HOME     PRIVILEGIA NE IRROGANTO    di Mauro Novelli    

Documento d’interesse   Inserito il 22-2-2008


 

Documenti correlati

 

 

 

 

VICENDA

DI PIETRO-GESTIONE RIMBORSI ELETTORALI IDV

 

Panorama 21-2-2008. 1

La Repubblica 22-2-2008 RIMBORSI ELETTORALI, ACCUSE DA PANORAMA. 2

Il Velino 22-2-2008   Orenove/8. Di Pietro indagato per i rimborsi elettorali 2

«Fondi usati per scopi personali » Il Giornale 22-2-2008. 3

 


 

Panorama 21-2-2008

Italia - http://blog.panorama.it/italia - In tribunale i rimborsi elettorali all'Italia dei Valori Posted By redazione On 21/2/2008 @ 13:54 In Apertura#2 | 1 Comment Il 27 febbraio, al tribunale di Roma, il gip Carla Santese dovrà decidere se approfondire le indagini su Italia dei valori, il partito di Antonio Di Pietro. Panorama, nel numero in edicola da venerdì 22 febbraio, scrive che l'ipotesi di reato è falso in atti pubblici, appropriazione indebita e truffa aggravata, per il conseguimento di erogazioni pubbliche. La notizia che nel fascicolo 4620/07 c'è il nome di Antonio Di Pietro, ministro delle Infrastrutture, rischia di abbattersi sulla campagna elettorale del Partito democratico. Con Di Pietro è indagata anche Silvana Mura, deputata e tesoriere dell'Italia dei valori, partito ammesso all'apparentamento col Pd. Al centro della vicenda, scrive il settimanale, ci sono i rimborsi elettorali (22 milioni e mezzo di euro) che l'Idv ha ottenuto.

 

 

 

La Repubblica 22-2-2008 RIMBORSI ELETTORALI, ACCUSE DA PANORAMA

La settimana prossima il tribunale di Roma dovra' decidere se approfondire o meno indagini sull' Italia dei valori, il partito di Antonio Di Pietro, in merito ad un' inchiesta su rimborsi elettorali da oltre 20 milioni di euro. Lo segnala 'Panorama' nel suo numero in edicola oggi precisando che l' ipotesi di reato e' falso in atti pubblici, appropriazione indebita e truffa aggravata 'per il conseguimento di erogazioni pubbliche'. Il Giornale dedica la sua prima pagina al caso pubblicando 'l' atto di accusa' di Mario Di Domenico, ex segretario dell' Idv, presente nel fascicolo dell' inchiesta. 'Sotto osservazione - scrive il quotidiano - le spese elettorali, le motivazioni dei conti del suo partito, l' utilizzazione dei finanziamenti pubblici incassati e delle somme ricevute dai simpatizzanti: in tutto 20 milioni di euro. Nella carte c' e' anche la storiella di un assegno non trasferibile da 50 milioni di euro destinato al partito, ma ugualmente incassato da Di Pietro, oggi alleato di Veltroni. Nel mirino dell' autorita' giudiziaria, dunque, finisce la presunta gestione 'privatistica' e 'familiare' del partito da parte del suo presidente, di cui hanno parlato pubblicamente parecchi ex compagni di viaggio, come Giulietto Chiesa, Elio Veltri e Beniamino Donnici'.

 

 

Il Velino 22-2-2008   Orenove/8. Di Pietro indagato per i rimborsi elettorali

 

Roma, 22 feb (Velino) - Il leader dell'Italia dei Valori e ministro dimissionario della Infrastrutture è indagato per "truffa aggravata" sui rimborsi elettorali per il suo partito. "Adesso che Di Pietro è indagato - commenta Michele Brambilla sul GIORNALE - sarebbe troppo facile tirare in ballo la Nemesi, la Legge del contrappasso, il chi-la-fa-laspetti. Soprattutto se risulterà innocente. Perché si potrebbe dire, a Di Pietro: visto che cosa succede quando basta l’avvio di un procedimento penale per essere sbattuti in prima pagina? Ci sono politici che hanno avuto la carriera spezzata solo per essere stati ‘indagati’: effetto di un clima che Di Pietro ha contribuito a creare, e che adesso gli si ritorce contro. Sarebbe troppo facile anche dire che quando uno si presenta come grande moralizzatore la gente pretende un percorso netto, senza ombre e senza macchia, quindi anche senza udienze preliminari. Lo diceva pure Enzo Biagi: capita che qualcuno ingravidi una ragazzina, ma se lo fa il parroco lo scandalo è più grande. Ma tutto questo, dicevo, sarebbe troppo facile. Noi vogliamo dire una cosa un po’ più complessa. E cioè: i valori dell’Italia dei Valori sono soltanto la non-corruzione, il non-finanziamento illecito dei partiti, le non-tangenti, insomma solo il settimo comandamento? Non sarebbe il caso di inserire anche la schiettezza, il non prendere per i fondelli i lettori e gli elettori? Il dire pane al pane e vino al vino, tanto per citare un detto di quel mondo contadino tanto caro all’ex Pm? Ce lo chiediamo perché Di Pietro ieri, commentando l’anticipazione di Panorama sull’inchiesta che lo riguarda, ha detto:I fatti penali in questione sono già stati valutati con la richiesta di archiviazione formulata dal Pm già dall’anno scorso’. Come dire: inchiesta ormai finita. Ma questo può dirlo una vecchia zia, non uno che ha fatto il pubblico ministero, e che quindi sa bene che un pubblico ministero può solo avanzare richieste, non prendere decisioni. Le quali spettano al giudice. E il giudice non ha ancora deciso. È possibilissimo che il prossimo 27 febbraio l’inchiesta venga archiviata, e che Di Pietro ne esca pulito come le Mani dei bei tempi. Glielo auguriamo: sarebbe meglio per lui, per la giustizia e per la campagna elettorale. Ma sarebbe meglio per lui, per la giustizia e per la campagna elettorale anche se il paladino dell’Italia degli onesti parlasse più chiaro. Non è solo per l’ambiguità sui ‘fatti penali già valutati’ che invece non sono stati ancora valutati. È anche, per esempio, per qualche altra stranezza. Per esempio. Sul suo sito ufficiale (www.antoniodipietro.com) l’ex magistrato ha scritto di suo pugno una propria biografia. Nella quale si legge fra l’altro:Dal novembre 1997 al 2001 sono stato senatore della Repubblica’. E poi:Alle politiche del 2006 l’Unione vince le elezioni e Italia dei Valori diviene, all’interno della coalizione del centrosinistra guidata da Romano Prodi, il quarto partito di governo con 20 deputati alla Camera e 5 senatori. Al sottoscritto viene affidato il ministero delle Infrastrutture’. Insomma uno legge tutta la biografia ufficiale e ha l’impressione che Di Pietro sia stato parlamentare italiano una volta sola: e che nell’ultima legislatura abbia fatto il ministro. Che sia stato eletto deputato, e quindi parlamentare, anche nel 2006, non c’è traccia. Una dimenticanza? O forse non si vuol far sapere agli aficionados che Di Pietro è già stato parlamentare due volte? Perché la notizia creerebbe qualche imbarazzo. Al settimo degli undici punti del programma dell’Italia dei Valori si legge infatti: ‘Limitazione dell’elezione a parlamentare per massimo due legislature’. Ieri Di Pietro, commentando l’articolo di Panorama, ha detto:Sappiamo come si fa informazione in questo periodo preelettorale’. Già, lo sappiamo: circolano perfino autobiografie un po’ lacunose. Ma noi non vogliamo pensare che l’omissione sia stata voluta. È stato certamente un errore. Oggi Di Pietro preciserà: io sono già stato parlamentare due volte. E quindi tranquilli: anche se l’inchiesta penale finisce nel nulla, Di Pietro non si ricandida".

 

 

 

«Fondi usati per scopi personali » Il Giornale 22-2-2008

 

Ecco l’atto d’accusa di Mario Di Domenico, ex segretario dell’Idv, presente nel fascicolo del pm. Il (non più) fedelissimo del ministro delle Infrastrutture rifà la storia dell’Italia dei Valori partendo dal 2001 quando il neo partito incassò il riconoscimento al finanziamento pubblico.
«A quel punto gli screzi fra il sottoscritto e gli altri due, solo due! (Di Pietro e la tesoriera Mura, ndr) si incrementarono notevolmente: la gestione del fondo comune non veniva rendicontata a dovere, le quote alle autonomie regionali del partito Idv non venivano condivise come da accordi (...)».

IL FONDO CONTESO
«Seguirono poi non poche diversità di vedute, prese di posizione e distanze tra i soci fondatori della associazione “Lista Di Pietro”-“Italia dei Valori”. Soprattutto riguardo la - non proprio - trasparente gestione del patrimonio o fondo comune dell’associazione stessa. La gestione di detto fondo comune Idv, alimentata soltanto ex lege dalla quota di finanziamento pubblico ai partiti, era rimasta assolutamente incontrollata e nell’esclusiva disponibilità di fatto dell’onorevole Di Pietro (presidente dell’Idv) e materialmente dalla sua sodale Silvia Mura (tesoriera e rappresentante legale dell’Idv). Ai disappunti loro manifestati dal sottoscritto, seguì un balletto a due, nel condiviso abbraccio tra il presidente ed il rappresentante legale dell’Idv del sotteso tentativo di estromettermi da ogni incidenza decisionale al riguardo (...)».

GLI «SCOPI PERSONALI»

«Così ho fatto richiesta di visionare tutte le scritture contabili, giustificazioni di spesa, disponibilità e determinazioni sul fondo comune Idv, ricevendone risposta negativa dal Tesoriere (...). Ho diffidato il Presidente dall’ulteriore uso ingiustificato del fondo comune costituito soprattutto col “contributo statale ai partiti politici” e non alle persone, con evidente raggiro nell’erario (...)». Insomma, «si ravvisava la violazione sistematica dello scopo associativo in balia totale del totalitarismo personale, prevaricatore degli altrui diritti in dispregio dei principi costituzionali per la soluzione di riservati scopi personali per il tramite dell’associazione Idv, peraltro beneficiata dal pubblico contributo dello Stato (...)».

«Riguardo al rischio di spoliazione o diminuzione delle garanzie patrimoniali, anche nell’implicita criticità della democrazia interna, l’on. Giulietto Chiesa dell’Idv non solo ha dichiarato la propria incompatibilità con siffatta attività interna all’Idv ma ancor più gravemente ha denunciato l’insofferenza verso il malevolo tentativo dell’on. Di Pietro di gestione privata della quota di finanziamento pubblico elettorale del partito politico Idv (...). Poi reiterava le accuse contro le intenzioni di Di Pietro di voler tenere per sé il “malloppo” nonostante la gestione sceleris, e disse che avrebbe desiderato che quei finanziamenti fossero adoperati per il partito Idv quand’invece Di Pietro “se li tiene per sé e li gestisce in maniera assolutamente discutibile”».

PRESTITI FATTI IN CASA

«Con riguardo alla perplessa e provata gestione arbitraria del fondo comune Idv (...) nella relazione sulla gestione Idv, allegata al bilancio di esercizio anno 2002, risulta il prestito personale effettuato da Antonio Di Pietro al partito e l’integrale restituzione delle somme da parte della tesoriera Silvana Mura. Nel bilancio 2003 risulta altro prestito personale, da tal (...), marito della tesoriera Silvia Mura, puntualmente onorato della restituzione da parte della tesoriera e nella nota integrativa al rendiconto 31.12.2003 “immobilizzazioni finanziarie pari a 1.100.000,00 costituite da titoli a reddito fisso”, investimento di cui il sottoscritto non è mai stato messo al corrente così come nessun altro dei simpatizzanti (...). Nel bilancio di esercizio 2001 non risulta invece la somma di 50 milioni di vecchie lire consegnata dal ricorrente alla Tesoreria per la causa del nascente partito Idv».

SOTTERFUGI DI CASSA

«È il caso di rilevare, in questo contesto di false illazioni e spiccioli sotterfugi di cassa, il fondato timore del pericolum che deriva dalla dichiarazione dell’on. Di Pietro di esser pronto a confluire entro qualsiasi altra organizzazione associativa con l’on. Romano Prodi non solo per gli effetti conseguenti all’integrità della garanzia del Fondo comune Idv ma soprattutto perché tale possibilità è concretamente sostenuta dalla disposizione sceleris dell’articolo 16 dello Statuto-Idv in forza del quale egli può autonomamente determinare quanto desiderato. La scaltrezza giuridica si evince, però, dall’articolo 12 che prevede, in caso di eventuale “scioglimento dell’associazione - contrariamente al precetto normativo della Legge 662/96 - che il Presidente fondatore, ovvero la Direzione nazionale, decidono sulla destinazione del patrimonio residuo”».\