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Il PuntO  Documento inserito il 6-5-2008


 

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Il PuntO di Mauro Novelli

DOSSIER “I costi della casta”

 

Il PuntO n° 129

 

Saccheggi chi può ! L’importanza di non essere coglioni.

 

Di Mauro Novelli 6-4-2008

 

1) Ricordate la soluzione indicata , alcuni anni fa, dal presidente Berlusconi alla Fiat in difficoltà?

Il presidente del consiglio suggerì di abbandonare il declinante marchio Fiat per passare a quello (ancora in auge) di Ferrari. L’imprenditore intuì che sostituire il logo sulle vetture della casa torinese avrebbe risolto i problemi di calo delle vendite e d’immagine.

 

2) La giustizia ? Deve tornare ad essere un semplice “ordine”, soggetto agli umori del Ministro, altro che “potere”, come sosteneva Montesquieu. Nel frattempo è legittimo fare leggi “aiutino” (privilegia irroganto), condonare, amnistiare, giustificare la reazione della casta saccheggiante col sostenere di non essere soggetta al giudice visto che deriva il suo potere dall’espressione del voto popolare. (Si veda la lezione alla Forleo del 1° aprile)

 

3) La scuola? Ma si, tutti promossi, vendiamo esami tesi di laurea, lauree. (Si veda il caso di Bari sulla Stampa del 3 aprile  e l’intervista al Rettore Petrocelli sullo stesso quotidiano del 5). 

 

3) Monnezza in Campania. Da almeno 15 anni, la casta fa affari di risulta rispetto a quelli che permette di fare alla criminalità organizzata. Ci rimette tutto il paese? E a nuie…?

 

4) Si dice che lo “scudo crociato” simbolo della vecchia Democrazia cristiana valga un milione di voti (stavolta non dei coglioni). I furbetti di turno bene hanno fatto a pretenderne la presenza, anche in concorrenza con loghi simili di altri furbetti, forse più scaltri.

 

5) In merito al recente “problema” del Brunello di Montalcino, ho ascoltato (Radio 24 – Focus economia di Barisoni, di venerdì 4 aprile se non ricordo male) un commovente intervento di un enologo. Sosteneva il signore che aver usato uve di vitigni diversi da quelli indicati dalla legge per potersi fregiare della denominazione di Brunello, aveva addirittura migliorato il prodotto. Non c’era quindi ragione di gridare allo scandalo, come aveva fatti l’Espresso “tirando fuori” la magagna.

 

6) Vicenda Alitalia. Per decenni la classe politica ha approfittato della possibilità di rimpinzare di clienti alcune grandi aziende di stato (Ferrovie, Poste, Alitalia ecc.). per decenni i sindacati si sono affiancati (si veda la cronistoria di Ichino Sul Riformista del 31 marzo). Saranno o no giustificati i tentativi di mantenere a disposizione una greppia tanto generosa? Anche la Lega accampa motivi di “bandiera”!

 

7) Attorno a Malpensa si sono voluti mantenere svariati areoporticcioli, tanto paga Pantalone. Ma Fossa, gestore della prima ora dello scalo, non è stato presidente anche di Confindustria? E perché si continuano a chiedere soldi pubblici per mantenere una entità che non riesce a produrre senza flebo?

 

8) Esaurite le scorte dei “sogni” una parte della casta ciancia di brogli, di schede equivoche, di legge elettorale pericolosa, di brogli. Ponendo l’immagine del nostro paese ai migliori livelli raggiunti recentemente dal Kenia e dallo Zimbabwe.

 

9) Le concezioni liberali – sebbene sbandierate – sono d’impaccio. Si manda avanti il buon Tremonti a blaterare sui vantaggi di dazi mirati…

 

10) I divorziati sono scomunicati, ma la Curia si appoggia alla loro spalla per portare avanti la sua politica di salvazione delle smarrite pecorelle italiche.

 

11) Si vogliono rivedere i libri di storia per permettere agli eroi di oggi (Mangano, secondo Dell’Utri) di sostituirsi alla Resistenza. (11-4-2008)

 

Questi atteggiamenti hanno una sorgente comune sgorgata nel momento in cui è passato il principio del saccheggio come azione meritoria di chi lo compie e come condanna di coloro che sopportano senza reagire; i più svegli dei quali  – al contrario – cercano  di allearsi con i saccheggiatori, di capitali, di giustizia, di immagine internazionale del paese, di principi sani e condivisi. Nel momento cioè in cui è passato il messaggio che il saccheggio è il riscatto di chi cerca di non essere più coglione.

Non la seria, produttiva ed utile concorrenza. Quella tra imprese, tra esercizi commerciali, … per carità non introduciamola. Meglio quella tra la parte saccheggiante e quella saccheggiata. Anche se oggi, al primo serio esame internazionale il “sistema paese” mostra tutte le sue avvilenti debolezze. Meglio mantenere mezzo milione di italiani “saccheggianti” contro il resto della plebe.  

Rispettare la legge, i protocolli, gli impegni ? Tipico di miserabili giustizialisti! Non parliamo di principi, di etica…

Soprattutto emerge esplicito (anche in questa campagna elettorale) il giudizio della casta sulla plebe e un auspicio dei saccheggianti con basso q.i.: speriamo che la plebe resti cogliona!

Nel frattempo si dà fondo a quel po’ di patrimonio che ancora ci resta.

Non rimane che puntare fortemente sulle istituzioni europee.