PRIVILEGIA
NE IRROGANTO Documento
inserito il: 13-7-2012 |
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DOCUMENTI CORRELATI |
Il Sole 24
Ore: Per le banche italiane i crediti a rischio salgono a 195,2 miliardi - di Maximilian. Cellino I
crediti deteriorati - Inserimento del 1-9-2012 |
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La PignattA n° 73 Analisi di Ricerche &Studi di Mediobanca. Crediti dubbi: ecco,
accuratamente taciuto da media e governanti, il punto debole delle nostre
prime due banche. Di Mauro Novelli 13-7-2012 Nel suo
studio più recente (Le maggiori banche europee nel primo semestre
2011), Mediobanca
R&S, ha monitorato le caratteristiche delle principali banche di alcuni
paesi europei, aggiornando lo studio annuale al giugno 2011. In particolare sono
stati considerati i primi 18 istituti europei (Svizzera, Regno Unito,
Francia, Benelux, Nord Europa, Germania, Spagna) e le due maggiori banche italiane, per un
totale di 20 istituti. Per l’Italia, sono state prese in considerazione
IntesaSanPaolo e Unicredit. I dati sono relativi al giugno 2011 e si
riportano quelli del 2010 e del 2009. Di
rilevanza (specie per noi) sono i dati relativi ai “Crediti dubbi” (Tab. 4
dello studio di Mediobanca, riportata in calce). Interessanti
informazioni si ricavano dalle ultime due colonne riportate dallo studio:
“Crediti dubbi in percentuale dei crediti verso la clientela” e “Crediti
dubbi in percentuale del patrimonio netto tangibile”. Ne rielaboreremo la
tabella. La tabella
che segue riporta una graduatoria per paesi stilata in base alle due voci
appena richiamate imputate alle banche prese in considerazione per nazione. Prime
banche dei paesi indicati. Valori
percentuali decrescenti ordinati Crediti dubbi su crediti verso la clientela
(dati 6-2011). Fonte
Mediobanca R&S.
L’Italia
mostra la situazione più deteriorata per le entrambe le voci. Il secondo
paese, la Gran Bretagna, affronta un deterioramento quasi dimezzato rispetto al
nostro. Le banche
della Svizzera mostrano la posizione
meno degradata rispetto agli altri paesi considerati. In Italia, abbiamo, in
percentuale, crediti dubbi sul totale
dei crediti di oltre dieci volte superiori e crediti dubbi sul patrimoniuo
netto tangibile di oltre 15 volte superiori ai dati svizzeri. Per quanto
riguarda la posizione disaggregata delle singole 20 banche considerate,
questa è la situazione. a)
“Crediti dubbi in percentuale dei
Crediti verso la clientela”. (ultimi dati: 6-2011)
La
posizione più preoccupante è quella del Lloyds
Banking Group (Regno Unito) con crediti dubbi pari al 6,1 per cento (giugno
2011) dei crediti verso la clientela. In crescita rispetto al 5,2 del 2009. Seguono le
nostre due banche: Unicredit col
5,7 per cento di crediti dubbi sul totale crediti (in crescita rispetto al
4,9 del 2009) e Banca IntesaSanPaolo
col 4,7 per cento (in leggero calo rispetto al 4,8 del 2009). Al terzo e
quarto posto la RBS inglese col
4,0 per cento e la Commerzbank
tedesca col 3,8. Seguono
abbastanza distanziate le altre 15 banche. La
posizione più tranquilla è quella del Crédit
Suisse con lo 0,3 per cento di crediti dubbi sul totale dei crediti,
addirittura in calo rispetto allo 0,4 per cento del 2009. b)
“Crediti dubbi in percentuale del
Patrimonio netto tangibile”. (ultimi dati 6-2011)
Il patrimonio netto tangibile è dato dal
patrimonio netto meno l’avviamento e le altre voci intangibili (proprietà intellettuale ecc.)
al netto delle relative imposte passive differite. Anche su questo
fronte, la posizione più deteriorata, a giugno 2011, è quella del Lloyds Banking Group (Regno Unito)
con crediti dubbi pari all’ 83,8 per cento del patrimonio netto tangibile, in
leggero calo rispetto all’86,4 per cento del 2009. Segue, al
secondo posto, la nostra Unicredit col
74,0 per cento di credi dubbi sul patrimonio netto tangibile (era del
75,4 nel 2009). Al terzo
posto si colloca la Commerzbank col 51,8 per cento, in
leggero calo rispetto al 53,6 del 2009. Quarta
è IntesaSanPaolo
col 51,0 per cento, in discreto calo rispetto al 64,4 del 2009. Le altre 16
banche seguono molto distanziate. Anche per questa voce, la posizione più
tranquilla è quella del Crédit Suisse
col 2,3 per cento di crediti dubbi sul patrimonio netto tangibile, stabile rispetto
al 2009. Di questa
analisi comparativa europea di
Mediobanca R&S poco si è parlato. I pochi commenti che abbiamo
riscontrato sono stati effettuati quasi esclusivamente sulla edizione annuale
(Dati cumulativi delle principali banche
internazionali – 2012) i cui dati più recenti sono relativi all’anno
2010. Si motiverà, puerilmente, questo silenzio con un interesse esclusivo
degli addetti ai lavori, di poca importanza per i normali cittadini. Secondo
noi, lo scopo del silenzio è mirato a
non informare i cittadini italiani, quelli non addetti ai lavori, insomma, i
correntisti normali. I quali devono star sereni ed annuire quando si afferma
che le nostre banche hanno problemi nettamente inferiori di quelle di altri
paesi nostri competitori. Da R&S: Le maggiori banche
europee nel primo semestre 2011. Crediti dubbi: commento a pag. 5. Tabella n° 4.
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