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Il Sole 24 Ore 27-10-2011 UniCredit, chiusura
dell'inchiesta Brontos: ecco i 20 indagati (fra cui
Alessandro Profumo)
La procura di Milano ha chiuso l'inchiesta "Brontos" su una
serie di operazioni che avrebbero permesso a Unicredit di pagare meno tasse. Sono 20 gli indagati, 17 tra
manager ed ex manager del gruppo bancario italiano, tra i quali l'ex ad Alessandro
Profumo, e tre dipendenti della banca inglese Barclays. La procura
ipotizza il reato di dichiarazione fraudolenta aggravata da ostacolo alle
indagini. Secondo l'ipotesi formulata dal procuratore
aggiunto Alfredo Robledo, Unicredit avrebbe
realizzato una serie di operazioni con società lussemburghesi di
Barclays per mascherare utile, facendolo figurare come dividendi di
operazioni finanziarie, quindi soggette a una aliquota fiscale più
bassa. Gli indagati L'accusa Inoltre, stando a quanto scritto nell'avviso di
chiusura indagini, gli indagati avrebbero «falsamente rappresentato nelle
scritture contabili dapprima e nelle dichiarazioni dei redditi poi, in
conseguenza, la natura fiscale dei proventi conseguiti da Unicredit Corporate
Banking Spa, Unicredit Banca Spa, Unicredit Banca di Roma Spa qualificandoli
come dividendi invece che come interessi attivi, così conseguendo
un'indebita esclusione dal reddito imponibile di una quota pari al 95% di
tali proventi». Per farlo, avrebbero «adoperato mezzi
fraudolenti idonei a ostacolare il relativo accertamento, valendosi di
società e trust appositamente costituiti all'estero, fiscalmente
residenti in Regno Unito e in Lussemburgo, attraverso cui venivano emessi,
esclusivamente al fine di realizzare gli accordi fraudolenti fra le parti,
titoli di capitale in concreto non negoziabili al di fuori di tale loro
specifico rapporto, oltre che privi della componente di rischio tipica degli
strumenti azionari, poiché le parti coinvolte nell'operazione conoscevano
"ab origine" l'ammontare dei proventi che l'emittente avrebbe
conseguito e distribuito formalmente a titolo di dividendo. Viene contestato
anche di aver "artatamente modificato la natura fiscale dell'operazione
con l'effetto di dissimulare la qualificazione fiscale dei relativi proventi
da interessi attivi su finanziamenti, interamente imponibili, a dividendi,
esclusi dal reddito imponibile nella misura del 95%». Per i magistrati le operazioni realizzate non
avevano «alcuna autonoma valenza economica» ma servivano «esclusivamente
all'ottenimento di un illecito vantaggio fiscale, sottratto all'imposizione
elementi attivi, mediante loro variazione in diminuzione, per un ammontare
complessivo di 745.220.166,28 euro, di cui 329.492.929,14 euro nella
dichiarazione relativa all'anno di imposta 2007 (in dettaglio, 164.746.464,57
euro con riferimento a Unicredit Corporate Banking Spa e 164.746.464,57 euro
con riferimento a Unicredit Banca Spa) e 415.727.237,14 euro nella
dichiarazione relativa all'anno di imposta 2008 (in dettaglio, 233.582.159,01
euro Unicredit Corporate Banking, 123.409.886,35 euro Unicredit Banca e
58.735.191,77 euro Unicredit Banca di Roma) per un danno erariale complessivo
pari a 245.956.118,49 euro, di cui 128.368.711,04 euro con riferimento alla
dichiarazione relativa all'anno di imposta 2007 (64.184.355,52 euro Unicredit
Corporate Banking e 64.184.355,52 euro Unicredit Banca) e 117.587.407,45 euro
con riguardo alla dichiarazione relativa all'anno di imposta 2008
(66.079.163,40 euro Unicredit Corporate Banking, 34.898.700,58 euro Unicredit
Banca, nonché 16.609.543,47 euro Unicredit Banca di Roma)». |