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NE IRROGANTO Documento
inserito il: 12-9-2012 |
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Il
Fatto quotidiano 11-9-2012 Crac Banca Network, la Procura
di Milano apre un’inchiesta
di Redazione Il Fatto
Quotidiano
La
magistratura vuole vederci chiaro sul collasso dell'istituto partecipato
dalla famiglia Magnoni in liquidazione coatta amministrativa dal 16 luglio
2012, dopo essere stato in amministrazione straordinaria a partire dal
novembre 2011. Al momento niente titolo di reato nè
indagati
+ La dinastia Magnoni
rischia il crack. Holding Sopaf sull’orlo della
bancarotta + [VIDEO] Banca
Network, dipendenti sono sul piede di guerra + Crisi, ecco cosa fanno
i banchieri che hanno innescato il terremoto finanziario + La banca sospende i
pagamenti per un mese, e i clienti stanno senza bancomat La
Procura di Milano vuole vederci chiaro sul tracollo di Banca Network Investimenti.
Tanto che ha aperto un’inchiesta, senza titolo di reato nè
indagati, sull’istituto in liquidazione coatta amministrativa dal 16 luglio
2012, dopo essere stato in amministrazione straordinaria a partire dal
novembre 2011. Sembra
quindi destinato a far parlare ancora di sè il caso della banca che col suo collasso
ha lasciato a piedi 69 dipendenti e messo in grosse difficoltà 28mila
correntisti, oltre ad aver dato il colpo di grazia al suo principale
azionista, la Sopaf, holding finanziaria dei
Magnoni, clan familiare da sempre dietro alle quinte della finanza che conta con
ruoli non secondari in operazioni come la scalata di Roberto Colaninno
a Telecom Italia, ma anche, nel crac di Lehman Brothers,
con Ruggero Magnoni che della banca d’affari americana è stato il presidente
per l’Italia fino al fallimento. Nei mesi
scorsi, la magistratura
milanese aveva ricevuto una nota informativa della Vigilanza
della Banca d’Italia in base alla quale è stato aperto un fascicolo di
indagine affidato al pm Roberto Pellicano. Tra i
soci figuravano Sopaf (44,7%), De Agostini (15%),
Banco Popolare (19,9%) e il gruppo francese Aviva. Da quanto si è saputo in
questi giorni il pm ha contatti con i liquidatori
Roberto Pincione e Giuseppe Santoni per avere informazioni precise riguardo
la situazione patrimoniale della banca e capire se si configurano gli estremi
per la dichiarazione dello stato di insolvenza. La quota di Sopaf è per il 15,02% di Banca Network Investimenti in
presa diretta e un restante 29,68% in via indiretta attraverso la scatola
Petunia, che a sua volta ha il 49,99% di Bni,
ma il 51% dei diritti di voto è in capo ad Aviva. |
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