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Documentazione Documento
inserito il 29-7-2008
Il Sole 24
Ore 29-7-2008
Rischio derivati per i Comuni.
«Urgenti le nuove regole»
di Isabella Bufacchi
La
«spirale perversa» innescata dal rialzo dei tassi d'interesse e dallo
«smontaggio» di vecchi derivati in perdita, rimpacchettati in nuovi derivati a
condizioni «sempre più rischiose, squilibrate e opache», con «reiterate
perdite spalmate con effetto a cascata sulle gestioni future» e con esposizioni
finanziarie «progressivamente crescenti e insostenibili». E l'uso «improprio»
dei derivati con finalità di liquidità connesse a vantaggi a
breve termine di cassa, per far fronte a fabbisogni, soprattutto per gli enti
locali di dimensioni minori con scarsa conoscenza dei mercati e degli strumenti
innovativi.
Sono queste le principali preoccupazioni della Corte dei Conti, contenute nel
rapporto sulla finanza degli enti territoriali che analizza il fenomeno dei derivati
usati da Comuni grandi e piccoli, Province e Regioni dagli inizi del 2000 fino
all'anno scorso: nel
I magistrati contabili ricordano che gli strumenti derivati «hanno
rappresentato una conveniente soluzione» quando l'Italia è entrata
nell'area del moneta unica perché hanno consentito di
trasformare il debito a tasso fisso di Comuni, Province e Regioni in debito a
tasso variabile (sfruttando i bassi tassi Bce), evitando costose rinegoziazioni
di prestiti bancari o mutui. I derivati consentiti dalla legge ampliano gli
strumenti di gestione delle passività degli enti territoriali. Tuttavia
l'uso improprio (a fini speculativi o per incassare liquidità upfront) di questi strumenti negli anni 2000-2004, prima
dell'entrata in vigore delle norme restrittive sul loro utilizzo, ha generato
una massa di contratti che continuano a essere smontati e rimpacchettati,
generando una «spirale perversa» di crescenti rischi, esposizioni,
opacità e complessità.
Vai alla tabella: Gli swap
articolati per regione
Pur riconoscendo l'utilità dei derivati, quando usati come copertura
contro i rischi di mercato o per ridurre il costo del debito così come
consentito da leggi, regolamenti e circolari fin dal 2004, i magistrati
contabili continuano a rilevare nuovi derivati con finalità speculative,
dunque "fuorilegge". I derivati vengono «spesso impropriamente
finalizzati per assicurare fonti alternative di liquidità o altri
vantaggi finanziari a scapito delle gestioni future», si legge nel rapporto. A partire dal maggio 2007 il Mef ha
iniziato a segnalare alla Corte dei Conti i derivati in violazione delle
normative vigenti: i magistrati contabili a loro volta hanno rilevato
«inottemperanze» in una serie di casi riguardanti piccoli Comuni tra i quali
Borgo Priolo, Marsala, Itri,
Pozzuoli, Benevento, Mileto, Feltre...: dalla vendita di opzioni digitali
all'utilizzo di algoritmi, vendita di opzioni e upfront
oltre l'1 per cento (limite imposto per legge). Per i Comuni più
piccoli la Corte mette in evidenza una competenza inadeguata abbinata alla
finalità speculativa o di cassa: da qui «l'esigenza di un monitoraggio
anche valutativo finalizzato ad impedire finalità improprie» e di un
«proficuo confronto con esame comparato dei contratti». «A destare una seria
preoccupazione - conclude la Corte dei Conti - non è tanto l'utilizzo
dei derivati ma l'esigenza che vi è sottesa: una strategia in alternativa
a improbabili e reiteratamente delusi obiettivi di contenimento della spesa con
l'effetto di un aggravamento delle gestioni future».