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Il Sole 24 Ore 23-7-2007

Obbligazioni con il passaporto.

Dal 30 giugno scorso è scattato il monitoraggio della Consob

Bond esteri sotto i riflettori Le banche tricolori comunicheranno i loro prospetti approvati oltre confine.

 

Vitaliano D'Angerio

v.dangerio@ilsole24ore.com

 

Un'operazione preventiva. Può essere letta così la decisione della Consob di avviare, il 30 giugno scorso, un monitoraggio trimestrale sui bond emessi dalle sedi europee delle banche italiane. In particolare, i riflettori sono stati accesi sul Lussemburgo. Tutto legittimo sia chiaro: la direttiva europea 2003/71 (nota come "direttiva prospetti") ha dato il via libera al passaporto unico ovvero alla possibilità di collocare strumenti finanziari in diversi Stati con un documento approvato dall'Autorità di un solo Paese. Stanno però emergendo delle controindicazioni di tipo normativo e linguistico. è stato lo stesso presidente della Consob, Lamberto Cardia, ad evidenziarne alcune nel discorso tenuto in occasione dell'incontro con il mercato finanziario il 9 luglio scorso. Cardia ha parlato di "armonizzazione imperfetta" sul versante dei controlli e delle sanzioni applicabili. E a proposito dei prospetti approvati oltreconfine, ha fatto un esplicito riferimento alla d'Amico International Shipping (vedi articolo in basso) sul versante delle società quotate. Più bond che azioni. Ma del passaporto unico stanno usufruendo specialmente gli emittenti di obbligazioni. Pochi gli italiani (sette/otto) che hanno emesso bond in Lussemburgo, prodotti noti come "esterovestiti ". Sono infatti soprattutto le banche straniere che hanno utilizzato (e utilizzano) maggiormente tali modalità. Spiegazione? Si vuole evitare l'effetto "imbuto ": la Consob, a detta di alcuni operatori, sarebbe meno rapida degli omologhi lussemburghesi nell'autorizzare i prospetti. Ma vien fatto notare che la direttiva concede tempi uguali per tutta Europa: 20 giorni lavorativi per l'emittente che non ha altri strumenti finanziari ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato. Altrimenti i giorni diventano dieci. Se però la Consob chiede informazioni supplementari, i termini decorrono dalla data di ricevimento delle ulteriori notizie. Questione "strutturati" . Sarà l'allarme lanciato dai giornali specializzati ("Plus24" 2/6/2007) o le proteste dei clienti per gli scarsi rendimenti ottenuti. Sta di fatto che, secondo indiscrezioni, alcuni collocatori italiani stanno chiedendo agli emittenti "lussemburghesi" di far tradurre in lingua tricolore l'intero prospetto delle obbligazioni strutturate autorizzate all'estero e non soltanto la nota di sintesi come previsto dalla direttiva. Si vogliono evitare rischi legali (e reputazionali) visto che la normativa comunitaria può cozzare con "il codice del consumo ". "La direttiva prospetti consente all'emittente di utilizzare un prospetto in inglese con la sola nota di sintesi in italiano – spiega Silvio Riolo, partner dello studio legale Clifford Chance –. Ma la norma europea non sembra del tutto allineata con il "codice del consumo" italiano che, a tutela del consumatore, impone una documentazione trasparente e comprensibile e un'informativa adeguata". Dove il consumatore è l'investitore-persona fisica non professionale (esclusi quindi gli operatori qua-lificati e le società). Tra l'altro pare che non basti nemmeno la traduzione: i distributori starebbero facendo pressione sugli emittenti per far approvare i prospetti dalla Consob. Autodifesa. Nell'attesa, ai risparmiatori tocca difendersi da soli. "Devono diffidare di bond con rendimenti più elevati di BoT e BTp – ricorda Jacopo Ceccatelli della società di consulenza indipendente JC Associati –. Spesso nascondono strutture derivate. Stesso discorso se la prima cedola è molto più alta delle successive". Inoltre, aggiunge il consulente, bisogna evitare obbligazioni con scadenze troppo lunghe: "Le strutture complesse hanno bisogno di un ampio arco temporale. Almeno cinque anni. Anche meno per quelle legate a indici azionari o gruppi di titoli". Vitaliano D'Angerio v.dangerio@ilsole24ore.com