PER CAPIRE IL “SIGNORAGGIO”
Di Mauro Novelli (3-9-2004)
Il
PuntO. Signoraggio (1). Chi ha il potere (ed i vantaggi) di battere moneta? 1
Il
PuntO. Signoraggio (2) “BC, Rossi e Pierino” (8.7.2004) 2
Il
PontO. Signoraggio (3) I bilanci di BC, per tacer dei Pierini. (30.7.2004) 4
Il
PuntO. Signoraggio (4). Otto, il contabile di Francoforte. (3.9.2004) 6
Il PuntO. Signoraggio (1). Chi ha il potere (ed i
vantaggi) di battere moneta?
Signoraggio: delle due enciclopedie casalinghe, la prima
(la più paludata) curiosamente non riporta il termine; la seconda
(Enciclopedia Utet-La Repubblica) articola
così le informazioni:
Signoraggio. Insieme delle risorse ottenute da chi emette
moneta, in virtù del proprio potere di emissione. In un regime
monetario metallico, quale quello vigente in Occidente fino all’inizio del XX
secolo, il Signoraggio deriva storicamente dall’inclusione dei costi di
coniazione nelle regioni di scambio tra metallo
coniato e metallo non coniato: tale ragione di scambio è maggiore
dell’unità – il metallo coniato comanda cioè un Signoraggio –
in quanto chi emette moneta deve recuperare i costi di coniazione. Con il
graduale rafforzarsi dell’autorità centrale dello Stato, si instaura
il monopolio statuale delle coniazione e si
attribuisce alla moneta legalmente certificata potere liberatorio nei
confronti dei rapporti di debito, in primis del debito fiscale; il
Signoraggio viene così ad includere anche un vero e proprio profitto
di monopolio. Il passaggio al corso forzoso della moneta durante questo
secolo implica che la carta moneta non rappresenta più una
passività redimibile in risorse reali nei confronti dello Stato;
quest’ultimo può cioè acquisire risorse reali emettendo un
debito irredimibile (la moneta) a fronte del quale non contrae alcuna
obbligazione di pagamento per interessi. Il Signoraggio si configura come una
vera e propria fonte di entrate che lo Stato trae dall’emissione della
moneta. Nell’uso corrente, la nozione di Signoraggio viene
talvolta estesa a comprendere l’insieme delle risorse che lo Stato trae dal
suo potere di creare inflazione espandendo l’offerta di moneta,
indipendentemente dallo strumento finanziario con cui esse vengono esatte. [Alessandra Chirco].
Dunque, il Signoraggio è un vantaggio finanziario annesso al potere di
battere moneta.
Ma, chi oggi detiene tale potere? Chi i benefici che ne conseguono, ad
esempio nell’Unione Europea ?
1. I singoli Stati ?
2. La banca Centrale Europea di Francoforte ?
3. Le singole Banche Centrali nazionali ?
4. Tutte le banche (anche con un solo sportello) operanti nell’Unione ?
E chi dovrebbe detenerlo ?
La Costituzione italiana afferma (art. 1) che “… la sovranità
appartiene al popolo…”: la “sovranità” ha in
dote anche il signoraggio ?
Siamo passati dalla moneta convertibile, a quella non convertibile (il
dollaro non lo è più dal 1971). Stiamo entrando nell’era della
moneta elettronica. Chi ha rendite da signoraggio ?
L’argomento merita approfondimenti.
Il PuntO.
Signoraggio. (2) “BC, Rossi e Pierino”. Di Mauro
Novelli (8.7.2004)
BC ha un debito di 500 euro nei confronti di Rossi. Stila un assegno a valere
sul suo conto corrente per 500 euro e lo consegna al creditore.
Rossi conosce la correttezza e l’onestà di BC. Accetta quel titolo
quale rimborso del suo credito, ben sapendo che BC ha un conto corrente
bancario con saldo capiente.
In altri termini, Rossi ritiene soddisfatto il suo credito perché considera
l’assegno di BC semplice sostituto delle banconote: sa che quel titolo
è perfettamente e certamente “convertibile” in moneta corrente.
A sua volta Rossi può soddisfare suoi
creditori girando l’originario assegno di BC.
Quel titolo ha valore perché l’ennesimo prenditore sa per certo che, qualora
decidesse, potrebbe recarsi presso lo sportello dove è radicato il
conto corrente di BC e cambiarlo in banconote.
Prima variante:
BC non è persona corretta e onesta, è anzi conosciuto come
malfattore.
Rossi rifiuta l’offerta dell’assegno a saldo del suo credito, poiché considera
quel titolo “non convertibile” in moneta corrente. BC dovrà pagare in
contanti o non vedrà onorato il suo debito.
Ma BC si accorda con una potente ed istituzionalizzata banda di colleghi
malfattori della zona, in grado di obbligare Rossi ad accettare in pagamento
quell’assegno “non convertibile”. La stessa banda –onestamente -
obbligherà un eventuale creditore di Rossi ad accettare in pagamento
l’originario assegno di BC, giratogli da Rossi.
Il titolo di BC ha un corso “forzoso”: o si accetta a saldo di crediti o si viene bastonati dalla banda di malfattori.
Occorrerа denunciare BC e la banda per associazione a
delinquere, far intervenire magistratura e forza pubblica, ed assicurare
tutti alle patrie galere.
Tale soluzione è accettabile ed anzi da tutti richiesta.
Ma Rossi decide di accettare
Seconda variante:
BC non è stato messo in galera, ma è diventato signore della
sua zona: ha forza pubblica a disposizione, si dimostra anche buon
amministratore, ha una stamperia per i suoi assegni (chiamiamoli “assegnati”)
da 500 unità di misura, con i quali paga le sue spese correnti,
finanzia l’ armata, i suoi debiti.
Salta su il Pierino: “Ma così, stampando di continuo
assegnati e mettendoli in circolo, aumenta solo l’inflazione e
dovrà emettere titoli in numero sempre maggiore per pagare le sue
spese !”.
BC, ex malfattore, oggi signore, ma non cretino, ci riflette su e decide che
Pierino ha ragione. Trova una soluzione geniale e tale da convincere anche il
capo delle guardie: a fronte delle sue emissioni dovranno essere ritirati
assegnati per una somma pari all’ammontare delle emissioni, o in proporzione
che deciderа.
Droga in tal modo il “fisco”: i suoi sudditi dovranno
pagare tasse, si vedrà come e quante…
BC & Co. potrà decidere tra:
- pedaggio: tassa per aver diritto di transito su terreni di
proprietà.
- pontatico: tassa per ottenere il diritto ad
attraversare un ponte.
- portatico: tassa per ottenere il diritto ad
attraversare una porta di cinta, o per entrare in porto.
- campatico: tassa sulla produzione agraria di un
podere.
- imbottato: tassa sulla produzione di vino.
- fodro: contribuzione obbligatoria in foraggio per
gli animali al seguito di un esercito di passaggio.
- ripatico: tassa per transitare sulla riva del
fiume.
- fienatico: tassa per ottenere il diritto di far
fieno in campi del feudatario.
- erbatico tassa per l’erba mangiata ai bordi della
strada o in poderi da buoi trainanti carri
- molinatico: tassa per l’uso del molino.
- fornatico: tassa per l’uso del forno.
- rotatico: tassa per il danno arrecato al fondo
stradale dal passaggio dei carri.
- polveratico: tassa per il danno arrecato dalla
polvere sollevata dal passaggio di carri e carrozze.
- ius primae
noctis: tassa sul matrimonio del figlio del colono.
- Ige
- Iva
- Ilor
- Irpeg
- Irpef
- Irap
- Ici
-
-
Terza variante:
BC scopre che per i suoi assegnati si è creato un mercato.
Alcuni sudditi risparmiasi sono disposti a depositarli a fronte di un
interesse, altri a prenderli in prestito offrendo, a loro volta, un
interesse. Ma non sta bene che dei suoi assegnati facciano
mercato semplici privati cittadini. Il business può ancora migliorare.
Incarica suoi agenti di creare punti di incontro (gli unici legittimi) tra
depositanti e richiedenti. Solo li, i Pierini
potranno prestare le somme avute in deposito. I prestiti
saranno effettuati a tasso più alto di quello di remunerazione dei
depositi: l’aggio andrà all’agente ( e, col fisco, a BC e
collaboratori).
L’agente Pierino non si accontenta e affina ancor meglio il sistema: chiede a
BC di poter effettuare prestiti in misura superiore al monte depositi:
guadagnerà di più la sua attività e pagherà
più tasse.
Quarta variante:
BC fiuta l’affare e fissa al 2 per cento (è il livello imposto alle
riserve da Banca Centrale Europea) la somma da tenere in cassa a fronte delle
100 lire prestate da Pierino. Se l’agente riceve in
deposito assegnati per 100 unità potrà prestare 5000
unità. Sotto forma di ulteriori assegnati ?
No, non invadiamo campi altrui ! Sotto forma di
scritture contabili, di dare e di avere annotate sulle righe di un registro.
Pierino aveva inventato la moneta creditizia. Avrebbe
percepito interessi sulle semplici scritture contabili: gli sarebbe bastato
un ulteriore deposito di 2 unità (da remunerare, oggi, allo 0,01 per
cento ) per prestare 100 ( su cui ottenere interessi, oggi, del 10 per
cento).
Conclusione:
Sono passati vari secoli. Di generazione in generazione si è
tramandata la attuale “cultura” della moneta, del
potere di batterla e del diritto di imporre tasse, entrambi prerogative degli
eredi della BC e Co. e mai più messi in discussione; del potere di
moltiplicarla per mezzo di registri (mai più messi in discussione)
appannaggio dei soli eredi di Pierino; dell’obbligo di finanziare l’erario da
parte degli eredi di Rossi tramite il fisco (oggetto non di discussioni ma di
lamentazioni o di elusioni. Con l’evasione arriva
la forza pubblica).
Gli eredi di BC sono semplici privati (Banca d’Italia fino al 1999, oggi
Banca Centrale Europea), ma in rapporti di affari
con chi deve mantenere la forza pubblica (lo Stato italiano e gli altri di
Eurolandia) al quale riconoscono nominalmente un contentino. Gli eredi di
Pierino sono anch’essi privati. Continuano ad alimentare il (loro) sistema,
creando dal nulla moneta creditizia. Si limitano a pagare le tasse.
[ E’ calcolato che, in un Paese avanzato e finanziariamente maturo, su 100
unità di moneta a disposizione, il 5 per cento è costituito da
banconote e monete metalliche, il 95 per cento da moneta creditizia: Pierino
ha stravinto, con BC, sui detentori della forza pubblica. Tutti e tre hanno
fatto fesso Rossi. “Si è sempre fatto
così……!”].
Avremmo dovuto arrestare BC (nella versione mascalzonesca) qualche secolo fa.
Ma Rossi fu convinto ad adeguarsi.
Avremmo dovuto impedire a BC di imporre tasse per bilanciare le emissioni
messe in circolo forzosamente. Ma Rossi accettò anche questo.
Avremmo dovuto impedire la legittimazione esclusiva di Pierino a creare
moneta creditizia pari a 100, da 2 di materia prima, rimanendo proprietario
delle somme prestate e godendo di un aggio di 10 unitа
al costo di 0,02. Ma a Rossi sembrò addirittura una funzione di
utilità generale.
Che fare ?
Tutto dipenderа dalla risposta che daremo alla seguente fondamentale
domanda (rubata al prof. Auriti): “Gli assegnati di
BC sono accettati dagli eredi di Rossi perché hanno valore, oppure hanno
valore perché sono accettati dagli eredi di Rossi ?”
Ragioniamoci un po’, ricordando sempre che “..la
sovranità appartiene al popolo …”.
Il PontO. (3) I bilanci di BC, per tacer dei Pierini.
di Mauro Novelli (30.7.2004)
BC, versione onest’uomo, era solito stilare un
bilancino ad uso personale, tanto per avere contezza della sua situazione
finanziaria.
Le sue poste attive erano costituite dai depositi bancari; quelle passive
dagli assegni (abbiamo deciso di chiamarli “assegnati”) stilati a pagamento
dei suoi debiti. Non aveva dovuto ragionarci molto: se il saldo del conto
corrente rappresenta un suo “avere” (la banca è, infatti, sua
debitrice), in contropartita, l’entità degli assegni non potevano non
concretizzare un suo “dare” (i beneficiari costituendo
altrettanti creditori): bancando i titoli,
sarebbero stati soddisfatti. Semplice e preciso.
Il BC seconda versione, indossato del mariuolo il paludamento e non solo,
aveva scoperto velocemente che il conto bancario aveva un ruolo del tutto
marginale: rilasciava assegnati senza copertura; la banda di bastonatori
avrebbe obbligato comunque Rossi ad accettarli in pagamento.
Per pura questione di immagine, aveva continuato a stilare il suo bilancino.
Più per populismo, per farsi considerare “normale”, che per coscienza
civica. Gli assegnati avevano una circolazione forzosa, nessuno avrebbe
potuto richiederne il cambio in denaro contante. Si sarebbe potuto limitare a
tenere “la conta” dei titoli emessi, senza altri obblighi contabili.
Ma il Bc versione mariuola aveva affinato una sua
inclinazione burlesca. Così, tanto per ridere, il suo bilancino
continuava a mantenere al passivo l’importo complessivo degli assegnati
emessi e fatti accettare manu militari. Per ridere
mica poi tanto: in tal modo, i risultati di bilancio mostravano utili
nettamente inferiori alla realtà, visto che la posta “assegnati non
convertibili ” invece di considerarla un suo “avere” (ci pagava spese, debiti e ci manteneva la squadra di bastonatori) la
contrabbandava per un suo “dare” come se fosse un debito, ben sapendo che
nessuno ne avrebbe potuto chiedere il cambio in denaro. Per decisione del
debitore (BC) il debito (di BC) era infatti
inesigibile.
Di fatto, i suoi utili di bilancio risultavano inferiori del doppio dell’ammontare complessivo degli assegnati. Si era fatto
un conto veloce: se ho attivitа 100 e debiti
80 (tutti assegni), ho un utile di 20. Ma se la posta passiva di 80 l’avessi
dovuta correttamente porre all’attivo, avrei avuto un utile di 180 (attivo 180 e passivo zero). Appunto: 20+ 2 x 80 = 180.
BC era perfettamente consapevole della “forzatura” contabile. Era però
altrettanto consapevole che, superate le prime perplessitа, la cosa avrebbe preso agevolmente la
china del “si fa così perché è sempre stato così”. I
ministri non avevano bisogno di essere convinti. Più faticoso – ma non
più di tanto - convincere i magistri, i
membri della magistratura.
BC aveva ragione: i vecchi assegni (in lire) avevano ancora la parvenza di
assegni/cambiali (pur se inesigibili): “pagabile a
vista al portatore” recavano sul recto. Pochi signori Rossi si sono resi
conto che, per risparmiare ulteriormente, quella dizione era stata tolta di
mezzo nel 2002: i nuovi assegni di BC (in euro) non la riportano più.
BC aveva proprio proprio
ragione: perfino un suo erede, chiamato in causa da Rossi – il quale, poichè quel bilancino non gliela contava giusta,
ricorse ad un magistro (1994)– sostenne ad adiuvandum del “si è sempre fatto così” che
“...alla stregua della puntuale disciplina della funzione di emissione, i
biglietti appena prodotti dall’officina di fabbricazione costituiscono una
semplice merce di proprietà di BC che ne cura direttamente la stampa e
ne assume le relative spese....”.
Tali argomentazioni potevano convincere solo un magistro giа convinto. Insomma – si chiedeva
Rossi nuovamente bastonato - come mai il valore di mercato della “merce”
fabbricata da una azienda viene posto al passivo?
L’erede di BC argomentava, ancora: “... i biglietti acquistano la loro
funzione e il valore di moneta solo nel momento logicamente e
cronologicamente successivo, in cui BC li immette sul mercato trasferendone
la proprietà ai percettori...”.
Il magistro era giа
convinto, ma Rossi continuava a rimuginarci su: ” Come mai BC mette al
passivo il valore che una merce ancora non ha acquisito e che
acquisterà solo nel momento logicamente e cronologicamente successivo?
Se proprio vuole valorizzarla prima di “collocarla, quindi come magazzino,
deve comunque metterla all’attivo”. Ed ancora” Se si valorizzano non appena
BC li immette sul mercato trasferendone la proprietà ai percettori,vuol forse dire che BC li vende? Ma allora, il valore
introitato deve essere posto all’attivo. Se, inoltre ne trasferisce la
proprietà immettendoli sul mercato, vuol dire che, prima di questa
azione, il proprietario era BC. Ma il proprietario di un bene ancora senza
valore (lo acquisirа dopo il trasferimento di proprietà),
dovrebbe limitarsi a porre al passivo i costi di fabbricazione.........se poi
li vende, metterа l’introito all’attivo.....”
Rossi si convinse che solo l’aiuto di un contabile “non convinto” avrebbe
potuto aiutarlo.
“Ci sarà pure un contabile a Francoforte!” sospirò sorridendo
al pensiero della prossima bastonatura........
Poi ebbe un’idea stravolgente: “ E se, invece di un contabile mi mettessi in
cerca di una stamperia...... accordandomi con gli altri signori Rossi? ...un
accordo tra gentiluomini potrebbe portarci ad accettare i miei, anzi i nostri
assegnati....... Se BC si limita alla stampa, perché dovrebbe essere il solo
a stampare ......? Anch’io voglio concorrere e porre
al passivo......... anzi, per avere maggiore competitività,
dirò all’Erario che porrò al passivo solo il 50 per cento del
valore facciale degli assegnati da noi stampati......”
Il PuntO.
Signoraggio (4). Otto, il contabile di Francoforte. Di
Mauro Novelli (3 settembre 2004)
Otto Buchungs, di Francoforte, aprì la
porta. Fece entrare Rossi con gesto asciutto ma cortese..
Prima ancora che l’ospite si accomodasse nella poltrona assegnatagli, il
dottor Buchungs riprese l’argomento che li aveva
occupati per telefono.
-“Vede sig. Rossi, le ho chiesto di ripetere tre volte le sue osservazioni
sulle passività di bilancio di BC perché volevo essere ben sicuro
delle informazioni in suo possesso..... Lei mi dice
che gli assegnati vengono indicati da BC al passivo..... e non solo quelli di
nuova emissione, come sarebbe logico pensare, ma anche quelli ancora in
circolazione pur se emessi anni prima. Mi conferma?”.
Rossi annuì.
“Ciò vuol dire che, a fronte di quel debito c’è un elenco di
creditori........”. Rossi lo interruppe: ”Vede, dottor Buchungs,
i creditori esistevano ed erano riconosciuti come tali
quando gli assegnati erano convertibili in oro......oggi nessuna
banconota è più convertibile in oro...neanche il dollaro....
ricorderà il discorso di Nixon dell’agosto
1971...Mi passi la battuta: le mascalzonate si annunciano, in genere, il
venerdì sera, per dare ai colpiti due giorni di tempo per smaltire
l’ira. Nixon non ritenne sufficiente il fine
settimana e passò il messaggio attorno a ferragosto... tutti in ferie ...... Nessun capo di governo si ribellò...anche
perché a loro volta......”. “Signor Rossi - stavolta
fu il dottor Otto ad interrompere con decisione l’interlocutore – non le sto
suggerendo di pretendere da BC la conversione degli assegnati in oro, ma di
procedere ad un pignoramento dei suoi beni... Lei sa se il patrimonio di BC
è consistente?”. Rossi ci pensò un attimo, poi rispose
elencando soprattutto beni immobili, attrezzature ecc.
“Bene – esclamò Otto con un sorriso soddisfatto – Prenda 1000
assegnati e pretenda dal giudice di ottenere in cambio la proprietа
di una porzione di un immobile di BC..... Si
affretti.... le famiglie italiane sono circa 22 milioni... rischia di
arrivare tardi....”.
“Non capisce..... non ha capito” pensò scoraggiato Rossi. Poi, ad alta
voce: ”Signor Buchungs, una legge mi impone di
accettare a saldo dei miei crediti il pagamento in valuta legalmente
corrente...se chiedo a BC di onorare il suo assegnato, pagherà il suo
debito dandomi altro assegnato... ed io sono obbligato a dirmi soddisfatto....”.
Otto si sistemò sulla poltrona con aria compiaciuta. “Signor Rossi, non se ne rende conto, ma ha centrato il
problema: se BC pone al passivo gli assegnati, vuol dire che riconosce i
possessori come creditori. E’ vero che quei crediti sono per
legge inesigibili, ma solo nel senso che non sono convertibili in oro.
Se BC li pone in bilancio al passivo quando dovrebbe
porli all’attivo, falsando l’utile della BC Spa,
non può non giustificarli con un elenco di creditori. Se deve
soddisfare i creditori che bussano alla sua porta, deve usare beni e valori
indicati in bilancio con poste attive. Lei quindi chiederа di diventare
proprietario di una porzione degli immobili
posseduti da BC. Ma se costui usa nuovi assegnati per onorare quelli da lei
posseduti e presentati all’incasso, vuol dire che gli assegnati devono essere
all’attivo. Se continua a fare bilanci ponendoli al
passivo, quei bilanci sono falsi... ci sarа
pure un giudice a Berlino... ” concluse sornione.
Rossi restò di princisbecco. Non fu in grado di interrompere Buchungs che continuò: “Questo problema sta per
essere addirittura superato, signor Rossi, ....nel
giro di qualche lustro le banconote verranno sostituite dal baratto regolato
e gestito elettronicamente.....ed il problema del signoraggio cambierà
aspetto.....ma dei Pierini parleremo in altro
incontro.”
Affrettarsi ? Tornare al baratto ? Non più
banconote ? Rossi si scosse ma
non fece in tempo ad interloquire: Otto si era alzato e stava uscendo dalla
stanza con l’atteggiamento di chi accompagna l’ospite alla porta...........
Il PuntO. N°
71. Signoraggio: se è funzione sovrana
non può essere “spartito” tra privati.
Di Mauro Novelli 22-7-2006.
Da La Repubblica 22-7-2006 (Pag. 32):
LA CASSAZIONE SUL SIGNORAGGIO: NIENTE
RIMBORSO AI CITTADINI.
ROMA – “Non tocca al giudice sindacare sul modo in cui lo
Stato esplica le proprie funzioni sovrane tra cui quelle di politica
monetaria, di adesione a trattati internazionali e di partecipazione a
organismi sovranazionali”. Lo stabilisce la Cassazione, annullando una
sentenza del Giudice di pace di Lecce con cui la Banca d’Italia veniva condannata per “esproprio illecito di moneta”.
La vicenda ha origine con un esposto presentato da un cittadino pugliese
secondo cui la BCE e appunto la Bankitalia, in occasione del passaggio
all’euro, si erano appropriate dei cosiddetti
diritti di signoraggio, cioè della differenza tra il costo delle
emissioni di banconote ed il reddito che deriva dal loro utilizzo. Il Giudice
di pace aveva lasciato intendere che ai cittadini poteva
riconoscersi, proprio per via del signoraggio, un rimborso di 87 euro:
c’erano state più di 100mila domande e ben 1600 cause. Ora la sentenza: il signoraggio sulla politica monetaria non
esiste perché è funzione sovrana: per i cittadini non c’è
rimborso.
Commenteremo adeguatamente la sentenza appena ne saremo in
possesso. Ma, dal virgolettato del giornale, ci sembra di poter affermare che
la Cassazione non ritiene di poter giudicare sulla gestione di una funzione
sovrana dello Stato. Proprio questa qualifica
interessa la nostra azione: se la materia di cui trattiamo è manifestazione
di sovranità, lo Stato non può accettare che Bankitalia divida
i proventi da signoraggio (5 miliardi di euro fino al 2003) con alcuni
privati e non con tutti i cittadini. Infatti, i riconoscimenti monetari di
Banca Centrale Europea a Bankitalia (proprietaria della prima all’8,2 per
cento) rivenienti dalla gestione del signoraggio, sono stati da Via Nazionale a sua volta riconosciuti ai suoi
azionisti: tutte entità private (Inps a
parte). Di questi, molti hanno azionisti stranieri.
Ricapitolando, Banca d’Italia, istituto di “diritto pubblico”,
come ribadito dall’art. 19 - 2° comma della legge 262/2005 (detta della
riforma del risparmio), è una Spa posseduta
da privati. L’elenco e
riportato in calce. I proventi accreditati a Bankitalia
(istituto di diritto pubblico) da BCE sono stati suddivisi tra i proprietari
privati della nostra banca centrale ( 5 miliardi di euro fino al 2003).
Perché non sono andati allo Stato o, in subordine, perché non sono stati
divisi tra tutti i cittadini italiani?
Non è il giudice, come sostiene la Cassazione, a poter
sindacare la gestione della sovranità dello Stato,
ma Corte dei Conti certamente si:
i responsabili di un danno del genere dovrebbero essere attentamente
individuati e sanzionati, rivisto e corretto il meccanismo perverso.
Riportiamo i primi 22 azionisti (definiti ancora “partecipanti”)
e le rispettive quote di partecipazione
In <a
href=” “> tutti i
partecipanti al capitale Bankitalia </a>
Azionisti della Banca d'Italia
Gruppo Intesa 26,81 %
Gruppo San Paolo IMI 17,44 %
Gruppo Capitalia 11,15
%
Gruppo Unicredito Italiano 10,97 %
Gruppo Assicurazioni Generali 6,33 %
INPS 5,00 %
Banca Carige
3,96 %
Banca Nazionale del Lavoro 2,83 %
Banca Monte dei Paschi di Siena 2,50 %
Cassa di Risparmio di Firenze 1,85 %
RAS-Riunione Adriatica di Sicurtà
1,33 %
Banca Popolare Italiana già Popolare di Lodi 1,23 %
Cassa di Risparmio di Asti 0,93 %
Banca delle Marche 0,82 %
Cassa di Risparmio di Ferrara 0,32 %
Cassa di Risparmio di Alessandria 0,29 %
Cassa di Risparmio di Ravena 0,26 %
Cassa di Risparmio di San Miniato 0,22 %
Cassa di Risparmio di Forlí 0,20 %
Cassa di Risparmio di Bolzano 0,13 %
Cassa di Risparmio di Rimini 0,13 %
Cassa di Risparmio di Cento 0,10 %
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