Il Sole 24 Ore 12-12-2007
Mutui, l'Euribor oltre il
5%. Come sono cambiate le rate
di Maximilian Cellino
Il caro
rata a dicembre
Speciale mutui / Dall'Euribor alla
scelta del contratto
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domande (intervista con Elia Zamboni)
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previsioni degli operatori raccolte dal Sole 24 Ore
Se a Washington i tassi scendono, a Francoforte la
Banca centrale europea (Bce) non sembra avere alcuna intenzione di abbassare
il costo del denaro a breve termine. Così i tassi interbancari
dell'Eurozona continuano l'avanzata e oltrepassano il 5%, un livello che non
si vede da sette anni.
Mercoledì (si veda Il fixing di oggi) l'Euribor a un mese base 365 è
stato fissato al 5,016%, quello a tre mesi al 5,022% (il tasso a un mese base
360 invece è a quota 4,947%), ma l'effetto è collegabile
soltanto in parte all'atteggiamento intransigente della Bce. I tassi
viaggiano infatti ormai da alcuni mesi su valori decisamente più
elevati rispetto a quello di rifinanziamento, fermo al 4% da giugno, a causa
della crisi di fiducia innescata dalla tempesta subprime: gli istituti di
credito sono più restii a prestarsi il denaro l'uno con l'altro e
questo muove al rialzo oltre il dovuto i tassi Euribor.
E se anche il presidente dell'Abi, Corrado Faissola, ha ricordato che
riguardo tale anomalia «le banche non possono farci niente», a farne le spese
resta soprattutto chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile (le cui rate
sono indicizzate proprio all'Euribor). Un livello dei tassi di 70-75 punti
base oltre la normalità fa infatti lievitare la spesa mensile in media
del 5-6% dall'inizio della scorsa estate e porta così quasi al 25% il
rincaro complessivo da quando, proprio due anni fa, la Bce ha ricominciato ad
alzare i tassi di interesse.
Secondo l'associazione di consumatori Adusbef rispetto a settembre l'aumento
mensile arriva fino a 84 euro. Tre mesi fa il tasso medio applicato a un
mutuo variabile era pari al 5,85%, mentre dopo «il 29 novembre è
schizzato al 6,5%»: questo vuol dire che per un mutuo da 100 mila euro gli
aumenti mensili vanno da 33 euro (se la durata è di 10 anni), portando
così a 396 euro il maggior esborso da pagare in un anno, a 42 euro
(durata 30 anni, il maggior esborso in un anno è 504 euro). Per un
mutuo da 200 mila euro - prosegue l'Adusbef - gli incrementi mensili sono
compresi fra i 66 euro (durata 10 anni; 792 euro in più in un anno) e
gli 84 euro (durata 30 anni, 1.008 euro in più da pagare all'anno).
Difficilmente la situazione è destinata a risolversi nel brevissimo
periodo, a maggior ragione vista la sete di liquidità che le banche
hanno per regolare le partite contabili entro fine anno. Segnali di
perdurante tensione sui mercati monetari sono del resto arrivati anche
dall'asta di rifinanziamento a tre mesi indetta ieri dalla Bce: l'operazione
ha registrato richieste quasi doppie rispetto ai 60 miliardi assegnati e si
è conclusa a un tasso medio del 4,88%, ma c'è stata anche
qualche banca che per assicurarsi il denaro è arrivata a offrire fino
al 5,05%.
«Per vedere qualche spiraglio in questo scenario – spiega Giuseppe Maraffino,
strategist sul reddito fisso di UniCredit Mib – bisognerà attendere i
bilanci che le banche presenteranno per l'ultimo trimestre del 2007 e per i
primi tre mesi del prossimo anno, perché soltanto quando si metterà la
parola fine alle svalutazioni la crisi di fiducia potrà rientrare nei
ranghi». I tempi, insomma, sembrano dilatarsi almeno fino alla prossima
estate, come dimostrano i future sull'Euribor a 3 mesi che prospettano tassi
in graduale discesa al 4,55% a marzo, al 4,45% a giugno e al 4,33% a
settembre. Sempre che le banche non riservino altre sgradite sorprese.
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