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Documento d’interesse   Inserito il 12-3-2009       


 

 

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La Repubblica 11-3-2009

 

LA BAMBINA INCINTA E I MEDICI SCOMUNICATI

Repubblica — 11 marzo 2009   pagina 26   sezione: COMMENTI

Gentilissimo Dott. Augias, due parole sulla scomunica che ha colpito i medici rei di aver fatto abortire la bambina brasiliana di 9 anni stuprata dal patrigno. Scomunicati i medici e la madre, non però il mostro stupratore. Per questi individui c' è forse spazio nella comunità dei fedeli? L' imbarazzata difesa della scomunica da parte del Vaticano mi ha fatto ricordare due versetti del Vangelo di Matteo: «Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità». Dio a chi direbbe di allontanarsi, ai medici o ai preti? Valerio Buzzone valebruz@yahoo.it G entile Dott. Augias, il presidente Napolitano ha sottolineato che "Lo stupro è un' infamia". Anche se c' è chi fa finta che non sia così. Mi riferisco al Vaticano, per il quale l' infamia non è compiuta da chi commette la violenza, ma da chi cerca di restituire un po' di serenità alla indifesa vittima della violenza. Fabrizio Virgili fabervi@libero.it Il caso ha voluto che quest' anno l' 8 marzo coincidesse con l' agghiacciante notizia della bambina brasiliana: 9 anni, altezza 136 centimetri, peso 33 Kg. Piccola, denutrita, incinta di due gemelli, in pericolo di vita al momento del parto. Un implacabile arcivescovo ha scomunicato la madre e i medici che l' hanno salvata. Se n' è parlato nel mondo, con raccapriccio. Meno s' è parlato delle reazioni. Vale la pena di leggerle, o rileggerle. Padre Gianfranco Greco, responsabile del Pontificio Consiglio per la Famiglia: «Il tema è delicato ma la Chiesa non può tradire il suo annuncio che è difendere la vita dal concepimento al termine naturale». Il vescovo di Recife alla domanda se anche lo stupratore sarebbe stato scomunicato: «Si tratta di un reato e di un peccato enormi, ma la Chiesa non c' entra. Ci penserà la Giustizia. Non c' è crimine peggiore dell' aborto». Giuseppe Fioroni, ex ministro della Pubblica Istruzione: «Siamo in presenza di un dramma ma per un credente ad una violenza non si risponde con un' altra violenza». Renzo Lusetti: «La coscienza non trova pace ma resto contrario all' aborto anche in un caso come questo». Paola Binetti: «Un giudizio sull' episodio sarebbe sbagliato, daremmo una falsa risposta a un dramma terribile». Chissà quale sarebbe la risposta non sbagliata. - CORRADO AUGIAS c.augias@repubblica.it