticipare l'esecuzione del contratto al 15 novembre. Non ci sarebbero i tempi per mettere a punto tutti gli adempimenti. A partire dal via libera della Ue ai due procedimenti aperti atteso per il 12 novembre: uno sul prestito-ponte da 300 milioni, l'altro sul piano di acquisizione. L'ok di Bruxelles dovrebbe essere la condizione essenziale cui è surbordinata l'offerta. L'altra, l'intesa coi sindacati, nelle intenzioni di Cai potrebbe realizzarsi martedì. Questi i tempi che Rocco Sabelli avrebbe comunicato ieri nel corso di colloqui bilaterali coi vertici delle principali sigle. La riunione plenaria è stata fissata per domani alle 18 e potrebbe andare avanti tutta la notte. Ma sulla condivisione dei criteri le distanze fra le parti si sarebbero accorciate di molto grazie alla disponibilità del top manager di mediare sui termini di assunzione dei dipendenti che assistono familiari disabili e sulla scelta di quei dipendenti genitori unici affidatari. Restano alcuni nodi come l'indennità di trasporto che incide sugli stipendi. Su un piano parallelo Roberto Colaninno sta negoziando con Carlo Toto il contratto definitivo per acquistare AirOne: sulle modalità di pagamento del prezzo legato alle garanzie richieste sui finanziamenti delle macchine non ci sarebbe ancora accordo. Cai insiste per versare subito metà del prezzo e il conguaglio in un secondo tempo. Ma a questo negoziato sarebbe legato anche il ruolo futuro dell'imprenditore abruzzese che vorrebbe la vicepresidenza. r. dim.

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Scuola, nei cortei "rischio infiltrazioni Br" (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Alitalia

n. 257 del 2008-10-26 pagina 0 Scuola, nei cortei "rischio infiltrazioni Br" di Diana Alfieri L?allarme nei rapporti segreti di polizia e carabinieri: noti estremisti dietro agli studenti. Ecco i nomi e le storie dei sospetti agitatori: l'ombra degli ex Br, ci sono anche ex esponenti della lotta armata Studenti indignati o professionisti della protesta? Chi sono davvero i personaggi, in divisa no-global d?ordinanza, alla testa dei cortei di universitari che in questi giorni occupano aule, piazze e talk show? Alcuni di loro sono diventati a tempo di record personaggi mediatici. Ma, dopo gli scontri violenti di Milano, le forze dell?ordine hanno scandagliato più a fondo il passato di alcuni giovani. E quel che è emerso non è tranquillizzante. Perché insieme a studenti «veri» (anche se spesso un po? in arretrato con gli esami) compaiono giovani con curriculum pieni di denunce e, peggio, estremisti e anche personaggi da tempo sotto attenzione per la loro contiguità con l?eversione rossa. A far sentire la loro presenza nei cortei di questi giorni ci sono anche gli esponenti di una realtà cui da tempo le forze di polizia guardano con preoccupazione: una struttura «informale» chiamata Olga (la sigla sta per «Ora di liberarci da tutte le galere») che ha tra i suoi ideatori Maurizio Paolo Ferrari, già militante (non pentito) delle Brigate Rosse, e che ha tra i suoi obiettivi primari la saldatura tra i gruppi «antagonisti» e il mondo del carcere. Vicini all?Olga sarebbero Lorenzo Minani, Gianpaolo Plona, Claudio Ceccato, Mattia Zanotti e Gabriele Marchetti, tutti e cinque studenti a Scienze politiche e assai attivi in questi giorni. E nell?orbita dell?Olga gravita - secondo alcuni rapporti - anche uno dei personaggi-chiave della rivolta anti-Gelmini: il greco Ioannis Fourkas, studente fuori corso di Scienze politiche. Anche lui ha collezionato denunce di vario tipo in occasione di manifestazioni non autorizzate e scontri. Ma l?episodio che getta sul leader studentesco la luce più inquietante risale al 23 giugno dello scorso anno quando a Padova scese in piazza, insieme ai «duri» del Centro sociale Gramigna, in difesa dei militanti delle Nuove Brigate Rosse arrestati su richiesta del pm Ilda Boccassini nell?ambito delle indagini sui tentativi di ricostituzione del «partito armato». Terroristi in grado di uccidere, secondo la Procura. «Militanti rivoluzionari» secondo il corteo cui partecipò Fourkas. Ce n?è abbastanza, insomma, perché gli analisti di polizia e carabinieri non diano per scontato che la protesta resti pacifica. Il timore è - come sempre in questi casi - che la protesta nonviolenta degli studenti in buona fede non riesca ad arginare la deriva radicale imposta dagli agit-prop. Alcuni dei quali hanno dalla loro anche esperienze che gli vengono dalla famiglia: al corteo di giovedì scorso è apparso per la prima volta Valerio Ferrandi, 23 anni, militante dell?Autonomia milanese, denunciato per occupazioni abusive e violenze varie. Nonchè figlio di Mara Aldrovandi, che negli anni Ottanta stava col nome di battaglia «Stefania» nei Reparti comunisti d?attacco, e di Mario Ferrandi detto «Coniglio», militante del gruppo di fuoco di Prima Linea, arrestati nel 1981 e quasi immediatamente pentitosi. E a proposito di personaggi mediatici, il più in vista, nei cortei e nelle trasmissioni tv, è indubbiamente Leon Blanchard, ventidue anni, studente in Scienze politiche. Carino, buon lessico, figlio di una coppia della alta borghesia milanese (il gallerista Giovanni Blanchard e la giornalista Maria Pace Ottieri), casa nella aristocratica via Pontaccio, Blanchard si presenta come la faccia «pulita» del Movimento. In realtà il suo certificato dei carichi pendenti è spesso quattro pagine. E - se in diversi casi si tratta di reati "pacifici" come la manifestazione non autorizzata o le grida sediziose - a suo carico risultano denunce per una sfilza di episodi di violenza privata e violenza a pubblico ufficiale. Ma a colpire è soprattutto l?intensità e la varietà dell?impegno del giovanotto: a partire dal 2003 Leon Emanuele Kremen Blanchard (questo l?impegnativo nome per esteso) viene denunciato in occasione di proteste per le cause più disparate. Dall?Assolombarda a Blockbuster, dall?Alitalia all?Associazione editori, dalla Best Western ai Centri di prima accoglienza, da Trenitalia alla guerra in Iraq, sono pochi i «nemici» contro cui il rampollo di via Pontaccio non è sceso in campo senza tanti riguardi per il codice penale. Un attivismo che, va detto, non impedisce a Blanchard di studiare, visto che ha annunciato di essere pronto per discutere la tesi a novembre. Accanto a Blanchard, nelle foto di testa dei cortei compare quasi sempre Teo Todeschini, 23 anni, studente di Scienze umanitarie alla Statale. Anche lui è uno stakanovista delle proteste e delle denunce: occupazioni abusive, deturpamenti, manifestazioni non autorizzate. D?altronde Todeschini fa parte del gruppo che nelle università costituisce il «nocciolo duro» della sinistra radicale: si fanno chiamare «Gli Inflessibili» e vengono guardati con un misto di timore e rispetto dagli studenti più «morbidi». Degli «Inflessibili» fanno parte anche Luca Minghinelli e Dario Sigari, entrambi di Scienze politiche, entrambi più volte denunciati e presenze fisse nei cortei di questi giorni; «Inflessibile» è anche Matteo Tunesi, 19 anni, che in agosto partecipò all?attacco alla scuola di polizia di Senigallia. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Brunetta: "Tornelli anche ai magistrati D'Alema si scusa? Io non ho fatto pace" (sezione: Alitalia 2)

( da "Quotidiano.net" del 26-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Il ministro a Radio Rtl 102.5 fustiga i giudici che "lavorano solo due o tre giorni a settimana". E sulle accuse dell'esponente Pd: "Mi ha mandato un biglietto di scuse, ma io non sono un buonista"

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Sugli aiuti di Stato, il ministri taglia corto: ??I soldi alla Fiat sono stati dati l?ultima volta 3 anni fa e io in quell?occasione mi opposi. Questo sara? il mio atteggiamento anche adesso. Di aiuti alla Fiat non se ne parla??. E Alitalia, allora? ??E? vero - riconosce il ministro - che abbiamo fatto un prestito ponte da 300 mln, ma Alitalia era, e? un caso nazionale e abbiamo dovuto fare questo sforzo. Speriamo di recuperarlo ma non ci credo??. Quanto alle banche ??vorrei ricordare che, allo stato, non abbiamo dato un euro. Abbiamo solo messo in piedi un sistema di garanzie in caso di emergenza che spero non si attivi mai perche? abbiamo un sistema bancario solido??. Ma la vera battaglia di Brunetta è contro gli sprechi: "Pesate che noi paghiamo piu? di 100 miliardi l?anno solo per la sanita? e tutti concordano nel ritenere che almeno il 20% e? frutto di inefficienze e sprechi. Molti magistrati lavorano solo 2-3 giorni a settimane, 2-3 pomeriggi a settimana e poi stanno a casa. Ecco - è poi la proposta provocatoria di Brunetta - vorrei mettere i tornelli anche per i magistrati. Mi diranno di tutto ma io vado avanti. Aspetto solo che D?Alema mi dia di nuovo dell?energumeno tascabile??. Dopo quell'accusa, fa sapere Brunetta, l'esponente del Pd ??mi ha mandato un biglietto di scuse, ma io non ho fatto pace. Io non sono un buonista, non offendo nessuno e pretendo solo di non essere offeso da nessuno??. Visita fiscale il primo giorno di malattia, è giusto? - Dipendenti pubblici fannulloni, giusto licenziarli? Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi Berlusconi: "Polizia nelle università" Veltroni: "Il premier soffia sul fuoco" (143 commenti) Bloccate le vie d'accesso al Senato Berlusconi: "Polizia nelle scuole? Mai detto né pensato" (100 commenti) "Via la patente ai condannati per droga E se minori non potranno prenderla" (78 commenti) "Le classi separate? 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Alla sera stanchi non si può prendere l'auto per inoltrarsi verso [...] Odeon, no alla chiusura Firma anche tu la petizione12:59:07 - non fate confusione!i liceali un giorno dovranno andare all'università. la riforma universitaria che[...] Sfila la rabbia degli universitari 12:46:20 - ...(continua)...Ora sarebbe utile, l'insegnamento degli "Onesti"; trarne le dovute conseguenze e, f[...] Scuola, non riforma ma intervento finanziario (con alcune buone idee)12:42:04 - La storia della scuola, nella Repubblica Italiana, è stata, da sempre, molto travagliata. "La bufera[...] Scuola, non riforma ma intervento finanziario (con alcune buone idee)12:37:03 - il quarto di murray è devastante!!!nadal esce in semi per me...o con murray o con nalbandian(+probab[...] A Bercy il tennis saluta i Masters Calciatore, scrittore o... Tu chi preferisci?Cure psichiatriche obbligatorie per i pedofili, sei d'accordo?Se vincessi al SuperEnalotto, usciresti allo scoperto?Gay in politica: è vero che sono discriminati?Polizia per fermare le occupazioni nelle scuole, sei d'accordo?Beckham al Milan, un buon acquisto?Cure palliative a base di oppio contro il dolore: sei d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via definitiva per droga: sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la richiesta dell'Italia alla Ue di tempi di applicazione più lunghi?Gli italiani sono ancora un popolo di superstiziosi?Accettabile assumere farmaci per migliorare le proprie prestazioni sportive?Serve una legge per regolamentare gli scioperi dei trasporti?Riduzione dei permessi sindacali, sei d'accordo?Classi separate per gli stranieri, sei d'accordo?Navigare sul web affina la mente: è vero? La foto del giorno La Roma Imperiale nel logo della finale di Champions League Una forte connotazione che richiama i simboli e lo stile grafico della Roma classica: la Coppa e la corona di alloro riservata un tempo ai vincitori, con il Colosseo sullo sfondo. Conto la rovescia per il 27 maggio LE IMMAGINI RICERCA ANNUNCI Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec >

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Quando la stampa è democratica (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 26-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Scoop, e strascoop. Ecco i fatti. Due settimane fa il premier convoca nel palazzo presidenziale tutti i più importanti editori del paese, nessuno escluso. E chiede loro l'appoggio per le misure appena varate dal governo per contrastare la crisi finanziaria e per ottenere dalla stampa nazionale un'iniezione di fiducia e di ottimismo. Non vengono chiamati i direttori, ma addirittura coloro che gli pagano lo stipendio. Urca, roba forte. Ma Berlusconi è forse impazzito? Il solito regime, anche la libertà di stampa va a farsi benedire. In che paese viviamo! Roba da matti e da operetta. Andiamo tutti in piazza, manifestiamo davanti a Palazzo chigi. E poi come mai non abbiamo avuto nessuna nota sullo scandaloso comportamento sulla stampa. Opsss. Non è stato Berlusconi e manco Letta. Ma il nostro democratico vicino, bambi Zapatero. Il 13 ottobre scorso ha convocato Ignacio Polanco (gruppo Prisa, proprietario del Pais e non solo), Antonio Fernandez Galiano (Unedisa della Rizzoli che pubblica tra l'altro El Mundo), Diego de Alcazar (Vocento che pubblica Abc) e anche Maunel Lara (Razon). El Confindencial ci racconta in un bel articolo della riunione: Zapatero ha chiesto agli editori oltre a tutto ciò che abbiamo già detto, di limitare al massimo le critiche, visto il momento difficile. Non ci si può fidare più neanche dei sani democratici. Scritto in Varie Non commentato » (No Ratings Yet) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Oct 08 Anno Zero Due considerazioni sul "mostro". Sono stato invitato tre volte ad Anno Zero, da Michele Santoro. E per tre volte ci sono andato. Troppo poco per essere definito un amico di Santoro, troppo per non conoscere i meccanismi del programma. Santoro costruisce con abilità il programma su una tesi. Un po' come faceva l'adorato (da me) Giuliano Ferrrara ad 8emezzo (che oggi è diventato una schifezza, si intende il programma). Tra i due le distanze sono abissali, e non sto a ripetere chi mi è più congeniale. Però le critiche che gli sono state mosse ieri sera, sul fatto di non aver fatto parlare uno studente di destra, sono demenziali. Scusatemi: ma vogliamo forse un tribunale del popolo sulle ospitate tv? ma che cavolo di polemica è mai questa? Santoro non è fazioso è faziosissimo. e dunque, ovviamente, è più che criticabile per la gestione della trasmissione. Ma cerchiamo di essere seri. Ho ricevuto alcune proteste, affettuose, sulla mia partecipazione al programma. Non altrettante rimostranze mi sono arrivate per le mie comparsate ad Omnibus e a Raitre in contesti altrettanto poco lib. C'è evidentemente una ragione di numeri, visto che Santoro riesce a fare ascolti in modo ineguagliabile. Ma resta un tema di fondo: un giornalista lib-lib non deve partecipare a trasmissioni di sin-sin? e perchè? Ci sarebbe una sola buona ragione (e non è ovviamente detto che non capiti): non riuscire minimamente a dire la propria idea. Finora, nelle puntate di Anno Zero a cui ho partecipato, non è avvenuto. Ieri il leghista Cota ha parlato quanto Veltroni, se non di più. In un contesto decisamente ostile, ma per tutti. E ce lo siamo reciprocamente detti alla fine del programma. Il contesto è quello che è, è santoriano. ps: cari commensali, pensate alla "mitica" Gabanelli. A mio avviso il suo report è cento volte peggio di Anno Zero. la Gabba lavora a tesi, ma a differenza di Santoro, se le prepara e se le cucina da sola, senza neanche il più debole contradditorio. Altro che studende ablante di destra. Scritto in Varie Commenti ( 22 ) » (No Ratings Yet) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 12Oct 08 La crisi della Robin Qualcuno si ricorda che in Italia, grazie all'intuizione molto pop di Julius, è stata introdotta una nuova imposta? Si chiama Robin tax. E l'idea geniale era quella di colpire quegli sfruttatori dei banchieri e dei petrolieri (con appendice di chi invece il petrolio lo brucia, come le compagnie elettriche). Ebbene ora ci troviamo nella paradossale situazione per la quale gli stati nazionali con una mano tassano le banche (in particolare gli interessi che riconoscono ai correntisti sono in parte indeducibili) e con l'altra restituiscono soldi alle banche più o meno nazionalizzandole. Nel frattempo il petrolio è sceso sotto 80 dollari e gli extraprofitti (intuizione socialista) evaporano. Mi chiedo se Julius, come dice, aveva previsto tutto, non poteva prevedere anche questo elementare paradosso? Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 45 ) » (3 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 06Oct 08 Chi ci salva dai salvatori? L'america ha adottato misure per contrastare la crisi da 850 miliardi di dollari. L'Europa si è vista a quattro e ha detto che nessuna banca europea verrà lasciata fallire. Tutti, me compreso, hanno sostenuto che in una fase eccezionale come l'attuale si possono adottare provvedimenti eccezionali, con il ritorno dell'intervento statale. Poi sulle tecnicalità si può discutere per anni, ma il principio è che lo Stato debba fare qualcosa. Ma se sbagliassimo? é questo il punto. Guardiamo alla "deficiente regola" volta ad azzerare le vendite allo scoperto, che più o meno tutte le Borse del mondo stanno adottando. Chi pensava che solo attraverso questo strumento di limitassero i ribassi delle azioni, si è sbagliato di grosso. Si introduce una fortissima distorsione al mercato e non si porta a casa neanche un risultato. ragionamento simile si può. forse provocatoriamente, fare per gli attuali interventi statali nell'economia. Non stanno risolvedno il problema borsistica e a ruota neanche quello di operatività delle banche. Come se non fossero stati fatti. In compenso ci troviamo le manone ingombranti della politica sui nostri affari. Speriamo di non dovercene pentire. Gli americani sanno liquidare l'intervento dello Stato in pochi anni. Noi Europei quando ci sediamo alla tavola del mercato, ci restiamo anche dopo il dessert. Scritto in finanza Commenti ( 56 ) » (9 votes, average: 3.33 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Sep 08 I conti su Alitalia Fate voi la somma. +Lo stato esce definitivamente dal trasporto aereo (Marrazzo permettendo) -Balla un miliardino di debiti che pagheranno i contribuenti +AirFrance chidedeva che i diritti di volo in Italia fossero solo suoi, ciò non è previsto dal nuovo progetto -Unire due debolezze (Ali e Air) amplifica una posizione dominante, ma non garantisce un buon servizio +I sindacati hanno le spalle al muro: o così o si muore -Sono inviatati al tavolo (passera dixit) per concordare il piano industriale +AirFrance in fondo, ma mica tanto, è una società pubblica (18% di Sarko') -Airfrance sa far fruttare una compagnia aerea e viaggia in tutto il mondo +Colaninno&co ci mettono il grano e si assumono un bel rischio (in Italia praticamente nessuno ha fatto quattrini con i voli di linea) -Aifrance avrebbe pagato qualcosa alle minoranze e allo Stato, mentre i nostri eroi oggi si assumono un rischio ma a prezzi ben più da saldo +E' stata Aifrance a rompere le trattative: aveva posto tre condizioni tra cui l'assenso dei sindacati al piano di vendita. Che ovviamente non c'è stato -E' stato l'adorato Cav, in campagna elettorale, a dare indirettamente man forte ai sindacati dicendo che la compagnia deve restare in mani italiane +Lufthansa e Airfrance e tutte le compagnie americane non possono essere acquistate da stranieri e dominano sui rispettivi mercati nazionali -Non è detto che il concetto di italinità o francesità corrisponda, alla fine, all'interesse molto concreto, dei cittadini-utenti La somma dei più e dei meno. cari commensali, che risultato dà? Scritto in Varie Commenti ( 140 ) » (10 votes, average: 3 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 26Aug 08 Alè Magno L'idea di Alè Magno di istituire una commissione, darla in mano a Giuliano Amato (quello che rinfaccia Craxi e forse anche lo scippo sui conti corrente) e discutere dei problemi de Roma, mi sembra una scemata pazzesca. Ogni stagione ha le commissioni di che si merita. Oggi con la moda dell'anticasta, si deve dunque dare una nobiltà ad una commissione che comunque non servirà a nulla. Voglio dire che senso ha per un amministratore cittadino inventarsi grandi temi di discussione. C'è bisogno di una Commissione per decidere ad esempio che l'acea debba essere privatizzata? assolutamente no. e di fatti, Alè magno non vuole venderla. C'è bisogno di una commissione per decidere di ampliare ed eventualmente liberalizzare le licenze dei tassisti romani? assolutamnete no. E di fatti Alè Magno è l'idoletto della corporazione dei tassisti. C'è bisogno di una commissione per spiegare ad un sindaco che se due suoi ospiti olandesi vengono stuprati e presi a mazzate tra i denti, è il caso almeno nel giorno del fattaccio di tenere la bocca chiusa o almeno aprirla per chiedere scusa a nome di una città anch'essa ferita? Scritto in Varie Commenti ( 40 ) » (7 votes, average: 4.43 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14Aug 08 Julius ha visto la luce Il nostro Julius (Tremonti, per chi non lo sapesse) ha visto la luce. Già si capiva per la verità leggendo con attenzione un interessante fondo del convertito (alle ragioni ministeriali) Giannino, di un paio di giorni fa. Un liberale doc, a patto che non si discuta dell'operato di Julius. Ma ritorniamo alla luce. Su Libero leggevamo: "il Papa su questo la pensa come Giulio Tremonti, non come gli alfieri del mercato che sul Corriere della sera e Sole 24 ore da mesi ribattono che quelli contro i derivati sul petrolio e sul grano sono attacchi di irriducibili passatisti, di vecchi arnesi nostalgici del protezionismo. Ora si è capito ancor meglio, che i giudizi del Papa non sono poi coincidenze casuali, con Tremonti" . E poi oggi finalmente sul Corrierone una domanda (anzi una non domanda) infilata lì per caso: "A luglio il papa ha condannato la speculazione." E Julius, poco prima: "Come sempre, nei grandi passaggi della Storia, la visione della Chiesa è fondamentale per la comprensione dell'esistente". La lieta novella della parabola di Julius: "L'azione dei governi ha fermato la speculazione". Sintetizziamo il filo logico del ragionamento: la speculazione è la peste del secolo-tremonti ha convinto di ciò il papa- la Chiesa ha sempre una grande visione e la condivide con Julius-i governi, incalzati da Julius hanno bloccato il contagio malefico. Hip hip hurra. Per fortuna che abbiamo il nostro adorato Cav. Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 84 ) » (7 votes, average: 4.14 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 25Jul 08 Obama e l'Italia Folla a Berlino. E poi a Parigi. E of course Londra. Niente visita in Italia. Il mitico Obama ci riporta con i piedi per terra. Non contiamo nulla, neanche una visitina, un saluto. Certo facendo jogging ieri a Berlino e intercettato da un'abile giornalista di Sky24, ha detto: primo o poi in Italia verrò. Deo gratias. Scritto in Varie Commenti ( 62 ) » (3 votes, average: 3.67 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 15Jul 08 Il casco per i baresi e i mutui per gli americani Fannie e Freddie, nonostante i simpatici nomi, stanno affossando i mercati di tutto il mondo. Non sono banche e non sono neanche società per azioni tradizionali. Sono state create per agevolare il mercato immobiliare americano. In sintesi prestano i soldi alle banche che prestano i soldi ai clienti per accendere un mutuo. In questo modo le banche americane avevano sempre risorse fresche per alimentare il mercato dei prestiti immobiliare. Una volta comprati i mutui di terzi le due nostre li impacchettano in obligazioni che cedono sul mercato. Per questa loro caratteristica sociale (agevolare la proprietà edilizia) sono Gse (Governament sponsor enterprise) e dunque, pur quotate sul mercato, in ultima analisi sono agenzie governative (come d'altronde erano in origine). Questa garanzia statale ha permesso loro di raccogliere danaro a tassi molto vantaggiosi e dunque alimentare la bolla speculativa. Inoltre (toccherebbe ricordarlo a qualcuno) per statuto non finanziano mutui subprime.. E proprio per questo il mercato dei mutui subprime (quelli che hanno scatenato l'attuale crisi) è esploso: le banche tradizionali non riuscivano a fare concorrenza, visti i tassi superbassi, a Fannie e Freddie e dunque hanno cercato (colpevolmente) di andare su un mercato a queste precluso: quello dei debitori subprime, insomma non buoni. Qualche conclusione: 1. Freddie e Fannie, figlie di una concezione roosveltiana, non sono mai state sul mercato. 2. Sono diventate negli anni 70 un ibrido a noi molto ben conosciuto: privatizzano gli utili e socializzano le perdite 3. Il salvataggio di oggi è stato scritto ieri quando furono concepite 4. il fatto che prestassero troppo era noto da tempo (lo disse greenspan in un'audizione davanti al senato) 5. il loro fallimento non è un fallimento del mercato, ma del regolatore. che ha pensato di cavarsela quotandole sul mercato. E che ha alimentato per questa via la bolla immobiliare. 6. salvarle oggi è ragionevole, così come è ragionevole, secondo il sindaco di bari, regalare, a spese dei contribuenti, un casco ai motociclisti pizzicati senza. Scritto in pol economica Commenti ( 25 ) » (3 votes, average: 3.67 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 07Jul 08 Cosa ne pensano i lib-lib di Julius In questo blog abbiamo più volte "sfottuto" il nostro Julius per la sua ansia Pop. L'inutile e dannosa Robin tax, la populistica esclusione dei ricchi (solo 70mila? solo due dei quali in piazza di Spagna a Roma?) dai benefici Ici sulla prima casa, la card per gli anziani, la lotta contro la speculazione. E via dicendo. Anzi, già che ci siamo, gli insopportabili slogan contro il "mercatismo". Senza considerare la mancata liberalizzazione per eccellenza: e cioè la riduzione delle imposte sui redditi o per lo meno una prospettiva di riduzione. Che il Dpef non ci da. Insomma quello che pensiamo sul Julius pop per i nostri commensali (che spesso hanno anche criticato il cuoco) è pietanza nota, anche se non a tutti gradita. Ieri è arrivata in cucina una mail di David Baccini, intitolata "Tremonti il socialista ci porterà al disastro". Vi inoltro le prime righe: "sono sconcertato per il comportamento schizoide del Ministro Tremonti, nel quale non ho mai riposto alcuna fiducia e che affonderà il Governo, ma sopratutto per il "sentiment filogovernista-filotremontiano antimercato" di Giannino: scioccante davvero. Altrettanto sconcerto va verso l'IBL, che di fronte ad accuse tremontiane al mercato, a chi (praticamente l'intero popolo europeo) non si riconosce nel nuovo meta-stato soviet-europeo, alla speculazione, al profitto, a chi si dice liberista, a chi esige basse tasse, a chi disconosce l'efficacia della redistribuzione (Robin Tax ed altre puttanate) .. l'IBL tace, in conformità Gianniniana". Be' in effetti si può condividere con Baccini un certo stato di solitudine da queste parti. Difficile trovare conforto a sinistra (lo devo spiegare ancora una volta?), ma anche nei punti di riferimento dei liberali classici, sembra che ci sia un po' una corsa a non disturbare il manovratore. La paura di Prodi e accoliti non ci può rinchiudere in un angolo. Non ci deve spingere verso un'accettazione muta dei provvedimenti governativi. Insomma se Julius ha deciso di fare una corsa di popolarità con l'adorato Cav, son cavoli suoi. Non di Noi italiani che abbiamo votato un governo immaginato liberale. Scritto in Berlusconi IV Commenti ( 55 ) » (6 votes, average: 4.33 out of 5) Loading ... Il Blog di Nicola Porro © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Nato a Roma, vivo a Milano. Lavoro da qualche anno al Giornale e scrivo di economia e finanza. Tutti gli articoli di Nicola Porro su ilGiornale.it contatti Categorie Berlusconi IV (9) burocrazia (1) citazioni (2) finanza (11) pol economica (21) Varie (38) Ultime discussioni simona: Ho visto la trasmissione Anno Zero in cui si parlava della scuola: Nicola Porro diceva che , se la matematica... mauro: Gli stati se ne fregano di Gmen come te, caro Davide Baccini. Fai finta di non sapere che gli stati, per colpa... Sergio: Mi associo a quanto detto da Enzo Miceli: "Mi complimento con lei perchè con educazione e non in... mauro iacomelli: credo che la Tua presenza, liberale, rispettosa e con un ottimo bagaglio tecnico-culturale, sia... Davide: Visto che si parla dell'intervista a Samuelson, qui c'è l'ottima replica di Carlo... 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Un lungo sbilanciamoci sulla legge finanziaria nelle scuole e università (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 27-10-2008)

Argomenti: Alitalia

COMMENTO Un lungo sbilanciamoci sulla legge finanziaria nelle scuole e università Paolo Hutter È il caso che tutti partecipino e se ne occupino. Mai come ora la lotta nella scuola e nell'università riguarda molto di più e molti di più dei diretti interessati, che pure già sono tantissimi tra scolari, genitori, studenti, docenti, precari, non docenti e persone che vogliono bene a almeno qualcuno di tutti questi. Sono in gioco, parallelamente, lo spirito pubblico di questo paese, l'incidenza e il valore anche morale del conflitto e della partecipazione, e il destino materiale della scuola e delle università pubbliche, dell'istruzione come diritto di cittadinanza. Le provocazioni dell'oscillante e incontinente Berlusconi sulle forme di lotte e sui «facinorosi» non devono distrarre l'attenzione dall'essenziale, ovvero molti miliardi e soprattutto decine di migliaia di posti di lavoro che saltano. Altro che Alitalia. Non seguo da anni le questioni della scuola e dell'università. Forse anche per questo ora mi coinvolge ciò che accade, e l'altra notte ero ipnotizzato dal mix di intelligenza e ingenuità dell'assemblea occupante che alle due discuteva di autorganizzazione a Fisica di Torino. Se adesso mi posso emozionare davanti alla facciata piena di striscioni del mio ex-liceo e sono seduto a scrivere di lotta studentesca, sulle stesse scale, ieri col quaderno, oggi col computer, non è certo grazie ai mass media o all'opposizione parlamentare che hanno clamorosamente «bucato» fino a pochi giorni fa sia la portata dei provvedimenti governativi che la nascita puntiforme del movimento. Dobbiamo ringraziare chi ha capito quel che stava succedendo e ha cominciato scuola per scuola a informare. Certo la situazione è completamente - o quasi - diversa da quella del '68 o degli anni '70. Gli studenti non si ribellano alle generazioni più adulte ma cercano la massima unità per difendere la scuola dai tagli. Le occupazioni si fanno senza interrompere la didattica, anche se un disgraziato servizio Rai ha cercato di contrapporre le lezioni all'aperto alle agitazioni. Oggi sulle stesse scale si scrive «difendiamo la scuola» invece che «no alla scuola che è autoritaria e classista». Ma il fatto che sia «difensivo» nulla toglie alla possibilità che questo movimento veicoli e amplifichi una presa di coscienza che rompe lo stato di cose presenti, l'andazzo dominante, in generale. Basta che gli studenti, ma anche gli adulti coinvolti, abbiano il tempo e l'ispirazione di ricostruire collettivamente le ragioni dei tagli e le caratteristiche delle menzogne. Pensate a un grande «sbilanciamoci» fatto nelle scuole e nelle università su tutta la finanziaria. Questo è l'aspetto dello spirito pubblico, del movimentismo che si politicizza. Questa volta la concretezza di aprire gestire e vincere una battaglia col governo sui tagli è fondamentale. Non ci ricordiamo neanche più quale riforma era in ballo ai tempi della Pantera e se il movimento l'aveva sconfitta o corretta. Questa volta non ci si può limitare a esaltare il valore dei mutamenti molecolari che la lotta porta con sé, la bella esperienza collettiva. Chi dove e come sta ragionando su come ottenere dei risultati, prima che il movimento si stanchi? Il prossimo 30 ottobre dovrebbe già essere una proposta per tutti. E' forse necessario ragionare su un possibile sciopero generale dei lavoratori per salvare la scuola, e comunque su un impegno serio e non solo settoriale dei sindacati confederali. Gli studenti dovrebbero sforzarsi di creare in rete un coordinamento pensante e capace di far pesare nuove iniziative tanto pacifiche quanto incisive e sorprendenti. Ragionare su queste cose è compito sia di chi non ha precedenti esperienze di lotta, che di chi ce le ha già.

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Dopo la crisi Alitalia una pioggia di low cost (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 27-10-2008)

Argomenti: Alitalia

NOVITÀ Documento Le compagnie ora puntano su Caselle Blu Express e EasyJet aumentano i collegamenti Ryanair parte su Girona Per Roma si passa da 3 a 8 partenze, con tariffe da 22 euro Dopo la crisi Alitalia una pioggia di low cost ANGELO CONTI Il «dopo Alitalia» e lo scontato ridimensionamento dell'attività previsto da Cai (che dovrebbe ridurre l'attività Alitalia e Air One all'aeroporto Sandro Pertini di Caselle di circa il 50%) hanno scatenato le compagnie low-cost che incominciano a puntare anche a Torinoe: Blu Express e EasyJet, come testimonia l'orario ufficiale della Sagat, hanno in serbo importanti novità. I collegamenti a basso costo sulla tratta Torino-Roma Fiumicino, che oggi sono tre al giorno, diventeranno sei dal 1° dicembre e ben otto il primo gennaio, con una probabile tariffa da 22 euro per volo, tasse comprese. Blu Express, la compagnia italiana che fa capo all'imprenditore umbro Franco Pecci, è stata la prima a mantenere le promesse ed ha raddoppiato il suo operativo su Roma, passando da 3 a 6 frequenze. Dal 1° dicembre i Boeing 737 con il muso blu decolleranno da Torino alle 7,30, 8,35, 11,45, 17,05, 18,20 e 20,45 e da Roma alle 6,55, 10,05, 15,20, 16,40, 18,55 e 20,45. Non è prevista alcuna frequenza il sabato ed una sola frequenza domenicale. Un aeromobile pernotterà quindi sotto la Mole, con interessanti ripercussioni economiche sull'indotto. Contemporaneamente Sagat ha annunciato anche le frequenze della compagnia inglese EasyJet, queste tutti i giorni, con partenze da Roma alle 11,45 e 18,50 e da Torino alle 13,25 e 20,30. Sull'operativo della compagnia arancione pesa comunque molto la mancanza di un volo di prima mattina, ma non sono esclusi correttivi a breve termine. Novità anche da Air Vallée (non è low cost) che ha confermato i voli su Pescara e Trieste (però diventano diretti) ed ha introdotto la novità di due collegamenti quotidiani su Napoli (partenze da Torino alle 7,15 e 18,25, da Napoli alle 9,10 e 20,20). E' probabile anche un nuovo volo su Katowice (che si affiancherebbe a quello adesso gestito dalla compagnia polacca Lot), da effettuare con lo stesso aeromobile in arrivo da Napoli alle 10,35 (un Dornier 328 jet da 31 posti) e quindi con ipotetica partenza intorno alle 11,15. I voli su Roma e Napoli non sono ancora né prenotabili né acquistabili, ma risultano già sull'orario generale della Sagat. Domani, intanto, è in programma a Caselle una conferenza stampa della compagna Ryanair in occasione dell'inizio dei collegamenti con Barcellona-Girona. Sempre la Ryanair potrebbe annunciare, forse già domani, l'intenzione di collegare Torino anche a Trapani ed a Brindisi. Sagat non ha intanto smentito ulteriori trattative con la compagnia irlandese per la possibile apertura di una base low-cost, con un ventaglio di altre destinazioni europee, fra cui la richiestissima Madrid. www.lastampa.it/caselle

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Compleanno di Malpensa con l'amaro in bocca (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 27-10-2008)

Argomenti: Alitalia

TAGLI Compleanno di Malpensa con l'amaro in bocca Una maxi risottata di 180 chili e anche una mega torta di 520 chilogrammi. Poi collegamenti in diretta con «Quelli che il calcio» e Simona Ventura. Una grande festa popolare per celebrare i primi dieci anni dell'aeroporto di Malpensa e fugare lo spettro della crisi che incombe su quello che doveva essere il grande hub itlaiano. E poi le parole del vescovo ausiliare di Milano, Luigi Stucchi, che ha invocato un «futuro più sereno per tutto il territorio in qauesto momento difficile». Ma la giornata non basta per allontanare le3 apprensioni: 900 dipendenti Sea sono già in cassa integrazione, Alitalia ha annunciato il taglio di altri voli nazionali, internaizonzali e intercontinentali (159 in tutto) in coincidenza con l'orario ivnernale scattato ieri. Il presidente di Sea, Paolo Bonomi, sollecita l'immediato intervento del Governo per liberalizzare i diritti di volo lasciati liberi da Alitalia. Quaglia A PAGINA 59

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Cancellati altri 159 voli (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 27-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Alitalia Cancellati altri 159 voli Un anno dopo l'apertura i passeggeri dello scalo Malpensa erano 16.977.765. Nel 2007 sono stasti 23.885.391. I voli sono passati da 500 a 700, i numeri delle compagnie aere da 60 a 78, i banchi chec-in da 174 a 242. Ma nell'aprile 2008 la situaizone è cambiata radicalmente: Alitalia ha ridotto del 70 per cento i suoi voli costringendo Sea a mettere in cassa integraizone 900 lavoratori. Da ieri, con l'orario ivnernale, è partito un huovo taglio: 53 voli nazionali in meno, 104 europei e due intercontinentali. Il Comitato Malpensa di batte per riconoscere allo scalo il suo ruolo di hub, al centro di un'area su cui gravita una popolazione di 17 milioni di abitanti, con un milione e 620 mila imprese che hanno interessi comemrciali con tutto il mondo.

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Malpensa, dieci anni amari (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 27-10-2008)

Argomenti: Alitalia

ANNIVERSARIO.MAXI RISOTTATA E SPETTACOLO MA IL FUTURO E' INCERTO Malpensa, dieci anni amari Ricadute negative sul territorio lombardo e piemontese se non ci sarà un rilancio [FIRMA]GIANFRANCO QUAGLIA MALPENSA Dieci anni fa, il 26 ottobre 1998, l'aeroporto di Malpensa apriva le porte al mondo e si proponeva di conquistarlo. A tagliare il nastro c'era Giuseppe Bonomi, presidente di Sea, la società che, oltre a Malpensa, possiede Linate e Orio al Serio. Ieri lo scalo varesino ha celebrato il compleanno con una grande festa popolare, una mega-risottata in una mazi-pentola di 530 chili in cui sono stati versati 180 chilogrammi di riso. Cifre che danno il senso della voglia di fare festa, anche se l'anniversario cade nella fase più delicata per lo scalo e il territorio di riferimento. Lo sa bene Bonomi, che ieri era in prima fila durante la Messa celebrata dal vescovo ausiliare di Milano, Luigi Stucchi. Nel momento della disfatta Alitalia, del ritiro di 159 voli, dei 900 dipendenti messi in cassa integrazione, il presidente rifiuta l'etichetta di una festa di rabbia. «No, proprio no, questo è il giorno dell'orgoglio per un'opera necessaria e indispensabile che non può riprendere a pieno regime solo per la mancanza di liberalizzazione dei diritti di traffico lasciati liberi da Alitalia». Eppure il collegamento in diretta con «Quelli del calcio» e Simona Ventura, una maxi-torta di 520 chili, la risottata gigante con nove cuochi, non bastano per stemperare una patina d'amaro dovuta a un'incertezza difficile da mandare giù. Lo ha sottolineato anche il vescovo nella sua omelia, bel momento di riflessione fra i viaggiatori in transito: «Preghiamo affinchè questa situazione non facile trovi una via d'uscita e che il coraggio e la lungimiranza possano mostrarci un futuro più umano, sicuro e solidale». Un orizzzonte auspicato anche da Gianfredo Comazzi, presidente del Comitato per Malpensa, che riunisce Novara, Varese e Milano. Gli effetti dell'occupazione e dello scalo possono avere ripercussioni anche sul territorio piemontese: «Dieci anni di occasioni perdute, c'è grande rammarico per il Novarese che avrebbe avuto uno sviluppo significativo per l'occupazione».

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le famiglie stringono la cinghia calano gli acquisti alimentari - aldo fontanarosa (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)

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Pagina 6 - Economia Le famiglie stringono la cinghia calano gli acquisti alimentari Epifani: finiti i soldi per la Cig. Il premier: penseremo ai salari L´Italia ALDO FONTANAROSA ROMA - Strategia di sopravvivenza in tre mosse. Prima gli italiani hanno risparmiato sui detersivi, gli strofinacci, gli shampoo, i saponi. Poi hanno preferito prodotti senza marca a quelli più famosi pubblicizzati alla tv. Ora, per la prima volta in questa infinita crisi nazionale, comprano meno cibo. A partire dal caffè macinato e dal latte. In questo scenario, Guglielmo Epifani (Cgil) ha buon gioco a chiedere meno tasse, più soldi e un ventaglio di paracadute sociali più ampio. I fondi per alcune forme di cassa integrazione - dice - vanno esaurendosi. «Stiamo già lavorando - gli risponde Berlusconi - per sostenere le imprese e le retribuzioni». A scrutare nel nostro carrello della spesa, stavolta, è l´indagine Infoscan Census che registra i dati di 7070 tra supermercati e grandi negozi. Tanti, dunque. L´indagine scopre che le famiglie, ad agosto, hanno comprato lo 0,4% di alimenti in meno. Sono in calo le merendine (-4,3%), i biscotti (-3,1), la pasta di semola (-1,6). Poi anche caffè macinato (-1,7) e latte a lunga conservazione (-0,8%). La tendenza preoccupa gli esperti di Infocan Census, per due motivi. Primo. Gli italiani spendono il 66% dei loro soldi in alimenti. Il settore, dunque, è strategico. Secondo: l´alimentare è la muraglia cinese del commercio, in genere è l´ultimo ambito ad essere toccato dalla crisi. Se anche questi mattoni accusano delle crepe.... Peraltro, i punti vendita giocano la carta delle promozioni, sempre di più. I prodotti in offerta sono cresciuti dell´1,1% a giugno, e poi ancora a luglio e agosto. Ma questa esca non basta più ad attirare l´impaurito compratore italiano. L´acquisto di alimenti scontati si riduce anch´esso dal 21,8 al 18,8% del totale della spesa. Deve aver letto questi dati Epifani quando si presenta a Domenica In per un´intervista. Il segretario della Cgil chiede al governo di non parlare con i sindacati solo quando questi hanno idee uguali alle sue. E di utilizzare il decisionismo anche in azioni di supporto agli anziani, ai pensionati, ad operai ed impiegati, alle famiglie con un solo stipendio. Epifani avverte infine che - tempo due mesi - i soldi per la cassa integrazione potrebbero esaurirsi. Si riferisce, sembra di capire, alla cassa integrazione "in deroga", concessa alle imprese che non ne avrebbero pieno diritto in base alla legge. Berlusconi, stavolta prudente, conciliante, risponde: «Il governo lavora per sostenere le retribuzioni, sia pure con tutti i vincoli dei conti pubblici, e per le imprese». In concreto, il premier sottoscrive l´idea di un fondo che aiuti le aziende a trovare credito. Il ministro Scajola lo immagina di 600 milioni, il premier «molto più ampio». E a proposito di dialogo, il Cavaliere aggiunge: «Abbiamo sempre parlato con i sindacati, anche su Alitalia. Ho rapporti cordiali con alcuni leader sindacali. Continueremo così».

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le regole da abbattere - (segue dalla prima pagina) (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina 23 - Commenti LE REGOLE DA ABBATTERE (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Torniamo, allora, agli interventi con i quali il Presidente della Repubblica e la Corte costituzionale hanno ancora una volta disegnato il perimetro delle istituzioni democratiche, e lo hanno ricordato ai cittadini. Di fronte ad una aggressiva dichiarazione del presidente del Consiglio, che affermava di voler "imporre" al Parlamento l´approvazione dei decreti legge, Giorgio Napolitano ha ricordato che "in Italia si governa � come in tutte le democrazie parlamentari � con leggi discusse e approvate dalle Camere nei modi e nei tempi previsti dai rispettivi regolamenti, e solo in casi straordinari di necessità e urgenza con decreti". Di fronte al conflitto di attribuzione sollevato dal Parlamento contro la Corte di cassazione per la sua sentenza sul caso Englaro, sostenendo che erano state invase le competenze del potere legislativo, la Corte costituzionale lo ha dichiarato inammissibile, sottolineando come la Cassazione abbia correttamente esercitato le proprie competenze e respingendo la pretesa delle Camere di sindacare un atto giudiziario e di ritenersi le uniche legittimate ad affrontare la questione. Tutto è bene quel che finisce bene? Niente affatto. Queste due vicende mostrano con chiarezza che la consapevolezza istituzionale si ritira sempre più dal governo e dal Parlamento e si rifugia in aree circoscritte, anche se altamente significative, del sistema democratico. Si accentua così una pericolosa asimmetria istituzionale, dove la divisione dei ruoli e il rispetto delle regole sono costantemente visti come un ostacolo illegittimo, da abbattere. L´unica norma fondativa del sistema è riconosciuta nell´investitura elettorale, che cancella ogni altra regola e legittima qualsiasi decisione. Si materializza così una italianissima versione dell´estinzione dello Stato costituzionale di diritto. E´ una forzatura interpretativa? Consideriamo, allora, dichiarazioni e comportamenti concreti. 1) Ancora sul lodo Alfano e dintorni. Nell´apprendere la notizia del rinvio del lodo alla Corte costituzionale da parte dei magistrati milanesi, il presidente del Consiglio ha quasi dato in escandescenze minacciando la Corte di chissà quali ritorsioni istituzionali qualora avesse osato ritenere illegittimo quel provvedimento. Mi farebbe piacere conoscere su ciò l´opinione di quel giudice costituzionale che si dimise ritenendo in pericolo la libertà di giudizio della Corte per normali dichiarazioni di alcuni politici (e anche l´opinione di quelli che ritennero giusta la sua posizione). Comunque, dopo l´intervento presidenziale, è venuto di rincalzo il suo più fido avvocato-parlamentare, in odore di vero ministro della Giustizia, con parole che più chiare non potrebbero essere. La sequenza logica (si fa per dire) è la seguente: Berlusconi ha ricevuto un largo consenso per risolvere i problemi del paese; ha già risolto la questione Alitalia e quella dei rifiuti a Napoli; di questo i magistrati milanesi non hanno tenuto conto, sì che il loro comportamento è censurabile, essendo il lodo lo strumento necessario per mettere il presidente in condizione di lavorare senza i turbamenti che potrebbero venire da indagini giudiziarie. L´elezione è così trasformata in "unzione", e l´unto del Signore si sente sciolto dalla soggezione alle regole. Senza scomodare la Bibbia (Isaia, 61), lasciamo la parola al protagonista (25 novembre 1994): "Io sono l´unto del Signore, c´è qualcosa di divino nell´essere scelto dalla gente". La dimensione della legalità scompare, in modo ancor più radicale di quella affidata alla formula del "princeps legibus solutus". Nella recente storia politica italiana è possibile rintracciare qualche precedente, primo tra tutti il discorso di Bettino Craxi in occasione della fiducia al Governo Spadolini, quando attaccò i magistrati milanesi (sempre loro!) perché avevano indagato su quel galantuomo di Roberto Calvi, turbando così l´andamento della borsa. In questa singolare versione della legalità democratica il listino di borsa faceva aggio sul codice penale. Il filone di pensiero che vuole le norme penali subordinate al "fare" della politica ha fatto proseliti, si è irrobustito, ha prodotto un nuovo schema istituzionale, ci fa quotidianamente scivolare verso un mutamento di regime. Berlusconi commenta compiaciuto il funzionamento del governo, dicendo che lavora "come un consiglio d´amministrazione", inconsapevole della distanza tra il funzionamento di un´impresa e quello di una democrazia (lo confermano i suoi inviti a comperare determinate azioni e a non fare pubblicità sulla Rai). Parlarne è antiberlusconismo di maniera, intralcio al dialogo? O dobbiamo ritrovare la buona abitudine, che produce la buona politica, di analizzare i fatti per quelli che sono, senza girarvi intorno? 2) Decreti, decreti. Sempre in tempi craxiani circolava uno slogan "dieci cento mille decreti legge, dieci cento mille voti di fiducia". Un´altra continuità, un altro filone che si è irrobustito, con contributi e quindi responsabilità delle parti più diverse, e che oggi si vorrebbe portare a conseguenze estreme, contro le quali si è levato il monito del Presidente della Repubblica. Proprio per vanificare questo monito, fingendo di ascoltarlo, si sta mettendo a punto una pericolosa contromossa. Si ricorda che all´uso massiccio dei decreti si è dovuto ricorrere per superare le lentezze dell´iter parlamentare, per assicurare al governo il diritto ad una decisione in tempi certi. Si aggiunge che da questa situazione anomala si uscirà solo con una riforma dei regolamenti parlamentari. Ma ha osservato benissimo Andrea Manzella che, se questa riforma rendesse il governo "sovrano assoluto" in Parlamento, "al danno si aggiungerebbe la beffa", perché i fenomeni degenerativi continuerebbero, tuttavia formalmente legittimati dalle nuove regole. La situazione istituzionale, anzi, peggiorerebbe, perché le nuove regole restrittive coprirebbero l´intero processo legislativo, e non solo quello riguardante la decretazione d´urgenza. Di nuovo la necessità di analizzare le situazioni concrete, di chiamare le cose con il loro nome, per non restare intrappolati in una riforma dei regolamenti parlamentari che, non tanto paradossalmente, minerebbe la natura parlamentare del nostro regime politico, un esito inammissibile come ha esplicitamente detto il Presidente della Repubblica. 3) Testamento biologico e dintorni. Anche qui la strategia delle contromosse. La repentina conversione delle gerarchie ecclesiastiche, puntualmente registrata dalla maggioranza e dal governo, induce a ritenere che si arriverà all´approvazione di una legge. Ma, come è stato evidente fin dall´inizio, questo non porterà al riconoscimento del diritto di rifiutare le cure in previsione di un futuro stato di incapacità in modo conforme ai princìpi costituzionali, al rispetto della volontà di ciascuno di governare liberamente la propria vita, dunque anche il tempo del morire. Questo diritto fondamentale, espressione diretta del principio della dignità della persona, sarà vanificato dalla sua subordinazione alla valutazione di un medico, all´esclusione della possibilità di rinunciare all´idratazione e alla nutrizione forzata. Con la consueta lucidità, Ignazio Marino ha denunciato questo stato delle cose, che annuncia una restaurazione. E fa cogliere una contraddizione. Si vuole escludere il potere dei giudici nelle decisioni riguardanti la fine della vita. Ma, se un medico rifiuterà di riconoscere le direttive anticipate di una persona e pretenderà di continuare i trattamenti contro la volontà espressamente manifestata, a chi potranno rivolgersi i parenti se non al giudice? 4) Una conclusione, o una morale. E´ in corso un conflitto senza precedenti nella nostra storia politica e istituzionale. Alle nette prese di posizione delle alte istituzioni di garanzia, governo e maggioranza rispondono con strategie che rafforzano una deliberata deriva verso l´assolutismo, che esige la riduzione della democrazia rappresentativa, del sistema parlamentare, dei diritti fondamentali, in una parola della legalità costituzionale. Non impigliamoci nelle controversie sulle parole (regime, fascismo�), che pure hanno una loro forza. Ma non giriamo la testa dall´altra parte, non rinunciamo a vedere i nessi strettissimi che legano le vicende qui ricordate (e molte altre che devono essere aggiunte, dal lavoro alla scuola) e che già ci fanno vivere in un ambiente in cui proprio il deprimersi dello spirito democratico accelera i processi degenerativi. Se l´assolutismo è lo spirito del tempo, e non si concretizza rapidamente la nuova via all´opposizione, perché meravigliarsi del consenso verso chi lo incarna con spavalderia?

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dopo malpensa, ora è allarme linate - andrea montanari (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)

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Pagina XIV - Milano Penati Bonomi Dopo Malpensa, ora è allarme Linate Bonomi: in ottobre c´è stato un calo di passeggeri del 14% Se il governo non interviene firmerà il certificato di morte dello scalo varesino La politica ci può aiutare solo dandoci gli strumenti per lavorare: voli liberi ANDREA MONTANARI Nel giorno del compleanno "amaro" di Malpensa, il presidente di Sea Giuseppe Bonomi lancia l´allarme Linate. «Nelle ultime tre settimane di ottobre i passeggeri sono calati del 14 per cento - ha spiegato durante la festa per il decimo anniversario dell´ex hub varesino -. I risultati dei nostri sforzi per superare il divorzio di Alitalia sono in parte vanificati dalla recessione internazionale. Anche perché Linate non ha subito alcun taglio di voli». Un dato confermato anche da Osvaldo Gammino, portavoce delle compagnie straniere che operano nello scalo milanese. «Linate ha una clientela quasi esclusivamente di affari. Il calo di passeggeri è la prova più evidente degli effetti della crisi economica. Siamo preoccupati perché a Milano finora non era mai successo. Dicembre ci dirà se la crisi è recuperabile. è un mese in cui la clientela business si somma a quella turistica». Il tono si fa più minaccioso quando la discussione si sposta sull´ipotesi prevista dal piano "fenice" di Cai per salvare Alitalia che prevede che Linate diventi solo un city airport. «Se il governo vuole rilanciare Malpensa non ha che da liberalizzare l´uso delle rotte - aggiunge il portavoce milanese delle compagnie straniere - ma se intende appoggiare Cai, che vuole riservare Linate solo ai suoi collegamenti con Roma, sappia che faremo ricorso come dieci anni fa all´Unione europea». Il presidente di Sea Bonomi preferisce non sbilanciarsi su questo argomento. «Il piano così com´è necessita di una profonda analisi tecnica, regolamentare e normativa. Non mi consta che fino ad oggi questa analisi sia stata fatta: noi siamo pronti, il nostro ruolo è di dare la disponibilità per rendere attuale quel piano». Per questo, però, chiede alla politica di assumersi le sue responsabilità. «L´unico ruolo che la politica deve avere - puntualizza ancora - è di darci elementi per lavorare, cioè la liberalizzazione dei diritti di traffico. Se, come ci è stato detto, negli ultimi dodici mesi la trattativa per la vendita di Alitalia fosse in conflitto con la richiesta di liberalizzare le rotte, occorre che il Paese si interroghi e quindi la politica decida qual è l´interesse prevalente del paese. Quello di vendere Alitalia o il futuro del trasporto aereo?». Il presidente della Provincia Filippo Penati, invece, non si rassegna a considerare ormai Malpensa come uno scalo di serie B . «Oggi non è più un aeroporto intercontinentale, è un piccolo aeroporto regionale - spiega - Il suo futuro non può essere assegnato alle compagnie low cost, ma Malpensa potrà continuare a vivere se, al posto di Alitalia e Cai che cancellano i voli, arriveranno nuove compagnie per collegare Milano e la Lombardia ai cinque continenti. Se il governo non interviene, firmerà il certificato di morte di questo aeroporto». Preoccupazione condivisa dall´assessore regionale alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo. Anche se con toni diversi. «Ci auguriamo che Alitalia e Lufthansa si mettano insieme perché questo sarebbe il meglio. Se Cai dovesse scegliere di andarsene, come sembra prefigurarsi, ne prenderemo atto con rammarico e Malpensa dovrà proseguire anche senza Alitalia». Mentre il capogruppo di Forza Italia in Regione Paolo Valentini avvisa il governo: «Non promuovere Malpensa significa danneggiare il sistema economico lombardo, che rappresenta il 40 per cento dell´intero paese».

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carne alla diossina, paura a taranto - giuliano foschini (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina 17 - Cronaca Carne alla diossina, paura a Taranto Veleni in capre e agnelli, da abbattere 1300 capi. è bufera sull´Ilva Via ai controlli in un centinaio di allevamenti intorno alla zona industriale GIULIANO FOSCHINI DAL NOSTRO INVIATO TARANTO - Un centinaio di allevamenti da controllare. Mille e trecento capi da abbattere. La diossina di Taranto arriva anche a tavola: le analisi dell´istituto zooprofilattico di Teramo hanno accertato infatti che nella carne di pecore, capre ed agnellini allevati attorno alla zona industriale della città c´erano concentrazioni altissime di diossine e pcb, sostanze cancerogene per l´uomo. La Asl, d´accordo con la Regione e l´Arpa, ne ha ordinato l´immediato abbattimento. Gli animali sono ancora vivi: si sta cercando infatti un macello in grado di smaltire le carcasse con le adeguate garanzie. I tecnici vogliono la certezza che quella carne tossica non entrerà mai in commercio. Nel frattempo il numero di animali che saranno abbattuti sale: molte delle bestie contaminate, infatti, sono gravide. Gli allevamenti nei quali sono stati trovati animali positivi sono per il momento otto. La Asl teme però che siano molti di più: perciò, a partire da questa settimana, cominceranno controlli in un centinaio di allevamenti. Con punto di partenza la zona industriale di Taranto, saranno controllati tutti gli animali che vivono in un raggio di distanza compreso tra i 15 e i 20 chilometri. In attesa dei nuovi controlli, a Taranto è bagarre politica. A fare alzare i toni la decisione del ministro dell´Ambiente, Stefania Prestigiacomo, di cambiare l´intera commissione Aia sostituendo i tecnici nominati dal suo predecessore, Alfonso Pecoraro Scanio. Con un decreto, datato 6 agosto, la Prestigiacomo ha indicato i 23 professionisti (tra ingegneri, giuristi e chimici) che dovranno decidere sul rilascio delle Autorizzazioni integrate ambientali. Tra i casi alla loro attenzione c´è anche, e soprattutto, il caso dell´Ilva di Taranto, l´impianto siderurgico più grande di Europa, che entro marzo dovrà sapere se potrà o meno continuare la sua attività e soprattutto con quali limiti rispetto alle emissioni. «Quella della Prestigiacomo è stata una decapitazione del sapere tecnico-scientifico» ha tuonato sabato il presidente della Regione, Nichi Vendola. Annunciando la presentazione di una legge regionale per imporre all´azienda l´abbassamento delle diossine: la Puglia vorrebbe ordinare all´Ilva, entro la prossima primavera, di dimezzare le emissioni. La posizione del governo pugliese ha raccolto solidarietà nel mondo politico. Ieri due parlamentari del Partito democratico, Ermete Realacci e Francesco Boccia, hanno annunciato un´interrogazione parlamentare sulla vicenda. «Il ministro ci deve spiegazioni» dice Realacci. «La cosa inquietante è la presenza del patron dell´Ilva, Emilio Riva, nella cordata Cai-Alitalia» spiega invece il pugliese Boccia. «La scelta del ministro Prestigiacomo, che ha commesso lo stesso errore del suo predecessore, è vergognosa. Ecco perché ora è il momento di fare una scelta chiara e coraggiosa, cosa che mai nemmeno gli ambientalisti hanno fatto in questi anni: bisogna decidere tra l´industria e la salute. A Taranto preferiscono vivere». Dura anche la posizione di Legambiente nazionale che parla «di un regalo del ministero all´azienda» e martedì incontrerà Vendola, chiedendo garanzie sulla sua legge e indicando come modello quanto fatto in Friuli. Infine Peacelink, l´associazione che in questi anni più di tutte sta battendo sul caso inquinamento a Taranto: «La contaminazione della catena alimentare - spiega il presidente, Alessandro Marescotti - impone una scelta drastica: la legge regionale deve essere approvata entro la fine dell´anno».

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alitalia, nuova compagnia in pista a dicembre (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 27-10-2008)

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Pagina 20 - Economia Alitalia, nuova compagnia in pista a dicembre Riparte la trattativa con i sindacati, domani assemblea Cai sull´offerta Oggi incontro sul nodo contratti Due settimane per la scelta del partner estero ROMA - Decollerà il primo dicembre la Nuova Alitalia. Lo scrive La Tribune sul suo sito Internet. Secondo il quotidiano francese sarebbe stato Jean-Ciryl Spinetta, presidente di Air France, a tirare fuori la data di nascita della nuova compagnia. Lo avrebbe fatto nel corso degli incontri avuti con sindacati e analisti durante il fine settimana. Ma un portavoce di Air France ha smentito che il presidente abbia indicato una data per il decollo della compagnia, che nascerà dalla fusione tra Alitalia e Air One. La Tribune scrive anche che la scelta del partner straniero (Air France o Lufthansa), avverrà il 12 novembre. E sempre secondo il quotidiano, Spinetta sarebbe convinto che sarà Air France la prescelta, perché «meglio piazzata» rispetto a Lufthansa. Pensiero, anche questo, smentito dal portavoce della compagnia francese. Oggi si apre comunque una settimana decisiva per le sorti di Alitalia. L´amministratore delegato di Cai, Rocco Sabelli, incontrerà i sindacati alle 18. Obiettivo è arrivare all´ok delle sigle di categoria sui contratti del personale, accordo senza il quale Sabelli non è disposto ad andare avanti. Secondo alcune sigle i contratti che la Cai avrebbe presentato negli ultimi giorni non corrispondono esattamente a quelli su cui si era trovato l´accordo a Palazzo Chigi. Un problema non da poco, visto che martedì a Milano, si riuniranno in assemblea gli azionisti di Cai per dare il via libera all´aumento di capitale, trasformare la società in Spa e nominare gli amministratori, che entro ottobre dovranno presentare l´offerta al commissario straordinario Fantozzi. E non è finita. C´è da decidere chi sarà il partner straniero e dunque quale sarà l´hub: Fiumicino se sarà le nozze si faranno con Air France o Malpensa se sarà Lufthansa la prescelta. E a difendere lo scalo lombardo ieri sono scesi in campo Giuseppe Bonomi, presidente di Sea-Aeroporti, il presidente della provincia Penati e l´assessore regionale alle Infrastrutture Cattaneo. Tutti hanno al governo di liberalizzare i diritti del traffico aereo, senza i quali il destino di Malpensa sarebbe segnato. «Se come ci è stato detto, negli ultimi dodici mesi - ha dichiarato Bonomi - la trattativa per la vendita di Alitalia fosse in conflitto con la richiesta di liberalizzare i diritti di traffico, occorre che il Paese si interroghi e quindi la politica decida qual è l´interesse prevalente del Paese, se la vendita dell´Alitalia o il futuro del trasporto aereo». (b.ar.)

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Brunetta vuole controllare i magistrati. Con i tornelli (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 27-10-2008)

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Brunetta vuole controllare i magistrati. Con i tornelli Dopo i fannulloni nella pubblica amministrazione, il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta ora punta anche i magistrati: «Vorrei mettere i tornelli anche per loro». Dura la reazione dell'Anm. Dopo il fannullone statale, universitario e ministeriale, il nuovo nemico, pubblico, da colpire e snidare è quello giudiziario. In particolare il magistrato. Che, per Renato Brunetta, non lavora tanto. Ce ne sono addirittura «molti» che per il ministro della Funzione pubblica e dell'Innovazione, «lavorano due, tre giorni a settimana». Anzi no, peggio, «lavorano due, tre pomeriggi a settimana e poi stanno a casa». Anche per loro, dunque, «tornelli». Questa volta, però, non si capisce se si tratta del lancio di una nuova crociata o di una "voce dal sen fuggita", di una provocazione. Il dubbio c'è. Se con gli statali il ministro aveva promosso una campagna mediatica di tutto rispetto, questa volta la proposta è arrivata dai microfoni di Radio Rtl 102.5 che ha ieri ha ospitato un intervento del ministro. Dove, tra l'altro, si è parlato di contratti, di rottamazione («ero contrario»), di Alitalia, della manifestazione del Circo Massimo, degli sprechi della sanità, di quelli dell'Università e delle inefficienze. Da qui l'affondo sulla magistratura. «Vorrei mettere i tornelli anche per i magistrati - ha sparato Brunetta -. Io l'ho già fatto a Palazzo Chigi, nel mio ministero e vorrei farlo per tutta la pubblica amministrazione, quindi magistratura compresa. Mi diranno di tutto ma io vado avanti. Aspetto solo che D'Alema mi dia di nuovo "dell'energumeno tascabile"». In attesa di chiarire se si tratta di una provocazione o di una proposta che potrebbe tramutarsi in legge, le parole di Brunetta hanno scatenato l'immediata reazione della magistratura. «Invece dei tornelli servono aule e uffici» ha replica in una nota l'Associazione Nazionale Magistrati. «Il ministro - ha detto il presidente Luca Palamara - fa confusione e disinforma perché evidentemente non ha cognizione di quella che è la realtà degli uffici giudiziari italiani. Brunetta dovrebbe sapere che grazie al lavoro dei magistrati, del personale amministrativo,degli avvocati e della magistratura onoraria, la macchina della giustizia è potuta andare avanti pur in assenza di mezzi e strutture». Secondo l'Anm, dunque, «è arrivato il momento di accendere i riflettori su quello che sono le reali disfunzioni della giustizia. Invece di pensare ai tornelli sarebbe importante rimediare ai tagli ai fondi per le spese di giustizia e alle riduzioni del personale amministrativo». Palamara ha sottolineato, poi, che «il ministro confonde il fatto che i magistrati lavorano per due o tre giorni quando in realtà tengono ogni settimana le udienze due, tre se non quattro volte. E dimostra di ignorare che il lavoro del magistrato non si esaurisce nella aule ma necessità della scrittura delle sentenze che il più delle volte i giudici sono costretti a fare a casa a causa della cronica mancanza di uffici e strutture nei quali poter svolgere regolarmente il proprio lavoro». «Anche in questa occasione - conclude il presidente del sindacato delle toghe - dobbiamo constatare da un lato come lo stesso ministro Brunetta parlando di giustizia disinforma su quella che è la vera realtà e dall'altro dimentica che la manovra economica finanziaria riduce le piante organiche anche del personale amministrativo». Le dichiarazioni di Brunetta hanno riaperto un capitolo delicato: quello del rapporto tra giudici e maggioranza. Che che sembrava ricucito dopo lo strappo primaverile di Berlusconi quando propose per le toghe «un test psico attitudinale». A ripensarci meglio i «tornelli». ROBERTO ROSSI ROMA rrossi@unita.it

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Brunetta: tornelli anche per i magistrati (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-10-2008)

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Primo Piano Pagina 105 Il ministro: «Alcuni lavorano solo due, tre giorni a settimana». La replica: «A casa per mancanza di uffici» Brunetta: tornelli anche per i magistrati Il ministro: «Alcuni lavorano solo due, tre giorni a settimana». La replica: «A casa per mancanza di uffici» --> ROMA Dopo i fannulloni nella pubblica amministrazione, il ministro Renato Brunetta ora punta anche i magistrati: «Vorrei mettere i tornelli anche per loro». Il responsabile della Funzione Pubblica, parlando di sprechi ed inefficienze, osserva che «non c'è solo la sanità, ci sono i baroni universitari, i corsi universitari per appena 10 studenti e così via. Ma anche i magistrati, molti magistrati che lavorano solo 2-3 giorni a settimana, 2-3 pomeriggi a settimana e poi stanno a casa». Non tarda la replica dell'Associazione Nazionale delle toghe che accusa Brunetta di voler confondere e disinformare. «Invece dei tornelli servono aule e uffici - gli risponde il presidente Luca Palamara -. Il ministro confonde il fatto che i magistrati lavorano per due o tre giorni quando in realtà tengono ogni settimana le udienze due-tre-quattro volte, e dimostra di ignorare «che il lavoro del magistrato non si esaurisce nella aule ma necessita della scrittura delle sentenze che il più delle volte i giudici sono costretti a fare a casa a causa della cronica mancanza di uffici e strutture nei quali poter svolgere regolarmente il proprio lavoro». Brunetta ha lanciato la sua proposta dai microfoni di Radio Rtl 102.5. «I veri investimenti - ha puntualizzato - sono semmai necessari per il welfare, la scuola, l'università, ma prima bisogna fare un po' di pulizia nei conti. Pensate che noi paghiamo più di 100 miliardi l'anno solo per la sanità e di questi tutti concordano nel ritenere che almeno il 20% è frutto di inefficienze e sprechi». Poi arriva ai tornelli. «Io l'ho già fatto a Palazzo Chigi, nel mio ministero e vorrei farlo per tutta la pubblica amministrazione, quindi magistratura compresa. Mi diranno di tutto ma io vado avanti». Palamara ribatte: «Il ministro evidentemente non ha cognizione di quella che è la realtà degli uffici giudiziari italiani. Dovrebbe sapere che grazie al lavoro dei magistrati, del personale amministrativo, degli avvocati e della magistratura onoraria, la macchina della giustizia è potuta andare avanti pur in assenza di mezzi e strutture. È arrivato il momento di accendere i riflettori su quello che sono le reali disfunzioni della giustizia. Invece di pensare ai tornelli sarebbe importante rimediare ai tagli ai fondi per le spese di giustizia e alle riduzioni del personale amministrativo». Ma Brunetta ha toccato altri temi scottanti. Rispondendo alla critiche di quanti pensano che il governo, dopo aver «aiutato» l'Alitalia, possa mettere mano agli aiuti per la Fiat e le banche Brunetta taglia corto: «I soldi alla Fiat sono stati dati l'ultima volta tre anni fa e io in quell'occasione mi opposi. Questo - assicura - sarà il mio atteggiamento anche adesso. Di aiuti alla Fiat non se ne parla». Quanto ad Alitalia, «è vero - riconosce il ministro che abbiamo fatto un prestito ponte da 300 milioni, ma Alitalia era, è un caso nazionale e abbiamo dovuto fare questo sforzo. Speriamo di recuperarlo ma non ci credo». Quanto alle banche «vorrei ricordare che, allo stato, non abbiamo dato un euro. Abbiamo solo messo in piedi un sistema di garanzie in caso di emergenza che spero non si attivi mai perchè abbiamo un sistema bancario solido». Per quanto riguarda la polemica con D'Alema, che gli aveva dato dell'«energumeno tascabile», Brunetta fa sapere che l'esponente del Pd «mi ha mandato un biglietto di scuse, ma io non ho fatto pace. Io non sono un buonista, non offendo nessuno e pretendo solo di non essere offeso da nessuno».

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Domenica, lezione civile Così ridurranno l'istruzione pubblica (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 27-10-2008)

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Domenica, lezione civile «Così ridurranno l'istruzione pubblica» Ieri l'Istituto comprensivo «Visconti» di Roma ha aperto per l'intera giornata le porte della scuola per informare genitori, alunni e docenti sui contenuti della riforma Gelmini. E in tanti scoprono il bluff del governo Stanno seduti nell'Aula magna della scuola dei loro figli. Un proiettore rimanda nero su bianco il testo della Finanziaria votata dal Parlamento, il contenuto del decreto Gelmini e quello del Piano presentato dal ministro ai sindacati. Il preside Pietro Persiani è un signore con i capelli bianchi e la barba che ricorda quella famosa pubblicità, «chi sono io, Babbo Natale?». Un sindacalista della Cisl con trenta anni di attività alle spalle. Ha aperto le porte dell'Istituto comprensivo Visconti di Roma malgrado sia domenica. Ha deciso, e sta pensando di proporlo a tutti i suoi colleghi, di dedicare un'intera giornata all'informazione. Parlare della Riforma Gelmini e della scuola che sarà. Così oggi è lui a fare lezione: «Ma tutto quello che vi dirò non è farina del mio sacco. Leggerò il contenuto di leggi e decreti, cioè di atti ufficiali. Vi racconterò la scuola che presto ci sarà perché è bene chiarirci su un punto: entro dicembre, se il governo non torna indietro, tutto quello che scoprirete leggendo queste documenti diventerà definitivo». Non vola una mosca nell'aula che all'improvviso diventa troppo piccola per tutta questa gente che, malgrado il sole, ha deciso di venire a scuola. Sullo schermo scorrono i tagli decisi da Tremonti: 456 milioni di euro nel 2009; 1650 nel 2010; 2538 nel 2011; 3.188 nel 2012. Molti genitori conoscono a memoria quelle cifre e le conseguenze che avranno, molti altri no. Si vede dalla faccia che fanno che iniziano a capire di cosa è fatta la riforma e da dove inizia: articolo 64 delle 133/2008. Tagli e riduzioni, insegnanti che non avranno più lavoro (cifre pari a dieci volte quelle Alitalia), ore di lezione che si stringono come maglie lavate ad una temperatura troppo alta. Un modello pedagogico e didattico che ci invidia l'Europa e che dall'anno prossimo non ci sarà più. Dalle 10.30 alle 17.30 questo storico palazzo a due passi dal Pantheon che ospita classi dalla materna alle medie, brulica di genitori, nonni, alunni, docenti. Arrivano torte fatte in casa, dolci, pasta fredda, pop-corn e patatine. È saltato l'impianto elettrico delle scale, l'ascensore non funziona, ma nessuno sembra accorgersene. I bambini giocano in terrazza, vedono film, leggono libri. Le maestre Giovanna Querqui, Marina Esposito, Leo Italia, Anna Ridolfi, Adelaide Masseroli, Cristina Palmeri e la vicepreside Bruna Piccirilli, rispondono alle domande, distribuiscono il materiale informativo, mostrano il lavoro svolto con i loro alunni. L'unico modo per far conoscere è trasmettere la conoscenza. L'offerta formativa frutto della «collaborazione e condivisione di responsabilità tra docenti», non è un concetto astratto, «è vita quotidiana», dicono. È una giornata di lavoro e di domande che cercano una risposta, di un confronto a cui tutti si sottopongono tranne il governo. «Ho invitato le famiglie e le autorità preposte. il ministro Gelmini, l'assessore regionale, quello comunale e quello del primo municipio per un confronto aperto», spiega il preside. Ma il ministro non c'è, l'assessore comunale neanche. Ci sono quello regionale, Silvia Costa e quello del primo municipio, Sabrina Alfonsi. «Non so se dobbiamo fare un sit-in sotto il ministero per essere ricevuti», si chiede Silvia Costa che insieme ai suoi colleghi delle altre regioni ha più volte invocato un incontro con la titolare di viale Trastevere. Un incontro per porre questioni pratiche sul tappeto. Come si fa a garantire il tempo pieno di qualità senza risorse e senza insegnanti? Cosa succederà nel Sud d'Italia, «dove oggi il 95% delle scuole ha il modulo?». In quel Mezzogiorno dove il tempo pieno è attivo nel 5% delle scuole, il tasso di disoccupazione femminile più alto che altrove e i giovani lasciano la scuola prima di ogni altro loro coetaneo del resto del Paese. «Stanno mettendo in atto un cambiamento sociale enorme scaricandolo sulle spalle delle famiglie a colpi di decreti», dice Sabrina Alfonso. Famiglie senza più rete sociale, sole nelle grandi città, di più nel Sud del Paese. Una domenica trascorsa a scuola chiarisce le idee più di mille telegiornali, commentano i genitori. Il maestro unico (ma sarebbe meglio parlare di maestra unica considerato che il 95% degli insegnanti è donna) che il ministro vuole riabilitare assume, per esempio, contorni chiari: sarà il «docente tuttologo». Che la scuola non è quell'«ammortizzatore sociale» di cui parla il ministro Brunetta è chiaro a tutti coloro che la scuola la conoscono: insegnanti, genitori e alunni. « Se il ministro Gelmini fosse venuta l'avrebbe capito anche lei», dice Gabriella Bartolini. Se fosse venuta avrebbe scoperto un piccolo pezzo di quella scuola che vuole fare a pezzi. Avrebbe assistito, per esempio, all'esibizione del coro stabile del Visconti diretto dal maestro Alessandro Anniballi, una tradizione che affonda le radici a Parigi e sei edizioni del «Festival dei due mondi di Spoleto». Ex alunni (molti diventati musicisti) e alunni: tre generazioni che cantano insieme Mozart e Rossini. MARIA ZEGARELLI ROMA mzegarelli@unita.it

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Il ritorno di Alitalia nello scalo di Elmas (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-10-2008)

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Cronaca di Cagliari Pagina 1011 aeroporto Il ritorno di Alitalia nello scalo di Elmas Aeroporto --> Ha toccato terra alle 11,50 di ieri: dieci minuti in anticipo rispetto al previsto. Erano passati anni dall'ultima volta che si era visto un volo Alitalia arrivare a Cagliari carico di passeggeri provenienti da Roma o Milano, da quando cioè la compagnia di bandiera aveva presentato in ritardo la domanda per aderire alla continuità territoriale lasciando le rotte in mano ad Air One e Mridiana. Era il maggio 2006: da ieri si è tornati all'antico.

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L'orgoglio di Malpensa: <Usciremo dalla crisi> (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 27-10-2008)

Argomenti: Alitalia

n. 258 del 2008-10-26 pagina 3 L'orgoglio di Malpensa: «Usciremo dalla crisi» di Giannino della Frattina Festa per i 10 anni dell'hub milanese: brindisi e torta con migliaia di passeggeri. Bonomi, presidente della Sea: «Ai piani pensiamo noi, la politica liberalizzi gli slot». La Regione invita la Cai a valorizzare la Lombardia nostro inviato a Malpensa «Lo sai che mio zio non passa mai il controllo al metal detector? Per forza, ha una salute di ferro». Di questi tempi a Malpensa c'è da poco da ridere anche con i comici. Eppure, per festeggiare i suoi dieci anni, sono arrivati in tanti ieri pomeriggio. In 5mila, forse anche di più tra passeggeri incuriositi, fan dello scalo (esistono anche loro) con tanto di cappellino e semplici curiosi. Collegamento tivù con Simona Ventura e Quelli che il calcio, le gags di Ballantini-Valentino, microfono a Nicola Savino (quello di Scorie su RaiDue) che accoglie rude Deborah Salvalaggio, la bellissima con un debole per i calciatori («Ne ha allenati più lei di Capello»). «Questa - mette subito le mani avanti il presidente della Sea Giuseppe Bonomi - è una festa con poca rabbia e tanto orgoglio». Ma poi mica può nascondersi dietro a un dito. E gli tocca rivelare che non bastava il «tradimento» di Alitalia, ora ci si mette pure la crisi internazionale. «Nelle prime tre settimane di ottobre - ammette - a Linate i passeggeri sono calati del 14 per cento». E lì i voli sono rimasti gli stessi. Semplicemente la gente viaggia meno e gli aeroporti finiscono in apnea. «Ma noi - assicura - guardiamo al futuro. La politica smetta di suggerire piani industriali. A quelli pensiamo noi, piuttosto ci dia gli elementi per lavorare, cioè la liberalizzazione dei diritti di traffico. Se, come ci è stato detto negli ultimi dodici mesi, la trattativa per la vendita di Alitalia fosse in conflitto con la richiesta di liberalizzare i diritti di traffico, occorre interrogarsi e quindi la politica decida qual è l'interesse prevalente del Paese. Io mi chiedo, anche se la domanda è retorica: è prevalente la vendita dell'Alitalia o il futuro del trasporto aereo? Il diritto dei cittadini a viaggiare? Per Malpensa io ho decine di interlocutori, Lufthansa è la prospettiva strategica. Già da febbraio aprirà collegamenti con le maggiori destinazioni». Duro anche l'assessore del Comune Edoardo Croci: «Malpensa è una grande risorsa per l'intero Paese. Se a contare fosse solo il mercato, questo scalo avrebbe un grande futuro. Impediamo che a entrare in gioco siano altri interessi». Dal Pirellone gli fa eco Roberto Formigoni. «La maggior parte delle richieste di volo si concentra sulla Lombardia, Cai valorizzi questo dato. E presto perché i nuovi tagli di Alitalia deprimono il valore del marchio e allontanano passeggeri». Dal primo novembre, comunque, le frequenze della compagnia tricolore passeranno da 312 settimanali a 153. E appena dodici mesi fa erano 1.238. Una vera strage, con la cancellazione della maggior parte delle destinazioni che in sei mesi sono scese da 85 ad appena 19. Per l'assessore regionale Raffaele Cattaneo «Alitalia e Lufthansa si mettano insieme: se, invece, Cai dovesse scegliere di andarsene, Malpensa dovrà proseguire anche senza». Irrinunciabile la «necessità di liberalizzare i diritti di traffico» per aprire il mercato e sopperire al vuoto lasciato da Alitalia. Il futuro? «Non sarà nelle compagnie low cost - attacca il presidente della provincia Filippo Penati - se il governo non interviene per liberare le rotte, firmerà il certificato di morte». Intorno la festa continua. I volontari dell'Avis Varese arrostiscono 300 chili di castagne, i cuochi mescolano con remi da barca 180 chili di riso e 100 di salsiccia, i pasticcieri mettono le candeline su una torta di 35 chili. Sul prato poliziotti e guardia di finanza danno una suggestiva dimostrazione delle più aggiornate tecniche dell'antiterrorismo. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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<È vero, studio lì In classifica era considerata la migliore...> (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 27-10-2008)

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n. 258 del 2008-10-26 pagina 7 «È vero, studio lì In classifica era considerata la migliore...» di Redazione Ha infilato una bella zeppa nel meccanismo telecomandato per l'elezione di segretario dei giovani democratici. Ha messo su un blog, ha promosso una raccolta di firme e ha sfidato il superfavorito Fausto Raciti, provocando lo slittamento delle elezioni. Non c'è da sorprendersi perché la scuola è quella di Marco Pannella. Giulia Innocenzi milita nel partito radicale ed è coordinatrice studenti dell'Associazione Luca Coscioni. Impegnata pure sul fronte delle proteste universitarie, incarna alcune delle tante contraddizioni di un movimento studentesco che si definisce apolitico sul quale però opposizione e Pd cercano di mettere il cappello. È d'accordo con l'occupazione? «Sono d'accordo. Gli studenti devono trovare il modo di esprimere le loro istanze». Ma non si era espressa contro il no ideologico criticando le occupazioni? «Sì. Gli studenti manifestano per difendere il diritto allo studio e sarebbe contraddittorio interrompere la didattica». Quindi? «Dico no al blocco della didattica e sì alle occupazioni durante i weekend e la notte. Ancora meglio le lezioni tenute in piazza perché pur non interrompendo l'attività didattica fanno emergere il problema dei tagli all'università. Il cittadino che paga i contributi deve sapere che con questi tagli ci viene negato il diritto allo studio». Quale ateneo frequenta? «Laurea specialistica in amministrazione pubblica alla Luiss». Un'università privata? «Sì». Come mai? «Semplicemente perché quando dovevo scegliere ho letto sulla classifica di Repubblica che la migliore facoltà di Scienze Politiche era quella della Luiss». Tra le accuse che gli studenti lanciano alla Gelmini c'è pure quella di far entrare i fondi dei privati negli atenei e di volerli trasformare in fondazioni. «Quella delle fondazioni è una questione complessa perché va bene l'autonomia gestionale, ma poi se subentra l'autonomia contabile le fondazioni aumentano le tasse e soltanto i ricchi possono permettersi di pagarle. Sarebbe un sistema iniquo». Adesso non lo è? «È iniqua pure la retta bassa uguale per tutti. Però con gli interventi della Gelmini peggiorerebbe anche perché per ora parla soltanto di tagli e non di riforma». Ma vi sta bene un'università autoreferenziale dove imperano privilegi, sprechi e baronie? «No. Siamo contro baronie e nepotismo ma non possiamo accettare i tagli contenuti nell'articolo 66 della 133. Il governo ha fatto molto per sostenere l'Alitalia ed i debiti ricadranno su noi cittadini. Riteniamo che uno sforzo analogo debba essere fatto con l'Università». Non è giusto chiedere maggiore trasparenza nei bilanci dagli atenei? «Ci sono molti costi da abbattere a cominciare dai corsi che servono soltanto a dare una cattedra al professore. Il nostro approccio non deve essere ideologico ma non ci si può far credere che la soluzione siano soltanto tagli a livello strutturale. E per ora la Gelmini ha messo soltanto quelli nero su bianco». FA © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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<Il no a Klm ha penalizzato Malpensa> (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)

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Corriere della Sera - MILANO - sezione: PRIMA PAGINA - data: 2008-10-27 num: - pag: 1 autore: di CLAUDIO DEL FRATE categoria: REDAZIONALE I 10 anni dell'hub IL MANCATO DECOLLO «Il no a Klm ha penalizzato Malpensa» A dieci anni dalla nascita, festeggiati ieri, la Grande Malpensa è ancora un aeroporto zoppo. E il problema «non è il crack di Alitalia, la ritirata dei voli, e nemmeno la distanza da Milano o la ferrovia e le strade che faticano a essere terminate ». Piuttosto, ragionano sindaci ed ex e nuovi sindacalisti, il peccato originale sta tutto nelle mancate nozze tra Alitalia e Klm. Dice Dario Balotta, già segretario lombardo Fit-Cisl: «Sarebbe stato il connubio ideale, gli olandesi avrebbero portato qui traffico, la nostra compagnia di bandiera si sarebbe salvata. Ma le ragioni della politica prevalsero sulle altre». A PAGINA 7

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È solo la solita protervia intellettuale degli eredi del Pci ... (sezione: Alitalia 2)

( da "Tempo, Il" del 27-10-2008)

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stampa è solo la solita protervia intellettuale degli eredi del Pci ... è solo la solita protervia intellettuale degli eredi del Pci che ha spinto Veltroni a dire: «l'Italia è migliore della destra che la governa»? No, stavolta all'arroganza snob si salda la totale perdita di contatto con la realtà della sinistra. L'Italia soffre di molti problemi, la maggior parte dei quali si trascina senza soluzione da decenni. In un ventennio - dal 1948 al 1969 - una Nazione uscita sconfitta dalla guerra in cui l'aveva spinta la dittatura, era riuscita a realizzare una rivoluzione: entrare a far parte dei sette paesi più industrializzati del mondo e creare e distribuire ricchezza con una velocità e un'ampiezza inimmaginabili. Un Paese povero di materie prime era salito in cima alle classifiche mondiali, conquistando la leadership in una serie di importantissimi settori. La Montecatini era in testa nella chimica grazie ai ricercatori del Politecnico di Milano capitanati dal premio Nobel Giulio Natta. Eravamo in testa nell'elettronica con la Olivetti di Adriano Olivetti, e la ricerca universitaria aveva creato, col progetto Elea, il primo computer portatile del mondo. Eravamo in testa nel nucleare, grazie all'attività di Felice Ippolito ed alla scuola dei fisici creata da Enrico Fermi. Eravamo in testa nel farmaco con la Lepetit e la Farmitalia, nella siderurgia, nella progettistica, nella cantieristica, nell'aerospazio, nell'auto. Avevamo creato quasi dal nulla, senza avere nemmeno un pozzo, una delle prime compagnie petrolifere mondiali, l'Eni. Con Enel, Sip e Rai avevamo portato energia elettrica, telefono e lingua italiana in ogni casa. Avevamo realizzato quella che è stata a lungo la più lunga e ramificata rete autostradale d'Europa. L'Alitalia era il nostro miglior biglietto da visita nel mondo. La pubblica amministrazione era relativamente efficiente, ma sopratutto non ostacolava l'attività economica e lo sviluppo. La pressione fiscale era al 25%, l'evasione un fenomeno marginale, il debito pubblico molto inferiore al Pil, la burocrazia non soffocava il cittadino. Non che allora mancassero i problemi, primo tra tutti il ritardo del Sud che aveva spinto milioni di persone ad emigrare al Nord. Molto superiori erano, però, le opportunità. Poi sono venuti gravi errori di politica industriale, la stagione politica e sindacale del 1968-1969 che diffuse come un virus una cultura pauperistica ed antindustriale, consolidatasi poi nel tempo. In quegli anni una classe politica irresponsabile, succube di quella cultura, per mantenere il potere iniziò a usare lo Stato per creare posti di lavoro fittizi: scuola, poste, ferrovie, pubblica amministrazione divennero impropri ammortizzatori sociali. Nacque allora la "stagione dei diritti": casa, titolo di studio, lavoro, carriera, benessere, vacanze, pensione di gioventù, farmaci (non salute) dovevano essere assicurati comunque a tutti dallo Stato. Grazie a questa ideologia in venticinque anni - dal 1969 al 1994 - è stata distrutta la grande impresa, accumulato il terzo debito pubblico del mondo e insieme raddoppiata la pressione fiscale; lo sviluppo delle infrastrutture è stato paralizzato, la scuola e l'università sono finite in fondo alle classifiche internazionali; l'etica del lavoro e del merito sono state annientate e disoccupazione e criminalità al Sud sono cresciute. E innumerevoli altri sono gli avvelenati frutti del "sinistrismo reale". C'è però un'Italia che da quindici anni cerca di uscire da questo disastro ed è in larga maggioranza avversa alla sinistra politica e sindacale. Perché la verità, caro Veltroni, è che l'Italia è migliore, molto migliore, della sinistra che l'ha distrutta.

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LA MORSA DEI REDDITI (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2008-10-27 num: - pag: 1 autore: di MICHELE SALVATI categoria: REDAZIONALE CRISI E DISUGUAGLIANZE LA MORSA DEI REDDITI L e previsioni economiche, come quelle meteorologiche, vanno lette con cautela. Anche quando è nell'aria un punto di svolta, anche quando si è certi che presto o tardi ci sarà un momento di rottura, è difficile indovinare quando esattamente avverrà: se così non fosse non si spiegherebbero i guadagni e le perdite che gli speculatori fanno in questi casi. Ma quando la svolta è avvenuta, gli sviluppi successivi sono più facili da prevedere, perché le forze all'opera e le conseguenze della loro interazione sono meglio note agli economisti. Proprio come sono note ai meteorologi le conseguenze sul tempo in Italia di un anticiclone sull'Atlantico, una volta che si è stabilmente installato lì: difficile è prevedere quando si stabilizzerà. Purtroppo appartengono al genere delle previsioni relativamente affidabili quelle che stanno circolando sulle prospettive della crescita americana ed europea: siamo in recessione, che in alcuni Paesi potrà implicare trimestri di crescita negativa e almeno un paio d'anni di difficoltà serie per tutti. E siccome l'economia italiana cresce nettamente meno della media europea, ci aspettano tempi duri. Più duri che nel resto dell'Europa. Perché? In parte la risposta va cercata nel deperimento relativo delle nostre strutture economiche e istituzionali: i cattivi governi di un lontano passato ci hanno lasciato in eredità un settore pubblico e un settore privato meno efficienti e competitivi di quelli altrui. In parte le nostre maggiori difficoltà derivano dalle scarse risorse mobilitabili per alleviare i numerosi punti di sofferenza che la crisi produce. Con un debito pubblico superiore al Pil — anch'esso conseguenza dei cattivi governi del passato — dobbiamo dedicare una frazione maggiore del prelievo fiscale al pagamento degli interessi e sono minori le possibilità di sostenere disavanzi in un caso di emergenza, com'è quello che incombe. Di alzare ulteriormente la pressione fiscale neppure si discute: non solo perché è già molto elevata, ma perché in casi di domanda fiacca è controproducente. E' probabile che l'Unione chiuderà un occhio sul rispetto della regola del disavanzo se la situazione si farà veramente grave; ma ne chiuderà due per Paesi che hanno rapporti Debito/ Pil assai inferiori al nostro. E poi, da ultimo, neppure si tratta delle regole europee, ma del giudizio che dei nostri disavanzi, del nostro debito, della nostra affidabilità complessiva daranno i mercati. Dunque, risorse scarse e numerosi punti di crisi. Come verranno scelti quelli sui quali intervenire? C'è già un impegno del governo sul sistema bancario e c'è solo da sperare che questo se la cavi con risorse proprie. Si è accennato anche a interventi nel caso di difficoltà delle grandi imprese, le poche che ci sono rimaste, e c'è un precedente pericoloso, quello di Alitalia. Ma il nostro è un Paese di piccole imprese e di distretti: come intervenire nel caso si creassero situazioni di sofferenza? CONTINUA A PAGINA 28

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Alitalia, trattativa non stop Colaninno: la crisi non ci ferma (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2008-10-27 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Compagnia Riparte il confronto. I sindacati: sarà dura Alitalia, trattativa non stop Colaninno: la crisi non ci ferma ROMA — Per la nuova Alitalia si apre una settimana decisiva Oltranza. Oggi parte la difficile trattativa sindacale, che la Cai vorrebbe portare a oltranza, per definire il contenuto dei nuovi contratti e i criteri per individuare i 3.350 esuberi. Domani si terrà invece l'assemblea Cai per sancire l'impegno definitivo dei soci. Colaninno. Il presidente della Cai, Roberto Colaninno, al Corriere: «Tutti i soci hanno confermato la loro adesione. Resteranno. Tutti. Anzi: ne arriveranno altri. Perché sì, la crisi è pesantissima. Ma non è che qui sta finendo il mondo ». ALLE PAGINE 2 E 3 Baccaro e Polato

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Alitalia, via alla trattativa Ma i sindacati: sarà dura (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-27 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Alitalia, via alla trattativa Ma i sindacati: sarà dura Contratti ed esuberi al centro del confronto Appuntamento per le 18 di oggi. La nuova compagnia potrebbe decollare dal prossimo primo dicembre ROMA — L'assemblea che dovrebbe sancire l'impegno definitivo dei 16 (e forse più) soci della Compagnia aerea italiana (Cai) nel salvataggio di Alitalia si terrà domani. La nuova compagnia potrebbe decollare il primo dicembre. Tutto è pronto: compresa una seconda Cai, la «Cai Two», 10 mila euro di capitale sociale, che servirà a ottenere le licenze di volo. Ma ancora una volta, in questa lunghissima vicenda, il condizionale è d'obbligo. Nelle prossime ore, a partire dalle 18, si aprirà la trattativa sindacale a oltranza che dovrà definire il contenuto dei nuovi contratti che verranno applicati in futuro e i criteri attraverso cui verranno individuati i 3.350 esuberi. Mentre la prossima settimana sarà decisiva per l'alleanza che vede in vantaggio Air France-Klm. A OLTRANZA Il tentativo dell'amministratore di Cai, Rocco Sabelli, di andare a oltranza pur di chiudere prima dell'assemblea che dovrebbe varare l'offerta definitiva per Alitalia trova i sindacati freddi. «Sarà difficile — spiega per i piloti dell'Anpac il vicepresidente Stefano De Carlo — non abbiamo neppure iniziato a parlare di contenuti». Quanto alla Filt-Cgil, secondo Mauro Rossi, il problema è che «non si stanno rispettando gli accordi presi a palazzo Chigi». Due le vie d'uscita possibili, data la ristrettezza dei tempi: che si tracci almeno un accordo di massima, capace di soddisfare i soci Cai. Oppure che l'assemblea rinvii l'approvazione dell'offerta definitiva non oltre venerdì 31, ma questo comporterebbe la convocazione di una nuova assemblea. I SOLDI IN CASSA I tempi sono contingentati. Il commissario straordinario Augusto Fantozzi avrebbe comunicato all'Enac (ente aviazione civile) che la liquidità in cassa si esaurirà il 15 novembre. Da quel momento in poi Fantozzi dovrà attingere a altre fonti, ad esempio un prestito che dovrà essere restituito per primo nella procedura riservata ai creditori. Solo una volta ricevuta l'offerta definitiva, il commissario potrà confrontarne l'entità con la stima fatta dai consulenti sui beni di Alitalia oggetto dell'offerta. Secondo indiscrezioni, le perizie di Banca Leonardo e Rothschild indicherebbero un valore doppio rispetto a quello valutato da Cai. CAI TWO E THREE Il 20 ottobre scorso Cai ha acquisito la società «Settembre 2008 srl» da Piero Canzani e Ubs Fiduciaria, tre giorni dopo le ha cambiato il nome in «Cai two» e l'oggetto sociale, che è diventato l'esercizio del trasporto aereo. Amministratore è Sabelli. La «scatola» servirà a facilitare l'iter di concessione delle licenze Coa, necessarie per operare, che saranno più d'una. Anche per questo è prevista la creazione di almeno un'altra Cai. CASO AIR ONE Alla trattativa per l'acquisizione di Air One, che dovrebbe confluire nella nuova Alitalia, mancano ancora le garanzie sui 55 aerei che verranno acquistati da Cai. Ma intanto è sorto un altro problema: anche per i lavoratori di Air One è prevista la cassa integrazione e la mobilità. Dura la reazione della Fit-Cisl che ha annunciato «immediate azioni di lotta». I MANAGER - La squadra che guiderà la nuova Alitalia non sarà tutta nuova: una buona parte del team che oggi fa capo a Giancarlo Schisano, il direttore operativo, e lui stesso, dovrebbero essere confermati. Antonella Baccaro Al tavolo Dall'alto, il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, e il leader del sindacato dei piloti Anpac, Fabio Berti

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Il compleanno di Malpensa e la torta avvelenata del Nord (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-27 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Tensioni tra la Cai e le autorità lombarde Il compleanno di Malpensa e la torta avvelenata del Nord DAL NOSTRO INVIATO MALPENSA (Varese) — Approfittereste di una festa di compleanno per mettere in piazza i vostri dissapori con parenti, amici o colleghi? Di solito così non si fa. Ma se Giuseppe Bonomi, presidente di Sea, ha aspettato il decimo compleanno di Malpensa per dire al mondo che il piano Cai non lo soddisfa per niente, significa che la situazione è davvero tesa. E contrariamente alle aspettative, «voci» importanti del Nord inquieto e dei partiti di governo si sono schierati ieri al fianco di Bonomi. E' una torta avvelenata quella tagliata ieri pomeriggio al terminal 1 dello scalo varesino, è il secondo «cartellino giallo» in pochi giorni che il Nord invia a Roma: le ostilità erano state aperte di recente dalla triade Formigoni-Moratti-Penati, arrabbiati per la piega presa dal federalismo fiscale e per i regali fatti alle casse di Catania e Roma. Stavolta Bonomi, manager di area Lega Nord, affida alle colonne del «Sole-24 Ore» tutto il suo scontento: «Il piano Fenice non fa gli interessi del Paese — scrive al quotidiano economico — e Sea ha disgiunto i destini di Malpensa da Alitalia». Ma cosa ha oscurato l'umore di Bonomi? Il fatto che Alitalia, dopo la sforbiciata del piano Prato, abbia ulteriormente ridotto la sua attività a Malpensa, le voci che vogliono la Cai poco propensa a riposizionarsi sulle piste lombarde. Ma non solo. «Cai — racconta Bonomi — ha posto condizioni quali il mantenimento del solo collegamento Milano-Roma a Linate o il no alle low cost su Malpensa ». Ieri, nel bel mezzo della festa, il numero uno di Sea ha rincarato la dose: «Io faccio gli interessi della mia azienda e se questi sono confliggenti con la vendita di Alitalia, devo fare le opportune valutazioni».

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Colaninno: la crisi non ci fa paura <E l'accordo non si cambia> (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-27 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Il presidente della cordata degli imprenditori Colaninno: la crisi non ci fa paura «E l'accordo non si cambia» MILANO — Questa sera l'incontro con i sindacati: «E spero che la trattativa sia chiusa per domani». Ossia in tempo per l'assemblea straordinaria Cai: «E tutti i soci hanno confermato la loro adesione. Abbiamo promesso almeno un miliardo di capitale e quel miliardo c'è per intero ». Magari pure qualcosina in più, ma già in questo modo il messaggio è chiaro. Non è vero, dice Roberto Colaninno, sono voci non necessariamente disinteressate quelle che parlano di azionisti spaventati dal crollo globale dei mercati e che, dunque, dalla titanica impresa di salvare Alitalia vorrebbero oggi solo fuggire. «Resteranno. Tutti. Anzi: ne arriveranno altri. Perché sì, certamente la crisi è pesantissima. Ma non è che qui sta finendo il mondo. Passerà, prima o poi». Nemmeno lui ha la sfera di cristallo: previsioni sui tempi non ne azzarda. Vede però uno spartiacque: «Le elezioni Usa, che io mi auguro portino alla Casa Bianca Barack Obama». è da lì, aggiunge il presidente della Compagnia aerea italiana, dal ricambio a Washington che «cominceranno a delinearsi le soluzioni in grado di ridare fiducia al mercato americano e risolvere le altre grandi questioni internazionali, in primis l'Iraq». Per questo, «perché anche gli uragani prima o poi passano, e noi imprenditori lo sappiamo bene», la cordata non si fermerà: «Avremo un inizio più difficile del previsto. Ma, ripeto, il mondo va avanti e andiamo avanti noi». Loro, assicura Colaninno, la loro parte la faranno. Due sole cose, ribadisce, potrebbero fermare l'operazione Fenice. Un "no" dell' Unione Europea, il cui verdetto è atteso per metà novembre. Oppure — anche qui come da condizioni iniziali — un altro "no": quello dei sindacati. è vero che ora la strada appare ancora in salita, che alcune sigle accusano la Cai di non aver trasferito nei contratti i principi dell'intesa siglata poche settimane fa, che i piloti sembrano tornati sul piede di guerra. Lui però pare considerarle normali schermaglie. E non solo perché «tutti sanno benissimo che senza una firma Cai si ritirerebbe». è che «se l'accordo sottoscritto a Palazzo Chigi ha un senso e, adesso, si tratta solo di recepirlo formalmente nella stesura dei contratti, non vedo dove stia il problema». Anzi: «Ho parlato con i confederali, mi hanno confermato la volontà di chiudere in tempo utile per l'assemblea Cai. Immagino valga anche per le altre sigle». Certo, «forse qualcuno vuole tentare di cambiare ulteriormente l'accordo. Ma siccome quell'accordo c'è, siccome il negoziato è finito, siccome il nostro progetto prevede l'assunzione di 12.600 persone e il contesto economico, oggi, è quello che è, penso sia nell' interesse anche dei lavoratori arrivare in fretta alla stesura formale dei contratti. Provare a riaprire una trattativa già conclusa significherebbe chiudere l'ultima porta per il rilancio di Alitalia». La tabella di marcia ha tempi strettissimi e, se da un lato si lavora con i sindacati e con Bruxelles, dall'altro continuano le trattative con il partner industriale. Air France, Lufthansa, British? Ogni traccia — compresa la decisione dei tedeschi di creare una newco per l'Italia e avviare il loro hub «meridionale» su Malpensa — sembra portare a Parigi. Colaninno però non si sbilancia, «continuiamo a trattare con tutti, la scelta la faremo entro novembre ». Con paletti molto precisi. «Dev'essere chiaro che questo gruppo è partito per gestire una società, non per fare un portage finanziario». Dunque, il partner avrà un posto in consiglio alla pari con gli altri e la sua quota non supererà il 20% («Per una cifra che si aggiungerà al miliardo sottoscritto da noi»). Per essere ancora più chiari: «Non è che l'alleato industriale deve venire qui a insegnarci cosa fare. Si opera insieme, si cercano sinergie, ma la forza di Alitalia nei confronti di chi verrà sta nel mercato in cui Alitalia opera». Il concetto, a Colaninno, serve anche per rispondere alle accuse lanciate ieri, sul «Sole», da Giuseppe Bonomi. Dice, il presidente Sea, che il piano Cai non fa l'interesse del Paese? Sorriso: «Milano sarà il centro strategico per coprire gli interessi della Pianura Padana e del Nord, forse l'area a maggior densità industriale del mondo. Roma coprirà il bacino Sud, e sarà una porta straordinariamente importante per il Mediterraneo: 700 milioni di persone che potrebbero passare da qui anziché da Parigi, Francoforte, Londra. Non è fare gli interessi del Paese, questo?». E se il nodo fosse il ridimensionamento di Linate? «Ah, beh... Il Nord non può avere un aeroporto ogni 50 chilometri. Deve invece avere "porte" dirette sull'Asia, per esempio. E proprio perché siamo coscienti dell'importanza di Milano ne facciamo il centro della strategia, nuove rotte internazionali comprese. Il tutto però richiede la collaborazione delle autorità politiche lombarde: se condividono il rafforzamento di Malpensa, pensando a tutto il Nord, devono investire su una rete di infrastrutture che non renda un'impresa raggiungere l'aeroporto da Cremona, Torino, Mantova ». Quest'ultima citata non a caso, ovvio. è da lì che Colaninno partirà fra una settimana, nelle vesti di presidente Piaggio, per la missione governo-Confindustria in Vietnam. «Ma sa da dove dovrò decollare? Da Parigi...». Raffaella Polato

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Placido e Verdone si schierano <Siamo vicini agli studenti> (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-27 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE Cinema in campo Al Festival di Roma Placido e Verdone si schierano «Siamo vicini agli studenti» ROMA — «Adesso mi sento vicino ai giovani dell'Università. Ma non è una questione di emotività ideologica. è una posizione ragionata. Adesso, poi, sto facendo un film sul '68, per conoscere da vicino quel momento storico, e guardo con sensibilità a quello che stanno facendo gli studenti». Michele Placido, per qualche minuto, diventa l'eroe della fetta di pubblico più giovane che nella Sala Petrassi all'Auditorium di Roma ha seguito la proiezione del Sangue dei Vinti, film di Michele Soavi tratto dal libro di Giampaolo Pansa. Ha appena ammesso di essere rimasto colpito dalle «rivelazioni» contenute nel libro, ha protestato contro «la Repubblica italiana» che non gli ha raccontato una parte della storia del Dopoguerra. Si è anche confessato, durante la conferenza stampa del mattino, ricordando la sua adolescenza da ragazzo del Sud che per giocare a pallone «si iscriveva alla Giovane Italia» e frequentava atenei dove «la maggioranza dei ragazzi militava a destra». Poi dopo, «diventato poliziotto per guadagnare ho incontrato alcuni compagni e ho capito l'orrore del nazismo, i milioni di ebrei mandati a morte. Ho cambiato idea, tutto qui». Adesso, di fronte a Maurizio Gasparri, difende i ragazzi che protestano nelle università e che hanno «occupato » giorni fa anche il Tappeto Rosso dei divi del Festival del Cinema. Applausi, insomma. Ma per una volta l'attore Placido non ne approfitta, fa finta di niente. E si rimette a sedere. Sostegno alla protesta studentesca arriva anche da Carlo Verdone, al Festival per un inedito confronto-duetto su dramma e commedia con Toni Servillo. Ai microfoni del Tg3 il regista-attore romano si dice sicuro che gli studenti che manifestano contro il decreto voluto dal ministro della Pubblica istruzione Mariastella Gelmini «non abbiano tutti i torti ma diverse ragioni». E prova a suggerire un percorso di avvicinamento tra governo e scuola: «Si lavori a un tavolo come è successo per Alitalia: si dialoga e si trovano soluzioni. Ma niente polizia: significa ritornare nella spirale degli opposti estremismi e si rischia di finire davvero male». Paolo Conti

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Il premier promette: sostegno agli stipendi (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-27 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE Il confronto Cazzola: il capo cgil regista occulto del Circo Massimo Il premier promette: sostegno agli stipendi Epifani chiede il dialogo. Sì del Cavaliere ROMA — Silvio Berlusconi apre all'ipotesi di un intervento per sostenere, nella crisi, anche le retribuzioni dei lavoratori e non solo le banche e le imprese, nei confronti delle quali il piano di aiuti, cifrato dal ministro Claudio Scajola in 600 milioni di euro, «può essere aumentato ». «L'ho già detto agli imprenditori a Napoli che stiamo lavorando per sostenere le imprese, ma stiamo lavorando anche per fare ciò che i conti pubblici renderanno possibile per le retribuzioni» ha detto il presidente del Consiglio, ieri sera a Roma, assicurando il dialogo con i sindacati e rispondendo così alla sollecitazione arrivata ieri dal segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani. «Nei momenti di crisi conviene al Paese avere un governo che riprenda il dialogo, che ascolti le ragioni dei sindacati» aveva detto Epifani intervistato nel corso della trasmissione di Rai Uno Domenica In dopo il no della sua organizzazione al rinnovo del contratto degli statali e la manifestazione del Pd, e alla vigilia di una settimana importante che vedrà l'avvio del negoziato sulla scuola e l'approfondimento del tavolo sulla riforma della contrattazione. Epifani ha chiesto al governo di «non aver paura del dialogo e di contaminarsi con chi ha un'opinione diversa e rappresenta altri interessi » e di aprire «tavoli di confronto su tutto», e Berlusconi è parso raccogliere il suo invito. «Abbiamo sempre dialogato con i sindacati, anche durante tutta la trattativa su Alitalia. Abbiamo anche un rapporto cordiale con alcuni leader sindacali e continueremo certamente con questo metodo» ha risposto Berlusconi. Secondo il segretario della Cgil è necessario «intervenire fiscalmente sui redditi più bassi e i pensionati, e ampliare gli ammortizzatori sociali. I fondi per la cassa integrazione, con la crisi che avanza, finiranno entro due mesi, e non possiamo lasciare nessuno, tanto più i precari, senza lavoro e senza reddito. Berlusconi si vanta del proprio decisionismo, io vorrei che lo usasse per chi perde il posto di lavoro, per chi non arriva a fine mese, per le pensioni basse, per i problemi di questa parte del Paese che ha meno voce e va sostenuta di più» ha detto Epifani, bollato da Giuliano Cazzola, vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera, Pdl, come «il regista occulto del Veltroni- Day». «Non è un caso che a Domenica In sia andato proprio lui. Sta mettendo all'incasso il credito vantato nei confronti del Pd, perché se la manifestazione del 25 ha avuto successo gran parte del merito è della Cgil che ha messo a disposizione risorse e strutture», dice Cazzola. Mentre il ministro Renato Brunetta non pare disposto ad ammorbidire la sua linea almeno sul contratto degli statali, che ha già portato alla spaccatura, con la Cgil da una parte e Cisl, Uil e Ugl dall'altra. «Se la Cgil dice no — ribadisce Brunetta — io da gennaio pago lo stesso gli aumenti». Mario Sensini

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Malpensa, 10 anni e un decollo mancato (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)

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Corriere della Sera - MILANO - sezione: Lombardia - data: 2008-10-27 num: - pag: 7 categoria: REDAZIONALE Dal «peccato originale» delle mancate nozze tra Alitalia e Klm all'abbandono della compagnia di bandiera Malpensa, 10 anni e un decollo mancato Balotta: «Se l'hub vuol vincere la sfida ora deve abbassare le tariffe» «Ora alcuni scali del Nord sono saturi: questa potrebbe diventare una nuova opportunità per il colosso varesino» DAL NOSTRO INVIATO MALPENSA — Il problema non è il crack di Alitalia e la ritirata di tutti i voli; non è neanche la distanza da Milano o la ferrovia e le strade che faticano a essere terminate. Se a dieci anni dalla sua nascita la Grande Malpensa è ancora un'anatra zoppa, il peccato originale sta tutto nelle mancate nozze tra Alitalia e gli olandesi di Klm: «Sarebbe stato il connubio ideale, gli olandesi avrebbero portato qui traffico, la nostra compagnia di bandiera si sarebbe salvata. Ma le ragione della politica prevalsero su tutte le altre». Dario Balotta, il 25 ottobre del 1998 era uno che c'era; e a Malpensa c'è stato fino a un anno fa in qualità di segretario regionale della Cisl trasporti. Dell'hub varesino è una memoria storica, protagonista di tante battaglie sindacali: contro Fiumicino, contro il precariato, contro i ritardi della politica, contro il sindacato stesso che in alcune fasi cruciali guardò più a Roma che a Milano. Anche oggi che si gode la pensione sul lago d'Iseo, non rinuncia a scartabellare nei suoi archivi per capire come mai l'aeroporto del futuro, tale non è diventato. «Dal '99 a oggi — è la sua considerazione — Malpensa è cresciuta del 41%, Fiumicino del 39. Tutto questo nonostante l'hub del nord potesse contare su forti investimenti. è un risultato notevole, ma al di sotto delle possibilità». Proviamo dunque ad analizzare le ragioni di questa crescita rimasta a metà: «L'accordo tra Klm e Alitalia era il presupposto su cui si fondava la crescita di Malpensa, ma fallì. Ma Malpensa nel '98 nasce già vecchia: il progetto è dell' 85, la collocazione è all'interno del parco del Ticino che è patrimonio dell'Unesco, i collegamenti con Milano consistevano ai tempi in una sola autostrada (la A8, già satura ai tempi) e in una ferrovia locale (le Fnm)». Ma adesso l'hub internazionale potrebbe avere davanti a sé i numeri per riscattarsi: «Linate non può più accogliere nuovo traffico, Bergamo è prossimo alla saturazione. Ecco dunque riproporsi con forza il ruolo di Malpensa. L'importante è che la Sea, che lo gestisce, riesca a vincere per davvero la sfida del mercato, riuscendo a portare nel Varesotto nuove compagnie. Per farlo, tuttavia, dovrebbe riconsiderare la proprie tariffe. Oggi, per fare un esempio, la movimentazione di un bagaglio a Malpensa costa 1,30 euro, a Fiumicino si scende a 1,1». Con gli euro fa invece i conti Mauro Cerutti, sindaco di Ferno, il Comune che per due terzi è occupato dalle piste di Malpensa e da sempre in lotta per ottenere compensazioni al fatto di dover convivere con l'ingombrante ospite. «Era stata istituita una tassa di imbarco — racconta — che avrebbe dovuto entrare nelle casse di Comuni come Ferno. Quel balzello è cresciuto fino a 3 euro su ogni biglietto staccato ma il gettito è finito in un calderone che serve a finanziare di tutto, compresi i dipendenti di Alitalia. Così per il 2007, dei 650 mila euro che ci spettavano, non abbiamo visto un centesimo. Se quei soldi non arriveranno il mio ente finirà in dissesto». Claudio Del Frate «Orgoglio» Il presidente della Sea, Giuseppe Bonomi, taglia la torta del compleanno \\ Dario Balotta L'accordo tra Klm e Alitalia era il presupposto per la crescita dell'hub \\ Mauro Cerutti Tasse d'imbarco lievitate a tre euro, ma il mio Comune non ha avuto nulla

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Punti di crisi (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 27-10-2008)

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Corriere della Sera - MILANO - sezione: Lombardia - data: 2008-10-27 num: - pag: 7 categoria: BREVI Punti di crisi Malpensa 2000 nasce a ridosso del parco del Ticino, dichiarato dall'Unesco riserva della biosfera. Fin dall'inaugurazione i comuni del parco hanno protestato per l'impatto ambientale dell'hub A Malpensa arrivava fino a qualche mese fa una sola autostrada, la A8. L'apertura della «bretella» di Boffalora non ha ancora risolto il problema dei collegamenti autostradali L'aeroporto è servito da un'unica ferrovia locale, con convogli che hanno una frequenza di 30 minuti. Il Malpensa Express trasporta solo il 7,6% dei passeggeri, contro il 51% di Hong Kong e Londra L'aeroporto milanese doveva diventare il punto di riferimento della compagnia di bandiera. Sull'orlo del fallimento, Alitalia ha però scelto come base Fiumicino riducendo drasticamente i voli in partenza da Malpensa

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TRA CASSA E PRECARI (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 28-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pietro Garibaldi TRA CASSA E PRECARI Mentre la Borsa continua a crollare, le preoccupazioni di tecnici e politici si spostano sull'economia reale. Dai mercati finanziari la crisi è infatti destinata a colpire le decisioni di imprese, consumatori e lavoratori. I primi segnali di crisi sono già evidenti, come testimoniato dal calo della produzione industriale e della forte riduzione della fiducia dei consumatori. Il repentino aumento del numero di imprese che accedono alla cassa integrazione, denunciato in questi giorni anche dal sindacato, rappresenta un ulteriore e significativo campanello d'allarme. Tra qualche mese inizieranno a vedersi i primi licenziamenti. Una priorità quasi assoluta dovrebbe quindi essere quella di riordinare gli ammortizzatori sociali. Con l'arrivo dei licenziamenti, i primi a essere colpiti saranno i circa quattro milioni di lavoratori precari. È inevitabile. Quando un contratto è a tempo determinato, per interrompere un rapporto di lavoro non è necessario passare per il licenziamento. È sufficiente che un'impresa non rinnovi il contratto alla scadenza. Lo stesso discorso, addirittura amplificato, si applica ai lavoratori impiegati con un contratto a progetto. Paradossalmente, i lavoratori che saranno più colpiti dall'arrivo della crisi appartengono a quella crescente fascia di lavoratori che già oggi hanno una retribuzione inferiore alla media e che non hanno accesso a ferie pagate e a maternità. Tutelare questi lavoratori dovrebbe essere una priorità. I lavoratori a tempo indeterminato delle grandi imprese sono in larga parte coperti. In caso di crisi aziendale, da una grande impresa si accede alla cassa integrazione straordinaria e, nel caso di licenziamento, si accede alle liste di mobilità, con protezione al reddito fino a tre anni. I sette anni di sostegno al reddito promessi ai lavoratori in esubero di Alitalia sono ancora sotto gli occhi di tutti. Certamente le risorse a disposizione del governo sono poche. È comprensibile che il ministro Sacconi cerchi di rifinanziare la cassa integrazione straordinaria e i cosiddetti settori in deroga (quei settori industriali che il Ministero ritiene di dover proteggere). È anche comprensibile che il segretario della Cgil Guglielmo Epifani ricordi le poche risorse a disposizione della cassa integrazione (ma al tempo stesso non dovrebbe dimenticarsi dei lavoratori precari). Nel Paese circa 4 milioni di lavoratori rischiano di diventare dei disoccupati senza alcuna forma di sostegno, o con al più un sussidio di disoccupazione ordinario inferiore a sei mesi. Non possiamo affrontare la recessione in arrivo con disoccupati di serie A e disoccupati di serie B, dove soltanto ai primi è concesso il privilegio di un sostegno al reddito. Il riordino degli ammortizzatori sociali dovrebbe quindi essere al centro dell'azione del governo. Agendo ora si può arrivare preparati in primavera, quando inevitabilmente arriveranno i primi licenziamenti. La legge delega per riformare gli ammortizzatori sociali esiste già e potrebbe diventare esecutiva in tempi brevi. L'Italia ha urgente bisogno di introdurre un sussidio unico di disoccupazione a cui si accede indipendentemente dal tipo di contratto con cui si è stati impiegati. Questo nuovo istituto dovrebbe ovviamente essere finanziato dai contributi versati da tutti i tipi di contratto, inclusi quelli a tempo determinato e a progetto. Si dovrebbe poi introdurre anche un meccanismo di bonus-malus, in modo da aumentare i contributi al fondo di disoccupazione per quelle imprese che lo utilizzano maggiormente. Si potrebbe inoltre anche decidere di aumentare i contributi assicurativi alle imprese che utilizzano i contratti a termine, in modo da disincentivarne l'uso generalizzato. Battersi per riforme di questo tipo giustificherebbe manifestazioni e cortei. Se ne parla invece pochissimo, forse semplicemente perché i lavoratori precari sono poco organizzati e poco a contatto con Partiti politici e sindacati confederali. pietro.garibaldi@carloalberto.org

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La Liguria lancia la sfida dei voli per il turismo (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 28-10-2008)

Argomenti: Alitalia

IL PROGRAMMA DI OGGI Economia Al vertice bilaterale gli aeroporti tengono banco Burlando: 2 milioni per low cost a Genova e Albenga Stamane gli interventi dei ministri Scajola e Kristenko A Sanremo la Task force italo-russa sui distretti industriali e la piccola e media impresa I due uomini di governo visitano Chiesa russa e Giardini Hanbury poi in prefettura e quindi a Genova GIANNI MICALETTO La Liguria lancia la sfida dei voli per il turismo SANREMO La Regione Liguria è pronta a lanciare la sfida dell'aria, per cercare di conquistare nuovi spazi nel mercato internazionale del turismo. «Finora abbiamo stanziato un milione di euro per incrementare i collegamenti aerei con la Liguria, ma siamo disposti ad arrivare fino a due milioni in presenza di proposte concrete da parte degli aeroporti di Genova e Albenga e da parte di vettori, soprattutto low cost, che possono aiutare molto il turismo», ha sottolineato il presidente Claudio Burlando intervenendo ieri, all'Ariston, alla 14ª sessione della Task force italo-russa sui distretti industriali e sulle piccole e medie imprese (Pmi), che si conclude oggi con l'intervento dei ministri Claudio Scajola (Sviluppo economico) e Viktor Kristenko (Industria e Commercio). «Parliamo di collegamenti nuovi, rivolti all'incoming turistico - ha aggiunto il governatore ligure -, non di collegamenti con Ibiza, pur legittimi, ma che la Regione non può finanziare. E neppure di collegamenti interni, che andrebbero a sottrarre traffico a un vettore in estrema difficoltà (l'Alitalia, ndr). Possiamo invece finanziare la promozione di un incremento di collegamenti aerei per circa 300-400 mila passeggeri in più all'anno, pari a una quota del 30-40 per cento, con vettori low cost e non che vogliano sviluppare il traffico con bacini importanti per il turismo ligure: Europa del Nord e anche dell'Est, Germania, Olanda, Belgio». Diverse le esigenze del florovivaismo, che, più dei collegamenti, necessita di capacità di penetrazione su mercati condizionati dallo strapotere olandese. Come quello russo. «Esportiamo il 60% del nostro prodotto, ma soltanto una quantità modestissima finisce in Russia - ammette l'assessore regionale Giancarlo Cassini (agricoltura) - Bisogna quindi costruire un sistema imprenditoriale con il quale far nascere una gamma nazionale capace di strappare quote di mercato agli olandesi. C'è già un'intesa con l'Ice (Istituto per il commercio estero) per lavorare in questa direzione. Va meglio sul fronte oleario, perché esiste già una gamma, anche se manca un sistema adeguato di supporto». Da Sanremo, dove si è tornati a parlare e ascoltare il russo come ai tempi della zarina Aleksandrovna, si alza un messaggio forte e chiaro a tutela delle piccole e medie imprese, motore dell'economia italiana. «Quelle con meno di 50 dipendenti sono ben 1 milione 800 mila - evidenzia Gianfranco Caprioli, co-presidente italiano della Task force - Guai a tagliare i finanziamenti: la crisi si tradurrebbe in un salasso per l'economia reale. Oggi più che mai il sistema creditizio deve sostenere la piccola e media impresa, una linfa vitale per contrapporsi alla crisi finanziaria, contrastabile prima di tutto con l'economia manifatturiera. In questo senso, il legame tra Russia e Italia può trovare un punto di forza: la prima è ricchissima di materie prime, la seconda di tecnologie». Da qui le nuove mire espansionistiche delle nostre imprese verso la Russia, agevolate dalla politica inaugurata da Putin nel 2002, da cui sono nate circa 350 mila realtà della Pmi, divise in due organizzazioni settoriali. Ieri sera, al casinò, il galà di benvenuto alle due delegazioni e oggi l'intensa giornata conclusiva della Task force. Scajola e Kristenko parleranno tra le 9,30 e le 10,15, poi la firma del protocollo finale. Quindi visiteranno la Chiesa russa ed i Giardini Hanbury. Alle 14,30 conferenza stampa congiunta in prefettura, e in seguito andranno (in elicottero) a Genova per visitare Esaote e Ansaldo. Le delegazioni scopriranno invece realtà come il mercato dei fiori (e la B&B), l'Acea di Albenga (dalle 15) e un'azienda ortofrutticola ingauna a Bastia. Sul fronte alimentare l'Isnardi, il frantoio Giromela e la ditta Raineri a Imperia, oltre alla Costa Ligure di Arma. Infine, a Genova, visite all'Istituto italiano d'alta tecnologia (IIT) e al porto.

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Scuola, cattolici divisi sul decreto (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 28-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Scuola, cattolici divisi sul decreto bufera sulla riforma Famiglia Cristiana: «Va ritirato». Ma la Cei prende le distanze. Cortei bipartisan a Roma Roma. Ha sferrato l'ennesimo attacco al governo, chiedendo la sospensione o il ritiro del decreto Gelmini, nel giorno in cui studenti di destra e sinistra hanno sfilato assieme (tra molte tensioni) contro la riforma della scuola. Una riforma inaccettabile per "Famiglia Cristiana", che nell'editoriale del prossimo numero censura la politica del governo sull'istruzione. «Per il bene della scuola, il decreto Gelmini va sospeso o ritirato» scrive il settimanale dei Paolini, che si spinge oltre: «Non si garantisce così il diritto allo studio: prima si decide e poi, travolti dalle proteste, si abbozza una farsa di dialogo. Il Paese in crisi trova i soldi per Alitalia e le banche, ma per la scuola si richiedono sacrifici alle famiglie, mentre i privilegi e i costi di onorevoli e senatori rimangono intatti. Studenti e professori hanno seri motivi per protestare». Un attacco durissimo, da parte dello stesso periodico che, nelle settimane scorse, aveva criticato aspramente le scelte del governo in tema di sicurezza e immigrazione. Una linea dura che non piace a diverse settori della Chiesa, come ha lasciato intendere il presidente della commissione per la scuola della Cei, monsignor Diego Coletti: «Intervenire su questi temi a colpi di decreti è una scelta difficile, ma d'altra parte mi sembra inutile, se non addirittura dannoso, intervenire agitando le piazze. Bene ha fatto il ministro Gelmini a mettere i puntini sulle "i" riguardo alle varie questioni: la risposta di chi non era d'accordo poteva essere più pacata e ragionata». I vescovi, insomma, non gradiscono l'ondata di proteste e tirano le orecchie a chi le sostiene: compresa Famiglia Cristiana. Un avversario in più per il ministro della Pubblica Istruzione, Maria Stella Gelmini. Che tira dritto, come ha sempre fatto sinora: «Gli studenti che protestano sono pochi e le facoltà occupate sono pochissime. E poi i miei provvedimenti sono simili a quelli che Obama vuole proporre in America. Lo sciopero del 30 ottobre? Un rito». Una definizione che fa infuriare il segretario della Cisl-scuola, Francesco Scrima: «Non c'è eleganza e non c'è rispetto nella dichiarazione del ministro. Negare la dignità dell'altro è il modo più arrogante per rifiutare l'ascolto e il dialogo». Migliaia di studenti hanno invece replicato con l'ormai consueta teoria di occupazioni e manifestazioni. L'epicentro è stata Roma, dove migliaia di studenti delle superiori hanno sfilato in corteo sino in piazza Venezia. Nel serpentone ragazzi di destra (gli organizzatori) che gridavano «Duce, duce», si sono mischiati a studenti di sinistra. Una convivenza non indolore: molte le discussioni, qualche parola grossa. Una tensione che nel pomeriggio è sfociata nella presunta aggressione di due studenti del liceo Giulio Cesare da parte di ragazzi del Blocco studentesco, associazione di destra. Ma il corteo, pur tra sguardi in cagnesco, è arrivato a destinazione senza incidenti. Una parte del corteo è poi andata davanti Palazzo Madama, sede del Senato, dove domani verrà votata la legge sulla scuola, e vi è rimasta per un breve sit-in. La protesta più originale l'hanno però ideata alcuni studenti di psicologia dell'università La Sapienza che, mentre attendevano di incontrare il rettore, si sono spogliati. Tra cortei e occupazioni, sparsi tra Milano e Cosenza, Prato e Palermo, a Torino è spuntata anche la prima manifestazione pro-Gelmini. Stando ad An, alcune decine di studenti si sono riunite davanti alla prefettura «per chiedere una corretta informazione sulla riforma scolastica». In questo clima arroventato, il presidente del Senato, Renato Schifani, ha auspicato un confronto tra Gelmini e gli studenti («Un impegno che il ministro aveva assunto»). Ma ormai è muro contro muro, con il centrodestra che fa quadrato attorno alla riforma. «Approveremo il decreto così com'era passato alla Camera» assicura il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchetto. Sulla stessa linea il suo omologo del Senato, Maurizio Gasparri, che osserva: «La sinistra studentesca sta bloccando l'attività didattica negli atenei e questo è assolutamente vergognoso». Enzo Fasano, anche lui del Pdl, attacca invece il direttore di Famiglia Cristiana, Don Sciortino: «Farebbe bene a ritirarsi lui, invece di chiedere il ritiro del decreto, visto che non rappresenta né il pensiero della Chiesa né quello delle famiglie». Di tenore opposto il commento del segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero: «Famiglia Cristiana ha perfettamente ragione, il decreto va subito ritirato». Concorde Massimo D'Alema (Pd) che chiosa: «Senza il ritiro del provvedimento, il dialogo è impossibile». Mentre l'Idv annuncia ostruzionismo al Senato contro il decreto. Luca De Carolis 28/10/2008

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Maiani: <Ricerca snobbataanche da Prodi. Ora si cambi> (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 28-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Maiani: «Ricerca snobbataanche da Prodi. Ora si cambi» il presidente del cnr «Hanno dato denaro prima ai camionisti, poi all'Alitalia e alle banche. Speriamo che alla fine resti qualcosa anche per noi» 28/10/2008 Genova. «Nell'ambiente della ricerca c'è preoccupazione, ma non esistono improvvisi tagli indiscriminati, nel senso che da anni, a prescindere dai governi, assistiamo a un calo del 2% del fondo ordinario, mentre i nostri competitori lo aumentano dal 4 all'8%». Luciano Maiani, presidente del Cnr, ieri era a Genova in occasione della presentazione delle macchine interattive per la "Domus Archimedea", museo delle origini della scienza e della tecnica che nascerà a Siracusa, e ha incontrato i "suoi" dipendenti. «Al governo chiediamo di completare il piano di assunzioni 2008-2009, già con Prodi c'era stata una stretta ma ora la cosa mi pare fattibile», spiega Maiani, e dai numeri si capisce che la posta in gioco è notevole: si parla di 650 nuovi ingressi aggiunti ai 100 derivanti dai concorsi in atto. Perché il problema, spiega il presidente del Cnr, è che «la crescita interna dei ricercatori offre la possibilità di acquisire progetti sul mercato interno e su quello europeo, dove siamo svantaggiati rispetto ai concorrenti». Proprio perché«il personale sul campo è diminuito negli anni». E se si tiene conto che il 50% del fatturato il Cnr se lo guadagna sul campo in Italia e all'estero con ministeri, regioni e industrie, si comprende la richiesta di poter contare «sulle nuove risorse prodotte dal turn over per superare l'impatto con la riduzione della pianta organica». I margini di manovra per crescere ci sono, assicura Maiani, a fronte «di un bilancio da un miliardo con spese per il personale che toccano il 43%», ma occorre «avere la possibilità di pianificare uno scenario nel quale poter offrire ai contratti temporanei una chance per entrare, oppure di uscire preparati e pronti per trovare una nuova sistemazione». L'esempio del fisico nominato dal precedente governo sulla scia di un provvedimento legislativo - «elaborato per evitare lo spoil system in settori così delicati», per dirla con l'assessore genovese all'innovazione, Andrea Ranieri - arriva da una "commessa" della Regione Lombardia da 40 milioni in tre anni che prevede per l'appunto anche finanziamenti destinati alla formazione dei giovani». Certo, il Paese sconta anche la scarsa propensione delle imprese a finanziare la ricerca, «al di là della innovazione immediata», puntualizza Maiani che invece guarda alla possibilità di joint venture sullo stile del Mit di Boston. E Genova? «È un centro importante, per la ricerca sui materiali, per l'informatica, perché qui è nata buona parte della biofisica italiana e vedo bene il trasferimento agli Erzelli, vicino a impresa, spin off, università». Capitolo spinoso, quest'ultimo: «L'universitàè in sofferenza perché se gli enti di ricerca possono contare su governance che sono perfettibili ma esistono e funzionano, ha problemi di soldi e di reclutamento. Occorre la collaborazione di tutti». Sogna una svolta la ricerca italiana, e la ricetta che arriva dal presidente del Cnr non lascia dubbi: «Investire, investire, investire». Il problema è che le casse non traboccano, e in proposito, al di là dei sogni, Maiani si limita ad un auspicio: «Prima hanno dato fondi ai camionisti, poi all'Alitalia, quindi alle banche, speriamo che resti qualcosa per noi». È quanto sperano anche nella villa di Genova-Campi dove si respira la passione dei ricercatori guidati da Manuela Arata, presidente del Festival della scienza in onda in questi giorni e che guarda con qualche apprensione alla prossima edizione. È un'altra storia ma è sempre questione di soldi. Eugenio Agosti agosti@ilsecoloxix.it 28/10/2008

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roma, tensione al corteo "dalla destra inni al duce" - mario reggio (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina 10 - Cronaca Roma, tensione al corteo "Dalla destra inni al Duce" Famiglia cristiana: no al decreto. La Cei: non si agiti la piazza Ondata di occupazioni. Domani assedio al Senato per il voto. Tafferugli a Napoli MARIO REGGIO ROMA - Domani voto finale sul decreto Gelmini al Senato. Il giorno dopo manifestazione nazionale e corteo a Roma dei sindacati della scuola. Due giorni caldi che fanno salire la tensione e la mobilitazione nelle scuole e negli atenei. Come se non bastassero le proteste di studenti, famiglie e insegnanti anche Famiglia Cristiana scende in campo: «Non chiamiamo riforma un semplice taglio di spesa. C´è una legge approvata di corsa in piena estate, senza dibattito e senza un confronto pedagogico reale». E monsignor Coletti della Cei: «Non si può procedere a colpi di decreti ma è dannoso agitare la piazza». La destra tenta di reagire. L´appello del premier Berlusconi di manifestare in favore della Gelmini è stato raccolto da alcune decine di persone a Torino. E oggi Gasparri e Cicchitto incontreranno le associazioni degli studenti di destra al teatro Capranica di Roma. Nelle scuole e nelle università tira tutta un´altra aria. A Roma si moltiplicano le scuole occupate. Ieri è stata la volta del liceo classico Giulio Cesare, seguito dal Socrate e dal Manara. La musica non cambia a Torino e Milano. Si moltiplicano le autogestioni senza il blocco della didattica in tutta Italia. Da Gorizia a Palermo, da Urbino a Perugia, da Catania all´Aquila è scattato l´effetto domino. Non senza qualche piccolo problema. Ieri mattina nel corso del corteo degli studenti di alcune scuole superiori romane, partito da piazza della Repubblica e dirette a Palazzo Madama, un gruppo di giovani del "Blocco studentesco" di destra ha preso per un po´ la testa del corteo. Schermaglie, solo verbali, con l´Unione degli studenti, che accusa: «Si sono infiltrati nel corteo urlando "Duce Duce"». Sono volati invece ceffoni alla Federico II di Napoli, durante un´assemblea alla facoltà di Lettere, quando alcuni studenti di Azione universitaria, organizzazione di Alleanza nazionale, rinforzato da alcuni militanti di Forza Nuova, hanno chiesto la parola. Concessa ma solo per 3 minuti. Poi il breve ma serrato confronto fisico. Una delle novità dell´onda di protesta sono le lezioni in piazza. Il professor Marramao a piazza Farnese, i docenti di Medicina della Sapienza sulla scalinata del ministero dell´Istruzione. E si è svegliata anche l´università di Tor Vergata a Roma. Ieri cortei ed assemblee a Lettere, Ingegneria e Medicina. Studenti, ricercatori e docenti chiedono il blocco dei tagli di un miliardo di euro per coprire Ici e Alitalia. In preparazione lezioni all´aperto nel quartiere Appio-Claudio. Ma sarà il Senato il centro della mobilitazione: oggi e domani sit-in e manifestazioni a piazza Navona. Partecipano anche i Cobas. Giovedì sciopero nazionale della scuola. Il ministro Gelmini definito lo sciopero come «una protesta di pochi, il mio modello è Obama». Risponde Domenico Panataleo segretario nazionale della Cgil: «Il ministro Gelmini mostra evidenti segni di insicurezza attaccando in modo scomposto tutta l´area politica e sociale che contesta le scelte del Governo sulla scuola e sull´università».

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addio vacanze romane si apre la crisi del turismo - alessandra paolini (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina XIV - Roma Addio vacanze romane si apre la crisi del turismo Presenze in calo del 4% nei primi sette mesi del 2008 Penalizzati soprattutto gli alberghi più economici, tiene invece il "lusso" La Camera di Commercio chiede una struttura per coordinare le iniziative ALESSANDRA PAOLINI E´ un calo di quelli che si fanno sentire, che incide sull´economia di una città già in affanno. E impensabile fino a un anno fa, quando flussi e proiezioni descrivevano un apparentemente e inarrestabile boom del turismo. Non è più così. A Roma come nel resto d´Italia, il settore è in crisi, con un 4% in meno nei primi sette mesi del 2008 rispetto allo stesso periodo del 2007. Per la città eterna è un´emorragia di giapponesi, americani e italiani (-3,9%). I dati sono stai elaborati dall´Ebit, l´Ente bilaterale dell´industria turistica e dall´Unione italiana cambi, prendendo in considerazione i mesi da gennaio a luglio. E raccontano di quante camere sono rimaste vuote negli alberghi romani e della Provincia, della nazionalità dei vacanzieri "latitanti", e di quanto chi è venuto nonostante tutto sia stato attento al portafoglio tra una visita ai musei e una passeggiatina tra le bellezze romane. Tutte percentuali con un bel meno davanti. Come nel caso degli arrivi dagli Stati Uniti: -10%. Ma hanno rinunciato a una vacanza romana anche il 9,3% dei turisti tedeschi e il 3% degli inglesi, anche se spetta ai turisti che arrivano dal Giappone il primato delle defezioni, con un calo del 16,9% da quasi settecentomila a poco più di mezzo milione. Colpa della crisi mondiale e del dollaro debole rispetto all´euro, spiega Andrea Mondello presidente della Camera di commercio di Roma e di Unioncamere, un problema almeno questo che negli ultimi mesi è in via di soluzione vista l´impennata del biglietto verde che è tornato sui livelli di due anni fa. «Ma a danneggiare il prodotto Italia - spiega - c´è stato anche un problema di immagine. Parlo del caso dell´immondizia di Napoli e della vicenda del salvataggio Alitalia». Guardando i numeri dell´Ebit il calo turistico ha influito soprattutto sugli alberghi a tre e due stelle. Alberghi scelti da un target medio basso che vola con compagnie low cost e cerca di risparmiare sull´alloggio. Non è un caso, infatti che la permanenza media nella città eterna sia di 2,36 giorni negli hotel e passi a 3,25 se le notti prese in considerazione sono quelle trascorse nelle "strutture recettive complementari". Ovvero, bed & breakfast e agriturismo. Si sono difesi un po´ meglio i grandi hotel. La crisi è stata più contenuta anche se maggio è stato un mese da dimenticare: 84% di stanze occupate nel 2007, 72,8% nel 2008. Non tutti però hanno snobbato Roma. Gli spagnoli sono arrivati in massa facendo segnare un 20,7% in più. E così i russi. I nuovi ricchi arrivati dal freddo in sei mesi sono aumentati del 30% e questa è una nuova fetta di torta da salvaguardare. Gli esperti del settore spiegano come il mercato debba aprirsi a nuove strategie. Cercando di "acchiappare" quelli che nei prossimi anni maneggeranno più soldi: i russi per l´appunto, oltre ai cinesi e agli indiani. «Ma anche in questo caso - spiega Mondello - il tipo di domanda da soddisfare sarà diverso. I russi che sbarcano a Roma prediligono gli hotel più costosi, lo sfarzo e spesso le suite. Diverso il discorso per i cinesi. Arriveranno in tanti, questo è vero, ma con una disponibilità economica differente». L´Unione italiana cambi sottolinea comunque che il turista dei tempi dello "sboom" è più oculato, meno spendaccione, ha risparmiato su ristoranti, bar, shopping. Ha comprato meno souvenir, con un giro d´affari sceso del 3,7%, cioè più del dato nazionale che è del -1,9%. E secondo soltanto a Napoli dove il tonfo è stato del 5,9%. La situazione preoccupa e va affrontata con armi e idee nuove. «L´andamento negativo nelle città d´arte in Italia è cominciato da tempo - dice il presidente della Camera di commercio - il Nord ha tenuto di più, il Sud è crollato e Roma, in mezzo, ha tenuto abbastanza bene fino a un anno fa, grazie alle infrastrutture inaugurate negli ultimi anni, dall´Auditorium alla nuova Fiera. Ora però, bisogna pensare a qualcosa di diverso. Serve un´istituzione in grado di coordinare le agenzie in una logica congiunta». E parla anche di uno "sportello del turismo", Andrea Mondello: una sorta di porta d´accesso a cui i vacanzieri possano accedere anche attraverso le nuove tecnologie come i sistemi wi-fi. Un progetto di rete con la supervisione del Comune. «A questo va aggiunto il turismo congressuale, una risorsa indispensabile, dice, se si vuole che Roma possa turisticamente parlando restare una città competitiva».

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Cai in assembleacon il rebus contratti (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 28-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Cai in assembleacon il rebus contratti la nuova alitalia Il sì dei soci è sub-judice. Vertice con i sindacati fino a notte per un accordo ROMA. Cai tenta la stretta finale con i sindacati per raggiungere un accordo su contratti e criteri di selezione del personale a poche ore dall'assemblea dei soci convocata per oggi alle 15. I vertici di Compagnia Aerea Italiana puntano a raggiungere almeno un accordo di massima, se non la firma finale, che consenta all'assemblea di dare il via libera all'offerta vincolante per una parte di Alitalia, in modo da poterla presentare il 31 ottobre al commissario straordinario Augusto Fantozzi. L'obiettivo non appare semplice, ma Cai ha già avvertito che senza l'intesa non presenterà l'offerta. Che è subordinata anche al via libera Ue al prestito ponte da 300 milioni ed alla discontinuità tra la vecchia e la nuova compagnia aerea. Dopo che la settimana scorsa è stata sondata la prospettiva di sinergie con Air France-Klm, questa settimana tecnici di Cai, Alitalia e AirOne approfondiranno le potenzialità di Lufthansa. La settimana prossima sarà la volta di British Airways in vista di una scelta del partner straniero che dovrebbe avvenire, quindi, intorno alla metà di novembre. Oggi l'assemblea Cai è chiamata a varare la trasformazione in spa, l'aumento di capitale da almeno un miliardo, l'offerta vincolante, ad approvare lo statuto e a nominare cda e collegio sindacale. I sedici soci potrebbero accogliere anche nuovi ingressi. Il presidente di Cai, Roberto Colaninno - in un'intervista al Corsera - ha confermato che tutti i soci resteranno e che ne arriveranno altri perché«la crisi è pesantissima ma non è qui che sta finendo il mondo, passerà». Il rush finale Cai-sindacati è iniziato ieri verso le 19 e l'affondo dell'ad Rocco Sabelli è proseguito ad oltranza. Colaninno ha auspicato che la trattativa sia chiusa prima dell'assemblea precisando che l'accordo non si cambia e che è interesse anche di tutti arrivare alla stesura dei contratti perché riaprire una trattativa già conclusa «significherebbe chiudere l'ultima porta per il rilancio di Alitalia». Se non si dovesse arrivare all'intesa entro oggi potrebbero essere utilizzati i giorni disponibili fino al 31 ottobre con la possibilità di convocare una nuova assemblea, altrimenti i soci potrebbero subordinare l'offerta vincolante al raggiungimento dell'accordo con i rappresentanti dei lavoratori (ma anche al disco verde Ue). «Ci sono tutte le premesse perché si concluda bene» ha intanto detto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Il negoziato sui criteri di selezione dei 12.639 dipendenti della Nuova Alitalia sembra però in salita. Colaninno ha detto che se gli accordi di Palazzo Chigi hanno un senso e si tratta di recepirli formalmente nella stesura dei contratti non c'è problema. Ma le organizzazioni contestano, da un lato, che le integrazioni a quegli accordi con il contratto di AirOne vanno fatte partendo dal 2001 con tutti gli aggiornamenti sino al rinnovo 2007, mentre Cai - dicono i rappresentanti dei lavoratori - avrebbe preso solo le parti che le interessano. Dall'altro lato resta il nodo dei piloti, peraltro spaccati al loro interno sul contratto da dirigenti per i comandanti, voluto da Anpac e Up che però ora vogliono rinunciarvi. Ma i confederali vogliono firmarlo altrimenti si rimetterebbero in discussione gli accordi di Palazzo Chigi. L'Enac ha intanto reso noto che Cai ha presentato la domanda per il certificato di operatore aereo il 23 ottobre e quello per la licenza di esercizio di vettore aereo il giorno dopo. Intanto ha avviato l'analisi mensile sulla condizione economica di Alitalia. Fantozzi aveva detto di aver liquidità fino al primo dicembre e poter accedere, eventualmente, ad un prestito revolving con priorità di restituzione. 28/10/2008 LA COMPAGNIA AEREA ITALIANA 28/10/2008 26 agosto 2008 28/10/2008 Il consiglio di amministrazione 28/10/2008 Presidente ROBERTO COLANINNO 28/10/2008 I soci fondatori 28/10/2008 Immsi (Roberto Colaninno) Atlantia (Benetton) Intesa Sanpaolo Fonsai (Ligresti) Gruppo Toto Marcegaglia Gruppo Aponte Gruppo Riva Fingen (Fratini) Equinox Clessidra Findim (Fossati) Acqua Marcia (Caltagirone Bellavista) Argo (Gavio) Macca (Maccagnani) M. Tronchetti Provera 28/10/2008 roma. Dodicimila assunzioni sulle sei basi operative. Questa è l'articolazione delle assunzioni comunicata dalla Cai ai sindacati nel corso dell'incontro sulla definizione dei criteri di assunzione e sulla definizione dei contratti di lavoro. Secondo fonti sindacali, sulle sei basi operative, verranno assunti complessivamente 1.550 piloti, 3.300 assistenti di volo e 7.150 unità del personale di terra. A Malpensa sono previsti 1.343 dipendenti, a Roma Fiumicino 9.082. 28/10/2008 28 ottobre 2008 28/10/2008 Amministratore delegato Rocco Sabelli 28/10/2008 La societàè aperta a nuovi soci, anche internazionali 28/10/2008 1 Miliado di euro 28/10/2008 CAPITALE INIZIALE 28/10/2008 1 dicembre 2008 28/10/2008 Consigliere Andrea Guerra 28/10/2008

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l'intreccio sfortunato tra cinema e codice penale (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina IX - Palermo Altri protagonisti sono finiti in passato nei guai con la giustizia L´intreccio sfortunato tra cinema e codice penale L´arresto di Francesco Casisa l´altra notte a Isola delle Femmine è però l´ultimo episodio dell´intreccio non sempre fortunato a Palermo tra cinema (ormai sempre più contaminato dalla tv) e crimine. Era il 5 settembre di due anni fa quando i carabinieri di San Lorenzo arrestarono Luigi Maria Burruano: aveva provato ad accoltellare il genero al termine dell´ennesima lite. Attore di spessore, Burruano: dall´esordio nel 1970 in "L´amore coniugale" diretto da Dacia Maraini alla candidatura al Nastro d´Argento 2001 per il ruolo di Luigi Impastato ne "I cento passi", ma anche "La Piovra 8" e "Incantesimo 4", senza dimenticare il film di Luis Sepulveda "Nowhere" e "Quo vadis baby?", di Gabriele Salvatores. Nel 2005 l´attore messinese Lorenzo Crespi era stato arrestato assieme ad altre due persone a Reggio Calabria dopo una rissa notturna con due camionisti. E poi il capitolo "Mery per sempre", il film di Marco Risi del 1989 gravato, secondo molti, da una vera e propria maledizione. Era il 1998 quando Alfredo Li Bassi, attore del film, fu denunciato dalla Guardia di Finanza: gestiva una sala di videoregistrazione privata dove piratava le videocassette. «Facendo cinema non ho guadagnato molto. Sono disoccupato, dovevo pur campare» disse ai finanzieri. Prima di lui era finito nei guai Francesco Benigno: nel 1990 fu arrestato con marijuana addosso. Nella storia maledette del film di Risi anche morti drammatiche: il 14 novembre del 1990 Roberto mariani, 21 anni e due figli, muore nel disastro aereo del Dc 9 Alitalia partito da Linate e precipitato vicino Zurigo: andava in Svizzera per cercare ancora cinema. L´estate successiva muore nel mare di Trappeto Marco Crisafulli, 19 anni. Ad agosto tocca a Gianluca Favilla, direttore del Malaspina nel film di Risi: muore in incidente stradale nei pressi di Roma. g.i.

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finisce in ginocchio la campania dei trasporti (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina I - Napoli La crisi Finisce in ginocchio la Campania dei trasporti Vanno in crisi i trasporti in Campania, stretti nella morsa tra i provvedimenti del governo e la crisi economica. Le difficoltà di Alitalia hanno già prodotto ripercussioni su Capodichino. Altre sono temute in casa Gesac, la società che gestisce lo scalo napoletano, dove l´ultima contrazione di passeggeri così sensibile risale al 2001. Sono già registrate defezioni per alcuni collegamenti nazionali. Nel trasporto pubblico campano il progetto sociale dell´integrazione tariffaria sta andando in crisi dinanzi ai bilanci delle aziende interessate. Infine i treni. Secondo quanto annunciato dai sindacati, 4 degli 8 Eurostar che attraversano la Campania collegando Roma alla Puglia stanno per essere cancellati. Benevento sarà la città più danneggiata. A PAGINA IV

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trasporti, campania in ginocchio (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina IV - Napoli Trasporti, Campania in ginocchio Incerto il futuro di Unico Campania, voli a rischio, tagli Eurostar Pollio: pesanti ricadute occupazionali sull´intero settore aeroportuale Per salvare il sistema di integrazione tariffaria servono 25 milioni Voli a rischio, Eurostar tagliati e un punto interrogativo sul futuro del biglietto Unico. Tremano i trasporti in Campania, stretti nella morsa dei provvedimenti del governo Berlusconi e della crisi economica. Le difficoltà di Alitalia hanno già prodotto ripercussioni su Capodichino. Altre sono temute in casa Gesac, la società che gestisce lo scalo napoletano, dove l´ultima contrazione di passeggeri così sensibile risale al 2001. L´anno dell´attacco al World trade center. Sono già registrate defezioni per alcuni collegamenti nazionali. Dalla Lombardia il governatore Formigoni annuncia che Napoli è tra le città italiane che vedrà azzerati i suoi collegamenti con Malpensa, e l´ipotesi di un futuro nerissimo spinge Mauro Pollio, numero uno di Gesac, a esporre stamattina in pubblico i suoi timori per «le pesanti ricadute economiche ed occupazionali sull´intero settore aeroportuale». Trema pure il trasporto pubblico campano, dinanzi alla possibilità di uno scioglimento di quel consorzio Unico Campania che consente da anni di viaggiare con un solo biglietto su più mezzi. Il progetto sociale dell´integrazione tariffaria sta andando in crisi dinanzi ai bilanci delle aziende interessate: Trenitalia, Sita e Cstp hanno annunciato a metà settembre che dal prossimo 1 gennaio intendono uscire dall´accordo. Se così fosse, per viaggiare sui bus regionali verso Salerno e provincia, o per viaggiare a bordo della vecchia metropolitana napoletana, bisognerà acquistare biglietti singoli. Per non dire del possibile effetto a catena di quelle società che hanno incrementato il traffico passeggeri, ma vedono scendere i loro ricavi. Il consorzio unisce 13 aziende: Azienda casertana mobilità e servizi, Autoservizi irpini, Azienda mobilità trasporti Sannio, Azienda napoletana mobilità, Circumvesuviana, Cstp, Compagnia trasporti irpini, Metrocampania Nord Est, Metronapoli, Sepsa, Sita e Trenitalia. Potrebbe intervenire la Regione. Servono almeno 25 milioni. Ma la giunta è spaccata. D´Antonio non condivide la voglia d´intervento di Cascetta. Nella seduta di question time del Consiglio regionale in programma oggi, ben tre interventi sono dedicati a Unico: portano la firma di Francesco D´Ercole, Pasquale Marrazzo e Salvatore Ronghi. Chiedono di ascoltare ufficialmente in aula la posizione dell´assessore. Per giovedì, inoltre, Pasquale Sommese ha convocato in audizione in commissione Trasporti l´assessore Cascetta, il presidente del consorzio Unico e il direttore dell´Agenzia campana per la mobilità. L´Aci fa sentire la sua voce in difesa del biglietto unico. «è uno strumento intelligente - dice il direttore generale Antonio Coppola - per promuovere il trasporto pubblico, che in Campania ha fatto passi da gigante in termini percentuali, anche se non altrettanto in termini qualitativi. I cittadini sono anche disposti a fare sacrifici, ma non li vogliono vedere sprecati nel "bubbone" della sanità o per altre "sprecopoli". Sarebbe assurdo che proprio in un momento come questo, in cui si sente l´esigenza di incentivare l´uso del mezzo collettivo come alternativa a quello privato, si rischia di chiudere un´esperienza positiva, che ha fatto scuola in Italia». L´Aci si appella al governo, «che impegnato a ridurre l´inquinamento nelle metropoli, deve trovare fondi per quelle regioni che si sono distinte nei trasporti». I treni, infine. Il deputato del Pd Costantino Boffa ha lanciato l´allarme alla Camera. Secondo quanto annunciato dai sindacati, 4 degli 8 Eurostar che attraversano la Campania collegando Roma alla Puglia stanno per essere cancellati. Benevento sarà la città più danneggiata. Tutto mentre non si registrano passi in avanti sul progetto dell´Alta capacità tra Napoli e Bari, per il quale esiste un accordo di programma integrativo tra Regione e governo. (angelo carotenuto)

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una lobby pro-lufthansa per salvare malpensa (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina I - Milano Una lobby pro-Lufthansa per salvare Malpensa Dopo l´appello alla politica del presidente di Sea Giuseppe Bonomi, nasce la lobby pro Lufthansa. Vertice ieri tra il governatore Roberto Formigoni, il sindaco Letizia Moratti e i capi locali del Pdl. «Alitalia scelga il partner giusto». La società che gestisce gli scali milanesi è preoccupata per le richieste di Cai e le conseguenze che potrebbe avere la sua scelta. «Nessuno vuole penalizzare Malpensa», assicura il ministro Ignazio La Russa. Ma la Provincia chiede a Bonomi di riferire all´assemblea dei soci. ANDREA MONTANARI A PAGINA IV

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nasce la lobby pro-lufthansa "solo così malpensa si salverà" - andrea montanari (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)

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Pagina IV - Milano Nasce la lobby pro-Lufthansa "Solo così Malpensa si salverà" Moratti, Formigoni e Bonomi: Cai scelga il socio giusto A far precipitare la situazione nelle ultime ore sarebbe stato l´annuncio di voler togliere altri voli dallo scalo varesino e ridimensionare anche Linate ANDREA MONTANARI Dopo l´appello alla politica del presidente di Sea Giuseppe Bonomi sul destino Malpensa, ora si muovono il sindaco Letizia Moratti e il governatore Roberto Formigoni. Si sono incontrati a Palazzo Marino non solo con Bonomi, ma anche con i vertici della maggioranza per sollecitare i parlamentari del centrodestra a un´azione di lobbying su Cai. Obiettivo, sollecitare la nuova Alitalia, che dovrà decidere entro novembre il proprio partner straniero, a fare una scelta a sostegno dell´ex hub varesino. C´erano il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il coordinatore regionale di An Massimo Corsaro, quello di Forza Italia Guido Podestà, il sottosegretario all´Economia Luigi Casero e il presidente della commissione Bilancio della Camera, il leghista Giancarlo Giorgetti. A far precipitare la situazione nelle ultime ore sarebbe stato l´annuncio di Cai a Sea di voler dismettere altri voli da Malpensa entro il 2013, ridimensionare Linate a solo city airport con un ulteriore taglio di collegamenti con Fiumicino (nel piano industriale presentato ieri ai sindacati Cai ha specificato che la nuova Alitalia avrà a Milano 1.343 dipendenti, di cui 333 piloti, 700 assistenti di volo, 310 lavoratori di terra), oltre alla richiesta al Comune di sbarrare la strada a Easy Jet, la compagnia low cost che opera nello scalo varesino. Richieste ritenute inaccettabili dalla società che gestisce gli scali milanesi. Una posizione rafforzata anche dalla consapevolezza emersa dalle ultime proiezioni del piano industriale di Sea, secondo cui la società potrebbe riprendersi solo in due casi. Se Alitalia si alleasse con Luthansa, o se, in caso contrario, venissero comunque liberate le rotte non utilizzate da Cai. «è stata una riunione interlocutoria - dice La Russa - ci siamo scambiati informazioni e impressioni. Nessuno vuole penalizzare Malpensa». Sul futuro partner straniero della nuova Alitalia nessun´altra parola da parte del ministro, ben consapevole del fatto che l´ipotesi Lufthansa favorirebbe Malpensa, mentre se la scelta cadesse su Air France a beneficiarne sarebbe soprattutto l´aeroporto di Fiumicino. Motivo per cui, ieri, sia Formigoni che la Moratti avrebbero fatto pressing a favore dei tedeschi. «Sarei stupito se Cai non investisse su Malpensa - insiste Formigoni - perché il mercato è qui, in Lombardia». L´assessore regionale alle Infrastrutture, Raffaele Cattaneo, guarda avanti: «Malpensa andrà avanti anche senza Alitalia. Emerge con chiarezza che come partner è meglio la compagnia tedesca perché questa ha scelto il mercato come obiettivo, mentre Air France vuole solo impedire la crescita di un concorrente». Anche il centrosinistra è d´accordo. Il ministro degli Esteri del governo ombra del Pd, Piero Fassino, rilancia: «Ci aspettiamo che la Cai apra un confronto anche con le istituzioni lombarde». Scende in campo anche Assolombarda, che chiede al governo in ogni caso di rendere subito disponibili le rotte abbandonate da Alitalia. «La liberalizzazione è fondamentale» spiega il direttore generale Antonio Colombo. Il presidente della Provincia Filippo Penati si irrita. Da azionista di Sea «chiede che Bonomi riferisca all´assemblea dei soci le decisioni del vertice. Trovo sconcertante che la Moratti abbia convocato i partiti o non le istituzioni». Mentre il responsabile del Nord del Pd, Luciano Pizzetti, avverte: «è opportuno cogliere l´opportunità della liberalizzazione delle rotte. Oggi ancor più di prima i destini di Alitalia e Malpensa non sono collegati».

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l'altra roma, storie di giovani registi - franco montini (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)

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Pagina XXIII - Roma L´altra Roma, storie di giovani registi La periferia raccontata come luogo di incontri bizzarri e affascinanti L´immigrato, lo scultore nell´antica torre, la hostess nel Truman Show... FRANCO MONTINI Il grande cinema predilige la Roma storica e monumentale e gli scorci più noti della capitale - San Pietro, piazza Navona, Castel Sant´Angelo, piazza del Popolo - sono apparsi sul grande schermo migliaia di volte. L´altro cinema per citare il titolo di una delle sezioni del Festival di Roma, ovvero i film low budget, le produzioni indipendenti, i documentari, raccontano piuttosto i quartieri e le strade meno conosciute della città, con un´attenzione specifica spesso rivolta alla periferia, o meglio, come accade in "Roma attorno a Roma", alle tante, diverse periferie. In programma oggi alle 11 alla Casa del Cinema e in replica a conclusione del Festival venerdì al Teatro Studio dell´Auditorium alle 17.30, "Roma attorno a Roma" è un documentario realizzato dagli allievi del corso di regia della Act-Multimedia di Roma, diretto da Gianfranco Pannone e Mario Balsamo. Sullo schermo scorrono sette diverse storie; dietro la macchina da presa, singolarmente o in coppia, ci sono tredici giovani aspiranti registi. Per una volta la periferia è raccontato non solo come un luogo di emarginazione e degrado, ma come un mondo curioso e affascinante, dove si incontrano le persone più strane. L´ultimo "fungaro" dell´Arco di Travertino che convive con una comunità di indiani; l´immigrato romeno che abbandona la sua baracca sull´Aniene per andare a vivere in una casa vera; lo scultore che abita in una antica e disastrata torre; una stralunata hostess dell´Alitalia che vive in un centro residenziale che sembra il set del "Truman Show". E ancora il giovane artigiano, in bilico fra entusiasmo e depressione; il militante di sinistra che abbandona Malagrotta alla ricerca di un ambiente più salubre; un ragazzo del Laurentino, che, in attesa di un futuro che non arriva, trascorre le sue giornate in una palestra autogestita. Attraverso queste storie emerge il ritratto di una città spiazzante, refrattaria ai luoghi comuni, protesa fra passato e futuro e in ogni caso viva e pulsante. Alle storie di "Roma attorno Roma" si potrebbe aggiungere anche un ulteriore capitolo e più precisamente il documentario di altri tre giovani autori, Anthony Ettorre, Giuseppe Cacace e Mauro Diciocia, i quali con "Via Selmi 72-Cinemastation" raccontano la storia di una mitica videoteca, ubicata dalle parti di Ponte Mammolo, nella periferia nord-est della città, che per sei anni, dal 2000 al 2006, è stata il punto di ritrovo, di incontri, di appassionate discussioni per tutti i giovani del quartiere, surrogando la cronica mancanza di altri centri di promozione culturale. Anche "Via Selmi 72 - Cinemastation" verrà replicato al Festival venerdì.

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Maestro unico, il Pd come gli studenti: si ritiri il decreto (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 28-10-2008)

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Maestro unico, il Pd come gli studenti: si ritiri il decreto Il maestro unico riporta in piazza l'Onda studentesca e le maestre anti-Gelmini. Al Senato riprende l'esame del dl 137. Dal Pd a Famiglia Cristiana: «Decreto da ritirare». Gli studenti: no-stop sotto Palazzo Madama. Il contestatissimo decreto Gelmini sulla scuola riprende la "corsa" per la conversione in legge. Oggi pomeriggio al Senato si riparte dal maestro unico, dall'articolo 4 del 137, quello che ha dato vita al grande movimento anti-Gelmini in tutt'Italia sostenuto dall'Onda studentesca universitaria. L'aula di Palazzo Madama è convocata per le 17 per il voto sugli emendamenti. Poi domani mattina il voto finale. «Sarebbe un atto saggio ritirare o sospendere il decreto» e discutere veramente con studenti, genitori e insegnanti, dice Massimo D'Alema. «Non chiamiamo riforma una semplice taglio di spesa» è il monito che arriva da Famiglia Cristiana alla ministra vicina a Comunione e Liberazione. «Il bene della scuola richiede la sospensione o il ritiro del decreto. Per senso di responsabilità. Un paese in crisi trova i soldi per Alitalia e banche, perchè non per la scuola?», sottolinea nell'editoriale il settimanale cattolico. Ma Mariastella ministra unica ripete a mo' di litania che «è una protesta di pochi» e che il suo modello è «Obama». L'aria che tira non è delle migliori. Il Pdl ha già fatto sapere che il decreto verrà approvato così com'è, senza magari ricorrere alla fiducia come accadde alla Camera. Il Pd che nella settimana scorsa con l'ostruzionismo ha fatto slittare ad oggi l'esame finale del provvedimento, ha presentato 170 emendamenti, di cui 35 solo sul maestro unico, e 40 ordini del giorno. 50 le proposte di modifica di Italia dei Valori. La speranza è quella del ritiro del decreto o comunque di tirare per le lunghe per farlo decadere e trasformarlo in un disegno di legge. Le scuole elementari, gli studenti e l'Onda universitaria non restano di certo a guardare. Una delegazione dei ragazzi dei licei romani, di destra e sinistra, hanno chiesto informazioni al senatore Vincenzo Vita (pd) e oggi si presentaranno in giacca e cravatta a Palazzo Madama con l'intenzione di seguire i lavori direttamente dalla tribuna. Gli universitari di Roma Tre sono intenzionati a dormire sotto le finestre del Palazzo. E l'Onda si muoverà dalla Sapienza in corteo per un nuovo assedio del Senato che coinfluirà con gli studenti medi e nel sit-in delle maestre che dicono di essere «già uniche». Ieri sono scesi in piazza anche i ragazzi di Psicologia 1 e 2 a Roma. In 500 hanno prima sfilato per il quartiere romano di San Lorenzo gridando: «La privatizzazione è la vera malattia, ministro Brunetta vieni in terapia». Poi tutti in mutande sulle scale del Rettorato. Il movimento intanto si interroga sui successi ottenuti e le iniziative future. Ieri assemblee di facoltà a Chimica, Fisica, Lettere, Scienze politiche. L'Onda rivendica la propria autonomia, e non gradisce che allo sciopero del 30 dei sindacati partecipi anche Lotta studentesca, il movimento di Forza Nuova. Così nell'Aula 1 di Lettere i ragazzi di tutte le facoltà in lotta prendono posizione. Chiara di Antropologia: «A me fanno schifo la Cgil e gli altri, siamo autonomi da partiti e sindacati». Ma Luca del collettivo fa capire che «bisogna esserci», magari con uno spezzone nel corteo sulla scuola per poi proseguire per proprio conto». Alioscia, invece, pone l'urgenza di una controriforma da presentare alla Gelmini e Tremonti, per ribadire che «non siamo solo un movimento che dice dei no». Così ecco dei seminari ad hoc, il primo già oggi alle 10.30 sulla crisi dell'Università. Il tutto mentre a Giurisprudenza si aggira Azione universitaria. Il movimento di destra studentesca. Un volantinaggio di controinformazione sulla legge 133: «Siamo stufi di bugie e proteste telecomandate" - hanno scritto i 4 Peppe con accanto i loro cellulari -. I collettivi di sinistra vengono definiti «ruffiani che tutelano i privilegi e gli sprechi dei baroni». Per poi lamentarsi di essere stati «accerchiati e aggrediti». MARISTELLA IERVASI ROMA miervasi@unita.it

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Nuova Alitalia, spiragli di intesa su contratti e criteri di assunzione (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 28-10-2008)

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Nuova Alitalia, spiragli di intesa su contratti e criteri di assunzione Passi in avanti dopo il lungo vertice terminato a notte fonda tra Cai e sindacati. Chiariti alcuni aspetti che avevano suscitato forti perplessità. Oggi assemblea degli azionisti per l'aumento di capitale di un miliardo. Verso l'accordo tra la Cai di Roberto Colaninno e i sindacati, che ieri hanno discusso sino a tarda notte di contratti e criteri di selezione del personale che formerà la squadra della nuova Alitalia. Rocco Sabelli, amministratore delegato di Cai, ha presentato alle nove sigle sindacali presenti all'incontro nella sede romana dell'Immsi, un documento di tre pagine con le proposte della compagnia. Obiettivo: trovare almeno un'intesa di massima, che consenta all'assemblea dei soci Cai, prevista per oggi alle 15, di dare il via libera all'offerta vincolante che dovrà essere presentata entro venerdì al commissario straordinario Augusto Fantozzi. La trattativa sembra ora più facile, dopo che l'azienda si è impegnata a non escludere dalla nuova compagnia alcune categorie a rischio, come le madri (esentate dal lavoro notturno) e i lavoratori che usufruiscono di particolari permessi per assistere familiari con gravi patologie. Cai ha garantito anche che non ci saranno lavoratori part-time. In mattinata Colaninno aveva chiarito che senza l'intesa non presenterà l'offerta, subordinata anche al via libera dell'Unione europea al prestito ponte da 300 milioni ed alla discontinuità tra vecchia e nuova compagnia aerea. Secondo il documento presentato ai rappresentanti dei lavoratori, Cai prevede 12 mila assunzioni per la nuova Alitalia, circa 500 in meno di quanto era previsto. E gli assunti dovrebbero essere 1.550 piloti, 3.300 assistenti di volo e 7.150 lavoratori di terra. I dipendenti verranno divisi su sei basi operative: a Torino 225 dipendenti (48 piloti, 100 assistenti di volo, 77 lavoratori di terra); a Venezia 189 in totale (48 piloti, 100 assistenti di volo e 41 lavoratori terra); a Napoli 404 (95 piloti, 200 assistenti di volo, 109 terra), Catania 310 (48 piloti, 100 assistenti volo, 162 terra); Roma Fiumicino 9082 (978 piloti, 2.100 assistenti volo; 6004 terra); Milano Malpensa 1.343 (333 piloti, 710 assistenti colo, 310 terra). Ma ieri si è discusso soprattutto dei criteri di scelta del personale che dovrebbe formare la squadra dei dipendenti della nuova compagnia. Con i sindacalisti che hanno spulciato punto per punto il documento, perché «in gioco c'è il futuro di questi lavoratori», dice chi ha seguito da vicino la trattativa, «è fondamentale che tutto sia più che chiaro». Per i rappresentanti dei lavoratori il personale non può essere scelto sulla base delle indicazioni di massima circolate in occasione dell'ultimo incontro lo scorso mercoledì. Criteri che avrebbero privilegiato i lavoratori full time e chi non avesse particolari esigenze familiari. Per questo sempre ieri il coordinamento donne nazionali Cisl e Fit Cisl si è rivolto al ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, al ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna. Per chiedere «di attivarsi affinché si individuino strumenti, modalità e risorse necessari ad evitare che nei processi di ristrutturazione, riorganizzazione e riassetto delle aziende vengano penalizzati i lavoratori più deboli». Per oggi è prevista l'assemblea dei soci Cai, che dovrebbe varare l'aumento di capitale di un miliardo di euro. Per quanto riguarda le quote, metà del piatto è già piena, con Immsi, Intesa Sanpaolo, Atlantia dei Benetton ed Emilio Riva, pronti a sborsare cento milioni di euro per uno. Il resto, ce lo metteranno gli altri soci, che da sedici diventeranno - secondo quanto si apprende - ventidue. Certo però non si può dire che quella che dovrebbe essere la settimana decisiva per la nuova compagnia aerea made in Italy sia cominciata come auspicava il presidente Colaninno. Che sperava di chiudere velocemente (entro ieri sera) la partita coi sindacati. «Ci sono tutte le premesse perché si concluda bene» ha comunque commentato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Intanto l'Enac, ente nazionale per l'aviazione civile, ha reso noto che la Cai il 23 ottobre scorso ha presentato domanda per il rilascio del Certificato di Operatore Aereo (COA). GIUSEPPE VESPO MILANO g.vespo@gmail.com

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Continuità aerea, domani la firma delle convenzioni (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 28-10-2008)

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Economia Pagina 212 trasporti È slittata la convocazione Continuità aerea, domani la firma delle convenzioni Trasporti. È slittata la convocazione --> Slitta ancora la firma delle convenzioni tra le compagnie Air One, Alitalia e Meridiana e l'Enac. I voli in continuità territoriale saranno garantiti in maniera provvisoria dalle tre compagnie almeno fino a domani. Solo tra questa sera e domani, infatti, Enac e Assoclearance (la società che rilascia gli slot, le autorizzazioni di volo) convocheranno le compagnie per sottoscrivere le convenzioni che daranno loro la possibilità di volare tra la Sardegna e gli scali di Roma e Milano, garantendo ai sardi (e volontariamente anche ai nati in Sardegna) le tariffe scontate. L'ACCORDO Air One, Meridiana e Alitalia hanno raggiunto un'intesa, nel fine settimana, sugli orari dei voli che rientrano nel nuovo regime di continuità territoriale aerea per la Sardegna. La bozza è stata predisposta dalle tre compagnie al termine di intense trattative: il documento è stato poi trasmesso ieri mattina dalla Regione all'Enac. Il nodo da sciogliere è quello della disponibilità degli slot negli aeroporti di Roma-Fiumicino e Milano-Linate: le compagnie, infatti, hanno chiesto bande orarie aggiuntive, così come prevede il decreto che istituisce la continuità territoriale, rispetto a quelli che già possiedono. L'Enac e Assoclearance quindi hanno dovuto lavorare in questi ultimi giorni per cercare nuovi slot, anche se resta l'incertezza legata al ricorso al Tar presentato da Meridiana contro l'ammissione di Alitalia a volare sulle rotte per Cagliari. Se la compagnia pubblica, giovedì prossimo, dovesse essere esclusa dal Tar, si dovrebbero rimettere in discussione gli slot appena concessi, anche se è stato previsto un orario operativo che prevede un volo aggiuntivo per Milano e due per Roma proprio per evitare traumi in caso di uscita forzata di Alitalia. Se invece tutto rimanesse così, ci sarà una partenza in più, alle 20.15, da Cagliari per Roma, e sarà mantenuto il collegamento delle 9.10 da Elmas per Fiumicino. OLBIA E ALGHERO Nei due scali del Nord Sardegna tutto resterà invariato: Meridiana collegherà Olbia con Roma e Milano, mentre Air One volerà su Alghero. A Cagliari, invece, ci sarà anche Alitalia e i voli saranno divisi tra le tre compagnie, a meno che il Tar non decida di estromettere la società pubblica, dando ragione alla richiesta di sospensiva avanzata da Meridiana. ( g. d. )

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Nuova Alitalia, Cai propone 12.000 assunzioni (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 28-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Economia Pagina 213 il salvataggio Ieri incontro con i sindacati Nuova Alitalia, Cai propone 12.000 assunzioni Il salvataggio. Ieri incontro con i sindacati --> Cai tenta la stretta finale con i sindacati per raggiungere un accordo su contratti e criteri di selezione del personale a poche ore dall'assemblea dei soci convocata per oggi alle 15. I vertici di Compagnia Aerea Italiana puntano a raggiungere un risultato che se non la firma finale sia almeno un accordo di massima che consenta all'assemblea di dare il via libera all'offerta vincolante per una parte di Alitalia, in modo da poterla presentare il 31 ottobre al commissario straordinario Augusto Fantozzi. E nell'incontro iniziato ieri sera alle 19 hanno messo sul piatto della trattativa con i sindacati 12 mila assunzioni per la nuova Alitalia. Secondo il piano presentato ieri fra gli assunti ci sono 1.550 piloti, 3.300 assistenti di volo e 7.150 lavoratori di terra. LE CONDIZIONI L'obiettivo non appare semplice ma Cai ha già avvertito che senza l'intesa non presenterà l'offerta. Che è subordinata anche al via libera Ue al prestito ponte da 300 milioni e alla discontinuità tra la vecchia e la nuova compagnia aerea. Dopo che la settimana scorsa è stata sondata la prospettiva di sinergie con Air France-Klm, questa settimana tecnici di Cai, Alitalia e Air One approfondiranno le potenzialità di Lufthansa. La settimana prossima sarà la volta di British Airways in vista di una scelta del partner straniero che dovrebbe avvenire, quindi, intorno alla metà di novembre (forse il 12). L'ASSEMBLEA Oggi l'assemblea Cai è chiamata a varare la trasformazione in spa, l'aumento di capitale da almeno un miliardo, l'offerta vincolante, ad approvare lo statuto e a nominare cda e collegio sindacale. I sedici soci potrebbero accogliere anche nuovi ingressi. Il presidente di Cai, Roberto Colaninno ha confermato che tutti i soci resteranno e che ne arriveranno altri perché «la crisi è pesantissima ma non è qui che sta finendo il mondo, passerà». L'Enac ha reso noto ieri che Cai ha presentato la domanda per il certificato di operatore aereo il 23 ottobre e quello per la licenza di esercizio di vettore aereo il giorno dopo. CAGLIARI-VENEZIA Intanto, un'altra novità arriva da Cagliari: la compagnia ha deciso di tagliare il volo diretto dallo scalo di Elmas per Venezia. A partire dal 5 novembre, per raggiungere la città veneta con Alitalia si dovrà passare per Roma. A meno che il Tar (che deve discutere giovedì il ricorso di Meridiana) non escluda Alitalia anche dai voli tra Cagliari e Roma.

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Balletto sul contratto ma la cordata vacilla (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 28-10-2008)

Argomenti: Alitalia

ALITALIA Colaninno tenta la prova di forza Balletto sul contratto ma la cordata vacilla Francesco Piccioni Far decollare una compagnia aerea, nel pieno della tempesta finanziaria, non è certamente facile. Nemmeno per dei campioni del settore. Figuriamoci cosa staranno passando i «sedici imprenditori italiani sedici» che hanno dato la loro disponibilità a comprare ciò che resta di Alitalia. Le voci raccolte anche da autorevoli quotidiani economici parlano di defezioni avvenute o sul punto di esser dichiarate. Raccontano delle continue e delicate messe a punto con il più enigmatico dei soci, quel Carlo Toto - patron di AirOne - che vorrebbe ritagliarsi un'originale posizione di «fornitore di aerei» in leasing (quelli «opzionati» con Airbus) a una compagnia che lo vede compartecipe. Il presidente di Compagnia aerea italiana (Cai), Roberto Colaninno, preferisce però mostrare il volto dell'ottimismo e dell'assenza di problemi finanziari. E indica come unici ostacoli l'eventuale condanna della Ue a pagare i 300 milioni del prestito-ponte concesso ad Alitalia in aprile; oppure un «no» dei sindacati alle sue proposte contrattuali. Sul fronte industriale vero e proprio, la compagnia di bandiera si trova ormai a corto di liquidità, secondo il commissario straordinario, Augusto Fantozzi. I soldi basterebbero - a seconda delle versioni - fino al 15 novembre oppure fino al primo dicembre. Intanto ha cancellato 12 tratte internazionali (8 da Fiumicino, quattro da Malpensa), tra cui quella con Los Angeles, riattivata solo tre mesi fa. Incerta la sorte dei relativi «slot», che dovrebbero però finire nel calderone dei permessi gestiti da Assoclearance (c'è solo qualche dubbio sulla messa in pratica del decreto appena convertito dal Parlamento, che potrebbe lasciarli nella disponibilità di Alitalia finché non sarà stata risolta la partita con Cai). In ogni caso, c'è abbondanza di posti su Malpensa, qualcosa meno su Fiumicino. Prima del 1 dicembre, in ogni caso, Cai non riuscirebbe a subentrare, visto che ancora non possiede la licenza di volo né ha presentato l'«offerta vincolante». L'Enac ha però comunicato ieri di aver ricevuto la richiesta del certificato di operatore aereo, nonché la richiesta della licenza di esercizio. Ed è partita l'istruttoria. Sull'offerta, ancora in alto mare la valutazione dei resti di Alitalia, che Cai (in realtà IntesaSanPaolo, vero regista dell'operazione) ha quantificato in 300 milioni. L'advisor indipendente, Banca Leonardo, avrebbe invece in animo di fornire una valutazione più che doppia (i soli «slot» in mano alla compagnia di bandiera varrebbero circa 700 milioni). Incerto anche il partner straniero, che in molti ormai individuano ancora una volta in Air France, per la disperazione di Berlusconi. Dal canto suo, Lufthansa ha creato una filiale italiana con l'intenzione di fare di Malpensa il suo terzo hub. Il mercato italiano, insomma, viene fagocitato dai concorrenti più forti, mentre il premier ancora blatera di «salvataggio della compagnia, così importante per il turismo»). Il programma di Colaninno prevedeva la «firma del contratto» nella serata di ieri, per presentarsi al cda di Cai - oggi - con in mano lo scalpo dei sindacati e passare alla trasformazione da srl (con capitale di appena 160.000 euro) in s.p.a. capitalizzata un miliardo. Se così sarà, la Cai dovrà obbligatoriamente versare a Banca d'Italia il 3% del capitale, ossia 30 milioni. Se sorgessero già, tra i soci, problemi a questo livello, l'operazione salterebbe in aria. Anche perché le banche - epicentro terremotato della tempesta finanziaria, con IntesaSanPaolo sospesa ieri in borsa per eccesso di ribasso - hanno grandi difficoltà a garantire nuova liquidità. In questo caos, l'unico momento chiaro è la cosiddetta «trattativa contrattuale» con i vari sindacati presenti in azienda. A palazzo Chigi, un mese fa, erano stati raggiunti una serie di accordi-quadro, contenenti poco più delle linee generali su norme, contratti, esuberi, ecc. Ora la Cai si è presentata chiedendo di discutere condizioni ritenute diverse da quelle lì pattuite (una per tutte: sulla parte economica, ancora non discussa fino a ieri sera, si prevedeva l'applicazione del vecchio contratto Alitalia decurtato del 7%). I piloti, che pure avevano accettato di aderire a una nuova forma contrattuale che li avrebbe inquadrati come comandanti-dirigenti, ora - viste le complicazioni irrisolvibili - chiedono di tornare alla normativa tradizionale, più chiara. Alle 18 tutte le sigle si sono presentate in viale Abruzzi, sede romana dell'Immsi di Colaninno. Ma nessuno si attendeva di chiudere entro la serata (intenzione esplicitata dal presidente Cai con un'intervista, mentre ancora venerdì l'a.d. Rocco Sabelli assicurava di voler una trattativa «paziente»). Tanto più che soltanto ieri i sindacati presenti in AirOne sembrano essersi accorti che la partita riguarda anche loro (è prevista la fusione tra le due compagnie); soprattutto per quanto riguarda «esuberi» e ammortizzatori sociali. Meglio tardi che mai.

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Alitalia, spiragli di accordo sui contratti (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 28-10-2008)

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Martedì 28 Ottobre 2008 Chiudi Trattativa notturna con i sindacati. Cai presenta un nuovo documento. Capitolo alleanze: ora in pole è Air France Alitalia, spiragli di accordo sui contratti Restano ancora dubbi sui criteri di assunzione: previsti 9.082 dipendenti a Fiumicino

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ROMA Le migliori risorse umane al minor costo . Raccontano, in ambienti sindacal... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 28-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Martedì 28 Ottobre 2008 Chiudi di LUCIANO COSTANTINI ROMA «Le migliori risorse umane al minor costo». Raccontano, in ambienti sindacali, che questo sarebbe il parametro di riferimento che Roberto Colaninno, presidente di Cai, vorrebbe applicare per le assunzioni per la nuova Alitalia. Ieri sera (ma il tavolo è rimasto aperto fino a tarda notte) azienda e sindacati hanno affrontato i nodi riguardanti la «stesura dei nuovi contratti» e le «valutazioni di scelta» che dovranno riguardare le 12.600 "chiamate" nella nuova compagnia e i 3.350 tagli della vecchia. Dal tavolo sono emersi spiragli di convergenza. L'incontro nelle aspettative di Cai avrebbe dovuto portare ad un'intesa rapida, prima dell'assemblea di Cai, fissata per oggi anche se l'amministratore delegato, Rocco Sabelli, aveva precisato di non voler contingentare i tempi del negoziato perchè l'offerta vincolante scade il 31 ottobre. Resta confermato l'obiettivo di poter far decollare la nuova Alitalia il primo dicembre. Sabelli ha puntualizzato che gli accordi sottoscritti a palazzo Chigi sono immodificabili, ha presentato ai sindacati un documento in tre cartelle in cui viene sostanziato lo schema dei criteri di scelta e dei contratti. La stesura dell'ultimo testo presenta qualche modifica rispetto a quello originario, pur restando inalterati almeno due capisaldi, cioè il blocco delle assunzioni per tutti coloro che, oggi dipendenti della vecchia Alitalia, hanno o avranno i requisiti per maturare la pensione nell'arco dei prossimi sette anni in cui resteranno la cigs e la mobilità. E poi dovrebbero restare fuori coloro che hanno una anzianità aziendale più bassa. Vale a dire i giovani. Il piano Cai prevede oltre 12.000 assunzioni (1.550 piloti, 3.300 assistenti di volo, 7.150 dipendenti di terra). In particolare, le assunzioni saranno distribuite come segue: a Torino 225 assunzioni (48 piloti, 100 assistenti, 77 lavoratori di terra); a Venezia 189 (48 piloti, 100 assistenti, 41 lavoratori di terra); a Napoli 404 (95 piloti, 200 assistenti, 109 terra); a Catania 310 (48 piloti, 100 assistenti, 162 terra), A Fiumicino 9.082 (978 piloti, 2.100 assistenti, 6.004 terra); a Malpensa 1.343 (333 piloti, 710 assistenti, 310 terra). Inoltre sono previste 447 assunzioni in vari scali di cui 394 handling, 40 incaricati di terra, 9 incaricati per le vendite e 4 per il call center. I sindacati hanno ottenuto chiarimenti sulla possibile esclusione di lavoratori che usufruiscono di benefici previsti dalla legge come nel caso di lavoratrici madri esentate dal turno di notte e di quei lavoratori che possono ricorrere a permessi speciali a causa di gravi patologie. L'azienda poi non assumerà lavoratori part time: chi lavora oggi ad orario ridotto potrà essere assunto ma solo a tempo pieno. Altro tema delicatissimo quello dei contratti. Vero è che l'accordo di palazzo Chigi prevede uno schema predefinito. Ma è altrettanto vero che i contenuti dettagliati dovranno essere ancora discussi e approfonditi. E poi c'è il capitolo Air One il cui contratto non era stato preso in considerazione dall'intesa raggiunta tra Cai, governo e sindacati. I dipendenti di Carlo Toto hanno uno status contrattuale diverso. L'Enac ieri ha comunicato che Cai lo scorso 23 ottobre ha presentato domanda per il rilascio del certificato di operatore aereo (Coa) e il giorno successivo la richiesta per ottenere la licenza di esercizio. Sul fronte delle alleanze resta aperta la partita tra Air France e Lufthansa anche se le ultimissime voci parlano di Parigi in pole position. Gli interessati tuttavia glissano: continuano a parlare di «interessamento», ma è chiaro che per presentare offerte concrete aspetteranno l'esito dell'assemblea Cai e, soprattutto, il termine della partita con i sindacati.

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Alitalia, ultimo scoglio per decollare (sezione: Alitalia 2)

( da "Tempo, Il" del 28-10-2008)

Argomenti: Alitalia

stampa Alitalia, ultimo scoglio per decollare Filippo Caleri f.caleri@iltempo.it Il decollo della nuova Alitalia secondo la Cai sarà con 12 mila assunzioni. Nella serata di ieri la cordata degli imprenditori pronta a rilevare la compagnia ha scoperto le ultime carte ai sindacati prima dell'assemblea dei soci che trasformerà la società da srl a spa. Secondo il piano presentato, fra gli assunti ci saranno 1.550 piloti, 3.300 assistenti di volo e 7.150 lavoratori di terra. In tutto 12 mila addetti. Saranno oltre 9.000 quelli che insisteranno sulla base di Fiumicino mentre 1.300 graviteranno attorno agli scali milanesi. Nel dettaglio, per lo scalo romano, saranno assunti 9.082 dipendenti di cui 978 piloti, 2.100 assistenti di volo e 6.004 lavoratori di terra. Su Milano verranno, invece, presi 1.343 dipendenti di cui 333 piloti, 700 assistenti di volo, 310 lavoratori di terra. La compagnia che sorgerà dalle ceneri della vecchia compagnia si articolerà, poi, su sei basi operative: Torino, Venezia, Napoli, Catania, Roma e Milano. All'aeroporto di Torino resterebbero 48 piloti, 100 assistenti di volo e 77 addetti alle operazioni di terra. A Venezia dovrebbero essere destinati 189 dipendenti della «Nuova Alitalia»: 48 piloti, 100 assistenti di volo e 41 addetti alle operazioni di terra. A Napoli dovrebbero andare 404 persone: 95 piloti, 200 assistenti di volo e 109 dipendenti di terra. A Catania sono destinati 310 dipendenti: 48 piloti, 100 assistenti di volo e 162 addetti alle operazioni di terra. Quanto ai dirigenti questi dovrebbero essere 60 mentre 447 addetti sarebbero sparsi nei vari scali con le diverse mansioni: 394 per le operazioni di handling, 40 per incarichi tecnici, mentre 13 persone sarebbero incaricate delle vendite (9 dipendenti) e del call center (4 addetti). Su questi numeri la Cai tenta la stretta finale con i sindacati per raggiungere un accordo su contratti e criteri di selezione del personale a poche ore dall'assemblea dei soci convocata per oggi alle 15. I vertici di Compagnia Aerea Italiana puntano a raggiungere un risultato che, se non la firma finale, sia almeno un accordo di massima che consenta all'assemblea di dare il via libera all'offerta vincolante per una parte di Alitalia, in modo da poterla presentare il 31 ottobre al commissario straordinario Augusto Fantozzi. L'obiettivo non appare semplice ma Cai ha già avvertito che senza l'intesa non presenterà l'offerta. Che è subordinata anche al via libera Ue al prestito ponte da 300 milioni e alla discontinuità tra la vecchia e la nuova compagnia aerea. Dopo che la settimana scorsa è stata sondata la prospettiva di sinergie con Air France-Klm, questa settimana tecnici di Cai, Alitalia e AirOne approfondiranno le potenzialità di Lufthansa. La settimana prossima sarà la volta di British Airways in vista di una scelta del partner straniero che dovrebbe avvenire, quindi, intorno alla metà di novembre. Oggi l'assemblea Cai è chiamata a varare la trasformazione in spa, l'aumento di capitale da almeno un miliardo, l'offerta vincolante, ad approvare lo statuto e a nominare cda e collegio sindacale. I sedici soci potrebbero accogliere anche nuovi ingressi. Il presidente di Cai, Roberto Colaninno - in un'intervista al Corsera - ha confermato che tutti i soci resteranno e che ne arriveranno altri perché «la crisi è pesantissima ma non è qui che sta finendo il mondo, passerà».

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NAPOLI sarà ancora aria buona tra Alessandria e Beirut e cosa è questo temp... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 28-10-2008)

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Martedì 28 Ottobre 2008 Chiudi di ADONIS NAPOLI sarà ancora aria buona tra Alessandria e Beirut e cosa è questo tempo è come se brandisse una feroce scure ansiosa di colpire il volto dell'Oriente e così forse anche Roma non recupera il suo ruolo. Francesca al treno e poco dopo Francesco all'aeroporto Automobili saltano una sull'altra il rosso è verde non dice questa miniera che l'infinito è luce di candela che infrange i raggi nell'angolo del senso. Ho detto che il caffè non era buono arrivederci Francesco Volano le vie varco la porta da cui uscirò verso l'aereo Scopro di non aver registrato la valigia non prendo posto sull'aereo ritorno Qui l'Alitalia Lì la Lufthansa conduce, oh le vie a settant'anni sono ancora un bambino. Dio cosa mi fai cosa faccio a me stesso. Ogni volta che avanzo negli anni cresce in me il sentimento di fanciullo senza esperienza senza conoscenza soprattutto in viaggio. Ho sempre bisogno di chi mi prende per mano ad ogni partenza. I miei passi si confondono i miei occhi si smarriscono. Sento di dover chiedere sempre il dove e il come a chi mi guida. Come se mi abitasse il timore di perdermi di salire sull'aereo che non è il mio o su di un treno che mi porta dove non vado. Forbici per le unghie Un'altra forbice per la carta della grandezza delle dita "Non partono per Monaco, con te" Disse la poliziotta italiana. Come ha potuto vedere un rapinatore in me, nato rapito. Nella sala da cui uscirò verso l'aereo, seduto non so cosa fare. Sono simile, estenuante, alle vie che in me volano. Così ho preso a scrivere quel che leggete adesso, lettore (ti prego di non essere anche sbirro). Volano le vie, ancora ma attorno alla statua del Cristo velato nella cappella di Sansevero No, non leveremo il velo dal significato. Può forse uscire un uomo solo da due pietà? (traduzione di Francesca Corrao)

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Il governo ritiri il decreto (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 28-10-2008)

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L'AFFONDO DI FAMIGLIA CRISTIANA «Il governo ritiri il decreto» Il fronte anti-Gelmini incassa due sostegni importanti nel mondo cattolico. Il primo è quello di Comunione e liberazione, il secondo arriva da Famiglia cristiana. Ma subito a frenare arriva la Cei, per bocca di mons. Diego Coletti: «È una scelta difficile procedere su questi problemi a colpi di decreti legge, ma dall'altra parte mi sembra inutile se non addirittura dannoso intervenire agitando le piazze». Famiglia cristiana va invece giù duro. «Non chiamiamo riforma un semplice taglio di spesa» è il titolo dell'editoriale. «Nel mirino c'è una legge approvata di corsa, in piena estate. La dicitura è roboante: riforma della scuola; più prosaicamente contenimento della spesa, a colpi di decreti, senza dibattito e un progetto pedagogico condiviso da alunni e docenti. Non si garantisce così il diritto allo studio: prima si decide e poi, travolti dalle proteste, s'abbozza una farsa di dialogo. Il bene della scuola (ma anche del Paese) richiede la sospensione o il ritiro del decreto Gelmini. Per senso di responsabilità», scrive il settimanale. E ancora: «Un Paese che guarda al futuro investe nella scuola e nella formazione, razionalizzando la spesa, eliminando sprechi, privilegi e baronie nonché le allegre e disinvolte gestioni. Ma i tagli annunciati sono pesanti: all'università arriveranno 467 milioni di euro in meno. Nei prossimi cinque anni il Fondo di finanziamento si ridurrà del 10%. Solo il 20% dei professori che andranno in pensione verrà sostituito. Come dire: porte chiuse all'università per le nuove generazioni». «Un Paese in crisi trova i soldi per Alitalia e banche: perché non per la scuola?»

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Barilla: non torniamo allo Stato pigliatutto (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 28-10-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-28 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE L'industriale Barilla: non torniamo allo Stato pigliatutto DAL NOSTRO INVIATO TEL AVIV — «La situazione è molto difficile. Abbiamo visto i consumi ad agosto scendere parecchio. E ci occupiamo di un genere come la pasta. Qualcosa si è recuperato tra settembre e ottobre. Ma c'è poco da scherzare. In settori come edilizia, elettrodomestici, sono in molti miei colleghi imprenditori a essere preoccupati. Vedo inoltre un rischio: le forti ingerenze e gestioni poco professionali di alcuni provvedimenti che, ammantati di populismo e da tutela del consumatore, in realtà possono far fare al Paese un salto nel passato, quando esisteva ancora lo Stato Pasticciere». Guido Barilla ha appena terminato di parlare a una conferenza apparentemente eccentrica rispetto a quanto il mondo occidentale sta vivendo. Partecipa a Tel Aviv a una sessione di discussione sull'Agricoltura come strumento di pace, nell'ambito del convegno per il decimo anniversario del Centro Peres per la pace. L'azienda controllata dalla sua famiglia e della quale Guido Barilla è presidente ha condotto un progetto di coltivazione del grano nel deserto del Negev. Ma anche qui, tra centinaia di delegati che arrivano dalla Palestina all'Egitto, da Israele agli Usa, a preoccupare è il fatto che la crisi finanziaria possa fare da freno, come ha spiegato settimana scorsa l'ex presidente Bill Clinton, all'impegno contro la fame nel mondo e per la pace. Proprio perché la situazione è difficile il governo si sta muovendo velocemente. Bisognerebbe essere preoccupati del contrario, guardi Francia, Germania e via dicendo. Teme uno Stato Banchiere? «Si deve distinguere. In termini generali mi sembra di capire che ci si stia muovendo come gli altri governi, nella norma. Anche se si comprende molto poco di questa crisi che sa molto di crisi di fiducia. Difficile dire se si dovesse salvare o meno Lehman, se si debba ora intervenire in questa o quella banca. Draghi ci dice che la nostra situazione è migliore di altri ad esempio». E allora cosa le fa dire che si rischia di tornare allo Stato Pasticciere, allo Stato interventista che culminò nell'acquisto di società che producevano panettoni e merendine. «Guardi, io parlo delle cose che so. Mi risulta che sia allo studio del governo un decreto, quindi un provvedimento immediato, che ad esempio impone che sulle etichette dei prodotti alimentari sia indicata la provenienza anche delle materie prime». Non sembra così scandaloso. «Eppure è una sciocchezza populista che rischia di frenare e fermare quel made in Italy del quale siamo tanto orgogliosi. Vale a dire quella capacità, a partire da un Paese che non dispone di materie prime in grandi quantità e qualità come il nostro, di selezionare e trasformare il meglio che c'è nel mondo. Frenare anche questo settore, è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno». Sia più esplicito… «Sarebbe un provvedimento folle e stupido. Pensi a chi miscela caffè e magari mette assieme materie prime provenienti da decine di Paesi. O a noi che per rendere la pasta di migliore qualità usiamo grano che possiamo coltivare solo in Arizona. Cosa si dirà che non siamo più Made in Italy? E l'olio e il vino? Quello che temo è che pur di fare, di voler mostrare che si è attivi, si finisca per essere approssimativi e poco professionali nella gestione di temi complessi. Un interventismo che può essere molto pericoloso e a danno dell'industria, del Paese e dei consumatori ». Però l'industria è la prima a chiedere aiuti… «Sì, ma anche lì, smettiamola di correre in soccorso solo di chi urla di più o fa meglio lobby. Non si devono dare aiuti mirati a questo o a quel settore. E' evidente che ognuno ha problemi, ce l'ha l'auto come il tessile, come la manifattura in genere ». Niente aiuti quindi. Non male per un industriale. «è diverso. Si deve agevolare l'impresa, si deve procedere per incentivi, con misure fiscali. Facendo in modo che vengano premiate le aziende che innovano nei prodotti, nei processi, che puntano allo sviluppo». Ma Confindustria si fa sentire, si è mossa bene? «Emma Marcegaglia eredita Confindustria in un momento non facile e dopo la gestione efficace di Luca Montezemolo che si è mosso tra due governi. In queste cose conta anche la fortuna. E per Emma che conosce bene la macchina confindustriale la congiuntura è tutt'altro che semplice. Mi è molto piaciuto che abbia espresso una posizione netta sugli aiuti tenendo conto degli interessi di tutte le imprese, grandi o piccole che fossero. E dicendo che non esistevano rottamazioni di questo o quello, aiuti a un settore piuttosto che a un altro». Questo sul fronte dello Stato. Ma le imprese lamentano anche una difficoltà nell'accesso al credito. «Per quello che ci riguarda siamo stati anche fortunati, abbiamo infatti rinegoziato una linea di credito importante ancora nella primavera del 2007 quando la crisi era ben lontana dall'essere avvertita. La cessione di Gran Milano che ci ha permesso di focalizzarci sul nostro business ci ha fornito ulteriori mezzi». Le banche stanno insomma negando il credito che serve? «Premesso che non faccio il banchiere e quindi non voglio insegnare nulla a nessuno. Da imprenditore devo dire che in questi anni come azienda anche con situazioni estremamente difficili, come quella trovata al momento dell'acquisizione di Kamps in Germania, abbiamo capito che si deve stare sempre più legati al proprio business». E i banchieri non l'hanno fatto… «Non generalizzerei. Direi che le banche dovrebbero essere più vicine al capitale, dove si crea ricchezza, alle aziende. Diciamo che non sempre si incontrano banchieri in grado di assistere, fare le domande giuste sul business, entrare nel merito delle attività di un'azienda che vuole crescere o che ha bisogno. Anche questo significa rimanere focalizzati sul business. La finanza ha preso la mano». Anche lei pensa che i banchieri andrebbero puniti? «No, non i banchieri, ma il comportamento scellerato di alcuni sì. Per il resto abbiamo bisogno di bravi banchieri che sono fondamentali per lo sviluppo di un Paese. In Italia ce ne sono e vanno ringraziati quelli che capiscono un progetto, lo sostengono o lo affinano. Quelli che hanno una visione del business sano e costruttivo e quindi vicini alle aziende». Una vicinanza che un tempo c'era nel vostro caso. Addirittura Alessandro Profumo era nel consiglio Barilla fino a non molto tempo fa. «Anch'io ero in quello del Credito italiano, ma decisi di uscire. E poi anche Profumo quando nel 2003 ci fu lo scandalo Parmalat scelse di non fare più parte del consiglio dell'azienda per evitare qualsiasi conflitto di interessi. Ripeto, credo che oggi più che mai si debba essere concentrati sul proprio business. Pur rispettando le scelte altrui, noi non procederemo credo più a diversificazioni che ci allontanino dal nostro core business. Mi fa strano una cordata come quella dell'Alitalia». \\ Al decennale del Centro Peres «Le banche? In questo momento sostengano di più le imprese» Imprese e banche Guido Barilla Daniele Manca

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Sindacati contro la Gelmini Inni al Duce, il corteo si spacca (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 28-10-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2008-10-28 num: - pag: 10 categoria: REDAZIONALE Scuola «Famiglia Cristiana» attacca il decreto. Ma la Cei: dannoso intervenire agitando la piazza Sindacati contro la Gelmini Inni al Duce, il corteo si spacca Assedio al Senato dei manifestanti. Di Pietro: sono la diga anti-dittatura ROMA — Le è bastato citare come esempio da seguire Barack Obama per finire in mezzo a un fuoco di polemiche. Ma anche le dichiarazioni sull'imminente sciopero generale nella scuola, definito dal ministro Gelmini nella sua intervista al Corriere, «il solito vecchio rito di chi difende l'indifendibile » hanno scatenato dure reazioni da parte dei sindacati. «Non è una gita fuori porta, ma un sacrificio per i lavoratori che perdono un giorno di stipendio » hanno replicato insieme ad esponenti dell'opposizione. Sergio D'Antoni, vicepresidente della commissione Finanze della Camera, quelle della Gelmini sono «parole di un' arroganza e di una gravità inaudita: lo sciopero è un diritto riconosciuto dalla Costituzione ». Stessa posizione del segretario dell'Ugl, Mascolo. Per quello della Cisl scuola, Scrima, la Gelmini «rifiuta l'ascolto e il dialogo». Dietro «lo sciopero di giovedì — assicura Di Menna, della Uil — ci sono obiettivi chiari e concreti e un fortissimo disagio». Il ministro «lancia messaggi propagandistici » secondo Di Meglio segretario nazionale della Gilda. Tutto questo mentre nella Capitale va «in onda» un'inedita alleanza di kefiah e teste rasate, stelle rosse e magliette nere che fermano il traffico del centro. Forte tensione e qualche spintone solo dopo che qualcuno con il riflesso condizionato, in piazza Venezia, invoca il Duce. Il corteo si divide ma alla fine arrivano insieme. L'onda intera si incanala nella Corsia Agonale, la strada che da piazza Navona sbocca davanti al Senato. Trova una sponda insperata in Famiglia Cristiana, il settimanale dei paolini che negli ultimi mesi ha aumentato la voga antigovernativa, che ha chiesto con forza «la sospensione o il ritiro» del decreto puntando l'indice contro i privilegi che «squalificano il Parlamento». «Un Paese in crisi trova i soldi per Alitalia e banche: perché non per la scuola?», si è domandata. «Si richiedono sacrifici alle famiglie, ma costi e privilegi di onorevoli e senatori restano intatti ». Su tutt'altra posizione, però, il responsabile scuola della Conferenza episcopale, Diego Coletti, vescovo di Como intervistato da Radio Vaticana. «Il problema dei risparmi è certamente sul tavolo ed è ineccepibile », sottolinea monsignor Coletti, per il quale «bene ha fatto il ministro» a porre questioni come quella del «maestro unico ». In ogni caso, secondo il vescovo, per risolvere i problemi della scuola italiana, risulta «inutile se non addirittura dannoso intervenire agitando le piazze». Anche il presidente Schifani, da Palermo, ha speso parole di dialogo: «Tutte le volte in cui si cerca di riformare la scuola ci sono sempre state proteste nel nostro Paese, poi però si è sempre trovato un momento di sintesi», ha detto la seconda carica dello Stato, «fiducioso» che la Gelmini manterrà l'impegno per un confronto con gli studenti. I ragazzi hanno annunciato che forse dormiranno davanti al Senato questa notte, aspettando che l'Aula ricominci a discutere, per poi votare, domani, il decreto, proprio alla vigilia dello sciopero generale. In ogni caso, comunque, si va verso il «sì» (definitivo «e senza modifiche», come ha annunciato il capogruppo Pdl alla Camera, Cicchitto) al provvedimento, mentre crescono i gruppi di studenti su Facebook e sui siti che appoggiano il ministro. D'Alema ha ribadito che se il decreto non viene ritirato non è possibile il dialogo, ma oggi a Palazzo Madama ci si aspetta qualche colpo di teatro soprattutto da parte del partito di Di Pietro. Ieri il senatore dell'Idv Pedica è riuscito a calare uno striscione «Siamo con voi» da una finestra che affaccia proprio sopra l'ingresso principale. E l'ex pm, a Milano, ha varcato di persona i portoni della Statale proclamando che gli studenti «sono la diga contro questo straripare dittatoriale». M.Antonietta Calabrò

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Alitalia, duello sugli esuberi Cai chiama gli azionisti (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 28-10-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-28 num: - pag: 28 categoria: REDAZIONALE Il salvataggio Convocata oggi l'assemblea della cordata Intesa-Colaninno Alitalia, duello sugli esuberi Cai chiama gli azionisti Sfida sui criteri di assunzione dei 12 mila dipendenti I sindacati chiedono il congelamento degli attuali requisiti di pensione. Al via l'aumento da un miliardo ROMA — Si annuncia più lunga del previsto la trattativa tra la Compagnia aerea italiana (Cai) e i sindacati sui contratti della Nuova Alitalia e i criteri di assunzione, iniziata ieri alle 19 e aggiornata a domani. Ma intanto oggi pomeriggio, a Milano, i 16 soci di Cai (più i nuovi ingressi) delibereranno comunque l'aumento di capitale da un miliardo e la trasformazione in società per azioni, decisioni necessarie se si vogliono ottenere in tempo utile le licenze di volo già chieste. Quanto all'offerta definitiva, resta subordinata all'accordo sindacale: in mancanza di un'intesa, anche solo di massima, oggi l'assemblea potrebbe deliberare l'offerta subordinandola all'accordo futuro oppure rinviarla al 31 ottobre. Tra i sindacati è circolata l'ipotesi che il termine possa slittare a metà novembre, a ridosso del verdetto Ue. Ma il commissario Augusto Fantozzi vuole un'offerta entro fine mese, anche senza intesa sindacale. Intanto il confronto è partito in salita: prima di affrontare i contratti, l'amministratore di Cai, Rocco Sabelli, ha presentato un documento sulle assunzioni nella Nuova Alitalia che saranno 12 mila (9.082 a Roma): 1.550 piloti, 3.300 assistenti di volo e 7.150 lavoratori di terra. Ma è sorto un problema: il governo non ha bloccato, secondo quanto richiesto dai sindacati, l'applicazione della riforma previdenziale in base alla quale, da qui a 7 anni, si potrà andare in pensione a 62 anni. In questo modo oggi in Alitalia i pensionabili sarebbero solo i lavoratori dai 55 anni in su. Se invece il governo congelasse la riforma, l'età pensionabile resterebbe l'attuale: 58 anni. I pensionabili sarebbero dai 51 anni in su. Il mancato intervento del governo ridurrebbe la platea pensionabile, immaginata finora dai sindacati, a un terzo. Tutte le sigle sono insorte. Intanto a Milano ieri il sindaco di Milano, Letizia Moratti, il presidente di Sea, Giuseppe Bonomi, e della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, hanno chiesto agli esponenti della maggioranza di premere su Cai affinché non venga penalizzata Malpensa e l'alleato scelto sia Lufthansa. Il negoziato Roberto Colaninno (Cai) e Fabio Berti (Anpac) Antonella Baccaro

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Ancora un anno da leader per Eni. Che continua, anche nel ... (sezione: Alitalia 2)

( da "Tempo, Il" del 28-10-2008)

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stampa Ancora un anno da leader per Eni. Che continua, anche nel ... Ancora un anno da leader per Eni. Che continua, anche nel 2007, a detenere il primato fra le aziende italiane grazie ad un fatturato pari a 87,2 miliardi e utili per 10 miliardi. Di fatto, nella consueta classifica stilata dall'Ufficio Studi di Mediobanca le prime sette posizioni, rispetto al 2006, rimangano inalterate. E così, per ricavi, si confermano sul podio, rispettivamente in seconda e terza posizione, Fiat (58,5 mld) e Enel (42,6 mld) Seguono, quindi, Telecom, Gse (gestore servizi elettrici), Finmeccanica ed Esso. Scala posizioni la galassia che fa capo a Gilberto Benetton. Per quanto riguarda gli utili la maglia nera spetta ad Alitalia con una perdita di 495 milioni. La fotografia scattata nell'edizione 2008, la 43esima, dallo studio su «Le principali società italiane», curato dall'Ufficio Studi di Piazzetta Cuccia tiene conto di 3.721 bilanci. Nelle prime dieci posizioni, così come era avvenuto nell'edizione 2007, si evidenzia qualche piccolo aggiustamento a partire dell'ottavo posto, quest'anno guadagnato da Erg che scalza Poste Italiane (9/a) e che, a sua volta, fa retrocedere al decimo posto Riva Fire. Guadagna, invece, nove posizioni Pirelli (dalla 24/ma alla 15/ma) trainata dall'incremento delle vendite nel real estate. Bmw (da 42/ma a 36/ma) e Marcegaglia (da 38/ma a 32/ma)-

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Un documento di programmazione finanziaria lacunoso in un punto fondamentale: sviluppo ed econ... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 28-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Martedì 28 Ottobre 2008 Chiudi Un documento di programmazione finanziaria «lacunoso in un punto fondamentale: sviluppo ed economia», ma anche «poco chiaro sull'avvio delle opere pubbliche». Umberto Marroni, capogruppo del Pd in consiglio comunale, boccia il Dpf presentato ieri dal sindaco Gianni Alemanno alle parti sociali. E annuncia che il Pd presenterà un proprio testo, in cinque punti, che sarà discusso in commissione e in consiglio comunale. Marroni, ieri la bozza del Dpf del Comune è stata consegnata anche all'opposizione di centrosinistra. Come la valutate? «Sostanzialmente questo documento è lacunoso su sviluppo ed economia, ossia sui temi che sono in questo momento in testa all'agenda del Paese. Serve più chiarezza sull'avvio delle opere pubbliche e sui piani di zona di edilizia residenziale pubblica già avviati». Nel Dpf si parla anche di razionalizzazione delle spese, a partire dalla macchina amministrativa comunale. Un'esigenza di cui si parla da tempo. «Nel documento si parla di tagli, soprattutto sul fronte dei dirigenti, ma il vero problema è far funzionare la macchina capitolina: da sei mesi non viene elaborata una delibera, e questo mi sembra un problema serio. Lo dico perché anche noi, quando eravamo maggioranza, ci siamo scontrati con le difficoltà derivate dalle carenze dell'organico». Un altro tema caldo è quello della mobilità: nel Dpf si parla sia del trasporto pubblico, sia del privato. Le misure previste le sembrano adeguate? «Manca un vero impegno nella cura del ferro e, soprattutto, non c'è una strategia sui grandi obiettivi della mobilità. Il piano procede per "spot", con ben poche idee concrete. Basti pensare che non c'è nulla sulla questione di Alitalia, che riguarda l'aeroporto e l'economia di un intero quadrante della città». Dopo l'approvazione in giunta, il documento approderà in commissione e, a stretto giro, nell'aula Giulio Cesare. Quale sarà la vostra linea di condotta? «Noi stiamo preparando un nostro testo, diviso in cinque capitoli: politiche sociali, casa, opere pubbliche, ambiente ed energia, macchina amministrativa. Porteremo le nostre proposte in consiglio e lì ci confronteremo con la maggioranza». Fa.Ro.

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Il sindaco al patron di Ryanair: Ora sta esagerando (sezione: Alitalia 2)

( da "Tempo, Il" del 28-10-2008)

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stampa Il braccio di ferro sul trasferimento dei voli da Ciampino Il sindaco al patron di Ryanair: «Ora sta esagerando» L'amministratore delegato di Ryanair Michael O'Leary insiste nel voler restare a Ciampino proponendo di spostare a Viterbo i voli cargo e quelli militari, annunciando una campagna in proposito, ma questa volta la replica del sindaco Marini è categorica. «O'Leary sta esagerando. L'Italia, per la sua compagnia, è il secondo mercato dopo quello inglese, si accontenti di fare l'ospite e non pretenda di essere l'unico interlocutore del governo italiano sulla politica dei trasporti aerei. Viterbo — aggiunge — è stata una scelta nazionale, condivisa dall'Ue. Non capisco a cosa miri. Non vorrei che tutto questo agitarsi sia finalizzato a fare pressione per ottenere gli slot di Alitalia a Fiumicino, che fanno molto gola a Ryanair, visto che ne ha chiesti venti». Ad avviso di Marini, la proposta di O'Leary di trasferire da Ciampino a Viterbo solo i voli militari e di Stato, definiti i principali responsabili dell'inquinamento, «è arrogante e offensiva». «Ma con chi crede di avere a che fare — conclude — noi dovremmo essere disposti a prenderci i voli più inquinanti per fare gli interessi di Ryanair? O ha capito male o non ha proprio capito».

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ROMA - In cima al corteo il Blocco studentesco. Tante teste rasate e magliette nere, alcune con scri... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 28-10-2008)

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Martedì 28 Ottobre 2008 Chiudi di FRANCESCA FILIPPI e di ANNA MARIA SERSALE ROMA - In cima al corteo il Blocco studentesco. Tante teste rasate e magliette nere, alcune con scritte in difesa dei Centri sociali di destra, del tipo "Casapound non si tocca". Dietro, in coda, ci sono gli studenti antifascisti, kefiah e stelle rosse. «E' una manifestazione apartitica e apolitica, senza firme nè bandiere. Uniti contro la riforma Gelmini», dicono tutti. Partiti da piazza della Repubblica si dirigono a piazza Navona. Si contano: «Siamo ventimila». Per la questura sono poche migliaia. Ma all'improvviso qualcuno grida "Duce, Duce..". Quella parola e i saluti romani non vanno giù ai ragazzi della Rete. Scoppia la polemica. Qualcuno tenta una spiegazione. Hanno detto "Salviamo il Duca", alludendo all'Istituto tecnico professionale "Duca degli Abruzzi", ma a piazza Venezia i ragazzi vicini all'Unione degli studenti decide di staccarsi e di non proseguire: «Non ci stiamo, vogliamo prendere le distanze da eventuali strumentalizzazioni». Gli studenti si spaccano. Ognuno per la sua strada. Solo pochi giorni fa Forza Nuova aveva detto: «Anche noi siamo contro la Gelmini». Il corteo è organizzato dagli studenti del IV Municipio, sono loro ad avere ottenuto l'autorizzazione della Questura. «Ministro il cinque in condotta te lo diamo noi» e «No alla riforma, gioventù al potere», alcuni degli striscioni, tra grida e cori da stadio. A preoccupare gli studenti soprattutto i tagli. «Salvano Alitalia e salvano le banche - dice Alessio, 16 anni, liceo Orazio - ma tagliano la scuola. E' questo che vogliono fare? Distruggere il nostro futuro?». «Vogliono trasformare le università in fondazioni private - sostiene un altro - del liceo Nomentano - ma l'università deve essere garantita a tutti». Il corteo arriva a palazzo Madama, scortato dalla polizia. Davanti al Senato i ragazzi chiedono di far salire una delegazione di studenti per aprire una trattativa. Richiesta negata. Così la protesta continua. Ma non siete stanchi di manifestare? «Lotteremo finché il decreto non verrà ritirato». Studenti in piazza, come nelle previsioni. E sit-in permanente davanti al Senato. Comunque, una parte della destra e della sinistra sono rimaste insieme, condividendo gli stessi slogan: «Nel nostro futuro più pubblico e meno privato». Ma anche: «La Gelmini non ci fermerà, salviamo la scuola e le università»; «La città, se ci toccano il futuro noi blocchiamo la città»; «Con questa riforma a scuola non si torna!». A gridare «giù le mani dalla scuola» alunni dei licei Orazio, Aristofane, Tasso, Albertelli, Nomentano, Russell e studenti universitari. «In Italia c'è un docente ogni 20 studenti, al di sotto della media Ocse, e il ministro vuole tagliare ancora il numero degli insegnanti, uno ogni cinque» protesta Alberto Palladino, 21enne iscritto alla Facoltà di Scienze Storiche a Roma Tre. «Noi non ce l'abbiamo con la Gelmini - afferma Chiara O., 17 anni, dell'Albertelli - ma la sua non è una riforma, è una mannaia». Tra loro si fa largo Vincenzo Vita, senatore Pd: «Chiedono il ritiro del decreto e un tavolo di discussione. Noi faremo la nostra parte».

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alitalia, in arrivo cinque nuovi soci per cai - lucio cillis (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 28-10-2008)

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Pagina 24 - Economia Alitalia, in arrivo cinque nuovi soci per Cai Oggi assemblea sull´aumento di capitale, ma la trattativa sui contratti è in stallo Il confronto con i sindacati va avanti a oltranza. C´è tempo fino a venerdì All´Enac la richiesta per la licenza di volo. Il partner estero avrà il 20% LUCIO CILLIS ROMA - Trattativa sul filo tra Cai e sindacati mentre, nel pomeriggio di oggi, l´assemblea dei soci deciderà sull´aumento di capitale da un miliardo e darà il via libera all´offerta per Alitalia. Nella serata di ieri, le nove sigle sindacali e i vertici di Compagnia aerea italiana si sono confrontati sul nodo dei contratti che saranno applicati al personale del nuovo gruppo. Dopo le frizioni dei giorni scorsi il dialogo tra le parti è ripartito per poi incagliarsi nuovamente nella notte: la discussione proseguirà nelle prossime ore fino alla firma di un accordo di massima oppure in attesa del sì definitivo che l´ad Rocco Sabelli vuole incassare entro venerdì, ultimo giorno utile per formulare l´offerta. I primi numeri emersi nel corso dell´incontro sono questi: sui 12.500 dipendenti totali richiesti per far decollare Alitalia, saranno oltre 9.000 quelli assunti da Cai a Fiumicino e 1.300 quelli impiegati a Milano. Nello scalo romano saranno assunti circa 980 piloti, 2.100 assistenti di volo e 6.000 dipendenti di terra. A Milano verranno, invece, assunti, su 1.343 dipendenti, 333 piloti, 700 assistenti di volo, 310 lavoratori di terra. Oltre a queste due principali basi, il piano messo a punto da Cai ne prevede altre quattro: a Torino serviranno 225 dipendenti; a Venezia, sono previste 189 assunzioni. A Napoli, la nuova Cai prevede di "arruolare" 404 dipendenti mentre a Catania i dipendenti saranno complessivamente 310. Novità in arrivo anche nella cordata di 16 soci. Cai prenderà a bordo altri 5 o 6 partner, al netto del vettore estero che entro metà novembre uscirà allo scoperto mettendo sul piatto 200 milioni per una quota del 20%, in linea con quanto proposto da Lufthansa ma, soprattutto, da Air France-Klm. Tra i nuovi entranti ci sarebbero, tra gli altri, Enzo Manes (presidente di Intek), il finanziere Francesco Micheli, Maurizio Traglio (oreficeria) e il gruppo Fontana (bulloni). La nuova Alitalia dovrebbe partire lunedì 1 dicembre, come avrebbe suggerito il numero uno di Air France-Klm, Jean-Cyril Spinetta, destinato a lasciare la propria carica all´alba del 1 gennaio prossimo. Il tempo, dunque, stringe e proprio per bruciare le tappe Cai ha presentato all´Enac la domanda per il rilascio del Certificato di operatore aereo. La richiesta, spiega l´ente guidato da Vito Riggio, è stata consegnata ufficialmente giovedì scorso mentre venerdì è stata presentata la richiesta per ottenere la licenza di esercizio. Il dossier dovrebbe chiudersi al massimo in due settimane. Il lancio della nuova compagnia sarà preceduto a metà novembre dalla decisione di Bruxelles sull´operazione e dall´ufficializzazione del nome del partner europeo.

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<La Cai non penalizzi lo scalo di Malpensa> (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 28-10-2008)

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n. 258 del 2008-10-28 pagina 4 «La Cai non penalizzi lo scalo di Malpensa» di Redazione Lobby lombarda per difendere Malpensa e - con lei - i diritti di Lufthansa. Alla vigilia dell'assemblea di Cai in programma per oggi, Regione Comune e Sea, durante un vertice con i coordinatori dei partiti di maggioranza, spingono perché le scelte di Cai non penalizzino lo scalo lombardo. Sintetizza il governatore, Roberto Formigoni: «Speriamo che la nuova Alitalia si renda conto che il traffico è al Nord e ci auguriamo che Cai scommetta sui nostri aeroporti». Sulla scia il capogruppo azzurro in Regione, Paolo Valentini: «Non difendere Malpensa significa non capire le vere dinamiche che guidano lo sviluppo». A difendere le sorti dello scalo intervengono anche gli industriali. «La liberalizzazione degli slot di Malpensa lasciati liberi è fondamentale» dice il direttore generale, Antonio Colombo, durante un incontro tra Confindustria e i parlamentari della Lombardia. L'orario Alitalia ha ridotto pesantemente i voli e viene penalizzato anche il traffico low cost da Malpensa, nonostante il presidente di Sea, Giuseppe Bonomi, abbia più volte ribadito che il terminal due potrebbe operare proprio in questa direzione. Ma soprattutto tarda ad arrivare la liberalizzazione dei cieli chiesta a più voci da Milano e dalla Lombardia. Il timore è che Cai, per tutelare un'eventuale alleanza con Air France, ottenga di proteggere i diritti bilaterali su Fiumicino, bloccando così lo sviluppo di Lufthansa Italia, fondamentale per far decollare Malpensa. La Lega è pronta alle barricate, An e Forza Italia in Parlamento sono un po' in difficoltà per l'esigenza di conciliare gli interessi di Fiumicino e Malpensa. Va all'attacco il presidente della Provincia (che è azionista Sea), Filippo Penati, escluso dal vertice: «Bonomi riferisca all'assemblea dei soci quali sono gli impegni che ha assunto nel corso del vertice convocato dal sindaco Moratti. Con il piano di Cai, Malpensa sarà un piccolo aeroporto regionale». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Brava Concita, hai ragione. Ecco l'Italia dei figli di papà (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 28-10-2008)

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n. 258 del 2008-10-28 pagina 11 Brava Concita, hai ragione. Ecco l?Italia dei figli di papà di Cristiano Gatti La De Gregorio sull?Unità si scaglia contro il Paese familista. Ma dimentica i natali illustri dei leader Pd e dei suoi giornalisti Maledizione, ce n?è voluta, ma finalmente qualcuno rompe il silenzio codardo e si ribella. è un bel giorno, per questa nazione: si spalancano le finestre ed entra una folata di aria fresca. Standing ovation per Concita De Gregorio, la nuova direttrice de l?Unità: a poche settimane dall?insediamento già solleva una questione odiosa, troppo a lungo taciuta, una vera emergenza che dura da più di mezzo secolo, per fermarci soltanto alla storia della Repubblica. Queste la parole che per tanto tempo abbiamo atteso, e che finalmente qualcuno ha il coraggio di scrivere: «Viviamo in un paese familista, dove anche per fare il netturbino, non solo il notaio, devi essere amico, meglio parente di qualcuno. Marina Berlusconi entra in Mediobanca. Risulta difficile immaginare che sia per meriti propri». Ovviamente l?esempio è scelto a caso. Non bisogna fermarsi all?esempio: è il principio che conta. La questione mi trova particolarmente sensibile. Per capire da che parte sto, devo fare un velocissimo riferimento personale. Non sono figlio di qualcuno, sono figlio di un signor nessuno. Mio padre, negli anni Cinquanta, s?è preso la briga di cercare lavoro in Australia, quando l?Australia era l?Australia, non un nuovo paradiso per soggiorni chic. Quaranta giorni di nave, per dire solo il viaggio. Io sono nato lì, mentre i miei genitori lavoravano come negri, metafora niente affatto forzata, visto che allora gli italiani erano i negri d?Australia. Quando, negli anni Sessanta, mi hanno riportato nel loro Paese, facendolo diventare anche il mio, hanno continuato a lavorare per pagarmi il liceo e l?università. Poi, persino loro ad un certo punto hanno dovuto applicare il famoso comandamento che non sta scritto su nessuna tavola: undicesimo arrangiarsi. E io, come i miei fratelli, in qualche modo ci ho provato. Ciascuno ha preso la sua strada, la lunga strada dei figli che non sono figli di. Chiudendo la parentesi familista, spero risulti abbastanza chiaro quanto sia sincero il mio appoggio alla battaglia, sollevata da quel gran pezzo di penna che indubbiamente è Concita De Gregorio. Per noi che non siamo figli di qualcuno è un 25 aprile, una Primavera di Praga, una caduta del Muro di Berlino. Adesso già pregusto le prossime puntate. Perché se Marina Berlusconi dirige quel che dirige non certo per meriti suoi, non è comunque la sola. Mettiamo pure che lei, nata in un?altra casa, adesso sarebbe una pettinatrice (a naso, qualcosa mi dice che sarebbe comunque la migliore pettinatrice del lombardo-veneto). Diamolo per chiarito, il caso Marina, manager di livello mondiale sottratta alle messe in piega solo per una pura botta di sedere. Sono certissimo però che adesso l?Unità, sferzata dalla sua direttrice, darà seguito alla denuncia con il resto dello scandalo. Se al momento non hanno idee, posso tranquillamente fornire qualche pista iniziale. Altri nomi. A meno che. A meno che non mi si dica che sto solo servilmente difendendo la padrona. In questo caso, credo avranno gioco facile ad umiliarmi in pubblico, loro che lavorano in coscienza e non sono servi di nessuno. A loro, schiavi soltanto della propria coscienza, risulterà molto semplice dimostrare come tutti gli altri stiano dove stanno per esclusivi meriti personali e per invidiabili qualità naturali. Cioè, in altre parole: Walter Veltroni non è arrivato dove è arrivato solo perché figlio di Vittorio, storico dirigente Rai, primo direttore del primo telegiornale. Massimo D?Alema non è quello che è solo perché figlio di Giuseppe, funzionario Pci, deputato tra il ?68 e l?83. Dario Franceschini non è Dario Franceschini solo perché figlio di Giorgio, tra i fondatori della Dc e deputato negli anni Cinquanta. Rosa Russo Iervolino non è la Iervolino solo perché figlia di Maria De Unterrichter, eletta alla Costituente del ?46, deputato dal ?48 al ?63, più volte sottosegretario, nonché di Angelo Raffaele Jervolino, a sua volta membro della Costituente, poi deputato, senatore, ministro Dc. Matteo Colaninno non sta ai vertici Pd solo perché figlio di Roberto, industriale, finanziere, nuovo padrone di Alitalia. Così Andreatta Junior, Filippo: non sta ai vertici di Finmeccanica e del nuovo Pd solo perché figlio del compianto economista, maestro di Prodi, Beniamino. Cristiano Di Pietro non è un nuovo capo dell?Italia dei Valori solo perché figlio di Tonino. Luca Sofri, che scrive anche su l?Unità, non è Luca Sofri soltanto perché figlio di Adriano. Daniela Cardinale non ha raccolto quello che ha raccolto solo perché figlia di Salvatore, deputato Dc dall?87 al ?94, poi ministro delle Comunicazioni nei governi D?Alema e D?Amato. Bianca Berlinguer, mezzobusto Tg3, non sta lì solo perché figlia di Enrico, glorioso segretario Pci. No: al contrario di Marina Berlusconi, tutta questa gente – assieme ad altra che richiederebbe altre pagine – sta lì soltanto perché s?è fatta una gavetta spaventosa. Costellata di polvere, lacrime e sangue. Di più: come potrebbe spiegare la direttrice De Gregorio, e come peraltro ha già spiegato la figlia di Veltroni, aspirante regista, casa a New York, un sacco d?altre belle cose a poco più di vent?anni, il cognome pesa. Una palla al piede. Un macigno che spiaccica. è durissima, la vita del figlio di: vittima dell?invidia, deve continuamente guardarsi da gente che mette i bastoni tra le ruote. Bisogna farcela “nonostante” il cognome, questa la verità. Alle volte, noi senza un cognome, nemmeno ci rendiamo conto della fortuna sfacciata che ci è capitata... Vogliamo chiuderla qui? Forse è meglio per tutti. Si arriva al punto che la voglia di ironia sfuma nella depressione totale. Anche perché, su questa piaga secolare del familismo italiano, grava da sempre una sottilissima, ma insopportabile asimmetria. Provo a dirla con parole mie, convinto d?interpretare il sentimento dei parecchi italiani che non sono figli di qualcuno. Sì, forse le Marine Berlusconi stanno dove stanno, sono quel che sono, solo a spese del papà: ma gli altri, quelli che l?Unità non svergognerà mai, stanno dove stanno a spese della collettività. E questo, se la direttrice Concita non si offende, disturba un po? di più. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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E Tonino il contadino riesce a ingarbugliarsi persino sui proverbi (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 28-10-2008)

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n. 258 del 2008-10-28 pagina 13 E Tonino il contadino riesce a ingarbugliarsi persino sui proverbi di Marco Zucchetti Il capo dell'Idv parla sempre per metafore. Ma spesso non c'azzecca: «Berlusconi? Vende fiori agli eschimesi» CRIPTICO «Non si può distruggere il bicchiere con le impronte dell'assassino» Se ne stanno seduti e ripetono che «il motto degli antichi mai mentì». Uno commerciava lupini nei «Malavoglia» di Verga, l'altro ha fondato un partito sui modi di dire. Uno stava nella Casa del Nespolo, l'altro è entrato in Parlamento insultando la Casa delle libertà. Padron 'Ntoni e Antonio Di Pietro, re dei detti italiani. Il Libro dei Proverbi di Tonino si arricchisce di altre due immagini: «Il Pd è un piatto di pastasciutta. L'Idv è un piatto di pastasciutta col formaggio». E Berlusconi? «È come la volpe con l'uva». Tavola e favola. Ma in quindici anni di eloquenza rurale si trova di tutto. Si comincia col mosto, quando in tribunale «riempire la damigiana» era sinonimo di tangente. Poi venne la politica. «Tutti vorrebbero la botte piena e la moglie ubriaca, ma ora più di un calice di vino non si può avere». Colpa di Scalfaro, che nel '98 secondo Tonino dava «un colpo al cerchio e uno alla botte». Ma non si beve a stomaco vuoto. E dunque via con i detti gastronomici. Era il 2000 e l'attacco al Polo era duro: «Voi vendete fumo, noi buon arrosto». E poi «basta con i candidati che se non è zuppa è pan bagnato!». E sul pane non vogliamo metterci un filo d'olio? «Certo, se nell'olio extravergine dell'Ulivo si dovesse formare la morchia, noi dell'Idv saremo la crivella che aiuta a purificarlo». Dopo pranzo, igiene dentale: «Guarda allo stuzzicadenti e non alla trave». Le bestie, specie se da soma, sono sempre gradite. Era il 1999 e Di Pietro rinsaldava l'amicizia con Prodi: «Tutti vorrebbero che cascasse l'asino». I somari gli stanno simpatici, tanto da tirarli per le orecchie anche parlando di Berlusconi: «Si lamenta delle tv? È il bue che dà del cornuto all'asino». Come dimenticare poi il pollame? «Non sono riuscito a risolvere l'enigma dell'uovo e della gallina - diceva a proposito di Mani Pulite -. Se a cominciare siano state le imprese o i politici». Ultima chicca del bestiario: «Le cicale della politica cincischiano, noi formiche del referendum lanciamo il cuore oltre il partito. Il dado è tratto». En plein! In una tesi, il suo cocktail di genuinità e ammiccamenti lo definiscono sermo humilis. Parlar chiaro, a costo di risultare una macchietta cleptomane sempre pronta a rubacchiare dalla cultura nazionalpopolare. Un Trapattoni togato, dato che su Autostrade ricorse pure al mitico «non dire gatto se non ce l'hai nel sacco». A Tonino non ne scappa uno. La Finanziaria 2004? «La montagna che ha partorito un topolino». Le elezioni perse da Rutelli? «Cavallo che perde, si cambia». Nel '98 la bacchettata fu per il centrosinistra, dove «sull'indipendenza della magistratura c'è chi predica bene e razzola male». Sui casi dei magistrati Forleo e De Magistris invece l'avanguardia superò il proverbio: «Qui hanno fatto scomparire direttamente la luna e ci hanno lasciato solo il dito da guardare». Buona visione. Le ruvidezze dialettiche sono diventate la sua cifra stilistica, tanto che Gasparri non gliela perdonò: «Dire proverbi in tv è un esercizio da Frate Indovino, non da leader politico». Eppure Berlusconi su Falcone «fa come il diavolo che si dichiara all'acqua santa» e «vuole vendere fiori agli eschimesi» (?); i militari in città sono «una lavata di faccia con l'acqua sporca» e il rapporto tra Idv e Pd si riassume così: «Non vogliamo fare la pecora che segue il pastore, ma il pastore che con altri pastori indica la strada e guida. E se serve fare il cane che manda via i lupi». Grande slam. Questo comunque il podio proverbiale. Bronzo: «Su Alitalia non fasciamoci la testa prima di essercela rotta. A volte capita di andare al mercato e trovi solo quello che vende i fagioli. Ma se vedi che non conviene non li compri». Argento: «Il prete deve uscire dalle chiese e cercare i fedeli nelle campagne. Voi di centrosinistra siete preti, spretati o solo sagrestani?». Oro: sul suo sito «rompere le uova nel paniere» venne tradotto in inglese all'amatriciana con il letterale ed illetterato «break the eggs in the basket». Congratulations, Anthony Of Peter! © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Alitalia alla stretta finale, Cai vuole 12mila assunzioni (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 28-10-2008)

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n. 258 del 2008-10-28 pagina 24 Alitalia alla stretta finale, Cai vuole 12mila assunzioni di Redazione Ore decisive per la trattativa con i sindacati: oggi l'assemblea deve dare l'ok all'offerta vincolante Cai alla stretta finale con i sindacati. Iniziate in serata, le trattative per raggiungere un accordo su contratti e criteri di selezione del personale sono continuate per tutta la notte. Cai prevede 12mila assunzioni per la nuova Alitalia, circa 450 persone in meno rispetto a quanto preventivato dalle prime versioni del piano presentato ai sindacati: 1.550 piloti, 3.300 assistenti di volo e 7.150 lavoratori di terra. Fiumicino fa la parte del leone con oltre novemila assunti: a Milano saranno 1.300. Oltre a queste due principali basi operative, il piano messo a punto da Cai ne prevede altre quattro: Torino, Venezia, Napoli e Catania. I vertici di Compagnia Aerea Italiana, con l'ad Rocco Sabelli, puntano a raggiungere almeno un accordo di massima che consenta all'assemblea dei soci, oggi pomeriggio, di dare il via libera all'offerta vincolante per una parte di Alitalia, in modo da poterla presentare il 31 ottobre al commissario straordinario Augusto Fantozzi. L'offerta è subordinata anche al via libera Ue al prestito ponte da 300 milioni ed alla discontinuità tra la vecchia e la nuova compagnia aerea. Oltre all'offerta,l'assemblea Cai è chiamata a varare la trasformazione in spa, l'aumento di capitale da almeno un miliardo, ad approvare lo statuto e a nominare cda e collegio sindacale. I sedici soci potrebbero accogliere anche nuovi ingressi. Cai ha già avvertito che senza l'intesa non presenterà l'offerta, ma il negoziato sui criteri di selezione dei dipendenti della Nuova Alitalia sembra in salita. In particolare, resta il nodo dei piloti, spaccati al loro interno sul contratto da dirigenti per i comandanti, voluto da Anpac e Up che però ora vogliono rinunciarvi. Ma a questo punto i confederali vogliono firmarlo altrimenti si rimetterebbero in discussione gli accordi di Palazzo Chigi riaprendo la vertenza. Se non si dovesse arrivare all'intesa entro oggi potrebbero essere utilizzati i giorni disponibili fino al 31 ottobre con la possibilità di convocare una nuova assemblea. Intanto, in vista di una scelta del partner straniero che dovrebbe avvenire intorno alla metà di novembre, dopo che la settimana scorsa è stata sondata la prospettiva di sinergie con Air France-Klm, questa settimana tecnici di Cai, Alitalia e Air One approfondiranno le potenzialità di Lufthansa. La settimana prossima sarà la volta di British Airways. L'Enac ha inoltre reso noto che Cai ha presentato la domanda per il certificato di operatore aereo il 23 ottobre e quello per la licenza di esercizio di vettore aereo il giorno dopo. Intanto ha avviato l'analisi mensile sulla condizione economica di Alitalia. Fantozzi aveva detto di aver liquidità fino al 1° dicembre e poter accedere, eventualmente, a un prestito revolving con priorità di restituzione. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Scuola, sit-in al Senato: "Siamo in diecimila" Veltroni: via il decreto (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 28-10-2008)

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n. 258 del 2008-10-28 pagina 0 Scuola, sit-in al Senato: "Siamo in diecimila" Veltroni: via il decreto di Redazione Presidio a Palazzo Madama. Un giovane ha sputato ai poliziotti che lo hanno identificato. Studenti ricevuti in commissione. Gasparri: "Il dl verrà approvato". Il leader Pd cavalca la protesta. Il Moige: con la riforma aumenta il tempo pieno. Hacker oscurano sito pro-Gelmini Roma - Momenti di tensione tra polizia e studenti sotto Palazzo Madama. Un ragazzo è stato fermato per aver sputato a un poliziotto. La reazione della polizia non si è fatta attendere: il ragazzo è stato individuato, fermato per essere identificato e poi rilasciato dagli agenti di polizia. Gli studenti presidiano lo spazio antistante l?ingresso del Senato. I ragazzi, che scandiscono slogan contro il governo e il ministro Gelmini, sono posizionati raccolti al di là delle transenne poste su Corso Rinascimento. Massiccia la presenza forze dell?ordine in tenuta antisommossa. Appello alla calma Dal presidio - circa 300 studenti in tutto - è stato lanciato, con il megafono, un "appello a studenti e polizia perché si torni ad un clima di serenità e perché il ragazzo sia rilasciato immediatamente". Gli uomini delle forze dell?ordine, in assetto antisommossa, si trovano ora a ridosso delle transenne, faccia a faccia con gli studenti, tutti delle scuole superiori, che continuano a intonare cori contro il ministro Gelmini, esponendo striscioni sui quali si legge "No alla riforma" a grandi lettere nere su fondo bianco e "Giù le mani dalla nostra scuola". Corteo Più di un migliaio di studenti si è radunato a Piazza della Repubblica dove partirà un corteo che raggiungerà Palazzo Madama, già presidiato dalle forze dell?ordine. Altri studenti si sono già raggruppati invece sotto al ministero dell'Istruzione, a viale Trastevere. Il corteo, come nei giorni scorsi, raggiungerà piazza Navona e quindi manifesterà contro il governo sotto le finestre di palazzo Madama: qui sono già presenti gruppi di studenti e si registra qualche tensione tra ragazzi di sinistra e di destra. I primi accusano i secondi di aver "occupato" lo spazio riservato dalle forze dell?ordine alle proteste, che era stato invece già prenotato. Gli studenti radunati sotto al Senato sono ormai circa 10mila: è la stima dell?Unione degli studenti secondo la quale "nonostante alcuni atti intimidatori,ad opera di alcuni estremisti di destra, che hanno cercato di imporsi per prendere la parola dal camion dell?Unione degli studenti,la manifestazione prosegue in modo festoso e pacifico". Studenti ricevuti al Senato è durato poco più di un'ora l'incontro che la delegazione di studenti, composta da cinque ragazzi in rappresentanza di tutte le anime della protesta ha avuto con alcuni parlamentari della commissione Istruzione di Palazzo Madama presieduta da Guido Possa. Un incontro che non ferma né smorza i toni della protesta. I ragazzi, al termine dell?incontro hanno infatti spiegato di aver illustrato ai parlamentari non solo le motivazioni della loro protesta e della loro contrarietà al decreto Gelmini e ai tagli a scuola e università ma anche alcune proposte concrete, come la riduzione della quota alle chiese, dall?8 per mille al 5 per mille, destinando il 3 per mille rimanente ad un fondo di sostegno ad infanzia ed educazione che dia ossigeno alle scuole, così come la sospensione di fondi inutili o privilegiati, come ad enti desueti, fondi Nato, o l?immediata sospensione dei finanziamenti pubblici alle scuole private. "La maggioranza, - hanno spiegato ancora gli studenti - ha detto che comunque domani il decreto passerà. In sostanza - hanno aggiunto - non ci hanno ascoltato. Qui -hanno sottolineato- è in gioco il nostro futuro. Non è una manifestazione partitica. La protesta non smetterà". L'Udu al ministro Prosegue l?opposizione dell?unione degli universitari (Udu) alla legge 133 e invita il ministro Gelmini a ripensare la posizione di chiusura rispetto l'abrogazione degli articoli 16 e 66 del provvedimento, "unico modo per fermare la protesta". Lo afferma la stessa Udu in un comunicato in cui riferisce delle proteste odierne negli atenei italiani. Le mobilitazioni Inizia la tre giorni di passione per l?istruzione italiana, al centro nelle ultime settimane delle rivendicazioni degli studenti contro i provvedimenti del governo in materia: oggi nuovo corteo degli universitari con sit-in sotto le finestre del Senato, domani votazione a palazzo Madama del decreto Gelmini, giovedì sciopero nazionale della scuola indetto da Cgil, Cisl e Uil con manifestazione nella capitale. Molti atenei rimangono occupati o in mobilitazione. Ad Ancona oggi si prevedono nuove azioni dimostrative in segno di protesta. A Cagliari l'Udu e altre associazioni studentesche proseguono l'autogesione della facoltà di Lettere. A Brindisi, polo dell'ateneo di Lecce, un corteo di auto partirà dalla Cittadella e arriverà in piazza Santa Teresa dove si terrà un sit-in di protesta. A Cosenza ci sarà un'assemblea d'ateneo, mentre a Perugia è in programma un corteo itinerante che finirà con un'assemblea. Assemblea d?ateneo anche a Potenza e a Pavia, dove si terrà anche una "serata contro la 133". A Torino i giovani di Azione universitaria annunciano di aver occupato il rettorato dell?università e si preparano contestazioni al ministro Mariastella Gelmini, attesa in città. Palermo, firme contro l'occupazione Dopo l?occupazione di ieri di Scienze politiche, a Palermo, questa mattina circa duecento studenti si sono radunati davanti la facoltà per contestare l?occupazione promossa dal collettivo e dall?Udu. è stata avviata dagli studenti una raccolta firme. "A fronte di una occupazione effettuata da solo venti persone - dichiarano Raffaele D?Anna e Alberto Di Benedetto di Azione universitaria tra i promotori della raccolta firme - già circa trecento colleghi hanno firmato la petizione per chiedere lo sgombero ed il ritorno normale delle lezioni". "Denunciamo la presenza di numerosi esterni alla facoltà appartenenti ai centri sociali - dicono -. Lanciamo un appello agli studenti di Scienze politiche affinchè si mobilitino con noi, e le altre associazioni della facoltà, per difendere il diritto allo studio leso da pochi estremisti. Solidarizziamo con il preside Miranda il quale ha dimostrato grande senso di responsabilità nell?opporsi a questa occupazione. A lui - concludono D?Anna e Di Benedetto - chiediamo di ritirare le dimissioni e lottare al nostro fianco per liberare la facoltà". Gasparri: "Il decreto verrà approvato" "I senatori del Pd non hanno alcuna ragione per vantare il presunto rinvio del voto finale del decreto Gelmini sulla scuola. Potranno farsi spiegare dal loro vicepresidente Zanda che il calendario dei lavori, che prevedeva, come avvenuto, l?avvio della votazione oggi ed il voto finale mercoledì mattina, è stato deciso all?unanimità dalla Conferenza dei capigruppo". Così il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri. "La correttezza del gruppo Pdl - aggiunge - è stata tale che abbiamo ceduto parte del nostro tempo per gli interventi in aula al gruppo del Pd, pur consapevoli che lo avrebbero usato per dire bugie. Il decreto sarà approvato nei tempi previsti, la sinistra sconfitta e i vaniloquenti senatori del Pd azzittiti dalla verità dei fatti. Chiedano a Zanda conferma". Veltroni: "Ritirate il decreto" Il governo deve ritirare il decreto-Gelmini e discutere la riforma della scuola con le parti sociali in un arco di tempo definito, il Pd è pronto a fare la sua parte e presenta "dieci proposte" che affrontano anche il nodo-università. Walter Veltroni incontra i giornalisti al termine della riunione del governo-ombra, torna a criticare l?esecutivo e annuncia le proposte del Pd. "Il Governo - attacca Veltroni - non ha presentato alcuna riforma, né della scuola, né dell?università. Ci piacerebbe poter discutere di un progetto di riforma, ma ad oggi discutiamo solo dei tagli decisi dal ministro Tremonti". Tagli, sottolinea Veltroni, adottati da un Paese che già spende per la scuola molto meno del resto d?Europa. Veltroni elenca i principi-guida che ispirano le proposte del Pd: "Primo la valutazione, il lavoro che viene fatto nelle scuole e nelle università deve poter essere valutato, ovviamente da soggetti esterni"; quindi "l?autonomia", la "modernizzazione", "l?europeizzazione". Tutto questo, avverte, "non si fa riducendo la spesa. Razionalizzando sì, ma non riducendo". "Tagli anche alle scuole private" Un taglio di oltre 133 milioni di euro nel 2009 alle scuole private. La decurtazione delle risorse è contenuta nel disegno di legge di Bilancio. A denunciare i tagli è il Fism (la Federazione italiana scuole materne) che rappresenta oltre 8.000 scuole dell?infanzia paritarie cattoliche. La Federazione minaccia di sospendere il servizio se il governo non ripristinerà le risorse. "Il taglio ingiustificato di oltre 133 milioni - lamenta la Federazione in una lettera ai deputati della commissione Bilancio - metterebbe anche le scuole Fism, che rappresentano il 60% delle scuole paritarie, in condizione di non assicurare la prosecuzione del servizio per i 500.000 bambini che la frequentano e comprometterebbe l?applicazione del Ccnl per gli oltre 40.000 dipendenti. (il doppio di Alitalia, scrivono)". Il Moige: con la riforma aumenta il tempo pieno "La riforma rappresenta un punto di partenza ottimo per ricostruire tutto il comparto scuola". Maria Rita Munizzi, presidente nazionale del Movimento italiano genitori, esprime soddisfazione per l?incontro avuto con Mariastella Gelmini. "Dal ministro abbiamo ricevuto delle rassicurazioni anche in merito alla questione del tempo pieno - spiega Munizzi -: possiamo affermare che con questa riforma finirà la lotteria e la lotta di migliaia di genitori per poter accedere al tempo pieno nella scuola". "Attraverso la riforma - continua il presidente del Moige - il tempo pieno sarà aumentato al 50%, consentendo così ad una classe su due di poterne usufruire". Oscurato sito pro-Gelmini Il sito internet www.forzagelmini.com, lanciato dal consigliere regionale lombardo di Forza Italia Carlo Saffioti per esprimere solidarietà al ministro dell?Istruzione, ha subito un attacco informatico. Lo denuncia Saffioti spiegando che "l?attacco ha mandato in crisi il server e causato l?oscuramento del portale". L?esponente di Forza Italia, che è anche presidente della commissione regionale Attività Produttive, ha comunque garantito che i tecnici sono al lavoro per ripristinare la schermata web e che "al momento è online la versione di qualche giorno fa con 1000 messaggi pubblicati. Dobbiamo ripubblicarne altri 1500 che non sono più visibili da questa notte". "Il tentativo degli hacker di scoraggiarci è fallito - ha concluso Saffioti -, l?operazione di verità che stiamo portando avanti su internet e su facebook non si fermerà e www.forzagelmini.com tornerà online". Saffioti ha anche lanciato un appello "alla maggioranza silenziosa degli studenti e degli insegnanti affinchè siano meno silenziosi contro l?intolleranza che comincia purtroppo a diffondersi". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Troppo miele su Obama (e la stampa è complice) (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 29-10-2008)

Argomenti: Alitalia

La stampa europea da nove mesi fa il tifo per Obama, quella italiana ancor di più (con qualche eccezione): è estasiata. Obama è perfetto, Obama è imbattibile, Obama sarà un superpresidente. Purtroppo anche la stampa americana sta dando una pessima prova di sè. Dico purtroppo perchè vedo i media oscillare tra i due estremi: fino a un paio di anni fa si sono fatti abbindolare con sconcertante facilità dagli spin doctor di Bush, ora eccedono in senso opposto e tirano la volata al candidato democratico. Senza ammettere la propria partigianeria ovviamente. Due pesi e due misure: con John McCain sono stati severissimi, con Sarah Palin spietati, mentre a Barack Obama hanno perdonato tutto e hanno sorvolato volentieri sulle numerose gaffe di Joe Biden. Negli ultimi giorni il tifo è diventato palese. Il Los Angeles Times è entrato in posseso di un video in cui si vede Obama mentre brinda all'onore di un ex dirigente dell'Olp in una serata in cui alcuni palestinesi accusano Israel edi terrorismo, ma il quotidiano rifiuta di pubblicarlo. Eppure nessuno dice nulla, nessuno protesta, nessuno si indigna. I magistrati in Florida hanno appurato che gli attivisti del movimento progressista Acorn hanno registrato illegalmente diverse migliaia di elettori. Anche in questo caso silenzio. Il sito Drudge Report ha scoperto un'intervista radiofonia del 2001 in cui Obama critica la Corte Suprema e rivendica le virtù della redistribuzione della ricchezza, ma i grandi media l'hanno ignorata. Qualunque velina del partito democratico viene ripresa con entusiasmo. L'altro giorno lo staff di Obama ha annunciato un discorso storico, concludente, il colpo del Ko. In realtà ha ripetuto gli soliti slogan, ma la stragrande maggioranza dei media l'ha assecondato. Gli affondi di McCain invece sono stati relativizzati, sminuiti. E via su questo tono. Se Obama verrà eletto, il merito sarà in parte della stampa americana cosiddetta indipendente, che ha volontariamente abdicato ai principi di oggettività. Tra gli urrah di quella europea. Scritto in presidenziali usa, giornalismo 1 Commento » (1 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Oct 08 Vista da lontano: ma l'Italia è impazzita? Sono arrivato negli Stati Uniti pensando di trovare un Paese depresso, arrabbiato, sconvolto. Qui quasi un milione di famiglie sta perdendo la casa, decine di migliaia di persone sono sull'orlo del fallimento personale, un'intera generazione di pensionandi vede dimezzare, con il crollo di Wall Street, i risparmi di una vita e le aspettative di una vecchiaia serena. Negli Stati Uniti ci sarebbero davvero ottimi motivi per scendere in piazza e invece si tira avanti, talvolta col magone, ma senza pensare a una rivoluzione. Non ancora, perlomeno. Poi mio collego ai siti italiani e scopro immagini fortissime: piazza Duomo a Milano occupata dagli studenti, la sede di Assolombarda assaltata con fumogeni e i petardi, giovani che tentano un blitz all'auditorium di Roma. E tutto questo perchè? Per bloccare una riforma scolastica che, perlomeno per quel che concerne elementari e medie, propone misure di assoluto buon senso: il maestro unico, l'insegnamento dell'educazione civica, il voto in condotta. Prima di partire per gli Stati Uniti ho incontrato degli amici austriaci residenti a Milano che davvero non riuscivano a capire le ragioni di questa agitazione: a Vienna norme del genere sono normali, come in Francia, come in Germania, come in Svizzera. In Italia no. E per impedirle si provoca un nuovo Sessantotto. E tutto questo mentre il mondo sprofonda nella prima vera recessione globale, questa sì davvero spaventosa. Da lontano mi chiedo: ma l'Italia è impazzita? Ps: che tristezza vedere immagini come queste riportate da Youreporter Scritto in economia, democrazia, Italia Commenti ( 100 ) » (8 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 22Oct 08 Sarah sta affossando McCain? Sono negli Usa per seguire le elezioni presidenziali. Due impressioni contrastanti: l'America profonda è sempre più perplessa nei confronti di Obama, come racconto in un reportage da Lincoln County, la contea del Missouri che da quasi 60 anni azzecca il nome del presidente. D'altro canto però, Sarah Palin sta provocando disastri. La base repubblicana, quella della destra religiosa e oltranzista continua ad adorarla, ma la maggior parte degli americani, inclusi gli elettori indipendenti, ne diffida. Le ultime novità certo non la aiutano: come governatore avrebbe addebitato allo Stato dell'Alaska viaggi in aereo e in alberghi di lusso per i figli (con un conto di oltre 20mila dollari). La stampa ha scoperto che il Partito repubblicano ha speso per vestire lei e la famiglia la bellezza di 150mila dollari in un mese e mezzo. E i dubbi di Colin Powell, che domenica aveva detto di non ritenere la Palin all'altezza della Casa Bianca, sono condivisi dal 55% degli elettori, secondo un sondaggio del Wall Street Journal. La maggior parte degli elettori è terrorizzata all'idea che la Palin possa diventare presidente se McCain, che ha passato i 70 anni e ha avuto problemi di salute, dovesse rinunciare all'incarico anzitempo. Sarah è simpatica, divertente, è un fenomeno mediatico. Ma politicamente è inconsistente. Era una risorsa, ora è diventata una zavorra. McCain perderà per colpa sua? Scritto in democrazia, presidenziali usa Commenti ( 50 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.17 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 20Oct 08 La sinistra vince nelle piazze ma perde alle urne? Ma basta riempire le piazze per vincere le elezioni? Obama, ovviamente, spera di sì: sabato c'erano centomila ad ascoltarlo a St Louis. A Denver, alla fine della convention, erano in 70mila, qualche settimana prima decine di migliaia di europei lo ascoltarono rapiti a Berlino. Sì, Barack sa mobilitare le folle, ma il sentimento della piazza corrisponde a quello della maggior parte dei cittadini? C'è da dubitarne: il candidato democratico perse molti consensi dopo Berlino e anche dopo Denver, (sebbene allora soprattutto a causa della discesa in campo di Sarah). Lo stesso potrebbe accadere ora: manifestazioni del genere producono spesso l'effetto opposto a quello desiderato, suscitando repulsione e diffidenza anziché adesione ed entusiasmo. In America, ma non solo. In Francia l'anno scorso Ségolène Royal raccolse una folla immensa per il suo ultimo comizio a Parigi, più del doppio rispetto a Sarkozy. Ma perse. In Italia il Partito comunista riusciva a portare in piazza centinaia di migliaia di persone, ma gli italiani, per fortuna, non gli diedero mai la maggioranza. Ora c'è molta attesa nella sinistra per la manifestazione di sabato prossimo contro il governo Berlusconi. Ieri Veltroni ha dichiarato: «L'opposizione si fa nelle piazze e non in tv». A me sembra che la buona politica si faccia formulando proposte convincenti ed essendo in sintonia con le esigenze più profonde del Paese. Requisiti che mancano al Pd. La sinistra continui così: vince nelle piazze ma, sempre più spesso, perdre alle urne. O sbaglio? Scritto in democrazia, Italia Commenti ( 38 ) » (8 voti, il voto medio è: 4.13 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Oct 08 Macchè capitalismo questo è "debitalismo". E ora torna Marx? L'altro giorno sul metro ho sentito un uomo sulla sessantina esclamare con aria soddisfatta: "Aveva ragione Marx, quando affermava che il capitalismo si sarebbe impiccato da sè". Oggi il radiogiornale di Radio 24 ha annunciato che in Germania le vendite de il Capitale di Marx sono triplicate nelle ultime settimane, proprio in coincidenza con la crisi dei subprime.. E forse siamo solo all'inizio. Intendiamoci: la casta finanziaria ha sbagliato generando la bomba dei derivati, gli imprenditori delle grandi multinazionali e delle banche hanno creato un sistema che consentiva loro di accumulare ricchezze immense e immeritate, senza mai pagare il prezzo degli errori che loro stesso commettevano, la classe politica non ha esercitato il proprio dovere di vigilanza e di controllo; anzi si è fatta coinvolgere e corrompere. Tutto questo va denunciato con chiarezza, ma Marx continua ad avere torto. Il libero mercato non è fallito, continua ad essere il miglior sistema possibile. Il problema è che il capitalismo è stato snaturato: il suo scopo è, da sempre, quello di favorire l'accumulo di capitale da parte dell'individuo, mentre le degenerazioni finanziarie degli ultimi vent'anni lo hanno trasformato in una cosa diversa: nel "debitalismo" ovvero nell'accumulo di debiti anziché di capitale. Per sopravvivere, per sostenere consumi al di sopra delle proprie disponibilità e dunque per drogare la crescita, creando non vero, solido benessere, basato sul risparmio e sul reddito reale, ma una ricchezza illusoria . Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna il debitalismo ha raggiunto proporzioni enormi, come ho ricordato in un post recente, noi europei continentali eravamo sulla stessa strada. Ora la bolla è scoppiata. Soffriremo, ma questa crisi può essere salutare e può permetterci di ripartire su basi più solide. I sistemi liberali riescono a correggere i propri errori, quelli comunisti no e per questo i "rossi" hanno perso la sfida con la storia. Di un revival di Marx non si sente proprio il bisogno. Scritto in economia, globalizzazione, democrazia Commenti ( 34 ) » (5 voti, il voto medio è: 3.6 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 15Oct 08 Classi per stranieri, perché tanto scandalo? Non riesco a capire le proteste indignate della sinistra contro l'emendamento della Lega che regolamenta l'accesso degli stranieri nelle scuole. In altri Paesi è una pratica normale e dettata dal buon senso. Alla radio ho sentito Fassino dire che istituendo classe separate si discriminano gli immigrati. A me sembra invece che sia vero il contrario: che senso ha mandare allo sbaraglio un bambino in una classe in cui non capisce una parola? Si sentirà subito diverso, verrà deriso dai compagni. Se invece per un anno segue un corso di italiano, quando verrà introdotto nei corsi regolari potrà facilmente integrarsi. E la qualità complessiva dell'insegnamento migliorerà. Questo è un altro punto dolente: quando ci sono tanti bambini stranieri il livello dei corsi si abbassa drasticamente. Lo so per esperienza personale: non lontano da casa mia alle elementari la percentuale di bimbi stranieri è superiore al 50%, i programmi non vengano rispettati perché gli insegnanti devono procedere molto lentamente, adeguano il ritmo a quello degli ultimi. Risultato: i genitori italiani tendono a togliere i propri figli dalla scuola pubblica e a metterli nella scuola privata. Perché un italiano deve essere privato di fatto del diritto di frequentare una scuola statale? Questa è un'ingiustizia. Il razzismo si diffonde anche così. Scritto in globalizzazione, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 47 ) » (4 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 13Oct 08 Ma Sarko è succube di Carlà? Ieri stavo pensando di scrivere un post di elogio di Sarkozy, per la reattività dimostrata durante la crisi finanziaria: è stato dinamico, propositivo, flessibile. E' stato uno dei pochi leader europei (con Berlusconi e il premier britannico Gordon Brown) ad aver capito subito la gravità della situazione e nel ritenere che solo un'azione congiunta a livello europeo sarebbe stata efficace, contrariamente alla Merkel, che è stata costretta a rivedere le sue posizioni, dopo le disgraziate decisioni di una settimana fa, che hanno contribuito non poco a diffondere il panico. Bravo Sarko, dunque. Ma simultaneamente alla riunione europea a Parigi, il presidente francese ha annunciato che non avrebbe estradato la terrorista rossa Marina Petrella. " Per ragioni umanitarie" è la spiegazione ufficiale. A mio modo di vedere inaccettabile: la signora Petrella, sebbene gravemente malata, resta una brigatista condannata all'ergastolo. Spetta all'Italia decidere in merito alla grazia o alla sospensione della pena e dunque Parigi doveva estradarla, a meno che Sarko non si fidi dell'Italia e dunque lo consideri un Paese del Terzo Mondo. Prendendo in considerazione la variabile Carlà, però, tutto diventa chiaro: la Petrella è protetta da Valeria Bruni Tedeschi e da alcuni intellettuali di sinistra. Valeria ha sensibilizzato la sorella Carla, la quale, mentre il mondo era sull'oro del collasso si è rivolta al marito. A modo suo ovvero in pressing asfissiante, perché la signora Bruni ottiene sempre quel che vuole. E Sarko, verosimilmente esasperato, alla fine ha ceduto, contraddicendo la decisione presa due anni fa dal suo stesso governo che si era espresso a favore dell'estradizione. Insomma, ha preferito irritare l'Italia piuttosto che dire no a sua moglie e, tramite lei, alla sinistra radical-chic parigina, la stessa che difendeva l'altro terrorista Battisti. Che delusione. Qual è il vero Sarko, con o senza Carlà? Scritto in democrazia, Italia, francia Commenti ( 61 ) » (7 voti, il voto medio è: 3.86 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Oct 08 Il vero debito americano è (forse) incolmabile George Bush tenta di rassicurare i mercati: "Siamo una nazione prospera e ci risolleveremo dalla crisi", ha dichiarato. Me lo auguro di cuore, ma non tutti sono ottimisti. Non lo è l'economista Martin Feldstein, come spiego in un articolo uscito oggi sul Giornale. Negli ultimi giorni l'Economist ha citato un dato spaventoso: il debito aggregato americano (ovvero famiglie, banche, imprese e pubblica amministrazione) è pari al 358% del Pil ovvero 51miliardi di debiti rispetto a un Pil di 14 miliardi. Massimo Mucchetti ha analizzato i sette errori del capitalismo americano, citando, oltre a queste, anche altre cifre inquietanti: l'esposizione della finanza è passata dal 21% del Pil nel 1980 al 116% nel 2007. Non sono un economista, ma un po' me ne intendo e la situazione mi sembra la seguente: l'economia americana è sommersa dai debiti, ma per un meccanismo assurdo che nessuno ha contrastato per oltre un decennio la crescita economia è dipesa e continua a dipendere dai consumi (che contano per il 70% del Pil), che a loro volta sono alimentati dalla finanza e dunque in ultima analisi dal debito. Ora la finanza è a corto di ossigeno, come fa l'America a rialzarsi in tempi brevi? Ho il sospetto che il fossato sia incolmabile: il peggio deve ancora venire? Scritto in economia, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 41 ) » (8 voti, il voto medio è: 4.25 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Oct 08 Banche, Veltroni sbaglia. Anche la sinistra ha le sue colpe Ieri sera Ballarò, Walter Veltroni ha dichiarato che "l'attuale crisi finanziaria è colpa della destra". Davvero? A me sembra che, in Italia, solo un politico ha visto per tempo arrivare la crisi e si chiama Giulio Tremonti, mentre a sinistra solo certi pensatori no global oggi possono affermare di aver sempre criticato lo strapotere del sistema finanziario. Invece la cosiddetta sinistra moderata mi è sempre parsa piuttosto compiacente, anzi ricettiva, nei confronti delle banche sia a livello nazionale sia internazionale. Vogliamo ricordare la vicenda Unipol? Profumo non è considerato un banchiere prodiano? In genere per anni i leader della sinistra sembravano non avere altro desiderio che farsi accreditare in quel mondo, con modalità tipicamente provinciali in Italia; più elaborate all'estero. Blair ha contribuito in modo decisivo alla gigantesca "finanziarizzazione" della Gran Bretagna con relativa esplosione del debito privato; le leggi americane che hanno consentito la diffusione del virus dei subprime e la deregolamentazione dei prodotti derivati più a rischio risalgono al 1999 e al 2000: sono state approvate in piena era Clinton. Sia chiaro: anche i partiti della destra moderata hanno le loro colpe. soprattutto nel mondo anglosassone. Quelle due leggi furono proposte, tra gli altri, dall'attuale consigliere di McCain, mentre l'Amministrazione Bush ha gravi responsabilità nel non aver nemmeno tentato di contrastare le pratiche immorali di banche mai sazie e onnipotenti. Tornando all'Italia, Prodi ha forse adottato misure per regolamentare e frenare le banche? Niente affatto, il cuneo fiscale ha finito per agevolare soprattutto gli istituti di credito, che hanno visto esplodere gli utili, ma la cui aliquota è scesa. La sinistra moderata (Pd e discendenti) è sempre stata molto amica del mondo finanziario. Veltroni lo ha già dimenticato? Scritto in economia, globalizzazione, democrazia, Italia, gli usa e il mondo Commenti ( 34 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.2 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 06Oct 08 L'egoismo della Germania può mettere a rischio anche l'euro Riepiloghiamo: dopo il crollo del muro di Berlino la Germania (cancelliere era Kohl) optò per una riunificazione monetaria con l'ex Ddr che sfidava il buon senso e che infatti si dimostrò largamente deficitaria, visto che ancora oggi i leander dell'est sono in difficoltà. Risultato: l'economia europea si fermò e rimase stagnante per tutti gli anni Novanta. La Germania impose al resto d'Europa i cinque criteri di Maastricht come condizione per dare il via libera all'euro; miravano a rendere la struttura finanziaria dei paesi membri della Ue simile a quella tedesca. Quei cinque criteri erano arbitrari in quanto non includevano altri indicatori economici fondamentali, ma i partner europei risposero presente e accettarono le pretese tedesche. Ora però è l'Europa che invoca solidarietà o perlomeno un coerente coordinamento tra i Paesi principali per gestire la crisi bancaria. Ma Berlino fa di testa sua: non solo boccia le richieste di Sarkozy e Berlusconi sulla creazione di un fondo comune, ma annuncia a sorpresa la tutela statale di tutti i depositi bancari privati in Germania. Una mossa volta a tutelare i risparmiatori tedeschi dal rischio crash, che può essere legittima e anche giusta ma che va presa di conune accordo con gli altri partner, altrimenti il rischio è che milioni di cittadini europei decidano di trasferire in Germania i propri conti, il che renderebbe ancora più instabile il sistema bancario europeo. Il ministero delle finanze afferma di "non volere un piano europeo perché vuole tenersi le mani libere e agire in modo indipendente". Ma allora perché varare l'unione economica e monetaria se non si è disposti a rispettarne lo spirito fino in fondo e soprattutto in momenti difficili come questi? Intanto il Financial Times avverte: se l'Unione europea non elabora una risposta corale la crisi potrebbe diffondersi rapidamente con dinamiche imprevedibili e a quel punto persino l'euro potrebbe essere a rischio. A che cosa mira la Germania? Scritto in europa, germania, Italia Commenti ( 89 ) » (8 voti, il voto medio è: 3 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie cina (14) democrazia (36) economia (4) europa (4) francia (17) germania (3) giornalismo (40) gli usa e il mondo (36) globalizzazione (16) immigrazione (28) islam (13) Italia (116) medio oriente (8) notizie nascoste (29) presidenziali usa (15) russia (12) svizzera (3) turchia (12) Varie (15) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. 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Cai: varato aumento di capitale e nominato CdA (sezione: Alitalia 2)

( da "Voce d'Italia, La" del 29-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Economia Passera: "tutte le scadenze sono state rispettate" Cai: varato aumento di capitale e nominato CdA E per Alitalia il Sindacato dei Lavoratori frena e si riserva un giudizio quando alcuni elementi saranno chiariti Oggi la Cai, riunitasi in assemblea ha decretato la trasformazione della società da Srl a SPa, varando anche l?aumento di capitale, ed ha nominato il Consiglio di amministrazione che il 31 ottobre prossimo sarà incaricato di presentare l?offerta per Alitalia al commissario Augusto Fantozzi. “Tutte le scadenze sono state rispettate" ha detto Passera, l?ad di Intesa San Paolo che ha aggiunto “i nuovi soci di Cai sono diventati di più, le risorse per fare ci sono”. L?offerta dovrà però avere l?ok della Commissione Europea a proposito della questione sul prestito ponte come aiuto di Stato, dell?Autorità garante per la concorrenza e il mercato sulle rotte ed infine vi è la necessità di raggiungere un accordo con i sindacati. Ed a questo proposito è intervenuto il Sindacato dei Lavoratori che negli ultimi giorni ha “riscontrato un tentativo di accelerazione” da parte della Cai ed ha perciò invitato l?azienda rispettare “dovuti tempi e modalità”. Tra i punti toccati dal sindacato in primo luogo ci sono la “discrezionalità gestionale” per selezionare le risorse da assumere, "discrezionalità che tocca anche punti quali il lavoro notturno, la maternità, l'inidoneità al lavoro". Il Sdl rileva anche la "grande confusione sui trattamenti previdenziali e sui requisiti di accesso alla pensione senza i quali è impossibile ragionare con certezza sul numero di lavoratori che potranno accedere alla pensione”. Inoltre il sindacato afferma come dovrà essere inserita "l'anzianità aziendale come criterio oggettivo e trasparente" e "occorrerà trovare un sistema per integrare le varie realtà" di Alitalia e Airone "che sia il più oggettivo ed il meno penalizzante possibile". “L?azienda” spiega SdL “ha rettificato il numero degli aeromobili che saranno utilizzati nel 2008 portandoli da 137 a 148 per poi arrivare a 153 nel corso del 2009. Un incremento che rende necessario un aumento del personale navigante (piloti e assistenti di volo). E' logico pensare che tale incremento determinerà un aumento fisiologico anche per le attivita' di terra connesse direttamente con l'operativo”. “Ad una prima valutazione – si legge nel comunicato del SdL- non ci sembra che le osservazioni sindacali siano state recepite nè tantomeno che i contratti riportino all'interno molte delle voci previste dal contratto Airone, mentre corre l'obbligo ricordare che alcune parti non sono ancora state affrontate durante l'ultima trattativa. SdL si riserva quindi un giudizio complessivo quando molti elementi saranno più chiari, ma afferma fin d'ora che sui criteri sara' dirimente l'inserimento del criterio oggettivo dell'anzianità per una soluzione positiva. Inoltre, molto più grande è la distanza sui contratti, a causa dell'atteggiamento di Cai teso ad interpretare sempre a suo favore ogni articolo contrattuale e che non si limita ad integrare l'accordo di Palazzo Chigi con la vigente normativa Airone. Questo atteggiamento aziendale sta diventando il vero ostacolo alla trattativa”.

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Rodriquez, i sindacati vogliono prolungare la cassa integrazione (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 29-10-2008)

Argomenti: Alitalia

PIETRA LIGURE CI SONO ANCHE VOCI SU POSSIBILI ACQUIRENTI Rodriquez, i sindacati vogliono prolungare la cassa integrazione Prolungare la cassa integrazione, o altri ammortizzatori sociali, per i 28 dipendenti dei cantieri Rodriquez di Pietra. E' la richiesta fatta ieri a Genova dai sindacati, spalleggiati dal sindaco Luigi De Vincenzi, all'assessore regionale alla politiche del lavoro Giovanni Vesco. Era presente anche l'azienda. Intanto si rincorrono voci su possibili acquirenti sia della Rodriquez che dell'operazione immobiliare prevista nelle aree dei cantieri. La cassa integrazione doveva durare solo 24 mesi forse nell'illusione che in due anni la nuova parte produttiva, prevista a ponente struttura, fosse stata realizzata. In 24 mesi poco è stato fatto. Da qui la necessità di prolungare la copertura per i lavoratori. «Siamo preoccupati dal fatto che l'azienda non è abbastanza incisiva per quanto riguarda i nostri problemi», sottolineano Angelo Bono e Gerolamo Bottino dell'Rsu. A ritardare l'operazione oltre ai problemi urbanistici anche le vicende societarie della Rodriquez oggi di proprietà del gruppo Colaninno. Dopo le voci di un interessamento del gruppo Delle Piane, alcuni giornali nazionali hanno ipotizzato i nomi (Finmeccanica e Fincantieri) di nuovo possibili acquirenti. Il gruppo Colannino avrebbe interesse a vendere per trovare liquidità da mettere nell'operazione Nuova Alitalia. «La Rodriquez ha detto che continuerà direttamente l'operazione», precisa il sindaco. Il 5 febbraio c'è l'attesa la conferenza dei servizi dove la Rodriquez dovrebbe chiarire meglio le sue intenzioni ed in particolare «dare le risposte chieste dagli enti pubblici sul progetto».\

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"Il biglietto per Roma da Levaldigi è caro e fuori mercato" (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 29-10-2008)

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LA PROTESTA. SENATORE MENARDI "Il biglietto per Roma da Levaldigi è caro e fuori mercato" «Il biglietto aereo Levaldigi-Roma è troppo caro». Protesta il senatore Beppe Menardi (An-Pdl), che spesso prende il volo Air Alps per la capitale. «Ci sono sconti in base alla data di prenotazione, ma il prezzo standard è 320 euro, almeno il 30% in più rispetto ad altre compagnie - dice - questo volo è stato attivato a carico della realtà locale: se Provincia o società aeroportuale pagano in anticipo dei biglietti o erogano contributi alla compagnia, meglio regalare dei posti o fare prezzi stracciati piuttosto di far viaggiare l'aereo vuoto». «Non esiste più il meccanismo praticato dalle precedenti gestioni del volo "vuoto per pieno", ossia non è la Provincia a pagare la tratta - replica Gianpietro Pepino, presidente della Geac che gestisce l'aeroporto -, Air Alps ha chiesto di volare a Levaldigi, paga allo scalo quello che deve e fa i prezzi che vuole. Anzi, il costo del biglietto è stabilito da Alitalia». La continuità territoriale, ossia il contributo statale per garantire la permanenza a Cuneo del collegamento verso Roma, ancora non c'è. «Il ministro Matteoli firmerà il provvedimento lunedì» assicura il presidente della Provinia Raffaele Costa. Poi ci sarà la gara da 1 milione di euro, finanziamento statale che potrebbe andare ad altre compagnie o alla stessa Air Alps. «Solo in questo caso potremmo chiedere di rivedere la politica dei prezzi» conclude Pepino. \

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Cai, i soci varanoil piano Alitalia (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 29-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Cai, i soci varanoil piano Alitalia l'assemblea Approvato l'aumento di capitale. Fantozzi: «Pericolosi ulteriori ritardi» milano. Via libera all'aumento di capitale «fino a 1 miliardo e cento milioni di euro», quotazione in Borsa della società«non prima del 2011», trasformazione dell'azienda in Spa, offerta vincolante per l'acquisizione di Alitalia pronta entro venerdì. Sono le principali decisioni adottate ieri dall'assemblea di Cai. L'aumento di capitale, in particolare, secondo quanto deciso dal consiglio di amministrazione, potrà essere sottoscritto anche da nuovi soci rispetto ai 16 fondatori (fra i potenziali nuovi ingressi, con un impegno di 15 milioni di euro, spicca il nome dell'imprenditore Mauro Traglio, attraverso la finanziaria di famiglia Mpa, controllata al 50% con il fratello Carlo) mentre l'offerta rimarrà sospesa fino al via libera da parte della Commissione europea, atteso per la seconda metà di novembre. Per quanto riguarda la scelta del partner straniero, sarà fatta entro il mese prossimo. «Mi auguro che non vi siano ritardi nella presentazione dell'offerta - ha commentato il commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi - perché questi potrebbero impattare negativamente sui conti dell'azienda. Da parte mia, mi aspetto che il 31 Cai si faccia avanti». E proprio per venerdìè stato convocato a Roma il consiglio di amministrazione di Cai, eletto ieri dall'assemblea, che attribuirà poteri e deleghe e delibererà la presentazione dell'offerta, qualora però siano stati raggiunti gli accordi coi sindacati. «Tutte le scadenze sono state rispettate», ha detto il ceo di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, al termine della riunione. Oggi pomeriggio Cai e sindacati proseguiranno il confronto sulla definizione dei contratti di lavoro della Nuova Alitalia. Con i sindacati, ha spiegato il presidente di Cai Roberto Colaninno, «non c'è nessuna trattativa, si tratta di stendere i contratti sulla base degli accordi già siglati, non di rinegoziare l'accordo». L'offerta su Alitalia resterà comunque sospesa fino all'ottenimento dei provvedimenti della Commissione europea, che attestino l'assenza di aiuti di Stato a vantaggio di Cai, e delle decisioni dell'Antitrust. Le azioni saranno offerte in parte agli attuali soci e in parte a nuovi soci. A Palazzo Clerici, ieri, oltre a Colaninno e all'amministratore delegato, Rocco Sabelli, erano presenti, tra gli altri, Corrado Passera, Gaetano Miccichè, Marco Tronchetti Provera, Francesco Caltagirone Bellavista, Salvatore Mancuso, Fausto Marchionni, Carlo Toto, Marcellino Gavio e Corrado Fratini. Non erano invece presenti i nuovi soci che si aggiungeranno ai 16 fondatori. L'assemblea ha inoltre deliberato l'adozione dello statuto della società che prevede il regime di trasferimento delle partecipazioni sociali, caratterizzato da un vincolo di lock up della durata di cinque anni. Il trasferimento delle azioni prima della scadenza del lock up potrà avvenire solo tramite la cessione «ad azionisti di Cai o a cittadini italiani o società facenti capo, direttamente o indirettamente, a soggetto o entità italiane, a condizione che vi sia il voto favorevole della maggioranza assoluta dei membri del cda». A partire dal terzo anno di vita, la società potrà decidere l'ammissione delle azioni in Borsa, tramite un'offerta pubblica di vendita. I soci hanno, infine, eletto il nuovo board di Cai, che rimarrà in carica per tre esercizi e risulta composto da 15 membri, tra cui Carlo Toto. Gli altri componenti, oltre a Colaninno e Sabelli, sono Gianluigi Aponte, Massimiliano Boschini, Francesco Caltagirone Bellavista, Carlo D'Urso, Corrado Fratini, Andrea Guerra, Salvatore Mancuso, Fausto Marchionni, Francesco Paolo Mattioli, Gaetano Miccichè, Angelo Riva e Marco Tronchetti Provera. La tensione, sul fronte sindacale, resta intanto altissima. In una lettera al commissario Fantozzi, le segreterie nazionali di Filt/Cgil, Fit/Cisl, Uiltrasporti e Ugltrasporti, sollecitano un incontro sullo stato di passività della compagnia «soprattutto perchè i lavoratori non hanno ricevuto ancora la comunicazione degli importi riconosciuti come dovuti». francesco ferrari francesco.ferrari@ilsecoloxix.it 29/10/2008

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taglio rotte, allarme a capodichino - angelo carotenuto (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 29-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina VII - Napoli Taglio rotte, allarme a Capodichino La Gesac: "Ricorso all´Ue se le tratte aeree verranno congelate" ANGELO CAROTENUTO Linate è più lontana. «Esistono concrete possibilità che vengano intaccate le frequenze dei voli da Napoli a Milano». I collegamenti settimanali con Capodichino oggi sono 66. Trentasei li garantisce Alitalia, gli altri 30 sono di Air One. E quando nascerà Cai? «Difficile che sia conservato lo stesso livello», le parole di Mauro Pollio, numero uno di Gesac, la società di gestione dell´aeroporto napoletano. Qualcosa in più di una preoccupazione in una fase già critica. Il traffico passeggeri non era così basso dal settembre 2001, l´anno del panico per l´attacco al World trade center di New York. Sette anni dopo, Capodichino è crollato a quota 559 mila, dunque il 9.5 per cento in meno rispetto a un anno fa. Le previsioni per ottobre sono di un meno 12 per cento, quelle per i mesi futuri di un meno 15. Un quadro fosco su cui incidono la crisi economica mondiale e le prospettive del dopo Alitalia. Ancora non del tutto note agli operatori. «Questo famoso piano Fenice - l´amarezza di Pollio - non l´ha visto ancora nessuno. Ho scritto una nota di mezza pagina a Berlusconi, perché immagino gli siano sfuggiti certi effetti del piano sulla città di Napoli». Capodichino chiede al governo l´istituzione di un tavolo istituzionale e una forma di assistenza tipo quella per Malpensa. Soprattutto chiede cosa sarà degli slot nazionali eventualmente lasciati liberi dalla fusione in Cai di Alitalia e Air One. «Speriamo che siano liberalizzate, ma certi segnali come le modifiche alla legge Marzano lasciano intendere il contrario. Siamo pronti - annuncia Pollio - a presentare ricorso all´Unione europea. Abbiamo ampi margini di trattativa con compagnie estere per portarle a operare sulle rotte libere. Capodichino ha la capacità di 30 movimenti l´ora, e oggi siamo a 24 nel momento di picco massimo. Insomma, abbiamo le mani libere, purtroppo gli slot non li gestiamo noi». Le cifre internazionali restano buone. Proprio ieri Clickair ha annunciato un volo giornaliero Napoli-Barcellona per la stagione invernale (decollo alle 10.35 dalla Catalogna e alle 13.20 da Capodichino). Il punto è il traffico nazionale, il 57 per cento del totale per Napoli, che ha già perso il collegamento con Venezia. Così come sono saltati un volo quotidiano verso Roma e due verso Malpensa. Fanno 28 a settimana in tutto. Air One e Alitalia hanno una flotta complessiva di 239 aerei, la nuova Cai non ne metterà in campo più di 146. Fatale che su Napoli arrivino altri tagli. E ora trema quel milione e 200 mila passeggeri che ogni anno viaggia verso Linate.

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il premier: l'allarme recessione può farci cambiare la finanziaria - roberto petrini (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 29-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina 11 - Economia Il premier: l´allarme recessione può farci cambiare la Finanziaria Italia a rischio, differenziale record tra il Bund tedesco e i Btp La cassa integrazione straordinaria sarà estesa alle grandi imprese ROBERTO PETRINI ROMA - Si riapre ufficialmente la partita della Finanziaria. E´ stato lo stesso presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a dare il via libera alla emendabilità del provvedimento, attualmente composto da soli tre articoli, che da giorni viaggia blandamente in Parlamento: «Potrebbe essere necessario un adeguamento della legge», ha detto il premier anche se si è affrettato a sottolineare che non si tratta di rompere le righe e rendere la Finanziaria «apribile a tutte le lobby». A giustificare il cambiamento di strategia del governo c´è naturalmente la colossale crisi economica che, ha osservato Berlusconi, «non era prevedibile soprattutto in certi settori» al momento del varo della manovra triennale che ha «messo in sicurezza i conti» prima dell´estate. Tutto fa pensare ad interventi, di cui si parla da giorni, a favore di famiglie, salari ed imprese che saranno oggetto oggi di un vertice tra i ministri Tremonti (Economia), Scajola (Sviluppo), Sacconi (Welfare), Brunetta (Funzione pubblica), Calderoli (Semplificazione) e Matteoli (Infrastrutture). Sul tavolo ci sono naturalmente le possibilità che si aprono con l´allentamento dei criteri del patto di stabilità europeo deciso dopo lo scoppio della crisi, la disponibilità teorica di 5-6 miliardi e l´avallo dell´opposizione all´operazione tredicesime. Tuttavia i conti pubblici italiani continuano ad essere sotto pressione: ieri il differenziale tra Bund tedeschi e Btp, entrambi decennali, è salito oltre un punto (a quota 102), un record da quando c´è l´euro. Sono proprio i tassi italiani, che scontano un rischio-paese maggiore, a salire: il Btp rende il 4,76 a fronte del 3,76 del "cugino" tedesco. Tuttavia la situazione dei consumi e dei redditi continua ad essere critica e i provvedimenti sembrano ormai inevitabili e ieri Berlusconi ha avuto un incontro a Palazzo Grazioli con Tremonti: c´è da decidere soltanto la strada e gli strumenti tecnici che potrebbero andare dalla detassazione delle tredicesime ad altre forme di bonus di fine anno alla proroga della detassazione degli straordinari. Quello che è certo è che la social card non sarà affatto sufficiente ad alleviare la crisi: le ultime indicazioni parlano di 40 euro al mese, ricaricabili bimestralmente, per gli ultra 65 enni e le famiglie con un bambino sotto i tre anni e con reddito sotto i 6.000 euro annui. Il finanziamento resta soltanto di un anno e non di tre: i soldi sono stati infatti dirottati al salvataggio Alitalia. Resta aperto anche il nodo delle imprese. Oltre al pacchetto Scajola ieri Berlusconi ha accennato all´aumento obbligatorio per le banche del «monte prestiti per le imprese, soprattutto piccole medie». Una soluzione che potrebbe essere inserita come emendamento nel decreto salva-banche: in questo modo gli aumenti di capitale previsti non suonerebbero più come un salvataggio ma come un incremento patrimoniale del sistema per far fronte a maggiori prestiti all´economia. Infine la questione lavoro e la rete di protezione per le crisi aziendali che si stanno moltiplicando nel paese. Ieri la Camera ha approvato il disegno di legge sul lavoro, che contiene tra l´altro lo stop alla stabilizzazione dei precari e la riforma del processo del lavoro: non è entrato il rifinanziamento della cassa integrazione da 450 a 600 milioni, anche se sembra certa l´intesa per riproporre la norma in sede di esame al Senato. C´è stata invece l´approvazione bipartisan di un emendamento dell´ex ministro del Lavoro Cesare Damiano che estende alle grandi imprese la possibilità di reiterare il ricorso alla cassa integrazione in deroga ai limiti attuali.

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cai vara l'aumento di capitale da 1,1 miliardi - lucio cillis (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 29-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina 22 - Economia Cai vara l´aumento di capitale da 1,1 miliardi Colaninno: lock up di 5 anni, partner estero a novembre. In cda Tronchetti e Toto "Offerta sospesa fino all´ok Ue". Nella cordata entrano anche gli altri soci LUCIO CILLIS ROMA - Aumento di capitale da un miliardo e cento grazie all´ingresso di nuovi soci e nessuna defezione nella cordata. L´assemblea Cai che si è svolta ieri a Milano ha dato un volto definito all´operazione di acquisizione degli asset Alitalia. Compagnia aerea italiana si trasforma in società per azioni. Con l´entrata di nuovi soggetti e la tenuta di tutti i 16 soci fondatori (alcuni dei quali erano dati per "uscenti" da voci insistenti) il capitale arriva a quota 1,1 miliardi. A questa cifra andranno a sommarsi altri 200 milioni di euro, iniettati dal partner straniero, per un totale di 1,3 miliardi. Pronti a partecipare all´aumento di capitale anche altri sei soci: Maurizio Traglio (presidente di Mpa), Enzo Manes (presidente di Intek), Atlantis Partners, gruppo Fontana, gruppo Orsero (import-export alimentare) e Carbonelli-D´Angelo (G&C holding). «I soci sono diventati di più, la compagine è compatta, le risorse per fare ci sono» ha sottolineato con soddisfazione Corrado Passera, ad di Intesa-Sanpaolo. La macchina di Cai, dunque, si muove. Venerdì sono attesi il via libera dei sindacati alla stesura dei contratti e la prima riunione del board che rimarrà in carica per tre esercizi fino all´approvazione del bilancio al 31 dicembre 2010. Questi i membri: Roberto Colaninno (presidente), Rocco Sabelli, Gianluigi Ponte, Massimiliano Boschini, Francesco Caltagirone Bellavista, Carlo D´Urso, Corrado Fratini, Andrea Guerra, Salvatore Mancuso, Fausto Marchionni, Francesco Paolo Mattioli, Gaetano Miccichè, Angelo Riva, Carlo Toto, Marco Tronchetti Provera. Il cda inizierà il suo lavoro dopodomani, attribuendo poteri e deleghe ma, soprattutto, deliberando la presentazione dell´offerta vincolante al commissario di Alitalia. Il via libera arriverà solo con l´assenso dei sindacati. L´offerta, aggiunge Cai, «rimarrà sospesa fino all´ottenimento dei provvedimenti della Commissione Europea, che attestino l´assenza di aiuti di Stato a vantaggio di Cai, e delle decisioni dell´Antitrust». L´assemblea ha deliberato l´adozione dello statuto della società che prevede il regime di trasferimento delle partecipazioni sociali, caratterizzato da un vincolo di lock-up per cinque anni. In pratica, il trasferimento delle azioni prima della scadenza «potrà avvenire unicamente tramite cessione ad azionisti della società, a cittadini italiani o società facenti capo a soggetti o entità italiane a condizione che vi sia il voto favorevole della maggioranza assoluta dei membri del cda». Inoltre, a partire dal terzo anno di vita, Cai potrà decidere di approdare in Borsa. Saranno quindi decisive le prossime ore: oggi nel primo pomeriggio inizierà l´ennesimo tour de force tra le nove sigle e i vertici di Cai, mentre il 12 novembre è atteso il parere della Ue. L´offerta sarà valida solo quando entrambe queste condizioni saranno soddisfatte. Sul cammino della privatizzazione restano però altri ostacoli. Uno è rappresentato dalla valutazione degli asset Alitalia, che secondo alcune indiscrezioni non sarebbe inferiore ai 700 milioni di euro, quasi il doppio della stima fatta da Cai. A questo proposito, Angelo Rovati, ex consigliere economico di Romano Prodi, ieri è rientrato a Palazzo Chigi, anche se nella veste di consulente della banca d´affari Rothschild, uno dei due advisor (l´altro è Banca Leonardo) incaricati di "pesare" il valore di Alitalia.

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Berlino, chiude l'aeroporto Tempelhof (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 29-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Berlino, chiude l'aeroporto Tempelhof Meredith: tutti a giudizio, 30 anni a Rudy La nuova Alitalia resta ancora a terra Kim Jong-il malato, mistero in Corea L'«impronta» umana uccide la Terra

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La nuova Alitalia decollerà solo con l'accordo sindacale (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 29-10-2008)

Argomenti: Alitalia

La nuova Alitalia decollerà solo con l'accordo sindacale È difficile che entro il 31 ottobre si possa raggiungere un accordo sul contratto. E senza accordo non ci sarà nessuna offerta vincolante. Il ritardo potrebbe incidere negativamente sui conti del gruppo. In alto mare. La nuova Alitalia è ancora in alto mare. Nonostante l'allarme lanciato dal commissario straordinario Augusto Fantozzi, che ha detto che una proroga dei termini dell'offerta di Cai potrebbe impattare sulla situazione finanziaria, a meno di sorprese il 31 di ottobre non sarà raggiunto un accordo tra la compagnia di Roberto Colaninno e i sindacati di volo. E senza accordo, come ha spiegato ieri una nota della Compagnia aerea italiana, niente offerta vincolante. E senza offerta vincolante, niente nuova Alitalia. CAPITALE E MALUMORI L'intesa con i sindacati è l'ultimo tassello di un complesso puzzle. Ieri a Milano l'assemblea della società ha deliberato l'aumento di capitale da 1,1 miliardi, a fronte di una previsione di 1 miliardo, che la trasforma in una società per azioni e ha adottato uno statuto. È stato anche nominato un nuovo consiglio di amministrazione composto da 15 elementi (Gianluigi Aponte, Massimiliano Boschini, Francesco Caltagirone Bellavista, Carlo D'Urso, Corrado Fratini, Andrea Guerra, Salvatore Mancuso, Fausto Marchionni, Francesco Paolo Mattioli, Gaetano Miccichè, Angelo Riva e Marco Tronchetti Provera), in rappresentanza della totalità dei soci, lasciando la guida operativa del gruppo al manager Rocco Sabelli. Gli azionisti sono rimasti sedici. Non sono state registrate defezioni, ma qualche malumore. Una parte degli industriali è preoccupata dalla crisi economica. Che non guarda in faccia a nessuno. Neanche un colosso come Lufthansa che ieri ha dovuto rivedere al ribasso i suoi obiettivi per il 2008. E che potrebbe essere il partner straniero del gruppo. La decisione, ha spiegato Colaninno, sarà fatta slittare alla fine di novembre. Tanto tempo c'è. NODI IRRISOLTI Prima del partner si devono risolvere due ordini di problemi. Il primo riguarda l'Unione Europea. La decisione di Bruxelles sul prestito ponte concesso dal governo ad Alitalia «è attesa per la seconda parte di novembre» ha detto Colaninno. Senza il via libera della Commissione niente Cai. Niente Cai anche senza l'accordo con i sindacati. Che oggi avranno un nuovo round con Colaninno. «Siamo ancora lontani» spiega Antonio Divietri di Avia. «Non ci sembra che le osservazioni sindacali siano state recepite». In poche parole i sindacati di volo imputano alla Cai di fare il gioco delle tre carte. Il primo scoglio è rappresentato dai criteri di selezione, o di esclusione, del personale e, in particolare, la discrezionalità che tocca punti come il lavoro notturno, la maternità, l'idoneità al lavoro. Il secondo scoglio è dato dai criteri di uscita del personale di volo che non verrebbe accompagnato alla pensione. Il terzo e ultimo punto concerne il numero di aeromobili. Cai ha rettificato il numero. Non saranno 148 ma 153 gli aerei impiegati. Mentre il personale rimarrà lo stesso. OFFERTA, MA QUANDO? Nonostante questo Cai presenterà la sua offerta entro venerdì, dopo il consiglio di amministrazione. Ma sarà solo fittizia. La richiesta sarà «sospesa» fino a che i problemi di cui sopra non saranno risolti. Ma quando? Fantozzi ha liquidità sufficiente sino a fine novembre. Quindi, un mese di tempo. Poi l'azienda potrebbe restare a terra. Ma non è detto. Ai sindacati il commissario, che conosce le trattative a fondo, ha detto che c'è la possibilità, alla scadenza di questo termine, di chiedere «un prestito revolving», prestito rimborsabile più velocemente degli altri. In sostanza, nonostante le sollecitazioni di Sabelli («bisogna che si cominci ad avere fretta»), la strada è ancora lunga. Anche perché le posizioni restano distanti. Con i sindacati, ha spiegato il presidente Colaninno, «non c'è nessuna trattativa, si tratta di stendere i contratti sulla base degli accordi già siglati, non di rinegoziare l'accordo». USCITA Se la data di ingresso è ancora da decidere, quella d'uscita è stata invece fissata. L'assemblea Cai, riunita a Milano, ha previsto fra tre anni il collocamento in Borsa. I soci potranno, così, riprendersi quella parte di capitale investito e guardare a un compratore. E questo nonostante un lock up di 5 anni. Che è aggirabile. Secondo il patto, il trasferimento delle azioni prima della scadenza potrà avvenire tramite cessione delle stesse ad azionisti di Cai o a cittadini italiani o società italiane con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei componenti del cda, che rimarrà in carica per tre esercizi fino all'assemblea di approvazione del bilancio 2010. Ma che si intende per società italiane? Nate in Italia o a controllo italiano? ROBERTO ROSSI ROMA rrossi@unita.it

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Alitalia, un miliardo di capitale per Cai In arrivo nuovi soci (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 29-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Economia Pagina 214 trasporto aereo Ieri assemblea della società Alitalia, un miliardo di capitale per Cai In arrivo nuovi soci Trasporto aereo. Ieri assemblea della società --> Via libera dell'assemblea di Compagnia aerea italiana alla creazione della società per azioni, all'aumento di capitale per 1,1 miliardi rivolto agli attuali soci e in parte ai nuovi e alla nomina del cda a 15, che farà la proposta per acquisire la parte ?buona? di Alitalia. Ma qualora tutti gli accordi sindacali fossero stati raggiunti. Peraltro, «non c'è nessuna trattativa ma solo un accordo da stendere» ha rilevato il presidente di Cai Roberto Colaninno. L'offerta rimarrà comunque sospesa fino all'ottenimento dei provvedimenti della Commissione europea che attestino l'assenza di aiuti di Stato a vantaggio di Cai e delle decisioni dell'Autorità garante per la concorrenza e il mercato, e cioè nella seconda metà di novembre, quando sarà scelto il partner straniero. L'OFFERTA Il cda di Cai si riunirà a Roma venerdì prossimo, proprio per deliberare sull'offerta vincolante (durante la riunione saranno attribuiti poteri e deleghe nel cda). Da parte sua, il commissario straordinario dell'Alitalia, Augusto Fantozzi, si attende il rispetto della scadenza del 31 ottobre, perché «non c'è nessuna proroga». Alitalia, ha ribadito Fantozzi, ha liquidità sufficiente sino a fine novembre e lo riferirà al Tribunale che lo ha convocato. Poi, una sollecitazione all'amministratore delegato di Cai Rocco Sabelli, «bisogna che cominci ad avere fretta». Ad allungare i tempi ha contribuito il confronto con i sindacati. IL CDA Ieri non erano presenti i nuovi soci fra cui, secondo indiscrezioni di stampa, ci sarebbero il gruppo Fontana e il gruppo Intek, Francesco Micheli. Fra i nuovi soci, con un impegno di 15 milioni di euro, l'imprenditore Mauro Traglio, attraverso la finanziaria di famiglia Mpa controllata al 50% con il fratello Carlo. Accanto al presidente Colaninno siedono Sabelli, Gianluigi Aponte, Massimiliano Boschini, Francesco Caltagirone Bellavista, Carlo D'Urso, Corrado Fratini, Andrea Guerra, Salvatore Mancuso, Fausto Marchionni, Francesco Paolo Mattioli, Gaetano Miccichè, Angelo Riva, Carlo Toto e Marco Tronchetti Provera. Cai potrà andare in Borsa ma solo fra tre anni tramite una offerta pubblica di vendita.

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BERLUSCONI E IL BIE: VIA LIBERA ALL'EXPO OGGI IL VERTICE PDL (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 29-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - MILANO - sezione: PRIMA PAGINA - data: 2008-10-29 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Il sindaco a Roma Fondi e investimenti BERLUSCONI E IL BIE: VIA LIBERA ALL'EXPO OGGI IL VERTICE PDL SU TAGLI E MALPENSA di MAURIZIO GIANNATTASIO Expo, tagli, Malpensa, fusione Atm-Gtt. Due giornate romane per la Moratti. Ieri a Palazzo Chigi con i vertici Bie che hanno incontrato il premier Berlusconi (nella foto). Oggi, incontro di maggioranza. Sul tavolo i mancati trasferimenti del governo. Non 150, ma 160 milioni, viste le difficoltà Sea dopo l'abbandono di Malpensa da parte di Alitalia. Un bilancio che preoccupa molto il sindaco. Intanto si va avanti sulla fusione Milano-Torino. Oggi il presidente di Atm presenterà le modifiche al piano richieste dalla maggioranza, preoccupata dal possibile strapotere di Torino. A PAGINA 2

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Berlusconi-Bie, via libera all'Expo Malpensa e tagli: oggi vertice Pdl (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 29-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2008-10-29 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Berlusconi-Bie, via libera all'Expo Malpensa e tagli: oggi vertice Pdl La Moratti a Roma. «Rassicurazioni su fondi e investimenti» Tra i «nodi» del summit del centrodestra anche il piano Alitalia e la fusione tra Atm e Gtt sull'asse Milano-Torino è partita ieri la due giorni romana del sindaco Letizia Moratti. Ieri il vertice a Palazzo Chigi con il premier Silvio Berlusconi, il presidente e il segretario generale del Bie e il ministro degli Esteri, Franco Frattini. «Un incontro cordiale », lo definisce una nota di Palazzo Chigi. Come dire dopo la tempesta (il ritardo di sette mesi per la firma del decreto Expo e l'ultimatum del Bie), la quiete. Il segretario generale Vicente Loscertales e il presidente Jean Pierre Lafon hanno chiesto al premier rassicurazioni sugli investimenti e spiegazioni sul decreto (ancora non pubblicato in «Gazzetta ufficiale»). Da parte sua, Berlusconi ha assicurato, nonostante il «congelamento» di sette mesi, «il forte interesse con cui il Governo, ed il Paese, guardano ad Expo 2015». Non ci crede l'opposizione di Palazzo Marino: «La Moratti — attacca il capogruppo del Pd, Pierfrancesco Majorino — deve fare un'operazione verità e venire in Consiglio entro metà novembre a spiegare quanti finanziamenti sono a rischio e quali le ricadute sulla realizzazione delle opere per Expo. Altrimenti noi siamo pronti a bloccare le attività del Consiglio comunale contro una gestione arrogante del centrodestra che pensa solo a spartirsi le poltrone». Oggi, invece, un passaggio più complicato. Vertice del centrodestra nella Capitale. Tre nodi sul tappeto: la fusione tra l'Atm di Milano e la Gtt di Torino. Malpensa e il piano di salvataggio di Alitalia. E infine la questione più spinosa: il bilancio dopo i mancati trasferimenti dello Stato. Una vicenda che si intreccia anche con Malpensa e con la Sea. Da una ricognizione dei conti, la Moratti ha scoperto che i tagli «romani» superano i 150 milioni prospettati qualche giorno fa. Perché si devono aggiungere altri 10 milioni di ulteriori mancati dividendi per la Sea dopo l'abbandono di Alitalia. Il sindaco è decisamente arrabbiato. La richiesta di liberalizzazione dei diritti di volo non è mai stata presa in seria considerazione dal governo nonostante le pressioni. Forse, venerdì un incontro con il premier. Capitolo Atm-Gtt. Oggi si capirà se si sblocca la situazione. nell'ultimo vertice, il centrodestra aveva manifestato molti timori sulla fusione Milano-Torino. La preoccupazione principale: che la governance della newco fosse sbilanciata su Torino nonostante le differenze delle due aziende. Gli attuali fatturati sono rispettivamente di 461 milioni (Gtt) e 576 milioni (Atm), Complessivamente il peso delle due aziende è stimabile in un 38-40 per cento di Gtt, contro un 60-62 per cento di Atm. «Non vogliamo fare l'errore di entrare in una società — attacca il coordinatore regionale di An, Massimo Corsaro — con la parte preponderante e poi farci sfuggire il governo reale. Il problema è questo. Perciò abbiamo chiesto delle modifiche ». E oggi sarà il presidente dell'Atm Elio Catania a presentare i correttivi richiesti al piano. Il sindaco e i finanziamenti L'ira del sindaco: la Moratti ha scoperto che i tagli «romani» superano i 150 milioni che erano stati prospettati qualche giorno fa Maurizio Giannattasio

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PENATI <Intesa con la Germania utile se copre le rotte Alitalia> (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 29-10-2008)

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n. 259 del 2008-10-29 pagina 2 PENATI «Intesa con la Germania utile se copre le rotte Alitalia» di Redazione «L'accordo con Lufthansa? Ha un senso se può fare le rotte che Alitalia ha abbandonato, se il governo non ci consentirà di fare questo avremo la compagnia tedesca che ci porterà a Francoforte per prendere i suoi voli intercontinentali. Senza liberalizzazione dei voli Milano non sarà collegato con il resto del mondo». Lo ha detto il presidente della Provincia, Filippo Penati, a margine della presentazione delle iniziative «Card over 65» e «Vale la spesa» tenutasi ieri in via Vivaio. «Ormai la nuova Alitalia è una piccola compagnia e non sarà in grado di far tornare Malpensa un grande aeroporto intercontinentale. Qui il grande assente è il governo». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Alitalia, Cai vara l'aumento da 1,1 miliardi (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 29-10-2008)

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Mercoledì 29 Ottobre 2008 Chiudi Ieri i soci hanno approvato la trasformazione in spa. Fossati si astiene sullo statuto. Sei i nuovi azionisti Alitalia, Cai vara l'aumento da 1,1 miliardi Nominato il cda: 2 posti al partner. Venerdì consiglio per l'offerta sulla Compagnia

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MILANO - Abbiamo trasformato la società in Spa, abbiamo aumentato il capitale, fa... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 29-10-2008)

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Mercoledì 29 Ottobre 2008 Chiudi di GIULIA LEONI MILANO - «Abbiamo trasformato la società in Spa, abbiamo aumentato il capitale, fatto lo statuto e nominato il consiglio che farà una proposta(per Alitalia, ndr) compatibile agli accordi sindacali». E' stato l'a.d. di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, ieri al termine dell'assemblea di Cai durata due ore, a dire per primo che «tutte le scadenze sono state rispettate». Che «le risorse per fare ci sono» e che «i soci sono diventati di più». Secondo quanto risulta a Il Messaggero, sarebbero della partita altri sei azionisti: i2 Capital, Atlantis Capital Partner (Camuzzi e Iannuzzelli), il gruppo Orsero (Gf Group), Carbonelli D'Angelo, il gruppo Fontana e la Mpa (holding dei fratelli Mauro e Carlo Traglio)che investe 15 milioni di euro. Mentre sia la Intek che il finanziere Francesco Micheli avrebbero fatto un passo indietro. Ieri l'assemblea della newco ha varato un aumento di capitale fino a 1,1 miliardi, ancora non sottoscritto: le azioni saranno offerte a vecchi e nuovi soci. Claudio Sposito (fondo Clessidra), pur votando a favore della ricapitalizzazione avrebbe precisato: «questo non significa il nostro obbligo di sottoscrivere la quota». L'assise ha anche adottato lo statuto che, come già noto, prevede un vincolo di lock up di 5 anni. Prima di allora il trasferimento delle azioni potrà avvenire solo tramite cessione delle stesse ad azionisti Cai e a cittadini italiani o società facenti capo, direttamente o indirettamente, a entità italiane. Ma solo a condizione che vi sia il via libera della maggioranza assoluta dei membri del cda. A partire dal terzo anno di vita, la società potrà essere quotata, con un'opv. L'avvocato Alberto Toffoletto (Nctm), presente in rappresentanza dei Fossati, si sarebbe astenuto sull'approvazione dello statuto perchè è stato tolto il patto di co-vendita. La clausola, sarebbe stato risposto a Toffoletto, verrà reintrodotta quando entrerà il partner estero. Sul quale «decideremo a novembre», ha detto il presidente di Cai, Roberto Colaninno. In pole position Air France che sarebbe disposta ad investire 200 milioni di euro, somma che rientra nell'1,1 miliardi. Al partner dovrebbero spettare due posti in consiglio. Per questo ieri, nel cda, sono state fatte due nomine tecniche: quelle di Massimiliano Boschini e Carlo D'Urso. Il consiglio, di 15 membri, resterà in carica per tre esercizi fino all'assemblea che approverà il bilancio 2010. Accanto al presidente Colaninno siedono l'a.d. Rocco Sabelli, Gianluigi Aponte, Francesco Bellavista Caltagirone, Corrado Fratini, Andrea Guerra (Intesa), Salvatore Mancuso, Fausto Marchionni (FonSai), Francesco Paolo Mattioli (Atlantia), Gaetano Micciché (Intesa), Angelo Riva, Carlo Toto e Marco Tronchetti Provera. Poteri e deleghe saranno attribuiti durante la riunione del board di venerdì 31 a Roma, che delibererà anche l'offerta vincolante se gli accordi sindacali nel frattempo saranno stati raggiunti: oggi alle 14.30 i rappresentati delle 9 sigle sindacali riprenderanno il confronto con Sabelli sui criteri di scelta e sul contratto. «Non c'è nessuna trattativa ma solo un accordo da stendere» ha rilevato Colaninno. Il commissario di Alitalia, Augusto Fantozzi non intende concedere ulteriori proroghe: «aspetto l'offerta per venerdì», ha tagliato corto ieri. Resterà comunque sospesa, ha ribadito Cai, fino alle decisioni dell'autorità garante per la concorrenza e il mercato. E fino a quando l'Europa non avrà attestato l'assenza di aiuti di Stato a vantaggio di Cai. La decisione dell'Ue, ha detto ieri Colaninno, «è attesa nella seconda metà di novembre». Ieri sono stati nominati anche i membri del collegio sindacale: oltre al presidente Giovanni Barbara ne fanno parte Graziano Gianmichele Visentin, Giorgio Silva, Tommaso Di Tanno e Paolo Salom. Prima dell'assemblea in mattinata Sabelli aveva visto a Milano il patron di AirOne, Toto. Riuscendo a superare le divergenze sorte per l'indisponibilità di Toto a fornire garanzie sui finanziamenti per l'acquisto degli aerei. Di Alitalia e non solo avrebbe infine parlato ieri l'ex consigliere economico di Romano Prodi, Angelo Rovati con Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del consiglio. Rovati che è senior advisor di Rothschild (chiamata a valutare gli asset di Alitalia) ha incontrato Letta a Palazzo Chigi.

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Cai diventa una spa Il partner non si vede Contratti in alto mare (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 29-10-2008)

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ALITALIA Cai diventa una spa Il partner non si vede Contratti in alto mare Francesco Piccioni E' nata la Compagnia aerea italiana. Forse. Ieri pomeriggio, a Milano, il cda della vecchia srl - una «scatola vuota» ideata per trafficare in tessuti e passamanerie - ha deliberato la trasformazione in società per azioni, la ricapitalizzazione da 160mila a 1,1 miliardi di euro, nonché un nuovo statuto e un nuovo consiglio di amministrazione, che comprende ora 15 persone. Il presidente è ovviamente Roberto Colaninno, l'amministratore delegato resta Rocco Sabelli. Rimane fuori, per scelta propria, il designer di tutta l'operazione, Corrado Passera, a.d. di IntesaSanPaolo. All'uscita, proprio Passera si dimostrava il più loquace nel descrivere i risultati della giornata; addirittura trionfante quando annunciava che «i soci sono diventati di più e le risorse per fare ci sono». In effetti c'è stata una new entry, Maurizio Traglio, presidente della Mpa Holding, con attività nel lusso e dintorni. Appena 15 milioni di partecipazione e nessuna competenza nel settore del trasporto aereo, ma bisognava far vedere che la «cordata» cresce. Grande enfasi anche sulla clausola del lock up, che vincola i soci a non vendere la propria partecipazione per i prossimi 5 anni, a meno che non la cedano ad altri soci o a imprese italiane (permettendo così a Berlusconi di continuare a parlare di «mantenimento dell'italianità»). Silenzio invece sul partner straniero, «decideremo a novembre». Ma sembra ormai certo che sarà Air France-Klm. Entro il 31 ottobre, invece, dovrà essere perfezionata l'«offerta vincolante» al commissario straordinario Augusto Fantozzi, con l'elenco delle attività Alitalia che si intende acquistare. E proprio per questo il nuovo cda è stato convocato venerdì. Fantozzi ha fatto sapere che non si aspetta alcun ritardo, viste le conseguenze che «potrebbe avere» sui conti della compagnia; per la quale, comunque, garantisce liquidità fino alla fine di novembre. Gli ostacoli che potrebbero diventare insuperabili per Cai, secondo questa visione, solo soltanto due: il parere della Ue - atteso per metà novembre - sul prestito-ponte concesso a aprile dal governo uscente (se non venisse riconosciuta la «discontinuità aziendale» tra Alitalia e Cai, potrebbe chiederne il rimborso a quest'ultima) e la firma dei contratti da parte dei sindacati (tre: piloti, assistenti di volo, personale di terra) entro il 31 ottobre. In proposito bisogna registrare qualche robusta divergenza di atteggiamento tra il presidente Colaninno e il suo a.d., Rocco Sabelli. Il primo, ieri sera, si diceva certo della firma perché «non c'è nessuna trattativa, si tratta di stendere i contratti, secondo l'accordo che è stato a suo tempo negoziato e accettato». Si tratterebbe insomma solo di fare un copia e incolla, o poco più. Sabelli, invece, ha abbandonato furente il tavolo del negoziato - la notte di lunedì - quando si è reso conto che i sindacati (tranne Cisl, Uil e Ugl) intendevano discutere tutti i dettagli tralasciati nella fretta della discussione a palazzo Chigi, un mese fa. Ad esempio, i criteri di assunzione proposti da Cai sono considerati «inaccettabili», perché discriminatori nei confronti della lavoratrici madri o di chi ha un familiare con handicap a carico. Sulla parte salariale, il testo finale di palazzo Chigi parlava esplicitamente di ricezione del contratto Alitalia decurtato del 7%, con applicazione del contratto AirOne per tutto quanto lì non contemplato. Al tavolo, invece, Cai si è presentata riproponendo le famigerate «tabelle» salariali che avevano sollevato una mezza insurrezione a Fiumicino. Oggi alle 14,30 la discussione riprenderà, ma i sindacati fanno già presenti le clamorose incongruenze presenti nei nuovi testi Cai. L'Sdl ha notato che il numero di aerei che si prevede di utilizzare «passa da 138 a 148», ma non si contempla un corrispondente aumento del personale di volo e di terra da assumere (sulla base dei regolamenti internazionali). E in ogni caso, «la distanza sui contratti - con i piloti la discussione sembra non sia nemmeno iniziata, ndr - è molto più grande a causa dell'atteggiamento di Cai, teso a interpretare a suo favore ogni articolo contrattuale».

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Strade allagate, auto bloccate, persone prigioniere all'interno. "Acqua alta"... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 29-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Mercoledì 29 Ottobre 2008 Chiudi di MAURO EVANGELISTI Strade allagate, auto bloccate, persone prigioniere all'interno. "Acqua alta" a piazzale Clodio, Ponte Milvio, Flaminio, Bocca della Verità. Macchine ferme sulla Colombo e sulla Portuense. Lunghe attese per i soccorsi, a causa delle decine di richieste. Black out in molti quartieri, fra cui Prati e San Giovanni e all'Auditorium di via della Conciliazione, dove è stato sospeso per un'ora il concerto di Burt Bacharach. Disagi anche sulla metropolitana: allagamenti alla stazione Ottaviano della A, chiuse Tiburtina e Pietralata sulla B. Aereo colpito da un fulmine nei pressi di Fiumicino, passeggeri spaventati, pilota costretto a tornare all'aeroporto di Falconara. Infiltrazioni nei locali del pronto soccorso dell'Ospedale Santo Spirito, ma per fortuna l'attività è proseguita normalmente. Il maltempo ha investito Roma, con violenza, ieri nel tardo pomeriggio, il nubifragio ha dato tregua solo verso mezzanotte. «Stiamo ricevendo moltissime chiamate, alcune strade sono impercorribili. A causa dei tombini ostruiti ci sono allagamenti ovunque», spiegavano i vigili urbani. Pesante il bilancio dei vigili del fuoco: centinaia le telefonate. In via Foscolo le trombe delle scale di un palazzo sono state allagate. Sulla Gianicolense il personale di un'officina è rimasto intrappolato all'interno: sono potuti uscire solo dopo l'intervento dei vigili del fuoco. Altri flash dalla città investita dal violento temporale. Strade impraticabili a Pineta Sacchetti, tutta Roma nord ha avuto problemi. Ancora: a piazzale della Radio un allagamento ha causato un incidente tra due auto; a Tor de Schiavi è saltato un tombino mentre stava passando una macchina. Allagamenti anche a Macchia della Farnesina e in tutto il centro. Anche sotto il ponte tra via Ostiense e via Gaspare gli automobilisti si sono arresi e hanno lasciato la loro macchina, sommersa dall'acqua. Lo stesso è successo ad alcune auto in via Trionfale. Via Salaria in emergenza, sempre per gli allagamenti che hanno interessato soprattutto i ponti. Lungotevere in tilt per numerosi incidenti. Infine, due aerei non hanno potuto atterrare all'aeroporto di Fiumicino per il violento temporale. In particolare un Atr72 dell'Alitalia, decollato alle 18.55 da Falconara, quando si stava avvicinando al Leonardo Da Vinci è stato colpito da un fulmine. I passeggeri hanno sentito un boato. Impianto di illuminazione in tilt, buio all'interno dell'aereo. Il pilota ha mantenuto i nervi saldi, dalla torre di controllo gli hanno spiegato che non era possibile atterrare neppure a Ciampino. E' tornato a Falconara, nessun ferito, ma tanta, comprensibile, paura. I medici si sono occupati di un passeggero sotto choc.

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Alitalia, Cai incassa 1,1 miliardi e prepara il <decollo> di venerdì (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 29-10-2008)

Argomenti: Alitalia

n. 259 del 2008-10-29 pagina 25 Alitalia, Cai incassa 1,1 miliardi e prepara il «decollo» di venerdì di Laura Verlicchi La nuova società vara l'aumento di capitale e nomina il consiglio. Fantozzi: «Mi aspetto l'offerta entro il 31 ottobre». Passera: dipende anche dalla Ue Sindacati Per Colaninno «Nessuna trattativa» Nuovi soci nella cordata: da 16 saliranno a 22 Alitalia, tutto è andato secondo i piani: l'assemblea della Compagnia Aerea Italiana ha dato il via libera all'aumento di capitale da un miliardo e ha nominato il cda. «Abbiamo creato la Spa, abbiamo aumentato il capitale, abbiamo fatto lo statuto, ed è stato nominato il cda che farà la proposta compatibilmente con gli accordi sindacali; ma tutte le scadenze sono state rispettate», ha detto l'ad di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera. «I soci sono diventati di più e le risorse per fare ci sono», ha annunciato. Sei i nuovi soci previsti: la Mpa di Traglio, Gf Group, il gruppo Fontana, I2 Capital, il fondo Atlantis e il gruppo Carbonelli D'Angelo. In totale saranno quindi 22 i membri della cordata che si conferma solida, con soddisfazione dell'advisor Intesa Sanpaolo e del responsabile corporate Gateano Miccichè. Infine, sull'offerta di Cai al commissario straordinario di Alitalia, Augusto Fantozzi, Passera si è limitato a dire «dipende anche dall'Europa». In un paio d'ore, quindi, i soci hanno deliberato la trasformazione di Compagnia Aerea Italiana in società per azioni - potrà anche andare in Borsa ma solo fra tre anni - e l'adozione di uno statuto che prevede il vincolo di lock up della durata di cinque anni. Il trasferimento delle azioni prima della scadenza del lock up potrà avvenire unicamente «tramite cessione delle stesse ad azionisti della società stessa o a cittadini italiani o società italiane con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei membri del Cda»: così il comunicato letto dal presidente di Cai, Roberto Colaninno, al termine dell'assemblea. L'aumento di capitale è rivolto «in parte agli attuali soci e in parte a nuovi soci» e destinato all'acquisto dei beni e degli asset di Alitalia. Il consiglio rimarrà in carica per tre esercizi fino all'assemblea di approvazione del bilancio 2010. Accanto al presidente Colaninno siedono Rocco Sabelli, Gianluigi Aponte, Massimiliano Boschini, Francesco Caltagirone Bellavista, Carlo D'Urso, Corrado Fratini, Andrea Guerra, Salvatore Mancuso, Fausto Marchionni, Francesco Paolo Mattioli, Gaetano Miccichè, Angelo Riva, Carlo Toto e Marco Tronchetti Provera. Poteri e deleghe saranno attribuiti durante la riunione di venerdì prossimo, che delibererà anche la presentazione dell'offerta vincolante al commissario di Alitalia Augusto Fantozzi «qualora tutti gli accordi sindacali fossero stati raggiunti». Il confronto con i sindacati ripartirà oggi. «L'offerta - ricorda la nota - rimarrà comunque sospesa fino all'ottenimento dei provvedimenti della Commissione Europea che attestino l'assenza di aiuti di Stato a vantaggio di Cai e delle decisioni dell'autorità antitrust». Il via libera di Bruxelles è atteso per la seconda metà di novembre. Quanto al partner straniero - Air France o Lufthansa - verrà scelto più avanti. «Decideremo a novembre», ha detto Roberto Colaninno. I sindacati? «Non c'è nessuna trattativa, ma solo un accordo da stendere», ha replicato il presidente di Cai. Accordo o no, il commissario Fantozzi si attende il rispetto della scadenza del 31 ottobre, perché «non c'è nessuna proroga». Un eventuale slittamento potrebbe avere un impatto sulla situazione finanziaria della compagnia. Alitalia, ha ribadito Fantozzi, ha liquidità sufficiente sino a fine novembre. E l'ad di Cai Rocco Sabelli «bisogna che cominci ad avere fretta». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Obama, maxi-spot a reti unificate (sezione: Alitalia 2)

( da "Quotidiano.net" del 29-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Il candidato democratico ha comprato uno lungo spazio televisivo in prima serata su cinque network: vuole convincere gli ultimi indecisi e distaccare del tutto l’avversario repubblicano John McCain

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Barack Obama apparirà stasera alle 20, ora della east coast, su cinque network, tra cui Cbs, Nbc e Fox, con un video in cui parlerà dei suoi progetti e presenterà alcune delle persone e delle famiglie che ha incontrato in questi due anni di campagna elettorale. Il filmato passerà anche su Univision, Bet, Msnbc e TV One. L?unica rete che non ha aderito è la ABC, che pare però abbia raggiunto un accordo con i responsabili della campagna elettorale del senatore dell?Illinois per mandare in onda il filmato in un?altra serata. E? la prima volta in 16 anni, sottolineano i media americani, che un candidato alla Casa Bianca compra uno spazio televisivo così lungo in prima serata per uno spot elettorale. Guarda la videonewsSventato complotto naziskin per uccidere Obama - ELEZIONI La Nasa ha previsto il voto in orbita per due astronauti Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi Berlusconi: "Polizia nelle università" Veltroni: "Il premier soffia sul fuoco" (156 commenti) Bloccate le vie d'accesso al Senato Berlusconi: "Polizia nelle scuole? 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Montano è poi entrato nella pista prove del Mirafiori Motor Village dove ha provato anche la nuovissima Delta 1.9 TwinTurbo da 190 cv RICERCA ANNUNCI Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec >

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Scuola, ore 10,30: il dl Gelmini è legge Pd e Idv giù in piazza con gli studenti (sezione: Alitalia 2)

( da "Quotidiano.net" del 29-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Passato con 162 voti favorevoli, 134 contrari e 3 astenuti. Fin dalle otto hanno cominciato ad arrivare gli studenti al presidio sotto il Senato in attesa dell’arrivo dei diversi cortei spontanei che dovrebbero attraversare la città

" /> Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova GRATUITA Politica SPORT TV FOTO E VIDEO MOTORI BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI Cronaca Stop al bullismo Politica Esteri Libri Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Meteo Scommesse Casa LA PROTESTA ANTI-GELMINI Scuola, ore 10,30: il dl Gelmini è legge Pd e Idv giù in piazza con gli studenti Passato con 162 voti favorevoli, 134 contrari e 3 astenuti. Fin dalle otto hanno cominciato ad arrivare gli studenti al presidio sotto il Senato in attesa dell?arrivo dei diversi cortei spontanei che dovrebbero attraversare la città Roma, 29 ottobre 2008 - E' arrivato il via libera definitivo del Senato al decreto legge sulla scuola. Il provvedimento, che porta il nome del ministro dell?istruzione, Mariastella Gelmini, è stato approvato dall?aula di Palazzo Madama con 162 voti favorevoli, 134 contrari e 3 astenuti. Il provvedimento prevede, tra le altre cose, il ritorno dal 2009-2010 delle classi con il maestro unico nella scuola primaria e il voto in condotta che farà ?medià con quelli conseguiti nelle altre materie. PD E IDV IN PIAZZA Subito dopo il via libera del Senato i senatori del Pd e dell?Italia dei valori scendono in piazza con gli studenti, che da ieri manifestano sotto palazzo Madama. In testa al gruppo dei senatori c?è la capogruppo del Partito democratico Anna Finocchiaro che, dopo aver letto in aula una lettera di alcuni studenti che aderiscono alla protesta, si intrattiene a parlare con alcuni di loro. LA FINOCCHIARO E I MESSAGGI DEGLI STUDENTI "Onorevole Presidente del Senato onorevoli senatori, oggi nelle vostre mani non vi è un semplice decreto legge, ma il nostro futuro , che è il futuro del paese; è a voi che rivolgiamo l?ultimo, strenuo appello affinchè qualcuno, finalmente, prenda in considerazione il nostro parere: il parere degli studenti". è il messaggio degli studenti del Liceo Orazio letta dalla senatrice Anna Finocchiaro nell?Aula di Palazzo Madama. "Onorevoli Senatori, l?Italia ha assistito in questi giorni alla discesa in piazza di decine di migliaia di studenti di ogni ordine e grado. Persino i professori, i docenti universitari ed i dirigenti scolastici hanno tentato di difendere questa scuola, istituzione che sino ad oggi è riuscita a garantire a tutti i giovani un dignitoso livello d?istruzione nonostante i numerosi tagli di cui essa è stata spesso oggetto. Oggi il Ministro della Pubblica Istruzione sta cercando di infliggere il colpo di grazia alla nostra scuola, che dalla Seconda Guerra Mondiale garantisce in modo paritario un?adeguata istruzione affinchè tutti abbiano la possibilità di inserirsi nel tessuto sociale el nostro Paese: un Paese democratico. Piuttosto che tornare in classe con questo decreto, siamo pronti a fare sentire la nostra voce per cercare di garantiren fino in fondo quella democrazia conquistata dai nostri padri". Intanto fin dalle 8 ci sono poche decinedi studenti a presidiare il Senato dove oggi dovrebbe arrivare il via libera definitivo ai provvedimenti sulla scuola targati Gelmini. Tra i primi ad arrivare, intorno alle 8.30, gli studenti del Virgilio cui si stanno aggiungendo altri istituti della capitale, in attesa dell?arrivo dei diversi cortei spontanei che dovrebbero attraversare la città. IL PRESIDIO CONTINUA Nonostante il diluvio, alcuni studenti la scorsa notte hanno presidiato piazza Navona e la zona del Senato . ??Non sara? certo la pioggia a frenarci - assicurano - saremo qui tantissimi per fare sentire la nostra voce contro questa riforma sbagliata??. I ragazzi a piccoli gruppi chiacchierano tra loro, qualcuno legge il giornale, altri commentano la giornata di ieri e si preparano alla lunga mattinata, qualcun altro più ?diligentè seduto per terra si anticipa i compiti. Corso Rinascimento non è ancora stato chiuso al traffico come accaduto invece ieri. Gli striscioni sulle transenne sono gli stessi di ieri firmati dal popolo della scuola pubblica che chiede di non distruggere l?istruzione. IL PDCI: ORA REFERENDUM Ora che il Dl Gelmini è legge “siamo già pronti a raccogliere le firme per il Referendum abrogativo, così daremo ai milioni di studenti, insegnanti e genitori lo strumento che la Costituzione riconosce per cancellare leggi barbare e sbagliate”. E? quanto afferma Orazio Licandro, responsabile organizzazione del Pdci. LA PROTESTA Gli studenti: "In 10mila sotto il Senato". Bagarre in aula - Tre senatori Idv si affacciano: "Siamo con voi"Bologna: fiaccolata di protesta - Tensione a Milano - Università occupatePolizia per fermare le occupazioni? - Giuste le proteste studentesche? 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Mai detto né pensato" (119 commenti) Odeon, no alla chiusura Firma anche tu la petizione (100 commenti) Multa record a senzatetto Oltre 700 euro per aver steso i cartoni (65 commenti) Tornelli ai magistrati, risponde l'Anm: "Brunetta non sa di cosa sta parlando" (45 commenti) Volevano chiamare il figlio 'Venerdì' La Cassazione: stop ai nomi insoliti (31 commenti) "Questa è un'isola felice ma la guardia resti alta" (28 commenti) Scuola, bagarre in aula al Senato Non si fermano cortei e occupazioni (21 commenti) Mancuso: "Vigile 'obbligato' alla multa Servono sanzioni alternative" (21 commenti) 10:00:10 - BB, ma l'energia elettrica è già arrivata dalle tue parti? mi sembra tu viva in un altro secolo, hai[...] "Al tennis ho ancora molto da dare"06:57:33 - Per Valentina, forse è meglio che torni a scuola a imparare l'italiano,ma non vi vergognate? I vostr[...] Scuola, bagarre in aula al Senato Non si fermano cortei e occupazioni03:17:32 - se vogliono scioperare facciano pure. Alla fine dell'anno, però, se saranno trovati impreparati sul [...] Scuola, bagarre in aula al Senato Non si fermano cortei e occupazioni02:05:07 - luca ci sono diverse scuole, come quella che ho fatto io, dove mi toccavastare a scuola fino alle 2:[...] Scuola, bagarre in aula al Senato Non si fermano cortei e occupazioni01:10:19 - La cosa che mi piace di più quando vado al cinema è ritornare dolcemente alla realtà: andare al cine[...] Odeon, no alla chiusura Firma anche tu la petizione01:01:34 - Il governo, che ha sprecato miliardi per regalare Alitalia agli amici suoi, adesso taglia su scuola [...] Scuola, bagarre in aula al Senato Non si fermano cortei e occupazioni00:55:08 - L'OPPOSIZIONE HA DETTO - ANCHE A TRIESTE CI SONO STATE GRANDI PROTESTE CON LEZIONI ALL'APERTO IN PIA[...] Scuola, bagarre in aula al Senato Non si fermano cortei e occupazioni Sanremo, giusto abolire il dopo-Festival?Drink alla nicotina: è una buona idea?Campionato serie A1 pallavolo femmminile: chi vincerà lo scudetto 08/09?Campionato serie A1 pallavolo maschile: chi vincerà lo scudetto 08/09?Calciatore, scrittore o... Tu chi preferisci?Cure psichiatriche obbligatorie per i pedofili, sei d'accordo?Se vincessi al SuperEnalotto, usciresti allo scoperto?Gay in politica: è vero che sono discriminati?Polizia per fermare le occupazioni nelle scuole, sei d'accordo?Beckham al Milan, un buon acquisto?Cure palliative a base di oppio contro il dolore: sei d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via definitiva per droga: sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la richiesta dell'Italia alla Ue di tempi di applicazione più lunghi?Gli italiani sono ancora un popolo di superstiziosi?Accettabile assumere farmaci per migliorare le proprie prestazioni sportive? La foto del giorno Lancia Delta ad Aldo Montano Il plurimedagliato schermitore italiano Aldo Montano ha ricevuto a Torino le chiavi della sua Lancia Delta color Grigio Tempesta dal responsabile della Comunicazione Lancia, Maurizio Spagnulo. Montano è poi entrato nella pista prove del Mirafiori Motor Village dove ha provato anche la nuovissima Delta 1.9 TwinTurbo da 190 cv RICERCA ANNUNCI Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec div>

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Autolesionismo con lode (sezione: Alitalia 2)

( da "Opinione, L'" del 29-10-2008)

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Oggi è Mer, 29 Ott 2008 Edizione 231 del 29-10-2008 Gli universitari manifestano contro i tagli ma il problema sono i docenti e i rettori Autolesionismo con lode di Francesco Blasilli Se i ?brillanti? studenti universitari che manifestano lungo le strade dell?Italia intera, accompagnati dagli altrettanto ?brillanti? ricercatori e docenti (i rettori no, loro esprimono il loro dissenso lasciandosi intervistare a domicilio) dessero uno sguardo al Corriere della Sera, probabilmente si renderebbero conto che il loro tempo potrebbe essere utilizzato in modo più brillante. Nell?editoriale di ieri, a firma di Francesco Giavazzi, vengono chiarite molte cose sulla riforma (che non c?è) dell?università italiana. Vieni spiegato tutto quello che maggioranza ed opposizione non spiegano, forse perché non sono in grado, forse perché non gli conviene. Al momento non esiste nessuna riforma dell?Università e l?unico appiglio dei rivoltosi è quello del taglio previsto dalla legge finanziaria ?significativo ma non drammatico?, come lo definisce Giavazzi sul Corriere, visto che si tratta del 3% annuo. In totale sono un miliardo e quattrocento milioni di euro in meno diluiti in cinque anni, cifra confermata dal polemico (e pronto a dimettersi) rettore del Politecnico di Torino Francesco Profumo. Ora, il paragone sarà poco calzante ed irriverente, ma rende bene l?idea. I dipendenti Alitalia dovevano rinunciare al 6% del loro stipendio e non facendolo si comportavano da irresponsabili, mentre per le Università italiane la crisi finanziaria è come se non esistesse: insomma, gli illustri atenei italiani (nessuno dei quali, giova ricordarlo, figura tra i 150 migliori al mondo) non vogliono rinunciare nemmeno agli spiccioli. Fuori la gente muore di fame, ma dentro il campus se ne fregano altamente. Lorsignori obietteranno che nelle università non si naviga certo nell?oro, ed hanno indubbiamente ragione, ma quali sono i risultati che portano? E soprattutto, come hanno speso questi soldi? Arricchendo loro, i loro parenti e i loro amici. Tralasciando il discorso sui ?baroni? e i casi conclamati di nepotismo, segnala sempre Giavazzi che nei prossimi mesi 4mila professori verrano promossi all?interno dell?università, mentre 3mila dottorandi poggeranno definitivamente il sedere sulla poltrona grazie al concorso da ricercatore. Chi manifesta, forse non lo sa, ma non sta facendo altro che il gioco dei potenti che vorrebbero combattere. Docenti e rettori incitano alla battaglia contro il governo, per gettare fumo negli occhi. Gli studenti se la prendessero con lo Stato, così lasciano in pace a noi. Chissà quanti dei ragazzi scesi in strada si saranno presentati all?esame per diventare ricercatore e avranno dovuto ascoltare, dopo essere stati inspiegabilmente bocciati, le seguenti spiegazioni. A) ?Beh, sai, Antonello è la terza volta che fa l?esame, il posto gli spettava. B) ?Scusa, ma Giorgia è la figlia del preside della facoltà di matematica?. Risposte date da un docente, sia chiaro, sempre che l?aspirante dottore non sia stato sconsigliato ben prima dell?esame: ?lascia perdere; si ci sono sei posti, ma sono già assegnati. Dai, prova la prossima volta?. Spiegazioni date sempre e comunque dai docenti in persona. Prima di lamentarsi de tagli del 3% che di certo non rovinano l?università, gli studenti protestino per gli scandalosi sistemi interni agli atenei italiani e per l?impossibilità lavorare, a meno che di non avere il cognome vincente. Invece, così facendo, si mettono al servizio di quelli che fanno di tutto per mantenere lo status quo che danneggia gli studenti: i docenti. E che dire dei rettori, frutto per antonomasia di una lobby di potere, e ultimi garanti dell?ancien regime universitario. Se il rettore di Torino Francesco Profumo ?è pronto a dimettersi?, lo faccia davvero. Abbandoni tutto il suo potere e si faccia da parte. E se altri vogliono seguirlo, si accomodino, la porta è aperta. Per gestire l?università italiana come è stato fatto sino ad oggi, basta un semplice commercialista, se non addirittura un ragioniere: tanto il suo unico compito è quello di trovare uno stipendio per amici e parenti dei docenti che lo hanno eletto. Certo, ci sono anche i casi dei rettori-politici, come il no-global di Roma Tre Guido Fabiani, che invita alla diserzione. ?Dobbiamo costruire il futuro di questo Paese - ha detto il rettore agli studenti - tra dieci anni sarete voi la nostra classe dirigente. Dovete lottare per far capire anche ai vostri colleghi che oggi stanno facendo lezione che cosa vuol dire fare questa battaglia. In questa Università - ha aggiunto Fabiani - ci sono 40 mila studenti e voi dovete cercare di arrivare a tutti. La linea che dobbiamo portare avanti è quella del no ai tagli all?Università, sappiamo tutti che quei tagli sono stati fatti per finanziare i tagli dell?Ici. È necessario un rinnovamento generazionale dell?Università - ha concluso - in modo costante e significativo, la strada è lunga e difficile ma il vostro entusiasmo vi aiuterà?. Insomma, in attesa che Rifondazione risorga e a lui spetti un seggio parlamentare, Fabiani arringa le folle, da un pulpito che dovrebbe essere istituzionale e super partes. Ma cosa ci si vuole aspettare da uno che voleva vietare la vendita della ?Coca cola? dentro il suo ateneo? Niente di diverso di un invito a disertare le lezioni. Qualcosa di diverso, invece, ce lo saremmo aspettati dal Governo e dal ministro Gelmini. Ci saremmo aspettati, per esempio, un bel manifesto di intenzioni: ?Noi cambieremo l?Università italiana in questo modo?. Idee concrete da sbattere in faccia alle fumose rivendicazioni della piazza. Ci saremmo aspettati qualcosa di più dei numeri annunciati con un comunicato stampa da parte del ministero: 94 università, più di 320 sedi distaccate, 327 facoltà che non superano i 15 iscritti e 37 corsi di laurea con un solo studente. Avere notizie più dettagliate appare impresa ardua, anche provando a passare attraverso la rete dell?impenetrabile ufficio stampa del ministero dell?Istruzione. Avevamo chiesto solo i nomi delle facoltà incriminate e siamo ancora in attesa di risposta. Il dubbio che i dati comunicati in precedenza non siano esatti, è molto grande. Non è un dubbio, ma una certezza, invece, che il governo abbia sbagliato strategia comunicativa se è vero, come è vero, che dopo una settimana di proteste in strada, è un giornale, il Corriere, a comunicare l?entità della presunta scure che calerà sull?università italiana: il 3%. Insomma sbaglia il governo, sbaglia chi protesta, ma non sbaglia chi alimenta la protesta: se si riforma l?università, prima o poi un briciolo di meritocrazia andrà introdotto. Tra i tanti che commettono errori abbiamo volutamente dimenticato l?opposizione. Come abbiamo già scritto, Veltroni avrebbe semplicemente dovuto dire la verità: i tre maestri, la proliferazione delle facoltà e la moltiplicazione di cattedre e posti per i professori (motivazioni che inducono la Gelmini a tagliare) sono stati introdotti ? nella maggior parte dei casi ? durante il governo di centrodestra con la Moratti come ministro. Ma il termine ?errore? non si usa quando ci si trova di fronte ad un soggetto palesemente ?incapace di intendere e di volere?. Chiedere conferma al Pm Di Pietro.

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La Cai si prepara al decollo per fine mese (sezione: Alitalia 2)

( da "Opinione, L'" del 29-10-2008)

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Oggi è Mer, 29 Ott 2008 Edizione 231 del 29-10-2008 PRONTA A PRENDERE IL VOLO IN BORSA AL TERZO ANNO DI ATTIVITA' La Cai si prepara al decollo per fine mese di Maria Laura Zuccheri Se tutto procederà come da copione, la nuova Alitalia targata Cai potrebbe approdare a Piazza Affari al terzo anno d?attività. Nel frettempo, però ,sindacati e Commissione europea restano gli ultimi ostacoli nella corsa di Compagnia aerea italiana per l?acquisizione della ?parte buona? della compagnia di bandiera. L?indicazione è uscita dalle parole dell?amministratore delegato della società, Rocco Sabelli e dal numero uno di Intesa SanPaolo, Corrado Passera, al termine dell?assemblea che si è svolta ieri a Milano. Un vertice funzionale alla trasformazione di Cai da srl a società per azioni e in cui è stato deliberato un aumento del capitale sociale fino a 1,1 miliardi di euro, varato lo statuto e nominato il consiglio di amministrazione. Sarà quest?ultimo (presieduto da Roberto Colaninno e composto da Rocco Sabelli, Gianluigi Ponte, Massimiliano Boschini, Francesco Caltagirone Bellavista, Carlo D?Urso, Corrado Fratini, Andrea Guerra, Salvatore Mancuso, Fausto Marchionni, Francesco Paolo Mattioli, Gaetano Micciché, Angelo Riva, Carlo Toto, Marco Tronchetti Provera), venerdì 31 ottobre, a deliberare la presentazione dell?offerta vincolante al commissario straordinario Augusto Fantozzi ma solo se nel frattempo sarà stato raggiunto un accordo con i rappresentanti dei lavoratori sui nuovi contratti di lavoro. Lunedì c?è stato un primo confronto che però non è approdato all?accordo, dunque i negoziati sono stati rinviati e riprenderanno oggi. ?La trattativa sindacale è uno degli aspetti più critici per Cai?, ha sottolineato Sabelli benché nei giorni scorsi il presidente della società sia stato perentorio: ?Il negoziato è finito?, aveva dichiarato Roberto Colaninno in un?intervista al Corriere della Sera. Secondo il patron della Piaggio l?accordo siglato a Palazzo Chigi deve essere recepito ?formalmente nella stesura dei contratti? perché, ?provare a riaprire una trattativa già conclusa significherebbe chiudere l?ultima porta per il rilancio di Alitalia?. Superato lo scoglio sindacati, tuttavia, l?offerta per Alitalia ? spiegava una nota della società al termine dell?assemblea ? resta ?sospesa fino all?ottenimento dei provvedimenti della Commissione europea che attestino l?assenza di aiuti di Stato a vantaggio di Cai e delle decisioni dell?Autorità garante per la concorrenza e il mercato?. Un punto, questo, su cui ha insistito lo stesso Passera che, alla domanda su quando sarà presentata l?offerta, ha risposto ?dipende anche dall?Europa?. Tanto l?ad di Intesa SanPaolo quanto Sabelli, mettendo a tacere i rumors circolati nelle ultime settimane, hanno puntualizzato che nonostante la crisi finanziaria ?la compagine dei soci è compatta? e che ?le risorse per fare ci sono?. Passera ha aggiunto che ?i soci sono diventati di più? rispetto ai 16 noti finora ma non ha fatto nomi. Secondo indiscrezioni di stampa tra i nuovi entranti ci sarebbero Enzo Manes (presidente di Intek), il finanziere Francesco Micheli, Maurizio Traglio e il gruppo Fontana. Quanto alla definizione del partner straniero, è certo che avverrà il entro metà novembre mentre la nuova Alitalia dovrebbe spiccare il volo il primo dicembre.

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Cai ha trovato il miliardo Però potrebbe non bastare (sezione: Alitalia 2)

( da "EUROPA ON-LINE" del 30-10-2008)

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Cai ha trovato il miliardo Però potrebbe non bastare gianni del vecchio Gli americani sintetizzano il concetto con l?efficace «it?s all about money», «è solo una questione di soldi». Frase quanto mai calzante per l?affare Alitalia, visto che in un verso o nell?altro tutto gira intorno ai soldi che Cai avrà a disposizione per portare a termine l?acquisto della compagnia di bandiera. Ieri Passera e Colaninno possono dire di aver tirato un sospiro di sollievo quando l?assemblea ha approvato la ricapitalizzazione della società fino a 1,1 miliardi di euro. Perché il risultato era tutt?altro che scontato, visto le grosse difficoltà che i 16 soci fondatori hanno incontrato per reperire capitali in un momento in cui le banche non smaniano dalla voglia di concedere prestiti. Problemi che non hanno risparmiato neanche il capo-cordata ovvero Roberto Colaninno. Tanto che la soluzione s?è trovata soltanto allargando lo spettro della compagine sociale: sono entrati nel capitale altri imprenditori, tra cui Maurizio Traglio, per sopperire alla minore disponibilità di quelli della prima ora. Passato il primo scoglio finanziario, c?è ancora il secondo da evitare per poter chiudere la partita. Ed è quello della valutazione degli asset che passeranno da Alitalia, ora in amministrazione straordinaria, a Cai. Bruxelles ha avvertito il governo italiano che la stella polare da seguire sono i prezzi di mercato. Ma seguendo questo criterio i costi per la cordata lieviterebbero e non di poco. Secondo voci che circolano negli ambienti finanziari, Banca Leonardo, deputata alla valutazione dei beni aziendali della linea aerea, avrebbe fatto una stima di massima che è il doppio di quanto la Cai vorrebbe sborsare per slot e aerei: quasi 800 milioni di euro a fronte dei 400 proposti. In questo caso rimarrebbero in cassa solo 300 milioni, che da soli non bastano a garantire l?operatività dei voli. A parte l?aumento di capitale e l?ingresso dei nuovi soci, l?assemblea di ieri ha preso altre decisioni importanti. Prima di tutto, è stato deciso che venerdì prossimo sarà presentata al commissario Fantozzi l?offerta vincolante. Un?offerta che però sarà subordinata a due condizioni: il via libera della commissione europea (che però avverrà solo a metà novembre) e l?accordo con i sindacati sul contratto di lavoro. Deciso poi anche il lock up fra i soci. Nello statuto è inserita una clausola che prevede l?impossibilità di vendere le azioni per cinque anni. C?è una deroga, però, e non da poco: se un socio vorrà vendere le quote a un?altra impresa o cittadino italiano potrà farlo se ha dalla sua la maggioranza assoluta del cda. C?è poi un altro modo per aggirare il vincolo: cambiare la clausola nello statuto, cosa che si può fare con la maggioranza qualificata dei due terzi. Deciso poi anche il possibile ritorno in borsa della nuova compagnia di bandiera. Se i soci lo vorranno, potranno lanciare un?offerta pubblica di vendita ma non prima di tre anni a partire da oggi. Infine la questione del partner straniero. All?uscita dell?assemblea Colaninno non ha fatto nomi ma ha assicurato che fra pochi giorni la scelta verrà fatta. E stando a radio mercato le quotazioni di AirFrance sarebbero in ascesa mentre Lufthansa si accontenterebbe di rafforzarsi su Malpensa.

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Scuola, il decreto Gelmini è legge Veltroni: "Subito un referendum" Scontri e feriti in Piazza Navona (sezione: Alitalia 2)

( da "Quotidiano.net" del 30-10-2008)

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Passato con 162 voti favorevoli, 134 contrari e 3 astenuti. L'opposizione annuncia il referendum. Tensioni a Milano , binari occupati. Pasquino, lezione aperta a Bologna 

" /> Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova GRATUITA Politica SPORT TV FOTO E VIDEO MOTORI BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI Cronaca Stop al bullismo Politica Esteri Libri Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Meteo Scommesse Casa LA PROTESTA ANTI-GELMINI Scuola, il decreto Gelmini è legge Veltroni: "Subito un referendum" Scontri e feriti in Piazza Navona Passato con 162 voti favorevoli, 134 contrari e 3 astenuti. L'opposizione annuncia il referendum. Tensioni a Milano , binari occupati. Pasquino, lezione aperta a Bologna Roma, 29 ottobre 2008 - E' arrivato il via libera definitivo del Senato al decreto legge sulla scuola. Il provvedimento, che porta il nome del ministro dell?istruzione, Mariastella Gelmini, è stato approvato dall?aula di Palazzo Madama con 162 voti favorevoli, 134 contrari e 3 astenuti. Il provvedimento prevede, tra le altre cose, il ritorno dal 2009-2010 delle classi con il maestro unico nella scuola primaria e il voto in condotta che farà ?medià con quelli conseguiti nelle altre materie. BERLUSCONI Immediata la reazione del premier: "Bene, e? stato un voto che e? andato come e? logico che andasse: spiace solo vedere tanti ragazzi ingannati e presi in giro dalla sinistra??: lo afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, appena giunto all?assemblea di Confcommercio, commentando il si? definitivo del Senato al decreto Gelmini. Berlusconi torna a parlare della polemica sulle fosze dell'ordine negli istituti bloccati: ”è una cosa - ha insistito Berlusconi, che ha fatto partire il ragionamento dai disordini in Campania - che vale in tutte le situazioni, anche per la scuola. Loro possono manifestare, ma non contro cose che non esistono. Hanno il diritto di manifestare quanto e dove vogliono. E in questo caso siamo stati addirittura di manica larga perchè gli studenti non possono intralciare il traffico, occupare piazze o impedire a chi vuole studiare di farlo”. SCONTRI IN PIAZZA NAVONA: FERITI Sono in tutto 14 gli studenti fermati oggi a piazza Navona dalle forze dell?Ordine durante gli scontri tra giovani di destra e sinistra che manifestavano davanti al Senato per protestare contro l?approvazione definitiva del Dl Gelmini. Secondo quanto si apprende i fermati, portati al commissariato Trevi per i primi accertamenti, sarebbero tutti aderenti a Blocco Studentesco. Momenti di tensione si sono svolti fin dalla mattinata a piazza Navona, mentre a Palazzo Madama si dava il via libera alla riforma della scuola: ancora diverse migliaia di studenti stanno manifestando contro il decreto Gelmini. Un gruppo di studenti di destra del Blocco Studentesco, denuncia l?Unione degli Studenti, ha attaccato la testa della manifestazione, aggredendo i ragazzi presenti.In merito agli incidenti avvenuti in piazza Navona, nei pressi del Senato, tra i ragazzi dell?Unione degli studenti e quelli del Blocco studentesco, la questura di Roma ha poi precisato di essere intervenuta per dividere le due fazioni. L?intervento della polizia si è reso necessario per interrompere i disordini. LA FINOCCHIARO E I MESSAGGI DEGLI STUDENTI "Onorevole Presidente del Senato onorevoli senatori, oggi nelle vostre mani non vi è un semplice decreto legge, ma il nostro futuro , che è il futuro del paese; è a voi che rivolgiamo l?ultimo, strenuo appello affinchè qualcuno, finalmente, prenda in considerazione il nostro parere: il parere degli studenti". è il messaggio degli studenti del Liceo Orazio letta dalla senatrice Anna Finocchiaro nell?Aula di Palazzo Madama. "Onorevoli Senatori, l?Italia ha assistito in questi giorni alla discesa in piazza di decine di migliaia di studenti di ogni ordine e grado. Persino i professori, i docenti universitari ed i dirigenti scolastici hanno tentato di difendere questa scuola, istituzione che sino ad oggi è riuscita a garantire a tutti i giovani un dignitoso livello d?istruzione nonostante i numerosi tagli di cui essa è stata spesso oggetto. Oggi il Ministro della Pubblica Istruzione sta cercando di infliggere il colpo di grazia alla nostra scuola, che dalla Seconda Guerra Mondiale garantisce in modo paritario un?adeguata istruzione affinchè tutti abbiano la possibilità di inserirsi nel tessuto sociale el nostro Paese: un Paese democratico. Piuttosto che tornare in classe con questo decreto, siamo pronti a fare sentire la nostra voce per cercare di garantiren fino in fondo quella democrazia conquistata dai nostri padri". REFERENDUM Walter Veltroni annuncia un referendum "non di partito, non il referendum del Pd": "Faccio appello - dice il leader Pd - a tutto il mondo della scuola e a tutte le forze politiche per dar vita alla più grande iniziativa civile. Non abbiamo nessun interesse a che il referendum sia solo del Pd". "Il governo - accusa - non ha voluto ascoltare nessun appello per il ritiro del decreto Gelmini e l?apertura di un tavolo che riunisse tutti i soggetti interessati. è stato chiuso al confronto. Nulla è stato discusso con le persone interessate. Il governo si è comportato parlamentarmente e politicamente in modo arrogante ed ha radicalmente sbagliato". SCIOPERO Sciopero generale domani nel mondo della scuola per chiedere il ritiro dei decreti sull?istruzione ed aprire un tavolo di confronto con le parti sociali: l?invito ad astenersi dal lavoro da parte di tutte le maggiori sigle sindacali di categoria ed il particolare momento di contestazione generalizzato per la politica di tagli intrapresa dal Governo comporterà con ogni probabilità interruzioni all?attività didattica e la chiusura di molti istituti. Non accadeva da diversi anni che ad una mobilitazione nazionale partecipassero compatte le organizzazioni sindacali firmatarie di contratto - Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda -, come non accadeva da anni che ad una manifestazione nazionale aderissero anche una buona fetta di studenti e presidi: assieme a loro sfileranno per le vie di Roma anche molti genitori, associazioni, istituzioni locali, i il mondo universitario ed anche alcuni politici del centro-sinistra. Domattina il corteo si radunerà a piazza della Repubblica, da dove si sposterà a partire dalle 9.30 per le vie del centro - passando per via V.E. Orlando, largo di Santa Susanna, via Barberini, piazza Barberini, via Sistina, piazza della Trinità dei Monti, viale della Trinità dei Monti, viale Gabriele D`Annunzio - per radunarsi in piazza del Popolo. La manifestazione si preannuncia imponente: nella capitale è previsto l?arrivo da tutta Italia di circa mille pullman e di alcuni treni speciali. Almeno cento pullman saranno composti da studenti: hanno garantito la loro partecipazione l?Unione degli studenti, la Rete degli studenti e l?Unione degli universitari. Lo sciopero si estenderà anche ai dirigenti aderenti ai sindacati Flc-Cgil, Cisl Scuola e Snals che inizialmente avevano indetto la protest per il 31 ottobre: i presidi protesteranno per chiedere il rinnovo del contratto, scaduto da 32 mesi, e per l?attuazione dell?ordine del giorno del 29 luglio al Parlamento sull?equiparazione retributiva dei dirigenti scolastici agli altri dirigenti dello Stato. Anche i docenti ed il personale Ata si asterrà dal lavoro per il rinnovo del loro contratto, ormai scaduto da 10 mesi, ma la lista delle motivazione è molto più articolata: la protesta intende fermare i tagli all?istruzione, 7,8 milioni di euro in tre anni, ed il ritorno al maestro unico e il modello base ridotto a 24 ore alla primaria. Tra le richieste vi è poi l?apertura di un tavolo di concertazione sulla riforma, con le parti sociali - sindacati, associazioni, studenti e famiglie - da intendere come parte attiva e propositiva, la rivendicazione del tempo prolungato generalizzato alle secondarie, del rispetto per i ruoli professionali che non comportino spostamenti `forzati? per andare a coprire i posti vacanti, degli interventi fiscali, degli organici stabili, una maggiore continuità didattica e più garanzie per i 350 mila precari della scuola. MALTEMPO Il Campidoglio chiede lo stato di calamità naturaleScontri a Roma dopo la votazione - Scontri in piazza Navona tra studentiBologna: fiaccolata di protesta - Tensione a Milano - Università occupatePolizia per fermare le occupazioni? - Giuste le proteste studentesche? Commenti Invia commento Segnala ad un amico 29/10/2008 11:01 Daniele quanto costa andare all'università ora?? e quanto costerà tra qualche anno?? uno studente riuscirà a mantenersi da solo facendo qualche lavoro?? e le famiglie per quanto ancora potranno aiutarli?? 29/10/2008 11:19 Pilone Evvai! era ora che cambiavano le cose! 29/10/2008 11:41 stellanera Finalmente!!!Mi fa ridere la lettera di alcuni studenti in cui si dice che la nostra scuola "ha garantito un discreto livello di istruzione!!" non è vero! E mi fanno ridere quelli che dicono che devono difendere quello che i "nostri padri hanno conquistato". Questa legge non mette in discussione la democrazia e il diritto allo studio. I tagli ci sono dove c'è spreco e si indirizzano le risorse a migliorare la qualità e l'organizzazione della scuola. Mi fanno piangere quei genitori delle scuole elementari che portano i figli nei cortei! complimenti! delegittimare il rispetto delle regole e dell'autorità a quell'età darà sicuramente buoni frutti!!! e mi fanno disperare quei senatori che si sono affacciati alla finestra a gridare agli studenti che sono con loro. Non sono con loro ma semplicemente contro questo governo qualunque cosa decida.E poi perchè non si da spazio a quelli a cui va bene la riforma e che vogliono usufruire delle lezioni? E sono molto di più!!!! 29/10/2008 11:46 massimo tutti in piazza? ed a studiare e lavorare chi ci va? i soliti stolti? 29/10/2008 11:47 mauro toselli ha ragione Veltroni " l'Italia e' migliore di questo governo che taglia alla scuola ,con una legge che in molti punti e'anticostituzionale e quindi Napolitano non dovrebbe firmare ,per aumentare le spese militari delle nostre missioni all 'estero 29/10/2008 11:49 silvio re brava Gelmini avanti così, ci vuole autorità in sto paese... 29/10/2008 11:50 bimbobello E' l'inizio della fine| 29/10/2008 11:52 carlino Le vicende di questi giorni ci hanno consegnato il più grande prtito conservatore che la storia italiana abbia mai conosciuto, piu' conservatore dei sindacati sempre propensi a tutelare i privilegi acquisiti, si il PD si è dimostrato questo e me ne dolgo come italiano. Dopo questo decreto però è necessaria una riforma totale di tutto il comparto scolastico ed universitario, si convochino da subito tutte le parti e si metta mano con piglio alla riforma senza se e senza ma e senza cedere a chi punta al conservatorismo. 29/10/2008 11:59 Giorgio-Pietro Questa Italia fa veramente pena. E' proprio vero, comunque, che il governo che ci rappresenta è il governo che l'Italia si merita. Che schifo!!!!!!!! Potessi, lascerei l'Italia immediatamente per non ritornarci piu'. Sono veramente schifito dalla classe politica italiana. 29/10/2008 12:05 Elena ... sarà ora che i quasi trentenni che sono in piazza o vanno in tv a dimostrare contro la riforma si mettano a studiare?? naaaaaa :-) Una scuola meno "parcheggio" non gli può mica andare bene :-) Perchè chi ha voglia di studiare si guadagna le borse di studio e finisce in tempo, e tanti, tanti, tanti... a più di 25 anni sono ancora a manifestare per le piazze? papi e mami pagano... 29/10/2008 12:09 Luka Visto come si stanno comportando gli studenti, non denotando certo grande intelligenza e responsabilità, direi che è necessario riformare drasticamente l'istruzione e insistere sul concetto di meritocrazia. Ogni volta che intervistano uno studente per conoscere i motivi della protesta e che questo risponde o che non lo sa oppure con frasi generiche prive di significato, mi vergogno di essere italiano. Ma i nostri studenti si rendono conto che andando avanti di questo passo non troveranno nemmeno un lavoro precario? Ovviamente i figli di papà/radical chic sono esclusi. 29/10/2008 12:14 GIOIR E SE LA PROTESTA FOSSE SVOLTA IN SENSO OPPOSTO ??? CIOE' INVECE DI ANDARE IN PIAZZA FREQUENTARE LA SCUOLA ANCHE NELLE ORE E NEI GIORNI QUANDO NON CI SONO LEZIONI ??? VORREI VEDERE QUANTA DI QUESTA GENTE CHE ALLE AULE PREFERISCE PASSEGGIARE IN STRADA FAREBBE LA PROTESTA, NESSUNO:::!!! PERCHE' QUELLO CHE INTERESSA A QUEI RAGAZZI E CHI LI PORTA IN GIRO, NON E' LO STUDIO MA IL GIOCO NELL' INTERESSI DI POCHI...!!! SONO SFRUTTATI E NON SE NE ACCORGONO O FANNO FINTA...!!! IN TV, IERI:::CORSO DI LAUREA PER 4 FREQUENTATORI E 8 PROFESSORI...!!! PAZZESCO...!!!SONO PAGATI CON I SACRIFICI DI TUTTA LA GENTE ONESTA CHE LAVORA E PAGA REGOLARMENTE LE TASSE...!!! E POI FATEMI IL FAVORE DI DARE UNO SGUARDO AI SONDAGGI SU QUESTO QUOTIDIANO PER RENDERVI CONTO CHE IL PAESE E' CONTRO LO SCIOPERO E CONTRO L'OCCUOAZIONE DELLE AULE E DEGLI ATENEI...!!! O VI INTERESSANO I SONDAGGI QUANDO VI FANNO COMODO??? QUESTO E' SOLO L'INIZIO DI UNA RIFORMA NECESSARIA DELLA SCUOLA NELL'INTERESSE DI CHI HA VOGLIA DI STUDIARE...!!! 29/10/2008 12:15 paolo Le leggi le fa il Parlamento, regolarmente eletto dalla maggioranza degli Italiani, e non la piazza come pensa una parte degli studenti ovviamente spalleggiati da PD e IDV sempre pronti a cavalcare qualunque protesta. 29/10/2008 12:21 Pete Plague Gli studenti prendano atto che le vecchie generazioni, che avevano il maestro unico, sono venute su molto meglio delle più recenti (con pluralità di maestri). Ciò premesso la smettano di rompere gli zebedei con la riforma Gelmini. E la smettano con il fascismo e bischerate varie, che non c'entrano nulla. 29/10/2008 12:21 ed Meritocrazia , domolire i privilegi e tagliare gli sprechi.Questa deve essere la linea guida di un buon governo !! Destra o sinistra che fosse ! Badate che tagliare gli sprechi non significa che la qualità è minore anzi!!! , tagliare, tagliare e fortemente tagliare .Un taglio drastico degli sprechi farebbe risparmiare alla cosa pubblica almeno 100 miliardi di Euro . Non è una esagerazione !! La qual cosa vada a diminuire le tasse di tutti !!Solo così l'Italia nè uscirà fuori.Lo "status quo" ci porterà nel baratro!!A quando la soppressione delle Provincie a quando tagli alla RAI e alle Regioni in perdita??? Tagli e meritocrazia . Lotta ai privilegi. Queste le vere riforme!! 29/10/2008 12:26 paolo Che faccia tosta! L'Unione degli studenti è scandalizzata dal comportamento delle forze dell'ordine che non intervengono a difenderli da ben 20 infiltrati! 29/10/2008 12:28 ELISA A Berlusconi dispiace vedere tanti ragazzi presi in giro dalla sinistra?? E a me rompe vedere tanti italiani fregati dalla destra!!!! Tagli in politica mai, eh??? 29/10/2008 12:30 paolo E' assurdo prendersela con i tagli alla scuola senza dimostrare se questi tagli vanno o meno a colpire inefficienze, clientelismi e posti di lavoro creati a solo scopo di ammortizzare sociale. E il governo ombra della sinistra cosa propone in alternativa: niente come al solito e lo ha detto non uno di destra ma un loro esponente di spicco quale Cacciari. 29/10/2008 12:32 paolo Siamop in una democrazia per cui a una legge del Parlamento ci si può opporre con un'unica arma che è quella eventualmente del referendum non le dimostrazioni in piazza. 29/10/2008 12:38 GIOIR NON SI PUO' PIU' MANTENERE LO STATUS QUO IN CUI SI TROVA LA SCUOLA...NON CI SONO I SOLDI E QUINDI BISOGNEREBBE METTERE NUOVE TASSE, SOPPORTATE DAI MILIONI DI LAVORATORI ONESTI, PER GARANTIRE I PRIVILEGI DI QUALCHE MIGLIAIO DI BARONI DELLA SCUOLA...!!!ALLORA SI DEVE FARE LA LOTTA AGLI SPRECHI ED E' QUELLO CHE STA FACENDO LA GELMINI...!!!NON SOLO MA IL GREMBILINO, IL 5 IN CONDOTTA SONO VOLTI A MORALIZZARE, PER QUANTO POSSIBILE, GLI SCOLARI, PERCHE' ESSERNE CONTRO ??? IL GREMBIULINO UGUALE PER TUTTI NON E' SOLO BELLO A VEDERSI MA EVITA AI RAGAZZINI IL CONFRONTO CON CHI E' PIU' O MENO AGIATO DI UN'ALTRO E CHE SI PUO' PERMETTERE UN ABBIGLIAMENTO DIVERSAMENTE PIU' COSTOSO...!!! IL 5 IN CONDOTTA NON PUO' ESSERE TEMUTO DA CHI TIENE UN COMPORTAMENTO CORRETTO A SCUOLA MA SOLO DA QUELLI CHE , SI PUO' DIRE, VIVONO DI BULLISMO CHE TRASCENDE IN ATTI MERAMENTE DELINQUENZIALI, DOVE SI IMBRATTANO DI VERNICE LE CLASSI, SI DISTRUGGONO BANCHI E SCRIVANIE, SI INSOLTANO GLI ALTRI ALUNNI E SPESSO GLI STESSI INSEGNATI...!!! 29/10/2008 12:46 Beppe Un grandissimo GRAZIE ai parlamentari. A tutti gli universitari che sono contro (alla 133): Forse non sono al corrente dei docenti figli/e di Rettore, Cognati/e di Rettore, Fratelli/Sorelle di Rettore, ecc. che fanno finta (prechè non ne sono all'altezza) di insegnare la materia; se sono al corrente allora sono di sinistra (più che di sinistra sono anti Silvio) e quindi protestano in malafede. Oggi è una magnifica giornata. Saluti a tutti. 29/10/2008 12:52 roberto-rieti le proteste di una frangia di studenti, sobillati dai baroni che vedono minacciati i loro privilegi e strumentalizzati dalla sinistra, ha scoperchiato il vaso di pandora dal quale sono emerse tutte le assurdità del mondo universitario che ci hanno precipitato agli ultimi posti della cultura mondiale - è stato un clamoroso boomerang che ha informato la massa dei cittadini dei torbidi intrighi in cui i nostri ragazzi si devono confrontare e che prima erano noti solo agli addetti ai lavori - ora che l'opinione pubblica è più informata di questo scandaloso andazzo, è urgentissimo e improrogabile che il governo ponga fine a questo malcostume imperante - ringraziamo dunque i peotestanti che, contro la loro volontà, ha fatto capire a tutti i cittadini quanto sia urgente riformare e moralizzare tutto il mondo universitario. bravi, bravi, bravi| 29/10/2008 12:54 BEPPE DI LIVORNO Finalmente si cambia musica, era l'ora di rinnovare tante storture portate nel tempo dalla sinistra. Tipo tutte le porcate che fece Berlinguer, quando era ministro !Al di la di quello che vuol far credere la sinistra, questa è una legge che modernizza tutto il settore della scuola, che non era mai stato modernizzato da tantissimi anni. Adesso per tanti " baroni della scuola " finalmente la pacchia è finita. Ben fatto Ministro Gelmini ! 29/10/2008 13:09 martino Quello che più mi fa rabbia è che si sta' manifestando oggi per l'approvazione di un decreto legge che non ha nulla a che vedere con l'università. Forse gli universitari hanno capito che il grembiule lo devono mettere anche loro? Se fossero capaci di capire e leggere, avrebbero dovuto protestare quando è stata approvata la legge 133 che permette alle università di trasformarsi in fondazioni (e poi qui, quale sarebbe il problema? che sono soggetti di diritto privato? cosa cambia con le università? a ben vedere proprio niente.) 29/10/2008 13:27 kurtz A me rattrista vedere che nessuno risponde mai nel merito della riforma Gelmini: mai un insegnante che abbia scritto da destra qualcosa sul merito della questione. E dire che di insegnanti di destra ce ne sono. Nessuno del centro destra ha chiarito i dubbi che sono sorti a noi genitori: a me venire etichettato a sinistra solo perché vorrei sapere come cambierà la vita mia e di mia figlia mi irrita, penso che sotto le sparate della Gelmini non ci sia nulla e che ci stiano prendendo in giro. Ogni volta che un sostenitore della riforma si è confrontato sul merito con chi la scuola la vive ha fatto la figura del rivenditore d'auto usate. Mi dispiace, ma non credo che tornerò a votare a destra: la sinistra non l'ho mai votata, però da destra ho ricevuto solo risposte qualunquistiche e ideologiche e io con l'ideologia a fine mese non ci arrivo. I decreti li ho letti e non c'è scritto quello che la Gelmini e Berlusconi sostengono che ci sia. Questa destra non è la mia destra, per me la destra è sopratutto onestà. 29/10/2008 13:28 il barone tutti in piazza per tutelare i baroni universitari che devono poter continuare ad assumere i loro parenti e amici 29/10/2008 13:31 valentina Pisa PILONE E STELLA NERA fate una bella coppia vai...ma veen rendete conto?non pensate solo a voi!la scuola se ha delle lacune è colpa anke del governo di tanti anni prima...MA è VERO SIAMO STATI INGANNATI ..IO LO SAPEVOO IO nn l'ho votato berlusconi e ne vado fieraaa!!!ma ki saremo noi un giorno?nessuno e grazie e solo a loro..SENZA PAROLE VERAMENTE 29/10/2008 13:41 adriano ..ffanc.. la maggioranza!!!!!! 29/10/2008 13:42 Bellaz89 Il problema è che nella finanziaria ci sono 1,4 miliardi di euro di tagli alla RICERCA e ai RICERCATORI(NON ai baroni)Il problema è che con il turn-over c'è il blocco delle assunzioni dei professori e molti corsi rimangono scoperti.Il problema è che questa manovra aumenterà il carico didattico dei professori e dei ricercatori diminuendo il loro monte ore di ricerca. Il problema è che se un ateneo non può più opravvivere come entità pubblica non è detto che ci sia un privato interessato. Il problema è che un sistema universitario sul modello americano ( che tra l'altro in questi giorni di crisi si stà rivelando di una fragilità assoluta) non può esistere in Italia o in genere in Europa e in ogni caso non si mette dall' oggi al domani. Il problema è che moltissime persone non potranno accedere all' università perchè non potranno permetterselo(ricordiamo che nella finanziaria ci sono tagli ANCHE alle borse di studio). Il problema è che il taglio lascerà intatto il sistema dei baroni e penalizzerà gli altri. 29/10/2008 13:48 giorho in democrazia si devono sopportare anche le scorretezze messe in atto dai partiti che usciti sconfitti dalle elezioni creano disordini pescando nel dissenso per uscire dall'isolamento.quando ritorneranno al governo questi partiti penseranno solo a se stessi lasciando ancora una volta i meno abbienti nella disperazione continuando a prendere finanziamenti per i loro giornali televisioni future nonchè radio. si poteva evitare questultimo provvedimento eliminando tutti gli sprechi i privilegi e finanziamenti vari,avremmo avuto così la possibilità di evitare tagli e destinare le risorse a chi le produce.come al solito chi è all'opposizione si scandalizza ma una volta al potere arraffa a più non posso alla faccia di chi lavora per mantenerli. 29/10/2008 14:02 renny Studentelli ignoranti vi è andata male questa volta eh....! Questa è una legge giusta che andava fatta molto prima, quindi fate pochi casini e studiate! 29/10/2008 14:06 CARLO (per gioir) caro amico, dici che non ci sono i soldi e che il governo è costretto a tagliare dove ci sono troppi sprechi, è giusto quello che dici, però io avrei un'altra proposta molto più semplice dove nessun italiano si lamenterebbe e non ci sarebbero certamente tutti questi casini ed è questa: perchè i signori parlamentari (tutti ladri sia a destra che a sinistra) non si riducono l'oneroso stipendio che percepiscono? certamente rimarrebbero tanti soldi da poter utilizzare dove veramente c'è bisogno a cominciare dagli stipendi e dalle pensioni da fame!! ciao 29/10/2008 14:22 Vittorio60 nutro seri dubbi sulle intenzioni "democratiche" dell'avo della finocchiaro e su quelle recondite della stessa. inoltre la scuola pubblica non è stata avviata, come invece asserisce la medesima, "democraticamente" solo dal 1945 in poi, bensì parecchi decenni prima e d'autorità. ma contro le falsificazioni ispirate da livore aprioristico non c'è alcun rimedio. se non la sovrana indifferenza. 29/10/2008 14:24 w la scuola perchè non vanno a studiare e, chi deve, a lavorare, nullafacenti!!! La scuola peggiora perchè gli studenti non hanno voglia di fare nulla, i professori ancora di meno, tanto il posto è garantito (almeno era) e la sinistra li sostiene!! purtroppo urlano e stramazzano più degli altri che studiano e lavorano... ecco perchè sembrano tanti. In compenso sono più pittoreschi! io manderei l'esercito licenzierei tutti i professori e boccierei gli studenti che protestano e non sanno perchè! finora si è sempre fatto come volevqno prof e studenti e il risultato è lo schifo attuale 29/10/2008 14:31 sara evviva la democrazia! è un mese che professori e studenti sono in piazza... 29/10/2008 14:33 TANTE GRAZIE E ARRIVEDERCI Dico solo questo: qualsiasi governo denominato "REGIME" ha trovato beneficio nel NON promuovere IL SAPERE da cui deriva anche capacità AUTONOMA di giudizio e quindi anche di scelta. I governi che vogliono promuovere lo sviluppo in genere (vedi l'india ad es) promuovono il sapere, la scuola, le università. Giudicate voi ora! Ritorneremo a fare il popolo di emigranti e come si dice in questi casi: TANTE GRAZIE E CON UN LONTANO "FORSE" arrivederci!!! 29/10/2008 14:35 mauro toselli purtroppo per il cavaliere , per la gelmini, per tremonti e per la lega, gli studenti e le famiglie italiane hanno capito benissimo da chi sono stati presi per i fondelli ( IL GOVERNO BERLUSCONI ) e adesso prenderanno le opportune contromisure ; come al solito berlusconi e i suoi attaccano per non difendersi, ma ormai gli italiani il gioco lo hanno capito benissimo 29/10/2008 14:41 Amato Rispondo a Giorgio-Pietro. Vuol lasciare l'Italia? Non glielo impedisce alcuno? Provi ad informarsi prima di dare giudizi negativi su uno o sull'altro! Le Ns. università, hanno milioni di debiti, con centinaia di corsi fasulli o pseudo-tali. I professori" a vita" i cosiddetti baroni, nelle attuali univ., TUTTE,perepiscono un più che lauto stipendio insegnano al max 4-5 ore, poi fanno proseguire gli assistenti. Ovvio che la prepar. culturale dei Ns. ragazzi è mediocre!Ad es. lo sa Lei che l'Univ. di Firenze, produce olio extravergine, vino e grappa nei suoi 40 Ha di terra, con finanziamenti annui milionari? Li paga forse lei da solo detti finanziamenti o...sono sulle spalle di tutti gli italiani? 29/10/2008 14:50 doc finalmente c'è stato il coraggio di cambiare le cose, almeno cominicare a farlo.. alla faccia di tutta la sx!! viva la meritocrazia, viva la voglia di cambiare e ammodernare questo paese, a cominciare dalla scuola.. io l'università l'ho passata grazie alle mie capacità e alla voglia di studio, perchè se aspettavo prof o rettori.. auguri!!! solo clientelismo alla sinistra!!! ps: non capisco perchè scioperino gli studenti delle superiori o 30enni.. ai primi la riforma non tocca, ai secondi dico: siete tutti figli di papà, piccoli fuoricorso invasi dalla voglia di far nulla... io ho lavorato e studiato a testa bassa laureandomi con ottimi voti e non pensavo proprio a scioperare come fanno questi.. siete ridicoli!!! forza berlusca, a casa tutti i clientelismi.. forza governo, perchè la stragrande maggiornaza dell'italia è coon Voi. 29/10/2008 14:51 Caterina 14 anni è una vergogna!! tutta l'italia protesta e non viene ascoltata: questi sono i nostri rappresentanti? 29/10/2008 14:56 pippo Da quello che leggo la maggior parte delle persone che lascia un commento pensa solo agli stipendiati statali e agli studenti fannulloni. Sinceramente il problema dell'italia non sono i governi che ci sono stati o che ci saranno ma sono gli italiani e la loro mentalità. Qui non si tratta di destra o sinistra, non si tratta di sindacati o statali, ma si parla di futuro, il futuro dei ns. figli e dei nostri nipoti. 29/10/2008 14:57 pippo Fino ad ora tutti ci siamo lamentati che i migliori ricercatori vanno all'estero, che la scuola italiana non tutela ed insegna ai giovani e della non idoneità di una parte degli insegnati. Ora, con questa riforma, si obbliga la maggior parte degli studenti a non iscriversi all'università. Infatti sembra che gli atenei possano fare una richiesta allo stato per passare da pubblici a privati: vuol dire che la maggior parte dei ragazzi non potrà laurearsi e non sto parlando dei figli dei ricchi ma di famiglie normalissime che guadagnando un normalissimo stipendio e non potranno far studiare i propri figli. Complimenti a tutti noi per ciò che abbiamo. CORRAGGIO RAGAZZI L'ITALIA DEL FUTURO SIETE VOI! E RICORDATE CHE NESSUNO VI REGALERA' NULLA, CIO' CHE DIVENTERETE LO DOVETE SOLO A VOI STESSI. Ve lo dice una persona che proviene da una famiglia di contadini e con tanti sacrifici, miei e della mia famiglia, posso dire di aver ottenuto tanto dalla vita. 29/10/2008 15:19 TINO è passata, -perlomeno un minimo di ragione; ma ora si ricorrerà ad un altro periodo di gran casino si invocherà il referendum, (tanto per prolungare la protesta), che più ce n'è meglio è, non si approderà ad un bel nulla, e quindi si escogiterà qualche altra diavoleria, alla fine... nulla. toc..toc..toc..il tempo inesorabile, nel susseguirsi di ere, glacializzazioni, e sconvolgimenti,- tout passe, tout lasse, tout casse; (la signora di solus) ma memorizzata, scolpita (a suon di megafono elettrico) tramandata eternamente l'eroica bravata di chi tentò invano di sconvolgere gli elementi. (eran giovani eran forti) 29/10/2008 15:20 isacco Grazie sign.ra Gelmini per il suo contributo a riqualificare l'Italia 29/10/2008 15:25 parsifal Che tristezza assistere allo scempio quotidiano che questo governo sta facendo del paese. Falsità, dichiarazioni prima 'sparate' e poi ritrattate, l'importante era far cassa con la scuola... Prima la scuola dell'obbligo, poi toccherà all'università... con un sistema che penalizzerà sempre di più l'istruzione pubblica. Una riforma? ma togliamo le bende dagli occhi: sono solo tagli. Promuovere l'istruzione e favorire la crescita delle menti non è certo uno degli obiettivi di questi signori: più ignoranti, più voti. E il bello è che berlusca ha ammesso che nella gelmini qualcosa si deve cambiare... sì, ma solo per la scuola privata, probabilmente ascari inetti avevavno tagliato anche dalla parte sbagliata... 29/10/2008 15:43 Amelia S. Uno dei propositi di Obama è questo: "Recluterò un esercito di nuovi insegnanti, pagherò loro retribuzioni più alte e darò loro maggiore supporto". Per questo quando la Gelmini ha detto che Obama è il suo modello, mi ha fatto ridere. 29/10/2008 15:58 Francesca E' davvero l'inizio della fine..cosa ne sarà del nostro futuro? dove andrà a finire?? x caso nelle mani di chi ancora non ha capito il significato di "scuola, istruzione, cultura"???..no grazie..io sn contraria a tt qst..nn doveva succedere nnt di tt qst..purtroppo è andata cosi..ma noi studenti continueremo comunque a lottare..nn ci fermerà nessuno.."L'ignoranza uccide"..è qst che divulga nella cultura italiana da tempo..ma adesso?? nn possono negarci il diritto di imparare..la scuola è NOSTRA..è degli STUDENTI!!!!!!chi nn ha la possibilità di andare all'università che farà?pulirà le strade?? ma stiamo davvero skerzando..si..LORO stanno giocando cn i nostri diritti e soprattutto cn il nostro futuro cm niente fosse..l'importante è che loro siano tutti felici e RICCHI..agli altri nn ci pensa nessuno..e si certo!..sn davvero arrabbiata..l'università potranno solo permettersela i FIGLI DI PAPA'..e tutti qst nn sn contrari al decreto..sn favoreli..bravi!!!!complimenti..ODIO TT QST..è UN INCUBO!! 29/10/2008 16:06 Alex non sia mai che a qualcuno venga in mente di cominciare a tagliare i privilegi e le spese dei politici. 29/10/2008 16:10 lorenzo ecco fatto il primo passo di un governo non solo arrogante ma prepotente di un sistema tipicamente mussoliniano siamo vicini ad una guerra civile senza tempi pronti a marciare con in mano bastoni e fucili ma non come diceva bossi come diremo noi giovani poveri che non contiamo piu' a ninete che ci hanno chiamato pure terroristi e come tali allora visto che non contiao a nulla ci comporteremo!!!! 29/10/2008 16:18 Carla Ma quanti commenti di gente che non capisce una mazza! Qui si sta discutendo del diritto allo studio della classe medio bassa. Io sono una donna sola con uno stipendio da infermiera e mia figlia si è laureata nei tempi stabiliti con ottimi voti. Ora sta finendo la laurea specialistica. Non ha mai portato il grembiule, ha avuto più maestre ed ha sempre studiato con buon profitto. La scuola non può essere nè di destra nè di sinistra ma deve essere a disposizione di tutti perchè tutti abbiano la possibilità di studiare. Non capite che molto presto solo pochi si potranno permettere di laurearsi perchè in Italia non sarà possibile fare mutui per poter pagare le tasse universitarie come in america. Le famiglie possono al massimo permettersi di pagare il mutuo-casa se lavorano in due perchè gli stipendi sono miseri da noi. Allora chiedetevi sia che siate di destra sia che siate di sinistra se può piacervi un paese dove l'accesso allo studio universitario sia per pochi eletti. Una risposta sarebbe gradita 29/10/2008 16:20 Carla Comunque è ovvio che questo governo voglia un paese di ignoranti...è risaputo che gli ignoranti sono più facilmente tenuti sotto il giogo degli oppressori... 29/10/2008 16:32 mery ma quanto vi rode!!!! finalmente la casta tenuta in piedi dai sinistroidi che da decenni sperpera denaro pubblico non potrà più farlo. ciò che non verrà più sprecato sarà reinvestito utilmente per il miglioramento generale della scuola.tutti i commenti che fate contro questa riforma conferma proprio la malafede della sinistra che strumentalizza e basta, mobilitando gli studenti solo per dare addosso al governo.questa riforma sarà un bene per tutti anche per chi oggi manifesta contro. 29/10/2008 16:41 Lorenza Ah ah ah Tre senatori IDV si affacciano:"Siamo con voi", e chi mai potevano essere se non quegli asini dei senatori di di Pietro! 29/10/2008 16:59 Marco GRAZIE PER AVERCI LEVATO L'ICI.....PROPAGANDA PESSIMA MA MIRATA ALLA GENTE AIME' IGNORANTE DI QUESTO PAESE, E PURTROPPO CE N'E' DIVERSA,PER ANDARE AL GOVERNO. ADESSO DA QUALCHE PARTE I SOLDI BISOGNA PUR PRENDERLI!!! E PERCHE' ALLORA NON IMPOVERIRE L'UNICA COSA DI CUI QUESTI INDIVIDUI HANNO PAURA "LA CULTURA". QUESTA NON E' UNA RIFORMA!!!! 29/10/2008 17:10 doc Signori.. anche se si dovesse fare un referendum, non ci sarà il qorum.. rassegnatevi, questo governo durerà e sara vincente.. prima i tagli, poi regolamentazione dell'immigrazione,poi risveglio economico.. forza governo, alla faccia dei nullafacenti.. andate a lavorare,solo così si risveglia l'italia.. muovetevi!!! 29/10/2008 17:11 PAOLO QUELLI DI SINISTRA E I SINDACATI SI LAMENTANO SEMPRE, PROTESTANO SEMPRE MA ALLA FINE NON VOGLIONO CHE SI FACCIA MAI NIENTE!!! IL MAESTRO UNICO PRODI HA FATTO SCUOLA. 29/10/2008 17:14 paola ignobile, incivile e arrogante il rifiuto di dialogare con il mondo della scuola e dell'università, che da mesi chiede di essere ascoltato. Un trattato di Lisbona, con cui l'Italia si è impegnata a investire il 3% del pil nella ricerca universitaria, considerato carta straccia. I vantaggi economici a lungo termine dei tagli (tagli enormi, più che riforma) quali saranno? Se l'è chiesto a metà ottobre anche la rivista "Nature" http://www.nature.com/nature/journal/v455/n7215/full/455835b.html senza trovare risposte tranquillizzanti... Ma come si fa a criticare chi scende in piazza, ignorando i danni che si stanno arrecando al futuro di questo paese? Vedo che in alcuni commenti si prendono in giro gli "studenti" di 25 - 30 anni che manifestano, ma dottorandi e ricercatori mica possono avere 20 anni! 29/10/2008 17:20 Pilone X VALENTINA DI PISA: ma invece di dire bischerate, perchè non guardi quello che è successo in tutti questi anni lo stesso periodo? Ci sono stati esclusivamente occupazioni e scioperi sistematicamente come incomincia il periodo autunnale i professori e gli studenti pecoroni come al solito, non fanno altro che fare casini. Bene è ora di finirla! Sono stufo di vedere universitari di 35 anni, e sono stufo di pagare professori universitari ultracentenari, fior fiori di soldini solo perchè si sono inventati un corso del cavolo con iscritti solo 1 o 2 persone, è ora di finirla! Riguardo al maestro unico, ancora più favorevole, considerando che classi con più maestri non hanno fatto altro che tirar su persone ignoranti. E' ora di ritornare alle bacchettate sul dorso delle mani. 29/10/2008 17:25 stella Ahahahah!!!ma non avete ancora capito cari studenti che siete delle pedine in mano alla politica??Vi state facendo prendere in giro e non lo avete ancora capito!!! 29/10/2008 17:27 mery GRAZIE GELMINI, GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE DIECIMILA VOLTE GRAZIE. UNA FRASE TRATTA DA UNA FAMOSA CANZONE DICE, "TUTTO IL RESTO E' NOIA"!!! CHI MANIFESTA NON HA VOGLIA NE' DI STUDIARE NE' DI LAVORARE SI DEVONO SOLO VERGOGNARE. 29/10/2008 17:47 GIOIR XXX CARLO::: I DEPUTATI, NON TUTTI PERCHE' ALCUNI LO FANNO PER PASSIONE E ANCHE PERCHE' NON SI DEBBONO MANTENERE CON QUELLO CHE PERCEPISCONO , SI FANNO ELEGGERE PER I STIPENDI DA NABABBO...!!! NE FANNO UN BUSINESS NEL SENSO CHE INVESTONO UNA CERTA SOMMA PER POTERNE AVERE UN RITORNO MOLTO VANTAGGIOSO...!!! QUELLO CHE FA RIFLETTERE E' IL FATTO CHE SONO PERSONE CHE VENGONO DAL POPOLO E DA ESSO VENGONO ELETTE, QUINDI??? NOI A POSTO LORO CI COMPORTEREMMO NELLA STESSA MANIERA...!!! LA SPERANZA E' QUELLA CHE POSSANO FARSI UN MEA CULPA E CHE TROVINO IL PUDORE DI AUTORIDURSI GLI EMOLUMENTI E TUTTI I PRIVILEGI DI CUI SI VANTANO EVOLVENDO LE SOMME RICUPERATI A FINI SOCIALI...!!! SALUTI 29/10/2008 17:52 Luciano Bene! Era ora che la maggioranza emersa da libere elezioni democratiche cominciasse a lavorare per il Paese, esprimendo un governo che pian piano mette in atto delle vere riforme! Il decreto Gelmini, approvato oggi al Senato con 162 voti a 134, è il primo passo per cominciare a svecchiare la scuola italiana. Avanti così! E la piazza rimanga la piazza di sempre: chiacchiere, insulti, ignoranza, odio... 29/10/2008 18:27 Roberto ormai è la moda - per qualsiasi iniziativa del governo si grida "referendum" - benissimo - ma stante la disastrosa situazione economica internazionale, sarebbe quanto mai opportuno che i firmatari versassero un contributo minimo di 100 euro - altrimenti per quale arcano motivo tutti i cittadini dovrebbero pagare di tasca loro le ingenti spese per i loro ridicoli ed inutili capricci politici ? non si rendono ancora conto che non più tardi di 6 mesi fa, hanno straperso le elezioni ed ora abbiamo un governo che "finalmente" mette in pratica il nostro programma, cosa che non è MAI riuscita alle sinistre che non hanno saputo resistere più di due anni - Ora pensate e organizzatevi - avete 4 anni e mezzo e se continuate con questa mentalità, temo che di tempo ne avrete molto di più 29/10/2008 18:31 gigi Coloro che mandano in piazza quei ragazzi hanno delle belle rsponsabilità. Siano più propositivi e soprattutto MANDATE A STUDIARE QUELLA GENTE! Vi ricordo che tra quelli ci saranno i futuri professori, i futuri dirigenti, medici, avvocati.... a vedere sta massa sotto la pioggia con vestiti firmati e mp3 nelle orecchie e cellulare in mano corredati di stiscione con slogan anacronistici... speriamo bene... 29/10/2008 18:32 nazzareno Sono un Collaboratore Scolastico precario da quasi 9 anni, e nella mia condizione di precario le scuole sono piene di colleghi che si trovano nella mia stessa condizione. Sono anni che ci sentiamo rispondere dai sindacati che per fare le assunzioni di ruolo lo Stato necessita di ulteriori disponibilità economiche che attualmente non ha. Ora con questo decreto si intende taglare altro personale, come già accaduto negli anni passati, senza incrementare le assunzioni di ruolo, ma semplicemente continuare nella politica dei tagli e del precariato. E' ora di dire basta! Che i soldi per risanare il bilancio li vadano a prendere, ad esempio, riducendo la spesa dalle missioni militari sparse per il mondo e dalla difesa in generale. Oppure, considerato che i nostri parlamentari sono i più pagati, rispetto ai loro "colleghi europei", che si riducano lo stipendio e molti altri privilegi che la Costituzione permette loro, come ad esempio la pensione dopo solo 34 mesi di legislatura. Saluti Nazzareno 29/10/2008 18:58 luca b. incredibile che questi ragazzini si mandano all'ospedale tra di se per difendere il posto di qualche odiato insegnante di troppo.i grandi invece si lamentano delle troppe tasse per poi difendere i troppi statali!! 29/10/2008 19:05 Sergio Conegliano Dall'opposizione quale condotta adottabile ? Quale comportamento può adottare l'opposizione a fronte delle anticonvenzionali modalità decisioniste della compagine governative? Fra le varie possibilità: ritirarsi sull'Aventino; fare dei box a pagamento su principali quotidiani e periodici evidenzianti i limiti delle scelte fatte dai legiferatori; affidarsi Dr.Enrico Letta affinché tramite zio possano prevalere fra le personalità salienti del governo quelle più aperte a una disamina più puntuale degli aspetti - anche in prospettiva - significativamente problematici di quanto volta a volta legiferato per un illuminata "rimodulazione". Al caso, anche avvalendosi in una sorta di collettivo BRAIN-STORMING di contributi di varia professionalità/provenienza foss'anche dal non molto ben visto candidato IdV (a quanto si legge dai giornali) alla presidenza Rai. Cordialità, Sergio Conegliano (p.i.elettronico/g.pubblicista, 66-enne, pensionato) 29/10/2008 19:06 Vincenzo W il Decreto Gelmini Brutti ignoranti che scioperate a fare voi fate scioperi solo x non studiare e far perdere un po di tempo alle forze dell' ordine. voi ragazzi con ste manie che potete fare tutto quello che volete ma se non volete studiare non andate proprio a scuola. Firmato Anonimo ._. 29/10/2008 19:11 jada non è vero che tutta Italia protesta ci sono anche studenti e insegnanti con gelmini, non sono l'unica , anche su facebook ci sono moltissimi gruppi che esprimono questa opinione ma come al solito viene dato risalto (ingiusto e gonfiato smodatamente) solo alle voci della sinistra faziosa! falsi ipocriti quelli che protestano vanno avanti col paraocchi e guarda caso sono proprio quegli "studenti" che non hanno voglia di far niente, aspettano solo una scusa x vagabondare nelle strade con i loro poveri cani e occupare x farsi le canne e praticare l'amore libero nei locali pubblici, vergognatevi, non sapete niente e andate avanti secondo i dettami della vostra ridicola ideologia . grazie gelmini liberaci da questa vergogna 29/10/2008 19:11 maurizio Eureka! Finalmente questo governo ha trovato i fondi da destinare all'Alitalia, alle banche e alle aziende in difficoltà. I precari tutti a casa, gettando nella miseria centinaia di famiglie, per queste non esistono ammortizzatori sociali. Ma nel programma di questo governo non prevedeva il taglio di una camera,delle province e di tutte le caste? Ma il tesoretto lasciato in eredità dal vecchio governo che fine ha fatto? Questo è un governo Robin-hood all'incontrario, toglie ai poveri per dare ai ricchi, se trova tanto consenso evidentemente molti italiani si identificano in questi personaggi, molto superficiali e interessati esclusivamente ai loro facili guadagni incrementati da evasioni fiscali senza temere controlli di sorta. A tal proposito, molto esplicito fu il premier stesso ad invitare a non pagare le tasse, per quelle bastano i contribuenti a reddito fisso e i pensionati.Il barile è bellè raschiato, ai mercati generali della frutta aumentano coloro che si cibano con gli scarti gettati nei cassonetti! 29/10/2008 19:14 alexbz oh! bepi, el minister, com se la ciama...la gelmini: g'ha dito che son finì gli sghei...casso volen toti sti studenti? vadan a zapar la tèra, lazarùn...mi g'avevo il maestro unico e guarda ti, son mia gnorante mi! ooh! poi...che belo! el grembiulìn, toti uguali come cuando s'eravam piculin!...e cueli che rompon i coioni...adesso daghen: 5! somarii!! 29/10/2008 19:16 leon Il taglio all' università ammonterà a circa il 2% dei fondi...ora mi chiedo......possibile che un fallimento di massa delle università sia causato da un taglio irrisorio come questo?forse , allora, i primi responsabili di un possibile fallimento delle università non saranno i tagli della 133 bensì i rettori e i gestori dell' universatà che finora hanno lavorato talmente MALE da rendere l' organismo delle università così fragile!! Finisco con dire che il decreto gelmini non tocca in alcun modo le università ma riguarda solo le scuole elementari.... i tagli all' università sono contenuti dall' articolo 133 della finanziaria di tremontii!!!eppure in tutte le manifestazione universitarì si accusa la gelmini.....meno male che questi studenti sono informati........rimane il fatto che si potrebbero tagliare anche gli stipendi dei parlamanteri (no dato che per gli stipendi dei parlamentari in italia si spende come francia, spagna e germania messe assieme....) 29/10/2008 19:18 nuanda La posizione del governo Berlusconi sulla scuola è preoccupante: ancora si assiste a provvedimenti legislativi presi senza alcuna cura della posizione assunta dall'opposizione ed anzi sbeffeggiandola argutamente. Spiace dirlo, ma questo è esattamente il contrario della democrazia. In democrazia l'opposizione deve essere ascoltata, poiché chi governa lo fa anche per la stessa opposizione. Non sono cittadini da trascurare o da allontanare. Speriamo sia solo un'ombra passeggera, ma è veramente brutta e pesante. 29/10/2008 19:28 fulvia Se l'attuale scuola italiana è tanto valida,come mai molti politici e difensori del sistema hanno i loro figli in scuole private cattoliche,americane o francesi?Chiedete ai vari Fioroni,Rutelli Finocchiaro ,Moretti, Santoro solo per citarne alcuni.Perchè quando Prodi tolse 87 milini di euro ai ricercatori universitari per placare i camionisti che bloccavano l'Italia,non ci sono state contestazioni?Francamente una parte politica ha cavalcato la protesta degli studenti per far vedere che possono fare ancora qualcosa,ma purtroppo questa parte sfrutta solo gli studenti con una cattiva informazione a proprio ed unico vantaggio.Se ci saranno gravi conseguenze e oggi ci sono stati i primi feriti se ne assumano la colpa e si vergognino!!!! 29/10/2008 19:35 matteo Mi chiedo solamente una cosa...se la maggior parte delle persone che hanno manifestato in qst giorni abbiano letto il testo del decrteo gelmini....e tuuti quelli che in qst forum hanno dato contro al decreto stesso. NON e dico NOn sono previsti tagli...nè licenziamenti...nè innalzamenti delle tasse universitarie....ma chi volete prendere in giro studdenti e professori???forse è meglio che ritorniate a studiare e lavorare anzichè manifestare in piazza per cose che vi hanno inculcato quella rimanenza dell'italia 68ina...che dinnanzi a tutto il mondo ci fa solo vergognare. l'on. gelmini ha fatto davvero una grande cosa....mi auguro solo non ci saranno passi indietro su questo decreto da parte del governo. 29/10/2008 19:52 siamo alla frutta Non capisco perchè si continui a parlare di riforma gelmini quando questa non lo è. Una riforma è tale quando agisce sulla struttura , sui programmi, sull'organizzazione ecc.: questo è un mero e semplice taglio di spese per ottemperare al dictat di Tremonti e ciò avviene in tutti i campi: giustizia, scuola, sanità, stato sociale e via discorrendo. Questo è semplicemente un paliativo per uno stato ormai allo stadio terminale: staccate la spina ed amen.....! 29/10/2008 20:00 Sergio Conegliano Anche dopo Legge Gelmini, per Opposizione quale condotta ? : Quale comportamento può adottare l'opposizione a fronte delle anticonvenzionali modalità decisioniste della compagine governative? Fra le varie possibilità: ritirarsi sull'Aventino; fare dei riquadri a pagamento su principali quotidiani e periodici evidenzianti i limiti dei decreti-legge approvati; rivolgersi a Dr.Enrico Letta affinché tramite Zio si possa far prevalere, tra le personalità salienti del governo, quelle più aperte a una disamina più approfondita degli aspetti significativamente problematici di quanto volta a volta legiferato. Magari per un illuminata "rimodulazione" anche condotta avvalendosi in una sorta di collettivo "brain-storming" di contributi di varia-composita professionalità/provenienza. Cordialità, Sergio Conegliano (p.i.elettronico/g.pubblicista, 66-enne, pensionato) 29/10/2008 20:09 gierre gierre gierre gierre gierre mi sbaglio, o qualcuno tempo fa disse: " finalmente siamo riusciti a fare l'italia, ora però dobbiamo riuscire a fare gli italiani"... questo è ancora là, fermo al palo, si è ritrovato da solo, senza collaboratori. il tempo è passato... ma nulla è cambiato... chi si offre? sarà bene prima ricordare che per essere italiano non basta saper cantare l'inno di mameli... alè 29/10/2008 20:13 elisa si pagherà l'istruzione universitaria fior di quattrini,i figli di papà potranno andare all'università, non fare un beneamato e passare agli esami ugualmente proprio perchè pagano fior di soldi (come adesso succede nelle scuole private). Per gli altri non ci sarà posto, (alla faccia della meritocrazia) e a lavorare subito, in un call center a vita! E vai gelmini end company, avete fregato bene il futuro dei nostri giovani! 29/10/2008 21:30 Antonella Sono una mamma e un'insegnante di scuola primaria che ha votato destra ma che, avendo letto a fondo i testi della finanziaria e dei decreti tanto citati, per la prima volta nella sua vita sciopererà domani e scenderà in piazza. Non contro i grembiulini che non sono mai spariti dalla maggior parte delle scuole, non contro il voto in condotta che non è mai passato di moda, ma contro i tagli contro l'unica scuola che funziona: la primaria. Tornare all'insegnante unico significa impoverire oltre che la quantità anche la qualità. Si tornerà ad esempio ad una matematica meccanica e mnemonica penalizzando l'apprendimento logico attraverso i laboratori e la sperimentazione sui materiali. E così in tutti i campi dell'apprendimento. Senza contare che negli scorsi anni si è puntato su una specializzazione dell'insegnamento. Ci saranno insegnanti bravissime in matematica ma che non hanno mai insegnato italiano. Veramente un salto di qualità! 29/10/2008 21:34 alien mi viene il mal di stomaco a leggere questi post: i piu' risolvono il caso all'italiana, destra o sinistra, offendendo l'avversario nemmeno sapere perche'. La riforma della scuola non si fa con i grembiulini o il maestro unico e basta, bisogna andare in profondita', non rimanere in superficie come fatto finora, e' proprio per questo che siamo in questo fango.la finanziaria ha tagliato i fondi per la ricerca e per gli atenei, si doveva colpire per primi i baroni della scuola e non sta agli studenti farlo, ma al governo che comanda, si dovevano ridurre i corsi superflui e obbligare i professori che fanno un'altro lavoro a fare il proprio doveere, so no via. si doveva incrementare i soldi per la ricerca, invece di darli ad Alitalia. perfino in Africa un segno di crescita di un paese e' l'istruzione e qui da noi e' la prima cosa che si taglia. questa era la riforma, non i grembiulini uguali per tutti,ma tanto gli italiani non capiscono una mazza, quindi si puo' dar da bere quelsiasi cosa. 29/10/2008 21:37 stefano era ora.però ancora poco,le università dovrebbero avere dei posti dove far alloggiare i ragazzi non deve esserci il business degli affitti agli universitari. e chi va alla università solo per bighellonare,vada a lavorare visto che tutti rifiutano lavori manuali. 29/10/2008 22:45 Anonimo Finalmente!Era ora che si cominciasse a tagliare certi sprechi! 29/10/2008 23:14 cicci visto che siamo in fondo alle graduatorie mondiali per preparazione scolastica mi sembra che tre maestri al posto di uno non abbiano fatto grandi miracoli....o no? 30/10/2008 00:26 Lorenza Non esiste alcun decreto Gelmini che riguardi l'università. Il provvedimento messo a punto dal ministro tocca solo le scuole elementari e medie. Sono presenti 85 commenti, invia il tuo commento! Pagine: 1 Nome: Email: Commento: Caratteri rimasti Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro consenso al trattamento dei dati consenso allargato I commenti inviati vengono pubblicati solo dopo esser stati approvati dalla redazione Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi Bloccate le vie d'accesso al Senato Berlusconi: "Polizia nelle scuole? 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Tu chi preferisci?Cure psichiatriche obbligatorie per i pedofili, sei d'accordo?Se vincessi al SuperEnalotto, usciresti allo scoperto?Gay in politica: è vero che sono discriminati?Polizia per fermare le occupazioni nelle scuole, sei d'accordo?Beckham al Milan, un buon acquisto?Cure palliative a base di oppio contro il dolore: sei d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via definitiva per droga: sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la richiesta dell'Italia alla Ue di tempi di applicazione più lunghi?Gli italiani sono ancora un popolo di superstiziosi?Accettabile assumere farmaci per migliorare le proprie prestazioni sportive? La foto del giorno La moda secondo Mary-Kate e Ashley Olsen Gemelle e attrici, ma anche trend-setter. 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Il Gruppo Orsero entra nella cordata per salvare Alitalia (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 30-10-2008)

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ALBENGA/1 IERI LA FIRMA Il Gruppo Orsero entra nella cordata per salvare Alitalia [FIRMA]STEFANO PEZZINI ALBENGA Adesso è ufficiale: il gruppo Orsero, da ieri è entrato a far parte della Cai, la cordata di imprenditori italiani che rileverà Alitalia. Nelle scorse settimane Intesa San Paolo, la banca capofila dell'operazione, aveva offerto al gruppo guidato da Antonio e Raffaella Orsero di far parte della società presieduta da Roberto Colaninno e, dopo le dovute e necessarie valutazioni, GF Group, la capofila della miriade di società degli Orsero, ha deciso di accettare. Antonio Orsero è impegnato in Argentina. A commentare, sia pur brevemente, l'operazione, è la sorella Raffaella: «Abbiamo deciso di affrontare questa avventura imprenditoriale. Ora creeremo una società ad hoc per far parte della compagine azionaria della Cai». Per gli imprenditori albenganesi si tratta di una entrata in grande stile nel gotha dell'imprenditoria italiana. Fra i soci di Cai, infatti, figurano nomi del calibro di Benetton, Micheli, Fossati, Marcegaglia e tanti altri, riuniti sotto la governance di Intesa San Paolo guidata da Corrado Passera. Per gli imprenditori savonesi l'entrata in Cai fa seguito ad altre due operazioni legate al businnes dell'aviazione. La prima, dello scorso agosto, riguarda l'acquisto di Fox Air, società di aerotaxi che ha come flotta diversi P180 e serve molte grandi aziende ed imprenditori italiani e stranieri nei loro spostamenti nazionali e internazionali. La seconda, in itinere, riguarda l'acquisizione della maggioranza delle quote di azione dell'aeroporto di Villanova, con conseguente, almeno si spera, rilancio operativo ed economico del «Panero». Difficile ipotizzare al momento se l'ingresso in Cai sia solo un investimento o serva a sviluppare (come sembra più logico) nuove strategie e sinergie tra Alitalia, Fox Air e aeroporto di Villanova.

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il funerale dell'università - (segue dalla prima pagina) (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)

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Pagina 26 - Commenti IL FUNERALE DELL´UNIVERSITà (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Stia attento il presidente del Consiglio, e non sottovaluti l´iniziativa del Pd di chiedere un referendum. Le opinioni cambiano, l´inquietudine è forte, e ci vuol poco a finire in un vicolo cieco. Quanto all´Università, siamo di fronte - e già da mesi - all´annuncio di una morte. Avverrà fra l´inverno e la primavera del 2010. Se i provvedimenti assunti da questo governo non verranno modificati, in quell´arco di tempo gli Atenei si vedranno trasferiti dallo Stato circa 600 milioni di euro in meno, rispetto alle già magre quantità attuali: su un budget complessivo, cioè, che non arriva a sette miliardi. Tenuto conto della composizione della spesa - con la grandissima parte dei fondi statali destinati alla retribuzione del personale, docente e tecnico amministrativo - si tratta di una riduzione assolutamente insostenibile. Una specie di devastante bomba a orologeria, innescata non in conseguenza della crisi dei mercati finanziari, ma già da prima e a freddo, con l´unico effetto di creare un´ennesima e gravissima emergenza, un altro stato d´eccezione scaraventato sulle famiglie italiane - soprattutto sulle giovani generazioni, il cui futuro si mette così a rischio in modo irresponsabile. Le Università - almeno una forte maggioranza - dovranno dichiarare lo stato d´insolvenza, e probabilmente non saranno più nemmeno capaci di pagare gli stipendi. Secondo quanto prescrive la legge, verranno commissariate dal ministero. Per farne che? Chiuse, vendute ai privati, una volta scorporati i loro debiti, come Alitalia? Non si sa. L´unica certezza è questa: che dopo non esisterebbe più, e di colpo, un sistema universitario italiano in grado di funzionare. Per un Paese moderno, sarebbe l´apocalisse. è possibile che qualcuno la voglia davvero? E cosa accadrebbe, poi? L´Università italiana è attraversata da distorsioni non superficiali, sulle quali si avventa da tempo un qualunquismo scandalistico e trasversale, di destra e di sinistra. La radiografia di questi mali è una registrazione impietosa di quasi tutte le ombre della nostra storia repubblicana: dalla miopia e dal provincialismo di una parte cospicua delle classi dirigenti, a una cultura sindacale che, quando è uscita dalle fabbriche per entrare nel pubblico impiego, ha finito con l´assumere quasi sempre un ruolo conservatore, schierato a difesa di piccole nicchie di privilegio. E vi sono, poi, certo, responsabilità più dirette che riguardano il comportamento del ceto accademico. Ne rispondiamo. E in particolare, resta il fatto che abbiamo usato generalmente in maniera deludente e corporativa uno strumento prezioso: l´autonomia degli Atenei, voluta dal più grande ministro dell´università che l´Italia abbia avuto nel dopoguerra - l´indimenticabile Antonio Ruberti. Ma siamo però riusciti a costruire negli ultimi decenni - pur partendo in grave ritardo - un´università di massa le cui performances complessive sono fra le prime del mondo (come rivelano bene gli dati del QS World University Rankings, la cui lettura consiglio a tanti critici improvvisati): con laureati che non temono confronti rispetto alla media europea e americana. E con docenti che girano ancora a testa alta da Parigi a Los Angeles. Immaginare adesso che tagli di bilancio della dimensione prevista siano una specie di resa dei conti, o una sorta di abnorme espiazione per gli errori commessi, non ha alcun senso istituzionale né politico: perché non siamo innanzi a una terapia, anche estrema, ma solo a una indiscriminata decimazione di massa, che si ripercuoterebbe innanzitutto su giovani senza colpa alcuna - quegli stessi che oggi stanno prendendo coscienza della loro condizione, e che forse la sanno già più lunga di quel che noi si pensi. La prima cosa è dunque battersi per scongiurare questa assurda minaccia: che il 2010 non sia la data di una morte premeditata, e che l´intero sistema universitario italiano possa attraversarlo indenne. Il ministro si impegni in questo senso di fronte al Paese. E insieme, le Università avviino un´autoriforma limpida e coraggiosa dei propri comportamenti e dei propri profili istituzionali. Per cominciare: riduzione drastica dei corsi di laurea, con un rapporto equilibrato fra lauree triennali e magistrali. Riduzione non meno severa del numero delle materie insegnate e degli esami da sostenere in ciascun corso. E poi ancora, riduzione delle sedi distaccate, la cui apertura indiscriminata si è spesso rivelata un´operazione soltanto clientelare, e revisione dei meccanismi di governance, per garantire esiti più trasparenti e con più ricambio. E infine autovalutazione, per individuare all´interno di ciascuna Università i punti di maggior forza qualitativa dal punto di vista della didattica e della ricerca. Risorse aggiuntive potranno essere conferite agli Atenei solo di fronte a risultati importanti raggiunti nelle direzioni indicate. Insomma, fondi in cambio di autoriforma. Sono convinto da tempo che, per quanto sia stata in genere male usata, l´autonomia universitaria resti un bene da difendere strenuamente, e che in questo campo lo Stato meno intervenga meglio è. Ma su alcuni pochi punti occorrerebbero provvedimenti tempestivi: il reclutamento della docenza; l´accesso dei giovani alla ricerca, con nuove regole per i dottorati; un sistema efficiente di valutazione per misurare il lavoro svolto da ogni università. Che il ministro (sinora silenzioso su questi temi) faccia la sua parte: ascolti, valuti, scelga; e poi, si presenti in Parlamento. è così che funziona la democrazia.

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aeroporto di punta raisi l'alitalia taglia 160 posti (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)

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Pagina I - Palermo L´allarme Sindacati sul piede di guerra: "Così declassano lo scalo" Aeroporto di Punta Raisi l´Alitalia taglia 160 posti Un taglio di 160 unità all´aeroporto di Palermo alla luce del piano Cai. Lo denunciano la Cgil di Palermo, assieme alla Filt e alla Slc, che proclamano lo stato di agitazione degli aeroportuali. Il taglio inciderebbe su un organico di 174 dipendenti a tempo indeterminato, più 46 lavoratori precari. Rimarrebbero quindi soli 60 lavoratori addetti, con un incidenza sull´indotto stimabile al doppio del numero dei tagli sul personale diretto. «Lo scalo di Palermo viene declassato», dicono i sindacati. LORELLO A PAGINA VII

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"la nuova alitalia taglia 160 posti" (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina VII - Palermo "La nuova Alitalia taglia 160 posti" Allarme della Cgil: così declassano il Falcone e Borsellino Pellegrino del Pd "Il sindaco deve intervenire per garantire addetti e utenti" Terranova della Gesap "Finora soppressi solo i voli per Malpensa" Il Piano della Cai, la nuova società che prenderà il posto dell´Alitalia, poterà 160 posti di lavoro in meno all´aeroporto di Palermo. è questo l´allarme lanciato dalla Cgil che ha proclamato lo stato di agitazione degli operatoti aeroportuali e ha confermato l´agitazione già in corso ad Alicos, il call center esterno della compagnia di bandiera. Il taglio andrebbe a incidere su un organico di 174 dipendenti a tempo indeterminato, più 46 lavoratori precari. Rimarrebbero quindi solo 60 lavoratori addetti, con un´incidenza sull´indotto stimabile al doppio del numero dei tagli sul personale diretto. «Tutto ciò non fa altro che declassare lo scalo di Palermo da aeroporto internazionale ad aeroporto turistico causando un drastico taglio sul traffico aereo, stimabile in circa il 50 per cento in meno sulle tratte Alitalia», denuncia la Cgil, per la quale questa operazione avviene «tagliando dagli attuali scali operativi, Palermo e Cagliari, e inserendo a loro posto gli scali di Torino e Venezia. Ciò - aggiunge il sindacato - determina una scelta politica chiara che sta spostando l´asse dello sviluppo strategico nel sistema dei trasporti, da Sud a Nord, come peraltro sta già avvenendo nel sistema del trasporto marittimo, nel sistema ferroviario, e con i tagli degli stanziamenti per la realizzazione del passante ferroviario di Palermo». La manovra secondo la Cgil «è solo l´ultima dimostrazione della penalizzazione del Sud che il governo nazionale continua a perpetrare e in questo quadro Palermo viene penalizzata doppiamente, sia per le notevoli distanze che separano il capoluogo dall´aeroporto di Catania, che verrebbe invece potenziato, sia per l´alto prezzo da pagare in termini di posti di lavoro». Preoccupazione del sindacato anche per i tagli di circa il 50 per cento del call center di Alitalia, «per ciò che questo potrebbe significare in termini di ricaduta occupazionale anche su Alicos». Secondo Maurizio Pellegrino, responsabile regionale delle politiche dei trasporti del Partito democratico, «il sindaco Cammarata deve attivarsi subito per garantire non solo i lavoratori dell´aeroporto ma anche i cittadini che subiranno gravi disagi per via dei voli cancellati». Ma Giacomo Terranova, amministratore delegato della Gesap, la società che gestisce l´aeroporto, non ha le stesse preoccupazioni della Cgil. «L´unica cosa certa, al momento, è che da novembre salteranno i due voli Alitalia da e per Milano Malpensa - dice Terranova - Un taglio tutto sommato indolore perché riferito a uno scalo internazionale che sarà disincentivato dato che si punterà su Fiumicino. Il ridimensionamento denunciato dai sindacati lo attendiamo nei fatti. Quando lo conosceremo penseremo ai provvedimento da adottare». m.l.

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trasporti, pressing sul governo - angelo carotenuto (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina VII - Napoli Trasporti, pressing sul governo Bassolino dal premier per la Gesac. E Cascetta va da Matteoli Su Capodichino il governatore incassa le rassicurazioni di Berlusconi ANGELO CAROTENUTO Pressing della Regione sul governo per i trasporti e l´economia. Ieri Bassolino ha visto Berlusconi, mettendo sul tavolo di Palazzo Chigi anche i timori di Capodichino per i tagli dei voli su Linate, e incassanso una risposta che conforta il futuro di Gesac. Oggi Cascetta è negli uffici del ministro Matteoli per un incontro tecnico coi dirigenti di Trenitalia. L´occasione per fare il punto sui servizi a rischio, dai treni a percorrenza regionale alla tariffazione integrata del consorzio Unico Campania. Cinquanta minuti di faccia a faccia. Bassolino vede Berlusconi in serata e incassa la disponibilità del governo a non veder congelati gli slot che eventualmente la nuova Cai dovesse lasciare liberi. Dovranno tornare sul mercato. Il premier si dice d´accordo. Nonostante i segnali negativi che giungevano dalle modifiche alla legge Marzano. Liberalizzazione, insomma. Significa che le rotte non ereditate da Cai, tra le 66 attualmente coperte da Alitalia e Air One, potranno essere messe a disposizione di compagnie straniere interessate a subentrare su quella tratta. Ossigeno per Gesac, la società che gestisce l´aeroporto di Capodichino, e che per la prima volta dopo anni fa i conti con una contrazione del traffico (meno 10 per cento a settembre rispetto al 2007, previsione di meno 12 per ottobre). E sollievo per il milione e 200 mila passeggeri che ogni anno volano tra Napoli e Milano. Trasporti, e non solo. Bassolino espone a Berlusconi l´esigenza di evitare che Napoli e la Campania, fuori dalla crisi rifiuti, subiscano nuovi colpi nell´economia reale. E dunque parlano di cassa integrazione e mobilità per le imprese campane (lunedì incontro Cozzolino, aziende, sindacati); di fondi per le aree sotto utilizzate; soprattutto della necessità di tenere i fondi europei fuori dal patto di stabilità interno. Sul tema trasporti torna oggi l´assessore Cascetta nel suo incontro con Trenitalia, che ha annunciato l´intenzione di sfilarsi dall´accordo per il biglietto Unico (come pure Sita e Cstp). Con Trenitalia c´è da affrontare soprattutto la questione dei contratti di servizio da definire. Cascetta ritiene che le risorse stanziate dal governo non siano sufficienti a coprire le esigenze. A metà settembre chiese 120 milioni di euro in più per il 2008, 514 per il 2009 e 552 per il 2010. Oppure saranno a rischio i treni regionali per pendolari e studenti.

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ultimatum di bossi e moratti "silvio, devi salvare malpensa" - andrea montanari (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina XI - Milano Ultimatum di Bossi e Moratti "Silvio, devi salvare Malpensa" Vertice con Berlusconi. Il premier: "Farò il possibile" Battesimo per il tavolo lombardo su Expo. Il Pd: "Si vari un´authority su appalti e sicurezza" ANDREA MONTANARI Alla vigilia del debutto del Tavolo Lombardia sull´Expo 2015, Umberto Bossi chiede al governo garanzie sul futuro di Linate e Malpensa. Il premier Silvio Berlusconi lo rassicura: «Farò il possibile per garantire lo stesso ruolo sia per quanto riguarda il traffico interno che per quello internazionale». L´impegno è arrivato al termine di un vertice ieri a Palazzo Chigi al quale hanno partecipato anche il sindaco Letizia Moratti, il presidente di Sea Giuseppe Bonomi e numerosi esponenti della maggioranza. Il messaggio portato dal Senatùr e dal sindaco al premier aveva un duplice obiettivo: chiedere ancora una volta al governo di liberare le rotte su Malpensa abbandonate da Cai, e pretendere che il nuovo partner straniero di Alitalia non penalizzi gli aeroporti lombardi. Un ultimatum rilanciato anche dalla vice presidente di Confindustria e leader di Assolombarda Diana Bracco: «L´ulteriore riduzione dei voli per effetto dell´entrata in vigore dell´orario invernale rappresenta un inaccettabile abbandono di un aeroporto strategico per il Nord Italia e per l´intero Paese. La compressione del ruolo di Malpensa rischia di essere lo stop allo sviluppo delle imprese in un momento delicatissimo per l´economia reale. Il rischio è che paradossalmente pur cambiando chi gestisce la compagnia aerea, la penalizzazione suicida di Malpensa non cambi. è necessario che si liberalizzino i diritti di traffico». Bracco insiste: «Chiediamo al governo che si raggiungano in tempi brevi nuovi accordi, specialmente con i Paesi delle aree geografiche in forte crescita. Come imprenditori saremmo felici se nella competizione saprà affermarsi la compagnia aerea italiana. A condizione però che la indispensabile partnership con un operatore straniero non abbia come presupposto la penalizzazione del sistema aeroportuale milanese. Diversamente, sarà comunque benvenuto qualunque soggetto capace di garantire il miglior servizio per le esigenze del nostro territorio». Nel corso dell´incontro con il premier, anche il sindaco ha prefigurato il rischio legato alla perdita di numerosi collegamenti tra il nord e molte città italiane. Di questa sua forte preoccupazione sul futuro degli scali milanesi, la Moratti aveva parlato in mattinata anche con i partiti della sua maggioranza. Che la situazione sia delicata, anche in relazione all´organizzazione dell´Expo, lo conferma anche Roberto Formigoni, che oggi presiederà al Pirellone la prima riunione del Tavolo Lombardia sulle infrastrutture. «Esamineremo tutto con uno sguardo realista - anticipa il governatore - Quello che c´è e quello che manca». Nel frattempo, il Pd lombardo lancia tre proposte in vista dell´Expo. «L´istituzione di un´autorità regionale per garantire la trasparenza degli appalti e la sicurezza sui cantieri - spiega il consigliere regionale Franco Mirabelli - La creazione di una cabina di regia e di un piano regionale di coordinamento per fare il punto sull´avanzamento dei lavori delle opere connesse, che venga approvato ogni anno dal Consiglio».

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se l'ascensore sociale è senza bottoni (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina XVII - Milano Se l´ascensore sociale è senza bottoni "Da dieci anni le scelte dei governi locali e nazionali sono sempre a sfavore della povera gente, che una volta non lo era" Sono un operaio. Guadagno 1.050 euro mensili, abito in case del Comune in affitto a Milano in periferia. Sono una persona onesta. Negli ultimi 10 anni la mia situazione economica, sociale, abitativa è peggiorata di molto. Tanto per togliersi ogni dubbio, negli ultimi 10 anni il paese è stato governato per cinque anni dal centrosinistra e cinque anni dal centrodestra, equamente distribuiti. Ogni tre anni, ormai con cadenza regolare, c´è una crisi mondiale che subito è presa come scusa dalla politica per gli impegni non mantenuti. Rinunciando all´automobile, uso i mezzi pubblici per recarmi al lavoro: i tempi di percorrenza si sono allungati, le condizioni di viaggio di molto peggiorate, il costo del biglietto aumentato, i mezzi in parte sostituiti da vecchie carrette che non passerebbero la revisione neanche in un paese del terzo mondo, le corse sono state tagliate anche nelle ore di punta, i portatori di handicap non possono salire sulla maggior parte di essi? Non potendo permettermi un mutuo, abito in una casa del Comune in affitto in periferia (zona Molino Dorino - Bonola). A me che guadagno quello che ho scritto e nullatenente, è stato aumentato l´affitto del 32 per cento (non il 14 come ho letto). Il verde nella mia zona è stato e sarà cementato da migliaia di colate di cemento. Anche al lavoro, ormai le aziende in gran parte sono specchio del paese, la situazione è precaria anche a chi ha un contratto a tempo indeterminato, vengono privilegiate la mediocrità e la stupidità, che è funzionale al sistema come giustamente ho letto. Questi sono i fatti, ma le parole dei politici (di ogni colore!) parlano di ben altro. In tv e sui quotidiani si fa a gara per lanciare proclami, aiuti ai più disagiati, più verde, meno traffico, meno inquinamento, più mezzi pubblici, più dignità e sicurezza sul lavoro: quante parole? Sono dieci anni che le scelte delle amministrazioni locali e nazionali sono sempre e comunque a sfavore della povera gente, che una volta non lo era. Lettera firmata - Milano Che pena, caro lettore, per come sta andando. "Povera gente" è un´espressione che sentivo da mia nonna, da mio padre e che, adesso, qualche volta anch´io ripeto ai miei figli, anche se piccoli, per spiegare che non tutti nascono fortunati, che anche chi nasce bene può finire male, che l´ascensore sociale non ha sempre i bottoni all´altezza di chi li può e sa premere, che a volte qualcuno "si ruba" i bottoni. Lei ha fatto il suo, ma i nostri amministratori non hanno fatto il loro. Come li aiutiamo - questi capi, leader, vertici - a ritrovare il senso delle proporzioni? Mi permetto un solo suggerimento al centrosinistra: smetta di farsi dettare l´agenda da Silvio Berlusconi. Il presidente del consiglio parla e annuncia, loro rispondono punto per punto. Ma a che serve? Dovrebbero ignorare tanti argomenti e dire, per esempio: di Alitalia non parliamo, noi l´avremmo venduta ai francesi, vogliamo solo chiedere più trasparenza nei costi. Ci preme aiutare non tanto i piloti, ma "la povera gente". Dice che accadrà mai? O dice che lei viaggerà su mezzi sempre più in ritardo, guadagnando sempre di meno? E sino a quando resisterà?

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Alitalia, rottala trattativa (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 30-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Alitalia, rottala trattativa ultima ora Roma. Compagnia Aerea Italiana ha abbandonato il tavolo di confronto con i sindacati. È accaduto dopo una pausa di due ore nella trattativa. Cai si è ripresentata al tavolo ribadendo le proposte contrattuali iniziali, con una sorta di prendere o lasciare. A quel punto le nove sigle sindacali presenti in Alitalia non hanno accettato di firmare i contratti che la nuova proprietà aveva consegnato loro, due giorni fa, per esaminarli. I lavoratori non sono disposti a rinunciare alle 45mila giornate di permesso sindacale che Cai intende ridurre a 3.500. 30/10/2008

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Alitalia, anche Orseronella cordata della Cai (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 30-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Alitalia, anche Orseronella cordata della Cai albenga Il gruppo entra come operatore logistico. Balestra: sinergie importanti Albenga. Il gruppo Orsero acquista azioni Alitalia. O meglio, le aziende della nota famiglia imprenditoriale rivierasca hanno acquistato ieri una quota del pacchetto azionario della Compagnia aerea italiana, cioè la cordata che domani presenterà ufficialmente al commissario Fantozzi l'offerta per rilevare parte delle attività della compagnia di bandiera. Sull'entità dell'investimento e sulle modalità dell'operazione Antonio e Raffaella Orsero, che guidano l'impero imprenditoriale fondato dal padre Raffaello, mantengono il più stretto riserbo, ma lasciano intendere chiaramente di non essere interessati a fare da comparse in un 'cast' che comprende primattori della finanza italiana come Colaninno, Marcegaglia, Benetton e Tronchetti Provera. Anzi, a differenza di molti degli altri imprenditori che vivono la scalata ad Alitalia come un'operazione in gran parte di ordine finanziario, gli Orsero (così come il gruppo Toto, cioè AirOne) si presentano sulla scena portando con sé importanti competenze sul fronte dei trasporti, della logistica e ultimamente anche dell'aeronautica. Insomma, non si tratta di semplici investitori ma di veri e propri operatori specializzati che interpretano l'operazione più in senso economico che finanziario. L'impero Orsero è infatti basato proprio sui trasporti, anche se in prevalenza marittimi, con la Reefer Terminal e altre società che controllano e gestiscono banchine a Vado e in diversi porti spagnoli, sull'importazione e la commercializzazione di frutta attraverso la 'costola' Fruttital, ma anche su una compagnia aerea silenziosamente acquistata qualche mese fa. Una compagnia, la Fox Air, che si occupa prevalentemente di aerotaxi e voli charter e che opera anche sull'aeroporto Clemente Panero. E guarda caso da qualche tempo il gruppo Orsero si è fatto avanti per acquistare il pacchetto azionario di maggioranza dello scalo aereo ingauno. Ovviamente la notizia è stata accolta con entusiasmo non solo dagli ambienti aeroportuali villanovesi, ma da tutto il mondo economico rivierasco. «È chiaro che se Orsero acquisterà la maggioranza della società di gestione del Panero e al tempo stesso sarà socio di Alitalia - spiega il presidente Pietro Balestra -, per l'aeroporto potrebbe aprirsi la strada di nuove collaborazioni, non solo riguardo la riattivazione del volo di linea per Roma». «La cosa più importante - aggiunge Giancarlo Grasso, presidente della Camera di commercio di Savona -è che ci siano grandi imprenditori come Orsero, che in un momento di difficoltà dell'economia mondiale decidono di investire nel settore dei trasporti e della logistica, che per la Liguria sono il settore fondamentale per lo sviluppo economico. È una di quelle notizie che allargano il cuore e che infondono fiducia in tutti. Spero che questo stimoli altre iniziative imprenditoriali importanti nel settore logistico». I dettagli dell'operazione sono ancora da definire, e non è chiaro se Fox Air si 'scioglierà' nella nuova compagnia oppure se continuerà la sua attività parallelamente a quella di Alitalia. Un'ipotesi la seconda che pare probabile considerata la differenza di dimensioni e di posizionamento sul mercato delle due società. Tornando al versante villanovese, nelle prossime settimane il consiglio d'amministrazione dovrebbe varare il bando di gara per la privatizzazione dell'aeroporto Panero, che dovrebbe quindi essere pubblicato prima della fine dell'anno, ed è praticamente certo che il Gf Group della famiglia Orsero presenterà una sua offerta, anche se non è chiaro se lo farà in solitudine o nell'ambito di una cordata che comunque sarà composta da un piccolo numero di imprenditori (due o tre) perché gli Orsero vogliono evitare una frammentazione del capitale societario e soprattutto garantirsi un'ampia libertà sul fronte decisionale. Luca Rebagliati 30/10/2008 AZIONARIO 30/10/2008

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Alitalia, salvataggio a rischio Rompono Cai e sindacati (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 30-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Alitalia, salvataggio a rischio Rompono Cai e sindacati Si rompe la trattativa fra Compagnia Aerea Italiana, la società guidata da Roberto Colaninno, e le nove sigle sindacali di Alitalia. La strada verso il vettore nazionale diventa ora più difficile. Il lungo incontro di ieri sera con le parti sociali, tenutosi nella sede della holding Immsi a Roma, si è risolto con un nulla di fatto: l'amministratore delegato di Cai Rocco Sabelli ha infatti abbandonato il tavolo delle trattative una volta incassata l'indisponibilità delle sigle sindacali a firmare i contratti che Cai aveva presentato due giorni fa. «Non ci sono le condizioni per proseguire», avrebbe detto Sabelli abbandonando l'incontro, stando a quanto riferito da alcune fonti sindacali. La trattativa, ripresa dopo una pausa di due ore decisa in tarda serata, si è infranta sullo scoglio dei permessi sindacali: le sigle non sono infatti disposte a rinunciare alle 45mila giornate attualmente previste dai contratti e che invece Cai vorrebbe tagliare sino a scendere alla quota di 3500. Le organizzazioni dei lavoratori hanno opposto questioni previdenziali chiedendo maggiori garanzie. Domani scade il termine per presentare l'offerta vincolante per l'acquisto di Alitalia nelle mani del commissario straordinario Augusto Fantozzi.

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alitalia, 12 ore per il roma-brindisi i passeggeri sulla pista per protesta (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina IX - Bari L´odissea di 80 pugliesi dopo il volo cancellato a causa del maltempo Alitalia, 12 ore per il Roma-Brindisi i passeggeri sulla pista per protesta Il volo da Roma a Brindisi sarebbe dovuto partire martedì sera alle 21. Ma ottanta passeggeri salentini dell´Alitalia sono riusciti a tornare a casa soltanto alle undici di ieri mattina. A causare questo ritardo di oltre dodici ore è stato un nubifragio che ieri ha paralizzato la capitale e obbligato l´aeroporto di Fiumicino a cancellare numerosi voli. Ma l´odissea degli ottanta viaggiatori pugliesi è stata complicata da una lunga serie disguidi legati alla cattiva organizzazione della compagnia di bandiera. "Alle 23 - accusa Egidio Spano, un passeggero del volo Brindisi-Roma - siamo stati trasferiti, a bordo di un bus, dall´aeroporto alla pista dalla quale il nostro aereo sarebbe dovuto partire. Ma quando siamo arrivati a destinazione l´aereo era ancora spento". Esasperati dalla disorganizzazione e dalle ore di attesa, i passeggeri hanno occupato la pista. "Era l´unico modo che avevamo per avere informazioni certe". Alle tre di notte, dopo che il volo era stato rimandato di mezz´ora in mezz´ora, l´Alitalia ha messo a disposizione dei passeggeri un hotel. "Siamo entrati in stanza alle cinque del mattino - racconta uno di loro - alle 6 e 30 dovevamo già ritornare in aeroporto". Dove gli ottanta sfortunati salentini hanno atteso altre tre ore per partire alla volta di Brindisi. (p. rus.)

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Riprendiamoci la libertà Sarà Berlusconi ad aprire il mio show (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 30-10-2008)

Argomenti: Alitalia

«Riprendiamoci la libertà Sarà Berlusconi ad aprire il mio show» Ciao, sono Sabina. La voce pacata, un filo infantile, ha in sé gli echi dei suoi tanti personaggi ed insieme una freschezza rara. Non perde la testa, la signora della satira italiana. Ha mantenuto la calma davanti alla censura di Stato, quella che ha interrotto la programmazione di Raiot, non ha battuto ciglio di fronte al rinvio a giudizio con l'accusa di vilipendio per aver virtualmente mandato all'inferno il Papa e ha incassato la querela di Mara Carfagna (che pretendeva scuse pubbliche per aver infamato la sua virginale reputazione). Perché la vendetta, per Sabina Guzzanti come per Daniele Luttazzi e Beppe Grillo, è un piatto che si consuma a freddo sul palco, nelle piazze, davanti alla gente che li ascolta a migliaia. Alla vigilia del debutto del suo nuovo spettacolo con cui girerà l'Italia, Vilipendio, Sabina Guzzanti ci ha concesso quattro chiacchiere. Sullo show, sulla politica, sulla vita. Guzzanti, cosa manca alla sinistra? «La tempestività. Da piazza Navona in poi, con il No Cav Day, ho deciso che dobbiamo essere più tempestivi. Non si può continuare con la calma, a dire: scusi dov'è che si fa opposizione? E intanto l'obbrobrio va avanti. La politica si è trasformata. Dobbiamo ricominciare a difendere la libertà per davvero, e per difendere la libertà non c'è che un modo: prendersela». Dove permettono di farlo... «Certo, non in televisione né sui giornali, salvo poche eccezioni. Oggi per avere uno spazio sui media devi essere un verme. Non c'è via di mezzo: non basta censurarsi un po', devi essere totalmente allineato. Quindi, tanto vale...» E i politici, anche loro sono cambiati... «In Vilipendio non posso non parlare della Carfagna: i meccanismi sono ormai tardo imperiali, la Storia va indietro». E Berlusconi? «Sarà "lui", in video, ad aprire lo spettacolo, farà accomodare il pubblico in una versione inedita... Vedrete!» Non le chiediamo il perché del titolo, «Vilipendio»... «Quando c'è stata l'accusa ero proprio a cercare quello giusto: scartato Sesso con Berlusconi e Zoccola dura, l'arrivo del vilipendio mi è parso un segno divino, e l'ho preso al volo». Restiamo in tema. A parte il Papa, chi vedrebbe bene all'inferno? «Premesso che non ci credo, ci sarebbe una listona... Ma non c'è bisogno di arrivare fin lì. Il vero inferno oggi è sulla terra, lo viviamo ogni giorno». Abbiamo il titolo, e poi cosa succede in scena? «Oltre ai contributi video che proietteranno anche le vignette di Massimo Bucchi, nello spettacolo ci sarà molta musica, potrei definirlo un musical satirico, un genere nuovo per me. Accanto a me saranno in scena due musicisti, un batterista ed un tastierista. Ma ci saranno anche i miei piatti, naturalmente! Farò la dj, canterò rap, rifletterò sulla situazione italiana a tutto tondo». Rap come quelli dei trailers, com'è che fanno? «Osteria delle minestre / le ministre son maestre. E se a letto sono un portento / figuriamoci in Parlamento». Carfagna a parte, ci saranno anche i vecchi personaggi? «Sì, anche se non userò travestimenti perché a teatro sono troppo complicati. Torneranno Lucia Annunziata, Massimo D'Alema, Fausto Bertinotti e molti altri. Poi si parlerà del Pd, dell'Alitalia, del revisionismo storico». Perché il revisionismo? «Oggi i giovani manifestano contro la riforma della scuola e già si parla di un nuovo '68. Ho molta fiducia nelle proteste degli studenti, che oggi sono più consapevoli di qualche anno fa. A Firenze il 6 novembre farò una lezione in piazza, magari ne organizzeremo altre in tournée. Ma il rischio che tutto venga riscritto è forte, che il '68 sia considerato fucina di terrorismo e niente più».

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E Roma punta su "Appaloosa" (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 30-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Spettacoli e Società Pagina 10251 Cinema. Domani il gran finale con i vincitori della terza edizione E Roma punta su ?Appaloosa? Cinema.. Domani il gran finale con i vincitori della terza edizione Intanto il Festival canta la poesia di De André --> Intanto il Festival canta la poesia di De André Meno uno. Domani pomeriggio si conosceranno i nomi dei vincitori dopodiché i riflettori verranno spenti, gli stand smantellati, le hostess liquidate in stile Alitalia e il red carpet smacchiato, riarrotolato e gettato in cantina. Fare pronostici nel marasma di film presentati è praticamente inutile anche perché, secondo le ultime indiscrezioni, secondo una misteriosa e introvabile postilla del regolamento di quest'anno, pare che possano conquistare il Marc'Aurelio d'Oro - attribuito grazie ai voti del pubblico - non solo i film in concorso, ma una qualsiasi pellicola presentata al festival, a prescindere dalla sezione. Probabilmente - per dirla alla romana - si tratta solo di una frescaccia, ma per sapere se sia così o no, ci tocca aspettare ancora un giorno. Certo è che, come possibilità, non sarebbe così tremenda poiché rimetterebbe in gioco l'unico film veramente meritevole di essere premiato: Appaloosa . In attesa del responso, ad attirare ieri il pubblico in auditorium è stato, cosa inusuale, un documentario, ma non uno qualsiasi poiché il protagonista è forse il cantautore più amato della musica italiana: Fabrizio De André. Effedia - Sulla mia cattiva strada , prodotto da Dori Ghezzi e diretto da Teresa Marchesi, ripercorre la vita dell'eclettico musicista ligure attraverso una serie di interviste realizzate nell'arco di dieci anni dalla stessa regista. Le parole di De André, di sequenza in sequenza pacate, ironiche e amare, concretizzano mondi, esperienze e storie che fino ad ora avevamo potuto immaginare soltanto ascoltando le sue suggestive canzoni. Evoca per la prima volta anche il fantasma della Sardegna e del terribile sequestro subito, senza mai mostrare - altra testimonianza della sua immensa signorilità e dell'amore per la nostra terra - la rabbia o il rancore che sarebbero state del tutto legittime e comprensibili. Sulle note de La canzone di Marinella e de La ballata del Miche viene così presentata forse l'unica pellicola che il pubblico del festival, una volta uscito dalla sala, ha potuto e voluto portare via con sé, per coltivare e tener vivo un ricordo che da solo non sembra mai essere abbastanza. Tra le ultime proiezioni in programma, si nasconde anche qualche piccola sorpresa. È il caso del kazako Baksy , ulteriore prova di quanto pure una cinematografia sostanzialmente alle prime armi come quella dell'ex repubblica dell'Unione Sovietica, sia più vitale, sperimentatrice e onpen minded della nostra. Un'energica vecchietta dai misteriosi poteri taumaturgici guida una piccola comunità stipata nel remoto del nulla. Famosa per le sue doti, passa la giornata a curare le decine di disgraziati, dai quali riceve offerte e doni, che ogni giorno le fanno visita in pellegrinaggio. La tranquillità di quel polveroso avamposto desertico viene turbata quando un bravo coattello del paese vicino, mette gli occhi sulla terra occupata dalla donna, col fine di costruirci una pompa di benzina e un piccolo casinò. Dopo le prime immagini, il terrore di assistere a un polpettone stantio dai tratti socio-antropologici prende il sopravvento: agnelli sgozzati durante riti di purificazione, bagni di fango e secchiate d'acqua accompagnate da cantilene incomprensibili non possono non alimentare questa paura. Poi, d'improvviso, il tono cambia e quello che in apparenza sembrava un fantasy rurale alla buona, si tinge di giallo spaziando tra sparatorie, sequestri, bevute di vodka e partite a biliardo. Diretto con insospettabile maestria e mantenendo il tono ingenuo e leggero di chi si affaccia per la prima volta a questo tipo di narrazione, Baksy si propone come un colorato meltin'pot di generi assai diversi tra loro che, grazie ad una buona sceneggiatura, riescono a convivere alla perfezione quasi fosse la cosa più naturale del mondo. Divertente, scorrevole e originale nella sua innovativa non originalità, potrebbe essere veramente un ottimo outsider per la vittoria finale, anche perché i film di questo tipo, dalle infinitesimali chance distributive, raramente hanno occasione di essere protagonisti in sala o anche solo di poter gioire dello sguardo del pubblico. MARCO COCCO

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cai-sindacati, 24 ore per l'intesa sui contratti - lucio cillis (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 30-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina 21 - Economia Cai-sindacati, 24 ore per l´intesa sui contratti "Niente offerta se la Ue boccia il prestito". Bossi punta i piedi su Malpensa Domani il primo cda con Colaninno e Sabelli per la proposta d´acquisto Dopo Air France, anche Lufthansa e British Airways a Roma per trattare l´alleanza LUCIO CILLIS ROMA - Entro 24 ore Cai e sindacati dovranno chiudere su contratti e criteri di assunzione nella nuova Alitalia. Domani la palla passerà al cda di Compagnia aerea italiana, che si riunirà per la prima volta e dovrà mettere in moto le deleghe dei consiglieri e sciogliere il nodo dell´offerta per gli asset della Magliana. Ma la strada resta in salita: il consenso dei sindacati e il via libera della Ue, sono condizioni irrinunciabili, senza le quali Cai potrebbe fare una brusca retromarcia, abbandonando Alitalia al proprio destino. Compagnia aerea italiana, in particolare, ricorda che il "no" di Bruxelles al prestito ponte da 300 milioni, e il conseguente obbligo di restituzione, potrebbe far saltare definitivamente l´offerta rendendo inutile questa corsa contro il tempo. Intanto la trattativa, sia pur faticosamente, prosegue e per tutta la serata di ieri le nove sigle sindacali di categoria e l´ad di Cai, Rocco Sabelli, si sono confrontati sulla questione centrale delle modalità di scelta del personale. Manca ancora un punto di equilibrio ma le parti sembrano mento distanti rispetto all´ultimo incontro. Atteso, anche, oggi un nuovo lungo round che potrebbe chiudersi solo domani mattina. Ma secondo il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, che ha parlato ieri nel corso di un question time alla Camera, «se non si dovesse raggiungere un accordo con tutte le sigle sindacali» Cai dovrà comunque procedere alla definizione dei nuovi contratti «con l´appoggio delle organizzazioni maggiormente rappresentative». I sindacati, da parte loro, «condividono le dichiarazioni del presidente di Cai, Roberto Colaninno, sulla necessità di lavorare alla stesura del contratto come previsto dagli accordi sottoscritti a Palazzo Chigi» e vanno avanti nella trattativa no-stop sia pure con sfumature differenti. Nei prossimi giorni, una volta partita l´offerta condizionata di Cai, l´attenzione si sposterà sull´ingresso del partner estero. In queste ore, dopo Air France-Klm, sono i manager di Lufthansa a mettere sotto i fari i termini del possibile accordo di sviluppo con Cai mentre la prossima settimana toccherà ai dirigenti di British Airways venire a Roma per verificare la proposta. Il tema dell´alleato europeo è stato al centro di un vertice che a Palazzo Chigi ha messo di fronte il premier Silvio Berlusconi e il leader della Lega Umberto Bossi. All´incontro hanno partecipato il sindaco di Milano Letizia Moratti e Giuseppe Bonomi, presidente della Sea (la società di gestione degli scali milanesi), che hanno chiesto al premier garanzie sull´efficienza di Malpensa e Linate. Richieste rilanciate dagli esponenti della Lega, a cominciare dallo stesso Umberto Bossi. Il sottosegretario alle Riforme Aldo Brancher al termine dell´incontro ha spiegato che «il sindaco Moratti e Bonomi hanno chiesto che sia Malpensa, sia Linate rimangano in futuro efficienti rispetto al traffico interno ed internazionale. Il presidente Berlusconi - ha aggiunto Brancher - ha rassicurato gli interlocutori». Le preoccupazioni per il futuro degli scali lombardi, infine, sono condivise dalla presidente di Assolombarda e delegata di Confindustria per l´Expo 2015: per Diana Bracco «l´ulteriore riduzione dei voli di Alitalia su Malpensa con l´orario invernale - da 312 a 153 voli - rappresenta un inaccettabile abbandono di un aeroporto strategico per il Nord Italia e per l´intero Paese».

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Partner francese e contratti che non partono (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 30-10-2008)

Argomenti: Alitalia

ALITALIA Partner francese e contratti che non partono Francesco Piccioni Grande è il disordine sotto il piccolo cielo della Compagnia aerea italiana (Cai). La famosa «cordata italiana» che dovrebbe rilevare la «polpa buona» di Alitalia accumula problemi, più che trovare soluzioni. Andiamo con ordine. C'è un problema istituzionale in senso stretto: l'«offerta vincolante» che sarà presentata domani al commissario straordinario Augusto Fantozzi resta «sospesa» in attesa della decisione della Commissione europea. Tradotto: la formazione della spa, l'aumento di capitale, i contratti di lavoro, la licenza e tutto il resto sono sottoposti all'identica incertezza. Il secondo problema è istituzionale solo per chi crede che in Italia ci sia ancora un senso dello Stato. Ieri, Berlusconi si è vantato con la Confcommercio di aver fatto «una cosa sacrosanta a non vendere Alitalia ad Air France, che avrebbe portato i turisti ricchi dell'India, della Cina e del Medio oriente sui castelli della Loira o al Crazy Horse». Senza voler entrare nell'immaginario postribolare come «motore» del trasporto aereo, resta il fatto che Roberto Colaninno sembra ormai convinto di dover prendere - come partner strategico - proprio Air France. Non farà piacere a Silvio (anche perché il prezzo di ingresso per Jean-Cyril Spinetta sarà assai più basso di quello che avrebbe pagato in aprile), ma ormai ci sono poche alternative: visto il continuo arretramento della compagnia di bandiera, che taglia rotte per diminuire le perdite, Lufthansa ha scelto di giocare in proprio, aprendo una filiale con base a Malpensa. Non ci sono altri concorrenti per quel che resta del mercato italiano. C'è poi la partita dei contratti. Anche ieri si sono visti Rocco Sabelli (a.d. della Cai) e le nove sigle sindacali. Tutta la giornata è trascorsa nella discussione sui criteri di assunzione nella nuova società (la «discontinuità aziendale» rende necessario che tutti i dipendenti vengano licenziati da Alitalia e, solo in parte, «assunti» da Cai). Per i sindacati resta prioritario il criterio dell'anzianità aziendale, anche perché non sono ancora chiare le modalità di applicazione degli ammortizzatori sociali (si parla di 7 anni, ma nulla è stato scritto). Così come è dirimente la rinuncia a qualsiasi pretesa di escludere il personale con «rigidità intrinseche» (madri con figli in affidamento, dipendenti che abbiano usufruito della legge 104). E ancora non sono stati affrontati temi cruciali come l'inquadramento salariale (che nell'accordo siglato a palazzo Chigi prevedeva il contratto Alitalia meno il 7%, integrato dal contratto vigente in AirOne. Ah, già. La compagnia di Carlo Toto dove i dirigenti chiamano a casa i dipendenti per «consigliarli» di farsi assistere dalla Cisl. Per sicurezza...

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ROMA Colpo di scena per Alitalia: dopo una giornata di colloqui,la Cai, la società che ha pres... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 30-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Giovedì 30 Ottobre 2008 Chiudi ROMA Colpo di scena per Alitalia: dopo una giornata di colloqui,la Cai, la società che ha presentato l'offerta per rilanciare la compagnia, ha abbandonato il tavolo di trattativa con i sindacati sul nodo della firma dei contratti aziendali. Da ambienti vicini alla società è trapelato che l'interruzione del confronto è stata causata dall'indisponibilità delle sigle sindacali ad accettare la riduzione dei permessi sindacali. La Cai vorrebbe portare le giornate di lavoro assorbite da permessi sindacali dalle attuali 45 mila a 3.500.

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<Malpensa a rischio isolamento> Berlusconi: pronti a intervenire (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)

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Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2008-10-30 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE Voli Il premier: hub strategico. Bonomi: ma da marzo solo due collegamenti nazionali «Malpensa a rischio isolamento» Berlusconi: pronti a intervenire Vertice a Roma. La Moratti: il piano Cai ci penalizza Appello della Bracco: abbandono inaccettabile. Ora il governo liberalizzi le rotte per garantire lo sviluppo dell'aeroporto Il ridimensionamento, la preoccupazione che Milano resti isolata dal resto d'Italia e d'Europa, la difficilissima situazione della Sea. Vertice infuocato a Roma sul destino di Malpensa. Letizia Moratti ha rinviato i suoi impegni milanesi per partecipare alla riunione tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi (compresi i vertici della Lega) sull'hub varesino. Grande pessimismo, ma anche grande arrabbiatura. La Lega in testa. La Moratti, Bossi, ma anche i vertici lombardi di Fi, con Guido Podestà hanno chiesto le stesse cose. Una su tutte: «Milano e il Nord non devono restare isolati dall'Italia e dall'Europa». La prospettiva primaverile di Malpensa è desolante, come ha sottolineato il presidente della Sea, Giuseppe Bonomi, anche lui presente al vertice: da marzo Malpensa avrà solo due collegamenti nazionali, Roma e Bari. Berlusconi avrebbe confermato il suo impegno garantendo che il Nord non resterà isolato. «In questo periodo - avrebbe detto il premier - sono stato molto all'estero, è giusto rimettere la testa su Malpensa e Linate ». «Il premier - attacca Guido Podestà - ha condiviso le preoccupazioni che venivano da tutti i presenti e c'è stata un'assunzione di responsabilità in prima persona. La preoccupazione è che il piano industriale di Cai che risente dell'impostazione Air France isoli la città e il territorio. Questo non possiamo augurarcelo. Ci vuole tutta l'attenzione del presidente del Consiglio sulla definizione del piano industriale e sulla scelta del partner straniero». è chiaro che tutti i presenti hanno dato la loro preferenza a Lufthansa. E la Moratti avrebbe rivelato che la compagnia tedesca sarebbe disposta a entrare in Cai con una quota intorno al 20 per cento. Tutte cose da verificare. Fatto sta che in contemporanea del vertice romano è arrivato l'appello della presidente di Assolombarda, Diana Bracco. «L' ulteriore riduzione dei voli di Alitalia su Malpensa, per effetto dell'entrata in vigore dell' orario invernale, rappresenta un inaccettabile abbandono di un aeroporto strategico per il Nord Italia e per l'intero Paese». La Bracco usa parole insolitamente dure. Segno che l'attenzione è altissima. «Chiediamo al governo la liberalizzazione dei diritti di traffico, garantendo l'accessibilità diretta di tratte di lungo raggio. La compressione del ruolo di Malpensa rischia di essere lo stop allo sviluppo delle imprese in un momento delicatissimo per l'economia reale. Il rischio è che paradossalmente, pur cambiando chi gestisce la compagnia aerea, la penalizzazione suicida di Malpensa non cambi». Maurizio Giannattasio L'impegno Berlusconi alla Moratti: «E' giusto rimettere la testa su Malpensa e Linate»

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La Fed taglia i tassi Tremonti: conti blindati (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2008-10-30 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Economia Alitalia, rotta la trattativa Cai-sindacati La Fed taglia i tassi Tremonti: conti blindati ROMA — Borse su, la Fed taglia i tassi. Alitalia, rotta la trattativa Cai-sindacati. PAGINE 8, 9 e 33 Sensini, Tamburello

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<Lo Stato non paga>: stop alle intercettazioni (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-30 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE «Lo Stato non paga»: stop alle intercettazioni I gestori del 70% del servizio: fermi dal 1º dicembre. A rischio le indagini su casalesi e terroristi Gli amministratori delle tre aziende hanno consegnato ieri al ministero la loro lettera-ultimatum MILANO — C'è un debito: 140 milioni di euro. E un ultimatum per pagarlo: 1Ë? dicembre. Il debitore è lo Stato e i creditori sono Research control systems, Area e Sio, le tre società lombarde che gestiscono in Italia oltre il 70% del mercato delle intercettazioni telefoniche e ambientali. Gli amministratori delegati delle tre aziende ieri erano a Roma, al ministero della Giustizia, per consegnare una lettera che spiega del loro «gravissimo dissesto finanziario» e che promette la paralisi delle inchieste nella maggior parte delle procure d'Italia. «Permanendo questa situazione del blocco dei pagamenti — c'è scritto nella lettera — i nostri servizi non potranno più essere garantiti a partire dal 1 dicembre». Qualche esempio? Blocco delle intercettazioni per le indagini sul clan dei casalesi e quindi sugli uomini che hanno giurato vendetta contro lo scrittore Roberto Saviano. Se Area, Sio e Research control systems fra un mese premeranno il tasto «stop» sarà la fine per le registrazioni ordinate dai magistrati calabresi sulla 'ndrangheta del dopo- Duisburg. Sarà il fermo per le inchieste siciliane sui grandi latitanti della mafia e per quelle milanesi sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nell'economia lombarda. Stop anche alle intercettazioni (volute dai magistrati di Firenze, Bologna, Torino, Milano e non solo) sul terrorismo islamico. Di fatto si bloccherebbero le indagini telefoniche, ambientali, gps, video, di tre quarti delle procure italiane e di quasi tutte le sedi di Direzione distrettuale antimafia. E per il momento niente fa pensare che la situazione potrebbe sbloccarsi. «Da più di due anni — scrivono Andrea Formenti (Area), Roberto Raffaelli (Research control systems) ed Elio Cattaneo (Sio) — i pagamenti dei corrispettivi che abbiamo maturato subiscono ritardi o interruzioni che sono non più sostenibili e compromettono la nostra sopravvivenza: 140 milioni sono una cifra enorme — dicono — che abbiamo anticipato chiedendo soldi alle banche. Qui non c'è una situazione Alitalia, siamo aziende sane. Però ci manca la liquidità e 500 giorni di ritardo nei pagamenti sono troppi dato che lo Stato è il nostro unico cliente». Con quell'«unico cliente» le tre società hanno lavorato per le inchieste più importati dell'ultimo ventennio: dalla cattura di Provenzano all'omicidio D'Antona, dal caso Biagi all'uccisione del piccolo Tommy, da Calciopoli alle indagini di Woodcock. I problemi sono cominciati a luglio del 2006. Il decreto Bersani stabilì che non fossero più le Poste ad anticipare le spese delle procure per poi rivalersi sul ministero della Giustizia. Da allora in poi si decise che i servizi «di ausilio alle indagini», quindi anche le intercettazioni, fossero liquidati direttamente dalla Banca d'Italia, di certo più lunga nel saldare i conti. «In questa storia ci sono paradossi a non finire» lamentano i tre amministratori delegati. «Per esempio: il 30 novembre ci toccherà pagare le tasse su entrate che non abbiamo mai visto. La sola cosa che ci pare di aver capito negli incontri avuti a Roma è che si tenderà a stabilire un budget per le spese di giustizia. Ma è possibile fissare cifre su una materia come la giustizia?». Per ora la sola cifra certa è quella del debito, alla quale andrebbero sommati almeno altri venti milioni di interessi maturati in 21 mesi. Sio, Research control systems ed Area occupano trecento persone: ingegneri, esperti di informatica, elettronica e telecomunicazioni, teoricamente tutti posti di lavoro a rischio. Nel settore si calcola siano un migliaio gli addetti e, contando i debiti accumulati dallo Stato anche con le altre aziende, si arriva alla quota record di 300 milioni di euro. Giusi Fasano

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Berlusconi, gli aiuti alle famiglie e la parte del <poliziotto buono> (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-10-30 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE Bilanci e politica Berlusconi, gli aiuti alle famiglie e la parte del «poliziotto buono» SEGUE DALLA PRIMA Delle due l'una: o è il gioco del poliziotto buono e di quello cattivo, o tra Berlusconi e Tremonti c'è qualcosa che non va. Di sicuro è diverso l'approccio all'emergenza: da una parte c'è il leader politico pronto a sforare i limiti di Maastricht per dare ossigeno al Paese e offrire una deduzione fiscale «almeno alle famiglie numerose»; dal-l'altra c'è il garante del patto sottoscritto con l'Europa che non intende toccare la Finanziaria perché vuol tenere «al riparo la credibilità del sistema nazionale » e con essa «l'asta dei Bot». Sarà pur vero che insieme stanno cercando una soluzione alla crisi, ma su tempi e modi hanno visioni divergenti. Berlusconi punta a una «scossa immediata » anche per evitare un crollo della sua credibilità, che si rifletterebbe sulla stabilità del governo; Tremonti è proiettato invece sul medio-termine, e ha buon gioco nel sottolineare che non sono alle viste scadenze elettorali. Così il vertice di ieri al Tesoro tra i ministri che dovevano discutere sul piano anticrisi, ha avuto più o meno l'epilogo del faccia a faccia avvenuto la sera prima tra il premier e il titolare dell'Economia. Perché a fronte delle insistenze del Cavaliere, Tremonti ha sostenuto la tesi che «un evento globale di questa portata non può essere contrastato con strumenti di politica nazionale ». Da giorni si era preparato a respingere anche la richiesta di detassare le tredicesime, sparando sulla proposta avanzata da Veltroni: «Roba da comizi». «Pensare — così dice Tremonti — che a fronte di questa crisi un governo possa stabilizzare il tenore di vita dei propri cittadini con un provvedimento, è cosa da campagna elettorale. Quanto a noi, con il debito pubblico che abbiamo...». Crudo come crudo è ormai da tempo, da quando preannunciava un nuovo '29, il ministro dell'Economia ha parlato a nuora (cioè all'opposizione), perché suocera (cioè la maggioranza) sentisse: perciò è pronto a garantire stabilità al sistema bancario, a introdurre misure che assicurino l'erogazione del credito alle imprese, a dare i soldi necessari per il pubblico impiego. Poi basta, «non intendo perdere la faccia ». L'ha detto ai ministri ieri pomeriggio. E saranno pure tutti sulla stessa barca, ma non la pensano tutti allo stesso modo, se è vero che Matteoli— lasciando il vertice — aveva un'aria cupa: «Un'ora di riunione per sentirsi dire che non c'è una lira», si sfogava con qualcuno al cellulare. E dopo una breve pausa, proseguiva: «Maastricht, Maastricht... Io lo capisco Giulio, ma in questo momento Maastricht non c'è, non può esistere. Servono soldi alle famiglie. Silvio deve capirlo». «Silvio» l'ha capito, e non da oggi. Un mese fa — quando non era ancora partito lo tsunami — Confalonieri, che si definisce un «impolitico», gli lanciò un avviso: «Berlusconi ha pulito Napoli, ha salvato l'Alitalia, ora però deve dare dei soldi alle famiglie che non arrivano alla fine del mese». Era un modo per mettere in guardia l'amico di una vita, perché si coprisse il fianco scoperto. Ma già a quei tempi il titolare del Welfare Sacconi aveva le mani tra i capelli, mentre osservava i dati della cassa integrazione: «Qui se ci dice culo è recessione». Ieri Tremonti si è spinto ancor più avanti, e senza citarla ha evocato la parola depressione. Non è chiaro come il suo discorso possa conciliarsi con l'appello all'ottimismo di Berlusconi, «mi chiedo dove risieda la verità», commenta la sindacalista Polverini: «Spero — aggiunge la leader dell'Ugl — che prevalga il buon senso di Berlusconi, orientato a sostenere le famiglie oltre a banche e imprese». Forse davvero il Cavaliere e il ministro dell'Economia si sono divisi i ruoli del poliziotto buono e di quello cattivo, però sarebbe meglio che lo spiegassero almeno ai dirigenti del Pdl, dato che Gasparri dice di «non capire Giulio », e di esser rimasto «stupito» dalla sua sortita: «Se Berlusconi cerca di infondere ottimismo, com'è possibile che il ministro dell'Economia vada in controtendenza? Sappiamo che lui è schierato in prima linea, ma penso sia necessario confrontarci per assumere una posizione comune, tra governo e maggioranza». Mancava solo che il capogruppo al Senato del Pdl invocasse la famosa «cabina di regia»... Nel centrodestra sta salendo la tensione, e tutti aspettano la mossa di Berlusconi. è il premier infatti che prima o poi dovrà uscire allo scoperto, anche l'opinione pubblica è da Berlusconi— non da Tremonti — che attende una risposta. Se il Cavaliere continua a prender tempo, è perché non ha ancora messo a punto una strategia comunicativa per parlare al Paese, è perché non sa quanto sia profondo il pozzo della crisi. Francesco Verderami Il Tesoro Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti rivendica di essere stato fra i primi ad avvertire della crisi finanziaria in arrivo

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Alitalia, Moratti e Bossi: <catenaccio> su Malpensa (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-30 num: - pag: 31 categoria: REDAZIONALE Il salvataggio e gli aeroporti Alitalia, Moratti e Bossi: «catenaccio» su Malpensa ROMA — La Lega fa pressing su Silvio Berlusconi perché salvaguardi Malpensa. Il leader del Carroccio, Umberto Bossi, a palazzo Chigi insieme con il sindaco di Milano, Letizia Moratti ( nella foto), e il presidente della Sea (società di gestione scali milanesi), Giuseppe Bonomi, ha chiesto garanzie sul traffico a Malpensa e Linate. Una richiesta sostenuta dal presidente di Assolombarda, Diana Bracco. Ieri si è avviato il tavolo a oltranza tra la Compagnia aerea italiana (Cai) e i sindacati, che dovrà concludersi entro domani affinché Cai possa fare l'offerta definitiva. Intanto monta la rivolta degli aeroporti. Forti di un parere dell'Avvocatura dello Stato, secondo cui il decreto Alitalia può sospendere il pagamento dei servizi ma non quello dei diritti aeroportuali, Sea e Adr (aeroporti di Roma) avrebbero minacciato di bloccare gli aerei se non verranno pagati. L'Enac, guidata da Vito Riggio, ha ottenuto una tregua fino a lunedì, in attesa che arrivi l'offerta di Cai e il commissario Augusto Fantozzi possa disporre delle risorse. A. Bac.

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Alitalia, Cai lascia il tavolo di trattativa (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 30-10-2008)

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Giovedì 30 Ottobre 2008 Chiudi La delegazione della società non si è ripresentata dopo una sospensione dell'incontro con i sindacati Alitalia, Cai lascia il tavolo di trattativa La società: colloqui interrotti sul nodo dei tagli ai permessi sindacali

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ROMA Ennesimo colpo di scena intorno al caso Alitalia: la Cai ha abbandonato il tavolo di t... (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 30-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Giovedì 30 Ottobre 2008 Chiudi di LUCIANO COSTANTINI ROMA Ennesimo colpo di scena intorno al caso Alitalia: la Cai ha abbandonato il tavolo di trattatuiva con i sindacati sul delicato nodo della firma dei contratti aziendali. Da ambienti vicini alla società è trapelato che l'interruzione dei colloqui è stata causata dall'indisponibilità delle nove sigle sindacali ad accettare una forte riduzione dei permessi sindacali. In sostanza la società destinata a rilevare l'Alitalia vorrebbe portare le giornate di lavoro assorbite da permessi sindacali dalle attuali 45 mila a 3.500. Un macigno sul tavolo della trattativa che in sindacati non avrebbero affrontato chiedendo invece maggiori garanzie sul versante dei contributi previdenziali. Fatto sta che nella nottata di ieri la delegazione della cai, guidata dall'amministratore delegato Rocco Sabelli, non si è ripresentata al tavolo dopo una sospensione di due ore decisa al termine del primo round di consultazioni partito alle 14.30. Riemerge dunque il rischio che Cai ritiri la sua proposta. Lo staff della società parla di «interruzione dei colloqui di fronte ad atteggiamenti dilatori e a indisponibilità a firmare i contratti già per altro definiti negli accordi di Palazzo Chigi e definiti nel corso di lunghe e approfondite discussion durante tutto il mese di ottobre». In sostanza la società avrebbe chiesto ai sindacati di accettare gli schemi contrattuali già definiti dall'accordo sottoscritto anche dal governo mentre l'incontro di ieri sarebbe servito solo a definire i criteri di assunzione dei 12.500 dipendenti destinati a passare dalla vecchia alla "nuova" Alitalia. Ieri pomeriggio azienda a rappresentanti delle organizzazioni di categoria si erano nuovamente riuniti per individuare un'intesa generale e condivisa. Si trattava di uno strano, comunque non rituale epilogo di un negoziato che sulla carta sembra praticamente chiuso con Roberto Colaninno, presidente di Cai, che fa sapere che «non c'è alcuna trattativa perchè valgono gli accordi di palazzo Chigi»; con il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli che conferma come «gli accordi con i sindacati saranno rispettati». Infine con i rappresentanti delle nove sigle sindacali presenti in azienda che ieri pomeriggio, prima del vertice con Rocco Sabelli (amministratore delegato di Cai), vergano una nota in cui «condividono la dichiarazione di Colaninno circa la necessità di lavorare alla stesura del contratto come previsto dagli accordi sottoscritti. Essi prevedono che la stesura del contratto Cai sia il contratto Air One integrato dalle intese specifiche. Le organizzazioni sindacali e le associazioni professionali auspicano che questo lavoro sia reso possibile dalla delegazione Cai». Un messaggio evidentemente indirizzato a Sabelli. Insomma, tutti, ma proprio tutti sembrerebbero pronti a firmare l'accordo. In realtà i sindacati vogliono ancora chiarimenti. E vogliono soprattutto che i nuovi contratti rispecchino fedelmente gli accordi presi a palazzo Chigi. «Nessuna deroga e, tanto meno, nessuno stravolgimento», sostengono fonti sindacali. Ora però bisognerà capire come riannodare il filo della trattativa.

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Alitalia, rotta la trattativa (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-30 num: - pag: 33 categoria: REDAZIONALE Il salvataggio Dopo ore di confronto, a sorpresa il muro contro muro sui contratti Alitalia, rotta la trattativa I sindacati non firmano, Cai decide di lasciare il tavolo L'intesa con i rappresentanti dei lavoratori è la condizione necessaria per presentare l'offerta d'acquisto MILANO — «Non ci sono le condizioni per proseguire il confronto». Detto, fatto: Rocco Sabelli si è alzato dal tavolo e se n'è andato. Si è consumata così, nel cuore della notte, la rottura delle trattative fra la Cai e le delegazioni delle nove sigle sindacali del trasporto aereo per definire i contratti per i lavoratori della «nuova» Alitalia. Nella sede dell'Immsi, la società che fa capo a Roberto Colaninno, il confronto andava avanti da ore e niente faceva pensare che si sarebbe arrivati al muro contro muro. Invece, a un certo punto, c'è stato un irrigidimento da entrambe le parti. Sabelli, amministratore delegato della Cai, cioè della compagine di imprenditori destinata a prendere le redini della compagnia aerea risultato della fusione fra Alitalia e AirOne, ha ribadito che non c'era spazio per modificare lo schema di contratto presentato tre giorni fa ai rappresentanti dei lavoratori. Fonti vicine alla Cai hanno poi fatto sapere che, nel corso del confronto, i sindacati non hanno voluto rinunciare alle 45 mila giornate di permesso sindacale, che Cai vuole invece ridurre a 3.500. Ed hanno anche contestato alcuni aspetti previdenziali del nuovo schema contrattuale. Secca la replica sindacale: «Le notizie di Cai sono false e strumentali». Dopo il brusco stop, ormai a notte più che inoltrata, le delegazioni sindacali sono rimaste ancora nella sede Immsi, ma a questo punto nessuno sa dire quali margini ci siano per una ripresa del confronto. La rottura arriva a 24 ore di distanza dall'assemblea della Cai che ha sancito l'impegno di tutti i 16 soci ed ha prefigurato l'ingresso di altri 6 imprenditori attraverso un aumento di capitale. Non solo. L'assemblea è servita innanzitutto per trasformare Cai in una società per azioni, adottare il nuovo statuto, deliberare un aumento di capitale da 1,1 miliardi di euro e varare il nuovo consiglio d'amministrazione con 15 esponenti e la presidenza di Roberto Colaninno. Il nuovo board aveva in programma di riunirsi già domani per deliberare l'offerta d'acquisto di Alitalia da presentare al commissario Augusto Fantozzi. Ma tutto questo dopo aver raggiunto l'accordo con i sindacati. Così, il confronto è ripartito ieri nel primo pomeriggio. Una trattative difficile, come si poteva capire dalle dichiarazioni molto critiche espresse da alcuni esponenti sindacali. R. Fi.

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Dietrofront (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 30-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-30 num: - pag: 33 categoria: BREVI Dietrofront A destra, Rocco Sabelli, amministratore delegato della Cai, la compagine di azionisti destinata a controllare la «nuova» Alitalia. Ieri notte il brusco stop alla trattativa con le delegazioni sindacali

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Filippo Caleri f.caleri@iltempo.it A piccoli passi. Tra ... (sezione: Alitalia 2)

( da "Tempo, Il" del 30-10-2008)

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stampa Filippo Caleri f.caleri@iltempo.it A piccoli passi. Tra ... Filippo Caleri f.caleri@iltempo.it A piccoli passi. Tra mezze ammissioni e contrasti la Cai si avvicina all'acquisto della parte buona di Alitalia. Ieri l'assemblea dei soci ha espresso dei sì importanti per la realizzazione del dossier. Sì alla creazione della società per azioni, all'aumento di capitale per 1,1 miliardi rivolto agli attuali soci e in parte ai nuovi e alla nomina del cda a 15, che farà la proposta vincolante per Alitalia. Tre sì, che varranno meno di zero, però se gli accordi con i sindacati non saranno raggiunti. L'ottimismo da parte dei vertici c'è. «Non c'è nessuna trattativa ma solo un accordo da stendere» ha rilevato il presidente di Cai Roberto Colaninno. L'offerta rimarrà comunque sospesa fino a che non arriveranno i provvedimenti della Commissione Europea che attestino l'assenza di aiuti di Stato a vantaggio di Cai e delle decisioni dell'Autorità garante per la concorrenza e il mercato. Tutto slitta dunque alla seconda metà di novembre. Lo stesso periodo in cui dovrebbe essere scelto il partner straniero. Il prossimo passo è il cda di Cai che si riunirà a Roma venerdì prossimo, proprio per deliberare sull'offerta vincolante. Quella che aspetta il commissario straordinario dell'Alitalia, Augusto Fantozzi, anche con una certa impazienza. La scadenza è il 31 ottobre. «Non c'è nessuna proroga» ha aggiunto ieri Fantozzi. Un eventuale slittamento dell'offerta, ha chiarito, potrebbe avere un impatto sulla situazione finanziaria della compagnia. Alitalia, ha ribadito Fantozzi, ha liquidità sufficiente sino a fine novembre e lo riferità al tribunale che lo ha convocato. Poi, una sollecitazione all'amministratore delegato di Cai Rocco Sabelli,«bisogna che cominci ad avere fretta». Ad allungare i tempi ha contribuito il confronto con i sindacati. Le parti torneranno ad incontrarsi oggi, dopo aver esaminato i contratti consegnati da Cai al termine dell'ultima riunione conclusa nella notte di lunedì. Al centro dell'incontro il nodo, ancora da sciogliere, dei criteri di selezione del personale. Comunque, «i soci sono diventati di più, la compagine è compatta, le risorse per fare ci sono» ha sottolineato Corrado Passera, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo spiegando che l'assemblea ha anche fatto lo statuto, che prevede tra l'altro il vincolo di non vendita per la durata di cinque anni, e che tutte le scadenze sono state rispettate. Cai potrà andare in borsa ma solo fra tre anni tramite una offerta pubblica di vendita. Ieri non erano presenti i nuovi soci fra cui, secondo indiscrezioni di stampa, ci sarebbero il gruppo Fontana, il gruppo Intek e il finanziere Francesco Micheli. Accanto al presidente Colaninno ora siedono Sabelli, Gianluigi Aponte, Massimiliano Boschini, Francesco Caltagirone Bellavista, Carlo D'Urso, Corrado Fratini, Andrea Guerra, Salvatore Mancuso, Fausto Marchionni, Francesco Paolo Mattioli, Gaetano Miccichè, Angelo Riva, Carlo Toto e Marco Tronchetti Provera.

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Fiumicino, cinque voli annullati (sezione: Alitalia 2)

( da "Tempo, Il" del 30-10-2008)

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stampa Aeroporto «Leonardo Da Vinci» Fiumicino, cinque voli annullati Monta la rabbia dei passeggeri «Noi, abbandonati qui per ore» FIUMICINO La pioggia torrenziale ha causato gravi disagi all'aeroporto di Fiumicino, dove sono stati annullati cinque voli - diretti a Bergamo, Napoli, Bologna, Trieste e Brindisi - e dove sono rimaste bloccate per ore centinaia di persone. Numerose le denunce di passeggeri, che hanno lamentato la scarsa assistenza. Anche quelli in arrivo, che hanno dovuto aspettare per ore la consegna dei bagagli. E un'odissea di 12 ore è quella vissuta tra l'altra sera e ieri mattina da una ottantina di passeggeri Alitalia in arrivo a Trieste ma bloccati a Fiumicino a causa del maltempo. «Ai disagi per il mancato rientro in orario - hanno commentato Adriano Pelos e Ludovico Rigonat - si sono sommati la mancanza di informazioni». I passeggeri che dovevano rientrare a Ronchi dei Legionari (Gorizia) verso le nove sono rimasti bloccati a Fiumicino tutta la notte. «Solo verso le 2.30 di questa mattina (ieri, ndr) ci hanno informato che era stato trovato un albergo per trascorrervi la notte. Di scuse nemmeno parlarne». I passeggeri diretti a Napoli e Bologna sono stati infine trasbordati in nottata su pullman per raggiungere le loro destinazioni.

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COLLEFERRO Per offrire una prima ... (sezione: Alitalia 2)

( da "Tempo, Il" del 30-10-2008)

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stampa COLLEFERRO Per offrire una prima ... COLLEFERRO Per offrire una prima soluzione occupazionale alla crisi del perimetro industriale della Valle del Sacco nel 1997 venne fondato il Gaia, Gestione Associata Interventi Ambientali, un Ente Pubblico Economico che aveva lo scopo della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani. L'iniziativa parte con i primi 9 comuni soci fondatori, Segni, Colleferro, Artena, Carpineto, Gavignano, Gorga, Labico, Montelanico e Valmontone per la ricollocazione di 150 persone, lavoratori socialmente utili e cassaintegrati. I soldi vengono dalla Regione Lazio con un contributo erogato in base alla Legge Regionale 36/92. Dal 1999 il numero dei comuni sale fino a 48 coprendo un territorio che va dalle porte di Roma a buona parte del Frusinate. Gaia comincia a guardare anche all'estero con rapporti di partnership in Serbia, Ucraina, Macedonia, Croazia e Cina. Nel 2002 comincia la costruzione dei due impianti di termovalorizzazione a Colleferro. Gli impianti sono in grado di bruciare 200 mila tonnellate annue di combustibile da rifiuti (cdr) producendo energia che viene ceduta alla rete, ma il cdr viene da tutta Italia tranne che dal Lazio. Intanto i rifiuti dei Comuni soci vengono conferiti nella discarica di Colle Fagiolara che Gaia gestisce. Si cerca di arrivare, ma senza alcun successo, alla chiusura del ciclo dei rifiuti con la costruzione di un impianto di produzione di cdr, ma ogni tentativo è vano, tanto che alla fine l'impianto non verrà realizzato né a Valmontone né a Colleferro. Si allarga anche il tipo di business: il Consorzio guarda al settore termale e delle acque minerali: nel 2003 acquisisce sia le Terme di Fiuggi, che non versano in buone acque e che oggi sono state poste in liquidazione, sia la Fonte Meo/Gabinia, una piccola ditta di imbottigliamento con quasi un secolo di storia e la proprietà di una sorgente di acqua medicale molto nota: l'impianto di imbottigliamento, chiuso per restauro e la creazione di una beauty farm, non è più stato riaperto. Nel 2004 Gaia da Consorzio diviene una spa, le cui azioni sono dei comuni, ma da quel momento comincia la crisi vera e propria. Il Consorzio non riesce più a fare fronte alle rate di mutuo contratto con Cassa Depositi e Prestiti e ministero delle Finanze e nelle numerose riunione che si svolgono i suoi amministratori chiedono l'azzeramento del prestito per uscire dalla crisi. Iniziano una serie di trattative serrate con Acea, che da Gaia vuole solo gli impianti cedendo il ramo secco dello spazzamento e raccolta ad Ama. In quello stesso periodo Acea aveva acquistato da gruppo Erg gli impianti di San Vittore (termovalorizzatore), Paliano (produzione cdr), Orvieto (discarica) e il disegno cui si mira da parte di Gaia è quello di una newco con Acea, ma lo strano arresto del suo presidente pone fine al sogno. Gaia cambia tre presidenti in pochi mesi e continua i contatti con Acea, fin quando non si vede costretta a rifiutare le sue offerte, considerate insufficienti. Inverno 2007, esce il primo bando di gara per la cessione del 49% di Gaia cui si presenta solo la spagnola Urbaser, che si ritirerà ai primi di luglio dopo che nel corso del suo data room i Finanzieri hanno svolto il sequestro degli atti relativi ai bilanci fino al 2005. Il due agosto il ministro Bersani accoglie la richiesta di commissariamento in base alla Marzano e Gaia diviene una delle sei società italiane che usufruiscono dei benefici normativi, come Parmalat o, più recentemente, Alitalia. Il resto è storia degli ultimi mesi: la spasmodica ricerca di un accordo con Acea, che quando pare raggiunto, viene azzerato dal risultato elettorale che porta al campidoglio Gianni Alemanno e al Ministero Claudio Scajola. Il benvenuto è dato dal blitz dei carabinieri del Noe di Roma che consegnano ben 4 avvisi di garanzia al Gaia per traffico e smaltimento illecito di rifiuti, inchiesta ancora in corso. Lolli, su indicazione di Scajola, prepara un bando di gara per manifestazione di interesse per l'acquisto del 100% di Gaia, cui rispondono le più grandi società nel settore. Da agosto il dossier è nelle mani del ministro e in attesa della sua decisione, si moltiplicano le voci di possibili cordate per una trattativa privata. E proprio mentre la decisione sembra prossima, ecco i 24 avvisi di garanzia dell'operazione «cash cow» della Finanza di Colleferro. Gel. Ste.

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Berlusconi rassicura il sindaco: <Malpensa non resterà isolata> (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 30-10-2008)

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n. 260 del 2008-10-30 pagina 8 Berlusconi rassicura il sindaco: «Malpensa non resterà isolata» di Chiara Campo Vertice a Palazzo Chigi con Moratti, Fi e una pattuglia leghista Il premier promette un pressing su Cai perché scelga Lufthansa TAGLI Agli assessorati 37 milioni in meno. De Corato: «Tanti chiedono oltre il necessario» Dopo lettere e telegrammi congiunti con Regione e Provincia, ieri Letizia Moratti è riuscita a farsi ascoltare da Silvio Berlusconi sul tema di Malpensa. Un vertice di circa un'ora a Palazzo Chigi. Con il sindaco, i coordinatori regionale e cittadino di Forza Italia, Guido Podestà e Maurizio Casero, il presidente di Sea Giuseppe Bonomi, e una «pattuglia» leghista, in difesa degli aeroporti del nord: il senatùr Umberto Bossi col figlio Renzo, il ministro Roberto Calderoli, poi Roberto Cota, Federico Bricolo, Rosi Mauro e Giancarlo Giorgetti. Berlusconi ha rassicurato sindaco e Carroccio, che chiedevano garanzie sui livelli di traffico ed efficienza dell'hub. Il premier si spenderà «personalmente» perché nella scelta del partner straniero, Cai prediliga Lufthansa (che già usufruisce di un sistema industriale multi-hub) ad Air France, per non isolare Milano dal resto del Paese e d'Europa. Il premier si è impegnato anche sul fronte dei collegamenti interni: sarà «da rivedere» il piano industriale di Cai, che prevede da marzo 2009 voli diretti da Milano solo verso Roma e Bari. In alternativa, potrebbe optare per la liberalizzazione dei diritti di volo. Il nord non sarà isolato. Lo conferma il sottosegretario alle Riforme Aldo Brancher: «La Moratti e Bonomi hanno chiesto che sia Malpensa che Linate rimangano efficienti com'erano sia per quanto riguarda il traffico interno che internazionale, e il premier ha detto che farà il possibile affinché si possa arrivare a questo». «Ampia soddisfazione» dalla Lega: «Grazie al nostro pressing - afferma il capogruppo milanese Matteo Salvini - sembra che almeno sulla carta ci siano prospettive positive». Il sindaco era irritato dal silenzio del premier, che non sembrava prendere in seria considerazione la sua richiesta di liberalizzare i diritti di volo su Malpensa. Al vertice romano coi coordinatori regionali del Pdl ieri mattina, il sindaco ha manifestato disappunto e preoccupazione per il ridimensionamento dei voli su Milano. Come socio di maggioranza della Sea, intende prendere le necessarie cautele rispetto alle decisioni del piano Cai, per tutelare la società che gestisce gli aeroporti milanesi. La maxicausa di risarcimento di Sea contro Alitalia (pari in origine a 1,2 miliardi di euro) sarà rivista al ribasso solo con garanzie sulla tutela dell'hub. Intrecciati al tema Alitalia, i tagli al bilancio comunale. Salgono da 150 a 160 i mancati trasferimenti dallo Stato, perché ci saranno 10 milioni di dividendi in meno da Sea. I tagli agli assessorati per il 2009 salgono dunque da 27 a 37 milioni. Ma, spiega il vicesindaco Riccardo De Corato, «verrà usato un metodo equo e innovativo, che non penalizzerà nessuno. Ogni assessorato avrà quanto è riuscito davvero a spendere nei due anni precedenti, non di più. I dati degli ultimi anni dicono che ci sono settori che chiedono il doppio di quanto riescono davvero usare». Saranno ridimensionati i budget per sport, servizi sociali, cultura. Più in discesa l'«affare» Atm-Gtt: via libera dei partiti alla fusione tra le aziende di trasporti di Milano e Torino. Il modello di governance - nel cda, tre soci a Milano e due a Torino - tutelerà il peso di Atm (stimato nel 60-62%) su Gtt. Nel cda, Torino avrà due membri e Milano tre (due di Atm e uno del Comune). La delibera arriverà in giunta entro novembre. Ma, precisa Podestà, «a dare il via libera definitivo sarà il consiglio comunale». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Cai, Sabelli lascia il tavolo E' scontro sui contratti (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 30-10-2008)

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n. 260 del 2008-10-30 pagina 0 Cai, Sabelli lascia il tavolo E' scontro sui contratti di Redazione Nella notte rottura delle trattative. I sindacati: niente ultimatum. La Cai: dalle sigle arrrivano continue dilazioni e "no" alla riduzione dei permessi sindacali Roma - Rottura nella notte per la trattativa sui contratti di Alitalia. Rocco Sabelli lascia il tavolo di confronto con i sindacati sul futuro di Alitalia, una mossa che ha sorpreso le nove sigle sindacali che rappresentano i lavoratori. L'amministratore delegato di Compagnia aerea italiana ha chiuso il confronto di fronte "ai continui atteggiamenti dilatori e alle indisponibilita' a firmare". Oltre a porre ulteriori questioni come quelle previdenziali, i sindacati - secondo Cai - non sono disposti a rinunciare alle 45 mila giornate di permessi sindacali rispetto alla riduzione a 3.500 proposta. Per i sindacati, Cai non ha compiuto alcun passo per andare incontro alle loro richieste, tanto che dopo alcune controproposte fatte ai criteri di selezione del personale, dopo una pausa di due ore, Sabelli - dicono i sindacati - e' tornato al tavolo ponendo un aut aut anche sui contratti (quello da dirigenti per i comandanti e quello collettivo di lavoro): prendere o lasciare. Un ultimatum che ha spiazzato i sindacati, convinti di proseguire il confronto senza soluzione di continuita' almeno sino all'ultimo minuto disponibile, cioe' fino alla mezzanotte di domani, quando scade il termine per Cai per consegnare l'offerta vincolante al commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi. Incontro con Fantozzi proprio a Fantozzi i sindacati chiedono un incontro immediato. E intendono andare al quartier generale della Magliana questa mattina intorno alle 10. Salvo l'improvvisa decisione dei sindacati di firmare tutti i documenti, non ci dovrebbe essere alcun incontro prima del cda di Cai, fissato a Roma per domani alle 15 per varare l'offerta vincolante. Fonti vicine a Cai hanno spiegato che "dopo un'intera giornata di discussione per mettere a punto criteri di selezione del personale, Cai ha elaborato un'ultima definitiva proposta e ha chiesto di sottoscriverle assieme ai due contratti consegnati lunedi' scorso e oggetto ieri, di incontri informali'. Tutti i documenti proposti "rispettano gli accordi di palazzo Chigi - hanno sottolineato le stesse fonti - e sono stati oggetto di lunghe e approfondite discussioni per tutto ottobre". Le nove sigle hanno spiegato in un comunicato congiunto che Cai, "dopo una pausa di due ore, ha ripreso il confronto dichiarando che i documenti contrattuali relativi al personale di volo e di terra rappresentavano una posizione ultimativa e non si dichiaravano disponibili a una rilettura degli stessi per verificarne la coerenza rispetto a quanto negoziato e sottoscritto a Palazzo Chigi". Le organizzazioni hanno giudicato 'incomprensibile e improvviso" il "cambio di atteggiamento della delegazione Cai, anche rispetto al positivo e costruttivo andamento della prima parte della riunione"e sottolineato che "la difformita' dei testi consegnati rispetto agli accordi di Palazzo Chigi, rendevano indispensabile una verifica congiunta alla quale Cai si e' sottratta, impedendo ogni ulteriore approfondimento di merito e abbandonando il tavolo alle ore 24 dichiarando chiuso il confronto". Oggi pomeriggio, le nove sigle si incontreranno per una riunione intersindacale. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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<Aiuteremo le famiglie a uscire dalla crisi> (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 30-10-2008)

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n. 260 del 2008-10-30 pagina 9 «Aiuteremo le famiglie a uscire dalla crisi» di Vincenzo La Manna Berlusconi: «Stiamo studiando provvedimenti, c'è margine di movimento coi fondi Ue. Importante non fermare il flusso economico ora che le Borse sono ripartite». Vertice tra i ministri al Tesoro. Malpensa, incontro a Palazzo Chigi con Bossi Roma«Ipotesi diverse, fondi scarsi». Tanto per essere chiari. Detto questo, «vedremo, stiamo lavorando». Silvio Berlusconi non si sbilancia, neppure sull'eventuale detassazione delle tredicesime. Ma assicura l'impegno del governo, guidato da un premier che si dichiara «come sempre, ottimista». Insomma, le contromisure da prendere, per uscire dalla crisi economica, sono ancora allo studio. Nell'attesa, un dato positivo: «Le Borse sono ripartite». E il nuovo invito: «L'importante è che non si fermi il flusso di finanziamenti delle banche a imprese e famiglie. Su questo noi interverremo». Le modalità emergeranno nelle prossime ore, anche alla luce del vertice con Abi, Confindustria e varie confederazioni, in programma oggi a Palazzo Chigi. Ma intanto, ieri mattina, riunione ad hoc nella sede del Tesoro. Insieme al padrone di casa, Giulio Tremonti, i ministri di spesa, ma non solo: Claudio Scajola (Sviluppo), Altero Matteoli (Trasporti), Maurizio Sacconi (Welfare), Renato Brunetta (P.A.), Roberto Calderoli (Semplificazione). Un'ora e mezzo di confronto, puntato su consumi e potere d'acquisto. Sacconi delimita il raggio d'azione: «Lavoriamo all'interno del bilancio che c'è». E Tremonti avverte: la crisi «è sicuramente globale, ma che sia recessione è una formula eufemistica, ottimistica. Magari fosse così». L'impressione è che sia «qualcosa di diverso». «La recessione - spiega - è nell'ordinarietà dei cicli». Ma «siamo di fronte ad una discontinuità, a una rottura nella linea di sviluppo». Berlusconi, intanto, torna a parlare di modifiche alla Finanziaria, seppur all'interno dei saldi prestabiliti. «Sono deciso a mantenerla così com'è, ma ciò non vieta che ci siano margini di differenza. E nella distribuzione delle risorse, che i singoli ministeri hanno fatto, ho colto delle cose da correggere: penso per esempio alla scuola privata». Correzioni che potrebbero arrivare «anche dai soldi che vengono dall'Ue, dove siamo i terzi contribuenti». Intervenuto al Consiglio generale di Confcommercio, a cui chiede di «dare una mano» sul fronte prezzi, il premier rimarca: «Ciò che non si deve fare è diffondere il panico e il pessimismo. Bisogna invece tenere i nervi saldi e stare tranquilli». E ribaltare, quindi, il «fattore ansiogeno» diffuso dalla tv. Anche perché, ripete, «il sistema delle banche è solido». Certo, se gli istituti di credito lo richiedono, «il governo è pronto ad assisterli, alle regole di mercato, ma senza imporre nulla, senza condizioni punitive per il management, né per gli azionisti». Sul monte-prestiti, il Cavaliere concorda con il presidente francese, Nicolas Sarkozy, che propone di aumentarlo «del 2-3-4-5%», per «una norma che penso possa diventare di tutti gli Stati». Poi non esclude che il Cdm di domani possa esaminare nuovi provvedimenti sulle banche. Nella stessa riunione in cui potrebbe finire il decreto sui rifiuti, «che introdurrà il reato e le pene per chi imbratta i muri». Inevitabile, nel giorno in cui il decreto Gelmini ottiene il sì anche dal Senato, tornare sul tema scuola. «È stato un gran risultato», commenta il premier, che sottolinea di nuovo la «truffa» subita dai ragazzi che manifestano - verso i quali «siamo stati di manica larga» - la messa in campo «alle loro spalle» dalla sinistra. Altro fronte caldo, la legge elettorale per le Europee. Dopo aver rinnovato, martedì sera, i suoi «paletti» (no alle preferenze, 5% di sbarramento), il Cavaliere si confronta nel tardo pomeriggio con la Lega (oggi vedrà a pranzo il presidente della Camera, Gianfranco Fini), ricevendo una folta delegazione, capitanata da Umberto Bossi. E al termine dell'incontro, dichiara come sia «evidente» che il progetto, «proprio per la sua rilevanza politica, necessita della convergenza più ampia possibile delle forze parlamentari». Un'apertura, dunque, all'opposizione. Nell'auspicio che il Parlamento «continui a lavorare per ricercare ogni soluzione possibile». Ma è «altrettanto evidente», rimarca, che «in mancanza di una convergenza, si voterà con la legge esistente». Nella riunione con gli esponenti del Carroccio, infine, a cui prende parte pure il sindaco di Milano, Letizia Moratti, spunta anche la vicenda Alitalia. E Berlusconi, sollecitato in maniera diretta dal Senatùr, rassicura gli alleati e il primo cittadino sul ruolo di Malpensa e Linate. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Alitalia, Cai: 'Se i sindacati non firmano, per noi la partita e' chiusa' (sezione: Alitalia 2)

( da "Voce d'Italia, La" del 30-10-2008)

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Rottura coi sindacati, Colaninno preoccupato Le nove sigle si incontrano nel pomeriggio (sezione: Alitalia 2)

( da "Quotidiano.net" del 30-10-2008)

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Angeletti: "Non ci rassegnamo al fallimento dell'operazione". La società convoca il consiglio di amministrazione: l'accordo era una condizione per l'offerta per Alitalia

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E? quanto ha affermato il leader della Uil, Luigi Angeletti, riferendosi alla rottura delle trattative tra la Cai e i sindacati sul nuovo contratto. ”Oltretutto - ha aggiunto Angeletti a margine della manifestazione sulla scuola - non vediamo alternative. Non esiste un?alternativa che non sia immaginaria. L?unica alternativa a questa offerta è la liquidazione”. COLANINNO Il presidente della Cai, Roberto Colaninno, esprime “forte preoccupazione” per la situazione determinata dalla rottura delle trattative con i sindacati, “il cui auspicabile buon esito rimane condizione essenziale al proseguimento del progetto”. Colaninno in una nota sottolinea che “nel contesto generale dell?economia italiana e internazionale, il valore di 12.600 posti di lavoro non puo? essere gestito in un contesto di radicalizzazione degli interessi di parte”. Colaninno auspica quindi che “tutte le sigle sindacali ritrovino rapidamente le ragioni della coerenza con gli accordi stipulati a palazzo Chigi”. RIUNIONE DEL CDA "A queste condizioni è impossibile proseguire, per noi non c?è più trattativa. Domani si riunirà il consiglio di amministrazione e deciderà cosa fare, visto che l?accordo con i sindacati è condizione per la presentazione dell?offerta vincolante per Alitalia". Lo ha detto il portavoce di Cai dopo la rottura della trattativa di questa notte fra società e sindacati. Cai, azioni 'bloccate' per 5 anni Commenti Invia commento Segnala ad un amico Nessun commento presente Clicca qui per inviare il tuo commento Nome: Email: Commento: Caratteri rimasti Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro consenso al trattamento dei dati consenso allargato I commenti inviati vengono pubblicati solo dopo esser stati approvati dalla redazione Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi Scuola, il decreto Gelmini è legge Veltroni: "Subito un referendum" Scontri e feriti in Piazza Navona (95 commenti) Tornelli ai magistrati, risponde l'Anm: "Brunetta non sa di cosa sta parlando" (47 commenti) "Questa è un'isola felice ma la guardia resti alta" (35 commenti) Scuola, bagarre in aula al Senato Non si fermano cortei e occupazioni (34 commenti) "Vietati gli sconti sugli alcolici" (18 commenti) Gilardino non ha passato il confine fra buona fede e fair play (16 commenti) Adriano in disco fino all'alba Arriva alla Pinetina con 32' di ritardo e Mourinho lo rimanda a casa (11 commenti) E' la guerra dell'Happy Hour Baristi contro il regio decreto (10 commenti) 13:12:27 - Nello sport c'e' chi vince spesso e chi perde spesso ma un conto e' lottare tra i coltello tra i den[...] I Menarini: "Arrigoni per ora rimane, ma a Cagliari deve vincere" 12:59:46 - ottima scelta bracciali ragazzo sempre educato e irrepresenbile in campo tipo wimbledon 2006 dove su[...] Daniele Bracciali consigliere FIT12:55:31 - Bolelli ha fatto match pari con Blake ed è uscito sconfitto senza riuscire ad invertire il trend di [...] Bolelli spreca un'altra chance12:44:21 - BEATO REGINALDO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!![...] Adriano in disco fino all'alba Arriva alla Pinetina con 32' di ritardo e Mourinho lo rimanda a casa12:35:02 - Cinque anni per una causa civile. 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Tu chi preferisci?Cure psichiatriche obbligatorie per i pedofili, sei d'accordo?Se vincessi al SuperEnalotto, usciresti allo scoperto?Gay in politica: è vero che sono discriminati?Polizia per fermare le occupazioni nelle scuole, sei d'accordo?Beckham al Milan, un buon acquisto?Cure palliative a base di oppio contro il dolore: sei d'accordo?Togliere la patente a chi è condannato in via definitiva per droga: sei d'accordo?Pacchetto clima, giusta o sbagliata la richiesta dell'Italia alla Ue di tempi di applicazione più lunghi?Gli italiani sono ancora un popolo di superstiziosi?Accettabile assumere farmaci per migliorare le proprie prestazioni sportive? La foto del giorno La moda secondo Mary-Kate e Ashley Olsen Gemelle e attrici, ma anche trend-setter. Le due giovani star hanno scritto un libro a quattro mani, intitolato 'Influence', in cui parlano della loro visione della moda e dispensano consigli di stile GUARDA LE FOTO RICERCA ANNUNCI Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec

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Alitalia, tra Cai e sindacati èrottura. Compagnia a rischio (sezione: Alitalia 2)

( da "Tempo, Il" del 30-10-2008)

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stampa Colaninno: "Forte preoccupazione" Alitalia, tra Cai e sindacati è rottura. Compagnia a rischio è rottura tra Cai e sindacati a poche ore dal termine (che scade domani) per la presentazione dell'offerta di Cai per Alitalia. Il presidente della Cai Roberto Colaninno chiede ai sindacati di essere coerenti con gli accordi raggiunti a Palazzo Chigi. Colaninno esprime «forte preoccupazione per la situazione determinata dalla rottura delle trattative con le rappresentanze sindacali dei lavoratori di Alitalia, il cui auspicabile buon esito rimane condizione essenziale al proseguimento del progetto». Domani Cai riunisce il board per decidere il da farsi, ma «così non si può andare avanti, a queste condizioni per noi non c'è più trattativa», è stato il commento di un portavoce della Compagnia aerea italiana dopo la rottura della trattativa con i sindacati di questa notte. Le organizzazioni sindacali attribuiscono «totalmente» la responsabilità dell'interruzione del negazione alla delegazione Cai, che «ha impedito la stesura tecnica dell'accodo di palazzo Chigi», afferma la Fit Cisl, e hanno annunciato si riuniranno in un'intersindacale nel primo pomeriggio. Per Alitalia comunque non esistono alternative all'accordo, l'unica è la «liquidazione», avverte intanto il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. Salvatore Ligresti, che partecipa alla cordata di imprenditori riunita in Cai, resta convito che quello di Colaninno sia «un ottimo progetto», ma non c'è nulla di facile in questo Paese«, dice in questa difficile fase della trattativa. Intanto a mezzanotte di domani scade il termine per la presentazione dell'offerta di Cai al commissario straordinario Augusto Fantozzi il quale anche nei giorni scorsi ha ribadito che "non ci sono proroghe". Lo stesso Colaninno ha sottolineato tuttavia che il buon esito del negoziato resta "condizione essenziale al proseguimento del progetto". "Nel contesto generale dell'economia italiana e internazionale, il valore di 12.600 posti di lavoro non può essere gestito in un contesto di radicalizzazione degli interessi di parte", ha aggiunto. Ma la Cisl è pronta alla querela: "nessuno ha mai posto al tavolo del negoziato la questione dei permessi sindacali - afferma il segretario Fit Claudio Genovesi - è un pretesto sollevato da Cai" Il presidente della Cai Roberto Colaninno in una nota esprime «forte preoccupazione per la situazione determinata dalla rottura delle trattative con le rappresentanze sindacali dei lavoratori di Alitalia, il cui auspicabile buon esito rimane condizione essenziale al proseguimento del progetto». «Nel contesto generale dell'economia italiana e internazionale - sottolinea Colaninno -, il valore di 12.600 posti di lavoro non può essere gestito in un contesto di radicalizzazione degli interessi di parte». Il presidente della Cai auspica che «tutte le sigle sindacali ritrovino rapidamente le ragioni della coerenza con gli accordi stipulati a Palazzo Chigi». «è stata una decisione unilaterale di Cai quella di abbandonare il tavolo del confronto sulla stesura dei contratti e dei criteri d'assunzione del personale». Lo sottolineano in una nota congiunta Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporti in merito alle dichiarazioni rilasciate questa mattina dalla Compagnia aerea italiana. «Il lavoro svolto ieri - precisa la nota sindacale - consisteva nella stesura tecnica dei contratti che rispettasse perfettamente l'accordo con il governo e Cai e per le parti non previste facesse riferimento al contratto in essere in Air One. Improvvisamente nella tarda serata i rappresentanti di Cai decidevano di abbandonare il tavolo. è pertanto la società Cai - ribadiscono le federazioni sindacali confederali - che si è sottratta d'improvviso al confronto. Non vi sono state da parte del sindacato richieste diverse da quelle già concordate». Il sindacato, scrivono, «non è disponibile ad essere additato come capro espiatorio per eventuali decisioni difformi dagli impegni assunti dinanzi al Paese; per il sindacato l'attuale confronto non si è mai interrotto. Una complessa e delicata vicenda come quella di Alitalia -conclude la nota- deve avvalersi della necessaria volontà positiva di un clima e di un dialogo altrettanto positivo». «Le consuete liturgie di alcuni sindacati ormai da rottamare mettono in discussione il decollo della nuova Alitalia. Speriamo proprio di sbagliarci». Questo il commento di Mario Valducci, presidente della commissione Trasporti della Camera, commentando lo stallo delle trattative tra Cai e sindacati.

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Il promoter dei Led Zeppelin: "Un tour senza Plant non ha senso" (sezione: Alitalia 2)

( da "Quotidiano.net" del 30-10-2008)

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Secondo il promoter Harvey Goldsmith, che ha seguito i Led Zeppelin negli anni Settanta e Ottanta, non ha senso che la leggendaria rockband organizzi un mega-tour con un nuovo cantante. "Dovrebbero cambiare nome del gruppo"

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Alitalia, Cai rompe: "Così non si va avanti" (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 30-10-2008)

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n. 260 del 2008-10-30 pagina 0 Alitalia, Cai rompe: "Così non si va avanti" di Alberto Taliani Nella notte rottura delle trattative sui contratti: "O i sindacati firmano o la partita è chiusa". Ma le parti sociali: "Niente ultimatum". Colaninno "molto preoccupato": serve coerenza per poter andare avanti "A queste condizioni non si può andare avanti, per noi non c?è più trattativa....". Arriva nella notte la rottura della trattativa sui contratti di Alitalia. Rocco Sabelli lascia il tavolo di confronto con i sindacati, una mossa che ha sorpreso le nove sigle sindacali che rappresentano i lavoratori ma che forse era nell'aria, fin dal primo pomeriggio, quando era iniziata la lunga trattativa sui contratti. Che già nei giorni scorsi era stata preceduta da polemiche, distinguo sindacali, incontri. L'amministratore delegato di Compagnia aerea italiana ha chiuso il confronto in modo secco, la colpa i "continui atteggiamenti dilatori e alle indisponibilità' a firmare". La posizione delle parti sociali Per i sindacati, Cai non ha compiuto alcun passo per andare incontro alle loro richieste. Tanto che ieri dopo alcune controproposte fatte sui criteri di selezione del personale, dopo una pausa di due ore, Sabelli - dicono i sindacati - è tornato al tavolo ponendo un aut aut anche sui contratti (da dirigenti per i comandanti e collettivo di lavoro): prendere o lasciare. Un ultimatum che ha spiazzato i sindacati, convinti di proseguire il confronto senza soluzione di continuità almeno sino all'ultimo minuto disponibile, cioè fino alla mezzanotte di domani, quando scade il termine per Cai per consegnare l'offerta vincolante al commissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi. Che ha avvertito che avrebbe consentito dilazioni sulla scadenza. Le nove sigle sindacali di Alitalia si riuniranno questo pomeriggio per fare il punto della situazione dopo la rottura Colaninno: accordo essenziale Il presidente di Cai, Roberto Colaninno, esprime forte preoccupazione per la situazione determinata dalla rottura della trattativa con le rappresentanze sindacali dei lavoratori alitalia "il cui auspicabile buon esito rimane condizione essenziale al proseguimento del progetto". Un portavoce Cai sottolinea quindi l?auspicio di colaninno perché i sindacati ritrovino "coerenza" con gli accordi siglati a Palazzo Chigi. Avvertimento preoccupato, quello di Colaninno, anche perché ormai il tempo dei giochi al rialzo sembra davvero finito. "Nel contesto generale dell?economia italiana e internazionale, il valore di 12.600 posti di lavoro non può essere gestitoin un contesto di radicalizzazione degli interessi di parte". Ligresti: non c'è nulla di facile in Italia Salvatore Ligresti, che partecipa alla cordata di imprenditori, commenta così questa difficile fase di avvio del progetto per far rinascere la compagnia in una nuova azienda. Resta comunque convinto, sottolinea a margine del convegno italo-libico alla Farnesina, del fatto che sia "un ottimo progetto". Angeletti: l'alternativa è la liquidazione Per Alitalia non esistono alternative alla firma dell?accordo, l?unica alternativa è la "liquidazione", dice il segretario generale della Uil Luigi Angeletti commentando l?esito della trattativa. "Abbiamo fatto tanto per cercare una soluzione e ovviamente non ci siamo rassegnati al fallimento dell?operazione - ha detto - non vediamo alternative: non esiste alternativa che non sia immaginaria, l?unica alternativa a questa offerta è la liquidazione". Sdl: richiesta inaccettabile Così, in una nota, il sindacato degli assistenti di volo Sdl commenta la rottura delle trattative. "La verità potrebbe essere un?altra - sostiene l'Sdl -: sembra che gli advisor Banca Leonardo e Rothschild abbiano stabilito per le attività di Alitalia un valore tra i 900 milioni ed 1 miliardo di euro e quindi Cai potrebbe aver deciso di abbandonare la partita Alitalia e tentare di scaricare la responsabilità sul sindacato. A questo punto le responsabilità ritornano nelle mani del governo e del commissario straordinario". La Filt-Cgil "Non c?è stata alcuna rottura ma si è registrato un ingiustificabile abbandono del tavolo da parte della sua delegazione ed è proprio la delegazione Cai a negare le ragioni di coerenza con gli accordi stipulati a Palazzo Chigi che impegnano le parti e che nessuno può rimettere in discussione", dice Mauro Rossi, segretario nazionale della Filt -Cgil, in merito alla dichiarazione del presidente di cai che invita i sindacati a essere coerenti con gli accordi stipulati a palazzo chigi. "L?appello di Colaninno è condiviso ma rivolto a un indirizzo sbagliato". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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