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PRIVILEGIA NE IRROGANTO DOCUMENTO INSERITO IL: 6-7-2012 |
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DOCUMENTI CORRELATI |
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3-5-2012 La Pignatta n° 67. In calo i depositi bancari? Facciamo due calcoli. Fuga di nostri capitali verso Germania, Olanda e Lussemburgo: Bloomberg li stima in 180 miliardi, da luglio 2011°a febbraio 2012. |
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La PignattA n° 72 Domanda: accettereste di scommettere contro chi decide il risultato
della scommessa? Sembra che i sottoscrittori di futures sui tassi di
interesse siano stati convinti a farlo. Mauro Novelli 6-7-2012 Sappiamo che: 1)
Le Autorità di controllo inglesi e americane
(Commodity Future Trading Commission) hanno contestato a Barclays (ma la vicenda coinvolge anche
Hsbc, Lloyds Banking Group e Royal Bank of Scotland) il fatto che prima del
2008, siano stati compiuti numerosi tentativi per manipolare il Libor, indice
che serve a calcolare gli interessi interbancari, i tassi dei mutui e i costi
delle carte di credito. 450 milioni di dollari la sanzione che l'istituto di
credito dovrà pagare a seguito di un accordo con la Financial Services
Authority (Fsa). Anche le altre banche hanno accettato di riparare ai danni
subiti dai loro clienti che sono rimasti vittime di questo tipo di strumenti
finanziari strutturati. 2)
Come per la individuazione dell’Euribor, quella
del Libor (London interest…..ecc.) deriva da “dichiarazioni”, che gli
istituti autorizzati alla definizione di quei tassi fanno giornalmente, circa i livelli di interesse applicati alle
loro operazioni. 3)
La Banca dei regolamenti internazionali nel suo
bollettino trimestrale indica in 601
mila miliardi di dollari, 10 volte il Pil globale, il controvalore degli
strumenti finanziari derivati scambiati nel Pianeta. Di questo ammontare, più
di un terzo è relativo a derivati su tassi di interesse. L’azione
delle banche coinvolte nella indicazione falsa dei tassi da loro applicati,
non esaurisce i suoi danni nei confronti dei loro clienti titolari di mutuo,
dei corrispondenti bancari con i quali si scambiano finanziamenti o del fisco
locale. Impatta, infatti, anche sugli esiti delle operazioni in derivati[i]
che, per circa 220mila miliardi di dollari,
hanno come sottostante il i tassi di interesse (Libor, Euribor, ecc). Basta un
“innocente accomodamentino” di un centesimo di punto per vincere o perdere le
scommesse, e con esse somme enormi dovute al leverage. E
L’euribor? Da almeno
un anno ci andiamo chiedendo come mai le banche “soffrano” per problemi di
carenza di liquidità quando una delle componenti della provvista, quella
interbancaria europea, abbia tassi di interesse sempre più bassi. Il
25 febbraio di quest’anno (La PignattA
n° 65. Banche: campati in aria i problemi di raccolta) scrivevamo:
Ma che
cosa sta succedendo all’Euribor? In un
giorno, dal 5 al 6 luglio è andato
incontro ad un vero e proprio crollo: Euribor
a 1 mese: dallo 0,362 del 5 allo 0,255 del 6 luglio; Euribor
a 3 mesi: dallo 0,641 allo 0,549; Euribor
a 6 mesi: dallo 0,920 allo 0,831. Ecco il
grafico: Da
alcune parti si sostiene che l’abbattimento degli Euribor derivi dal taglio
di 25 p.b. del tasso di riferimento della BCE. Le variazioni di Francoforte
intervenute nel 2011 (12-12, 9-11, 13-7) non hanno mai avuto ripercussioni
così incisive sull’Euribor. Basta verificare che cosa è successo il giorno
successivo al ritocco. Due
giorni fa, si è cominciato a trattare esplicitamente dell’arcano: RADIOCOR: Enr-chm 05-07-12 09:33:01 (0085) 5 NNNN Barclays: ecco come e' stato falsato per anni l'Euribor (Il Sole 24 Ore)Manipolato per
avvantaggiarsi nelle operazioni in derivati (Il Sole 24 Ore Radiocor) -
Bologna, 05 lug - Alcune mail di operatori in derivati, intercettate nella
sede di Barclays, svelano la manipolazione che per anni ha falsato non solo
il Libor, ma anche il tasso Euribor, quello su cui sono indicizzati i mutui
di milioni di cittadini europei. A raccontarlo, nella sue edizione odierna,
e' "Il Sole 24 Ore" che definisce il caso "un gioco di
prestigio" servito alle banche, in questo caso a Barclays, per avvantaggiarsi
nelle operazioni in derivati. Il quotidiano di via Monte Rosa cita il
documento pubblicato dall'americana Commodity Futures Trading Commission
(Cftc) che parla dell'alterazione dell'Euribor a cui sono legati 220mila
miliardi di contratti derivati: "Alcuni operatori senior di Barclays -
si legge nel testo della Cftc - orchestravano le strategie di varie banche,
con l'obiettivo di influenzare il risultato finale dell'Euribor". Una
sorta di "coordinamento" con i colleghi delle altre banche per fare
in modo che i vari contributi inviati a Ebf e a Thomson Reuters, che fissano
ogni giorno il tasso ufficiale, andassero nella direzione desiderata "Drogando"
cosi' la media finale. NOTE. [1] R&S
MEDIOBANCA Derivati, in
Europa valgono il 53% del Pil L'attivo delle banche sale del 4,8%: calano i
titoli -11,6%, "altre attività" +28,6%. La
pluriennale crisi finanziaria, che ha spesso messo sotto accusa la finanza
strutturata, e il recente scandalo JPMorgan, non sono bastati a scoraggiare i
maggiori istituti di credito del mondo dall’utilizzo della finanza derivata.
Il ricorso a questi strumenti, nel 2011, è aumentato fino a raggiungere circa
un quarto dell’attivo delle banche europee e a sfiorare il 40% dell’attivo di
quelle americane. solo una
lieve contrazione del portafoglio titoli (-1,2%) e un incremento delle “altre
attività” del 20,9%; i derivati sono cresciuti in un anno di 1.068 miliardi
di dollari (+27,5%). Ne discende, dice R&S, che in Europa i derivati sono
pari al 23,9% del totale attivo, negli Usa al 37,5%. Da Borsa italiana Banche: R&S, in Italia derivati pari a 10,7% del Pil [165 miliardi
di euro ndr] MILANO (MF-DJ)--Una parte
importante delle attivita' al fair value delle banche europee e' costituita
dai contratti derivati. Il loro ammontare rappresenta in diversi Paesi quote
rilevanti del Pil: 254,1% in Svizzera, 106,2% in Uk, 55,3% in Francia, 38,4% in
Germania, 22,4% nei Paesi Bassi, 15,3% in Spagna e 10,7% in Italia. E' quanto
emerge dalla 9* edizione dell'indagine condotta dall'Ufficio Ricerche e Studi
di Mediobanca che ha analizzato i conti aggregati delle maggiori banche
internazionali, secondo la quale questa posta torna a crescere in modo
importante nei bilanci bancari del 2011, tanto in Europa (+33%) che negli
Stati Uniti (+27,5%), portando le incidenze sul totale attivo a valori
rilevanti sia in Europa (23,9%) che, soprattutto, negli Usa (37,5%) dove la
loro effettiva incidenza e' mascherata dalle diffuse politiche di netting. I
contratti derivati nei bilanci bancari ammontano a 7 volte il patrimonio
netto tangibile in Europa e 8,7 volte negli Usa. Una perdita di valore del
10% del portafoglio derivati rappresenta il 55% del patrimonio netto delle
banche europee ed il 59% di quelle statunitensi. I medesimi rapporti erano
pari al 43% e al 51% nel 2009. La componente di "Livello 3" e' la
quota degli attivi al fair value maggiormente problematica, poiche' priva di
una valutazione di mercato: e' proseguita anche nel 2011 la riduzione di tale
posta, in calo del 9,2% in Europa (a 302 mld. di euro) e dell'8,4% negli
Stati Uniti (a 237 mld usd). Dal 2009 le riduzioni sono state rispettivamente
pari al 21,8% e 25,7%. Negli Stati Uniti le attivita' di "Livello
3" rimangono nel 2011 relativamente piu' rilevanti rispetto alle
attivita' al fair value (8,4% contro 3%) e ai mezzi propri tangibili (41,7%
contro 36%), anche se in misura sempre minore (nel 2009 le incidenze erano
assai piu' distanti: 75,1% contro 50,4%). Sono in riduzione anche gli attivi
di "Livello 1", quelli migliori e piu' liquidi: si riducono del
12,1% in Europa e
dell'11,7%.
In Europa sotto questo profilo la "qualita'" degli attivi e'
migliore, poiche' quelli di "Livello 1" sono il 27,5% del fair
value contro il 23% degli Usa. Lab |
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