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La PignattA  Documento inserito 8-6-2008


 

 

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La Pignatta  37

 

L’Euribor. Che cos’è. Chi lo gestisce.

Quanto pesa sui mutui.

Mutui: sostituire l’Euribor ed il rimborso alla francese.

 

Di Mauro Novelli  8-6-2008

 

 

****Versione .doc con grafici****

 


INDICE

L’Euribor ed il Panel di 44 banche. 1

Il Codice di condotta. 1

Come il nuovo tasso fu tradotto nei sistemi bancari nazionali. 1

L’andamento dal 2002 ad oggi. Giugno 2008: oltre il 5 per cento 1

Conclusioni e suggerimenti 1

 


 

 

L’Euribor ed il panel di 44 banche.

 

A seguito  dell’introduzione nel 1999 della moneta unica (solo bancaria fino al gennaio 2002), le banche europee – riproponendo una consuetudine interbancaria seguita da tutti i pesi -  decisero di definire un unico tasso interbancario sui depositi: l’euribor.

L’Euribor (Euro Interbank Offered Rate) è il tasso di riferimento definito dalla Federazione bancaria europea (FBE), l’Abi europea, che rappresenta 4.500 banche di 24 membri oltre l’Islanda, la Norvegia e la Svizzera. E’ il tasso offerto sui depositi interbancari in euro da una primaria banca ad un’altra primaria banca. Ricavato dai dati forniti da un panel di banche, è reso noto alle 11.00 di ogni giorno.

 

Sono 44 le banche partecipanti al Panel. Tre sono le italiane (Intesa, Unicredito, Monte dei Paschi):

 

Austria (2)

Erste Bank der Österr.chen Sparkassen

RZB - Raiffeisen Zentralbank Österreich AG

 

Belgio (3)

Dexia Bank

Fortis Bank

KBC

Danimarca (1)

Den Danske Bank

 

 

Fillandia (1)

Nordea

 

 

 

Francia (7)

 

BNP - Paribas

Natexis Banques Populaires

IXIS CIB

HSBC France

Crédit Agricole s.a.

Crédit Industriel et Comm. CIC

Société Générale

 

 

 

 

Germania (10)

 

Bankgesellschaft Berlin

Bayerische Landesbank Girozentrale

Norddeutsche Landesbank Girozentrale

WestLB AG

Commerzbank

Landesbank Hessen - Thüringen Giroz.

Deutsche Bank

DZ Bank Deutsche Genossenschaftsbank

Landesbank Baden-Württemberg Giroz.

Dresdner Bank

 

 

Grecia (1)

National Bank of Greece

 

 

Irlanda (2)

AIB Group

Bank of Ireland

 

Italia (3)

Intesa SanPaolo

Unicredit

Monte dei Paschi di Siena

Lussemburgo (1)

Banque et Caisse d'Épargne de l'État

 

 

Olanda (3)

ABN Amro Bank

Rabobank

ING Bank

Portogallo (1)

Caixa Geral De Depósitos

 

 

Spagna (3)

Banco Bilbao Vizcaya Argnt.ria

Conf.acion Española de Cajas de Ahorros

Banco Santander Central Hispano

Svezia (1)

Svenska Handelsbanken

 

 

Regno Unito (1)

Barclays Capital

 

 

Banche internazionali (4)

Bank of Tokyo - Mitsubishi

J.P. Morgan Chase & Co.

UBS (Luxembourg) S.A.

Citibank

 

 

 

Il Codice di condotta.

 

I partecipanti  all’Euribor sono tenuti ad attenersi al  Codice di Condotta* Euribor, approvato il 15 dicembre 1997 dalla FBE dal l’ FMA (Associazione delle Finanziarie), dall’Associazione delle Banche cooperative e dal Gruppo delle Casse di risparmio.

Il Codice stabilisce le norme da applicare alla definizione dell’Euribor ed al panel di banche. Ritiene di assicurare una gestione trasparente ed efficiente del monitoraggio.

Il Comitato direttivo è composto da nove riconosciuti esperti del mercato finanziario e dal segretario generale della FBE; controlla l’applicazione del Codice e monitorizza  i mercati.

 

(*) Struttura del Codice di condotta:

Preface

Article 1: Criteria to qualify for and stay on the Euribor® panel

Article 2: Number of Panel Banks

Article 3: Start-up number of Panel Banks

Article 4: Review of the panel

Article 5: Initial Rotation Systems

Article 6: Obligations of Panel Banks

Article 7: Steering Committee

Article 8: Tasks and Rights of the Steering Committee

Article 9: Sanctions

Article 10: Procedural Rules

Article 11: Amendments

Annex 1 Annex 2  Annex 3

 

 

Come il nuovo tasso fu tradotto nei sistemi bancari nazionali.

 

La fine degli anni ’90 vide la sostituzione dei tassi di riferimento nazionale con l’Euribor. Di particolare rilevanza, l’adozione per la definizione dei tassi variabili nei mutui fondiari che, di massima, si rifanno all’Euribor a 1 mese, a 3 mesi e a 6 mesi per i contratti con rimborso mensile, trimestrale, semestrale.

Quattro nazioni ( Belgio, Finlandia, Grecia e Italia) approfittarono della sostituzione dell’Euribor ai tassi nazionali per mantenere – o reintrodurre – la differenziazione tra anno civile (divisore 365) e anno commerciale (divisore 360) nel calcolo degli interessi. Mantennero il calcolo dell’anno civile per i contratti in essere; sarebbero passati all’anno commerciale per quelli futuri.

In Italia le definizioni di legge di Taeg e/o di ISC (Indice sintetico di costo) sono sempre rapportate all’anno civile (divisore di 365). Ogni altra applicazione è da intendersi illegittima.

 

 

 

PASSAGGIO DAI TASSI NAZIONALI ALL’EURIBOR- SITUAZIONE AL NOVEMBRE  1998 -

Austria

Vibor sostituito dall’Euribor® per tutti i contratti (in essere e nuovi)

Belgio

Bibor sostituito dall’Euribor® anno commerciale (360) per i nuovi contratti, anno civile (365) per quelli esistenti

Finlandia

Helibor sostituito dall’Euribor® anno commerciale (360) per i nuovi contratti, anno civile (365) per quelli esistenti

Francia

Pibor sostituito dall’Euribor® per tutti i contratti (in essere e nuovi)

Germania

Fibor sostituito dall’Euribor® per tutti i contratti (in essere e nuovi)

Grecia

Athibor sostituito dall’Euribor® anno commerciale 360 (as of 1st Jan. 2001). Per i vecchi contratti  sostituito dall’Euribor® anno civile 365

Lussemburgo

Non esiste un tasso definito. Ci si aspetta l’uso dell’ Euribor® per i nuovi contratti.

Paesi Bassi

Aibor sostituito dall’Euribor® per tutti i contratti (in essere e nuovi)

Irlanda

Dibor sostituito dall’Euribor® act/360 o convertito in  Euribor® act/365 per IBF Day Count Convention

Italia

Ribor sostituito dall’Euribor® anno commerciale (360) per i nuovi contratti, anno civile (365) per quelli esistenti

Portogallo

Lisbor sostituito dall’Euribor®  per i nuovi contratti – Per i contratti esistenti si può continuare ad usare il  Lisbor

Spagna

Ci si aspetta l’uso dell’ Euribor® per i nuovi contratti  - Per i contratti esistenti si può continuare ad usare Mibor finché richiesto dal mercato.

 

 

L’andamento dal 2002 ad oggi.

 

L’andamento degli ultimi 6 anni mostra come il valore dell’Euribor risulti in calo fino al 28 luglio 2003. Successivamente si assiste ad una crescita costante, anche alla luce della tendenza rialzista dei tassi a medio e lungo termine, fino alla recente impennata del tasso ad dei primi giorni di giugno, in occasione dell’annuncio di futuri ritocchi della BCE al tasso di riferimento.

Ricordiamo che, nonostante gli addetti ai lavori fossero consapevoli di questa tendenza, si continuarono a suggerire, ai cittadini richiedenti, mutui a tasso variabile.

Ne è derivata per l’Italia l’ennesima pesante situazione imputabile al sistema bancario, poiché il 75 per cento dei mutui in essere è a tasso variabile (in Francia e Germania è del 25 per cento). Tanto che, a metà 2005, sia Antonio Fazio che Maurizio Sella si sentirono obbligati a fornire i dati quantitativi, paventando problemi per la crescita delle rate.

Motivo della promozione del tasso variabile il loro minor costo di “gestione”, sia in termini di finanziamento interbancario iniziale, sia perché il rischio di aumento è meccanicamente scaricato sul mutuatario.

Non si dimentichi che oltre 8,5 milioni di famiglie italiane sono indebitate con le banche (3,5 con mutui) e che circa 500 mila potrebbero velocemente entrare in affanno serio.

 

 

EURIBOR: ANDAMENTO STORICO

DAL GENNAIO 2002 AL DICEMBRE 2007

 

 

02/01

2002

02-01

2003

28-07

2003

02-01

2004

03-01

2005

03-01

2006

02-01

2007

28/11

2007

29/11

2007

07/12

2007

1 mese

3,312

2,899

2,117

2,099

2,114

2,398

3,629

4,169

4,809

4,872

3 mesi

3,279

2,861

2,119

2,12

2,146

2,489

3,725

4,743

4,776

4,891

6 mesi

3,228

2,794

2,097

2,151

2,193

2,643

3,857

4,715

4,737

4,839

 


 

 

EURIBOR: ANDAMENTO IN UN ANNO  dal 15 giugno 2007 al 6 giugno 2008

 

(tasso BCE mantenuto fermo)

 

 

15 giugno 2007

6 giugno 2008

VARIAZIONE

IN UN ANNO

PUNTI BASE

1 mese

4,052

4,479

+ 43   (+ 10,54%)

3 mesi

4,126

4,967

+ 84   (+ 20,38%)

6 mesi

4,260

5,113

+ 85   (+ 20,02%)

 

 

 

 

 

 


 

 

 

EURIBOR: ANDAMENTO 2008 - DAL 1° FEBBRAIO  AL 6 GIUGNO 2008

 

 

 

01-02

2008

03-03

2008

01-04

2008

02-05

2008

06-06

2008

1 mese

4,190

4,199

4,357

4,386

4,479

3 mesi

4,367

4,383

4,731

4,855

4,967

6 mesi

4,356

4,379

4,732

4,878

5,113

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

EURIBOR: ANDAMENTO IN DUE GIORNI - dal 4 al 6 giugno 2008

 

 

 

4 giugno 2008

6 giugno 2008

VARIAZIONE %

IN DUE GIORNI

1 mese

4,460

4,479

+ 0,43 %

3 mesi

4,864

4,967

+ 2,12 %

6 mesi

4,934

5,113

+ 3,63 %

 

 

 

 

 

 

 


 

La vicenda dei mutui sub-prime, concessi dal sistema bancario americano a cittadini Usa manifestamente immeritevoli sia per mantenere forzatamente alti i volumi d’affari da cui la dirigenza del settore ricava elevati vantaggi finanziari (stock options ecc.)sia per  sostenere artificialmente la capacità di spesa dei cittadini, ha appestato il sistema finanziario internazionale esportando, attraverso la cartolarizzazione, quei crediti  bacati e praticamente inesigibili.

 

La Consob individuava le seguenti “posizioni da sub prime” per le banche italiane più coinvolte:

 

UniCredit: 354 milioni di euro (portafoglio di proprietà)

Capitalia: 100,5 milioni di euro (portafoglio di terzi)

Monte dei Paschi: 50 milioni di euro (portafoglio di proprietà)

Intesa SanPaolo: 33 milioni di euro (portafoglio di proprietà)

 

Le massive situazioni di difficoltà dei mutuatari americani hanno dato luogo, nel mondo occidentale, ad una grave crisi di liquidità: il surplus di domanda ha obbligato Fed e BCE a continue e consistenti iniezioni creditizie. Ma tali iniziative non sono state sufficienti a risolvere il problema, tanto che primarie entità finanziarie di questo pianeta hanno dovuto procedere a consistenti svalutazioni (Merryl Linch, Citibank, UBS. Lehman Brothers potrebbe andare incontro a qualche problema) quando non addirittura alla messa in svendita di Northern Rock.

Ma allo specifico problema dei sub-prime si teme che si aggiunga quello delle garanzie immobiliari acquisite a fronte dei prestiti: la diminuzione dei prezzi degli immobili, e quindi dell’entità delle garanzie acquisite,  comincia a preoccupare colossi del credito finora colpiti marginalmente dalle insolvenze.

Riprova della insufficienza delle manovre di intervento delle banche centrali – almeno rispetto alle dimensioni del fenomeno – è il fatto che l’Euribor è cresciuto – e continua a crescere -  nonostante dal 6 giugno 2007 la BCE non ritocchi i tassi di riferimento.

Ecco gli interventi BCE dal dicembre 2005 all’ultimo del giugno 2007:

 

 

ANDAMENTO DEL TASSO DI RIFERIMENTO BCE

 

DAL…..

TASSO DI RIFERIMENTO

PROVVEDIMENTO BCE del….

06.12.2005

2,25%

1 dicembre 2005

08.03.2006

2,50%

2 marzo 2006

15.06.2006

2,75%

8 giugno 2006

09.08.2006

3,00%

3 agosto 2006

11.10.2006

3,25%

5 ottobre 2006

13.12.2006

3,50%

7 dicembre 2006

14.03.2007

3,75%

8 marzo 2007

13.06.2007

4,00%

6 giugno 2007

 

 

 

Conclusione e suggerimento finale. Indicizzazione: sostituiamo l’euribor con un tasso istituzionale ed eliminiamo il rimborso alla francese.

 

Certamente, i concittadini con mutui a tasso variabile sono macinati dalle esigenze Usa di non poter ridurre (per molto ed a lungo) il tasso di interesse sul dollaro: la loro bilancia commerciale è oggi riequilibrata dalla importazione di capitali esteri attratti da un dollaro con buoni rendimenti e  sarebbero scoraggiati qualora gli interessi sulla moneta americana dovessero declinare.

[Non si dimentichi che la Cina  è la più importante detentrice dei titoli di Stato Usa e non accetterà una diminuzione dei rendimenti per lungo tempo; oppure li sopporterà per un po’, ma in cambio di altro: Bush ha tolto la Cina dall’elenco dei paesi “cattivi” quattro giorni prima dei disastri umanitari che colpirono il Tibet qualche mese fa ].

Parallelamente i produttori di petrolio, oltre ad attrezzarsi con fondi sovrani con i quali giocare sui futures sull’andamento del petrolio (conoscendo anzi determinando la politica dell’Opec), stanno orientandosi verso una diversa politica di gestione delle riserve monetarie, con una riconversione tendenziale da petrodollari ad eurodollari.

Al tempo stesso, la BCE dovrà scoraggiare le tendenze inflazionistiche in Eurolandia. Non a caso, la decisione della BCE (giovedì 5 giugno 2008) di mantenere inalterati i tassi di riferimento, è stata presa anticipando un probabile incremento dello 0,25 per cento fra un mese. E’ noto infatti l’allarme che il pericolo di inflazione suscita in Germania (memore dei miliardi di marchi che nella Repubblica di Weimar servivano per comprare un francobollo); oltretutto, come s’è detto, il problema dei cittadini tedeschi con mutui a tasso variabile è di gran lunga meno pesante di quello che dobbiamo affrontare noi.

 

La BCE ha voluto/dovuto tenere fermo il tasso per aiutare il dollaro e mantenere una buona liquidità al sistema, ma ha trascurato i controlli di tasso e monetari sull’inflazione di Eurolandia (ormai prossima al 4 per cento). Quanto potranno andare avanti  gli aiutini al dollaro? Non a caso, la decisione della BCE (giovedì 5 giugno 2008) di mantenere ancora inalterati i tassi di riferimento, è stata accompagnata dall’annuncio di un probabile incremento dello 0,25 per cento a luglio. Aumento che l’Euribor ha prontamente iniziato a riproporre.

E’ ancora il caso di continuare a santificare il privato e accomodabile Euribor quale parametro “naturale” di variazione dei mutui a tasso variabile?

E’ ancora il caso di subire i meccanismi di rimborso alla francese (prima si rimborsano gli interessi, poi il capitale) imposti dalle banche alla clientela, penalizzanti per coloro che vogliono estinguere anticipatamente il mutuo o che decidono di procedere ad una surrogazione?

Adusbef ritiene più opportuno che BCE imponga il passaggio ad un tasso istituzionale, definito da Francoforte in concerto con i governi di Eurolandia, in grado di contemperare stabilità del sistema, spinte inflazionistiche, rapporto euro/dollaro, ma soprattutto ripercussioni finanziarie su milioni di famiglie e sulla domanda dell’eurosistema.

Non è più accettabile che si aiutino le banche a livello planetario e si continui a permettere che venga applicato alla clientela un tasso ed un meccanismo di rimborso dei mutui definiti dalle stesse aziende di credito; che cioè si cancellino le regole di mercato quando si tratta di aiutini istituzionali ai settori creditizi, ma si invochi l’ineludibilità di quelle stesse regole quando si tratta di incidere nel rapporto banche clienti.

Invece di spacciare strumenti ottocenteschi, come quelli di recente partoriti dall’accordo ABI-Governo italiano, per soluzioni salvifiche a favore dei mutuatari, sarebbe opportuno imporre quegli accomodamenti in grado di sostenere i redditi delle famiglie e sostenere la domanda interna. 

Banca d’Italia tende a tranquillizzare sostenendo la marginale influenza negativa nel sistema bancario italiano della vicenda dei subprime. Ma, nei confronti delle domestiche rassicurazioni istituzionali, creano più di qualche legittima preoccupazione le recentissime decisioni di lasciare il mercato italiano da parte della MacQuarie, colosso della finanza internazionale, presente in 25 paesi ed operante in Italia da neanche tre anni.

 

ANSA 6-6-2008  MUTUI: MACQUARIE, STOP A EROGAZIONI IN ITALIA, MERCATO PEGGIORA.

(ANSA) - ROMA, 6 GIU - Macquarie Bank Italia, la succursale italiana del gruppo australiano specializzato nei prestiti ipotecari, ha "disposto la cessazione dell'attività di erogazione di nuovi mutui" a partire da lunedì prossimo. Lo comunica la banca in una nota, spiegando che la decisione é stata presa "a seguito delle pesanti ripercussioni generate dall'aumento dei costi del funding, e conseguenti al deterioramento del mercato internazionale del credito", e che "continuerà a gestire le posizioni relative a tutti i mutui finora erogati" senza alcun cambiamento.

Lo stop all'erogazione di mutui in Italia - ha spiegato una portavoce del gruppo MacQuarie in Italia - è l'ultimo, in ordine di tempo, dopo che la banca ha preso analoghe decisioni in Australia (a gennaio) e negli Usa (a marzo). Australia, Stati Uniti e Italia rappresentano i tre mercati in cui MacQuarie opera nel campo dei mutui. Uno dei fattori che ha suggerito la decisione, oltre al peggioramento del mercato creditizio e alle più difficili condizioni di finanziamento, è il rischio maggiore d'insolvenza da parte di chi contrae mutui, evidenziato per l'Italia dalla relazione annuale di Bankitalia presentata lo scorso 31 maggio. L'istituto di Via Nazionale, infatti, ha effettuato un'indagine sull'attività di concessione di mutui su un campione di banche: "i primi risultati dell'indagine - si legge nella relazione annuale - mostrano un incremento del tasso medio di insolvenza fra il 2006 e il 2007, che rimane però su valori relativamente contenuti". Secondo Bankitalia "l'aumento del tasso di default trova conferma nella crescita dei tassi di insolvenza registrati dalla centrale dei rischi per il più ampio comparto del credito alle famiglie". La rischiosità è maggiore per i mutui collocati attraverso canali distributivi non bancari, e "quando si associano condizioni contrattuali di tasso variabile o livelli di prestito elevato rispetto al valore del'immobile”.

 


 

 

MEMO 1)

 

1) Andamento delle consistenze dei prestiti bancari alle famiglie per l’acquisto di abitazioni.

Da Aprile 2008, per la prima volta la consistenza dei mutui in essere subisce una diminuzione.

 

Finanziamenti oltre 5 anni per l’acquisto di abitazioni (consistenze)

[Fonte Bankitalia – Supplemento al Boll.no statistico “Banche e fondi comuni” – 32 del 4-6-2008

 

 

CONSISTENZE in miliardi di euro

VARIAZIONE %

SU PERIODO

PRECEDENTE

12-2004

180,350

 

12-2005

213,041

+ 18,13 %

12-2006

240,121

+ 12,71 %

12-2007

261,010

+ 8,70 %

04-2008

243,447

- 6,73 %

 

 

____________________

 

MEMO 2)

 

2) Mutui e credito al consumo: Differenziale dei tassi in Italia e in Eurolandia.

 

TASSI MEDI BANCARI A FAMIGLIE IN AREA EURO E IN ITALIA (nuove operazioni)
SU CREDITO AL CONSUMO (da 1 a 5 anni) e  MUTUI (oltre 10 anni) (Valori percentuali)
AGGIORNAMENTO: Fonte Bollettini BCE (5-2008) e Supplemento al Bollettino stat. Bankitalia (Banche e fondi) 32 del 4-6-2008)

 

 

Italia

Tassi

Area euro Tassi

Differenzale

Italia-Eurolandia

Febbraio 2007

 

 

 

Credito al consumo

8,16

6,86

+ 1,30

Mutui

5,51

4,57

+ 0,94

 

 

 

 

Aprile 2007

 

 

 

Credito al consumo

7,95

6,72

+ 1,23

Mutui

5,67

4,64

+ 1,03

 

 

 

 

Settembre 2007

 

 

 

Credito al consumo

7,87

6,82

+ 1,05

Mutui

5,85

4,98

+ 0,87

 

 

 

 

Dicembre 2007

 

 

 

Credito al consumo

7,91

6,92

+ 0,99

Mutui

5,66

5,15

+ 0,51

 

 

 

 

Febbraio 2008

 

 

 

Credito al consumo

8,45

7,21

+ 1,24

Mutui

5,79

5,09

+ 0,70

 

 

 

 

Aprile 2008

 

 

 

Credito al consumo

8,48

---

 

Mutui

5,51

---

 

 

Elaborazioni: Adusbef/Novelli - giugno 2008