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La PignattA n° 65 Banche: campati in aria i problemi di raccolta. Di Mauro Novelli 25-2-2012 1) Raccolta bancaria.Le banche lamentano una difficoltà nell’accedere alle classiche fonti di raccolta (funding). A giustificazione fanno sapere che i depositi privati sono diminuiti di circa 39 miliardi di euro. Fatti conti, nel 2011 la raccolta complessiva del sistema bancario è aumentata di oltre 70 miliardi di euro (+ 3,15 per cento sul 2010). E’ vero che la componente privata è diminuita di oltre 39 miliardi, ma altre componenti sono notevolmente aumentate, anche a fronte di politiche industriali miranti a imporre alla clientela le obbligazioni bancarie. Infatti, la consistenza delle obbligazioni ha superato i 910 miliardi, con un aumento del 12,8 per cento rispetto al 2010, mentre i depositi interbancari sono aumentati di oltre 185 miliardi di euro (+ 45,9 per cento), passati a 588 miliardi dai 403 del 2010. Per tacer dei prestiti BCE. Raccolta e impieghi (interni, area Euro,
resto del mondo) delle Istituzioni monetarie e finanziarie Supplementi al Bollettino Statistico Bankitalia Moneta e banche N° 8 dell’8-2-2012 (pagg. 25-29) Nostre elaborazioni
2) Liquidità da BCESono ormai note le immissioni di liquidità –
senza limitazioni alle richieste – operate dalla BCE. Dei 480 miliardi
di euro forniti da Francoforte, oltre 100 sono stati richiesti da banche
italiane. Tali fondi sono stati utilizzati o per effettuare
depositi presso la, Banca centrale europea, per riacquistare proprie
obbligazioni in scadenza, per comprare titoli di stato. Si prevede una seconda operazione di rifornimento da
parte di BCE. Ma tali immissioni sembrano far ristagnare la
liquidità all’interno del sistema bancario: non sono stati
avvertiti giovamenti per il settore produttivo. 3) Prestiti interbancari. Euribor.[1]Dal 2006 al 2008, l’Euribor
si impennò. Si giustificava quell’andamento con valutazioni del
tipo: “Le banche hanno perso reciprocamente
fiducia. Per questo il tasso interbancario richiesto è
alto”. Dal 2009, il tasso precipitò e, dopo la moderata
crescita del 2011, oggi torna nettamente a scendere. Ecco il grafico dell’andamento storico (dal 1999) dell’Euribor.
Nonostante tale andamento sia opposto a quello del
2006-2008, l’analisi “finanziaria” del momento è la
stessa: “Le banche hanno perso reciprocamente fiducia. In particolare
le banche italiane hanno
difficoltà ad accedere al mercato interbancario europeo”. Seguono i grafici relativi all’andamento
dell’euribor dal marzo 2011 ad oggi. E’
notevole il calo del tasso eurointerbancario da
inizio d’anno ad oggi. In meno di 60 giorni, l’euribor a 1 mese si è praticamente dimezzato. Il controsenso è evidente: delle 44 banche
monitorate per la fissazione giornaliera dell’euribor,
quattro sono italiane: Banca Intesa, Monte dei Paschi, Unicredit e la new
entry UBI Banca. Poiché le banche devono fornire il livello di tasso
al quale, a metà mattinata, possono stipulare - in quel momento - scambi in euro nel mercato monetario
interbancario, è evidente il leggero maggior costo per le banche
italiane. Ma uno o due centesimi in più non possono essere tali da giustificare
la conclusione che “alle banche italiane è precluso il mercato
interbancario europeo”. Ecco il livello dell’euribor
definito il 24 febbraio 2012 e i dati forniti (alle 10.45) dalle quattro
banche nostrane per il livello di tasso a cui hanno potuto stipulare
contratti lo stesso giorno. Euribor del 24-2-2012 e componente delle 4 banche
italiane
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[1]
Come viene
definito l’Euribor
Ogni
istituto bancario facente
parte del panel (di 44 banche) deve
comunicare entro le 10,45 CET a Thomson Reuters i tassi di interesse che
può stipulare in quel momento per i prestiti in euro nel mercato
monetario interbancario. Una volta che Thomson Reuters ha raccolto i tassi di
tutte le banche del panel, vengono eliminati i valori del 15% superiore e
inferiore.
La
media del 70% rimanente di "valori medi" corrisponde al tasso Euribor ufficiale.