CENACOLO DEI COGITANTI |
COGITAZIONe |
Di Mauro Novelli Cogitante (21-2-2009)
Mi piace
pensare che la prima globalizzazione sia avvenuta all'inizio del passato millennio,
quando l’uomo cambiò il profilo del suo orizzonte: dalle mura di un castello a
quelle di un Comune. L’uomo del Medio Evo veniva mettendo in comune le sue
ossessioni: la sopravvivenza, il peccato, il soprannaturale,
l'irraggiungibilità della giustizia se non dopo la morte, l'incomparabilità
della Città divina rispetto a quella terrena, inadeguata ed ostile. Con la
visione comunale (ampliata poi dalle signorie) il mal comune divenne mezzo
gaudio. La vita terrena si riappropriò di valori positivi: il lavoro
(mercantile, agricolo, intellettuale) affiancò la creazione divina e divenne la
nuova ricchezza sostituendo quella terriera feudale; la scienza non fu più
ancella della Bibbia, la città terrena si ordinò inventando meccanismi di
governo che puntavano al bene comune, al suo perseguimento al suo mantenimento,
al suo incremento e, come per il riposo ed il divertimento, l’aspirazione ad un
bene (relativamente) diffuso cessò di essere considerato fonte primaria di
peccato.
Il superamento
di quelle ossessioni spalancò all’uomo il mondo.
Con l'Umanesimo l'uomo tornò a fianco a Dio, superò la sua
sottomissione terrorizzata ed implorante; ricominciò a progettare; ricominciò a
sperare. Cominciò a pensare l'utopia.
Si era
ricostituita la massa critica perché un nuovo motore fosse in grado di spingere
il progresso.
L’attuale
momento globalizzante sembrerebbe muoversi all’inverso rispetto a mille anni
fa: considerata dieci anni fa
come ennesima espansione dell’Occidente, la globalizzazione di
oggi sembra aver tolto agli occidentali alcuni convincimenti positivi (di
costruzione del proprio futuro, di capacità di organizzarsi per superare i
problemi, di saper scegliere il buono emarginando il cattivo) sostituendoli con
delle ossessioni concrete: la crisi, il declino, l’impoverimento,
l’impossibilità di progettare il futuro.
Che cosa è
accaduto?
L’uomo è
stato spodestato dalla sua centralità per fornirne i vantaggi ad un gruppo
ristretto di saccheggiatori organizzati in tribù ?
Come fare per
invertire il trend declinante per tutti i paesi dell’Occidente?
Negli USA
si dice: “Non sprechiamo questa crisi”.
Quali
valori, se abbandonati,
dobbiamo recuperare ? Quali accomodamenti antropologici dobbiamo
imporre al nuovo modello?
Come
rivolgere le attuali ossessioni in progetto, in speranza e poi in utopia?
Abbiamo
ancora un compito da svolgere ? Quale ?