Il Fatto Quotidiano
20-3-2012
Cancellare la concussione? Il
premier Monti non avalli questa porcata
Di Massimo Fini
Massimo Fini denuncia: il reato per cui è imputato Silvio
Berlusconi davanti al tribunale di Milano potrebbe essere scorporato in due fattispecie:
estorsione e corruzione. Se il presidente del Consiglio non interverrà
per fermare questa nuova legge ad-personam, non
perderà l'appoggio del Pdl, ma verrà meno la fiducia degli
italiani
Il governo Monti ci ha chiesto pesanti sacrifici,
resisi necessari dopo trent’anni di dissennata politica clientelare e di corruzione
sistematica (la sola prima Tangentopoli ci è costata 630 mila miliardi
di lire, un quarto del debito pubblico) e, da ultimo, dalla drammatica
inerzia di Silvio Berlusconi che, mentre l’UE chiedeva all’Italia
interventi urgenti, si limitava a inviare a Strasburgo una ‘lettera di
intenti’. Come l’Italia non si è liberata da sé dal fascismo,
così non si è liberata da sé dal pericoloso pagliaccio.
È dovuta intervenire la Merkel per farci
capire che se continuavamo su quella strada facevamo la fine della Grecia.
Berlusconi è stato cacciato, al suo posto è subentrato Monti. E
gli italiani, pur se tartassati da tutte le parti, gli hanno dato fiducia,
anche per il rigore morale, distrutto durante il quasi ventennio di
berlusconismo.
Ora però Monti, per non perdere l’appoggio del Pdl e del Pd, si
appresterebbe a varare una legge che cancella il reato di concussione
di cui, assieme a quello di prostituzione minorile, Silvio Berlusconi
è imputato davanti al Tribunale di Milano. Insomma la classica legge
‘ad personam’. Il Codice penale dà una
definizione limpida della concussione all’art. 317: “Il pubblico ufficiale
che, abusando della sua qualità o delle sue funzioni, costringe o
induce taluno a dare o a promettere indebitamente a lui o a un terzo denaro o
altra utilità è punito con la reclusione da quattro a dodici
anni”. Berlusconi ci è cascato in pieno. La sola telefonata alla
Questura è già, in sé, una indebita induzione, e poco importa
che sotto interrogatorio ci fosse la ragazza Ruby, poteva trattarsi di
qualsiasi altro. È proprio per l’evidenza del reato che la Procura di
Milano ha potuto chiedere il processo per direttissima nel quale
Berlusconi non avrebbe avuto scampo (per la prostituzione minorile la
questione è più complessa, ma si tratta di una fattispecie meno
grave) né avrebbe potuto puntare alla prescrizione perché i fatti sono
recentissimi. La concussione, a differenza, poniamo, del “concorso esterno in
associazione mafiosa”, non è un reato di nuovo conio, è un
reato-base che esiste da quando esiste lo Stato moderno. Modificarla sarebbe
come voler modificare il furto o l’omicidio.
E invece cosa si appresta a fare il governo Monti? A scorporare la
concussione in due reati: l’estorsione, che esiste già e non
riguarda precipuamente il pubblico ufficiale, e la corruzione che pure
c’è già e riguarda il corrotto e non il corruttore. Si ingenera
così una gran confusione alle cui larghissime maglie non sarà
difficile sfuggire. L’interesse del Pdl a un pateracchio del genere è
evidente.
VIDEO DI MANOLO LANARO
Ma il Pd? Ho letto sul “Corriere” del 18/3 un’intervista ad Anna
Finocchiaro. Si arrampicava sugli specchi. Diceva che il Pd rispondeva in
questo modo “alle sollecitazioni dell’Ocse”. Ma l’Ocse è
un’organizzazione internazionale, nemmeno europea, per la cooperazione e lo
sviluppo economico e non si vede quale autorità e competenza abbia per
modificare la legislazione penale di un Paese. A voler essere buoni si
può dare del Pd la definizione che Carlo Maria Cipolla
dà del cretino: uno che fa danni senza ricavarne alcun vantaggio.
Ad aggiungere, volutamente, confusione a confusione ci ha pensato Giuliano
Ferrara in un articolo sul “Giornale” del 18/3. Evidentemente Manzoni
quando disegnava l’immortale figura dell’Azzeccagarbugli conosceva già
il ciccione. Ferrara, mette insieme elementi sociologici, psicologici,
pseudoculturali, emotivi, che non c’entrano niente col diritto, svariando da
Donizetti a Strauss-Kahn. È il solito cambio dei piani del discorso,
il gioco delle ‘tre tavolette ‘ che non si pratica nemmeno più in via
Prè. Ma raggiunge l’apoteosi quando arriva al punto. “Quello che
accadde quella notte lo sanno tutti. Berlusconi fu avvertito che una
signorina sua amica di bisbocce private, simpatica e un po’ matta… preda
molto appariscente nell’Italia guardona che voleva far fuori il premier per
le feste che teneva a casa sua, era nei guai in Questura a Milano. Le diede
una mano come farebbe chiunque non abbia gli occhi foderati di loscaggini legalitarie. Chiunque inteso come privato. Lo
avrei fatto anch’io. Chiamò, rassicurò con estrema gentilezza
il funzionario, sollecitò una soluzione che evitasse guai alla ragazza
che si era messa nei guai, raccontò anche qualche balla su Mubarak
perché è persona fantasiosa e verbalmente incontinente. Insomma mise
la sua voce delicata e suadente un passettino oltre le regole e
incaricò un’amica, amica delle sue amiche, di andare a prendere la
giovinetta. Tutto qui… Qualcuno mette talvolta un comportamento garbato e
possibilmente efficace allo scopo, prima delle astratte leggi etiche e per
questo gli si vuole bene. In quanto Berlusconi era presidente del Consiglio,
lo scandalo c’era. Poteva essere trattato con dignità e finire con un
rabbuffo per un aiutino inopportuno, con delle scuse gentili per una telefonata
inopportuna, qualcosa d’inopportuno che soltanto un fantastico ‘italiano
nella folla’ come Berlusconi poteva compiere personalmente, con particolari
alla Totò, laddove i politici suoi censori dispongono di una catena di
comando ed erano bravi in tanti affaires a far fare
il lavoretto a qualcuno che non fossero loro”.
Piacerebbe a tutti, credo, commettere reati da dodici anni di galera e
cavarsela con un ‘rabbuffo’. Piacerebbe a tutti, credo, raccontare balle
sesquipedali alla polizia e non subirne conseguenze. Un ‘aiutino’ che
sarà mai? Da parte poi di una persona così generosa che, con la
collaborazione di “un’amica delle amiche”, ha fatto finire la minorenne
Ruby proprio là dove non doveva finire: in casa di una prostituta
patentata. La sola cosa sensata che Ferrara scrive è che così
fan tutti anche, e meglio, quelli di sinistra.
Siamo alle solite. Questi qui, destra e sinistra, si lavano le mani l’uno con
l’altro. Ma non hanno ancora capito che destra e sinistra non
esistono più e che non possono più salvaguardarsi
vicendevolmente con i soliti, logori, trucchetti. La loro credibilità
è al 4%. E se Monti avallerà quest’ultima porcata, gli italiani
gli toglieranno quella fiducia che gli hanno così generosamente
concesso. Sono quarant’anni che noi ‘italiani nella folla’ veniamo presi per
il culo. Dai politici, di destra e di sinistra, dagli intellettuali al loro
servizio e adesso anche dai cosiddetti ‘tecnici’. La misura è colma.
Per questi Ben Alì l’ora è vicina.
da Il Fatto Quotidiano del 20 marzo 2012
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