HOME     PRIVILEGIA NE IRROGANTO    di Mauro Novelli   

 

PICCOLA RASSEGNA 

 

ARCHIVIO DELLA RASSEGNA

 

 

Da Il Corriere della Sera  26-10-2007

 

«in italia gli stipendi piu' bassi dei paesi principali dell'unione europea»

«Reddito giovani cresca in modo stabile»

Draghi: «Una ripresa della crescita del consumo è fondamentale per il benessere generale»

TORINO - «Occorre che il reddito torni a crescere in modo stabile». È il monito lanciato dal governatore di Bankitalia, Mario Draghi, in una lezione all'Università di Torino aggiungendo che «una ripresa della crescita del consumo è fondamentale per il benessere generale, per la crescita del prodotto, per la stessa stabilità finanziaria. Destinatari e protagonisti di questo processo sono in particolare i giovani».

IMPOVERIMENO DEI GIOVANI - I giovani, dice Draghi, potrebbero comprimere la loro propensione al consumo in ragione «di un reddito permanente atteso più basso che in passato» e della «discontinuità della vita lavorativa».

STIPENDI - I livelli retributivi dell'Italia «sono piu bassi che negli altri principali paesi dell'Unione europea» ha aggiunto il governatore della Banca d'Italia. «Le differenze salariali rispetto agli altri Paesi - ha detto Draghi - sono appena più contenute per i giovani, si ampliano per le classi centrali di età e tendono ad annullarsi per i lavoratori più anziani. Il differenziale è minore nelle occupazioni manuali e meno qualificate». Secondo dati dell'Eurostat relativi alle imprese dell'industria e dei servizi privati nel 2001-02, ha spiegato Draghi, «la retribuzione media oraria era, a parità di potere d'acquisto, di 11 euro in Italia, tra il 30 e il 40 per cento inferiore ai valori di Francia, Germania e Regno Unito». «L'Italia mostra, come la Francia, un profilo ascendente per età, mentre in Germania e Regno Unito il profilo è a U rovesciata: le retribuzioni raggiungono un apice in corrispondenza delle età più produttive, calano negli anni successivi».

RIFORME - Secondo il governatore di Bankitalia, esiste una «concorde diagnosi dei mali italiani» che porta «in primo piano l'esigenza di misure volte a riformare le regole dell'economia e della spesa pubblica. Saranno quelle stesse misure strutturali, mirate ad aumentare l'efficienza e la competitività della produzione interna, a sostenere i redditi e i consumi delle famiglie, assicurando la crescita dell'economia».

Il Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi (Imagoeconomica)

«Il ventaglio dell'azione pubblica è ampio», si legge nelle lezione di Draghi all'università di Torino che si sofferma su tre settori.
Il primo fa riferimento alla riforma «coraggiosa» del sistema d'istruzione, e in particolare dell'istruzione superiore, che «deve sollecitare i giovani in procinto di affacciarsi sul mercato del lavoro a investire seriamente in capitale umano».
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, inoltre, vanno individuati, secondo Draghi, gli strumenti per «ripartire più equamente i costi derivanti dalla maggiore flessibilità. Vi sono modi, sperimentati anche in altri paesi, per contemperare le esigenze di imprese competitive con le aspirazioni dei lavoratori che entrano nel mercato, con i bisogni di stabilità e crescita professionale di coloro che già vi sono».
Infine «un innalzamento dell'età effettiva di pensionamento può ricostruire l'equilibrio fra attesa di vita, attività lavorativa e modelli di consumo».

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REDDITO - «La spesa pro capite per consumi è oggi più che raddoppiata rispetto al 1970», dice ancora Draghi, sottolineando come «nell'ultimo quindicennio in Francia e, soprattutto, nel Regno Unito il reddito pro capite sia cresciuto a ritmi sostenuti, favorendo una rapida espansione dei consumi. In Germania, che ha condiviso con noi una fase di quasi stagnazione della crescita economica fino a due anni fa, la dinamica della spesa è risultata inferiore a quella del reddito, che ha beneficiato degli intensi processi di ristrutturazione, dei miglioramenti della produttività e della rafforzata capacità esportatrice del sistema produttivo tedesco. Viene confermata la fondamentale diversità dei casi italiano e tedesco: il nostro sistema ha sofferto di una crisi di competitività internazionale, quello tedesco di una crisi di fiducia dei consumatori». «Secondo stime che saranno diffuse entro l'anno dalla Banca d'Italia - annuncia il numero uno di Bankitalia - la ricchezza delle famiglie italiane, non considerando quella pensionistica pubblica, in accordo con le norme statistiche internazionali, ha mostrato un deciso incremento dalla metà degli anni novanta: pur tenendo conto delle difformità nazionali nella valutazione delle attività reali, alla fine del 2004 essa era pari a circa otto volte il reddito disponibile, un valore in linea con quello del Regno Unito e nettamente più elevato di quelli di Giappone, Francia, Germania e Stati Uniti. Nel nostro paese le attività finanziarie rappresentano poco meno della metà della ricchezza totale netta, una quota superiore a quella francese, pressochè pari a quelle della Germania e del Regno Unito e molto al di sotto di quelle degli Stati Uniti e Giappone. L'indebitamento delle famiglie italiane, pur in significativo aumento, rimane molto inferiore nel confronto con gli altri paesi».


26 ottobre 2007

 

 

 

Da Il Corriere della Sera 25-10-2007

 

Ue: verso bocciatura del condono Iva 2003

L'avvocato generale dell'unione europea: premiata l'evasione

L'Italia era stata deferita perché aveva concesso il condono rinunciando ai controlli nel periodo interessato

BRUXELLES - Il condono Iva previsto nella Finanziaria 2003 (il cosiddetto condono fiscale tombale) viola gli obblighi della sesta direttiva Iva e il principio generale della leale collaborazione tra gli Stati membri e la Comunità europea. È quanto sostiene l' avvocato generale dell'Unione europea Eleanor Sharpston nelle sue conclusioni, che nella grande maggioranza dei casi sono poi seguiti dalla Corte di giustizia del Lussemburgo.

ITALIA DEFERITA - L'Italia era stata deferita davanti alla Corte dalla Commissione europea per aver consentito ai contribuenti di potersi avvalere di un condono, rinunciando a procedere ai controlli sul periodo interessato. L'Italia, ricorda la Corte, ha sostenuto che l'effetto del condono non è stata una rinuncia «generale e indiscriminata» e che è stato utilizzato solo da una parte di contribuenti. Sharpston però ricorda che lo scopo dei condoni «è incoraggiare pagamenti volontari concedendo l'esclusione della punibilità, cercando però di non rendere più vantaggioso evadere e successivamente ravvedersi». Per poter essere efficaci - precisa ancora l'avvocato Ue nelle sue conclusioni che serviranno alla Corte per emettere la sentenza - i condoni fiscali tra l'altro dovrebbero essere concessi una tantum, dovrebbero comportare il pagamento quanto meno del dovuto e di interessi, e dovrebbero essere accompagnati almeno da un «credibile annuncio» di incremento dei controlli.

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NON COMPATIBILI - «Il condono italiano - puntualizza Elenanor Sharpston - non sembra presentare nessuna di queste caratteristiche». Per l'avvocato, si legge in una nota della Corte, i metodi per generare gettito previsti dagli articoli 8 e 9 della legge Finanziaria del 2003 non sono compatibili con le modalità di riscossione dell'Iva imposte agli Stati membri dalla sesta direttiva Ue. Il provvedimento italiano sarebbe responsabile di premiare l'evasione più dell'assolvimento degli obblighi fiscali e «lascia intravedere una plausibile speranza in altri rimedi simili nel futuro». Per questo l'avvocato suggerisce alla Corte di dichiarare che l'Italia ha violato gli articoli 2 e 22 della direttiva Iva e l'articolo 10 CE.


25 ottobre 2007