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Documento d’interesse   Inserito il 17-9-2007


 

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Il Sole 24 Ore 14-9-2007

 

Mutui, banche esposte per 1,3 miliardi

 

di Rossella Bocciarelli

 

 

 

 

I numeri in gioco per l'Italia

 

In Italia la situazione della finanza e dell'economia italiana appare complessivamente «rassicurante» e non compromessa dagli effetti della crisi dei mutui subprime. È quel che si legge nella nota diffusa dal ministero dell'Economia, al termine della riunione del Comitato interministeriale per il credito e il risparmio che si è tenuta ieri ed è durata meno di due ore. «Sulla base delle relazioni svolte e degli interventi formulati nel successivo dibattito dai ministri partecipanti, il Comitato ha concluso che il quadro per l'Italia, nonostante le problematiche emerse, si presenta nel complesso rassicurante», si legge nella nota.
Nella sua informativa, che ha aperto l'esame della situazione, Draghi ha spiegato che dalle rilevazioni effettuate sinora è emerso che l'esposizione dei maggiori gruppi italiani verso il settore dei mutui subprime e Alt/A (categoria intermedia, per qualità dei prestiti, tra i mutui prima scelta e quelli subprime, caratterizzata da uno scarso livello informativo sulla situazione patrimoniale ed economica del debitore) è limitata, se si fa un confronto internazionale. Infatti, da un lato nessuno dei gruppi bancari italiani ha segnalato di aver erogato mutui di questo tipo verso controparti statunitensi; dall'altro, nell'insieme il valore dei loro investimenti che includono titoli collegati a mutui di seconda scelta è intorno al miliardo e 300 milioni di euro, vale a dire che non arriva all'1,5% del patrimonio di base del sistema. Nemmeno l'entità delle linee di credito accordate a "veicoli" finanziari attivi in questo settore desta particolare preoccupazione: si tratta di poco più di un miliardo e mezzo di euro (meno del 2 per cento del patrimonio delle banche). E, a fronte di queste linee di credito, i fondi che risultano utilizzati ad oggi non superano gli 80 milioni di euro. I problemi, semmai, nascono da quelli che Draghi ha già definito i "turbamenti" del mercato internazionale. Si tratta cioè del fatto che dai mutui subprime la febbre si è propagata ai titoli strutturati e siccome la tipologia di questi prodotti finanziari è molto complicata, ed è difficile assegnare loro un prezzo perché non hanno quotazioni pubbliche, si verificano crescenti problemi di liquidità nel mercato dei titoli strutturati, con impennate degli spread e con ripercussioni negative sul valore dei titoli. Sono dunque questi effetti indiretti che possono creare problemi di redditività alle grandi banche internazionali. Come spiega la nota dell'Economia, alla parte informativa della riunione (per il resto, il Cicr si è occupati di ratificare alcuni decreti emanati d'urgenza dal ministro nei mesi scorsi) hanno preso parte anche il presidente della Consob, Lamberto Cardia e il presidente dell'Isvap, Giancarlo Giannini. Nell'insieme, è emerso che l'azione di squadra delle authorities, garantita dalle responsabilità di vigilanza per finalità, sta funzionando al meglio: così Consob ha chiesto e ottenuto che tutte le società finanziarie quotate in procinto di uscire con le loro semestrali offrano al mercato elementi di chiarezza sul livello delle loro esposizioni, dirette e indirette verso prodotti finanziari a rischio. Sempre in base ai risultati di prime verifiche condotte da Banca d'Italia, le vicende recenti non avrebbero determinato conseguenze per i fondi comuni: non risulta, infatti, che i fondi comuni mobiliari abbiano investito in titoli declassati o esposti al rischio di declassamento, secondo quanto pubblicato dalle agenzie internazionali di rating. A questo punto, tuttavia, entra in gioco un problema che in questo momento è sotto la lente d'ingrandimento anche delle autorità internazionali. Si tratta proprio del ruolo delle agenzie di rating e della loro capacità di rappresentare in modo tempestivo e veridico la situazione dei soggetti ai quali rilasciano pagelle.
Non a caso, alla riunione informale dell'Ecofin di Oporto, per la quale tanto il ministro dell'Economia, quanto il Governatore della Banca d'Italia sono partiti ieri sera (per discutere di rapporti banca-industria, come anticipato da il Sole-24 Ore, al Cicr non c'è stato tempo) il commissario Ue al mercato interno, Charlie Mc Creevy, parlerà proprio della necessità di approfondire il ruolo giocato dalle agenzie di rating e forse dell'opportunità di introdurre per questi soggetti qualche elemento di controllo di natura pubblicistica, come già si fa per le società di revisione.

LE CIFRE DEL RISCHIO

I maggiori gruppi
L'esposizione (investimenti che includono titoli collegati ai mutui subprime), è valutata da Bankitalia in 1,3 mld, meno dell'1,5% del patrimonio di base
Le linee di credito
Quelle concesse a veicoli attivi nel comparto sono 1,6 mld (meno del 2% del patrimonio di base) di cui però solo 80 milioni utilizzate
I fondi comuni italiani
Non risulta che i fondi immobiliari aperti abbiano investito in titoli declassati o esposti al rischio di declassamento
I numeri in gioco per l'Italia