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Documento inserito il: 12-8-2013

 

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Da noisefromamerica  12 agosto 2013

Coraggio italiani, arriva il piano mutui

Giulio Zanella

Il Corriere della Sera ci informa che il governo starebbe lavorando a un piano per rendere più facili i prestiti a famiglie e imprese, e che starebbe facendo questo assieme all'ABI e alla Cassa Depositi e Prestiti. Non so quanto ci sia di vero, ma anche solo il fatto che ci siano di mezzo questi due altri soggetti (e sorvolando sul dettaglio che il dossier sarebbe nelle mani del ministro Maurizio Lupi, notoriamente esperto in materia) suggerisce che si tratti di una pessima idea. Entrando nei dettagli riportati dalla giornalista ci si accorge che è proprio così.

Vediamoli, questi dettagli. L'unica cosa giusta sembra la premessa, così riassunta dalla giornalista:

Il meccanismo [...] si basa sul presupposto che le banche fanno fatica a erogare mutui a medio e lungo termine perché sono a corto di liquidità.

E questo è un fatto. Come si solve il problema, con quale meccanismo? Logica vuole che il problema si possa risolvere solo aumentando la liquidità a disposizione delle banche in un modo che consenta di erogare prestiti a medio/lungo termine (che sia cioè liquidità non esigibile a breve) a debitori non troppo rischiosi (sottoposti cioè a una scrupolosa valutazione, in modo che quella liquidità non finisca in un buco nero). C'è un solo strumento che consente di raggiungere simultaneamente questi due obiettivi: il capitale proprio (in principio ce ne sarebbe un altro, cioè obbligazioni con maturità pari a quella degli impieghi, ma in poiché nessuno si assumerebbe mai i rischi del banchiere senza riceverne i corrispodenti profitti attesi, questo secondo strumento si riduce al primo).

Se le risorse che, in ultima istanza, fanno funzionare una banca non sono capitale proprio, infatti, si incorre nei due problemi che ricorrono praticamente in tutte le crisi finanziarie, inclusa l'ultima. Primo, chi ha prestato le risorse può pretendere di riaverle a breve mentre queste sono impiegate a lungo. Questo è il modo in cui le banche tipicamente falliscono. Secondo, chi gestisce risorse non proprie e con promesse più o meno esplicite di assicurazione da parte di terzi (risorse cioè delle quali, in ultima istanza, non si risponde del tutto se le cose vanno male) si assume più rischi di quanti se ne assumerebbe altrimenti. In questo modo, quando le cose vanno male davvero, le banche diventano degli zombie incapaci di svolgere la fondamentale funzione di erogare credito.

Il meccanismo di cui sopra, quindi, dovrebbe essere questo: ricapitalizzare mediante massicci aumenti di capitale, permettere cioè a nuovi azionisti (in qualunque lingua sia stampato il loro passaporto) di apportare tutta la liquidità che serve al sistema per funzionare. Questo, naturalmente, implica diluzione delle quote dei vecchi azionisti (il cui passaporto è tipicamente stampato nella mia amata lingua natia). Ma l'interesse privato di questi ultimi è certamente meno meritevole di tutela dell'interesse pubblico a un sistema del credito che funzioni, no?

No. Ecco il piano, come riportato dal Corriere:

[le banche potranno, se il piano fosse realizzato] emettere delle obbligazioni garantite (covered bond) dalla Cassa depositi e prestiti e finalizzate proprio all'erogazione di mutui.

Cioè titoli a rendimento non meno certo di quello dei titoli del debito pubblico italiano (la Cassa depositi e prestiti è il governo italiano con la maschera di Pulcinella -- o di Bassanini, fate voi). Con questi denari le banche concedono mutui, che quindi sarebbero il sottostante. Se il sottostante va male, niente paura: c'è il governo pronto a rimborsare i malcapitati (alcuni dei quali, informa l'articolo, sarebbero "molti fondi pensione"). Che bella idea, mette tutti d'accordo. Come può non piacere al governo, che potrà vantarsi di aver fatto ripartire il credito che la cattiva finanza (internazionale, certo) aveva fatto bloccare? Come può non piacere all'ABI, la lobby dei proprietari delle banche, proprietari il cui capitale non sarebbe diluito e che potrebbero fare quello che vogliono con soldi altrui, profitti privati con copertura pubblica, proprio come ai bei tempi andati? E come può non piacere alla Cassa depositi e prestiti, alla quale piace tutto quello che piace a chi sta sotto la suddetta maschera?

Se questa bella idea vi ricorda qualcosa (brainstorming: Fannie Mae & Freddie Mac, mortgage-backed securities, derivati, mutui facili che vanno in malora, ecc. ecc.) allora siete sulla strada giusta: davvero il governo sta pensando che dalla crisi del credito si può uscire permettendo alle banche di emettere debito pubblico? Possibile che la lezione del 2007-2009 sia già stata dimenticata?


Il Corriere della Sera 11-8-2013

Piano casa per famiglie e imprese
I prestiti diventeranno più facili

Disponibili 5 miliardi messi in campo dalla Cdp per ridare liquidità alle banche e facilitare l'erogazione di mutui

 

ROMA - I mutui sono crollati del 50%, il mercato immobiliare affonda, gli affitti sono bloccati dalle tasse sui proprietari: questa è la «malattia». La cura la sta preparando il governo, sotto forma di un decreto che dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri il 28 agosto, affrontando il problema-casa nel suo complesso. In ballo ci sono cinque miliardi messi in campo dalla Cassa depositi e prestiti per ridare liquidità alle banche e restituire alle famiglie la possibilità di accedere ai finanziamenti per comprare una casa. «Abbiamo lavorato molto su come reincentivare l'erogazione dei mutui - spiega il ministro alle Infrastrutture, Maurizio Lupi, che ha in mano il dossier -. Perché, dopo le norme sulle imprese e sul lavoro, è quello che serve di più per rilanciare la nostra economia». Il piano, che potrà partire già in autunno, si articola su tre fronti: l'implementazione del sistema bancario, per lo sblocco dei mutui a famiglie e imprese di costruzione; il fondo per le agevolazioni alle giovani coppie e alle famiglie con redditi instabili; gli incentivi agli affitti.

L'operazione più grossa è proprio quella sui mutui, di cui il ministro all'Economia, Fabrizio Saccomanni, ha discusso venerdì con l'Ance, l'associazione dei costruttori. Ma della partita fanno parte anche l'Abi, l'associazione banche italiane, e la Cdp, Cassa depositi e prestiti. Il meccanismo, che ricalca un po' quello delle cartelle fondiarie degli anni 60, si basa sul presupposto che le banche fanno fatica a erogare mutui a medio e lungo termine perché sono a corto di liquidità. Per sopperire a questa mancanza, potranno - se il piano sarà varato - emettere delle obbligazioni garantite (covered bond ) dalla Cassa depositi e prestiti e finalizzate proprio all'erogazione di mutui: con i soldi raccolti, le banche potrebbero concedere i finanziamenti rimasti a lungo inaccessibili non solo alle famiglie ma anche alle imprese di costruzione, schiacciate dalla crisi. Questi titoli avrebbero un rendimento non alto, ma sicuro, e potrebbero così attirare l'attenzione anche di altri investitori: «Molti fondi pensione sono già interessati», conferma il vicedirettore Ance, Antonio Gennari. E se le famiglie non pagassero regolarmente? In realtà le sofferenze, la percentuale di mutui scoperti, è piuttosto bassa, fa sapere l'Abi: è passata dall'1% dell'anno scorso all'1,5-1,8% di quest'anno. Ma per coprire anche quest'eventualità, il governo pensa a un fondo di garanzia statale.

Parallelamente il piano casa punta a valorizzare il fondo per l'accesso al credito per l'acquisto della prima casa dedicato alle coppie sotto i 35 anni. Il fondo esiste dal 2010, ma non è stato molto usato per le difficoltà burocratiche. Come rileva l'ex docente universitario Raffaele Lungarella su La voce.info , sono poco più di cento le richieste di mutui ammesse alla fideiussione, per 10 milioni complessivi: un cinquantesimo delle possibilità rispetto ai 50 milioni di dotazione del fondo. Quelle ammesse a garanzia sono 45 per 5 milioni di euro, un risultato molto al di sotto delle attese, motivo per cui il governo Letta sta rielaborando i requisiti di ammissione. Lo stesso fondo sarà probabilmente integrato con incentivi per gli affitti. Ma non è tutto: l'endorsement del presidente del Consiglio, Enrico Letta, al piano industriale di Cdp fa profilare all'orizzonte un'ulteriore chance , per ora allo studio: la Cassa, ampliando il suo raggio d'azione da 80 a 95 miliardi, potrebbe acquistare i mutui cartolarizzati dalle banche per liberare risorse degli istituti di credito, da destinare a nuovi mutui. Ma questo è un altro capitolo.

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