L’Osservatore
romano 17-11-2011
Secondo il premier britannico la crescita è
bloccata da regole senza senso
Cameron attacca l'Europa
Il
Parlamento di Strasburgo approva norme per limitare l'uso dei derivati
LONDRA,
16. La crescita economica del vecchio continente è bloccata dalle
regole "senza senso" della Comunità europea. Questo il
messaggio lanciato ieri dal premier britannico, David Cameron, che ha
utilizzato il suo intervento al banchetto annuale del sindaco di Londra per
attaccare in modo durissimo le istituzioni Ue, definite "fuori dalla
realtà", e per chiedere "riforme radicali" per
stimolare la crescita.
L'inquilino di Downing Street ha chiesto ai suoi partner europei di
abbandonare "i grandi progetti e le visioni utopistiche" e ha
lanciato un appello per una Ue che abbia "la flessibilità di una
rete e non la rigidità di un blocco". L'Europa - ha spiegato
Cameron - "è fuori dal mondo nel momento in cui chiede aumenti di
bilancio mentre i cittadini stringono la cinghia; è l'insensata
interferenza, le regole e i regolamenti che bloccano la crescita invece di
stimolarla". Secondo il primo ministro, l'eurozona "è in
qualche modo un obiettivo astratto e fine a se stesso, immune a ciò
che accade nel mondo reale, più che un modo per creare migliori
standard di vita per i popoli delle sue nazioni: non deve essere
così".
Diverse le dichiarazioni di Nick Clegg, vice
premier liberale, secondo il quale "riforme radicali dei trattati
Ue" non debbono essere prese in considerazione in alcun modo.
Intanto, dal vecchio continente arriva un forte segnale contro la
speculazione, pur non riuscendo ancora a mettere a segno un punto decisivo
contro le agenzie di rating - il varo di misure per limitare il potere di
queste agenzie sui Paesi in difficoltà, su cui pendono rischi di downgrade
capaci di compromettere la loro capacità di ripresa.
Il segnale contro la speculazione è arrivato direttamente da
Strasburgo: ieri il Parlamento Ue ha dato il via libera definitivo al nuovo
regolamento sui credit default swaps che
rappresentano assicurazioni contro il rischio dei debiti sovrani e le vendite
allo scoperto, ovvero effettuate senza detenere i titoli. Da dicembre
sarà vietato vendere credit default swaps
"nudi" (ovvero senza averli) sui debiti sovrani e da gennaio
scattano le regole più strette sulle vendite allo scoperto.
"È la prima volta che la Ue proibisce un prodotto che serve a
speculare sugli Stati" ha osservato il relatore per il Parlamento
europeo, l'ecologista francese Pascal Canfin. Nel
provvedimento sono comunque previste eccezioni allo stop ai credit default swaps "nudi", che potranno essere ammessi solo
quando un Paese teme riflessi sul proprio debito sovrano. Un'opzione voluta
soprattutto da Italia e Spagna. Tali eccezioni sono comunque limitate nel
tempo e sottoposte alla verifica dell'autorità europea sui mercati, l'Esma.
Si continua a discutere, intanto, su nuove misure di austerità.
L'ipotesi di taglio dei fondi strutturali se gli Stati membri non
rispetteranno il patto di stabilità, contro la quale sono scese in
campo tutte le regioni europee, "è solo un'ultima ratio",
una soluzione estrema. Lo ha spiegato ieri all'Europarlamento il commissario
Ue alle Politiche regionali, Johannes Hahn,
rispondendo alle interrogazioni dei parlamentari dell'Assemblea di
Strasburgo. Secondo Hahn "è importante
ricordare che si tratta di una misura come ultima ratio". Si tratta di
capire - ha aggiunto il commissario Ue - "quali misure vengono
intraprese dai vari Stati membri, ma per ora tutti i Paesi si danno da fare,
quindi sono ingiustificate misure macroeconomiche". Per Hahn "sarebbe diverso se ci fossero delle insistenze
di un Paese a non voler provvedere", per rientrare nei parametri
stabiliti dall'Ue. Quindi "penso di poter ipotizzare - ha concluso il
commissario Ue - che il principio sia possibile, ma in pratica non
verrà mai attuato". La Commissione europea sta studiando nuove
misure contro i paradisi fiscali da introdurre nel 2012, come indicato dal
presidente della Commissione Ue, José Manuel Durão
Barroso, nella presentazione del programma di lavoro dell'Esecutivo europeo
per il prossimo anno. "L'obiettivo di migliorare lo stato delle finanze
pubbliche non può avvenire senza accresciute entrate fiscali" ha
sottolineato il presidente della Commissione Barroso, precisando che per
questo motivo Bruxelles "studierà nuove misure per contrastare i
paradisi fiscali e le frodi sull'iva".
(©L'Osservatore Romano 17 novembre 2011)
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