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Il PuntO  Documento inserito l’ 8-7-2009


 

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Il PuntO 165

 

Assemblea annuale dell’ABI. Unico settore soddisfatto.

 

Di Mauro Novelli 8-7-2009

 

 

Mentre il mondo occidentale sta cercando di capire come uscire dalla crisi, le nostre banche sembrano soddisfatte della situazione. In occasione della assemblea annuale dell’Abi, ci aspettavamo maggior propositività dal nostro sistema creditizio, anche quale contributo qualificato in occasione del G 8. Abbiamo invece avuto notizia di soddisfatte valutazioni della congiuntura  di settore ed un elogio dei provvedimenti governativi adottati per tamponare la situazione di crisi che ha ormai colpito in pieno il settore produttivo.

Ma la erogazione del credito è in calo (unico dato interessante fornito dal governatore Draghi) specie nell’ambito delle piccole e medie industrie: invece di contribuire al sostegno dell’apparato produttivo, le nostre banche che, come quelle degli altri paesi occidentali, hanno lucrato nel creare la bolla speculativa e continuano a lucrare, dopo averla fatta esplodere, ingrassandosi con le misure di sostegno poste in essere prontamente dai governi dei paesi avanzati, sembrano soddisfatte delle circostanze apparentemente loro favorevoli. Non solo, ma nel breve periodo rimpingueranno i loro bilanci attraverso l’abbattimento del rischio d’azienda imponendo  la riduzione dei livelli di affidamento ad aziende pur con bilanci positivi.

D’altra parte neanche l’intervento di Tremonti è sembrato teso a governare la situazione. Il ministro continua a parlare di regole future, e di etica da reinnestare in un  settore creditizio e finanziario mondiale. Dimentica Tremonti che l’etica (cioè il motore che determina le azioni degli uomini, cioè i loro “principi”) se non c’è, nessuno se la può dare: sta chiedendo etica comportamentale proprio a coloro che stanno prosperando per la sua mancanza.

Possibile che da noi si stia aspettando che la Germania si rimetta in moto per accodarci alla sua ripresa! Nel frattempo, il nulla.

 

Però, se l’art. 47 della nostra Costituzione pone il credito al rango di settore costituzionalmente rilevante [Art. 47 - La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito. Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.] vuol dire che la Repubblica deve poter “contare” sul settore che “disciplina, coordina e controlla”. In altri termini, l’esecutivo non può e non deve limitarsi a sperare nella buona volontà degli istituti di credito, ma deve poterne “disciplinare, coordinare e controllare” iniziative ed attività in funzione degli interessi nazionali.

Che io ricordi, fino ad oggi, nessun esecutivo repubblicano ha mai avuto la volontà, la forza e/o l’ointeresse ad applicare l’art. 47 citato.

 

E allora: “Forza Germania!!” E speriamo che  anche la Francia (ns. secondo partner commerciale) ci metta un po’ di buona volontà.