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PRIVILEGIA
NE IRROGANTO Documento
inserito il: 18-9-2012 |
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DOCUMENTI CORRELATI |
Commento: Ormai sanno che possono permettersi
tutto. Hanno verificato che mentre i loro guadagni restano in casa e se
li spartiscono, i loro danni sono prontamente addossati dai governi
all'Erario. Aziende "perfette"! |
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Il
fatto Quotidiano 18-9-2012 La crisi resta, i vizi delle banche pure: tra evasione, tassi
manipolati e riciclaggio
A oltre 4 anni dall'inizio delle
difficoltà economico-finanziarie si discute ancora delle responsabilità degli
istituti di credito e di chi li ha guidati. E i loro comportamenti non sono
cambiati e i casi si moltiplicano, dalle inchieste sull'evasione di Unicredit
e sui tassi Euribor
Più informazioni su: Alessandro Profumo,
Banche,
banche europee,
banche italiane,
Barclays,
Corrado Passera,
euribor,
Giulio Tremonti,
JP Morgan,
Libor,
Marco Milanese,
Massimo Ponzellini, Monte dei Paschi di
Siena, Unicredit.
Sono passati più di quattro anni dallo scoppio dell’attuale crisi
finanziario-economica e molto ancora si discute sulle sue cause. Una cosa
però è certa: la responsabilità maggiore va attribuita alle banche e quindi
ai banchieri che, pur di potersi assegnare bonus e stipendi sempre più alti,
non hanno esitato a minare la stabilità dell’intero sistema finanziario, a
rovinare famiglie e imprese e a violare le leggi. Ad oggi un’uscita dalla
crisi appare ancora molto lontana, soprattutto perché i comportamenti delle
banche non sono affatto cambiati. Anzi, i
banchieri, dopo aver visto che gli stati e le banche centrali sono
prontamente corsi in loro soccorso senza pretendere alcuna contropartita,
hanno ripreso indisturbati la loro azione distruttiva per la ricchezza degli
altri, ma molto redditizia per la propria. In questi anni gli istituti di
credito sono finiti sotto indagine per reati odiosi come l’evasione fiscale
(Unicredit
e tutte le principali banche italiane) e la manipolazione dei tassi di interesse
sui mutui (Barclays
e tutte le principali banche inglesi). Esse hanno inoltre aiutato narcotrafficcanti e terroristi a riciclare
denaro sporco (Jp Morgan e
diverse grandi banche americane). Alcuni di
questi reati risalgono a prima dello scoppio della crisi, ma in molti
istituti gli amministratori sono sempre gli stessi (Jamie Dimon
di Jp Morgan in testa). Pochi hanno lasciato in
seguito agli scandali (Bob
Diamond di Barclays),
alcuni hanno prontamente trovato un nuovo prestigioso incarico (Alessandro Profumo
passato a Mps da Unicredit dopo averla quasi fatta
fallire) e qualcuno è addirittura passato a incarichi di maggiore
responsabilità (Corrado
Passera di Intesa-Sanpaolo diventato ministro dello Sviluppo
economico). L’ultimo scandalo in ordine temporale è stato quello che ha
investito le principali banche americane, fra cui Jp
Morgan e Bank of America (la stessa accusata da
Parmalat ai tempi del commissario Enrico
Bondi di aver aiutato la famiglia Tanzi a depredare l’azienda
di Collecchio), che secondo l’autorità giudiziaria statunitense avrebbero
ignorato l’obbligo di controllare il flusso di transazioni in contante,
consentendo così a narcotrafficanti e terroristi di ‘pulire’ i loro capitali. JpMorgan,
inoltre, è nel mirino delle autorità federali perché accusata di aver
trasferito denaro in Paesi colpiti dalle sanzioni statunitensi come Cuba e Iran. “Queste
questioni sono rimaste in sospeso durante la crisi finanziaria, ma ora le
autorità possono tornare a occuparsi del riciclaggio di denaro e di altri
problemi” ha detto Alma
Angotti, direttrice di Navigant,
una società che offre consulenza alle banche sulle leggi anti-riciclaggio.
Finora, gli investigatori si erano concentrati soprattutto sulle transazioni
operate da banche europee, accusate di aver fatto affari con Stati colpiti
dalle sanzioni statunitensi. Ad agosto, la britannica Standard Chartered,
accusata di transazioni per conto dell’Iran,
ha accettato di pagare 340 milioni di dollari di multa alle autorità bancarie
di New York. Uno
scandalo di dimensioni ancora maggiori è stato quello che ha riguardato la
manipolazione del Libor,
l’equivalente dell’Euribor sulla piazza finanziaria londinese. Prestiti auto,
prestiti agli studenti, tassi delle carte di credito e mutui a tasso
variabile vengono tutti calcolati in base al Libor,
per un valore di circa 10 miliardi di dollari, senza contare i 350mila
miliardi di dollari di derivati. Ebbene il Libor
viene calcolato dalla banche stesse, a cui non sembrava vero di poter
guadagnare miliardi di dollari in più alzando (frazionalmente
e artificiosamente) il tasso di interesse. Nello scandalo non sono coinvolte
solo le banche inglesi ma tutte le principali: Barclays, Royal
Bank of Scotland, Deutsche
Bank, JpMorgan Chase,
Citigroup, Ubs, Credit Suisse,
Bank of Tokyo-Mitsubishi Ufj,
Hsbc, Mizuho Financial,
Rabobank, Société Générale
e Sumitomo Mitsui. Nello
scandalo Libor non sono coinvolte banche italiane,
visto che non contribuiscono a fissare il Libor, ma
le cose potrebbero cambiare quando la Commissione Antitrust europea
concluderà l’indagine che sta conducendo sull’Euribor. E in tal caso
potrebbero risultare coinvolte Intesa SanPaolo, Unicredit, Montepaschi e Ubi Banca. Su una possibile manipolazione dell’Euribor
sta indagando anche la Procura
di Trani, la stessa che ha condotto un’indagine su S&P, Moody’s e Fitch con l’accusa di
manipolazione del mercato tramite la divulgazione di report sulla solvibilità
dello stato italiano. Gli istituti italiani si sono comunque distinti in
un’altra tipologia di truffa, nota fra gli addetti ai lavori come lo schema Brontos,
un sofisticato sistema per evadere le tasse. Le banche, che per mettere a
punto lo schema si erano avvalse della consulenza legale dello studio Vitali
Romagnoli Piccardi (quello fondato da Giulio
Tremonti che allora era ministro del Tesoro), hanno sanato le
pendenze civili con delle transazioni: Bpm ha
pagato all’Agenzia delle Entrate 200 milioni, Banco Popolare 210 milioni,
Credem 54 milioni, Unicredit 191 milioni, Mps 260
milioni, Intesa Sanpaolo (allora diretta da Passera) 270 milioni. Sul fronte
penale, invece, il tribunale di Milano ha rinviato a giudizio Alessandro
Profumo e altri 16 dipendenti di Unicredit, a cui si vanno ad aggiungere 3
dipendenti di Barclays che era la sponda estera dell’operazione. Se
riciclaggio di denaro sporco, manipolazione del Libor
e evasione fiscale con lo schema Brontos sono reati
di sistema, dove cioè ha preso parte l’intero sistema bancario di una
nazione, ne esistono altri che sono iniziative di singole banche o singoli
banchieri. Fra questi rientra sicuramente lo scandalo che ha portato
all’arresto di Massimo
Ponzellini con l’accusa di
associazione per delinquere finalizzata all’appropriazione indebita e alla
corruzione privata. Secondo gli inquirenti l’ex presidente della Banca
Popolare di Milano avrebbe concesso finanziamenti a società attive nel gioco
d’azzardo e legate alla criminalità organizzata in cambio di un ritorno
personale. Nell’inchiesta è finito anche Marco Milanese, braccio destro
di Giulio Tremonti ed ex sottosegretario, a dimostrazione del fatto che la
pericolosità delle banche è favorita dalla connivenza della politica. |
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