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PRIVILEGIA
NE IRROGANTO Documento
inserito il: 8-11-2012 |
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Commento |
La casta ha già messo a punto
l'azienda "perfetta": il partito politico. Produce o non produce,
produce porcherie o aria fritta, produce danni o si astiene dal farlo, il
partito politico spende 1 (per se stesso) per introitare 4 (dai cittadini).
Sempre. |
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Da Formiche 7-11-2012 Scassiniamo la
Cassa dello Stato (Cdp).
Carlo Stagnaro (IBL) [a seguire: “Scheda tecnica di CDP” da borsaitaliana.it] Diceva
Margaret Thatcher che l'Inghilterra, all'epoca in cui lei fece il suo
ingresso a Downing Street numero 10, era un Paese nel quale le imprese
private erano controllate dai funzionari pubblici e quelle pubbliche da
nessuno. L'Italia potrebbe oggi diventare un Paese nel quale le imprese
private sono controllate dalla Cassa depositi e prestiti, e la Cdp da nessuno. La Cdp è una delle eredità più tenaci lasciate dal ventennio
tremontiano. Oggi la Cassa - società formalmente
privata ma sostanzialmente pubblica, o meglio privata o pubblica secondo la
convenienza del momento - direttamente o indirettamente partecipa in
posizione chiave a molti settori dell'economia italiana. Direttamente,
controlla alcune tra le maggiori utility (Snam, Terna e il colosso dell'oil & gas Eni), Finmeccanica, una piccola quota
di StMicroelectronics. Attraverso i fondi da essa
partecipati (F2i) o controllati (Fsi) è invece in
una serie di business che vanno dalle energie rinnovabili alle reti di
distribuzione locale dell'elettricità e del gas. Inoltre,
la Cdp rafforza il conflitto d'interesse implicito
nella proprietà pubblica di Poste, della quale amministra il risparmio dei
correntisti (garantito dallo Stato). Infine, proprio per la sua natura ibrida
Cdp si presta a operazioni di cosmesi finanziaria,
come l'acquisto dal Tesoro di Sace, Fintecna e Simest che, attraverso
una partita di giro, ha prodotto una riduzione apparente del debito pubblico
ai fini Eurostat.
Tuttavia,
è proprio in un momento di debolezza della politica che la Cassa conosce la
massima espansione, a dimostrazione del fatto che non esiste alcun efficace
strumento che limiti l'espansione dello Stato, nel momento in cui la porta
viene lasciata socchiusa: come il Nulla nella "Storia infinita" di
Michael Ende, la Cdp si
allarga sempre e non si restringe mai. E non importa se le operazioni vengono
presentate come temporanee: certe promesse, in politica, sono evanescenti. La strategia
svelata da Formiche.net è
perfettamente funzionale a una visione della Cassa come epicentro di un
ritorno pesante dello Stato imprenditore, specialmente nei settori regolati
dove paradossalmente le liberalizzazioni parevano aver segnato una
discontinuità forte. Discontinuità che, invece, ha trovato un contrappeso
nell´inossidabile coerenza con cui i governi di centrodestra e centrosinistra
hanno progressivamente allentato le briglie della "banca dello
Stato". Adesso la
Cassa si sta muovendo, attraverso F2i e Fsi, nel
mondo delle utility locali, al fine dichiarato di promuovere il
consolidamento del settore e l'aggregazione di società spesso frammentate e
inefficienti. Lodevole
intenzione, ma perché il driver deve venire da un ente pubblico? La
principale ragione per cui queste realtà rimangono frammentate e inefficienti
è che esse sono alla mercé della politica e dei partiti, essendo perlopiù
partecipate dagli enti locali. Cioè a determinare inefficienze, extracosti e incapacità di trovare una dimensione
adeguata è legata principalmente al fatto che molte utility locali sono e
restano feudi dei partiti. Non v'è dubbio, in questo senso, che l'intervento
della Cdp possa avviare un processo di fusioni e acquisizioni,
ma trattandosi sempre, in ultima analisi, di un intervento di marca politica,
non vi è alcuna garanzia che tale processo saprà trovare la dimensione
"ottima", in considerazione delle condizioni esterne del mercato,
della tecnologia, eccetera. Anzi, vi è la quasi garanzia che ci si spingerà
troppo in là, verso una concentrazione eccessiva, come sta accadendo per
esempio nella distribuzione locale del gas attraverso F2i, da un lato, e
Snam, dall'altro. Non solo:
se si guarda in controluce il progetto della Cassa, si osserva che siamo in
presenza del tentativo neppure troppo mascherato di riunire l'intera
infrastruttura energetica in mani pubbliche, destituendo quindi di senso il
tentativo di introdurre forme di concorrenza per il mercato. Cioè, nel nome
di una presunta efficienza tecnocratica, la Cdp è
al centro di un gigantesco fenomeno di riavvolgimento della storia, a valle
del quale c'è la centralizzazione - per ora - dei segmenti regolati del
mercato. E' grave che questo possa accadere, è più grave che la scelta venga
di fatto affidata a un soggetto strumentale del governo dal profilo ambiguo,
ed è gravissimo che il disegno (se questo è) non sia reso in alcun modo
esplicito. Scheda tecnica (da www.borsaitaliana.it)
Cassa Depositi e Prestiti
Si occupa del finanziamento degli
investimenti statali
Cassa Depositi e Prestiti è una società per azioni
controllata dallo Stato italiano. Nata a Torino nel 1850: la sua funzione era
inizialmente quella di ricevere depositi quale “luogo di fede pubblica”. Nel 1857 un Regio Decreto ha allargato l’ambito
di attività anche al finanziamento degli Enti pubblici. I libretti di risparmio postale vengono introdotti nel 1875,
utilizzati dall’Istituto per il finanziamento degli investimenti in opere
pubbliche e per l'ammortamento dei debiti pregressi da parte degli Enti
locali. L’altro strumento di risparmio postale, il Buono
fruttifero viene usato dal 1924. Nel 1983 iniziò il processo di separazione della
Cassa depositi e prestiti dallo Stato, che si è concluso il 12 dicembre 2003
con la trasformazione in Società per azioni (CDP Spa), uscendo così e dalla
Pubblica Amministrazione. Composizione L’azienda è ora amministrata da un CdA
composto da nove membri (integrato da altri cinque membri solamente nei casi
di finanziamenti garantiti dallo Stato). Per quanto concerne la struttura azionaria, il Ministero
dell’Economia e delle Finanze possiede il 70% delle azioni, mentre
il restante 30% è in mano ad oltre 60 Fondazioni di origine bancaria,
sotto forma di azioni privilegiate. Le due principali attività della CDP sono: ·
la
gestione separata: si occupa del finanziamento
degli investimenti statali (Stato, Regioni, Province, Comuni e altri
Enti pubblici); ·
la
gestione ordinaria: riguarda la distribuzione di fondi per
progetti che non rientrano nei requisiti della gestione separata. La raccolta di fondi per finanziare le attività di
gestione separata avviene soprattutto attraverso l'emissione di Buoni
Fruttiferi Postali e Libretti di Risparmio, che godono della garanzia diretta
dello Stato, alla stessa stregua di Bot, Cct e Btp.
La Cassa può inoltre emettere Covered Bonds. La Cassa Depositi e Prestiti può servirsi della raccolta
postale anche per finanziare direttamente infrastrutture e operazioni a
sostegno dell'economia che nella loro realizzazione coinvolgono aziende
private. Tali progetti devono soddisfare quattro requisiti vincolanti: 1) devono essere promossi da soggetti pubblici; 2) devono essere di interesse generale; 3) devono presentare adeguato merito di credito; 4) devono offrire sostenibilità
economico-finanziaria. Al di fuori di tali 4 caratteristiche, la Cassa Depositi
e Prestiti può finanziare aziende, infrastrutture e progetti attingendo alla
raccolta ordinaria, non garantita dallo Stato. La separazione contabile e
organizzativa, imposta dalla Legge, tra "gestione separata" (raccolta
garantita dallo Stato) e "gestione ordinaria" (raccolta non
garantita dallo Stato) rende compatibile l'attività della Cassa Depositi e
Prestiti con la normativa in materia di aiuti di Stato. La Cassa Depositi e Prestiti ha, recentemente,
intrapreso altre attività come la partecipazione a fondi di private equity, destinati alle infrastrutture nazionali
e internazionali, e la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico. Il portafoglio azionario della Cassa
Depositi e Prestiti è ora composto da società quotate, non quotate e da quote
di fondi di private equity. |
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