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La PignattA  Documento inserito l’8-2- 2007


 

 

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La PignattA  n° 24

APPUNTI E SPUNTI IN MATERIA DI  PORTABILITA’ DEL CONTO CORRENTE BANCARIO

 

Di Mauro Novelli  8-2-2007

 

 

 

 

1)     Non è possibile, oggi, fare a meno di un conto corrente bancario/postale.

 

2)     Le valenze finanziarie, anche di semplice gestione familiare, sono vastissime e i riferimenti bancari/postali di ciascun correntista sono molto articolati: accredito di emolumenti, di pensioni, di appannaggi, domiciliazioni di utenze, ordini permanenti, ricezione di bonifici ricorrenti, pagamento di rate di mutui, prestiti, acquisti ecc.

 

3)     A tutti questi aventi causa è stato fornito l’insieme dei codici identificativi della posizione del correntista titolare: Codice ABI (individua la banca), Codice di avviamento bancario (individua lo sportello), Numero di conto corrente (individua il titolare).

 

4)     Cambiare banca (o anche semplicemente cambiare agenzia dello stesso istituto) è operazione lunga, faticosa e costosa: occorre avvisare tutti gli “interfaccia” che la destinazione delle loro operazioni di coinvolgimento del correntista è cambiata.

Cambiare conto risulta un vero e proprio “trasloco”. Occorrere fornire a tutti i corrispondenti la serie aggiornata dei nuovi codici; attendere che l’innovazione diventi operativa; sperare che non si commettano errori. Non è raro, ad esempio, che gli erogatori di pensione impieghino mesi per mettere a regime il cambiamento; nel frattempo non è raro dover procedere a ricerche per individuare partite tornate al mittente perché il conto di destinazione non esiste più, ma l’emittente – pur avvertito – non ha reso tecnicamente operativa la variazione

 

5)     Tale cambiamento è molto delicato. Adusbef suggerisce ai correntisti, intenzionati a cambiar banca, di procedere adottando l’accorgimento di tenere aperto il conto che si intende chiudere finché tutte le valenze non siano passate sul nuovo, proprio per evitare mancati accrediti, con somme vaganti in cerca di destinazione, o mancati addebiti per ritardata operatività del nuovo conto, con messa in mora del correntista da parte del creditore non soddisfatto.

 

 

SOLUZIONI PROPOSTE

 

 

DI BREVE PERIODO

    

Occorre risolvere il problema di partite viaggianti a valere su un conto in via di estinzione o già definitivamente chiuso. Si pensi ai tempi necessari per aggiornare i data bases degli enti che erogano pensioni. E’ più frequente di quanto non si ritenga che alcuni accrediti pervengano sul vecchio conto per il mancato aggiornamento degli indirizzi bancari da parte dell’erogatore. Le difficoltà sono in genere più leggere per le partite  a debito: il creditore per il quale è stato attivato un ordine permanente è necessariamente aggiornato sulla banca cui bussare per essere soddisfatto.

Per le partite in questione gli inconvenienti derivano dal fatto che la vecchia banca, a fronte di partite attive in arrivo, rifiuta l’operazione e ristorna all’emittente la somma bonificata; per le partite a debito si limita a non dar seguito alla richiesta di pagamento del creditore (anche perché il conto non c’è più). Nel primo caso, il cliente dovrà mettersi alla ricerca delle somme rispedite e non acquisite; nel secondo, rischia di entrare in morosità (si pensi ai Rid) con conseguente indicazione del suo nominativo nell’elenco dei cattivi pagatori.

Tutto ciò, anche se la vecchia banca è a conoscenza dei riferimenti del nuovo rapporto del suo vecchio correntista. In questo caso, tende a non interessarsi delle sorti di un cliente ormai perduto.

 

La soluzione. I moduli di chiusura di un conto devono prevedere la possibilità che il cliente possa  indicare (se vuole) il  nuovo indirizzo bancario. Ad esso la vecchia banca dovrà girare tutte le partite (da regolare sul vecchio conto) che eventualmente dovessero pervenire a causa del mancato aggiornamento dei data bases del corrispondente.

 

 

 

SOLUZIONE DEFINITIVA (ma di medio periodo).

 

A)     Poiché i problemi appena richiamati derivano dalla necessità di cambiare “indirizzo bancario” e di avvisare del cambiamento ogni valenza corrispondente, è necessario impostare per ciascun cittadino (aspirante correntista bancario o postale) un “codice di correntista” che lo individui univocamente e per sempre nei confronti del sistema creditizio e postale.

Potremmo paragonarlo al codice fiscale, oppure alla denominazione di un sito Internet.

 

B)     Un sistema centralizzato di elaborazione dati raccoglie le “specifiche” (internazionali, di paese, ABI, CAB, numero di conto) che la banca (dove il cittadino deciderà di aprire un conto corrente) annetterà al codice bancario personale.

In caso di trasferimento presso altro sportello bancario o postale, lo stesso centro di raccolta dati aggiornerà quei codici su trasmissione tempestiva della nuova agenzia/banca/posta e sulla cancellazione indicata dal vecchio sportello.

[Per continuare con l’esempio del sito internet, chi consulta il sito non conosce il provider che fornisce il servizio di rete. In caso di cambiamento di provider, basta comunicare la variazione, ma l’indirizzo resta lo stesso, né chi consulta si rende conto del cambio.]

 

C)  Il correntista, quindi, fornirà ai suoi “interfaccia” finanziari (società fornitrici di servizi domiciliati, erogatori di stipendi e/o pensioni, destinatari di ordini permanenti, gestori di carte di credito ecc.) il suo “codice di conto” che non cambierà più: saranno gli istituti di credito - con i quali il cittadino entrerà in rapporto di clientela - a fornire gli aggiornamenti delle specifiche di indirizzo bancario/postale al sistema centrale di raccolta dati.

In tal modo il correntista non dovrà più correre dietro ai suoi corrispondenti, sperando in aggiornamenti tempestivi e corretti: potrà migrare da una agenzia all’altra della stessa banca, o da un istituto all’altro o verso sportelli postali senza più interessarsi di avvisare creditori e debitori dei cambiamenti dei codici di indirizzo: il sistema centrale destinerà sul conto di regolamento ogni partita viaggiante.

Il flusso dei dati garantisce anche la riservatezza nei confronti dei due istituti coinvolti: poiché il sistema opera su doppia indicazione, la banca “abbandonata” non è a conoscenza dei riferimenti del nuovo rapporto, a meno che non siano informazioni che derivino dalla Centrale dei rischi o dallo stesso cliente.

 

 

 

REALIZZABILITA’ DELLA PROPOSTA.

 

La nostra proposta prevede la costituzione di un centro di elaborazione dati simile a quello già in essere della Centrale rischi di Bankitalia, anche se molto più semplice.

- Potrà trovare collocazione nell’ambito delle incombenze di Banca d’Italia + UIC, il cui personale è ormai sovrabbondante per aver trasferito a Francoforte buona parte delle vecchie funzioni di Banca Centrale.

- Semplificherà in modo notevole la vita dei cittadini per i quali è ormai impossibile fare a meno di un conto corrente.

- Introdurrà effettivi elementi concorrenziali in un settore che ha fatto delle difficoltà per i correntisti di trasferirsi da una banca all’altra un vero e proprio baluardo al diritto di scegliere l’istituto bancario ritenuto più rispondente alle proprie esigenze.

- Non è in contrasto con la normativa europea, né con le esigenze di armonizzazione dei sistemi finanziari: i codici internazionali resteranno alla base della destinazione delle partite finanziarie regolate dal conto in essere.