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Il PuntO  Documento inserito il 10-2-2008


 

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Il PuntO n° 124

 

Casini, Ruini ed il lavoro sporco.

 

Di Mauro Novelli (10-2-2008)

 

 

 

 

Della miserevole vicenda Casini – Ruini lo sconcerto maggiore mi deriva dalla violenta decadenza, anche d’immagine, del secondo.

Certamente Ruini è stato indicato quale referente curiale per i Berluscones, quelli che contano. [Ricordate l’intevento fatto leggere dal povero Benedetto sui mali di Roma?] Ho come obbiettivo quello di recuperare gli atteggiamenti che Pio XII aveva nei confronti della politica politicante italiana di fine anni quaranta: la chiesa non poteva non stare a destra e chi alla chiesa si “rifaceva” non poteva limitarsi a guardare al centro. Fino alla rottura di De Gasperi; ma qualche lustro dopo, anche Fanfani mal sopportò le ingerenze grossolane della Curia: si lamentava di un nuovo pervasivo temporalismo vaticano.

Ruini ha le stesse concezioni di Pio XII. Meraviglia solo che i suoi referenti (quelli che contano) siano tutti scomunicati (Casini, Berlusconi, Fini) avendo violato uno o più sacramenti. Ma siamo uomini di mondo.

E meraviglia ancor di più che uno scomunicato abbia in rubrica i numeri di telefono di un importante principe della chiesa, tanto da poterlo chiamare per lamentarsi di suoi colleghi di scomunica che lo escludono dai giochi.

Per Casini – come attore - la manovra mediatica ha l’obbiettivo di rendere palese il suo ruolo di (preteso) unico punto di accumulazione delle attenzioni curiali e dei conseguenti (presunti) voti cattolici. Per Ruini – come convenuto - la stessa manovra dimostra la bassa qualità del sacro che pretende - o forse non pretende più - di gestire. Come non sorridere ascoltando gli interventi di Ruini sulla vita, sulla famiglia, sulla bioetica? Che cosa pensare dei fedeli che assistono ad una sua messa e su suo invito si battono il petto?

 

PS. Il lavoro sporco richiamato nel titolo è quello che Ruini fa compiere al povero Benedetto.