Il Fatto quotidiano 8-4-2012
Perché dovremmo rimpiangerli?
Di Furio Colombo
Fa tristezza
pensare alla Lega, come è finita. Fa tristezza pensare che questi
della Lega, dopo l’immenso danno arrecato all’Italia e il guadagno che alcuni di loro ne hanno
ricavato, hanno dovuto dirsi da soli quel che sono.
Buffoni, imbroglioni, traditori, gridava la folla degli ex elettori in
strada. E dentro, dove vi descrivono abbracci e pianti fra guerrieri che si salutano, potete
immaginare che cosa – in realtà – si sono detti, che carte hanno
sventolato, quali riguardi hanno dedicato al vecchio capo che se ne andava.
So benissimo che le urla di strada volevano essere di sostegno. Ma nella
confusione le parole erano quelle.
Nessuno può dire, con un minimo di faccia e di decoro che si tratta di
una sorpresa e chi l’avrebbe mai detto, quei bravi ragazzi. Forse non si
sapeva niente del Trota, dalla scuola al Consiglio regionale Lombardo al
trofeo calcistico delle squadre dei popoli oppressi? Forse non ci avevano
parlato loro stessi di Monica della Valcamonica che provvede a truccare le elezioni per aprire la strada al Figlio?
Forse ci avevano ipocritamente nascosto il loro linguaggio da statisti?
Borghezio, che è sempre rappresentante parlamentare della nostra
Repubblica in Europa, ha mai negato, “cazzo” (sto citando suoi importanti
discorsi politici) “se la vadano a prendere in culo e gli immigrati vanno
buttati in mare” di esprimersi e com-portarsi come
Lega comanda? Riconosciamo ciò che dobbiamo riconoscere. La Lega non
ci ha mai mentito.
Durante la guerra contro Gheddafi i disperati fuggivano cercando soccorso in
Italia e Bossi ha detto subito, a tutti i nostri microfoni “foera di ball”. Era ministro,
quasi vice premier. Ed era ministro (dell’Interno) anche Maroni, quello che
adesso invoca la pulizia. E volete che Marina militare e Forze dell’ordine della
Repubblica nata dalla Resistenza non ne abbiano tenuto conto nei crudeli e
ripetuti respingi-menti in
mare, prima fatti insieme a un Paese dispotico e senza diritti umani, la
Libia, poi con la complicità di tutti coloro che hanno fatto finta di
non sapere, col risultato di lasciar morire in mare uomini, donne, bambini,
giovani donne incinte cui spettava il diritto d’asilo secondo le leggi del
mondo?
Congratulazioni agli uomini della Lega, d’accordo. Hanno compiuto, tra
l’indifferenza di tanti, ciò che avevano promesso, e hanno incassato
il dovuto e più del dovuto – il tutto girato alla famiglia – perché
intanto consentivano a Berlusconi di governare e gli votavano leggi ad personam da avanspettacolo. Ma il più vergognoso
discredito (e condanna dell’Alta Corte di Strasburgo per violazione dei
diritti umani) a carico della
Repubblica italiana, questo è il dono della Lega al Paese che l’ha
accettata.
Ci sono due domande che tormenteranno chi ci seguirà nella storia. La
prima è: ma c’era la Costituzione. Come hanno potuto i leghisti volere
e ottenere la legge sulle ronde, le classi separate per i bambini non
italiani (dunque in regime di apartheid) le impronte digitali per i bambini
rom, il “pacchetto sicurezza” che assegna poteri del tutto arbitrari ai sindaci
e sospende le garanzie fondamentali ai cittadini immigrati; centri di
identificazione ed espulsione dove si può restare rinchiusi un anno e
mezzo senza difesa e senza diritti nelle condizioni più disumane; il federalismo fiscale, penosa
invenzione senza numeri e senza copertura di spese come mega manifesto
elettorale da esibire, a spese di tutto il Parlamento in ogni manifestazione
leghista; l’approvazione quasi unanime nelle due Camere di un Trattato di
amicizia, collaborazione militare, scambi di basi e di segreti, respingimenti
congiunti in mare di profughi e migranti, anche se titolari di diritto
d’asilo? Come è potuto accadere senza una rivolta del Parlamento,
prima di tutto della sua opposizione ?
La seconda è: ma come hanno potuto, stampa e televisione italiana,
sottrarsi al dovere di denunciare all’opinione pubblica un partito che ha
oscillato sempre fra il ridicolo (Calderoli con il lanciafiamme), il dileggio
aperto alle istituzioni (“Signora, il tricolore lo può mettere al
cesso”). E il gesto criminale di dare fuoco di notte ai giacigli di immigrati
senza casa accampati a Torino sotto i ponti della Dora? O incendiare un campo
rom per presunto stupro mai avvenuto? Per capire questo inspiegabile evento
italiano mettete da parte due citazioni da editoriale di grandi quotidiani
del 6 aprile. Prima citazione. “Bossi aveva tutti contro ma ha contribuito a
scardinare la Prima Repubblica, portando istanze nuove dove prima il Nord era
solo una espressione geografica”. (Pierluigi Battista, Il Corriere della
Sera). Avete letto bene, “istanze nuove”. E il Nord di Olivetti, Agnelli,
Pirelli, Pasolini, Montale, Visconti, il Nobel Dario Fo, prima di Bossi, era
“solo una espressione geografica”. Seconda citazione. “Non lasciano da
vincitori ma da sconfitti (Berlusconi e Bossi, ndr).
Eppure sono sconfitti a cui va riconosciuto l’onore delle armi”. (Michele
Brambilla, La Stampa). La cronaca vuole che la richiesta di onore delle armi
(una sorta di funerale di Stato a un vivo) arriva proprio mentre, sempre
sincero e privo di imbarazzo,
Bossi ha fatto sapere che “è tutto inventato da Roma ladrona e
farabutta”, con il consueto linguaggio di statista che “porta nuove istanze”.
Ecco perché oggi, nel ricordare furti e ricatti e menzogne e delitti (i morti
in mare) della Lega e il suo scempio
di diritti umani, è giusto ricordare il mondo giornalistico italiano
che ha reso tutto ciò possibile.
Il Fatto Quotidiano, 8 Aprile 2012
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