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Documento inserito il: 29-11-2012

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Fermare il Declino, 29/11/2012

Bersani & co.: il declino è anche colpa vostra

di Luigi Zingales

 

La risposta ufficiale di Bersani alla mia lettera non è arrivata. E’ arrivata solo quella di Meloni, membro della segreteria nazionale del Partito Democratico e pretoriano di Bersani, cui rispondo volentieri.

Caro Marco, mi dispiace non essere stato sufficientemente chiaro nella mia lettera. Io non ho nessun problema a firmare il contenuto della Carta d'Intenti per l’Italia Bene Comune. Credo “in un progetto di società di pace, di libertà, di eguaglianza, di laicità, di giustizia, di progresso e di solidarietà.”. Non credo “alle bugie delle promesse facili, quelle vendute nel decennio disastroso della destra”, mentre  credo “in un risveglio della fiducia, a cominciare dai giovani e dalle donne.” Il paradosso e’ che potevo sottoscrivere tutto di quella carta, tranne l’impegno a sostenere, a scatola chiusa, qualsiasi candidato risultasse vincitore alle Primarie. Un impegno che non so quanti elettori di Vendola avrebbero mantenuto in caso Tabacci risultasse vincitore. Un impegno che non impedisce agli elettori disonesti di votare, ma tiene lontani quelli onesti anche quando condividono gli ideali di fondo. Un impegno che, a quanto mi risulta, non esiste in nessuna altra primaria al mondo. Questa regola è stata regolarmente approvata dall’Assemblea nazionale del PD  su proposta di Bersani, ma basta questo a farla una buona regola?  

In secondo luogo, non era mia intenzione contestare il diritto del PD ad introdurre delle regole per delimitare la partecipazione alle sue primarie. Volevo solo criticare le scelte implicite in queste regole. Il gruppo dirigente del PD (Bersani in testa) ha preferito rifiutare  i voti di persone come me (non tanto e solo di Fermare il declino, ma di qualsiasi parte della società italiana), per poi andare a contrattare i voti di un Casini che ha sostenuto  “le bugie delle promesse facili, vendute nel decennio disastroso della destra”, che non e’ laico, e che ha portato Cuffaro e compagni in parlamento.

Sì io avrei votato Romney (anche se non l’ho fatto perché’ non sono cittadino americano) perché’ deluso da Obama (che non solo avrei votato, ma ho anche sostenuto finanziariamente nel 2008). Sì una parte (molto minoritaria) del Partito Repubblicano americano crede nelle mie proposte economiche, è questa una colpa che mi  rende indegno delle primarie democratiche? Una colpa che rende Casini preferibile a me (e milioni di altre persone come me)?

A me non interessano le etichette di destra o di sinistra. E’ di destra o di sinistra combattere la mafia e la corruzione? E’ di destra o di sinistra credere nelle meritocrazia e rifiutare il nepotismo? E’ di destra o di sinistra combattere contro il conflitto di interessi? E’ di destra o di sinistra ribellarsi contro l’uso strategico dei lavoratori per difendere l’inquinamento delle imprese, che poi scaricano sulla comunità il costo dei loro mancati controlli? E’ di destra o di sinistra combattere contro il money trust rappresentato da banche e fondazioni bancarie? E’ di destra o di sinistra combattere perché gli aiuti statali vadano ai lavoratori e non alle imprese? Io combatto queste battaglie perché  le ritengo giuste non perché  sono di sinistra. Ma se tu vuoi ancora ragionare all’interno dei vecchi schemi, ti chiedo di leggere quello che scrivo e di verificare tu stesso che su questi temi io sono più di “sinistra” non solo di Casini (ci vuole poco), ma anche del tuo compagno d’Alema, che ha permesso a Berlusconi di prosperare rifiutandosi di approvare una seria legge sul conflitto di interesse quando ne aveva l’opportunità.   

Quando i giapponesi invasero la Cina, i nazionalisti ed i comunisti decisero di combattere uniti contro il nemico comune. Non ho dubbi che ci sono aspetti che dividono me da molti democratici, ma io sono pronto a combattere unito contro il nemico comune. Lo siete voi? Oggi combattere contro il declino non è di destra ne’ di sinistra. E’ sacrosanto. Quando Deng Xiaoping decise che non importava il colore del gatto, l’importante era che acchiappasse i topi, la Cina cominciò a lasciarsi alle spalle i disastri del regime maoista e diede inizio al più impressionate sviluppo che la storia ricordi.  

Tu e Bersani siete più vicini al modo di pensare di Mao che a quello di Deng Xiaoping. Per voi il colore del gatto conta più delle capacità del gatto di prendere il topo. Continuate pure su questa strada, ma poi non pentitevi se vi trovate la mafia, la corruzione, e il declino. E’ colpa vostra, che alla soluzione giusta nella busta “sbagliata” preferite la soluzione sbagliata nella busta del colore giusto.