HOME    PRIVILEGIA NE IRROGANTO    di Mauro Novelli     www.mauronovelli.it  

Il PuntO  Documento inserito l’11-3-2008


 

Documenti correlati

 

 

 

Il PuntO  125

 

Petrolio, speculazioni, fondi sovrani.

Se voi foste….

 

 

Di Mauro Novelli  11-3-2008

 

Se voi foste a capo di uno stato forte produttore di petrolio…..

Se faceste parte dell’Opec, quindi se poteste influire su produzione e prezzo del greggio….

Se aveste a disposizione un fondo sovrano…..

 

Domanda: vincereste o perdereste in una scommessa (future) sul prezzo del petrolio?

 

Modificando la domanda: se il vostro fondo sovrano ha scommesso (future) su un aumento del prezzo del barile, la vostra politica in seno all’Opec spingerebbe per creare le condizioni di una carenza di offerta o no?

 

Rimodificando la domanda: se l’Opec sta pensando di aumentare la produzione per abbassare il prezzo del petrolio, il vostro fondo vincerà o perderà se dovesse scommettere (future) per una riduzione del prezzo del greggio?

 

Secondo me, gran parte della speculazione sul prezzo del greggio passa attraverso la gestione dei fondi sovrani ed i loro investimenti nei futures sul petrolio.

Infatti, i fondi di investimento controllati direttamente dai governi di alcuni paesi, vengono utilizzati per investire in strumenti finanziari  sia i surplus fiscali che le riserve di valuta estera. Non a caso sono nati soprattutto nei paesi forti esportatori di petrolio: Emirati Arabi Uniti, Qatar, Norvegia, ma anche Singapore, Abu Dhabi, Dubai, Kuwait; ma anche libici, russi e algerini.

E’ abbastanza facile per i paesi appartenenti all’Opec e titolari di fondi sovrani conoscere in anticipo la politica del cartello dei produttori di greggio (visto che loro stessi contribuiscono a definirla) e “scommettere” con i futures sull’andamento del prezzo del petrolio. Del resto non è detto che un fondo sovrano abbia come obbiettivo primario quello di massimizzare gli utili. Potrebbe infatti perseguire obbiettivi di geopolitica mondiale, non sempre trasparenti.

Non è certamente un caso che il Cile si sia dotato di  un fondo sovrano che punta sul rame e che il Botswana ne abbia uno che basa la sua politica  sui diamanti.  

Da noi (notoriamente provinciali) se ne discute poco, anche per non dispiacere agli americani, ma il problema è fortemente sentito in Germania, dove è notevole la preoccupazione per le “esigenze” di libertà totale del capitale finanziario del pianeta preteso dagli anglosassoni. Nel corso del semestre di presidenza tedesca (2007), infatti, Angela Merkel ha sollevato pesantemente la questione dei fondi sovrani. Ha cercato di far adottare all’Europa misure almeno di regolamentazione della materia: tentativo fallito per l’opposizione di britannici e della sua capacità di coinvolgimento dei paesi recentemente accolti nell’Unione. Di recente, sempre la Merkel è tornata sul problema ricordando che «il capitalismo finanziario deve avere un maggior senso etico». Senza l’imposizione di un minimo di “reciprocità”, l’assenza di regole dei mercati in Europa potrebbe, infatti, divenire terra di conquista per paesi meno aperti.

Del resto, anche se formalmente si lamentano, agli USA sta bene che da oltre dieci anni la Cina tenga svalutato rispetto al dollaro il renminbi, accumuli impressionanti riserve valutarie e le reinvesta in bond USA, consentendo agli Usa di continuare a consumare senza dover svalutare il dollaro. Oggi la Cina è la più forte detentrice di titoli di stato americani.

 

Morale. I potentati finanziari di questo pianeta sono riusciti a porre la finanza internazionale al di là e al di sopra di ogni controllo.

Allora, chi la fa l’aspetti !