HOME PRIVILEGIA NE IRROGANTO Il PuntO Documento inserito il 14-1-2008 |
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Il PuntO n° 114 (aggiornamento del 14-1-08) Intorno ai Titoli di Stato. Interessi pagati. Detentori. Impatto dell’aumento della tassazione al 20 per cento: meno di 0,5 miliardi di euro in più per l’Erario. Di AGGIORNAMENTO DEL 14 GENNAIO 2008 1) IL PROBLEMA DEGLI INTERESSI SUI NOSTRI
TITOLI DI STATO: OLTRE LA METÀ EMIGRA. Le uscite per il pagamento di interessi sui Titoli di Stato sono andate declinando
dal 1997 al Ma l’inversione della tendenza ha imposto
una maggiore uscita per interessi nel 2006 (67,552 miliardi di euro). Per il 2007, l’Istat,
prevede addirittura una uscita di quasi 74 miliardi.
Ecco l’andamento: Debito pubblico. Interessi riconosciuti In miliardi di euro
Per quanto attiene la qualificazione dei
detentori dei nostri Titoli di Stato, l’andamento (dal 1991 al marzo 2007)
è il
seguente: Detentori di Titoli di Stato italiani. Anni 1991-1998-2005-2006-1°trim. 2007. Valori
percentuali. Fonte Supplementi al Boll.no statistico
Bankitalia (Ultimo: n° 73 del 11-12-2007)
Quindi, a luglio 2007, oltre la metà dei nostri titoli
di stato (il 51,80 per cento) erano in mano a investitori esteri. Ne consegue
che, nel 2006, 35,6 miliardi di euro del monte
interessi, su un totale di 67,552 miliardi, è emigrato oltre
frontiera. Sono restati in casa solo 32 miliardi. Lo stesso andamento si riproporrà
per il 2007. Si nota comunque
un rinnovato interesse dei nostri risparmiatori, da imputare ai bagni cui
sono andati incontro coloro che, consigliati dagli addetti ai lavori
nostrani, abbandonarono i tranquilli Titoli di Stato (“..venda i suoi BTP che
non rendono più..) per acquistare bond
miracolosi (Argentina, Parmalat, Cirio, Giacomelli, Finmek, Finmatica ecc.) col risultato di sostituirsi alle banche
come creditori di paesi e di aziende in avanzato stato di decomposizione,
nascosto da un interessato e pesante make up
bancario per renderne presentabile l’aspetto e scaricare la titolarità
di un credito ormai inesigibile ai privati cittadini loro clienti. Tali bagni hanno causato una drastica decadenza di “reputazione” delle banche agli
occhi della clientela: non si accettano più “consigli”, si investe
meno in capitale di rischio, ed anche i bond non
sono più così richiesti. Circa la “reputazione”, capitale
indispensabile per una banca, ricordo che Draghi, nel suo intervento
all’assemblea annuale dell’ABI di qualche mese fa, ha usato quel termine per
quattro volte. 2) Effetti dell’aumento della TASSAZIONE sulle rendite finanziarie.
L’impatto sugli interessi. L’aumento della tassazione delle rendite
finanziarie, dal 12,5 al 20 per cento, incide anche sulla ritenuta applicata
agli interessi pagati ai detentori dei Titoli di Stato. In soldoni: 1) I detentori privati residenti hanno (ad
oggi) una imposizione del 12,50 % 2) I detentori non persone fisiche, che
percepiscono interessi su Titoli di Stato nell’esercizio di
un’attività commerciale, non sono soggetti ad alcuna ritenuta
per gli interessi percepiti. 3) I detentori non residenti in Italia, ma residenti nei Paesi indicati nella White List (vedi oltre), non sono soggetti ad alcuna
ritenuta per gli interessi percepiti. Vediamo con precisione come sono tassati tali rendimenti. Dall’Agenzia delle
Entrate: IL REGIME FISCALE DEGLI INTERESSI E
DEGLI ALTRI REDDITI DERIVANTI DAI TITOLI DI STATO “DOMESTICI” [….] Fonti normative Il principale testo
normativo che disciplina il regime fiscale degli interessi sui Titoli di
Stato è il decreto legislativo 1° aprile 1996 n. 239 (d.lgs. 239/96), che è stato oggetto di modifiche e
integrazioni successive. In particolare,
l’originario testo legislativo è stato modificato con il decreto-legge
20 giugno 1996 n. 323, convertito con modificazioni nella legge 8 agosto
1996, n. 425; con il decreto legislativo 21 novembre 1997, n. 461; con il
decreto legislativo 16 giugno 1998 n. 20; con il decreto legislativo 21
luglio 1999 n. 259; con il decreto legislativo 23 dicembre 1999 n. 505; con
il decreto-legge 25 settembre 2001, n. 350, convertito con modificazioni
nella legge 23 novembre 2001, n. 409; con il decreto-legge 22 febbraio 2002,
n. 12, convertito nella legge 23 aprile 2002, n. 73; infine, con il
decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, nella
legge 24 novembre 2003, n. 326. Ambito di applicazione Le disposizioni richiamate nel paragrafo
precedente e descritte nei paragrafi che seguono si applicano a tutti i tipi
di Titoli di Stato (BOT, CTZ, CCT e BTP), indipendentemente dalla data di emissione e dalla scadenza. Sintesi del regime fiscale L’attuale regime fiscale degli interessi sui
Titoli di Stato prevede: (i) il concorso alla
formazione della base imponibile, soggetta alle imposte sui redditi (e,
laddove dovuta, all’imposta regionale sulle attività produttive) per
gli interessi percepiti nell’esercizio di imprese commerciali; e (ii) una imposta sostitutiva
del 12,5%, applicata a titolo definitivo sugli interessi percepiti al di
fuori di un’impresa commerciale. In altre parole, per tutti i contribuenti
residenti, diversi dalle persone fisiche, che percepiscono interessi su
Titoli di Stato nell’esercizio di un’attività commerciale (questo
è tipicamente il caso degli interessi percepiti da società di
capitali residenti in Italia, da società in accomandita semplice e in
nome collettivo residenti in Italia, da stabili organizzazioni in Italia di
società residenti all’estero) gli
interessi non sono soggetti ad alcuna ritenuta o prelievo sostitutivo e
concorrono, unitamente a tutti gli altri elementi negativi e positivi di
reddito, alla formazione del reddito imponibile complessivo. Per tutti gli altri soggetti residenti, il
prelievo fiscale avviene mediante applicazione di una imposta
sostitutiva da parte degli intermediari finanziari, all’aliquota fissa del
12,5%. L’applicazione di tale imposta sostitutiva esaurisce integralmente gli
obblighi fiscali del contribuente ad essa soggetto,
con l’unica eccezione degli interessi ed altri proventi percepiti da persone
fisiche nell’esercizio di impresa. In tale ultimo caso, infatti, i proventi
sono inclusi nel reddito d’impresa e l’imposta sostitutiva è
scomputata dalle imposte sui redditi dovute sullo
stesso. [….] Contribuenti residenti cui si applica l’imposta
sostitutiva I contribuenti residenti in Italia cui si applica
l’imposta sostitutiva sono i seguenti: (a) le persone fisiche; (b) le società
semplici e le associazioni professionali; (c) gli enti non
commerciali; (d) i soggetti esenti
dall’imposta sui redditi delle persone giuridiche. […] Regime speciale per gli organismi di
investimento collettivo in valori mobiliari residenti in Italia e per
le gestioni patrimoniali individuali. Gli interessi (nonché le
plusvalenze e minusvalenze) maturati in capo agli
organismi di investimento collettivo in valori mobiliari residenti in Italia
(d’ora in poi OICVM) non sono soggetti all’imposta sostitutiva di cui sopra.
Per tali soggetti, infatti, l’imposta con l’aliquota del 12,5% o, in certe
circostanze, del 5% è calcolata sul risultato di gestione maturato in
ciascun anno. Il risultato di gestione si calcola sottraendo dal valore del
patrimonio netto alla fine dell’anno, aumentato dei rimborsi e dei proventi
distribuiti, il valore del patrimonio netto all’inizio dell’anno, aumentato
dalle sottoscrizioni. Fondi Immobiliari Gli interessi (nonché le
plusvalenze e minusvalenze) maturati in capo a
fondi immobiliari italiani non sono soggetti ad imposta sostitutiva. I fondi
non sono soggetti alle imposte sui redditi né all’imposta
regionale sulle attività produttive. I proventi distribuiti dal fondo immobiliare sono
soggetti a ritenuta del 12,5%. La ritenuta è applicata a titolo
d’acconto sui proventi percepiti nell’esercizio di un’attività
commerciale da contribuenti residenti ed è a titolo d’imposta in tutti
gli altri casi. La ritenuta non trova, invece, applicazione ai
proventi corrisposti a soggetti residenti in Paesi che consentono un adeguato
scambio di informazioni (c.d. “white
list”, approvata con D.M. 4 settembre 1996 e successive modificazioni). Fondi pensione Gli interessi (nonché le
plusvalenze e minusvalenze) maturati in capo a
fondi pensione non sono soggetti ad imposta sostitutiva, ma sono inclusi nel
risultato di gestione del fondo assoggettato ad imposta sostitutiva con
aliquota dell’11 %. Regime speciale per i soggetti non residenti Gli interessi sui Titoli di Stato emessi in Italia
non sono soggetti ad alcuna imposta, se percepiti da
soggetti residenti in Paesi che consentono un adeguato scambio di
informazioni (c.d. “white list”, approvata con D.M.
4 settembre 1996 e successive modificazioni). White List [ I titolari di nostri
Titoli di Stato residenti in questi paesi non sono soggetti alla tassazione
degli interessi percepiti.]
Qualora i presupposti della suddetta esenzione non
sussistano, i contribuenti residenti all’estero sono assoggettati all’imposta
sostitutiva del 12,5%, salvo che gli interessi siano percepiti da una stabile
organizzazione in Italia. In quest’ultimo caso, infatti gli interessi maturati concorrono alla formazione
del reddito d’impresa. Inoltre, non sono soggetti ad imposta gli interessi percepiti da: - enti ed altri organismi internazionali costituiti in base ad accordi internazionali resi esecutivi in Italia; - investitori istituzionali esteri, anche se privi di
soggettività tributaria, costituiti in Paesi che consentono lo scambio
di informazioni; - Banche Centrali od organismi che gestiscono
anche le riserve ufficiali dello Stato. Pertanto, sono colpiti dalla variazione dell’imposta sostitutiva solo i
detentori privati residenti. Infatti, le società pagheranno – come in
precedenza - in
funzione del reddito imponibile (alla formazione del quale gli interessi sui
titoli contribuiscono), mentre i detentori esteri sono esenti. Possiamo simulare gli effetti della variazione preannunciata
dell’imposta sugli interessi applicata ai detentori domestici col seguente
calcolo prendendo a base i dati del luglio 2007: VALUTAZIONI SU DATI
DI LUGLIO 2007 Titoli di Stato in essere: 1.347.951 miliardi di euro Tasso medio lordo di rendimento 4,14 % (Fonte
Tesoro) Monte interessi sui Titoli di Stato= 55,805
miliardi di euro. Incidenza sulle famiglie Titoli di Stato detenuti dalle Famiglie italiane al 30 giugno 2007:
176,008 miliardi di euro (BOT=24,681; CCT=25,107; BTP= 126,220), pari al 13,06 per cento del totale. (Fonte Suppl. Conti Finanziari n° 64 del 2007) Interessi di pertinenza delle famiglie (13,06%)= 7,288 miliardi di euro Tassa del 12,5%= 0,911 miliardi di euro Tassa del 20%= 1,458 miliardi di euro Maggiore imposta= 0,547 miliardi di euro In conclusione, il passaggio dell’imposta dal 12,5 per cento al 20 per
cento, darebbe luogo a 547 milioni di euro a carico
delle famiglie di maggiore uscita sostenuta dai detentori di
titoli di Stato residenti in Italia. Lo
studio si è limitato a considerare la sola rendita da Titoli di Stato,
ma l’analisi dell’impatto andrebbe riproposta per
ogni forma di capital gain. |