Da La Repubblica 3-3-2007
Bari, genitori picchiano preside.Aveva
vietato i cellulari in classe
L'aggressione davanti alla
scuola media Lombardi. La vittima: "Mi hanno detto
di venire fuori, che mi dovevano uccidere". Poi la denuncia ai carabinieri
Il ministro
Fioroni: "E'un problema del
Paese, non solo della scuola. Viviamo una vera emergenza del vivere civile e
riguarda tutti: scuola, genitori, famiglie, mass media"
BARI - Il preside della scuola media Lombardi di
Bari è stato aggredito questa mattina da alcuni genitori. L'uomo, Ugo
Castorina, era già stato insultato alcuni giorni fa, per imposto ai
ragazzi di lasciare i cellulari prima di entrare in
classe.
"Tu devi venire fuori, io ti devo
uccidere". Queste le parole pronunciate dai genitori contro il preside,
secondo quanto ha raccontato lui stesso. "In due si sono introdotti
nella scuola - ha detto, uscendo dalla caserma dei carabinieri dove ha sporto
denuncia - mentre entravano i ragazzini. Io
normalmente mi metto in fondo al corridoio della scuola in modo da avere la
visione generale della situazione. Ho chiesto a queste due persone che cosa volessero, perchè per loro non era il momento di
entrare, ma loro pretendevano che li ascoltassi immediatamente. Gli ho detto:
guardate, non si può e non si deve in questo momento, abbiate
pazienza, attendetemi nella hall di ingresso e poi ne parliamo. Invece loro
hanno reagito prima verbalmente e poi anche con i fatti, con qualche
tentativo di calci e pugni. C'è stata una piccola colluttazione e poi
sono intervenuti in aiuto alcuni insegnanti ed il personale della
scuola".
"Non li conoscevo - ha proseguito il preside - sono persone che non si
sono mai fatte vedere nella scuola. Non so cosa volessero
dirmi. Sono scappati quando hanno capito che stavano
arrivando i carabinieri ma l'ultima cosa che ha detto uno di loro è
stata:"Io ti devo uccidere".
"In Italia - dice il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni
commentando quanto accaduto a Bari - c'è una vera emergenza del vivere
civile e del rispetto delle regole che riguarda tutti: scuola, genitori,
famiglie, mass media. E' un fenomeno di fronte al quale ciascuno deve
assumersi la propria parte di responsabilità perché si tratta di un
problema del Paese, certo non solo della scuola. Educare significa non solo
dare competenze ma formare uomini. E questi cittadini - ha sottolineato il
ministro - dobbiamo formarli tutti insieme:
l'insegnamento del rispetto della legalità deve iniziare dando
l'esempio, a cominciare da quello dei genitori". L'aggressione avvenuta
oggi, conclude il ministro, è "intollerabile" soprattutto
perchè ha come protagonisti dei genitori, che dovrebbero essere
"il primo livello educativo" nella società. E non è
la prima volta che accade.
(3 marzo 2007)
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