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PRIVILEGIA
NE IRROGANTO Documento inserito il: 5-1-2015 |
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La PignattA n° 91 Carte di
pagamento. Fisiologia e patologia. MEF: il 4°
Rapporto dell’UCAMP/SIPAF - 2014 Nel 2013, le
operazioni on line non riconosciute dal titolare sono lievitate: +22 % per valore,
+36,9 % per numero. Di Mauro
Novelli 4-1-2015 Sommario Patologia
disaggregata. Disconoscimenti per tipo Patologia
disaggregata. Disconoscimenti per causale. Patologia.
Una comparazione internazionale. CARTE
DI PAGAMENTO ED E-COMMERCE. DECALOGO
PER MIGLIORARE LA SICUREZZA OPERATIVA ON LINE. LA
FISIOLOGIA
Nell’effettuare acquisti, saldare debiti e concludere transazioni
finanziarie in genere, gli Italiani non si
sono mai entusiasmati
nell’utilizzare strumenti di pagamento diversi dal contante. Nella annuale relazione del governatore, Bankitalia fornisce,
per i paesi UE, il dato relativo al
numero di pagamenti effettuati senza l’uso del contante. I dati sono
evidenziati nella TAB. 1- che riporta i valori 2012 dei cinque paesi maggiori
(Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna e Italia), della Grecia, ultima
nell’utilizzo di strumenti diversi dal contante e della strabiliante prima
posizione del Lussemburgo. Per quanto riguarda le operazioni di pagamento con strumenti
diversi dal contante (carte di credito, assegni, bonifici ecc.), nel 2012,
gli Italiani ne hanno effettuate 72 (30,5 con carte, 2,5 al mese) contro una
media UE di 187 operazioni (82 con carte, 6,8 al mese). Le carte di credito
sono poco usate anche dai Tedeschi: su 222 operazioni annue concluse non per
contanti, solo 39 volte hanno utilizzato carte di pagamento (3,3 operazioni
al mese). Il dato eclatante e che lascia perplessi è quello dei
Lussemburghesi: nel 2012 hanno effettuato 2.185 pagamenti senza ricorrere ai
contanti; per 2018 di questi hanno fatto ricorso a carte di pagamento, 169
operazioni al mese, 5,6 al giorno. TAB. 1- Anno
2012. Pagamenti con sistemi diversi dal contante. Pagamenti con
carte di pagamento e loro peso percentuale. Fonte:
Relazione Bankitalia 5-2013 per l’anno 2012 [Nostre
elaborazioni]
In Italia , TAB. 2, le carte di pagamento (carte di credito,
bancomat, carte prepagate), in circolazione nel 2013 superavano i 93 milioni di
cui 78,7 milioni operative. Con esse sono state effettuate poco meno di 3
miliardi operazioni (compresi i prelievi da sportelli automatici) per un
valore complessivo di quasi 310 miliardi di euro. TAB.
2- Carte di pagamento. Diffusione e operatività 2012 e 2013 Fonte
Bankitalia e Poste Italiane [Nostre
elaborazioni]
(*) Compresi prelievi ATM La TAB. 3 fornisce i dati
per tipo di carta: nel 2013 circolavano 45,7 milioni di bancomat, 27,5
milioni di carte di credito, di cui attive meno della metà (poco più di 13
milioni), quasi 20 milioni di carte prepagate. Gli Italiani si dimostrano,
quindi, amanti più di Bancomat e carte prepagate che delle classiche carte di
credito; oltretutto, queste ultime risultano, come numero, in calo rispetto al 2012 (-3,2 %), mentre i
bancomat sono cresciuti quasi dell’11 % e di oltre il 5 le carte prepagate.
Per queste va evidenziata la crescita (+30,8 %) del numero di operazioni
effettuate. TAB.
3- Carte di pagamento. Dati disaggregati. Diffusione
e operatività 2012 e 2013 Fonte
Bankitalia e Poste Italiane Nostre
elaborazioni
CAI.[Consistenze] Soggetti iscritti per
carta revocata: 217.729. Numero carte revocate: 265.013 LA
PATOLOGIA
Nel “4° Rapporto statistico sulle frodi con le
carte di pagamento” (2014), il Ministero dell’Economia e delle Finanze, tramite l’UCAMP (Ufficio
Centrale Antifrode dei Mezzi di Pagamento), Area Carte di Pagamento, ci fornisce
informazioni e dati sull’uso illegittimo, meglio, sulle operazioni non
riconosciute effettuate con carte di credito, bancomat e carte prepagate
emessi in Italia. [Le “Note criminologiche” dell’Università del Molise
riportate in questo documento, sono tratte dal menzionato 4° Rapporto dell’UCAMP. La tabella seguente evidenzia la frequenza di operazioni non
riconosciute sul totale delle transazioni effettuate che risulta pari allo
0,0195 in termini di valore, e allo
0,0118% in termini di numero. In pratica, 2 euro (1,95) ogni 10.000
spesi non sono stati riconosciuti dai titolari della carta, come conseguenza
delle 1,2 (1,18) operazioni ogni 10.000 non riconosciute dagli stessi
titolari. TAB.
4-. Anni 2012 e 2013. Operazioni
non riconosciute sul totale delle operazioni effettuate. Variazione
2013/2012 Fonte:
4° Rapporto UCAMP/SIPAF
Queste percentuali potrebbero essere considerate di nessun peso,
se non si trattasse di dati relativi a transazioni bancarie e finanziarie. In
altri termini, i sistemi di pagamento tramite moneta elettronica devono poter
contare su una immagine di (quasi) totale sicurezza. E’ invece allarmante la variazione percentuale intervenuta nei
dati 2013 rispetto a quelli del 2012: le operazioni non riconosciute sono
cresciute del 14,1 percento in termini di valore e del 28,4 percento in
termini di numero. Tale crescita non può non allarmare, soprattutto alla luce
del fatto che, in Italia, l’uso delle carte di pagamento è ancora a livelli
molto bassi, con 75 operazioni nel 2013 (vedi TAB.1) In valore assoluto, l’Ucamp/Sipaf
informa che nel 2013 si sono registrate 365.806 "transazioni non
riconosciute" per un valore di quasi 65 milioni di euro, contro le
266.073 registrate nell'anno precedente, corrispondenti a circa 55 milioni di
euro di valore. Patologia
disaggregata. Disconoscimenti per tipo
Dallo stesso 4° Rapporto, si ricava che, rispetto al 2012, le
operazioni non riconosciute nel 2013 effettuate: - tramite POS sono
cresciute, in termini di valore, del + 17,5 %, e del + 21,3 % in termini numerici. - tramite Internet,
sono cresciute del + 22 % per valore e per numero del + 36,9 %. - tramite ATM sono
invece scese: -22,5 % per valore e -28,4 % quanto a numero. Ecco la tabella relativa fornita dal 4° Rapporto UCAMP:
Patologia
disaggregata. Disconoscimenti per causale.
Quanto alle cause che hanno generato un disconoscimento da parte dei titolari, rispetto al 2012 è più che raddoppiato l’ “utilizzo fraudolento del codice personale”: + 105,8 % per valore e addirittura + 142,5 % per numero di operazioni. Certamente a causa di fishing e di dati carpiti per altre vie. Ricordiamo che, per questa causale, il precedente Rapporto (n° 3 del 2013) riportava già una impennata registrata nel 2012 sul 2011 pari a +159,2 % per valore e del + 101,1 % per numero. Seconda causa di disconoscimento è quella relativa all’”utilizzo fraudolento della carta in Internet”: + 52,8 % per valore e + 97,1 % per numero. Anche per questo tipo di causale, il precedente Rapporto (n° 3 del 2013) riportava già una impennata registrata nel 2012 sul 2011 pari a + 22,4 % per valore e a + 36,8 % per numero. Terza causa di disconoscimento è “carta utilizzata con falsa identità”: + 47,4 % per valore, + 28,2 % per valore. Seguono i disconoscimenti delle operazioni per “carta rubata”: + 6,9 % per valore, + 4,4 % per numero. Segue la tabella per causale nel 2012 e 2013 fornita dal 4° Rapporto UCAMP:
Patologia.
Una comparazione internazionale.
Abbiamo visto come il tasso di frode
per l'Italia nel 2013 (valore del frodato sul totale delle transazioni
effettuate) risulta pari a 0,0195 % (in aumento rispetto allo 0,0171% del
2012). Questo dato nostrano risulta inferiore all'analogo valore di Gran
Bretagna (0,074%), di Francia (0,069%) e di Australia (0,048%). TAB.
5- Anno 2013. Tasso di frode (per valore) di Italia, Gran
Bretagna, Francia, Australia (Fonte
4° Rapporto UCAMP/SIPAF)
Quindi, mentre in Italia, su 10.000
euro spesi utilizzando carte di pagamento, risultano non riconosciuti 1,95
euro, in Gran Bretagna il valore passa a
7,4 euro (di 3,8 volte superiore al nostro), 6,9 euro in Francia (3,5
volte superiore), 4,8 euro in Australia (2,5 volte superiore al dato
italiano),
E’ possibile comparare ( TAB. 6-) anche le causali per valore dei nostri dati con quelli di paesi che pubblicano annualmente statistiche altrettanto dettagliate – anche se non completamente coincidenti con le nostre - come Regno Unito, Francia e Australia. TAB.
6- Anno 2013. Valore delle transazioni non riconosciute per causale. Comparazione
tra Italia, Gran Bretagna, Francia, Australia (Fonte
4° Rapporto UCAMP/SIPAF)
Dai dati riportati, risulta una forte
incidenza (tra il 61 ed il 72 %), per G.B., Francia e Australia della causale
“Carta non presente/Numero carta
usurpato” (ad esempio, quando si effettuano prenotazioni alberghiere),
mentre per l’Italia il dato, pur pesante, si ferma al 38 %. Risultano da noi superiori le causali
“Carta contraffatta”
(25 %), e “Carta utilizzata con falsa
identità” (19 %), accompagnata certamente dalla contraffazione di
documenti di identità. Riportiamo l’andamento del commercio elettronico in Italia, i
settori merceologici più frequentati e, per il 2014, il confronto con alcuni
paesi rispetto al 2013 (Fonte: osservatorio eCommerceB2c Netcomm
– School of management Politecnico di Milano) : Suggerimenti ed
accortezze:
Riportiamo infine una indicazione dell’Unità di Informazione
Finanziaria (Bankitalia) sulla operatività anomala delle carte di pagamento e
sugli obblighi dei gestori in merito al monitoraggio antiriciclaggio. COMUNICAZIONI DELL’UNITÀ DI INFORMAZIONE FINANZIARIA Schema rappresentativo di comportamenti anomali inerente
operatività con carte di pagamento, adottato con Comunicazione UIF del 18
febbraio 2014. Le carte di pagamento utilizzate in sostituzione del denaro
contante favoriscono la prevenzione e il contrasto del riciclaggio, in quanto
garantiscono la tracciabilità delle transazioni. In seguito ad accertamenti ispettivi condotti
dalla UIF, sono state tuttavia individuate alcune ipotesi di utilizzo delle carte di
pagamento in modo incoerente con le finalità proprie dello strumento e con il
profilo economico dei titolari. Le fattispecie rilevate sono state oggetto di uno schema
pubblicato dall’Unità ai sensi dell’articolo 6, comma 7, lett.
b), del d.lgs. n. 231/2007, al fine di agevolare la rilevazione di operatività sospette meritevoli di segnalazione. Lo schema delinea, in particolare, alcune modalità operative che
possono configurare un utilizzo anomalo di carte di pagamento, in primo
luogo con riferimento a ipotesi in cui ricorrono in modo esclusivo o preponderante
operazioni di ricarica e prelevamento in contanti di carte prepagate; in secondo luogo
con riguardo a ripetuti e consistenti prelevamenti di contante eseguiti, spesso
all’estero, con carte di credito, in assenza o comunque in presenza di un ridotto numero di
operazioni di spending. La UIF ha quindi richiamato l’attenzione dei destinatari degli
obblighi antiriciclaggio su alcune criticità che rischiano di indebolire
la capacità di intercettare gli anomali utilizzi di carte di pagamento. Si fa riferimento a
carenze nell’adeguata verifica dei titolari delle carte, all’assenza di limiti al
numero massimo di carte emesse a favore di uno stesso nominativo, all’utilizzo di carte da
parte di soggetti diversi dal titolare ovvero all’operatività concertata da parte di titolari
diversi È stata altresì rilevata l’assenza presso diversi operatori di
sistemi automatici di rilevazione di operazioni anomale e la mancanza di uniformità
nei limiti di operatività stabiliti dagli intermediari per l’utilizzo delle carte di
pagamento. La UIF ha peraltro valutato la diffusione delle carte di
pagamento anche in relazione all’area commerciale di attività. Infatti, sebbene in
alcuni settori (trasporti delle merci, agenzie di viaggio, e-commerce) l’utilizzo di carte
di pagamento possa essere connaturato a specifiche esigenze operative, occorre pur
sempre valutare la movimentazione in rapporto all’attività concretamente svolta e
al fatturato aziendale. Esigenze specifiche di monitoraggio sono state ravvisate in
altri settori come quello dell’edilizia, delle imprese di pulizia, del gioco
on-line, delle agenzie di scommesse, dei money transfer, dei
compro-oro e delle agenzie e sub-agenzie assicurative |
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