HOME PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro Novelli Il PuntO Documento
inserito il 9-6-2007 |
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Il PuntO n° 111 Domandine. La prima: da quando gli elettori
non possono esprimere preferenze nelle elezioni politiche
nazionali? Di Mauro Novelli 9-6-2007 Molti di coloro che
rispondono al quesito diranno che è stata la legge elettorale
dell’Ultimo governo Berlusconi (il “suillum” di Calderoli & Co) a
togliere agli elettori la facoltà di esprimere preferenze e a lasciar
mano libera ai “primi inter primos” delle varie componenti della corporazione
. In effetti, i cittadini
chiamati alle urne, non hanno la possibilità di indicare nomi fin
dalle elezioni del 27 marzo 1994. Anche il recupero proporzionale del
Mattarellum appena introdotto prevedeva un “listino preconfezionato”. Insomma, dopo Mani pulite, la corporazione
ha reagito su vari fronti, compreso quello delle norme elettorali, per recuperare gli strumenti di potere che
l’azione della magistratura aveva loro tolto di mano. Ma il messaggio dello
scippo a danno degli elettori orbati di preferenze è passato solo nel
2006. Teniamo in memoria la
data del 1994. Seconda domanda: dal
1974 ad oggi si sono svolti 57
referendum popolari. Da un certo anno in poi, il numero dei cittadini
recatisi alle urne per esprimersi sui quesiti abrogativi, non ha più
raggiunto il quorum del 50 per cento più uno. Qual è l’anno in
questione? Gli ultimi referendum
validi si sono svolti nel giugno 1995. Dal 1974 al 1995 dei 39 referendum proposti
solo tre non raggiunsero il quorum: quelli svolti nel 1990 (marcati in rosso
nell’elenco sottostante) sulla disciplina della caccia, dell’accesso dei
cacciatori nei fondi privati, dell’uso dei pesticidi. Riportiamo l’elenco per
mettere in evidenza le materie oggetto dei quesiti. Come si vede, fino al
1995, sebbene con numero di votanti in calo e con le tre eccezioni
richiamate, la maggioranza dei cittadini si recò alle urne. Da allora in poi, tutti i
18 referendum celebrati dal 1997 al 2005 (l’ultimo, sulla fecondazione
assistita) sono risultati invalidi. Dal 2003, i partecipanti al voto superano
a mala pena il 25 per cento del corpo elettorale. Ecco l’elenco: Possiamo dire che il 1996
fu l’anno di svolta per quanto riguarda la volontà/capacità di
mobilitazione dei cittadini. Da quell’anno, la
corporazione ha deciso di avere man salva nella gestione del potere. Le pericolose tangenti,
un tempo “nere”, furono fatte emergere: si son fatte leggi, norme e imposto
procedure di comodo; costituiti nuovi enti (anche locali), replicati e
moltiplicati quelli già esistenti (si veda l’elenco e le
caratteristiche delle comunità montane); impostata la costituzione di
aziende partecipate da capitale pubblico; rivisti meccanismi dei rimborsi
elettorali, del finanziamento dei partiti (anche la corporazione vaticana ne
ha beneficiato con l’8 per mille), delle provvidenze alla stampa di partito.
Furono castrate le organizzazioni dei partiti di massa: le sezioni del Pds –
ad esempio - sono state rese simili a
polverosi uffici comunali, inutili e frequentate dagli irriducibili ed
attempati fans .... I vantaggi annessi alla
gestione del potere sono troppo interessanti per essere lasciati a “gente
estranea alla corporazione”, a persone intelligenti, colte o corrette le
quali non capirebbero l’esigenza di perpetuare se stessi attraverso la
cooptazione di personaggi semplicemente fidati, meglio se poco dotati
intellettualmente. Al massimo si può permettere a corporazioni
scherane di partecipare al banchetto degli avanzi. Finiamola qui. Il cruccio mi deriva
dalla considerazione che la colpa di tanto degrado è tutta nostra. Forse è il caso di
ricostituire luoghi di accumulazione per l’impegno civico… |