HOME PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro Novelli Il PuntO
Documento inserito il 13-7-2008 |
|||
|
Il PuntO n° 141
Titoli di Stato. Situazione al febbraio
2008
Interessi pagati. Detentori.
Di Mauro Novelli 13-7-2008
INTERESSI SUI NOSTRI TITOLI DI STATO: OLTRE LA METÀ EMIGRA.
Le uscite per il pagamento di interessi sui Titoli di Stato sono andate declinando dal 1997 (monte interessi pari a 71,5 miliardi di euro) al 2005 (monte interessi pari a 64,5 miliardi) a seguito della discesa dei tassi di mercato, con notevole sollievo per il nostro Erario.
Ma
l’inversione della tendenza ha imposto una maggiore uscita per interessi nel
2006 (67,552 miliardi di euro), cresciuta a 76,726 miliardi nel 2007. È il 5% del Pil contro il
4,6% dell'anno precedente.
Nel 2008 l’esborso per interessi
si avvicinerà agli 85 miliardi. (A febbraio 2008, il debito
pubblico – di cui il monte titoli di stato copre circa l’82 – 83 per cento - ha superato quota 1.661 miliardi di euro).
Ecco l’andamento dell’esborso per interessi:
Debito
pubblico. Interessi riconosciuti
In miliardi di euro
|
2002 |
2003 |
2004 |
2005 |
2006 |
2007 |
Interessi |
71,519 |
68,514 |
65,753 |
64,549 |
67,552 |
76,726 |
Per quanto attiene la qualificazione dei detentori dei nostri Titoli di Stato, l’andamento (dal 1991 al febbraio 2008) è il seguente:
Detentori
di Titoli di Stato italiani.
Anni 1991-1998-2005-2006-2007-1°trim. 2008.
Valori percentuali. Fonte Supplementi al Boll.no statistico Bankitalia “Finanza pubblica” n° 40 dell’11-7-2008)
|
1991 |
1998 |
2005 |
2006 |
2007 |
Febb. 2008 |
Detentori domestici |
94,01 |
70,88 |
46,69 |
47,25 |
49,04 |
48,70 |
Detentori non residenti |
5,99 |
29,12 |
53,31 |
52,75 |
50,96 |
51,30 |
Quindi, a fine 2007, oltre la metà dei nostri titoli di stato (il 50,96 per cento) era in mano a investitori esteri: su un totale di 1.317.954 miliardi, oltre 671 erano detenuti da stranieri. Ne consegue che, nel 2007, ben 39,1 miliardi di euro del monte interessi, su un totale di 76,726 miliardi, è emigrato oltre frontiera. Sono restati in casa solo 37,6 miliardi miliardi. Oggi le famiglie italiane vedono incrementare la loro capacità di spesa complessiva ad opera dei loro risparmi investiti in titoli di stato italiani, in misura ben minore rispetto ai primi anni ’90, quando il 90 per cento dei titoli stessi era in mano di residenti. Ricordiamo poi che i non residenti non pagano tasse sugli interessi pagati dallo Stato italiano e che le aziende italiane detentrici di titoli di Stato hanno la quota interessi quale componente del reddito, e su di essi pagano le relative aliquote fiscali. Si veda di seguito.
L’ andamento sta peggiorando nel 2008: a febbraio di quest’anno, la quota di titoli di stato detenuta da non residenti è cresciuta passando dal 50,9 del 2007 al 51,03 per cento: su un totale di 1.347,051 miliardi (30 miliardi in più rispetto al dicembre 2007), oltre 691 sono appannaggio di investitori esteri.
Si ricorda che per collocare i nostri titoli di stato (e superare così la nostra non brillante posizione in termini di “rischio paese” rispetto ai competitori) dobbiamo assicurare rendimenti mediamente superiori di 60 - 70 punti base rispetto ai tedeschi. E poiché i tassi di mercato stanno crescendo, si prevede che nel 2008 ci approssimeremo ad un esborso per interessi prossimo agli 85 miliardi di euro.
Infatti, all’ultima asta, i BOT
3 mesi (scadenza 15 ottobre 2008) garantiscono un rendimento del 4,348% (massimo
da giugno 2001); i BOT a 12 mesi (scadenza 15 luglio 2009) hanno
un rendimento pari al 4,531%, dopo il record di 4,58% segnato il mese scorso
(massimo da dicembre 2000).
Rispetto ai primi anni del decennio, il rinnovato interesse è da imputare ai bagni cui sono andati incontro coloro che, consigliati dagli addetti ai lavori nostrani, abbandonarono i tranquilli Titoli di Stato (“..venda i suoi BTP che non rendono più..) per acquistare bond miracolosi (Argentina, Parmalat, Cirio, Giacomelli, Finmek, Finmatica ecc.) col risultato per le famiglie di sostituirsi alle banche come creditori di paesi e di aziende in avanzato stato di decomposizione, nascosto da un interessato e pesante make up bancario per renderne presentabile l’aspetto e scaricare la titolarità di un credito ormai inesigibile ai privati cittadini loro clienti.
Tali bagni hanno causato una drastica decadenza di “reputazione” delle banche agli occhi della clientela: non si accettano più “consigli”, si investe meno in capitale di rischio, ed anche i bond privati non sono più così richiesti.
Dall’Agenzia delle Entrate:
[….]
Fonti normative
Il principale testo normativo che disciplina il regime
fiscale degli interessi sui Titoli di Stato è il decreto legislativo 1°
aprile 1996 n. 239 (d.lgs. 239/96), che è stato oggetto di modifiche e
integrazioni successive.
In particolare, l’originario testo legislativo è stato
modificato con il decreto-legge 20 giugno 1996 n. 323, convertito con
modificazioni nella legge 8 agosto 1996, n. 425; con il decreto legislativo 21
novembre 1997, n. 461; con il decreto legislativo 16 giugno 1998 n. 20; con il
decreto legislativo 21 luglio 1999 n. 259; con il decreto legislativo 23 dicembre
1999 n. 505; con il decreto-legge 25 settembre 2001, n. 350, convertito con
modificazioni nella legge 23 novembre 2001, n. 409; con il decreto-legge 22
febbraio 2002, n. 12, convertito nella legge 23 aprile 2002, n. 73; infine, con
il decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni,
nella legge 24 novembre 2003, n. 326.
Ambito di applicazione
Le disposizioni richiamate nel paragrafo precedente e
descritte nei paragrafi che seguono si applicano a tutti i tipi di Titoli di Stato
(BOT, CTZ, CCT e BTP), indipendentemente dalla data di emissione e dalla
scadenza.
Sintesi del regime fiscale
L’attuale regime fiscale degli interessi sui Titoli di Stato
prevede:
(i) il concorso
alla formazione della base imponibile, soggetta alle imposte sui redditi (e,
laddove dovuta, all’imposta regionale sulle attività produttive) per gli
interessi percepiti nell’esercizio di imprese commerciali; e
(ii) una imposta sostitutiva del 12,5%, applicata a titolo
definitivo sugli interessi percepiti al di fuori di un’impresa commerciale.
In altre parole, per tutti i contribuenti residenti, diversi
dalle persone fisiche, che percepiscono interessi su Titoli di Stato
nell’esercizio di un’attività commerciale (questo è tipicamente
il caso degli interessi percepiti da società di capitali residenti in
Italia, da società in accomandita semplice e in nome collettivo
residenti in Italia, da stabili organizzazioni in Italia di società
residenti all’estero)
gli interessi non sono
soggetti ad alcuna ritenuta o prelievo sostitutivo e concorrono, unitamente a
tutti gli altri elementi negativi e positivi di reddito, alla formazione del
reddito imponibile complessivo.
Per tutti gli altri soggetti residenti, il prelievo fiscale
avviene mediante applicazione di una imposta
sostitutiva da parte degli intermediari finanziari, all’aliquota fissa del
12,5%. L’applicazione di tale imposta sostitutiva esaurisce integralmente gli
obblighi fiscali del contribuente ad essa soggetto, con l’unica eccezione degli
interessi ed altri proventi percepiti da persone fisiche nell’esercizio di
impresa. In tale ultimo caso, infatti, i proventi sono inclusi nel reddito
d’impresa e l’imposta sostitutiva è scomputata dalle imposte sui redditi
dovute sullo stesso.
[….]
Contribuenti residenti cui si
applica l’imposta sostitutiva
I contribuenti residenti in Italia cui si applica l’imposta
sostitutiva sono i seguenti:
(a) le persone
fisiche;
(b) le
società semplici e le associazioni professionali;
(c) gli enti non
commerciali;
(d) i soggetti
esenti dall’imposta sui redditi delle persone giuridiche.
[…]
Regime speciale per gli organismi
di investimento collettivo in valori mobiliari residenti in Italia e per le
gestioni patrimoniali individuali.
Gli interessi (nonché le plusvalenze e minusvalenze) maturati
in capo agli organismi di investimento collettivo in valori mobiliari residenti
in Italia (d’ora in poi OICVM) non sono soggetti all’imposta sostitutiva di cui
sopra. Per tali soggetti, infatti, l’imposta con l’aliquota del 12,5% o, in
certe circostanze, del 5% è calcolata sul risultato di gestione maturato
in ciascun anno. Il risultato di gestione si calcola sottraendo dal valore del
patrimonio netto alla fine dell’anno, aumentato dei rimborsi e dei proventi
distribuiti, il valore del patrimonio netto all’inizio dell’anno, aumentato
dalle sottoscrizioni.
Fondi Immobiliari
Gli interessi (nonché le plusvalenze e minusvalenze) maturati
in capo a fondi immobiliari italiani non sono soggetti ad imposta sostitutiva.
I fondi non sono soggetti alle imposte sui redditi né all’imposta regionale
sulle attività produttive.
I proventi distribuiti dal fondo immobiliare sono soggetti a
ritenuta del 12,5%. La ritenuta è applicata a titolo d’acconto sui proventi
percepiti nell’esercizio di un’attività commerciale da contribuenti
residenti ed è a titolo d’imposta in tutti gli altri casi.
La ritenuta non trova, invece, applicazione ai proventi
corrisposti a soggetti residenti in Paesi che consentono un adeguato scambio di
informazioni (c.d. “white list”,
approvata con D.M. 4 settembre 1996 e successive modificazioni).
Fondi pensione
Gli interessi (nonché le plusvalenze e minusvalenze) maturati
in capo a fondi pensione non sono soggetti ad imposta sostitutiva, ma sono
inclusi nel risultato di gestione del fondo assoggettato ad imposta sostitutiva
con aliquota dell’11 %.
Regime speciale per i soggetti
non residenti
Gli interessi sui Titoli di Stato emessi in Italia non sono
soggetti ad alcuna imposta, se percepiti da soggetti residenti in Paesi che
consentono un adeguato scambio di informazioni (c.d. “white
list”, approvata con D.M. 4 settembre 1996 e
successive modificazioni).
White List
[ I titolari di nostri
Titoli di Stato residenti in questi paesi
non sono soggetti alla
tassazione degli interessi percepiti.]
Albania |
Danimarca |
Kazakistan |
Repubblica Ceca |
Ucraina |
Algeria |
Ecuador |
Kirghistan |
Repubblica Slovacca |
Ungheria |
Argentina |
Egitto |
Kuwait |
Romania |
Uzbekistan |
Armenia |
Emirati Arabi Uniti |
Lituania |
Singapore |
Venezuela |
Australia |
Estonia |
Lussemburgo |
Slovenia |
Vietnam |
Austria |
Federazione Russa |
Macedonia |
Spagna |
Zambia |
Azerbajan |
Filippine |
Malta |
Sri Lanka |
|
Bangladesh |
Finlandia |
Marocco |
Stati Uniti |
|
Belgio |
Francia |
Mauritius |
Sud Africa |
|
Bielorussia |
Georgia |
Messico |
Svezia |
|
Brasile |
Germania |
Norvegia |
Tadzhikistan |
|
Bulgaria |
Grecia |
Nuova Zelanda |
Tanzania |
|
Canada |
India |
Paesi Bassi |
Thailandia |
|
Cina |
Indonesia |
Pakistan |
Trinidad e Tobago |
|
Corea del Sud |
Irlanda |
Polonia |
Tunisia |
|
Costa d'Avorio |
Israele |
Portogallo |
Turchia |
|
Croazia |
Yugoslavia |
Regno Unito |
Turkmenistan |
|
Qualora i presupposti della suddetta esenzione non
sussistano, i contribuenti residenti all’estero sono assoggettati all’imposta
sostitutiva del 12,5%, salvo che gli interessi siano percepiti da una stabile organizzazione in Italia. In quest’ultimo caso, infatti gli interessi maturati concorrono alla formazione
del reddito d’impresa.
Inoltre, non sono soggetti ad imposta gli interessi percepiti
da:
- enti ed altri organismi internazionali costituiti in base
ad accordi internazionali resi esecutivi in Italia;
- investitori istituzionali esteri, anche se privi di
soggettività tributaria, costituiti in Paesi che consentono lo scambio
di informazioni;
- Banche Centrali od organismi che gestiscono anche le riserve
ufficiali dello Stato.