La Repubblica del 30-11-2007
Generale Speciale, 45 voli illegittimi
la Corte dei conti: ora paghi.
di CARLO BONINI
L'ex comandante della Guardia di finanza fece modificare l'Atr del corpo per adattarlo
al trasporto di otto passeggeri. E
la magistratura contabile chiede il rimborso dei soldi spesi
IL
PONTE aereo di spigole destinate alla cambusa della baita di Passo Rolle, la gita a scrocco
sulle nevi con signore a bordo dell'Atr-42 della Finanza non sono stati l'infelice inciampo di un ufficiale con la schiena
dritta. La Procura militare di Roma ha accertato che l'ex comandante generale
Roberto Speciale, indagato per peculato,
ha utilizzato uno dei due Atr42 in dotazione al Corpo in occasione di almeno
45 fine settimana.
E mai da solo, come sarebbero in grado di documentare i
piani di volo. Che quell'aereo,
ufficialmente destinato a compiti di trasporto e sorveglianza, era stato, per
suo ordine e a spese del Corpo, "riconfigurato"
negli hangar dell'aeroporto militare di Pratica di Mare, con un allestimento
interno che, modificando la parte anteriore della carlinga, consentisse
condizioni di volo e poltrone "business" ad almeno otto passeggeri.
Di fatto - come ha riferito alla Procura un militare della Guardia di Finanza
testimone oculare delle modifiche disposte sull'aereo - l'Atr42 MP era
diventato un "personal jet", oggettivamente inibito a incarichi operativi in senso proprio, che, al di
là delle occasioni istituzionali, partiva il venerdì o il
sabato, per fare rientro la domenica con i graditi ospiti. Ad
un costo, per le casse dello Stato, di 3.885,91 euro l'ora.
Per dare un'idea, un week-end in Sicilia, la terra del generale,
costava più o meno 8 mila euro. Lo stipendio mensile
di cinque finanzieri.
Speciale quel denaro dovrà restituirlo. Diverse centinaia di migliaia di euro, calcolando ogni ora di volo abusivo, maggiorata
di interessi e di sanzioni. La Procura della Corte dei Conti (magistratura
cui il governo, nel giugno scorso, avrebbe voluto destinare il generale al
momento della sua destituzione) ha infatti avviato
nei confronti del generale un procedimento di responsabilità per danno
erariale i cui tempi - secondo quanto riferisce una fonte qualificata a
conoscenza dei termini dell'inchiesta - non dovrebbero andare oltre il
gennaio prossimo.
Un problema in più per Speciale, evidentemente. Ma
anche per il Comando generale. Che conosce quale abisso
rischia di aprirsi se la magistratura, ordinaria, militare o contabile che
sia, dovesse afferrare il cuore di questa storia. Che
non è soltanto una cassa di spigole, una gita sulla neve, o un rosario
di week-end a sbafo delle casse dello Stato. È la gestione
delle risorse finanziarie del Corpo nella stagione di comando che si è
appena conclusa, a cominciare dai mezzi
"aeronavali" per finire all'impiego dei fondi riservati: 694.091
euro nel solo esercizio di bilancio del 2007.
Speciale ne era il responsabile contabile. E se ne avesse fatto o autorizzato l'uso che ha fatto
dell'Atr42, la vicenda rischierebbe di travolgere l'intera catena gerarchica
della Finanza. In questa chiave, l'attuale comandante generale Cosimo D'Arrigo appare in evidente difficoltà. Il primo
giugno di quest'anno, in occasione del suo
insediamento, scrisse nel suo primo ordine del
giorno rivolto a tutti gli appartenenti del Corpo: "Al generale Speciale
sono legato da 40 anni di sincera amicizia. Ne ho apprezzato le eccezionali
qualità professionali e la trascinante carica di umanità,
ma soprattutto il profondo senso dello Stato e delle Istituzioni, l'intimo,
radicato culto delle regole, lo straordinario spirito di servizio verso la
nostra Patria!".
Nell'ultimo mese, ha delegato al suo capo di stato maggiore, il generale
Paolo Poletti, l'incarico di raffreddare le
curiosità del Parlamento sui voli dell'ex comandante generale con
lacunose risposte di routine, di opporre un singolare "segreto" alle richiesta di conoscere con quali modalità i
fondi riservati del Corpo siano stati impiegati. Ad esempio, se fosse o meno vero che, lo stesso Speciale, percepisse a tale
titolo 2.000 euro al mese (cifra irrisoria per coltivare anche la più
miserabile delle fonti riservate, ma significativa se aggiunta fuori busta
allo stipendio). Ad esempio se fosse sufficiente -
come sembra sia avvenuto - la semplice quietanza (una firma su una ricevuta)
del comandante generale per distribuire a pioggia quel denaro lungo i rami
della gerarchia senza che vi fosse uno straccio di giustificazione sul loro
impiego "per fini di intelligence". E tuttavia, se la mossa di
D'Arrigo doveva o voleva essere una toppa, rischia di essere
peggiore del buco.
Il carteggio interno tra il generale Poletti e il
ministero dell'Economia in relazione alla vicenda
dei voli e dei fondi riservati è stato trasmesso in questi giorni al
procuratore militare di Roma Antonino Intelisano
dallo stesso ministero "per quanto di competenza". Una formula
apparentemente anodina che non impegna il governo in nessuna
iniziativa formale, ma che in realtà consente alla procura di
allargare il fronte dell'indagine per peculato sin qui a carico del solo
Speciale, anche al capitolo dei fondi riservati e ad eventuali omissioni
nelle comunicazioni al Parlamento da parte dello Stato maggiore della
Finanza.
(30 novembre 2007)
|