CENACOLO DEI
COGITANTI |
DOCUMENTO DEL 20-7-2009 |
COGITAZIONe |
Deresponsabilizzazione civica: a chi conviene?
Roberto Vismara
Cogitante (20-7-2009)
Mio figlio Marco sostiene
scherzosamente di essere un ‘complottista’:
“ dietro ogni cosa vedo un complotto, e spesso ci indovino”.
Io no (è un errore che
già facemmo nel’68…), però una notizia di ieri mi ha fatto riflettere. Nei
parchi pubblici di Napoli (meravigliosa città abbandonata che abbiam visto fino a ieri con le immondizie fino al secondo
piano!) sarà vietato fumare, con multe salate, ed aggravate per chi fuma in
vicinanza di bambino donne incinte. Non una protesta,
o almeno una irrisione, che so, un’arguzia… Silenzio;
una notizia come un’altra, una informazione di servizio. Mi riesce difficile
esprimere un commento: l’imbecillità che sottende la cosa mi pare così evidente
che mi vien da pensare più ad un simpatico pesce d’Aprile. Bambini
e gravide paralizzati, che non possono, casomai, allontanarsi di qualche
passo dal mostro fumante; ma soprattutto i luoghi aperti, ariosi, accarezzati
dalle brezze marine che quasi non consentono al fumatore stesso di godersi il
suo fumo… Ma è vero? Siamo diventati così imbecilli da non seppellire con una
risata omerica sindaci e assessori che per una briciola di insulsa popolarità
riescono ad immaginare simili idiozie? Vero, gli Americani in questa gara ci
battono, coi loro divieti ancor più deliranti: ma noi non siamo Italiani, gente
di saper vivere, particolarmente a Napoli? Loro, gli Americani hanno da sempre
una cultura ‘proibizionista’, che probabilmente è una delle cause di una società
così violenta, ma noi? E’ vero, sono passati i tempi in cui
bastava la buona creanza a regolare codeste questioni: “Disturba il fumo?” “Sì,
per favore” “Si immagini, vado a fumare in corridoio, col finestrino aperto”
Però non bastava: nei cinema, nei ristoranti, nei luoghi pubblici chiusi è
stato utile e necessario imporre dei limiti. Ma trovo penoso che lo
stesso Stato che vende con grossi profitti le sigarette non trovi il modo di
regolarne l’uso senza cadere nel ridicolo e nell’irrazionalità. Come tra l’altro
se fosse il fumo di tabacco l’unico o il maggiore responsabile
dell’inquinamento e del danno alla salute, in una società in cui ormai le
droghe più disparate scorrono a fiumi, ritorna alla grande l’alcolismo, e le
morti correlate a dismetabolismi alimentari stanno raggiungendo cifre da
record. Paterna preoccupazione del legislatore per il benessere di noi
cittadini? Se così fosse vedrei ben altre priorità e ben altre metodologie! O
se fosse, tutto questo vento proibizionista, questo allarme sociale sulla
violenza, questa pubblicità dell’insicurezza, un modo sottile di assuefarci
alla perdita di segmenti sempre più grandi delle nostre civili libertà? Chi mai
si opporrebbe alle migliaia di telecamere di sorveglianza davanti alla
giustificazione che esse tutelano la nostra sicurezza ( a prezzo della nostra
privacy)? E via plaudendo alle chiusure anticipate dei locali per i giovani, ai
divieti di fumo, alcol, gioco d’azzardo, schiamazzi notturni, e
all’inasprimento delle condanne. Senza domandarsi perché tanti giovani sono preda di questa ‘cultura dello sballo’, perché tanti irresponsabili si mettono alla guida ubriachi o drogati, perché il consumo di droghe
pesanti, soprattutto cocaina, è diventato, in certi ambienti urbani, quasi la
norma statistica. Una società che non sa o non vuole identificare i problemi
non riuscirà a risolverli: al più, tenderà ad inasprire sempre più i divieti,
che sempre meno verranno rispettati. Eppure non dovrebbe essere difficile
vedere un po’ più chiaro nella questione; siamo una società in cui i cittadini
sono sempre più deresponsabilizzati, non c’è più chiarezza sul concetto di
responsabilità individuale ( eppure è su questo che si fondano i presupposti
della Democrazia!). Ti bocciano agli esami e tu ricorri al TAR, il professore
ti dà un votaccio e tuo padre va, indignato, a
malmenarlo, le valutazioni sul rendimento dei lavoratori sono praticamente
vietate dal sindacato; e d’altronde politici ladri continuano a fare il bello
ed il cattivo tempo, in un parlamento con percentuali di inquisit
e di condannati che farebbero vergogna in una Repubblica delle banane…
Certo che se riusciranno a ridurre i cittadini di questo Paese ad una mandria
impaurita e conformista pronta a vendere la propria libertà di giudizio ogni
disegno autoritario troverebbe cammino facile. Ho paura
che se non si affronta alla radice il problema di fare
un buon esame di coscienza e una ricerca onesta delle cause di questo crescente
malessere che peraltro non ha nulla di nobile, soluzioni non se ne troveranno:
e Dio sa se ce ne sia urgente bisogno.