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Finanza
& Mercati 8-12-2007 Il Tesoro cambia banca e inserisce in Finanziaria un "regalo"
miliardario per gli istituti di credito. La proposta,
avanzata dal governo, è stata recepita ieri
sera nell'emendamento omnibus presentato dal relatore alla Camera, Michele
Ventura (Pd). E prevede di
collocare sul mercato "secondo criteri di selezione trasparenti,
efficienti e competitivi" le giacenze sul conto disponibilità del
Tesoro, oggi depositato presso la Banca d'Italia. Si tratta, in tutto, di una
torta da circa 15 miliardi di euro, di cui una parte
consistente (che sarà fissata in seguito da un decreto dell'Economia)
verrà trasferita sul sistema bancario. E siccome Unicredit
e Intesa rappresentano oltre il 45% del mercato,
saranno loro ad aggiudicarsi la fetta più grande. A spingere per
l'approvazione della norma, che in prima battuta ha registrato il parere
contrario di Rifondazione, sarebbe stato il ministero dell'Economia su
indicazione della Bce. "Si tratta di un
intervento necessario - hanno spiegato a F&M
fonti vicine a Via XX Settembre - per allineare il
sistema dei conti pubblici con i parametri fissati dal trattato Ue e con le recenti indicazioni della Banca centrale
europea, che ha chiesto di sterilizzare il conto con Bankitalia
per evitare operazioni di window dressing". Cioè di aggiustamento del fabbisogno attraverso
l'ingente disponibilità di denaro detenuta dal il Tesoro in Via
Nazionale. Nel dettaglio, l'emendamento prevede che le condizioni di tenuta
del conto e del saldo massimo su cui la stessa Bankitalia
corrisponde un interesse, commisurato a parametri di mercato monetario, vengano disciplinate da un'apposita convenzione. L'accordo
sarà stipulato con il ministero dell'Economia entro tre mesi
dall'entrata in vigore della Finanziaria. Le eccedenze saranno invece
destinate al sistema bancario, "ma senza la possibilità di
applicare interessi in quanto si tratta di somme infruttifere",
precisano fonti dell'Abi. Intanto, fra le varie
misure inserite nel maxiemendamento, c'è anche quella che riduce la
tassazione del tfr e la norma sulla class action, che per il momento resta retroattiva. Anche se, ha detto Ventura, "la questione sarà
riesaminata in aula". |