HOME     PRIVILEGIA NE IRROGANTO    di Mauro Novelli    

Documento d’interesse   Inserito il 27-3-2007


 

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Il Corriere della Sera 27-3-2008

 

Conti all'estero

Verifiche sull'eventuale utilizzo dello scudo fiscale Liechtenstein, 390 indagati.

 Ma c'è il rischio prescrizione.

Depositi fino a 400 milioni non dichiarati al fisco

 

La Procura di Roma ha trasmesso gli atti ad altri 36 uffici. Solo una sessantina le posizioni rimaste nella capitale ROMA - Non hanno specificato sulla dichiarazione dei redditi di aver trasferito all'estero dei capitali. Per questo i nomi di 390 presunti evasori fiscali sono finiti sul registro degli indagati della Procura di Roma: le somme depositate nella banca del Liechtenstein oscillano tra i 200 mila e i 400 milioni di euro. Per tutti, si procede per i reati di omessa o infedele dichiarazione dei redditi. Contestualmente, i magistrati hanno inviato ai colleghi di altri 36 uffici giudiziari i fascicoli relativi a 330 persone. Nella Capitale rimangono solo una sessantina di posizioni: delle altre, un centinaio sono state trasmesse a Milano, 40 a Bolzano, 20 a Firenze, alcune a Venezia, Genova, Varese, Vicenza e Pordenone. A Napoli, due: sono sotto inchiesta, ma in questo caso per riciclaggio, il parlamentare ex Udc (ora Pdl) Vito Bonsignore e la commercialista Stefania Tucci, ex moglie del ministro socialista Gianni De Michelis. Le inchieste sembrano destinate a concludersi con un gigantesco colpo di spugna per tre motivi. Il procuratore di Roma Giovanni Ferrara inoltrerà alle autorità di Vaduz una rogatoria per chiedere la trasmissione di copie dei documenti originali dei conti correnti nella banca "Lgt": fin qui il lavoro d'indagine della Guardia di Finanza si è svolto sulle carte arrivate dalla Germania raccolte dall'ex impiegato dello stesso istituto di credito, Heinrich Kieber. Ma non hanno alcun valore ufficiale: se il Liechtenstein non collaborerà, i margini per andare avanti sono legati solo al ritrovamento in Italia degli estratti conto (sempre in originale) e alla confessione degli interessati. Secondo scoglio per i pm: i due reati contestati sin qui si prescrivono in 7 anni e mezzo. E i trasferimenti di denaro sono del 2002. Di più. Le Fiamme Gialle non hanno ancora accertato se gli intestatari dei depositi abbiano sfruttato lo scudo fiscale: se sì, la legge entrata in vigore nel 2001 "cancella " la procedura penale. Torniamo a nomi dei presunti evasori. Quello di Bonsignore era già emerso (ieri ha sottolineato come tutte le attività "siano state svolte e gestite nell'ambito della normativa vigente "). Per la Tucci (dalle verifiche su di lei sono state avviate inchieste come quelle su Rai Fiction in cui sono coinvolti Silvio Berlusconi e l'ex responsabile della struttura di viale Mazzini Agostino Saccà e sugli appalti della sede della Regione Campania a New York), il difensore Grazia Volo ha escluso che abbia conti all'estero. Tra coloro che avrebbero depositi a Vaduz, anche l'ex manager Montedison Carlo Sama, la cantante Milva, il presidente di Italcementi Giampiero Pesenti, gli industriali farmaceutici Alberto Aleotti (Menarini) e Maurizio Mian, il presidente dei petrolieri italiani Pasquale de Vita, l'altro parlamentare Luigi Grillo (Forza Italia). Tutti hanno smentito o rivendicato la correttezza della loro posizione davanti al fisco e alla legge. Flavio Haver Vaduz L'istituto dei conti dei 390 presunti evasori fiscali italiani.