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DOCUMENTO INSERITO IL 7-6-2012

 

 

 

La Pignatta n° 69

 

Banche. Ma da dove si evidenzia il problema della carenza di liquidità? Nonostante i nostri sforzi non siamo in grado di averne una prova documentale.

 

Di Mauro Novelli  7-6-2012

 

 

Secondo gli addetti ai lavori, è ormai accertata la carenza di liquidità delle banche di Eurolandia.  Anche di quelle italiane.

Andiamo sostenendo da tempo che la carenza di liquidità potrebbe intervenire a causa del vero problema incombente sui sistemi creditizi: la crisi di fiducia. La carenza di liquidità è quindi una conseguenza eventuale di un evento ancora non in atto.

 

Poco più di un mese fa, analizzando l’andamento dei depositi, proprio per indagare il fenomeno sbandierato, rilevavamo che, dopo una crescita continua dal 2006, raggiunto il picco di luglio 2011 con oltre 2.059 miliardi, i depositi bancari sono declinati, fino a dicembre, di circa 55 miliardi per poi ritornare a crescere. A febbraio 2012 si sono attestati attorno ai 2.035 miliardi di euro, contro i 1.330 del 2006:  + 53 per cento in cinque anni e due mesi.

I dati di Banca d’Italia non rilevavano dunque il problema di carenza di liquidità per le nostre banche.

 

Nella sua prima Relazione del Governatore, Ignazio Visco fornisce un principio di chiarimento delle discrepanze rilavate. Considera solo tre voci  che compongono la raccolta (all’ingrosso): provvista presso non residenti, interbancario estero, obbligazioni e calcola per queste voci un calo di provvista  di 100 miliardi. Riportiamo, dalle Considerazioni finali, il punto che ci interessa:

 

Per le banche del nostro e di altri paesi, la riduzione della raccolta all’ingrosso era di entità assai rilevante. Negli ultimi cinque mesi del 2011 la provvista netta delle banche italiane presso non residenti, sull’interbancario estero e in obbligazioni, diminuiva di oltre 100 miliardi. Tra gli operatori si diffondeva il timore che una flessione della raccolta e una possibile scarsità di garanzie stanziabili presso l’Eurosistema potessero avviare una crisi sistemica. Le tensioni erano aggravate dall’elevato ammontare di obbligazioni in scadenza sui mercati internazionali nel corso del 2012: quasi 450 miliardi per l’area dell’euro, 75 per le banche italiane. La politica monetaria unica rischiava di non essere più trasmessa in modo uniforme; la stabilità finanziaria era a rischio.

 

 

Abbiamo consultato un diverso Supplemento al Bollettino Statistico, quello denominato “Moneta e Banche”,  n° 22,  pubblicato il 9 maggio 2012.

Abbiamo considerato ancora i depositi bancari dalle tabelle relative alle passività di bilancio, sommando tre componenti relative ad essi:  depositi dei residenti, dei residenti in Eurolandia, dei residenti in altre parti del mondo; parallelamente abbiamo rilevato i dati relativi all’andamento delle obbligazioni. 

 

Riportiamo i risultati nella tabella che segue:

 

 

Depositi bancari e obbligazioni dal 2010 al 3-2012.

Fonte: pag. 25 del Suppl. Bankitalia “Moneta e banche” n° 22 9-5-12.

In miliardi di euro. Fine periodo

 

 

Depositi bancari *

Obbligazioni

Dic.     2010

2.265,129

807

Luglio  2011

2.270,910

847

Dic.     2011

2.366,681

914

Marzo 2012

2.416,607

960

 

(*)Somma dei depositi dei residenti, dei residenti in Eurolandia, dei residenti in altre parti del mondo.

 

 

Per quanto riguarda le obbligazioni bancarie, va fortemente rimarcato il dato relativo all’andamento di emissioni/rimborsi obbligazionari effettuati dagli istituti di credito a marzo 2012:

 

emissione di nuove obbligazioni bancarie:  67,659 miliardi di euro

rimborsi di obbligazioni in circolazione:      62,187 miliardi

emissioni nette:                                            5,215 miliardi.

 

 

Restiamo in attesa di vedere come i due prestiti di BCE alle banche di Eurolandia per complessivi 1.000 miliardi di euro (il secondo di fine febbraio)  verranno utilizzati.

Comunque, nel 2011, le emissioni nette sono state pari a 105,718 miliardi di euro (emesse per 312,248 miliardi; rimborsate per 205,342).  Fino a marzo 2012, quindi, le nostre banche hanno rimborsato loro prestiti in scadenza con nuove emissioni, collocate senza evidenti problemi. Per inciso dobbiamo ricordare che la Germania ha dovuto prestare garanzie di stato al suo sistema bancario per circa 480 miliardi di euro. In particolare l’iniziativa tedesca è valsa a scongiurare il probabile fallimento di Commerzbank.

 

Il dato riportato dal governatore Visco nella sua relazione, circa le difficoltà di funding sul versante delle collocazioni dei prestiti obbligazionari, sembra quindi o velocemente invecchiato o mai esistito.

 

Quanto ai tassi applicati, una recente pubblicazione di Bankitalia evidenza una lievitazione dei tassi di remunerazione dei depositi passati in un anno (5-2011/ 4-2012) da 0,86  a 1,22 per cento (+ 36 punti base). Ma questa maggiore spesa è comunque compensata dall’aumento dei tassi applicati alle imprese affidate (+ 44 punti base). 

Non può essere messo sul piatto della bilancia  il calo dei tassi applicati ai prestiti alle famiglie, perché quasi esclusivamente imputabile ai mutui a tasso variabile. Per questi, infatti,  le banche rimborsano a tasso calante i loro finanziatori internazionali.

 

 

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Evidentemente Draghi ha meno problemi di noi nel comprendere il problema. Tanto che ieri ha assicurato: "Liquidità illimitata alle banche per il 2012".

Proprio non ci arriviamo.