HOME PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro Novelli Documento d’interesse Inserito il 15-7-2007 |
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L’Unità
15-7-2007 Per il Partito Democratico Furio Colombo Chi avesse assistito nella mattina di venerdì 13 luglio
al dibattito al Senato sul riordino dell'ordinamento giudiziario avrebbe
notato subito un grave errore nel "manifesto per il Partito
democratico" firmato da Rutelli, Chiamparino, Cacciari, Follini. Quel manifesto, pubblicato lo stesso giorno da
Europa col titolo "Il coraggio delle riforme" dice: "È
finita la lunga stagione in cui la coesione del centrosinistra è stata
garantita dall'antagonismo verso Berlusconi". Ecco la prova dell'errore.
Il senatore Gerardo D'Ambrosio si era appena alzato
a parlare sulla legge che deve cancellare la nefanda "riforma
Castelli" quando la senatrice Anna Cinzia Bonfrisco
è scesa nell'emiciclo per urlare all'ex procuratore della Repubblica
di Mani Pulite: "Delinquente, assassino, zitto assassino, questo
è il tuo giorno!". Anna Cinzia Bonfrisco,
pur essendo immensamente volgare nonostante capelli e trucco già
pronti per una festa e un abito argento da pubblicità dei
cioccolatini, non è matta. E infatti il
senatore Schifani ha ingiunto a D'Ambrosio di
chiedere lui scusa alla senatrice insultante. E Buttiglione le ha baciato la
mano. Tutti hanno ricevuto gli ordini e il messaggio. La sera prima
Berlusconi era in televisione, due
"dirette" di Rai e di Sky (oltre al Tg 2). Dirette che non toccheranno mai a George W. Bush
quando avrà lasciato la Casa Bianca e non toccheranno mai a Chirac, a Shroeder, persino al
carismatico Tony Blair. Insomma, mai a nessuno, in
Paesi di normale democrazia. In Italia Berlusconi è tutt'ora in grado
di stare, come vuole e quando vuole, al centro della
scena. È in grado di prendersi la "diretta" e di incitare il
Paese alla rivolta. Berlusconi in una piazza di Napoli ha mentito per due
ore. Ha detto persino (citazione) "Ho fatto più di trenta
riforme, 106 opere pubbliche e 12 codici". Proprio così. Ha detto
"12 codici". E ha chiamato l'Italia alla rivolta. I suoi senatori
ci stanno. I nvano i capigruppo Zanda dell'Unione e Russo Spena
di Rifondazione difendono D'Ambrosio e invocano il ritorno alla ragione. La
manifestazione indecente si porta via una buona ora nella triste storia di
questo Senato. Ma il punto è stato fermamente segnato. Berlusconi
è (politicamente) vivo e combatte insieme a
loro. Perché ripetere il grande errore di negarlo? A beneficio di chi? Non
del Partito democratico. *** Ma ecco ciò che sto per dire ai lettori
di questo giornale, a coloro che mi seguono la domenica e che rispondono con
e-mail di obiezioni e sostegno, approvazione e dissenso ai miei interventi:
intendo candidarmi alla segreteria del nascente Partito democratico. Questo,
vi è chiaro, non è l'annuncio del giornale l'Unità, che
resta libero e aperto a tutte le candidature (speriamo molte). È
l'annuncio di un candidato. Immagino una prima legittima obiezione: ma non
avevamo detto di fare spazio ai giovani? È una obiezione
giusta è non c'è alcuna risposta logica se non questa: ognuno fa
(deve fare) quello che può, quando può. Se lo fa bene, in una
situazione che interessa tutti (o tanti) come questa, lo fa per passare il
risultato agli altri. Che vuol dire: prima di tutto, per cambiare il gioco. O
almeno per arricchirlo, se ci riesce, naturalmente. La seconda obiezione
è mia, nella forma di una incertezza. Si
può partecipare alle elezioni primarie per la segreteria del Partito
democratico, con una serie di regole che sembrano scritte per gli apparati
dei partiti (i due "grandi", Ds e Margherita), i soli ad essere
presenti e a poter agire in fretta su tutto il territorio del Paese? Vorrei
ricordare che le elezioni primarie americane si svolgono nell'arco di molti
mesi, Stato per Stato, luogo per luogo, quasi mai con coincidenza e sovrapposizione
di date, e che ogni singolo episodio (vincere o perdere nel Vermont o in
quale graduatoria ci si piazza nelle primarie del Maine) si riflette sia nel
luogo sia nella opinione pubblica nazionale (nel 1980 Bush padre prevaleva su
Reagan in alcune singole primarie, ma Reagan
guadagnava sempre più favore nei sondaggi, anticipando i risultati
delle votazioni successive). Non dubito che gli addetti al disegno definitivo
di percorsi e di regole - proprio perché scelti e nominati e insediati in
base, devo pensare, a esperienza e buon senso - si porranno il problema
più importante per questa nuova entità politica: come si nasce
nel nuovo partito (dalla partecipazione alla candidatura) se non si è
figlio di uno dei due partiti? Intendo infatti
rappresentare coloro che figli dei partiti non sono, non hanno alcun passato
partitico da ricordare o da dimenticare. Intendo portare al centro
dell'attenzione dei nuovi democratici lo squilibrio sociale nel quale vive il
nostro Paese e la cui descrizione e interpretazione abbiamo affidato -
chissà perché - soltanto agli uffici studi di banche e imprese,
mostrando invece una sorta di istintivo fastidio, quasi una reazione
allergica, se, quando parlano i sindacati. *** Userò ancora per un
momento il "manifesto" Rutelli-Chiamparino-
Cacciari-Follini per indicare la diversità
(e anche, se volete, l'estraneità) della mia candidatura rispetto a
ciò che fino ad ora è stato detto e anche celebrato. Dicono i
nostri, fra l'altro, che "modernizzare l'Italia non è solo indispensabile ma può essere popolare".
Affermo che la vera innovazione e modernità del Partito Democratico
non è una gettata di cemento in più o in meno ma riconquistare,
attraverso comunicazione chiara e immediata, attraverso il contatto continuo
e l'ascolto, la partecipazione dei cittadini, che sono, o si sentono adesso,
troppo lontani dai punti di decisione e troppo estranei ai modi in cui si
decide. Vicenza è un capolavoro negativo, da non ripetere. Nessuno,
mai, (tranne la finta rappresentanza istituzionale di un sindaco inadeguato)
ha interpellato o ascoltato i cittadini di quella città sulla base Usa
da costruire. Il mio modello sono i town meeting
(assemblea di città o di villaggio) di Bill Clinton. S'intende che la decisione finale era responsabilità del presidente. Ma prima il
presidente girava mezza America per spiegarsi e ascoltare, due atti
essenziali di un governo moderno. "Coesione sociale è il
futuro", affermano i "coraggiosi" di Rutelli.
Ma coesione sociale è un punto di arrivo, non di partenza. Sul terreno
troviamo un'Italia spaccata e divaricata in cui gli operai vengono
ammoniti a non pretendere troppo sulle pensioni, ma è
"moderno" stare bene attenti alle "giuste richieste"
delle imprese. Aggiungono i "coraggiosi" che bisogna dare
"potere alla creatività dei giovani, un ascensore sociale che
torni a far salire talenti, merito, lavoro". Traducendo
dallo stretto politichese, io dirò (direi, se risulterà
possibile candidarsi) che ci si deve impegnare nel sostegno - e rifinanziamento - della scuola pubblica e dei suoi
insegnanti; che occorre motivare le banche a sostenere con prestiti sulla
parola i giovani universitari che non hanno la protezione di una famiglia
agiata, ma meritano il prestito (come negli Usa e in Inghilterra) in base ai
voti; che il merito non conta niente nel mondo del precariato e della
raccomandazione. E che dunque tutto ricomincia dalla squalifica del familismo professionale (i genitori fortunati a cui subentrano figli o nipoti fortunati) e dal ritorno
di concorsi bene organizzati e tecnicamente irreprensibili. Nel manifesto dei
"coraggiosi" trovo una frase inspiegabile in un testo politico.
È la seguente: "È urgente uscire dall'inverno
demografico". Sono stupito e dirò perché. Il
problema di governare è creare accesso alle scuole, anche quelle
specialistiche, anche quelle costose; al lavoro, attraverso un disegno dei
percorsi che non abbandoni i giovani alla solitudine (più soli,
più poveri); alla casa, attraverso progetti e programmi che, da
decenni, non esistono più. Tutto ciò è urgente,
ed è responsabilità pubblica. I figli sono una splendida scelta
privata su cui i politici, in un contesto politico, non hanno niente da dire.
*** Trovo strana, infine, e un po' minacciosa, la frase finale (dunque, in
senso retorico, la più importante) del manifesto Rutelli-Chiamparino-Cacciari-Follini che alcuni
considerano fondativi del nuovo Partito Democratico. Trascrivo: "La
maggioranza che ha vinto deve governare i cambiamenti. Sappiamo che
potrà essere confermata solo se soddisferà le attese degli elettori.
Altrimenti il Partito Democratico dovrà proporre una
alleanza di centro sinistra di nuovo conio. Per non riconsegnare
l'Italia alle destre. Ma soprattutto per non essere imprigionato dal minoritarismo e dal conservatorismo di sinistra, né della
paralisi delle decisioni". Il problema grave posto da questa frase
è che prefigura uno spostamento di scena in cui esce dalla
inquadratura una parte della sinistra, arbitrariamente definita da un
presunto vertice illuminato. Ed entra in scena una parte della destra,
indicata con la elegante espressione "un
centrosinistra di nuovo conio". Sostengono gli illuminati che "Veltroni a queste ragioni si ispira". Non mi
risulta. In ogni caso propongo di battermi per un Partito Democratico meno
gassoso e più fondato sulle cose, non tante. Ma chiare e sempre
spiegate. *** Proverò a riassumere. Il Partito Democratico a cui penso è perfettamente cosciente del perdurare
della minaccia Berlusconi, che continua a essere visto, anche fuori
dall'Italia, come l'incognita allo stesso tempo ridicola (vedi le sue domande
parafasciste e un po' insultanti per la folla di Napoli) e pericolosa per la
nostra vita pubblica. Lo sbarramento a Berlusconi si realizza con la
presentazione (già avvenuta) e il sostegno (di cui siamo in attesa) di una legge che ponga invalicabili ostacoli al
conflitto di interessi. Il Partito Democratico a cui
penso si fonda sulla più rigorosa legalità, vuole sapere tutto
dello spionaggio militare a cui sono stati sottoposti magistrati e
giornalisti nei cinque anni del governo Berlusconi, e sull'intreccio di
quello spionaggio con le intercettazioni private da parte di una grande
impresa esente da conseguenze e sugli effetti mediatici di tutta
l'operazione. Quanto è stata deviata, inquinata, cambiata, avvelenata
da quella vasta operazione illegale l'informazione su tutto ciò che
sappiamo delle vicende italiane? Il Partito Democratico in cui intendo
impegnarmi propone come temi fondamentali i diritti civili, il lavoro, la
scuola, la salute, la ricerca, l'ambiente, la casa. Tutto ciò nel
quadro - rigorosamente confermato - della Costituzione italiana. Si tratta di
settori e aspetti della vita a cui il mercato
(grande e superiore eroe della modernità) non provvede o che
preferisce ignorare quando il costo non ha immediata contropartita. Le grandi
democrazie ci dicono che la contropartita è costituita dai due valori
della fiducia e della partecipazione dei cittadini. Il Partito Democratico di
cui parlo capisce e si fa capire, in uno sforzo di
comunicazione che non tollera zone d'ombra, segreti e cose non dette. Non
vuole la solitudine disorientata dei cittadini con cui nessuno parla, spiega,
ascolta prima di decidere. Il Partito Democratico di cui stiamo parlando non
sarà il congiungersi di due burocrazie di partito ma l'afflusso libero
di cittadini decisi a essere protagonisti della vita pubblica e non
spettatori passivi. L'impegno è un paesaggio finalmente normale in cui
la sinistra è a sinistra e la destra a
destra, contando non sulla contaminazione o l'incrocio dei poli ma sulla
chiarezza e sul riconoscimento reciproco, una volta espulsa
l'illegalità e il conflitto di interessi dalla scena pulita della vita
pubblica italiana. Sinistra è lo spirito della tradizione solidaristica europea, dello schierarsi socialista e cristiano
con i più deboli, della tolleranza "liberal"
e multiculturale di impronta americana, tutti
valori che sono il più vicino possibile alla pace, alla giustizia,
alla eguaglianza almeno come punto di partenza. L'impegno è di
restituire al cittadino laico lo stesso riguardo, rispetto e attenzione che viene dedicato al credente e alle gerarchie religiose del
credente. Per tutte queste ragioni chiederò, se sarà possibile
- ai cittadini che si orientano a sostenere e dare vita e anima al Partito
Democratico - di considerare la mia candidatura indipendente e laica che
propongo nello stesso spirito con cui alcuni si candidano, in questo periodo,
alle elezioni primarie americane. Lo spirito è dare un contributo di
proposte e di esperienza, che altrimenti non ci sarebbe. Lo spirito è
far sapere ai cittadini che voteranno in queste elezioni primarie che si
apprestano a scegliere tra veri candidati e vere proposte alternative. La
vostra risposta di lettori sarà il primo modo di rendere possibile
questa candidatura. Essa è soggetta, come già detto, a un
chiarimento e a una condizione. Il chiarimento è che l'Unità,
con questo articolo, ospita la mia intenzione. È un annuncio, non un
"endorsement" (cioè
quando i grandi quotidiani americani, sotto elezioni, dichiarano le loro
scelte politiche ai lettori). La condizione è che le regole consentano
davvero la partecipazione di candidati senza apparato di partito e scorta di
carica. furiocolombo@unita.it. |