HOME PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro Novelli Documento d’interesse Inserito il 1°-10-2007 |
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Il
Secolo XIX 1-10-2007
Liguria,
guerra sulle "macchinette" Di M. men. Dopo il maxi-sequestro in tutta Italia I gestori denunciano: "C'è chi
sta cercando di speculare dopo i sigilli della Finanza agli apparecchi
"taroccati"" GENOVA. È l'altra faccia
dello scandalo slot machine. Ma secondo gli
investigatori, alla fin fine, tutte le situazioni convergono. Il sequestro di
quasi ottantamila macchinette in tutta Italia, che avevano ottenuto il
regolare nullaosta dai Monopoli di Stato ma
che secondo i magistrati di Venezia erano invece taroccate (all'origine e non
dai gestori, che le hanno acquistate), dà spazio alle conferme:
"È la riprova che se fosse esistita una rete telematica
efficiente certe anomalie sarebbero emerse anche prima". Ma sui sequestri
intervengono anche le associazioni dei gestori, già danneggiati da un
sequestro che li vede, incolpevoli, nel mirino. E ora preoccupati da due
problemi. Il primo: che in questa fase convulsa, soprattutto in alcune
regioni, la criminalità organizzata tenti di sostituire gli apparecchi
sigillati con i propri, che funzionano al di fuori di ogni controllo. Il
secondo: che si scateni una guerra intestina dalle prospettive ancor
più caotiche. Uno di questi casi vede come epicentro Genova. Scrive Massimiliano Pucci, presidente
di Assointrattenimento: "Un grande operatore
di settore, concessionario e gestore di New Slot, sta cercando di
approfittare della drammatica situazione che s'è venuta a determinare,
con azioni che nulla hanno a che vedere con il libero mercato, la concorrenza
e la competizione. Proporre, ora, di piazzare le
proprie macchine al posto di quelle sequestrate, somiglia molto a quanto
abbiamo visto fare a chi si introduceva nelle case abbandonate dalle vittime
di terremoti o inondazioni per far razzia". Traduzione: sciacallaggio.
Ma dove stanno accadendo questi episodi? Racconta Pucci:
"Cito solo tre richieste di aiuto che mi sono pervenute in queste ore da
Genova: Bar Albis in viale Baccelli; Bar Beretta in
via Biancheri; Bar Falcone & Perri in via Chiaravagna".
Ma le conseguenze del sequestro rischiano di essere ancora più
pesanti: "Noi abbiamo rispettato le regole e profuso
sforzi enormi nella battaglia per far emergere il sommerso. E ora
rischiamo di chiudere. Abbiamo stanziato 304 milioni di euro per sostituire
le schede nelle 104 mila macchine, ma il sequestro ci ha bloccato dopo che ne
erano state già ritirate dal mercato trentamila. Il
rischio è consegnare di nuovo il gioco alla malavita organizzata e ai
videopoker, mentre arrivano i primi foschi segnali al mondo delle imprese:
un'azienda del Milanese è stata messa in liquidazione e ha lasciato a
casa i trenta dipendenti". Anche in questo caso, i gestori
lamentano di non aver ricevuto nessun tipo di risposta dal governo. "Noi
quelle macchine le abbiamo acquistate - spiegano - proprio perché regolamente autorizzate dai Monopoli
di Stato". Che, pur nella loro autonomia, dipendono direttamente dal
ministero dell'Economia e in particolare dal viceministro Vincenzo Visco. Le slot machine
sequestrate, che portano il bollino "gioco sicuro", sono Black Slot, Stack Slot
e Terza Dimensione: avrebbero dovuto dare un premio di 50 euro, invece
assicuravano, i primi due modelli, una vincita fino a 200 euro e il terzo
fino a 600. C'è chi s'è rovinato, dietro la suggestione di queste
macchinette. Nello spezzino, invece, come anticipato dal Secolo XIX, i
danneggiati sembrano aver deciso di far fronte comune. Molti giocatori, dopo
aver giocato e perduto, hanno protestato con gli esercenti: "Se le
macchinette sono irregolari, allora siamo stati truffati". I negozianti
hanno a lorom volta protestato con i gestori, che
si sono rivolti a due avvocati: Emilio Cucurnia e
Cristina Donzelli. E ora? La soluzione che si profila è rivalersi su
chi ha consentito l'immissione sul mercato delle slot
machine contestate: proprio i Monopoli. 01/10/2007. |