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Documentazione   Inserito il 14-5-2007


 

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Da REPORT del 13-5-2007

IL MISTERO DEL FARAONE

la puntata di oggi è tutta dedicata a Wind l’ultima azienda telefonica pubblica

venduta dall’Enel all’imprenditore egiziano Naguib Sawiris

 

di Paolo Mondani
In onda domenica 13 maggio 2007 alle 21.30

 

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Buonasera la puntata di oggi è tutta dedicata a Wind l’ultima azienda telefonica pubblica venduta dall’Enel all’imprenditore egiziano Naguib Sawiris.

AOLO MONDANI FUORI CAMPO
La macchina magica che trasforma una telefonata in oro…si chiama gsm box, è un segreto ben custodito, nel mondo delle telecomunicazioni la conoscono tutti eppure non ne vogliono parlare. Se telefonate da casa verso un cellulare la vostra chiamata potrebbe passare per questa macchina. E quando accade, alle vostre spalle c’è chi ha fatto una fortuna.

DIRIGENTE WIND
Questa macchina trasforma la chiamata dal fisso verso il cellulare, che ha una tariffa molto alta, in una chiamata dal cellulare al cellulare che ha una tariffa assai più bassa. Al consumatore viene fatta pagare quella più alta, l’operatore telefonico paga quella più bassa. Il gsm box provoca un danno enorme anche alle indagini giudiziarie.

GIOACCHINO GENGHI – Investigatore Procura Palermo
Un killer che è venuto in trasferta, che in trasferta è andato in una determinata località per commettere un omicidio, ha ricevuto i vari ordini di questa missione di morte attraverso il proprio cellulare. Noi il cellulare eravamo riusciti ad individuarlo così come abbiamo anche individuato il killer, non siamo riusciti però ad individuare l’utenza dalla quale il mandante ha chiamato perché il chiamante ha utilizzato una scheda prepagata, la scheda prepagata è stata utilizzata con un telefono pubblico e il telefono pubblico ha utilizzato un sistema gsm box. Quindi non sappiamo da quale cabina, da quale utenza fissa, da quale apparato è partita la chiamata telefonica con la quale il mandante dell’omicidio, che certamente ha una responsabilità molto più grave nell’economia del delitto rispetto al killer che è stato identificato, ha avuto in quell’omicidio.

DIRIGENTE WIND
Il gsm box nasconde l’identità del chiamante, provoca perdite fiscali allo Stato, fa crollare gli utili di Tim,Vodafone e Wind. Eppure le grandi aziende telefoniche tollerano anzi, lo usano anche loro,e sa perché?

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Il perché lo vedremo. Allora Il GSM box è una scatola che sta fra la telefonata che parte dal telefono fisso e il cellulare che stiamo chiamando. Questa scatola trasforma il segnale e quindi la tariffa, che da molto cara diventa molto economica, soprattutto per l’operatore che gestisce il traffico che sta in mezzo. Ma ci arriveremo. L’oggetto della nostra inchiesta è Wind, venduta due anni fa dall’Enel alla Weather Investment, una società che fa capo all’ imprenditore egiziano Naguib Sawiris. Siccome l’Enel è una partecipata del Tesoro pensiamo sia di interesse pubblico sapere come è stata venduta e a chi. Con Paolo Mondani cominciamo dal principio, cioè dall’Egitto, patria dell’imprenditore Sawiris e della sua società Orascom.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Gli antichi egizi non conoscevano la carrucola, il verricello e la puleggia. Da secoli ci si chiede come abbiano fatto a costruire le piramidi e siamo solo alle ipotesi. La sfinge domina la valle... con le piramidi è l’unica delle sette meraviglie dell’antichità’ arrivate fino a noi. Ma Plinio il Vecchio duemila anni fa le descrisse come una ostentazione inutile ed ottusa delle ricchezze dei re e scrive: giustamente il caso ha voluto che si dimenticassero i nomi degli artefici delle piramidi perchè grande fu la vanità dimostrata da quegli uomini. Ma almeno ci restano le piramidi, quelle del nuovo faraone d’Egitto, come viene soprannominato Naguib Sawiris, sono invece queste: due palazzi e un terzo in costruzione, sormontati da cupole dorate, coi vetri blu, ecco il reticolo delle sue società telefoniche: Iraqna in Iraq, Mobilink in Pakistan, Banglalink in Bangladesh, Telecel in Zimbabwe, Mobinil in Egitto, Djezzy in Algeria e Tunisiana in Tunisia.

SAAD HAGRAS – Editorialista “El-Alam El-Yom”
La famiglia Sawiris è una delle più importanti dell’Egitto ed è una delle più ricche del mondo. Il padre di Naguib, Onsi Sawiris, ha fatto fortuna durante il periodo di re Faruk.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Re Farouk scappa dall’Egitto nel 1952, con un panfilo pieno di lingotti d’oro, in Italia risiede a Capri, protagonista della dolce vita morirà a Roma durante una cena dopo la 24a portata. Con l’arrivo di Nasser la famiglia Sawiris si rifugia in Libia e torna in Egitto solo con la fine dell’esperienza socialista.

SAAD HAGRAS – Editorialista “El-Alam El-Yom”
Come ha fatto Sawiris a fare tutti questi soldi? Con la globalizzazione dei mercati. Non è strano che un arabo giunga tanto in alto, a meno che gli europei non trovino strano che un uomo del terzo mondo arrivi così lontano.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Sawiris si è fatto davvero tutto da sè? Proviamo a scoprirlo, ma è difficile muoversi. Il ministero dell’informazione ci dà il permesso di fare domande in giro solo per un giorno perché fino all’ultimo è mancato il nulla osta della polizia. Un fatto raro, ci dicono, e non riusciamo a capire perché sia capitato proprio a noi. Comunque, il ministero ci fa generosamente scortare da un accompagnatore di nome Osama.
Entriamo in un negozio Mobinil, che è il nome della compagnia telefonica egiziana di Sawiris, ma nessuno può parlare con noi, ci consigliano di chiedere un permesso alla sede centrale, ma dicono anche che tanto non lo otterremo. Finalmente un rivenditore si dice disponibile, ma Osama gli chiarisce prima che lui è li per controllare che non si dicano cose negative del loro paese.

RIVENDITORE
Se Sawiris ha comprato Wind vuol dire che se lo può permettere e siccome è egiziano, io tifo per lui.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Ci liberiamo di Osama e andiamo al sindacato dei giornalisti dove si ritrova tutto il mondo dell’opposizione al presidente Hosni Mubarak, ci sono i religiosi, i riformisti, i socialisti, le donne. Ibrahim el Sahari è un giornalista molto conosciuto in Egitto.

IBRAHIM EL SAHARI - Giornalista “El-Alam El-Yom”
Sawiris ha comprato dallo stato la Mobinil a costi minori di quelli reali, poi lo stato ha chiesto ai vecchi azionisti, banche e assicurazioni, di vendere a Sawiris le loro partecipazioni a un prezzo stracciato. Dopodiché lo stato avrebbe dovuto favorire la costituzione di una terza società della telefonia, ma ha rimandato questa idea per più di sette anni, periodo in cui il duopolio Sawiris-Vodafone ha fatto ricchezze immense senza essere disturbato.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Il parlamentare egiziano Mohammed El-Badrashini ha reso noto che nel 1997, uno dei più importanti operatori di telecomunicazioni americani era concorrente di Sawiris nel rilevare l’azienda pubblica di telefonia egiziana. El-Badrashini spiega che l’offerta della compagnia americana e dell’imprenditore Bill Martin risultava di 664 milioni di dollari più alta rispetto all’offerta della Orascom di Sawiris. E nonostante questo l’appalto andò ad Orascom.

PAOLO MONDANI
Ma Sawiris come ha fatto ad accaparrarsi le licenze della telefonia mobile in Iraq e Pakistan?

IBRAHIM EL SAHARI - Giornalista “El-Alam El-Yom”
Orascom ha potuto usufruire sin dal suo inizio di mutui dall’agenzia per lo sviluppo mondiale e dalla banca mondiale. Dal 1998 Orascom partecipa con il 45 per cento alla società americana Contrack che in medio oriente gestisce solamente appalti del pentagono. Nel 2005 Orascom ha acquisito il 100 per cento di Contrack che nel frattempo è la società che costruisce le basi militari americane in Afghanistan e le nuove strade in Iraq. Con questi rapporti con il pentagono non era difficile prendersi le licenze della telefonia in Iraq e Pakistan.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
In una casa della periferia un ricercatore del Centro governativo di studi politici e strategici, che non vuole essere riconosciuto, ci mostra il rapporto del 2001.
Dice: Orascom Telecom è stata coinvolta in uno dei più gravi casi che riguardano la borsa quando venne alla luce che l’azienda aveva falsificato banconote per finanziare un incremento di capitale. La famiglia Sawiris replicò ammettendo che le banconote erano false, ma accusò il contabile di Orascom di aver fatto tutto da solo. Il caso venne archiviato.
Questa è l’azienda che nell’aprile del 2005 ha comprato Wind in Italia.

ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
Sawiris è un personaggio collegato ad un mondo molto particolare, non è sconosciuto, è conosciuto alle cronache ed è collegato a molti personaggi anche conosciuti all’ufficio avrei detto in altri tempi.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Le dichiarazioni che abbiamo sentito sono dei giornalisti che scrivono per uno dei più importanti quotidiani economici egiziani, manca la replica del signor Sawiris perché non ha accettato l’intervista. Dunque l’Enel ha deciso di vendere, la telefonia non è la sua attività primaria, prosciuga un sacco di risorse, quindi meglio liberarsene. L’8 ottobre 2004 dirama questo comunicato: la notizia pubblicata oggi da un quotidiano in merito ad una offerta ad Enel da parte di un operatore egiziano per l’acquisto di Wind è destituita di fondamento. L’amministratore delegato Scaroni, qualche mese dopo cambia idea.

REPERTORIO PAOLO SCARONI
E’ bello competere lo si impara a scuola negli sport, si impara che si compete e se si vince è naturalmente bellissimo!

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Il passato non sempre è bellissimo. E allora parliamo del primo protagonista della vendita di Wind a Sawiris: l’allora amministratore delegato di Enel Paolo Scaroni.

REPERTORIO PAOLO SCARONI
Perché degli imprenditori come noi non li ha nessuno nel mondo.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Ha ragione, abbiamo il primato, e infatti Scaroni viene nominato nel 2002 dal governo Berlusconi proprio alla guida di Enel, l’azienda da cui 10 anni prima aveva comprato appalti a suon di mazzette, per cui era stato arrestato e aveva patteggiato una pena di 1 anno e 4 mesi di carcere.
Un’azionista di Naguib Sawiris è il fondo palestinese della Vecchia Olp di Arafat che investì buona parte del denaro che mezzo mondo destinava al popolo palestinese su Orascom, attraverso il suo discusso responsabile Mohammed Rashid. Chi è quest’uomo?

ALI’ RASHID – Ex rappresentante OLP in Italia
Non è una persona trasparente non è una persona pulita e infatti molti hanno chiesto di allontanarlo, quando si parlava della corruzione palestinese era indicato in modo particolare lui, c’è stata una commissione di inchiesta del primo parlamento palestinese dove risultava responsabile di molti affari non leciti.

PAOLO MONDANI
Quei soldi, quei 400 milioni di dollari che avete investito su Sawiris come fondo palestinese li avete ritirati o sono ancora là?

ALI’ RASHID – Ex rappresentante OLP in Italia
Ma qui ci sono diverse versioni, alcuni dicono che sono stati ritirati in parte o tutto con un bel margine di guadagno anche, sembra che si sono raddoppiati in pochi anni. Altri dicono.. danno versioni diverse, che il fondo sì ha guadagnato l’investimento, però non tutti i soldi sono tornati alle casse dei palestinesi.

PAOLO MONDANI
E dove sono?

ALI’ RASHID – Ex rappresentante OLP in Italia
Bisogna chiedere a Mohammed Rashid.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
C’è un secondo torbido azionista nella Orascom di Sawiris, si tratta dell’iracheno Nadmi Auchi, presidente della società lussemburghese General Mediterranean Holding, presente negli affari di mezzo mondo.

PAOLO MONDANI
Le ho portato un verbale di interrogatorio del 26 marzo 1993 dove lei interroga Chicchi Pacini Battaglia.

ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
E si parlava anche di questo Auchi, Auchi era un personaggio strano strano anche lui ed era un soggetto che prendeva soldi pure lui. Insomma, il concetto è questo, dimmi con chi vai e ti dirò che sei. Sawiris sta con Auchi, Auchi è quello che serve è di mestiere, lo dicono a verbale, è un personaggio che di mestiere fa l’intermediario tra governi mediorientali e grandi società internazionali, per fare in modo diciamo che diciamo così, vengano unte le ruote di questo governo per avere queste commesse.

PAOLO MONDANI
Lei sa chi è questo Auchi?

ALI’ RASHID – Ex rappresentante OLP in Italia
E chi non lo sa, è un uomo di Saddam, un uomo del regime. Con una sede a Londra provvedeva a tutte le transizioni e le intermediazioni che erano necessarie per comprare le armi necessarie per la guerra dell’Iraq contro l’Iran. E come è noto quella guerra fu sostenuta da tutto il mondo dell’occidente.

PAOLO MONDANI
Che fine ha fatto Auchi?

ALI’ RASHID – Ex rappresentante OLP in Italia
Dopo l’invasione da parte di Saddam al Kuwait ha trattenuto tutti i soldi e non obbediva più al regime di Saddam. Il regime si era vendicato uccidendo il suo fratello Ad Amman.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Ma il protagonista più chiacchierato è Alessandro Benedetti, presidente della società lussemburghese Weather Investment nella quale compare anche Naguib Sawiris, la Weather è la società che materialmente compra Wind nel 2005.

ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
Alessandro Benedetti è personaggio conosciuto all’ufficio anch’egli proprio perché avrebbe distratto fondi da aziende.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Nel 1996 Alessandro Benedetti finisce in carcere con l’accusa di aver distratto una sessantina di miliardi di vecchie lire da una sua società. Era il cassiere estero del costruttore Salvatore Ligresti, ben noto alle cronache di tangentopoli.
Tra i fondi spariti anche 800 milioni spesi per piacevoli incontri con accompagnatrici professioniste. All’inizio del 2007, Benedetti è ad un passo dalla sentenza sulla bancarotta. Ma il giudice milanese Ponti è costretta a chiudere il processo per scadenza dei termini di prescrizione.

PAOLO MONDANI
Qui c’è l’atto di costituzione della Weather Investment, lei denunciò esattamente qualcosa di particolare?

ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
Denunciai il fatto che operazioni di questo genere se vengono fatte con società off shore, dissi, magari che vengono dalle isole Cayman, vi rendete conto che c’è qualcosa che non va. Alle isole Cayman che gli importa di comprare Wind italiana.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Alla camera di commercio del Lussemburgo otteniamo le carte della società Weather Investment. E si scopre che in realtà le weather di Sawiris e Benedetti sono due. La prima è durata poco, ma è curioso che abbia avuto tra gli azionisti la Realest Sa, società che è entrata nella storia della Magiste International di Stefano Ricucci.
La Weather seconda è quella che acquista Wind e di azionisti ne ha tre, la April Holding e la Os Holding nelle isole Cayman e la Cylo Investments alle isole vergini. Possibile che l’Enel non abbia trovato di meglio che vendere Wind a degli azionisti che si nascondono nei paradisi fiscali? E poi, l’Enel ci ha perso o ci ha guadagnato?

SERGIO RIZZO – Giornalista “Corriere della Sera”
Basta pensare che l’Enel ha investito in Wind qualche cosa come 17 miliardi e mezzo di euro, cioè parliamo della metà della prima manovra economica del governo Prodi. Quando poi ha venduto ha incassato 12 miliardi o poco più.

FRANCO MORGANTI – Ex amministratore Enel e Wind
Complessivamente sono stati 4 miliardi e mezzo persi nell’operazione Wind, cioè telecomunicazioni.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Quindi lei conferma, 4 miliardi e mezzo?

FRANCO MORGANTI – Ex amministratore Enel e Wind
4 miliardi e mezzo. Rispetto non solo al prezzo d’acquisto ma alle varie ricapitalizzazioni che sono state fatte e all’acquisto di Infostrada eccetera, facendo proprio il conto della spesa insomma no.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Se vogliamo proprio fare il conto della spesa, va detto che Enel vende Wind nel 2005 usando una società di diritto olandese: l’Enel Investment Holding. L’Enel è una società per azioni controllata dal Ministero del Tesoro, cioè lo stato: perché usa una scatoletta olandese chiaramente volta all’elusione fiscale? Mistero italiano. Ma fermiamoci ai 4,5 miliardi di euro persi con Wind, come li ha recuperati l’Enel?

SERGIO RIZZO – Giornalista “Corriere della Sera”
Siccome l’Enel è una azienda che produce e vende elettricità, e si da il caso che questa elettricità purtroppo sia anche la più cara d’Europa, è del tutto evidente che sono state le bollette elettriche la fonte con cui questi soldi sono stati in qualche modo coperti.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Coprono il buco con le bollette che gli italiani pagano, ma nemmeno un imprenditore italiano ci prova a comprare Wind? Forse solo Romiti all’inizio?

FRANCO MORGANTI – Ex amministratore Enel e Wind
Sì ma Romiti in realtà si presentava per a sua volta presentare Orascom e cioè Sawiris insomma, quindi, poi in definitiva, quando abbiamo visto che l’operazione consisteva nella presentazione di Sawiris allora abbiamo preferito trattare direttamente con Sawiris.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Allora nel ‘97 quando Enel fonda Wind, la mano pubblica torna a comprare in un settore che aveva privatizzato e spende circa 17 miliardi di euro. Siccome però bisogna investire troppo, 8 anni dopo pensa di disfarsene e vende Wind a circa 12 miliardi di euro. La perdita è di più di 4 miliardi di euro. Quello che colpisce è il fatto che il Tesoro, che ha funzione di controllo sul pagamento delle tasse di tutti noi, permette a una sua controllata di eluderle.
Ma all’imprenditore egiziano come si è arrivati?

Allora siamo ad aprile 2005 e il consiglio d’amministrazione dell’Enel scaduto da alcuni mesi decide di vendere Wind. Siccome l’Enel è una società privata, anche se controllata dal tesoro, la legge consente di non fare gara pubblica, tutto però si dovrebbe svolgere secondo criteri di trasparenza e lealtà. Bene, a contendersi Wind arriva il fondo americano Blackstone e l’egiziana Orascom. L’intermediario è Benedetti. La politica che di solito interviene anche quando non dovrebbe, in questo caso, almeno ufficialmente, sembra essersene disinteressata. Abbiamo incontrato alcuni protagonisti che ci hanno chiesto l’anonimato e ci hanno raccontato la loro versione dei fatti su una vendita che proprio trasparente non è stata. Precisiamo, che le affermazioni sono fornite sulla base di fatti che conoscono. In particolare quello che noi chiameremo il numero uno, all’epoca dei fatti aveva un ruolo di primissimo piano.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Incontriamo quello che chiameremo il numero uno. Un uomo che dovrebbe conoscere come sono andati i fatti. Perché lui c’era.

PAOLO MONDANI
Le offerte finali delle due cordate Blackstone e Sawiris, sono rispettivamente di 12 e 80 miliardi di euro Blackstone.

NUMERO UNO
E 11 e 7 miliardi Sawiris.

PAOLO MONDANI
Quindi vince Blackstone? Lei conferma?

NUMERO UNO
Si.

PAOLO MONDANI
Dall’alta dirigenza Enel, come lei mi ha detto,parte una telefonata a Sawiris e Benedetti per fargli fare una nuova una nuova offerta, che arriva a 12,132 miliardi. Hanno chiesto anche a Blackstone di fare una nuova offerta?

NUMERO UNO
No.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Scusi ma Blackstone non si arrabbiò?

NUMERO UNO
Si, ma che potevano fare.

PAOLO MONDANI
Che cosa ha saputo da Alessandro Benedetti della vendita di Wind?

IMPRENDITORE
C’è un’offerta che viene fatta all’ultimo momento, viene corretta all’ultimo momento e che risulta vincente anche con un azzardo. Pochi minuti prima di presentare l’offerta, la modifica sul computer.

PAOLO MONDANI
Perché aveva saputo che Blackstone l’aveva più alta?

IMPRENDITORE
Perché aveva saputo che, immaginava che Blackstone avesse potuto avere informazioni a sua volta sulla loro offerta, e quindi la corregge ma non ha delega da parte delle banche per correggerla fino a quel punto. Quindi forza la mano alle banche con un paio di telefonate e aumenta molto l’offerta.

PAOLO MONDANI
A proposito della gara dottor Benedetti, ma è vero che lei ce l’ha fatta per il rotto della cuffia, con un colpo a sorpresa, e che Blackstone fino all’ultimo era un po’ in vantaggio e poi lei ci è riuscito, insomma in qualche modo?

ALESSANDRO BENEDETTI AL TELEFONO
Diciamo che la differenza era estremamente modesta, mi pare che la differenza sia stata di 150-200 milioni, una cosa del genere, vabbè che son pochi soldi tutto sommato.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Quindi, dice Benedetti, Sawiris batte gli americani di Blackstone per 150-200 milioni, cioè per un soffio viste le cifre in ballo, e perché sembra che conoscesse l’offerta dell’avversario. In quei momenti c’è sempre una segretaria presente.

PAOLO MONDANI
Ma
a lei risultava preoccupato Benedetti perché vincessero gli altri?

SEGRETARIA
Gli ultimi due giorni? Dalla mattina alle sette attaccavamo fino all’una di notte. Hanno riscritto tutto quanto.

PAOLO MONDANI
Le dico, lui ad un certo punto viene a conoscere sottobanco la proposta degli altri, di Blackstone, secondo lei?

SEGRETARIA
Sì, è stata l’Enel a dirglielo. Io so che sono stati avvertiti dall’Enel, dal momento della telefonata, gente che stava col sedere al sole è dovuta tornare, hanno dovuto rifare tutto, non hanno dormito.

PAOLO MONDANI
Hanno rifatto la proposta?

SEGRETARIA
C’è gente che non è andata nemmeno a casa…e hanno rifatto tutto.

PAOLO MONDANI
Ma
voi di blackstone non eravate arrabbiati per come è andata la gara?

AL TELEFONO DIRIGENTE DEL CONSORZIO BLACKSTONE
Al momento gli avrei messo una bomba, ma non c’erano regole, quindi era uno strano meccanismo italico, l’Enel società quotata si è avvalsa della licenza di massimizzare i suoi interessi senza trasparenza verso i compratori.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Quel pomeriggio di aprile all’Enel non ci fu una gara. Questo il punto. L’enel aprì con blackstone e Sawiris due trattative private. Non fu una competizione vera, non ci fu un bando di gara né criteri precisi e vincolanti. Resta da chiedersi, Naguib Sawiris come ha pagato Wind?

AL TELEFONO DIRIGENTE DEL CONSORZIO BLACKSTONE
Sawiris non aveva capitale, lui si è ipotecato l’azienda che aveva.

PAOLO MONDANI
Per avere il prestito delle banche?

AL TELEFONO DIRIGENTE DEL CONSORZIO BLACKSTONE
Si. Invece i nostri clienti, i soldi che mettevano almeno per il capitale ce li avevano. Le banche ci stupirono, le loro banche, le banche di Sawiris.

PAOLO MONDANI
E come mai le banche glieli hanno dati quei soldi?

AL TELEFONO DIRIGENTE DEL CONSORZIO BLACKSTONE
E che ne so!

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Sappiamo che Wind costa a Sawiris 12,132 miliardi di euro. 11,8 miliardi glieli presta un gruppo di banche. I rimanenti 332 milioni vengono raccolti da Sawiris tramite un fondo iracheno composto da 22 soci arabi tra cui lui stesso. 332 diviso 22 fa 15. Insomma, su 12,132 miliardi, Sawiris di suo ci mette 15 milioni?

NUMERO UNO
Meno, meno.

PAOLO MONDANI
Ma
meno quanto?

NUMERO UNO
Secondo me lui ha tirato fuori 2 o 3 milioni di euro perché da buon negoziatore. E’ vero che 332 diviso 22 fa quindici, però il business l’ha portato lui e quindi si deve far riconoscere un vantaggio su questo.

PAOLO MONDANI
Insomma questo fatto che i capitalisti senza capitali, comprano tutto a debito facendosi prestare i soldi dalle banche, le piace o no?

FRANCO MORGANTI – Ex amministratore Enel e Wind
No non mi piace perché scarica praticamente sul mercato e quindi sui risparmiatori l’operazione, ecco perché. Normalmente poi abbiamo visto anche in operazioni delicate
che le banche hanno saputo scaricare poi sui risparmiatori il rischio industriale.

PAOLO MONDANI
Come comitato privatizzazioni, avete dato il vostro parere consultivo nel 2005 sulla privatizzazione di Wind?

RICCARDO GALLO – Comitato privatizzazioni Ministero del Tesoro
Non è stato chiesto al comitato di svolgere il ruolo di consulenza globale e garanzia, ma cosi come non è stato chiesto per società di diritto privato che operano sul mercato.

PAOLO MONDANI
Insomma il Ministero del Tesoro impedisce al comitato privatizzazioni di occuparsi della vendita di Wind. D’accordo che Enel è una società privata, ma il suo maggiorista è pur sempre il Ministero del Tesoro. E il Tesoro non si preoccupa di cosa fa una società di cui ha la quota più importante?

RICCARDO GALLO – Comitato privatizzazioni Ministero del Tesoro
Beh io capisco la sua osservazione. La sua osservazione sottolinea il fatto che il processo di privatizzazione di Enel, Eni eccetera è un po’ in mezzo al guado.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
A proposito di privatizzazioni in mezzo al guado e poco trasparenti chiediamo lumi all’ex Ministro del Tesoro Siniscalco che però non parla. Proviamo allora con un altro ministro che all’epoca era schierato con la cordata perdente, quella di Blackstone.

AL TELEFONO GIULIO TREMONTI
Pronto?

PAOLO MONDANI
Onorevole Tremonti buongiorno, sono Paolo Mondani un giornalista di Rai Tre la posso disturbare?

AL TELEFONO GIULIO TREMONTI
Mi dica.

PAOLO MONDANI
Vorrei la sua testimonianza sulla privatizzazione di Wind. Sui giornali dell’epoca lei sembrava contrario a vendere a Sawiris.

AL TELEFONO GIULIO TREMONTI
Guarda assolutamente no perché io ero…in quel periodo non ero membro del governo. E quindi non ho ragione, titolo e dintorni per esternare o dichiarare su attività che comunque han fatto capo al governo.

PAOLO MONDANI
Non era vice Presidente del Consiglio?

AL TELEFONO GIULIO TREMONTI
Nel 2005 io ero fuori da tutto.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Ma come, l’Onorevole Tremonti venne nominato vicepresidente del Consiglio il 23 aprile 2005, proprio poco prima della decisione del consiglio di amministrazione Enel di vendere Wind a Sawiris e non solo, il Sole 24 ore in quei giorni scrisse che lo studio Tremonti si stava occupando di curare gli interessi della cordata Blackstone. Come dire, Tremonti era uomo informato dei fatti.

PAOLO MONDANI
Ministro
Di Pietro quando Wind viene venduta da Enel a Sawiris, lei la prima contestazione che fa è quella famosa dei 400 milioni dei costi di transazione.

ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
Perché io nell’altro mestiere che ho fatto quel che adesso pudicamente vengono chiamati costi di transazione, li chiamavo “mazzette”.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Questo il documento riservato tra le tre banche che decidono il prestito a Sawiris, due le voci per i costi di transazione: 209 più 191… uguale 400 milioni.
Nell’unica intervista rilasciata al Sole 24 ore da Alessandro Benedetti, proprio lui corregge la cifra e parla di 414 milioni di euro. In dettaglio: 317 alle banche e 97 per consulenze varie.

PAOLO MONDANI
Lei mi ha detto che 300 di quei 400 milioni andarono alle banche.

NUMERO UNO
Si.

PAOLO MONDANI
Ma cosa fecero in concreto le banche?

NUMERO UNO
Si fecero pagare per l’impegno a finanziare Sawiris, più l’organizzazione dell’intera operazione, fanno appunto questi 300 milioni.

PAOLO MONDANI
Ma 300 milioni non sono troppi secondo lei?

NUMERO UNO
Erano il doppio di una normale transazione.

PAOLO MONDANI
Le commissioni di transazione ammontano a 400 milioni di euro.

IMPRENDITORE
Sono state valutate da tutti come più che doppie rispetto a una normale transazione di questo tipo.

PAOLO MONDANI
Quanto di questi 400 milioni di transazioni si è preso Benedetti? Lei lo ha saputo?

IMPRENDITORE
Si è parlato di 67 milioni, si è parlato di 90 milioni, si è anche parlato spesso di come questi soldi siano stati poi utilizzati per varie consulenza allatere, nel senso che Alessandro ha sempre sostenuto: siete tutti convinti che io sia ricco, questa non è la verità. Io ho dovuto appoggiarmi a tante altre strutture a tante altre persone che evidentemente ho dovuto pagare.

PAOLO MONDANI
Sono tangenti?

IMPRENDITORE
Chiamavano consulenze nel periodo di tangentopoli, venivano chiamate consulenze no?

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Piazza Santi Apostoli a Roma. In un appartamento di palazzo Odescalchi, dove ha sede la Managest, una società che fa riferimento ad Alessandro Benedetti, si sono svolti tutti gli incontri chiave per la vendita di Wind. Benedetti non lavora più qui. In via Margutta c’è l’antiquario Antonio Lestingi amministratore della Managest. Lestingi non sa dove sia Benedetti. L’antiquario Lestingi è tra l’altro un nome noto alla Procura della repubblica.

PAOLO MONDANI
Ho letto che lei ha avuto una vicenda giudiziaria con tal Matilde Ciarlante.

ANTONIO LESTINGI – Amministratore della Managest
Era un assegno, io detti in pagamento per una barca dove risultava che questo assegno proveniva da un traffico di malavitosi eccetera. Cioè io ho preso da un recupero crediti netta di 100 milioni, non mi ricordo quant’era, cioè un assegno di 7 milioni che era di un personaggio della camorra.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
In via della Cordonata c’è un’altra sede di Benedetti.

PAOLO MONDANI
Questo è l’ufficio del Dottor Benedetti?

DONNA
Il dottor Benedetti, siamo appoggiati qui si, però non c’è.

PAOLO MONDANI
Dottor Benedetti
?

AL TELEFONO ALESSANDRO BENEDETTI
Hello.

PAOLO MONDANI
Questi 414 milioni di transazioni, ma non è che è stato necessario arrivare a pagare consulenza ad un network extra finanziario per fare un operazione cosi grande?

AL TELEFONO ALESSANDRO BENEDETTI
Perché sarebbe dovuto scusi? Sono state fatte inchieste, scusi su questa cosa! Sono state fatte inchieste fino all’ultimo centesimo, sono fondi che sono dati per finanziare dei costi precisi che sono stimati e preventivati prima dell’operazione.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Il dettaglio di queste operazioni accertate e rendicontate a noi non è accessibile, il numero uno ce la spiega cosi.

PAOLO MONDANI
Lei mi disse che circa 96 milioni andarono ad Alessandro Benedetti?

NUMERO UNO
E’ cosi!

PAOLO MONDANI
O meglio con Sawiris avevano pattuito che se li prendesse lui?

NUMERO UNO
Esattamente, è per quello che riguarda Benedetti, io dico, per una roba cosi grande uno di solo che cosa fa? Si prende un’agenzia di pubbliche relazioni, fa un po’ di pranzi con i giornalisti, queste cose qui. E diciamo mi voglio rovinare sono 5 milioni di euro, 10 milioni di euro.

PAOLO MONDANI
Si
ma non 96 milioni?

NUMERO UNO
Assolutamente non 96!

ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
Io non so se quelle 400 milioni sul piano tecnico-giuridico possono chiamarsi transazioni o “mazzette”, ci saranno le fatture. Una volta si usava tutto in nero, adesso si fattura pure quindi, si chiama transazione per l’amore di Dio. Il problema è un altro. Quell’operazione è un’operazione sostanzialmente poco trasparente, quindi a livello politico c’è o non c’è coinvolgimento? O c’è, o sono stati raggirati, ma ci vuole un inchiesta per scoprirlo. Certo che i politici che vengono raggirati sarebbe una versione molto nuova.

PAOLO MONDANI
Dottor Benedetti, quali politici avete incontrato lei e Sawiris prima di comprare Wind?

AL TELEFONO ALESSANDRO BENEDETTI
Incontrammo tutti i rappresentanti del Governo, come anche i rappresentanti dell’opposizione.

PAOLO MONDANI
Mi vuol fare qualche nome?

AL TELEFONO ALESSANDRO BENEDETTI
Fassino non ricordo che Sawiris vide Fassino, so che lo vide inizialmente il dottor Romiti, mi ricordo ci fu incontro col dottor Letta, col dottor Bersani, quando all’epoca erano all’opposizione.

PAOLO MONDANI
Voi del gruppo Blackstone invece sapete che attività di lobby hanno fatto Sawiris e Benedetti?

AL TELEFONO
Il giro delle tre Chiese.

PAOLO MONDANI
Quindi si andava da Gianni Letta per la parte del Governo?

AL TELEFONO
Si, poi si fa un salto al Tesoro, una toccata e fuga al Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni, che ci voleva essendo licenziataria. Andavamo dentro e vedevamo quelli che uscivano, cioè si faceva il giro uguale.

PAOLO MONDANI
Quindi andavate da Siniscalco, da Gasparri?

AL TELEFONO
Ma
si i nostri andavano tipo cosi, vacanze romane. E guardavano a quell’altro e dicevano poveraccio. E invece ha vinto.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Come ha vinto Sawiris? Chi lo ha sostenuto? Lo chiediamo al numero uno.

NUMERO UNO
Il driver principale della decisione su Wind è che il governo voleva far cassa e i due attori Scaroni e Conti volevano attraverso questo riconoscimento al governo guadagnare crediti per la loro promozione, Scaroni all’Eni e Conti promosso amministratore delegato a Enel.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Dopo la vendita di Wind Paolo Scaroni diventa amministratore delegato dell’Eni mentre Fulvio Conti da direttore finanziario passa amministratore delegato dell’Eni.

PAOLO MONDANI
Lei mi disse anche che Sawiris non incontrò Berlusconi, ma Gianni Letta e Bruno Ermolli che è amico e collaboratore di Berlusconi.

NUMERO UNO
Lei sa che Ermolli è il cacciatore di teste per Berlusconi, è Ermolli ad aver suggerito a Berlusconi l’operazione Scaroni-Conti.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Bruno Ermolli è presidente della società di consulenze private Sinergetica ed è consigliere di Mediaset.

NUMERO UNO
Benedetti era il terminale di Sawiris, spregiudicato, si faceva i c…. suoi, ma era fondamentalmente il terminale di Sawiris. Dal lato sistema, per cosi dire, i facilitatori sono stati fondamentalmente Ermolli e Bisignani.

PAOLO MONDANI
Ermolli e Luigi Bisignani?

NUMERO UNO
Certo.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Luigi Bisignani è più noto per la sua antica appartenenza alla P2 e per essere stato arrestato e condannato per la maxitangente Enimont. Oggi si occupa di grandi affari e guida la Ilte, la società che stampa le pagine gialle.
A un dirigente Wind, a conoscenza di tutti i fatti che stiamo narrando e che vuole l’anonimato chiediamo: Luigi Bisignani ha avuto un ruolo nella vendita dell’azienda a Sawiris?

DIRIGENTE WIND
In Wind va di moda dire, sono un amico di Luigi, è lo sparti acque tra quelli che contano e quelli che non contano. E’ lo sponsor dell’ex amministratore delegato Pompei, dell’attuale amministratore Paolo D’alpino, del Direttore finanziario Gubitosi, del responsabile della sicurezza Cirafici e di tanti altri.

PAOLO MONDANI
Qualcuno potrebbe osservare che lei ha ragione, ma a livello internazionale se vuoi fare affari devi ungere le ruote comunque di Governi, funzionari, cosi funziona.

ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
Mi permetta non è cosi. Andate a vedere se gli Americani li vendono questi servizi, i loro, andate a domandare agli americani, ai francesi, agli spagnoli, agli inglesi se vendono le loro aziende con cui gestiscono i telefoni e le informazioni dei propri organi di polizia. Andate a vedere se li vendono voi ai medio orientali strani, strani.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
I protagonisti della vendita sono Scaroni e Conti, i facilitatori invece, secondo la nostra fonte, che avendo avuto un ruolo di primo piano non possiamo ignorare, sarebbero stati il dirigente della Ilte Bisignani e Bruno Ermolli, presidente di una società di consulenza. Interpellati da noi per conoscere la loro versione non accettano l’intervista, ma ci chiedono di dare conto di quanto segue. Bruno Ermolli scrive: Sawiris è un caro amico ma nella faccenda non ho avuto nessun ruolo. Bisignani: non mi sono mai occupato della vicenda e non ho mai incontrato nemmeno per caso Sawiris.
L’amministratore delegato dell’Enel Fulvio Conti invece ci scrive: è già stata data ampia e completa informativa agli azionisti, al mercato, alle istituzioni. Null’altro da aggiungere. Le informative però non spiegano perché si è preferito vendere ad un soggetto più piccolo della cosa che comprava e che ha dato la società in pegno perché non aveva soldi. Quello che sappiamo è che i costi per le transazioni sono stati di 414 milioni di euro. Una cifra piuttosto alta, che includono anche 97 milioni di euro in costi e consulenze. Anche questa una cifra molto significativa. Ma sono andati a chi e per cosa? Benedetti ce lo spiega: “le confermo che i 97 milioni di euro sono stati spesi per attività di advisory, consulenze, costi vari. Tenga conto che le persone coinvolte nell’operazione per mesi sono state oltre 250. 250 persone coinvolte nell’operazione. Tutte di altissimo profilo professionale. Sono necessariamente costretto a non fornire il dettaglio dei compensi per beneficiario, poiché, quale amministratore di Weather ho stipulato gli stessi contratti che prevedono un obbligo di riservatezza”.
Ora se l’operazione è così trasparente perché non si conoscono i beneficiari di questi compensi? Chi lo sa, magari un giorno questi nomi salteranno fuori. Intanto noi andiamo avanti. Abbiamo sentito il ministro Di Pietro che ha detto: andate a vedere se in Francia, in Spagna, in Inghilterra o negli Stati Uniti vendono i servizi che gestiscono le informazioni, le telefonate dei loro organi di polizia ai mediorientali strani, strani. Noi non pensiamo che i mediorientali siano strani strani, però è vero che Wind ha gestito il contratto Consip ovvero tutta la fornitura di cellulari alla pubblica amministrazione.

DONNA
Noi sappiamo che abbiamo questo appalto Consip e per noi questo è un fiore all’occhiello e ha una gestione a se particolare, delicata, perché a me era capitato anche di prendere in cuffia delle chiamate di ammiragli.

PAOLO MONDANI
Ma voi siete in grado di vedere i tabulati ovviamente?

DONNA1
Noi siamo in grado di vedere i tabulati, sia oscurati, sia in chiaro.

PAOLO MONDANI
Dati dei Carabinieri, dati della Polizia, dati della Direzione Investigativa Anti Mafia.

DONNA1
Sì, assolutamente sì. Certo noi abbiamo la possibilità di vedere il dettaglio del traffico in chiaro di tutte le forze dell’ordine. Per cui cosa succede, nel momento in cui io do la gestione di tutte le telefonate dall’amministrazione pubblica in out sourcing, la gestione delle pratiche in out sourcing potenzialmente più persone, più società private hanno a disposizione questi dati.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Questi sono i dipendenti del call center di Sesto San Giovanni che Wind vuole esternalizzare, eppure la sicurezza dei dati sensibili è un problema delicato per Wind visto che gestisce il contratto Consip. Cioè il contratto che dota tutta la pubblica amministrazione italiana dei cellulari di Wind. Ministeri, comuni, regioni, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, che usano solo i cellulari di WIND. Con la chiusura del call center di Sesto San Giovanni dove finiranno tutti questi dati sensibili?

UOMO
Passiamo da Wind che è un’azienda che ha svariati miliardi come capitale sociale, a una s.r.l. che è una piccola scatoletta di Omnia Network che si chiama Omnia Service che ha un capitale sociale di 10 mila e 200 euro.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Omnia network è fatta di tante scatolette tutte lussemburghesi.

ANTONIO DI PIETRO – Ministro delle Infrastrutture
Il Lussemburgo è al primo posto nella classifica di transparence international come il paese più promo, più retto, più corretto, dove non c’è assolutamente corruzione. Chissà però tutti, italiani, tedeschi, medio orientali, tutti vanno a fare le società lì. La verità è che basta fare una legge in cui si dice che quel che è reato non è reato. E quindi si è corretti.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Questi sono gli azionisti di Omnia Network. La OKW e una società di diritto lussemburghese, la Technology 13, la Knightly, la Technology 22, la Plot e la Lestia sono lussemburghesi ma con azionisti nelle isole vergini britanniche, la Lavender gli azionisti li ha invece alle isole Seychelles. Come si spiega questo amore per il sole dei tropici? Facile. Omnia Network sta andando in borsa, quindi venderà azioni, farà meritate plusvalenze e non pagherà le tasse. A questo servono i paradisi fiscali.
Per i lavoratori invece comincia un periodo infernale.

PAOLO MONDANI
Quando Enel ha venduto Wind a Sawiris che cosa avete pensato allora?

DONNA
Per esempio io sono tornata da una maternità e ho saputo che ero diventata egiziana, ero personalmente contenta, perché ho studiato tanti anni l’arabo e dico e vai finalmente lo utilizzo, e invece poi troviamo questa bella sorpresa.

UOMO
Come han fatto coi lavoratori di Telecom che al momento in cui Colaninno è entrato aveva 120 mila addetti, adesso ne ha 68 mila. I lavoratori sono un costo per le aziende e più ne butti fuori più riesci a pagare i debiti.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
In poco tempo da Wind sono usciti circa 700 dipendenti, tra cui i 275 esternalizzati di Sesto San Giovanni. Nel 2005 alla domanda se avrebbe licenziato Sawiris aveva risposto cosi’:

NAGUIB SAWIRIS – Presidente Wind
No, non credo perché noi puntiamo a espanderci, certamente faremo qualche innesto di persone di nostra fiducia. Wind ha 9000 dipendenti e 5 o 10 in più non faranno differenza.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
I ragazzi di Sesto San Giovanni vanno a Roma a manifestare. Avevano un contratto a tempo indeterminato e con l’esternalizzazione non sanno che fine faranno.
Arriva il ministro del lavoro Cesare Damiano, i ragazzi gli chiedono di modificare la legge che permette a quelli come Sawiris di fare licenziamenti mascherati chiamandoli cessioni di ramo d’impresa.

CESARE DAMIANO - Ministro del lavoro
La bonifica delle legge sarà, uno degli argomenti che intendiamo affrontare al tavolo della concertazione quando si parlerà di revisione delle normative del mercato del lavoro, degli ammortizzatori sociali. Del resto questo il Governo lo ha già annunciato.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
L’applauso è incerto, ma tutti ancora ci credono, sono convinti di farcela perché sanno che il ministro li aiuterà.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Nel frattempo il contratto per la fornitura dei telefoni cellulari alla pubblica amministrazione è stato vinto per i prossimi due anni da Tim e il call center di Sesto San Giovanni è passato a Omnia Service. Quindi Wind ha perso il contratto Consip. Poi si sono persi anche i costi di ricarica, tempi duri per la telefonia. Se poi consideriamo il fatto che noi siamo uno dei paesi che applica la tariffa più alta per le chiamate da fisso a mobile, come fanno quegli operatori, che propongono un pò di concorrenza, a guadagnarci qualcosina? E torniamo là da dove eravamo partiti: dalla scatola magica.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Questa è la gsm box, la macchina magica che trasforma una telefonata in oro...è il segreto di pulcinella, tutti la conoscono nel mondo della telefonia, ma nessuno ne vuole parlare. La scopriamo perché 120 rivenditori di Wind organizzati nel consorzio Piave, due anni fa vengono disdettati dall’azienda nonostante i loro buoni risultati. Loro denunciano il fatto ai magistrati di Roma e Milano e a noi spiegano perché sono finiti sulla strada.

GIUSEPPE BURGANI – Consorzio Piave
Loro avevano paura che scoprissimo l’esistenza di un meccanismo truffaldino nel quale per prima cosa c’è Wind che produce Sim Card con gratuità. Una parte sostanziale di queste sim che vengono messe sul mercato vengono comprate da soggetti terzi che sono delle società che attraverso l’utilizzo di un sofisticato sistema di macchinette che si chiamano gsm box gateway, nella quale si introducono fino a 30 di queste sim card, riescono a trasformare questo traffico gratuito, contenuto nelle sim, in traffico fatto pagare al cliente finale che utilizza la chiamata da casa.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Una delle società che fa uso massiccio del gsm box è Tele 2, vediamo nel dettaglio quali sono i vantaggi della macchina magica.

DIRIGENTE WIND
La società Tele 2 opera nella telefonia fissa, ma Wind sa di un’altra attività di Tele 2, che acquista o fa acquistare migliaia di sim dalla rete di distribuzione di Wind. Le inserisce nei gsm box e trasforma così la chiamata da fisso a mobile in chiamata mobile-mobile che Tele 2 paga assai meno. In Italia la tariffa fisso-mobile, quella di chi chiama da casa un cellulare è una delle più alte d’Europa. Il guadagno di Tele 2 sta proprio nel far pagare al cliente la tariffa più alta, mentre Tele 2 pagherà all’operatore quella più bassa.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
In condizioni normali la telefonata che parte da un telefono di casa, transita per un ponte telefonico e arriva sul cellulare. Quando la telefonata di casa verso un cellulare viene fatta transitare per il gsm box, la chiamata si trasforma, come se a parlare fossero due cellulari. Così anche la tariffa si trasforma. Chi chiama da casa paga la carissima tariffa fisso-mobile, ma il rivenditore no, paga quella più economica mobile-mobile.

PAOLO MONDANI
Il rivenditore quanto ci specula?

DIRIGENTE WIND
L’80% circa, capisce ora qual è il margine di guadagno, se poi nei gsm box ci vanno a finire le sim con traffico gratuito il rivenditore non paga niente e quindi a Wind non andrà nulla del costo di quella chiamata.

PAOLO MONDANI
Ma
chi fa il giochino di inserire le sim con la gratuità nelle gsm box evita anche di pagare qualcosa al fisco?

DIRIGENTE WIND
Certo, generando una minore entrata per Wind, si genera minore gettito d’Iva per il fisco, quindi un danno per l’azienda e per lo Stato. Se io applico l’Iva su una telefonata mobile-mobile, pago di meno rispetto all’Iva che pagherei su una telefonata fisso-mobile. Qui sta l’imbroglio.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
L’imbroglio non riguarda solo il fisco, perché l’uso del gsm box ha danneggiato le indagini telefoniche di molte inchieste giudiziarie italiane.

GIOACCHINO GENCHI – Investigatore Procura di Palermo
L’aspetto più importante che almeno rileviamo nelle indagini giudiziarie più importanti, è la perdita d’identità del chiamante. Cioè attraverso questo resealing, attraverso questa carambola su questo apparecchio gsm box, si perde totalmente l’identità di chi sta telefonando. Il danno e il problema alle indagini,non è solo nelle intercettazioni in cui si vede un apparecchio anonimo che sta chiamando e non si sa mai da dove quella chiamata è venuta e chi sta telefonando, ma è anche nell’analisi dei tabulati. Nella ricostruzione di alcuni omicidi, di alcune vicende di gravissima rilevanza criminale, noi ci troviamo ad avere individuato il cellulare che ha ricevuto la chiamata, ci troviamo ad individuare il soggetto che è stato destinatario, ad esempio, dell’ordine di uccide, di una missione omicidiaria, poi probabilmente la chiamata è venuta da una cabina telefonica, da un utenza fissa o da un altro cellulare che sia interconnesso alla rete attraverso un sistema di carte prepagate che confluiscono poi in questi gsm box attraverso una delle tante compagnie che per realizzare profitto e quindi per ridurre i costi si avvalgono di questo sistema e perdiamo inesorabilmente l’identità del chiamante.

DIRIGENTE WIND
La perdita d’identità di chi chiama è una violazione, le aziende che usano il gsm box non vogliono ammetterlo, ma sono violati gli accordi di interconnessione e il codice delle comunicazione elettroniche che impongono la trasparenza e la tracciabilità della chiamata. Poi sul contratto di ogni sim c’è scritto bello chiaro che deve essere usata solo dentro un cellulare, e quindi non dentro un gsm box.

PAOLO MONDANI
Ma come fanno Tele 2 e altre società a rastrellare sul mercato tutte le sim necessarie per essere messe nei gsm box?

DIRIGENTE WIND
Le spiego subito che le sim non possono essere anonime, proprio in ossequio al decreto Pisano del 2005 che impone ad a ogni sim un nome e un cognome. Per aggirare questa normativa, chi ha bisogno di grandi quantità di sim ricorre a nomi di fantasia o a nomi di deceduti oppure con la complicità di rivenditori intestano le sim a persone vive, ma inconsapevoli.

GIOACCHINO GENCHI – Investigatore Procura di Palermo
Noi abbiamo dimostrazioni tangibili che i criminali e i terroristi le schede telefoniche continuano ad averle, continuano a ricaricarle senza presentare nessun documento, e quando lo presentano il documento è falso o dell’extra comunitario di turno a cui poi risultano attivate centinaia di schede telefoniche.

PAOLO MONDANI
Cioè è possibile fare risultare in qualche modo altre identità, è possibile che aziende telefoniche?

GIOACCHINO GENCHI – Investigatore Procura di Palermo
Ma se questo è possibile per i criminali, figuriamoci per le stesse aziende telefoniche che tutto sommato fra di loro fanno quello che vogliono.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Insomma, il gsm box impedisce le indagini giudiziarie ma siccome procura grandi guadagni e grandi vantaggi fiscali a molte aziende telefoniche poco importa.
L’amministratore delegato di Tele 2 non nasconde di usare il gsm box, anzi. Ha una sua giustificazione.

ANDREA FILIPPETTI – Amministratore Delegato Tele 2
In estrema sintesi, sono un sistema per trovare, cercare di ridurre i prezzi di terminazione, delle tariffe, delle chiamate a mobile. Non esiste un’alternativa di acquisto, se non questi gsm box, per poter ridurre questi prezzi.

PAOLO MONDANI
Dottor
Filippetti, voi fate pagare all’utente, al consumatore, una telefonata fisso-mobile che costa abbastanza in Italia, forse uno dei più alti prezzi d’Europa, ma voi la pagate, quella medesima telefonata, per via dell’uso del gsm box, come fosse mobile-mobile, cioè assai meno. Non c’è un mezzo imbroglio da questo punto di vista?

ANDREA FILIPPETTI – Amministratore Delegato Tele 2
Se questo non fosse successo fino ad oggi, le telefonate fisso-mobile, costerebbero molto di più. E glielo dico come capo di un’azienda che è stata sempre in prima linea a ridurre i prezzi delle telefonate fisso-mobile. Oggi tutto il mercato delle telefonate fisso a mobile, ma anche il mercato della telefonia mobile, che per altro ha avuto dinamiche diverse, è un mercato fondamentalmente ingessato.

PAOLO MONDANI
Insomma voi dite sostanzialmente che avete dovuto usarli per forza questi gsm box, che per abbassare le tariffe era necessario farlo?

ANDREA FILIPPETTI – Amministratore Delegato Tele 2
Era l’unico modo per trovare all’ingrosso prezzi differenti da quelli esistenti, aumentati a fronte della posizione che noi abbiamo, che sono prezzi che nascono da una dominanza collettiva.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Ma
Tele 2 fa di piu’, denuncia all’autorità antitrust Wind, Vodafone e Tim perché violerebbero le norme della concorrenza e manterrebbero una posizione di dominanza collettiva, che cosa significa?

ROBERTO SOMMELLA – Autorità Antitrust
Significa che, tre operatori di mercato, con una forza di mercato rilevante, possono essere nelle condizioni di tracciare una politica concordata di prezzo sul mercato dato.
Questa possibilità è una possibilità quasi tacita rispetto all’intesa quella vera e propria che noi abbiamo potuto verificare in altri settori penso ad esempio alle assicurazioni.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Non solo. Nel documento riservato dell’antitrust sul caso leggiamo che l’uso del gsm box era pienamente tollerato da Wind, Vodafone e Tim. Ci perdono eppure tollerano. Wind, in questo documento interno, stima il danno causato dal gsm box in 324 milioni di euro l’anno. Hanno provato a bloccare questo disastro?

DIRIGENTE WIND
Già nella seconda metà del 2005 Wind aveva individuato tutta una serie di piccole aziende che compravano grandi quantità di sim sul mercato per fare soldi coi gsm box. Alcune di queste società erano riconducibili ad aree affaristico politiche, ma Wind ha iniziato a combattere questa pratica solo di recente, e non sempre, le ripeto, non sempre lo fa.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Non sempre lo fa. Indovinate invece chi ha fatto soldi con il gsm box e il traffico telefonico di Wind? Lui, ancora lui…… Alessandro Benedetti. Il socio di Sawiris.

DIRIGENTE WIND
Alessandro Benedetti
realizza affari con Wind attraverso la società Managest, che guarda caso è la stessa che si occupa, con la società Weather dell’acquisto di Wind. Managest distribuiva ricariche di traffico telefonico, poi ha acquistato 5.000 sim che vennero bloccate dall’anti frode di Wind, perché erano finite nei gsm box di Tele 2. A quel punto Benedetti capisce di aver esagerato e cambia nome alla società che Managest si chiamerà Arama.

IMPRENDITORE
Managest compra traffico telefonico da Wind ad un prezzo interessante, decisamente, tale per cui in alcune circostanze è più competitiva di Wind sul mercato, il che è un’anomalia. Evidentemente quando il cliente è più competitivo del fornitore, e generalmente questo è anomalo sul mercato, e poi il periodo di pagamento che è superiore a quello che viene concesso agli altri fra virgolette clienti di Wind sullo stesso settore.

PAOLO MONDANI
Ci sono altre società di Benedetti o a cui Benedetti è molto vicino, che lavorano con Wind?

IMPRENDITORE
Certamente c’è una società che opera accanto a Tele 2, che evidentemente ha una tecnologia ormai nota.

PAOLO MONDANI
La gsm box?

IMPRENDITORE
Le gsm box si può avere un notevole risparmio.

PAOLO MONDANI
Come si chiama questa società?

IMPRENDITORE
C-cube.

PAOLO MONDANI
Durante quegli anni lei aveva una azienda, una aziendina che faceva reselling di traffico telefonico con Wind se non sbaglio?

ALESSANDRO BENEDETTI AL TELEFONO
Una società con Tele 2.

PAOLO MONDANI
A lei lavorava con Tele 2?

ALESSANDRO BENEDETTI AL TELEFONO
Certo, sono in consiglio d’amministrazione per cui non è che c’è niente di…ci sto da 7 anni…6 anni, 7 anni.

PAOLO MONDANI
E in quale sede?

ALESSANDRO BENEDETTI AL TELEFONO
In Lussemburgo.

PAOLO MONDANI
Dove li tiene Benedetti i suoi soldi?

IMPRENDITORE
Credo ci sia qualche azienda in qualche paradiso fiscale, può togliere il credo, c’è sicuramente, e ci sono rapporti con Israele che sono consolidati.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Talmente consolidati da avere relazioni con l'azienda Imi, l’industria militare israeliana, come ci ha spiegato un alto dirigente di Wind. La Imi produce armi per Israele, Stati Uniti e le forze della Nato. Ma torniamo alle aziende che usano il gsm box, chi sono gli uomini di Wind che hanno tollerato e in quali casi?

DIRIGENTE WIND
I manager di primo piani di Wind conoscono perfettamente i danni procurati dai gsm box, ma il punto di svolta in negativo è dato dall’arrivo di Fabrizio Bona alla direzione commerciale. Lui è legato da grandi amicizie a società milanesi come la Oregon la Stock house, ma anche ad altre società, che hanno gestito migliaia di sim che poi l’antifrode di Wind ha intercettato nei gsm box.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
L’onorevole Maurizio Ronconi dell’Udc ha presentato alcune interrogazioni parlamentari nelle quali si parla degli interessi particolari del direttore commerciale di Wind Fabrizio Bona. Ma non ha mai ottenuto risposta.

MAURIZIO RONCONI – Deputato Udc
Dico che reiterato, un reiterato silenzio rispetto a reiterate richieste di chiarimento, desta sospetto, non c’è dubbio, c’è una volontà di non rispondere, c’era nel passato Governo ma secondo me permane anche in questo Governo che non vuole rispondere tramite la Presidenza della Camera.

DIRIGENTE WIND
Tra le società implicate il nome che più conta è quello della Spal di Correggio, l’azienda che gestisce 2.000 punti vendita di Wind. Nella seconda metà del 2006, il reparto anti frode di Wind ha intercettato decine di migliaia di sim mensili, che la Spal faceva fruttare nei gsm box di Tele 2. Sa il dottor Bona è buon amico del Direttore Commerciale della Spal.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Nella nota interna di un dirigente di Wind risulta effettivamente che la più importante rete di vendita dell’azienda rappresentata dalla società Spal, ha attivato oltre 20 mila sim finite nei gsm box.

DIRIGENTE WIND
Veniamo alle aree affaristico politiche, penso al dott. Vincenzo Franzè di Alleanza Nazionale che ha rastrellato per l’Italia migliaia di sim finite poi nei gsm box. Franzè ha sempre dichiarato di acquistare queste sim per associazioni che fanno riferimento a Massimo Condemi già capo di Gabinetto dell’ex Ministro Gasparri.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Scrive di suo pugno un dirigente Wind: acquistati stock di 10 mila sim da Omissis di Condemi, sono state inserite nelle gsm box e non sono state disattivate malgrado monitoraggio. Oggi Massimo Condemi è un dirigente pubblico mentre il suo ex Ministro Maurizio Gasparri è parlamentare e direttore dell’azienda di telecomunicazioni Telit, presieduta da manager israeliani e che in Italia fa affari con Sawiris.
Chiediamo al dottor Condemi se è vero che da capo di Gabinetto del Ministro Gasparri ha sostenuto alcune aziende.

MASSIMO CONDEMI – Ex Capo di Gabinetto ministro Gasparri
E’ chiaro che quando tu sei all’interno di un sistema di potere, è normale che alcune aziende, alcune persone, i padri di alcuni figli, voglio dire si avvicinino per, come dire, porre all’attenzione del potente di turno, come dire, il loro caso. L’istanza viene portata a conoscenza della Wind piuttosto che di un’altra azienda dopo di che è l’azienda che fa la valutazione in piena libertà.

PAOLO MONDANI
Che però lei si faccia da tramite con l’azienda è meno normale o invece è normale?

MASSIMO CONDEMI – Ex Capo di Gabinetto ministro Gasparri
Bah vede se noi vogliamo fare della, non è un’offesa nei suoi confronti, della facile ipocrisia, possiamo certamente dire quello che lei dice. In un sistema italiano lei sa che il presupposto stesso con il quale il cittadino vota il politico, è quello poi di poter, come dire, accedere alle stanze del potere per poter poi segnalare i propri casi.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
La politica insegna al cittadino votami così poi puoi venire da me a chiedermi il favore. Così funziona. Comunque il direttore della telefonia mobile di Wind, dott. Bona da noi interpellato ci ha risposto che è all’estero, ma che comunque l’attività di reselling è da sempre considerata illecita. Precisiamo che chi chiama da fisso non è truffato, lui paga la sua bolletta e buonanotte, magari ci risparmia pure, l’operatore finale forse non incassa quel che dovrebbe, chi sta in mezzo fa affari. Sulla vicenda indaga, sta indagando la magistratura. Il Procuratore nazionale antimafia ha posto il problema del gsm box, perché nasconde l’identità del chiamante e rende difficili le indagini. Il ministero dell’interno ha invitato il ministero delle comunicazioni a intervenire presso tutti gli operatori per regolamentare l’uso.

Allora stavamo parlando di Wind, venduta dall’Enel nel 2005 all’imprenditore egiziano Sawiris. All’epoca in una comunicazione Enel scriveva: il coordinamento tra le due società svilupperà una massa critica tale da favorire notevoli risparmi, in particolare negli acquisti, per esempio dei telefoni portatili, e negli investimenti tecnici. Sono passati due anni e le due società non hanno più nulla da spartire. Se sono stati favoriti i risparmi non lo sappiamo, quello che sappiamo è che Wind in Italia non compra granché perché Sawiris fa principalmente spesa al Cairo.

PAOLO MONDANI
E’ vero che l’Italia ci perde anche per via del fatto che tutte le forniture, gli appalti Wind ora sono fatte su misura per le imprese vicine a Sawiris o della sua famiglia?

NUMERO UNO
Sì, la principale è Alcatel. Adesso i rapporti con l’Alcatel sono tutti centralizzati al Cairo per cui il discorso che fa Sawiris è: “Io ti do le forniture in Italia a fronte del fatto che ti mi compri una licenza in India”, faccio per dire.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
Un'altra fonte diretta conferma quel che dice il numero uno e aggiunge altri particolari.

UOMO ANONIMO
Wind compra anche della consulenza, che è ridicola, da Orascom.

PAOLO MONDANI
Quindi Wind dà soldi alle imprese di Sawiris tramite anche le consulenze insomma?

UOMO ANONIMO
Certo.

PAOLO MONDANI
Consulenze che lei pensa siano gonfiate?

UOMO ANONIMO
Sicuramente sì. Loro vengono con 10-15 persone, 10- 15 persone fatturano 10-20 milioni all’anno di consulenza che è oggettivamente sproporzionato.

NAGUIB SAWIRIS – Presidente Wind
Non dobbiamo mai dimenticare che i nostri affari sono legati al valore del nostro titolo. Se io voglio creare valore in Italia, vado in Italia, se lo voglio fare in Grecia, vado in Grecia. L’Italia è stata una scelta più facile: ho visto l’azienda, ho visto il management e mi sono detto: se loro fanno questi numeri con questo tipo di management figurarsi cosa potrei fare io.

PAOLO MONDANI
Non valevate granché secondo lui?

LAURA ROVIZZI – Ex manager Wind
Beh io dire che questo tipo di opinioni sono senza dubbio…vanno lasciate ad un livello personale. Io preferisco parlare dei numeri, e quindi un gruppo di management che in sette anni crea un’azienda delle dimensioni di Wind e quindi ricordo la tredicesima azienda del nostro paese, e che qualcuno ha deciso di pagare quasi 12 miliardi di euro, beh è un management che a qualcosa sarà pur valso.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
A metà aprile Wind rende noti i suoi conti. È in attivo di 23 milioni e i ricavi dalla telefonia mobile aumentano. Ma c’è un ma. Gli investimenti sono crollati. I ricavi dalla telefonia fissa sono scesi e sono aumentati gli interessi passivi sui debiti. A cosa dobbiamo allora il miracolo dell’attivo? Al fatto che i costi di ammortamento nel 2006 sono diminuiti perché vengono spalmati su più anni contabili. Una magia che fa apparire in attivo chi in realtà è in rosso.
Osama ci dice che Naguib Sawiris paga la polizia sotto il suo palazzo dorato per evitare grattacapi come i giornalisti, allora andiamo a far domande in una sede Orascom di periferia.

PAOLO MONDANI
Cosa
pensa di Sawiris?

DONNA 1
Lui è molto bravo e sa gestire molto bene gli affari.

DONNA 2
La gente lo ama qua.

UOMO
Sono rimasto colpito da una frase che Sawiris mi disse personalmente: quando una moneta cade per terra capisco dal rumore come farla fruttare, io non conosco la sconfitta.

RAGAZZA 1
Lavoriamo al call center e quando viene a trovarci siamo tutti contenti!

RAGAZZA 2
È bravo, famoso, ricco. È un esempio per me.

PAOLO MONDANI
Esiste un sindacato interno dei lavoratori?

RAGAZZA 2
La società ci garantisce l’assicurazione medica, il sindacato non c’è qua.

PAOLO MONDANI FUORI CAMPO
La vigilanza si arrabbia. Minacciano di sequestrarci la telecamera e comunque da ora impediranno ai dipendenti di parlare con noi.
Nel frattempo, i ragazzi di Sesto San Giovanni non ce l’hanno fatta. Si erano fidati delle parole del ministro Damiano, ma sono stati tutti esternalizzati. Da marzo non sono più in Wind.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Chi lo sa, magari si inverte la rotta degli scafisti da Sesto San Giovanni al Cairo, visto che là i dipendenti di Sawiris sembrano più felici.