(1) Riflessione n° 28 / 2022 (25-3-2022)
Da
Formigli (La 7 ): Professor Orsini,
stai punito!
Premetto che è mio costume
criticare le cose che ritengo malfatte e elogiare le cose che ritengo
benfatte, indipendentemente da chi abbia male o bene operato. Nella guerra in
corso mi schiero a favore degli Ucraini contro i drammi causati da Putin e i danni generati dalla Nato negli ultimi 20 anni (ci si informi).
Il professor Orsini della LUISS - semplifico - ha posizioni filo russe. Come
si vede, tutti i maestri del pensiero unico
sono pronti a criticare i metodi autocratici che, però, in ultima
analisi, per chi sostiene - a sua
insaputa – il pensiero monoverso , risultano molto
comodi, veloci, facili da usare e
definitivi per tutti, anche per chi ha sulla spalla il marchio della
democrazia. Lo hanno dimostrato gli invitati di Formigli
nei confronti del prof. Orsini. Sembrava una scena di un film tratto dai
romanzi di Salgari: schiumanti piraña (niente plurale, dice La Crusca) intenti a
spolpare la carcassa di un facocero.
Credo che la trasmissione di Formigli
(che non seguo ma che, su indicazione di amici, ho scaricato da YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=rdw5zJMW4DE
) rappresenti il giornalismo italiano
plasticamente (termine questo che va di moda tra i lavoratori
dell’informazione nostrani un po’ così). Per la verità Formigli
era ben spalleggiato da un altro giornalista, il direttore Calabresi, in
grado di affermare che gli Italiani vogliono che si inviino armi all’Ucraina
– ma forse non guarda i sondaggi e si fida del suo intuito - e da una ricercatrice, di cui non ricordo il nome che, comunque, è
bene tacere, ma che dirige l’Istituto Affari Internazionali, la quale
sostiene che non si può parlare di eventi che non siano stati vissuti
personalmente. Con questi geni
dell’informazione, in grado di risolvere problemi di politica internazionale
in due minuti di interventino, ed il
livello che hanno imposto ai media italiani (medium, sosterrebbe La
Crusca), Putin può dormire sonni tranquilli nel settore della comunicazione.
Ormai siamo all’infantilismo informativo militante.
Come quando il maestro che doveva
allontanarsi incaricava il capoclasse
di segnare sulla lavagna i buoni e i cattivi e il massimo dell’accomodamento
e della elasticità di giudizio era il + o il – segnato accanto al nome. Nella
fattispecie il cattivo era uno solo e
i capiclasse tutti gli altri. Formigli gestiva alla grande gesso e cancellino, non
essendo in grado di andare oltre il ruolo di bidello.
Che dire? Mark Twain sosteneva che a voler insegnare
a cantare ad un maiale si perde tempo e si finisce per annoiare lo stesso maiale.
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