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Documentazione   Inserito il 24-9-2007


 

 

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Il PuntO 71 Signoraggio. Se è funzione sovrana non può essere “spartito” con privati.

 

 

PER CAPIRE IL “SIGNORAGGIO”

 

Di Mauro Novelli (3-9-2004)

 

INDICE

Il PuntO. Signoraggio (1). Chi ha il potere (ed i vantaggi) di battere moneta? 1

Il PuntO. Signoraggio (2) “BC, Rossi e Pierino” (8.7.2004) 2

Il PontO. Signoraggio (3) I bilanci di BC, per tacer dei Pierini. (30.7.2004) 4

Il PuntO. Signoraggio (4). Otto, il contabile di Francoforte. (3.9.2004) 6

 


 

Il PuntO. Signoraggio (1). Chi ha il potere (ed i vantaggi) di battere moneta?



Signoraggio: delle due enciclopedie casalinghe, la prima (la più paludata) curiosamente non riporta il termine; la seconda (Enciclopedia Utet-La Repubblica) articola così le informazioni:
Signoraggio
. Insieme delle risorse ottenute da chi emette moneta, in virtù del proprio potere di emissione. In un regime monetario metallico, quale quello vigente in Occidente fino all’inizio del XX secolo, il Signoraggio deriva storicamente dall’inclusione dei costi di coniazione nelle regioni di scambio tra metallo coniato e metallo non coniato: tale ragione di scambio è maggiore dell’unità – il metallo coniato comanda cioè un Signoraggio – in quanto chi emette moneta deve recuperare i costi di coniazione. Con il graduale rafforzarsi dell’autorità centrale dello Stato, si instaura il monopolio statuale delle coniazione e si attribuisce alla moneta legalmente certificata potere liberatorio nei confronti dei rapporti di debito, in primis del debito fiscale; il Signoraggio viene così ad includere anche un vero e proprio profitto di monopolio. Il passaggio al corso forzoso della moneta durante questo secolo implica che la carta moneta non rappresenta più una passività redimibile in risorse reali nei confronti dello Stato; quest’ultimo può cioè acquisire risorse reali emettendo un debito irredimibile (la moneta) a fronte del quale non contrae alcuna obbligazione di pagamento per interessi. Il Signoraggio si configura come una vera e propria fonte di entrate che lo Stato trae dall’emissione della moneta. Nell’uso corrente, la nozione di Signoraggio viene talvolta estesa a comprendere l’insieme delle risorse che lo Stato trae dal suo potere di creare inflazione espandendo l’offerta di moneta, indipendentemente dallo strumento finanziario con cui esse vengono esatte. [Alessandra Chirco].
Dunque, il Signoraggio è un vantaggio finanziario annesso al potere di battere moneta.
Ma, chi oggi detiene tale potere? Chi i benefici che ne conseguono, ad esempio nell’Unione Europea ?
1. I singoli Stati ?
2. La banca Centrale Europea di Francoforte ?
3
. Le singole Banche Centrali nazionali ?
4. Tutte le banche (anche con un solo sportello) operanti nell’Unione ?
E chi dovrebbe detenerlo ?
La Costituzione italiana afferma (art. 1) che “… la sovranità appartiene al popolo…”: la “sovranità” ha in dote anche il signoraggio ?
Siamo passati dalla moneta convertibile, a quella non convertibile (il dollaro non lo è più dal 1971). Stiamo entrando nell’era della moneta elettronica. Chi ha rendite da signoraggio ?
L’argomento merita approfondimenti.



Il PuntO. Signoraggio. (2) “BC, Rossi e Pierino”. Di Mauro Novelli (8.7.2004)



BC ha un debito di 500 euro nei confronti di Rossi. Stila un assegno a valere sul suo conto corrente per 500 euro e lo consegna al creditore.
Rossi conosce la correttezza e l’onestà di BC. Accetta quel titolo quale rimborso del suo credito, ben sapendo che BC ha un conto corrente bancario con saldo capiente.
In altri termini, Rossi ritiene soddisfatto il suo credito perché considera l’assegno di BC semplice sostituto delle banconote: sa che quel titolo è perfettamente e certamente “convertibile” in moneta corrente.
A sua volta Rossi può soddisfare suoi creditori girando l’originario assegno di BC.
Quel titolo ha valore perché l’ennesimo prenditore sa per certo che, qualora decidesse, potrebbe recarsi presso lo sportello dove è radicato il conto corrente di BC e cambiarlo in banconote.

Prima variante:
BC non è persona corretta e onesta, è anzi conosciuto come malfattore.
Rossi rifiuta l’offerta dell’assegno a saldo del suo credito, poiché considera quel titolo “non convertibile” in moneta corrente. BC dovrà pagare in contanti o non vedrà onorato il suo debito.
Ma BC si accorda con una potente ed istituzionalizzata banda di colleghi malfattori della zona, in grado di obbligare Rossi ad accettare in pagamento quell’assegno “non convertibile”. La stessa banda –onestamente - obbligherà un eventuale creditore di Rossi ad accettare in pagamento l’originario assegno di BC, giratogli da Rossi.
Il titolo di BC ha un corso “forzoso”: o si accetta a saldo di crediti o si viene bastonati dalla banda di malfattori.
Occorrerа denunciare BC e la banda per associazione a delinquere, far intervenire magistratura e forza pubblica, ed assicurare tutti alle patrie galere.
Tale soluzione è accettabile ed anzi da tutti richiesta. Ma Rossi decide di accettare

Seconda variante:
BC non è stato messo in galera, ma è diventato signore della sua zona: ha forza pubblica a disposizione, si dimostra anche buon amministratore, ha una stamperia per i suoi assegni (chiamiamoli “assegnati”) da 500 unità di misura, con i quali paga le sue spese correnti, finanzia l’ armata, i suoi debiti.
Salta su il Pierino: “Ma così, stampando di continuo assegnati e mettendoli in circolo, aumenta solo l’inflazione e dovrà emettere titoli in numero sempre maggiore per pagare le sue spese !”.
BC, ex malfattore, oggi signore, ma non cretino, ci riflette su e decide che Pierino ha ragione. Trova una soluzione geniale e tale da convincere anche il capo delle guardie: a fronte delle sue emissioni dovranno essere ritirati assegnati per una somma pari all’ammontare delle emissioni, o in proporzione che deciderа.
Droga in tal modo il “fisco”: i suoi sudditi dovranno pagare tasse, si vedrà come e quante…
BC & Co. potrà decidere tra:
- pedaggio: tassa per aver diritto di transito su terreni di proprietà.
- pontatico: tassa per ottenere il diritto ad attraversare un ponte.
- portatico: tassa per ottenere il diritto ad attraversare una porta di cinta, o per entrare in porto.
- campatico: tassa sulla produzione agraria di un podere.
- imbottato: tassa sulla produzione di vino.
- fodro: contribuzione obbligatoria in foraggio per gli animali al seguito di un esercito di passaggio.
- ripatico: tassa per transitare sulla riva del fiume.
- fienatico: tassa per ottenere il diritto di far fieno in campi del feudatario.
- erbatico tassa per l’erba mangiata ai bordi della strada o in poderi da buoi trainanti carri
- molinatico: tassa per l’uso del molino.
- fornatico: tassa per l’uso del forno.
- rotatico: tassa per il danno arrecato al fondo stradale dal passaggio dei carri.
- polveratico: tassa per il danno arrecato dalla polvere sollevata dal passaggio di carri e carrozze
.
- ius primae noctis: tassa sul matrimonio del figlio del colono.
- Ige
- Iva
- Ilor
- Irpeg
- Irpef
- Irap
- Ici
-
-

Terza variante:
BC scopre che per i suoi assegnati si è creato un mercato
. Alcuni sudditi risparmiasi sono disposti a depositarli a fronte di un interesse, altri a prenderli in prestito offrendo, a loro volta, un interesse. Ma non sta bene che dei suoi assegnati facciano mercato semplici privati cittadini. Il business può ancora migliorare. Incarica suoi agenti di creare punti di incontro (gli unici legittimi) tra depositanti e richiedenti. Solo li, i Pierini potranno prestare le somme avute in deposito. I prestiti saranno effettuati a tasso più alto di quello di remunerazione dei depositi: l’aggio andrà all’agente ( e, col fisco, a BC e collaboratori).
L’agente Pierino non si accontenta e affina ancor meglio il sistema: chiede a BC di poter effettuare prestiti in misura superiore al monte depositi: guadagnerà di più la sua attività e pagherà più tasse
.

Quarta variante:
BC fiuta l’affare e fissa al 2 per cento (è il livello imposto alle riserve da Banca Centrale Europea) la somma da tenere in cassa a fronte delle 100 lire prestate da Pierino. Se l’agente riceve in deposito assegnati per 100 unità potrà prestare 5000 unità. Sotto forma di ulteriori assegnati ? No, non invadiamo campi altrui ! Sotto forma di scritture contabili, di dare e di avere annotate sulle righe di un registro.
Pierino aveva inventato la moneta creditizia. Avrebbe percepito interessi sulle semplici scritture contabili: gli sarebbe bastato un ulteriore deposito di 2 unità (da remunerare, oggi, allo 0,01 per cento ) per prestare 100 ( su cui ottenere interessi, oggi, del 10 per cento).

Conclusione:
Sono passati vari secoli
. Di generazione in generazione si è tramandata la attuale “cultura” della moneta, del potere di batterla e del diritto di imporre tasse, entrambi prerogative degli eredi della BC e Co. e mai più messi in discussione; del potere di moltiplicarla per mezzo di registri (mai più messi in discussione) appannaggio dei soli eredi di Pierino; dell’obbligo di finanziare l’erario da parte degli eredi di Rossi tramite il fisco (oggetto non di discussioni ma di lamentazioni o di elusioni. Con l’evasione arriva la forza pubblica).

Gli eredi di BC sono semplici privati (Banca d’Italia fino al 1999, oggi Banca Centrale Europea), ma in rapporti di affari con chi deve mantenere la forza pubblica (lo Stato italiano e gli altri di Eurolandia) al quale riconoscono nominalmente un contentino. Gli eredi di Pierino sono anch’essi privati. Continuano ad alimentare il (loro) sistema, creando dal nulla moneta creditizia. Si limitano a pagare le tasse.
[ E’ calcolato che, in un Paese avanzato e finanziariamente maturo, su 100 unità di moneta a disposizione, il 5 per cento è costituito da banconote e monete metalliche, il 95 per cento da moneta creditizia: Pierino ha stravinto, con BC, sui detentori della forza pubblica. Tutti e tre hanno fatto fesso Rossi. “Si è sempre fatto così……!”].

Avremmo dovuto arrestare BC (nella versione mascalzonesca) qualche secolo fa. Ma Rossi fu convinto ad adeguarsi.
Avremmo dovuto impedire a BC di imporre tasse per bilanciare le emissioni messe in circolo forzosamente. Ma Rossi accettò anche questo.
Avremmo dovuto impedire la legittimazione esclusiva di Pierino a creare moneta creditizia pari a 100, da 2 di materia prima, rimanendo proprietario delle somme prestate e godendo di un aggio di 10 unitа al costo di 0,02. Ma a Rossi sembrò addirittura una funzione di utilità generale.

Che fare ?
Tutto dipenderа dalla risposta che daremo alla seguente fondamentale domanda (rubata al prof. Auriti): “Gli assegnati di BC sono accettati dagli eredi di Rossi perché hanno valore, oppure hanno valore perché sono accettati dagli eredi di Rossi ?”
Ragioniamoci un po’, ricordando sempre che “..la sovranità appartiene al popolo …”.

 

 

 

Il PontO. (3) I bilanci di BC, per tacer dei Pierini. di Mauro Novelli (30.7.2004)



BC, versione onest’uomo, era solito stilare un bilancino ad uso personale, tanto per avere contezza della sua situazione finanziaria.
Le sue poste attive erano costituite dai depositi bancari; quelle passive dagli assegni (abbiamo deciso di chiamarli “assegnati”) stilati a pagamento dei suoi debiti. Non aveva dovuto ragionarci molto: se il saldo del conto corrente rappresenta un suo “avere” (la banca è, infatti, sua debitrice), in contropartita, l’entità degli assegni non potevano non concretizzare un suo “dare” (i beneficiari costituendo altrettanti creditori): bancando i titoli, sarebbero stati soddisfatti. Semplice e preciso.
Il BC seconda versione, indossato del mariuolo il paludamento e non solo, aveva scoperto velocemente che il conto bancario aveva un ruolo del tutto marginale: rilasciava assegnati senza copertura; la banda di bastonatori avrebbe obbligato comunque Rossi ad accettarli in pagamento.
Per pura questione di immagine, aveva continuato a stilare il suo bilancino. Più per populismo, per farsi considerare “normale”, che per coscienza civica. Gli assegnati avevano una circolazione forzosa, nessuno avrebbe potuto richiederne il cambio in denaro contante. Si sarebbe potuto limitare a tenere “la conta” dei titoli emessi, senza altri obblighi contabili.
Ma il Bc versione mariuola aveva affinato una sua inclinazione burlesca. Così, tanto per ridere, il suo bilancino continuava a mantenere al passivo l’importo complessivo degli assegnati emessi e fatti accettare manu militari. Per ridere mica poi tanto: in tal modo, i risultati di bilancio mostravano utili nettamente inferiori alla realtà, visto che la posta “assegnati non convertibili ” invece di considerarla un suo “avere” (ci pagava spese, debiti e ci manteneva la squadra di bastonatori) la contrabbandava per un suo “dare” come se fosse un debito, ben sapendo che nessuno ne avrebbe potuto chiedere il cambio in denaro. Per decisione del debitore (BC) il debito (di BC) era infatti inesigibile.
Di fatto, i suoi utili di bilancio risultavano inferiori del doppio dell’ammontare complessivo degli assegnati. Si era fatto un conto veloce: se ho attivitа 100 e debiti 80 (tutti assegni), ho un utile di 20. Ma se la posta passiva di 80 l’avessi dovuta correttamente porre all’attivo, avrei avuto un utile di 180 (attivo 180 e passivo zero). Appunto: 20+ 2 x 80 = 180.
BC era perfettamente consapevole della “forzatura” contabile. Era però altrettanto consapevole che, superate le prime perplessitа, la cosa avrebbe preso agevolmente la china del “si fa così perché è sempre stato così”. I ministri non avevano bisogno di essere convinti. Più faticoso – ma non più di tanto - convincere i magistri, i membri della magistratura.
BC aveva ragione: i vecchi assegni (in lire) avevano ancora la parvenza di assegni/cambiali (pur se inesigibili): “pagabile a vista al portatore” recavano sul recto. Pochi signori Rossi si sono resi conto che, per risparmiare ulteriormente, quella dizione era stata tolta di mezzo nel 2002: i nuovi assegni di BC (in euro) non la riportano più.
BC aveva proprio proprio ragione: perfino un suo erede, chiamato in causa da Rossi – il quale, poichè quel bilancino non gliela contava giusta, ricorse ad un magistro (1994)– sostenne ad adiuvandum del “si è sempre fatto così” che “...alla stregua della puntuale disciplina della funzione di emissione, i biglietti appena prodotti dall’officina di fabbricazione costituiscono una semplice merce di proprietà di BC che ne cura direttamente la stampa e ne assume le relative spese....”.
Tali argomentazioni potevano convincere solo un magistro giа convinto. Insomma – si chiedeva Rossi nuovamente bastonato - come mai il valore di mercato della “merce” fabbricata da una azienda viene posto al passivo?
L’erede di BC argomentava, ancora: “... i biglietti acquistano la loro funzione e il valore di moneta solo nel momento logicamente e cronologicamente successivo, in cui BC li immette sul mercato trasferendone la proprietà ai percettori...”.
Il magistro era giа convinto, ma Rossi continuava a rimuginarci su: ” Come mai BC mette al passivo il valore che una merce ancora non ha acquisito e che acquisterà solo nel momento logicamente e cronologicamente successivo? Se proprio vuole valorizzarla prima di “collocarla, quindi come magazzino, deve comunque metterla all’attivo”. Ed ancora” Se si valorizzano non appena BC li immette sul mercato trasferendone la proprietà ai percettori,vuol forse dire che BC li vende? Ma allora, il valore introitato deve essere posto all’attivo. Se, inoltre ne trasferisce la proprietà immettendoli sul mercato, vuol dire che, prima di questa azione, il proprietario era BC. Ma il proprietario di un bene ancora senza valore (lo acquisirа dopo il trasferimento di proprietà), dovrebbe limitarsi a porre al passivo i costi di fabbricazione.........se poi li vende, metterа l’introito all’attivo.....
Rossi si convinse che solo l’aiuto di un contabile “non convinto” avrebbe potuto aiutarlo.
“Ci sarà pure un contabile a Francoforte!” sospirò sorridendo al pensiero della prossima bastonatura........
Poi ebbe un’idea stravolgente: “ E se, invece di un contabile mi mettessi in cerca di una stamperia...... accordandomi con gli altri signori Rossi? ...un accordo tra gentiluomini potrebbe portarci ad accettare i miei, anzi i nostri assegnati....... Se BC si limita alla stampa, perché dovrebbe essere il solo a stampare ......? Anch’io voglio concorrere e porre al passivo......... anzi, per avere maggiore competitività, dirò all’Erario che porrò al passivo solo il 50 per cento del valore facciale degli assegnati da noi stampati......

 

 

Il PuntO. Signoraggio (4). Otto, il contabile di Francoforte. Di Mauro Novelli (3 settembre 2004)



Otto Buchungs, di Francoforte, aprì la porta. Fece entrare Rossi con gesto asciutto ma cortese..
Prima ancora che l’ospite si accomodasse nella poltrona assegnatagli, il dottor Buchungs riprese l’argomento che li aveva occupati per telefono.
-“Vede sig. Rossi, le ho chiesto di ripetere tre volte le sue osservazioni sulle passività di bilancio di BC perché volevo essere ben sicuro delle informazioni in suo possesso..... Lei mi dice che gli assegnati vengono indicati da BC al passivo..... e non solo quelli di nuova emissione, come sarebbe logico pensare, ma anche quelli ancora in circolazione pur se emessi anni prima. Mi conferma?”.
Rossi annuì.
“Ciò vuol dire che, a fronte di quel debito c’è un elenco di creditori........”. Rossi lo interruppe: ”Vede, dottor Buchungs, i creditori esistevano ed erano riconosciuti come tali quando gli assegnati erano convertibili in oro......oggi nessuna banconota è più convertibile in oro...neanche il dollaro.... ricorderà il discorso di Nixon dell’agosto 1971...Mi passi la battuta: le mascalzonate si annunciano, in genere, il venerdì sera, per dare ai colpiti due giorni di tempo per smaltire l’ira. Nixon non ritenne sufficiente il fine settimana e passò il messaggio attorno a ferragosto... tutti in ferie ...... Nessun capo di governo si ribellò...anche perché a loro volta......”. “Signor Rossi - stavolta fu il dottor Otto ad interrompere con decisione l’interlocutore – non le sto suggerendo di pretendere da BC la conversione degli assegnati in oro, ma di procedere ad un pignoramento dei suoi beni... Lei sa se il patrimonio di BC è consistente?”. Rossi ci pensò un attimo, poi rispose elencando soprattutto beni immobili, attrezzature ecc.
“Bene – esclamò Otto con un sorriso soddisfatto – Prenda 1000 assegnati e pretenda dal giudice di ottenere in cambio la proprietа di una porzione di un immobile di BC..... Si affretti.... le famiglie italiane sono circa 22 milioni... rischia di arrivare tardi....”.
“Non capisce..... non ha capito” pensò scoraggiato Rossi. Poi, ad alta voce: ”Signor Buchungs, una legge mi impone di accettare a saldo dei miei crediti il pagamento in valuta legalmente corrente...se chiedo a BC di onorare il suo assegnato, pagherà il suo debito dandomi altro assegnato... ed io sono obbligato a dirmi soddisfatto....”.
Otto si sistemò sulla poltrona con aria compiaciuta. “Signor Rossi, non se ne rende conto, ma ha centrato il problema: se BC pone al passivo gli assegnati, vuol dire che riconosce i possessori come creditori. E’ vero che quei crediti sono per legge inesigibili, ma solo nel senso che non sono convertibili in oro. Se BC li pone in bilancio al passivo quando dovrebbe porli all’attivo, falsando l’utile della BC Spa, non può non giustificarli con un elenco di creditori. Se deve soddisfare i creditori che bussano alla sua porta, deve usare beni e valori indicati in bilancio con poste attive. Lei quindi chiederа di diventare proprietario di una porzione degli immobili posseduti da BC. Ma se costui usa nuovi assegnati per onorare quelli da lei posseduti e presentati all’incasso, vuol dire che gli assegnati devono essere all’attivo. Se continua a fare bilanci ponendoli al passivo, quei bilanci sono falsi... ci sarа pure un giudice a Berlino... ” concluse sornione.
Rossi restò di princisbecco. Non fu in grado di interrompere Buchungs che continuò: “Questo problema sta per essere addirittura superato, signor Rossi, ....nel giro di qualche lustro le banconote verranno sostituite dal baratto regolato e gestito elettronicamente.....ed il problema del signoraggio cambierà aspetto.....ma dei Pierini parleremo in altro incontro.”
Affrettarsi ? Tornare al baratto ? Non più banconote ? Rossi si scosse ma non fece in tempo ad interloquire: Otto si era alzato e stava uscendo dalla stanza con l’atteggiamento di chi accompagna l’ospite alla porta...........

 

 


 

Il PuntO. 71.  Signoraggio: se è funzione sovrana non può essere “spartito” tra privati.

Di Mauro Novelli  22-7-2006.

 

 

Da La Repubblica 22-7-2006 (Pag. 32):

 

LA CASSAZIONE SUL SIGNORAGGIO: NIENTE RIMBORSO AI CITTADINI.

 

ROMA – “Non tocca al giudice sindacare sul modo in cui lo Stato esplica le proprie funzioni sovrane tra cui quelle di politica monetaria, di adesione a trattati internazionali e di partecipazione a organismi sovranazionali”. Lo stabilisce la Cassazione, annullando una sentenza del Giudice di pace di Lecce con cui la Banca d’Italia veniva condannata per “esproprio illecito di moneta”. La vicenda ha origine con un esposto presentato da un cittadino pugliese secondo cui la BCE e appunto la Bankitalia, in occasione del passaggio all’euro, si erano appropriate dei cosiddetti diritti di signoraggio, cioè della differenza tra il costo delle emissioni di banconote ed il reddito che deriva dal loro utilizzo. Il Giudice di pace aveva lasciato intendere che ai cittadini poteva riconoscersi, proprio per via del signoraggio, un rimborso di 87 euro: c’erano state più di 100mila domande e ben 1600 cause. Ora la sentenza: il signoraggio sulla politica monetaria non esiste perché è funzione sovrana: per i cittadini non c’è rimborso.

 

Commenteremo adeguatamente la sentenza appena ne saremo in possesso. Ma, dal virgolettato del giornale, ci sembra di poter affermare che la Cassazione non ritiene di poter giudicare sulla gestione di una funzione sovrana dello Stato. Proprio questa qualifica interessa la nostra azione: se la materia di cui trattiamo è manifestazione di sovranità, lo Stato non può accettare che Bankitalia divida i proventi da signoraggio (5 miliardi di euro fino al 2003) con alcuni privati e non con tutti i cittadini. Infatti, i riconoscimenti monetari di Banca Centrale Europea a Bankitalia (proprietaria della prima all’8,2 per cento) rivenienti dalla gestione del signoraggio, sono stati da Via Nazionale a sua volta riconosciuti ai suoi azionisti: tutte entità private (Inps a parte). Di questi, molti hanno azionisti stranieri.

Ricapitolando, Banca d’Italia, istituto di “diritto pubblico”, come ribadito dall’art. 19 - 2° comma  della legge 262/2005 (detta della riforma del risparmio), è una Spa posseduta da privati. L’elenco e  riportato in calce. I proventi accreditati a Bankitalia (istituto di diritto pubblico) da BCE sono stati suddivisi tra i proprietari privati della nostra banca centrale ( 5 miliardi di euro fino al 2003). Perché non sono andati allo Stato o, in subordine, perché non sono stati divisi tra tutti i cittadini italiani?

Non è il giudice, come sostiene la Cassazione, a poter sindacare la gestione della sovranità dello Stato, ma Corte dei Conti certamente si:  i responsabili di un danno del genere dovrebbero essere attentamente individuati e sanzionati, rivisto e corretto il meccanismo perverso.

 

 

Riportiamo i primi 22 azionisti (definiti ancora “partecipanti”) e le rispettive quote di partecipazione

In  <a href=                          “> tutti i partecipanti al capitale Bankitalia </a>

 

 

Azionisti della Banca d'Italia

 

 

Gruppo Intesa                                               26,81 %
Gruppo San Paolo IMI                                    17,44 %
Gruppo Capitalia                                          11,15 %
Gruppo Unicredito Italiano                            10,97 %
Gruppo Assicurazioni Generali                        6,33 %
INPS                                                               5,00 %
Banca Carige                                                  3,96 %
Banca Nazionale del Lavoro                            2,83 %
Banca Monte dei Paschi di Siena                     2,50 %
Cassa di Risparmio di Firenze                          1,85 %
RAS-Riunione Adriatica di Sicurtà                    1,33 %
Banca Popolare Italiana già Popolare di Lodi   1,23 %

Cassa di Risparmio di Asti                               0,93 %
Banca delle Marche                                         0,82 %
Cassa di Risparmio di Ferrara                          0,32 %
Cassa di Risparmio di Alessandria                    0,29 %
Cassa di Risparmio di Ravena                          0,26 %
Cassa di Risparmio di San Miniato                   0,22 %
Cassa di Risparmio di Forlí                              0,20 %
Cassa di Risparmio di Bolzano                         0,13 %
Cassa di Risparmio di Rimini                           0,13 %
Cassa di Risparmio di Cento                            0,10 %