Il Sole 24 Ore 14-9-2007
Mutui, banche
esposte per 1,3 miliardi
di Rossella Bocciarelli
In Italia la situazione della finanza e
dell'economia italiana appare complessivamente «rassicurante» e non
compromessa dagli effetti della crisi dei mutui subprime.
È quel che si legge nella nota diffusa dal ministero dell'Economia, al
termine della riunione del Comitato interministeriale per il credito e il
risparmio che si è tenuta ieri ed è durata meno di due ore.
«Sulla base delle relazioni svolte e degli interventi formulati nel successivo
dibattito dai ministri partecipanti, il Comitato ha concluso che il quadro
per l'Italia, nonostante le problematiche emerse, si presenta nel complesso
rassicurante», si legge nella nota.
Nella sua informativa, che ha aperto l'esame della situazione, Draghi ha
spiegato che dalle rilevazioni effettuate sinora è emerso che
l'esposizione dei maggiori gruppi italiani verso il settore dei mutui subprime e Alt/A (categoria intermedia, per
qualità dei prestiti, tra i mutui prima scelta e quelli subprime, caratterizzata da uno scarso livello
informativo sulla situazione patrimoniale ed economica del debitore) è
limitata, se si fa un confronto internazionale. Infatti, da un lato nessuno
dei gruppi bancari italiani ha segnalato di aver erogato mutui di questo tipo
verso controparti statunitensi; dall'altro, nell'insieme il valore dei loro
investimenti che includono titoli collegati a mutui di seconda scelta
è intorno al miliardo e 300 milioni di euro, vale a dire che non
arriva all'1,5% del patrimonio di base del sistema.
Nemmeno l'entità delle linee di credito accordate a
"veicoli" finanziari attivi in questo settore desta particolare
preoccupazione: si tratta di poco più di un miliardo e mezzo di euro
(meno del 2 per cento del patrimonio delle banche).
E, a fronte di queste linee di credito, i fondi che risultano utilizzati ad
oggi non superano gli 80 milioni di euro. I problemi, semmai, nascono da
quelli che Draghi ha già definito i "turbamenti" del mercato
internazionale. Si tratta cioè del fatto che dai mutui subprime la febbre si è propagata ai titoli
strutturati e siccome la tipologia di questi prodotti finanziari è
molto complicata, ed è difficile assegnare loro un prezzo perché non
hanno quotazioni pubbliche, si verificano crescenti problemi di liquidità
nel mercato dei titoli strutturati, con impennate degli spread
e con ripercussioni negative sul valore dei titoli. Sono dunque questi
effetti indiretti che possono creare problemi di redditività alle
grandi banche internazionali. Come spiega la nota dell'Economia, alla parte
informativa della riunione (per il resto, il Cicr si è occupati di
ratificare alcuni decreti emanati d'urgenza dal ministro nei mesi scorsi)
hanno preso parte anche il presidente della Consob, Lamberto Cardia e il
presidente dell'Isvap, Giancarlo Giannini.
Nell'insieme, è emerso che l'azione di squadra delle authorities, garantita dalle responsabilità di
vigilanza per finalità, sta funzionando al meglio: così Consob
ha chiesto e ottenuto che tutte le società finanziarie quotate in
procinto di uscire con le loro semestrali offrano al mercato elementi di
chiarezza sul livello delle loro esposizioni, dirette e indirette
verso prodotti finanziari a rischio. Sempre in base ai risultati di
prime verifiche condotte da Banca d'Italia, le vicende recenti non avrebbero
determinato conseguenze per i fondi comuni: non risulta, infatti, che i fondi
comuni mobiliari abbiano investito in titoli declassati o esposti al rischio
di declassamento, secondo quanto pubblicato dalle agenzie internazionali di
rating. A questo punto, tuttavia, entra in gioco un problema che in questo
momento è sotto la lente d'ingrandimento anche delle autorità
internazionali. Si tratta proprio del ruolo delle agenzie di
rating e della loro capacità di rappresentare in modo tempestivo e
veridico la situazione dei soggetti ai quali rilasciano pagelle.
Non a caso, alla riunione informale dell'Ecofin di Oporto, per la quale tanto il ministro dell'Economia,
quanto il Governatore della Banca d'Italia sono partiti ieri sera (per
discutere di rapporti banca-industria, come anticipato da
il Sole-24 Ore, al Cicr non c'è stato tempo) il commissario Ue al mercato interno, Charlie Mc Creevy, parlerà
proprio della necessità di approfondire il ruolo giocato dalle agenzie
di rating e forse dell'opportunità di introdurre per questi soggetti
qualche elemento di controllo di natura pubblicistica, come già si fa
per le società di revisione.
LE
CIFRE DEL RISCHIO
I maggiori gruppi
L'esposizione (investimenti che includono titoli collegati ai mutui subprime), è valutata da Bankitalia in 1,3 mld, meno dell'1,5% del patrimonio di base
Le linee di credito
Quelle concesse a veicoli attivi nel comparto sono 1,6 mld
(meno del 2% del patrimonio di base) di cui però
solo 80 milioni utilizzate
I fondi comuni italiani
Non risulta che i fondi immobiliari aperti abbiano investito in titoli
declassati o esposti al rischio di declassamento
I numeri in gioco per l'Italia
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