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PRIVILEGIA NE
IRROGANTO
di Mauro Novelli
… ictus …
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Documentazione Documento inserito il 24-7-2011
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COMMENTO
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L’Espresso - Inchiesta
'Così viviamo a scrocco'
di Emiliano Fittipaldi
Carlo Monai è il nostro Virgilio, che ha
accettato di guidare l'"Espresso" nella selva di privilegi e
benefit di cui gode la Casta.
'Noi, onorevoli e
nullafacenti'
di Emiliano
Fittipaldi
Un parlamentare accompagna L'Espresso nei privilegi di
Montecitorio. Ecco la prima puntata del suo racconto: dove ci spiega che si
lavora pochissimo, si comprano auto scontate e per viaggiare si sceglie
sempre Alitalia, che è la più cara, tanto paga lo Stato e
così si accumulano punti per portare la famiglia in vacanza
Carlo Monai è l'unico, dopo sette tentativi andati
a vuoto, che ha accettato di raccontare a "l'Espresso" com'è
cambiata la sua vita da quando è entrato nella casta. E' un avvocato
di Cividale del Friuli, ex consigliere regionale e
oggi deputato dell'Idv al primo mandato parlamentare. Uno dei peones, a tutti
gli effetti.
Uno coraggioso, direbbe qualcuno, visto che ha deciso di metterci la faccia e
guidarci come novello Virgilio nella bolgia di indennità, vitalizi,
doppi incarichi, regali, sconti e privilegi in cui sguazzano politici di ogni
risma. Un paradiso per pochi, un inferno per le tasche dei contribuenti
italiani, stressati da quattro anni di crisi economica e da una Finanziaria lacrime
e sangue che chiederà ulteriori sacrifici. «Per tutti, ma non
per noi», chiarisce Monai. «I costi della politica sono stati
ridotti di pochissimo, e alcuni sprechi sono immorali. Non possiamo chiedere
rinunce agli elettori se per primi non tagliamo franchigie e sperperi».
L'incontro è al bar La Caffettiera, martedì mattina, davanti a
Montecitorio. Difficile ottenere un appuntamento di lunedì. «Noi
siamo a Roma da martedì al giovedì sera», spiega.
«Ma in questa legislatura pare che stiamo facendo peggio che mai:
spesso lavoriamo due giorni a settimana, e il mercoledì già
torniamo a casa. Nel 2010 e nel 2011 l'aula non è mai stata convocata
di venerdì. Le sembra possibile?».
Anche in commissione l'assenteismo è da record. «Su una
quarantina di membri, se ce ne sono una decina presenti è grasso che
cola. Io credo che lo stipendio che prendiamo sia giusto, ma a condizione che
l'impegno sia reale. Se il mio studio fosse aperto quanto la Camera, avrei
davvero pochi clienti».
La busta paga di Monai è identica a quella dei suoi colleghi:
l'indennità netta è di 5.486,58 euro, a cui bisogna aggiungere
una diaria di 3.503,11 euro. Per ogni giorno di assenza la voce viene
decurtata di 206 euro, ma solo per le sedute in cui si svolgono le votazioni.
E se quel giorno hai proprio altro da fare, poco male: basta essere presenti
anche a una votazione su tre, e il gettone di presenza è assicurato
ugualmente. Lo stipendio è arricchito con il rimborso spese
forfettario per garantire il rapporto tra l'eletto e il suo collegio (3.690
euro al mese), e gli emolumenti che coprono le uscite per trasporti, spese di
viaggio e telefoni (altri 1.500 all'incirca). In tutto, oltre 14 mila euro al
mese netti. Ai quali molti suoi colleghi con galloni possono aggiungere altre
indennità di carica.
Monai inizia il suo viaggio. «Non bisogna essere demagogici. Parliamo
solo di fatti. Partiamo dagli assistenti parlamentari: molti non li hanno.
Visto che le spese non vanno documentate, preferiscono intascarsi altri 3.690
euro destinati ai portaborse e fare tutto da soli. Altri colleghi per
risparmiare si mettono insieme e ne pagano uno che fa il triplo
lavoro».
Ecco così svelata la sproporzione tra il numero dei deputati (630) e i
contratti in corso per i segretari (230). «Non c'è più
tanto nero come qualche anno fa. Anche un altro mito va sfatato: la Camera
non ci regala cellulari, come molti credono, ma ogni deputato può
avere altri 3.098 euro l'anno per pagare le telefonate. La Telecom ci offre
poi dei contratti, chiamati "Tim Top Business Class", destinati a
deputati e senatori. Per i computer? Abbiamo un plafond di altri 1.500
euro». Anche quand'era in consiglio regionale del Friuli le telefonate
non erano un problema: «La Regione copriva tutto. Se non ti fai
scrupoli puoi spendere quanto vuoi. Lo sa che lì c'è pure un
indennizzo forfettario per l'utilizzo della propria macchina? Per chi vive
fuori Trieste, 1.800 euro in più al mese. Tutti prendevano il treno
regionale, e si intascavano la differenza». Portandosi a casa solo
grazie a questa voce lo stipendio di un operaio specializzato.
Già. I trasporti gratis sono un must dei politici. Monai elenca i
vantaggi di cui può usufruire. «Il precario che su Internet ha
svelato gli sconti che ci fa la Peugeot s'è dimenticato che anche
altre case offrono benefit simili: ho ricevuto offerte dalla Fiat, dalla
Mercedes, dalla Renault. Dal 10 al 25 per cento in meno. Credo che lo
facciano per una questione di marketing».
Seconda puntata delle confessioni all'Espresso del
parlamentare Carlo Monai.
Che qui ci racconta come si entra gratis allo stadio e a
teatro, come non si pagano le multe per eccesso di velocità e come si
può incassare il gettone di presenza anche se si resta a casa: basta
dire che ci si trovava a un convegno.
Il suo viaggio riparte dai vantaggi economici per gestione dell'auto privata
del deputato. «Abbiamo un pass per andare ovunque, e se prendiamo una
multa per divieto di sosta o eccesso di velocità c'è l'ufficio
"Centro servizi" dove possiamo chiedere agli addetti di fare
ricorso al prefetto: se ci sono 'giustificate esigenze di servizio', la multa
va a farsi benedire».
A Fiumicino un mese al parking silos "E" costa agli italiani 293
euro, ai parlamentari 50. «Anche in Friuli pagavo, grazie al tesserino
da consigliere, poco più di 40 euro: se hai la tessera "Fly Very
Good" la vita è davvero più facile», aggiunge
ironico l'avvocato.
Un privilegio, quello del parcheggio gratis o quasi, che riguarda quasi tutti
i consiglieri comunali d'Italia: a Milano, per esempio, i neoeletti
beneficiano di alcuni posti gratuiti nel parcheggio di Linate, senza
dimenticare la convenzione con il posteggio di piazza Meda, dietro Palazzo
Marino. Inoltre, come ha ricordato Franco Vanni su "Repubblica
Milano", l'Atm ai consiglieri fa uno sconto del 50 per cento sui mezzi
pubblici, e dà un pass per mettersi gratis sulle strisce, blu o gialle
che siano.
Se i parking a sbafo fanno aggrottare la fronte, è il capitolo
"auto blu" quello che fa scandalizzare le masse. In Italia se ne
contano 86 mila, secondo i dati del ministro Renato Brunetta, per un costo
(tra autisti e parco macchine) superiore ai 3 miliardi di euro l'anno.
Assessori, consiglieri, ministri, sottosegretari, funzionari di ogni livello
sono i beneficiari principali. In Parlamento sarebbero appannaggio esclusivo
dei presidenti dei gruppi, in tutto una ventina. Ma a queste vetture vanno
aggiunte quelle dei servizi di scorta: in tutto sono 90, tra parlamentari e
uomini di governo, più 21 tra sindaci e governatori regionali.
«Alcuni colleghi» racconta Monai «finiscono per avere
l'auto blu dopo alcune minacce o presunte tali, arrivate in seguito a
decisioni politiche discutibili: penso a Domenico Scilipoti e Antonio Razzi,
ex dell'Idv che sono passati con la maggioranza».
La casta non può fare a meno nemmeno dei voli blu, quelli effettuati
con aerei di Stato: nell'ultima legislatura, rispetto a quella del governo
Prodi, le ore di volo di ministri e sottosegretari sono cresciute del 154 per
cento. «Mi hanno raccontato pure che i deputati chiedono un passaggio a
qualche imprenditore che possiede un aereo privato», dice il deputato:
«Questa è una delle cose più deprecabili, perché
non bisogna mai essere ricattabili».
Ma tant'è, la vita della casta è una vita a scrocco. Ci si fa
l'abitudine. Il nostro Virgilio ci mostra la tessera del Coni, che dà
accesso a quasi tutte le manifestazioni sportive. «Quando ero
consigliere in Friuli, se volevi assistere ai match dell'Udinese o della
Triestina bastava segnalare i desiderata alla società, che hanno
interesse a mantenere buoni i rapporti con la politica. Il posto è
assicurato». In tribuna vip, naturalmente.
I parlamentari possono usufruire anche di uno sconto per il Teatro dell'Opera
di Roma e in alcuni musei, mentre a Trieste il nostro peone aveva sempre a
disposizione un palchetto al Teatro Verdi.
I vantaggi non sono un'esclusiva romana. A Milano i consiglieri comunali
possono chiedere il rimborso di pranzi di lavoro (e se mangiano in Consiglio,
una cena gli costa 1,81 euro), hanno diritto a biglietti gratis per San Siro
(partite o concerti), e due palchi riservati alla Scala per gli appassionati
di lirica. Mentre i consiglieri regionali del Piemonte godono ancora
dell'autocertificazione per fantomatici impegni durante sabati, domeniche e
festivi: si può intascare il gettone di presenza (122,5 euro) anche in
quei giorni di riposo, a patto che dicano (senza pezze d'appoggio) di aver
partecipato a convegni ed eventi. In Sicilia e Campania la lista dei
privilegi comprende di tutto. All'Ars dell'isola le missioni all'estero sono
la norma, non l'eccezione (un deputato regionale, Giuseppe Gennuso, nel 2009
ha trascorso quasi tre giorni su quattro fuori dell'Assemblea), mentre fino a
pochi mesi fa anche coloro che avevano finito il mandato continuavano a
prendere un "aggiornamento professionale" di 6.400 euro annui. E se
un deputato regionale morisse avrebbe diritto a un sussidio di 5 mila euro
per le esequie.
Anche nella indebitatissima Campania s'è sfiorato il ridicolo. Lo
scorso novembre una delibera è stata revocata prima che creasse una
rivolta popolare: prevedeva che ogni consigliere potesse avere in ufficio
televisione, tre poltrone in pelle, telepass e a scelta un computer fisso, un
portatile o l'iPad. Il frigobar era invece appannaggio solo di presidenti,
vice e capogruppo.
Ogni parlamentare ha una tessera che gli consente di non pagare l'autostrada,
i treni e gli aerei (sempre prima classe) e le navi, in modo da potersi
spostare liberamente sul territorio nazionale. «Tutto gratis, anche se
devo andare al compleanno della nonna», chiosa l'onorevole.
«Dovrebbero essere pagati solo i viaggi legati al nostro incarico
pubblico».
Oltre a questi soldi è previsto un ulteriore rimborso mensile per taxi
e varie che va, a secondo della distanza tra l'abitazione e l'aeroporto, da
1.007 a 1.331 euro al mese. Questa è una cosa nota. Pochi sanno
però che quasi tutti i deputati, per comprare i biglietti aerei, fanno
riferimento esclusivamente all'agenzia americana (con sede in Minnesota)
Carlson Wagonlit. «A loro noi chiediamo sempre di volare con Alitalia,
che è la più cara di tutte. Nessuno ci vieterebbe, però,
di scegliere compagnie low cost».
I politici se ne guardano bene: da un lato il prezzo di un biglietto low cost
lo devi anticipare tu (mentre con Alitalia anticipa il Parlamento),
dall'altro perderesti i punti per la carta fedeltà
"Millemiglia". «I punti li giriamo a mogli e figli, ma in
genere i deputati li usano per andare gratis all'estero: perché tranne
qualche missione coordinata con il presidente della commissione»,
ragiona Monai, «i viaggi all'estero dobbiamo pagarceli di tasca
nostra».
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