La Repubblica del 3-10-2007
Rapporto shock sulla compagnia Blackwater quasi 200 conflitti a fuoco in meno di due anni
"Così le guardie private
Usa uccidevano i civili di Bagdad" L'ultimo caso: spari sulle
auto, 11 morti tra i quali un bimbo.
dal nostro corrispondente MARIO CALABRESI
NEW YORK - "La diplomazia dei cowboy: i mercenari che
uccidono in tuo nome". Questo il titolo della storia di copertina
dell'inserto di domenica del New York Post,
tabloid conservatore di proprietà di Rupert Murdoch, che raccontava le
gesta della più grande compagnia di sicurezza privata che lavora in
Iraq per il governo americano: la Blackwater.
Da anni le società che gestiscono le quasi cinquemila guardie del
corpo occidentali sono accusate per le violenze e gli incidenti causati, e
per l'impunità di cui godono, ma solo da domenica 16 settembre
è cominciata a crescere anche negli Stati Uniti l'indignazione per
alcuni loro comportamenti. Quel giorno un convoglio della Blackwater,
che stava scortando un gruppo di funzionari dell'ambasciata americana nel
quartiere Mansour di Bagdad, temendo un'imboscata
ha aperto il fuoco su un gruppo di automobili civili uccidendo 11 persone tra
cui un bambino di nove anni.
Una strage che ha scatenato la rabbia irachena: il governo dello sciita Al Maliki ha espulso la società dal Paese revocandole
la licenza. E l'Amministrazione Usa ora ha deciso di inviare una squadra
speciale dell'Fbi a Bagdad per investigare il caso e
riferire se ci sono gli estremi per un'inchiesta penale da parte di un
tribunale americano. L'indagine dei federali andrà ad aggiungersi a
quella del governo iracheno e alle inchieste già in corso del
Pentagono e del Dipartimento di Stato.
Ma a gettare benzina sul fuoco lunedì è arrivato un rapporto di
15 pagine della Commissione di controllo sulle attività del governo,
guidata dal democratico Henry Waxman, in cui si
sostiene che dal 2005 a oggi la Blackwater - il
principale contractor privato americano in Iraq, che garantisce la sicurezza
ai diplomatici dello State Department - è
stata coinvolta in almeno 195 conflitti a fuoco e che i suoi uomini hanno
sparato per primi in più dell'ottanta per cento dei casi.
Nel rapporto inoltre si accusa il Dipartimento di Stato di non aver chiesto
conto alla società dei troppi incidenti ma anzi di averla coperta ogni
volta che accadevano: "La prima preoccupazione del Dipartimento - si
legge - sembra essere sempre stata quella di chiedere alla Blackwater di indennizzare economicamente le vittime
degli incidenti anziché cercare le responsabilità per l'accaduto o
indagare se c'erano stati comportamenti criminali".
Così si scopre che alla vigilia di Natale dell'anno scorso uno degli
uomini della compagnia, tornando da una festa completamente ubriaco, uccise
uno degli agenti di scorta del vice presidente iracheno Adil
Abd-Al-Mahdi. Immediatamente l'uomo venne
rimpatriato e la Blackwater se la cavò con
soli 15mila dollari di risarcimento alla famiglia della vittima.
Ma non solo, si scopre ora che la compagnia, che impiega soprattutto ex
uomini dei reparti speciali americani e li addestra in un campo in North
Carolina, ha dovuto licenziare 122 persone - un settimo delle sue forze in
Iraq - per comportamenti violenti e perché sparavano ubriachi o drogati.
Per i suoi servizi la Blackwater è costata
al governo americano, solo in Iraq, oltre un miliardo di dollari: negli
ultimi due anni ha preso 832 milioni di dollari dal Dipartimento di Stato, la
metà dei quali senza neanche una gara
d'appalto. Soldi ben spesi secondo il fondatore e
presidente, l'ex incursore della Marina, Erik Prince, che ieri è stato
sentito al Congresso: "Nessun individuo, diplomatico, funzionario del
governo o parlamentare in visita, è stato mai ucciso o ferito e l'area
in cui operiamo è la più pericolosa dell'Iraq, mentre noi
abbiamo perso 30 uomini e ne abbiamo avuti 125 gravemente feriti.
Dall'inizio dell'anno abbiamo fatto 1873 servizi di scorta fuori dalla green
zone di Bagdad e solo 56 volte, meno del tre per cento dei casi, è
stato aperto il fuoco. Gli esseri umani fanno errori, e se
hai mille persone sul terreno può capitare che ogni tanto qualcuno
faccia cose stupide".
Gigantesco, capelli rasati con la sfumatura alta, Prince - al centro
dell'attenzione anche per i suoi rapporti e per i suoi finanziamenti al
partito repubblicano - ha rifiutato la ricostruzione della strage di domenica
16 settembre: "Vi sono stati giudizi affrettati basati su informazioni
non accurate: i miei uomini hanno solo risposto al fuoco per sfuggire ad
un'imboscata preparata con un autobomba guidata da
un kamikaze e da un gruppo di ribelli armati con i fucili automatici Ak 47".
Quasi contemporaneamente però la Cnn mandava in onda le interviste a
due testimoni oculari: il primo è un poliziotto iracheno, Sarhan, il secondo è un uomo di affari di 37 anni,
padre del bambino ucciso. Secondo Sarhan il
convoglio di quattro veicoli della Blackwater
guidava nella direzione sbagliata: "Un vigile ha fermato il traffico per
farli passare, le guardie private hanno sparato cinque o sei colpi per
allontanare la gente, ma uno di questi ha colpito un'auto uccidendo un
ragazzo che viaggiava con la madre". A questo punto
secondo alcune versioni l'auto colpita bloccava il passaggio, secondo altre i
poliziotti iracheni spararono verso gli uomini della Blackwater:
"Gli americani cominciarono a sparare pesantemente in tutte le direzioni
uccidendo tutti quelli che erano nelle macchine davanti a loro e chi era per
strada. Nessuno ha sparato verso di loro".
L'uomo d'affari aggiunge: "C'eravamo fermati per far
passare il convoglio ed eravamo tranquilli perché stavamo in una zona sicura,
ma un attimo dopo hanno cominciato a sparare su tutte le auto e mio figlio
Alì, che era seduto dietro di me, è stato colpito alla testa.
Chiunque abbia cercato di scendere è stato ucciso. Era l'inferno. Ora non voglio soldi ma che dicano la verità".
Ieri, all'inizio della seduta al Congresso, Waxman
ha chiesto alla Commissione: "La Blackwater
sta aiutando o danneggiando i nostri sforzi in Iraq?". A guardare i
giornali e le televisioni sembra che la risposta comune cominci ad essere la
seconda e che il clima sia cambiato lo dimostra anche il fatto che oggi la
Camera voterà una legge che stabilisce che tutti i contractor che
operano all'estero potranno essere processati dai tribunali penali americani
e - se approvata - darà all'Fbi i poteri per
investigarli e perseguirli.
(3 ottobre 2007)
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