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Documento d’interesse   Inserito il 10-6-2008


 

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Il Corriere della Sera 9-6-2008

Truffa e lesioni, 14 arresti alla Santa Rita. In manette anche il direttore sanitario. Tra le accuse cinque omicidi aggravati e interventi non necessari: come l'asportazione di un seno a una 18enne

 

Milano, L'inchiesta iniziata nel 2007 riguarda presunti rimborsi gonfiati

MILANO - La Guardia di Finanza di Milano ha arrestato 13 medici e il titolare della casa di cura milanese Santa Rita, struttura privata ma convenzionata con il Servizio sanitario nazionale. Le 14 ordinanze di custodia cautelare, delle quali due in carcere e le altre ai domiciliari, sono state firmate dal gip Micaela Curami su richiesta dei pm Grazia Pradella e Tiziana Siciliano, titolari delle inchieste sulla nuova «sanitopoli» milanese che riguarda presunti rimborsi gonfiati per un totale di circa 2 milioni e mezzo di euro, denaro sequestrato insieme a circa 4mila cartelle cliniche. Destinatari 13 medici, tra cui l'ex direttore sanitario della Santa Rita, e il rappresentante legale nonché socio di maggioranza della struttura, il notaio Francesco Paolo Pipitone. Anche la clinica in qualità di ente giuridico è indagata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.

PRIMARIO E AIUTO IN CARCERE - È il primario della Chirurgia Toracica della clinca Santa Rita, il dottor Pierpaolo Brega Massone, una delle due persone destinatarie dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano sui rimborsi gonfiati nella struttura sanitaria milanese. L'altra persona per il quale il gip Micaela Curami ha disposto il carcere è uno dei più stretti collaboratori del primario, il dottor Pietro Fabio Presicci.

TUTTI GLI ALTRI ARRESTATI - Oltre a Pier Paolo Brega Massone e Pietro Fabio Presicci che sono finiti in carcere, sono stati disposti gli arresti domiciliari per le seguenti persone: Paolo Francesco Pipitone, socio unico e legale rappresentante della casa di cura; Sampietro Maurizio, direttore sanitario fino al maggio 2007; Renato Scarponi, capo equipe presso l'Unità Operativa di Ortopedia; Merlano Gianluca, vice direttore sanitario dal 2 novembre 2005 fino al maggio 2007; Mario Baldini e Paolo Regolo responsabili d'equipe presso l'Unità Operativa di Neurochirurgia; Maria Pia Pedesini, responsabile d'equipe dell'Unità Operativa di Urologia; Augusto Vercesi, responsabile dell'Unità Operativa di Urologia; Giuseppe Sala, responsabile dell'Unità Operativa di Anestesia; Giorgio Raponi, responsabile d'equipe presso l'Unità Operativa di Otorinolaringoiatria e la sua assistente Eleonora Bassanino e Marco Pansera componente dell'equipe di chirurgia toracica.

OMICIDIO AGGRAVATO - C'è anche l'omicidio aggravato dalla crudeltà tra le 90 accuse totali contestate a un paio di medici destinatari delle ordinanze delle custodie cautelari. A vario titolo le altre accuse vanno dalle lesioni gravissime alla truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale fino al falso. L'accusa di omicidio aggravato si riferisce a cinque pazienti, anziani in condizioni di forte debilitazione, operati nonostante non fosse necessario. Secondo le indagini, in conseguenza dell'intervento i cinque sono morti. Il reato di lesioni gravissime si riferisce invece a operazioni ritenute dagli inquirenti inutili, su malati terminali o comunque con prognosi infausta.

IL PM AVEVA CHIESTO IL CARCERE PER TUTTI GLI INDAGATI - La procura di Milano, pm Tiziana Siciliano e Grazia Pradella, aveva chiesto la misura della custodia cautelare in carcere per 14 indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla clinica Santa Rita, dove insieme alla truffa al servizio sanitario nazionale sono contestati anche cinque omicidi di pazienti. Ma il gip Micaela Serena Curami ha attenuato la richiesta di misura per 12 degli indagati concedendo il beneficio degli arresti domiciliari.

MAMMELLE ASPORTATE - Tra gli episodi contestati anche una decina di casi di pazienti con tubercolosi curati con l'asportazione del polmone. Proprio per far luce su questi episodi lo scorso anno l'Asl di Milano aveva creato una commissione d'inchiesta e sospeso l'accreditamento col Ssn per il reparto di chirurgia toracica della clinica. In altri casi sarebbero state asportate mammelle a donne in giovane età, compresa una ragazza di 18 anni, senza motivo, quando sarebbe bastata la semplice asportazione di un nodulo. Una donna di 88 anni affetta da tumore, sarebbe stata operata 3 volte in tre mesi (con un rimborso di 12 mila euro a intervento), quando sarebbe bastato un solo intervento. In molti casi il consenso all'intervento non sarebbe stato firmato dai pazienti e l'operazione eseguita anche contro il parere del medico curante. Complessivamente gli indagati sono 18.

INTERCETTAZIONI - «L'utilizzo delle intercettazioni è stato fondamentale per l'inchiesta perché gli indagati parlano in modo esplicito della necessità di operare per guadagnare» spiegano i pm Pradella e Siciliano, sottolineando che per quanto riguarda l'aspetto economico sono state intercettate numerose conversazioni che «colpiscono in quanto l'interesse remunerativo è subordinato all'interesse per il paziente». Dello stesso avviso il colonnello della Guardia di Finanza Cesare Marangoni che ha condotto le indagini, secondo il quale senza le intercettazioni «non si sarebbero individuati anche i casi di omicidio volontario». In alcuni casi presi in esame lo stipendio dei medici, che era di meno di 2mila euro, grazie al sistema architettato per gonfiare i rimborsi, arrivava anche a 27mila euro mensili.

INCHIESTA AVVIATA NEL 2007 - L'inchiesta, che riguarda la clinica situata in via Jommelli, è cominciata nella primavera del 2007. Le Fiamme gialle avevano sequestrato migliaia di cartelle cliniche su richiesta dei pm, ritenute non veritiere o comunque alterate in modo tale da permettere rimborsi maggiori rispetto a quelli dovuti.
09 giugno 2008