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Il PuntO n° 397 del 5-5-2020. Minima Œconomica (uno): “bis dat qui cito dat”.

 

Documento inserito: 25-4-2021

 

Il PuntO n° 425

 Minima Œconomica (due). “Macte animo: sic itur ad astra”.

Di Mauro Novelli. 25-4-2021

 

 

Nel progettare cambiamenti di sistema occorre valutare gli effetti minuziosamente e nel tempo, senza soffermarsi su quelli più macroscopici e di breve periodo che, in genere tendono a coincidere con le specifiche, in termini di obiettivi, prefissate all’atto della decisione di  procedere ai cambiamenti specificati.

Alcuni esempi chiariranno il concetto.

Ormai il coro è unanime: di burocrazia si muore! Unanimi anche le terapie: occorre snellire i processi burocratici troppo spesso impostati senza tener conto delle conseguenze, avendo nel mirino obiettivi parziali.

Si veda il Codice degli appalti. Obbiettivo: cancellare la possibilità, nella realizzazione delle opere pubbliche, di procedere per accomodamenti successivi delle corruttele. Bene! Si è stilato un Codice che ha segato alla base la corruzione, ma ha avuto come effetto collaterale – non attentamente considerato, anzi del tutto trascurato – quello di impedire la realizzazione delle suddette opere. Ci sono esempi di “tentativi”, portati avanti per lustri, di investimenti milionari ad opera di società estere che dopo l’ennesimo timbro, documento, certificato, perizia, dichiarazione, aggiustamento del progetto richiesti dall’ennesimo ufficio/burocrate hanno abbandonato i progetti di investire in Italia e ci hanno salutati.

Si veda la strabiliante impresa del nuovo ponte di Genova: burocrazia segata e ponte realizzato in meno di due anni.

Bene! Abbiamo scoperto che se invece di coinvolgere cento uffici della P.A., si fosse riusciti a coinvolgerne solo cinque, avremmo risolto molti problemi, soprattutto di tempo e di costo. Quindi si riproponga lo spirito Ponte “Genova San Giorgio”. Basta con legioni di  capiufficio, vice capiufficio, capireparto con contorno di dipendenti semplici, di uscieri maggiori e di aiutanti minori aggiunti in prova; basta con fornitori di pareri e certificazioni ineludibili e di ineludibili  timbri da apporre in calce!

Problemi risolti? Tutti soddisfatti?

Qui comincia quella serie di conseguenze poco valutate, perché tutti, risultano soddisfatti, tranne i dipendenti dei 95 uffici resi innocui dal sistema Genova San Giorgio. Già, perché se non servono più pareri, timbri in calce ecc. i 95 nuclei di capiufficio, capireparto, uscieri e aggiunti in prova che faranno tutto il giorno?

Qui occorre il coraggio richiamato dal titolo. Ormai, alla luce delle prospettive socio-politico-economiche fornite da una  società sempre più informatizzata, i politici più illuminati, lungimiranti e dotati di più vispetti neuroni ritengono che occorra passare dalla protezione del posto di lavoro a quello del lavoratore. Non è possibile continuare a mantenere legioni di impiegati le cui mansioni saranno  - prima o poi -  praticamente annullate: occorrono serie iniziative atte a riconvertire a riacculturare quei concittadini, a proporre loro nuove mansioni in settori più produttivi e dal futuro più promettente.

Occorre, in altri termini, spostare risorse da settori decotti o in via di decozione per investirle in quei settori in ascesa, in grado “addirittura” di remunerare quegli investimenti.

Avremo politici con queste visioni, con questo coraggio, in grado di prospettare ai cittadini un futuro quanto meno “governato”?