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Il ConsigliO


 

Il ConsigliO n° 42.

 

Risparmio. Dopo i bagni  di Argentina, Parmalat, Ciro ecc.

 le banche affinano la  formazione professionale dei dipendenti.

 

Di Mauro Novelli  (7-10-06)

 

Tra i vari contatti telefonici di Adusbef  inerenti le varie problematiche affrontate dagli utenti bancari, finanziari ed assicurativi, due  meritano un commento per il loro contenuto “nuovo”.

1) Titoli di stato italiani non compatibili con un profilo di rischio “basso”.

Un cliente bancario, monotono investitore in titoli di stato, ci contatta per comunicarci di essere stato contattato dalla sua agenzia in merito ai suoi investimenti: “Le comunichiamo che i suoi investimenti in titoli di stato non sono più compatibili col suo profilo di rischio “basso”. Venga allo sportello. Le suggeriremo la soluzione migliore.” Perplesso per il contenuto della telefonata, prima di recarsi in banca, ha chiamato Adusbef. Appurato che tra i suoi titoli non fossero presenti BTP a lunghissima scadenza, abbiamo consigliato di chiedere una spiegazione - circa il comportamento del direttore dell’agenzia - al presidente dell’istituto di credito e, come usiamo suggerire, di inviare la lettera per conoscenza a Bankitalia, Consob, CICR e a noi. Per gli indirizzi rispettivi, vedi.

2) Interrogatorio filmato per definire il profilo di rischio.

 Un correntista bancario scontento del rapporto, visita agenzie di altri istituti di credito per informarsi  e cercar di capire quale potrebbe essere la sua nuova banca. Individuato lo sportello, comunica all’incaricato che è sua intenzione trasferire anche il dossier titoli. Venuto a conoscenza del fatto che il nuovo cliente usa investire i suoi risparmi, l’impiegato, un po’ impacciato, fa presente al futuro correntista che dovrà sottoporsi ad una approfondita intervista in tema di investimenti, e che il colloquio verrà filmato da una telecamera.

Prima di procedere alla firma dei nuovi contratti, il concittadino si è rivolto a noi per un parere e per sapere se la nuova prassi si adeguava ad una norma.  Anche in questo caso abbiamo suggerito di chiedere informazioni al presidente della banca, pretendendo risposte su chi effettua le riprese, chi archivia i supporti e per quanto tempo, chi ha accesso all’archivio, e, soprattutto, se gli verrà consegnata una copia. Non abbiamo voluto coinvolgere in questa fase l’Autorità garante della privacy, né di sollevare il problema circa l’acquisizione di una eventuale variazione successiva delle abitudini del risparmiatore. Ultimo consueto suggerimento, l’invio per conoscenza a Bankitalia, Consob, CICR e all’Adusbef.

Ci auguriamo che i due concittadini abbiano seguito i nostri consigli. Vi terremo informati se i due casi avranno risposte.

Non è nostra intenzione affrontare la questione sul versante giuridico-legale.

Ci interessa notare, invece, come sia mutata in banca la promozione della formazione professionale: siamo passati dal “Dobbiamo liberarci di questi titoli (Argentina, Parmalat, Cirio). Dateli ai clienti che riuscite a convincere!” ad un diversamente  professionale “Intanto sappia che  i suoi titoli di Stato  sono rischiosi”  per liberarsi da qualsiasi responsabilità; per giungere, infine,  alla registrazione delle “dichiarazioni dirette di rischio” da parte del cliente.

Solo un paragone: siamo passati dal medico che ordinava medicinali forieri di lucrosi ritorni, ma inutili se non dannosi per il paziente, al medico che basa la sua professionalità sullo studio del sbugiardino e che filma la visita del paziente per “inchiodarlo” in merito alla dichiarazione dei sintomi.

Morale: se gli investimenti degli italiani si rivolgono a prodotti finanziari esteri, ciò  non deriva dalla diversa  tassazione dei prodotti “italiani”, ma dalla diversa impostazione professionale e deontologica di chi ha il compito di curare gli interessi del risparmiatore, dal gestore al promotore.

Consiglio finale: su www.bancainmano.it abbiamo cercato di fornire i rudimenti dei principali servizi bancari, le caratteristiche fondamentali dei servizi di investimento col suggerimento di accortezze da tenere sul campo.

Con un po’ di tempo a disposizione e di applicazione è possibile acquisire le conoscenze necessarie ad orientarsi in un settore certamente complicato, ma non difficile, reso ostico ad arte dagli addetti ai lavori per poter utilizzare la clava del “ma lei non sa che…?”