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Riflessione n° 17 / 2022 (31-1-2022)
Sul populismo e sul qualunquismo dopo le presidenziali.
1) E’ stata dimostrata l’inamovibilità di Draghi. E’ stata
dimostrata l’insostituibilità di Mattarella.
2) E’ stata dimostrata l’inadeguatezza dei partiti a
svolgere un ruolo pur minimo di rappresentanza e iniziativa democratica. Non
sono in grado di svolgere neanche un “lavoretto”. Ricordo che i partiti
politici hanno una rilevanza costituzionale e che le entità che si
definiscono “partito politico” rispondono ai cittadini ed alla costituzione
del loro comportamento.
3) E’ stata dimostrata
l’incapacità dei capipartito a gestire politicamente le formazioni di
riferimento. La prova di questa loro insulsaggine è stata data da Mattarella:
per i 30 secondi di pseudo supplica
perché accettasse la rielezione, ha accolto i gruppi parlamentari (cioè i peones che l’hanno voluto ed eletto) e i grandi elettori
regionali, ma non i capibastone.
4) E’ stata dimostrata l’assoluta estraneità dei partiti
rispetto alla società italiana: non sono più capaci di fare politica. Per la
quale occorrono cultura, intelligenza, intuizione, lavoro, impegno, tutte qualità di cui i partiti sono orfani.
Le “fortune” della nomenclatura si basano esclusivamente su tre cose:
sull’essere fedeli (pur se coglioni) a chi ha il potere di “stilare le liste
elettorali”; sulla più o meno intensa
partecipazione ai talk show televisivi (da cui deriva un obbligato loro
asservimento ai padroni dei canali mediatici) e, soprattutto, sul fatto che gli iscritti, i militanti,
gli attivisti sono del tutto afoni e non in grado di svolgere un minimo di
controllo e di sindacato circa l’azione dei capi: devono solo mettere la
croce dove sanno quando ci saranno le votazioni.
5) E’ stato dimostrato che il paese può andare avanti anche
senza partiti e capipartito, ridotti ormai a comitati d’affari, e che anzi
spesso il loro coinvolgimento fa crollare la qualità degli interventi e delle
decisioni politiche.
6) E’ stato dimostrato che sono in mala fede (per altro
obbligata dalla loro scarsa cultura) quanti tacciano di qualunquismo e
populismo coloro che si riconoscono nelle considerazioni appena esposte: li condannano le loro analisi miserevoli
che cianciano di cultura, progressismo, umanitarismo, antifascismo,
antirazzismo ecc. senza neanche conoscere a fondo il significato di quei
concetti, ripetuti come leggendo una lista della spesa dal droghiere. Se i
cittadini imponessero un radicale cambiamento a questo andazzo, se le cose
tornassero “normali”, non saprebbero che cosa fare o dire.
7) E’ stato dimostrato che i pigri profittatori della
situazione attuale accusano ferocemente di qualunquismo e populismo ogni
minima nuova inclinazione democratica mirante a ridare voce ai cittadini perché si torni ad ascoltarli.
Chi oggi cerca di ergersi al di sopra di tutti e di tutto dimostra un vero
disprezzo proprio per i cittadini, considerati ignoranti ed incapaci di
ricoprire, senza la loro alta ed indispensabile mediazione, il ruolo che la costituzione loro assegna
come guardiani e custodi della sovranità.
Anche perché sanno che, se le cose tornassero “normali”, il
loro sciamanesimo verrebbe spazzato via e dovrebbero (faticosamente)
ricominciare a fare politica.
è RIFLESSIONI
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