HOME PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro Novelli Documento d’interesse Inserito
il 13-9-2007 |
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La Stampa 13-9-2007 Usa,
nubi sugli utili. Iscritti al
partito dei pessimisti Standard and Poor's e la
società di consulenza Strategas E a
dirlo sono ora gli analisti ottimisti fino a ieri Di Glauco Maggi 13/9/2007 - Le società dello S&P500 hanno
rating più bassi New York. I profitti futuri delle aziende a
Usa sono a rischio perchè le conseguenze della crisi dei mutui subprime, dello scoppio della bolla immobiliare, e della
scarsissima voglia di rischiare degli investitori
possono allargarsi all'intera economia. E' un quadro negativo condiviso da
molti economisti e che porterà la FED, con tutta probabilità, a
tagliare i tassi il 18 settembre. Ma se il cambio di sentiment
verso l'Orso riguarda due operatori di Wall Street
di fama tendenzialmente bullish diventa una notizia
di cui dare conto. Una società di analisi finanziarie e borsistiche fino a qualche mese fa piuttosto ottimista, Strategas, ed una agenzia di
rating che fino a luglio nei suoi rapporti sulle tendenze dei rating ai bond
non aveva rilevato particolari peggioramenti nel panorama delle emissioni,
Standard & Poor's, vedono oggi nero. Nella sua
lettera ai clienti del 12 settembre in cui propone l'analisi dei rating delle
società che compongono l'indice Standard & Poor's
500, Strategas nota che i loro voti sono mediamente
molto deteriorati dal 2000 al 2007. Complessivamente, le società che
vantavano un voto da AAA ad A erano il 56% e sono
scese ora al 46%. All'opposto, quelle con rating da BBB a CCC sono diventate
la maggioranza, dal 44% al 54%. Più in dettaglio, quelle AAA sono
scese dal 3% al 2%, quelle AA dal 10% al 6%, quelle A dal
43% al 38%. Le aziende BBB (secondo la definizione tecnica i bond con rating
fino a BBB- sono da investimento, sia pure di grado inferiore, perchè
prossime alla fascia junk bonds) sono salite dal
33% al 36%, e in aumento sono segnalate pure le aziende BB (dal 9% al 13%) e
B (dall'1% al 5%). Il quadro generale è quindi di società meno
affidabili come debitrici rispetto a 7 anni fa. Siccome rating più
bassi obbligano le società a pagare interessi più alti per
finanziarsi (e ciò incide negativamente sugli utili), e poiché il 30%
dei profitti delle 500 società dell'indice S&P viene dal settore finanziario, sicuramente il
più direttamente esposto alle conseguenze negative dell'attuale crisi,
le conclusioni di Strategas sono per un
ridimensionamento delle aspettative degli utili aziendali complessivi nei
prossimi trimestri, con una ricaduta possibile per i prezzi delle azioni in
Borsa. Le agenzie di valutazione del credito sono sul banco degli imputati per le valutazioni dei bond ad alto rischio
legati ai mutui subprime, che si sono rivelate
molto più generose di quanto non meritassero. La Sec
e il Congresso stanno investigando sulle loro procedure, con audizioni e
indagini che porteranno con molta probabilità all'introduzione di
leggi e regolamenti più rigidi nella definizione del loro modi
operativi. Ma, intanto, la loro attività di analisi continua come se
niente fosse ed una delle maggiori, Standard and Poor's, ha pubblicato un rapporto in data 12 settembre in
cui fa il punto della crisi del credito sui mercati globali ("Il doposbornia dei subprime:
preoccupazioni del credito e della liquidità rannuvolano il mercato
dei mutui Usa più in generale"). L'analista del credito Victoria
Wagner fa sapere che "la correzione nel mercato dei mutui negli Usa e il
contemporaneo aggiustamento dei prezzi al rischio si sono propagati in modo esteso
attraverso i mercati finanziari globali. Per dirla in poche parole,
l'avversione al rischio nei mercati dei mutui resta al livello più
alto di sempre, il timore per il potenziale impatto su altre classi di asset è cresciuto, e la difficoltà nella
liquidità che ne è derivata sta contagiando i prezzi di tutto
il resto del credito, non solo i mutui e i bond fondati sui mutui". E la sua previsione, che sarebbe
stata più gradita se fosse arrivata sei mesi fa, non può
che essere fosca: "Secondo la nostra opinione, questo ciclo del credito
è uno dei più difficili che le istituzioni finanziarie abbiano
mai dovuto affrontare. Fino a che il credito non torna a scorrere e i prezzi
degli asset non ritrovano un equilibrio, la
liquidità nei mutui sarà ristretta. I cambi di rating, quando
sarà il caso di farli, dipenderanno dalla dimensione e dalla natura
delle perdite, dal perdurare di queste perdite e dal
loro impatto sul capitale e sui futuri profitti". Insomma, quando le
società andranno male noi ve lo diremo. Ma non un
attimo prima. glauco.maggi@lastampa.it |